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La '''mistica fascista''' era la materia d'insegnamento principale nella ''[[Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini]]'', databile dal [[1930]] al [[1943]], con la quale alcuni intellettuali fascisti tentarono di uscire da un ambito esclusivamente politico e crearne uno spirituale.
 
Gentili utenti,
L'esigenza di formulare una base dottrinaria al fascismo, si concretizzò con l'apertura a [[Milano]] della [[Scuola di mistica fascista]], voluta da [[Benito Mussolini]] su suggerimento di suo fratello [[Arnaldo Mussolini|Arnaldo]] e da un giovane studente poco più che ventenne, [[Niccolò Giani]]. Una parte degli ideologi fascisti era tuttavia del parere che il fascismo non avesse bisogno di alcun substrato teorico che lo giustificasse<ref> A tale proposito cfr. Alessandra Tarquini, ''Il Gentile dei fascisti. Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista'', Bologna, Il Mulino, 2009, pag. 345</ref>.
 
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== Genesi e protagonisti ==
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=== Influenze e personaggi di riferimento ===
[[File:Filippo Corridoni con Mussolini durante una manifestazione interventista del 1915 a Milano2.jpg|thumb|185px||Filippo Corridoni con [[Benito Mussolini]] durante una manifestazione interventista della primavera 1915 a [[Milano]]]]
Fra gli ispiratori di tale corrente si sono fatti i nomi di [[Julius Evola]], [[René Guénon]], [[Martin Heidegger]], [[Ernst Jünger]] e persino quello di [[Filippo Corridoni]]. Fra i filosofi citati, Heidegger aderì al [[Nazionalsocialismo]]<ref>«Nel 1933 [Heidegger] fu eletto rettore dell'Università di Friburgo e aderì al nazionalsocialismo...» cit. da ''La Piccola Treccani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 1995 p. 598</ref>, mentre le posizioni di Jünger, anche se meno definite, vennero anch'esse giudicate da una commissione epuratrice britannica, al termine della seconda guerra mondiale, vicine al nazismo<ref>«...ai tardi anni venti...risale...la collaborazione [di Jünger] ad alcuni quotidiani e periodici di orientamento nazionalsocialista...». Anche alcuni suoi scritti del periodo parigino (1941-1943) suscitarono alcune perplessità. Di certo, «...terminata la guerra la commissione di epurazione britannica gli impose il divieto di pubblicazione...» entrambe le cit. sono tratte dalla ''Enciclopedia Filosofica'', Milano, Bompiani, 2006, vol. VI, p. 5968</ref>, e ciò ha reso possibile una sorta di collegamento dei due intellettuali con il ''corpus'' dottrinario fascista. In realtà l'opera di entrambi smentisce tale legame. Per quanto riguarda in particolare Heidegger, ritiratosi dalla carriera accademica, se non dall'attività didattica, fin dal [[1934]] (un anno dopo l'ascesa al potere del nazismo), le affinità ideologiche con il movimento hitleriano e, più in generale con l'internazionale fascista, sono del tutto inesistenti come dimostrato da [[Hans-Georg Gadamer]] e, più recentemente, [[Jacques Derrida]]<ref>Cfr. Jacques Derrida, ''Heidegger et la question'', Parigi, Flammarion Ed. 1990, pag.47 e seg. ISBN 2-08-081235-1</ref>.
 
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Il fascismo incluse nel suo pantheon persone che non avevano partecipato direttamente alla [[sansepolcrismo|nascita del movimento]] o che, per ragioni anagrafiche, non avevano avuto contatti con esso, come il [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]] ed [[interventismo di sinistra|interventista di sinistra]] [[Filippo Corridoni]], deceduto nel [[1915]] durante la prima guerra mondiale. Corridoni aveva poco tempo prima polemicamente abbandonato il [[Partito Socialista Italiano|Partito socialista]] insieme a Mussolini, assieme al quale portava avanti la battaglia [[interventismo di sinistra|interventista]].
A Corridoni Mussolini cambiò nel [[1925]] la medaglia d'argento alla memoria in medaglia d'oro, ed inaugurò un monumento nel centro del suo paese natale ribattezzato [[Corridonia]]. Corridoni nei corsi di mistica fascista veniva indicato come "il precursore, il profeta della «buona novella», il martire, il modello di una gioventù combattente che era pronta a sacrificarsi sull'altare degli ideali."<ref>Sergio Romano, ''Corridoni, vita e morte di un rivoluzionario'', Corriere della sera del 28 gennaio 2006 [http://archiviostorico.corriere.it/2006/gennaio/28/Corridoni_vita_morte_rivoluzionario_co_9_060128097.shtml online]</ref>. Ciò a prescindere dal fatto che alcuni ambienti di sinistra considerassero questa un'indebita appropriazione.<ref>Secondo [[Sergio Romano]], l'inclusione del sindacalista rivoluzionario fra i padri spirituali del fascismo non fu solo opportunismo "per conferire al regime una patente di nobiltà", ma anche "un sentimento di nostalgia per le origini del fascismo".</ref>
 
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 08:37, 5 lug 2019 (CEST)
===Influenze di Evola===
[[File:Evola3.jpg|thumb|Il giovane Julius Evola sul Monte Cimone durante la I Guerra Mondiale, 1917]]
Maggiore fondamento ha l'accoglimento, da parte dei mistici fascisti, del pensiero di Evola, e forse, tramite quest'ultimo, di [[René Guénon]]. Guénon fu infatti conosciuto in Italia grazie all'intermediazione dell'amico Julius Evola che curò la pubblicazione di molti suoi articoli nella rivista ''Il Regime Fascista''. Dal carteggio Evola-Guénon ([[1934]]-[[1940]]) non risulta tuttavia che quest'ultimo fosse a conoscenza dell'esistenza di una scuola di mistica fascista.
 
Evola non aderì mai né al [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] né alla [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] e fu per lungo tempo tenuto a distanza dal regime, che lo recuperò solo nella seconda metà degli [[Anni 1930|anni trenta]], allorché si ebbe un riavvicinamento tra il [[Terzo Reich]] e l'Italia. {{cn|L'Evola che probabilmente più influì sui mistici fascisti non fu quello eterodosso legato al mito del neopaganesimo (''Imperialismo pagano'' è del [[1928]]) né il critico della modernità attestato su convincimenti ultratradizionalisti (''Rivolta contro il mondo moderno'', [[1934]]), bensì quello chiaramente schierato su posizioni antisemite e razziste.}} Posizioni che emersero in relazione soprattutto alla campagna ebraica scatenata dal regime nel 1936-1937, sulla scia di quelle di Paolo Orano<ref>"Primo, in ordine di tempo, e per notorietà personale, come già ricordato, fu Paolo Orano [...] dietro di lui, con una vena più scadente, comparvero anche ''Ebrei, Cristianesimo, Fascismo'' di Alfredo Romanini, ''Tre aspetti del problema ebraico'', di Julius Evola...". Attilio Milani ''Storia degli ebrei in Italia, Torino, Einaudi, 1992, p. 692</ref>, seppur diffuminate da una non ben chiara matrice spirituale (''Il mito del sangue'', [[1937]]), in piena sintonia con [[Niccolò Giani]]. L'attività di quest'ultimo fu infatti in gran parte assorbita, fra il [[1938]] e il [[1940]], dal sostegno alle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] del 1938.<ref>Cfr. a tale proposito le ricerche di Enzo Laforgia in [http://books.google.it/books?id=a4LD00U3XcoC&pg=PA52&lpg=PA52&dq=Niccolo+Giani+ebrei&source=web&ots=i0lhV8Y9YQ&sig=ZJtUOj_RzXLoh_kt6M70Ao5Uzn4&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=1&ct=result#PPA52,M1 Books.google]</ref>.
 
Secondo la critica, {{cn|l'incontro tra [[Julius Evola]] e la Scuola di Mistica Fascista è da ascriversi nella prospettiva più ampia di operare una rettificazione in chiave ''tradizionale'' del regime fascista italiano.}} Evola, mosso da quello che [[Stefano Zecchi]], parlando di ''Cavalcare la tigre'', ha inteso come ''filosofia della responsabilità'', ha cercato per tutta la durata del ventennio di realizzare simili tentativi correttivi senza tuttavia riuscirvi (in questo quadro anche l'opera giovanile ''Imperialismo Pagano'').
 
=== I protagonisti ===
[[File:Niccolò Giani.jpg|thumb|Niccolò Giani]]
I principi informatori della mistica fascista vennero formulati in massima parte da [[Niccolò Giani]] e da un ristretto gruppo di giovani insegnanti fascisti legati alla sua scuola (fra cui Guido Pallotta e Berto Ricci), da alcuni alti gerarchi che, più di altri avevano dimestichezza con i mass-media (fra cui [[Ferdinando Mezzasoma]] e l'antisemita e massone [[Giuseppe Bottai]]), da scrittori e giornalisti di provata fede fascista ([[Telesio Interlandi]], [[Virginio Gayda]]), da propagandisti filo-nazisti ([[Giovanni Preziosi]]) e dallo stesso [[Benito Mussolini]]<ref>Cfr. Benito Mussolini in ''Giornale della gioventù fascista'', 10 luglio 1932</ref> che in ultima analisi tracciò le direttrici culturali che si sarebbero dovute seguire nell'elaborazione delle discipline "fasciste" e nelle linee guida afferenti la politica della stessa [[Scuola di mistica fascista|scuola di mistica]]. Attorno a questo nucleo "duro" ruotarono intellettuali di alto profilo fra cui [[Paolo Orano]], [[Luigi Stefanini]] (che oltretutto fu per lungo tempo consultore, cioè consulente della [[Scuola di mistica fascista|Scuola di mistica]]) e il già menzionato [[Julius Evola]]. Gli apporti di questi ultimi nella formulazione del ''corpus'' dottrinario della mistica fascista furono tuttavia condizionati dall'ingombrante presenza di alcuni potenti gerarchi e dello stesso Mussolini. [[Giovanni Gentile]] e il suo allievo ed amico [[Armando Carlini]], sembra abbiano invece avuto un ruolo alquanto marginale all'interno del "misticismo" fascista.
 
Oggetto di dibattito è, ancor oggi, l'appoggio fornito dai massimi rappresentanti dello spiritualismo cattolico del tempo e dai sostenitori del [[neotomismo]], ai mistici fascisti. Di certo molto vicino ad essi fu [[Umberto Padovani]], docente di filosofia morale presso l'[[Università Cattolica di Milano]] e, soprattutto, [[Gustavo Bontadini]], che nel febbraio [[1940]] partecipò a Milano a un convegno di mistica fascista con un significativo intervento: ''Antiintellettualismo e antirazionalismo della filosofia italiana''.
 
== Principi informatori ==
All'interno del magma dottrinario fascista che ebbe come punto di riferimento la [[scuola di mistica fascista]], convissero quindi personalità molto diverse fra di loro. Esiste tuttavia una connotazione comune fra i padri fondatori della Scuola che si riflette nei principio informatore cui essi diedero vita: la piena affermazione del culto di [[Mussolini]]. Secondo Daniele Marchesini "la fonte, la sola vera, unica fonte della mistica è infatti Mussolini, soltanto, esclusivamente Mussolini."<ref>Cit. in Daniele Marchesini, ''La scuola dei gerarchi'', Milano, 1976, p. 121 (sta in [[Emilio Gentile]], ''Il culto del littorio'', Editori Laterza, 2001, p. 243</ref>
 
La dedizione al [[Duce]] ed alla sua linea politica si spingeva infatti fino al sacrificio della vita<ref>Emilio Gentile ''Il culto del littorio'', Editori Laterza, 2001, p. 243</ref>, così come il matrimonio e la generazione di prole venivano intesi come omaggio a Mussolini che, secondo uno studioso dell'epoca, riusciva ad educare gli italiani "col semplice guardarli negli occhi".<ref>Emilio Gentile, op. cit. p.244</ref> Secondo un noto intellettuale italiano "un che di esercito e di chiesa ha, vuole avere, questa pattuglia di fascisti devota a Mussolini sino al fanatismo"<ref>Mario Isnenghi, ''Intellettuali militanti e intellettuali funzionari. Appunti sulla cultura fascista'', Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1979 p. 253</ref> Il culto di Mussolini e lo studio del suo pensiero non furono solo all'origine della Scuola di mistica, ma assunsero una centralità indiscussa sia nei corsi tenuti presso di essa, sia negli articoli pubblicati su ''Dottrina fascista''.<ref>Cfr. Alessandra Tarquini, op. cit., p. 347)</ref>
 
Accanto all'esaltazione della figura del Duce, fondatore e guida spirituale del fascismo, i mistici svilupparono:
 
* Una visione mistica della rivoluzione fascista<ref>Cfr. Emilio Gentile, op. cit. p. 243</ref>
* Una "pedagogia mussoliniana"<ref>Cfr. Emilio Gentile, op. cit. p. 244</ref>
* Una devozione particolare per Arnaldo Mussolini, visto come maestro spirituale. Anche i genitori del duce venivano visti, dai giovani fascisti, in un alone di santità.<ref>Cfr. Emilio Gentile, op. cit. p. 243</ref>.
* L'individuazione di una non ben identificata razza italica, come parte della grande famiglia indoeuropea. Quest'ultima era vista da taluni, nella sua accezione puramente biologica ([[Giovanni Preziosi]]),mentre da altri, come «idea e mito» ([[Julius Evola]])
* La discriminazione fra razze, e in particolare fra quella [[Indoeuropei|ariana]] e quella [[Ebrei|ebraica]], irriducibile nemica della prima. Conseguenza diretta di tale inconciliabilità razziale fu la diffusione dell'[[antisemitismo]], che, poco presente nel ''corpus'' dottrinario della mistica fascista nella prima metà degli [[Anni 1930|anni trenta]]<ref>Fra le pubblicazioni periodiche vicine al [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] che fin dagli anni venti si erano distinte per alcuni articoli di chiara matrice antisemita ricordiamo ''La Vita Italiana'' diretta da Giovanni Preziosi e ''Il Regime Fascista'' di [[Roberto Farinacci]]</ref>, vi si sviluppò vigorosamente a partire dal [[1936]]-[[1937]]
* la certezza che «l'unica fonte della dottrina fascista fosse il pensiero del suo capo»<ref>Cit. da: Alessandra Tarquini, op. cit., Bologna, Il Mulino, 2009, pag. 345)</ref>
 
[[Niccolò Giani]] pubblicò, nel 1939, i dieci punti fondanti della Scuola di Mistica Fascista col nome di "Decalogo dell'italiano nuovo" sulla rivista ''Dottrina Fascista'':
 
* 1. ''Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.''
* 2. ''Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell’avventura e del pericolo.''
* 3. ''Essere intransigenti, domenicani. fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia: ugualmente capaci di comandare e obbedire.''
* 4. ''Abbiamo un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.''
* 5. ''Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene ed operarlo in silenzio.''
* 6. ''Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì, ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.''
* 7. ''Non indugiare al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all’appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.''
* 8. ''Accostarsi agli umili con intelletto d’amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l’esempio della probità.''
* 9. ''Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.''
* 10. ''Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere vicina sempre la verità e come confidente la bontà generosa.''
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
=== Opere sulla mistica fascista ===
* Aldo Grandi, ''Gli eroi di Mussolini, Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista'', Milano, Rizzoli, 2004
* Tomas Carini, ''Niccolò Giani e la Scuola di Mistica fascista 1930-1943'', prefazione di Marcello Veneziani, Mursia, Milano, 2009
* Francesco Cassata, ''«La difesa della razza», politica, ideologia ed immagine del razzismo fascista'', Torino, Einaudi, 2008
* Luca Fantini, Essenza Mistica del fascismo. Dalla scuola di mistica fascista alle Brigate Nere, Perugia 2003
* [[Emilio Gentile]], ''Il culto del Littorio. La sacralizzazione della politica nell'Italia fascista'', Roma-Bari, Laterza, 1993
* [[Niccolò Giani]], ''Perché siamo antisemiti'', Roma, Dottrina Fascista, I, 1939
* Aldo Grandi, ''Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista'', Milano, Rizzoli (Edizioni BUR), 2004
* [[Hans F.K. Günther]], ''Religiosità indoeuropea'' (con prefazione di Adriano Romualdi), Padova, Edizioni di Ar, 1970
* Mario Isnenghi, ''Intellettuali militanti e intellettuali funzionari. Appunti sulla cultura fascista'', Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1979
* Daniele Marchesini, ''La scuola dei gerarchi. Mistica fascista: storia, problemi, istituzioni'', Milano, Feltrinelli, 1976
* Alessandra Tarquini, ''Il Gentile dei fascisti. Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista'', Bologna, Il Mulino, 2009, p.&nbsp;345-351
* Aa.Vv, [http://www.raido.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=1757&category_id=58&manufacturer_id=0&option=com_virtuemart&Itemid=1 ''Raido - Speciale Scuola di Mistica Fascista''], Raido, Roma, 2009
* Arnaldo Mussolini, [http://www.raido.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=209&category_id=25&manufacturer_id=0&option=com_virtuemart&Itemid=1 ''Coscienza e dovere''], Raido, Roma, 2007
 
== Voci correlate ==
* [[Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini]]
* [[Arnaldo Mussolini]]
* [[Niccolò Giani]]
* [[Filippo Corridoni]]
* [[Julius Evola]]
* [[Misticismo nazista]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.fondazionejuliusevola.org Fondazione Julius Evola]
* [http://www.ediz-mediterranee.com/ Edizioni Mediterranee specializzate in testi di mistica]
* [http://www.italia-liberazione.it/it/60moliberazione/PAGINE/REL_5.HTM Gli intellettuali e il fascismo]
* [http://www.tesionline.it/consult/preview.jsp?idt=18983 Bibliografia da Sito di Tesionline]
 
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