TIM (azienda) e 70/00: differenze tra le pagine

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{{S|album pop}}
{{nota disambigua|l'operatore di telefonia fissa e mobile di Telecom Italia|TIM}}
{{Album
{{Correggere|aziende|agosto 2018}}
|titolo = 70/00
{{Azienda
|artista = Ron
|nome = Telecom Italia S.p.A.
|tipo album = Raccolta
|logo = Telecom_italia_2016.png
|giornomese = 3 aprile
|immagine = Telecom Italia - Sede Corso Italia.jpg
|anno = 2000
|didascalia = Direzione generale a [[Roma]], [[Corso d'Italia (Roma)|Corso d'Italia]], 41
|postdata = <ref>{{Allmusic}}</ref>
|forma societaria = Società per azioni
|etichetta = [[Compagnia Generale del Disco|CGD]]
|borse = * {{BorsaItaliana|IT0003497168|TIT}}
|durata = 79:34
* {{BorsaItaliana|IT0003497176|TITR}}
|genere = Pop
* {{Nyse|TI}}
|numero di dischi = 1
|data fondazione = [[1964]] (come [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]])<br />[[1994]] (Telecom Italia)
|forzanumero catdi annotracce = 196417
|precedente =
|luogo fondazione = [[Torino]]
|anno precedente =
|fondatori =
|data chiusurasuccessivo =
|causaanno chiusurasuccessivo =
|nazione = ITA
|sede = [[Milano]] (sede legale)<br />[[Roma]] (direzione generale)
|filiali =
|persone chiave = * [[Fulvio Conti]], presidente
* [[Luigi Gubitosi]], [[amministratore delegato]] e direttore generale
|settore = [[telecomunicazioni]]
|prodotti = [[telefonia fissa]], [[telefonia mobile]], [[telefonia pubblica]], [[Integrated Services Digital Network|telefonia ISDN]], [[Internet]], [[fibra ottica]] e [[televisione via cavo]]
|fatturato = 18,940 miliardi di [[Euro|€]]
|anno fatturato = 2018
|utile netto = -1,152 miliardi di [[Euro|€]]
|anno utile netto = 2018
|dipendenti = {{formatnum:57901}} ({{formatnum:48005}} in Italia)
|anno dipendenti = 2018
|slogan = Il futuro firmato Telecom Italia
}}
'''TIM S.p.A.'''<ref>{{Cita web|url=https://www.telecomitalia.com/tit/it/about-us/branding/brands/our-brands.html|titolo=TIM|sito=Telecom Italia Corporate|lingua=it|accesso=2019-02-11}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/about-us/branding/brands/our-brands.html|titolo=TIM, il futuro firmato Telecom Italia|data=15 gennaio 2016|accesso=14 maggio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/footer/Note-legali.html|titolo=Note legali|data=27 luglio 2017|accesso=1º agosto 2018|citazione=[...] Informazioni sulla società TIM S.p.A. [...] Il sito Internet Telecom Italia è un servizio di informazioni on-line fornito da TIM S.p.A. [...] I contenuti delle pagine del sito Telecom Italia sono Copyright © di TIM S.p.A. [...] I marchi e loghi che compaiono su questo sito sono di proprietà di TIM S.p.A. e delle sue affiliate [...] Il nome Telecom Italia e qualsiasi marchio che includa il marchio TELECOM ITALIA non possono essere utilizzati come indirizzi Internet di altri siti, o quali parti di tali indirizzi, senza il preventivo consenso scritto di TIM S.p.A. [...]}}</ref> (nota ufficialmente fino al 26 maggio 2016 come '''Telecom Italia S.p.A.''', col quale la si identifica ancora oggi<ref>{{cita web|url=https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9370122|titolo=Ordinanza ingiunzione nei confronti di Telecom Italia S.p.A.|data=16 maggio 2018|accesso=28 luglio 2018}}</ref>) è un'[[azienda]] [[italia]]na di [[telecomunicazioni]], che offre in [[Italia]] e all'estero servizi di [[telefonia fissa]], [[telefonia mobile]], [[telefonia pubblica]], [[telefonia IP]], [[Internet]] e [[televisione via cavo]] (in tecnologia [[IPTV]]).
 
'''''70/00''''' è un album di Ron pubblicato nel 2000.
Opera in [[Italia]] nella telefonia fissa e [[telefonia mobile|mobile]] con il marchio ''[[TIM]]'' (privati) e ''TIM Business'', e in [[Brasile]] con il marchio ''[[TIM Participacoes|TIM]]''.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/02/13/news/telecom_cambia_pelle_tim_marchio_unico_la_bolletta_diventa_mensile-107224528/|titolo=Telecom cambia pelle: Tim marchio unico|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=13 febbraio 2015|accesso=6 agosto}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Simone Freddi|url=http://www.engage.it/aziende/tim-compie-20-anni-e-diventa-il-brand-unico-del-gruppo-telecom-italia/43876|titolo=TIM compie 20 anni e diventa il "brand unico" del gruppo Telecom Italia|data=14 luglio 2015|accesso=9 agosto 2018}}</ref>
 
==Tracce==
Telecom Italia è anche il 7º gruppo economico italiano per [[fatturato]] e tra i primi {{formatnum:500}} mondiali.<ref>{{cita web|titolo=Global 500|sito=fortune.com|lingua=en|accesso=28 aprile 2015|url=http://fortune.com/global500/}}</ref>
{{Tracce
 
|Titolo1=Pa' diglielo a ma'|Durata1=3:48
Fornitore di servizi nel [[Sistema pubblico di connettività]] (SPC), Telecom Italia gestisce una parte della connettività [[internet]] e [[intranet]] della [[pubblica amministrazione italiana]] in attesa del subentro dei fornitori ([[Tiscali (azienda)|Tiscali]], [[BT Italia]] e [[Vodafone Italia]]) aggiudicatari della gara [[Consip]],<ref>{{cita web|url=http://www.consip.it/press_room/comunicati/2015/4/notizia_0028|titolo=Consip aggiudica la gara SPC: con il nuovo Sistema Pubblico di Connettività la PA risparmia 2 miliardi di euro in 7 anni|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150621232142/http://www.consip.it/press_room/comunicati/2015/4/notizia_0028|data=28 aprile 2015|dataarchivio=21 giugno 2015|accesso=6 agosto 2018}}</ref> in virtù del contratto stipulato nel 2016.<ref>{{cita web|url=http://www.consip.it/news_ed_eventi/2013/10/notizia_0015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161022061356/http://www.consip.it/news_ed_eventi/2013/10/notizia_0015|titolo=Contratti SPC e S-Ripa: istruzioni per l'uso|data=23 giugno 2015|dataarchivio=22 ottobre 2016|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.bitmat.it/blog/news/55814/consip-e-agid-sottoscritti-i-contratti-per-la-connettivita-e-aggiudicati-i-primi-due-lotti-della-gara-per-i-servizi-cloud|titolo=Consip e AgID: sottoscritti i contratti per la connettività e aggiudicati i primi due lotti della gara per i servizi cloud|data=25 maggio 2016|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
|Titolo2=Joe temerario|Durata2=5:02
 
|Titolo3=Al centro della musica|Durata3=5:52
A partire dal 13 gennaio [[2016]] la società ha adottato il marchio unificato [[TIM]], mandando di fatto in pensione il vecchio marchio Telecom Italia attivo dal [[1994]].<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/01/13/news/tim_nuovo_simbolo-131170833/|titolo=Telecom va in pensione, Tim sarà il marchio unico dell'ex monopolista|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|autore=Aldo Fontanarosa|data=13 gennaio 2016|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/telecom-diventa-tim-ma-il-nome-non-e-tutto/|titolo=Telecom diventa Tim: ma il nome non è tutto|autore=Gildo Campesato|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=11 gennaio 2016|accesso=1º agosto 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/istituzionale/2016/TIM-nuovo-marchio.html|titolo=TIM, un nuovo marchio per l'azienda protagonista del futuro digitale del Paese|data=13 gennaio 2016|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
|Titolo4=Chissà se lo sai|Durata4=4:53
 
|Titolo5=Il gigante e la bambina|Durata5=4:58
La società è quotata nell'indice [[FTSE MIB]] della [[Borsa Italiana]].
|Titolo6=Anima|Durata6=4:22
 
|Titolo7=Uomini del mondo|Durata7=5:27
== Storia ==
|Titolo8=Occhi di ragazza|Durata8=4:32
=== Le origini ===
|Titolo9=Piazza Grande|Durata9=3:35
{{Vedi anche|SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico}}
|Titolo10=Vorrei incontrarti fra cent'anni|Durata10=4:45
La Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda ([[STIPEL]]) nasce nel 1925. Nello stesso anno il [[Governo Mussolini]] riorganizza il sistema telefonico dividendo il territorio italiano in 5 zone:
|Titolo11=Sono cose che capitano|Durata11=5:22
* [[Lombardia]] e [[Piemonte]] con centro a [[Torino]] da [[STIPEL]] (STIPEL-Società Telefonica Interregionale Piemontese E Lombarda;
|Titolo12=Una città per cantare|Durata12=4:54
* [[Italia centrale|Italia centrale adriatica]] con centro a [[Bologna]] da [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]] (TIMO-Telefoni Italia Medio Orientale SA);
|Titolo13=Non abbiam bisogno di parole|Durata13=4:59
* [[Italia centrale|Italia centrale tirrenica]] con centro a [[Firenze]] da [[TETI]] (TE.TI.-Società TElefonica TIrrena);
|Titolo14=Noi|Durata14=3:53
* [[Tre Venezie]] con centro a [[Venezia]] da [[TELVE]] (TELVE-Società TELefonica delle VEnezie);
|Titolo15=Non è finito il tempo|Durata15=5:05
* [[Italia meridionale]] con centro a [[Napoli]] da [[Società Esercizi Telefonici|SET]] (Società Esercizi Telefonici SA).
|Titolo16=Laggiù|Durata16=4:02
 
|Titolo17=Una città per cantare|Note17=live a Vigevano|Durata17=4:05
[[File:Cartina concessionarie.jpg|thumb|250px|Cartina concessionarie]]
 
È nel 1964 che le cinque società si uniscono sotto il nome di [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico]].<ref>{{cita testo|titolo=SIP-Telecom Italia. Storia|autore=Chiara Ottaviano|editore=Storiaindustria.it|url=http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf|accesso=17 settembre 2013|pagina=4|formato=pdf|mese=giugno|anno=2008}}</ref>
 
Nello stesso anno la Società Finanziaria Telefonica S.p.A. ([[STET]]) facente parte del gruppo [[IRI]] per il settore delle [[Telecomunicazione|telecomunicazioni]], giunge a controllare [[Telespazio]],<ref>{{cita web|url=http://www.telespazio.it/History_it.asp|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130830063127/http://www.telespazio.it/History_it.asp|titolo=Telespazio: cronologia principali avvenimenti|editore=[[Telespazio]]|dataarchivio=30 agosto 2013|accesso=6 agosto 2018}}</ref> attiva nell'ambito delle comunicazioni spaziali, la società Radiostampa, responsabile dei servizi telegrafici e radiotelegrafici e [[Italcable]], impegnata nelle [[Telecomunicazione|telecomunicazioni]] intercontinentali.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gruppotim.it/it/marchio-della-societ%C3%A0-italcable-in-uso-negli-anni-%E2%80%9870|titolo=Marchio della società Italcable in uso negli anni '70|accesso=6 agosto 2018}}</ref> Nel 1964 STET crea inoltre il proprio centro di ricerca sperimentale del gruppo, ossia il [[CSELT|Centro studi e laboratori telecomunicazioni]] (CSELT) di [[Torino]] e, nel [[1976]], il campus della [[Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli]] a [[L'Aquila]] per le proprie attività di formazione.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gruppotim.it/it/scuola-reiss-romoli |editore=Archivio Storico Telecom Italia |titolo=Scuola Superiore Reiss Romoli |accesso=21 novembre 2018}}</ref>
 
Superata la crisi economica degli [[anni 1970]] che colpisce anche [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]], gli [[anni 1980]] vedono il piano di ristrutturazione della società, l'introduzione del nuovo marchio aziendale, una maggiore varietà di servizi e prodotti, nonché innovazioni sul piano tecnologico, come i nuovi sistemi informativi. Nel 1985 con il progetto San Salvador comincia il processo di digitalizzazione della rete telefonica su tutto il territorio italiano. Inoltre dalla seconda metà degli anni ottanta SIP introduce le fibre ottiche, dopo avere realizzato in via sperimentale, nel [[1977]], la prima linea urbana a livello mondiale con progettazione e tecnologia CSELT<ref>COCITO, GIUSEPPE, et al. ''COS 2 experiment in Turin: Field test on an optical cable in ducts'', IEEE Transactions on Communications, 1978, 26.7: 1028-1036.</ref>. Nel 1993 si assiste all'avvento della [[rete intelligente]], la quale offre per la prima volta un'ampia gamma di servizi in tutta Italia, ad esempio il nuovo [[numero verde]], esistente da qualche anno sulla [[rete telefonica generale]] (RTG) e sula rete fonia-dati (RFD).<ref>{{cita libro|titolo=Storie delle telecomunicazioni italiane e della Sip (1964-1994)|autore=Renato Abeille|url=https://books.google.it/books?id=nToDjDfxcfYC&lpg=PP1&dq=Storia%20delle%20telecomunicazioni%20italiane%20e%20della%20Sip%3A%201964-1994&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|via=[[Google Libri]]|città=Milano|editore=FrancoAngeli|anno=1999|edizione=1|accesso=6 agosto 2018|isbn=978-88-464-1524-0}}</ref>
 
Nel 1985, Stet vende alcune azioni Sip passando dall'82% al 54% della quota azionaria, pur continuando a detenerne il controllo.
 
=== Il riassetto e la fusione STET-SIP ===
[[File:"Selezionando Sip".jpg|thumb|La nascita di Telecom Italia sulla copertina dell'opuscolo supplemento della rivista aziendale ''Selezionando Sip'' n.5, 1994]]
 
La nascita di Telecom Italia è strettamente legata al processo di [[liberalizzazione]] del settore delle [[telecomunicazioni]], avviato negli [[Stati Uniti d'America]] all'inizio degli [[anni 1980]] e avvertito anche nel vecchio continente. In [[Europa]] tale processo è fortemente connesso alla [[privatizzazione]] degli operatori nazionali.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/27/via-uscita-di-mammi-per-le.html|titolo="Via d'uscita" di Mammì per le telecomunicazioni|autore=Edoardo Borriello|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=27 marzo 1990|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|curatore=Sergio De Nardis|titolo=Le privatizzazioni italiane. Ricerca del Centro studi Confindustria|anno=2000|editore=il Mulino|città=Bologna|isbn=978-88-15-07360-0|url=http://www.confindustria.it/studiric.nsf/All/F922E602F2609580C125696000533631?openDocument&MenuID=B36EFEB019851205C1257547003A70DD|abstract=sì|via=confindustria.it|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Telecom Italia nasce formalmente il 27 luglio 1994, con l'atto di fusione deliberato dalle assemblee del 19 maggio dello stesso anno di [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]] con [[Iritel]], [[Telespazio]], [[Italcable]] e [[Società italiana radiomarittima|SIRM]], società del gruppo [[STET]] già operative nel settore delle telecomunicazioni. Ciò faceva seguito al ''piano di riassetto del settore delle telecomunicazioni'' presentato al [[Ministero del tesoro]] dall'Istituto per la Ricostruzione Industriale ([[IRI]]) in data 30 giugno 1993, nel quadro delle disposizioni contenute nella legge n.58 del 29 gennaio 1992.<ref>{{cita news|titolo=STET e Sip sull'acceleratore il riassetto piace agli stranieri|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|autore=Vittorio Puledda|data=27 marzo 1994|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/03/27/stet-sip-sull-acceleratore-il-riassetto-piace.html|accesso=8 settembre 2013}}</ref>
 
Nel [[1995]], con una scissione parziale dalla casa madre, nasce [[TIM]] (Telecom Italia mobile) il cui capitale è controllato per il 63,01% da STET. Per massimizzare l'incasso dalla prevista privatizzazione viene deciso, nel [[1997]], di portare avanti il piano cosiddetto di ''SuperSip'', ovvero la concentrazione di tutte le attività operative nella società da mettere in vendita. La Finanziaria STET e Telecom Italia vengono fuse: la nuova società prenderà il nome di Telecom Italia.
 
Contestualmente [[Seat Pagine Gialle|Seat]] – editore delle [[Pagine Gialle]] – viene scissa da Telecom Italia e nel [[1996]] viene portata a termine la privatizzazione a favore di Ottobi; cordata formata da [[De Agostini]] (maggior azionista), Telecom (20%), Comit e Investitori Associati.
 
Verso la fine del 1996, durante la direzione di [[Vito Gamberale]] ed [[Ernesto Pascale]], TIM è il primo operatore mondiale a lanciare un piano tariffario basato su una carta prepagata su rete GSM, che generò in poco tempo una rapida crescita della telefonia mobile<ref>Bonetti, E. (Ed.). (2012). ''Casi di marketing'', (Vol. 8). FrancoAngeli.</ref>. In merito allo sviluppo della rete in fibra ottica, verrà inaugurato il [[progetto Socrate]]<ref>{{cita|Maurizio Matteo Dècina, ''La Banda Larga'' Castelvecchi 2015}}</ref> poi abbandonato a causa dei costi elevati.<ref>{{cita news|url=https://www.tomshw.it/telecom-socrate-e-fido-dect-denaro-pubblico-sprecato-41191|titolo=Telecom: Socrate e FIDO DECT, denaro pubblico sprecato|pubblicazione=[[Tom's Hardware Italia]]|autore=Pino Bruno|data=31 luglio 2012|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/18/Telecom_addio_piano_Socrate_co_0_980118997.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120803020641/http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/18/Telecom_addio_piano_Socrate_co_0_980118997.shtml|titolo=Telecom, l'addio al piano Socrate|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|autore=Meletti Giorgio|p=19|data=18 gennaio 1998|dataarchivio=3 agosto 2012|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
=== La privatizzazione del 1997 ===
[[File:Torre Telecom Italia Roma.jpg|thumb|Torre Telecom Italia a Roma, via Mario Carucci]]
Sotto la presidenza di [[Guido Rossi]] e l'uscita di [[Ernesto Pascale]], il 20 ottobre [[1997]] viene attuata dal ''[[Governo Prodi I|Governo Prodi]]'' la [[privatizzazione]] della società: dalla vendita del 35,26% del capitale si ricavano circa {{formatnum:26000}} miliardi di lire. La privatizzazione, che comporta la quasi totale uscita del [[Ministero del tesoro]] dall'azionariato Telecom, viene realizzata con la modalità del cosiddetto ''nocciolo duro'': si vende cercando di creare un gruppo di azionisti che siano in grado di farsi carico della gestione della società. Il Governo non prende in considerazione il piano proposto dalle associazioni di far aderire al capitale di Telecom gli oltre 100.000 dipendenti.<ref>{{cita news|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/goodbye-telecom-storia-del-risiko-italiano/|titolo="Goodbye Telecom", storia del Risiko italiano|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=12 novembre 2013|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
A conclusione dell'OPV ([[offerta pubblica di vendita]]), le azioni vengono collocate a 10.902 [[lira italiana|lire]]; il 27 ottobre 1997 Telecom Italia privatizzata viene collocata alla [[Borsa di Milano]].<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/arteecultura/architetturaemonumenti/palazzivilleecastelli/palazzo_mezzanotte|titolo=Palazzo Mezzanotte: palazzo della Borsa. Informazioni generali|citazione=[...] Inaugurato nel 1932 il palazzo della Borsa ha perso la sua originaria funzione di luogo delle contrattazioni con l'avvento dei sistemi telematici negli [[anni 1990]]. '''Dal 1998''' è sede di Borsa Italiana Spa, società che gestisce il mercato italiano [...]|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.bankpedia.org/index.php/it/88-italian/b/18798-borsa-italiana-spa|titolo=Borsa Italiana S.p.A.|citazione=La Borsa italiana spa, conosciuta internazionalmente come Borsa di Milano, è la principale società di gestione dei mercati [...] presente nel sistema italiano dei mercati regolamentati. [...] '''È operativa dal 2.1.1998''' e gestisce quattro gruppi di mercati [...]|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|titolo=Offerta Telecom, ecco il prezzo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|autore=Nicola Saldutti|data=25 ottobre 1997|pagina=24|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/25/Offerta_Telecom_ecco_prezzo_co_0_9710251397.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120601104923/http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/25/Offerta_Telecom_ecco_prezzo_co_0_9710251397.shtml|accesso=8 agosto 2018|dataarchivio=1º giugno 2012}}</ref>
A causa della scarsa risposta degli investitori italiani il ''nocciolo duro'' non è in realtà tale: il gruppo, con capofila la famiglia [[Agnelli (famiglia)|Agnelli]], riunisce solamente il 6,62% delle azioni e si rivela molto fragile.<ref>{{cita news|titolo=Le banche e Agnelli nel nocciolo Telecom|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|autore=Gianfranco Modolo|data=23 settembre 1997|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/23/le-banche-agnelli-nel-nocciolo-telecom.html|accesso=16 settembre 2013}}</ref> Nel novembre 1998 Franco Bernabè viene scelto come Amministratore Delegato di Telecom Italia.
 
=== 1999-2001 – L'[[offerta pubblica di acquisto]] da parte di Olivetti e la gestione Colaninno ===
Dal mese di febbraio [[1999]], [[Olivetti]] – già nel settore delle telecomunicazioni con [[Vodafone Italia|Omnitel]] e [[Infostrada]]; cedute in seguito a [[Mannesmann]] – lancia un'OPAS ([[offerta pubblica di acquisto|offerta pubblica di acquisto e scambio]]) attraverso [[Tecnost]] di [[Roberto Colaninno]] riuscendo a ottenere, nel giugno dello stesso anno, il controllo della società con una quota del 51,02%. L'OPAS va a buon fine nonostante la contrarietà di Bernabè, che considera il documento del piano "lacunoso" e non conforme alla normativa vigente.<ref>{{Cita news|titolo=La replica di Bernabè: è solo un'OPA di carta|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/marzo/30/replica_Bernabe_solo_Opa_carta_co_0_9903302490.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140202121245/http://archiviostorico.corriere.it/1999/marzo/30/replica_Bernabe_solo_Opa_carta_co_0_9903302490.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=30 marzo 1999|accesso=16 settembre 2013|pagina=23|urlmorto=sì|dataarchivio=2 febbraio 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/fatti/teleco/batta/batta.html|titolo=Telecom sulle barricate contro l'Opa di Olivetti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 febbraio 1999|autore=Rinaldo Gianola|accesso=16 settembre 2013}}</ref> Il [[Financial Times]] criticherà l'operazione.<ref>{{cita news|titolo=Il Financial Times attacca. Una rapina in pieno giorno|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/09/30/il-financial-times-attacca-una-rapina-in.html|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=30 settembre 1999|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Telecom era una delle poche [[società ad azionariato diffuso]] italiane, in cui il [[Ministero del tesoro]] aveva ancora una quota del 3,5%, pari a due miliardi di euro. Il Tesoro non si presentò all'assemblea degli azionisti che doveva decidere le contromisure alla scalata, preferendo mantenere neutralità rispetto all'operazione. La legge sulla [[golden share]] avrebbe permesso al Tesoro il [[veto|diritto di veto]] sull'operazione.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/online/fatti/technost/amato/amato.html|titolo=D'Alema: "Telecom, pronti a usare la golden share"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=1º ottobre 1999|accesso=16 settembre 2013}}</ref>
 
La somma con cui la scalata è finanziata, complessivamente trenta miliardi di euro, viene raccolta per un terzo attraverso capitale proprio (aumento di capitale e vendita di Omnitel ed Infostrada) e per due terzi attraverso il prestito bancario e la conversione delle azioni Telecom in obbligazioni e azioni della Tecnost, la controllata di Olivetti che si è indebitata per controllare Telecom.<ref>{{cita web|url=http://www.storiaolivetti.it/percorso.asp?idPercorso=612|titolo=Cronologia Olivetti 1978-2009|accesso=16 settembre 2013}}</ref> A questo punto è Bell, una società con sede nel [[Lussemburgo]] a controllare a monte la catena con il 22% di Olivetti.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/online/economia/pirel/telec/telec.html|titolo=Pirelli e Benetton nuovi padroni di Telecom|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=28 luglio 2001|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Il gruppo Olivetti, con un fatturato da attività proprie pari a 1,3 miliardi e un debito di 16 miliardi, controlla il 51% del gruppo Telecom, che nel 1999 ha un fatturato di 27,1 miliardi e un debito di appena 8,1 miliardi.
 
Conseguentemente all'espansione internazionale in Europa ed in Sud America, iniziata durante la gestione pubblica, e in seguito all'acquisto di [[Seat Pagine Gialle]], il debito del gruppo Telecom sale a 21,9 miliardi, come dichiarato nel bilancio 2001.
 
Nel 2001, lo storico centro di ricerca [[CSELT]], già IRI-STET, viene scorporato dopo quasi 40 anni di ricerca a livello di eccellenza<ref>Cantoni, Virginio, Gabriele Falciasecca, and Giuseppe Pelosi, eds. Storia delle telecomunicazioni. Vol. 1. Firenze university press, 2011.</ref>: il gruppo di tecnologie vocali effettua uno [[Spin-off (diritto)|spin-off]] divenendo una nuova società, denominata [[Loquendo]] SpA e controllata al 100% da Telecom; mentre la parte più consistente diventa TILab (Telecom Italia Lab), pure controllata totalmente da Telecom Italia.
 
=== 2001-2007 – Gestione Tronchetti Provera ===
==== Olimpia e la fusione Olivetti-Telecom Italia ====
Nel 2001, con il ritorno di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] al [[Governo Berlusconi II|governo]], Colaninno e i suoi soci decidono di passare la mano.
Dopo diverse trattative viene trovato un accordo con Benetton e Tronchetti Provera, presidente di Pirelli.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/online/lf_dietro_il_listino/010806tronchetti/tronchetti/tronchetti.html?ref=search|titolo=Corsa a ostacoli per Tronchetti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|autore=Giuseppe Turani|data=6 agosto 2018|accesso=17 settembre 2013}}</ref>
 
I nuovi proprietari di Telecom Italia pagano 4,175 euro ad azione, per il 23% di Olivetti posseduto da Bell, una cifra molto alta considerando che sul mercato la quotazione era di 2,25 euro. Tale operazione permise a Tronchetti Provera di scalare prevalentemente a debito l'azienda evitando il lancio di un'OPA. Quest'ultima sarebbe costata di più alla sua compagine azionaria, ma avrebbe ridotto il peso del debito della Olivetti in Telecom Italia<ref>{{cita news|titolo=Lettera a La Republica|autore=Senatore Massimo Mucchetti|data=24 settembre 2013|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/09/24/tronchetti-copre-le-sue-colpe-prepara-la.html|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita|Maurizio Matteo Dècina, ''La Banda Larga'' Castelvecchi 2015}}</ref><ref name="int-parl_3-02555">{{cita web|titolo=Interrogazione parlamentare 3-02555|autore=Senatori Luigi Zanda|autore2=Marco Filippi|data=21 dicembre 2011|url=http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=47144&stile=6&highLight=1.shtml}}</ref>.
 
La cessione del 23% ha creato una [[plusvalenza]] (1,5 miliardi di euro) ad appannaggio di Bell, ''[[Società di progetto|società veicolo]]'' lussemburghese, grazie alla quale Colaninno e [[Emilio Gnutti]] detenevano il controllo di Telecom. A causa di tale plusvalenza, Bell è stata indagata per evasione fiscale<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/03/premi_segreti_Colaninno_Gnutti_co_9_040203090.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140821194247/http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/03/premi_segreti_Colaninno_Gnutti_co_9_040203090.shtml|titolo=I premi segreti di Colaninno e Gnutti|autore=Massimo Mucchetti|data=3 febbraio 2004|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=8 agosto 2018|pagina=26|dataarchivio=21 agosto 2014}}</ref> e multata dall'[[Agenzia delle entrate]] per 1,937 miliardi di euro.<ref name="multa">{{cita news|autore=Marigia Mangano|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/01/bell-transazione.shtml|titolo=Telecom, Bell chiude col Fisco versando assegno da 156 milioni|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=21 gennaio 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
L'[[accertamento tributario|accertamento]] con adesione a cui hanno aderito i soci di Bell ha permesso la riduzione delle sanzioni a un quarto del minimo, così la società ha dovuto versare al [[Amministrazione finanziaria|fisco]] solamente 156 milioni.<ref name="multa"/>
 
Nel luglio [[2001]] Telecom era controllata dalla finanziaria [[Olimpia (azienda)|Olimpia]], partecipazione di [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] (al 60%), [[Edizione (azienda)|Edizione Holding]] dei [[Benetton (famiglia)|Benetton]], [[Banca Intesa]] e [[UniCredit|Unicredito Italiano]], a cui in seguito si era aggiunta Hopa, la finanziaria bresciana di Gnutti (tramite Holinvest, [[Scatole cinesi (finanza)|scatola cinese]] {{sf|(vuota)}} attraverso la quale Hopa detiene il 3.7% di Telecom Italia. Il nuovo management del Gruppo è dunque diretto da Marco Tronchetti Provera e la sede legale viene spostata da Torino a Milano.
 
Per accorciare la catena di controllo, con lo scopo di scaricare i debiti dei nuovi azionisti di controllo sull'azienda stessa, il 4 agosto [[2003]] avvenne la fusione, con la controllante Olivetti che incorporó Telecom Italia assumendo contestualmente la sua denominazione sociale.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/online/economia/bondi/ufficiale/ufficiale.html|titolo=È fusione Olivetti-Telecom, Tronchetti: un passo storico|autore=Walter Galbiati|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=25 maggio 2003|accesso=8 agosto 2018}}</ref> In seguito a questa operazione i debiti degli azionisti di controllo si riversano sul gruppo Telecom. L'indebitamento netto passa infatti da 18,1 miliardi (Bilancio 2002) a 33,3 miliardi (Bilancio 2003).
Per far fronte al notevole indebitamento vengono vendute la maggior parte delle partecipate estere ed immobili ceduti ai fondi partecipati da Pirelli Real Estate per un valore di 2,6 miliardi. Il Gruppo subisce un ridimensionamento sul mercato internazionale.<ref>{{cita web|titolo=Lectio Magistralis: Le Telecomunicazioni italiane da un passato glorioso ad un futuro incerto|autore=Vito Gamberale|editore=Università di Tor Vergata|data=28 ottobre 2013|url=https://www.slideshare.net/vitogamberale/vito-gamberale-lectio-magistralis-le-telecomunicazioni-in-italia-da-un-passato-autorevole-ad-un-presente-incerto-quale-futuro.shtml|via=slideshare.net|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
La dismissione del patrimonio immobiliare di Telecom Italia, costituito da più di 2000 edifici tra cui uffici e centrali telefoniche, era iniziata durante la gestione precedente per un valore di 2,9 miliardi. La vicenda delle dismissioni immobiliari delle gestioni 1999-2007 è stata oggetto di critiche.<ref name="int-parl_3-02555">{{cita web|titolo=Interrogazione parlamentare 3-02555|autore=Senatori Luigi Zanda|autore2=Marco Filippi|data=21 dicembre 2011|url=http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=47144&stile=6&highLight=1.shtml}}</ref>
 
==== La fusione Telecom Italia-TIM ====
[[File:Registered office Telecom Italia.jpg|thumb|left|La sede legale di Telecom Italia in via Gaetano Negri, 1, 20123, Milano, Italia]] Nel gennaio [[2005]], Telecom lancia un'[[offerta pubblica di acquisto|OPA]] su [[TIM]]<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/semestrale2006/A05.html|titolo=Telecom Italia. Relazione primo semestre 2006. Processo di integrazione delle attività di telecomunicazioni fisse e mobili|accesso=8 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>, azienda già abbondantemente controllata con quota maggioritaria del 56%. Il costo necessario per rastrellare le azioni TIM sul mercato eleva l'indebitamento di Telecom da 29,5 a 46,7 miliardi di euro (dato intermedio 2005), ovvero circa il 150% del fatturato. La fusione Telecom-TIM viene finanziata con un mutuo di una cordata di banche, nella misura maggiore da [[Banca Intesa]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/governance/verbali_atti_relazioni/2005/Relazione_del_cda_Telecom.pdf|titolo=Relazione del cda Telecom|formato=pdf|pagina=5|anno=2005|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Successivamente Telecom Italia acquista tutte le attività Internet della sua controllata [[Telecom Italia Media]] (ovvero [[tin.it]]), portando nella controllante tutte le capacità per fornire contemporaneamente servizi voce, mobili e dati, lasciando intravedere l'idea di fornire nuovi servizi che sfruttino la [[Convergenza (multimedialità)|convergenza]] fisso-mobile-dati, puntando sulla rete di vendita con il mantenimento del market share sul mercato domestico.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitaliamedia.it/it/investitori/operazioni-societarie/dicembre-2005/dicembre-2005|titolo=Operazioni societarie: dicembre 2005|editore=Telecom Italia Media|data=12 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130130013620/http://www.telecomitaliamedia.it/it/investitori/operazioni-societarie/dicembre-2005/dicembre-2005|dataarchivio=30 gennaio 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Dal bilancio 2005, l'indebitamento finanziario netto risultava essere di 39,8 miliardi di euro.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2005/Telecom_Italia_Bilancio_2005.pdf|titolo=Bilancio 2005|editore=Telecom Italia S.p.A.|accesso=30 settembre 2013|formato=pdf|pagina=14}}</ref> Tuttavia, come già nell'anno passato, la società decide, nel marzo [[2006]], di dare priorità all'aumento dei dividendi per gli azionisti; in risposta, l'agenzia [[Fitch Ratings]] riduce il [[rating]] di Telecom Italia, portandolo da A- a BBB+.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Trimestrali/2006/primo_trimestre_2006.pdf|titolo=Relazione gruppo Telecom Italia primo trimestre 2006|editore=Telecom Italia|accesso=30 settembre 2013|formato=pdf|pagina=8}}</ref>
 
[[File:BILANCI TELECOM ITALIA (1997-2016).png|Dinamica dell'indebitamento del Gruppo Telecom secondo i dati di bilancio|miniatura]]
 
Secondo i dati di bilancio, durante la gestione Tronchetti Provera l'indebitamento netto del gruppo Telecom Italia incrementa<ref>{{cita news|titolo=Lettera a La Republica|autore=Senatore Massimo Mucchetti|data=24 settembre 2013|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/09/24/tronchetti-copre-le-sue-colpe-prepara-la.html|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=8 agosto 2018}}</ref> (dai 21,9 miliardi del 2001 ai 37,3 miliardi di euro del 2006) contemporaneamente ad una rilevante<ref name="int-parl_3-02555"/> riduzione e vendita di [[Cespite|cespiti]]: la maggior parte delle partecipate estere acquistate nel periodo 1995-2000 (quasi tutte strategiche o maggioritarie)<ref>{{cita web|titolo=Lectio Magistralis:Le Telecomunicazioni italiane da un passato glorioso ad un futuro incerto|autore=Vito Gamberale|editore=Università di Tor Vergata|data=28 ottobre 2013|url=https://www.slideshare.net/vitogamberale/vito-gamberale-lectio-magistralis-le-telecomunicazioni-in-italia-da-un-passato-autorevole-ad-un-presente-incerto-quale-futuro.shtml|via=slideshare.net|accesso=8 agosto 2018}}</ref>, 22.396 dipendenti e una parte del patrimonio immobiliare costituito da edifici e centrali telefoniche cedute ai fondi partecipati da Pirelli Real Estate e Morgan Stanley (retrolocate alla stessa Telecom a tassi medi d'affitto superiori a quelli di mercato, come avvenne durante la gestione Colaninno).<ref>{{cita news|titolo=Pirelli si ricompra gli immobili con le centrali Telecom dentro|autore=Walter Galbiati|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 maggio 2007|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/05/24/pirelli-si-ricompra-gli-immobili-con-dentro.html|accesso=8 agosto 2018}}</ref> A tali risultati si arriva in seguito all'[[offerta pubblica di acquisto|OPA]] delle azioni minoritarie di TIM (2005) e alla precedente fusione Olivetti-Telecom (2003).
 
==== L'ipotesi della divisione in quattro entità ====
L'11 settembre [[2006]] il consiglio d'amministrazione dell'azienda decide di procedere alla divisione e riorganizzazione dell'azienda Telecom Italia in quattro distinti settori:<ref>{{cita web|url=http://www.borsaitaliana.it/documenti/documenti.htm?filename=22206.pdf|formato=pdf|titolo=Documenti societari Telecom Italia Group|editore=Borsa Italiana|data=11 settembre 2006|accesso=18 novembre 2013|autore=Marco Tronchetti Provera|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/09_Settembre/11/comunicato.shtml|titolo=Focus su business media in Italia e Europa|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=11 settembre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
* Telecom Italia (telefonia fissa);
* [[Telecom Italia Mobile]] (telefonia mobile);
* [[Telecom Italia Rete]] (la rete telefonica);
* [[Telecom Italia Net]] (Tin.it, internet e media);
 
Lo scorporo della rete permetterà l'ingresso facilitato a tutti i nuovi operatori alternativi nella telefonia fissa e internet.
 
In un primo momento si è parlato di una possibile cessione di [[TIM]], sia in [[Italia]] sia in [[Brasile]], valutate rispettivamente 30-35 miliardi di euro e 6-7 miliardi di euro. La cessione permetterebbe a Telecom Italia di sanare il suo debito di 44 miliardi di euro.<ref>{{cita news|titolo=Telecom: scorporo rete o cessione di Tim Brasile|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|autore=Antonella Olivieri|data=26 novembre 2008|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/11/telecom-scorporo-rete.shtml|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Numerose sono state le polemiche, anche di carattere politico, per quanto riguarda l'eventuale cessione dell'unico operatore mobile italiano a una società straniera o a [[Mediaset]] (ipotesi non impossibile ma che comporterebbe delicatissimi problemi relativi alle norme contro i cartelli di società, avendo entrambe posizioni importanti nelle telecomunicazioni).
Successivamente il futuro presidente [[Guido Rossi]] dichiarerà che non esistono ipotesi di modifica del perimetro delle attività di Telecom Italia, escludendo esplicitamente qualsiasi cessione.
La divisione di Telecom Italia da TIM ha portato a un'inversione di tendenza nella strada che era stata intrapresa per la convergenza fisso-mobile.
 
Telecom Italia si occuperebbe, invece, della telefonia fissa e dei media, soprattutto grazie agli accordi con [[News Corporation]], di [[Rupert Murdoch]], in merito a contenuti televisivi.<ref>{{cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/1078960/Tra-La7-e-Mediaset-ci-si-mette-Repubblica--E-Murdoch-partecipa-alla-gara-per-Ti-Media.html|titolo=La7, Mediaset costretta a rinunciare e spunta il nome di Murdoch|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|data=18 settembre 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Gli accordi con Murdoch però non sono stati della portata prevista: è stata annunciata solo la concessione in licenza del catalogo per la diffusione in linea su Alice Home TV.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/mercato/business/2007/10_04.html|titolo=Telecom Italia-Sky: accordo per trasmettere tutti i canali di Sky su Alice Home Tv|data=4 ottobre 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Dopo la decisione del consiglio di amministrazione, il presidente del Consiglio [[Romano Prodi]] lascia trapelare la sua insoddisfazione dicendo di "Non saperne nulla". Il 15 settembre [[2006]], dopo l'annuncio dello scorporo di TIM,<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/26/Rossi_alla_Consob_debito_sostenibile_co_9_060926098.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151123032237/http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/26/Rossi_alla_Consob_debito_sostenibile_co_9_060926098.shtml|titolo=Rossi alla Consob: debito sostenibile «Tim e rete? Non sono in vendita»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|autore=Federico De Rosa|pagina=2|data=26 settembre 2006|dataarchivio=23 novembre 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
[[Marco Tronchetti Provera]] in polemica con Prodi si dimette dalla guida della società: la presidenza torna, dopo 9 anni, a Guido Rossi, che deve lasciare la FIGC.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/16/Tronchetti_lascia_Rossi_presidente_co_9_060916102.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140821200005/http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/16/Tronchetti_lascia_Rossi_presidente_co_9_060916102.shtml|titolo=Tronchetti lascia, Rossi presidente|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=16 settembre 2006|pagina=1|dataarchivio=21 agosto 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
==== Il nuovo patto di controllo ====
[[File:La dirigenza di Telecom Italia alla sua nascita.jpg|thumb|La dirigenza di Telecom Italia alla sua nascita: Paolo Benzoni, Antonio Zappi, Vito Gamberale e Ernesto Pascale]]
La prima mossa di [[Guido Rossi]] alla guida di Telecom è la creazione, il 18 ottobre 2006, di un "patto di controllo" dell'azienda tra [[Olimpia (azienda)|Olimpia]], [[Mediobanca]] e [[Assicurazioni Generali|Generali]] che controllano in tutto il 21,5% della società: [[Olimpia (azienda)|Olimpia]] (ora controllata all'80% da [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] e al 20% da Edizione Holding) porta in dote il proprio 18%, [[Assicurazioni Generali]] il 2,01%, [[Mediobanca]] l'1,54%.<ref>{{cita web|url=http://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/olimpia-sigla-patto-di-sindacato-con-mediobanca-e-generali|titolo=Olimpia sigla patto di sindacato con Mediobanca e Generali|data=18 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140821215318/http://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/olimpia-sigla-patto-di-sindacato-con-mediobanca-e-generali|dataarchivio=21 agosto 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 15 febbraio 2007, Assicurazioni Generali passa dal 2,01% al 4,06% di azioni Telecom Italia.<ref>{{cita news|url=http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-534182/telecom-generali-4-06/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150715021541/http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-534182/telecom-generali-4-06/|titolo=Telecom: Generali al 4,06% (Consob)|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=23 febbraio 2007|dataarchivio=15 luglio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Il patto di controllo tra le aziende Olimpia, Generali e Mediobanca arriva al 23,6%.
 
Il patto prevede vincoli sulle quote conferite, la possibilità per i contraenti di aumentare la loro quote e anche quella di vendere in prelazione ai soci. Esiste inoltre l'opportunità per altri soci, che abbiano più dello 0,5% del Gruppo, di entrare nel patto: si è parlato dell'ingresso di [[Intesa Sanpaolo]], [[Capitalia]] e [[UniCredit]], mentre il secondo azionista Hopa (3,72%) ne è rimasto fuori.
Il patto è un passo decisivo per il rafforzamento dell'azionariato della società telefonica, che con l'ingresso di nuovi partner potrebbe avvicinarsi alla soglia del 30% oltre la quale è obbligatorio lanciare un'offerta totalitaria.
 
Presidente del nuovo patto è, dopo la sua uscita da Telecom, [[Marco Tronchetti Provera]].
 
Anche in conseguenza del patto e dell'influenza dei nuovi soci nel controllo delle strategie del Gruppo, è definitivamente tramontata l'ipotesi di ricostituire [[TIM]] come società autonoma e di venderla successivamente insieme a Telecom Brasil.
 
==== La parentesi di Guido Rossi ====
A febbraio 2007 Telecom avvia i contatti con la spagnola [[Telefónica]] per l'entrata degli iberici nell'azienda italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.telefonica.com/en/shareholders_investors/pdf/hr120207.pdf|formato=pdf|titolo=Significant event|data=12 febbraio 2007|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120627153701/http://www.telefonica.com/en/shareholders_investors/pdf/hr120207.pdf|dataarchivio=27 giugno 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref> L'ipotesi è quella di cedere una parte di Olimpia, la finanziaria che controlla il 18% di Telecom. Il 1º marzo 2007 l'azienda Telefónica annuncia in un comunicato che i contatti con Telecom Italia sono temporaneamente sospesi, ma continuano quelli con altri soci al fine di arrivare a una cordata.
 
Il 16 febbraio 2007 il CdA ha approvato il nuovo assetto organizzativo basato su 4 entità e i relativi [[direttore generale|direttori generali]]:
* Domestic Fixed Services: Massimo Castelli,
* Domestic Mobile Services: Luca Luciani,
* Finance Administration and Control: Enrico Parazzini,
* Technology: Stefano Pileri.<ref>{{cita web|url=http://www.key4biz.it/Players/Press_Release/Telecom_Italia/Telecom_Italia_approvato_dal_CDA_il_nuovo_assetto_organizzativo_del_gruppo_179863.html|titolo=Telecom Italia: approvato dal CDA il nuovo assetto organizzativo del gruppo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927144807/http://www.key4biz.it/Players/Press_Release/Telecom_Italia/Telecom_Italia_approvato_dal_CDA_il_nuovo_assetto_organizzativo_del_gruppo_179863.html|data=16 febbraio 2007|dataarchivio=27 settembre 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 9 marzo 2007 viene presentato il nuovo piano industriale per il triennio 2007/2009 al quale, tuttavia, il mercato reagisce facendo registrare un forte ribasso per le [[azione (finanza)|azioni]] di Telecom Italia anche alla luce del fatto che gli [[utile|utili]] risultano in calo e, per il futuro, si annuncia una diminuzione dei [[dividendo (economia)|dividendi]].<ref>{{cita news|autore=Alberto Annicchiarico|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/03/Piano-Telecom-Buora.shtml|titolo=Rossi: «Piano Telecom, contatti avviati con i concorrenti francesi e tedeschi»|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=9 marzo 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nel settembre del 2006 [[Beppe Grillo]], piccolo azionista Telecom, lancia una iniziativa da lui battezzata "[[offerta pubblica di acquisto|OPA]] alla genovese" (il cui nome ufficiale è ''Share Action'') sul suo [[blog]],<ref>{{cita web|url=http://www.beppegrillo.it/shareaction/|titolo=Shareaction! Riprendiamoci Telecom|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061014232131/http://www.beppegrillo.it/shareaction/|dataarchivio=14 ottobre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref> con la quale richiede a tutti gli azionisti di Telecom Italia di delegargli la rappresentanza nell'assemblea, con lo scopo di raggiungere un numero di azioni tale da consentire a lui, e quindi a tutti coloro che abbiano aderito, di sfiduciare i membri del consiglio di amministrazione.
 
Il 16 aprile [[2007]], durante l'assemblea degli azionisti, Grillo prende la parola<ref>{{YouTube|autore=Beppe Grillo www.beppegrillo.it|id=6vbwQ34Lvks|titolo=Beppe Grillo interviene all'Assemblea Telecom, 16 aprile 2007|data=16 aprile 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> e accusa l'intero consiglio di amministrazione di manifesta incapacità manageriale, chiedendone infine le dimissioni tra gli applausi degli azionisti presenti in sala.
 
Grillo spiega, inoltre, che la lunga procedura burocratica imposta da [[Commissione nazionale per le società e la Borsa|Consob]] gli impedisce di rappresentare formalmente la totalità dei piccoli azionisti che gli hanno delegato il loro potere di voto, ma promette che all'assemblea successiva il piccolo azionariato sarà rappresentato in maniera compatta all'interno dell'assemblea dei soci.
 
=== 2007-2013 Gestione italiana e Telefonica ===
==== Il passaggio di proprietà da Olimpia a Telco nel 2007 ====
[[File:Gabriele Galateri di Genola.jpg|thumb|left|Gabriele Galateri di Genola]]
 
Il 1º aprile 2007 [[Pirelli (azienda)|Pirelli]], a seguito di un CdA straordinario, annuncia di avere ricevuto due offerte tese a rilevare il 66% di [[Olimpia (azienda)|Olimpia]], la [[holding]] che detiene il pacchetto di controllo di Telecom Italia.
 
{{sf|L'azienda messicana [[América Móvil]] di [[Carlos Slim Helú]] e la statunitense [[AT&T]] – quest'ultima ritiratasi dall'operazione il 16 aprile 2007 – avanzarono offerte tese a rilevare ciascuna il 33% di Olimpia}}.
 
A sorpresa, pochi giorni dopo l'annuncio delle due offerte, [[Guido Rossi]], presidente della società dal settembre 2006, non avendo vista rinnovata la propria candidatura a far parte del consiglio di amministrazione (poi rinnovato nell'assemblea degli azionisti del 16 aprile 2007) si dimette<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/07/telecom-rossi-si-dimette.html|titolo=Telecom, Rossi si dimette|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=7 aprile 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> da presidente dell'azienda non senza aver aspramente criticato, in un'intervista a [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], [[Marco Tronchetti Provera]].<ref>{{cita news|autore=Federico Rampini|wkautore=Federico Rampini|url=http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/economia/telecom2/rossi-telecom/rossi-telecom.html|titolo=Rossi: "La mia verità su Telecom Tronchetti mi ha eliminato"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 aprile 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Al suo posto viene nominato [[Pasquale Pistorio]] come presidente di transizione.<ref>{{cita news|autore=Massimo Mucchetti|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/18/Pistorio_traghettatore_Telecom_Italia_ce_0_070618001.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151102145100/http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/18/Pistorio_traghettatore_Telecom_Italia_ce_0_070618001.shtml|titolo=Pistorio, il traghettatore di Telecom Italia|pagina=7|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=18 giugno 2007|dataarchivio=2 novembre 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Il 28 aprile una cordata italo-spagnola composta da [[Mediobanca]], [[Assicurazioni Generali|Generali]], [[Intesa Sanpaolo]], [[Sintonia (azienda)|Sintonia]] e [[Telefónica]] lancia un'offerta per rilevare la quota di Pirelli in Olimpia, con la contestuale creazione di una società veicolo, denominata Telco S.p.A. (patto di controllo): quest'ultima nacque con lo scopo di controllare circa il 23% di Telecom Italia. Tale offerta è stata accettata dal CdA straordinario tenutosi in tale data.
 
Il 24 ottobre 2007 c'è stata la firma per il passaggio da Olimpia a Telco<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/economia/07_ottobre_25/Telecom_olimpia_pirelli.shtml|titolo=Telecom, finalizzata cessione Olimpia|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=25 ottobre 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> che ha concretizzato l'operazione ma ponendo 28 condizioni all'azienda Telefónica, legate anche ai Paesi dove le 2 aziende sono concorrenti, in primis in Sudamerica. A dicembre saranno nominati come presidente [[Gabriele Galateri di Genola]] e come amministratore delegato [[Franco Bernabè]], ex-presidente della compagnia telefonica.
 
Il 27 ottobre 2009 i soci di Telco S.p.A., con l'eccezione di Sintonia, rinnovarono per altri tre anni il patto di controllo.
 
Negli stessi anni si registrò anche un incremento di attenzione nei confronti di tematiche ambientali e sociali: si ricordano nello specifico il lancio del progetto di sostenibilità ''avoicomunicare'' (8 agosto 2008), la nascita della Fondazione Telecom Italia (24 dicembre 2008) e il sostegno alle popolazioni dell'Abruzzo e dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto.<ref>{{cita web|url=http://www.avoicomunicare.it/static/lidea-di-avoicomunicare|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121103105401/https://www.avoicomunicare.it/static/lidea-di-avoicomunicare|titolo=L'idea di avoicomunicare|dataarchivio=3 novembre 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/cms/view.php?dir_pk=395&cms_pk=16748|titolo=Approfondimenti. Servizi di Telecom Italia nei comuni colpiti dal terremoto|data=8 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927190816/http://www.protezionecivile.gov.it/cms/view.php?dir_pk=395&cms_pk=16748|dataarchivio=27 settembre 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-14/sisma-telecom-azzera-canone-064216.shtml|autore=Daniele Lepido|titolo=Sisma, Telecom azzera il canone|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=14 agosto 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
==== Dirigenza dal 2006 ====
[[File:Franco Bernabè.jpg|thumb|upright=0.4|Franco Bernabè]]
Dal 15 settembre [[2006]], dopo un delicato periodo legato all'inizio di un processo riorganizzativo, alla presidenza della società torna il prof. [[Guido Rossi]], che succede al dimissionario [[Marco Tronchetti Provera]], già presidente di [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] e altre società. Vice presidente è [[Gilberto Benetton]], che è anche presidente della finanziaria [[Edizione Holding]] e di [[Autogrill]]. Vice presidente esecutivo è [[Carlo Buora]], l'amministratore delegato è [[Riccardo Ruggiero]].<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/telecom-scorporo/cda-a-sorpresa/cda-a-sorpresa.html|titolo=Telecom, Tronchetti si è dimesso Guido Rossi nominato presidente|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 settembre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Tra i consiglieri spiccano [[Massimo Moratti]], Carlo Alessandro Puri Negri (di Pirelli), Gianni Mion (di Benetton), nonché [[Giovanni Consorte]] (di [[Unipol]]), quest'ultimo tra gli indagati per lo scandalo [[Bancopoli]] (poi dimessosi).
 
Alcuni mesi dopo, il 7 aprile 2007, Rossi si dimette<ref>{{cita news|autore=Antonella Olivieri|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/04/telecom-dimissioni-rossi.shtml|titolo=Telecom, Guido Rossi si dimette da tutte le cariche «con effetto immediato»|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=7 aprile 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> e viene sostituito da [[Pasquale Pistorio]] (vicepresidente di Confindustria e consigliere della società telefonica),<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/04_Aprile/17/telecom_presidente_pistorio.shtml|titolo=Pistorio neopresidente: «Pronti a proseguire»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=17 aprile 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> che dopo l'arrivo di Telco rassegnerà le proprie dimissioni insieme a Riccardo Ruggiero e Carlo Buora.<ref>{{cita news|autore=Antonella Olivieri|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/11/telecom-addio-vertici_PRN.shtml|titolo=Telecom, l'addio dei vertici|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=29 novembre 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref> La presidenza spetta ora a [[Gabriele Galateri di Genola]], in carica dal 3 dicembre [[2007]], e [[Franco Bernabè]] ottiene la carica di amministratore delegato.<ref>{{cita news|url=http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200711articoli/27908girata.asp|titolo=Telecom, Galateri alla presidenza e Bernabè amministratore delegato|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=26 novembre 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 14 aprile 2008 viene nominato un nuovo consiglio di amministrazione, i cui 15 Amministratori resteranno in carica per il triennio 2008-2010:<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2008/04_14.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927181822/http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2008/04_14.html|titolo=Telecom Italia: comunicato stampa 14 aprile|dataarchivio=27 settembre 2013|data=14 aprile 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Gabriele Galateri di Genola e Franco Bernabè vengono confermati rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Telecom Italia.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2008/04_15.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927181859/http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2008/04_15.html|titolo=Gabriele Galateri e Franco Bernabè confermati Presidente ed Amministratore Delegato|dataarchivio=27 settembre 2013|data=15 aprile 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Allo scadere del mandato, il consiglio di amministrazione del Gruppo viene rinnovato nel 2011: Franco Bernabè viene nominato Presidente Esecutivo, mentre [[Marco Patuano]] diventa il nuovo Amministratore Delegato per il triennio 2011-2013.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/tiportal/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/istituzionale/2011/04-13.html|titolo=Riunito il nuovo consiglio di amministrazione di Telecom Italia|data=13 aprile 2011|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 5 ottobre 2012 Andrea Mangoni viene nominato presidente in Brasile di [[TIM Participacoes]],<ref>{{cita web|url=http://ri.tim.com.br/show.aspx?idCanal=hr8/mNL2FGLnB4IjEkl1gQ==|lingua=pt|sito=TIM Celular Brasil|titolo=Relações com Investidores – Administração|accesso=8 agosto 2018}}</ref> incarico che termina il 7 febbraio 2013 quando rassegna le dimissioni,<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-02-07/riassetto-vertice-telecom-064301.shtml|autore=Antonella Olivieri|titolo=Riassetto al vertice di Telecom: si dimette il dg per l'America Latina|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=7 febbraio 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref> mentre [[Franco Bertone]] è direttore operativo ([[Direttore operativo|COO]]) del gruppo Telecom Argentina dal 2008.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/organigramma/curriculum/en/BertoneFranco.pdf|formato=pdf|titolo=Curriculum – Franco Bertone. Position: Telecom Italia Headquarter for Southamerica|mese=settembre|anno=2013|lingua=en|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=https://institucional.telecom.com.ar/grupotelecom.html#gestion|titolo=Telecom Argentina – Management|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
==== Open Access e altre iniziative del 2008 ====
Nel febbraio 2008 Telecom Italia ha creato "Open Access",<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/economia/08_febbraio_13/telecom_infrastrutture_rete_349837a2-da55-11dc-be67-0003ba99c667.shtml|titolo=Telecom Italia lancia «Open Access»: gestirà la rete telefonica e quella dati|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 febbraio 2008|accesso=29 settembre 2013}}</ref> una nuova funzione per gestire tutte le attività di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture tecnologiche di rete di accesso, i processi di fornitura dei servizi di accesso per la clientela della Telecom Italia e per gli altri Operatori e la relativa assistenza tecnica. Tutto ciò per una maggiore efficienza, qualità e parità di trattamento.<ref>{{cita web|url=http://punto-informatico.it/2189739/Telefonia/News/telecom-italia-vara-open-access-svolta.aspx|titolo=Telecom Italia vara Open Access. È la svolta?|data=14 febbraio 2008|accesso=29 settembre 2013}}</ref> "Open Access" è stato alla base del dialogo fra la Telecom Italia e l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed è stato anticipato dall'assunzione di impegni volontari, approvati dall'Autorità nel dicembre 2008. Gli impegni, che hanno al centro il ruolo ricoperto da "Open Access" e dai suoi nuovi processi per sviluppare in modo autonomo, separato e trasparente la rete d'accesso della Telecom Italia, servono a rafforzare il contesto competitivo. Sono insomma una sorta di garanzia nei confronti dei rischi competitivi tradizionalmente associati all'integrazione verticale della Telecom Italia (ossia, essenzialmente, possibili condizioni privilegiate di accesso alla rete fissa), nonché sull'aumento del grado di concorrenzialità in tutti i mercati retail collegati alla rete di accesso.
 
Nel 2008 è stata anche costituita la Fondazione Telecom Italia.<ref>{{cita web|url=http://www.puntocellulare.it/notizie/15599/Fondazione-Telecom-Italia.html|titolo=Joaquìn Navarro-Valls presidente della Fondazione Telecom Italia|data=30 gennaio 2009|accesso=29 settembre 2013}}</ref>
 
==== L'ipotesi di cessione totale di Telco a Telefónica e le dimissioni di Bernabè ====
Dopo che il titolo ha raggiunto il suo minimo storico a 0,5 euro ad azione, nella notte del 23 settembre 2013 [[Assicurazioni Generali|Generali]], [[Mediobanca]] ed [[Intesa Sanpaolo]] raggiungono un accordo con [[Telefónica]] per la cessione a quest'ultima delle loro quote in Telco. L'operazione permetterebbe al gestore spagnolo di portare dal 46 al 66% la sua partecipazione nella holding che controlla il 22,4% di Telecom Italia, con un'opzione per un ulteriore incremento fino al 70% nel breve periodo per poi arrivare al 100% a partire da gennaio 2014 in caso di approvazione da parte delle autorità [[Antitrust]].
 
Il 3 ottobre 2013 Franco Bernabè dà le dimissioni come presidente di Telecom Italia ricevendo una liquidazione di 6,6 milioni;<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-10-03/telecom-italia-partira-dimissioni-143945.shtml|titolo=Telecom, le dimissioni di Bernabé costano 6,6 milioni. Deleghe affidate a Patuano|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=3 ottobre 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref> tutte le deleghe sono affidate temporaneamente all'ad Marco Patuano.
 
Nel periodo 2007-2013, durante la gestione Telco (Telefonica, Mediobanca, Intesa, Generali), dai dati di bilancio si registra una riduzione dell'indebitamento netto (da 35,7 miliardi a 26,8 miliardi) e un calo del fatturato (da 31,3 miliardi a 22,4 miliardi) dovuto a vari fattori (concorrenza, over the top, vendita asset, azioni regolatorie,instabilità della Governance). In questa fase, inizia quel processo che vede una nuova composizione del fatturato con il calo dei servizi di voce (fissi e mobili) e la crescita della connettività e dei servizi a valore aggiunto.
 
=== Dal 2014 ad oggi: Vivendi maggior azionista ===
Il 16 aprile 2014 si tiene l'assemblea societaria che insedia un nuovo consiglio di amministrazione, a maggioranza di membri indipendenti, e procede con la nomina dei nuovi amministratori e di Giuseppe Recchi a Presidente del nuovo consiglio di amministrazione;<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2014/04-16.html|titolo=Telecom Italia: Giuseppe Recchi nominato Presidente, il nuovo CDA in carica per i prossimi tre anni sarà composto da 13 membri|data=16 aprile 2014|accesso=12 maggio 2014}}</ref> nel CdA del 18 aprile vengono conferite le deleghe e [[Marco Patuano]] confermato [[Amministratore delegato]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2014/04-18.html|titolo=Conferite le deleghe al Presidente e all'AD. Marco Patuano nominato Amministratore Delegato. Costituiti i Comitati Interni|data=18 aprile 2014|accesso=12 maggio 2014}}</ref>
 
==== L'uscita di Telco ====
Il 16 giugno 2014 [[Assicurazioni Generali|Generali]], [[Mediobanca]] ed [[Intesa Sanpaolo]] hanno annunciato l'intenzione di uscire dal patto di controllo inerente all'holding Telco S.p.A.: in virtù di ciò, nei prossimi mesi [[Telefónica]] deterrà direttamente una partecipazione di circa il 15% in Telecom Italia, diventandone unico azionista di controllo,<ref>{{cita web|url=http://www.key4biz.it/News/2014/06/16/Rete_Fissa/telecom_italia_telco_intesa_sanpaolo_mediobanca_225500.html|titolo=Telecom Italia. Anche Mediobanca e Intesa Sanpaolo confermano l'uscita da Telco|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140726000136/http://www.key4biz.it/News/2014/06/16/Rete_Fissa/telecom_italia_telco_intesa_sanpaolo_mediobanca_225500.html|dataarchivio=26 luglio 2014|data=16 giugno 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref> anche se di fatto gli amministratori Recchi e Patuano dichiarano che la società viene gestita come una [[società ad azionariato diffuso]]. La modifica della [[Governo d'impresa|Corporate Governance]] riduce il peso dell'azionista di controllo e traghetta progressivamente l'azienda verso lo status di [[public company]].<ref>{{cita news|autore=Antonella Olivieri|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-07-02/telecom-e-gia-public-company-064158.shtml|titolo=«Telecom è già public company»|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=2 luglio 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
<ref>{{cita news|autore=[[ANSA]]|url=http://www.primaonline.it/2014/07/02/187571/recchi-presidente-di-telecom-italia-siamo-gia-una-public-company-nessun-socio-influenza-la-gestione/|titolo=Recchi, presidente di Telecom Italia: "Siamo già una public company, nessun socio influenza la gestione"|pubblicazione=[[Prima Comunicazione]]|data=2 luglio 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 16 luglio 2014 Telefonica si avvia a ridurre sotto il 10% la propria partecipazione in Telecom Italia attraverso l'emissione di un bond convertendo in azioni Telecom da 750 milioni, pari quindi a circa il 6% del capitale del gruppo italiano. L'annuncio degli spagnoli, che con lo scioglimento di Telco avrebbero il 14,8% di Telecom, è in pratica una mossa preventiva in funzione Cade: a dicembre l'Antitrust brasiliano – dopo il rafforzamento di Telefonica nella holding Telco che è primo socio di Telecom – aveva sottolineato che l'incremento della quota era contraria agli impegni assunti con l'Authority e aveva chiesto agli spagnoli di conseguenza di uscire da Telecom Italia o di vendere la TIM brasiliana per riequilibrare la propria presenza nel mercato sudamericano. Con il convertendo triennale dunque Telefonica si è avviata verso la riduzione del proprio peso in Telecom Italia.
 
==== L'ultrabroadband: introduzione e diffusione della fibra e del 4G ====
Il 20 febbraio 2014 Telecom Italia ha debuttato nel ''seed investment'' a favore delle [[Startup (economia)|startup]] digitali.<ref>{{cita news|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/telecom-italia-annuncia-investimenti-nelle-startup-1a48efe9-648d-4cff-88a8-964faa35592f|titolo=Telecom entra nel 'seed investment' a sostegno delle startup|pubblicazione=[[Rai News
]]|data=20 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Gli investimenti, previsti per il triennio 2014-2016, si concentreranno sulle startup selezionate in base alla capacità d'innovazione sul fronte tecnologico, mobile, digitale e dell'ICT.
Tale programma è parte del progetto Working Capital, attivo dal 2009, nel quale sono coinvolti circa 6.000 progetti di impresa.<ref>{{cita news|autore=Giuditta Mosca|url=http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-02-20/telecom-italia-lancia-fondo-seed-45-milioni-euro-3-anni-le-startup-digitali-175905.shtml|titolo=Telecom Italia lancia il fondo seed: 4,5 milioni di euro in tre anni per le startup digitali|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=20 febbraio 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nel marzo del 2014 è stato approvato il processo di [[Fusione societaria|fusione per incorporazione]] di [[Telecom Italia Media|TI Media]] in Telecom Italia, il cui perfezionamento è previsto entro il terzo trimestre 2015.<ref name="sole">{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-02-19/telecom-approva-fusione-incorporazione-ti-media-181524.shtml|titolo=Telecom approva la fusione per incorporazione di Ti Media|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=19 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Il 19 febbraio 2015 viene annunciato il progetto di integrazione tra le due società da attuarsi nella forma di una fusione per incorporazione di Telecom Italia Media in Telecom Italia.<ref>{{cita news|autore=Michele Boroni|url=http://www.wired.it/internet/tlc/2015/02/13/tim-telecom-italia-futur-tlc-mobile/|titolo=Telecom Italia diventa TIM: il futuro delle TLC è sempre più mobile|pubblicazione=[[Wired#Wired in Italia|Wired Italia]]|data=13 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Il programma è finalizzato al risparmio dei costi di gestione, alla razionalizzazione della struttura del Gruppo e alla semplificazione dell'intera offerta fissa, mobile, Internet dell'azienda.<ref>{{cita news|url=http://economia.ilmessaggero.it/flashnews/telecom-italia-e-ti-media-via-libera-alla-fusione/1249588.shtml|titolo=Telecom Italia e TI Media, via libera alla fusione|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=20 marzo 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
La novità più significativa è che TIM diventerà l'unico marchio commerciale del Gruppo.
<ref>{{cita news|autore=Filippo Vendrame|url=http://www.webnews.it/2015/02/13/tim-unico-marchio-commerciale-telecom-italia/|titolo=TIM unico marchio commerciale di Telecom Italia|pubblicazione=Webnews|data=13 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
In occasione del rebranding sono stati pianificati investimenti per accelerare lo sviluppo delle reti di nuova generazione.<ref>{{cita news|autore=Nino Grasso|url=https://pro.hwupgrade.it/news/tlc-mobile/telecom-diventera-tim-entro-il-2016-patuano-annuncia-l-avvio-del-rebranding_56073.html|titolo=Telecom diventerà TIM entro il 2016: Patuano annuncia l'avvio del rebranding|pubblicazione=Hardware Upgrade|data=17 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018 }}</ref>
 
Nell'aprile dello stesso anno l'azienda ha annunciato un accordo con [[Sky Italia]] per permettere agli abbonati l'accesso ai contenuti attraverso la connessione in [[fibra ottica]] di Telecom Italia.<ref>{{cita news|autore=Mark Perna|url=http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/14_aprile_11/accordo-sky-telecom-la-pay-tv-via-fibra-ottica-2015-6cdf4cac-c182-11e3-9f36-c28ea30209b6.shtml|titolo=Accordo Sky-Telecom per la pay tv via fibra ottica. Dal 2015|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=11 aprile 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 26 giugno 2014 è stato modificato lo statuto per renderlo conforme alla disciplina del cosiddetto "golden power", modificata dalla legge l'11 maggio 2012.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2014/06-26.html|titolo=Telecom Italia: adeguato lo statuto alla disciplina golden power; Recchi Presidente Esecutivo|data=26 giugno 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 10 luglio 2014 si è conclusa con successo l'adesione al piano di azionariato per gli oltre 18.076 dipendenti che hanno richiesto la sottoscrizione di più di 96 milioni di azioni ordinarie. È previsto inoltre che si assegni 1 azione gratuita ogni 3 sottoscritte a tutti coloro che avranno conservato le azioni per un anno. La cifra investita da ogni dipendente ammonta a circa 4.500 euro.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2014/07-10.html|titolo=Telecom Italia: conclusa con successo l'adesione al piano di azionariato per i dipendenti, oltre 96 milioni le azioni richieste in sottoscrizione|data=10 luglio 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 16 ottobre 2014 viene comunicato che nel triennio 2014-2016 l'azienda investirà 9 miliardi di euro nello sviluppo delle infrastrutture di Rete. 3,4 miliardi serviranno per sviluppare reti e servizi, soprattutto riguardanti il [[4G]] e la [[Fibra ottica]].<ref>{{cita news|url=https://finanza.repubblica.it/News/2014/10/16/telecom_infondata_lipotesi_di_scorporo_della_rete_-685/|titolo=Telecom: "infondata l'ipotesi di scorporo della rete"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 ottobre 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nell'ottobre 2014 sono stati approvati i programmi per la realizzazione in Calabria e in Molise della rete in fibra ottica.
Telecom Italia si è aggiudicata, infatti, il Bando per le Regioni Calabria e Molise, relativo alla concessione di un contributo ad un progetto di investimento per la realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive abilitanti alle reti NGAN (Next Generation Access Network). Il principale obiettivo dei programmi è quello di fornire connettività con banda ultralarga a 227 comuni delle due regioni per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea.<ref>{{cita news|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/telecom-italia-al-via-il-programma-per-la-fibra-in-molise/|titolo=Telecom Italia, al via il programma per la fibra in Molise|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=27 ottobre 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Nei primi mesi del 2015 il programma per la realizzazione della rete in fibra ottica ha coinvolto anche le regioni Puglia e Basilicata.
<ref>{{cita web|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/02/16/news/e_telecom_punta_cento_milioni_sulla_banda_ultra_larga_in_puglia-107450796/|titolo=E Telecom punta cento milioni sulla banda ultra larga in Puglia|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bari|data=16 febbraio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
I comuni pugliesi coinvolti sono 148, mentre in Basilicata i comuni coperti dal servizio sono 64, ma il piano complessivo prevede di raggiungere 600 comuni entro il 2016 per una copertura di oltre il 50% della popolazione.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.potenza.it/?p=9209|titolo=A Potenza la rete in fibra ottica di nuova generazione|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Nell'agosto 2015, Telecom Italia si è aggiudicata il Bando del Ministero dello Sviluppo Economico per la concessione di un contributo pubblico per la realizzazione di infrastrutture a banda larga in 136 comuni della Sicilia.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzettadelsud.it/news//156390/Digital-divide--Montagnareale--.html|titolo=Digital divide, Montagnareale primo comune in Sicilia|pubblicazione=[[Gazzetta del Sud]]|data=31 luglio 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nel dicembre 2014, Telecom Italia ha celebrato cinquant'anni di innovazione e ricerca in concomitanza con l'anniversario del centro di ricerca e innovazione del Gruppo, nato nel 1964 a Torino come CSELT ([[Centro studi e laboratori telecomunicazioni]]) e divenuto ''TILab'' nel 2001 (acronimo di Telecom Italia Lab; mentre il vecchio gruppo di Tecnologie vocali è divenuto lo spin-off [[Loquendo]] nello stesso anno).<ref>{{cita pubblicazione|autore=Stelio Buzzelli|autore2=Basilio Catania|autore3=Diodato Gagliardi|autore4=Federico Tosco|wkautore2=Basilio Catania|titolo=Optical fibre field experiments in Italy: COS1, COS2 and COS3/FOSTER|rivista=CSELT rapporti tecnici|editore=[[CSELT]]|città=Torino|volume=VIII|numero=3|anno=1980|mese=settembre|pp=121-127|ISSN=0390-1815}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.lastampa.it/2014/12/03/tecnologia/telecom-italia-anni-di-ricerca-e-innovazione-a-torino-5uBG757oCf92lNt1QS280K/pagina.html|titolo=Telecom Italia: 50 anni di ricerca e innovazione a Torino|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=3 dicembre 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Il Centro ha messo a punto le prime sperimentazioni di trasmissioni su cavi ottici interrati già negli anni '70, la definizione dello standard [[MPEG]] (Moving Picture Experts Group) per la compressione digitale del segnale audio-video, che ha permesso la nascita dei CD e la diffusione dei file musicali mp3 su tutti i dispositivi (tablet, smartphone e PC) e le prime forme di video comunicazione digitale.<ref>{{cita libro|autore=Centro studi e laboratori telecomunicazioni|wkautore=CSELT|titolo=Optical fibre communication|anno=1980|editore=Levrotto e Bella|città=Torino}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Franco Valentini|titolo=Le idee che verranno. Per l'azienda che vuole avere successo e per quanti vogliono stimolare la propria creatività|anno=2007|edizione=1|editore=FrancoAngeli|città=Milano|isbn=978-88-464-8254-9}}</ref>
 
Nel 1974 CSELT presenta il primo sintetizzatore vocale in tempo reale italiano.<ref>{{cita web|url=http://multescatola.com/biblioteca/salute/loquendo.php|titolo=Primo sintetizzatore vocale|urlmorto=sì|accesso=6 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150714231355/http://multescatola.com/biblioteca/salute/loquendo.php#|dataarchivio=14 luglio 2015}}</ref>
 
Negli [[anni 2000]] il progredire degli studi e delle sperimentazioni ha permesso ai ricercatori di sviluppare il [[4G]] e 4G Plus ([[LTE (telefonia)|LTE]] e [[LTE Advanced]]), che hanno reso Telecom Italia la 1ª telco in Europa e la 5ª al mondo per numero di brevetti nel settore della telefonia mobile.<ref>{{cita news|url=http://www.lapresse.it/telecom-compie-50-anni-tilab-centro-di-ricerca-a-torino-dal-1964.html|titolo=Telecom, compie 50 anni TILab: centro di ricerca a Torino dal 1964|pubblicazione=LaPresse|data=3 dicembre 2014|accesso=8 agosto 2018 }}</ref>
 
Nei primi mesi del 2015 è iniziata la procedura per la quotazione in Borsa di [[Infrastrutture Wireless Italiane|INWIT]], la società che racchiude e gestisce le torri di trasmissione di Telecom Italia.<ref>{{cita news|url=https://economia.ilmessaggero.it/flashnews/telecom-italia-prepara-l-amp-039-ipo-di-inwit.-ecco-le-ultime-novit-amp-agrave/1301682.shtml|titolo=Telecom Italia prepara l'IPO di Inwit. Ecco le ultime novità|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=17 aprile 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
<ref>{{cita news|autore=Elena Dal Maso|url=https://www.milanofinanza.it/news/telecom-sale-grazie-a-inwit-e-alla-banda-ultralarga-201504131121376473|titolo=Telecom sale grazie a Inwit e alla banda ultralarga|pubblicazione=[[MF Milano Finanza]]|data=13 aprile 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
L'azienda è anche un fornitore di servizi nel [[sistema pubblico di connettività]] (SPC), gestisce una parte della connettività [[internet]] e [[intranet]] della [[pubblica amministrazione italiana]], in attesa del subentro dei fornitori che a maggio 2015 sono risultati aggiudicatari della gara [[Consip]].<ref>{{cita web|url=http://www.consip.it/media/news-e-comunicati/consip-aggiudica-la-gara-spc-con-il-nuovo-sistema-pubblico-di-connettivit%C3%A0-la-pa-risparmia-2-miliardi-di-euro-in-7-anni|titolo=Consip aggiudica la gara SPC: con il nuovo Sistema Pubblico di Connettività la PA risparmia 2 miliardi di euro in 7 anni|editore=[[Consip]]|data=28 aprile 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nel 2015 Telecom è partner dell'Esposizione Universale di Milano,<ref>{{cita web|url=http://www.expo2015.org/archive/it/partner/telecom-italia-/-integrated-connectivity---services-partner.html|titolo=Telecom Italia – Integrated Connectivity & Services Partner|accesso=8 agosto 2018}}</ref> siglando un accordo con [[Ericsson]] per la fornitura di servizi di rete mobile in tale ambito.<ref>{{cita web|url=https://www.silicon.it/networks/societa-connessa-telecom-italia-ed-ericsson-in-expo-2015-74454|titolo=Società connessa: Telecom Italia ed Ericsson a Expo 2015|data=24 novembre 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
A partire da luglio 2015 il brand Tim (non più acronimo) è utilizzato per l'intera offerta di telefonia fissa, mobile e internet dell'azienda Telecom Italia e diventa operativo il sito unificato di Tim, che comprende le offerte e l'assistenza per la telefonia fissa e mobile.
 
==== Nel 2016 la scalata del gruppo Vivendi ====
Nell'ottobre [[2015]] il gruppo [[francia|francese]] [[Vivendi]] si mosse sul [[mercato azionario]] ordinario della Telecom, allo scopo di portare la propria quota di partecipazione intorno al 20% e aumentare la propria influenza sul [[consiglio di amministrazione]] dell'azienda.<ref>{{cita news|autore=Pamela Barbaglia|autore2=Leila Abboud|url=https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN0RW0GM20151002|titolo=Telecom, Vivendi si muove per alzare quota a circa 19% capitale|pubblicazione=[[Reuters]]|data=2 ottobre 2015|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Con tale operazione, [[Vivendi]] ottenne tre consiglieri nei comitati di gestione di Telecom.
 
Il 13 gennaio 2016 venne lanciato il nuovo logo [[TIM]] a segnare una discontinuità col passato<ref>{{cita news|url=https://www.wired.it/lifestyle/design/2016/01/13/tim-nuovo-logo/|titolo=Il nuovo logo di Tim|pubblicazione=[[Wired#Wired in Italia|Wired Italia]]|data=13 gennaio 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref>, mentre il rastrellamento delle quote continuava a più riprese nei mesi successivi quando [[Vivendi]] portava, nel gennaio [[2016]], la sua quota al 21,4% e il 19 febbraio 2016 al 22,8%.<ref>{{cita news|autore=Carlo Festa|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-02-21/vivendi-si-rafforza-telecom-italia-francesi-228percento-081425.shtml|titolo=Vivendi si rafforza in Telecom Italia: i francesi al 22,8%|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=21 febbraio 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Il 2 marzo 2016, con un investimento di 120 milioni di euro e in sole due settimane, il gruppo francese portò ulteriormente la propria quota di possesso di Telecom Italia al 23,8%.<ref>{{cita news|autore=Carlo Festa|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-03-02/telecom-vivendi-sale-238percento-063843.shtml|titolo=Telecom, Vivendi sale al 23,8%|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=2 marzo 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/03/01/telecom-vivendi-si-rafforza-e-al-238_3f589ae9-5c17-4f8c-b859-e34d6455e13b.html|titolo=Telecom: Vivendi si rafforza, è al 23,8%|pubblicazione=[[ANSA]]|data=1º marzo 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref> La scalata proseguì fino all'11 marzo 2016 quando il gruppo [[francia|francese]] [[Vivendi]] giunse al 24,9% di possesso divenendo il maggior azionista. Il 22 marzo il Cda ha ratificato le dimissioni di Patuano, trasferendo le sue deleghe, in attesa della nomina del nuovo AD, al presidente [[Giuseppe Recchi]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/istituzionale/2016/BoD-accepts-Patuano-resignation.html|titolo=Telecom Italia: Cessazione dei rapporti di lavoro e di amministrazione con Marco Patuano|data=22 marzo 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 30 marzo 2016 [[Flavio Cattaneo]] viene nominato AD di Telecom Italia e Il 21 luglio [[2017]] annuncia le proprie dimissioni ricevendo una liquidazione "monstre" di 25 milioni di euro<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/economia/finanza/2017/07/21/news/cattaneo_lascia_telecom_l_addio_sul_tavolo_del_cda_del_24_luglio-171340997/|titolo=Cattaneo lascia Tim. L'addio sul tavolo del cda del 24 luglio|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 luglio 2017|accesso=8 agosto 2018}}</ref>, sostituito dal manager israeliano [[Amos Genish]].<ref>{{cita news|url=http://www.larena.it/home/economia/tim-cattaneo-via-per-contrasti-su-sfide-1.5877820|titolo=Tim: Cattaneo via per contrasti su sfide|data=4 agosto 2017|pubblicazione=[[L'Arena]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170804214307/http://www.larena.it/home/economia/tim-cattaneo-via-per-contrasti-su-sfide-1.5877820|dataarchivio=4 agosto 2017|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Al 28 luglio 2017 la governance della società era composta da:
* [[Arnaud de Puyfontaine]] ([[Presidente]] esecutivo)
* [[Giuseppe Recchi]] ([[Vice presidente]] con delega a sicurezza e [[Telecom Italia Sparkle]])
* [[Amos Genish]] ([[Direttore operativo]])
 
Il 7 agosto [[2017]], la società francese [[Vivendi]] in una nota conferma di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia "ai sensi dell'art. 93 del Testo Unico della Finanza e dell'art. 2359 del Codice Civile".<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/08/07/tim-vivendi-non-ce-controllo-di-fatto_2cb89445-fa66-4b94-bd5e-1394f40ee9c5.html|titolo=Tim: Vivendi, non c'è controllo di fatto|pubblicazione=[[ANSA]]|data=7 agosto 2017|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 6 marzo 2018 viene approvato dal consiglio di amministrazione e successivamente presentato da Amos Genish<ref>{{cita news|autore=Mila Fiordalisi|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/genish-svela-il-piano-digitim-il-digitale-cuore-della-nuova-strategia-via-allo-scorporo-della-rete/|titolo=Genish svela il piano DigiTim: il digitale cuore della nuova strategia. Via allo scorporo della rete|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=7 marzo 2018|accesso=8 agosto 2018}}</ref> il piano triennale strategico DigiTIM 2018-2020, incentrato su innovazione digitale e digitalizzazione di tutti i processi.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2018/TIM-CS-Piano-2018-2020.html|titolo=Il consiglio di amministrazione di TIM ha approvato il piano strategico DigiTim 2018-2020|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
==== Dal 2018 la governance Elliott ====
Nel mese di aprile 2018, [[Cassa Depositi e Prestiti]] ha acquistato azioni della società per il 4,262% del capitale ordinario<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-04-11/cassa-depositi-e-prestiti-entra-capitale-tim-il-42percento-181219_PRV.shtml|titolo=Il Tesoro (attraverso Cdp) entra nel capitale di Tim con il 4,2%|autore=Antonella Olivieri|data=11 aprile 2018|accesso=8 agosto 2018}}</ref>, con una visione di lungo respiro, non speculativa.
 
Un altro 8,847% è detenuto da [[Paul Singer]] attraverso il [[fondo Elliott]] che, nell'assemblea societaria del 4 maggio 2018 con l'approvazione del 49,84% dei voti, ha scalzato Vivendi dal vertice, la cui lista ha ottenuto il 47,18%, nonostante che col 23,943% del capitale sociale sia sempre il maggior azionista.
 
Con il nuovo consiglio d'amministrazione formato da 13 consiglieri su 15 indipendenti, compreso il presidente, Telecom Italia è diventata, come auspicato da Elliott, una public company.
 
Il 7 maggio vengono eletti all'unanimità, con la sola loro astensione, [[Fulvio Conti]] presidente e confermato [[Amos Genish]] come amministratore delegato. Arnaud de Puyfontaine resta nel cda come consigliere.
 
Il 13 novembre, in seguito alle diverse strategie sullo scorporo delle rete tra Vivendi contraria e il fondo Elliott favorevole, Amos Genish viene sfiduciato dal [[consiglio di amministrazione]].<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/finanza/2018/11/13/news/tim_convocato_un_cda_straordinario_sul_tavolo_le_dimissioni_di_genish-211520798/|titolo=Tim, ribaltone al vertice: l'ad Genish sfiduciato dal consiglio di amministrazione|data=13 novembre 2018|accesso=13 novembre 2018}}</ref>
 
Il 18 novembre [[Luigi Gubitosi]] viene eletto nuovo amministratore delegato e direttore generale con i voti dei consiglieri nominati da Elliott.
 
== Consiglio di amministrazione ==
Dal 4 maggio 2018 il nuovo board di 15 componenti in carica per 3 esercizi, è composto da:
 
10 amministratori, tutti indipendenti, nominati
dalla lista presentata dai soci Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership, che ha ottenuto più voti:<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/about-us/corporate-bodies/board-of-directors/composition.html|titolo=Consiglio di amministrazione – Membri|data=26 giugno 2018|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* [[Fulvio Conti]] (presidente)
* Alfredo Altavilla
* Massimo Ferrari
* Paola Giannotti de Ponti
* [[Luigi Gubitosi]] (amministratore delegato)
* Paola Bonomo
* Maria Elena Cappello
* Lucia Morselli
* Dante Roscini
* [[Rocco Sabelli]]
 
5 amministratori nominati dalla lista di Vivendi:
* [[Amos Genish]]
* [[Arnaud de Puyfontaine]]
* Marella Moretti (indipendente)
* Michele Valensise (indipendente)
* Giuseppina Capaldo (indipendente)
 
== Azionariato ==
La struttura azionaria è così composta:
* [[Vivendi]] SA 23,943% ([[Francia]])
* [[Paul Singer|Singer Paul Elliott]] 9,547% ([[Stati Uniti]])
** Elliott lnternational LP 6,492%
** Elliott Associates LP 1,935%
** The Liverpool Limited Partnership 1,120%
* [[Cassa Depositi e Prestiti]] S.p.A. 5,03% ([[Italia]])
* Canada Pension Plan Investment Board 3,133% ([[Canada]])
** Canada Pension Plan Investment Board 3,107%
** CCPIB MAP Cayman SPC Associates LP 0,026%
* Mercato 58,346%
 
Dati Consob al 26 marzo [[2019]].<ref>{{Cita web|url=http://www.consob.it/web/area-pubblica/quotate/documenti/assetti_proprietari/semestre1-2019/30128_Az.html?filedate=26/03/2019&sem=/documenti/assetti_proprietari/semestre1-2019/30128_Az.html&docid=0&link=Pie-chart+Capitale+ordinario%3D%2Fdocumenti%2Fassetti%2Fsemestre1-2019%2F30128_TOrdDich.html%3B+Pie-chart+Capitale+votante%3D%2Fdocumenti%2Fassetti%2Fsemestre1-2019%2F30128_TVotDich.html&nav=false&p_p_id=ConsobPubblicazioni_WAR_consobpubblicazioni_INSTANCE_MX5G5vF1agLh&p_p_state=maximized|titolo=CONSOB Società quotate - Telecom Italia|data=26-03-2019}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.consob.it/web/area-pubblica/quotate/documenti/assetti_proprietari/semestre2-2018/30128_Az.html?p_p_id=ConsobPubblicazioni_WAR_consobpubblicazioni_INSTANCE_MX5G5vF1agLh&p_p_state=maximized|titolo=Azionisti rilevanti di Telecom Italia SpA|sito=[[Commissione nazionale per le società e la Borsa|Consob]]|accesso=8 agosto 2018}}</ref>.<br />
A Novembre 2018, il fondo Eliott esprime due terzi del [[Consiglio di Amministrazione]], fra i quali presidente e l'ad della società<ref name="repubblica, 7 dic 2018">{{cita web | autore = S. Bennewitz | url = https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/finanza/dettaglio/nRC_07122018_0830_114131760.html |titolo = Telecom in stallo mentre Vivendi e il fondo Eliott si fanno la guerra | rivista = La Repubblica | data = 7 Dicembre 2018 | pagina = 28 | città = Milano}}</ref>. La Cassa Depositi e Prestiti registra nell'attivo di bilancio una quota azionariadi 479 milioni di euro, valorizzata per 0,64 euro/cad.<ref name="repubblica, 7 dic 2018" />.
 
== Cronologia dei vertici aziendali ==
{| class="wikitable"
|-
!'''Periodo'''!!align="center"|'''Carica e nome'''!!align="left"|'''Note'''
|-
| dal 2018
|
* Presidente: [[Fulvio Conti]]
* Amministratore delegato e direttore generale: [[Luigi Gubitosi]] <small>(2018-)</small>
* Amministratore delegato e direttore generale: [[Amos Genish]] <small>(2018)</small>
|
|-
| 2017-2018
|
* Presidente esecutivo: [[Arnaud de Puyfontaine]]
* Vice presidente: [[Giuseppe Recchi]]
* Amministratore delegato e direttore operativo: [[Amos Genish]]
|
|-
| 2013-2017
|
* Presidente: [[Giuseppe Recchi]]
* Amministratore delegato: [[Flavio Cattaneo]] <small>(2016-2017)</small>
* Amministratore delegato: [[Marco Patuano]] <small>(2013-2016)</small>
|
|-
| 2011-2013
|
* Presidente: [[Franco Bernabè]]
* Amministratore delegato: [[Marco Patuano]]
|
|-
| 3 dicembre 2007-2011
|
* Presidente: [[Gabriele Galateri di Genola]]
* Amministratore delegato: [[Franco Bernabè]]
|
|-
| 8 aprile 2007 -<br />2 dicembre 2007
|
* Presidente: [[Pasquale Pistorio]]
* Amministratore delegato: [[Riccardo Ruggiero]]
|
|-
| 15 settembre 2006 -<br />7 aprile 2007
|
* Presidente: [[Guido Rossi]]
* Amministratore delegato: [[Riccardo Ruggiero]]
|
|-
| 2001-2006
|
* Presidente: [[Marco Tronchetti Provera]]
* Amministratore delegato: [[Riccardo Ruggiero]]
|
|-
| 1999-2001
|
* Presidente e amministratore delegato: [[Roberto Colaninno]]
|<ref>{{cita news|url=https://www.corriere.it/Pop-up/telecom.shtml|titolo=Telecom, dalla privatizzazione a Colaninno|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
|-
|}
 
== Punti critici ==
=== Scandalo Telecom Italia-SISMI ===
{{vedi anche|Scandalo Telecom-Sismi}}
Telecom Italia è stata coinvolta, insieme al [[Sismi]], nello scandalo delle intercettazioni abusive legato a varie vicende del 2005-2006, tra cui il [[caso Abu Omar]]<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/01/news/abuomar-sismi-2150647/|titolo=Abu Omar, le motivazioni della sentenza. Il giudice accusa il Sismi: "Sapeva"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=1º febbraio 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref> e lo spionaggio di [[Alessandra Mussolini]] prima delle elezioni regionali nel [[Lazio]], nel 2005.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/ladrisegr/storaspiega/storaspiega.html|titolo=Spionaggio, Storace: "Solo fango". Berlusconi: "Si accerti la verità"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=9 marzo 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Si tratta dello ''[[Scandalo Telecom-Sismi]]''.
 
Secondo la procura di Milano, gli intercettati erano giudici, giornalisti, politici e uomini di altri servizi (l'indagine peraltro è correlata al suicidio, avvenuto nel 2006, di Adamo Bove, manager di Telecom Italia avente incarichi nel campo della sicurezza).<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/cronaca/suicidio-bove/suicidio-bove/suicidio-bove.html|titolo=Si suicida Bove, dirigente Telecom. Era indagato per spionaggio|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 luglio 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
==== L'inchiesta e le indagini ====
Il 20 settembre 2006 [[Giuliano Tavaroli]], l'ex capo della Sicurezza di [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] e Telecom Italia, viene arrestato insieme ad altre 20 persone.<ref>{{cita news|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/20/telecom.shtml|titolo=Intercettazioni, arrestati Tavaroli e Cipriani|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=21 settembre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref> L'accusa è quella di spionaggio e corruzione. Lo scandalo è partito da un'inchiesta compiuta dai giornalisti del quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' [[Giuseppe D'Avanzo]] e [[Carlo Bonini]].<ref>{{cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/05/25/il-silenzio-sulle-schedature-telecom.html|titolo=Il silenzio sulle schedature Telecom|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=25 maggio 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/05/23/dall-inter-telecom-100mila-file-degli-spioni.html|titolo=Dall'Inter a Telecom i 100 mila file degli spioni|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 maggio 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|autore=Carlo Bonini|autore2=Giuseppe D'Avanzo|url=https://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/cronaca/spionaggio-calcio/parla-007-privato/parla-007-privato.html|titolo=Parla l'uomo dei dossier "Così spiavo per Telecom"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=2 giugno 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Tra gli intercettati risulterebbe anche [[Romano Prodi]].<ref>{{cita news|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/210000/205750.xml?key=elio+veltri&first=31&orderby=0&f=fir|titolo=L'idra Telecom|autore=Elio Veltri|data=12 ottobre 2006|pubblicazione=[[l'Unità]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140821223310/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/210000/205750.xml?key=elio+veltri&first=31&orderby=0&f=fir|dataarchivio=21 agosto 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 13 dicembre 2006 [[Marco Mancini (agente segreto)|Marco Mancini]] (ex numero due del Sismi) è stato inoltre arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni illegali di Telecom Italia,<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/cronaca/sismi-mancini-8/arrestato-mancini/arrestato-mancini.html|titolo=Inchiesta Telecom, Mancini arrestato per i dossier e le intercettazioni illegali|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=12 dicembre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref> insieme a [[Giuliano Tavaroli]] (già in carcere) ed Emanuele Cipriani, investigatore privato fiorentino.<ref>{{cita news|url=https://corrierefiorentino.corriere.it/cronache/articoli/2008/10_Ottobre/22/telecom_sia_cipriani.shtml|titolo=Dalla Telecom alla Sia, gli uomini di Cipriani|pubblicazione=[[Corriere della Sera#Edizioni locali|Corriere Fiorentino]]|data=22 ottobre 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref> L'accusa per tutti è quella di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla rivelazione del segreto d'ufficio.
 
Nel maggio 2007 Telecom Italia vince il premio ''Big Brother Award'' come "peggiore azienda privata", per quanto successo in fatto di riservatezza dei dati.<ref>{{cita web|url=http://bba.winstonsmith.info/bbai2007.html|titolo=Brother Award Italia 2007|data=19 maggio 2007|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Il 14 luglio [[2008]] la Procura della Repubblica di Milano deposita le 350 pagine dell'avviso di chiusura delle indagini,<ref>{{cita testo|autore=Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano|wkautore=Procura della Repubblica#Elenco delle Procure della Repubblica presso il Tribunale in Italia|url=http://static.repubblica.it/milano/pdf/telecom/telec_1.pdf|titolo=Informazione di garanzia e sul diritto di difesa; avviso di conclusione delle indagini|volume=parte 1|numero=N. 25194/08-stralcio del proc. 30382/03 R.G1.N.R. Mod. 21|data=14 luglio 2008|via=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|formato=pdf|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano|wkautore=Procura della Repubblica#Elenco delle Procure della Repubblica presso il Tribunale in Italia|url=http://static.repubblica.it/milano/pdf/telecom/telec_2.pdf|titolo=Informazione di garanzia e sul diritto di difesa; avviso di conclusione delle indagini|volume=parte 2|numero=N. 25194/08-stralcio del proc. 30382/03 R.G1.N.R. Mod. 21|data=14 luglio 2008|via=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|formato=pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110716055931/http://static.repubblica.it/milano/pdf/telecom/telec_2.pdf|dataarchivio=16 luglio 2011|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano|wkautore=Procura della Repubblica#Elenco delle Procure della Repubblica presso il Tribunale in Italia|url=http://static.repubblica.it/milano/pdf/telecom/telec_3.pdf|titolo=Informazione di garanzia e sul diritto di difesa; avviso di conclusione delle indagini|volume=parte 3|numero=N. 25194/08-stralcio del proc. 30382/03 R.G1.N.R. Mod. 21|data=14 luglio 2008|via=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|formato=pdf|accesso=8 agosto 2018}}</ref> dopo aver convocati in Procura, come ultimo atto investigativo, i vertici di Telecom Italia di allora, [[Marco Tronchetti Provera]] (ex presidente) e [[Carlo Buora]] (ex amministratore delegato) in quanto persone informate sui fatti.<ref>{{cita news|autore=Raffaella Calandra|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/07/telecom-tronchetti-dossier-illegali.shtml|titolo=Dossier illegali Telecom, Tronchetti e Buora «vittime»|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=21 luglio 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://milano.repubblica.it/dettaglio/dossier-illeciti-telecom-ecco-latto-integrale-dei-pm/1490932|titolo=Dossier illeciti Telecom ecco l'atto integrale dei pm|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Milano|data=21 luglio 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Per non aver vigilato sulla propria security e sui metodi usati per avere le informazioni, il gruppo Telecom Italia (unitamente al gruppo Pirelli) risulta indagato in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società, pur non essendo stati mossi addebiti contro l'ex presidente e l'ex amministratore delegato di Telecom Italia. Una lunga serie di reati sono stati invece contestati a 34 persone, accusate a vario titolo di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere al cui vertice c'era l'ex capo della security Giuliano Tavaroli.<ref>{{cita news|autore=Luca Fazzo|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/processo-telecom-tavaroli-aulasegui-diretta.html|titolo=Processo Telecom, Tavaroli in aula|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=13 giugno 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Nelle interviste rilasciate nei giorni successivi alla chiusura delle indagini, Tavaroli si difende dando la propria versione dei fatti e scaricando le responsabilità sui suoi superiori, che gli avrebbero commissionate le indagini poi risultate illecite.<ref>{{cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli/verita-tavaroli.html|titolo="E Tronchetti mi disse: Le abbiamo chiesto troppo"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 luglio 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli-2/verita-tavaroli-2.html|titolo=Tavaroli: "Tronchetti mi ordinò un dossier sui soldi ai ds"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 luglio 2008|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
===== Le udienze =====
Durante le udienze preliminari (la prima delle quali fissata per il 31 marzo [[2009]]),<ref>{{cita web|url=http://www.tribunale-milano.net/index.phtml?Id_VMenu=210|titolo=Fissazione dell'udienza preliminare|urlmorto=sì|accesso=8 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160413095529/http://www.tribunale-milano.net/index.phtml?Id_VMenu=210#|dataarchivio=13 aprile 2016}}</ref> l'allora [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Silvio Berlusconi]] appone il segreto di Stato sulle indagini sui dossier illegali del caso.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/01/05/news/dossier_illegali_il_governo_ammette_segreto_di_stato_ma_parziale-1850050/|titolo=Dossier illegali, il governo ammette "Segreto di Stato, ma parziale"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=5 gennaio 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
Nel febbraio 2010 Telecom Italia e [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] chiedono di patteggiare l'accusa di corruzione, presentando così un'istanza di circa 7 milioni e mezzo di euro. Ciononostante, le due imprese si rappresentano come danneggiate dai comportamenti di Tavaroli e Cipriani e restano quindi nell'udienza preliminare solo come parti civili per l'ipotesi che costoro si siano indebitamente appropriati di soldi delle società, e come responsabili civili rispetto ad altri reati contestati agli indagati.<ref>{{cita news|autore=Luigi Ferrarella|url=https://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_01/Dossier-illegali-Telecom-e-Pirelli-patteggiano-luigi-ferrarella_e2c653a8-0f01-11df-a497-00144f02aabe.shtml|titolo=L'inchiesta sui dossier illegali Telecom e Pirelli patteggiano|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=1º febbraio 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|autore=Emilio Randacio|url=http://www.repubblica.it/economia/2013/02/18/news/dossier_illeciti_telecom_parte_civile_contro_tronchetti_provera-52888498/|titolo=Dossier illeciti, Telecom parte civile nel processo contro Tronchetti Provera|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=18 febbraio 2013|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
In seguito l'investigatore [[Emanuele Cipriani]] dichiara spontaneamente di aver agito per conto del presidente di Telecom Italia [[Marco Tronchetti Provera]], preparando per lui dei dossier contenenti informazioni che potessero aiutarlo nella gestione degli affari.<ref>{{cita news|autore=Luca Fazzo|url=http://www.ilgiornale.it/news/dossier-telecom-cipriani-lavoravo-tronchetti-indagini-erano.html|titolo=Dossier Telecom, Cipriani "Lavoravo per Tronchetti Le indagini erano per lui"|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=12 febbraio 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Nel frattempo però Marco Tronchetti Provera smentisce di essere stato a conoscenza di eventuali attività illecite condotte dalla security dell'azienda o della schedatura di massa dei lavoratori.<ref>{{cita news|url=http://www.affaritaliani.it/cronache/telecom_tronchetti_tavaroli_cipriani12022010.html|titolo=Dossier Telecom. Emanuele Cipriani accusa: "Lavoravo per Tronchetti"|pubblicazione=[[Affaritaliani.it]]|data=12 febbraio 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/cipriani-processo-dossier-telecom-gup.shtml|titolo=Cipriani accusa Tronchetti al processo Telecom|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|mese=febbraio|anno=2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
A marzo<ref>{{cita testo|autore=Tribunale di Milano|wkautore=Corte d'appello di Milano#Tribunale di Milano|url=http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%205.3.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|formato=pdf|titolo=Verbale di udienza redatto da fonoregistrazione. Procedimento penale a carico di: Bernardini Marco + 33 [deposizione imputato Ghioni Fabio]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120822172305/http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%205.3.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|dataarchivio=22 agosto 2012|volume=parte 1|numero=N. 9633/08 R.G.|data=5 marzo 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Tribunale di Milano|wkautore=Corte d'appello di Milano#Tribunale di Milano|url=http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%2026.3.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|formato=pdf|titolo=Verbale di udienza redatto da fonoregistrazione. Procedimento penale a carico di: Bernardini Marco + 35 [deposizione imputato Ghioni Fabio]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160413095606/http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%2026.3.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|dataarchivio=13 aprile 2016|volume=parte 2|numero=N. 9633/08 R.G.|data=26 marzo 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Tribunale di Milano|wkautore=Corte d'appello di Milano#Tribunale di Milano|url=http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%2012.4.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|formato=pdf|titolo=Verbale di udienza redatto da fonoregistrazione. Procedimento penale a carico di: Bernardini Marco + 19 [deposizione imputato Ghioni Fabio]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160413095606/http://www.penalecontemporaneo.it/upload/Trascrizione%20incidente%20probatorio,%20udienza%2012.4.2010,%20Caso%20Telecom.pdf|dataarchivio=13 aprile 2016|volume=parte 3|numero=N. 9633/08 R.G.|data=12 aprile 2010|accesso=8 agosto 2018}}</ref> viene sentito Fabio Ghioni, il quale dirigeva una struttura pensata per proteggere la rete Telecom ma che di fatto eseguì attività di hackeraggio, il cosiddetto Tiger Team. Egli ha affermato che Tronchetti Provera fosse a conoscenza di questi attacchi informatici.<ref>{{cita news|url=http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6240PV20100305|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140821202900/http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE6240PV20100305|titolo=Spie e telefoni, Ghioni: Tronchetti sapeva di attacco a Kroll|via=borsaitaliana.it.reuters.com|pubblicazione=[[Reuters]]|data=5 marzo 2010|dataarchivio=21 agosto 2014|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
Successivamente Tronchetti Provera depone come testimone e ribadisce di essere totalmente estraneo alle attività di dossieraggio illecite.<ref>{{cita news|url=http://it.reuters.com/article/italianNews/idITMIE6280JG20100309|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160413095607/http://it.reuters.com/article/italianNews/idITMIE6280JG20100309|titolo=Punto 2-Spie e telefoni, Tronchetti: Tavaroli agiva per suo conto|pubblicazione=[[Reuters]]|data=9 marzo 2010|dataarchivio=13 aprile 2016|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
===== Le sentenze =====
Tra i condannati del processo di primo grado conclusosi il 13 febbraio 2013 vi sono 7 dei collaboratori di [[Giuliano Tavaroli]] (che ha ottenuto un patteggiamento di meno di 5 anni) con pene fino a sette anni e risarcimenti per oltre 22 milioni di euro. Inoltre ci sono state condanne per l'ex collaboratore del Sisde Marco Bernardini (sette anni e mezzo) e per l'ex investigatore privato Emanuele Cipriani (cinque anni e mezzo).<ref name="Dossier_illegali">{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/14/dossier-illegali-condannati-gli-spioni-di-telecom.html|titolo=Dossier illegali, condannati gli spioni di Telecom|data=14 febbraio 2013|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
La prima Corte d'Assise di Milano ha inoltre sancito che Telecom Italia, costituitasi parte civile dovrà essere risarcita di 10 milioni dagli imputati.<ref name="Dossier_illegali"/>
 
=== Le spese per i braccialetti elettronici ===
Molti hanno sollevato critiche a causa di una commessa pubblica affidata a Telecom e relativa al monitoraggio di alcuni [[braccialetto elettronico|braccialetti elettronici]] (una misura adottata per il controllo dei [[Detenzione|detenuti]]): in dieci anni (dal [[2001]] al [[2011]]) lo Stato ha versato a Telecom 81 milioni di [[euro]] di abbonamento per la tracciatura di quei dispositivi. La [[Corte dei conti]] ha evidenziato l'anti-economicità della manovra, visto che in quel periodo solo 14 braccialetti sono stati utilizzati. Nel [[2011]] il ministro del [[governo Monti]], [[Anna Maria Cancellieri]], ha rinnovato la commessa per ulteriori sette anni;<ref>{{cita news|autore=Vittorio Malagutti|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/03/braccialetti-per-detenuti-che-mangiano-soldi-nostri/371348/|titolo=Braccialetti elettronici, in dieci anni 80 milioni per controllare 14 detenuti|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=3 ottobre 2012|accesso=8 agosto 2018}}</ref> anche il prolungamento del contratto ha suscitato diverse perplessità, visto che il figlio del ministro Cancellieri, Piergiorgio Peluso, lavora proprio a Telecom come top manager.<ref>{{cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/09/braccialetto-elettronico-a-tutti-stalker-e-in-casa-cancellieri-scatta-conflitto/588530/|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|titolo=Violenza donne, braccialetto elettronico a stalker. Conflitto d'interessi per Cancellieri?|data=9 maggio 2013|autore=Thomas Mackinson|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Entrata a far parte dell'[[Governo Letta|esecutivo di Enrico Letta]] non più come ministro dell'Interno ma come Guardasigilli, la Cancellieri aveva più volte proposto l'uso del braccialetto elettronico come strumento di contrasto al fenomeno dilagante della [[violenza contro le donne]], e in particolare per controllare e scoraggiare i cosiddetti [[Stalking|stalker]].<ref>{{cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/09/violenza-sulle-donne-cancellieri-braccialetto-elettronico-per-stalker-e-pool-specializzati/588875/|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=9 maggio 2013|titolo=Cancellieri: "Braccialetto elettronico per stalker e pool specializzati"|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
== Business unit ==
* Business unit domestic: offre servizi di fonia e dati su rete fissa e mobile per clienti finali (retail) e altri operatori (wholesale).<br> [[Olivetti]], è parte del segmento business di ''core domestic'' ed opera nell'ambito dei prodotti e servizi per l'Information Technology. <br> [[INWIT]] S.p.A. opera nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche, nello specifico in quelle dedicate all'ospitalità di apparati di trasmissione radio per le reti di telefonia mobile sia di TIM sia di altri operatori. <br> In campo internazionale opera nell'ambito dello sviluppo di reti in fibre ottiche per clienti ''wholesale'' (in Europa, nel Mediterraneo e in Sud America).
 
* Business unit Brasile: offre con TIM Celular servizi di telefonia mobile con tecnologia UMTS, GSM e LTE.<br> Nella telefonia fissa, con TIM S.A. (ex Intelig Telecomunicações) oltre che con Tim Fiber RJ e Tim Fiber SP, viene offerta anche la trasmissione dati su fibra ottica in tecnologia full IP come [[DWDM]] e [[Multiprotocol Label Switching|MPLS]] e servizi di banda larga residenziale.
 
=== Business unit domestic ===
* Core domestic
** Consumer
** Business
** Wholesale
** Altri (INWIT S.p.A. e strutture di supporto)
 
* International wholesale – gruppo Telecom Italia Sparkle
** [[Telecom Italia Sparkle]] S.p.A.
** Controllate sudamericane
** Controllate nordamericane
** Controllate europee
 
==== Principali partecipazioni ====
Ecco il riepilogo delle principali partecipazioni appartenenti alla ''business unit domestic'' con la sede sociale e la percentuale posseduta:<ref>{{Cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2015/Relazione-finanziaria-annuale2015.pdf|formato=pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2015|pp=326-330|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
 
In Italia:
* [[Telecom Italia Sparkle]] (Roma) – 100%
** [[Italtel]] (Settimo Milanese) – 34,68% del capitale e 19,37% del voto
* [[Olivetti]] (Ivrea) – 100%
* [[Path.Net]] (Roma) – 100%
* [[Telecontact Center]] (Napoli) – 100%
* [[Flash Fiber]] – 80%
* [[Persidera]] S.p.A. (Roma) 70%
* [[Infrastrutture Wireless Italiane|INWIT]] (Milano) – 60%
* [[Tivù (azienda)|Tivù]] (Roma) – 4%
 
Nella Repubblica di San Marino:
* [[TIM San Marino]] (Rovereta, Repubblica di San Marino) – 100%
 
In Lussemburgo:
* [[Telecom Italia Finance]] S.A. (Lussemburgo) – 100%
 
=== Business Unit Brasile ===
* ''TIM Brasil Serviços e Participações'' (Rio de Janeiro, Brasile) – 99,99% (tramite la controllata''Telecom Italia Finance'')
** [[TIM Participacoes|TIM Participações]] (Rio de Janeiro, Brasile) – 66,58%
*** TIM Celular (San Paolo, Brasile) – 100% (telefonia mobile)
*** TIM S.A. (San Paolo, Brasile) – 99,99% (telefonia fissa)
 
== Operazioni societarie ==
=== Acquisizioni ===
Il piano industriale porta Telecom Italia ad acquistare aziende che si occupano di internet a banda larga e del campo dei media.
* Nel [[2000]] le attività di [[Tin.it]] vengono unite a [[Seat Pagine Gialle|Seat]] (che nel frattempo aveva acquistato il portale [[Virgilio (portale)|Virgilio.it]]), facendo ritornare l'editore delle Pagine Gialle all'interno del gruppo.<ref>{{cita web|url=http://www.seat.it/seat/it/about_us/history/index.html|titolo=Seat: la storia|urlmorto=sì|accesso=8 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140926062117/http://www.seat.it/seat/it/about_us/history/index.html#|dataarchivio=26 settembre 2014}}</ref>
* Nel [[2000]] [[Seat Pagine Gialle]] compera [[Telemontecarlo|TMC]] e [[TMC 2]] da [[Cecchi Gori Communications]], che le trasformerà rispettivamente in [[LA7]] e [[MTV (Italia)|MTV]].<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.di.unito.it/~pironti/cap-9-seat.PDF|formato=pdf|titolo=[[Nomen nescio|N.N.]]|autore=[[Nomen nescio|N.N.]]|capitolo=9. Le nuove tecnologie di comunicazione e la catena del valore: il caso Seat Pagine Gialle|pp=231-258|abstract=sì|via=di.unito.it – Dipartimento di Informatica dell'Università degli Studi di Torino|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2003]] Telecom Italia acquista [[Hansenet]] (ADSL in Germania) e [[AP.Biscom]] (agenzia di stampa poi ribattezzata [[APcom]]) da [[e.Biscom]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/29/telecom-acquista-hansenet-scommette-sulla-banda-larga.html|titolo=Telecom acquista HanseNet e scommette sulla banda larga|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 luglio 2003|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref name="repubblica2006-09">{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/telecom-scorporo-2/telecom-aol-germania/telecom-aol-germania.html|titolo=Telecom fa acquisti in Germania prese le attività Internet di Aol|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=17 settembre 2006|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
[[File:TI-struttura-societaria-logos.jpg|thumb|upright=3|L'ex struttura societaria di Telecom Italia al marzo 2015 prima della fusione con Telecom Italia Media e della cessione di Telecom Argentina]]
* Nel [[2003]] il ramo d'azienda di [[Seat Pagine Gialle|Seat]] che si occupa delle Pagine Gialle viene venduto a una cordata di investitori italiani raggruppati nella [[Silver (azienda)|Silver]]. Le attività in internet e nei media vengono riunite nella società [[Telecom Italia Media]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2003/08_03.html|titolo=Telecom Italia: perfezionata la cessione della nuova Seat Pagine Gialle|data=8 agosto 2003|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2005]] vengono comperate [[Liberty Surf]] (ADSL in Francia) e la rete internazionale in fibra ottica di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]].<ref>{{cita news|autore=Paola Longo|url=https://www.milanofinanza.it/archivio/milano-sopra-la-parita-tiscali-in-ascesa-su-cessione-liberty-surf-121158|titolo=Milano sopra la parità, Tiscali in ascesa su cessione Liberty Surf|pubblicazione=[[MF Milano Finanza]]|data=21 marzo 2005|accesso=8 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://investors.tiscali.it/upload/press/CSTInet_Final1.pdf|formato=pdf|titolo=Comunicato stampa. Telecom Italia e Tiscali: firmato l'accordo per la compravendita della rete internazionale in fibra ottica di Tiscali|data=2 agosto 2005|accesso=8 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2006]] Telecom Italia acquista la [[AOL Germany]] da [[Time Warner]].<ref name="repubblica2006-09"/>
 
=== Cessioni ===
Nell'ambito del piano di focalizzazione sul core business vengono cedute quasi tutte le partecipazioni in aziende manifatturiere (tranne l'[[Olivetti|Olivetti Tecnost]], ribattezzata Olivetti S.p.A. nel [[2005]]), alcune aziende non strategiche e varie partecipate straniere.
* Nel [[2000]] viene venduta a [[Unipol]] la compagnia di assicurazione [[MEIE]].<ref>{{cita news|url=http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-25017/sirti-mandato-telecom-cessione/|urlarchivio=https://archive.today/20130411042106/http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-25017/sirti-mandato-telecom-cessione/#|titolo=Sirti: mandato a Telecom per cessione 2,75% Meie|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=14 aprile 2000|dataarchivio=11 aprile 2013|accesso=6 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref>
* Nel [[2000]] viene ceduto il 48,77 % di [[Italtel]] al fondo [[Clayton, Dubilier & Rice]], il 18,40 % alla [[Cisco Systems]]. Mantiene in Italtel una quota del 19,37 %.<ref>{{cita web|url=http://www.italtel.com/about-us/chi-siamo/la-storia/gli-anni-90-e-2000|titolo=La storia: gli anni '90 e 2000|urlmorto=sì|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2000]] Telecom Italia cede [[Sirti]], collegata che lavorava nell'impiantistica per le reti di telecomunicazioni, a un gruppo di investitori italiani riuniti nella società [[Wiretel]].
* Nel [[2002]] viene ceduto il 26 % dell'operatore spagnolo di telecomunicazioni [[AUNA]] a [[Endesa]], [[Union Fenosa]] e [[Santander Central Hispano]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2002/07_22.html|titolo=Telecom Italia: anticipata la vendita di Auna con una plusvalenza di circa 1.100 milioni di euro. Pagamento del prezzo al 1º agosto 2002|data=22 luglio 2002|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2002]] Telecom Italia vende [[Sogei]], Società che gestisce l'[[Anagrafe tributaria]], al [[Ministero dell'economia e delle finanze]]
* Nel [[2002]] Telecom Italia cede [[Telespazio]] alla [[Leonardo (azienda)|Finmeccanica]].<ref>{{Treccani|telecom-italia|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2004]] viene venduto l'operatore mobile venezuelano [[Digitel]] a [[CANTV]].<ref>{{cita web|url=https://www.borsaitaliana.it/bitApp/view.bit?lang=it&target=DocViewerDownload&filename=db%2Fpdf%2Fnew%2F9488.pdf|formato=pdf|titolo=Gruppo TIM Bilancio 2004|p=52|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2005]] Telecom Italia cede la [[Finsiel]], la maggiore azienda italiana nel campo del software e della consulenza informatica al [[gruppo COS]].<ref>{{cita news|url=http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-438013/finsiel-gruppo-cos-ha-firmato/|urlarchivio=https://archive.fo/20130411041951/http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-438013/finsiel-gruppo-cos-ha-firmato/#|titolo=Finsiel: gruppo Cos ha firmato contratto di acquisto|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=27 aprile 2005|dataarchivio=11 aprile 2013|accesso=6 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref>
* Nel [[2005]] viene venduta la [[WIND Hellas#TIM Hellas|TIM Hellas]] ai fondi [[Apax Partners]] e [[Texas Pacific Group]].
* Nel [[2008]] viene venduta Alice France all'operatore transalpino [[Free (azienda)|Free]].<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/06/alice-france-iliad.shtml|titolo=Alice France verso il gruppo Iliad|autore=Attilio Geroni|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|data=10 giugno 2008|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.lastampa.it/2008/01/07/tecnologia/francia-telecom-vende-alice-xD1zAHJpBbiZsvCRS9lXRK/pagina.html|titolo=Francia, Telecom vende Alice|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=7 gennaio 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.lemonde.fr/economie/article/2008/06/09/free-rachete-alice-a-telecom-italia_1055508_3234.html|titolo=Free rachète Alice à Telecom Italia|pubblicazione=[[Le Monde]]|lingua=fr|titolotradotto=Free acquisisce Alice da Telecom Italia|data=9 giugno 2008|autore=Pascale Santi|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2009]] viene ceduta la Hansenet Telekommunikation GmbH (operante nelle attività broadband in Germania) al gruppo [[Telefónica]].<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/media/comunicati_stampa/telecom_italia/corporate/economico_finanziario/2010/CS_ClosingHanseNet_16feb2010.pdf|formato=pdf|titolo=Telecom Italia: perfezionata la cessione di Hansenet a Telefónica|data=16 febbraio 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2010]] la società vende alla [[France Télécom]] il 70 % in suo possesso dell'[[Elettra Tlc]], azienda che si occupa di posa e manutenzione di [[cavo sottomarino|cavi sottomarini]].<ref>{{cita news|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/cessione-di-elettra-tlc-sparkle-avviata-la-data-room/|titolo=Cessione di Elettra Tlc (Sparkle). Avviata la data room|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=13 novembre 2009|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/ceduto-a-france-telecom-il-70-di-elettra-tlc/|titolo=Ceduto a France Telecom il 70% di Elettra Tlc|pubblicazione=CorCom – Corriere delle Comunicazioni|data=1º ottobre 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2011]] vende la sua quota di [[Loquendo]], pari al 99,98 % delle azioni, alla statunitense [[Nuance Communication]].<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1018447/telecom-vende-loquendo-agli-americani.shtml|titolo=Telecom vende Loquendo agli americani|data=13 agosto 2011|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2011]] vende la sua quota di [[ETECSA]], pari al 27 % delle azioni, alla finanziaria cubana Rafin S.A.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2011/01-31.html|titolo=Telecom Italia: Cessione della partecipazione in ETECSA|data=31 gennaio 2011|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2012]] vende la sua quota di Matrix (proprietaria del portale [[Virgilio (portale)|Virgilio]]) a [[Weather Investments]] (proprietaria del portale [[Libero (portale)|Libero]]).<ref>{{Cita news|autore=Francesca Gerosa|url=https://www.milanofinanza.it/archivio/telecom-vende-controllata-matrix-a-libero-per-88-milioni-201208091247262800|titolo=Telecom vende controllata Matrix a Libero per 88 milioni|pubblicazione=[[MF Milano Finanza]]|data=9 agosto 2012|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2013]] cede l'emittente [[LA7]] all'[[Editoria|editore]] [[Urbano Cairo]].<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-05/telecom-cairo-compra-milione-064142.shtml|titolo=Telecom, Cairo compra La7 per un milione|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|autore=Marigia Mangano|data=5 marzo 2013|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
* Nel [[2013]] cede il 51% in suo possesso dell'emittente [[MTV (Italia)|MTV]] a [[MTV Networks Europe]], sussidiaria di [[Viacom]].
* Nel [[2016]] cede il 51% di Sofora Telecomunicaciones ([[Telecom Argentina]]) al gruppo Fintech
 
=== Operazioni nei media ===
* Nel 2014 è stato approvato il processo di [[Fusione societaria|fusione per incorporazione]] di [[Telecom Italia Media]] in Telecom Italia,<ref name="sole"/> definitivamente perfezionato il 30 settembre 2015.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/media/comunicati_stampa/telecom_italia_media/2015/CS-TI-TI-MEDIA-29-09-2015-ita.pdf|titolo=Fusione per incorporazione di Telecom Italia Media S.p.A. in Telecom Italia S.p.A. Iscritto l'atto di fusione|formato=pdf|data=29 settembre 2015|accesso=21 gennaio 2016}}</ref>
* Il 30 giugno 2014 è nata [[Persidera]] S.p.A. in seguito al perfezionamento dell'integrazione tra Telecom Italia Media Broadcasting S.r.l e l'allora [[GEDI Gruppo Editoriale|gruppo editoriale L'Espresso]].
L'operazione, avviata già alcuni mesi prima, prevedeva che TI Media detenesse il 70% delle azioni di Persidera, mentre il gruppo editoriale L'Espresso il 30%. Attraverso questa unione, Persidera è diventata un operatore di rete a copertura nazionale titolare di cinque multiplex digitali.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/economia/2014/06/30/news/persidera-90375029|titolo=Digitale terrestre, da Espresso e Telecom nasce Persidera|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=30 giugno 2014|accesso=16 maggio 2015}}</ref>
 
== Liberalizzazione e proposte di riforma societaria ==
{{sf|Una distinzione maggiore fra due generiche attività è introducibile con una [[separazione societaria]] e, maggiormente, con una [[separazione patrimoniale]]. Un regolamento dell'[[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni|autorità garante]] ha imposto la [[separazione contabile]] per l'attività di gestione di una rete e quella di fornitore di servizi d'accesso.}}
 
=== Un problema simile per diverse infrastrutture ===
La situazione è analoga a quella esistente in altri settori strategici, nei quali la società proprietaria della rete risulta essere una società controllata del [[Gruppo societario|gruppo]]. {{cn|Il proprietario della rete alloca la capacità disponibile fra i diversi operatori e tenderà a favorire, a discapito della concorrenza, il fornitore appartenente allo stesso gruppo}}.
 
=== Monopolio naturale della proprietà e gestione concorrenziale ===
Nei tempi delle liberalizzazioni, si è visto come una gestione pluralistica e concorrenziale della rete, alla quale partecipano più operatori, porta vantaggi per gli utenti in termini di tariffe e di qualità. Più difficile è sostenere un argomento simile riguardo alla proprietà delle reti.
 
Le reti hanno forti costi di costruzione, che rendono difficilmente replicabile una seconda rete altrettanto estesa e capillare di telecomunicazioni (piuttosto che di distribuzione del gas o corrente elettrica): quindi è improbabile avere due o più proprietari di grandi reti.
 
Suddividere la rete esistente in sottoreti geografiche e frazionarne la proprietà, significherebbe perdere l'interoperabilità, accessibilità e scalabilità che sono fra le caratteristiche principali richieste a una rete. Per questo raramente viene posto in discussione che il proprietario, il centro decisionale competente sull'intera rete, debba essere uno solo, per evitare ridondanze o incompatibilità nella gestione fra un'area geografica e l'altra. Il dibattito verte principalmente su come debba essere ripartito il capitale del soggetto proprietario della rete.
 
In questo senso, più volte l'[[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni|AGCOM]] ha ribadito che la rete su [[Doppino ritorto|doppino]] non è replicabile; e a proposito di telecomunicazioni e altre infrastrutture, la rete è equiparata ai [[monopolio naturale|monopoli naturali]]. Nel primo caso una questione economica crea un ''monopolio naturale'', mentre nel secondo caso si fa riferimento a un'impossibilità di duplicazione fisica per la natura e tecnica per l'uomo.<ref>{{cita web|url=http://www.datablu.it/rsconsulting/desk_phone.php|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140822052857/http://www.datablu.it/rsconsulting/desk_phone.php|titolo=Telefonia fissa e linee telefoniche via cavo|dataarchivio=22 agosto 2014|sito=RS Consulting|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
=== Separazione fra proprietà e gestione ===
La competizione globale spinge ad aprire il mercato anche a operatori stranieri, perché anche le imprese italiane non incontrino difficoltà di accesso nei corrispondenti mercati stranieri.
 
D'altra parte, l'importanza strategica delle infrastrutture solleva la questione della loro "italianità", di un loro controllo in capo a soggetti pubblici o privati, comunque italiani. Una separazione fra proprietà e gestione può conciliare queste due esigenze, attraverso una proprietà "italiana" e una gestione aperta anche a operatori esteri.
 
=== Il modello delle telecomunicazioni britannico ===
{{vedi anche|Governo d'impresa}}
Una vera concorrenza al settore delle telecomunicazioni arriverebbe sul modello britannico da una società proprietaria della rete, con separazione patrimoniale e vincoli al possesso di azioni anche con società collegate o controllate rispetto alla Telecom Italia, che resterebbe un operatore di rete come la [[Wind Telecomunicazioni|Wind]], la [[Tele2]] e altri.
 
Nel modello inglese la società proprietaria della rete è una ''[[società ad azionariato diffuso]]''.
 
=== La partecipazione pubblica come nei Paesi UE ===
In Italia si propone come ulteriore garanzia una significativa partecipazione pubblica (20-30%) al capitale della società, tale da averne il controllo con maggioranza relativa, ma da renderla difficilmente scalabile per via del forte indebitamento e del restante 70% ad azionariato diffuso che andrebbe "rastrellato" in borsa.
A seconda della volontà politica, una partecipazione pubblica alta può opporsi infatti in linea di principio a tentativi di scalata, ma può anche agevolare per tempo con legislazioni favorevoli un processo di privatizzazione. Una garanzia più robusta unisce la presenza pubblica a quella di un prevalente azionariato diffuso.
 
=== Servizio universale e ripartizione dei costi ===
Il proprietario della rete, nel modello inglese e in altri Stati, è soggetto alla legge del [[servizio universale]], che lo obbliga a manutenere e ammodernare l'intera estensione geografica della rete.
 
La legge impone degli investimenti che in sé non sono remunerativi, e dovrebbero garantire un servizio minimo essenziale di telefonia a tutta la popolazione.
 
In Italia, i costi del servizio universale sono per legge interamente a carico dell'operatore di telefonia con la maggiore [[quota di mercato]]. Lo Stato italiano corrisponde annualmente gli oneri all'operatore per garantire i servizi previsti dalla legge.
 
L'ammontare di questi trasferimenti dallo Stato alle aziende private può essere molto superiore agli oneri effettivamente sostenuti, e talora è oggetto di accuse rispetto al diritto [[antitrust]], qualificando i trasferimenti come "aiuti di Stato".
 
In altri Paesi i costi fissi vengono ripartiti fra i vari operatori in misura proporzionale alla [[quota di mercato]]. La quota è calcolata a partire dal [[fatturato]] che è un dato certo e univoco del [[Bilancio d'esercizio|bilancio]].
 
La manutenzione e l'ammodernamento costituiscono un forte indebitamento che rende poco contendibile la società e poco appetibili i tentativi di scalata.
 
Nel [[2005]] (ultimi dati disponibili) Telecom Italia ha riferito di aver sostenuto i seguenti oneri, per lo svolgimento del servizio universale:
* Fonia vocale: 33,5 milioni di euro
* Telefonia pubblica: 14,7 milioni di euro
* Categorie agevolate: 10,1 milioni di euro
 
Per un totale di 58,4 milioni di euro: lo Stato, attraverso il Fondo finanziamento del costo netto degli obblighi del servizio universale (cui contribuiscono tutti gli operatori che usufruiscono delle reti pubbliche di telecomunicazioni), ha rimborsato a Telecom Italia 25,58 milioni di euro.
 
== Loghi ==
Il logo Telecom Italia viene presentato nel febbraio 2003, ma è da considerare il frutto di un'evoluzione storica e dei cambiamenti dell'azienda. L'origine del simbolo è infatti da rintracciare nei loghi delle società SIP e STET, che nel 1994 hanno portato alla nascita di Telecom Italia.
A partire dallo storico marchio SIP, presentato nel 1983, le variazioni riguardano prevalentemente il lettering ed il colore.
Le quattro "ondine" rosse, poi scese a tre intendono richiamare i cavi telefonici attraverso cui avviene la comunicazione.<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.gruppotim.it/telecom-italia-nel-1994-anno-della-sua-costituzione-presenta-suo-nuovo-logo|titolo=Il marchio Telecom Italia e la sua storia|accesso=6 agosto 2018}}</ref> Il nuovo logo è identico al [[trigramma]] ''[[Libro dei Mutamenti#Trigrammi|Gèn]]'' (montagna, riflessione) del [[libro dei Mutamenti]].
 
[[File:La presentazione del logo di Telecom Italia.jpg|thumb|Ernesto Pascale, Guido Pugliesi e Biagio Agnes presentano alla stampa il logo aziendale]]
{| border="0" cellpadding="2" cellspacing="1" style="border:1px solid #aaa"
|- align=center
! height="150" bgcolor="#f9f9f9" | [[File:Vecchio logo Telecom Italia.gif|120px]]
! height="150" bgcolor="#f9f9f9" | [[File:Telecom-italia.svg|120px]]
! height="150" bgcolor="#f9f9f9" | [[File:Telecom italia 2016.png|120px]]
! height="150" bgcolor="#f9f9f9" | [[File:TIM_logo_2016.svg|120px]]
|-
! width="150" bgcolor="#cccccc" colspan="1" | [[1994]]-[[2003]]
! width="150" bgcolor="#cccccc" colspan="1" | [[2003]]-[[2016]]
! width="150" bgcolor="#cccccc" colspan="1" | Dal [[2016]]
! width="150" bgcolor="#cccccc" colspan="1" | Dal [[2016]]
|}
 
== Dati economico-finanziari ==
{{NN|aziende|settembre 2013|commento=Vedi [[Discussione:Telecom Italia#Dati finanziari NN|discussione]]}}
=== 2007-2009 ===
Nel [[2007]] Telecom Italia S.p.A. ha chiuso l'esercizio con un [[ricavo]] di 31,013 miliardi di euro, un [[Risultato ante oneri finanziari|EBIT]] di 5,955 miliardi, un [[profitto]] di 2,455 miliardi. L'[[indebitamento]] finanziario netto ammonta a 35,701 miliardi, il [[patrimonio netto]] a 26,985 miliardi, la [[capitalizzazione azionaria|capitalizzazione]] in borsa è di 39,345 miliardi di euro. La Telecom ha impiegato mediamente 79.628 dipendenti. Detiene partecipazioni per 11,19 miliardi di euro.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.it/TIPortale/docs/investor/BILANCIO_2007.pdf|urlmorto=sì|titolo=Bilancio 2007|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Nell'esercizio [[2008]], ha ottenuto 30.158 milioni di euro di ricavi, un EBIT di 5.463 milioni di euro, un utile netto di 2.215 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 20.039 milioni di euro, il patrimonio netto a 26.856 milioni di euro, la capitalizzazione in borsa è di 34.049 milioni di euro.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.it/TIPortale/docs/investor/RELAZIONE_DEPOSITO_2008.pdf|urlmorto=sì|titolo=Relazione deposito 2008|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Nel corso dell'esercizio relativo all'anno [[2009]], il Gruppo ha generato un ricavo pari a 27.163 milioni di euro, un [[EBITDA]] di 11.115 milioni di euro, un utile netto di 1.581 milioni di euro e ha effettuato investimenti industriali per 4.543 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 34.747 milioni di euro. Il personale del Gruppo, al 31 dicembre 2009, è pari a 71.384 unità di cui 60.872 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 16,1 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7 milioni, le linee TIM a 30,8 milioni e i clienti della TIM brasiliana 41,1 milioni. La7 ha uno [[Audience#Share|share]] medio giornaliero del 3,0% mentre i visitatori unici di Virgilio si attestano a circa 3,2 milioni al giorno.<ref>{{cita web|url=http://2009annualreport.telecomitalia.it:80/sites/2009annualreport.telecomitalia.it/files/download_center/Relazione_finanziaria_annuale_31.12.09_0.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110524031946/http://2009annualreport.telecomitalia.it/sites/2009annualreport.telecomitalia.it/files/download_center/Relazione_finanziaria_annuale_31.12.09_0.pdf#|formato=pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2009|dataarchivio=24 maggio 2011|accesso=6 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref>
 
=== 2010-2012 ===
[[File:Inserzione di una campagna pubblicitaria Telecom Italia (1977-1982).jpg|thumb|Inserzione della campagna ''Il telefono. La tua voce'', 1977-1982]]
Il gruppo Telecom Italia nel [[2010]] ha ottenuto 27.571 milioni di euro di ricavi, un EBITDA di 11.412 milioni di euro, un utile netto di 3.121 milioni di euro e ha effettuato investimenti industriali per 4.583 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 32.087 milioni di euro. Il personale del Gruppo, al 31 dicembre 2010, è pari a 84.200 unità di cui 58.045 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 15,4 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7,2 milioni, le linee TIM a 31 milioni, i clienti della TIM brasiliana a 51 milioni e le linee mobili in Paraguay a 1,9, mentre in Argentina le linee fisse sono 4,1 milioni, 1,4 milioni gli accessi broadband, 16,3 milioni i clienti mobili. La7 ha una share media giornaliera del 3,1% e i visitatori unici di Virgilio sono in media 3,7 milioni al giorno.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2010/Relazione-finanziaria-annuale-2010-Telecom-Italia.pdf|formato=pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Nel [[2011]] il Gruppo ha ottenuto 29.957 milioni di euro di ricavi, un EBITDA di 12.246 milioni di euro, un utile netto negativo di 4.726 milioni di euro (causa impatto negativo della svalutazione dell'avviamento) e ha effettuato investimenti industriali per 6.095 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 30.414 milioni di euro. Il personale del Gruppo, al 31 dicembre 2011, è pari a 84.124 unità di cui 56.878 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 14,7 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7,1 milioni, le linee TIM a circa 32,2 milioni, quelle della TIM brasiliana a 64,1 milioni e le linee mobili in Paraguay a 2,1, mentre in Argentina le linee fisse sono 4,1 milioni, 1,5 milioni gli accessi broadband, 18,2 milioni i clienti mobili.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2011/RelazioneFinanziariaAnnuale-2011-GruppoTI.pdf|formato=pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2011|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Nel [[2012]] Telecom Italia ha chiuso l'esercizio con investimenti pari a 5,19 miliardi, 23,01 miliardi di patrimonio netto<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2012/RelazioneFinanziariaAnnuale2012GruppoTelecomItalia.pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2012|formato=pdf|accesso=13 settembre 2013}}</ref> e realizzato ricavi per 29,50 miliardi, di cui: 17,88 miliardi da BU Domestic; 7,47 miliardi da BU Argentina; 3,78 miliardi da BU Brasile; 0,56 miliardi da Media, Olivetti e altro. A tali dati sono da sottrarre 206 milioni di elisioni. EBITDA di 11,64 miliardi, Ebit di 1,92 miliardi, perdite per 1,27 miliardi. I risultati sono in contrazione rispetto all'esercizio precedente per via della crisi economica italiana (BU Domestic) e della riduzione dei corrispettivi per la terminazione su rete mobile, decisa dall'AGCOM. La perdita è altresì imputabile ad una svalutazione dell'avviamento pari a 4,43 miliardi.
 
=== 2013-2018 ===
Nel [[2013]], il gruppo Telecom Italia ha effettuato investimenti per 4,4 miliardi, 26,8 miliardi di investimento finanziario netto e ha ottenuto 23,4 miliardi di euro di ricavi, di cui: 16,17 miliardi dalla BU Domestic; 6,94 miliardi dalla BU Brasile; 0,39 miliardi da Media, Olivetti e altre attività. I ricavi sono in riduzione a causa delle contrazioni delle attività domestiche e brasiliane. A causa di svalutazioni dell'avviamento dovute a deterioramento del contesto macroeconomico, delle decisioni dell'AGCOM riguardo ai prezzi di accesso wholesale alle rete in rame, performance commerciali, indicatori finanziari e aspettative della ''business unit domestic'', riporta 9,54 miliardi di EBITDA, 2,71 miliardi di Ebit e perdita di 674 milioni. Il valore residuo di impianti, immobili e macchinari ammonta a 12,29 miliardi, 6,28 miliardi il valore residuo delle "conoscenze" intese come concessioni, brevetti, licenze, diritti di brevetto industriale e di utilizzazione di opere d'ingegno, 20,18 miliardi di patrimonio netto.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Investitori/Bilanci_di_esercizio/2013/Relazione-Finanziaria-Annuale-31dicembre2013.pdf|titolo=Relazione finanziaria annuale 2013|formato=pdf|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Il Gruppo nel [[2014]] ha effettuato 4,94 miliardi di investimenti ottenendo 8,79 miliardi di EBITDA, 4,53 miliardi di Ebit, un utile netto consolidato di 1,35 miliardi di euro e un ricavo 21,57 miliardi di euro, di cui: 15,30 miliardi dalla BU Domestic; 6,24 miliardi dalla BU Brasile; 0,71 miliardi da Media e altre attività. A partire dal 2014, la ''business unit domestic'' accoglie, oltre a Core Domestic e International Wholesale, anche il gruppo Olivetti; il periodo posto a confronto è stato di conseguenza modificato.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/media/comunicati_stampa/telecom_italia/corporate/economico_finanziario/2015/CS-FY2014.pdf|titolo=Comunicato stampa: esaminata ed approvata dal consiglio di amministrazione la relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2014|data=19 marzo 2015|formato=pdf|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
Nel [[2015]], Telecom Italia S.p.A. termina l'esercizio<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/economico-finanziario/2016/preliminary-results-at-31-december-2015-approved.html|titolo=Telecom Italia: Approvati i risultati preliminari al 31 dicembre 2015|data=16 febbraio 2016|accesso=6 agosto 2018}}</ref> con un EBITDA pari a 5,266 miliardi di euro, un debito finanziario di 25,9 miliardi di euro e ricavi dai servizi domestici attestati a 14,058 miliardi di euro, dei quali: 10,372 miliardi derivanti dal mercato della rete fissa e 4,517 miliardi da quello mobile.
 
Nell'esercizio [[2018]] il gruppo TIM-Telecom Italia ha riportato un fatturato pari a [[Euro|€]] 18.940 miliardi e ha generato perdite per [[Euro|€]] 1.152 miliardi, con un EBITDA pari a [[Euro|€]] 7.403 miliardi.<ref>{{Cita web|url=https://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/en/archive/documents/investors/Annual_Reports/2018/TIM-Annual-report-2018.pdf|titolo=TIM Group - 2018 Annual Report|data=29-03-2019}}</ref>
 
 
 
 
== Le azioni ==
=== Valore ===
Le azioni della società con ''codice Isin IT 0003497168'' sono quotate dal 4 agosto 2003 presso Borsa Italiana quando avvenne la fusione tra Olivetti che incorporó Telecom Italia per assumere contestualmente la sua denominazione sociale.
 
* Il minimo storico è stato 0,47 euro per azione, il 6 agosto 2013.
* Il massimo storico è stato di circa 3,00 euro nel 2005.<ref>{{cita web|url=https://www.valoreazioni.com/titoli/telecom-italia-tit-mi|titolo=AZIONI TELECOM ITALIA – QUOTAZIONE TELECOM ITALIA (TIT.MI) IN TEMPO REALE}}</ref>
 
=== Dividendi ===
* 18 giugno 2018. Azioni ordinarie: 0 euro per azione; azioni risparmio: 0,0275 euro per azione.
* 19 giugno 2017. Azioni ordinarie: 0 euro per azione; azioni risparmio: 0,0275 euro per azione.
* 20 giugno 2016. Azioni ordinarie: 0 euro per azione; azioni risparmio: 0,0275 euro per azione.
* 22 giugno 2015. Azioni ordinarie: 0 euro per azione; azioni risparmio: 0,0275 euro per azione.
* 22 aprile 2014. Azioni ordinarie: 0 euro per azione; azioni risparmio: 0,0275 euro per azione.
* 25 aprile 2013. Azioni ordinarie: 0,02 euro per azione; azioni risparmio: 0,031 euro per azione.
* 21 maggio 2012. Azioni ordinarie: 0,043 euro per azione; azioni risparmio: 0,054 euro per azione.
* 18 aprile 2011. Azioni ordinarie: 0,058 euro per azione; azioni risparmio: 0,069 euro per azione.
* 24 maggio 2010. Azioni ordinarie: 0,05 euro per azione; azioni risparmio: 0,061 euro per azione.
* 20 aprile 2009. Azioni ordinarie: 0,05 euro per azione; azioni risparmio: 0,061 euro per azione.
 
=== Capitale sociale ===
Il capitale sociale della Telecom Italia è composto da 19.497.076.112 azioni: 13.470.955.451 azioni ordinarie (con diritto di voto) e 6.026.120.661 azioni di risparmio (senza diritto di voto). Il valore fissato per le azioni è di 0,55 euro.<ref>{{cita web|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/investors/shareholders/share-capital.html|titolo=Capitale Sociale|data=20 giugno 2017|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
| immagine = ProtezioneEcc1.png
| nome_onorificenza = Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile
| collegamento_onorificenza = Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
| motivazione = Per le operazioni di soccorso alla popolazione colpita dal sisma del 6 aprile 2009.
| luogo = Roma, 11 ottobre 2010<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri|wkautore=Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri|serie=Serie generale|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf|pubblicazione=[[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana]]|volume=anno 151|numero=277|pp=9-11|data=26 novembre 2010|città=Roma|formato=pdf|titolo=Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (D.P.C.M.) 11 ottobre 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri|wkautore=Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2010/11/26/10A14128/sg|data=26 novembre 2010|titolo=Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (D.P.C.M.) 11 ottobre 2010|accesso=6 agosto 2018}}</ref>
}}
 
== Fondazione TIMFormazione ==
* Ron – voce, cori, [[chitarra acustica]]
La Fondazione TIM, in precedenza Fondazione Telecom Italia sino al gennaio 2016, è stata costituita il 24 dicembre 2008 ed è attiva nel settore dell'inclusione sociale, nel 2011 ha finanziato la riapertura della biblioteca provinciale "Salvatore Tommasi" de [[L'Aquila]] e vari progetti destinati ai giovani in situazioni di disagio.
* Lorenzo Poli – [[basso elettrico|basso]]
 
* Elio Rivagli – [[batteria (strumento musicale)|batteria]], [[tamburello basco|tamburello]]
== Archivio storico ==
* [[Pino Di Pietro]] – [[tastiera elettronica|tastiera]], programmazione, [[pianoforte]], [[organo Hammond]]
L'Archivio storico Telecom Italia inaugurato a Torino nel 1998, che dispone di 18&nbsp;km lineari di immagini storiche<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gruppotim.it/|titolo=TIM Archivio storico|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita tweet|utente=TIM_Official|autore=TIM Official|numero=732881673059217408|data=18 maggio 2016|titolo="Abbiamo 18km lineari di immagini di archivio storico: vogliamo renderle accessibili a tutti e in Creative Commons"|accesso=6 agosto 2018}}</ref>, è fra i maggiori archivi d'impresa sul territorio italiano e in Europa. Il fondo ''Telecom Italia S.p.A.'' ([[Schedatura#Archivi|estremi cronologici]]: fine [[XIX secolo]]-2000)<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=362589|titolo=Complesso archivistico: Telecom Italia SpA|sito=[[Sistema archivistico nazionale#SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenza Archivistiche)|SIUSA]]|accesso=4 maggio 2018}}</ref> costituisce una straordinaria fonte di documentazione storica e tecnica per le ricerche sulle reti elettrica e telefonica perché raccoglie non soltanto il fondo documentario del principale operatore telefonico italiano, ma anche gli archivi di alcune società elettriche del Nord-Ovest operanti dalla fine dell'Ottocento ai primi [[anni 1930|anni Trenta]] del Novecento. Sono inoltre conservati più di 1800 oggetti, apparecchi e attrezzature, dalle centrali di sistema ai selettori, dai contatori alle cassette duplex, dai relè ai tavoli di prova, dai telefoni ad uso pubblico e privato agli attrezzi di lavoro, oltre a un ricco patrimonio librario di volumi tecnici specializzati. Nel 1992 è stato riconosciuto di notevole interesse storico dalla Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte del Ministero per i beni e le attività culturali.
* [[Pino Perris]] – pianoforte
* Chicco Gussoni – chitarra acustica, cori, [[chitarra elettrica]]
* [[Maurizio Fabrizio]] – pianoforte
* [[Nadia Biondini]], Tony Guerrieri, Marco Colantuoni, Fabio Gangi – cori
* [[Maurizio Parafioriti]] Registrato
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Enrico Cisnetto|wkautore=Enrico Cisnetto|titolo=Il gioco dell'Opa|editore=Sperling & Kupfer|città=Milano|anno=2000|isbn=978-88-200-2885-5}}
* {{cita libro|autore1=Maurizio Dallocchio|autore2=Gianluigi Lucchini|titolo=L'opa ostile. Il caso Olivetti-Telecom|editore=Egea – Università Bocconi Editore|città=Milano|anno=2001|isbn=978-88-238-0705-1}}
* {{cita libro|autore1=Giuseppe Oddo|wkautore1=Giuseppe Oddo|autore2=Giovanni Pons|titolo=L'affare Telecom|editore=Sperling & Kupfer|città=Milano|anno=2002|isbn=978-88-200-3285-2|edizione=1}}
* {{cita libro|autore=Davide Giacalone|wkautore=Davide Giacalone|titolo=Razza corsara. I mercati mal controllati e la politica in fuga. Il caso Telecom e la mala privatizzazione|editore=Rubbettino Editore|città=[[Soveria Mannelli]]|anno=2004|isbn=978-88-498-0813-1}}
* {{cita libro|autore=Massimo Mucchetti|wkautore=Massimo Mucchetti|titolo=Il baco del Corriere|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=2006|isbn=978-88-07-17132-1}}
* {{cita libro|autore=Maurizio Matteo Dècina|titolo=La Banda Larga. Opportunità e pericoli dell'Italia digitale|editore=Castelvecchi|città=Roma|anno=2015|isbn=978-88-6944-123-3|cid=Maurizio Matteo Dècina, ''La Banda Larga''}}
* {{cita libro|autore=Maurizio Matteo Dècina|titolo=Goodbye Telecom. Dalla Privatizzazione a una Public Company. Antologia del ventennale 1997-2017|editore=goWare|città=Firenze|anno=2017|isbn=978-88-6797-815-1}}
 
== Voci correlate ==
{{Div col|cols=2|small=no}}
* [[Alice (azienda)|Alice]]
* [[Benetton (famiglia)|Famiglia Benetton]]
* [[Vincent Bolloré]]
* [[Amos Genish]]
* [[Beppe Grillo]]
* [[Gettone telefonico]]
* [[Infrastrutture Wireless Italiane|INWIT]]
* [[IPTV di Telecom Italia]]
* [[LA7]]
* [[MTV (Italia)|MTV Italia]]
* [[Olimpia (azienda)]]
* [[Olivetti]]
* [[Arnaud de Puyfontaine]]
* [[Giuseppe Recchi]]
* [[Scheda telefonica]]
* [[Security Operation Center]]
* [[Servizio bitstream]]
* [[Società Esercizi Telefonici|SET]]
* [[SIP - Società idroelettrica piemontese]]
* [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico]]
* [[STET]]
* [[STIPEL]]
* [[Storia della telefonia in Italia]]
* [[Stream (azienda)]]
* [[Telecom Italia Media]]
* [[Telecom Italia Sparkle]]
* [[Telefónica]]
* [[TELVE]]
* [[TETI]]
* [[TIM]]
* [[TIM San Marino]]
* [[Timo - Telefoni Italia Medio Orientale|TIMO]]
* [[TIMvision]]
* [[Tin.it]]
* [[Ultimo miglio]]
* [[Virgilio (portale)|Virgilio.it]]
* [[Vivendi]]
{{Div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Telecom Italia|s=Portale:Diritto/Telecom}}
{{Interprogetto/notizia|Il canone Telecom è illegittimo|data=27 marzo 2006}}
{{Interprogetto/notizia|Si è suicidato il responsabile security di Telecom Italia|data=21 luglio 2006}}
{{Interprogetto/notizia|Intercettavano illegalmente attraverso la Telecom: molti arresti|data=20 settembre 2006}}
{{Interprogetto/notizia|Arrestato ex numero due del SISMI per l'inchiesta Telecom|data=12 dicembre 2006}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56219|titolo=Telecom Italia spa|sito=[[Sistema archivistico nazionale#SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenza Archivistiche)|SIUSA]]|data=5 novembre 2012|accesso=8 agosto 2018}}
* {{cita web|url=http://www.agcom.it/L_naz/dpr318_97.htm#9|titolo=Delibera dell'AGCOM per la separazione contabile delle attività Telecom}}
* {{cita web|url=http://technosoc.blogspot.com/2009/12/dark-future-for-telecom-italia-at-least.html|titolo=Grafico con numero di clienti in Italia 1997-2008}}
* {{cita web|url=http://www.beppegrillo.it/2010/04/beppe_grillo_in.html|titolo=Intervento di Beppe Grillo all'assemblea degli azionisti Telecom|urlmorto=sì|accesso=13 agosto 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130123011654/http://www.beppegrillo.it/2010/04/beppe_grillo_in.html#|dataarchivio=23 gennaio 2013}}
* {{cita web|url=http://rete.telecomitalia.com/|titolo=Telecom Italia racconta come funziona la Rete e le nuove tecnologie NGAN e LTE}}
* {{cita web|url=http://voices.telecomitalia.com/|titolo=Il corporate blog di Telecom Italia in cui dipendenti e blogger ospiti parlano dei temi d'avanguardia delle nuove tecnologie, dei nuovi media e del futuro digitale}}
* {{cita web|url=http://www.fondazionetim.it|titolo=Sito della Fondazione TIM}}
* {{cita web|url=http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf|titolo=SIP-Telecom Italia. Storia|accesso=19 novembre 2018}}
 
{{Telefonia fissa italiana}}
{{FTSE Italia All-Share}}
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{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Aziende della città metropolitana di Milano]]
[[Categoria:Telecom Italia| ]]
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[[Categoria:Telefonia mobile in Italia]]