Biblioteca comunale Chelliana e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 2: differenze tra le pagine

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|Indirizzo = [[Strada del Giuoco del Cacio|via Giuseppe Mazzini]], 36
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|Apertura = 1° marzo [[1860]]
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La '''Biblioteca comunale Chelliana''' è la principale biblioteca pubblica della città di [[Grosseto]].
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== Storia ==
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[[File:Giovanni Chelli.jpg|thumb|Giovanni Chelli (1809-1869)]]
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=== Giovanni Chelli e la nascita della biblioteca ===
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L'istituzione di una biblioteca pubblica nella città di Grosseto si deve alla passione culturale e alla intraprendenza politica del canonico [[Giovanni Chelli]], erudito senese, ordinato sacerdote nel 1840 e [[canonico]] della [[Duomo di Grosseto|cattedrale di San Lorenzo]].<ref name=vitali>{{Cita|Vitali 1969|p.&nbsp;210}}.</ref><ref name=Corso130>{{Cita|Bonelli, Corso 1994|pp.&nbsp;130–131.}}</ref><ref name=michel>{{Cita|Michel 1930|p.&nbsp;670.}}</ref> Personalità controversa di sacerdote repubblicano e liberale, aveva appoggiato il governo provvisorio di [[Francesco Domenico Guerrazzi]] schierandosi contro [[papa Pio IX]], ed era forte sostenitore dell'[[unità d'Italia]], nonché legato da rapporti di amicizia a personalità risorgimentali quali [[Costantino Nigra]] e [[Vincenzo Salvagnoli]]; questo atteggiamento gli erano costati anni di esilio, sorveglianza e censura.<ref name=vitali/><ref name=Corso130/><ref name=michel/> A Grosseto, il Chelli fu il principale e forse unico promotore culturale della città, avvertendo fin dal principio la necessità dell'istituzione di una biblioteca civica; fino a quel momento, infatti, il solo ente che animasse la vita cittadina era la [[Confraternita della Misericordia]], dedita peraltro ad attività filantropiche.<ref name=Corso130/> Il 30 dicembre 1858, Giovanni Chelli presentò un'istanza al [[Capitolo (canonici)|Capitolo dei canonici]] della cattedrale: nelle intenzioni del sacerdote, che da tempo stava raccogliendo un nutrito fondo librario e anche alcuni oggetti archeologici – molti dei quali accomunati dai soli criteri di preziosità e rarità – c'era anche quella di partecipare attivamente alla lotta per l'[[alfabetizzazione]].<ref name=vitali/> Il Capitolo deliberò che a Giovanni Chelli fosse «accordata la direzione di detta Biblioteca con il titolo di Direttore, e di obbligargli a rimettere il Regolamento dentro un Anno all'approvazione del Rév.mo Capitolo» e a questo scopo gli assegnò tre locali del [[Palazzo Vescovile (Grosseto)|Palazzo Vescovile]], mancante del proprio inquilino in quanto la diocesi era sede vacante.<ref name=Corso132>{{Cita|Bonelli, Corso 1994|p.&nbsp;132.}}</ref>
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Chelli si occupò in autonomia di recuperare suppellettili per l'allestimento dei locali e soprattutto cercare donazioni per incrementare il fondo librario. I primi in città che avevano sostenuto l'operato del sacerdote erano stati il vescovo [[Giovanni Domenico Mensini]], morto nel 1858 lasciando nel testamento la propria libreria personale ricca di edizioni di pregio, e il vicario capitolare Domenico Pizzetti, morto nel 1859, che aveva donato un'ampia collazione di testi del [[XVI secolo|XVI]], [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]].<ref name=vitali/><ref name=Corso132/> A questo primo nucleo di circa {{formatnum:5000}} volumi, si aggiunsero altre donazioni cercate personalmente dal Chelli, raggiungendo infine la cifra di {{formatnum:9000}} volumi.<ref name=Corso132/> Scriveva il sacerdote nel febbraio 1860: «Per diminuire l'incomodo a quelle gentili persone che da ora in avanti vorranno favorire la Biblioteca di libri si è pensato di destinare due depositi uno in Firenze alla libreria Poggi in faccia al Palazzo non finito e l'altro in Siena alla libreria Pozzi, i quali signori che graziosamente prestano, rilasceranno ricevuta».<ref name=Corso132/>
 
La prima biblioteca a Grosseto, non disgiunta dal [[Museo archeologico e d'arte della Maremma|museo civico archeologico]], fu così inaugurata il 1º marzo 1860.<ref name=vitali/><ref name=Corso133>{{Cita|Bonelli, Corso 1994|pp.&nbsp;133–134.}}</ref> Durante la sua direzione, con il sacerdote Federigo Riccioli quale bibliotecario, Chelli continuò a scrivere lettere a uomini facoltosi sia locali sia nazionali, allo scopo di incrementare il patrimonio della neonata biblioteca.<ref name=Corso133/> Tra le più cospicue, si ricordano le donazioni del gonfaloniere del comune di Grosseto [[Angelo Ferri]], di Angelo Fabbrini e di Maurizio Bufalini; all'indomani dell'[[unità d'Italia]], Chelli scrisse lettere anche al ministro [[Marco Minghetti]], al barone [[Bettino Ricasoli]], al ministro [[Francesco De Sanctis]], a re [[Vittorio Emanuele III]] e all'imperatore francese [[Napoleone III]].<ref name=Corso133/><ref>{{Cita|Bosco, Seravalle 2009|pp.&nbsp;82, 98, 109–110, 143.}}</ref>
 
Per meglio comprendere tuttavia il clima di arretratezza economica e sociale in cui il progetto di una pubblica biblioteca si stava inserendo, basti pensare che la città di Grosseto, che era limitata al solo nucleo urbano entro le [[Mura di Grosseto|mura medicee]], era disabitata per sei mesi l'anno. Durante i mesi più caldi infatti si verificava il fenomeno dell'[[estatatura]], quando tutti gli uffici pubblici si trasferivano in montagna date le condizioni geografiche e climatiche proibitive che aumentavano il rischio di contrarre la [[malaria]]. Il Chelli si ritrovò fin da subito a fronteggiare problemi di carattere economico, anche perché il sostegno ricevuto dal Capitolo della cattedrale era soltanto apparente.<ref name=Corso133/> La [[diocesi di Grosseto]] attendeva la nomina di un nuovo vescovo, in quanto la sede era vacante dal 1858 a causa dei contrasti tra lo Stato italiano e lo [[Stato Pontificio]], e non sentiva necessità di impegnarsi in un progetto che mancava dell'approvazione di un'autorità ecclesiastica superiore. Così scriveva il Chelli in una nota del diario del 3 dicembre 1861: «Il Capitolo non ha sborsato un centesimo per la Biblioteca e il Museo. Il Capitolo non ha fondi per mantenere questo stabilimento. Il Capitolo non può dare alcuna garanzia di ciò che esiste nella Biblioteca. [...] Il pubblico non può essere garantito che dal Governo o al più dal Muncipio».<ref name=Corso133/> Deciso così a rendere statale la biblioteca, il presbitero scrisse al [[Ministero della pubblica istruzione]] nell'agosto del 1862, affinché intervenisse con un decreto, ma la risposta fu negativa; il suggerimento, tuttavia, fu quello di donare spontaneamente l'istituzione al Comune.<ref name=Corso135>{{Cita|Bonelli, Corso 1994|pp.&nbsp;135–136.}}</ref> Dopo alcuni ripensamenti, Chelli si decise a sottoscrivere l'atto di donazione ''inter vivos'' nel 1864 e la solenne cerimonia d'inaugurazione fu tenuta il 30 marzo 1865 con l'intitolazione della biblioteca al suo fondatore.<ref name=vitali/><ref name=Corso135/>
 
=== I continui trasferimenti e i primi inventari ===
Il patrimonio librario nel frattempo continuava ad aumentare, soprattutto in seguito ad una sostanziosa donazione dell'ingegnere [[Alessandro Manetti]] (1865), e la necessità di dare alla biblioteca una sede stabile iniziò farsi pressante.<ref name=vitali/> Nel maggio 1866 è contato un patrimonio di circa {{formatnum:50000}} volumi, ordinato in cinque sezioni (belle lettere, scienze, arti e mestieri, storia, giurisprudenza, teologia) secondo il sistema di classificazione "[[Jacques Charles Brunet|Brunet]]".<ref name=Corso135/> Nel 1867 il papa nominò [[Anselmo Fauli]] nuovo vescovo di Grosseto, dopo nove anni di sede vacante, e il Chelli arrivò a esortare il Governo affinché acquistasse il palazzo vescovile temendo la chiusura della biblioteca, timore poi rivelatosi fondato.<ref name=Corso135/> La Chelliana fu sfrattata dalla residenza diocesana e la nuova sistemazione comportò una provvisoria divisione tra la biblioteca e la sezione archeologica. I libri furono ospitati in due sale di palazzo Ponticelli, mentre i reperti vennero trasferiti nel [[chiostro]] della [[Chiesa di San Francesco (Grosseto)|chiesa di San Francesco]].<ref name=bonelli481>{{Cita|Bonelli 2011|p.&nbsp;481.}}</ref>
 
Giovanni Chelli morì nell'ottobre del 1869, non prima però di esprimere un'ultima richiesta: il trasferimento della biblioteca in [[Via Mazzini (Grosseto)|via Mazzini]] presso la "barriera" di [[Porta Nuova (Grosseto)|Porta Nuova]].<ref name=bonelli481/> A questa sede verrà destinata nel 1870, nuovamente riunita con il museo civico.<ref name=bonelli481/> Nonostante la difficoltà che si riscontra nella ricostruzione delle sistemazioni successive a questa data, sappiamo con certezza che per la biblioteca ebbe inizio un iter di trasferimenti che mortificò ogni tentativo di migliorare le sorti dell'istituzione e che invece finì per disperdere buona parte del patrimonio fino a quel momento accumulato: sono documentate collocazioni presso il [[Palazzo Comunale (Grosseto)|palazzo comunale]], il [[Palazzo del Vecchio Tribunale|palazzo del Tribunale]] e il [[Palazzo Aldobrandeschi|palazzo della Provincia]].<ref name=Corso135/><ref name=bonelli481/> Nonostante la nomina di un nuovo direttore nella figura di Giovanni Battista Ponticelli, e di un bibliotecario conservatore, il professor [[Agostino Barbini]], il quale nel 1873 per primo si dedicò alla compilazione degli inventari e alla riorganizzazione del materiale librario, la biblioteca si trovava ancora in una situazione precaria, anche per la poca attenzione rivoltale dall'amministrazione comunale.<ref>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|pp.&nbsp;34, 39–40.}}</ref>
 
Pochi anni dopo la morte di Barbini, che era rimasto bibliotecario fino al 1902, la biblioteca fu affidata al nuovo direttore [[Giovanni Pizzetti]], avvocato e personalità influente della società grossetana dell'epoca, che era stato sindaco della città negli anni novanta del [[XIX secolo]].<ref name=bosco40>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|p.&nbsp;40.}}</ref> Il direttore Pizzetti comprese subito lo stato precario dell'istituzione e mise in evidenza nel febbraio 1908 come la biblioteca fosse «ancora tenuta con sistema che non è razionale, e con metodi talmente antichi, che alle volte riesce quasi impossibile la ricerca di un libro, e il più delle volte difficile».<ref name=bosco40/> Denunciò all'amministrazione comunale la mancanza di figure professionali addette alla conservazione della biblioteca e, forse per via della sua influenza politica, venne accontentato con la nomina a conservatore il 20 ottobre 1909 del professor Alfredo Segrè, al quale fu affidato il nuovo riordino degli inventari.<ref name=bosco40/><ref name=bonelli483>{{Cita|Bonelli 2011|p.&nbsp;483.}}</ref> Nel 1910 Segrè inventariò e descrisse trentanove [[manoscritti]] per gli ''Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia'' di [[Giuseppe Mazzatinti]] e [[Albano Sorbelli]],<ref>{{Cita|Segrè 1910|pp.&nbsp;39-48.}}</ref> e inserì i circa {{formatnum:25000}} volumi della biblioteca<ref>Nella ''Statistica delle biblioteche'' del 1894 il Ministero aveva censito {{formatnum:21500}} volumi. Si noti come il numero del patrimonio librario sia dimezzato rispetto ai {{formatnum:50000}} volumi censiti nel 1866.</ref> nel catalogo a schede organizzato secondo il sistema "[[Aristide Staderini|Staderini]]".<ref name=bonelli483/> Tra le donazioni significative di questo periodo, si segnalano i fondi della matematica Adele Capuzzo-Dolcetta<ref>{{Cita web|url=http://scienzaa2voci.unibo.it/biografie/470-capuzzo-dolcetta-adele|titolo=Adele Capuzzo Dolcetta|accesso=25 giugno 2019}}</ref> (1905) e del patriota [[Nicola Guerrazzi]] (1912).<ref name=vitali/>
 
=== Dagli anni venti alla seconda guerra mondiale: le direzioni Cappelli e Broli ===
Dalla documentazione pervenuta sappiamo che Alfredo Segrè rimase responsabile dell'organizzazione della Chelliana fino 1920, mentre la direzione, dopo la rimozione di Pizzetti il 27 dicembre 1909, era stata affidata a una commissione presieduta dall'architetto [[Lorenzo Porciatti]], rimasto in carica almeno fino al 1913.<ref name=bosco44>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|p.&nbsp;44.}}</ref> Nel 1921 venne nuovamente nominato direttore Giovanni Pizzetti, mentre due anni dopo la biblioteca, comprensiva ancora di museo e una piccola pinacoteca, venne affidata allo storico e canonico [[Antonio Cappelli (1868-1939)|Antonio Cappelli]], già membro del consiglio direttivo della Chelliana almeno dal 1904.<ref name=bosco44/> Ed è proprio nel 1923 che l'istutuzione fu destinata alla sede che avrebbe dovuto essere quella definitiva: il [[palazzo Mensini]] in via Mazzini, già sede del Regio ginnasio e liceo "Carducci-Ricasoli". Una residenza stabile e l'attenta direzione da parte di Cappelli consentì una crescita esponenziale dell'istituto, soprattutto grazie ad una cospicua serie di acquisti e donazioni. Nel 1934 il professor Angelo Davoli della Scuola bibliografica italiana condusse un'indagine sugli [[incunaboli]] posseduti dalla biblioteca, scrivendo infine di una «doviziosa raccoltina di trentadue incunaboli», della presenza di varie centinaia di manoscritti e [[cinquecentine]] e di una collezione totale di circa {{formatnum:70000}} volumi.<ref>{{Cita|Davoli 1934|pp.&nbsp;31–65.}}</ref>
 
Cappelli morì il 28 luglio 1939 e venne sostituito nel dicembre di quell'anno da Maria Emilia Broli, cremonese diplomata al corso per le [[Biblioteca popolare|biblioteche popolari]] e già impiegata alla [[Biblioteca statale di Lucca]], la quale fu la prima direttrice della Chelliana effettivamente competente in materia [[Biblioteconomia|biblioteconomica]].<ref name=broli>{{Cita|Francioni 2016|pp.&nbsp;39–40.}}</ref> Inizialmente assistita da un giovane [[Giorgio De Gregori]],<ref name=broli/> la Broli lamentava che il suo predecessore «nulla aveva fatto circa quelle misure di previdenza, alle quali il Ministero dell'Educazione Nazionale invitava tutti i direttori delle biblioteche del Regno».<ref>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|pp.&nbsp;41–42.}}</ref> La direttrice si occupò anche di procurarsi le schede e i registri regolamentari richiedendoli alla [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]] e dette inizio così al primo vero processo di ordinamento della Chelliana, con la modernizzazione delle procedure ed una corretta archiviazione realizzata mediante inventari, cataloghi e una migliore tenuta dei registri.<ref name=broli/> Inoltre, l'istituzione iniziò per la prima volta ad aprirsi alla comunità, ponendosi come servizio ed aprendo le porte al pubblico, con una sezione dedicata alla storia locale e la creazione di un'[[emeroteca]]; fino ad allora la frequentazione della biblioteca era ristretta e si era mantenuta piuttosto costante, come testimoniano i dati: 261 lettori nel 1926, 316 nel 1928, 345 nel 1930.<ref>{{Cita|Francioni 2016|p.&nbsp;38.}}</ref> Durante gli anni della [[seconda guerra mondiale]], la Broli organizzò l'evacuazione del materiale di maggiore pregio dell'istituto secondo il Piano di protezione antiaerea (PPA) del Ministero: la sua intuizione fu quella di decentrare le opere più preziose affidandole in custodia a don Omero Mugnaini, parroco antifascista di [[Istia d'Ombrone]], che le conservò all'interno della casa canonica di [[Chiesa di San Salvatore (Istia d'Ombrone)|San Salvatore]].<ref name=francioni41>{{Cita|Francioni 2016|p.&nbsp;41–43.}}</ref> Questo permise al materiale più antico di sopravvivere alle vicissitudini della guerra: il 29 novembre 1943, infatti, palazzo Mensini venne fortemente danneggiato da un [[Bombardamento di Grosseto#Altri bombardamenti|bombardamento anglo-americano]], che ebbe come conseguenza quella di lasciare la biblioteca incustodita ed esposta a continui saccheggi.<ref name=broli/> Parte del materiale sopravvissuto venne trasferito nello scantinato del [[palazzo della Regia scuola tecnica industriale |palazzo della Regia scuola tecnica industriale]] di piazza De Maria, fuori [[Porta Vecchia (Grosseto)|Porta Vecchia]]: tale scelta non si rivelò fortunata, in quanto il palazzo fu danneggiato e gli scantinati completamente allagati in seguito all'alluvione che colpì la città il 2 novembre 1944.<ref name=francioni41/><ref>{{Cita|Bottasso 1984|p.&nbsp;329.}}</ref><ref>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|pp.&nbsp;42–43.}}</ref><ref name=bonelli14>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;14.}}</ref>
 
=== Luciano Bianciardi e la biblioteca del dopoguerra ===
Al termine del secondo conflitto mondiale la Chelliana visse un periodo di incuria e di incertezze; stava procedendo la ricostruzione di Grosseto – palazzo Mensini sarà ricostruito nel 1946<ref name=francioni45>{{Cita|Francioni 2016|pp.&nbsp;45–46.}}</ref> – e i libri della biblioteca erano ancora in buona parte conservati nello scantinato del palazzo di piazza De Maria.<ref name=bonelli14/><ref name=bianciardiruote>{{Cita pubblicazione|autore=[[Luciano Bianciardi]]|titolo=La cultura su quattro ruote|collana=L'antimeridiano|volume=2|pagina=210}}</ref> Nel 1945 la direttrice Maria Emilia Broli era stata assegnata alla direzione della biblioteca comunale di [[Asti]],<ref name=broli/> e la Chelliana era gestita provvisoriamente da alcuni volontari di concerto con l'amministrazione comunale, allora presieduta da [[Lio Lenzi]]. Tra questi vi era [[Luciano Bianciardi]], il quale «armato di uno spazzolino di penne di struzzo» aveva iniziato insieme ad altri volontari l'opera di liberazione dei libri dal fango, inizialmente senza compenso, finendo poi per essere assunto dalla biblioteca il 24 gennaio 1949.<ref name=francioni36>{{Cita|Francioni 2016|p.&nbsp;36–37.}}</ref> Sebbene nelle intenzioni del Comune vi fosse quella di nominare direttore l'allora consigliere comunale Tullio Mazzoncini, su richiesta della soprintendente [[Anita Mondolfo]] si procedette ad un ufficiale richiesta di candidature.<ref name=francioni36/> Delle tre persone che fecero richiesta, tra cui [[Renato Pollini]] che sarà poi sindaco della città, solo Bianciardi era laureato e inoltre aveva già iniziato in via non ufficiale al riordino del materiale.<ref name=francioni36/> Nell'autunno del 1951 Luciano Bianciardi venne nominato direttore della Chelliana.<ref name=francioni36/>
 
Nonostante fosse stata riaperta al pubblico già dall'estate del 1949, l'inaugurazione ufficiale avvenne il 6 luglio 1952, alla presenza delle autorità locali, del direttore generale delle biblioteche Ettore Apolloni e dall'ispettore generale delle biblioteche Carlo Frattarolo.<ref>{{Cita|Francioni 2016|p.&nbsp;68.}}</ref> La riorganizzazione della biblioteca dopo la guerra era avvenuta in collaborazione tra Bianciardi e la stessa Mondolfo;<ref>{{Cita|Francioni 2016|pp.&nbsp;47–54.}}</ref> al momento dell'inaugurazione possedeva {{formatnum:20000}} volumi.<ref name=bonelli14/> L'intera attività di Bianciardi era portata avanti con il solo aiuto del custode Emilio Gentili.<ref name=francioni45/> Il suo proposito era quello di unire il profilo storico delle raccolte della biblioteca a un'opera di aggiornamento e incremento del patrimonio, volta ad incontrare il nuovo pubblico e a proporre l'istituzione come utile strumento di sapere contemporaneo.<ref name=bianciardiruote/> Scriveva Bianciardi che «La biblioteca civica era stata, negli anni fino alla guerra, una tipica piccola biblioteca di provincia. Frequentata da pochi specialisti di erudizione locale, gelosa e chiusa di fronte al gran pubblico [...]. Bisognava invece adoperarsi in ogni modo per fare della biblioteca un centro attivo di diffusione culturale e di educazione alla lettura».<ref name=bianciardiruote/>
 
Nel fervore culturale dell'Italia del dopoguerra, la Chelliana aveva sviluppato una forte ripresa organizzativa e intellettuale, con Bianciardi stesso che si era fatto promotore di numerose iniziative in città e in provincia: l'organizzazione di un [[cineforum]]; le collaborazioni con [[Carlo Cassola]] sull'«[[Avanti!]]» circa le condizioni dei minatori nei territori del grossetano – poi finite nel volume di indagine sociologica ''[[I minatori della Maremma]]'' – e la settimana del libro alla cui inaugurazione nel novembre del 1953 aveva partecipato il ministro [[Amintore Fanfani]].<ref>{{Cita|Corrias 2011|pp.&nbsp;59–62.}}</ref><ref name=conferenze>{{Cita|Francioni 2016|pp.&nbsp;90–99.}}</ref> Dal febbraio del 1952 Bianciardi iniziò a organizzare in biblioteca una serie di conferenze e incontri, per i quali furono chiamati alla Chelliana intellettuali come Carlo Cassola e [[Giuseppe Dessì]], frequentatori abituali, o come [[Aldo Capitini]], [[Guido Aristarco]], [[Carlo Salinari]] e [[Carlo Montella]], tra i vari.<ref name=conferenze/> Bianciardi stesso tenne almeno quattro conferenze: sull'''[[Antologia di Spoon River]]'', sugli statuti di [[Montepescali]], sul materiale di pregio della Chelliana e su [[Benedetto Croce]].<ref name=conferenze/> Questo periodo di intensa attività culturale, tra conferenze, intellettuali, burocrati di provincia e funzionari pubblici, sarà al centro della satira dello stesso Bianciardi nel suo primo romanzo ''[[Il lavoro culturale]]'' (1957).<ref name=conferenze/><ref>{{Cita libro|autore=Luciano Bianciardi|titolo=[[Il lavoro culturale]]|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=1957}}</ref> Uno dei più noti e significativi contributi di Luciano Bianciardi alla Chelliana fu il progetto di istituzione del [[bibliobus]], biblioteca itinerante con il fine di estendere il servizio anche nei centri rurali del comune di Grosseto.<ref name=bibliobus>{{Cita|Francioni 2016|pp.&nbsp;71–85.}}</ref> Nonostante gli sia stata più volte attribuita la paternità dell'introduzione del bibliobus in Italia,<ref name=corrias>{{Cita|Corrias 2011|pp.&nbsp;43–44.}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://www.aib.it/aib/clm/famo1-040823.htm|titolo =Bibliotecari famosi... ma non in quanto bibliotecari|autore =|wkautore =Associazione italiana biblioteche|sito =aib.it|editore =AIB|data =3 novembre 2002|lingua = |formato =|pagina = |pagine = |citazione = |accesso =1 giugno 2014|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =no}}</ref> Bianciardi e l'amministrazione comunale avevano tratto spunto da una simile iniziativa che la [[Biblioteca Estense universitaria di Modena|Biblioteca Estense]] di [[Modena]], diretta da [[Emma Coen Pirani]], aveva avviato alla fine del 1952.<ref name=bibliobus/> Pochi mesi dopo, il 20 giugno 1953, venne inaugurato ed esposto a Grosseto in [[piazza Socci]] il bibliobus della Chelliana, un autofurgone [[Lancia Ardea]], appositamente modificato e trasformato all'interno per contenere scaffalature valide al sostegno di circa un migliaio di volumi di piccolo formato.<ref name=bibliobus/> Inoltre, furono aperte sedi distaccate della biblioteca a [[Batignano]], [[Istia d'Ombrone]], [[Montepescali]], e in un secondo momento a [[Braccagni]] e [[Marina di Grosseto]].<ref name=bibliobus/><ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;15.}}</ref> Nelle «gite» per la pianura con il bibliobus, Bianciardi era accompagnato dal collaboratore Aladino Vitali, in quanto non possedeva la patente, ed aveva coniato il motto «questo è il bibliobus Chelliana che viaggia una volta a settimana».<ref name=bibliobus/><ref name=corrias/> Come ricordava lo scrittore Carlo Cassola, accompagnatore occasionale, «si partiva alla mattina, giravamo nei paesi con questi libri, ed era un modo per bighellonare da un paese all'altro, conoscere tanta gente. A pranzo si scoprivano le trattorie».<ref name=corrias/>
 
=== La lunga direzione di Aladino Vitali ===
Dopo le dimissioni di Luciano Bianciardi, trasferitosi a [[Milano]] per partecipare alla nascita della [[Feltrinelli]], a ricoprire l'incarico di direttore fu Vladimiro Lenzi, figlio dell'ex sindaco [[Lio Lenzi]], dall'aprile al dicembre del 1954, quando venne nominato Aladino Vitali (1920-2011), dipendente della Chelliana e già stretto collaboratore di Bianciardi.<ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;32.}}</ref> Nel 1955 l'amministrazione comunale nominò inoltre un direttore per il museo civico nella figura di [[Aldo Mazzolai]], sancendo la divisione definitiva tra biblioteca e museo che fino a quel momento erano ancora congiunti.<ref>{{Cita|Francioni 2016|p.&nbsp;38.}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Kansas City, un paradosso fortunato: intervista con Aldo Mazzolai|rivista=Il gabellino|numero=12|anno=2005|pagine=4–5}}</ref>
 
La Biblioteca comunale Chelliana nel 1955 possedeva {{formatnum:25579}} volumi e {{formatnum:24266}} opuscoli;<ref>{{Cita|Bonelli 2008|pp.&nbsp;12–13.}}</ref> a partire dal 1956 iniziarono ad essere tenute per la prima volta statistiche giornaliere circa la frequentazione della biblioteca, con dati sulle presenze, su letture, prestiti e iscrizioni.<ref>{{Cita|Bonelli, Corso 1998|p.&nbsp;138.}}</ref> Dalle {{formatnum:3670}} presenze del 1956 si passò alle {{formatnum:10219}} del 1959,<ref name=bonelli29>{{Cita|Bonelli 2008|pp.&nbsp;29–30.}}</ref> anno in cui viene approvato il regolamento della biblioteca.<ref>{{Cita|Bonelli 2008|pp.&nbsp;133–143.}}</ref> Durante la direzione Vitali, dall'inizio degli anni sessanta fino agli anni ottanta, i frequentatori della biblioteca si attestarono stabilmente intorno alle {{formatnum:15000}} presenze, a fronte di una popolazione cittadina di circa {{formatnum:55000}} abitanti ma in costante crescita.<ref name=bonelli29/> Secondo il giudizio che ne darà [[Piero Innocenti]], «Vitali si sarebbe rivelato nella sua gestione [...] il miglior bibliotecario nella storia della biblioteca grossetana: uomo di cultura [...], tecnico impeccabile, funzionario attento, per nulla spaventato o anche solo intimidito dalla necessaria e defatigante interlocuzione con assessori, sindaci e burocrati statali».<ref name=innocenti>{{Cita|Innocenti 2009|pp.&nbsp;64–65.}}</ref> I rapporti tra biblioteca e amministrazione comunale erano in effetti poco distesi, come si rileva dalla ricca documentazione e dalle corrispondenze con i vari assessori alla cultura e gli allora sindaci Renato Pollini e [[Giovanni Battista Finetti]]; Vitali lamentava noncuranza da parte del Comune e un totale disinteresse alle continue rimostranze effettuate circa la carenza di personale qualificato e l'inadeguatezza degli spazi concessi.<ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;16, 22–24.}}</ref>
 
Nel 1966 la Chelliana si ritrovò a fronteggiare un evento che ebbe la conseguenza di tenere emarginata la biblioteca per circa quattro anni dalla vita culturale cittadina: l'[[Alluvione di Grosseto del 4 novembre 1966|alluvione che colpì la città il 4 novembre]], la quale provocò ingenti danni al patrimonio librario.<ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;18.}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Luciano Bianciardi|autore2=Pilade Rotella|titolo=Grosseto, un'alluvione per la povera gente|città=Grosseto|editore=Errepi|anno=1967}}</ref> Come si legge nella testimonianza dell'epoca di Ettore Bianciardi, figlio di Luciano e volontario impegnato alla pulizia dei libri dal fango, come era stato il padre dopo l'alluvione del 1944, «la situazione era molto grave, lo sottolineava la faccia più seria del solito del direttore Aladino Vitali, sempre con il suo camice bianco, ora però macchiato dal fango; mi fecero entrare nelle stanze interne, inaccessibili fino ad allora a me e agli altri; tirammo fuori i libri dei ripiani bassi, erano blocchi di fango. Dovevamo, con la nostra scarsa perizia, aprire a una a una le pagine separandole e poi mettere i libri a cavalcioni su un filo tirato tra le pareti, come panni ad asciugare».<ref>{{Cita news|nome=Ettore|cognome=Bianciardi|titolo=Alla Chelliana i libri come panni ad asciugare|rivista=Grosseto, 4 novembre 1966. 40 anni fa l'alluvione|editore=[[La Nazione]]. Cronaca di Grosseto|data=4 novembre 2006}}</ref> Interdetta in un primo momento al pubblico, solo a partire dal 1971 la Chelliana poté nuovamente essere operativa a pieno ritmo.<ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;21.}}</ref>
 
Un aspetto importante della direzione Vitali fu la realizzazione di un servizio come quello del [[prestito interbibliotecario]], messo in opera da Aladino Vitali per venire incontro agli studenti universitari. La sua direzione, che si è protratta per ben trent'anni, si è caratterizzata per una forte vocazione conservativa, non disgiunta dalla preoccupazione costante di far fronte con pochi mezzi ad esigenze che con il passare degli annisi facevano via via più impellenti: ampliamento delle raccolte, aggiornamento professionale dei bibliotecari, riordino dei libri e risistemazione fisica degli spazi.<ref name=innocenti/>
 
=== Gli anni del decentramento ===
[[File:Biblioteca Chelliana Sede Europa.JPG|thumb|La sede della biblioteca al villaggio Europa dal 1994 al 2019]]
Nel gennaio del 1990 venne nominato direttore Valerio Fusi, il quale negli anni precedenti era stato membro della commissione di gestione della biblioteca, istituita con la Legge Regionale numero 33 del 1976.<ref name=bonelli37>{{Cita|Bonelli 2008|pp.&nbsp;37–42.}}</ref> Sin dal suo insediamento, apparvero chiare a Fusi quali fossero la situazione di partenza e le condizioni in cui versava l'istituzione.<ref name=bonelli37/> La sua direzione fu mirata a realizzare un servizio strutturato per la comunità di riferimento mediante uno svecchiamento delle raccolte che investiva prima di tutto il settore scientifico, da lui implementato, e all'adeguamento della biblioteca agli standard [[International Federation of Library Associations and Institutions|IFLA]] del 1988: l'adozione dello scaffale aperto, la riorganizzazione della sezione locale, l'estensione del [[Classificazione decimale Dewey|sistema di classificazione "Dewey"]] all'intero patrimonio librario e l'informatizzazione di tutta l'attività della biblioteca.<ref name=bonelli37/><ref name=innocenti/> Il patrimonio antico fu sottoposto a un lavoro di riordino e catalogazione che culminò nell'edizione di due cataloghi, uno sugli incunaboli (1993) e uno sulle cinquecentine (1995).<ref name=bonelli37/><ref>{{Cita libro|nome=Anna|cognome=Bosco|nome2=Luca|cognome2=Seravalle|titolo=Incunaboli della Biblioteca Chelliana di Grosseto|città=Firenze|editore=Titivillus Editore|anno=1993}}; {{cita libro|nome=Anna|cognome=Bosco|nome2=Luca|cognome2=Seravalle|titolo=Le edizioni del XVI secolo della Biblioteca Chelliana|editore=Biblioteca Chelliana|città=Grosseto|anno=1995}}</ref> Nel 1994 acquisì inoltre l'[[Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana]] e l'Archivio delle sceneggiature, chiuso nel 1998.<ref name=bonelli37/><ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=113|titolo=Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana|accesso=26 giugno 2019}}</ref> In questo periodo particolarmente felice per la Chelliana, fu avvertita la necessità di dotare la biblioteca di maggiori spazi; nel 1993 l'intero palazzo Mensini fu destinato a sede della Chelliana, fino a quel momento co-abitato con il liceo classico "Carducci-Ricasoli", che stava per essere trasferito nel nuovo plesso alla "Cittadella dello studente", fuori dalle mura.<ref name=innocenti/> Fu stabilito il provvisorio trasferimento della biblioteca in uno stabile nell'allora periferia nord della città, presso il [[Europa (Grosseto)|villaggio Europa]], mentre il palazzo Mensini venne destinato a un'opera di restauro complessivo.<ref name=innocenti/> Il trasloco della Chelliana nell'ex plesso della scuola media Giuseppe Ungaretti in piazza Cavalieri ebbe inizio nel giugno del 1994 e si concluse nel maggio del 1995.<ref name=innocenti/>
 
Dal [[2000]] la Biblioteca comunale Chelliana è centro di rete del Sistema Bibliotecario Grossetano. Nel [[2008]] sono stati attivati due punti biblioteca presso l'[[Ospedale Misericordia di Grosseto|ospedale Misericordia]] e presso l'Ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Grosseto in [[corso Carducci]].
 
Nel [[2009]] era stato dichiarato che la sede della biblioteca sarebbe stata spostata dall'[[Europa (Grosseto)|Europa]] al palazzo della Gioventù Italiana Littoria, vecchio edificio di architettura fascista situato in una zona centrale della città.<ref>{{Cita web|editore=La Nazione|url=http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/text.php?text=t168700&trova=chelliana%20gil|data=21-10-2009|titolo=Il sindaco annuncia i progetti. In via Mazzini l'Università. «La biblioteca sarà trasferita nella ex Gil»|nome=|cognome=|pagine=|accesso=12-10-2010|urlmorto=sì}}</ref> Tale idea è stata poi scartata e il palazzo del GIL è stato utilizzato per ospitare il corso d'archeologia dell'[[Università di Siena]].<ref>{{Cita web|editore=Il Corriere di Maremma|url=http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/text.php?text=t195299&trova=chelliana%20gil|data=27-06-2010|titolo=Trasferimento di archeologia, ci siamo.|nome=|cognome=|pagine=|accesso=12-10-2010|urlmorto=sì}}</ref> Il sindaco [[Emilio Bonifazi]] ha in seguito dichiarato l'intenzione di adibire lo storico palazzo Mensini come sede dell'intero polo universitario e di trasferire la biblioteca Chelliana in un edificio costruito ''ex novo'' alla Cittadella dello Studente, quartiere nel lato est della città che ospita il polo liceale e diversi istituti superiori.<ref>{{Cita web|editore=Il Tirreno|url=http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/text.php?text=t197574&trova=chelliana|data=21-07-2010|titolo=La biblioteca sarà alla Cittadella. Marras e Bonifazi sulla Chelliana: «La decisione sul posto è presa»|nome=|cognome=|pagine=|accesso=07-10-2010|urlmorto=sì}}</ref> Nel [[2013]], dopo tre anni di silenzio sull'argomento, tale idea è stata infine definitivamente scartata.<ref>{{Cita web|editore=Il Tirreno|url=http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/text.php?text=t324444&trova=&tc=#.UiS6DD_NLIU|data=2-09-2013|titolo=Biblioteca, il Comune fa marcia indietro, si farà in via Mazzini. L'annuncio del primo cittadino alla festa democratica: i tagli nel bilancio impongono di puntare su poche scelte. Il sindaco: «Progetti e conti che non tornano»|nome=|cognome=|pagine=|accesso=03-09-2013|urlmorto=sì}}</ref> Nel dicembre [[2014]] sono continuati i lavori di restauro e ristrutturazione intrapresi su progetto definitivo di sistemazione redatto dall'architetto Roberto Aureli (completato nel 2008) con il restauro della copertura lignea. Il sindaco Bonifazi nel gennaio [[2015]] ha manifestato, contrariamente a quanto precedentemente affermato negli anni 2009-2013, la volontà di riportare la biblioteca nella sede storica, abbandonate ormai tutte le altre ipotesi.<ref>{{Cita web| editore=Il Tirreno|url=http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews%5Btt_news%5D=422335&tx_ttnews%5BbackPid%5D=913|data=20 gennaio 2015|titolo=La biblioteca Chelliana tornerà in via Mazzini. Il sindaco Bonifazi avanza per la prima volta un'ipotesi che pareva superata. Ultimati i lavori, il 2015 potrebbe essere l'anno del rientro nella storica sede|nome=|cognome=|pagine= |accesso=23 gennaio 2015}}</ref>
 
=== Il ritorno a palazzo Mensini ===
{{...}}
 
== Patrimonio librario ==
Il nucleo originario della biblioteca Chelliana è costituito dalla raccolta privata del canonico [[Giovanni Chelli]], donata al Comune nel [[1864]], insieme ad alcune donazioni del vescovo [[Giovanni Domenico Mensini]] e di Domenico Pizzetti, vicario capitolare della [[diocesi di Grosseto]]. Il patrimonio librario subì gravi perdite in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e le alluvioni del 1944 e del 1966.
 
Dal punto di vista storico-scientifico sono da ricordare i tre erbari senesi risalenti al [[1765]], realizzati sotto le indicazioni del responsabile del [[Orto botanico di Siena|Giardino dei Semplici]] a Siena dal [[1759]] al [[1780]], Giuseppe Baldassarri, e restaurati negli ultimi anni presso l'[[Orto botanico di Pisa|Orto botanico]] dell'[[Università di Pisa]].
 
Nel [[2010]] la biblioteca possiede {{formatnum:100211}} volumi, 34 incunaboli, 394 cinquecentine, {{formatnum:1800}} seicentine, {{formatnum:2000}} settecentine, 250 manoscritti e 26 pergamene.
 
=== Incunaboli ===
Indice degli incunaboli posseduti:
 
* Inc. 1 IMITATIO CHRISTI. Imitatio Christi. [Segue:] JOHANNES GERSON, De meditatione cordis. Venezia, [Johann Leoviller], ed. Francesco de' Madi, 1486.
* Inc. 2 AUGUSTINUS Aurelius, santo. Sermones ad heremitas. Venezia, Paganino de' Paganini, 26 V 1487.
* Inc. 3 JACOBUS de VARAGINE. Sermones quadragesimales; Sermo de passione Christi. Brescia, Angelo e Jacopo britannici, 20 VIII 1483 [1493].
* Inc. 4 BIBLIA. Biblia [in latino: Precede:] GABRIEL BRUNUS, Tabula. Ed. PETRUSANGELUS De Monet Ulmi. Venezia, Girolamo de Paganini, VII id. sept [7 IX] 1492.
* Inc. 5 PHALARIS. Epistholae [in latino], trad Franciscus Griffolinus. [Segue:] FRANCISCUS GRIFFOLINUS, Epistola di Francesco Pellato; Disthicon. Sant'Orso, Giovanni da Reno, 1475.
* Inc. 6 TRATTATO. Trattato de li disamini. [Bologna, Tip. Del Barbatia, 1475].
* Inc. 6bis FALCONIA. Proba. Centones vergiliani. Brescia, Bernardino Misinta, VIII Kal. Apr. [25 III] 1496.
* Inc. 7 GHINUCCIS, Andreuccius de. Oratio ad Innocentium VIII pro Repubblica Senensium. [Roma, Johann Schömberger, dopo 30 X 1484].
* Inc. 8 SENENSIUM Oboedientia publica Alessandro VI praestita. [Roma, Stephan Plannck, dopo 15 X 1492].
* Inc. 9 CAVALCA, Domenico. Specchio di croce. Firenze, [Bartolomeo de' Libri, c. 1494].
* Inc. 10 CLAUDIANUS, Claudius. Carmina malora et publica; Panegyricus dictus Probino et Olybrio consulibus; Carmina minora; De Raptu Proserpinae. [Comprende:] BERNARDINUS SAXOGUIDANUS, Distica Thaddeo Ugoleto. Emendavit Thaddeus Ugoletus. Venezia, Giovanni Tacuino, 6 VI 1495.
* Inc. 11 IMITATIO CHRISTI. Imitatio Christi. Venezia, Peter Löslein, 1483.
* Inc. 12 DICTYS Cretensis. Historia troiana. [Segue:] DARES PHRYGIUS, Historia de excidio Troiae. Ed. Francisco Faragonius. Venezia, Cristoforo de' Pensi, kal. Febr. [1 II]; kal Mart. [1 III] 1499.
* Inc. 13 GREGORIUS Magnus, santo. Dialogi. [Segue:] PAULUS DIACONUS, Vita S. Gregorii. [Tutto in italiano.] Venezia, Andrea Torresani, 20 II 1487.
* Inc. 14 AUGUSTINUS Aurelius, santo. Opuscola. Venezia, Ottaviano Scoto, V kal. Iun. [28 V] 1483.
* Inc. 15 FIORE DI VIRTU'. Venezia, Matteo Codecà e Bernardino di Pino, [11 luglio] 1485.
* Inc. 16 GRATIANUS. Decretum, seu Concordantia discordantium canonum, cum apparatu, Bartholomaei Brixiensis. Venezia, Piero di Piasi, 25 I 1483.
* Inc. 17 ROLEWINCK, Wernerius. Fasciculus temporum. [Procede:] ERHARDUS RATDOLT, Epistola Nicolao Mocenigo. Venezia, Erhardus Ratdolt, V kal. Iun. [28 V 1484].
* Inc. 18 OROSIUS, Paulus. Historiae. Castigavit Aeneas Vulpes. [Segue:] BARTOLOMAEUS PAIELLUS, Carmen. [Vicenza], Herman Liechtenstein [1474-1475].
* Inc. 19 AUGUSTINUS Aurelius, santo. Opuscola. [Precede:] Epistola di Severinus Chalcus. [Segue:] EUSEBIUS CONRADUS, De vita et moribus Sancti Augustini; Vita Sancti Guarini. Parma, Angelo Ugoletti, pr. kal. apr. [31 III] 1491.
* Inc. 20 LACTANTIUS, Lucius Coelius Firmianus. De divinis institutionibus, De ira Dei; De opificio Dei vel de formatione hominis; De Phoenice Carmen; Epitome divinarum intitutionum. [Seguono:] OVIDIUS, De Phoenice; DANTE ALIGHIERI, Della Fenice; VENANTIUS FORTUNATUS, Carmen de Pascha; Disticha. Ed. Johannes Andreae ep. Areliensis. Venezia, Simone Bevilacqua, 4 IV 1497.
* Inc. 21 LEO Magnus, santo.Sermones et Epistolae. Ed. Johannes Andrete ep. Areliensis. Venezia, Andrea de' Socci, V. non. Mart. [3 III] 1485.
* Inc. 22 PLINIU SECUNDUS, Caius. Historia naturalis [in italiano], trad. Cristoforo Landino. Venezia, Bartolomeo Zani, 12 IX 1489.
* Inc. 23 MARTIALIS, Marcus Valerius. Epigrammata, comm. Domitius Calderinus. [Con:] DOMINTIUS CALDERINUS, Epistola Johanni Francisco Gonzagae; Versus; Epistola Laurentiu Medici; Vita Martialis; CAIUS CAECILIUS PLINIUS, Epistola ad Cornelium Priscum; M. LUCIDUS PHOSPHORUS, Epigramma. Venezia, Tommaso de' Blavi e soci, pr. id. iun. [12 VI] 1482.
* Inc. 24 JUSTINUS, Marcus Junianus. Epitome in Trogi Pompei historias. [Segue:] FLORIUS Epitomererum romanorum. Venezia [Milano, Leonhard Pachel], 4 IV 1494.
* Inc. 25 ALIGHIERI, Dante. La Commedia, comm. Cristoforo Landino; Credo, Pater Nostro, Ave Maria di Dante. Ed. Piero da Figino. Venezia, Piero Quarenghi, 11 X 1497.
* Inc. 26 AMBROSIUS, santo. Epistolae; De vocatione; Sermones; Orationes; De sacramentis; De virginibus; De viduis; De cohortatione virginum et dedicatione templi; De institutione virginis; De Helia et ieiunio. [Segue:] GEORGIUS CRIBELLUS, Epigramma. Milano, Leonard Pachel, 18 XII 1490.
* Inc. 27 JUVENALIS, Decimus Junius. Satyrae, comm. Domitius Calderinus, Georgius Merula, Georgius Valla. [Segue:] DOMITIUS CALDERINUS Defensio adversus Brotheum. Venezia, Simone Bevilacqua, [c. 1496].
* Inc. 28 MACROBIUS THEODOSIUS, Ambrosius. In Somniom Scipionis Ciceronis expositio; Saturnalia. Venezia, [Giovanni Rosso], 29 VI 1492.
* Inc. 29 DIODORUS Siculus. Biblioteca [in latino], trad. Poggius Florentinus. Ed. Bartholomaeus Merula. Venezia, Giovanni Tacuino, XII kal. oct. [20 IX] 1496.
* Inc. 30 APPIANUS Alexandrinus. Historia romana [in latino], trad. Petrus Candidus Decembrius. P. I. Scandiano, Pellegrino Pasquali, IV id. ian. [10 I] «MDCCCCLCXV» [1495].
* Inc. 31 APPIANUS Alexandrinus. Historia romana [in latino], trad. Petrus Candidus Decembrius. P. II. Reggio Emilia, Francesco Mazzali, 22 X 1494.
* Inc. 32 BRUNUS Aretinus, Leonardus. Epistolae familiars. Ed. Antonius Moretus e Hyeronimus Squarzaficus. [Venezia, Damiano da Gorgonzola e Piero Quarengi] 15 VI 1495.
* Inc. 33 FULGENTIUS PLANCIADES, Fabius. Mythologiae, comm. Johannes Baptista Pius; Voces Antiquate cum testimonio. [Seguono:] JOHANNES BAPTISTA PIUS, Carmina elegiaca; Vita Fulgentii. Milano, Ulrich Scinzenzeler, 23 IV 1498.
 
== Statistiche ==
Le tabelle che seguono riproducono le statistiche dei servizi della biblioteca nel corso degli anni dal [[1956]] al [[2011]].<ref>{{Cita|Bonelli 2008|pp.&nbsp;29–31, 42–44, 53–56, 66.}}</ref><ref>[http://www.chelliana.it/index.php?area=18-statistiche Biblioteca Chelliana sito ufficiale: Statistiche 2007/2011].</ref> Nel [[1999]] viene attivato il servizio internet point e vengono quindi inseriti i dati riguardanti gli accessi in rete dell'utenza. Dal [[2007]] sono omessi i dati relativi alle ''presenze''.
 
=== Anni 1956-1998 ===
{| cellpadding=3
|width=1% valign="top"|
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! Anno
! Presenze
! Letture
! Prestiti
! Nuove iscrizioni
! Acquisizioni
! Giorni d'apertura
|-
| align=center| '''1956'''
| align=center| 3.670
| align=center| 2.535
| align=center| 2.457
| align=center| 222
| align=center| non pervenuto
| align=center| 48
|-
| align=center| '''1957'''
| align=center| 10.891
| align=center| 6.969
| align=center| 7.658
| align=center| 375
| align=center| non pervenuto
| align=center| 278
|-
| align=center| '''1958'''
| align=center| 11.149
| align=center| 6.921
| align=center| 8.794
| align=center| 445
| align=center| non pervenuto
| align=center| 263
|-
| align=center| '''1959'''
| align=center| 10.219
| align=center| 8.240
| align=center| 8.003
| align=center| 241
| align=center| non pervenuto
| align=center| 280
|-
| align=center| '''1960'''
| align=center| 11.246
| align=center| 6.191
| align=center| 8.019
| align=center| 0
| align=center| non pervenuto
| align=center| 282
|-
| align=center| '''1961'''
| align=center| non pervenuto
| align=center| non pervenuto
| align=center| non pervenuto
| align=center| non pervenuto
| align=center| non pervenuto
| align=center| non pervenuto
|-
| align=center| '''1962'''
| align=center| 13.675
| align=center| 5.545
| align=center| 8.552
| align=center| 0
| align=center| non pervenuto
| align=center| 273
|-
| align=center| '''1963'''
| align=center| 15.666
| align=center| 5.935
| align=center| 9.280
| align=center| 565
| align=center| non pervenuto
| align=center| 254
|-
| align=center| '''1964'''
| align=center| 14.280
| align=center| 6.109
| align=center| 8.086
| align=center| 416
| align=center| non pervenuto
| align=center| 233
|-
| align=center| '''1965'''
| align=center| 15.000
| align=center| 6.808
| align=center| 7.750
| align=center| 451
| align=center| non pervenuto
| align=center| 244
|-
| align=center| '''1966'''
| align=center| 10.294
| align=center| 5.563
| align=center| 5.002
| align=center| 263
| align=center| non pervenuto
| align=center| 198
|-
| align=center| '''1967'''
| align=center| 4.284
| align=center| 2.907
| align=center| 2.238
| align=center| 161
| align=center| non pervenuto
| align=center| 163
|-
| align=center| '''1968'''
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| align=center| '''1979'''
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
| align=center| '''1997'''
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|-
| align=center| '''1998'''
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|-
|}
|}
 
=== Anni 1999-2006 ===
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! Anno
! Presenze
! Letture
! Prestiti
! Nuove iscrizioni
! Accessi internet
! Giorni d'apertura
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| align=center| '''2001'''
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|-
| align=center| '''2002'''
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|-
| align=center| '''2003'''
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|-
| align=center| '''2004'''
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|-
| align=center| '''2005'''
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|-
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|}
|}
 
=== Anni 2007-2014 ===
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! Anno
! Prestiti
! Restituzioni
! Letture
! Nuove iscrizioni
! Accessi internet
! Acquisizioni
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== Direttori ==
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! Periodo
! Direttore
! Note
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| align=center| [[1860]]-[[1868]]
| align=center| [[Giovanni Chelli]]
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|-
| align=center| [[1868]]-[[1874]]
| align=center| ''non designato''<ref>La biblioteca è retta da una commissione composta da Francesco Ferri, [[Carlo Ponticelli]] e Giovanni Battista Ponticelli, con Luca Fantozzi in qualità di vice-bibliotecario.</ref>
| align=center| <ref>{{Cita|Bosco, Seravalle 1998|pp.&nbsp;70, 80.}}</ref>
|-
| align=center| [[1874]]-[[1904]]
| align=center| Giovanni Battista Ponticelli<br/>[[Agostino Barbini]]<ref>Bibliotecario conservatore responsabile.</ref>
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|-
| align=center| [[1907]]-[[1909]]
| align=center| [[Giovanni Pizzetti]]
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|-
| align=center| [[1909]]-[[1913]]
| align=center| [[Lorenzo Porciatti]]<ref>Presidente della commissione direttiva.</ref><br/>Alfredo Segrè<ref name=conservatore>Bibliotecario conservatore responsabile.</ref>
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|-
| align=center| [[1913]]-[[1921]]
| align=center| Alfredo Segrè<ref name=conservatore/>
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| align=center| [[1921]]-[[1923]]
| align=center| [[Giovanni Pizzetti]]
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|-
| align=center| [[1923]]-[[1939]]
| align=center| [[Antonio Cappelli (1868-1939)|Antonio Cappelli]]
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|-
| align=center| [[1939]]-[[1945]]
| align=center| Maria Emilia Broli
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|-
| align=center| [[1945]]-[[1951]]
| align=center| ''non designato''<ref>Dopo un periodo di incertezza dovuto ai danni causati dalla guerra, il 24 gennaio 1949 viene affidato a Luciano Bianciardi l'incarico di riodinare la biblioteca; sarà nominato direttore nell'autunno 1951.</ref>
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|-
| align=center| [[1951]]-[[1954]]
| align=center| [[Luciano Bianciardi]]
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|-
| align=center| [[1954]]
| align=center| Vladimiro Lenzi
| align=center|<ref>{{Cita|Bonelli 2008|p.&nbsp;32.}}</ref>
|-
| align=center| [[1954]]-[[1985]]
| align=center| Aladino Vitali
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|-
| align=center| [[1985]]-[[1989]]
| align=center| Mariagrazia Celuzza
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| align=center| [[1990]]-[[2011]]
| align=center| Valerio Fusi
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|-
| align=center| [[2011]]-[[2016]]
| align=center| ''non designato''<ref>La biblioteca è retta dalla bibliotecaria Anna Bonelli in qualità di dirigente del servizio Cultura e responsabile del procedimento.</ref>
| align=center|<ref name=bonelli>{{cita news|url=http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2016/10/29/news/la-cultura-oltre-gli-scaffali-la-chelliana-secondo-anna-1.14329284|titolo=La cultura oltre gli scaffali: la Chelliana secondo Anna|nome=Francesca|cognome=Ferri|editore=Il Tirreno|data=29 ottobre 2016|accesso=4 novembre 2016}}</ref>
|-
| align=center| [[2016]]-
| align=center| Anna Bonelli
| align=center|<ref name=bonelli/>
|}
|}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Luciano Bianciardi]]|titolo=La cultura su quattro ruote|collana=L'antimeridiano|volume=2}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Anna|cognome=Bonelli|nome2=Letizia|cognome2=Corso|url=http://www.chelliana.it/documenti/culture1.pdf|titolo=La biblioteca comunale Chelliana: note per una descrizione storica|rivista=[[Culture del testo e del documento|Culture del testo]]|numero=1|data=gennaio-aprile 1994|cid=Bonelli, Corso 1994}}
* {{Cita libro|nome=Anna|cognome=Bonelli|url=http://www.chelliana.it/tesi_bonelli/01.pdf|titolo=La Biblioteca comunale Chelliana: storia di un progetto (1954-2007)|città=Manziana|editore=Vecchiarelli Editore|anno=2008|cid=Bonelli 2008}} Cfr. [http://www.chelliana.it/tesi_bonelli/02.pdf allegati] e [http://www.chelliana.it/tesi_bonelli/03.pdf immagini].
* {{Cita pubblicazione|nome=Anna|cognome=Bonelli|titolo=Lo "stato dell'arte" degli studi sul fondo antico della biblioteca comunale Chelliana di Grosseto|curatore=Cristina Cavallaro|rivista=Books seem to me to be pestilent things. Studi in onore di Piero Innocenti per i suoi 65 anni|volume=2|città=Manziana|editore=Vecchiarelli Editore|anno=2011|cid=Bonelli 2011}}
* {{Cita libro|nome=Anna|cognome=Bosco|nome2=Luca|cognome2=Seravalle|titolo=I manoscritti della biblioteca Chelliana di Grosseto. Catalogo – volume I|città=Grosseto|editore=Biblioteca Chelliana|anno=1998|cid=Bosco, Seravalle 1998}}
* {{Cita libro|nome=Anna|cognome=Bosco|nome2=Luca|cognome2=Seravalle|titolo=Il carteggio del canonico Giovanni Chelli. 1844-1865|città=Pisa|editore=Pacini Editore|anno=2009|cid=Bosco, Seravalle 2009}}
* {{Cita libro|autore=[[Enzo Bottasso]]|titolo=Storia della biblioteca in Italia|città=Milano|editore=Editrice Bibliografica|anno=1984|pagine=274–275, 329|cid=Bottasso 1984}}
* {{Cita libro|autore=[[Pino Corrias]]|titolo=[[Vita agra di un anarchico]]|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2011|cid=Corrias 2011}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Angelo|cognome=Davoli|titolo=I cimeli della Biblioteca Chelliana di Grosseto|rivista=Maremma. Bollettino della società storica maremmana|anno=1934|cid=Davoli 1934}}
* {{Cita libro|nome=Elisabetta|cognome=Francioni|titolo=Luciano Bianciardi bibliotecario a Grosseto (1949-1954)|editore=Associazione italiana biblioteche|città=Roma|anno=2016|cid=Francioni 2016}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Piero Innocenti|titolo="Biblioteche riemerse": specchio del tempo. A proposito di una collana bibliografica e di un progetto di ricerca|rivista=Biblioteche oggi|numero=27/7|data=settembre 2009|cid=Innocenti 2009}}
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Ersilio Michel]]|titolo=Giovanni Chelli|curatore=[[Michele Rosi]]|collana=Dizionario del Risorgimento nazionale|volume=2|città=Milano|editore=Vallardi|anno=1930|cid=Michel 1930}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Alfredo|cognome=Segrè|titolo=Grosseto. Biblioteca Chelliana|rivista=Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia|volume=16|città=Forlì|editore=Bordandini|anno=1910|cid=Segrè 1910}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Aladino|cognome=Vitali|titolo=Il canonico Giovanni Chelli e l'origine risorgimentale della Biblioteca Chelliana di Grosseto|rivista=Almanacco dei bibliotecari italiani|città=Roma|editore=Palombi|anno=1969|cid=Vitali 1969}}
 
== Voci correlate ==
* [[Giovanni Chelli]]
* [[Luciano Bianciardi]]
* [[Strada del Giuoco del Cacio]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Grosseto|Maremma|Provincia di Grosseto|Toscana|Valle dell'Ombrone}}
 
[[Categoria:Biblioteche di Grosseto]]
[[Categoria:Biblioteche comunali|Chelliana]]