Bitetto e Ufficio federale dell'ambiente: differenze tra le pagine

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[[File:BAFU_P172_Westen.jpg|thumb|Edificio nella Papiermühlestrasse 172]]
{{Divisione amministrativa
[[File:BAFU_W068_Nordwesten.jpg|thumb|Edificio nella Worblentalstrasse 68]]
|Nome=Bitetto
L’'''Ufficio federale dell'ambiente UFAM''' ([[Lingua francese|francese]]&#x20;<span lang="fr">''Office fédéral de l'environnement OFEV''</span>, tedesco&#x20;<span lang="de">''Bundesamt für Umwelt BAFU''</span>) è un'autorità federale della [[Svizzera|Confederazione Svizzera]]. È il servizio competente in materia ambientale della Svizzera, fa capo al [[Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni|Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC]] e ha sede a [[Ittigen]].
|Panorama=Bitetto.jpg
|Didascalia=
|Bandiera=Bitetto-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Bitetto-Stemma.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1=Puglia
|Divisione amm grado 2=Bari
|Amministratore locale=Fiorenza Pascazio
|Partito=[[centrosinistra]]
|Data elezione=01/06/2015
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Superficie=33.95
|Note superficie=
|Abitanti=12001
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 aprile 2017.
|Aggiornamento abitanti=30-4-2017
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Binetto]], [[Bitonto]], [[Bitritto]], [[Grumo Appula]], [[Modugno]], [[Palo del Colle]], [[Sannicandro di Bari]]
|Zona sismica=3
|Gradi giorno=
|Nome abitanti=bitettesi
|Patrono=[[Giacomo Illirico|Beato Giacomo]], [[san Michele Arcangelo]], [[Maria Addolorata|Maria S.S. Addolorata]]
|Festivo=27 aprile, 29 settembre, prima domenica di settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Bitetto (province of Bari, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Bitetto all'interno della città metropolitana di Bari
|Sito=http://www.comune.bitetto.ba.it/
|Diffusività=
}}
 
'''Bitetto''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: [[Aiuto:IPA|[biˈtetto]]]<ref>{{Cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=Bitetto|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|sito=www.dipionline.it|accesso=26 luglio 2016}}</ref>, ''Vetétte'' in dialetto locale<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 81}}</ref>,''Vitetum'', ''Bistictum'' o ''Bitectum'' in latino) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 12.001 abitanti della [[città metropolitana di Bari]], noto per la presenza delle spoglie del [[Giacomo Illirico|Beato Giacomo]], un frate laico morto in odore di santità, il cui corpo è rimasto nei secoli intatto.
 
Nominata "Città dell'Oliva Termite", Bitetto ha ricevuto il [[titolo di città]] nel [[2007]] dal presidente della Repubblica, [[Giorgio Napolitano]]. [[Diocesi di Bitetto|Sede vescovile]] fino al [[1818]], conserva una pregevole [[Cattedrale di San Michele Arcangelo (Bitetto)|cattedrale]] in stile [[romanico pugliese]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Bitetto è situata nell'entroterra barese, a 17&nbsp;km dal capoluogo e alle pendici delle [[Murge]]. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, pur presentando un'escursione altimetrica di 97 m. La città, infatti, passa da un'altitudine minima di 92 m a una massima di 189; la casa comunale si trova a 141 metri di altitudine<ref>{{Cita web|url = http://www.comuni-italiani.it/072/010/clima.html|titolo = Bitetto: Clima e Dati Geografici, Riscaldamento|accesso = 15 novembre 2015|sito = www.comuni-italiani.it}}</ref>.
 
Dal punto di vista [[Idrogeologia|idrogeologico]], il territorio del Comune di Bitetto è lambito a Nord dal ramo principale di lama Lamasinata, il che pone di fatto parte del territorio comunale in una condizione di esposizione a rischi di alluvione. In particolare si segnala una situazione di emergenza in corrispondenza della Lama Circoletta dove sono state realizzate case abusive. Ciononostante, solo una piccola parte del territorio comunale risulta ad oggi investita dalle perimetrazioni del P.A.I<ref>{{Cita web|url = http://www.ba2015.org/index.php?option=com_content&view=article&id=51&Itemid=70|titolo = Bitetto|accesso = 15 novembre 2015|sito = www.ba2015.org|urlmorto = sì}}</ref>.
* Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Puglia n. 153 del 2.03.2004<ref>{{Cita web|url = http://www.tuttitalia.it/puglia/77-bitetto/rischio-sismico/|titolo = Rischio sismico di Bitetto (BA)|accesso = 15 novembre 2015|sito = Tuttitalia.it}}</ref>.
 
=== Clima ===
 
Il clima del territorio è tipicamente [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni freschi, spesso sferzati da freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per l'azione di caldi venti sciroccali.
 
La stazione meteorologica più vicina a Bitetto è quella di Bari Palese. Il 24 luglio 2007 presso questa stazione meteorologica si registrò la temperatura più elevata: 45,6&nbsp;°C. La temperatura minima assoluta risale al 3 gennaio 1993, quando si registrarono -6,0&nbsp;°C.
 
La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitetto.{{ClimaAnnuale|nome=Bitetto <!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|tempmax01=12|tempmax02=13|tempmax03=15|tempmax04=18|tempmax05=22|tempmax06=26|tempmax07=28|tempmax08=28|tempmax09=25|tempmax10=21|tempmax11=17|tempmax12=14 <!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|tempmin01=5|tempmin02=5|tempmin03=7|tempmin04=9|tempmin05=13|tempmin06=17|tempmin07=19|tempmin08=19|tempmin09=17|tempmin10=13|tempmin11=9|tempmin12=6 <!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|pioggia01=51|pioggia02=57|pioggia03=52|pioggia04=47|pioggia05=37|pioggia06=32|pioggia07=27|pioggia08=39|pioggia09=62|pioggia10=65|pioggia11=54|pioggia12=63 <!-- Umidità percentuali medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|umido01=77|umido02=74|umido03=72|umido04=68|umido05=68|umido06=65|umido07=64|umido08=65|umido09=68|umido10=72|umido11=76|umido12=78}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]] di Bitetto<ref>{{Cita web|url = http://www.confedilizia.it/clima-PUGLIA.htm|titolo = CONFEDILIZIA:|accesso = 15 novembre 2015|sito = www.confedilizia.it|urlmorto = sì}}</ref>:
** [[Zona climatica]] C;
** [[Grado giorno|Gradi Giorno]] 1380.
 
== Origini del nome ==
Il nome Bitetto trae origine da Bitectum, una forma latina che risale all'epoca romana, quando il territorio agrario venne suddiviso in contrade come Babuctam (oggi Bavotta), Clausurae (oggi Chiusure) e, appunto, Bitectum. La forma Bitectum era ricorrente nei documenti ufficiali dal Medioevo fino all'Età Moderna.
 
Altre possibili origini sono:
 
- Vitetum (Terra ricca di viti), dovuto all'importanza per l'economia locale di questa pianta, ancora oggi coltivata e presente anche nello stemma comunale; a supporto di questa teoria vi è l'assonanza in dialetto tra il termine "v'tet" (vigneto) e "vetétte" (Bitetto).
 
- Bis Tectum (due volte il tetto), città ricostruita due volte oppure secondo tetto per gli abitanti di Bari fuggiti dopo la distruzione della città da parte dei Saraceni.
 
- Beth Hetium (villaggio arido), termine forse di origine greca che indica la struttura del paese, costituito da piccoli raggruppamenti agricoli situati in territorio privo di sorgenti o acque stagnanti.
== Storia ==
L’''Ufficio federale per la protezione dell'ambiente (UFPA)'' è stato fondato nel 1971. Nel 1989, a seguito della fusione con l’''Ufficio federale delle foreste e della protezione del paesaggio (UFPP)'' è stato rinominato ''Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP)''. Il 1º gennaio 2006 dall'UFAFP e da gran parte dell’''Ufficio federale delle acque e della geologia (UFAEG)'' è nato l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM).<ref>[https://www.bafu.admin.ch/org/09606/?lang=it#sprungmarke2_48 L'UFAM in breve, Storia]</ref><ref>[http://www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msg-id=571 UFAFP e UFAEG riuniti nell’Ufficio federale dell’ambiente], 26.10.2005</ref>
=== Origini ===
Tra il [[II millennio a.C.|secondo]] e il [[I millennio a.C.|primo millennio a. C]]. i nomadi [[Iapigi]], provenienti dalle coste dalmate, si insediarono sul territorio dell'odierna Puglia, dividendosi in [[Daunia|Dauni]] a nord, [[Peucezi]] al centro e [[Messapi]] al sud.
 
== Compiti ==
Le antiche popolazioni costruivano casupole con muri a secco o capanne, delle quali alcuni resti sono stati ritrovati in territorio bitettese, nei pressi della Chiesa di Santa Maria la Veterana.
L'UFAM è l'ufficio specializzato in materia ambientale. È competente per quanto riguarda l'utilizzazione sostenibile delle risorse naturali, la protezione delle persone dai pericoli naturali e la tutela dell'ambiente da un inquinamento eccessivo.
 
Sulla base della strategia dello sviluppo sostenibile elaborata dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, l'UFAM persegue i seguenti obiettivi:
Con l'arrivo di coloni greci sulle coste messapiche e la fondazione di importanti città come [[Taranto]], l'antica [[Iapigia]] entrò a far parte della [[Magna Grecia]]. Al periodo compreso tra il [[IV secolo a.C.|IV]] e il [[III secolo a.C.]] risalgono le due tombe monoblocco ritrovate ancora intatte, sempre nella zona di Santa Maria la Veterana, con corredo ceramico di epoca greca. In particolare nel maggio 1993, durante dei lavori di scavo effettuati per costruire civili abitazioni, è stato ritrovato un sarcofago monolitico di forma rettangolare coperto da una lastra in pietra; al suo interno il defunto era stato deposto in posizione fetale, assieme a un corredo costituito da ciottolini, piattini e lucerne.
* la conservazione a lungo termine e l'utilizzazione sostenibile delle risorse naturali (suolo, acqua, foreste, aria, clima, [[diversità biologica]] e paesaggistica) e l'eliminazione dei danni ambientali esistenti;
* la protezione delle persone dall'inquinamento eccessivo (rumore, sostanze e organismi nocivi, [[radiazioni non ionizzanti]], [[rifiuti]], siti contaminati e incidenti rilevanti);
* la protezione delle persone e di beni importanti da pericoli idrologici e geologici (piene, [[terremoti]], [[valanghe]], scoscendimenti, erosioni e caduta di pietre).
Per raggiungere gli obiettivi elencati, l'UFAM svolge i seguenti compiti:
* monitorare l'ambiente per avere le basi idonee alla gestione delle risorse naturali;
* preparare le basi decisionali ai fini di una politica integrale e coerente di gestione sostenibile delle risorse naturali e di prevenzione dei pericoli;
* attuare le basi legali, sostenere i propri interlocutori in ambito esecutivo e informare sullo stato dell'ambiente e sulla possibilità di utilizzare e di proteggere le risorse naturali.
 
== Direttori ==
Non è stata però mai rinvenuta traccia di centri abitati nel territorio di Bitetto, ad eccezione di qualche vaso dell'età del bronzo, sebbene l'origine della città venga ritenuta antichissima, coeva alla vicina [[Bitonto]]<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Michele Garruba|titolo=Serie critica de'sacri pastori Baresi|anno=1844|editore=Tipografia Fratelli Cannone|città=Bari}}</ref>. Altri, tuttavia, fissano le sue origini al IX secolo<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Lorenzo Giustiniani|titolo=Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Volume 2|anno=|editore=|città=}}</ref>.
* [[Marc Chardonnens]] (da aprile 2016)<ref>[https://www.news.admin.ch/dokumentation/00002/00015/?lang=it&msg-id=60457 Marc Chardonnens sarà il nuovo direttore dell'Ufficio federale dell'ambiente] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160406103249/https://www.news.admin.ch/dokumentation/00002/00015/?lang=it&msg-id=60457 |data=6 aprile 2016 }}</ref>
 
* Bruno Oberle (2005–2015)<ref>[https://www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=58886 Il direttore Bruno Oberle lascia l’UFAM e passa al Politecnico di Losanna] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160406065021/https://www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=58886 |data=6 aprile 2016 }}</ref>
A partire dal III secolo a.C., con l'espansione di Roma, si costruirono ville rustiche e ''masse''&nbsp;tra i campi coltivati, mentre si formavano municipi lungo tre direttici viarie: da [[Venosa]], attraverso le Murge, a Taranto; da [[Canosa di Puglia|Canosa]], attravero [[Ruvo di Puglia|Ruvo]], [[Bitonto]], [[Ceglie del Campo|Ceglie]], [[Conversano|Norba]], a [[Egnazia]]; dall'[[Ofanto]], lungo le coste adriatiche, a [[Brindisi]] e a [[Otranto]]. Ai tempi di [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] (68-8 a.C.), Bitetto non esisteva ancora.
* Philippe Roch (1992–2005)<ref>[https://www.nzz.ch/articleD56LL-1.172161 Gespräch mit dem scheidenden Buwal-Direktor Roch – Umweltschutz im «Ameisenhaufen»]</ref>
 
* Bruno Böhlen (1985–1992)<ref>{{DSS|31758|Böhlen, Bruno|autore=Therese Steffen Gerber}}</ref>
=== Medioevo ===
* Rodolfo Pedroli (1975–1985)<ref>{{DSS|31757|Pedroli, Rodolfo|autore=Sarah Brian Scherer}}</ref>
 
* Friedrich Baldinger (1971–1975)<ref>{{DSS|31288|Baldinger, Friedrich|autore=Thomas Fuchs}}</ref>
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] e la sconfitta di [[Goti]] e [[Longobardi]], la Puglia fu riconquistata dall'[[Impero bizantino]]. In questo periodo la regione sopportò un gravoso carico fiscale, ma si arrichì dal punto di vista culturale: il patrimonio artistico dell'epoca, infatti, fu profondamente influenzato dai nuovi elementi bizantini.
 
In quegli anni Bitetto iniziò a unificarsi, andando a costituire un unico villaggio la cui popolazione era in crescita. Esso si stringeva intorno a un [[cenobio]] istituito dai [[monaci basiliani]] in contrada San Marco, tra Bitetto e [[Bitritto]]. Conventi di questo tipo erano edificati per volere dei Bizantini: in questo modo, infatti, riuscivano a esercitare un maggior controllo sul territorio e la popolazione, sfruttando l'influenza religiosa e politica dei monaci sulle famiglie contadine, asservite ai [[Gasindio|gasindi]] per dissodare la gleba. In questa località sono state ritrovate tombe, medaglie, monete e alcuni ruderi risalenti per forma, iscrizioni e stile all'epoca bizantina. Dopo la cacciata dei Bizantini da Bari a opera del duca normanno, [[Roberto il Guiscardo]], avvenuta il 1071, il cenobio, abbandonato dai basiliani, andò lentamente in rovina, riducendosi a un cumulo di pietre coperte di erbe.
 
La [[Terra di Bari (regione storica)|terra di Bari]], sotto la pressione [[Longobardi|longobarda]], entrò a far parte della [[Langobardia Minor]], quindi del [[Ducato di Benevento]]. In questo periodo Bitetto fu compresa nel territorio della città di Bari, come testimonia un antichissimo documento, risalente al 1021, che si trova presso l'archivio di San Nicola di Bari: in esso si nomina ''Bitecte'' come luogo compreso nella nuova Giudicaria Longobarda di Bari, sede del [[Gastaldati longobardi|gastaldo]].
Si ritiene che sia stata distrutta ai tempi dell'imperatore [[Ludovico II il Giovane]], giunto in Puglia per liberare [[Emirato di Bari|Bari]] dai [[Saraceni]], senza successo, a metà del [[IX secolo]], e nuovamente danneggiata dai Saraceni sul finire del secolo<ref name=":0" />.
 
Al [[X secolo]] risale il primo documento scritto, una pergamena del Codice Diplomatico Barese dell'anno 959 d.C., che riporta l'esistenza di tre cappelle&nbsp;''in loco di Bitetto o Vitecte'', dedicate rispettivamente a santa Maria, san Michele Arcangelo e san Tommaso, dove due sacerdoti celebravano la messa, previo pagamento di un censo annuale all'[[arcidiocesi di Bari-Bitonto|arcivescovo di Bari]], Giovanni II. Nel documento si legge che esisteva un luogo chiamato ''Bitectum'' dove erano raggruppate delle casupole, formando appunto il&nbsp;''locus'', un villaggio esteso su un'antica contrada senza alcun recinto protettivo.
 
Cinquant'anni dopo, ''Bitecte'' era una solida collettività di residenti con obbiettivi comuni e comportamento solidaristico, una&nbsp;''civitas''&nbsp;in grado anche di partecipare con pari dignità alla lega delle città di Bari, Bitonto, Trani ribellatesi ai dominatori bizantini, contro i quali ''fecerunt bellum in Bitete'', nell'anno 1011: è infatti qui che ebbe luogo la battaglia tra [[Melo di Bari]] e i bizantini.<ref>{{Cita web|url=http://www.bitettoweb.it/storia.php|titolo=Storia di Bitetto: "La città Feudale" {{!}} www.bitettoweb.it|sito=www.bitettoweb.it|accesso=26 luglio 2016}}</ref>
 
Nel corso dell'[[XI secolo]] Bitetto fu elevata a [[diocesi di Bitetto|sede vescovile]], in quanto nel [[1089]] la [[bolla pontificia|bolla]] ''Quia nostris temporibus'' di [[papa Urbano II]] la cita come suffraganea di [[arcidiocesi di Bari-Bitonto|Bari]]; sul finire del secolo la Mensa arcivescovile ricevette in feudo la vicina Bitritto<ref name=":0" />. La città venne distrutta per ben due volte nel 1164 da [[Guglielmo il Malo]]<ref>{{Cita libro|autore=Romualdo Guarna Arcivescovo Salernitano|titolo=Chronicon sive Annales|anno=|editore=|città=}}</ref>, rea di essersi opposta a suo padre [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]] nel 1129, e venne donata nel [[1176]] da suo figlio [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]] alla chiesa di [[Monreale]]<ref name=":1" />.
 
In epoca normanna, parte del territorio comunale venne stornato da [[Federico II di Svevia|Federico II]] e devoluto alla nascente città di [[Altamura]], dove si stabilirono molti bitettesi. Il figlio [[Corrado IV di Svevia]], tuttavia, la distrusse ancora una volta nel 1251, poiché fedele a papa [[Papa Innocenzo IV|Innocenzo IV]]<ref name=":1" />. Con l'ascesa degli angioini, Bitetto ebbe nuovo splendore: sotto il regno di [[Carlo I d'Angiò|Carlo I]] cominciò la sua ricostruzione come cittadella, fortificata con torri e mura nel 1261<ref name=":1" />, quindi fu tra le città più ricche della [[Terra di Bari (regione storica)|Terra di Bari]] e il borgo fu ingentilito da diversi edifici civili, alcuni dei quali pervenuti ad oggi.
 
Nel [[1349]] Bitetto fu assediata e saccheggiata dalle truppe ungheresi guidate dal re [[Ludovico di Ungheria|Ludovico]] contro la regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], cui la città era rimasta fedele, per regolare la successione a [[Roberto d'Angiò]]<ref>{{Cita libro|autore=Domenico da Gravina|titolo=Chronicon de rebus in Apulia gestis|anno=|editore=|città=}}</ref>. Successivamente la città venne ceduta dalla corona alla nobiltà feudale degli Arcamone e, dopo il [[1419]], la regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]] la donò a [[Lorenzo Attendolo|Lorenzo de Attendolis]], talmente autoritario da allontanare il vescovo. Fu quindi data da [[Alfonso V d'Aragona]] ad [[Andrea Matteo III Acquaviva]], duca d'[[Atri]] e signore di [[Martina Franca]]. In seguito alla ribellione del duca, nel 1507 la città fu donata a [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna]]. In seguito il feudo torno agli Acquaviva, per poi essere soggetto a una continua serie di vendite<ref name=":1" />.
 
=== Età moderna ===
Il [[XV secolo]] vide il progressivo peggioramento delle condizioni di vita della popolazione bitettese: tra la fine del XV e l'inizio del [[XVI secolo]] la città venne colpita dalla peste, uccidendo, secondo i registri dell'epoca, 3249 abitanti<ref>{{Cita libro|autore=Notaio Antonio de Iulianis di Bitetto|titolo=Protocolli degli anni 1482 e 1503|anno=|editore=|città=}}</ref>. I superstiti abbandonarono gli alloggi fuori dalle mura cittadine; l'area all'esterno del centro storico non sarebbe stata ripopolata che nel primo [[Ottocento]].
 
Nel [[1731]] il regio demanio sottrasse il feudo di Bitetto, comprendente anche [[Carbonara]], [[Binetto]], [[Erchie]] e [[Mesagne]] al marchese di [[Mesagne]] Donato Timperi, reo di insolvenza fiscale per oltre un trentennio. Successivamente se lo aggiudicò all'asta per 61.000 ducati il barone Francesco Noja di [[Mola di Bari]], ma di ascendenza fiamminga, che fece edificare nei pressi delle mura il suo palazzo.
 
Dopo la proclamazione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]] nel [[1799]], in diverse città del regno sorsero repubbliche giacobine, il cui simbolo era l'albero della libertà piantato nel centro della piazza principale. A Bitetto il dottore in giurisprudenza Angelo Antonucci, di fede repubblicana, tentò di condurre la città alla ribellione contro il barone, senza riscuotere alcun successo a causa della forza e prepotenza di Vincenzo Noja. Con l'arrivo delle truppe francesi, tuttavia, il 5 aprile la città si arrese e il barone fuggì con la sua famiglia. Dietro pagamento di 16800 ducati al capo dell'armata francese, la città occupata fu risparmiata; venne quindi piantato l'albero della libertà. Quando, però, i [[Sanfedismo|sanfedisti]] del cardinale [[Fabrizio Ruffo]] risalirono il regno, i bitettesi, consci della prossima sconfitta dei rivoluzionari, si scatenarono contro i repubblicani. Il 16 maggio 1799, dopo soli quaranta giorni, la repubblica cadde e il barone riprese il potere<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Rosa Antonacci De Marco|titolo=Bitetto nell'età borbonica|anno=|editore=|città=}}</ref>.
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Porta Piscina Bitetto.jpg|miniatura|312x312px|Porta Piscina]]
[[File:Bitett2.gif|miniatura|312x312px|Foto storica]]
Nel [[1818]], con la bolla ''De Utiliori'', papa Pio VII soppresse l'ormai decaduta diocesi di Bitetto, accorpandola definitivamente all'arcidiocesi di Bari.
Nel [[XIX secolo]] cominciò l'espansione della città fuori dalle mura medievali, con l'abbattiemento delle antiche porte: in particolare furono rimossi i battenti della porta delle Piscine, onore e vanto del popolo per la sua bellezza, e furono demolite la porta Comunale, ritenuta troppo angusta, e la porta della Maddalena; questa decisione, oltre a favorire l'espansione del borgo e le comunicazioni tra la parte antica e moderna, permise una maggiore salubrità dell'aria, permettendo un continuo ricambio della stessa.
 
Durante il [[Risorgimento]] il popolo bitettese si mostrò fedele alla corona [[Borbone delle Due Sicilie|borbonica]]: mentre i liberali progettavano il da farsi in vista dell'arrivo di un contingente garibaldino il 5 settembre, il popolo covava la ribellione, motivata dalle privazioni subite, dalla fame (l'inverno e la primavera del 1860 erano stati particolarmente duri) e dalla paura di dover cambiare re, ritenendo [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] troppo distante rispetto a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]], che aveva fatto distribuire pane e latte a causa della carestia. Il 3 settembre il popolo, preoccupato che lo stemma borbonico fosse sostituito con quello [[Casa Savoia|sabaudo]], assaltò il Posto di Guardia, ribellandosi contro i galantuomini; requisirono tutte le armi e ripristinarono la [[Guardia urbana|Guardia Urbana]], l'istituzione dell'antica monarchia. La rivolta, dopo essersi calmata verso sera, riprese durante la notte e fu definitivamente sedata alle quattro del giorno successivo, con l'arresto dei rivoltosi da parte della [[Guardia nazionale italiana|Guardia Nazionale]]. Il cinque settembre giunsero anche i garibaldini, guidati dl tenente colonnello Romano e dal comandante Tanzi. Una sentenza del febbraio 1861 stabilì che, dei 205 fermati, solo 123 venissero trattenuti, anche se di questi 24 restarono in carcere, mentre gli altri avevano l'obbligo di presentarsi al Tribunale di Trani quando richiesto; intanto ben 67 colpevoli erano ancora latitanti. Il 24 agosto 1861 la Gran Corte Criminale di Bari emesse la sentenze: i rivoltosi furono condannati per la maggior parte ai lavori forzati, con pene diverse a seconda della colpevolezza; pochi furono condannati alla reclusione, solo uno fu scagionato<ref name=":2" />.
 
Bitetto partecipò attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il 9 settembre, diffusasi la notizia dell'[[armistizio di Cassibile]], un reparto di tedeschi, di stanza nell'edificio della scuola elementare, si appostò nei campi, tra il parco della Benedetta e quello dei Tre ponti, sistemando le mitragliatrici in direzione del paese. In mattinata arrivò un reparto di fanti, il cui comandante fu avvisato da Padre Geremia, frate del Santuario del Beato Giacomo, di non percorrere la strada verso [[Grumo Appula]], ma di sorprendere i nazisti alle spalle. Egli, tuttavia, non prestò ascolto al consiglio e fece disporre i soldati in fila indiana lungo la strada, ponendoli sotto il tiro dei tedeschi, che spararono. I soldati italiani, quindi, si ritirarono, cercando rifugio nelle case circostanti; i tedeschi allora si avvicinarono al paese uccidendo alcuni soldati. Un atto di particolare ferocia fu commesso contro il sottotenente Pietrangelo Siviglia, che vigilava lungo la [[Ferrovia Bari-Taranto|linea ferroviaria Bari - Taranto]]: fu prelevato da una pattuglia tedesca, portato in una cava e abbattuto a colpi di mitraglietta; il suo corpo fu interrato fino al petto in una buca scavata da un soldato italiano. Quando giunse la voce che i tedeschi si stavano avvicinando al paese, il popolo insorse: una camionetta tedesca che giungeva da [[Palo del Colle]] fu sorpresa e bloccata; in piazza Diaz un'autocolonna nazista proveniente da [[Bitritto]] fu raggiunta da colpi di fucile e da due bombe a mano. La resistenza terminò alle ore 17.00: i tedeschi andarono via e il paese fu libero, pur col sacrificio di 22 soldati<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Palumbo|titolo=Cronache Vissute|anno=|editore=|città=}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Francesco Paolo Fazio|titolo=Diario di un giorno|anno=|editore=|città=}}</ref>. Per questo atto di eroismo Bitetto è stata insignita nel maggio 1993 della [[medaglia d'oro al merito civile]].
 
=== Simboli ===
[[File:Bitetto-Stemma.png|miniatura|267x267px|Stemma del comune di Bitetto]]
«D'azzurro, alla vite sradicata, al naturale, fogliata di sette, di verde, fruttata di sei, di porpora, posta a destra, e al liocorno, ritto, d'argento, posto a sinistra, il tutto sormontato dalla stella di sette raggi, d'argento, posta in capo.»
 
Lo stemma, risalente al 1200, raffigura su campo azzurro un unicorno rampante, a sinistra, e una vite, a destra, sormontati da una stella argentea a sette punte. Attualmente nello stemma l'unicorno risulta sostituito da un liocorno.
 
Il liocorno indica che il valore dei bitettesi deve risiedere nelle virtù intellettive della saggezza, della prudenza e dell'astuzia, così come l'animale fantastico ha la sua forza nel capo. La vite, rigogliosa e carica di grappoli, rappresenta l'abbondanza e la fertilità delle campagne del territorio. La stella, infine, simboleggia gli ideali a cui l'uomo deve tendere e che, come le stelle, non tramontano mai.<ref>{{Cita web|url=http://www.borghiautenticiditalia.it/borgo/bitetto|titolo=Bitetto|data=26 febbraio 2016|accesso=28 luglio 2016}}</ref>
 
Il gonfalone cittadino ripropone lo stemma su un drappo verde, riccamente ornato con ricami argentei e recante in alto la denominazione della città.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia d'oro al Merito Civile
|collegamento_onorificenza= Città decorate al merito civile
|motivazione = Occupata dalle truppe tedesche all'indomani dell'armistizio, la città si rese protagonista di una coraggiosa e tenace resistenza. Oggetto di una feroce rappresaglia contò numerose vittime, ma la popolazione tutta, dando prova d’indomito coraggio, reagì con fierezza all'invasore costringendolo alla fuga.
|luogo = 9 settembre 1943
}}
 
== Monumenti e luoghi d'Interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Cattedrale ====
{{Vedi anche|Cattedrale di San Michele Arcangelo (Bitetto)}}[[File:S03 06 01 026 image 3243.jpg|thumb|La cattedrale in una foto storica|315x315px]]Principale monumento del paese, la [[Cattedrale di San Michele Arcangelo (Bitetto)|Cattedrale di San Michele Arcangelo]] è uno degli esempi più puri del [[romanico pugliese]]. L'epigrafe nei pressi del portale rivela che la facciata fu edificata nel [[1335]] da Mastro Lillo da Barletta su commissione del vescovo Bonocore, che volle ricostruire il tempio della città nel luogo dove sorgeva la cattedrale più antica. Bitetto fu infatti sede diocesana sin dall'[[XI secolo]].
 
Orientata secondo l'antico uso con il presbiterio ad est, la cattedrale presenta una severa facciata tripartita da paraste e munita di un grande rosone [[archivolto|archivoltato]]. Dei tre portali, quello centrale si connota per un ricco apparato scultoreo: due leoni in pietra, accosciati su possenti mensoloni, reggono colonne dai capitelli a motivi vegetali che sostengono una lunetta con i bassorilievi del Cristo e dei dodici Apostoli. Gli stipiti esterni presentano invece scene del Nuovo Testamento.
 
L'interno, che nel [[Settecento]] fu pesantemente intonacato ed è stato riportato all'originario stile romanico nel [[1959]], è scandito in tre navate da setti murari a triplo ordine, dove le arcate a doppia ghiera sono sormontate da falsi matronei e più in alto da monofore. Il transetto è triabsidato secondo gli stilemi del romanico pugliese.
 
Il corpo trecentesco è affiancato sui due lati da due cappelle settecentesche, quella del Purgatorio (a sinistra) e quella del Santissimo Sacramento (a destra). All'esterno il campanile, sempre risalente al XVIII secolo, poggia sulla facciata romanica dalla tipica struttura a capanna.
 
==== Chiesa di San Domenico ====
Edificio minore situato fuori dalle mura medievali, databile tra la fine dell'XI secolo e la metà del successivo, la Chiesetta di Santa Maria e San Giovanni Battista venne inglobata negli ultimi anni del 1500 nella chiesa che i [[Ordine dei frati predicatori|Padri Predicatori]] costruirono a Bitetto in onore di San Domenico, diventandone il [[presbiterio]]. Sul retro si può ben notare l'abside semicilindrica contrassegnata da una cornice a denti di sega, presente anche lungo i lati scoperti del [[tiburio]] sul quale poggiava la cupola dell'edificio originario. Le coperture delle volte e del [[catino absidale]] erano un tempo rivestite con [[chiancarelle]], in seguito manomesse e sostituite con delle semplici tegole.
 
==== Chiesa di Santa Maria La Veterana ====
[[File:Veterana Bitetto.jpg|miniatura|Chiesa di Santa Maria la Veterana e la statua ''Icaro'']]
Situata in fondo a Corso Garibaldi (ex via Santa Maria la Veterana), la Chiesa di Santa Maria La Veterana (o Vetere), originariamente Santa Maria la Vetrana, è una delle chiese bitettesi situate extra-moenia, nonché una delle più antiche. La testimonianza più antica di questo edificio risalirebbe a un documento del 959, dove si parla di una chiesa consacrata a Santa Maria, mentre la lettura dello stemma presente sulla facciata, se appartenente a Mons. Scicutella, permetterebbe di datare la ricostruzione della chiesa in un periodo compreso tra il 1294 e il 1300. Appartenuto con alterne vicende ai [[Padri Conventuali]], oggi non c'è più traccia del monastero annesso. La chiesa presenta una facciata spoglia, ingentilita solamente sul lato destro dal campanile eretto sul portale principale e addossato ad edifici successivi. internamente la chiesa è divisa in tre navate da pesanti archi: [[a tutto sesto]] nella prima [[campata]] e [[Arco ogivale|a sesto acuto]] nelle altre due. Questi ultimi sono più bassi rispetto al primo, mentre i pilastri di sostegno sono più spessi; inoltre una cornice della [[modanatura]] corre lungo i muri sopra gli archi e si interrompe presso la prima campata. Tutto ciò a testimonianza del fatto che l'edificio ha attraversato almeno due fasi di costruzione. Di pregevole fattura sono gli affreschi presenti lungo le pareti interne della chiesa, riguardanti le "Storie della Vergine" (sul lato sinistro), le "Storie di Cristo" (sulla parete di fondo) e il "Giudizio Universale" (sul lato destro). nella nicchia dell'altare maggiore c'è una statua policroma di legno raffigurante la Vergine; vi è anche ospitato, dopo un recente restauro, un paliotto con pitture su cuoio presumibilmente di origine cipriota, un tabernacolo ligneo del XVIII secolo ed una statua di pregevole fattura raffigurante Sant'Ignazio di Loyola.
 
Nella piazza antistante la chiesa è esposto ''Icaro'', opera dello scultore statunitense Greg Wyatt.
 
==== Il Convento del Beato Giacomo ====
Il convento, fondato nel 1432, fu inizialmente abitato dai [[Frati Minori Osservanti]], quindi dai [[Frati minori riformati]], per passare poi nelle mani del Comune, che lo cedette alla confraternita del Purgatorio. Rimasto abbandonato, fu in seguito occupato dai Frati nel 1908, ma non nel complesso originario, bensì in un nuovo convento costruito sulle volte del coro e della sagrestia. L'antico convento, malridotto e depredato, fu affidato nel 1981 ai Frati, diventando casa di formazione per i chierici di teologia.
 
=== Altre chiese e luoghi sacri ===
* Chiesa di [[Marco evangelista|San Marco]], ormai distrutta
* Chiesa di [[San Rocco]]
* Chiesa di [[San Rocco]] vecchio, abbandonata nel [[XVIII secolo]]
* Chiesa di [[Santa Maria Mater Domini]]
* Chiesa e monastero di [[Santa Chiara d'Assisi|Santa Chiara]], soppresso agli inizi del [[XIX secolo]] a causa dello scarso numero di monache
* Chiesa della Vergine Benedetta
* Chiesa di [[Maria Maddalena]]
* Chiesa di [[San Giuseppe]]
* Cappella della [[Madonna delle Grazie]]
* Chiesa del Monte di Pietà
 
=== Architetture civili ===
 
==== Il Palazzo del Barone ====
Situato a ridosso delle mura medievali e della Porta Piscine, l'unica sopravvissuta delle tre originali, si trova il Palazzo Baronale, complesso molto pregevole costruito nel 1773 su volere della famiglia Noya, proveniente da [[Mola di Bari]], che nel 1743 aveva acquistato il feudo di Bitetto dal [[De Angelis|Principe de Angelis]]. Il palazzo dei Noya, essendo situato a ridosso delle mura, ha inglobato parte del complesso medievale ed inoltre il palazzo dei De Angelis, attualmente adibito ad abitazione privata.
==== Il Sedile ====
[[File:Sedile Bitetto.jpg|miniatura|Il Sedile]]
Posto di fronte alla Cattedrale, il Sedile, antica sede del Comune, era il punto di riferimento per l'[[Universitas]] riguardo l'amministrazione, la giustizia e le attività economiche. Al suo interno erano conservate le unità di misura per il confronto con quelle usate dai forestieri. Qui risiedeva il Mastro Mercato, che regolava lo svolgimento di mercati, fiere e aste.
 
Inizialmente era di forma cubica, con tre grandi arcate [[Arco ogivale|ogivali]] rivolte alla piazza che davano accesso agli uffici per le cause riguardanti piccoli reati e per la redazione degli atti legati alla vita pubblica. Nel XVIII secolo fu innalzato il primo piano e fu costruita una torre campanaria. Al primo piano fu alloggiata, nel XIX secolo, la gendarmeria [[Borbone di Napoli|borbonica]]. Probabilmente una delle stanze fu adibita a prigioni per i criminali in attesa di trasferimento. Sulla facciata è presente una [[protome]] leonina, utilizzata come [[gogna]] per i condannati, e una [[meridiana]] con [[gnomone]], trasformata in un quadrante di orologio.
 
==== La casa dei Cavalieri di Malta ====
{{Vedi anche|Casa dei Cavalieri di Malta}}
Di questo monumento medievale, sito nel centro storico, si sa pochissimo: la stessa attribuzione all'Ordine dei Cavalieri di Malta proviene dalla tradizione locale. Studi recenti attestano, tuttavia, la presenza di numerosi possedimenti di quest'antico Ordine monastico-cavalleresco in Contrada Bavotta (nell'agro di Bitetto), e la presenza di una vistosa croce ottagonale sulla soglia dell'antico 'hospitale' di S.Giacomo, a pochi metri dalla casa-torre, parrebbero confermare la tradizione popolare. Databile tra il XIII e il XIV secolo, la costruzione, in conci ambrati, è a due piani. All'esterno della facciata una scala rampante parte dalla strada fino ad arrivare all'ingresso del primo piano, sormontato da un architrave con cornice a denti di sega. Al secondo piano una bifora ogivale ravviva la parete spoglia. Ai lati della bifora, a livello del piano d'imposta dell'arco, fuoriescono due mensole decorate e forate. Il lato orientale presenta due ingressi ogivali al piano terra. L'intero edificio ha sul retro una corte di servizio, grazie al quale si scopre l'impianto "a Croce di Sant'Antonio|tau" della casa poiché, perpendicolarmente al corpo della fabbrica, si innesta un'ala occultata da edifici successivi, anch'essa a due piani.
 
==== Il Monumento ai Caduti ====
Situato in piazza Umberto I, il monumento, dedicato ai caduti bitettesi della [[Prima guerra mondiale]], fu eretto nel 1923, opera dello scultore Tonini di Roma, grazie all'avvocato Domenico Abruzzese, ai cittadini, all'amministrazione comunale e alla comunità bitettese risiedente negli Stati Uniti d'America. Esso è costituito in pietra bianca con iscrizioni metalliche ed elementi statuari, tra cui spicca quello bronzeo della Vittoria Alata, che campeggia sulla sommità del monumento. Alle sue spalle è presente un cannone di bronzo, residuo bellico del 1918, tolto agli austriaci<ref name="cuoredellapuglia.it">{{Cita web|url=http://www.cuoredellapuglia.it/bitetto/|titolo=Bitetto - Cuore della Puglia|data=13 luglio 2015|accesso=28 luglio 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160816193954/http://www.cuoredellapuglia.it/bitetto/|dataarchivio=16 agosto 2016}}</ref>.
 
=== Architetture militari ===
 
==== Mura ====
La muraglia era caratterizzata da imponenza e solidità, che avrebbero garantito la salvezza della città in caso di assedio. in tempi critici, le vie esterne erano vigilate da soldati posti di guardia su alcuni dei trentasei torrioni di forma rettangolare che insistevano sul perimetro della cerchia muraria, a quindici metri l'uno dall'altro, ma a due a due per custodire le porte di accesso. Esternamente appariva compatta e ininterrotta, senza alcuna apertura per non indebolirne le difese. Una prima muraglia viene attestata già dal 1099, epoca in cui vi era ''una turricella a oriente e una casa vecchia.'' La preesistenza di una cinta fortificata è confermata da Lorenzo Giustiniani, che scrisse nel 1797: "''Sotto [[Carlo I d'Angiò|Carlo I]] [Bitetto] incominciò a riedificarsi nel luogo del castello fortificato d'intorno di torri e di mura, verso il 1266 e da quel tempo è rimasta sino al presente di piccola estensione"''.
 
==== Porte ====
Si poteva accedere alla città attraverso tre porte, abbattute nel [[XIX secolo]] durante il processo di espansione della città al di fuori del borgo antico. Esse erano aperte di giorno, dopo che la campana della Cattedrale aveva suonato il [[Mattutino]], fino alle due di notte.[[File:Coa fam ITA de angelis.jpg|miniatura|154x154px|Stemma della famiglia De Angelis]]
===== Porta Piscina =====
Si erigeva ad est, accogliendo i viaggiatori da [[Bari]] e da [[Modugno]], ed era la porta più importante della città. Era l'onore del Comune e il vanto della famiglia De Angelis: Flaminio De Angelis, infatti, ottenuto il titolo di principe della città volle dimostrare la riconoscenza per i doni ricevuti col feudo rendendo più imponente e ampia la porta (1634). Sul portale anticamente si stagliavano tre stemmi: quello del Comune, quello di [[Filippo IV di Spagna]] (allora re di Napoli) e quello della famiglia De Angelis.
 
===== Porta Comunale =====
Posta a sud, veniva chiamata anche ''delle beccherie'' perché fuori di essa erano situati il macello e le due botteghe del fornello per cuocere la carne di proprietà comunale.
 
===== Porta della Maddalena =====
Era posta a ovest e prendeva il nome dalla cappella lì situata.
 
=== Altro ===
 
==== Osservatorio faunistico ====
A Bitetto ha sede l'Osservatorio faunistico regionale - Centro Recupero Selvatici, una struttura tecnica della regione con funzioni di indirizzo, programmazione e coordinamento<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.puglia.it/index.php?page=prg&id=26|titolo=QUIregione - Il Sito web Istituzionale della Regione Puglia|cognome=Puglia|nome=QUIregione - Il Sito web Istituzionale della Regione|sito=www.regione.puglia.it|accesso=27 luglio 2016}}</ref>.
 
== Geografia antropica ==
=== Quartieri ===
Il territorio comunale di Bitetto è suddiviso in 18 quartieri:
* '''Centro Storico''', (o ''Bitetto Vecchio''), comprende tutto il borgo antico racchiuso dentro le antiche mura;
* '''Quartiere della Maddalena''', si trova a [[nord]] del [[centro storico]] tra Via Maddalena e Via Vernoia;
* '''Santa Lucia''', si trova a [[nord]] del [[centro storico]] tra Via Maddalena e Via Bari;
* '''Verzale''', si trova ad [[est]] del [[centro storico]] tra Via Bari e Via Marconi;
* '''Kennedy''', si trova a [[sud-est]] del [[centro storico]] tra Via Marconi, Piazza Kennedy e Via Troccoli;
* '''Quartiere della Scuola Media''', si trova a [[sud]] del [[centro storico]] tra Via Marconi, Corso Garibaldi e Via Cirotti;
* '''Santa Maria''', si trova a [[sud]] del [[centro storico]] tra Corso Garibaldi, Via Cirotti e Via De Robertis;
* '''Villaggio Sant'Andrea''', si trova a [[sud]] del [[centro storico]] al termine di Corso Garibaldi;
* '''Beato 1''', si trova a [[sud]] del [[centro storico]] tra Corso Garibaldi, Via Beato e Via De Robertis;
* '''Beato 2''', si trova a [[sud-ovest]] del [[centro storico]] tra Via Farella, Via Beato e Via Lorusso;
* '''Zona 167''', si trova a [[sud-ovest]] del [[centro storico]] tra Via Beato e Via della Costituzione;
* '''Quartiere Nuovo''', (o ''Beato 3''), si trova a [[sud-ovest]] del [[centro storico]] tra Via Beato e Via Rutigliano;
* '''Quartierino''', si trova ad [[ovest]] del [[centro storico]] tra Via Beato, via Palo e via Estramurale;
* '''Madonna delle Grazie''', si trova ad [[ovest]] del [[centro storico]] tra Via Beato, Via Estramurale e Via Vittorio Veneto;
* '''Estramurale''', si trova ad [[ovest]] del [[centro storico]] tra Via Vittorio Veneto, Via Estramurale e Via Palo;
* '''Quartiere della Posta''', si trova ad [[ovest]] del [[centro storico]] tra Via Palo, Via Maddalena e Via Castore;
* '''Stazione''', si trova ad [[ovest]] del [[centro storico]] tra via Palo del Colle, via Patrono e viale Stazione.
* '''Zona Industriale''', si trova ad [[nord]] del [[centro storico]] in direzione [[Modugno]].
=== Frazioni ===
Il comune di Bitetto non ha [[Frazione (geografia)|frazioni]] all'interno del proprio territorio. Curiosamente, sulla maggior parte delle mappe viene erroneamente indicata ''contrada Fratta'' come tale. Tuttavia, essa è solo una [[strada vicinale]] posta appena al di fuori del centro abitato, sulla quale si affacciano alcune abitazioni private.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia|titolo=Abitanti censiti (1731-1858)|dimx=455|dimy=373|popmax=7000|passo1=500|passo2=500|a1=1731|a2=1745|a3=1751|a4=1761|a5=1771|a6=1781|a7=1801|a8=1811|a9=1821|a10=1831|a11=1841|a12=1851|a14=1858|a15=|a16=|a17=|a18=|a19=|a20=|p1=2648|p2=2161|p3=2173|p4=2287|p5=2645|p6=2853|p7=2916|p8=3367|p9=3471|p10=4032|p11=4775|p12=5315|p13=5878|p14=5878|p15=|p16=|p17=|p18=|p19=|p20=|fonte=Rosa Antonacci De Marco, "Bitetto nell'età borbonica"|a21=|a22=|a23=|a24=|a26=|p21=|p22=|p23=|p24=|p25=|p26=|a25=}}{{Demografia/Bitetto}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri residenti nel comune sono 198, pari all'1,7% della popolazione totale. I gruppi più consistenti sono<ref>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/072/010/statistiche/stranieri.html|titolo=Cittadini Stranieri - Bitetto|accesso=26 luglio 2016}}</ref>:
* [[India]], 90
* [[Romania]], 36
* [[Georgia]], 14
* [[Albania]], 13
 
=== Religione ===
{{vedi anche|Diocesi di Bitetto}}
 
Bitetto fu sede vescovile dall'[[XI secolo]] fino al [[1818]]. Oggi l'antica diocesi è divenuta una [[diocesi titolare|sede titolare]].
 
A Bitetto sono venerati tre santi patroni:
* [[Giacomo Illirico|Beato Giacomo Illirico]] (27 aprile), frate francescano che ha vissuto nel locale convento.
* [[Maria Addolorata]] (prima domenica di settembre), venerata fin dal '700 per le grazie ricevute; in particolare si ricorda il miracolo del ''mandorlo rifiorito'', avvenuto il 13 e 14 marzo 1747, quando, dopo un'improvvisa gelata notturna, ci fu una rifioritura delle gemme dei mandorli grazie alle preghiere e alla devozione alla Vergine<ref>{{Cita web|url=http://www.parrocchiabitetto.it/wp-content/uploads/2015/03/8-mar15.pdf|titolo=Miracolo del Mandorlo Rifiorito (1747)}}</ref>.
* [[San Michele Arcangelo]] (27 settembre), del quale Antonio De Blasio nel 1719, su commissione del vescovo dell'epoca, forgiò una statua in argento placcato d'oro. L'effige, recentemente restaurata e portata all'antico splendore, è stata esposta per un periodo limitato alla [[Galleria nazionale della Puglia]] di Bitonto<ref>{{Cita web|url=http://www.dabitonto.com/cultura-e-spettacolo/r/la-statua-argentea-di-san-michele-arriva-in-citta-e-sara-ospite-della-galleria-nazionale-de-vanna/4152.html|titolo=Cultura-e-spettacolo - Una finestra sempre aperta su Bitonto - Da Bitonto|sito=Cultura-e-spettacolo - Una finestra sempre aperta su Bitonto - Da Bitonto|accesso=27 luglio 2016}}</ref>. Ogni anno il popolo affida al Santo il compito di proteggere la città, attraverso il rito della consegna delle chiavi.
 
=== Tradizioni e folclore ===
 
==== Fiere ====
A Bitetto si svolgono tradizionalmente due fiere: una il 25 marzo, festa dell'[[Annunciazione|Annunziata]], e l'altra il 22 luglio, giorno della [[Maria Maddalena|Maddalena]].
 
La prima, la più antica, si volge lungo quello che anticamente era un asse viario peuceta, sul quale i Romani avevano innestato l'Egnatina, una strada che dalla Premurgia giungeva al mare, passando per [[Grumo Appula]], il casale di Santa Maria La Veterana e il casale di S. Marco. L'esistenza della fiera di Primavera è attestata da un documento del 14 marzo 1431 con il quale [[Lorenzo Attendolo|Lorenzo de Attendolis]], per volere della regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]], concedeva all'[[Universitas]] di spostare la fiera dell'Annunziata a luglio. A tal proposito bisogna ricordare che gli [[Angioini]] erano particolarmente devoti alla Maddalena e ne avevano portato il culto in Italia dalla [[Provenza]].
 
==== Carnevale ====
[[File:Maschera Carnevale Bitetto.jpg|miniatura|213x213px|Maschera del Carnevale Bitettese]]
Nei giorni precedenti martedì grasso a Bitetto si tengono sfilate di carri e gruppi mascherati; il martedì, invece, a chiusura del Carnevale, viene allestita una camera ardente per la morte del ''Minnore'', un fantoccio, che simboleggia la stessa festa, a cui viene dato fuoco.
 
Bitetto possiede una sua maschera, ripresa da una in pietra posta sulla facciata di un palazzo del centro storico.
 
==== Mercato Medievale e Corteo Storico ====
[[File:Bitetto10.jpg|sinistra|miniatura|Scena del Corteo Storico]]
Ogni anno, tra il 25 aprile e il 1º maggio, a Bitetto si svolge una rievocazione medievale, durante la quale il Borgo Antico torna all'epoca di [[Beato Giacomo Illirico|Fra' Giacomo]] ([[XV secolo]]); in particolare viene rievocato un episodio storico, ovvero il Ringraziamento del duca d'Atri e signore di Bitetto [[Andrea Matteo III Acquaviva|Andrea Matteo Acquaviva]] al frate. Il duca, infatti, aveva partecipato alla [[Congiura dei baroni]] contro [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] e, sconfitto, si era rifugiato in convento: qui incontrò Fra' Giacomo che gli predisse il perdono del Re, a differenza degli altri congiurati che sarebbero stati decapitati; inoltre il Frate gli predisse la nascita di un figlio maschio. Verificatesi entrambe le predizioni, il Duca tornò a Bitetto con la famiglia e la corte per ringraziare il Frate, facendo costruire, in segno di devozione, la strada rettilinea che collega il Convento Francescano al paese (oggi via Beato Giacomo)<ref>{{Cita web|url=http://www.bitettoweb.it/corteo_storico.php|titolo=Bitetto Web {{!}} CORTEO STORICO|sito=www.bitettoweb.it|accesso=28 luglio 2016}}</ref>.
 
==== Presepe vivente ====
Ogni anno, dal 24 dicembre al 6 gennaio, all'interno del Santuario del Beato Giacomo, si svolge il Presepe vivente, organizzato dai frati francescani, diviso in due ambientazioni: da un lato scene di vita popolare, che ripropongono i mestieri del passato, dall'altro la scena sacra, ambientata nel '400, con il Beato Giacomo e la Sacra Famiglia in abiti del XV secolo, inseriti in un contesto rinascimentale<ref>{{Cita web|url=http://www.bitettoweb.it/presepe_vivente_a_bitetto.php|titolo=Presepe Vivente a Bitetto (BA) presso il Convento del Beato Giacomo {{!}} Bitetto Web|sito=www.bitettoweb.it|accesso=28 luglio 2016}}</ref>.
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Scuole ====
* Polo Liceale Statale "[[Edoardo Amaldi]]" ([[Liceo scientifico|Liceo Scientifico]], [[Liceo delle scienze umane]], [[Liceo Scientifico|Liceo Scientifico Scienze Applicate]], [[Liceo linguistico]])
* Sede Coordinata [[Istituto professionale|IPSIA]] "[[Luigi Santarella]]" (Indirizzi "Produzioni industriali e artigianali - Moda" e "Manutenzione e assistenza tecnica - Elettrico")
* Istituto Comprensivo "Cianciotta - [[Giovanni Modugno|Modugno]]" ([[Scuola dell'infanzia]], [[Scuola primaria in Italia|Scuola primaria]], [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|Scuola secondaria di primo grado]])
 
==== Musei ====
 
===== Museo della Devozione e del Lavoro =====
Parte integrante del Santuario del Beato Giacomo, il Museo documenta le umili condizioni di vita della popolazione locale nei secoli passati. Il museo espone oggetti provenienti da donazioni private o da altri conventi, che rappresentano uno spaccato di vita quotidiana, incentrato sui temi della vita domestica, del lavoro femminile del ricamo, della vita dei campi e dei mestieri ormai quasi scomparsi.
 
=== Media ===
 
==== Stampa ====
* ''bitettonline.it'', giornale online<ref>{{Cita web|url=http://www.bitettonline.it/|titolo=Bitettonline.it - Il portale dedicato a Bitetto|sito=Bitettonline.it|accesso=28 luglio 2016}}</ref>.
 
=== Cucina ===
La cucina bitettese racchiude diversi piatti, propri della tradizione pugliese; in particolare:
* la ''ciallédde'', pane raffermo bagnato in acqua e servito con pomodoro, olio e sale;
* le ''[[Cartellate|cartellatte]]'', un dolce natalizio costituito da nastrini di sfoglia (preparata con farina, olio e vino bianco) avvolti a formare una sorta di rosa, fritti e imbevuti di [[vincotto]];
* la ''[[scarcella]]'', dolce pasquale consistente in una colomba di pane addolcito e glassato, al cui centro è posto solitamente un uovo sodo;
* le ''[[chiacchiere]]'', dolce tipico di carnevale.
Tipiche della città sono l'[[uva]], le [[Percoca|percoche]] o [[Percoca|percochi]] e, in particolare, l'[[Oliva]] Tèrmite, un cultivar di oliva da tavola originario del territorio bitettese, dove è presente da diversi secoli: un documento del 6 maggio 1186 pubblicato nel Codice Diplomatico Normanno di Alfonso Gallo, infatti, ripete più volte il termine ''Termitum'' per indicare la varietà di alberi coltivata<ref name="cuoredellapuglia.it"/>.
 
== Economia ==
[[File:Bitetto Campagna.jpg|miniatura|Campagna di Bitetto]]{{Vedi anche|Economia della Puglia}}
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, in particolare all'[[Olivo|ulivo]]: gli uliveti, infatti, costituiscono il 75% dei terreni coltivati<ref>{{Cita web|url=http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/prodotti-tradizionali-italiani/Termite-di-Bitetto.html|titolo=Termite di Bitetto|sito=www.taccuinistorici.it|accesso=28 luglio 2016}}</ref>. Si producono anche [[cereali]], [[Ortaggio|ortaggi]], [[uva]] e [[frutta]].
 
L'industria è costituita da aziende che operano nei comparti dell'agroalimentare, edile, metallurgico, dell'abbigliamento, dei materiali da costruzione, della produzione e distribuzione di gas.
 
Il terziario si compone di una discreta rete distributiva e dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario<ref>{{Cita web|url=http://www.italiapedia.it/comune-di-bitetto_Struttura-072-010|titolo=ITALIAPEDIA {{!}} Comune di Bitetto - Economia|sito=www.italiapedia.it|accesso=28 luglio 2016}}</ref>.
 
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|4 luglio 1988|19 luglio 1991|Giovanni Palumbo| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Democrazia Cristiana]]
|Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|19 luglio 1991|21 marzo 1993|Matteo Soranno| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Democrazia Cristiana]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|21 marzo 1993|23 novembre 1993|Cinzia Carrieri| 5 = Commissario prefettizio
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito =
|Carica =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|23 novembre 1993|28 luglio 1996|Giovanni Iacovelli| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|5 settembre 1996|18 novembre 1996|Nicola Covella| 5 = Commissario prefettizio
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Carica =
|Partito =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|18 novembre 1996|14 maggio 2001|Anna Paladino| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-sinistra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|14 maggio 2001|30 maggio 2006|Armando Costa| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-destra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 maggio 2006|15 marzo 2011|Giovanni Iacovelli| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-sinistra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|15 marzo 2011|17 maggio 2011|Paola Maria Bianca Schettini| 5 = Commissario prefettizio
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Carica =
|Partito =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|17 maggio 2011|10 ottobre 2014|Stefano Occhiogrosso| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Il Popolo della Libertà]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|10 ottobre 2014|2 giugno 2015|Rossana Riflesso| 5 = Commissario prefettizio
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Carica =
|Partito =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|17 aprile 2015|2 giugno 2015|Mario Volpe| 5 = Commissario prefettizio
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Carica =
|Partito =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|2 giugno 2015|''in carica''|Fiorenza Pascazio| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-sinistra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Lituania|Prienai}}
* {{Gemellaggio|Polonia|Józefów (Masovia)}}<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bitetto.ba.it/index.php/fd=announcement/c=avvisi/routine=infos/id=43.htm|titolo=Avviso evento del gemellaggio sul sito di Bitetto|accesso=7 agosto 2011}}</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
{{Vedi anche|Strade provinciali della città metropolitana di Bari}}
La città è collegata ai comuni limitrofi dalle Strade Provinciali 67 (Bitetto-Bitritto), 87 (Bitetto-Palo del Colle), 90 (Bitetto-Sannicandro di Bari), 184 (Bitetto-Cassano delle Murge). Il comune è, inoltre, servito da una circonvallazione (SP 206), che consente di smistare il traffico al di fuori del centro abitato.
[[File:Stazione di Bitetto.jpg|miniatura|271x271px|Stazione di Bitetto - Palo del Colle]]
 
=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Bitetto-Palo del Colle}}
Bitetto è servita dalla [[ferrovia Bari-Taranto]], gestita dalle [[Ferrovie dello Stato Italiane|Ferrovie dello Stato]], che consente i collegamenti, attraverso corse giornaliere, con i capoluoghi [[Bari]] e [[Taranto]] e con altri comuni minori, in particolare [[Modugno]], [[Grumo Appula]], [[Acquaviva delle Fonti]] e [[Gioia del Colle]].
 
La stazione, servita da tre binari, è posta in zona periferica.
 
=== Mobilità urbana ===
Le autolinee per i collegamenti con i comuni limitrofi sono gestiti dalla [[STP Bari]] (linea [[Bitonto]]-[[Palo del Colle]]-Bitetto-[[Binetto]]-[[Grumo Appula]]-[[Sannicandro di Bari]]-[[Bitritto]]-[[Adelfia]]) e dalle [[Ferrovie Appulo Lucane]] (linea [[Bari]]-[[Modugno]]-Bitetto-[[Palo del Colle]]-[[Binetto]]-[[Grumo Appula]]-[[Toritto]]-[[Altamura]]-[[Gravina in Puglia|Gravina di Puglia]]-[[Irsina]]-[[Genzano di Lucania]]-[[Matera]]-[[Potenza (Italia)|Potenza]]).
 
== Sport ==
=== Calcio ===
==== A.S.D. Bitetto ====
[[File:Sport Bitettese calcio.jpg|miniatura|I tifosi del Bitetto al Comunale prima del restyling.]]
La squadra di calcio della città è l<nowiki>'</nowiki>''A.S.D. Bitetto'', che milita nel girone A [[Puglia|pugliese]] di [[Prima Categoria|1ª Categoria]].
 
Nonostante il club attuale sia stato fondato nel [[2008]], del calcio a Bitetto si hanno informazioni ufficiali già dal [[Terza Divisione 1932-1933|1932]], quando la ''Unione Sportiva Fascista Bitetto'' partecipò al campionato regionale di [[Terza Divisione 1932-1933|Terza Divisione]], ai tempi la quarta serie della piramide del calcio.
 
Un documento del [[1949]], dove si intimava la squadra ''Valentino Mazzola'' di Bitetto a pagare una multa per non aver partecipato ad una partita di campionato, ha dato una spiegazione storica al fatto che il colore sociale della squadra sia il [[granata (colore)|granata]], come il [[Grande Torino]], e non il [[blu]] o il [[verde]], come i colori dello stemma e del gonfalone comunale.
 
Nella storia recente, la squadra non ha mai superato la [[Prima Categoria]]. Il momento più alto fu raggiunto durante la stagione [[2007]]-[[2008]], quando la allora ''A.C. Bitetto'' vinse il proprio girone di [[Prima Categoria]] e venne promosso in [[Promozione (calcio)|Promozione]]. Tuttavia, durante l'estate, il titolo sportivo venne rilevato da un imprenditore modugnese, che cambiò il nome in ''Soccer Modugno'' e spostò la squadra a [[Modugno]], ponendo fine al sodalizio granata.
 
Il Bitetto gioca le proprie gare interne al ''Campo Sportivo Comunale "Antonio Antonucci"'' situato nel quartiere Verzale. L'impianto è stato rinnovato nel [[2010]] ed è dotato di un [[campo da calcio|campo di calcio ad 11]] regolamentare in [[erba sintetica]], di una [[tribuna]] coperta da 500 posti (di cui 300 non coperti), di un settore ospiti da 100 posti con ingresso separato, di un campo di [[calcio a 7]] in [[erba sintetica]], di un [[campo da calcio a 5|campo di calcio a 5]] regolamentare in [[erba sintetica]], di due [[fabbricato|fabbricati]] per gli [[spogliatoio|spogliatoi]] di un [[bar (pubblico esercizio)|bar]] e di [[ufficio (locale)|uffici]].
 
==== Altre squadre ====
Bitetto ospita dal [[2013]] la '''[[Associazione Sportiva Dilettantistica Pink Sport Time|Pink Sport Time]]''', società di calcio femminile della [[città di Bari]]. La squadra ha giocato a Bitetto due stagioni di [[Serie B (calcio femminile)|Serie B]] ([[Serie B 2013-2014 (calcio femminile)|2013-2014]] e [[Serie B 2016-2017 (calcio femminile)|2016-2017]]) e due stagioni di [[Serie A (calcio femminile)|Serie A]] ([[Serie A 2015-2016 (calcio femminile)|2015-2016]] e [[Serie A 2017-2018 (calcio femminile)|2017-2018]])
 
=== Altri Sport ===
A Bitetto sono attive due società di [[pallavolo]], la Pianeta Sport, che milita in [[Serie D (pallavolo femminile)|Serie D femminile]], e la Volley Bitetto, che svolge solo attività giovanile.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Bibliografia|Garruba, 1844|Michele Garruba, ''Serie critica de'sacri pastori Baresi'', Bari, Tipografia Fratelli Cannone, 1844.}}
*{{Bibliografia|Giustiniani|Lorenzo Giustiniani, ''Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Vol. 2'', Napoli, Vincenzo Manfredi Editore, 1797.}}
*{{Bibliografia|Orlandi|Cesare Orlandi, ''Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie'', Perugia, Stamperia Augusta, 1774.}}
* {{Bibliografia|Guarna|Romualdo Guarna Arcivescovo Salernitano, ''Chronicon sive Paolo Lopane, L'Ordine Gerosolimitano nella 'Terra degli Ulivi' , in Studi Melitensi, XVIII, 2010, pp. 107–120Annales''.}}
*{{Bibliografia|2=Domenico da Gravina, ''Chronicon de rebus in Apulia gestis''.}}{{Bibliografia|Antonacci|Rosa Antonacci De Marco, ''Bitetto nell'età borbonica'', Bitetto, Tipolito Vitetum, 1993.}}
 
* {{Bibliografia|Antonacci|Rosa Antonacci De Marco, ''Realtà di Bitetto racchiuse in atti noti e meno noti'', Bari, Tip. Magaletti, 1990.}}{{Bibliografia|Palumbo|Giovanni Palumbo, ''Cronache Vissute'', Bari, 1996.}}
*Paolo Lopane, ''Insediamenti cavallereschi in Puglia. Templari, Teutonici, Ospitalieri'', Nardò, BESA 2015.
*Paolo Lopane, ''L'Ordine Gerosolimitano nella 'Terra degli Ulivi'. Gli insediamenti Ospitalieri a Palo e Bitetto'', in Studi Melitensi, XVIII, 2010, pp. 107–120
*{{Bibliografia|Palumbo|Giovanni Palumbo, ''Visioni antiche di Bitetto'', Grumo Appula, Tipografia A. Laddago Antonelli, 1963.}}
* {{Bibliografia|Palumbo, Schettini, Occhiogrosso|Giovanni Palumbo, Francesco Schettini, don Francesco Occhiogrosso, ''Bitetto: la cattedrale, monumento del secolo XI'', Grumo Appula, Tipografia Laddago Antonelli, 1960.}}{{Bibliografia|Fazio|Francesco Paolo Fazio, ''Diario di un giorno''.}}
* {{Bibliografia|Otranto, Palese|Giorgio Otranto, Salvatore Palese, ''Giacomo Varingez da Bitetto fra storia e culto popolare'', Bari, Edipuglia, 1992, ISBN 88-7228-112-1.}}
* {{Bibliografia|Gelao|Clara Gelao, ''La Cattedrale di Bitetto: le addizioni settecentesche'', Bari, Edipuglia, 1998.}}{{Bibliografia|AA.VV.|AA. VV., ''Il Beato Giacomo e il suo santuario, tavole e schedario del corredo artistico, vol. III'', Bari, Arti grafiche Favia, 1987.}}
* {{Bibliografia|Santoro|Nicola Santoro, ''Bitetto illustrato, cenno storico'', Bari, Tipografia editrice di Fernando Petruzzelli e figli, 1882.}}
* {{Bibliografia|Mongiello|Luigi Mongiello, ''Bitetto, il luogo antico e i suoi abitanti'', Bari, Tipografia Vito Grandolfo, 1975.}}
 
== Voci correlate ==
* [[Diocesi di Bitetto]]
* [[Cattedrale di San Michele Arcangelo (Bitetto)]]
* [[Stazione di Bitetto-Palo del Colle]]
* [[Città metropolitana di Bari]]
* [[Puglia]]
* [[Carlo Arcamone]]
* [[Giuseppe Volpi (nobile)]]
* [[Girolamo Volpi]]
* [[Francesco Paolo Nicolai]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Bitetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http[https://www.comunebafu.bitetto.baadmin.ch/it/| Sito ufficiale del Comune di Bitetto}}]
* {{DSS|I24598|Ambiente}}
* {{cita web|http://www.bitettoweb.it/|Portale d'informazione turistico culturale}}
* {{cita web|http://www.memoro.org/it/Bitetto-e-le-sue-produzioni-agricole_4931.html|Racconto di come fosse l'agricoltura a Bitetto nella prima metà del novecento Memoro - La Banca della Memoria}}
{{Comuni della città metropolitana di Bari}}
 
{{Coord|46|58|28|N|7|28|38|E|type:city_region=CH-BE|display=title}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Svizzera}}
 
[[Categoria:Bitetto|Uffici federali]]
[[Categoria:Ittigen]]