Lubriano e Scuola militare "Nunziatella": differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Nessun oggetto della modifica
 
Riga 1:
{{WIP open|BOSS.mattia|revisionando l'intera voce adeguandola, laddove ancora non era ancora o del tutto allineata, alle decisioni comunitarie ([[Discussioni_progetto:Istruzione#Persone_legate_all'Università|Persone legate a...; docenti/alunni; varie]] + [[Discussioni progetto:Istruzione#Ranking, classifiche ed equivalenti|Ranking, classifiche, reputazione e simili]] + [[Discussioni progetto:Istruzione#Offerta formativa ed equivalenti|offerta formativa ed equivalenti]]), unitamente alla correzione e rilettura dei testi, rimozione di ridndanze, ripetizioni, pleonasmi ed elementi non strettamente correlati alla voce o non pertinenti alla stessa, recentismi, termini enfatici/celebrativi etc.|7 luglio 2019}}
{{Divisione amministrativa
{{coord|40.832625|14.244380|display=title}}
|Nome=Lubriano
{{Infobox unità militare
|Panorama=Lubriano Panorama sera.jpg
|Categoria = esercito
|Didascalia=
|Nome = Scuola Militare<br />"Nunziatella"
|Voce bandiera=
|Immagine= CoA mil ITA nunziatella.svg
|Voce stemma = Stemma del Comune di Lubriano (VT).png
|Didascalia = [[Stemma della scuola militare Nunziatella|Stemma della scuola]]
|Stato = Italia
|Attiva = 18 novembre [[1787]] - oggi
|Grado amministrativo=3
|Attivo =
|Divisione amm grado 1=Lazio
|Nazione = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|20px|bordo]] [[Regno delle Due Sicilie]]<br />{{ITA 1861-1946}}<br />{{ITA}}
|Divisione amm grado 2=Viterbo
|Servizio = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|bordo|20px]] [[Esercito delle Due Sicilie]]<br />{{simbolo|Flag of Italy (1860).svg}} [[Regio Esercito]]<br />{{simbolo|Coat of arms of the Esercito Italiano.svg}} [[Esercito Italiano]]
|Amministratore locale=Valentino Gasparri
|Tipo = [[Accademie e scuole militari in Italia#Scuole superiori militari|scuola militare]]
|Partito=[[lista civica]]
|Descrizione_ruolo =
|Data elezione=05/06/2016
|Ruolo = istituto militare di formazione [[scuola secondaria di secondo grado in Italia|scolastica secondaria di secondo grado]], con studi riservati agli ultimi tre anni degli indirizzi [[liceo classico]] e [[Liceo scientifico|scientifico]].
|Data istituzione=
|Dimensione = [[reggimento]]
|Altitudine=441
|Descrizione_guarnigione = Sede
|Superficie=16.61
|Guarnigione = [[Napoli]], via Generale Parisi, 16
|Note superficie=
|Descrizione_equipaggiamento =
|Abitanti=941
|Equipaggiamento =
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Soprannome = Rosso Maniero
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Patrono = [[Annunciazione|Madonna dell'Annunziata]]<br />[[Crispino e Crispiniano|San Crispino]]
|Sottodivisioni=
|Motto = ''Preparo alla vita ed alle armi''
|Divisioni confinanti=[[Bagnoregio]], [[Castiglione in Teverina]], [[Orvieto]] (TR), [[Porano]] (TR)
|Descrizione_colori =
|Targa=VT
|Colori = Rosso, oro e azzurro (stemma); turchino, magenta e blu notte (divisa invernale) o bianco (divisa estiva)
|Zona sismica=2B
|Marcia = Inno Ardito
|Gradi giorno=
|Mascotte =
|Nome abitanti=Lubrianesi
|Battaglie = [[Repubblica Napoletana (1799)|Rivoluzione Napoletana (1799)]]<br />[[Assedio di Gaeta (1860)]]
|Patrono=[[San Giovanni Battista]]
|Missioni di peacekeeping =
|Festivo=29 Agosto
|Anniversari = 18 novembre
|PIL=
|Decorazioni = 2 decorazioni alla bandiera; 1.057 decorazioni al Valore e 100 onorificenze ad ex-Allievi
|PIL procapite=
|Sito_internet ={{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/comando-per-la-formazione-specializzazione-e-dottrina-dell-esercito/Accademia-Militare/Nunziatella|titolo=Sito ufficiale|accesso=16 giugno 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150826230024/http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/comando-per-la-formazione-specializzazione-e-dottrina-dell-esercito/Accademia-Militare/Nunziatella|dataarchivio=26 agosto 2015}}
|Mappa=Map of comune of Lubriano (province of Viterbo, region Lazio, Italy).svg
|Descrizione_struttura_di_comando =
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Lubriano nella provincia di Viterbo
|Struttura_di_comando = <div align="center">[[Accademia militare di Modena]]</div>
|Sito=http://www.comune.lubriano.vt.it/
|Reparti_dipendenti =
|Diffusività=
|Descrizione_reparti_dipendenti =
|Descrizione_comandante_corrente1 =
|Comandante_corrente1 =
|Descrizione_comandante_corrente2 =
|Comandante_corrente2 =
|Descrizione_comandante_corrente3 =
|Comandante_corrente3 =
|Descrizione_comandante_corrente =
|Comandante_corrente = [[colonnello]] Amedeo Cristofaro
|Comandanti_degni_di_nota = [[Giuseppe Parisi]], [[Giuseppe Saverio Poli]], [[Francesco Antonio Winspeare]], [[Guglielmo De Sauget]], [[Luigi Chatrian]], [[Adolfo Rivoir]], [[Franco Magnani (generale)|Franco Magnani]]
|Descrizione_simbolo =
|Simbolo =
|Descrizione_simbolo2 =
|Simbolo2 =
|Descrizione_simbolo3 =
|Simbolo3 =
|Descrizione_simbolo4 =
|Simbolo4 =
|Titolo_vario =
|Descrizione_vario =
|Testo_vario =
|Titolo_vario1 =
|Descrizione_vario1 =
|Testo_vario1 =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Fonti nel corpo della voce
}}
La '''Scuola Militare Nunziatella''' di [[Napoli]], fondata il 18 novembre 1787 come '''Reale Accademia Militare''', è uno dei più antichi istituti di formazione militare d'Italia e del mondo<ref>{{Cita|Catenacci 1999|p. 5}}.</ref><ref>Il nome Rosso Maniero è attribuito alla Nunziatella dal colore delle sue mura esterne, che la rende visibile e riconoscibile da ogni punto del golfo di Napoli.</ref>. Ha sede a [[Pizzofalcone]] nell'antico edificio, costruito nel 1588, già sede del Noviziato dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]], che con l'adiacente [[Chiesa della Nunziatella|chiesa della Santissima Annunziata]] costituisce un complesso architettonico monumentale della città di Napoli.
 
La bandiera della scuola è decorata da una [[Medaglia al valore dell'esercito|medaglia di bronzo al valore dell'Esercito]] e da una [[Croce al merito dell'Arma dei carabinieri|croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri]]<ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31-14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'arma dei Carabinieri.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
[[File:Panoramica LUBRIANO.jpg|thumb|Veduta panoramica dalla Chiesa della Madonna del Poggio. Da sinistra verso destra Lubriano, la Valle dei Calanchi e Civita di Bagnoregio]]
 
Per il ruolo svolto negli ultimi tre secoli "nel settore dell'alta formazione, qual motore accademico, sociale ed economico per l'Italia e per tutti i Paesi del Mediterraneo ad essa legati", il 22 febbraio 2012 è stata dichiarata "Patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo" da parte dell'[[Assemblea parlamentare del Mediterraneo]]<ref>{{cita web|url=https://www.facebook.com/photo.php?fbid=258395510906923&set=a.147703625309446.38576.126274300785712&type=3&theater|titolo=Dichiarazione dello status di Patrimonio Storico e Culturale dei Paesi del Mediterraneo.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. La Scuola è inoltre vincitrice del premio Cypraea per la Scienza (1994)<ref>{{cita web|url=https://associazioneculturale-cypraea.blogspot.it/2009/08/il-premio-cypraea-nato-nel-1985-e-stato.html|titolo=Premio Cypraea, Albo d'Oro.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e del premio Mediterraneo Istituzioni assegnato dalla Fondazione Mediterraneo (2012)<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemediterraneo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1442%3Aalla-scuola-militare-nunziatella-il-premio-mediterraneo-2012&catid=64%3Aanno-2012&Itemid=293&lang=it|titolo=Premio Mediterraneo Istituzioni|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. Alla Nunziatella è infine intitolata una vetta del massiccio del [[Karakorum]]<ref>[http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=38323 In un film la spedizione Karakorum 2014. Il giornale di Rieti, 21 dicembre 2014. Accesso il 3 giugno 2015] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150617221940/http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=38323|data=17 giugno 2015}}</ref>.
'''Lubriano''' è un comune di 956 abitanti della [[provincia di Viterbo]], situato sulle colline che fanno da confine con l'[[Umbria]]. Il paese è disteso longitudinalmente su un alto promontorio tufaceo che si inoltra nella valle dei calanchi. Il centro storico segue linearmente l'andamento del promontorio tufaceo su cui Lubriano sorge. Al centro di esso si apre l'ariosa Piazza San Giovanni Battista, il salotto di Lubriano, affacciata a balcone sulla valle e sulla veduta di [[Civita di Bagnoregio]]. Su questa si affacciano la chiesa di San Giovanni Battista e il palazzo Monaldeschi (già Bourbon del monte), splendido esempio di barocco locale. Ricchi di fascino e molto caratteristici sono i piccoli vicoli, gli archi, le scalette e le piccole piazzette che si aprono nei vari quartieri medioevali, come, l'Ortale (dove sorge l'antica torre medievale) e lo Scenditoio. Dai suoi numerosi affacci si può godere di inaspettate e caratteristiche visuali sulla Valle dei Calanchi e su [[Civita di Bagnoregio]]. Poco fuori il centro storico si trova il santuario dedicato alla Madonna del Poggio, altro delizioso esempio di [[arte barocca]].
 
== Geografia fisicaStoria ==
=== Gli istituti militari originatori (1735-1786) ===
=== Territorio ===
{{vedi anche|Borbone delle Due Sicilie|Esercito delle Due Sicilie|Real Marina del Regno delle Due Sicilie}}
Il comune di Lubriano si estende in una zona collinare, compresa tra la [[valle del Tevere]], ad est, e il [[Lago di Bolsena]] ad Ovest. L'altitudine del suo territorio è compresa tra 581 e 165 m s.l.m., mentre il paese è arroccato su un'alta rupe tufacea ad una altitudine di 441 metri. Tutto il lato sud del territorio comunale è affacciato con alte rupi sulla valle dei [[Calanchi]], dove lo scorrere del Fosso di Lubriano segna il confine naturale con il comune di Bagnoregio. Nella parte centrale e settentrionale del territorio si distende invece un altopiano, più o meno ondulato, ricco di campi coltivati e boschi, ultimo lembo sud orientale dell'altopiano dell'Alfina.
 
Le origini della Scuola Militare "Nunziatella" risalgono all'opera di riordino delle forze armate del [[Regno di Napoli]], propugnata dallo statista [[Bernardo Tanucci]] e messa in atto da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Sotto la sua guida fu, infatti, individuata per la prima volta la necessità di creare istituti specializzati per la formazione degli ufficiali delle varie armi: tale iniziativa si rendeva necessaria per affrancare il [[Regno delle Due Sicilie]] dalla sudditanza nei confronti del Regno di Spagna governato da [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] e per limitare le ambizioni della madre [[Elisabetta Farnese]]<ref name="C52">{{Cita|Castronuovo|p. 4}}.</ref>.
=== Clima ===
 
[[File:Charles III of Spain.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo di Borbone]]
* [[Classificazione climatica]]: zona E, 2203 GR/G
 
L'impulso riformatore di Carlo di Borbone portò in primo luogo alla fondazione della [[Real Accademia di Marina|Real Academia de los Guardias Estendartes de las Galeras]] (5 dicembre 1735), deputata alla formazione degli ufficiali di Marina: tale istituto, cui va il primato della più antica Accademia di Marina Militare in Italia<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=LMWsAAAAMAAJ&q=palazzo+trotti+napoli&dq=palazzo+trotti+napoli&hl=it&sa=X&ei=-_nST5CsKPT64QSw0eWIAw&ved=0CD4Q6AEwAjgU|titolo=Rivista marittima (1899) Ministero della Marina, pag. 536.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, fu inizialmente alloggiato in un edificio della darsena di Napoli e spostato, dopo due mesi, nel palazzo Trotti e nelle immediate vicinanze del [[Palazzo Reale (Napoli)|palazzo reale di Napoli]], presso la chiesa domenicana di Santo Spirito, nell'area successivamente occupata dal [[Palazzo della Prefettura (Napoli)|palazzo della Prefettura]]<ref name="C54">{{Cita|Castronuovo|p. 4}}.</ref>.
=== Distanze ===
 
Dopo la breve e poco proficua esperienza di una ''scola'' militare, posta nel quartiere della Maddalena, fu fondata l'Accademia di Artiglieria (1745), per l'organizzazione della quale fu chiamato il matematico [[Nicola Antonio De Martino]], che prestava servizio in Spagna quale segretario d'ambasciata<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 5-6}}.</ref>. La nuova Accademia fu installata nel [[palazzo della Panatica]] a Santa Lucia, e fornita di un programma didattico, sia teorico che pratico: vi si insegnavano infatti matematica, fisica, disegno e scherma, mentre le esercitazioni pratiche venivano effettuate al [[Giardini del Molosiglio|Molosiglio]], alla darsena e al [[forte di Vigliena]]. Gli allievi dell'Accademia erano ufficiali e cadetti d'artiglieria, per i quali la frequentazione era obbligatoria; ufficiali e cadetti di altre armi, e nobili che avessero superato un esame d'ingresso, erano altresì ammessi alle lezioni. Conformemente agli orientamenti del tempo, i programmi dell'Accademia erano dichiaratamente focalizzati sulle materie matematiche e scientifiche. Lo stesso Carlo di Borbone, nell'ordinanza per l'istituzione dell'Accademia, scriveva: «Sebbene siasi da noi con altre nostre reali ordinanze ed istruzioni specialmente provveduto a rendere appieno ammaestrati i nostri sudditi sull'onorevole impiego della milizia, pur non di meno in considerando quanto convenga alla conservazione dei nostri Stati, al lustro ed allo splendore delle nostre armi che il corpo della milizia si mantenga ben disciplinato ed istruito eziandio nella matematica, della quale scienza principalmente dipendono i più felici successi delle operazioni della guerra, ci siamo mossi a dare anche a ciò l'opportuno provvedimento»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 6}}.</ref>.
*[[Bagnoregio]] (VT) Km 3,5
*[[Civita di Bagnoregio]] (VT) Km 5,2
*[[Porano]] (TR) Km 8,7
*[[Castiglione in Teverina]] (VT) Km 11,1
*[[Bolsena]] (VT) Km 13,5
*[[Celleno]] (VT) Km 14,4
*[[Baschi]] (TR) Km 15,3
*[[Orvieto Scalo]] (TR) Km 15,7
*[[Civitella d'Agliano]] (VT) Km 16,3
*[[Castel Giorgio]] (VT) Km 17,4
*[[Orvieto]] (TR) Km 18,1
*[[Montefiascone]] (VT) Km 19,4
*[[Graffignano]] (VT) Km 22,6
*[[Viterbo]] (VT) Km 30,7
*[[Todi]] (PG) Km 38,9
*[[Terni]] (TR) Km 66,9
*[[Perugia]] (PG) Km 79,3
*[[Roma]] (RM) Km 120,0
*[[Siena]] (SI) Km 134,0
*[[Firenze]] (FI) Km 177,0
 
[[File:Ferdinand IV by San Gennaro.jpg|miniatura|upright=0.7|Ferdinando IV di Borbone]]
== Storia ==
=== Periodo preistorico e Preetrusco ===
Sicuramente il territorio venne abitato sin dalla [[Preistoria]]. Ne sono testimonianza alcuni ritrovamenti consistenti in utensili in [[Selce]], quali raschiatoi o punte di lame o frecce. Inoltre, negli anni '80 del secolo scorso, in Loc. Santo Stefano, venne individuato un piccolo villaggio dell'[[età del Bronzo]], sorto su di un percorso di transumanza che dall'[[Appennino]] conduceva al [[mare Tirreno]]<ref>{{Cita libro|titolo=AAVV. Sermugnano - storia, cronaca, aneddoti, pp 5-18, Viterbo 1992}}</ref>.
 
L'opera di ampliamento delle basi formative degli ufficiali dell'Esercito continuò con l'istituzione dell'Accademia del Corpo degli ingegneri militari (1754), dedicata agli ufficiali del genio; se da un lato la fondazione della nuova Accademia aggiunse un tassello all'opera di miglioramento delle competenze tecnico-militari degli ufficiali, dall'altro rese evidente la necessità di un contenitore unico che provvedesse organicamente a tale compito. La partenza di Carlo per la Spagna, per salire al trono del Regno alla morte di Filippo V, gli impedì di continuare nel proprio disegno armonizzatore, e rimase dunque responsabilità di Tanucci assistere il giovane re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Borbone]] nella costruzione progressiva di una classe dirigente militare sempre più preparata.
=== Periodo Etrusco ===
Durante il periodo Etrusco, Lubriano e il suo territorio facevano parte dello stato di [[Volsinii]], attuale [[Orvieto]]. A testimoniare la presenza etrusca sul territorio vi sono alcune tombe, molte riutilizzate come stalle e rimesse, una tagliata (strada incassata nel banco tufaceo), e una fitta rete di cunicoli con funzione di acquedotto. Sul finire dell'Ottocento in Loc. Cantolla venne alla luce una ricca tomba di età [[ellenistica]]<ref>{{Cita web|url=https://archive.org/stream/notiziedegliscav1895accauoft#page/244/mode/2up/search/lubriano|titolo=Notizie Scavi Antichità - anno 1895}}</ref> con un ricco corredo funerario, tra cui tre specchi di bronzo<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/1508243/L._AMBROSINI_Nuovi_dati_sul_rinvenimento_del_noto_specchio_con_mar_i_%C5%9B_hercles_da_Lubriano_Cantolle_in_Studi_Etruschi_LXXIV_2008_2011_pp._137-145|titolo=L. AMBROSINI, “Nuovi dati sul rinvenimento del noto specchio con mar(i)ś hercles da Lubriano – Cantolle”, in Studi Etruschi LXXIV, 2008 (2011)}}</ref>. Recentissime scoperte, ancora in fase di indagine e valutazione da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali dell'Etruria Meridionale, in collaborazione con il locale gruppo Archeologico, hanno portato all'individuazione di una necropoli etrusca; i lavori di indagine del sito sono in corso di esecuzione, ma è possibile rintracciare la presenza di diverse tombe a camera, ma soprattutto una struttura di tomba a Dado, estremamente rara in area volsiniese.
 
[[File:Vito Caravelli.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Vito Caravelli]]
=== Periodo Romano ===
Con la caduta di [[Volsinii]], attuale Orvieto, nel 265 a.C., la zona di Lubriano passò sotto l'egemonia romana. La zona venne ampiamente e intensamente colonizzata a scopi agricoli. Una fitta rete di strade collegava il territorio lubrianese ai guadi e ai porti fluviali del Tevere, che scorre solo ad una decina di km ad Est, e quindi a Roma<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=M. Cagiano de Azevedo - G, Schmiedt, Tra Bagnoregio e Ferento, Roma 1974}}</ref>. Ne sono testimonianza i numerosi resti sul terreno di materiale [[fittile]] e resti di strutture, riferibili ai numerosi insediamenti produttivi, più o meno ricchi che costellavano il territorio. Alla fine del 1892 vennero inoltre rinvenute sepolture di epoca romana in Località Cantolla<ref>{{Cita web|url=https://archive.org/stream/notiziedegliscav1892accauoft#page/228/mode/2up/search/lubriano|titolo=Notizie Scavi Antichità - anno 1892}}</ref>. Un reperto di notevole è importanza è un cippo funerario che fece fare tal TVLLIVS CORNELIANVS per la moglie OPTATE SABINAE. Rinvenuto in Località Fontana Vecchia è conservato all'interno della chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista.[[File:Cippo romano, Lubriano.jpg|thumb|Cippo funerario di epoca romana, conservato nella chiesa di San Giovanni Battista]]
 
A tale scopo, nel dicembre del 1769 fu emessa una nuova ordinanza, la quale statuì la fusione della Reale accademia di artiglieria con quella del Corpo degli ingegneri nella Reale accademia militare. Il nuovo istituto – parimenti ubicato presso palazzo della Panatica – aprì i battenti il 1º febbraio 1770, dopo una cerimonia di inaugurazione segnata da un discorso del capitano Alonzo Nini<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 7-8}}.</ref>. L'organizzazione dell'istituto, avente una dotazione finanziaria iniziale di duemila ducati l'anno, era simile a quella di un'università, dato che gli allievi vi si recavano unicamente per le lezioni e gli esami. La frequentazione dei corsi, della durata di quattro anni, era obbligatoria per gli ufficiali di artiglieria e del genio stanziati a Napoli. I battaglioni di fanteria, cavalleria e dragoni di stanza a Napoli dovevano inviarvi due ufficiali e due cadetti ciascuno, mentre i reggimenti stanziati altrove mandavano due cadetti cadauno. Il brigadiere Luca Ricci fu nominato comandante, mentre la direzione degli studi fu affidata al matematico e fisico sperimentale [[Vito Caravelli]]. Gli allievi superavano due esami l'anno e uno al termine del quadriennio formativo, alla presenza del ministro della guerra. I primi quattro classificati venivano promossi di un grado nei corpi di appartenenza, i secondi quattro ricevevano una medaglia d'oro, tutti gli altri una d'argento. Sebbene il regime degli studi approfondisse le discipline scientifiche, esso trascurava quelle umanistiche; tale mancanza fu percepita negli ambienti formativi, e condusse alla successiva evoluzione della Reale accademia militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 8-10}}.</ref>.
=== Periodo tardo antico ===
Con la caduta dell'impero romano e il susseguirsi delle invasioni barbariche, la zona decadde. Così gli insediamenti agricoli vennero abbandonati e gli abitanti si unirono e si raggrupparono nei luoghi più inaccessibili e meglio difendibili, come appunto il luogo su cui sorge Lubriano, e sul luogo ove sorge il castello di Seppie. Il territorio, vide la dominazione dei [[Goti]], e qui imperversò la guerra greco-gotica tra questi e i [[Bizantini]]<ref name=":1" /><ref name=":0" />. È appunto a questo periodo che si vuole far risalire, la fondazione del castello di Seppie. Sussegui poi la dominazione Longobarda che fu quella che meglio si integrò con le popolazioni già presenti.
 
[[File:Francesco Pignatelli principe di Strongoli.jpg|miniatura|upright=0.7|Francesco Pignatelli, principe di [[Strongoli]].]]
=== Periodo Medievale===
 
Una volta provveduto alla formazione degli ufficiali già in servizio, l'opera riformatrice si rivolse a quella dei cadetti, vale a dire degli ufficiali in via di formazione. A tale scopo, e per fondare un nuovo corpo che servisse "di vivissima forza tattica né riscontri più difficili della guerra", fu istituito un Corpo scelto dei cadetti, chiamato Battaglione Real Ferdinando (1772). Il comando del Battaglione, alloggiato nei due ex conventi della Croce e della Trinità di Palazzo (area occupata dal [[Palazzo Salerno|palazzo del Principe di Salerno]], in [[piazza del Plebiscito]]) fu affidato al generale [[Francesco Pignatelli, marchese di Laino|Francesco Pignatelli]], e lo stesso Ferdinando IV di Borbone volle acquisirne il grado di colonnello. Gli allievi, figli di nobili e di ufficiali di grado superiore a capitano, venivano ammessi all'età di otto anni, e proseguivano gli studi per sei anni; le materie oggetto di insegnamento comprendevano matematica e arte militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 10-11}}.</ref>. La prima rivista, utile a determinare gli averi mensili degli individui formanti il Battaglione, fu passata dal Sovrano a Portici il 13 gennaio del 1772 e dal relativo documento risulta che il corpo era composto da duecentosettanta teste suddivise in dieci compagnie di cadetti. La scala gerarchica del Battaglione prevedeva inoltre un [[capitano]], un [[tenente]], un [[brigadiere]] e due sottobrigadieri più un tamburo e un piffero per ogni compagnia.<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 29}}.</ref>. A Portici, l'edificio più opportuno per la sistemazione dei cadetti fu ritenuto l'ex convento dei Gesuiti (divenuta in seguito scuola media statale "M. Melloni"), costruito nel 1629 grazie ad una donazione fatta ai religiosi da Maria Bermudez de Castro. Fu l'architetto Carlo Vanvitelli, nel 1771, ad occuparsi per primo di un piano di risistemazione del quartiere dei Cadetti a Portici. Successivamente, in conseguenza del sensibile aumento del numero dei cadetti, deciso con il Real Ordine del 27 agosto 1774, l'edificio risultò insufficiente per ospitare tutto il corpo e pertanto il sovrano ordinò ai regi ingegneri Emanuele de Montemajor e Felice Bottiglieri di elaborarne l'ampliamento<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 32}}.</ref>.
=== Dal Medioevo all'età moderna ===
 
Una volta completato, con istituti appositi, l'intero percorso di formazione degli ufficiali dal grado di cadetto alla scuola di specializzazione, si decise d'unificare le diverse entità. Nel settembre 1774 fu dunque soppressa la Reale accademia, facendone confluire gli allievi nel Battaglione Real Ferdinando; la nuova istituzione che ne derivò, denominata Reale accademia del Battaglione Real Ferdinando, passò dagli originari duecentosettanta cadetti divisi in tre compagnie, a ottocentodieci, suddivisi in nove compagnie, una di [[Granatiere|granatieri]] e otto di [[Fuciliere|fucilieri]] composte da novanta militi. Nel 1774, gran parte del battaglione era permaneva a Portici e ivi periodicamente di stanza sino al 1780. Dalla "Rivista" che il re passò a Portici il 12 ottobre 1774, si rilevano ottocentotrenta [[Allievo ufficiale|cadetti]] in servizio e ventisette ufficiali (un capitano, un tenente e un [[Alfiere (grado militare)|alfiere]] per ogni compagnia).<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 30}}.</ref>. A Napoli gli effettivi dell'Accademia erano distribuiti tra il palazzo della Panatica, dove vennero alloggiati i cadetti più giovani, e i succitati conventi della Croce e della Trinità di Palazzo, che accolsero tutti gli altri. Anche i programmi di studio furono diversificati, al fine di tenere conto delle differenze di età e di preparazione, e videro per la prima volta l'introduzione delle materie umanistiche per i più giovani. L'esame finale era destinato a verificare che gli aspiranti alla nomina ad ufficiale possedessero «la estensione delle teorie di tutte le scienze che sono necessarie a sapersi per intender la ragion di quanto si fa nel mestiere per cui si concorre e le teorie del mestiere medesimo; la franchezza delle facoltà intellettuali, che son precise per sapersi ben condurre nei dati casi; e finalmente i gradi di invenzione per saper ritrovare quanto occorra nel mestiere»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 11-12}}.</ref>. Nell'aprile 1755, tuttavia, il generale Pignatelli informò il re, con dovizia di prove, dell'esistenza di una loggia massonica tra gli allievi: tale scoperta fu origine di un profondo dissidio tra Ferdinando IV e la moglie [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]], la quale difendeva il movimento massonico a Napoli. Coerentemente con la natura dei fatti, furono presi provvedimenti nei confronti dei coinvolti<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 13-14}}.</ref>.
== Simboli ==
[[File:Antico stemma Lubriano.jpg|thumb|Antico sigillo del Comune di Lubriano (inizi '700)]]
Lo stemma lubrianese raffigura il pastorello San Procolo (di cui si parlerà più avanti) addossato ad una quercia tenente con la mano destra una verga da pastore e con la sinistra un castello a tre torri segno di protezione sul paese. La più antica rappresentazione dell'attuale stemma è rintracciabile in alcuni documenti conservati presso l'archivio vescovile di Bagnoregio, risalente ai primi del Seicento<ref>{{Cita libro|titolo=AAVV, ''Stemmi e gonfaloni della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 3, Grotte di Castro 1993}}</ref>. [[File:Stemma del Comune di Lubriano (VT).png|thumb|Stemma del Comune di Lubriano (VT)]]
 
[[File:Sirjohnacton.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Sir John Acton]]
== Monumenti e luoghi d'interesse Principali==
 
L'influenza della regina Maria Carolina fu determinante per l'arrivo dell'ammiraglio inglese [[John Acton]], che assunse dapprima l'incarico di ministro della Marina e successivamente, a fronte dell'inerzia del [[Giuseppe Beccadelli di Bologna|marchese della Sambuca]], anche quella di primo ministro. Acton avviò un processo di rinnovamento che consentisse di rinforzare la dirittura etico-morale degli ufficiali, in modo che essi potessero funzionare come esempio per il resto della popolazione. Rendendosi parimenti conto della necessità di aggiornare l'iter di formazione, coerentemente all'evoluzione della dottrina militare, fu l'artefice di una decisione storica: costituì infatti un piccolo gruppo di ufficiali, cui diede l'incarico di visitare gli istituti di formazione militare dei diversi paesi europei, e di trarre da essi tutti gli aspetti organizzativi, formativi e pratici, che servissero a costruire un'Accademia di tipo innovativo<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 14-16}}.</ref>. Tale scelta si rivelò particolarmente proficua, in quanto grazie alle dettagliate relazioni di [[Giuseppe Parisi]] e alla sua opera concreta, si gettarono le basi di quella che sarebbe stata la futura Nunziatella<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 19-20}}.</ref>.
=== Chiesa di San Giovanni Battista Decollato ===
 
Lungi dall'essere la mera riproposizione in chiave locale dell'organizzazione e dei metodi di istruzione osservati all'estero, il progetto di Parisi conteneva elementi di forte originalità; diversamente da altri istituti di formazione militare, fu statuita la solida interconnessione fra la formazione di tipo bellico e quella civile, al fine di formare "ottimi ufficiali" e al contempo "ottimi cittadini"<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 20-21}}.</ref>.
[[File:Chiesa San Giovanni Battista Lubriano ESTERNO.jpg|thumb|Chiesa di San Giovanni Battista Decollato, veduta esterna dall'omonima piazza]]
La chiesa parrocchiale di Lubriano, dedicata a [[San Giovanni Battista Decollato]], sorge pressoché al centro del nucleo antico del paese e chiude ad est con la sua facciata barocca ed il suo snello campanile, l'ariosa omonima Piazza, donandole, insieme al Palazzo Feudale, anch'esso in stile barocco, un aspetto gradevole ed elegante. La piazza, come altri punti, si affaccia a balcone sull'alto strapiombo, e da qui si può avere una bellissima visuale sulla vallata, su [[Civita di Bagnoregio]] e sulla prima parte del centro storico, dove svetta la Torre Medievale. Le origini della chiesa si perdono nel tempo. Un primo edificio di culto risalirebbe al periodo longobardo, come testimonia il ritrovamento, durante gli ultimi lavori di restauro di diverse sepolture longobarde e delle strutture perimetrali della parte absidale, al di sotto dell'attuale pavimento, coeve. Un documento risalente all'anno 824, testimonia la compravendita di vari terreni da parte dell'Abbazia del [[SS Salvatore del Monte Amiata]] nel territorio di Lubriano, e tra i firmatari dell'atto figura un Domnolinus chierico della chiesa del "Vicus Cimmerianus"<ref>{{Cita libro|titolo=Eletto Ramacci, Lubriano, cronologia storica dai tempi antichi al 1500, Viterbo 1985}}</ref>. Identificando l'abitato di Lubriano con il Vicus Cimmerianus del documento, ed essendoci un chiericus, ovvero un sacerdote, appare chiara la presenza in sito di un nucleo ecclesiastico<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=Michelangelo Cagiano de Azevedo, Continuità di vita in una struttura militare dell'Alto Lazio: il Castello di Seppie, Roma 1977}}</ref>, comprovato fra l'altro dai ritrovamenti, e dalla presenza all'interno dell'attuale chiesa, di sculture ad intreccio tipiche del periodo Longobardo - Carolingio. Agli inizi del 1100 venne eretta, la nuova chiesa dedicata a [[San Giovanni Battista]], in aderenza, o comunque in sostituzione della vecchia costruzione, che scomparve<ref>{{Cita libro|titolo=Eletto Ramacci, Lubriano, cronologia storica dai tempi antichi al 1500, Viterbo 1985}}</ref>. La chiesa di [[San Giovanni Battista]] crebbe d' importanza, seppur un vuoto di notizie ci porta agli inizi del 1500, quando aveva il titolo di [[Collegiata]]. Ampliata e rimaneggiata a più riprese, con la realizzazione delle cappelle laterali, e degli altari posti nella parete nord si arriva al XVIII secolo. Fortemente danneggiata dal terremoto del 1695, venne restaurata e venne realizzata la nuova facciata in stile Barocco, molto probabilmente opera di Giovanni Battista Gazzale (al tempo autore del rifacimento del Palazzo Feudale e della nuova chiesa della Madonna del Poggio). Venne riparato anche il campanile, ma lo stesso subirà a breve una triste sorte. Nella metà del 1800 questo, colpito e danneggiato da un fulmine, cadde in rovina. Incaricato dall'allora parroco Don Crispino Catteruccia, l'architettto orvietano Paolo Zampi, progettò l'attuale torre campanaria, realizzata nella seconda metà dell'ottocento<ref>{{Cita libro|titolo=Giorgio Muratore - Patrizia Loiali, Paolo Zampi (1842-1914) - a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto - Roma 2005}}</ref>. L'interno semplice, ma di scuro effetto, si rifà all'architettura romanica. Una sola navata scandita da grandi arcate suddividono l'ambiente in 4 campate nell'ultima delle quali trova posto il presbiterio rialzato.[[File:Lubriano chiesa di San Giovanni Battista interno.jpg|thumb|Interno della Chiesa di San Giovanni Battista]] Tre grossi fornici, aperti negli anni '30 del secolo scorso, collegano quest'ultimo con la parte absidale e con la sagrestia. La copertura è a tetto con travi in legno, sorretto dalle arcate prima descritte. Nella parte absidale invece la copertura poggia su una volta a botte. Nella parete meridionale si aprono, nella seconda e terza campata due cappelle. La prima cappella è dedicata alla [[Madonna del Rosario]]. Sotto l'altare vi è collocato il simulacro con i rest del pastorello San Procolo. La seconda è dedicata al [[SS Sacramento]]. Nella parete settentrionale si trovavano un tempo altri altari. Uno era dedicato all'[[Angelo Custode]] ed un altro a [[San Carlo]]. All'interno della chiesa troviamo diverse opere d'arte di notevole interesse. Nella cappella della [[Madonna del Rosario]] una grande Pala seicentesca raffigurante la [[deposizione dalla Croce]]. Nella Cappella del [[SS Sacramento]] una pregevolissima [[annunciazione]] probabilmente risalente anch'essa al '600, pala dell'altare della scomparsa Chiesa dell'Annunziata del monastero di Santa Maria in Suntina.[[File:Annunciazione Lubriano Chiesa di San giovanni Battista.jpg|thumb|L'annunciazione]] La pala dell'altare maggiore, raffigura la [[decapitazione del Battista]].[[File:Decollazione battista Lubriano.jpg|thumb|La decapitazione del Battista]] Molto interessante risulta un ciclo di affreschi votivi recentemente restaurati, raffiguranti San [[Martino I]] Papa, [[San Paolo Apostolo]], [[Sant'Andrea Apostolo]] ed un [[San Giovanni Battista]].[[File:Lubriano affreschi seicenteschi Chiesa San Giovanni Battista.jpg|thumb|Gli affreschi seicenteschi di recente restaurati]] Una altro grande e bell'affresco raffigurante l'[[Angelo Custode]], che costituiva la pala dell'altare con questa dedica, è sto recuperato contemporaneamente agli affreschi dei santi. Sono inoltre presenti altre opere di minore valore. Da segnalare la presenza di molte lapidi incastonati nei muri. Tra queste degne di menzione alcune pietre con motivi ad intreccio di epoca longobardo-carolingia, uno stemma dei [[Monaldeschi]], e i resti della tomba di Benedetto di Ermanno Monaldeschi del Cervo. Quest'ultima venne riutilizzata nel 1430 come lapide della sepoltura dei resti del pastorello San Procolo.
 
=== ChiesaLa dellafondazione Madonna del Poggio(1787) ===
[[File:Giuseppe parisi.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Giuseppe Parisi]]
 
Nel tracciare l'organizzazione e il piano di studi della nuova istituzione, Parisi propose di abbandonare i vecchi edifici della Panatica e i conventi di largo di Palazzo dove alloggiavano i cadetti, e di individuare una nuova sede. La scelta cadde sull'antico noviziato gesuitico di [[Pizzofalcone]], edificio di grandi dimensioni che potevasi adattare alle esigenze del caso. Il complesso fu costruito grazie alle donazioni delle nobildonne Anna Mendoza, marchesa della Valle e contessa di [[Sant'Angelo dei Lombardi]]<ref group="N">La marchesa, sorella del gesuita Giovanni de Mendoza, fece una donazione di 24.666,66 ducati; di questi, 8.000 furono destinati all'acquisto e adattamento del preesistente palazzo Polignano, e 16.666,66 al mantenimento dei novizi. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref>, e Delia Sanseverino, contessa di [[Briatico]]<ref group="N">La donazione fu di 19.500 ducati, suddivisi in dodici anni. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref><ref>{{Cita|Autore e D'Aria|p. 10}}.</ref>; mentre il noviziato fu inaugurato l'8 settembre 1587, accogliendo i seminaristi precedentemente alloggiati nel noviziato di Nola<ref>{{Cita|Celano|pp. 78-80}}.</ref>. Unitamente al palazzo, era stata donata loro l'annessa [[chiesa della Nunziatella]], edificio in stile [[barocco napoletano]], così detta per distinguerla dalla più grande [[basilica della Santissima Annunziata Maggiore]]<ref>{{Cita|Sasso|p. 349}}.</ref><ref>{{Cita|Catello|p. 192}}.</ref><ref>{{Cita|Napoli e dintorni|p. 282|AA.VV. i}}.</ref>.
[[File:Veduta della Chiesa della Madonna del Poggio LUBRIANO.jpg|thumb|Veduta della Chiesa della Madonna del Poggio]]
 
[[File:Alunno1787C.jpg|miniatura|upright=0.7|Allievo della Nunziatella (1787)]]
Il santuario dedicato a Maria SS del Poggio, è situato poco prima dell'ingresso al centro storico del paese, ai piedi di un'altura che cinge ad ovest l'antico nucleo urbano. I lubrianesi sono molto devoti e legati all'immagine sacra di Maria, dipinta sopra l'altare maggiore. Le origini del tempio mariano, risalgono al XVI secolo quando sul luogo venne eretta una cappellina in seguito ad un evento miracoloso. Nel corso degli anni la devozione verso questo luogo crebbe sempre più, e dalla piccola cappella si passò mano a mano ad una costruzione sempre più ampia, e la sua custodia venne affidata alla confraternita del SS Rosario. Nel 1619 una certa Lionia, figlia di tal Agostino, fece dipingere l'attuale pala in affresco raffigurante la Madonna in trono con il bambino benedicente. Dal restauro eseguito sull'immagine negli anni '90 del secolo scorso è emerso che l'affresco venne eseguito riprendendo una immagine più antica. Nel 1732, contestualmente ad altri lavori di ripristino realizzati anche nella chiesa di San Giovanni Battista e nel Palazzo Feudale, a seguito del rovinoso terremoto del 1695, il marchese Pompeo Bourbon del Monte e la sua consorte marchesa Anna Rosa Monaldeschi, insieme al parroco Don Paolo Proculo ed ai generosissimi lubrianesi, decisero di ampliare la chiesa originaria. Su progetto dell'architetto Giovanni Battista Gazzale venne edificato l'attuale tempio in delicate e sontuose forme barocche. All'interno i lavori dell'altare maggiore e del fastoso baldacchino con gloria di angeli in stucco, che circonda l'immagine della vergine, venne affidato ai celebri artisti Pietro e Antonio Cremoni da Lugano. [[File:Interno Madonna del Poggio LUBRIANO.jpg|thumb|Chiesa della Madonna del Poggio veduta dell'interno]]La costruzione venne ultimata nel 1732 ed il tempio venne consacrato nel 1760. La volta della chiesa venne affrescata con fastosi motivi floreali e simboli mariani, dall'autodidatta parroco Don Guglielmo Manzotti<ref>{{Cita libro|titolo=Eletto Ramacci, La Madonna del Poggio di Lubriano in Voltumna, n° 3(7), anno II, Montefiascone 1992}}</ref>. La sacra immagine è coperta da un telo che, azionato da una cordicella che corre all'interno del muro, si scopre durante le funzioni religiose. [[File:La Miracolosa immagine di Maria SS del Poggio - LUBRIANO.jpg|thumb|La Sacra immagine di Maria SS del Poggio]]. L'ingresso e costituito da un pronao dalle elaborate forme barocche di colonne e volute. L'interno è a navata unica e un balaustra divide il presbiterio rialzato dal resto dell'ambiente. sopra l'altare una pregevolissima opera in stucco con baldacchino e fastosa gloria di angeli incornicia l'immagine di Maria SS del Poggio. La volta è decorata con simboli mariani ed elementi vegetali in affresco e stucco. Dalla piazza antistante la chiesa, che si affaccia a balcone sulla sottostante vallata, si gode di un panorama stupendo ed unico sul paese di Lubriano, su [[Civita di Bagnoregio]] e sulla Valle dei Calanchi. Lo sguardo arriva fino alla Valle del tevere, ed alle cime dei [[monti Amerini]] fino alle più alte vette dell'[[Appennino]] tra cui notevole il [[Monte Terminillo]].[[File:Panorama da MDP.jpg|miniatura|Panorama dalla Chiesa della Madonna del Poggio]]
 
La Scuola militare "Nunziatella" fu fondata il 18 novembre 1787 con il nome di Reale accademia militare, con apposita ordinanza di Ferdinando IV. Nel documento si delinearono le linee guida dell'educazione degli allievi, e in particolare come ufficiali e istruttori dovessero curare « [...] la conoscenza dei temperamenti, delle inclinazioni e delle attitudini degli allievi al fine di poterne stimolare la curiosità e potenziare l'attenzione, i talenti e le facoltà e, infine, far nascere in essi la capacità di giudizio». Allo stesso modo, si ritenne d'introdurre gli allievi alle « [...] scienze matematiche e filosofali per rassodare i giovani nel raziocinio e prepararli alle scienze delle professioni e formarli nella coscienza dei propri doveri e nel sistema sociale e politico».
=== Chiesa di Santa Caterina in Silvis ===
 
Il primo responsabile dell'istituto militare fu il generale Domenico della Leonessa, marchese di [[Supino (Italia)|Supino]], che con un decreto del 28 maggio 1787 ottenne dal ministro John Acton la nomina a comandante dell'accademia e la promozione a [[maresciallo di campo]]; per tradizione, tuttavia, la "fioritura" della Nunziatella viene fatta risalire alla presa di comando da parte di Giuseppe Parisi (1794)<ref>{{Cita|Fabbricatore|p. 1-50}}.</ref>, da cui l'intitolazione della strada dove sorge la scuola.
[[File:Chiesa Di santa Caterina in Silvis Lubriano (VT) imm2.jpg|thumb|Veduta della chiesa di Santa Caterina in Silvis]]
 
La Nunziatella fu riconosciuta come luogo di elevata formazione militare, {{Chiarire|pochi anni dopo|ossia quando di preciso?}} la sua fondazione. A tal proposito, [[Giuseppe Maria Galanti]] scrisse nel 1792:{{Citazione|La maniera come quivi è educata la gioventù non ha pari in tutta l'Europa. La filosofia, il patriottismo, l'esperienza non avrebbero saputo ideare né eseguire più nobile istituto da formare il temperamento, la ragione, il cuore e tutte le cognizioni necessarie a' militari.|Giuseppe Maria Galanti<ref>{{Cita|Galanti|p. 36}}.</ref>}}
A circa 5 Km ad est del centro abitato, su di una ariosa collina, circondata su tre lati da alti dirupi, sorge, vicino alla cinquecentesca Torre del Sole, la chiesa dedicata a [[Santa Caterina d'Alessandria]], sotto il titolo di Santa Caterina in Silvis. Le prime notizie risalgono agli inizi del'500, anche se le origini della chiesa sono ben più antiche. L'elevazione a Parrocchia risalirebbe al 1576 quando venne distaccata dalla Parrocchia di Vaiano e le venne accorpata quella dei Santi Valeriano, Cecilia e Tiburzio.<ref>{{Cita libro|titolo=Leopoldo Quintarelli Il pastorello San Procolo, Bagnoregio 1926}}</ref> Altre notizie ci portano al secolo successivo, quando i parroci di Santa Caterina furono coinvolti in diverse cause con la famiglia orvietana dei [[Febei]] riguardo il possesso di alcuni terreni nei dintorni e sul terreno dove questi realizzarono la Torre del Sole.<ref>{{Cita libro|titolo=Maurizio Damiani, La Torre del Sole in Quaderni dell'istituto statale d'arte di Orvieto, Orvieto n° 5/6 anno 1985}}</ref> Alla fine degli anni'60 del secolo scorso la parrocchia di Santa Caterina venne soppressa ed accorpata alla Parrocchia di San Giovanni Battista in Lubriano. La chiesa è di semplici forme. Un piccolo campanile a vela si innalza sul lato destro della facciata. [[File:Chiesa di Santa Caterina Lubriano (VT) interno.jpg|thumb|Interno della Chiesa di Santa Caterina]] L'interno è ad una navata con copertura poggiante su capriate in legno. Nelle pareti laterali, data la presenza su ciascuna di una grossa pala in affresco, molto probabilmente vi erano due altari. Nella parete destra, meridionale, troviamo un grande affresco raffigurante la Madonna con Bambino tra [[San Rocco]] e [[San Sebastiano]] datato 1560. Nella parete sinistra, ovvero quella settentrionale troviamo altra pittura rappresentante la [[Madonna del Rosario]]. Gli affreschi restaurati di recente sono di notevole interesse e bellezza. Sopra la parete retrostante l'altare maggiore troviamo, in una cornice in pietra, su intonaco bianco una raffigurazione incisa di [[Santa Caterina d'Alessandria]], molto probabilmente base di un affresco mai terminato.
 
=== La Repubblica Napoletana (1799) ===
=== Palazzo Monaldeschi (già Bourbon del Monte) ===
[[File:Carlo Lauberg.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo Lauberg]]
*Torre Medievale
*Teatro dei Calanchi
=== Fontana detta "La Pucciotta" ===
 
Il 14 luglio 1789 la popolazione parigina [[Presa della Bastiglia|diede l'assalto alla Bastiglia]] iniziando la [[Rivoluzione francese]]. Le ripercussioni di tali avvenimenti, investirono presto anche la città di Napoli ove destarono l'attenzione poliziesca verso le attività dei [[Giacobinismo|giacobini]], i quali a loro volta aumentarono i tentativi di persuasione verso i quadri dell'esercito: l'intento era la creazione di un movimento supportato dalle forze armate, che portasse alla deposizione dei sovrani e all'instaurazione di una repubblica su modello francese.
[[File:Pucciotta Lubriano (VT).jpg|thumb|La fontana detta "La Pucciotta"]]
 
La Nunziatella si trovò al centro di tali tentativi, in quanto alcuni componenti del corpo insegnante, esponenti del movimento giacobino<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-38}}.</ref>, vi svolgevano attività di propaganda repubblicana nei confronti dei giovani allievi. La propaganda aveva trovato terreno fertile nei giovani allievi, i quali allo scoppiare dei disordini presero posizione in favore del movimento rivoluzionario e sotto il comando del capitano Pasquale Galluzzo, opposero resistenza all'assalto dei [[lazzari]] riuscendo a metterli in fuga<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-34}}.</ref>.
Al centro della piazza San Giovanni Battista si trova graziosa ed elegante la caratteristica fontana pubblica, chiamata curiosamente la “pucciotta”. Il termine pucciotto nel vernacolo lubrianese sta a significare un pupazzo o qualcosa di similare. La fontana consta di una vasca quadrata in basalto rialzata di un gradino rispetto alla piazza. Al centro di esso si erge un cippo sempre in basalto con tre cannelle. Sopra questo cippo è posata la statua in bronzo raffigurante un putto con in braccio un cigno dal cui becco esce uno zampillo d’acqua. Proprio questa statua è “la pucciotta” che da il nome all’intera fontana. La fontana venne eretta nel 1905 per festeggiare l’arrivo dell’acqua in paese, pompata dalle sottostanti copiose sorgenti di Rigo. Molti aneddoti sono legati a questa figura, ormai diventata quasi un simbolo per i lubrianesi.
 
[[File:Guglielmo Pepe.jpg|miniatura|destra|upright=0.7|Guglielmo Pepe]]
*Castello di Seppie
*Torre del Sole o di Santa Caterina
*Museo Naturalistico e Percorso delle acque, dei fiori, dei frutti e delle erbe mangerecce
 
La neonata Repubblica ebbe tuttavia breve durata: il governo napoletano, ridotto in esilio in Sicilia, forte dell'appoggio britannico riorganizzò le proprie forze in vista della riconquista della parte continentale del Regno. Capeggiato dal cardinale [[Fabrizio Ruffo]], l'[[Esercito della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo|Esercito della Santa Fede]] risalì la penisola e si preparò a entrare nella capitale<ref>{{Cita|Petromasi|pp. 1-22}}.</ref>, in quel contesto gli allievi della Nunziatella di età superiore ai sedici anni furono congedati d'ufficio e successivamente arruolati nelle milizie dei generali Pasquale Matera e Giuseppe Schipani, le quali si schierarono in contrasto alle truppe sanfediste<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 36}}.</ref>.
==Altri edifici storici esistenti==
 
Con il ritorno di Ferdinando IV al potere e in ragione della partecipazione di professori e allievi della Nunziatella al movimento rivoluzionario, il 27 luglio 1799 l'accademia fu colpita da un decreto di soppressione, per "ripetute e manifeste pruove di non corrispondere alle benefiche mire del re"<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 37}}.</ref>; tale decreto rimase ciononostante inattuato, giacché il sovrano concesse ad un certo numero di allievi orfani di continuare a frequentarla.
*Resti di Mura e Fortificazioni
*Castello di Castelluzzo
*Chiesina rupestre e grotta di San Procolo
*Chiesa dei Santi Valeriano, Cecilia e Tiburzio
*Chiesa di Santa Maria Maddalena
*Chiesa di San Filippo Neri
*Chiesa di Santa Maria della Neve
*Chiesa di Santa Maria della Concezione
 
=== La prima Restaurazione (1800-1805) ===
==Altri edifici storici scomparsi==
Ridotta formalmente a convitto maschile per gli orfani militari, la Nunziatella riebbe il titolo di Regia accademia militare grazie all'opera di [[Giuseppe Saverio Poli]]. Il 1º dicembre 1802 la nuova denominazione divenne operativa e due anni dopo riuscì ad ottenere la concessione dello status di "università degli studi", il che consentiva d'accogliere studenti esterni<ref name="Virginio Ilari 20062">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>. Poli in quanto fisico e [[Malacologia|malacologo]], si prodigò altresì per migliorare la dotazione del gabinetto di fisica: mutuato in parte da quello del vecchio Battaglione Real Ferdinando, esso fu attrezzato con le più moderne apparecchiature, tanto da farne "(quello) più completo, e rispettabile (...) in Napoli"<ref>{{Cita|Romanelli|p. 171-173}}.</ref>.
 
=== Il decennio francese (1806-1815) ===
=== Chiesa di Santa Maria della Cava ed annesso ospedale ===
[[File:Giuseppe Poli.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Giuseppe Saverio Poli]]
 
L'instaurazione del nuovo regime ebbe come conseguenza il [[Esercito del Regno di Napoli|riordino delle forze armate napolitane]] e la riforma coinvolse anche gli istituti di formazione. In conseguenza di ciò la Nunziatella fu colpita da un decreto di soppressione in quanto collegio militare; restava tuttavia attiva nell'edificio di Pizzofalcone la scuola teorico-pratica di artiglieria, che servì da punto di leva per la riapertura anche del collegio. Il ministro dell'interno [[André-François Miot]] chiese all'ispettore generale dell'artiglieria [[Giuseppe Fonseca Chavez]] di presentargli un progetto a ciò finalizzato: il piano, presentato il 10 maggio 1806, proponeva il ritorno al modello dell'istituto unico di reclutamento per le quattro armi in vigore prima del 1799. Lo stesso Giuseppe Parisi caldeggiò il progetto di Fonseca, proponendo un "progetto di decreto sulla formazione dell'Accademia Militare". Secondo il nuovo ordinamento alla Nunziatella sarebbero stati ammessi centosessanta allievi dagli undici ai quattordici anni e sessanta allievi esterni di quindici anni d'età. L'inquadramento sarebbe stato garantito da sessantadue addetti (ventiquattro ufficiali, tre amministrativi, due preti, quattro sanitari, diciannove professori e dieci maestri), camerieri, sergenti, trabanti e dieci cavalli. Un totale di cinquanta tra gli allievi sarebbero stati selezionati per la scuola d'applicazione d'artiglieria e genio<ref name="Virginio Ilari 20063">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>.
Nel periodo medievale, sconosciuti viandanti e pellegrini (numerosi data la vicinanza di Lubriano alle vie di pellegrinaggio verso Roma) erano costretti a pernottare fuori dalle mura dei paesi o castelli. Fuori dei centri abitati sorsero cosi degli "ospitali" spesso annessi a chiesine, con lo scopo appunto di accogliere forestieri e viandanti. A Lubriano, poco fuori la Porta Migliana, dove adesso si erge l'edificio scolastico, sorse nel 1200 circa, l'ospitale con annessa chiesina dedicata a Santa Maria in Monticelli, poi, dopo la realizzazione del fossato difensivo nel 1431, denominata Santa Maria della Cava. La chiesa era situata al piano terra di un unico fabbricato, al cui piano superiore erano posti i locali dell'annesso ospitale. I documenti ci dicono che fosse affrescata con dipinti di notevole fattura, e munita di campaniletto a vela. Nel 1700 la chiesa e l'ospitale persero di importanza e abbandonati, forse in seguito al rovinoso terremoto del 1695. Nel 1790 il curato di comune accordo con gli amministratori comunali, decisero di demolire la chiesa e con il materiale di risulta erigere una nuova chiesa, presso la Porta Postierla, da dedicare a Sant'Antonio Abate. Lo spazio lasciato dall'edificio, di proprietà comunale venne dapprima concesso alla Famiglia Bourbon del Monte quale area destinata ad asciugare piatti e vasellame della propria fabbrica, poi, agli inizi del 1900 venne prescelta per erigere l'edificio scolastico.
 
[[File:Allievo Nunziatella decennio francese.jpg|miniatura|upright=0.7|Allievo della Scuola Politecnico-Militare (1806)]]
*Chiesa e Monastero di Santa Maria in Suntina
Al progetto di Parisi si aggiunse la proposta per l'ordinamento degli studi redatta da Vito Caravelli, antico professore della Nunziatella, che tramite Parisi trasmise al ministro della guerra [[Mathieu Dumas]] i programmi di scienze, disegno, italiano, francese, inglese e delle campagne d'istruzione.
*Chiesa e romitorio di San Lazzaro
*Chiesa del SS Crocefisso
 
Recepiti i suggerimenti, il 1º settembre successivo Dumas scrisse a [[Giuseppe Bonaparte]], re di Napoli, per proporre «la provvisoria formazione di una scuola militare con 4/500 ducati al mese, trattandosi solamente di portare al completo le paghe dei professori dell'antica accademia che (erano già) a mezzo soldo». Dumas motivò ulteriormente la propria proposta sottolineando la necessità di formare alunni per i corpi del genio, dell'artiglieria e del servizio ponti e dell'opportunità offerta dall'edificio della Nunziatella, il quale ospitava già una biblioteca e consentiva l'apertura per quattro giorni a settimana sia per gli ufficiali francesi sia per quelli napoletani<ref name="Virginio Ilari 20064">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Lubriano}}
 
=== La seconda Restaurazione (1816-1854) ===
== Manifestazioni, tradizioni e folklore ==
{{doppia immagine|left|Mariano d'Ayala.jpg|133|Francesco De Sanctis ritratto.jpg|156|Mariano d'Ayala|Francesco De Sanctis}}
{{citazione|E siccome in tutte le umane cose i fatti colpiscono meglio di ogni teorica da cui quelli provengono, basta il dire che con le norme dal Parisi sapientemente dettate in quanto agli studî, si vide uscire da quelle mura il più bel fiore di nobili giovanetti, i quali bene avvezzi ad ogni maniera di dottrina venian poco di poi in fama di valorosi|Mariano d'Ayala, ''Napoli militare'', 1847}}
 
Il periodo della seconda [[Restaurazione]] fu un momento di grande fervore culturale, in particolar modo con l'arrivo di [[Mariano d'Ayala]], chiamato nel settembre 1837 a ricoprire l'incarico di istruttore di [[balistica]] e geometria descrittiva. Una volta in cattedra d'Ayala si applicò nel trasferire alle materie d'insegnamento le nozioni professate in altri paesi europei di concerto con l'instaurazione di uno stretto rapporto con gli allievi; tale rapporto influenzò profondamente gli allievi dell'epoca e fu il canale attraverso il quale il docente trasferì loro le proprie idee sulla necessità dell'unificazione italiana.
=== Feste religiose ===
 
I metodi di insegnamento del giovane ufficiale non mancarono di preoccupare il comandante della Nunziatella, Michele Nocerino, che ne fece rapporto al re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]. Chiesta ragione di quanto accadeva, il sovrano si trovò di fronte alla difesa di Filangieri, il quale lo convinse non solo a lasciar continuare d'Ayala nella sua opera, ma ad accusare e far destituire il comandante Nocerino<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 73-75}}.</ref><ref>{{cita|Hacton 1997b|p. 193}}.</ref>. L'opera di d'Ayala continuò per altri quattro anni dopo questo incidente, durante i quali pubblicò le ''Lezioni di artiglieria'' – dedicate «Ai dilettissimi alunni»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 76}}.</ref> – le quali racchiudevano le più avanzate nozioni in materia dell'epoca.
*Sant'Antonio Abate
*Madonna SS del Poggio
*Santa Caterina
*San Procolo
 
[[File:Allievi scuola militare nunziatella periodo borbonico.jpg|miniatura|Allievi della Nunziatella (1834)]]
=== Feste Laiche ===
 
=== Il trasferimento a Maddaloni (1855-1859) ===
*Passeggiata nei Calanchi
[[File:Carlo Pisacane (Lorusso) 001.png|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo Pisacane]]
*Sagra della Bruschetta
*Sagra della Bistecca Chianina
*Festa del Vino sotto la Torre
 
I moti rivoluzionari del 1848 segnarono un punto di cesura nella politica di Ferdinando II delle Due Sicilie e in particolare in merito alla formazione dei quadri dirigenti dell'esercito. Il tentativo rivoluzionario aveva infatti dimostrato l'esigenza d'un adeguato quantitativo di ufficiali all'armata congiuntamente alla necessità di evitare che essi – solitamente ragazzi volitivi e sensibili alla propaganda liberale – potessero essere influenzati dagli agenti piemontesi<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 93-94}}.</ref>. Per questo motivo, il 27 aprile 1855 il sovrano deliberò – nonostante l'opposizione dei parenti degli allievi – il trasferimento della Nunziatella a [[Maddaloni]], presso il palazzo dei Duchi [[Carafa]]; tale nuova collocazione, nelle intenzioni del sovrano, avrebbe assicurato una maggiore controllabilità degli allievi grazie alla vicinanza con la [[Reggia di Caserta]]<ref>{{cita|Catenacci e Selvaggi|p. 1-303}}.</ref>.
== Economia ==
L'economia del territorio lubrianese si basa per lo più sull'agricoltura, con produzioni ceralicole, olio di oliva di ottima qualità e vini. Una notevole importanza riveste anche l'allevamento ovino e, in misura minore quello bovino. Discreta è anche la presenza di attività artigianali. Negli ultimi anni si è avuto un notevole incremento del flusso turistico e conseguentemente un aumento delle attività ad esso connesse.
 
[[File:UfficialeAlunni1853C.jpg|miniatura|upright=0.7|Ufficiale e allievi della Nunziatella (1853)]]
== Associazioni ==
A Lubriano la popolazione si è data sempre da fare per l'organizzazione di eventi ed attività culturali e sociali. Attualmente diverse associazioni, in un modo o nell'altro si adoperano per far conoscere il paese, e per organizzare eventi che sempre di più attirano un rilevante numero di persone.
*Associazione "Pro Loco Lubriano
 
Alla morte di Ferdinando II, la salita al trono di [[Francesco II delle Due Sicilie]] aprì la possibilità di un ritorno dell'istituto a Napoli; [[Carlo Filangieri, principe di Satriano]], fu in prima fila nel fare pressioni sul giovane re in tal senso, pervenendo ad una data per il rientro, fissato il 7 settembre 1859.
*Associazione "Calanchi 63"
 
L'annuncio fu accolto con grandi manifestazioni di giubilo da parte degli allievi e organizzato un ritorno in forma solenne, con banchetti e messe di ringraziamento. La notizia di tali avvenimenti, tuttavia, contrariarono il re nel suo soggiorno presso la [[Reggia di Portici]]; risoluto, inviò un telegramma nel tardo pomeriggio del 6 settembre annullando l'ordine di trasferimento. Alle proteste di Filangieri, Francesco II rispose con un secondo telegramma, nel quale deplorava le eccessive manifestazioni di gioia e disponeva il differimento del trasferimento. L'indomani, come da disposizioni, gli allievi rientrarono in città senza ulteriori celebrazioni<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 108-114}}.</ref>.
*Gruppo Archeologico "Castrum Lubrianii"
 
{{doppia immagine|right|La famiglia Campanelli.jpg|142|Allievi Nunziatella 1860.jpg|171|[[Giuseppe Campanelli]] con i figli, allievi della Nunziatella (circa 1857) <ref group=N>Giuseppe Campanelli con i figli Eugenio, Felice ed Arturo in divisa da allievi della Nunziatella (circa 1857). Campanelli fu gratuitamente allievo della Nunziatella dal 1823 al 1832, e successivamente fu uno degli artefici delle [[Officine di Pietrarsa]]. Durante l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, combatté strenuamente nella fortezza di Capua, ritirandosi poi a vita privata.</ref>|Allievi della Nunziatella, 1860}}
*AVIS Comunale Lubriano
 
=== La caduta delle Due Sicilie e il Regno d'Italia (1860-1946) ===
*Comitato Festeggiamenti "Madonna del Poggio e San Procolo"
{{doppia immagine|left|Francesco Traversa.jpg|160|Enrico cosenz.jpg|136|Francesco Traversa|Enrico Cosenz}}
Numerosi allievi della Nunziatella lasciarono la scuola e parteciparono ai combattimenti dalla parte dell'Esercito delle Due Sicilie. La loro presenza sul fronte di fuoco fu conseguenza degli avvenimenti legati alla partenza di Francesco II da Napoli: il comandante Muratti, passato dalla parte garibaldina, impose il giuramento di fedeltà agli allievi che volessero restare nell'istituto<ref>{{Cita|Di Fiore 2004|p. 46}}.</ref>. All'atto della caduta del Regno delle Due Sicilie, con la [[Assedio di Civitella del Tronto|resa della fortezza di Civitella]], 3.684 ufficiali erano in servizio attivo nell'esercito. Di questi i 341 ufficiali di artiglieria e i 215 del genio provenivano dalla Nunziatella<ref>{{Cita|Ricciardi|p. 81}}.</ref>.{{doppia immagine|left|Pollio.jpg|190|Domenico Primerano.jpg|138|Alberto Pollio|Domenico Primerano}}
 
La Nunziatella benché avesse dato prova, sin dalla sua fondazione, di essere un "semenzaio di ottimi ufficiali facultativi"<ref>Lettera di [[Ferdinando De Luca]] a [[Francesco De Sanctis]], citata in: {{Cita|Castronuovo|p. 126}}.</ref>, seguì il destino di tante istituzioni dell'ex Regno delle Due Sicilie e con decreto di [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] del 4 maggio 1861 fu trasformata da accademia a scuola militare del [[Regio Esercito]], cui spettava il compito di formare i giovani alla vita delle armi, in vista della loro ammissione all'Accademia di artiglieria e genio di Torino e alla Scuola di fanteria e cavalleria di Modena. Il nuovo ordinamento del rinominato Collegio militare di Napoli fu sancito da un decreto del 6 aprile 1862 e prevedeva l'ammissione dei ragazzi tra i tredici e i sedici anni che avessero compiuto gli studi ginnasiali. Il numero complessivo degli allievi era fissato a duecentocinquanta unità<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 126-128}}.</ref>.
== Personaggi legati a Lubriano ==
=== [[Juan Rodolfo Wilcock]] ===
([[Buenos Aires]], 17 aprile 1919 – [[Lubriano]], 16 marzo 1978) poeta, scrittore, critico letterario e traduttore argentino naturalizzato italiano. A Lubriano, nella sua casa trascorse gli ultimi anni della sua vita.
 
[[File:Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella.jpg|miniatura|upright=0.7|Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella (1881)]]
== Amministrazione ==
==== Le guerre coloniali ====
Nel [[1927]], a seguito del [[riordino delle Circoscrizioni Provinciali]] stabilito dal regio decreto N°1 del 2 gennaio [[1927]], per volontà del governo fascista, quando venne istituita la [[provincia di Viterbo]], Lubriano passò dalla [[provincia di Roma]] a quella di Viterbo.
Il periodo coloniale vide ex-allievi partecipare alle operazioni in terra d'Africa e tra i caduti di questo periodo si ricorda il capitano Andrea De Benedictis, rimasto ucciso nel 1887 durante la [[battaglia di Dogali]] e al quale il 26 gennaio 1891 fu dedicata una lapide nel Cortile Grande della Nunziatella.
 
Il numero delle domande di ammissione alla Nunziatella, analogamente ad altri istituti di formazione militare, conobbe un crollo: nel 1898 gli allievi si ridussero a settantasei e si prospettò persino la soppressione dell'istituto. Per far fronte all'incombenza si tentò un primo riordino degli studi – rivelatosi inefficace – promulgato con decreto del 19 ottobre 1896, cui fece seguito un secondo e più incisivo riordino il 20 maggio 1908. Quest'ultimo aboliva l'obbligo agli allievi di proseguire la carriera militare in Accademia dando loro la facoltà di frequentare un'università civile. Il numero degli allievi crebbe progressivamente, sino a superare le trecento unità alla vigilia del primo conflitto mondiale<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 143-150}}.</ref>.
 
==== Prima guerra mondiale (1915-1918) ====
{{Doppia immagine|left|Antonino di giorgio.jpg|128|Gabriele berardi.jpg|140|Antonino di Giorgio|Gabriele Berardi}}
 
Nel 1913 il ruolo della Nunziatella quale istituto di formazione d'élite per i quadri militari italiani fu rinnovato dall'ingresso di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia Aosta]]: tale evento introdusse una rete di formalismi attorno al giovane principe, il quale però decise di disfarsene{{CN}}. Alcuni degli ex allievi caduti nel corso della [[prima guerra mondiale]], sono ricordati con un'iscrizione sul monte Pasubio nella cosiddetta [[strada degli Eroi]].
 
{{Doppia immagine|right|Nicola Nisco.jpg|148|Masso Nunziatella 2012.JPG|167|Allievi della Nunziatella (1915) (a sinistra, [[Nicola Nisco]], a destra, Vittorio Ovazza)|Il ''Masso'' (2012)}}
 
Il 21 aprile 1920 nel corridoio d'ingresso della Scuola fu posizionata una roccia delle [[Prealpi Venete]] sormontata da un'aquila e da una bandiera, in memoria di tutti gli ex-allievi caduti durante la guerra<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 28}}.</ref>. Essa porta incisa l'epigrafe:
 
{{Citazione|Questo masso insanguinato del monte Grappa, muto solenne testimonio di magnifiche gesta italiane, perpetui la memoria di quanti già allievi del collegio, insigne per secolare gloriosa tradizione, caddero combattendo da prodi nella guerra liberatrice.|}}
 
Sul monumento manca il nome del tenente colonnello Federico Mensingher del 64º Fanteria "Cagliari", caduto il 2 luglio 1915 sul Monte Sei Busi e la cui assenza è stata evidenziata solo nel 2016<ref>Ferdinando Scala (2016) Il caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher. Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella</ref>. Per tradizione, quando allievi ed ex-allievi passano accanto a quello che divenne noto come "il Masso", gli rendono il saluto militare.
 
==== Il ventennio fascista ====
[[File:Federico Baistrocchi.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Federico Baistrocchi]]
 
La progressiva [[Società italiana durante il fascismo|militarizzazione della società italiana]] voluta dal [[Storia del fascismo italiano|regime fascista]] ebbe naturalmente influenza anche sulla Nunziatella. Tale indirizzo non ammetteva deroghe rispetto all'appartenenza o alle opinioni di quanti avevano responsabilità nella formazione dei giovani allievi: il docente di lettere e filosofia [[Floriano Del Secolo]], firmatario del ''[[Manifesto degli intellettuali antifascisti]]'', fu destituito dal suo incarico nel 1925 per aver rifiutato di prestare giuramento al [[Partito Nazionale Fascista]]<ref>{{DBI |nome = DEL SECOLO, Floriano |nomeurl = floriano-del-secolo |autore = Enzo Frustaci |anno = 1990 |pagine = |volume = 38 |accesso = 20 gennaio 2014}}</ref>.
 
[[File:Allievi della Nunziatella - 1925.jpg|upright=0.7|miniatura|Allievi della Nunziatella nel Cortile Piccolo, 1925]]
 
Nello stesso periodo, in tutti gli istituti di formazione militare di base, fu fatto obbligo per gli allievi proseguire la carriera nelle Accademie ripristinando nei fatti lo stato antecedente alla riforma del 1908. Il 25 aprile 1934 il principe di Piemonte [[Umberto II di Savoia|Umberto di Savoia]] consegnò alla Nunziatella il [[labaro]], parificato alla [[bandiera di guerra]]; pochi mesi dopo, il 18 novembre, fu celebrato il 150º anniversario dalla fondazione<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 153-156}}.</ref>.
 
==== Seconda guerra mondiale ====
[[File:Antonio Sorice.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Antonio Sorice, Ministro della Guerra]]
 
Gli eventi della [[seconda guerra mondiale]] interessarono gradatamente anche la città di Napoli, coinvolgendo quindi gli allievi della Nunziatella. Inizialmente di bassa intensità, i [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti aerei Alleati]] non ebbero al principio altra conseguenza sulla vita degli allievi che quella di costringerli a rifugiarsi in un ricovero sotterraneo nella sottostante via Chiatamone. Dopo il bombardamento del 4 dicembre 1942 che causò oltre cinquecento vittime in città e i successivi del 15 dicembre 1942 e del 1º gennaio 1943, fu tuttavia deciso lo spostamento degli allievi<ref name="ReferenceA">{{cita|Catenacci 1995|pp. 1 e ss.}}</ref>. La Scuola fu trasferita dal marzo al 30 dicembre 1943 a [[Benevento]], nell'edificio divenuto in seguito sede dell'azienda ospedaliera<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/pagina_storia.htm|titolo=Lo spostamento della Nunziatella a Benevento|accesso=20 gennaio 2014}}</ref>; nel corso dello spostamento andò perso quasi tutto il materiale lì trasportato a causa dei saccheggi effettuati dalle truppe tedesche, fatta eccezione per i beni del gabinetto di fisica e del magazzino, che erano restati nella sede di Napoli<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 18}}.</ref> ove rimase un manipolo di ufficiali e professori.
 
{{Tripla immagine|right|Allievo Nunziatella fascista.png|150|Allievo Nunziatella anni 30.jpg|135|Cappellone in divisa da fatica, Benevento 1943.jpg|150|Allievo in divisa da libera uscita (circa 1930)|Allievo in divisa da libera uscita (circa 1930)|Allievo del primo anno in divisa da fatica, Benevento, 1943}}
 
=== La Repubblica Italiana ===
La Nunziatella fu percepita come espressione del regime monarchico e fascista poiché vi si formarono Vittorio Emanuele III e Amedeo d'Aosta, tuttavia, l'opera di contatto con gli alti comandi Alleati, ne scongiurò la chiusura, sebbene a pesanti condizioni<ref name="ReferenceA"/>: l'istituto fu declassato a liceo-convitto civile e gli allievi furono costretti a seguire le lezioni in spazi limitati, mentre la maggior parte dell'edificio veniva occupata da un comando britannico e da truppe palestinesi.
 
[[File:Rolando Mosca Moschini.jpg|miniatura|Rolando Mosca Moschini]]
 
Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale le condizioni della resa del [[Regno d'Italia]] ebbero un forte impatto sulle forze armate del paese ed anche gli istituti di formazione del neonato [[Esercito Italiano|Esercito italiano]] furono colpiti da tale politica. La Nunziatella rischiò la chiusura ma professori, ufficiali ed ex allievi della Scuola fecero fronte comune, sollevando un movimento di protesta che coinvolse l'opinione pubblica napoletana; a tal proposito il docente Francesco Caruso, indirizzò al sottosegretario alla difesa [[Mario Palermo]], ex allievo del corso 1914-1917, la seguente frase: «Avresti l'animo di firmare il decreto per la soppressione del Collegio Militare, che tante glorie assomma nel suo luminoso passato, dove tu stesso sei stato educato? Ebbene la Nunziatella non deve morire.»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 164-166}}.</ref><ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 20}}.</ref>. Il comandante Oliviero Prunas chiese e ottenne di essere ricevuto da Umberto II, davanti al quale gridò «Maestà, la Nunziatella deve vivere» e assunse l'incarico di rendere la scuola in condizione di operare<ref>{{cita|Catenacci 1995|pp. 8-9}}.</ref>.
 
I corsi della Nunziatella ricominciarono a Napoli il 1º febbraio 1944, ma con difformità rispetto al passato: durante l'anno 1944-1945 ufficiali e allievi vestirono l'abito borghese, per poi passare a una momentanea divisa nera durante il 1945-1946; nel 1946 fu reintrodotta la divisa kaki, infine sostituita dalla tradizionale divisa storica nel 1954<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/domenico-guerrieri-194448|titolo=Le divise della Nunziatella nel secondo dopoguerra|accesso=16 dicembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019225432/http://www.nunziatella1787.eu/content/domenico-guerrieri-194448|dataarchivio=19 ottobre 2013}}</ref>. Il 1º settembre 1949 la Nunziatella riacquistò la denominazione di Collegio Militare di Napoli e il successivo 24 maggio 1950 vide la restituzione della bandiera d'istituto nel corso di una cerimonia alla rotonda Diaz, in [[via Francesco Caracciolo]]. Nel 1953 la denominazione cambiò di nuovo nella definitiva Scuola militare "Nunziatella"<ref name="Castronuovo-166">{{Cita|Castronuovo|p. 166}}.</ref>.
 
{{Doppia immagine|right|1946 La prima divisa interna-nera Argiero dErrico Simonotti Guerrieri io .jpg|134|Allievo SMN divisa estiva.jpg|150|Allievi della Nunziatella in divisa nera (1946)<ref group=N>Si tratta degli allievi Dante Argiero, Antonio D'Errico, Pierluigi Simonotti e Domenico Guerrieri, foto scattata nel cosiddetto Cortile Piccolo della Nunziatella.</ref>|Allievo della Nunziatella in divisa estiva (1986)<ref group=N>Si tratta dell'allievo Ferdinando Scala del corso 1984-87, foto scattata davanti al [[palazzo Piccolomini]] di [[Pienza]] durante il campo d'arma del 1986.</ref>}}
 
Nell'anno 2009-10, la Nunziatella consentì l'accesso alle donne e il 21 novembre 2009 le prime sette allieve della Scuola Militare presero parte alla cerimonia del giuramento<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2009/11%2F21%2Fvisualizza_new.html_1619522612.html Dopo 222 anni la Nunziatella apre alle donne]</ref>. Nei primi anni furono riservati alle allieve quindici posti su ottanta; tale limite fu abolito nel 2014<ref>[https://www.vanityfair.it/mybusiness/news-mybusiness/2017/04/30/nunziatella-napoli-scuola-militare]</ref>.
 
Il 15 novembre 2014 un accordo sancì il passaggio del complesso del [[Gran Quartiere di Pizzofalcone]] in seno alla Nunziatella, consentendo alla scuola di ampliarne e qualificarne gli spazi, e di porre le basi per una possibile ventura costituzione in Scuola militare Europea<ref>[http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=1013384&sez=NAPOLI&ssez=CRONACA Marco Piscitelli, Nunziatella, festa in piazza Plebiscito: nuovi spazi e progetto europeo. Il Mattino online, 15 novembre 2014.]</ref>.
 
=== Motto ===
Il motto araldico unitamente allo stemma sono elementi identitari dell'ente; il loro variare nel tempo riflette i contesti storici e culturali dei singoli periodi<ref>{{Cita|Catenacci 2000|pp. 1-50}}.</ref>:
{{doppia immagine|right|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (1).jpg|133|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (2).jpg|141|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (recto)|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (verso)}}
 
* 1787-1805 e 1816-1860 - ''Arma, viri, ferte arma'': il motto, utilizzato nel periodo borbonico, è tratto dall'[[Eneide]] di Virgilio (Verg. Aen. 2, 668); il verso completo nell'originale classico (''Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos'', "Le armi, o uomini, portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti") è pronunciato da Enea dopo aver assistito alla strage compiuta da Pirro nel palazzo di Priamo ed è a tutti gli effetti un invito a morire sul posto con le armi in pugno.
* 1806-1815 - ''Multos labores, magni meritis'': il motto, utilizzato nel breve periodo murattiano, non ha apparentemente origine da alcuna opera classica, ma si richiama alla stretta connessione tra le fatiche da affrontare e i meriti che ne conseguono.
* 1861-1931 - ''Et pace et bello'': il motto ("In pace e in guerra"), utilizzato nel primo periodo postunitario fino ad alcuni anni prima della seconda guerra mondiale, costituisce in effetti la prima espressione della vocazione della Nunziatella come fucina non solo di ufficiali ma anche di cittadini; curiosa l'assonanza del motto con il titolo del romanzo epico ''[[Guerra e pace]]'' di [[Lev Tolstoj]], che però fu pubblicato solo nel 1865 e quindi non ha alcuna connessione con il motto, introdotto nel 1861.
* 1932-1944 - ''Victoriæ regem dedit'': il motto ("Diede il Re della Vittoria"<ref group=N>"Re della Vittoria" fu uno degli appellativi attribuiti a Vittorio Emanuele III di Savoia dopo la vittoria nella prima guerra mondiale.Cfr. Mario Isnenghi, L'Italia del fascio, pag. 203. Giunti editore, 1979.</ref>) fu concesso dal Re Vittorio Emanuele III, ex-allievo della Scuola, come diretto riconoscimento del ruolo della Nunziatella nella sua formazione.
* 1945-oggi - ''Preparo alla vita ed alle armi'': l'ultimo motto, subentrato dopo la seconda guerra mondiale e l'instaurazione della Repubblica Italiana, risponde invece da un lato alla necessità di eliminare dalle istituzioni repubblicane ogni riferimento alla monarchia, dall'altro recupera con altre parole il motto ''Et pace et bello'', riaffermando ancora una volta l'identità della Nunziatella come istituto di formazione sia militare che civile.
 
Accanto a quello ufficiale, esistono anche altri due motti informali, legati a due luoghi della Scuola: nella parete di fondo dell'Aula Magna è riportato il motto "Essere più che sembrare", traduzione della frase ''[[Esse quam videri]]'' proveniente dal capitolo 98 del [[Laelius de amicitia|De amicitia]] di [[Marco Tullio Cicerone]]; sotto il grande orologio della Scuola, posto sul pianerottolo del primo piano, è invece riportato il motto "Il perder tempo a chi più sa più spiace", proveniente dal III Canto del ''Purgatorio'' della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]].
[[File:Classico B 1960-63.jpg|miniatura|destra|upright=1.6|Il Classico B del Corso 1960-63, che per primo adottò il motto "Hic sunt leones"]]
Anche le cinque sezioni (due di liceo classico e tre di liceo scientifico) in cui è suddiviso l'ordinamento degli studi alla Nunziatella hanno un proprio motto<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=tSf4_OxaccIC&pg=PA269&dq=motti+nunziatella&hl=it&ei=Z-6cTMSjDcjMswaJg-DmDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage&q=motti%20nunziatella&f=false|titolo=I motti delle classi della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>:
 
* Classico A - ''Über alles'' ("Sopra tutto"), mutuato dall'incipit dell'inno ''[[Lied der Deutschen|Das Lied der Deutschen]]'' nel suo significato storico, secondo cui l'unità della Patria deve essere il primo pensiero di ognuno.
* Classico B - ''[[Hic sunt leones]]'' ("Qui ci sono i leoni" o "Qui c'è pericolo"), frase che veniva riportata sulle cartografie della [[Roma antica]] per indicare regioni inesplorate e pericolose del mondo; il motto fu introdotto il 16 marzo 1962 dall'allievo Ernesto De Pascalis (corso 1960-63).
* Scientifico A - ''Docet et imperat'' ("Insegna e comanda"), traslitterazione del [[brocardo]] ''Lex imperat, non docet''.
* Scientifico B - ''[[Sturm und Drang]]'' ("Tempesta e impeto"), direttamente connesso all'omonimo movimento culturale tedesco.
* Scientifico C - ''[[We Are the Champions]]'' ("Noi siamo i campioni"), motto di recente acquisizione, mutuato dall'omonimo pezzo dei [[Queen]] che ha sostituito il dantesco ''Che solo amore e luce ha per confine'' (Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII)
 
=== Stemma ===
{{Vedi anche|Stemma della scuola militare Nunziatella}}
La [[blasonatura]] ufficiale dello [[stemma]] è la seguente:
{{Citazione|trinciato: nel primo d'oro al puledro allegro di nero; nel secondo di rosso alla mano di carnagione uscente dalla destra, impugnante una daga di argento manicata d'oro posta in palo, poggiata su un libro aperto al naturale; alla banda d'azzurro, sulla partizione, caricata da tre fiordalisi d'oro.<br />La corona turrita è di color oro.<ref>{{Cita|Chiusano|p. 218}}.</ref>}}
 
Oro e rosso sono i [[Stemma di Napoli|colori della città di Napoli]] e il cavallo inalberato nero si riferisce parimenti ad essa. La banda azzurra con i tre gigli d'oro rinvia ai Borbone di Napoli, fondatori della Scuola. Il braccio armato di daga sul libro aperto richiama il motto della Scuola. Il nastro d'oro, sotto lo scudo su lista bifida, reca il motto {{maiuscoletto|Preparo alla vita ed alle armi}}.
 
== Struttura ==
[[File:Nunziatella da Chiaia.jpg|miniatura|sinistra|Il complesso della Nunziatella (2014)]]
 
L'assunzione dei docenti avviene per concorso, il cui requisito di base è quello di essere un docente ordinario presso un istituto di scuola superiore, mentre agli studenti è consentito l'accesso a coloro che abbiano completato il biennio del liceo classico e scientifico. L'ammissione avviene tramite concorso, che consta di prove mediche, psicoattitudinali, atletiche e di un esame culturale sulle materie oggetto di studio nei primi due anni di scuola superiore. Il ciclo di studi si completa con il conseguimento del relativo [[Esame di maturità|diploma di maturità]] e include, oltre alle materie scolastiche comuni a questi licei, anche dei corsi di formazione finalizzati alla carriera militare.
 
Conseguito il diploma, gli ex allievi possono proseguire la formazione militare facendo domanda di ammissione presso tutte le [[Accademie e scuole militari in Italia|accademie delle forze armate]] dove viene riservata loro una quota dei posti a concorso. In alternativa possono continuare il proprio iter formativo presso le [[università]]<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/frame_pagina/contenuti/offerta_2011_2012.pdf|titolo=L'offerta formativa alla Nunziatella|accesso=20 gennaio 2013}}</ref>.
 
Le attività militari della scuola vengono svolte nel corso dell'anno attraverso una formazione specifica in "teoria e pratica d'armi", "regolamenti militari" e altre discipline del medesimo ambito. Al termine di ogni anno di corso gli allievi frequentano anche un campo d'arma presso un reparto delle forze armate per acquisire elementi pratici di preparazione al combattimento, che includono la frequenza di sessioni al [[poligono di tiro]] con l'arma individuale (fucile [[Beretta AR 70/90]] in dotazione alle forze armate italiane; per le attività di parata viene tuttora utilizzato il fucile [[M1 Carbine]]).
 
La formazione sportiva consente di praticare, tra gli altri, [[equitazione]], [[scherma]], [[nuoto]], [[atletica leggera]], [[pugilato]], [[pallacanestro]], [[pallavolo]]. Al 2017, la Nunziatella ha vinto due edizioni dei [[Giochi Sportivi Interscuole Militari]]. Prima del 1996, data di inizio dei Giochi Interscuole, alla Nunziatella si svolgevano i Giochi di Battaglione, che mettevano a confronto gli allievi dei tre anni. La Nunziatella ha inoltre vinto nel 1961 i Campionati Militari Italiani di scherma.
 
[[File:Ballo a Palazzo Reale.jpg|miniatura|Ballo del 221º corso al palazzo reale di Napoli (2011)]]
 
Il ballo di fine corso conclude il ciclo di studi alla Scuola<ref>{{cita web|url=http://www.pupia.tv/campania/notizie/0002281.html|titolo=Napoli, concerto alla scuola militare "Nunziatella".|accesso=16 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131020080111/http://www.pupia.tv/campania/notizie/0002281.html|dataarchivio=20 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref> e {{Chiarire|negli ultimi anni|precisamente da quando?}} è abbinato al [[ballo delle debuttanti]]<ref>{{cita web|url=http://www.debuttantinunziatella.it/index.html|titolo=Associazione Culturale Nunziatella - Ballo delle debuttanti.|accesso=16 dicembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131022164105/http://www.debuttantinunziatella.it/index.html|dataarchivio=22 ottobre 2013}}</ref>.
 
Gli allievi della Nunziatella portano sul chepì della propria divisa storica da libera uscita il numero "1", a indicare l'appartenenza al primo battaglione d'Italia<ref group="N">La numerazione originaria delle tre Scuole militari italiane era: Nunziatella, 1 (I durante il periodo fascista); Collegio militare di Roma, 2 (II durante il periodo fascista); Collegio militare di Milano (oggi Teuliè) 3 (III durante il periodo fascista). Con la soppressione della Scuola di Roma, e la recente riapertura di quella di Milano, il numero 2 è passato alla Teuliè.</ref>; in coerenza con tale status, tradizionalmente aprono l'annuale sfilata delle forze armate del 2 giugno a Roma in occasione della [[Festa della Repubblica Italiana]]<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1011374/immagine-viva-e-dinamica-del-paese.shtml|titolo="Immagine viva e dinamica del Paese" Napolitano esprime soddisfazione per la riuscita della festa della Repubblica|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
[[File:Pertini riceve spadino Nunziatella.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] riceve lo spadino della Nunziatella ([[1983]])]]
 
== Musei ==
L'edificio della Nunziatella ospita tre musei. Nel Museo Duca d'Aosta sono raccolti decorazioni, armi, bandiere, cimeli storici e oggetti personali appartenuti a [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]]<ref>{{cita web|url=http://www.icsm.it/world/museisud.html|titolo=Il museo "Duca d'Aosta" alla Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. La realizzazione del primo nucleo del museo è stata possibile grazie all'opera dell'ex allievo (poi ufficiale alla Scuola) Francesco Sciascia. Nel Museo di scienze è invece conservata una vasta collezione di minerali e campioni animali e vegetali, nonché una notevole quantità di strumenti antichi, originariamente acquistati per il laboratorio di fisica da [[Giuseppe Saverio Poli]]<ref>{{Cita|Catenacci 1998|p. 1-36}}.</ref>. Il 16 giugno 2012 è stato infine inaugurato il museo della Fondazione Nunziatella Onlus che raccoglie e ordina, in un percorso storico dalle origini dell'istituzione a oggi, numerosi oggetti donati da ex allievi<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202709&sez=NAPOLI|titolo=Nunziatella, domani inaugurazione museo realizzato con le donazioni degli ex Allievi|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202942&sez=NAPOLI.|titolo=Notizia dell'inaugurazione del museo della Fondazione Nunziatella Onlus|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
 
== Associazione ex allievi ==
Nel marzo 1950 gli ex allievi si costituirono in associazione, con presidente il generale [[Silvio Brancaccio]] e segretario l'avvocato Raffaele Girolamo Maffettone<ref group="N">I fondatori furono: Alberto Pierantoni (corso 1912-15), Italo Simonelli (corso 1924-28), Gustavo Stimolo (corso 1914-17), Mario Rossi (corso 1930-34), Federico Mattei (corso 1923-26), Antonio Di Napoli (corso 1909-12), Raffaele Maffettone (corso 1923-26), Nicola Celentano (corso 1917-20), Tullio Chiariello (corso 1925-28). Cfr. Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella su http://www.nunziatella.it.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>; lo scopo dell'associazione, secondo lo statuto, è di "tener vivo lo spirito e le tradizioni della Nunziatella seguendone le iniziative di qualsiasi genere". La prima attività dell'associazione fu organizzare il raduno, avvenuto il tra il 17 e il 18 novembre 1955, di tutti gli ex allievi in occasione del giorno di fondazione della Scuola<ref name="Castronuovo-166" />; evento che diede inizio alla tradizionale presenza degli ex allievi al [[giuramento]] dei cadetti in [[piazza del Plebiscito]] a Napoli. L'associazione ha sede presso la scuola<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=L'Associazione Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e fino al 2012 fu sede della redazione napoletana della rivista letteraria ''[[Sud (rivista)|Sud]]''.
 
Gli ex allievi e gli ufficiali che abbiano frequentato la Nunziatella hanno facoltà di portare sulla propria divisa un distintivo triangolare azzurro, bordato di rosso e recante la scritta "Scuola militare Nunziatella", al centro del quale è riportato il chepì dell'uniforme storica indossata dagli allievi per le attività di libera uscita e di parata<ref>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Equipaggiamenti/Militaria/Documents/Distintivi_autorizz_FA_2012_120727.pdf|titolo=Catalogo di distintivi autorizzati per la forza armata - stato maggiore dell'Esercito, Edizione 2012, p. 107|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
 
== Patrono ==
[[File:Altare Nunziatella - Napoli.JPG|miniatura|La chiesa della Nunziatella (2012). Sull'altare, l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' di [[Ludovico Mazzanti]]]]
 
Il patrono ufficiale della Scuola militare Nunziatella è la Madonna dell'Annunziata cui è dedicata [[chiesa della Nunziatella|la chiesa da cui l'istituto ha preso il nome]]; tuttavia, negli [[anni 1960]] le si è affiancato [[Crispino e Crispiniano|san Crispino]].
 
Secondo una leggenda, nella notte di san Crispino un allievo morì alla Nunziatella. {{Chiarire|Alcune fonti storiche|quali sono, nel concreto, queste fonti storiche?}} individuerebbero nel figlio del generale [[Giosuè Ritucci]], entrato alla Nunziatella da un solo anno, il protagonista di questo episodio<ref>{{cita web|url=http://www.cortilepiccolo.com/webex/albo/classe1984/main/lupoalberto/lupo5.JPG|titolo=La celebrazione di S. Crispino|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
 
Secondo un'altra interpretazione, la scelta di san Crispino avrebbe origini letterarie in riferimento al sentimento di fratellanza e uguaglianza che si svilupperebbe tra gli allievi, alludendo alle parole che [[William Shakespeare]] fa pronunciare nell'[[Enrico V (Shakespeare)|omonimo dramma storico]] ad [[Enrico V d'Inghilterra]].
 
{{Citazione|ed i Santi Crispino e Crispiniano,<br />
da questo giorno alla fine del mondo non passeranno più la loro festa<br />
senza che insieme a loro non s'abbia a ricordarsi anche di noi;<br />
di questi noi felicemente pochi,<br />
di questa nostra banda di fratelli:<br />
perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me per sempre mio fratello<br />
e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà<ref>{{cita web|url=http://www.eaf51.org/Citazioni_ITA.htm|titolo=Discorso di Enrico V ad Agincourt (da Shakespeare)|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>}}
 
== Comandanti ==
{{Vedi anche|Comandanti della scuola militare Nunziatella}}Il comandante della scuola, colonnello dell'[[Esercito Italiano]], è anche il preside e capo dell'istituto.
 
== Onorificenze ==
=== Decorazioni alla bandiera ===
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione= <small>Prestigioso istituto di formazione i cui valori si fondano nelle antiche radici di oltre due secoli di incessante attività, operava costantemente con sublime spirito di sacrificio e con l'onore mai scalfito dal succedersi degli eventi storici. Fucina di animi nobili, espletava una insostituibile azione d'insegnamento e di esempio per numerosissimi giovani formati, con profonda coscienza della civile convivenza, alla vita e alle armi. Ne erano chiara testimonianza illustri ex allievi che, con profondo amore della patria, onoravano sé stessi e l'Italia. Il patrimonio di sacrificio e di gloria offerto alla patria dagli allievi della "Nunziatella", esaltato da 2 decorati dell'ordine militare d'Italia, 38 medaglie d'oro al valor militare e da numerosissime medaglie d'argento e di bronzo al valor militare, suggellava l'altissimo valore formativo e l'elevatissimo contributo istituzionale. Fulgido esempio di spirito di servizio alla patria, la scuola militare "Nunziatella" ha avvalorato il lustro di cui gode e ha contribuito ad elevare il prestigio della Forza armata a livello interforze e nazionale</small>
|luogo= Napoli, 2007<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf|titolo=Medaglia di bronzo al Valore dell'Esercito alla bandiera della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013|formato=pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131024045231/http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf|dataarchivio=24 ottobre 2013}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= MeritoCC1.png
|nome_onorificenza= Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri
|collegamento_onorificenza= Croce al merito dell'Arma dei carabinieri
|motivazione= <small>Antico e prestigioso Istituto di formazione dell'Esercito Italiano, custode di elette virtù militari, preparava alla vita ed alle armi generazioni di giovani, educandoli al culto del dovere e dell'onore. Nella sua storia plurisecolare, la Scuola militare "Nunziatella" radicava il seme fecondo dell'incondizionato amor di Patria e dei più alti valori etici in schiere di allievi che si ponevano al servizio del bene comune nelle file dell'Arma dei Carabinieri e offrivano impareggiabili prove di indiscussa fedeltà e di mirabile ardimento, testimoniate da innumerevoli riconoscimenti individuali tra i quali cinque medaglie d'oro al valor militare. Fucina di animi generosi e fonte delle più nobili virtù, la "Nunziatella" si confermava ideale riferimento per le giovani coscienze e meritava l'unanime plauso della collettività nazionale, così contribuendo a esaltare il prestigio dell'Arma dei carabinieri e delle forze armate</small>
|luogo= Napoli, 17 novembre 2012<ref>{{cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/01/11/13A00144/sg|titolo=Concessione di ricompense al valore e al merito dell'Arma dei Carabinieri (13A00144)|pubblicazione=GU Serie Generale n.9 dell'11 gennaio 2013|accesso=7 luglio 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu|titolo=Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri alla bandiera della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927183056/http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu|dataarchivio=27 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri|accesso =27 settembre 2013}}</ref>
}}
 
=== Decorazioni a ex allievi<ref>Per l'Ordine Militare di Savoia/d'Italia si usa come referenza: AAVV (1993) La Nunziatella, pag. 58-59. Fausto Fiorentino Editore. Le decorazioni posteriori al 1993 sono desunte dal sito della Presidenza della Repubblica.</ref> ===
{{Onorificenze
|immagine= Cavaliere di gran Croce BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Croce di cavaliere di gran croce dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Grande ufficiale BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di grande ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Commendatore BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di commendatore dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Ufficiale BAR.svg
|nome_onorificenza= 6 Croci di ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza= 20 Croci di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 38 medaglie d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=
|luogo= 1849-2010
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 490 medaglie d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{cita web|url=http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1012&id=247279&value=consiglioInforma|titolo=Le medaglie d'argento al Valor militare della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 414 medaglie di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{Cita|Gleijeses|p. 140}}.</ref>
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'oro al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2001<ref>{{cita web|url=http://www.francoservello.it/articoli.php?id=12&id_categoria=1|titolo=Medaglia d'oro al valore dell'Esercito al capitano Roberto Como|accesso=27 settembre 2013|sito=francoservello.it|data=2002}}</ref>; 2015 <ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=338080|titolo=Medaglia d'oro al valore dell'Esercito al tenente colonnello Raffaele Aruanno|accesso=20 dicembre 2015|data=2015}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'argento al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2011, 2012
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|data= 2012
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Valor civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'oro al valor civile
|collegamento_onorificenza= Valor civile
|motivazione=
|data= 1998, 2019
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'oro al merito civile
|collegamento_onorificenza= Merito civile
|motivazione=
|data= 1945
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Cordone di gran Croce di Gran Cordone OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Croce di cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 GC BAR.svg
|nome_onorificenza= 20 Croci di cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 GUff BAR.svg
|nome_onorificenza= 9 Croci di grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Com BAR.svg
|nome_onorificenza= 7 Croci di commendatore dell'ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Uff BAR.svg
|nome_onorificenza= 6 Croci di ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Cav BAR.svg
|nome_onorificenza= 18 Croci di cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Decoration without ribbon - it.svg
|nome_onorificenza= Monogramma della Repubblica Italiana sui bottoni dell'uniforme ordinaria
|motivazione= <small>La Nunziatella, oltre ad essere un luogo di formazione militare, è un luogo di grandissima formazione culturale e civile. Qui è racchiusa la storia di tutto il nostro Paese. Io credo che l'Italia Repubblicana deve far tesoro di tutte quelle che sono le grandi tradizioni militari e per ciò stesso civili che si sono formate in tutto il paese anche quando questo non aveva raggiunto l'unità politica. La mia presenza alla Nunziatella vuol dire dunque onorare l'Italia in tutta quella che è la sua storia</small>
|data= [[Francesco Cossiga]], 18 novembre 1989<ref>{{cita web|url=http://www.ilcortilepiccolo.it/cenni_storici.html|titolo=Associazione culturale "Il cortile piccolo" - La Nunziatella|accesso=10 gennaio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130426154751/http://www.ilcortilepiccolo.it/cenni_storici.html|dataarchivio=26 aprile 2013}}</ref>
}}
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
{{div col}}
<references group="N"/>
{{div col end}}
 
=== Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Napoli e dintorni|url=http://books.google.it/books?id=lubgLNSCZrgC&pg=PA707&dq=Chiesa+della+nunziatella+napoli&hl=it&sa=X&ei=FHfSUvXFDYfH7Aa_1YDwBA&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=Nunziatella&f=false |editore=Touring Club Editore|cid= AA.VV. i}}
* Francesco Macchioni ''San Procolo Confessore'', Roma 1930
* {{cita libro|titolo= Storia d'Italia|volume=6|editore= De Agostini|città= Novara|anno= 1980|cid=AA.VV. ii}}
* Leopoldo Quintarelli ''Il pastorello San Procolo'', Bagnoregio 1926
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=I Borboni di Napoli (1734-1825) |url=http://books.google.it/books?id=DQLPYNHmNPUC&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=n8TkUuCZN9Ou7Ab634GoDA&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997a |isbn=88-09-21079-4 |cid=Hacton 1997a}}
* Michelangelo Cagiano de Azevedo, ''Metodologia di indagine in una struttura militare dell'Alto Lazio: il Castello di Seppie'' in ''Roma e l'eta Carolingia '' Atti delle Giornate di Studio, 3-8 maggio 1976, Roma 1976
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861) |url=http://books.google.it/books?id=WQH5N7lso90C&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=-sTkUs2iB6aA7Qb_xoGICQ&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997b |isbn=88-09-21256-8 |cid=Hacton 1997b}}
* Michelangelo Cagiano de Azevedo, ''Continuità di vita in una struttura militare dell'Alto Lazio: il Castello di Seppie'', Roma 1977
* {{cita libro|autore=Marco Autore|autore2= Michele D'Aria |titolo=Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo|editore=Università degli Studi di Napoli "Federico II" |anno=1997 |cid=Autore e D'Aria}}
* Giancarlo Baciarello, ''De castro Lubrianii - Un castello Orvietano nel trecento'', Montefiascone 2006
* {{cita libro|autore=Giuseppe Buttà|titolo=Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta: memorie della rivoluzione dal 1860 al 1861|editore=Edizioni Trabant|anno= 2007|annooriginale=1883|cid=Buttà}}
* Maurizio Damiani, ''La Torre del Sole'' in ''Quaderni dell'istituto statale d'arte di Orvieto'', Orvieto n° 5/6 anno 1985
* {{cita libro|autore=Francesco Caruso e Mario Merola |curatore=Giuseppe Catenacci |titolo=Il professore Francesco Caruso, direttore del Gabinetto di Fisica della Nunziatella, 1915-1953 |editore=Associazione nazionale ex-allievi Nunziatella Sezione Campania e Basilicata & Fondazione Nunziatella Onlus |città=Napoli |anno=2008 |cid=Caruso e Merola}}
* Eletto Ramacci, ''Statuto e regolamento della società operaia di Lubriano'', Viterbo 1984
* {{Cita libro|autore= Sandro Castronuovo|titolo= Storia della Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|città= Napoli|anno= 1970|OCLC=25028315|cid=Castronuovo}}
* Eletto Ramacci, ''Lubriano, cronologia storica dai tempi antichi al 1500'', Viterbo 1985
* {{Cita libro|autore= Michele Cataudella|titolo= Francesco De Sanctis: immagini e ambiente|editore= Società editrice Napoletana|città= Napoli|anno= 1984|OCLC=21876551|cid=Cataudella}}
* Eletto Ramacci, ''La Madonna del Poggio di Lubriano'' in ''Voltumna'', n° 3(7), anno II, Montefiascone 1992
* {{Cita libro|autore= Elio Catello|titolo= Giuseppe Sanmartino|editore= Electa editore|città= Napoli|anno= 2004|isbn=88-510-0225-8|cid=Catello}}
* Eletto Ramacci, ''Cenni storici sull'Ospedale Santa Maria della Stella in Lubriano'' in ''Voltumna'', n° 11, anno III, Montefiascone 1993
* {{Cita libro|curatore= Giuseppe Catenacci|titolo= Mariano d'Ayala e la Nunziatella|editore= Soc. Edit. Napoletana |anno= 1989|città= Napoli|cid= Catenacci 1989}}
* Eletto Ramacci, ''Reminescenza della chiesa di Santa Maria della Cava'' in ''Voltumna'', n° 14, anno IV, Montefiascone 1994
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|anno= 1993|isbn= 88-85346-13-8|cid= Catenacci 1993}}
* Eletto Ramacci, ''Chiesa rupestre della Madonnella'' in ''Voltumna'', n° 17, anno V, Montefiascone 1995
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= Il tenente colonnello Giuseppe Saverio Poli comandante della Reale Accademia Militare Nunziatella (1746-1825)|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella, sezione Puglia|città= Molfetta|anno= 1998|cid= Catenacci 1998 }}
* Eletto Ramacci, ''Chiesa della Concezione'' in ''Voltumna'', n° 20, anno VI, Montefiascone 1996
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella in uniforme|editore= Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 2000|cid= Catenacci 2000}}
* Daniela Cesaretti, ''Introduzione all'opera di Juan Rodolfo Wilcock'', Viterbo 1994
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= Giulio de Montemayor - Famiglie di patrioti e patrioti di famiglia|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 1999|cid= Catenacci 1999}}
* Manila Olimpieri, ''Lubriano - Storia, arte, ambiente e tradizione''Grotte di Castro 2014
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= Nunziatella 1943-47...quando si ballava per far cultura|url= http://www.nunziatella.it/pagine/pubblicazioni/Nuovi%20pdf%20libri/Libro%20Prunas.pdf|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella|anno= 1995|cid= Catenacci 1995|accesso= 22 settembre 2012|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131024094740/http://www.nunziatella.it/pagine/pubblicazioni/Nuovi%20pdf%20libri/Libro%20Prunas.pdf#|dataarchivio= 24 ottobre 2013|urlmorto= sì}}
* Liviana Amici-Quirino Galli, ''Centri storici della Teverina'', a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, Viterbo 1991
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Il Real Collegio Militare della Nunziatella a Maddaloni 1855-1859|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Società di Storia Patria di Terra di Lavoro|anno= 1992|cid= Catenacci e Selvaggi 1992}}
* Quirino Galli, ''Tradizioni orali della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 1, Viterbo 1992
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Paolo de Sangro di Sansevero, dalla Nunziatella a Gaeta - 1860-1861|url= http://www.nunziatella.it|editore=Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|anno=1997|città= Napoli|cid= Catenacci e Selvaggi 1997}}
* Liviana Amici, ''Medicina popolare della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 2, Viterbo 1992
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci, Francesco Maurizio Di Giovine|titolo= Matteo Negri: testimonianza eroica fino alla morte di un ufficiale dell'esercito napoletano|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 2009|cid=Catenacci e Di Giovine}}
* AAVV, ''Stemmi e gonfaloni della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 3, Grotte di Castro 1993
* {{Cita libro|autore= Carlo Celano|titolo= Delle notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per li signori forastieri, giornata quarta, quarta edizione| url=http://books.google.it/books?id=sxwTAAAAQAAJ&pg=PA130-IA86&dq=Celano+nunziatella&hl=it&sa=X&ei=dnLSUoPPL4HS0QXXmYCgBA&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=Celano%20nunziatella&f=false|editore= A spese di Salvatore Palermo|anno= 1792|OCLC=7694990|cid=Celano}}
* AAVV, ''Feudi e fortificazioni della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 4, Viterbo 1996
* {{cita libro|autore= Amedeo Chiusano|altri= Maurizio Saporiti (illustrazioni)|titolo= Elementi di Araldica|anno= 1995|editore= Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito|città= Roma|cid= Chiusano}}
*AAVV, ''Teverina - storia, arte, cultura'', Spoleto
* {{cita libro|autore= Francesco De Sanctis|titolo= Un viaggio elettorale: con un'appendice di documenti vari|anno= 1983|editore= Guida Editori|città=|OCLC=12178882|cid= De Sanctis}}
*AAVV - Consorzio Teverina, ''Teverina da vivere e gustare'', Viterbo 2012
* {{Cita libro|autore= Aldo De Simone; Roberto Giusti|titolo= Scuola militare Nunziatella: museo storico|editore= Sergio Civita|anno= 1988|isbn= 88-85850-18-9|cid= De Simone e Giusti}}
* {{Cita libro|autore= Gigi Di Fiore|titolo= I vinti del Risorgimento|editore= UTET|città= Torino|anno= 2004|isbn=88-7750-861-2|OCLC=56022291|cid=Di Fiore 2004}}
* {{Cita libro|autore=Gigi Di Fiore|titolo=Controstoria dell'unità d'Italia|url=http://books.google.it/books?id=KlYGZt8lj4UC&printsec=frontcover&dq=controstoria+dell'unità+d'italia&hl=it&sa=X&ei=HsnkUurDBLOM7Aak4oFQ&ved=0CDUQ6AEwAA#v=onepage&q=controstoria%20dell'unità%20d'italia&f=false|editore= RCS Libri|città= Milano|anno= 2007|isbn=88-586-1513-1|cid= Di Fiore 2007}}
* {{Cita libro|autore= Richard Duppa|titolo= A brief account of the subversion of the papal government, 1798|url=http://books.google.it/books?id=4YxMAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=a+brief+account+of+the+subversion+of+papal&hl=it&sa=X&ei=c8nkUvL5OuKV7AbNpoH4BQ&ved=0CEAQ6AEwAA#v=onepage&q=a%20brief%20account%20of%20the%20subversion%20of%20papal&f=false|editore= John Murray editor.|anno= 1807|cid= Duppa}}
* {{Cita libro|autore= Luca Fabbricatore|titolo= Un grande educatore illuminato. Giuseppe Parisi fondatore della Nunziatella.|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|anno= 18 novembre 2005|cid= Fabbricatore}}
* {{cita libro|autore= Antonio Formicola |titolo= Portici Militare (1738-1860)|editore= Città di Portici|anno=2012|cid= Formicola}}
* {{Cita libro|autore= Francois Furet, Denis Richet|titolo= La Rivoluzione francese, tomo primo|editore= Bari|anno= 1998|cid= Furet e Richet}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Maria Galanti|titolo= Breve descrizione della città di Napoli e del suo contorno.|url=http://books.google.it/books?id=KWc5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Breve+descrizione+della+città+di+Napoli+e+del+suo+contorno.,+Gabinetto+Letterario&hl=it&sa=X&ei=S8rkUoalJ-6S7AaLtYDICQ&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=Breve%20descrizione%20della%20città%20di%20Napoli%20e%20del%20suo%20contorno.%2C%20Gabinetto%20Letterario&f=false|editore= Gabinetto Letterario, Napoli|anno= 1792|OCLC=3539230|cid= Galanti}}
* {{Cita libro|autore=Charles Garnier|titolo= Journal du siége de Gaète|url=http://books.google.it/books?id=eVQpAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=Rossi&f=false|editore=Societè Belge de Librarie|città= Bruxelles|anno= 1861|cid=Garnier}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Gleijeses|titolo= La storia di Napoli, vol. 3|città=Napoli|anno= 1981|oclc= 313037963| cid=Gleijeses}}
* {{Cita libro|autore= Sergio Landucci|titolo= Cultura e ideologia in Francesco De Sanctis|editore= Feltrinelli economica|anno= 1977|oclc=251698086|cid= Landucci}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Monsagrati; Nicola Terracciano; Giuseppe Aloia|titolo= Verso l'unità d'Italia: Enrico Cosenz: l'eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME|editore= Tip. Monti|città= Latina|anno= 2011|cid= Monsagrati et al.}}
* {{Cita libro|autore= Domenico Petromasi|titolo= Storia della spedizione dell'Emin. D. Fabrizio Ruffo allora Vicario Gen. per S. M. nel Regno di Napoli, e degli avvenimenti e fatti d'arme accaduti nel riacquisto del medesimo|editore= Manfredi, Napoli|anno= 1801|cid= Petromasi}}
* {{Cita libro|autore= Renata Pilati|titolo= La Nunziatella - L'organizzazione di un'Accademia Militare 1787-1987|editore= Guida|città= Napoli|anno= 1987|isbn= 88-7042-903-2|oclc=433162146|cid= Pilati}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Ricciardi|titolo= Discorsi profferiti nel parlamento italiano|url=http://books.google.it/books?id=Rz09AAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=ricciardi+discorsi+profferiti&hl=it&sa=X&ei=_crkUoCeI_OS7Abpm4GwCA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=ricciardi%20discorsi%20profferiti&f=false|editore= A. Mirelli|anno= 1861|OCLC=794814506|cid=Ricciardi}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Romanelli|titolo= Napoli antica e moderna|url=http://books.google.it/books?id=JY8vAAAAYAAJ&pg=PA171&lpg=PA171&dq=gabinetto+di+fisica+della+nunziatella&source=bl&ots=vnE9MN0g0H&sig=Vc2PiLeDRw8BEgIyJyOAQEKeY0U&hl=it&sa=X&ei=WHXMUu_8LsHK0QW-1oCwAg&ved=0CC0Q6AEwATgK#v=onepage&q=gabinetto%20di%20fisica%20della%20nunziatella&f=false|città= Napoli|editore= Tipografia di A. Trani|anno= 1815|cid=Romanelli}}
* {{Cita libro|autore= Camillo Napoleone Sasso|titolo= Storia de' monumenti di Napoli e degli architetti che gli edificavano: 1: Dallo stabilimento della monarchia, sino ai nostri giorni|url=http://books.google.it/books?id=SApbAAAAQAAJ&pg=PA375&dq=sasso+storia+dei+monumenti+di+napoli&hl=it&sa=X&ei=R8vkUsylJ87G7AbVz4G4Cw&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=sasso%20storia%20dei%20monumenti%20di%20napoli&f=false|editore= Tipografia di Federico Vitale|anno= 1856|cid=Sasso}}
* {{Cita libro|autore=Ferdinando Scala | titolo= Il caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher.|url=https://www.academia.edu/30218850/Il_caduto_dimenticato_-_la_breve_Grande_Guerra_di_Federico_Mensingher|editore=Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 2016|cid=Scala}}
* {{Cita libro|autore=Roberto Maria Selvaggi | titolo= Nomi e volti di un esercito dimenticato - gli ufficiali dell'esercito napoletano nel 1860-61 | editore=Grimaldi e C. editore|città= Napoli|anno=1990|OCLC=243733603|cid=Selvaggi}}
* {{Cita libro|autore= Roberto Maria Selvaggi, Giuseppe Catenacci|titolo= Tenente Generale Francesco Traversa dalla Nunziatella a Gaeta|editore=Associazione ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 1998|cid=Selvaggi e Catenacci}}
* {{Cita libro|autore=Filippo Stefani|titolo= La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito italiano|editore=Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico|anno=1984|OCLC=11622677 |cid= Stefani}}
* {{Cita libro|autore= Maurizio Torrealta|titolo= Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina|url=http://books.google.it/books?id=eNBwKglWafUC&printsec=frontcover&dq=ultimo+il+capitano+che&hl=it&sa=X&ei=6cvkUq-gDuK47Qb4x4HwBw&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=ultimo%20il%20capitano%20che&f=false|editore= Feltrinelli|anno= 2001|isbn= 88-07-81548-6|id= 9788807815485|cid= Torrealta}}
 
== Voci correlate ==
* [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione|Comando per la formazione e Scuola di Applicazione]]
* [[Accademie e scuole militari in Italia]]
* [[Scuola militare di Roma|Scuola Militare di Roma]]
* [[Scuola militare "Teulié"|Scuola Militare "Teulié"]]
* [[Scuola navale militare "Francesco Morosini"]]
*[[Scuola militare aeronautica Giulio Douhet]]
* [[Chiesa della Nunziatella]]
* [[Palazzi di Napoli]]
* [[Monte Echia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Lubrianosulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://wwwspazioweb.comuneesercito.lubriano.vtdifesa.it/websiti_scuole/nunziatella/|ComunePagina ufficiale sul sito didell'Esercito Lubrianoitaliano}}
* [http://www.nunziatella.it Sito dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella]. Oltre a notizie sulla Scuola, nella sezione "Pubblicazioni/Lo scaffale della Nunziatella" sono presenti numerose monografie, tra cui alcune di quelle usate per la redazione di questa voce.
* {{cita web |1=http://www.nunziatella.it/pagine/Med.%20oro%20completo.pdf |2=Le medaglie d'oro al valor militare e civile della Scuola militare "Nunziatella" |accesso=19 maggio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130928061821/http://www.nunziatella.it/pagine/Med.%20oro%20completo.pdf# |dataarchivio=28 settembre 2013 |urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.nazioneindiana.com/2006/12/22/anteprima-sud-renata-prunas-vs-anna-maria-ortese/|Anna Maria Ortese e la Nunziatella}}
* [https://www.youtube.com/watch?v=eks7YrnYi4Y Il film della conquista di Nunziatella Peak]
 
{{ProvinciaEsercito di ViterboItaliano}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Borbone|Due Sicilie|guerra|istruzione|Napoli|storia}}
{{Portale|Lazio}}
{{vetrina|20|febbraio|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Scuola militare "Nunziatella"|arg=guerra}}
 
[[Categoria:ComuniAccademie delladi provinciaformazione dimilitare in ViterboItalia|Nunziatella]]
[[Categoria:Esercito del Regno delle Due Sicilie]]
[[Categoria:Istituti culturali di Napoli]]
[[Categoria:Nunziatella|*]]
[[Categoria:Palazzi di Napoli]]
[[Categoria:Scuole dell'Esercito italiano|Nunziatella]]
[[Categoria:Scuole di formazione militare in Italia]]
[[Categoria:Scuole a Napoli]]