Ariano Irpino e Scuola militare "Nunziatella": differenze tra le pagine

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{{Avvisounicode}}
{{coord|40.832625|14.244380|display=title}}
{{Divisione amministrativa
{{Infobox unità militare
|Grado amministrativo=3
|Categoria = esercito
|Nome=Ariano Irpino
|Nome = Scuola Militare<br />"Nunziatella"
|Stato=ITA
|Immagine= CoA mil ITA nunziatella.svg
|Stemma=Ariano Irpino-Stemma.png
|Didascalia = [[Stemma della scuola militare Nunziatella|Stemma della scuola]]
|Bandiera=Ariano Irpino-Gonfalone.png
|Attiva = 18 novembre [[1787]] - oggi
|Voce stemma=
|Attivo =
|Voce bandiera=
|Nazione = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|20px|bordo]] [[Regno delle Due Sicilie]]<br />{{ITA 1861-1946}}<br />{{ITA}}
|Panorama=Ariano Irpino full view.jpg
|Servizio = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|bordo|20px]] [[Esercito delle Due Sicilie]]<br />{{simbolo|Flag of Italy (1860).svg}} [[Regio Esercito]]<br />{{simbolo|Coat of arms of the Esercito Italiano.svg}} [[Esercito Italiano]]
|Didascalia=
|Tipo = [[Accademie e scuole militari in Italia#Scuole superiori militari|scuola militare]]
|Divisione amm grado 1=Campania
|Descrizione_ruolo =
|Divisione amm grado 2=Avellino
|Ruolo = istituto militare di formazione [[scuola secondaria di secondo grado in Italia|scolastica secondaria di secondo grado]], con studi riservati agli ultimi tre anni degli indirizzi [[liceo classico]] e [[Liceo scientifico|scientifico]].
|Amministratore locale=Domenico Gambacorta
|Dimensione = [[reggimento]]
|Partito=[[Forza Italia (2013)|FI]]
|Descrizione_guarnigione = Sede
|Data elezione=9-6-2014
|Guarnigione = [[Napoli]], via Generale Parisi, 16
|Data istituzione=
|Descrizione_equipaggiamento =
|Superficie=186.74
|Equipaggiamento =
|Note superficie=
|Soprannome = Rosso Maniero
|Abitanti=22700
|Patrono = [[Annunciazione|Madonna dell'Annunziata]]<br />[[Crispino e Crispiniano|San Crispino]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
|Motto = ''Preparo alla vita ed alle armi''
|Aggiornamento abitanti=31-12-2015
|Descrizione_colori =
|Sottodivisioni=([[#Frazioni e località|Vedi sezione]])
|Colori = Rosso, oro e azzurro (stemma); turchino, magenta e blu notte (divisa invernale) o bianco (divisa estiva)
|Divisioni confinanti=[[Apice (Italia)|Apice]] (BN), [[Castelfranco in Miscano]] (BN), [[Flumeri]], [[Greci (Italia)|Greci]], [[Grottaminarda]], [[Melito Irpino]], [[Montecalvo Irpino]], [[Monteleone di Puglia]] (FG), [[Savignano Irpino]], [[Villanova del Battista]], [[Zungoli]]
|Marcia = Inno Ardito
|Zona sismica=1
|Mascotte =
|Gradi giorno=2410
|Battaglie = [[Repubblica Napoletana (1799)|Rivoluzione Napoletana (1799)]]<br />[[Assedio di Gaeta (1860)]]
|Nome abitanti=arianesi
|Missioni di peacekeeping =
|Patrono=[[Ottone Frangipane|sant'Ottone]], san Liberatore, [[Elzearo da Sabrano|sant'Elzeario]], beata Delfina
|Anniversari = 18 novembre
|Festivo=23 marzo
|Decorazioni = 2 decorazioni alla bandiera; 1.057 decorazioni al Valore e 100 onorificenze ad ex-Allievi
|PIL=
|Sito_internet ={{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/comando-per-la-formazione-specializzazione-e-dottrina-dell-esercito/Accademia-Militare/Nunziatella|titolo=Sito ufficiale|accesso=16 giugno 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150826230024/http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/comando-per-la-formazione-specializzazione-e-dottrina-dell-esercito/Accademia-Militare/Nunziatella|dataarchivio=26 agosto 2015}}
|PIL procapite=
|Descrizione_struttura_di_comando =
|Struttura_di_comando = <div align="center">[[Accademia militare di Modena]]</div>
|Reparti_dipendenti =
|Descrizione_reparti_dipendenti =
|Descrizione_comandante_corrente1 =
|Comandante_corrente1 =
|Descrizione_comandante_corrente2 =
|Comandante_corrente2 =
|Descrizione_comandante_corrente3 =
|Comandante_corrente3 =
|Descrizione_comandante_corrente =
|Comandante_corrente = [[colonnello]] Amedeo Cristofaro
|Comandanti_degni_di_nota = [[Giuseppe Parisi]], [[Giuseppe Saverio Poli]], [[Francesco Antonio Winspeare]], [[Guglielmo De Sauget]], [[Luigi Chatrian]], [[Adolfo Rivoir]], [[Franco Magnani (generale)|Franco Magnani]]
|Descrizione_simbolo =
|Simbolo =
|Descrizione_simbolo2 =
|Simbolo2 =
|Descrizione_simbolo3 =
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|Simbolo4 =
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|Testo_vario =
|Titolo_vario1 =
|Descrizione_vario1 =
|Testo_vario1 =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Fonti nel corpo della voce
}}
La '''Scuola Militare Nunziatella''' di [[Napoli]], fondata il 18 novembre 1787 come '''Reale Accademia Militare''', è uno dei più antichi istituti di formazione militare d'Italia e del mondo<ref>{{Cita|Catenacci 1999|p. 5}}.</ref><ref>Il nome Rosso Maniero è attribuito alla Nunziatella dal colore delle sue mura esterne, che la rende visibile e riconoscibile da ogni punto del golfo di Napoli.</ref>. Ha sede a [[Pizzofalcone]] nell'antico edificio, costruito nel 1588, già sede del Noviziato dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]], che con l'adiacente [[Chiesa della Nunziatella|chiesa della Santissima Annunziata]] costituisce un complesso architettonico monumentale della città di Napoli.
 
La bandiera della scuola è decorata da una [[Medaglia al valore dell'esercito|medaglia di bronzo al valore dell'Esercito]] e da una [[Croce al merito dell'Arma dei carabinieri|croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri]]<ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31-14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'arma dei Carabinieri.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
'''Ariano Irpino''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[a'rjano ir'pino]}}, semplicemente ''Ariano'' in [[dialetto irpino]]<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 38}}</ref>) è un [[comuni d'Italia|comune italiano]] di {{formatnum:22700}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]]. La cittadina costituisce il secondo centro demografico della provincia dopo il capoluogo (da cui dista circa 50&nbsp;km) mentre I suoi 186,74&nbsp;km² di ampiezza ne fanno il comune più esteso dell'intera [[Campania|regione]]. [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|Sede episcopale]] fin dall'[[Alto Medioevo]], si fregia oggi del titolo di [[Città d'Italia|Città]] e del ruolo di [[Ente]] capofila nell'ambito di un'[[area urbana]] vasta<ref>https://www.campaniaeuropa.it/documentazione/ambiti_territoriali_campania.xls&sa=U&ved=2ahUKEwipqurhsuPVAhUGuBoKHftoAacQFnoECBQQAA&usg=AFQjCNHwiV_lPDRnBRf-3LnPNKp2ki5J5A</ref> che abbraccia l'intero settore Nord del territorio provinciale.
 
Per il ruolo svolto negli ultimi tre secoli "nel settore dell'alta formazione, qual motore accademico, sociale ed economico per l'Italia e per tutti i Paesi del Mediterraneo ad essa legati", il 22 febbraio 2012 è stata dichiarata "Patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo" da parte dell'[[Assemblea parlamentare del Mediterraneo]]<ref>{{cita web|url=https://www.facebook.com/photo.php?fbid=258395510906923&set=a.147703625309446.38576.126274300785712&type=3&theater|titolo=Dichiarazione dello status di Patrimonio Storico e Culturale dei Paesi del Mediterraneo.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. La Scuola è inoltre vincitrice del premio Cypraea per la Scienza (1994)<ref>{{cita web|url=https://associazioneculturale-cypraea.blogspot.it/2009/08/il-premio-cypraea-nato-nel-1985-e-stato.html|titolo=Premio Cypraea, Albo d'Oro.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e del premio Mediterraneo Istituzioni assegnato dalla Fondazione Mediterraneo (2012)<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemediterraneo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1442%3Aalla-scuola-militare-nunziatella-il-premio-mediterraneo-2012&catid=64%3Aanno-2012&Itemid=293&lang=it|titolo=Premio Mediterraneo Istituzioni|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. Alla Nunziatella è infine intitolata una vetta del massiccio del [[Karakorum]]<ref>[http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=38323 In un film la spedizione Karakorum 2014. Il giornale di Rieti, 21 dicembre 2014. Accesso il 3 giugno 2015] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150617221940/http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=38323|data=17 giugno 2015}}</ref>.
==Geografia fisica ==
===Territorio===
Ariano Irpino si trova nell'[[Appennini#Appennino campano|Appennino campano]], a cavallo tra le regioni [[Campania]] e [[Puglia]] ed in posizione pressoché equidistante tra i mari [[Mar Tirreno|Tirreno]] e [[Mare Adriatico|Adriatico]], tanto che la linea spartiacque attraversa per decine di chilometri l'agro comunale al cui centro è ubicato un importante valico appenninico denominato appunto "[[sella di Ariano]]". Il territorio, riconosciuto per legge come "interamente montano", rivela nel complesso una natura assai impervia con un'altitudine variabile dai 179 agli 811&nbsp;m [[Livello del mare|s.l.m.]] tra valli incassate e rilievi scoscesi ove non mancano i dirupi. Fanno eccezione l'area nord-orientale, che assume una conformazione abbastanza regolare con ampi altipiani ondulati, e le ristrette piane alluvionali localizzate sull'opposto versante lungo il corso del fiume [[Ufita]].
 
== Storia ==
In particolare il centro cittadino sorge su tre alti colli, Calvario, Castello e San Bartolomeo, i quali vanno a formare un compatto rilievo montuoso che tocca la massima altitudine proprio al mastio del castello. Per via di tale conformazione orografica Ariano è anche conosciuta col nome di ''Città del Tricolle''. Il centro storico si sviluppa dunque in una posizione sopraelevata rispetto alle valli circostanti, tanto che dai punti più panoramici del centro (e in particolare dal castello, ubicato all'interno della villa comunale), è possibile ammirare ad ovest i massicci del [[Taburno Camposauro|Taburno]] e del Partenio, a sud la Baronia di Vico, il [[Vulture]] e l'altopiano del Formicoso, ad est il [[Subappennino Dauno]] e a nord i [[Matese|monti del Matese]], i [[monti della Meta]] e la vetta della [[Maiella]], sicché sono visibili alcune parti di 6 delle 20 [[Regione (Italia)|regioni italiane]].
=== Gli istituti militari originatori (1735-1786) ===
{{vedi anche|Borbone delle Due Sicilie|Esercito delle Due Sicilie|Real Marina del Regno delle Due Sicilie}}
 
Le origini della Scuola Militare "Nunziatella" risalgono all'opera di riordino delle forze armate del [[Regno di Napoli]], propugnata dallo statista [[Bernardo Tanucci]] e messa in atto da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Sotto la sua guida fu, infatti, individuata per la prima volta la necessità di creare istituti specializzati per la formazione degli ufficiali delle varie armi: tale iniziativa si rendeva necessaria per affrancare il [[Regno delle Due Sicilie]] dalla sudditanza nei confronti del Regno di Spagna governato da [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] e per limitare le ambizioni della madre [[Elisabetta Farnese]]<ref name="C52">{{Cita|Castronuovo|p. 4}}.</ref>.
Il territorio rurale è attraversato dai torrenti [[Cervaro (fiume)|Cervaro]] e Fiumarella, mentre i fiumi [[Ufita]] e [[Miscano]] lo lambiscono.
La superficie del comune si attesta sui 186,74&nbsp;km², facendone il più ampio dell'intera regione (maggiore anche del capoluogo [[Napoli]] che dista circa 100 km).
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 1 (alta sismicità).<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|accesso=20 luglio 2009}}</ref>
 
[[File:Charles III of Spain.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo di Borbone]]
[[File:Ariano Irpino 2016.png|thumb|Il comune all'interno della provincia di Avellino]]
 
L'impulso riformatore di Carlo di Borbone portò in primo luogo alla fondazione della [[Real Accademia di Marina|Real Academia de los Guardias Estendartes de las Galeras]] (5 dicembre 1735), deputata alla formazione degli ufficiali di Marina: tale istituto, cui va il primato della più antica Accademia di Marina Militare in Italia<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=LMWsAAAAMAAJ&q=palazzo+trotti+napoli&dq=palazzo+trotti+napoli&hl=it&sa=X&ei=-_nST5CsKPT64QSw0eWIAw&ved=0CD4Q6AEwAjgU|titolo=Rivista marittima (1899) Ministero della Marina, pag. 536.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, fu inizialmente alloggiato in un edificio della darsena di Napoli e spostato, dopo due mesi, nel palazzo Trotti e nelle immediate vicinanze del [[Palazzo Reale (Napoli)|palazzo reale di Napoli]], presso la chiesa domenicana di Santo Spirito, nell'area successivamente occupata dal [[Palazzo della Prefettura (Napoli)|palazzo della Prefettura]]<ref name="C54">{{Cita|Castronuovo|p. 4}}.</ref>.
===Clima===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Ariano Irpino}}
Trovandosi nell'entroterra campano, Ariano è caratterizzato da un [[clima]] di tipo [[Clima temperato|temperato freddo]] in cui, come attestato dalla classificazione climatica ufficiale<ref name="erg7118.casaccia.enea.it">{{cita web|url=http://erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/508%20%5BAriano%20Irpino%5D%20capoluogo.Txt|titolo=Profilo Climatico (Archivio climatico DBT dell'ENEA)|accesso=1º luglio 2009}}</ref>, ad [[inverno|inverni]] piuttosto rigidi si alternano [[estate|estati]] non eccessivamente calde.
 
Dopo la breve e poco proficua esperienza di una ''scola'' militare, posta nel quartiere della Maddalena, fu fondata l'Accademia di Artiglieria (1745), per l'organizzazione della quale fu chiamato il matematico [[Nicola Antonio De Martino]], che prestava servizio in Spagna quale segretario d'ambasciata<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 5-6}}.</ref>. La nuova Accademia fu installata nel [[palazzo della Panatica]] a Santa Lucia, e fornita di un programma didattico, sia teorico che pratico: vi si insegnavano infatti matematica, fisica, disegno e scherma, mentre le esercitazioni pratiche venivano effettuate al [[Giardini del Molosiglio|Molosiglio]], alla darsena e al [[forte di Vigliena]]. Gli allievi dell'Accademia erano ufficiali e cadetti d'artiglieria, per i quali la frequentazione era obbligatoria; ufficiali e cadetti di altre armi, e nobili che avessero superato un esame d'ingresso, erano altresì ammessi alle lezioni. Conformemente agli orientamenti del tempo, i programmi dell'Accademia erano dichiaratamente focalizzati sulle materie matematiche e scientifiche. Lo stesso Carlo di Borbone, nell'ordinanza per l'istituzione dell'Accademia, scriveva: «Sebbene siasi da noi con altre nostre reali ordinanze ed istruzioni specialmente provveduto a rendere appieno ammaestrati i nostri sudditi sull'onorevole impiego della milizia, pur non di meno in considerando quanto convenga alla conservazione dei nostri Stati, al lustro ed allo splendore delle nostre armi che il corpo della milizia si mantenga ben disciplinato ed istruito eziandio nella matematica, della quale scienza principalmente dipendono i più felici successi delle operazioni della guerra, ci siamo mossi a dare anche a ciò l'opportuno provvedimento»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 6}}.</ref>.
Le [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] non sono molto abbondanti, mediamente non superiori agli 800&nbsp;mm<ref>Dato basato sulle rilevazioni della vicina [[stazione meteorologica di Trevico]] distante 15 km ca. in linea d'aria.</ref> annui, mentre nella parte occidentale della provincia superano i 1200&nbsp;mm<ref>Si veda [[Stazione meteorologica di Avellino]].</ref>. Le precipitazioni massime si registrano di solito fra Novembre e Dicembre, le minime tra Luglio e Agosto. Nel corso del semestre freddo (fine ottobre - fine aprile) si verificano sporadiche nevicate, mentre occasionali sono le grandinate estive.
 
[[File:Ferdinand IV by San Gennaro.jpg|miniatura|upright=0.7|Ferdinando IV di Borbone]]
In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +3,8&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, è di +21,6&nbsp;°C (si consideri che la stazione meteorologica è ubicata nell'estrema parte alta della città a quota 794 m.). Più nel dettaglio, dall'analisi matematica delle medie termiche mensili si evince che i valori minimi di temperatura si registrano mediamente nell'ultima decade di Gennaio mentre quelli massimi agli inizi di Agosto. <ref name="erg7118.casaccia.enea.it"/>
 
L'opera di ampliamento delle basi formative degli ufficiali dell'Esercito continuò con l'istituzione dell'Accademia del Corpo degli ingegneri militari (1754), dedicata agli ufficiali del genio; se da un lato la fondazione della nuova Accademia aggiunse un tassello all'opera di miglioramento delle competenze tecnico-militari degli ufficiali, dall'altro rese evidente la necessità di un contenitore unico che provvedesse organicamente a tale compito. La partenza di Carlo per la Spagna, per salire al trono del Regno alla morte di Filippo V, gli impedì di continuare nel proprio disegno armonizzatore, e rimase dunque responsabilità di Tanucci assistere il giovane re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Borbone]] nella costruzione progressiva di una classe dirigente militare sempre più preparata.
 
[[File:Vito Caravelli.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Vito Caravelli]]
{{ClimaAnnuale
| nome = ARIANO IRPINO
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 7.1
| tempmax02 = 7.8
| tempmax03 = 10.4
| tempmax04 = 14.5
| tempmax05 = 18.6
| tempmax06 = 23.6
| tempmax07 = 27.1
| tempmax08 = 27.2
| tempmax09 = 23.2
| tempmax10 = 17.4
| tempmax11 = 12.0
| tempmax12 = 8.8
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 0.6
| tempmin02 = 0.9
| tempmin03 = 3.0
| tempmin04 = 6.1
| tempmin05 = 9.7
| tempmin06 = 13.7
| tempmin07 = 16.0
| tempmin08 = 16.0
| tempmin09 = 13.9
| tempmin10 = 9.6
| tempmin11 = 5.6
| tempmin12 = 2.7
}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]] di Ariano Irpino:<ref>{{cita web|url= http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|titolo= Classificazioni climatiche dei comuni italiani|accesso=19 luglio 2009}}</ref>
** [[Zona climatica]] E;
** [[Grado giorno|Gradi giorno]] 2410.
 
A tale scopo, nel dicembre del 1769 fu emessa una nuova ordinanza, la quale statuì la fusione della Reale accademia di artiglieria con quella del Corpo degli ingegneri nella Reale accademia militare. Il nuovo istituto – parimenti ubicato presso palazzo della Panatica – aprì i battenti il 1º febbraio 1770, dopo una cerimonia di inaugurazione segnata da un discorso del capitano Alonzo Nini<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 7-8}}.</ref>. L'organizzazione dell'istituto, avente una dotazione finanziaria iniziale di duemila ducati l'anno, era simile a quella di un'università, dato che gli allievi vi si recavano unicamente per le lezioni e gli esami. La frequentazione dei corsi, della durata di quattro anni, era obbligatoria per gli ufficiali di artiglieria e del genio stanziati a Napoli. I battaglioni di fanteria, cavalleria e dragoni di stanza a Napoli dovevano inviarvi due ufficiali e due cadetti ciascuno, mentre i reggimenti stanziati altrove mandavano due cadetti cadauno. Il brigadiere Luca Ricci fu nominato comandante, mentre la direzione degli studi fu affidata al matematico e fisico sperimentale [[Vito Caravelli]]. Gli allievi superavano due esami l'anno e uno al termine del quadriennio formativo, alla presenza del ministro della guerra. I primi quattro classificati venivano promossi di un grado nei corpi di appartenenza, i secondi quattro ricevevano una medaglia d'oro, tutti gli altri una d'argento. Sebbene il regime degli studi approfondisse le discipline scientifiche, esso trascurava quelle umanistiche; tale mancanza fu percepita negli ambienti formativi, e condusse alla successiva evoluzione della Reale accademia militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 8-10}}.</ref>.
==Origini del nome==
L'etimologia del nome "Ariano" deriverebbe, secondo la tradizione, dal latino ''Ara Iani'', un altare realizzato in onore del dio [[Giano]]. Piú verosimilmente l'origine risale al nome di persona latino medievale ''[[Ario (nome)|Arius]]'' cui è legato il suffisso -''anus'' che indica appartenenza. La formulazione "Ariano Irpino" (con riferimento alla regione storico-geografica dell'[[Irpinia]]) ha sostituito nel 1930 l'impropria denominazione di "Ariano di Puglia", la quale in realtà traeva origine dal [[Ducato di Puglia e Calabria]] che in epoca [[Normanni|normanna]] gravitava su [[Salerno]] (tale città era considerata all'epoca la "capitale della Puglia" mentre il suo dialetto era il "volgare pugliese"). In ogni caso l'aggiunta di un epiteto al nome "Ariano" era giustificata dalla necessità di distinguere il comune dall'omonimo centro nel [[Ariano nel Polesine|Polèsine]].
 
[[File:Francesco Pignatelli principe di Strongoli.jpg|miniatura|upright=0.7|Francesco Pignatelli, principe di [[Strongoli]].]]
==Storia==
===Preistoria===
 
Una volta provveduto alla formazione degli ufficiali già in servizio, l'opera riformatrice si rivolse a quella dei cadetti, vale a dire degli ufficiali in via di formazione. A tale scopo, e per fondare un nuovo corpo che servisse "di vivissima forza tattica né riscontri più difficili della guerra", fu istituito un Corpo scelto dei cadetti, chiamato Battaglione Real Ferdinando (1772). Il comando del Battaglione, alloggiato nei due ex conventi della Croce e della Trinità di Palazzo (area occupata dal [[Palazzo Salerno|palazzo del Principe di Salerno]], in [[piazza del Plebiscito]]) fu affidato al generale [[Francesco Pignatelli, marchese di Laino|Francesco Pignatelli]], e lo stesso Ferdinando IV di Borbone volle acquisirne il grado di colonnello. Gli allievi, figli di nobili e di ufficiali di grado superiore a capitano, venivano ammessi all'età di otto anni, e proseguivano gli studi per sei anni; le materie oggetto di insegnamento comprendevano matematica e arte militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 10-11}}.</ref>. La prima rivista, utile a determinare gli averi mensili degli individui formanti il Battaglione, fu passata dal Sovrano a Portici il 13 gennaio del 1772 e dal relativo documento risulta che il corpo era composto da duecentosettanta teste suddivise in dieci compagnie di cadetti. La scala gerarchica del Battaglione prevedeva inoltre un [[capitano]], un [[tenente]], un [[brigadiere]] e due sottobrigadieri più un tamburo e un piffero per ogni compagnia.<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 29}}.</ref>. A Portici, l'edificio più opportuno per la sistemazione dei cadetti fu ritenuto l'ex convento dei Gesuiti (divenuta in seguito scuola media statale "M. Melloni"), costruito nel 1629 grazie ad una donazione fatta ai religiosi da Maria Bermudez de Castro. Fu l'architetto Carlo Vanvitelli, nel 1771, ad occuparsi per primo di un piano di risistemazione del quartiere dei Cadetti a Portici. Successivamente, in conseguenza del sensibile aumento del numero dei cadetti, deciso con il Real Ordine del 27 agosto 1774, l'edificio risultò insufficiente per ospitare tutto il corpo e pertanto il sovrano ordinò ai regi ingegneri Emanuele de Montemajor e Felice Bottiglieri di elaborarne l'ampliamento<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 32}}.</ref>.
Le prime tracce di insediamenti umani nella zona sono stati rinvenuti a seguito di scavi archeologici nell'area Nord del territorio cittadino, in località Starza<ref>{{cita conferenza |autore= C. Albore Livadie |titolo= Considerazione sui nuovi scavi a La Starza (Ariano Irpino) e sulle comunità pastorali appenniniche | conferenza= Civiltà della Transumanza|wkautore=Claude Albore Livadie |mese= novembre|anno= 1988 |città= Santa Croce del Sannio |pagine= 32-45 }}</ref>. I reperti, provenienti da un villaggio di capanne preistorico risalente al [[Neolitico]] inferiore, sono datati a partire dal [[VII millennio a.C.]] fino al [[900 a.C.]], quando il sito viene presumibilmente abbandonato.
 
Una volta completato, con istituti appositi, l'intero percorso di formazione degli ufficiali dal grado di cadetto alla scuola di specializzazione, si decise d'unificare le diverse entità. Nel settembre 1774 fu dunque soppressa la Reale accademia, facendone confluire gli allievi nel Battaglione Real Ferdinando; la nuova istituzione che ne derivò, denominata Reale accademia del Battaglione Real Ferdinando, passò dagli originari duecentosettanta cadetti divisi in tre compagnie, a ottocentodieci, suddivisi in nove compagnie, una di [[Granatiere|granatieri]] e otto di [[Fuciliere|fucilieri]] composte da novanta militi. Nel 1774, gran parte del battaglione era permaneva a Portici e ivi periodicamente di stanza sino al 1780. Dalla "Rivista" che il re passò a Portici il 12 ottobre 1774, si rilevano ottocentotrenta [[Allievo ufficiale|cadetti]] in servizio e ventisette ufficiali (un capitano, un tenente e un [[Alfiere (grado militare)|alfiere]] per ogni compagnia).<ref>{{Cita|A. Formicola, Portici Militare|p. 30}}.</ref>. A Napoli gli effettivi dell'Accademia erano distribuiti tra il palazzo della Panatica, dove vennero alloggiati i cadetti più giovani, e i succitati conventi della Croce e della Trinità di Palazzo, che accolsero tutti gli altri. Anche i programmi di studio furono diversificati, al fine di tenere conto delle differenze di età e di preparazione, e videro per la prima volta l'introduzione delle materie umanistiche per i più giovani. L'esame finale era destinato a verificare che gli aspiranti alla nomina ad ufficiale possedessero «la estensione delle teorie di tutte le scienze che sono necessarie a sapersi per intender la ragion di quanto si fa nel mestiere per cui si concorre e le teorie del mestiere medesimo; la franchezza delle facoltà intellettuali, che son precise per sapersi ben condurre nei dati casi; e finalmente i gradi di invenzione per saper ritrovare quanto occorra nel mestiere»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 11-12}}.</ref>. Nell'aprile 1755, tuttavia, il generale Pignatelli informò il re, con dovizia di prove, dell'esistenza di una loggia massonica tra gli allievi: tale scoperta fu origine di un profondo dissidio tra Ferdinando IV e la moglie [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]], la quale difendeva il movimento massonico a Napoli. Coerentemente con la natura dei fatti, furono presi provvedimenti nei confronti dei coinvolti<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 13-14}}.</ref>.
Alle prime popolazioni [[cultura appenninica|appenniniche]] seguirono gli [[Irpini]], una bellicosa tribù dei [[Sanniti]] della quale però non rimangono (in Ariano come nel resto d'[[Irpinia]]) che scarsissime tracce, probabilmente perché le semplici fortezze che essi costruirono nei punti strategici vennero poi, in epoca [[alto medioevo|alto-medioevale]], sistematicamente riconvertite in ben più imponenti strutture fortificate (torri, rocche, castelli). Pertanto l'eventuale presenza di una roccaforte irpina in cima al "Tricolle" di Ariano (con l'obiettivo strategico di controllare e contrastare le due [[colonia romana|colonie romane]] di [[Benevento]] e [[Lucera]]) rimane un'ipotesi suggestiva ma ad oggi non suffragata da prove.
 
[[File:Sirjohnacton.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Sir John Acton]]
===Dominazione romana===
 
L'influenza della regina Maria Carolina fu determinante per l'arrivo dell'ammiraglio inglese [[John Acton]], che assunse dapprima l'incarico di ministro della Marina e successivamente, a fronte dell'inerzia del [[Giuseppe Beccadelli di Bologna|marchese della Sambuca]], anche quella di primo ministro. Acton avviò un processo di rinnovamento che consentisse di rinforzare la dirittura etico-morale degli ufficiali, in modo che essi potessero funzionare come esempio per il resto della popolazione. Rendendosi parimenti conto della necessità di aggiornare l'iter di formazione, coerentemente all'evoluzione della dottrina militare, fu l'artefice di una decisione storica: costituì infatti un piccolo gruppo di ufficiali, cui diede l'incarico di visitare gli istituti di formazione militare dei diversi paesi europei, e di trarre da essi tutti gli aspetti organizzativi, formativi e pratici, che servissero a costruire un'Accademia di tipo innovativo<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 14-16}}.</ref>. Tale scelta si rivelò particolarmente proficua, in quanto grazie alle dettagliate relazioni di [[Giuseppe Parisi]] e alla sua opera concreta, si gettarono le basi di quella che sarebbe stata la futura Nunziatella<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 19-20}}.</ref>.
Di epoca romana è invece il borgo di ''[[Aequum Tuticum]]'', sorto su di un vasto altipiano (in localitã Sant'Eleuterio) a non grande distanza dall'antico insediamento della Starza. Eretto dai [[Roma antica|Romani]] a municipio, Aequum Tuticum si trovava in effetti in una posizione strategica rispetto alle vie di comunicazione dell'antichità in uno snodo tra [[Sannio]], [[Campania]], [[Puglia|Apulia]] e [[Lucania]], al centro dei traffici tra [[Mar Tirreno|Tirreno]] ed [[Mare Adriatico|Adriatico]].
 
Lungi dall'essere la mera riproposizione in chiave locale dell'organizzazione e dei metodi di istruzione osservati all'estero, il progetto di Parisi conteneva elementi di forte originalità; diversamente da altri istituti di formazione militare, fu statuita la solida interconnessione fra la formazione di tipo bellico e quella civile, al fine di formare "ottimi ufficiali" e al contempo "ottimi cittadini"<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 20-21}}.</ref>.
Il periodo di massimo splendore arriva comunque in epoca [[Impero Romano|imperiale]], quando il centro diventa un punto di passaggio obbligato poiché all'antica via ''Aemilia'' si aggiungono l'[[Via Traiana|Appia Traiana]] tra il I ed il [[II secolo]] e la successiva [[via Herculea]] nel [[III secolo]], che proprio qui s'incrociano. La città viene citata per la prima volta da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] che in una sua missiva a [[Tito Pomponio Attico]], scriveva proprio da ''Aequum Tuticum'' così dicendo: "sosta obbligata verso l'Apulia e città di elevata condizione sociale in quanto fornita di ogni comodità".<ref>Cicerone, Epistulae ad Atticum.</ref>
 
=== La fondazione (1787) ===
[[File:Via Appia map.jpg|left|upright=1.4|thumb|Tracciato delle vie Appia e Traiana.]]
[[File:Giuseppe parisi.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Giuseppe Parisi]]
Per meglio chiarire la posizione strategica di [[Aequum Tuticum]] durante l'[[Storia antica|età antica]] si forniscono di seguito ragguagli sulle arterie che vi passavano.
* La ''via Æmilia'' era una strada consolare di [[Repubblica romana|età repubblicana]] la quale, staccatasi dalla [[via Appia antica]] all'altezza di [[Flumeri]], si dirigeva ad ''[[Aequum Tuticum]]'' e ''[[Luceria]]''. La sua esistenza è stata accertata dal ritrovamento di due cippi miliari risalenti al [[II secolo a.C.]] con sopra l'iscrizione ''[[Marco Emilio Lepido|Marcus Aemilius Lepidus]]'' nelle località Manna e S. Lucia di Camporeale ad Ariano Irpino.
* La [[via Traiana]] era un'altra diramazione dell'Appia, da cui si staccava a [[Benevento]] in direzione di [[Brindisi]]. Voluta dall'omonimo imperatore, fu costruita tra il [[108]] e il [[110|110 d.C.]] con l'obiettivo di creare un collegamento veloce tra [[Roma]] ed il principale imbarco per l'Oriente, evitando l'impervio percorso [[appennini]]co dell'[[Via Appia Antica|Appia]]. Essa, proprio dopo l'Appia, rappresenta la seconda grande [[Via Romana]] di penetrazione nell'[[Irpinia]]. Nel territorio irpino toccava i comuni di [[Casalbore]], [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]], Ariano e [[Greci]]. Il tracciato, che qui seguiva vie naturali, coincideva parzialmente col regio [[tratturo]] fino ad [[Aequum Tuticum]], dove il tratturo virava in direzione di [[Venosa|Venusia]], mentre la strada verso Aecae nei pressi dell'odierna [[Troia (Italia)|Troia]]. La [[via Traiana]], a differenza dell'Appia che viene abbandonata dopo la [[Impero romano|caduta di Roma]], continua ad essere percorsa anche durante il [[Medioevo]] sotto [[Goti]], [[Longobardi]] e [[Normanni]], finché non viene sostituita dalla Strada Regia delle Puglie sotto gli [[Angioini]].
* La [[via Herculea]], realizzata da [[Massimiano|Valerio Massimiano]] "l'Erculio" tra il [[286]] ed il [[305]], si staccava dalla [[Traiana]] ad ''[[Aequum Tuticum]]'' per proseguire a sud verso la [[Lucania]] sovrapponendosi in parte al percorso del [[tratturo]].
 
Nel tracciare l'organizzazione e il piano di studi della nuova istituzione, Parisi propose di abbandonare i vecchi edifici della Panatica e i conventi di largo di Palazzo dove alloggiavano i cadetti, e di individuare una nuova sede. La scelta cadde sull'antico noviziato gesuitico di [[Pizzofalcone]], edificio di grandi dimensioni che potevasi adattare alle esigenze del caso. Il complesso fu costruito grazie alle donazioni delle nobildonne Anna Mendoza, marchesa della Valle e contessa di [[Sant'Angelo dei Lombardi]]<ref group="N">La marchesa, sorella del gesuita Giovanni de Mendoza, fece una donazione di 24.666,66 ducati; di questi, 8.000 furono destinati all'acquisto e adattamento del preesistente palazzo Polignano, e 16.666,66 al mantenimento dei novizi. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref>, e Delia Sanseverino, contessa di [[Briatico]]<ref group="N">La donazione fu di 19.500 ducati, suddivisi in dodici anni. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref><ref>{{Cita|Autore e D'Aria|p. 10}}.</ref>; mentre il noviziato fu inaugurato l'8 settembre 1587, accogliendo i seminaristi precedentemente alloggiati nel noviziato di Nola<ref>{{Cita|Celano|pp. 78-80}}.</ref>. Unitamente al palazzo, era stata donata loro l'annessa [[chiesa della Nunziatella]], edificio in stile [[barocco napoletano]], così detta per distinguerla dalla più grande [[basilica della Santissima Annunziata Maggiore]]<ref>{{Cita|Sasso|p. 349}}.</ref><ref>{{Cita|Catello|p. 192}}.</ref><ref>{{Cita|Napoli e dintorni|p. 282|AA.VV. i}}.</ref>.
 
[[File:Alunno1787C.jpg|miniatura|upright=0.7|Allievo della Nunziatella (1787)]]
===Medioevo===
La decadenza di ''[[Aequum Tuticum]]'' inizia in concomitanza delle prime [[invasioni barbariche]] nel [[IV secolo]], finché nel [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo|VII]] se ne perde ogni traccia. È a quest'epoca che si fa risalire il primo insediamento sul Tricolle, luogo rialzato e facilmente difendibile. Con l'arrivo dei [[Longobardi]], la conquista di [[Benevento]], sottratta ai [[Impero bizantino|Greci-Bizantini]] da [[Zottone]], e la nascita del [[Ducato di Benevento|Ducato Longobardo]] nel [[571]], il territorio arianese (e, più in generale, irpino) rientra in quella sfera di influenza politica e religiosa, seguendone le alterne vicende fino al suo declino nell'[[XI secolo]]. In particolare alla fine del [[secolo VIII]] vengono erette le primissime strutture fortificate del Castello a difesa dai domini Greci e a quello stesso periodo risale anche la prima attestazione scritta del nome "Ariano".<ref>Leone Marsicano Ostiense, Chronicon con antiquum Sacri Monasterii Casinensis</ref>
 
La Scuola militare "Nunziatella" fu fondata il 18 novembre 1787 con il nome di Reale accademia militare, con apposita ordinanza di Ferdinando IV. Nel documento si delinearono le linee guida dell'educazione degli allievi, e in particolare come ufficiali e istruttori dovessero curare « [...] la conoscenza dei temperamenti, delle inclinazioni e delle attitudini degli allievi al fine di poterne stimolare la curiosità e potenziare l'attenzione, i talenti e le facoltà e, infine, far nascere in essi la capacità di giudizio». Allo stesso modo, si ritenne d'introdurre gli allievi alle « [...] scienze matematiche e filosofali per rassodare i giovani nel raziocinio e prepararli alle scienze delle professioni e formarli nella coscienza dei propri doveri e nel sistema sociale e politico».
Dopo l'anno [[1000]], in un contesto politico frammentato e di continua belligeranza, viene costituita la [[contea (suddivisione amministrativa)|contea]] d'Ariano ad opera di un gruppo di [[normanni|cavalieri normanni]] capeggiato da [[Gilberto Buatère]] ed assoldati da [[Melo di Bari]], un nobile di origine longobarda, ribelle al dominio bizantino e alleato coi principi longobardi. La contea, che può essere considerata il primo organismo politico posto in essere dai [[Normanni]] nel [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], soppianta il guastaldato tra il [[1016]] ed [[1024]].<ref>[http://www.cesn.it/mezzogiorno.htm CESN].</ref>.
Con i [[Normanni]], che nel giro di pochi anni cancellarono dall'[[Italia Meridionale]] [[Longobardi]] e [[Impero bizantino|Bizantini]], Ariano assunse un ruolo di primaria importanza; venne potenziato il castello e la città divenne uno dei centri più importanti del tempo con una contea che comprendeva anche una parte del [[Sannio]].
Proprio nel castello della città appena ristrutturato nel [[1140]] [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II d'Altavilla]] detto [[Ruggero II di Sicilia|Il Normanno]], vi tenne il suo primo parlamento nella parte continentale del [[Regno di Sicilia]]. Qui emanò le [[Assise di Ariano]], la nuova costituzione del [[Regno di Sicilia|Regno]]. Questo corpus legislativo, una sintesi di tradizioni giuridiche diverse, ispirate al [[diritto romano]], al [[Corpus iuris civilis|Codice Giustinianeo]], all'[[Editto di Rotari]], al [[diritto canonico]], alle testimonianze bibliche e cristiane, verrà adottato quasi integralmente e con poche variazioni nelle [[Costituzioni di Melfi]] di [[Federico II di Svevia]]. Nello stesso anno viene battuto il [[Ducato (moneta)|Ducato]]. Le fonti antiche affermano poi che nel [[1180]] Ariano venne "inghiottita" (con evidente riferimento ai burroni che ancora oggi circondano l'abitato) da un terremoto; in realtà altre fonti coeve<ref>http://www.palazzotenta39.it/files/pdf/I%20TERREMOTI%20DELL'IRPINIA.pdf Terremoto dubbio</ref> non parlano affatto di questo sisma, il quale pertanto potrebbe anche essere stato l'effetto (e non la causa) dell'immane sprofondamento, determinato probabilmente dal [[dissesto idrogeologico]].
 
Il primo responsabile dell'istituto militare fu il generale Domenico della Leonessa, marchese di [[Supino (Italia)|Supino]], che con un decreto del 28 maggio 1787 ottenne dal ministro John Acton la nomina a comandante dell'accademia e la promozione a [[maresciallo di campo]]; per tradizione, tuttavia, la "fioritura" della Nunziatella viene fatta risalire alla presa di comando da parte di Giuseppe Parisi (1794)<ref>{{Cita|Fabbricatore|p. 1-50}}.</ref>, da cui l'intitolazione della strada dove sorge la scuola.
[[File:Sud Italia nel 1112.jpg|left|upright=1.4|thumb|L'Italia meridionale nell'XI secolo.]]
Con la fine della dinastia [[normanni|normanna]] e l'avvento della [[Hohenstaufen|casa di Svevia]] sul trono del [[regno di Sicilia]], inizia per la città un periodo infelice fatto di guerre saccheggi e devastazioni. In particolare nel [[1255]] [[Manfredi di Sicilia|Manfredi di Svevia]] - figlio di [[Federico II di Svevia|Federico II]] - assedia la città, che aveva appoggiato l'esercito papale contro di lui. Ariano resiste duramente all'assedio grazie alle mura ed alla natura combattiva degli abitanti, finché un gruppo di lucerini, fingendosi disertori dell'esercito di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]], viene accolto nella città. Nella notte, in realtà, essi rivelano la loro doppia faccia, saccheggiandola e distruggendola col fuoco, oltre a farne strage degli abitanti. A ricordo del tragico evento c'è ancora una via chiamata per tale motivo "La Carnale".
 
La Nunziatella fu riconosciuta come luogo di elevata formazione militare, {{Chiarire|pochi anni dopo|ossia quando di preciso?}} la sua fondazione. A tal proposito, [[Giuseppe Maria Galanti]] scrisse nel 1792:{{Citazione|La maniera come quivi è educata la gioventù non ha pari in tutta l'Europa. La filosofia, il patriottismo, l'esperienza non avrebbero saputo ideare né eseguire più nobile istituto da formare il temperamento, la ragione, il cuore e tutte le cognizioni necessarie a' militari.|Giuseppe Maria Galanti<ref>{{Cita|Galanti|p. 36}}.</ref>}}
Più di dieci anni più tardi, nel [[1269]], [[Carlo I d'Angiò]], dopo aver sconfitto [[Manfredi di Sicilia]] nella [[battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] e conquistato il regno, decide di ricostruire la città. In quell'occasione dona in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata al papato, due [[Sacra Spina|spine]] della corona di [[Cristo]] (donategli dal fratello [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] [[re di Francia]] detto [[Luigi IX di Francia|Il Santo]]), ancora conservate in un [[reliquiario]] all'interno della Cattedrale [[Architettura romanica|romanica]] della città.
Durante il regno degli [[Angioini]], la città viene governata da esponenti della famiglia provenzale dei [[de Sabran]] dal [[1294]] al [[1413]]. Tra i vari conti di questo periodo è da ricordare [[Elzearo da Sabrano|S. Elzeario]], figlio di Ermengao, e la moglie Beata [[Delfina di Signe]], due dei quattro patroni di Ariano. Ai primi del Quattrocento la città risente delle alterne vicende della lotta tra [[Angioini]] ed [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] per il possesso del [[regno di Napoli]].
Nel [[1417]] tutta la contea passa a [[Francesco Sforza]], condottiero e futuro [[Governanti di Milano|duca di Milano]]. Nel [[1440]] viene concessa da [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]] nelle mani del [[Siniscalco|Gran Siniscalco]] Inigo de Guevara che si era distinto come uno dei suoi migliori generali durante la conquista del [[Regno di Napoli]]. Nel [[1456]] Ariano, così come gran parte del centro-sud peninsulare, venne distrutta da quello che viene talvolta considerato come il [[terremoto del 1456|terremoto]] piú disastroso registrato in Italia nel corso del [[II millennio]]; ciò accadde quasi nel mezzo del dominio [[Corona d'Aragona|aragonese]] che durerà fino al [[1485]], quando Pietro, figlio di Inigo, perderà la città, a seguito della sua partecipazione alla [[Congiura dei baroni]] contro il Re [[Ferdinando I di Aragona]] ed in favore di [[papa Innocenzo VIII]]. Nell'anno successivo la città rientra nel [[Demanio]] e vi resta fino al [[1495]].
[[File:ariano irpino via russo anzani.jpg|thumb|Veduta della via Russo-Anzani]]
 
=== La Repubblica Napoletana (1799) ===
Il [[1493]] è un altro anno funesto per Ariano a causa di un'epidemia di [[peste]] che sconvolse [[Napoli]], danneggiando pesantemente l'economia locale, visto che rimase interdetto il transito da e per il capoluogo partenopeo, mentre furono fortemente limitati gli spostamenti all'interno del regno.
[[File:Carlo Lauberg.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo Lauberg]]
 
Il 14 luglio 1789 la popolazione parigina [[Presa della Bastiglia|diede l'assalto alla Bastiglia]] iniziando la [[Rivoluzione francese]]. Le ripercussioni di tali avvenimenti, investirono presto anche la città di Napoli ove destarono l'attenzione poliziesca verso le attività dei [[Giacobinismo|giacobini]], i quali a loro volta aumentarono i tentativi di persuasione verso i quadri dell'esercito: l'intento era la creazione di un movimento supportato dalle forze armate, che portasse alla deposizione dei sovrani e all'instaurazione di una repubblica su modello francese.
===Età moderna===
Nel [[1495]] la città sarà comprata da [[Carafa (famiglia)|Alberico Carafa]], il quale riceverà dal re [[Ferdinando II di Napoli]], il titolo di “duca di Ariano” nel [[1498]]. I [[Carafa (famiglia)|Carafa]] la conserveranno fino al [[1532]], quando [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] la concederà ai [[Gonzaga]], per poi passare ai [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]] nel [[1577]]. Sono questi gli ultimi anni del [[Feudalesimo|regime feudale]]. Il 2 agosto [[1585]], infatti, Ariano si riscatta, viene reintegrata nel [[demanio]] e diventa [[Città regia (Italia)|Città regia]], andando a dipendere direttamente dal [[Viceré]] del [[Regno di Napoli]].
Questo status la porterà nei secoli successivi a rimanere fedele alla corona e ad opporsi energicamente ai moti di [[Masaniello]] tra il [[1647]]-[[1648|48]], fino a subire l'assedio ed il saccheggio ad opera dei ribelli napoletani, per aver bloccato il transito del grano a loro destinato dalla [[Puglia]]. Nel [[1732]] Ariano venne rasa al suolo da un terremoto che sconvolse tutto il settore Nord dell'Irpinia.
Nel [[XIX secolo]] si registrò invece una crescita demografica della popolazione, la quale si mantenne in maggioranza fedele ai [[Borbone]] opponendosi ai moti del [[Risorgimento]] e ricadendo poi nella piaga del [[brigantaggio]].
 
La Nunziatella si trovò al centro di tali tentativi, in quanto alcuni componenti del corpo insegnante, esponenti del movimento giacobino<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-38}}.</ref>, vi svolgevano attività di propaganda repubblicana nei confronti dei giovani allievi. La propaganda aveva trovato terreno fertile nei giovani allievi, i quali allo scoppiare dei disordini presero posizione in favore del movimento rivoluzionario e sotto il comando del capitano Pasquale Galluzzo, opposero resistenza all'assalto dei [[lazzari]] riuscendo a metterli in fuga<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-34}}.</ref>.
===Dopo l'unità d'Italia===
In epoca post-unitaria fu sede del [[circondario di Ariano di Puglia]], fino alla soppressione dei circondari del [[1926]]. Nel [[1868]] il comune aveva infatti ufficialmente acquisito la denominazione (tradizionale ma approssimativa) di '''Ariano di Puglia''' che poi nel [[1930]] venne rettificata in '''Ariano Irpino'''<ref>{{cita libro|cognome= AA. VV.|nome= |titolo=Puglia|annooriginale= 1978|edizione=4|data= |anno= |editore=Touring Club Italiano|città= |ISBN=88-365-0020-X|pagine= 11}}</ref>.
Proprio nel 1930 la cittadina viene violentemente colpita dal [[terremoto del Vulture del 1930|terremoto del Vulture]]. Nei successivi decenni si ebbero altri gravi danni, dapprima nel corso della [[Seconda Guerra Mondiale]], poi ancora a seguito del [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|terremoto del 1962]] quando molti edifici risultarono danneggiati<ref>{{cita web|url=http://www.flanet.org/aseva/evento.asp?WHERE=ID_Evento%20=%2022|titolo=Terremoto dell'Irpinia del 1962.|accesso=10 luglio 2009}}</ref>. Meno cruenti furono invece gli effetti dovuti al [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|sisma]] del [[1980]], il quale provocò danni solo alle strutture più fatiscenti, oltre che ad alcuni monumenti tra
cui il campanile del duomo crollato nella centrale piazza Plebiscito.
Una conseguenza indiretta di tali eventi infausti è stata la notevole espansione urbana verso le aree periferiche mentre la ricostruzione nel centro storico è stata solo parziale.
 
[[File:Guglielmo Pepe.jpg|miniatura|destra|upright=0.7|Guglielmo Pepe]]
[[File:Ariano Irpino-Stemma.png|150px|right]]
 
La neonata Repubblica ebbe tuttavia breve durata: il governo napoletano, ridotto in esilio in Sicilia, forte dell'appoggio britannico riorganizzò le proprie forze in vista della riconquista della parte continentale del Regno. Capeggiato dal cardinale [[Fabrizio Ruffo]], l'[[Esercito della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo|Esercito della Santa Fede]] risalì la penisola e si preparò a entrare nella capitale<ref>{{Cita|Petromasi|pp. 1-22}}.</ref>, in quel contesto gli allievi della Nunziatella di età superiore ai sedici anni furono congedati d'ufficio e successivamente arruolati nelle milizie dei generali Pasquale Matera e Giuseppe Schipani, le quali si schierarono in contrasto alle truppe sanfediste<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 36}}.</ref>.
===Simboli===
Lo Statuto comunale della Città di Ariano Irpino<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.4,comma 2.|accesso=10 maggio 2009}}</ref> afferma che
{{citazione|Lo stemma del Comune di Ariano Irpino è d'argento ha i tre monti di verde, al naturale, sormontati dalla scritta d'azzurro A I (''Ara Iani'').}}
 
Con il ritorno di Ferdinando IV al potere e in ragione della partecipazione di professori e allievi della Nunziatella al movimento rivoluzionario, il 27 luglio 1799 l'accademia fu colpita da un decreto di soppressione, per "ripetute e manifeste pruove di non corrispondere alle benefiche mire del re"<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 37}}.</ref>; tale decreto rimase ciononostante inattuato, giacché il sovrano concesse ad un certo numero di allievi orfani di continuare a frequentarla.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di città.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica<ref name=ACSFascCom>{{Cita web|http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali}}</ref>
| data = [[26 ottobre]] [[1952]]
}}
 
=== La prima Restaurazione (1800-1805) ===
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Ridotta formalmente a convitto maschile per gli orfani militari, la Nunziatella riebbe il titolo di Regia accademia militare grazie all'opera di [[Giuseppe Saverio Poli]]. Il 1º dicembre 1802 la nuova denominazione divenne operativa e due anni dopo riuscì ad ottenere la concessione dello status di "università degli studi", il che consentiva d'accogliere studenti esterni<ref name="Virginio Ilari 20062">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>. Poli in quanto fisico e [[Malacologia|malacologo]], si prodigò altresì per migliorare la dotazione del gabinetto di fisica: mutuato in parte da quello del vecchio Battaglione Real Ferdinando, esso fu attrezzato con le più moderne apparecchiature, tanto da farne "(quello) più completo, e rispettabile (...) in Napoli"<ref>{{Cita|Romanelli|p. 171-173}}.</ref>.
 
=== Il decennio francese (1806-1815) ===
===Architetture religiose===
[[File:Giuseppe Poli.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Giuseppe Saverio Poli]]
Nel centro storico di Ariano Irpino si trovano diversi edifici religiosi (tra cui numerose chiese), molti dei quali di antica origine. Quasi tutti però sono andati incontro nel corso dei secoli ad opere di restauro o ricostruzione, più o meno fedele, a causa dei terremoti che non di rado hanno scosso il Tricolle.
 
L'instaurazione del nuovo regime ebbe come conseguenza il [[Esercito del Regno di Napoli|riordino delle forze armate napolitane]] e la riforma coinvolse anche gli istituti di formazione. In conseguenza di ciò la Nunziatella fu colpita da un decreto di soppressione in quanto collegio militare; restava tuttavia attiva nell'edificio di Pizzofalcone la scuola teorico-pratica di artiglieria, che servì da punto di leva per la riapertura anche del collegio. Il ministro dell'interno [[André-François Miot]] chiese all'ispettore generale dell'artiglieria [[Giuseppe Fonseca Chavez]] di presentargli un progetto a ciò finalizzato: il piano, presentato il 10 maggio 1806, proponeva il ritorno al modello dell'istituto unico di reclutamento per le quattro armi in vigore prima del 1799. Lo stesso Giuseppe Parisi caldeggiò il progetto di Fonseca, proponendo un "progetto di decreto sulla formazione dell'Accademia Militare". Secondo il nuovo ordinamento alla Nunziatella sarebbero stati ammessi centosessanta allievi dagli undici ai quattordici anni e sessanta allievi esterni di quindici anni d'età. L'inquadramento sarebbe stato garantito da sessantadue addetti (ventiquattro ufficiali, tre amministrativi, due preti, quattro sanitari, diciannove professori e dieci maestri), camerieri, sergenti, trabanti e dieci cavalli. Un totale di cinquanta tra gli allievi sarebbero stati selezionati per la scuola d'applicazione d'artiglieria e genio<ref name="Virginio Ilari 20063">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>.
;Cattedrale:
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)}}
[[File:Basilica Cattedrale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Basilica Cattedrale]]
[[File:ariano irpino cattedrale romanica.jpg|thumb|Cattedrale Romanica (X sec)]]
 
[[File:Allievo Nunziatella decennio francese.jpg|miniatura|upright=0.7|Allievo della Scuola Politecnico-Militare (1806)]]
La chiesa cattedrale di Ariano si presenta in stile [[Architettura romanica|romanico]] con la classica pianta a [[croce latina]]. Le tre [[Navata|navate]] dell'edificio, sormontate da [[Volta a crociera|volte a crociera]], si intersecano con il [[transetto]] posto in una posizione rialzata, andando a terminare nel [[presbiterio]]. La [[cattedrale]] è intitolata all'Assunzione di Maria Ss. in Cielo ed a [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], principale protettore della città. Nel 1984 ha ottenuto da [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] il titolo di [[Basilica]] Minore<ref>{{cita web|url=http://www2.diocesiarianolacedonia.it/site/sito%2008-09/Storia_della_Cattedrale/Storia_della_Cattedrale.html|titolo=Diocesi Ariano Irpino - Lacedonia|accesso=15 luglio 2009}}</ref>.
Al progetto di Parisi si aggiunse la proposta per l'ordinamento degli studi redatta da Vito Caravelli, antico professore della Nunziatella, che tramite Parisi trasmise al ministro della guerra [[Mathieu Dumas]] i programmi di scienze, disegno, italiano, francese, inglese e delle campagne d'istruzione.
 
Recepiti i suggerimenti, il 1º settembre successivo Dumas scrisse a [[Giuseppe Bonaparte]], re di Napoli, per proporre «la provvisoria formazione di una scuola militare con 4/500 ducati al mese, trattandosi solamente di portare al completo le paghe dei professori dell'antica accademia che (erano già) a mezzo soldo». Dumas motivò ulteriormente la propria proposta sottolineando la necessità di formare alunni per i corpi del genio, dell'artiglieria e del servizio ponti e dell'opportunità offerta dall'edificio della Nunziatella, il quale ospitava già una biblioteca e consentiva l'apertura per quattro giorni a settimana sia per gli ufficiali francesi sia per quelli napoletani<ref name="Virginio Ilari 20064">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>.
;Chiesa di S. Michele Arcangelo:
 
=== La seconda Restaurazione (1816-1854) ===
È stata eretta originariamente nell'[[XI secolo]], per poi essere rivista nel [[XVI secolo]] e infine ricostruita nel [[1742]]. Il portale d'ingresso in pietra è del [[1747]]. All'interno si possono ammirare una statua lignea di S. Michele ed il seggio vescovile di stile tardo-catalano del [[1563]].
{{doppia immagine|left|Mariano d'Ayala.jpg|133|Francesco De Sanctis ritratto.jpg|156|Mariano d'Ayala|Francesco De Sanctis}}
{{citazione|E siccome in tutte le umane cose i fatti colpiscono meglio di ogni teorica da cui quelli provengono, basta il dire che con le norme dal Parisi sapientemente dettate in quanto agli studî, si vide uscire da quelle mura il più bel fiore di nobili giovanetti, i quali bene avvezzi ad ogni maniera di dottrina venian poco di poi in fama di valorosi|Mariano d'Ayala, ''Napoli militare'', 1847}}
 
Il periodo della seconda [[Restaurazione]] fu un momento di grande fervore culturale, in particolar modo con l'arrivo di [[Mariano d'Ayala]], chiamato nel settembre 1837 a ricoprire l'incarico di istruttore di [[balistica]] e geometria descrittiva. Una volta in cattedra d'Ayala si applicò nel trasferire alle materie d'insegnamento le nozioni professate in altri paesi europei di concerto con l'instaurazione di uno stretto rapporto con gli allievi; tale rapporto influenzò profondamente gli allievi dell'epoca e fu il canale attraverso il quale il docente trasferì loro le proprie idee sulla necessità dell'unificazione italiana.
;Chiesa di S.Agostino:
 
I metodi di insegnamento del giovane ufficiale non mancarono di preoccupare il comandante della Nunziatella, Michele Nocerino, che ne fece rapporto al re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]. Chiesta ragione di quanto accadeva, il sovrano si trovò di fronte alla difesa di Filangieri, il quale lo convinse non solo a lasciar continuare d'Ayala nella sua opera, ma ad accusare e far destituire il comandante Nocerino<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 73-75}}.</ref><ref>{{cita|Hacton 1997b|p. 193}}.</ref>. L'opera di d'Ayala continuò per altri quattro anni dopo questo incidente, durante i quali pubblicò le ''Lezioni di artiglieria'' – dedicate «Ai dilettissimi alunni»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 76}}.</ref> – le quali racchiudevano le più avanzate nozioni in materia dell'epoca.
Sita in piazza Garibaldi, custodisce l'altare della Consolazione del [[XVI secolo]], sovrastato da un arco in pietra grigia di [[Roseto Valfortore|Roseto]], adornato da fregi e sculture simboliche.
 
[[File:Allievi scuola militare nunziatella periodo borbonico.jpg|miniatura|Allievi della Nunziatella (1834)]]
;Chiesa di San Pietro alla Guardia:
 
=== Il trasferimento a Maddaloni (1855-1859) ===
È ubicata nell'antico Rione Guardia e risale al [[1459]]. Sulla facciata presenta un portale tardo-gotico, mentre al suo interno si può trovare un altare [[XV secolo|quattrocentesco]].
[[File:Carlo Pisacane (Lorusso) 001.png|miniatura|sinistra|upright=0.7|Carlo Pisacane]]
 
I moti rivoluzionari del 1848 segnarono un punto di cesura nella politica di Ferdinando II delle Due Sicilie e in particolare in merito alla formazione dei quadri dirigenti dell'esercito. Il tentativo rivoluzionario aveva infatti dimostrato l'esigenza d'un adeguato quantitativo di ufficiali all'armata congiuntamente alla necessità di evitare che essi – solitamente ragazzi volitivi e sensibili alla propaganda liberale – potessero essere influenzati dagli agenti piemontesi<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 93-94}}.</ref>. Per questo motivo, il 27 aprile 1855 il sovrano deliberò – nonostante l'opposizione dei parenti degli allievi – il trasferimento della Nunziatella a [[Maddaloni]], presso il palazzo dei Duchi [[Carafa]]; tale nuova collocazione, nelle intenzioni del sovrano, avrebbe assicurato una maggiore controllabilità degli allievi grazie alla vicinanza con la [[Reggia di Caserta]]<ref>{{cita|Catenacci e Selvaggi|p. 1-303}}.</ref>.
;Chiesa del Carmine:
 
[[File:UfficialeAlunni1853C.jpg|miniatura|upright=0.7|Ufficiale e allievi della Nunziatella (1853)]]
Situata lungo corso Vittorio Emanuele ai piedi del rione Tranesi, fu edificata nel [[XVII secolo]].
 
Alla morte di Ferdinando II, la salita al trono di [[Francesco II delle Due Sicilie]] aprì la possibilità di un ritorno dell'istituto a Napoli; [[Carlo Filangieri, principe di Satriano]], fu in prima fila nel fare pressioni sul giovane re in tal senso, pervenendo ad una data per il rientro, fissato il 7 settembre 1859.
;Chiesa di S. Giovanni Battista:
 
L'annuncio fu accolto con grandi manifestazioni di giubilo da parte degli allievi e organizzato un ritorno in forma solenne, con banchetti e messe di ringraziamento. La notizia di tali avvenimenti, tuttavia, contrariarono il re nel suo soggiorno presso la [[Reggia di Portici]]; risoluto, inviò un telegramma nel tardo pomeriggio del 6 settembre annullando l'ordine di trasferimento. Alle proteste di Filangieri, Francesco II rispose con un secondo telegramma, nel quale deplorava le eccessive manifestazioni di gioia e disponeva il differimento del trasferimento. L'indomani, come da disposizioni, gli allievi rientrarono in città senza ulteriori celebrazioni<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 108-114}}.</ref>.
La struttura risale al [[XVIII secolo]], sebbene sulla facciata presenti un portale del [[XIII secolo]].
 
{{doppia immagine|right|La famiglia Campanelli.jpg|142|Allievi Nunziatella 1860.jpg|171|[[Giuseppe Campanelli]] con i figli, allievi della Nunziatella (circa 1857) <ref group=N>Giuseppe Campanelli con i figli Eugenio, Felice ed Arturo in divisa da allievi della Nunziatella (circa 1857). Campanelli fu gratuitamente allievo della Nunziatella dal 1823 al 1832, e successivamente fu uno degli artefici delle [[Officine di Pietrarsa]]. Durante l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, combatté strenuamente nella fortezza di Capua, ritirandosi poi a vita privata.</ref>|Allievi della Nunziatella, 1860}}
;Chiesetta di S. Andrea:
 
=== La caduta delle Due Sicilie e il Regno d'Italia (1860-1946) ===
Si trova di fianco al Palazzo della Duchessa, non lontana dalla Piazza del Plebiscito. Risale al [[XV secolo]].
{{doppia immagine|left|Francesco Traversa.jpg|160|Enrico cosenz.jpg|136|Francesco Traversa|Enrico Cosenz}}
Numerosi allievi della Nunziatella lasciarono la scuola e parteciparono ai combattimenti dalla parte dell'Esercito delle Due Sicilie. La loro presenza sul fronte di fuoco fu conseguenza degli avvenimenti legati alla partenza di Francesco II da Napoli: il comandante Muratti, passato dalla parte garibaldina, impose il giuramento di fedeltà agli allievi che volessero restare nell'istituto<ref>{{Cita|Di Fiore 2004|p. 46}}.</ref>. All'atto della caduta del Regno delle Due Sicilie, con la [[Assedio di Civitella del Tronto|resa della fortezza di Civitella]], 3.684 ufficiali erano in servizio attivo nell'esercito. Di questi i 341 ufficiali di artiglieria e i 215 del genio provenivano dalla Nunziatella<ref>{{Cita|Ricciardi|p. 81}}.</ref>.{{doppia immagine|left|Pollio.jpg|190|Domenico Primerano.jpg|138|Alberto Pollio|Domenico Primerano}}
 
La Nunziatella benché avesse dato prova, sin dalla sua fondazione, di essere un "semenzaio di ottimi ufficiali facultativi"<ref>Lettera di [[Ferdinando De Luca]] a [[Francesco De Sanctis]], citata in: {{Cita|Castronuovo|p. 126}}.</ref>, seguì il destino di tante istituzioni dell'ex Regno delle Due Sicilie e con decreto di [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] del 4 maggio 1861 fu trasformata da accademia a scuola militare del [[Regio Esercito]], cui spettava il compito di formare i giovani alla vita delle armi, in vista della loro ammissione all'Accademia di artiglieria e genio di Torino e alla Scuola di fanteria e cavalleria di Modena. Il nuovo ordinamento del rinominato Collegio militare di Napoli fu sancito da un decreto del 6 aprile 1862 e prevedeva l'ammissione dei ragazzi tra i tredici e i sedici anni che avessero compiuto gli studi ginnasiali. Il numero complessivo degli allievi era fissato a duecentocinquanta unità<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 126-128}}.</ref>.
;Chiesa di S. Anna:
 
[[File:Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella.jpg|miniatura|upright=0.7|Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella (1881)]]
Situata in via Mancini alle spalle del Municipio, presenta due altari del [[XVII secolo|Seicento]].
==== Le guerre coloniali ====
Il periodo coloniale vide ex-allievi partecipare alle operazioni in terra d'Africa e tra i caduti di questo periodo si ricorda il capitano Andrea De Benedictis, rimasto ucciso nel 1887 durante la [[battaglia di Dogali]] e al quale il 26 gennaio 1891 fu dedicata una lapide nel Cortile Grande della Nunziatella.
 
Il numero delle domande di ammissione alla Nunziatella, analogamente ad altri istituti di formazione militare, conobbe un crollo: nel 1898 gli allievi si ridussero a settantasei e si prospettò persino la soppressione dell'istituto. Per far fronte all'incombenza si tentò un primo riordino degli studi – rivelatosi inefficace – promulgato con decreto del 19 ottobre 1896, cui fece seguito un secondo e più incisivo riordino il 20 maggio 1908. Quest'ultimo aboliva l'obbligo agli allievi di proseguire la carriera militare in Accademia dando loro la facoltà di frequentare un'università civile. Il numero degli allievi crebbe progressivamente, sino a superare le trecento unità alla vigilia del primo conflitto mondiale<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 143-150}}.</ref>.
;Chiesetta di S. Maria del Loreto:
 
==== Prima guerra mondiale (1915-1918) ====
Si trova al di fuori del centro storico, su di una rupe a valle del castello. Venne eretta alla fine del [[XV secolo|Quattrocento]], tanto che la si trova ricompresa nell'inventario del [[1517]] presentato al vescovo [[Diomede Carafa]], in cui la si cita con annessa una camera e un “horto". La sua struttura originaria venne gravemente danneggiata dai terremoti del [[1930]] e del [[1962]].
{{Doppia immagine|left|Antonino di giorgio.jpg|128|Gabriele berardi.jpg|140|Antonino di Giorgio|Gabriele Berardi}}
 
Nel 1913 il ruolo della Nunziatella quale istituto di formazione d'élite per i quadri militari italiani fu rinnovato dall'ingresso di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia Aosta]]: tale evento introdusse una rete di formalismi attorno al giovane principe, il quale però decise di disfarsene{{CN}}. Alcuni degli ex allievi caduti nel corso della [[prima guerra mondiale]], sono ricordati con un'iscrizione sul monte Pasubio nella cosiddetta [[strada degli Eroi]].
;Chiesa di S. Pietro de' Reclusis:
 
{{Doppia immagine|right|Nicola Nisco.jpg|148|Masso Nunziatella 2012.JPG|167|Allievi della Nunziatella (1915) (a sinistra, [[Nicola Nisco]], a destra, Vittorio Ovazza)|Il ''Masso'' (2012)}}
Sita nel rione omonimo ai piedi del centro storico, custodisce affreschi del [[XVI secolo|Cinquecento]]. A lato della costruzione si trova un [[eremo]] in cui passò gli ultimi anni della sua vita [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città e della diocesi.
 
Il 21 aprile 1920 nel corridoio d'ingresso della Scuola fu posizionata una roccia delle [[Prealpi Venete]] sormontata da un'aquila e da una bandiera, in memoria di tutti gli ex-allievi caduti durante la guerra<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 28}}.</ref>. Essa porta incisa l'epigrafe:
;Santuario di Valleluogo:
 
{{Citazione|Questo masso insanguinato del monte Grappa, muto solenne testimonio di magnifiche gesta italiane, perpetui la memoria di quanti già allievi del collegio, insigne per secolare gloriosa tradizione, caddero combattendo da prodi nella guerra liberatrice.|}}
Si trova a pochi chilometri dal centro nell'omonima vallata tra Ariano e [[Montecalvo Irpino]], nel luogo di un'antica [[Apparizioni e altre manifestazioni mariane|apparizione mariana]]. Situata in un'area ricchissima di acque e di verde, divenne meta di pellegrinaggi fin dal [[basso Medioevo]]; la festa viene celebrata il giorno della [[Pentecoste]]. Al suo interno viene custodita una statua della Madonna risalente al [[XV secolo]]. Nell'area contigua alla chiesetta è stato realizzato un centro di riabilitazione psico-motoria per disabili.
 
Sul monumento manca il nome del tenente colonnello Federico Mensingher del 64º Fanteria "Cagliari", caduto il 2 luglio 1915 sul Monte Sei Busi e la cui assenza è stata evidenziata solo nel 2016<ref>Ferdinando Scala (2016) Il caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher. Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella</ref>. Per tradizione, quando allievi ed ex-allievi passano accanto a quello che divenne noto come "il Masso", gli rendono il saluto militare.
;Santuario di San Liberatore:
Situato nella contrada omonima a
3 km dal centro storico, ha origini assai antiche ed è dedicato ad uno dei Santi compatroni della città. E` meta di pellegrinaggi soprattutto in occasione del 15 Maggio.
 
==== Il ventennio fascista ====
===Architetture militari===
[[File:Federico Baistrocchi.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Federico Baistrocchi]]
====Il Castello Normanno====
{{D|Castello Normanno (Ariano Irpino)}}
[[File:Castello normanno ariano.jpg|thumb|Il Castello Normanno]]
Il [[castello]] sorge sulla sommità dell'omonimo colle, nella zone più alta e panoramica del territorio cittadino. Edificata in una posizione strategica e di difficile accesso, crocevia tra l'Irpinia, il Sannio e la Puglia, la fortezza domina infatti le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro. Come risulta dai documenti pervenuti fino ai giorni nostri, la sua funzione non è stata tanto quella di proteggere la città da eventuali attacchi provenienti dalle zone limitrofe, quanto quella di ergersi a baluardo per sostenere un assedio in caso di guerra, di modo da frenare l'invasione del regno<ref name=Antuono >{{cita|D'Antuono M. e D'Antuono O.|}}</ref>.
 
La progressiva [[Società italiana durante il fascismo|militarizzazione della società italiana]] voluta dal [[Storia del fascismo italiano|regime fascista]] ebbe naturalmente influenza anche sulla Nunziatella. Tale indirizzo non ammetteva deroghe rispetto all'appartenenza o alle opinioni di quanti avevano responsabilità nella formazione dei giovani allievi: il docente di lettere e filosofia [[Floriano Del Secolo]], firmatario del ''[[Manifesto degli intellettuali antifascisti]]'', fu destituito dal suo incarico nel 1925 per aver rifiutato di prestare giuramento al [[Partito Nazionale Fascista]]<ref>{{DBI |nome = DEL SECOLO, Floriano |nomeurl = floriano-del-secolo |autore = Enzo Frustaci |anno = 1990 |pagine = |volume = 38 |accesso = 20 gennaio 2014}}</ref>.
La struttura presenta le caratteristiche peculiari dell'architettura aragonese e può essere datata per il profilo costruttivo tra i secoli [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo|XII]]. Di forma pressoché trapezoidale, presenta lati di dimensione diversa e torri disposte ai quattro angoli. Ogni torre è articolata al suo interno con alcuni vani di varia dimensione, più grandi in basso e più piccoli in alto. Il loro diametro varia da 13 fino a 16 metri. I muri di cortina sono muniti di contrafforti ora interrati. I lati più corti sono quelli nord e sud, rispettivamente di 40 e 56 metri circa. I lati est ed ovest, invece, corrono per circa 72 ed 81 metri.
 
[[File:Allievi della Nunziatella - 1925.jpg|upright=0.7|miniatura|Allievi della Nunziatella nel Cortile Piccolo, 1925]]
Assedi, incuria e terremoti ne hanno accentuato il degrado a partire dal [[XVI secolo]], tanto che nell'[[XIX secolo|Ottocento]] della costruzione originaria non rimangono che i Torrioni, parte della cinta muraria e poche altre costruzioni oggi immerse nel verde della villa comunale. "Da i terremoti fu molto rovinato, di modo che al presente ([[1794]]) non vi esistono, che quattro ben grandi quasi intieri Baloardi, o siano Torrioni, ed alcune altre fabbriche"<ref>{{cita|Vitale T.|}}</ref>.
Il complesso è stato oggetto di un lungo periodo di restauro.
 
Nello stesso periodo, in tutti gli istituti di formazione militare di base, fu fatto obbligo per gli allievi proseguire la carriera nelle Accademie ripristinando nei fatti lo stato antecedente alla riforma del 1908. Il 25 aprile 1934 il principe di Piemonte [[Umberto II di Savoia|Umberto di Savoia]] consegnò alla Nunziatella il [[labaro]], parificato alla [[bandiera di guerra]]; pochi mesi dopo, il 18 novembre, fu celebrato il 150º anniversario dalla fondazione<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 153-156}}.</ref>.
====Le torrette====
Nel settore nord-orientale del territorio di Ariano, lungo la valle del [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], si trovano alcune fortificazioni d'epoca medievale, tre torri di avvistamento poste a presidio dei vasti altipiani che si estendono in quelle aree: la '''Torre delle Ciavole''', la '''Torre de li Pizzi''' e la '''Torretta di Camporeale'''. Le costruzioni sono state utilizzate in epoca successiva come [[masseria|masserie]] ed oggi, soprattutto le ultime due, si presentano in condizioni alquanto precarie. Di altre torrette localizzate sull'opposto versante, attorno alle valli del [[Miscano]] e dell'[[Ufita]], restano solo scarse tracce e qualche toponimo (ad es. "Serro della Torre" in località Cristina e "Torre d'Amandi" nella contrada omonima).
 
==== Seconda guerra mondiale ====
===Architetture civili===
[[File:Antonio Sorice.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Antonio Sorice, Ministro della Guerra]]
====I Palazzi storici====
* Palazzo [[Anzani (famiglia)|Anzani]], [[XVII secolo]], sito in Via [[Donato Anzani]] a poca distanza dalla centralissima Piazza del Plebiscito. La struttura è adibita a sede del Museo Archeologico.
* Palazzo Forte del [[XV secolo]] e restaurato nel [[1990]], già sede della [[Sottoprefettura]] di Ariano di Puglia fino al [[1926]]. Ospita oggi il Museo Civico ed il Centro Europeo di Studi Normanni.
* Palazzo Gambacorta, risalente agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]].
* Palazzo De Miranda, del [[XVIII secolo]].
* Palazzo de Piano-d'Afflitto, noto come Palazzo della Duchessa, dei secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo|XVIII]].
* Palazzo Vitale-Pisapia, dei secoli [[XV secolo|XV]]-[[XVI secolo|XVI]].
* Palazzo Vitoli-Cozzo, in via Tribunali, risalente al [[XVIII secolo]].
 
Gli eventi della [[seconda guerra mondiale]] interessarono gradatamente anche la città di Napoli, coinvolgendo quindi gli allievi della Nunziatella. Inizialmente di bassa intensità, i [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti aerei Alleati]] non ebbero al principio altra conseguenza sulla vita degli allievi che quella di costringerli a rifugiarsi in un ricovero sotterraneo nella sottostante via Chiatamone. Dopo il bombardamento del 4 dicembre 1942 che causò oltre cinquecento vittime in città e i successivi del 15 dicembre 1942 e del 1º gennaio 1943, fu tuttavia deciso lo spostamento degli allievi<ref name="ReferenceA">{{cita|Catenacci 1995|pp. 1 e ss.}}</ref>. La Scuola fu trasferita dal marzo al 30 dicembre 1943 a [[Benevento]], nell'edificio divenuto in seguito sede dell'azienda ospedaliera<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/pagina_storia.htm|titolo=Lo spostamento della Nunziatella a Benevento|accesso=20 gennaio 2014}}</ref>; nel corso dello spostamento andò perso quasi tutto il materiale lì trasportato a causa dei saccheggi effettuati dalle truppe tedesche, fatta eccezione per i beni del gabinetto di fisica e del magazzino, che erano restati nella sede di Napoli<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 18}}.</ref> ove rimase un manipolo di ufficiali e professori.
 
{{Tripla immagine|right|Allievo Nunziatella fascista.png|150|Allievo Nunziatella anni 30.jpg|135|Cappellone in divisa da fatica, Benevento 1943.jpg|150|Allievo in divisa da libera uscita (circa 1930)|Allievo in divisa da libera uscita (circa 1930)|Allievo del primo anno in divisa da fatica, Benevento, 1943}}
====Le fontane====
Un patrimonio della città di Ariano è rappresentato dai cosiddetti "càrpini", le fontane che i viandanti incontravano lungo la Strada Regia delle Puglie, la lunga arteria che collegava Napoli alla [[Capitanata|Terra di Capitanata]]. È tuttora possibile ammirare le seguenti fontane, che mostrano una combinazione di arte, storia e ingegno dell'antica società rurale: il Càrpino della Pila, la Fontana della Maddalena, il Càrpino della Tetta e la Fontana di Camporeale,
Quest'ultima, oggi meglio nota come "Fontana di Ponte Gonnella", fu realizzata per espressa volontà di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] nel [[1757]]. Successivamente, nel [[1858]], fu restaurata e abbellita per ordine di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
 
===Aree naturaliLa Repubblica Italiana ===
La Nunziatella fu percepita come espressione del regime monarchico e fascista poiché vi si formarono Vittorio Emanuele III e Amedeo d'Aosta, tuttavia, l'opera di contatto con gli alti comandi Alleati, ne scongiurò la chiusura, sebbene a pesanti condizioni<ref name="ReferenceA"/>: l'istituto fu declassato a liceo-convitto civile e gli allievi furono costretti a seguire le lezioni in spazi limitati, mentre la maggior parte dell'edificio veniva occupata da un comando britannico e da truppe palestinesi.
[[File:Villa Comunale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Villa Comunale]]
====La villa comunale====
La villa comunale è ubicata sul colle più alto della città, estendendosi tutt'attorno al Castello. La sua realizzazione risale al [[1876]], quando cominciò l'ampliamento di quelli che allora erano i giardini del maniero. Il parco oggi si estende su 10.000 [[metro quadrato|m²]] circa ed è ricoperto da una vegetazione lussureggiante tra prati, fiori, arbusti ed alberi d'alto fusto. Tra questi meritano una menzione i secolari [[Cedrus libani|Cedri del Libano]].<ref>{{cita web|url=http://irpiniacom.it/citta_di_ariano/la_villa_comunale.php|titolo=Irpiniacom|accesso=10 agosto 2008}}</ref> Notevole anche l'ombroso viale degli [[ippocastano|Ippocastani]] nei cui pressi si trovano un campo da tennis, un centro di ritrovo per anziani e un parco giochi mentre più oltre sono collocati il monumento a [[Pietro Paolo Parzanese|P. P. Parzanese]], l'antica Croce longobarda e il monumento ai Caduti. Sovente innevata d'inverno, per via delle sue ampie vedute panoramiche è soprannominata ''"il belvedere d'Irpinia"''.
 
[[File:Rolando Mosca Moschini.jpg|miniatura|Rolando Mosca Moschini]]
====Boschetto Pasteni====
Si tratta in realtà di un vero e proprio bosco d'alto fusto con fitta vegetazione mista ([[Conifere]] e [[Latifoglie]]), localizzato a poca distanza dall'omonimo piazzale. Situato lungo un versante assai fresco e ventilato, dispone di un'area attrezzata per escursionisti. Tra gli alberi presenti spicca un raro esemplare di [[olmo]] plurisecolare, probabilmente immune alla [[grafiosi]].
 
Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale le condizioni della resa del [[Regno d'Italia]] ebbero un forte impatto sulle forze armate del paese ed anche gli istituti di formazione del neonato [[Esercito Italiano|Esercito italiano]] furono colpiti da tale politica. La Nunziatella rischiò la chiusura ma professori, ufficiali ed ex allievi della Scuola fecero fronte comune, sollevando un movimento di protesta che coinvolse l'opinione pubblica napoletana; a tal proposito il docente Francesco Caruso, indirizzò al sottosegretario alla difesa [[Mario Palermo]], ex allievo del corso 1914-1917, la seguente frase: «Avresti l'animo di firmare il decreto per la soppressione del Collegio Militare, che tante glorie assomma nel suo luminoso passato, dove tu stesso sei stato educato? Ebbene la Nunziatella non deve morire.»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 164-166}}.</ref><ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 20}}.</ref>. Il comandante Oliviero Prunas chiese e ottenne di essere ricevuto da Umberto II, davanti al quale gridò «Maestà, la Nunziatella deve vivere» e assunse l'incarico di rendere la scuola in condizione di operare<ref>{{cita|Catenacci 1995|pp. 8-9}}.</ref>.
====Panoramica Russo-Anzani====
Questa strada percorre il perimetro delle antiche mura cittadine, parte delle quali sono tuttora visibili. Situata in posizione assai panoramica e soleggiata con esposizione a levante, sovrasta l'unica selva di [[abete|abeti]] presente nel territorio cittadino.
 
I corsi della Nunziatella ricominciarono a Napoli il 1º febbraio 1944, ma con difformità rispetto al passato: durante l'anno 1944-1945 ufficiali e allievi vestirono l'abito borghese, per poi passare a una momentanea divisa nera durante il 1945-1946; nel 1946 fu reintrodotta la divisa kaki, infine sostituita dalla tradizionale divisa storica nel 1954<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/domenico-guerrieri-194448|titolo=Le divise della Nunziatella nel secondo dopoguerra|accesso=16 dicembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019225432/http://www.nunziatella1787.eu/content/domenico-guerrieri-194448|dataarchivio=19 ottobre 2013}}</ref>. Il 1º settembre 1949 la Nunziatella riacquistò la denominazione di Collegio Militare di Napoli e il successivo 24 maggio 1950 vide la restituzione della bandiera d'istituto nel corso di una cerimonia alla rotonda Diaz, in [[via Francesco Caracciolo]]. Nel 1953 la denominazione cambiò di nuovo nella definitiva Scuola militare "Nunziatella"<ref name="Castronuovo-166">{{Cita|Castronuovo|p. 166}}.</ref>.
====Muraglioni dei Tranesi====
Questi contrafforti si trovano lungo la via omonima e costituiscono l'area delle antiche fornaci dei ceramisti.<ref>([[#Economia#Artigianato|vedi sezione Artigianato]])</ref>
Situati su di una rupe a strapiombo esposta a ponente, rappresentano oggi uno dei punti più arieggiati e panoramici della città.
 
{{Doppia immagine|right|1946 La prima divisa interna-nera Argiero dErrico Simonotti Guerrieri io .jpg|134|Allievo SMN divisa estiva.jpg|150|Allievi della Nunziatella in divisa nera (1946)<ref group=N>Si tratta degli allievi Dante Argiero, Antonio D'Errico, Pierluigi Simonotti e Domenico Guerrieri, foto scattata nel cosiddetto Cortile Piccolo della Nunziatella.</ref>|Allievo della Nunziatella in divisa estiva (1986)<ref group=N>Si tratta dell'allievo Ferdinando Scala del corso 1984-87, foto scattata davanti al [[palazzo Piccolomini]] di [[Pienza]] durante il campo d'arma del 1986.</ref>}}
====Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]====
Questo antico tracciato erboso, che attraversa i vasti altipiani situati nel settore nord-orientale del territorio comunale, è legato fin dall'antichità alla transumanza di armenti dall'Abruzzo alla Puglia. Lungo in tutto 114 miglia per una larghezza originaria di 111,60 metri, era anche denominato la “via della lana”. Il tratto che si è meglio conservato fino ai giorni nostri, quello che attraversa la contrada Camporeale, è oggi meta di escursionisti a piedi, in bici o a cavallo. Oltre al Tratturo vero e proprio vi è anche un'interessante diramazione per [[Foggia]], il cosiddetto [[Tratturello]], che ricalca in gran parte l'antica [[via Traiana]] lungo un itinerario costellato da vecchie [[masseria|masserie]] e storici [[casale|casali]].
 
Nell'anno 2009-10, la Nunziatella consentì l'accesso alle donne e il 21 novembre 2009 le prime sette allieve della Scuola Militare presero parte alla cerimonia del giuramento<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2009/11%2F21%2Fvisualizza_new.html_1619522612.html Dopo 222 anni la Nunziatella apre alle donne]</ref>. Nei primi anni furono riservati alle allieve quindici posti su ottanta; tale limite fu abolito nel 2014<ref>[https://www.vanityfair.it/mybusiness/news-mybusiness/2017/04/30/nunziatella-napoli-scuola-militare]</ref>.
===Siti Archeologici===
Nel territorio di Ariano Irpino sono presenti due siti archeologici, entrambi localizzati a circa 10 km a nord del centro cittadino; si tratta dell'abitato [[neolitico]] della Starza e del centro romano di [[Aequum Tuticum]]. Molti dei reperti rinvenuti in queste aree a seguito degli scavi, attualmente sospesi, sono esposti nel locale Museo Archeologico in quanto entrambi i siti non sono visitabili dal pubblico.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/tutela5.htm|titolo=Archemail - Gli scavi di Aequum Tuticum e della Starza, l'archeologia dimenticata|accesso=25 agosto 2009}}</ref>.
 
Il 15 novembre 2014 un accordo sancì il passaggio del complesso del [[Gran Quartiere di Pizzofalcone]] in seno alla Nunziatella, consentendo alla scuola di ampliarne e qualificarne gli spazi, e di porre le basi per una possibile ventura costituzione in Scuola militare Europea<ref>[http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=1013384&sez=NAPOLI&ssez=CRONACA Marco Piscitelli, Nunziatella, festa in piazza Plebiscito: nuovi spazi e progetto europeo. Il Mattino online, 15 novembre 2014.]</ref>.
====La Starza====
Il sito archeologico della Starza si trova su di una collina gessosa (in passato sfruttata come cava) situata tra il fiume [[Miscano]] ed i torrenti Cupido e Starza.
Gli scavi sono.stati avviati dalla Scuola Britannica di Roma tra il 1957 ed il 1962 e poi proseguiti fra il 1988 al 2000 dalla locale [[Soprintendenze|Soprintendenza archeologica]] sotto la direzione dell'archeologa Claude Albore Livadie.
 
=== Motto ===
È stato rinvenuto un antichissimo insediamento preistorico risalente al [[Neolitico|Neolitico Inferiore]] (VI millennio a.C.), sicuramente il più antico in [[Campania]].<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano1.htm|titolo=Archemail - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
Il motto araldico unitamente allo stemma sono elementi identitari dell'ente; il loro variare nel tempo riflette i contesti storici e culturali dei singoli periodi<ref>{{Cita|Catenacci 2000|pp. 1-50}}.</ref>:
I reperti rinvenuti testimoniano un'occupazione lunghissima (pluri-millenaria) e ininterrotta durante tutto il Neolitico e l'[[età del bronzo]] fino all'abbandono avvenuto a ridosso dell'[[età del ferro]] ([[900 a.C.]]) e preceduto dalla fortificazione dell'insediamento attraverso l'erezione di una cinta muraria.
{{doppia immagine|right|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (1).jpg|133|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (2).jpg|141|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (recto)|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (verso)}}
 
* 1787-1805 e 1816-1860 - ''Arma, viri, ferte arma'': il motto, utilizzato nel periodo borbonico, è tratto dall'[[Eneide]] di Virgilio (Verg. Aen. 2, 668); il verso completo nell'originale classico (''Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos'', "Le armi, o uomini, portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti") è pronunciato da Enea dopo aver assistito alla strage compiuta da Pirro nel palazzo di Priamo ed è a tutti gli effetti un invito a morire sul posto con le armi in pugno.
Tra i rinvenimenti più importanti si possono citare numerosi reperti in ceramica risalenti soprattutto all'età del Bronzo medio ([[XVI secolo a.C.|XVI]]-[[XIV secolo a.C.]]), dapprima non ornati e successivamente incisi ed intagliati. A ciò si aggiunge un quartiere artigianale specializzato nella lavorazione dei metalli.<ref>{{cita web|url=http://www.eptavellino.it/archeologia_2.php|titolo=Ente Provinciale per il Turismo di Avellino - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
* 1806-1815 - ''Multos labores, magni meritis'': il motto, utilizzato nel breve periodo murattiano, non ha apparentemente origine da alcuna opera classica, ma si richiama alla stretta connessione tra le fatiche da affrontare e i meriti che ne conseguono.
* 1861-1931 - ''Et pace et bello'': il motto ("In pace e in guerra"), utilizzato nel primo periodo postunitario fino ad alcuni anni prima della seconda guerra mondiale, costituisce in effetti la prima espressione della vocazione della Nunziatella come fucina non solo di ufficiali ma anche di cittadini; curiosa l'assonanza del motto con il titolo del romanzo epico ''[[Guerra e pace]]'' di [[Lev Tolstoj]], che però fu pubblicato solo nel 1865 e quindi non ha alcuna connessione con il motto, introdotto nel 1861.
* 1932-1944 - ''Victoriæ regem dedit'': il motto ("Diede il Re della Vittoria"<ref group=N>"Re della Vittoria" fu uno degli appellativi attribuiti a Vittorio Emanuele III di Savoia dopo la vittoria nella prima guerra mondiale.Cfr. Mario Isnenghi, L'Italia del fascio, pag. 203. Giunti editore, 1979.</ref>) fu concesso dal Re Vittorio Emanuele III, ex-allievo della Scuola, come diretto riconoscimento del ruolo della Nunziatella nella sua formazione.
* 1945-oggi - ''Preparo alla vita ed alle armi'': l'ultimo motto, subentrato dopo la seconda guerra mondiale e l'instaurazione della Repubblica Italiana, risponde invece da un lato alla necessità di eliminare dalle istituzioni repubblicane ogni riferimento alla monarchia, dall'altro recupera con altre parole il motto ''Et pace et bello'', riaffermando ancora una volta l'identità della Nunziatella come istituto di formazione sia militare che civile.
 
Accanto a quello ufficiale, esistono anche altri due motti informali, legati a due luoghi della Scuola: nella parete di fondo dell'Aula Magna è riportato il motto "Essere più che sembrare", traduzione della frase ''[[Esse quam videri]]'' proveniente dal capitolo 98 del [[Laelius de amicitia|De amicitia]] di [[Marco Tullio Cicerone]]; sotto il grande orologio della Scuola, posto sul pianerottolo del primo piano, è invece riportato il motto "Il perder tempo a chi più sa più spiace", proveniente dal III Canto del ''Purgatorio'' della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]].
A non molta distanza, nell'area PIP di Camporeale, lungo il [[Regio tratturo pescasseroli candela|Regio Tratturo]], sono venuti alla luce resti sporadici dell'età del bronzo.nell'ambito di un recinto adibito a [[necropoli]]<ref>{{Cita libro|autore=Claude Albore Livadie|titolo=Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia|anno=1996|editore=Sellino & Barra|città=|pp=17-32|volume=I|capitolo=La Starza di Ariano Irpino}}</ref>.
[[File:Classico B 1960-63.jpg|miniatura|destra|upright=1.6|Il Classico B del Corso 1960-63, che per primo adottò il motto "Hic sunt leones"]]
Anche le cinque sezioni (due di liceo classico e tre di liceo scientifico) in cui è suddiviso l'ordinamento degli studi alla Nunziatella hanno un proprio motto<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=tSf4_OxaccIC&pg=PA269&dq=motti+nunziatella&hl=it&ei=Z-6cTMSjDcjMswaJg-DmDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage&q=motti%20nunziatella&f=false|titolo=I motti delle classi della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>:
 
* Classico A - ''Über alles'' ("Sopra tutto"), mutuato dall'incipit dell'inno ''[[Lied der Deutschen|Das Lied der Deutschen]]'' nel suo significato storico, secondo cui l'unità della Patria deve essere il primo pensiero di ognuno.
====Aequum Tuticum====
* Classico B - ''[[Hic sunt leones]]'' ("Qui ci sono i leoni" o "Qui c'è pericolo"), frase che veniva riportata sulle cartografie della [[Roma antica]] per indicare regioni inesplorate e pericolose del mondo; il motto fu introdotto il 16 marzo 1962 dall'allievo Ernesto De Pascalis (corso 1960-63).
{{vedi anche|Aequum Tuticum}}
* Scientifico A - ''Docet et imperat'' ("Insegna e comanda"), traslitterazione del [[brocardo]] ''Lex imperat, non docet''.
Il sito archeologico di [[Aequum Tuticum]] si trova su di un altipiano in località S. Eleuterio, non lontano dal sito della Starza. Scavi compiuti nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]] hanno rivelato un'occupazione compresa tra il [[I|I secolo]] ed [[V secolo]] ed una successiva rioccupazione in [[Medioevo|età medievale]] nel corso del [[XII secolo]]. Le tracce rinvenute mostrano un abitato sviluppatosi sulla direttrice nord-sud, attraversato dalla [[via Traiana]], dall'''Aurelia Aeclanensis'', che collegava quest'ultima all'[[via Appia antica|Appia]] e, successivamente, dalla [[via Herculea]]. Proprio a nord dell'area nei pressi del fiume [[Miscano]], è stato individuato un tratto della [[via Traiana]]. Due aree sepolcrali, invece, sono venute alla luce a sud e ad ovest del sito.<ref>{{cita web|url=http://www.archeosa.beniculturali.it/?center=luogo&id_provincia=1&id_luogo=19|titolo=Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
* Scientifico B - ''[[Sturm und Drang]]'' ("Tempesta e impeto"), direttamente connesso all'omonimo movimento culturale tedesco.
* Scientifico C - ''[[We Are the Champions]]'' ("Noi siamo i campioni"), motto di recente acquisizione, mutuato dall'omonimo pezzo dei [[Queen]] che ha sostituito il dantesco ''Che solo amore e luce ha per confine'' (Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII)
 
=== Stemma ===
Gli scavi hanno riportato in superficie strutture murarie e testimonianze di epoca romana come ceramiche, iscrizioni, steli funerarie e monete. Il complesso più antico risulta essere una struttura termale risalente al [[I secolo]]. L'ambiente centrale, il ''frigidarium'', presenta un [[mosaico]] in tessere bianche e nere. A questo si aggiungono una serie di ambienti disposti a schiera del [[II secolo]], probabilmente locali adibiti a magazzino o a bottega, al di sopra dei quali venne forse eretta una villa nel corso del [[IV secolo]], come testimonia il rinvenimento di un mosaico policromo.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano.htm|titolo=Archemail - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
{{Vedi anche|Stemma della scuola militare Nunziatella}}
La [[blasonatura]] ufficiale dello [[stemma]] è la seguente:
{{Citazione|trinciato: nel primo d'oro al puledro allegro di nero; nel secondo di rosso alla mano di carnagione uscente dalla destra, impugnante una daga di argento manicata d'oro posta in palo, poggiata su un libro aperto al naturale; alla banda d'azzurro, sulla partizione, caricata da tre fiordalisi d'oro.<br />La corona turrita è di color oro.<ref>{{Cita|Chiusano|p. 218}}.</ref>}}
 
Oro e rosso sono i [[Stemma di Napoli|colori della città di Napoli]] e il cavallo inalberato nero si riferisce parimenti ad essa. La banda azzurra con i tre gigli d'oro rinvia ai Borbone di Napoli, fondatori della Scuola. Il braccio armato di daga sul libro aperto richiama il motto della Scuola. Il nastro d'oro, sotto lo scudo su lista bifida, reca il motto {{maiuscoletto|Preparo alla vita ed alle armi}}.
Il sito fu abbandonato alla fine dell'età antica, presumibilmente in concomitanza con le [[invasioni barbariche]]. Esistono, tuttavia, tracce di una sua rioccupazione in [[Medioevo|epoca medievale]], quando le vecchie mura romane vennero inglobate in quelle di un edificio facente parte del nuovo nucleo abitato denominato "Sant'Eleuterio", poi anch'esso decaduto.
 
==Società Struttura ==
[[File:Nunziatella da Chiaia.jpg|miniatura|sinistra|Il complesso della Nunziatella (2014)]]
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Ariano Irpino}}
 
L'assunzione dei docenti avviene per concorso, il cui requisito di base è quello di essere un docente ordinario presso un istituto di scuola superiore, mentre agli studenti è consentito l'accesso a coloro che abbiano completato il biennio del liceo classico e scientifico. L'ammissione avviene tramite concorso, che consta di prove mediche, psicoattitudinali, atletiche e di un esame culturale sulle materie oggetto di studio nei primi due anni di scuola superiore. Il ciclo di studi si completa con il conseguimento del relativo [[Esame di maturità|diploma di maturità]] e include, oltre alle materie scolastiche comuni a questi licei, anche dei corsi di formazione finalizzati alla carriera militare.
===Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[2008]] gli stranieri residenti sul territorio comunale risultavano essere 268 (1,2% del totale), di cui 98 maschi e 170 femmine.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2008/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R15&Pro=P064&Com=5&paese=A9999&submit=Tavola|titolo= Dati Istat al 31 dicembre 2008|accesso= 7 agosto 2010}}</ref>
 
Conseguito il diploma, gli ex allievi possono proseguire la formazione militare facendo domanda di ammissione presso tutte le [[Accademie e scuole militari in Italia|accademie delle forze armate]] dove viene riservata loro una quota dei posti a concorso. In alternativa possono continuare il proprio iter formativo presso le [[università]]<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/frame_pagina/contenuti/offerta_2011_2012.pdf|titolo=L'offerta formativa alla Nunziatella|accesso=20 gennaio 2013}}</ref>.
Le comunità più numerose sono le seguenti:
* [[Romania]] 105
* [[Albania]] 49
* [[Polonia]] 28
* [[Ucraina]] 26
 
Le attività militari della scuola vengono svolte nel corso dell'anno attraverso una formazione specifica in "teoria e pratica d'armi", "regolamenti militari" e altre discipline del medesimo ambito. Al termine di ogni anno di corso gli allievi frequentano anche un campo d'arma presso un reparto delle forze armate per acquisire elementi pratici di preparazione al combattimento, che includono la frequenza di sessioni al [[poligono di tiro]] con l'arma individuale (fucile [[Beretta AR 70/90]] in dotazione alle forze armate italiane; per le attività di parata viene tuttora utilizzato il fucile [[M1 Carbine]]).
 
La formazione sportiva consente di praticare, tra gli altri, [[equitazione]], [[scherma]], [[nuoto]], [[atletica leggera]], [[pugilato]], [[pallacanestro]], [[pallavolo]]. Al 2017, la Nunziatella ha vinto due edizioni dei [[Giochi Sportivi Interscuole Militari]]. Prima del 1996, data di inizio dei Giochi Interscuole, alla Nunziatella si svolgevano i Giochi di Battaglione, che mettevano a confronto gli allievi dei tre anni. La Nunziatella ha inoltre vinto nel 1961 i Campionati Militari Italiani di scherma.
=== Religione ===
La città è sede della [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia]], suffraganea dell'[[Arcidiocesi di Benevento]]. In particolare nell'ambito cittadino si contano 15 [[parrocchia|parrocchie]] e 4 [[santuario|santuari]] diocesani.<ref>http://www.diocesiarianolacedonia.it/</ref>
 
[[File:Ballo a Palazzo Reale.jpg|miniatura|Ballo del 221º corso al palazzo reale di Napoli (2011)]]
Sul territorio comunale sono presenti inoltre piccole comunità di membri dell'[[Esercito della Salvezza]] e dei [[Testimoni di Geova]].
 
Il ballo di fine corso conclude il ciclo di studi alla Scuola<ref>{{cita web|url=http://www.pupia.tv/campania/notizie/0002281.html|titolo=Napoli, concerto alla scuola militare "Nunziatella".|accesso=16 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131020080111/http://www.pupia.tv/campania/notizie/0002281.html|dataarchivio=20 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref> e {{Chiarire|negli ultimi anni|precisamente da quando?}} è abbinato al [[ballo delle debuttanti]]<ref>{{cita web|url=http://www.debuttantinunziatella.it/index.html|titolo=Associazione Culturale Nunziatella - Ballo delle debuttanti.|accesso=16 dicembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131022164105/http://www.debuttantinunziatella.it/index.html|dataarchivio=22 ottobre 2013}}</ref>.
===Tradizioni e folklore===
Gli elementi tradizionali e folkloristici tuttora vivi condividono un'evidente matrice contadina a sfondo religioso. Gli eventi più rilevanti sono due e simboleggiano l'inizio e la fine dell'annata agraria.
 
Gli allievi della Nunziatella portano sul chepì della propria divisa storica da libera uscita il numero "1", a indicare l'appartenenza al primo battaglione d'Italia<ref group="N">La numerazione originaria delle tre Scuole militari italiane era: Nunziatella, 1 (I durante il periodo fascista); Collegio militare di Roma, 2 (II durante il periodo fascista); Collegio militare di Milano (oggi Teuliè) 3 (III durante il periodo fascista). Con la soppressione della Scuola di Roma, e la recente riapertura di quella di Milano, il numero 2 è passato alla Teuliè.</ref>; in coerenza con tale status, tradizionalmente aprono l'annuale sfilata delle forze armate del 2 giugno a Roma in occasione della [[Festa della Repubblica Italiana]]<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1011374/immagine-viva-e-dinamica-del-paese.shtml|titolo="Immagine viva e dinamica del Paese" Napolitano esprime soddisfazione per la riuscita della festa della Repubblica|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
Il ''"faóne'' (=grande falò) ''di San Giuseppe"'' consiste nell'accensione simultanea, al crepuscolo del 19 Marzo,.di molti falò (uno per ciascuna contrada cittadina) e dall'allestimento di altrettanti bivacchi.
[[File:Pertini riceve spadino Nunziatella.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] riceve lo spadino della Nunziatella ([[1983]])]]
 
== Musei ==
La ''"giornata del Ringraziamento"'' si svolge invece in una domenica del tardo autunno al termine dell'ultimo raccolto dell'annata, quello delle olive (la data precisa varia quindi di anno in anno). Da ciascuna contrada tanti carri agricoli addobbati con i prodotti della terra confluiscono nella piazza del [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Duomo]] ove il carro più originale viene prescelto e premiato.
L'edificio della Nunziatella ospita tre musei. Nel Museo Duca d'Aosta sono raccolti decorazioni, armi, bandiere, cimeli storici e oggetti personali appartenuti a [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]]<ref>{{cita web|url=http://www.icsm.it/world/museisud.html|titolo=Il museo "Duca d'Aosta" alla Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. La realizzazione del primo nucleo del museo è stata possibile grazie all'opera dell'ex allievo (poi ufficiale alla Scuola) Francesco Sciascia. Nel Museo di scienze è invece conservata una vasta collezione di minerali e campioni animali e vegetali, nonché una notevole quantità di strumenti antichi, originariamente acquistati per il laboratorio di fisica da [[Giuseppe Saverio Poli]]<ref>{{Cita|Catenacci 1998|p. 1-36}}.</ref>. Il 16 giugno 2012 è stato infine inaugurato il museo della Fondazione Nunziatella Onlus che raccoglie e ordina, in un percorso storico dalle origini dell'istituzione a oggi, numerosi oggetti donati da ex allievi<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202709&sez=NAPOLI|titolo=Nunziatella, domani inaugurazione museo realizzato con le donazioni degli ex Allievi|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202942&sez=NAPOLI.|titolo=Notizia dell'inaugurazione del museo della Fondazione Nunziatella Onlus|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
 
== Associazione ex allievi ==
===Lingue e dialetti===
Nel marzo 1950 gli ex allievi si costituirono in associazione, con presidente il generale [[Silvio Brancaccio]] e segretario l'avvocato Raffaele Girolamo Maffettone<ref group="N">I fondatori furono: Alberto Pierantoni (corso 1912-15), Italo Simonelli (corso 1924-28), Gustavo Stimolo (corso 1914-17), Mario Rossi (corso 1930-34), Federico Mattei (corso 1923-26), Antonio Di Napoli (corso 1909-12), Raffaele Maffettone (corso 1923-26), Nicola Celentano (corso 1917-20), Tullio Chiariello (corso 1925-28). Cfr. Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella su http://www.nunziatella.it.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>; lo scopo dell'associazione, secondo lo statuto, è di "tener vivo lo spirito e le tradizioni della Nunziatella seguendone le iniziative di qualsiasi genere". La prima attività dell'associazione fu organizzare il raduno, avvenuto il tra il 17 e il 18 novembre 1955, di tutti gli ex allievi in occasione del giorno di fondazione della Scuola<ref name="Castronuovo-166" />; evento che diede inizio alla tradizionale presenza degli ex allievi al [[giuramento]] dei cadetti in [[piazza del Plebiscito]] a Napoli. L'associazione ha sede presso la scuola<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=L'Associazione Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e fino al 2012 fu sede della redazione napoletana della rivista letteraria ''[[Sud (rivista)|Sud]]''.
Nell'ambito del territorio comunale accanto alla [[lingua Italiana]] si parla il dialetto arianese, il quale costituisce una forma peculiare del [[Dialetto irpino|vernacolo irpino]], appartenente a sua volta alla grande famiglia dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]].
Le caratteristiche della parlata arianese sono in effetti piuttosto atipiche rispetto ai dialetti del resto della provincia per via della posizione geografica del comune. Ariano, infatti, si trova in prossimità del margine settentrionale del [[Irpinia|Sannio irpino]], a ridosso dei territorio [[Daunia|dauno]]-[[Puglia|pugliese]]; di conseguenza, se da un lato la parlata arianese ha potuto così resistere relativamente meglio all'invadente contaminazione [[dialetti campani|campana]] in generale e [[dialetto napoletano|napoletana]] in particolare ([[Napoli]] divenne capitale del [[Regno di Napoli|Regno]] fin dal [[secolo XIII]]), dall'altro lato è rimasta esposta in qualche misura alle influenze [[dialetti della Puglia|dialettali pugliesi]] (e più precisamente [[dialetti della Puglia#gruppo dei dialetti alto-maridionali|daune]]), piuttosto evidenti soprattutto a livello [[fonetica|fonetico]].
 
Gli ex allievi e gli ufficiali che abbiano frequentato la Nunziatella hanno facoltà di portare sulla propria divisa un distintivo triangolare azzurro, bordato di rosso e recante la scritta "Scuola militare Nunziatella", al centro del quale è riportato il chepì dell'uniforme storica indossata dagli allievi per le attività di libera uscita e di parata<ref>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Equipaggiamenti/Militaria/Documents/Distintivi_autorizz_FA_2012_120727.pdf|titolo=Catalogo di distintivi autorizzati per la forza armata - stato maggiore dell'Esercito, Edizione 2012, p. 107|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
In effetti fra i tratti salienti della parlata locale c'è la '''pronuncia''' delle vocali "e" ed "o" che sono tendenzialmente chiuse, mentre nel resto dell'[[Irpinia]] prevale ovunque il timbro aperto.
Diverso anche il modo di pronunciare la vocale "a" che ad Ariano tende parzialmente verso la "e" mentre altrove in [[Campania]] tende piuttosto verso la "o".
Si consideri poi l'anomala alternanza tra gli ''''ausiliari "avere" ed "essere" ''' nei tempi composti:
* ''à ritto'': hai detto;
* ''è `dditto'': ha detto.
In realtà quest'ultimo costrutto potrebbe essere derivato da un più antico "à `dditto" ove il successivo passaggio da "à" a "è" sarebbe dovuto a un influsso pugliese. In effetti nel resto dell'[[Irpinia]] si dice ovunque "à `dditt".
 
== Patrono ==
Del resto sono ben evidenti la differenze che contraddistinguono la parlata arianese dai dialetti limitrofi e comunque anche questi appaiono diversi gli uni dagli altri. Addirittura qualche differenza si avverte perfino tra una zona e l'altra dello stesso comune; così ad esempio la parola "dietro" viene tradotta in dialetto come ''"addréto"'' nel settore Nord del territorio di Ariano, mentre ''"arrét"'' lungo il versante Sud della medesima città (da notare però come entrambe le forme presentino la tipica "e" tonica chiusa).
[[File:Altare Nunziatella - Napoli.JPG|miniatura|La chiesa della Nunziatella (2012). Sull'altare, l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' di [[Ludovico Mazzanti]]]]
 
Il patrono ufficiale della Scuola militare Nunziatella è la Madonna dell'Annunziata cui è dedicata [[chiesa della Nunziatella|la chiesa da cui l'istituto ha preso il nome]]; tuttavia, negli [[anni 1960]] le si è affiancato [[Crispino e Crispiniano|san Crispino]].
Condiviso invece almeno da tutti i comuni del comprensorio arianese (ma non dal resto dell'[[Irpinia]]) e con analogie anche in talune altre aree [[Appennini|appenniniche]] è il modo d'uso degli '''articoli determinativi'''.
Infatti gli articoli "il", "lo" vengono tradotti ''"lu"''; tuttavia quando si tratta di cose non numerabili ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Lu cuccio'': il coniglio;
* ''Lu viccio'': il tacchino;
* ''Lu razzo'': il braccio;
* ''Lu zuóppo'': lo zoppo;
* ''Lu zinno'': l'angolo;
* ''Lu squiccio'': lo schizzo;
* ''Lu `ffierro'': il ferro;
* ''Lu `llardo'': il lardo;
* ''Lu `fforte'': il piccante.
.
Gli articoli "i", "gli", "le" vengono tradotti tutti ''li''; tuttavia quando "li" deriva da ''"le"'' ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Li ciucci'': i somari;
* ''Li zappielli'': i sarchielli;
* ''Li ualani'': i villani;
* ''Li mbriachi'': gli ubriaconi;
* ''Li strazzati'': gli straccioni;
* ''Li zuócculi'': gli zoccoli;
* ''Li `ccàsire'': le case;
* ''Li `ccosse'': le gambe;
* ''Li `qquatrare'': le ragazze.
 
Secondo una leggenda, nella notte di san Crispino un allievo morì alla Nunziatella. {{Chiarire|Alcune fonti storiche|quali sono, nel concreto, queste fonti storiche?}} individuerebbero nel figlio del generale [[Giosuè Ritucci]], entrato alla Nunziatella da un solo anno, il protagonista di questo episodio<ref>{{cita web|url=http://www.cortilepiccolo.com/webex/albo/classe1984/main/lupoalberto/lupo5.JPG|titolo=La celebrazione di S. Crispino|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
 
Secondo un'altra interpretazione, la scelta di san Crispino avrebbe origini letterarie in riferimento al sentimento di fratellanza e uguaglianza che si svilupperebbe tra gli allievi, alludendo alle parole che [[William Shakespeare]] fa pronunciare nell'[[Enrico V (Shakespeare)|omonimo dramma storico]] ad [[Enrico V d'Inghilterra]].
Vi sono poi altri elementi che accomunano il dialetto arianese non solo a tutta l'Irpinia ma anche a diverse regioni circostanti, come ad esempio il fatto che i '''verbi''' all'infinito subiscono il '''troncamento''' dell'ultima sillaba, fenomeno questo diffuso dall'[[dialetti abruzzesi|Abruzzo]] alla [[dialetti lucani|Lucania]]. Alcuni esempi sono:
* ''fatià'' (lavorare), ''sparagnà'' (risparmiare), ''rancicà'' (graffiare), ''struppià'' (massacrare);
* ''tiné'' (possedere), ''caré'' (cadere), ''ascì'' (uscire), ''mpaccì'' (impazzire);
* ''accìre'' (uccidere), ''strùre'' (distruggere), ''sàglie'' (salire), ''fùie'' (fuggire).
 
{{Citazione|ed i Santi Crispino e Crispiniano,<br />
da questo giorno alla fine del mondo non passeranno più la loro festa<br />
senza che insieme a loro non s'abbia a ricordarsi anche di noi;<br />
di questi noi felicemente pochi,<br />
di questa nostra banda di fratelli:<br />
perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me per sempre mio fratello<br />
e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà<ref>{{cita web|url=http://www.eaf51.org/Citazioni_ITA.htm|titolo=Discorso di Enrico V ad Agincourt (da Shakespeare)|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>}}
 
== Comandanti ==
Sono comunque numerosi i fenomeni linguistici che, almeno a grandi linee, sono condivisi dalla generalità dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]]: a puro titolo di esempio si possono citare l''''[[accusativo alla greca]]''' (ad es. ''"lu faccistuort"'': "chi ha il viso torvo") e l''''[[accusativo preposizionale|accusativo con preposizione]]''' (ad es. ''"mica aviss vist`a Ppashcale?"'': "per caso hai visto Pasquale?"), quest'ultimo diffuso anche nel [[lingua siciliana|siciliano]].
{{Vedi anche|Comandanti della scuola militare Nunziatella}}Il comandante della scuola, colonnello dell'[[Esercito Italiano]], è anche il preside e capo dell'istituto.
 
== Onorificenze ==
A livello sintattico troviamo poi il fenomeno della '''[[metafonesi]]''', comune, oltre che a gran parte dei [[dialetti meridionali|dialetti centro-meridionali]], anche a quelli di talune zone interne della [[Sicilia]]. Tale fenomeno consiste nel cambiamento di una vocale nella parola a causa dell'influsso di altra vocale nel passaggio dal genere maschile a quello femminile, dal singolare al plurale oppure tra le varie persone dei verbi. Di seguito alcuni esempi:
=== Decorazioni alla bandiera ===
* ''vaglione'' (ragazzo) opposto a ''vagliuni'' (ragazzi);
{{Onorificenze
* ''prèvete'' (prete) opposto a ''priéviti'' (preti);
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
* ''róssa'' (rossa) opposto a ''russo'' (rosso).
|nome_onorificenza= Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
* ''ròssa'' (grande, al femminile) opposto ''ruóssu'' (grande, al maschile)
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
* ''accòglio'' (raccolgo) opposto a ''accuógli'' (raccogli)
|motivazione= <small>Prestigioso istituto di formazione i cui valori si fondano nelle antiche radici di oltre due secoli di incessante attività, operava costantemente con sublime spirito di sacrificio e con l'onore mai scalfito dal succedersi degli eventi storici. Fucina di animi nobili, espletava una insostituibile azione d'insegnamento e di esempio per numerosissimi giovani formati, con profonda coscienza della civile convivenza, alla vita e alle armi. Ne erano chiara testimonianza illustri ex allievi che, con profondo amore della patria, onoravano sé stessi e l'Italia. Il patrimonio di sacrificio e di gloria offerto alla patria dagli allievi della "Nunziatella", esaltato da 2 decorati dell'ordine militare d'Italia, 38 medaglie d'oro al valor militare e da numerosissime medaglie d'argento e di bronzo al valor militare, suggellava l'altissimo valore formativo e l'elevatissimo contributo istituzionale. Fulgido esempio di spirito di servizio alla patria, la scuola militare "Nunziatella" ha avvalorato il lustro di cui gode e ha contribuito ad elevare il prestigio della Forza armata a livello interforze e nazionale</small>
* ''vuléss'' (vorrei, oppure vorrebbe) opposto a ''vulìss'' (vorresti).
|luogo= Napoli, 2007<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf|titolo=Medaglia di bronzo al Valore dell'Esercito alla bandiera della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013|formato=pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131024045231/http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf|dataarchivio=24 ottobre 2013}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
La metafonesi rappresenta del resto un tratto assai antico mentre altri mutamenti fonetici sono sopravvenuti in epoche successive. Ne è una dimostrazione la parola ''"vosco"'' (="bosco d'alto fusto"), di probabile origine [[Ostrogoti|ostrogota]] (''bôsk'' nell`[[Lingue germaniche|antico germanico]]), la quale mostra sì il passaggio da "b" a "v" (tipico dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]] e del [[Lingua siciliana|siciliano]]) ma non la metafonesi, il che ci garantisce che a quell'epoca tale fenomeno si era già interamente compiuto e dunque non poteva produrre più alcun effetto sulle parole sopraggiunte tardivamente. Una conferma in tal senso ci è data dalla contrapposizione fra ''"Sant'Antuono"'' (="[[Sant'Antonio Abate]]", morto nel [[IV secolo]]) e ''"Sant'Antonio"'' (="[[Sant'Antonio di Padova]]", morto nel [[XIII secolo]]).
|immagine= MeritoCC1.png
|nome_onorificenza= Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri
|collegamento_onorificenza= Croce al merito dell'Arma dei carabinieri
|motivazione= <small>Antico e prestigioso Istituto di formazione dell'Esercito Italiano, custode di elette virtù militari, preparava alla vita ed alle armi generazioni di giovani, educandoli al culto del dovere e dell'onore. Nella sua storia plurisecolare, la Scuola militare "Nunziatella" radicava il seme fecondo dell'incondizionato amor di Patria e dei più alti valori etici in schiere di allievi che si ponevano al servizio del bene comune nelle file dell'Arma dei Carabinieri e offrivano impareggiabili prove di indiscussa fedeltà e di mirabile ardimento, testimoniate da innumerevoli riconoscimenti individuali tra i quali cinque medaglie d'oro al valor militare. Fucina di animi generosi e fonte delle più nobili virtù, la "Nunziatella" si confermava ideale riferimento per le giovani coscienze e meritava l'unanime plauso della collettività nazionale, così contribuendo a esaltare il prestigio dell'Arma dei carabinieri e delle forze armate</small>
|luogo= Napoli, 17 novembre 2012<ref>{{cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/01/11/13A00144/sg|titolo=Concessione di ricompense al valore e al merito dell'Arma dei Carabinieri (13A00144)|pubblicazione=GU Serie Generale n.9 dell'11 gennaio 2013|accesso=7 luglio 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu|titolo=Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri alla bandiera della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927183056/http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu|dataarchivio=27 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri|accesso =27 settembre 2013}}</ref>
}}
 
=== Decorazioni a ex allievi<ref>Per l'Ordine Militare di Savoia/d'Italia si usa come referenza: AAVV (1993) La Nunziatella, pag. 58-59. Fausto Fiorentino Editore. Le decorazioni posteriori al 1993 sono desunte dal sito della Presidenza della Repubblica.</ref> ===
Naturalmente anche il passaggio da "b"a "v" deve essere avvenuto in una determinata fase storica oltre la quale ha cessato di produrre ogni effetto. Ad esempio possiamo certamente affermare che tale trasformazione è avvenuta dopo che nel dialetto arianese era penetrata la parola ''"vrénna"'' (significante "crusca" e derivante dall'[[lingua francese antica|antico-francese]] ''bren'', a sua volta di origine [[lingue celtiche|celtica]] ossia pre-latina) ma prima che vi si introducesse la parola ''"buttéglia"'' (la quale, parallalamente all'italiano "bottiglia", deriva dal [[lingua francese|francese moderno]] ''bouteille'' che a sua volta trae origine dal latino ''butticula'' ossia "piccola bótte").
{{Onorificenze
|immagine= Cavaliere di gran Croce BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Croce di cavaliere di gran croce dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
Altre trasformazioni fonetiche sono poi avvenute in [[epoca moderna]]. Ne è prova il fatto che ad esempio la parola ''"nnóglia"'' (derivante dal francese ''andouille'' alla fine del [[medioevo]] e indicante un particolare tipo di insaccato) ha subìto l'assimilazione da <nd> a <nn>, segno che tale fenomeno si è compiuto non prima che il termine entrasse a far parte del lessico dialettale; del resto ancora nel [[secolo XV]] il toponimo de "La Manna" era attestato come "Amando" o "Amandi" (lo stesso accadeva per Il vicino comune di [[Panni]], citato come "Pandi" o "Panda"). Ciò significa che ad esempio il termine dialettale ''"tanno"'' (che significa "allora", dal latino "tam") in origine non doveva rimare con ''"quanno"'' (="quando", dal latino ''quando'') poiché quest'ultima parola deve essere stata pronunciata ''[quando]'' o ''[quand]'' fino al momento dell'avvenuta assimilazione del gruppo consonantico <nd>. Si sottolinea però che ormai anche tale fenomeno ha già cessato di produrre effetti, tanto che i termini penetrati nel dialetto in epoche ancora posteriori non ne hanno più risentito (ad es. ''"nduvinà"'' dall'italiano "indovinare").
|immagine= Grande ufficiale BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di grande ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
Tuttavia proprio nell'epoca attuale si stanno verificando alcune altre modifiche fonetiche, le quali perdipiù non sono ancora giunte a compimento: un esempio è costituito dal passaggio da <nt> a <nd>, tant`è vero che la frase italiana "quanti ne siete?" può essere trascritta in dialetto sia ''"quanti ni site?"'' sia ''"quandi ni site?"''. Ad oggi la pronuncia fluttua liberamente fra le due forme in quanto l'innovazione ''"quandi"'' non si è ancora definitivamente affermata mentre la vecchia forma ''"quanti"'' è considerata ancora accettabile (in alternativa si potrebbe congetturare che nel dialetto esiste una consonante del tutto particolare, la quale avrebbe un suono intermedio tra la "t" e la "d").
|immagine= Commendatore BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di commendatore dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
In quanto al lessico, occorre innanzitutto chiarire che le parole derivanti dall'antico sostrato [[Lingua osco-umbra|osco]], ossia dalla lingua pre-latina parlata dalle antiche popolazioni [[Italici|italiche]] ([[Sanniti]], [[Irpini]], ecc.), non sono molto numerose. Vi sono comunque alcuni vocaboli associati fin dalla piú remota antichità alla tecnica agro-pastorale, come ad esempio la parola ''"stiero"'' (="letame"), che non può essere derivata dal latino ''stercus'' altrimenti si sarebbe dovuto avere ''[stierco]'' (così come da ''porcus'' è derivato ''"puorco"''); ciò fa presupporre l'esistenza di una forma osca (pre-latina) ''sterux'' da cui forse anche il latino "stercus" ha tratto origine (in alternativa si potrebbe ipotizzare una comune matrice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]]).
|immagine= Ufficiale BAR.svg
Altri nomi di origine pre-latina sono rimasti in uso perché adoperati principalmente dal volgo nel linguaggio osceno; in effetti una buona metà delle parole dialettali indicanti le parti anatomiche dell'apparato genitale femminile o maschile sono di derivazione osca. Altri termini ancora sono sopravvissuti perché utilizzati spesso come toponimi: un esempio è dato dalla parola ''"pishcóne"'' (="macigno") derivato da una radice osca ''peskl'' che si ritrova in numerosissimi toponimi in area sannitica come ad esempio Pescolamazza (oggi [[Pesco Sannita]]), [[Pescocostanzo]], [[Pescopagano]], [[Pescosolido]], [[Pescolanciano]], [[Pescorocchiano]] e tanti altri ancora.
|nome_onorificenza= 6 Croci di ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
Ed infatti taluni nomi di origine osca sopravvivono solo come toponimi: è il caso di (S.Maria a)''"Tuoro"'', analogo a tanti altri nomi simili diffusi sia in [[Irpinia]] (ad. es. [[Montoro]]) che nel [[Sannio]] (ad es. [[Toro (Italia)|Toro]]).
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
In effetti la stragrande maggioranza del lessico dialettale attuale è costituito da [[latinismo|latinismi]], il che è normale per un [[lingue romanze|idioma romanzo]]. Alcuni di essi sono andati perduti nel corso dei secoli, ma tantissimi si conservano, specialmente negli ambiti più tradizionalisti come quello contadino. Ecco alcuni esempi:
|immagine= Cavaliere BAR.svg
* ''«lóta»'' ([[fango]]) da ''luta'';
|nome_onorificenza= 20 Croci di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
* ''«fungi»'' ([[funghi]]) da ''fungi'';
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
* ''«accio»'' ([[Apium graveolens|sedano]]) da ''apium'';
|motivazione=
* ''«ciraso»'' ([[Prunus avium|ciliegio]]) da ''cerasus'';
}}
* ''«cucózza»'' ([[Cucurbita maxima|zucca]]) da ''cucutia'';
* ''«jéta»'' ([[Beta vulgaris|bietola]]) da ''bleta'';
* ''«làssina»'' ([[senape]] selvatica) da ''lapsana'';
* ''«fràscino»'' ([[Fraxinus ornus|frassino]]) da ''fraxinus'' (da cui il toponimo ''"Frascineta"'');
* ''«cuorno»'' ([[Cornus mas|corniolo]]) da ''cornus'' (da cui il toponimo ''"Curneta"'', erroneamente trascritto "Orneta");
* ''«saúco»'' ([[Sambucus nigra|sambuco]]) da ''sabucus'', esso stesso toponimo.
* ''«milogna»'' ([[Meles meles|tasso]]) da ''meles'';
* ''«pica»'' ([[Pica pica|gazza]]) da ''pica'';
* ''«tàuro»'' ([[Bos taurus|toro]]) da ''taurus'';
* ''«àino»'' ([[agnello]]) da ''agnus'' (evidentemente in latino la "g" e la "n" venivano pronunciate separatamente, non essendosi ancora realizzata l'assimilazione che si ritrova invece nella parola italiana "agnello").
 
{{Onorificenze
Sporadici e remoti sono invece i termini di origine [[Lingua greca|greca]], peraltro non tutti pervenuti contemporaneamente: la fonologia consente infatti di distinguere fra parole [[Lingua greca antica|greco-antiche]] (ad esempio ''"cìcino"'' che significa "orcio", nonostante che derivi dalla stessa radice del termine italiano "cigno", in greco ''kŷknos'') e parole [[Lingua greca bizantina|greco-bizantine]] (ad esempio ''"chìchilo"'' che significa "fusillo elicoidale" dalla cui radice greca ''kŷklos'' è stata poi coniata la parola italiana moderna "ciclo"). In effetti alla fine del [[secolo IX]] i [[Impero bizantino|Bizantini]], partiti dalla [[Puglia]], erano riusciti a occupare [[Benevento]] che poi tennero per diversi anni; dovette essere proprio allora che si affermò il toponimo "Sant'Eleuterio", chiaramente bizantino e sinonimo di "San Liberatore" (toponimo anch`esso ma appioppato a tutt'altra zona del territorio comunale).
|immagine= Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 38 medaglie d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=
|luogo= 1849-2010
}}
 
{{Onorificenze
Non manca qualche termine di origine [[Lingua araba|araba]] giunto attraverso le incursioni [[Saraceni|saracene]], ad esempio ''"taùto"'' che vuol dire "bara" (dall'arabo ''tabút'') oppure ''"zirro"'' che significa "barile per olio" (dall'arabo ''zir'').
|immagine= Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 490 medaglie d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{cita web|url=http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1012&id=247279&value=consiglioInforma|titolo=Le medaglie d'argento al Valor militare della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
Frequenti invece le parole [[Lingue germaniche|germaniche]], apportate dapprima dagli [[Ostrogoti]] e poi anche dai [[Longobardi]]; un esempio davvero significativo è rappresentato da ''"La Wardia"'' (="la Guardia"), nome del più antico quartiere cittadino situato proprio ai piedi del Castello; un altro toponimo è costituito da ''"Gaudiciello"'', derivante dalla parola longobarda ''waud'' avente il significato di "bosco" con l'aggiunta però di un diminutivo tipicamente latino (quindi Gaudiciello = boschetto). Rare e posteriori invece le parole di origine [[lingua inglese|inglese]], come ''"fenza"'' (="recinzione"), da ''fence''.
|immagine= Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 414 medaglie di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{Cita|Gleijeses|p. 140}}.</ref>
}}
 
{{Onorificenze
Sono presenti inoltre molte influenze della [[lingua francese]], compresi diversi vocaboli come ad esempio ''"ciambata"'' ("calcio", da ''jambe'' che a sua volta deriva dal latino ''gamba'') o ''"sciarabballo"'' ("calesse", da ''char-à-bancs'' ossia "carro a banchi").
|immagine= Valor dell'esercito gold medal BAR.svg
Notevole è stato poi l'influsso [[lingua spagnola|spagnolo]], che si può riscontrare non solo in alcune strutture sintattiche, quali l'uso del verbo ''"stà"'' (=stare) che ricalca quello di ''estar'', ma anche nel lessico. Sono comuni, infatti, termini come ''"rubbricà"'' (=seppellire, dal verbo ''lobregar'' a sua volta risalente al termine latino ''lugubris'') oppure ''"abbushcà"'', che può significare secondo i casi “guadagnare” o “prendere schiaffi” e che deriva dallo spagnolo ''buscar''.
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'oro al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2001<ref>{{cita web|url=http://www.francoservello.it/articoli.php?id=12&id_categoria=1|titolo=Medaglia d'oro al valore dell'Esercito al capitano Roberto Como|accesso=27 settembre 2013|sito=francoservello.it|data=2002}}</ref>; 2015 <ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=338080|titolo=Medaglia d'oro al valore dell'Esercito al tenente colonnello Raffaele Aruanno|accesso=20 dicembre 2015|data=2015}}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
Si sarà notato come la parola ''"abbushcà"'' mostri un'inflessione fonetica chiaramente napoletana. In effetti quasi tutte le parole derivate da idiomi stranieri sono pervenute non direttamente dalle rispettive lingue madri, ma per tramite di altre parlate regionali di piú alto rango, soprattutto il [[dialetto napoletano|napoletano]], ma anche il [[dialetto beneventano|beneventano]], il capuano e il salernitano (Ariano è stata soggetta per tre secoli al [[Ducato di Benevento]] e per ben cinque secoli al [[Regno di Napoli]], tuttavia in una fase intermedia si imposero anche i Principati di [[principato di Capua|Capua]] e [[principato di Salerno|Salerno]]).
|immagine= Valor dell'esercito silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'argento al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2011, 2012
}}
 
{{Onorificenze
Del resto le stesse considerazioni valgono anche per i termini latini pervenuti a posteriori: si noti ad esempio la differenza tra ''"scopa"'' nel significato di "arnese per spazzare" e ''"shcopa"'' nel senso di "gioco di carte", il quale ultimo mostra nella fonetica la chiara derivazione napoletana.
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
Tuttavia, nel periodo storico di massimo splendore della storia di Ariano (epoca [[Normanni|normanna]]), è anche accaduto che qualche parola penetrasse nel dialetto arianese direttamente dalla lingua d'origine; è il caso di ''"pàccio"'' (="pazzo") che deriva non dal salernitano ''pazz'' (che è invece all'origine della parola italiana "pazzo"), ma direttamente dall'antico-francese ''page'' ossia "paggio" (i paggi avevano una pessima nomea, da cui il detto "être effronté comme un page"). Diverso è invece il caso di ''"pazzià"'' (=scherzare) che deriva, questo sì, dalla parlata napoletana.
|nome_onorificenza= 1 Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|data= 2012
}}
 
{{Onorificenze
A partire dalla seconda metà del [[XIX secolo]], il dialetto è stato poi contaminato (ma al tempo stesso arricchito) da moltissime parole di origine [[Lingua italiana|italiana]], le quali comunque sono anch'esse banalmente distinguibili da quelle derivate direttamente dal [[Lingua latina|Latino]] (ad es. ''"lu cerchio"'', che significa "il cerchione", rispetto a ''"lu circhio"'' che invece significa "il cerchio").
|immagine= Valor civile gold medal BAR.svg
D'altra parte vi è anche un influsso inverso, ossia del dialetto sull'italiano parlato localmente, il quale pertanto mostra caratteri differenziati rispetto all'italiano standard.
|nome_onorificenza= 2 Medaglie d'oro al valor civile
|collegamento_onorificenza= Valor civile
|motivazione=
|data= 1998, 2019
}}
 
{{Onorificenze
==Cultura==
|immagine= Merito civile gold medal BAR.svg
===Istruzione===
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'oro al merito civile
|collegamento_onorificenza= Merito civile
|motivazione=
|data= 1945
}}
 
{{Onorificenze
====Università====
|immagine= Cordone di gran Croce di Gran Cordone OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza= 2 Croce di cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
Biogem Campus<ref>[http://www.biogemcampus.com/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=145 Life &amp; Mind Science School]</ref> promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
|immagine= ITA OMRI 2001 GC BAR.svg
a) Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche;
|nome_onorificenza= 20 Croci di cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
b) Dottorati di Ricerca;
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
c) Master Internazionale di II livello in Biogiuridica;
|motivazione=
d) Master Post Universitario UIIP<ref>[http://www.uiip.it]</ref>.
}}
 
{{Onorificenze
====Ricerca====
|immagine= ITA OMRI 2001 GUff BAR.svg
|nome_onorificenza= 9 Croci di grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
Ariano è sede del Centro Europeo di Studi Normanni (CESN). L'istituto è sorto il 7 ottobre 1991 per iniziativa di un gruppo di studiosi italiani, francesi e inglesi, al fine di promuovere attività di ricerca sulla [[Normanni|Civiltà Normanna]] nell'[[Medioevo|Europa medievale]].
|immagine= ITA OMRI 2001 Com BAR.svg
|nome_onorificenza= 7 Croci di commendatore dell'ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
Nell'area PIP ha sede il Centro di Ricerche Biogem<ref>http://www.biogem.it/pillolebiogem.pdf</ref> (Biologia e genetica Molecolare). Inaugurato il 14 luglio 2006 alla presenza del premio Nobel [[Rita Levi-Montalcini]], ha la missione di contribuire all'avanzamento della ricerca scientifica, al trasferimento delle conoscenze al mondo della salute e dell'industria, all'offerta di formazione e divulgazione scientifica, alla realizzazione di servizi avanzati nelle discipline collegate alle Life and Mind Sciences ([[Biologia]], [[Medicina]], [[Biotecnologia|Biotecnologie]], [[Bioetica]], [[Biogiuridica]], [[Bioinformatica]], Gestione dell'innovazione e della conoscenza).
|immagine= ITA OMRI 2001 Uff BAR.svg
Biogem, che ha ospitato diversi premi Nobel ([[Rita Levi-Montalcini]], [[Torsten Wiesel]], [[Renato Dulbecco]], [[Mario Capecchi]]) ottenendo importanti riconoscimenti, ospita annualmente il Meeting "[http://www.biogem.it/l2c_2014.pdf Le Due Culture]". La struttura promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
|nome_onorificenza= 6 Croci di ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
a) ''Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche'';
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
b) ''Dottorati di Ricerca'';
|motivazione=
c) ''Master Internazionale di II livello in Biogiuridica''; d) "Master Post Universitario UIIP"<ref>http://www.uiip.it/home/</ref>. Biogem ospita il ''[http://www.biogem.it/DOCUMENTI/biogeo.pdf Museo di Storia della Terra e della Vita]''. Il 18 ottobre 2013 è stato inaugurato il ''Laboratorio di genetica forense'' distinto in quattro aree intercomunicanti, ciascuna con una sua specificità funzionale: “Foto documentazione e campionamento”; “Estrazione del DNA”; “Amplificazione del DNA”; “Post Amplificazione del DNA”.
}}
 
{{Onorificenze
====Scuole====
|immagine= ITA OMRI 2001 Cav BAR.svg
|nome_onorificenza= 18 Croci di cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
}}
 
{{Onorificenze
In ambito cittadino sono fruibili i seguenti indirizzi didattici:
|immagine= Decoration without ribbon - it.svg
* Liceo Classico
|nome_onorificenza= Monogramma della Repubblica Italiana sui bottoni dell'uniforme ordinaria
* Liceo Scientifico
|motivazione= <small>La Nunziatella, oltre ad essere un luogo di formazione militare, è un luogo di grandissima formazione culturale e civile. Qui è racchiusa la storia di tutto il nostro Paese. Io credo che l'Italia Repubblicana deve far tesoro di tutte quelle che sono le grandi tradizioni militari e per ciò stesso civili che si sono formate in tutto il paese anche quando questo non aveva raggiunto l'unità politica. La mia presenza alla Nunziatella vuol dire dunque onorare l'Italia in tutta quella che è la sua storia</small>
* Liceo Linguistico
|data= [[Francesco Cossiga]], 18 novembre 1989<ref>{{cita web|url=http://www.ilcortilepiccolo.it/cenni_storici.html|titolo=Associazione culturale "Il cortile piccolo" - La Nunziatella|accesso=10 gennaio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130426154751/http://www.ilcortilepiccolo.it/cenni_storici.html|dataarchivio=26 aprile 2013}}</ref>
* Liceo delle Scienze Umane
* Liceo Artistico
* Istituto Tecnico per Amministrazione, Finanza e Marketing
* Istituto Tecnico per i Sistemi Informativi Aziendali
* Istituto Tecnico per Costruzioni, Ambiente e Territorio
* Istituto Tecnico per la Chimica, i Materiali e le Biotecnologie
* Istituto Tecnico per la Meccanica, la Meccatronica e le Energie
* Istituto Tecnico per l'Elettronica e l'Elettrotecnica
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità alberghiera
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per le produzioni industriali
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per la manutenzione tecnica.
 
 
====Biblioteche====
 
===== Biblioteca Comunale P.S. Mancini =====
Si trova nel centro storico della città e comprende 20.000 volumi circa, nonché stampe che vanno dal [[XVI secolo|Cinquecento]] al [[XVIII secolo|Settecento]]. La raccolta venne costituita nel [[1870]] grazie all'acquisizione delle opere custodite nei Conventi Francescani e Scolopi di Ariano, nella Biblioteca dei Francescani di S. Giovanni del Palco a [[Lauro (Italia)|Lauro]], dai Francescani di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]] e [[Casalbore]] e dagli Alcantarini di [[Mirabella Eclano]].
 
Nel [[1866]], infatti, vennero soppressi gli Ordini e le Corporazioni Religiose, mentre i relativi bene furono [[Secolarizzazione dei beni ecclesiastici|secolarizzati]]. A seguito dell'atto di eversione ecclesiastica compiuto dal nascente Stato unitario, tutti i manoscritti che si trovavano negli edifici loro appartenenti vennero devoluti ad istituzioni pubbliche e musei delle rispettive provincie. Per la costituzione della biblioteca arianese fu determinante l'azione di [[Pasquale Stanislao Mancini]], cui la collezione è intitolata.
 
===== Biblioteca Diocesana =====
Conta circa 10.000 opere e l'archivio della curia vescovile. La sua ubicazione è all'interno dell'omonimo museo.
 
====Musei====
 
=====Museo della Civiltà Normanna=====
Situato all'interno del Castello e costituito da un'importante raccolta di monete normanno-sveve e da un fondo di altre monete medievali. Fanno inoltre parte del patrimonio museale: pergamene, cinquecentine, incisioni, un piatto argenteo di evangelario e materiali lapidei. Importanti le riproduzioni tra le quali, di gran pregio per qualità e dimensioni, quella del mantello di Re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], indossato nell'incoronazione.
 
Nella sala delle armi, intitolata all'ing. Mario Troso, sono in mostra 220 esemplari autentici di armi che coprono 2000 anni di storia. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: [[alabarda|alabarde]], picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo [[pilum]] romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della [[battaglia di Hastings]], recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l'epopea normanna in Europa, spiccano un'armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII secolo e un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.
 
===== Museo Civico e della Ceramica =====
Si trova a Palazzo Forte, in via D'Afflitto. All'interno si possono ammirare una raccolta di ceramica locale risalente al [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]] ad uso domestico o ornamentale ed una donazione privata di ceramiche meridionali-adriatiche risalente al IV-V secolo a.C. Alle ceramiche si sommano rare edizioni a stampa dei secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] provenienti dalle librerie di conventi che sorgevano sul territorio e che furono soppressi nel corso dell'[[XIX secolo|Ottocento]], nonché la fototeca civica dal [[1865]] al [[1955]].
 
===== Museo Archeologico =====
Ospitato dal Palazzo Anzani, vi si trovano reperti archeologici rinvenuti nell'insediamento sulla collina della Starza, corredi funebri ritrovati nelle tombe a tumulo di un insediamento sannitico di [[Casalbore]], reperti romani provenienti da [[Aequum Tuticum]] ed altri oggetti d'interesse storico rinvenuti nel comprensorio.
 
===== Museo Degli Argenti =====
Ha sede nell'ex Tesoreria della Cattedrale dell'Assunta. Conserva tra l'altro un ostensorio d'argento di Pietro Vannini, il reliquario contenente le [[Sacra Spina|Sacre Spine]] della corona di [[Cristo]], donate da [[Carlo I d'Angiò]] al Vescovo di Ariano, e la statua in argento del Santo Patrono della città, risalente al [[XVII secolo]].
 
===== Museo Diocesano =====
Ospita pitture del [[XVII secolo|Seicento]] e [[XVIII secolo|Settecento]] napoletano, tra cui "l'Annunciazione" del pittore fiammingo Wenzel Cobergher, altre opere lignee e marmoree oltre ad un gran numero di oggetti ed arredi sacri. Al suo interno è ubicata la Biblioteca Diocesana che conta circa 10.000 opere e l'archivio storico della Curia Vescovile.
 
===== Museo Arcucci =====
Custodito dalle [[Suore dello Spirito Santo]], conserva documenti di archivio delle monache Benedettine Cassinesi di Ariano risalenti al periodo tra il 1565 ed il 1877, volumi della biblioteca, arredi e oggetti sacri.
 
===== Museo di Storia della Vita e della Terra "Biogeo" =====
Sito all'interno del centro di ricerca e campus "Biogem". Biogeo ha lo scopo di illustrare l'origine e l'evoluzione della vita sulla Terra. Al suo interno sono esposti numerosi fossili ed è possibile ammirare i resti di un [[allosaurus|allosauro]]. Infine, è da poco stata inaugurata la Quadrisfera, una struttura ideata dal fisico italiano [[Paco Lanciano]], che consente di assistere ad una multiproiezione di quattro filmati sincronizzati in un caleidoscopio tecnologico, grazie ad un complesso gioco di monitor e specchi, come nel centro di una sfera. L'allestimento multimediale racconta, in pochi suggestivi minuti e con suoni ed immagini di grande forza comunicativa, gli eventi legati all'origine e all'evoluzione della terra e della vita.
 
=== Media ===
 
==== Radio ====
''Radio Canale 4'' è stata un'emittente radiofonica fondata negli anni '90. Modulava su 102,7 sulle province di Avellino e Benevento e in streaming su www.radiocanale4.it. La radio ha spento le sue frequenze a seguito della conversione in Ai Radio.
 
''Ai Radio'' emittente radiofonica che nasce dalle ceneri di Radio Canale 4 e modula in Fm sulle province e città di Avellino e Benevento con la 107,7. Ha iniziato i programmi il 10 novembre 2014 dopo aver apportato una serie di cambiamenti alla struttura sia tecnica che artistica.
Si occupa principalmente di informazione locale condotta in diretta con aggiornamenti riguardanti le notizie del territorio su cui si estende la copertura, ovvero le province di Avellino e Benevento. Durante il giorno si susseguono le dirette con professionisti dell'intrattenimento radiofonico.
 
==== Televisione ====
''Canale 58'' è l'emittente televisiva cittadina, fondata da Pietro Puopolo (presidente) e Amleto Bevere (amministratore delegato e responsabile di rete) unitamente ad un gruppo di imprenditori soci, diretta da Gianni Raviele, ex vicedirettore del [[TG1]]. Nata alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]], si caratterizza per un palinsesto focalizzato sull'informazione regionale. Infatti nel 2013 l'emittente televisiva, oltre ad ampliare la copertura territoriale estendendola a tutte le province campane, si è dotata di un sito web: www.canale58.com con servizi rubriche ed altro.
 
===Cucina===
 
La cucina arianese rispecchia le tradizioni contadine e pastorali del luogo. I piatti principali si preparano con prodotti “poveri”, soprattutto verdure; la carne più utilizzata è quella di [[Sus scrofa domesticus|maiale]], di cui praticamente viene sfruttato ogni scarto per gli usi più vari, dal [[lardo]] all'osso del [[prosciutto]], mentre le poche pietanze di pesce sono a base di [[baccalà]]. I condimenti per eccellenza sono [[Irpinia - Colline dell'Ufita|olio d'oliva locale]], cui è stato accordata la [[Denominazione di Origine Protetta - Protezione Transitoria Nazionale|Protezione Nazionale Transitoria]] in vista del [[Denominazione di origine protetta|DOP]], e la [[strutto|sugna]].
 
Tipica dell'arianese è la pasta casereccia cucinata con verdure o [[ragù]]. I formati più tradizionali sono i ''Cicatielli'', di forma allungata con un'incavatura all'interno ed i ''Cavaiuóli'', ravioli con ricotta di forma circolare.
 
Tra i '''primi piatti''' caratteristici di questa parte dell'Appennino si possono citare:
* ''minesta mmaritata'', verdura bollita con pollo e prosciutto;
* ''làjne 'e fasùli'', fettuccine all'uovo con fagioli;
* ''cardone'', cardo a pezzetti cotto in brodo di gallina con polpettine di carne ed uova. Si tratta di una pietanza tipica delle festività;
* ''ciambòtta'', uno stufato a base di verdure stagione come patate, pomodori, fagiolini aglio sedano ecc.
 
Tra i '''secondi piatti''' si possono ricordare:
* ''pipilli e patane cu lu salisicchio'', salsiccia di maiale a tocchetti, fritta con patate e peperoni;
* ''mugliatiélli'', involtini di interiora e frattaglie di agnello, avvolti con l'intestino;
* ''spizzatino Arianese'', carne di vitello a tocchetti con salsa di pomodoro;
* ''pizza cu li ccécule'', una pizza di pane con pezzettini di lardo di maiale disciolto;
* ''fritticiello'', soffritto con interiora di maiale, o agnello, patate e peperoni all'aceto. In passato era un tipico piatto invernale, quando tra dicembre e gennaio si macellavano i suini;
* ''cime e baccalà'', baccalà cotto con cime di rapa;
* ''pipilli chjini'', peperoni all'aceto ripieni con un impasto di mollica di pane sbriciolata, pinoli, noci, uva passa, aglio, prezzemolo, olio ed altri condimenti. L'accoppiata ''pipilli chjini'' – ''cime e baccalà'' è tipica della vigilia di natale.
 
Per quanto riguarda i '''dolci''', infine:
* ''casatiello'', una focaccia dolce farcita di riso. È tipica del periodo pasquale;
* ''malati'', tarallucci di pasta bolliti nel vino cotto.
 
 
===Eventi===
 
Ciascuno degli eventi qui riportati può seguire una cadenza trimestrale o annuale:
* Fiere della Campania<ref>http://www.corsoitalianews.it/fiera-caccia-pesca-ad-ariano-irpino-numerose-le-adesioni-020317/</ref>
* Ariano Film Festival<ref>https://www.comingsoon.it/cinema/news/al-via-la-v-edizione-dell-ariano-film-festival-in-programma-dal-29-luglio/n68637/</ref>
* Vicoli ed Arte<ref>http://www.ecampania.it/avellino/eventi/vicoli-ed-arte-ad-ariano-irpino</ref>
* Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine<ref>http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/08/01/news/storia_folklore_e_fede_ad_ariano_irpino-145187038/</ref>
* Ariano Folk Festival<ref>http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/spettacoli/17_agosto_17/ariano-folkfestival-irpinia-band-russia-africa-america-latina-952b4326-8350-11e7-ab10-ace68caae8fb.shtml</ref>
* ClassicAriano, rassegna di musica classica curata dalla Società italiana della musica da camera<ref>http://www.quotidianodelsud.it/campania/societa-cultura/2016/07/29/basilica-cattedrale-apre-porte-classicariano</ref>
 
==Persone legate ad Ariano Irpino==
*
* [[Girolamo Angeriano]] ([[1470]] - [[1535]]), poeta e umanista
* [[Diomede Carafa]] ([[1492]] - [[1560]]), cardinale
* [[Donato Anzani]] ([[1658]] - [[1732]]), vescovo
* [[Giovanni Angelo Anzani]] ([[1701]] - [[1770]]), vescovo
* [[Filippo Maria Pirelli]] ([[1708]] - [[1771]]), cardinale
* [[Nicola Intonti]] ([[1775]] - [[1839]]), ministro borbonico
* [[Pietro Paolo Parzanese]] ([[1809]] - [[1852]]), poeta
* [[Pasquale Stanislao Mancini]] ([[1817]] - [[1888]]), giurista e politico
* [[Aurelio Covotti]] ([[1871]] - [[1956]]), storico della filosofia
* [[Ireneo Vinciguerra]] ([[1887]] - [[1954]]), deputato dell'Assemblea Costituente
* [[Italo Sgobbo]] ([[1901]] - [[1993]]), medico, archeologo, ispettore onorario per i beni archeologici
* [[Enea Franza]] ([[1907]] - [[1986]]), senatore della repubblica
* [[Francesco Cusano]] ([[1925]] - [[1976]]), poliziotto, medaglia d'oro al [[valor civile]]
* [[Luigi Franza]] ([[1939]]), senatore della repubblica e avvocato penalista
* [[Giovanni Grasso (politico)|Giovanni Grasso]] ([[1940]] - [[1999]]), politico
* [[Ortensio Zecchino]] ([[1943]]), politico e storico
* [[Leonardo Surro]] ([[1962]]), calciatore
*[[Lorenzo Zecchino]] ([[1963]]), cantautore
* [[Alfredo Cardinale]] ([[1976]]), calciatore
 
==Geografia antropica==
===Urbanistica===
Il centro storico cittadino, situato sul crinale del "Tricolle" e di impianto [[Alto Medioevo|alto-medioevale]], aveva fin dall'origine una forma piuttosto allungata. Esso infatti si disponeva lungo un antico tracciato (probabilmente una semplice mulattiera non pavimentata) che da [[Benevento]] (capitale dell'omonimo [[Ducato di Benevento|Ducato]] [[Longobardi|longobardo]]) conduceva verso la [[Puglia]], all'epoca duramente contesa ai [[Bizantini]]. Tale tracciato è tuttora riconoscibile nelle vie Conservatorio, Strada (oggi Capezzuti), Annunziata, D'Afflitto, Piazza Ferrara (oggi Garibaldi), Guardia (oggi Umberto I), Pasteni. Da tale percorso si staccavano poi altre mulattiere (dirette verso alcuni paesi limitrofi) lungo le quali sorsero diversi rioni: è il caso del "Sambuco" (vie S.Stefano-Anzani) lungo una direttrice per [[Villanova del Battista|Villanova]]-[[Zungoli]] ma anche di "San Nicola" (vie Parzanese-Intonti) lungo un tracciato per [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]. La cerchia urbana era cinta da mura, alcuni tratti delle quali sono tuttora visibili in via Russo-Anzani. Invece il castello, estremo baluardo, sorgeva nel punto più elevato ed era staccato dal resto dell'abitato, attorno al quale vi erano piuttosto alcune distese di pascoli pubblici. L'agro rurale, sebbene assai vasto, risultava poco popolato in quanto vi erano solo rari gruppi di case fortificate (i [[casale|casali]]), destinati comunque a soccombere agli attacchi continui cui erano sottoposti. Di contro i burroni che attualmente circondano il centro storico non esistevano in origine; essi si sono formati a seguito di profondi [[erosione|fenomeni erosivi]] (e conseguenti [[frana|frane]]) provocati dell'erronea regimentazione delle acque piovane lungo i ripidissimi pendii e, nel corso dei secoli, hanno inghiottito diversi rioni risultando così non meno dannosi dei terremoti. Tuttavia nel complesso la conformazione urbana subì sostanzialmente poche modifiche durante il suo primo millennio di vita, nonostante le guerre continue e il succedersi delle dominazioni.
 
La situazione mutò radicalmente solo nel [[XVIII secolo]], quando Re [[Carlo III di Spagna]] fece costruire la "Via Regia delle Puglie", ossia la prima grande strada carreggiabile che, per ragioni di spazio, si limitava a rasentare il centro storico (attuali Corso Vittorio Emanuele - Via Nazionale). Fu in quel periodo che bottegai e tavernai si stabilirono in massa lungo la nuova strada, fondando così i rioni S.Rocco, S.Domenico, S.Giovanni, Valle e Pagliare. Nel frattempo, grazie all'accresciuta sicurezza (garantita dal potente esercito spagnolo), in tutte le zone rurali si edificavano numerose [[masseria|masserie]], molte delle quali erano comunque fortificate.
 
Un secondo rivoluzionamento urbanistico si ebbe poi nel [[XX secolo]], determinato non solo dagli eventi bellici della [[Seconda Guerra Mondiale]] ma anche dal susseguirsi di ben tre terremoti nell'arco di soli 50 anni (dal 1930 al 1980). Si determinò allora, oltre all'ampliamento del centro storico a scapito degli antichi pascoli pubblici (rioni Calvario, Pallottini, Pasteni, Fontananuova), anche la costruzione di nuovi quartieri periferici (Cardito, S.Pietro, S.Antonio, Martiri) situati a mezza costa lungo l'attuale tracciato in variante della [[Strada Statale 90 delle Puglie]]. L'intero centro abitato ha assunto così una conformazione conico-elicoidale di cui però il centro antico continua a rappresentare il vertice. Si è inoltre registrata un'intensa attività edilizia nelle zone rurali con la creazione di numerosissime villette spesso allineate (le quali ospitano in effetti una buona metà della popolazione attuale), mentre il centro storico è stato solo parzialmente ricostruito. Tuttavia l'attuale piano urbanistico comunale ed il relativo regolamento edilizio, in vigore dal 29 Aprile 2010<ref>http://old.comunediariano.it/SUE/index.html</ref>, assegnano particolare tutela proprio alla città storica nell'ambito delle aree urbane, mentre la stragrande maggioranza del circostante territorio comunale è riconosciuta quale paesaggio rurale.
 
=== Frazioni e località ===
Nell'ambito del territorio comunale non vi sono altri [[centro abitato|centri abitati]] oltre a quello di Ariano.
 
Numerosi sono invece i [[località abitata#nucleo abitato|nuclei abitati]] rurali, detti localmente "contrade":
* ''Àccoli'' (alt. 640 m. s.l.m.), il nome deriva da "àcquole" (=piccole sorgenti d'acqua), stessa etimologia della città de [[L'Aquila]];
* ''Acqua di Tauro'' (alt. 530 m. s.l.m.), vi si trova un'antica fontana ben conservata;
* ''Acquasalza'' (alt. 380 m. s.l.m.), detta così per la presenza di sorgenti d'acqua salata. Più a valle vi è invece una conca assai fertile, chiamata ''Codelonga'';
* ''Acquazzuolo'' (alt. 460 m. s.l.m.), nei cui pressi sono stati rinvenuti sporadici resti risalenti al [[Neolitico]];
* ''Anselìce'' (alt. 300 m. s.l.m.), situata nel punto climaticamente più caldo del territorio comunale, ove raramente nevica;
* ''Arnola'' (alt. 535 m. s.l.m.);
* ''Bagnara'' (alt. 510 m. s.l.m.);
* ''Bassiello'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata lungo un antica mulattiera per [[Montecalvo Irpino]];
* ''Bosco'' (alt. 620 m. s.l.m.), in questa grande area verde si tiene la tradizionale festa della pizza;
* ''Brecceto'' (alt. 630 m. s.l.m.), nella parte bassa vi è un'antica fontana;
* ''Caccarone'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi si trovano diversi profondi laghetti che erano antiche cave di gesso;
* ''Camporeale'' (alt. 630 m. s.l.m.), situata lungo la linea spartiacque su di un vasto altipiano erboso, all'intersezione fra il Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]] e il [[Tratturello]] per [[Foggia]]. Ricca di antiche [[masseria|masserie]] (notevoli soprattutto quelle di''San Giovanni'' e ''Santa Lucia''), ospita oggi diversi insediamenti produttivi e il centro di ricerche Biogem<ref>([[#Cultura#Ricerca|vedi sezione Ricerca]])</ref>
* ''Cannelle'' (alt. 615 m. s.l.m.), anticamente era sede di una villa della nobile famiglia Caracciolo-Cannelle. Attualmente al suo posto sorgono un centro sociale e l'arena "Pietro Mennea";
* ''Cardito'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi è una chiesetta dedicata a [[San Francesco di Paola]], Divenuta oggi assai popolosa, ospita la zona commerciale della città;
* ''Cariello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome deriva forse da ''lucariello'' (=piccolo podere, in dialetto ''luoco''), in seguito interpretato come ''lu cariello'';
* ''Carpiniello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome dialettale significa letteralmente "fontanella". Situato in una valle amena, ospita oggi un importante centro sportivo;
* ''Casavetere'' (alt. 580 m. s.l.m.);
* ''Casone'' (alt. 370 m. s.l.m.), ospita l'area fieristica;
* ''Castaglione'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è un rilievo roccioso ma non vi sono prove dell'esistenza di un castello;
* ''Centovie'' (alt. 390 m. s.l.m.);
* ''Cerreto'' (alt. 575 m. s.l.m.), ospita la stazione ferroviaria (nella frazione ''Scalo'', situata nel fondovalle a soli 480 m. s.l.m.) e la chiesa di San Giovanni Evangelista. In passato vi erano anche alcune fornaci per la produzione di laterizi (ora abbandonate);
* ''Cervo'' (alt. 375 m. s.l.m.), vi è una chiesa dedicata alla Madonna di Pompei;
* ''Cesine'' (alt. 620 m. s.l.m.), si estende a valle del santuario della Madonna del Carmine;
* ''Cippone'' (alt. 575 m. s.l.m.), da cui si gode un'ampia veduta panoramica sulla valle del [[Miscano]];
* ''Consini'' (alt. 685 m. s.l.m.);
* ''Contessa'' (alt. 250 m. s.l.m.), situata in prossimità del fiume [[Ufita]] sul confine di [[Apice]], tra tutte le contrade è quella situata alla minore altitudine;
* ''Costa San Paolo'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta anche ''Cupre'' o ''Cùpido'';
* ''Costavaccaro'' (alt. 720 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Zungoli]], è quasi spopolata. Vi sorge, su di una rupe boscosa a strapiombo sul fiume [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], l'antica Torre de li Pizzi<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture militari|vedi sezione Monumenti]])</ref>; vi erano anche numerose cave di pietra;
* ''Creta'' (alt. 460 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Melito Irpino]], vi si trova oggi la cappella del Purgatorio;
* ''Cristina'' (alt. 375 m. s.l.m.), ubicata lungo la linea ferroviaria a ridosso del fiume [[Miscano]] e pressoché spopolata, ospitava uno stabilimento per la produzione di materiali per edilizia le cui materie prime erano tratte da alcune cave presenti in loco, ora abbandonate;
* ''Cupamorte'' (alt. 640 m. s.l.m.), pare che fosse così denominata poiché in tempi antichi vi era un covo di briganti e assassini;
* ''Difesa Grande'' (alt. 700 m. s.l.m.), situata su di un vasto altipiano al confine con [[Monteleone di Puglia]], è una fra le più estese contrade arianesi. Vi passava la [[via Herculea]], come attestato da un reperto rinvenuto in loco. Vi si trovano diverse cave (gesso, argilla e pietra da costruzione, ora tutte in disuso), molte [[masseria|masserie]], l'antica ''Torre delle Ciàvole'' (in dialetto ''ciàvola''=cornacchia) e la piccola chiesa del Calvario.
* ''Falceta'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome non deriva da "falce", ma dalle [[felci]] che vi crescevano in abbondanza. Conserva un'antica masseria;
* ''Festola'' (alt. 660 m. s.l.m.);
* ''Ficucelle'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Fiumarelle'' (alt. 430 m. s.l.m.), situata a monte della confluenza del torrente omonimo nel fiume [[Ufita]];
* ''Foresta'' (alt. 500 m. s.l.m.), il toponimo deriverebbe da un cognome;
* ''Frascineta'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Frolice'' (alt. 635 m. s.l.m.) vi è la chiesa del Buon Consiglio;
* ''Gaudiciello'' (alt. 500 m. s.l.m.), di origine antica<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>, il nucleo originario è detto ''le Caselle'';
* ''Grignano'' (alt. 535 m. s.l.m.), pure di antica origine, attestato in epoca medioevale come "Grimianus";
* ''Loreto'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il nome dall'antica chiesetta della Madonna di Loreto, tuttora esistente;
* ''Macchiacupa'' (alt. 540 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Castelfranco in Miscano]] conserva diverse masserie, alcune delle quali trasformate a scopo turistico. Non vi è invece più traccia della "selva scura" a cui sembra riferirsi il toponimo;
* ''Maddalena'' (da non confondere con San Pietro Maddalena, alt. 570 m. s.l.m.), vi si trova la chiesetta di Sant'Agostino;
* ''Marchetto'' (alt. 525 m. s.l.m.), nei pressi vi è una profonda forra, il ''Canalone'';
* ''Martiri'' (alt. 635 m. s.l.m.), conserva l'antica chiesa di S.Stefano (anticamente S.Maria). Ospita oggi uno dei quartieri più popolosi della città;
* ''Masciano'' (in realtà la "s" non viene pronunciata, alt. 575 m. s.l.m.), di probabile antica origine, è situata sul confine di [[Villanova del Battista]];
* ''Masserie'' (alt. 525 m. s.l.m.);
* ''Mogna'' (alt. 660 m. s.l.m.), ospita il cimitero con una chiesetta;
* ''Montagna'' (alt. 725 m. s.l.m.);
* ''Montecifo'' (alt. 635 m. s.l.m.) detta anche ''Municivio'';
* ''Monte dell'Asino'' (alt. 550 m. s.l.m.);
* ''Montefalco'' (alt. 625 m. s.l.m.), è presente un'antica masseria. In passato vi erano grandi cave di pietra;
* ''Montetrecalli'' (alt. 690 m. s.l.m.);
* ''Monticchio'' (alt. 535 m. s.l.m.);
* ''Orneta'' (alt. 570 m. s.l.m.), la denominazione in effetti è errata poiché il nome non deriva dalla pianta dell'[[orniello|orno]] ma da quella del [[corniolo]]<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>. Vi sono una scuola e la chiesa delle Grazie;
* ''Ottaggio'' (alt. 585 m. s.l.m.), forse il nome deriva dal personale Octavius (cfr. [[Foggia]] da fovea);
* ''Palazzisi'' (alt. 440 m. s.l.m.);
* ''Paragano'' (alt. 670 m. s.l.m.);
* ''Parzano'' (alt. 470 m. s.l.m.), di probabile antica origine, ospita una scuola e qualche ufficio pubblico;
* ''Patierno'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Perazzo'' (alt. 660 m. s.l.m.), in dialetto significa "pero selvatico";
* ''Petrara'' (alt. 650 m. s.l.m.), situata a valle della fontana Nuova;
* ''Pianerottolo'' (alt. 555 m. s.l.m.), situata lungo il fiume [[Cervaro]] e quasi spopolata, ospita però una stazione ferroviaria disabilitata che è ubicata nel punto altimetricamente più elevato della linea [[ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]]. Si trattava in effetti di uno scalo tecnico, necessario soprattutto all'epoca dei treni a vapore;
* ''Piano del Nuzzo'' (alt. 535 m. s.l.m.), interessata da vasti rimboschimenti;
* ''Pianotaverna'' (alt. 490 m. s.l.m.) situata lungo l'antica mulattiera che collegava Ariano con [[Villanova del Battista]], il che spiega il motivo della presenza in loco di una taverna (oggi scomparsa);
* ''Pignatale'' (alt. 630 m. s.l.m.), il nome dialettale fa riferimento ai ''pignatari'', ossia produttori di ''pignate'' (=pentole di terracotta);
* ''Pisciriello'' (alt. 550 m. s.l.m.), in dialetto significa "fontanino". Vi si trova la chiesa della Madonna delke Grazie;
* ''Ponnola'' (alt. 600 m. s.l.m.), anticamente detta ''Vitone'';
* ''Pontegonnella'' (alt. 565 m. s.l.m.), situata presso il confine con [[Savignano Irpino]], conserva l'antica Masseria delle Monache e una grande fontana settecentesca<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture civili#Le fontane|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Pontelusbergo'' (alt. 350 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Grottaminarda]];
* ''San Donato'' (alt. 585 m. s.l.m.), antico casale, conserva i ruderi della chiesetta omonima e la masseria ''Chiuppo di Bruno'';
* ''San Felice'' (alt. 550 m. s.l.m.), vi si trova la chiesa omonima.
* ''San Giovanni Manna'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta semplicemente ''Manna'', ospita un ufficio pubblico;
* ''San Liberatore'' (alt. 510 m. s.l.m.), vi si trova l'omonimo antico santuario<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref> dedicato a uno dei compatroni della città;
* ''San Nicola Trignano'' (alt. 450 m. s.l.m.), la più occidentale fra le contrade arianesi, situata a cavallo del 15° [[meridiano]] (su cui è basata l'ora solare [[UTC+1]] dell'Europa centro-occidentale). Vi si trova la chiesa omonima; nella parte bassa vi è un'enorme rupe a strapiombo sul fiume [[Ufita]], detta ''Cannacamera'', in voga tra gli appassionati di deltaplano;
* ''San Pietro Maddalena'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è la chiesa con l'eremo ove visse [[Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città, cui è dedicato il complesso ospedaliero (con annessa elisuperficie) situato in zona. Nella stessa area vi è inoltre la settecentesca Fontana della Maddalena. Oggi San Pietro ospita un quartiere alquanto popoloso;
* ''San Potito'' (alt. 605 m. s.l.m.);
* ''Sant'Antonio'' (alt. 680 m. s.l.m.), poco al di sotto della settecentesca fontana omonima vi è anche un'altra sorgente chiamata fontana Tetta;
* ''Santa Barbara'' (alt. 530 m. s.l.m.) vi è la chiesa omonima e, poco più a valle, un'antica fontana;
* ''Santa Croce'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il suo nome dalla cappella del Crocifisso, tuttora ben conservata;
* ''Santa Maria Tuori'' (alt. 545 m. s.l.m.);
* ''Sant'Angelo Torricelli'' (alt. 720 m. s.l.m.), in dialetto detta ''Capocastagno'';
* ''Santa Regina'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi sono fonti di acqua solfurea;
* ''Sant'Eleuterio'' (alt. 575 m. s.l.m.), il toponimo risale all'epoca della breve dominazione [[Bizantini|bizantina]] (fine del [[IX secolo]]); oggi quasi spopolata, ospita però l'importante area archeologica del fiorente borgo romano di [[Aequum Tuticum]];
* ''San Tommaso'' (alt. 640 m. s.l.m.), situata a valle dell'antico convento dei Cappuccini, tuttora visibile. Ospita oggi un campo sportivo polivalente;
* ''San Vito'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Montecalvo Irpino]], trae il nome da un'antica chiesa, oggi distrutta. In quest'area fu rinvenuta un reperto di epoca romana riportante, fra l'altro, la parola "mefite", il quale sembra attestare l'importanza religiosa che le [[Rocca San Felice#Monumenti e luoghi di interesse#Area archeologica della Valle d'Ansanto|Mofete di Ansanto]] assumevano per gli antichi [[Irpini]];
* ''Scannaturo'' (alt. 625 m. s.l.m.), ospita un'antica [[masseria]] situata lungo la [[via Traiana]]. Oggi pressoché spopolata, è la più settentrionale fra le contrade arianesi, trovandosi anche più a nord del monte [[Circeo]] situato nel [[Lazio]];
* ''Scarnecchia'' (alt. 465 m. s.l.m.), il toponimo deriva da un antico soprannome. Vi è la fontana del ''Càrpino della Pila''
* ''Serra'' (alt. 575 m. s.l.m.), nella parte più alta vi è la zona alberghiera;
* ''Serralonga'' (alt. 675 m. s.l.m.), situata a cavallo della linea spartiacque, forma la cosiddetta [[sella di Ariano]]; in profondità vi passa la galleria ferroviaria di valico;
* ''Sprinia'' (alt. 595 m. s.l.m.), ospita un'antica masseria situata lungo la [[via Traiana]];
* ''Starza'' (alt. 500 m. s.l.m.), oltre ad un'antica masseria vi è un'importantissima area archeologica con i resti di un villaggio preistorico popolato ininterrottamente per diverse migliaia di anni (il più antico villaggio [[neolitico]] della [[Campania]])<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Aree archeologiche|vedi sezione Archeologia]])</ref>;
* ''Sterda'' (alt. 670 m. s.l.m.), in realtà è divisa in due settori, ''Sterda di Sopra'' e ''Sterda di Sotto'', separati da un'altura boscosa;
* ''Stillo'' (alt. 440 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Gerardo;
* ''Stratola'' (alt. 575 m. s.l.m.);
* ''Tesoro'' (alt. 620 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Giuseppe, situata esattamente sulla linea spartiacque. Lungo il vicino fiume [[Cervaro (fiume)]] vi era una fabbrica di laterizi che sfruttava l'argilla estratta da una cava vicina, ora in disuso;
* ''Torana'' (alt. 575 m. s.l.m.), assai popolosa, ricca di antichi querceti. Nei pressi vi è la fontana ''Angelica'', chiamata così perché considerata miracolosa;
* ''Torreamando'' (alt. 495 m. s.l.m.), di antica origine; un reperto archeologico ivi rinvenuto attesta il passaggio della via ''Aemilia''. In epoca medioevale costituì un casale denominato ''Amando'' o ''Amandi'', da cui l'attuale nome dialettale '' la Manna''. Oggi vi sono due chiese (dedicate alla Madonna dell'Assunta) e una scuola;
* ''Tranzano'' (alt. 615 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da "Terentius");
* ''Trave'' (alt. 670 m. s.l.m.), vi era uno stabilimento per la lavorazione del gesso estratto dalle cave situate nei dintorni, ora abbandonate;
* ''Tre Lupi'' (alt. 620 m. s.l.m.), situata lungo il [[Tratturello]] Camporeale-[[Foggia]] ma quasi spopolata;
* ''Tressanti'' (alt. 560 m. s.l.m.), detta così perché vi è la chiesa dei Santi Apostoli;
* ''Trimonti'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è effettivamente una triplice altura;
* ''Turchiciello'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Turco'' (alt. 635 m. s.l.m.), il nome deriva da un antico soprannome. Vi è la chiesa di San Michele;
* ''Valdugliano'' (alt. 465 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da Vallis Tulliana). È detta anche ''Piano di Via'' o ''Piano di Vico'';
* ''Valleluogo'' (alt. 530 m. s.l.m.), situata in una valle ricca di verde e di acque, ospita un interessante santuario mariano<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Vallone di Valle'' (alt. 500 m. s.l.m.), presso una conca ricca di verde e di acque;
* ''Vascavino'' (alt. 565 m. s.l.m.), vi è la chiesa del Sacro Cuore;
* ''Viggiano'' (alt. 550 m. s.l.m.), è situata a valle del santuario della Madonna di Fatima. Ospita oggi il Palazzetto dello Sport.
 
==Economia==
===Agricoltura===
Il settore agro-zootecnico ha assunto da sempre grande rilevanza, come attestato sia dall'ampiezza del territorio comunale (il più esteso della [[Campania]]) che dalla predominanza degli insediamenti rurali sparsi.<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.2, commi 2 e 3.|accesso=10 maggio 2009}}</ref>
 
Questi ultimi presero forma dapprima nel [[Medioevo]] sotto il nome di [[casale|casali]] che però successivamente vennero distrutti e abbandonati. In epoca [[Rinascimento|rinascimentale]] sorsero poi le [[masseria|masserie]], molte delle quali tuttora esistenti (alcune trasformate in aziende agrituristiche). Al giorno d'oggi però la gran parte della popolazione risiede in [[nucleo abitato|nuclei]] moderni di case o villette allineate, detti "contrade".
 
Tra i prodotti tipici più rinomati si annoverano le olive (destinate all`estrazione di olio extravergine [[Denominazione di origine protetta|DOP]] "[[Irpinia - Colline dell'Ufita]]"<ref>https://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/pdf/disciplinare-olio-irpinia-ufita.pdf&sa=U&ved=0ahUKEwiDnvX6zufVAhUGPFAKHfCiAwIQFggvMAM&usg=AFQjCNHsKmPOIc_u5vGBFlLxvPPmFhyyig</ref>), i cereali (utilizzati localmente sia per la produzione di pane e pasta che per l'alimentazione animale), la frutta, i legumi, le carni e i latticini (questi due ultimi ricavati principalmente da allevamenti bovini).
 
===Artigianato===
 
La città si caratterizza per un peculiare prodotto artistico: la maiolica.
 
Della maiolica arianese si hanno esemplari risalenti già al [[XIII secolo]]. Da documenti angioini si apprende che nel [[1200]] era attiva ad Ariano una vera e propria corporazione di ceramisti che venivano tassati per la loro attività: "''cives laborantes in creta-extranea vendentes vasa terrea vel vitrea''"<ref> nome=Antuono </ref>. In quel periodo maestri artigiani islamici avevano attivato in Ariano le proprie fornaci. Gli [[Arabi]] erano giunti in città a seguito di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II il Normanno]], sovrano che seppe convivere con i vinti, utilizzando al meglio le loro conoscenze e la loro vasta cultura. Ceramica italo-araba era quella prodotta inizialmente in Ariano, decorata secondo una concezione della vita e del mondo tipicamente orientale e che ci riconduce alla maestria degli artigiani islamici che avevano le proprie fornaci nelle terre conquistate della Sicilia. Testimoniano in tal senso i reperti provenienti dal castello, dal centro cittadino e dalle discariche storiche.
 
Fino a tutto il [[XVI secolo]] le maioliche si presenteranno tutte smaltate in bianco e decorate con sintetici elementi in azzurro. Nel [[XV secolo]] le opere dei maestri ceramisti risentiranno dell'influenza esercitata dai maestri di [[Faenza]], portati in città, intorno al [[1421]], dal conte di Ariano, [[Francesco Sforza]], futuro Duca di [[Milano]]. I bianchi faentini, che incontreranno notevole fortuna e verranno prodotti in quasi tutte le botteghe di maiolica italiane del secolo [[XVII secolo|XVII]], prenderanno vita in Ariano come a [[Faenza]] già nel secolo XVI.
 
Se di questa tradizione secolare sono testimonianza i repenti rinvenuti sul territori ed i resti di diverse fornaci in località Tranesi, oggi la produzione è più che mai vasta, toccando fiasche, borracce, busti, coppe, targhe, figure, anfore. Tutti pezzi ottimamente decorati dagli artigiani arianesi, sovente di forma assai fine ed elaborata. Un vasto repertorio di antiche maioliche arianesi è conservato nel Museo Civico della città.
 
===Turismo===
La città vanta un'antica tradizione sia nel campo della ristorazione che per quanto attiene alle strutture recettive. Infatti, trovandosi all'altezza dell'unico importante [[sella di Ariano|valico appenninico]] fra Campania e Puglia, ha sempre contato su di un intenso traffico di viaggiatori e viandanti ai cui bisogni provvedeva una numerosa classe locale di bottegai e tavernai. Tuttavia, a seguito della costruzione della [[ferrovia Napoli-Foggia|ferrovia]] nel XIX secolo e dell'[[autostrada dei due mari|autostrada]] nel secolo successivo, si è assistito a un drammatico calo dei transiti interregionali giornalieri lungo la vecchia [[strada statale 90 delle Puglie|strada nazionale delle Puglie]]. Si è determinata allora l'impellente necessità di trasformare quella gran mole di strutture e di competenze in modo tale da riuscire a intercettare i moderni flussi turistici. Molte sono state le strategie adottate non solo dai singoli operatori, ma anche dalle amministrazioni locali. Innanzitutto si è ritenuto opportuno vitalizzare l'estate arianese e, in una seconda fase, anche le festività natalizie, con una serie di manifestazioni a cadenza settimanale o perfino (nel mese di agosto) giornaliera, allo scopo di indurre i tanti emigranti di ritorno a trattenersi il più a lungo possibile nel paese natio. Sono state poi organizzate iniziative di alto spessore (festival musicali e cinematografici, rassegne artistiche, eventi sportivi, rievocazioni storiche, fiere tematiche <ref>([[#Cultura#Eventi|vedi sezione Eventi]])</ref>) la cui eco si è riverberata talvolta a livello nazionale. Molte tradizioni antiche, ormai in decadenza, sono state inoltre riscoperte e valorizzate; ad esempio si è provveduto a riqualificare le cinque antiche Fiere (ridotte ormai a mercati di bestiame) della domenica delle Palme, della domenica in Albis, della Madonna del Carmine, di Sant'Antonio e di Ognissanti evitando ogni commistione con il mercato settimanale che è stato invece differito al mercoledì. Determinante è stata poi la fattiva collaborazione di agricoltori, allevatori e artigiani che sono stati convinti a puntare su di un numero limitato di prodotti ma di prima qualità, talché i canoni della vecchia economia contadina sono risultati capovolti; davvero esemplare è stato, al riguardo, lo sviluppo registrato dalle aziende agrituristiche. Si è infine riusciti a coinvolgere le associazioni e gli altri enti locali al fine di creare dei consorzi che, oltre alla gestione consociata dei servizi, si occupassero anche dell'organizzazione di iniziative comuni con l'obiettivo precipuo di evitare i campanilismi e le sovrapposizioni tra eventi. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi e le evidenti potenzialità, Ariano Irpino rappresenta oggi una meta turistica nota in un ambito essenzialmente interregionale ma non ancora a livello internazionale.
 
==Infrastrutture e trasporti==
===Strade===
L'asse portante di tutta la viabilità cittadina è costituito dalla [[Strada Statale 90 delle Puglie]] che, unitamente alle sue varianti (la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 bis delle Puglie|S.S. 90bis]] e la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 dir delle Puglie|S.S. 90dir]]), attraversa il territorio comunale in tutta la sua lunghezza nel tratto compreso fra il casello [[Autostrada dei due mari|A16]] di [[Grottaminarda]] (situato lungo la direttrice per [[Avellino]]-[[Benevento]]) e lo scalo [[Ferrovia Napoli-Foggia|RFI]] di [[stazione di Savignano Greci|Savignano-Greci]] (sulla direttrice per [[Foggia]]).
 
Vi sono poi numerose [[strada provinciale|strade provinciali]], le quali si dispongono a formare una rete a maglie larghe che consente i collegamenti con tutti i comuni limitrofi e anche con alcune sedi suburbane di rilevante interesse, quali la [[Stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]] e l'area fieristica.
 
Particolarmente fitto e articolato è infine il reticolo formato dalle [[strada comunale|strade comunali]], non tutte però agevolmente percorribili.
 
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Ariano Irpino}}
Ariano Irpino dispone di una propria [[stazione ferroviaria]] situata sulla tratta Benevento-Foggia della linea [[Ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]] e ubicata in una piccola valle a circa 6&nbsp;km dal centro cittadino.
 
La città ed i comuni limitrofi sono inoltre interessati dal progetto [[Ferrovia Napoli-Foggia#Storia#Il progetto di raddoppio|Alta Capacità]] che prevede l'ammodernamento ed il raddoppio della linea ferroviaria esistente con la costruzione di una nuova stazione [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]] (denominata "Irpinia") nell'ampia [[valle dell'Ufita]], in posizione baricentrica rispetto a tutta l'area urbana vasta.
 
=== Mobilità ===
 
Diverse aziende di trasporto su gomma effettuano collegamenti a medio-lunga percorrenza, in special modo con [[Roma Capitale]] (distante oltre 250 km).
 
I trasporti pubblici interurbani sono invece gestiti dalla società partecipata regionale [[Autoservizi Irpini|AIR]] che garantisce le relazioni con le città di [[Avellino]], [[Benevento]], [[Foggia]], [[Napoli]] oltre che con i singoli comuni limitrofi
 
Il servizio di mobilità urbana è curato infine da un'azienda municipalizzata, l'AMU.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|25 maggio [[2014]]
|-
|Domenico Gambacorta
|[[Forza Italia (2013)|Forza Italia]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 giugno [[2009]]
|25 maggio [[2014]]
|Antonio Mainiero
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|28 giugno [[2004]]
|22 giugno [[2009]]
|Domenico Gambacorta
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 ottobre [[2003]]
|28 giugno [[2004]]
|Pasquale Napoletano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2000]]
|30 ottobre [[2003]]
|Domenico Covotta
|[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1996]]
|[[2000]]
|Vittorio Melito
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1995]]
|[[1996]]
|Erminio Grasso
|L'Orologio ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1994]]
|[[1995]]
|Antonio Napolitano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1990]]
|[[1994]]
|Domenico Covotta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1985]]
|[[1990]]
|Domenico Covotta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1984]]
|[[1985]]
|Pasquale Giovannelli
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1980]]
|[[1984]]
|Romolo De Furia
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1975]]
|[[1980]]
|Vincenzo Aliperta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1974]]
|[[1975]]
|Fedele Gizzi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1971]]
|[[1974]]
|Antonio Manganiello
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[1971]]
|Antonio Dotolo
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1965]]
|[[1970]]
|Fedele Gizzi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1961]]
|[[1965]]
|Antonio Manganiello
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1960]]
|[[1961]]
|Mario Ortu
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1959]]
|[[1960]]
|Cherubino Cindolo
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1958]]
|[[1959]]
|Giovanni Scrivano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1956]]
|[[1958]]
|Antonio Maresca
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1952]]
|[[1956]]
|[[Enea Franza]]
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1950]]
|[[1952]]
|Michelangelo Nicoletti
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1950]]
|[[Enea Franza]]
|Democrazia e Lavoro, poi [[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
 
Quale ente capofila dell'intero ambito territoriale A01<ref>http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/wp-content/uploads/2017/03/Le-dimensioni-antropiche-degli-Ambiti-Territoriali.pdf&sa=U&ved=2ahUKEwjn6LCH2u3VAhWNblAKHcYPCxMQFnoECAgQAA&usg=AFQjCNG1_heHWID-7FnlPAzyY-hi7EcUVw</ref> la città è inoltre sede di [[Servizio sanitario nazionale (Italia)#Distretto sanitario|Distretto Sanitario]], [[Genio Civile]], [[Distretto scolastico|Distretto Scolastico]], [[Agenzia delle Entrate]], [[Comunità Montana dell'Ufita|Comunità Montana]], [[Istituto Nazionale della Previdenza Sociale|Agenzia INPS]] e [[Giudice di Pace]].
Pur appartenendo alla [[Provincia di Avellino]], Ariano Irpino (unitamente ai comuni del circondario) soggiace alla competenza territoriale del [[Corte d'appello di Napoli#Tribunale di Benevento|Tribunale di Benevento]].
 
==Sport==
'''Calcio'''
 
La principale compagine calcistica della città è oggi la [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che milita nel campionato regionale di [[Promozione Campania 2016-2017|Promozione]]. Questa società ha raccolto l'eredità lasciata da quella che è stata per anni la principale realtà del calcio arianese: l'[[Unione Sportiva Ariano Irpino]], fondata nel 1946. Quest'ultima squadra ottenne i massimi risultati nei suoi primi anni di storia, quando nel [[Promozione 1948-1949 (Lega Interregionale Sud)|1948/49]] sfiorò la Serie C perdendo gli spareggi per il primo posto nel girone M della Promozione Interregionale (attuale Serie D), che avrebbero a loro volta dato l'accesso ai play off nazionali per il salto di categoria. In effetti l'Ariano conta 13 partecipazioni in Serie D (3 come Promozione Interregionale tra il 1948/49 e il 1950/51; 6 come Interregionale tra il 1981/82 e il 1986/87; 4 come Serie D tra il 2002/03 e il 2005/06). L'US Ariano è scomparso nell'estate del 2006 con la cessione del titolo sportivo a una società di un altro comune irpino. Fin da subito l'eredità è stata raccolta dalla società [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che oggi milita nel campionato di Promozione dopo aver disputato due stagioni di Eccellenza.
 
'''Basket (femminile)'''
 
La squadra di pallacanestro locale femminile è la [[Basket Ariano Irpino|Centro Medico Athena Ariano Basket]] (in passato nota col nome di Aloha Ariano, LPA Ariano o MCS Ariano). Il club è stato protagonista di una rapida scalata, che ha visto il suo epilogo in quattro stagioni nel campionato nazionale di Serie A2, sfiorando sempre la promozione nella massima serie. Ha, infatti, sempre raggiunto la fase dei play-off, perdendo le prime due volte in semifinale, venendo sconfitta nel turno unico del 2014/15 e venendo eliminata ai quarti l'anno dopo. Senza essere retrocessa sul campo, ha dovuto rinunciare a iscriversi alla serie cadetta nazionale nell'estate 2016. Oggi milita nel campionato regionale di Serie B.
 
'''Altre realtà minori'''
 
- Sporting Ariano (calcio, Prima Categoria)
 
- GSA Ariano (volley, Prima Divisione sia maschile che femminile)
 
- Ariano Rugby (rugby, incorporata all'interno del IV Circolo Benevento, Serie C2)
 
===Impianti sportivi===
 
== Note ==
* Stadio di calcio "Silvio Renzulli";
=== Annotazioni ===
* Palazzetto dello sport;
{{div col}}
* Campo sportivo polivalente;
<references group="N"/>
* Arena "Pietro Mennea".
{{div col end}}
 
==Note= Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Napoli e dintorni|url=http://books.google.it/books?id=lubgLNSCZrgC&pg=PA707&dq=Chiesa+della+nunziatella+napoli&hl=it&sa=X&ei=FHfSUvXFDYfH7Aa_1YDwBA&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=Nunziatella&f=false |editore=Touring Club Editore|cid= AA.VV. i}}
* {{cita libro||Domenico Cambria|Ariano nella storia dai Normanni all'unità d'Italia|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=D. Cambria, 2008}}
* {{cita libro||Domenicotitolo= Storia Cambriad'Italia|Arianovolume=6|editore= dalleDe origini ai LongobardiAgostini|2005|Grafichecittà= LucarelliNovara|Arianoanno= Irpino1980|cid=DAA.VV. Cambria, 2005ii}}
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=I Borboni di Napoli (1734-1825) |url=http://books.google.it/books?id=DQLPYNHmNPUC&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=n8TkUuCZN9Ou7Ab634GoDA&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997a |isbn=88-09-21079-4 |cid=Hacton 1997a}}
* {{cita libro||Mario D'Antuono, Ottaviano D'Antuono|Guida Turistica di Ariano Città Capitale|2001|Tipografia Impara|Ariano Irpino|cid=M. D'Antuono, O. D'Antuono}}
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861) |url=http://books.google.it/books?id=WQH5N7lso90C&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=-sTkUs2iB6aA7Qb_xoGICQ&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997b |isbn=88-09-21256-8 |cid=Hacton 1997b}}
* {{cita libro||Ottaviano D'Antuono|La Maiolica delle Antiche Fabbriche di Ariano nel Museo Civico|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=O. D'Antuono}}
* {{cita libro|autore=Marco Autore|autore2= Michele D'Aria |titolo=Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo|editore=Università degli Studi di Napoli "Federico II" |anno=1997 |cid=Autore e D'Aria}}
* {{cita libro||Cesare De Padua, Pasquale Giardino, Vol. I|Ariano. Storia e assetto urbano|2008|Associazione Culturale Arnanah|Ariano Irpino|cid=C. De Padua e P. Giardino}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Buttà|titolo=Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta: memorie della rivoluzione dal 1860 al 1861|editore=Edizioni Trabant|anno= 2007|annooriginale=1883|cid=Buttà}}
* {{cita libro||Nicola Flammia|Storia della città di Ariano|1893|Tipografia Marino|Ariano Irpino|cid=N. Flammia}}
* {{cita libro|autore=Francesco Caruso e Mario Merola |curatore=Giuseppe Catenacci |titolo=Il professore Francesco Caruso, direttore del Gabinetto di Fisica della Nunziatella, 1915-1953 |editore=Associazione nazionale ex-allievi Nunziatella Sezione Campania e Basilicata & Fondazione Nunziatella Onlus |città=Napoli |anno=2008 |cid=Caruso e Merola}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Primo: 1860-1900|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, I}}
* {{Cita libro|autore= Sandro Castronuovo|titolo= Storia della Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|città= Napoli|anno= 1970|OCLC=25028315|cid=Castronuovo}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Secondo: dall'inizio del secolo al 1945|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, II}}
* {{Cita libro|autore= Michele Cataudella|titolo= Francesco De Sanctis: immagini e ambiente|editore= Società editrice Napoletana|città= Napoli|anno= 1984|OCLC=21876551|cid=Cataudella}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalle origini alla fine del '700|2007|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
* {{Cita libro|autore= Elio Catello|titolo= Giuseppe Sanmartino|editore= Electa editore|città= Napoli|anno= 2004|isbn=88-510-0225-8|cid=Catello}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalla fine del '700 al 1860|2009|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
* {{Cita libro|curatore= Giuseppe Catenacci|titolo= Mariano d'Ayala e la Nunziatella|editore= Soc. Edit. Napoletana |anno= 1989|città= Napoli|cid= Catenacci 1989}}
* {{cita libro||Tommaso Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|1794|Salomoni|Roma|cid=T. Vitale}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|anno= 1993|isbn= 88-85346-13-8|cid= Catenacci 1993}}
* {{cita libro||Ortensio Zecchino|Le Assise di Ariano: testo critico|1984|Di Mauro|Cava dei Tirreni|cid=O. Zecchino}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= Il tenente colonnello Giuseppe Saverio Poli comandante della Reale Accademia Militare Nunziatella (1746-1825)|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella, sezione Puglia|città= Molfetta|anno= 1998|cid= Catenacci 1998 }}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella in uniforme|editore= Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 2000|cid= Catenacci 2000}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= Giulio de Montemayor - Famiglie di patrioti e patrioti di famiglia|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 1999|cid= Catenacci 1999}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= Nunziatella 1943-47...quando si ballava per far cultura|url= http://www.nunziatella.it/pagine/pubblicazioni/Nuovi%20pdf%20libri/Libro%20Prunas.pdf|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella|anno= 1995|cid= Catenacci 1995|accesso= 22 settembre 2012|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131024094740/http://www.nunziatella.it/pagine/pubblicazioni/Nuovi%20pdf%20libri/Libro%20Prunas.pdf#|dataarchivio= 24 ottobre 2013|urlmorto= sì}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Il Real Collegio Militare della Nunziatella a Maddaloni 1855-1859|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Società di Storia Patria di Terra di Lavoro|anno= 1992|cid= Catenacci e Selvaggi 1992}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Paolo de Sangro di Sansevero, dalla Nunziatella a Gaeta - 1860-1861|url= http://www.nunziatella.it|editore=Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|anno=1997|città= Napoli|cid= Catenacci e Selvaggi 1997}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci, Francesco Maurizio Di Giovine|titolo= Matteo Negri: testimonianza eroica fino alla morte di un ufficiale dell'esercito napoletano|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 2009|cid=Catenacci e Di Giovine}}
* {{Cita libro|autore= Carlo Celano|titolo= Delle notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per li signori forastieri, giornata quarta, quarta edizione| url=http://books.google.it/books?id=sxwTAAAAQAAJ&pg=PA130-IA86&dq=Celano+nunziatella&hl=it&sa=X&ei=dnLSUoPPL4HS0QXXmYCgBA&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=Celano%20nunziatella&f=false|editore= A spese di Salvatore Palermo|anno= 1792|OCLC=7694990|cid=Celano}}
* {{cita libro|autore= Amedeo Chiusano|altri= Maurizio Saporiti (illustrazioni)|titolo= Elementi di Araldica|anno= 1995|editore= Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito|città= Roma|cid= Chiusano}}
* {{cita libro|autore= Francesco De Sanctis|titolo= Un viaggio elettorale: con un'appendice di documenti vari|anno= 1983|editore= Guida Editori|città=|OCLC=12178882|cid= De Sanctis}}
* {{Cita libro|autore= Aldo De Simone; Roberto Giusti|titolo= Scuola militare Nunziatella: museo storico|editore= Sergio Civita|anno= 1988|isbn= 88-85850-18-9|cid= De Simone e Giusti}}
* {{Cita libro|autore= Gigi Di Fiore|titolo= I vinti del Risorgimento|editore= UTET|città= Torino|anno= 2004|isbn=88-7750-861-2|OCLC=56022291|cid=Di Fiore 2004}}
* {{Cita libro|autore=Gigi Di Fiore|titolo=Controstoria dell'unità d'Italia|url=http://books.google.it/books?id=KlYGZt8lj4UC&printsec=frontcover&dq=controstoria+dell'unità+d'italia&hl=it&sa=X&ei=HsnkUurDBLOM7Aak4oFQ&ved=0CDUQ6AEwAA#v=onepage&q=controstoria%20dell'unità%20d'italia&f=false|editore= RCS Libri|città= Milano|anno= 2007|isbn=88-586-1513-1|cid= Di Fiore 2007}}
* {{Cita libro|autore= Richard Duppa|titolo= A brief account of the subversion of the papal government, 1798|url=http://books.google.it/books?id=4YxMAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=a+brief+account+of+the+subversion+of+papal&hl=it&sa=X&ei=c8nkUvL5OuKV7AbNpoH4BQ&ved=0CEAQ6AEwAA#v=onepage&q=a%20brief%20account%20of%20the%20subversion%20of%20papal&f=false|editore= John Murray editor.|anno= 1807|cid= Duppa}}
* {{Cita libro|autore= Luca Fabbricatore|titolo= Un grande educatore illuminato. Giuseppe Parisi fondatore della Nunziatella.|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|anno= 18 novembre 2005|cid= Fabbricatore}}
* {{cita libro|autore= Antonio Formicola |titolo= Portici Militare (1738-1860)|editore= Città di Portici|anno=2012|cid= Formicola}}
* {{Cita libro|autore= Francois Furet, Denis Richet|titolo= La Rivoluzione francese, tomo primo|editore= Bari|anno= 1998|cid= Furet e Richet}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Maria Galanti|titolo= Breve descrizione della città di Napoli e del suo contorno.|url=http://books.google.it/books?id=KWc5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Breve+descrizione+della+città+di+Napoli+e+del+suo+contorno.,+Gabinetto+Letterario&hl=it&sa=X&ei=S8rkUoalJ-6S7AaLtYDICQ&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=Breve%20descrizione%20della%20città%20di%20Napoli%20e%20del%20suo%20contorno.%2C%20Gabinetto%20Letterario&f=false|editore= Gabinetto Letterario, Napoli|anno= 1792|OCLC=3539230|cid= Galanti}}
* {{Cita libro|autore=Charles Garnier|titolo= Journal du siége de Gaète|url=http://books.google.it/books?id=eVQpAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=Rossi&f=false|editore=Societè Belge de Librarie|città= Bruxelles|anno= 1861|cid=Garnier}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Gleijeses|titolo= La storia di Napoli, vol. 3|città=Napoli|anno= 1981|oclc= 313037963| cid=Gleijeses}}
* {{Cita libro|autore= Sergio Landucci|titolo= Cultura e ideologia in Francesco De Sanctis|editore= Feltrinelli economica|anno= 1977|oclc=251698086|cid= Landucci}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Monsagrati; Nicola Terracciano; Giuseppe Aloia|titolo= Verso l'unità d'Italia: Enrico Cosenz: l'eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME|editore= Tip. Monti|città= Latina|anno= 2011|cid= Monsagrati et al.}}
* {{Cita libro|autore= Domenico Petromasi|titolo= Storia della spedizione dell'Emin. D. Fabrizio Ruffo allora Vicario Gen. per S. M. nel Regno di Napoli, e degli avvenimenti e fatti d'arme accaduti nel riacquisto del medesimo|editore= Manfredi, Napoli|anno= 1801|cid= Petromasi}}
* {{Cita libro|autore= Renata Pilati|titolo= La Nunziatella - L'organizzazione di un'Accademia Militare 1787-1987|editore= Guida|città= Napoli|anno= 1987|isbn= 88-7042-903-2|oclc=433162146|cid= Pilati}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Ricciardi|titolo= Discorsi profferiti nel parlamento italiano|url=http://books.google.it/books?id=Rz09AAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=ricciardi+discorsi+profferiti&hl=it&sa=X&ei=_crkUoCeI_OS7Abpm4GwCA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=ricciardi%20discorsi%20profferiti&f=false|editore= A. Mirelli|anno= 1861|OCLC=794814506|cid=Ricciardi}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Romanelli|titolo= Napoli antica e moderna|url=http://books.google.it/books?id=JY8vAAAAYAAJ&pg=PA171&lpg=PA171&dq=gabinetto+di+fisica+della+nunziatella&source=bl&ots=vnE9MN0g0H&sig=Vc2PiLeDRw8BEgIyJyOAQEKeY0U&hl=it&sa=X&ei=WHXMUu_8LsHK0QW-1oCwAg&ved=0CC0Q6AEwATgK#v=onepage&q=gabinetto%20di%20fisica%20della%20nunziatella&f=false|città= Napoli|editore= Tipografia di A. Trani|anno= 1815|cid=Romanelli}}
* {{Cita libro|autore= Camillo Napoleone Sasso|titolo= Storia de' monumenti di Napoli e degli architetti che gli edificavano: 1: Dallo stabilimento della monarchia, sino ai nostri giorni|url=http://books.google.it/books?id=SApbAAAAQAAJ&pg=PA375&dq=sasso+storia+dei+monumenti+di+napoli&hl=it&sa=X&ei=R8vkUsylJ87G7AbVz4G4Cw&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=sasso%20storia%20dei%20monumenti%20di%20napoli&f=false|editore= Tipografia di Federico Vitale|anno= 1856|cid=Sasso}}
* {{Cita libro|autore=Ferdinando Scala | titolo= Il caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher.|url=https://www.academia.edu/30218850/Il_caduto_dimenticato_-_la_breve_Grande_Guerra_di_Federico_Mensingher|editore=Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 2016|cid=Scala}}
* {{Cita libro|autore=Roberto Maria Selvaggi | titolo= Nomi e volti di un esercito dimenticato - gli ufficiali dell'esercito napoletano nel 1860-61 | editore=Grimaldi e C. editore|città= Napoli|anno=1990|OCLC=243733603|cid=Selvaggi}}
* {{Cita libro|autore= Roberto Maria Selvaggi, Giuseppe Catenacci|titolo= Tenente Generale Francesco Traversa dalla Nunziatella a Gaeta|editore=Associazione ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 1998|cid=Selvaggi e Catenacci}}
* {{Cita libro|autore=Filippo Stefani|titolo= La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito italiano|editore=Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico|anno=1984|OCLC=11622677 |cid= Stefani}}
* {{Cita libro|autore= Maurizio Torrealta|titolo= Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina|url=http://books.google.it/books?id=eNBwKglWafUC&printsec=frontcover&dq=ultimo+il+capitano+che&hl=it&sa=X&ei=6cvkUq-gDuK47Qb4x4HwBw&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=ultimo%20il%20capitano%20che&f=false|editore= Feltrinelli|anno= 2001|isbn= 88-07-81548-6|id= 9788807815485|cid= Torrealta}}
 
== Voci correlate ==
* [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione|Comando per la formazione e Scuola di Applicazione]]
* [[Assise di Ariano]]
* [[Accademie e scuole militari in Italia]]
* [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Cattedrale di Ariano]]
* [[Scuola militare di Roma|Scuola Militare di Roma]]
* [[Comunità montana dell'Ufita]]
* [[Scuola militare "Teulié"|Scuola Militare "Teulié"]]
* [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|Diocesi di Ariano-Lacedonia]]
* [[Scuola navale militare "Francesco Morosini"]]
* [[Ferrovia Napoli-Foggia|Ferrovia Roma-Bari]]
*[[Scuola militare aeronautica Giulio Douhet]]
* [[Irpinia]]
* [[Chiesa della Nunziatella]]
* [[Irpinia - Colline dell'Ufita|Olio DOP Colline dell'Ufita]]
* [[PrincipatoPalazzi Ultradi Napoli]]
* [[SellaMonte di ArianoEchia]]
* [[Stazione di Ariano Irpino|Stazione ferroviaria di Ariano]]
* [[Stazione meteorologica di Ariano Irpino|Stazione meteorologica di Ariano]]
* [[Strada statale 90 delle Puglie]]
* [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|Terremoto del 1456]]
* [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|Terremoto del 1962]]
* [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://wwwspazioweb.comunediarianoesercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/|SitoPagina ufficiale sul sito dell'Esercito comunaleitaliano}}
* [http://www.nunziatella.it Sito dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella]. Oltre a notizie sulla Scuola, nella sezione "Pubblicazioni/Lo scaffale della Nunziatella" sono presenti numerose monografie, tra cui alcune di quelle usate per la redazione di questa voce.
* {{cita web|http://www.cittadiariano.it/|Città di Ariano}}
* {{cita web |1=http://www.nunziatella.it/pagine/Med.%20oro%20completo.pdf |2=Le medaglie d'oro al valor militare e civile della Scuola militare "Nunziatella" |accesso=19 maggio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130928061821/http://www.nunziatella.it/pagine/Med.%20oro%20completo.pdf# |dataarchivio=28 settembre 2013 |urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.nazioneindiana.com/2006/12/22/anteprima-sud-renata-prunas-vs-anna-maria-ortese/|Anna Maria Ortese e la Nunziatella}}
* [https://www.youtube.com/watch?v=eks7YrnYi4Y Il film della conquista di Nunziatella Peak]
 
{{Esercito Italiano}}
{{Comuni della provincia di Avellino}}
{{Città della Ceramica}}
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{{Portale|Borbone|Due Sicilie|Provincia di Avellinoguerra|istruzione|Napoli|storia}}
{{vetrina|20|febbraio|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Scuola militare "Nunziatella"|arg=guerra}}
 
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