Storia della Toscana e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 giugno 29: differenze tra le pagine

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Bibliografia: Boris Gombač, Atlante storico delle diocesi toscane, Sommacampagna (VR), Cierre Grafica, 2015; ISBN: 978-88-98768-3-05 (p. 430).
 
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{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Start|19:41, 8 lug 2019 (CEST)}}
La '''Storia della Toscana''' abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dal [[II millennio a.C.]] ai giorni nostri.
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[[File:Roman regioVII etruria.jpg|thumb|La [[Etruria|Regione Etruria]] all'epoca dell'imperatore [[Augusto]]]]
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{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 3 |voce = Il cuore del profeta |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
== Origini ==
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Le più antiche testimonianze del popolamento umano in [[Toscana]], risalgono addirittura al [[Paleolitico]]. La specie più antica, del genere ''Homo'', rappresentata in Toscana, è quella dell'uomo ''Homo Heidelbergensis'', i cui strumenti in pietra sono invece stati ritrovati in abbondanza nella vicina [[Valdarno|Valle dell'Arno]] e nell'area costiera livornese. Anche ben documentata è la presenza di ''Homo neanderthalensis'', che visse nell'area all'incirca tra i 90.000 a 40.000 anni da oggi. Industrie in pietra scheggiata appartenutegli sono state rinvenute nel [[Mugello]], nel [[provincia di Siena|senese]], in particolare sul [[Monte Cetona]], nell'area delle Apuane, nel livornese, nella [[Serchio|Valle del Serchio]] e nel corso inferiore dell'Arno.
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 5 |voce = Ezechiel Palmieri |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
Fasi successive, tra cui la fase nota come Uluzziano, sono documentate in Toscana nella Grotta La Fabbrica, a Indicatore (Arezzo), [[San Romano (Pisa)|San Romano]] (Pisa), Salviano e a Maroccone (Livorno).
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 6 |voce = Shokan (Mortal Kombat) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
Le prime fasi culturali legate invece a ''Homo sapiens'' sono dette Aurignaziano e Gravettiano, e sono testimoniate in Toscana, presso [[Laterina]], presso [[Montelupo Fiorentino|Montelupo]] e a Monte Longo, vicino [[Arezzo]].
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 7 |voce = Madeline Martha Mackenzie |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 8 |voce = Messicano (cocktail) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
=== Neolitico ===
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 9 |voce = Gennaro Arrichiello |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 29 |durata = 7 giorni |multipla = }}
Nel VI millennio a.C. appare in territorio toscano la cosiddetta ''[[cultura della ceramica cardiale]]'' che segna l'introduzione della rivoluzione neolitica. In questa fase le comunità della Toscana interagiscono con quelle delle isole tirreniche: arcipelago toscano, Corsica e Sardegna con cui intrattengono importanti "scambi commerciali", in particolare di [[ossidiana]]. Seguirà nel neolitico medio la fase detta della "ceramica lineare"<ref>[http://www.antiqui.it/doc/preistoria/neolitico-centro2.htm Il neolitico in Italia centrale - facies tirrenica]</ref>.
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=== Calcolitico ed età del bronzo ===
Nel calcolitico fra il III e il II millennio a.C. la Toscana e il [[Lazio]] settentrionale sono caratterizzate dalla [[cultura del Rinaldone]] che in seguito incorporerà al suo interno elementi della [[cultura del vaso campaniforme]]. A questo periodo risalgono anche le [[statue stele]] della [[Lunigiana]].
 
Nell'[[età del bronzo]] finale (1200-1000 a.C. circa) si diffonde la [[cultura protovillanoviana]], collegabile alla discesa delle popolazioni [[Italici|italiche]], che mostra varie similitudini con la [[cultura dei campi di urne]] dell'[[Europa centrale]]. Viene succeduta dalla cultura villanoviana a partire dal X secolo a.C. circa.
 
=== Civiltà Villanoviana ===
{{vedi anche|Civiltà villanoviana}}
Fra il [[X secolo a.C.|X]] e l'[[VIII secolo a.C.]], l'[[età del ferro]] trova la sua massima espressione nella [[civiltà villanoviana]] (preceduta nel bronzo recente dalla [[cultura protovillanoviana]]), che ha preso il nome da [[Villanova (Castenaso)|Villanova]] (una frazione di [[Castenaso]]), un insediamento di grande interesse archeologico, dove sono state trovate lance, spade, pettini e gioielli di ogni tipo. Questa è una dimostrazione dei progressi che erano stati fatti nell'estrazione e nella lavorazione dei metalli, di cui era particolarmente ricco il sottosuolo della regione.
 
== Etruschi ==
{{vedi anche|Etruschi|Etruria}}
[[File:Populonia Necropoli di San Cerbone Tomba.jpg|thumb|Sito archeologico della necropoli di [[Populonia]]]]
Verso l'[[VIII secolo a.C.]] appaiono le prime testimonianze della presenza, in tutto il territorio dell'[[Italia Centrale]], di un popolo misterioso e straordinario: gli [[Etruschi]]. Da essi, l'attuale territorio regionale prese il nome di [[Etruria]], Tuscia per i [[Civiltà romana|Romani]] e successivamente Tuscania e [[Toscana]].
 
La loro provenienza è ancora un mistero per gli storici, non sono arrivati integri fino a noi testi letterari in [[lingua etrusca|lingua]] ma un nutrito ''corpus'' di oltre 13&nbsp;000 iscrizioni che presenta un problema di comprensione, in quanto le iscrizioni sono prevalentemente a carattere religioso o funerario; si ipotizza possano essere originari della [[Lidia]], in [[Asia Minore]]. Altri autori invece li ritengono popolazioni autoctone che hanno subito influenze esterne. Non è un mistero che all'interno delle più antiche tombe etrusche siano state rinvenute suppellettili, armi e oggetti di fattura sarda. È archeologicamente provato che questo popolo, più avanzato di quello etrusco, abbia colonizzato le coste della Toscana e creato importanti insediamenti nel [[I millennio a.C.]], sino a spingersi in [[Campania]]. Attorno al [[VI secolo a.C.]], gli Etruschi raggiunsero il culmine della loro potenza, con possedimenti che andavano dalla [[Pianura Padana]] alla [[Campania]]; costruirono strade, tra le quali si sono ben conservate le [[Vie Cave]] (tra [[Sovana]], [[Pitigliano]] e [[Sorano]]), bonificarono paludi ed edificarono grandi città tra la Toscana e il [[Lazio]], come [[Arezzo]], [[Chiusi]], [[Volterra]], [[Populonia]], [[Vetulonia]], [[Area archeologica di Roselle|Roselle]], [[Vulci]], [[Tarquinia]], [[Veio]] e [[Volsinii]].
 
II livello di civiltà raggiunto da questo grande popolo è testimoniato dagli eccezionali reperti archeologici, sparsi in un territorio vastissimo e ritrovati nelle tombe - di ogni tipo e dimensione - delle necropoli, straordinarie ed incredibili città dei morti. Inoltre si osservano interessantissime similitudini - inconsuete per il [[Mediterraneo]] del tempo- tra i diritti degli uomini e quelli delle donne; interessante per esempio che la moglie potesse godere dell'eredità del marito o che potesse partecipare ai banchetti sullo stesso letto del suo uomo, o assistere agli spettacoli accompagnandosi al marito. La cosa era talmente diversa dall'usuale che per i [[Civiltà romana|Romani]] il termine ''etrusca'' poteva facilmente essere usato come un sinonimo di ''prostituta''.
 
Oltre agli Etruschi, la Toscana fu anche abitata nel nord della regione da tribù [[Liguri]] ([[Apuani]], Magelli, Casuentini, Friniati, Ilvati) che hanno lasciato graffiti sui monti e solo poche tracce archeologiche. Si ritiene che la Toscana, prima dell'arrivo degli Etruschi, fosse abitata dagli [[Umbri]], antica popolazione di origine [[indoeuropei|indoeuropea]]. Gli Etruschi sconfissero gli Umbri e ne conquistarono 300 città, come ricorda [[Plinio il Vecchio]], costringendoli a spostarsi oltre la riva orientale del [[Tevere]].
 
== Romani ==
[[File:Cosa20.jpg|thumb|upright=1.4|L'Acropoli della città di [[Cosa (città etrusca)|Cosa]]]]
{{vedi anche|Conquista romana dell'Etruria|Etruria}}
 
Nel [[III secolo a.C.]] gli [[Etruschi]] furono sconfitti dalla potenza militare di [[Roma]] e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente. Nel [[180 a.C.]] i [[Civiltà romana|Romani]], per disporre della [[Liguria]] nella loro conquista della [[Gallia]], dovettero deportare 47.000 Liguri Apuani, irriducibili ribelli, confinandoli nell'area sannitica compresa tra [[Benevento]] e [[Campobasso]]. Anche la [[Toscana]] venne così conquistata dai Romani, che si insediarono presso le preesistenti località etrusche, oltre a fondare nuove città come [[Florentia]] e [[Cosa (colonia romana)|Cosa]], attualmente una delle meglio conservate con le [[Mura di Cosa|mura]], il foro, l'acropoli e il capitolium, sorto originariamente come [[Tempio di Giove (Cosa)|Tempio di Giove]], oltre ad avere una propria [[monetazione di Cosa|monetazione]].
 
== Medioevo ==
{{vedi anche|Ducato di Tuscia|Marca di Tuscia}}
[[File:Pisa ancient map.jpg|thumb|Antica mappa del centro storico di [[Pisa]]]]
[[File:Pieve di San Donato a Porrona.jpg|thumb|La Pieve di San Donato a [[Castello di Porrona|Porrona]] presso l'omonimo castello medievale]]
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] la regione venne enormemente spopolata e passò attraverso la dominazione [[Ostrogoti|ostrogota]] e [[Impero bizantino|bizantina]], prima di divenire oggetto di conquista da parte dei [[Longobardi]] ([[569]]), che la eressero a [[Ducati longobardi|ducato]] con sede a [[Lucca]].
 
=== Marchesato di Toscana ===
Dopo la caduta dei Longobardi per opera di [[Carlo Magno]], il ducato divenne contea e successivamente marchesato di [[Lucca]]. Nell'[[XI secolo]] il Marchesato passò agli [[Attoni]], grandi feudatari [[Canossa (famiglia)|Canossiani]], che possedevano anche [[Modena]], [[Reggio Emilia]] e [[Mantova]]. A quella famiglia apparteneva la famosa Contessa [[Matilde di Canossa]], nel cui castello avvenne l'incontro fra il [[papa Gregorio VII]] e l'[[imperatore di Germania]], [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]].
Siamo nel periodo storico dell''''incastellamento''', legato a esigenze difensive e di comando territoriale, che determinò attraverso la logica feudale seguita anche da dislocazioni di abbazie e celle del clero, quegli insediamenti medievali sparsi che oggi distinguono gran parte della [[Toscana]]: merita qui ricordare i castelli e i conseguenti borghi fortificati di [[Monteriggioni]], [[Castello di Brolio|Brolio]], [[Lucignano]], [[Castello di Poppi|Poppi]], il [[Castello di Oliveto]] presso [[Castelfiorentino]], [[Radicofani]], [[Trequanda]], [[Volterra]], il [[Rocca Malaspina (Massa)|Castello Malaspina]] di [[Massa (Italia)|Massa]], [[Fosdinovo]], [[Monte San Savino|Gargonza]], [[Vicopisano]], [[Lari (Italia)|Lari]], [[Monsummano Terme|Monsummano]], [[Montevettolini]], il [[Castello di Bibbione]] presso [[San Casciano in Val di Pesa]], il [[Castello di Nipozzano]], [[Bucine]], [[Montalcino]], [[Piancastagnaio]], oltre ai numerosi [[castelli della provincia di Grosseto]].
 
=== La repubblica marinara di Pisa ===
{{vedi anche|Repubblica di Pisa}}
Nell'XI secolo [[Pisa]] divenne la città più potente e importante della Toscana, forte vittorie contro i [[Saraceni]], tra cui la liberazione di [[Palermo]] e [[Reggio Calabria]], e la conquista delle [[Baleari]]. Il dominio della [[Repubbliche Marinare|Repubblica Marinara]] si estende su tutta la Toscana tirrenica, le isole dell'[[Arcipelago Toscano]] e le isole di [[Sardegna]] e [[Corsica]]. A sud è presente il dominio degli [[Aldobrandeschi]], importante casata di origine longobarda, che controllava la parte meridionale delle attuali province di [[provincia di Livorno|Livorno]] e [[Provincia di Siena|Siena]], oltre all'intera [[provincia di Grosseto]] fino all'Alto [[Lazio]], entrando spesso in conflitto con il [[Papato]], fino all'emergere della città di [[Siena]], che più tardi entrerà in competizione con [[Firenze]].
 
=== L'affermazione dei liberi Comuni e la Lega toscana del 1197 ===
{{vedi anche|Repubblica Fiorentina|Repubblica di Lucca|Repubblica di Siena}}
Attorno al [[XII secolo]] inizia il periodo dei Liberi Comuni e [[Lucca]] diventa il primo comune in [[Italia]]. Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni di [[arti e mestieri]], che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia culturale, sociale ed economica. Nei primi decenni del XIII secolo, sorsero in Toscana anche i primi ''studium'' universitari, quello di [[Università di Arezzo|Arezzo]] nel 1215, seguito pochi anni più tardi dallo ''studium'' senese (1240), ancora oggi attivo come [[Università di Siena|università]].
 
In questo periodo, che va dal [[X secolo]] al [[XIII secolo]], vengono effettuati vari tentativi di creare un coordinamento politico tra i vari poteri toscani, da quello portato avanti dai [[marchesi di Toscana]] (da [[Ugo il Grande]] a [[Beatrice di Lotaringia|Beatrice di Lorena]]) a quello espresso dai comuni della [[Lega toscana]] ([[1197]]).
Sarà comunque [[Firenze]] ad imporsi come forza aggregante pan-toscana tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XVI secolo]].
 
== Umanesimo, Rinascimento e la dinastia medicea ==
{{vedi anche|Granducato di Toscana|Medici}}
[[File:Angelo Bronzino 036.jpg|thumb|[[Cosimo I de' Medici]], Granduca di Toscana]]
Prima con [[Dante Alighieri]] e con [[Giotto]] nel [[XIV secolo|Trecento]], poi nel [[XV secolo|Quattrocento]] con altri grandi artisti, la [[Toscana]], ed in particolare [[Firenze]], diedero un determinante contributo al [[Rinascimento]] [[Italia]]no. Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal [[XII secolo]] la Toscana si frammentò anch'essa in una miriade di stati tra i quali la [[Repubblica di Firenze]] e la [[Repubblica di Siena]] erano le più importanti. In particolare la fioritura dei commerci a Firenze portò la città a divenire centro finanziario di importanza europea, con dinastie di banchieri quali i [[Bardi (famiglia)|Bardi]], i [[Peruzzi]] e i [[Medici]] stessi, che per tutto il periodo medievale prestavano soldi ai grandi sovrani nazionali europei per finanziare le loro guerre. L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica fiorentina già del XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani in successione, frenata solamente dalla repubblica di [[Siena]]. Durante il XV a secolo ci fu l'avvento al potere della famiglia Medici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si era arricchita con le banche. Essa cominciò ad ottenere rilevanza politica dentro le istituzioni repubblicane a partire dalla metà del XV secolo, con [[Cosimo il Vecchio]] che, nonostante opposizioni di altre famiglie (che lo fecero imprigionare in [[Palazzo Vecchio]]), riuscì ad assicurarsi il quasi totale controllo degli organi repubblicani, consolidando il potere della famiglia al punto che alla sua morte le redini del potere passarono nelle mani del figlio [[Piero il Gottoso|Piero de' Medici]]. Questo periodo, compreso tra la morte di Cosimo e quella del nipote [[Lorenzo il Magnifico]], è considerato il periodo di maggiore splendore artistico, culturale e politico della signoria fiorentina che, con la sapiente opera di Lorenzo, seppe diventare l'ago della bilancia nella frammentata e litigiosa Italia del XV secolo. A partire da Lorenzo, il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni repubblicane dal [[1498]] al [[1502]] e dal [[1512]] al [[1530]]) e Cosimo, discendente di un ramo cadetto della famiglia, ottenne il titolo prima di Duca di Toscana, poi nel [[1569]] il titolo di [[Granducato di Toscana|Granduca di Toscana]]. In questo momento tutta l'area toscana, eccetto [[Lucca]] che rimase una repubblica autonoma, [[Piombino]] che costituiva un [[Principato di Piombino|principato]] a sé stante, e l'area di [[Orbetello]] e [[Monte Argentario]] collocata nello [[Stato dei Presidii]], era sotto la signoria fiorentina essendo caduta la repubblica di Siena nel [[1555]] nelle mani degli ispano-fiorentini che dal [[1557]] ne ebbero la sovranità. La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana ininterrottamente fino al [[1737]], sopravvivendo come famiglia stentatamente essendo divenuta cronica la mancanza di eredi maschi già a partire da [[Francesco I de' Medici|Francesco I]] ([[1574]]-[[1587]]). L'ultimo granduca della famiglia fu [[Gian Gastone de' Medici]] che, probabilmente di orientamento omosessuale, non ebbe eredi. L'ultima della famiglia [[Anna Maria Luisa de' Medici|Anna Maria Luisa]], elettrice Palatina che si occupò del Granducato dalla morte del fratello, riuscì grazie alla sua lungimiranza a fare sì che l'immenso patrimonio artistico che era nei secoli divenuto patrimonio della famiglia non potesse essere portato via da Firenze nemmeno dai futuri regnanti che il Granducato avrebbe avuto.
 
== Le innovazioni dei Lorena ==
{{vedi anche|Asburgo-Lorena (Toscana)}}
Il [[Granducato di Toscana]], alla morte di [[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]] e in seguito agli sconvolgimenti a livello [[Europa|europeo]] dovuti alla [[guerra di successione polacca]], fu inserito in un gioco di equilibri tipicamente [[XVIII secolo|settecentesco]], per cui il governo della regione passò alla famiglia dei [[Lorena (dinastia)|Lorena]], in particolare a [[Francesco Stefano di Lorena]], già marito di [[Maria Teresa d'Asburgo]], imperatrice d'[[Austria]]. Egli non mise mai piedi né in Toscana né a [[Firenze]], e ne lasciò l'amministrazione al figlio [[Pietro Leopoldo di Lorena|Pietro Leopoldo]].
La più importante innovazione voluta dai Lorena, proprio grazie a Pietro Leopoldo, fu l'abolizione dell'[[imprimatur]] e (per 4 anni, fino al [[1790]] quando fu ripristinata) della [[pena di morte]] nel [[Granducato di Toscana]], per l'epoca una innovazione di non poco rilievo. Il provvedimento entrò in vigore il 30 novembre [[1786]] e, prendendo spunto da questo, è stata istituita in tempi recenti la [[Festa della Toscana]], che si tiene ogni anno nel giorno di tale anniversario.
L'unica interruzione alla sovranità lorenense fu la parentesi [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] che durò fino al [[1814]], quando sul serenissimo trono granducale fu restaurato [[Ferdinando III di Lorena|Ferdinando III]] figlio di Pietro Leopoldo. L'ultimo Granduca di [[Toscana]] fu il figlio di Ferdinando, [[Leopoldo II di Lorena|Leopoldo II]], che regnò fino all'ingresso del territorio toscano nel nascente stato [[Unità d'Italia|unitario]] [[italia]]no.
Il periodo lorenense fu per la Toscana un periodo illuminato, a partire dal governo di Pietro Leopoldo (che riformò l'ordinamento giudiziario), fino all'ultimo granduca che ottenne risultati molto positivi, con la costruzione delle prime [[ferrovia|ferrovie]] toscane, la razionalizzazione del territorio con la creazione del [[catasto]] e la [[bonifica agraria|bonifica]] della [[Maremma]]. Inoltre, nonostante il periodo storico inducesse i sovrani a un controllo repressivo sullo Stato, non ebbe mai atteggiamenti reazionari. Dopo le rivoluzioni del [[1848]]-[[1849]], il ritorno di Leopoldo venne tuttavia supportato da una guarnigione austriaca che gli alienò le simpatie popolari. Nel [[1859]], quando la Toscana stava per entrare nel regno dell'Italia del Nord, non si oppose in maniera tenace alla sua destituzione, ma partì da Firenze lasciandola pacificamente nelle mani dei rivoluzionari. La curiosa espressione usata nell'occasione, dato che era iniziata la rivolta alle cinque del mattino, fu che alle sei dello stesso mattino, quando il granduca partì da Firenze, la rivoluzione se ne andò a fare colazione.
 
== Risorgimento e unità d'Italia ==
 
Durante il periodo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] e nel primo periodo del [[Risorgimento]] [[Italia]]no, in [[Toscana]] trovarono asilo politico patrioti e scrittori.
 
Il passaggio dal [[Granducato di Toscana]] allo Stato Unitario Italiano fu frutto di una incruenta rivoluzione e di un [[plebiscito]], promosso il 15 marzo [[1860]] dal [[Governo Provvisorio Toscano]], che decretò l'annessione al [[Regno di Sardegna]] e quindi al nascente [[Regno d'Italia]].
 
Nei primi anni di Unità, in Toscana ci fu un forte movimento federalista e autonomista che unì tutti coloro che - dai cattolici, ai garibaldini, agli ex-mazziniani, dai ''codini'' e legittimisti ai democratici, dai cattolici agli autonomisti - si opponevano al centralismo amministrativo piemontese e auspicavano un assetto federale dello Stato.
Tale partito (tra i cui esponenti si ricordano [[Giuseppe Montanelli]], l'allievo di [[Carlo Cattaneo]], [[Alberto Mario]], [[Luigi Castellazzo]], [[Giuseppe Mazzoni]], [[Clemente Busi]], [[Eugenio Alberi]], [[Padre Bausa]] O.P., [[Luigi Alberti]], [[Giuseppe Corsi]], l'arcivescovo di Pisa [[Cosimo Corsi]], ecc.) rappresentò la più importante alternativa al partito moderato-liberale del governo unitario (tra i cui espenenti c'era [[Bettino Ricasoli]]), ed ebbe alcune riviste di un certo prestigio come [[La Nuova Europa]] (federalista-democratico), [[La Patria]] e [[Firenze]] (federalista-cattolici)<ref>Arnaldo Salvestrini, ''Il movimento antiunitario in Toscana (1859-1866)'', Firenze: Olschki Editore, 1967</ref>.
 
In attesa del trasferimento della capitale a [[Roma]], cosa che avvenne nel [[1870]], [[Firenze]] ospitò il governo della nazione per cinque anni, divenendo il centro, oltre che della cultura, della politica italiana. Nel contesto degli avvenimenti contestativi post-unificazione è stata inserita dagli storici l'avventura mistico-rivoluzionaria di [[David Lazzaretti]], un predicatore che riuscì a muovere le folle della zona del [[monte Amiata]] e della Toscana meridionale in nome di una alternativa religiosa e sociale, a fronte non tanto dei nuovi assetti nazionali, ma soprattutto della fragilità sociale di quel territorio e del declino dei costumi del clero romano. Per aver organizzato una processione su [[Arcidosso]], in cui le istituzione e la borghesia di allora paventavano assalti alla proprietà privata come prodotto un socialismo che allora era solo agli albori, venne ucciso dalla forza pubblica nel 1878<ref>''Giacomo Barzellotti'', "Monte Amiata e il suo profeta", Milano, F.lli Treves, 1910</ref>.
 
Gli intenti unitari, insieme agli accordi di pace [[Prussia]], [[Austria]] e [[Regno d'Italia]] (che portarono al definitivo riconoscimento dell'Italia sabauda), tolsero al partito federalista-autonomista ogni possibilità di manovra e conseguentemente si sciolse, riportando i vari gruppi politici che lo componevano nell'alveo della reazione, del moderatismo-liberale e del movimento democratico (il gruppo della ''Nuova Europa'' di [[Alberto Mario]] e [[Giuseppe Mazzoni]] si portò su posizioni che saranno quelle della [[Lega Internazionale dei Lavoratori]]<ref>Francesco Leoni, ''Storia dei partiti politici'', Guida Editore, 2001</ref>).
 
La storia della Toscana si identifica, da questo momento, con quella dello Stato Italiano, di cui fa parte, pur conservando una sua specificità che la distingue da tutte le altre regioni.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Luzzati, Michele, a cura di, ''Etruria, Tuscia, Toscana: l'identità di una regione attraverso i secoli. Vol. I'', Ospedaletto, Pisa: Pacini, 1992
* Garzella, Gabriella, a cura di, ''Etruria, Tuscia, Toscana: l'identità di una regione attraverso i secoli. Vol. II (secoli V-XIV)'', Ospedaletto, Pisa: Pacini, 1998, ISBN 88-7781-220-0
* Elena Fasano Guarini, Giuseppe Petralia, Paolo Pezzino, a cura di, ''Storia della Toscana 1. Dalle origini al Settecento'', Bari-Roma, Laterza, 2004, ISBN 9788842074137
* Elena Fasano Guarini, Giuseppe Petralia, Paolo Pezzino, a cura di, ''Storia della Toscana 2. Dal Settecento ad ogg'', Bari-Roma, Laterza, ISBN 9788842074144
* Boris Gombač, ''Atlante storico delle diocesi toscane'', Sommacampagna (VR), Cierre Grafica, 2015; ISBN: 978-88-98768-3-05 (p. 430).
 
== Voci correlate ==
* [[Toscana]]
* [[Granducato di Toscana]]
* [[Elenco dei Signori di Toscana]]
* [[Regno di Etruria]]
* [[Storia d'Italia]]
 
{{Storia regioni d'Italia}}
{{Portale|storia|Toscana}}
 
[[Categoria:Storia della Toscana| ]]