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Con '''ospitalità''' si intende l'[[accoglienza]] dello straniero o di chi in generale non vive in un determinato luogo.
==Etimologia==
La parola "ospite" deriva dal [[lingua latina|latino]] ''hospes'', che a sua volta condivide la radice con ''hostis'', [[nemico]]: il primo indica uno straniero "favorevole", il secondo uno "ostile", ma il grammatico latino [[Sesto Pompeo Festo]] indicava come ''hostes'' le persone straniere con gli stessi diritti dei cittadini romani, dando al verbo ''hostire'' il significato di "ricambiare". Da questa etimologia [[Émile Benveniste]] trae nel ''Vocabolario delle istituzioni indoeuropee'' la conclusione che l'ospitalità si fonda sull'obbligo di ricambiare un dono con un controdono. Benveniste definisce dunque l'ospitalità come un [[rito]], appunto attraverso lo scambio di doni, come un fenomeno economico perché comporta il passaggio di ricchezze e come l'atto di stabilire un legame fra [[gruppo sociale|gruppi sociali]] (ad esempio [[famiglia|famiglie]] o [[tribù]]). Un esempio di questa pratica è il [[potlatch]] dei [[nativi americani]].
== L'ospitalità nell'antichità ==
Per i [[Antica Grecia|greci]] l'ospitalità (''[[Xenia (antica Grecia)|xenia]]''), pur non essendo regolata da norme scritte, prevedeva la tradizione di scambiare beni o favori. L'ospite, protetto da [[Zeus]] in quanto tale, era accolto senza conoscerne l'identità. Fra chi arrivava e chi lo accoglieva si stabiliva un vincolo di [[solidarietà]].
Presso i [[Antica Roma|romani]], invece, l'ospitalità trovò una dimensione normativa attraverso la formalizzazione della ''[[tessera hospitalis]]'', che indicava i nomi dell'ospite e dell'ospitato: il primo garantiva per il secondo, consentendogli in questo modo di accedere a [[Roma]] e ottenendo in cambio lo stesso trattamento nella città d'origine dell'ospitato. Allo scambio di doni si fa risalire il nome di una dea romana, [[Hostilina]], citata da [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] come la divinità chiamata a vigilare sull'equilibrio fra il lavoro svolto nei campi e il raccolto prodotto.
== Bibliografia ==
* [[Émile Benveniste]], ''L'ospitalità'', in ''Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee'', a cura di Mariantonia Liborio, Einaudi, Torino 1981, vol. I, pp. 64-75 (2ª edizione; 1ª edizione: 1976. Tit. orig.: ''Le vocabulaire des institutions indo-européennes'', Les Éditions de Minuit, Paris 1969, 2 tomes).
* [[René Schérer]],'' Zeus hospitalier. Éloge de l'hospitalité'', Armand Colin, Paris 1993 (nuova edizione: La Table Ronde, Paris 2005).
* [[Jacques Derrida]], ''De l'hospitalité''. Anne Dufourmantelle invite Jacques Derrida à répondre, Calmann-Lévy, Paris 1997.
* [[Jean Soldini]], ''Resistenza e ospitalità'', Milano, Jaca Book, 2010.
== Voci correlate ==
* [[Xenia (antica Grecia)]]
* [[Rete di ospitalità]]
* [[Comunità]] e dividere la roba con glialtri
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