Jan Peter Bremer e Ospitalità: differenze tra le pagine

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{{O|scrittori|maggio 2013}}
{{nota disambigua||Ospite (disambigua)|Ospite}}
{{Bio
Con '''ospitalità''' si intende l'[[accoglienza]] dello straniero o di chi in generale non vive in un determinato luogo.
|Nome = Jan Peter
|Cognome = Bremer
|Sesso = M
|LuogoNascita = Berlino
|GiornoMeseNascita = 16 febbraio
|AnnoNascita = 1965
|Attività = scrittore
|Epoca=1900
|Epoca2=2000
|Nazionalità = tedesco
|PostNazionalità =
}}
È autore di romanzi per adulti e ragazzi dalla vena umoristica e raffinata.
 
==Etimologia==
== Vita e attività letteraria ==
La parola "ospite" deriva dal [[lingua latina|latino]] ''hospes'', che a sua volta condivide la radice con ''hostis'', [[nemico]]: il primo indica uno straniero "favorevole", il secondo uno "ostile", ma il grammatico latino [[Sesto Pompeo Festo]] indicava come ''hostes'' le persone straniere con gli stessi diritti dei cittadini romani, dando al verbo ''hostire'' il significato di "ricambiare". Da questa etimologia [[Émile Benveniste]] trae nel ''Vocabolario delle istituzioni indoeuropee'' la conclusione che l'ospitalità si fonda sull'obbligo di ricambiare un dono con un controdono. Benveniste definisce dunque l'ospitalità come un [[rito]], appunto attraverso lo scambio di doni, come un fenomeno economico perché comporta il passaggio di ricchezze e come l'atto di stabilire un legame fra [[gruppo sociale|gruppi sociali]] (ad esempio [[famiglia|famiglie]] o [[tribù]]). Un esempio di questa pratica è il [[potlatch]] dei [[nativi americani]].
 
== L'ospitalità nell'antichità ==
Jan Peter Bremer nasce nel 1965 a [[Berlino]], nel quartiere di [[Charlottenburg]], ed è figlio dell’artista Uwe Bremer.
Per i [[Antica Grecia|greci]] l'ospitalità (''[[Xenia (antica Grecia)|xenia]]''), pur non essendo regolata da norme scritte, prevedeva la tradizione di scambiare beni o favori. L'ospite, protetto da [[Zeus]] in quanto tale, era accolto senza conoscerne l'identità. Fra chi arrivava e chi lo accoglieva si stabiliva un vincolo di [[solidarietà]].
 
Presso i [[Antica Roma|romani]], invece, l'ospitalità trovò una dimensione normativa attraverso la formalizzazione della ''[[tessera hospitalis]]'', che indicava i nomi dell'ospite e dell'ospitato: il primo garantiva per il secondo, consentendogli in questo modo di accedere a [[Roma]] e ottenendo in cambio lo stesso trattamento nella città d'origine dell'ospitato. Allo scambio di doni si fa risalire il nome di una dea romana, [[Hostilina]], citata da [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] come la divinità chiamata a vigilare sull'equilibrio fra il lavoro svolto nei campi e il raccolto prodotto.
Nel [[1970]] la famiglia si trasferisce da Berlino a Gümse, cittadina di provincia della Bassa Sassonia. Bremer frequenta le scuole superiori a Dannenberg. Dopo la maturità umanistica, torna a Berlino nel 1985, dove pubblica i suoi primi lavori letterari. Diviene presto scrittore di professione. A 27 anni, riceve la prima borsa di studio statale come riconoscimento della sua attività.
 
== Bibliografia ==
Vive attualmente con la moglie e i figli nel quartiere berlinese di [[Kreuzberg]].
* [[Émile Benveniste]], ''L'ospitalità'', in ''Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee'', a cura di Mariantonia Liborio, Einaudi, Torino 1981, vol. I, pp. 64-75 (2ª edizione; 1ª edizione: 1976. Tit. orig.: ''Le vocabulaire des institutions indo-européennes'', Les Éditions de Minuit, Paris 1969, 2 tomes).
* [[René Schérer]],'' Zeus hospitalier. Éloge de l'hospitalité'', Armand Colin, Paris 1993 (nuova edizione: La Table Ronde, Paris 2005).
* [[Jacques Derrida]], ''De l'hospitalité''. Anne Dufourmantelle invite Jacques Derrida à répondre, Calmann-Lévy, Paris 1997.
* [[Jean Soldini]], ''Resistenza e ospitalità'', Milano, Jaca Book, 2010.
 
== Voci correlate ==
Jan Peter Bremer è autore di testi in prosa minimalistici, spesso tendenti al grottesco. Suoi modelli stilistici sono in particolare [[Franz Kafka]] e [[Robert Walser]]. Bremer ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio [[Ingeborg Bachmann]] nel 1996 per il romanzo ''Der Fürst spricht'' [Così parlò il principe] (1995), il Premio letterario [[Alfred Döblin]], il Mörike Preis e il Premio Nicolas Born del land federale della Bassa Sassonia nel 2012 vinti tutti con il romanzo ''L’investitore americano'' (2011), primo romanzo di Bremer tradotto anche in Italia.
* [[Xenia (antica Grecia)]]
* [[Rete di ospitalità]]
* [[Comunità]] e dividere la roba con glialtri
 
== OpereAltri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla|wikt=ospitalità|q}}
* ''In die Weite''. Racconti. Mariannenpresse, Berlin-Kreuzberg 1987, ISBN 3-922510-40-X
 
* ''Einer, der einzog, das Leben zu ordnen''. Romanzo. Gatza, Berlin 1991, ISBN 3-928262-00-9
== Collegamenti esterni ==
* ''Der Palast im Koffer''. Romanzo. Gatza, Berlin 1992, ISBN 3-928262-10-6
* {{Collegamenti esterni}}
* ''Der Fürst spricht''. Romanzo. Eichborn, Frankfurt am Main 1996, ISBN 3-8218-0640-0
* ''Feuersalamander''. Romanzo. Berlin-Verlag, Berlin 2000, ISBN 3-8270-0326-1
* ''Still Leben''. Romanzo breve. Berlin-Verlag, Berlin 2006, ISBN 3-8270-0640-6
* ''Mit spitzen Ohren''. Libro per bambini. Berlin-Verlag, Berlin 2010, ISBN 3-8270-5370-6
* ''L’investitore americano'', L’orma editore, Roma 2013, ISBN 9788898038114
 
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{{Portaleportale|biografiesociologia}}
 
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