Neoliberismo e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 5: differenze tra le pagine

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[[File:Bohmbawerk3.jpg|thumb|upright=0.6|[[Eugen von Böhm-Bawerk]]]]
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In [[economia]] con '''neoliberismo''' si indica un orientamento di [[politica economica]], inteso come riproposizione/riaffermazione del vecchio [[liberismo]], favorevole ad un [[mercato]] privo di regolamentazione e di autorità/intervento pubblico, ovvero in balia delle sole forze di mercato ([[Domanda (economia)|domanda]] e [[offerta]]), senza alcun intervento statale di regolazione del sistema economico in caso di necessità (es. forte disparità tra [[classe sociale|classi sociali]]) ovvero [[economia di mercato]] pura. Dal punto di vista filosofico, esso sarebbe parzialmente associabile alle teorie [[libertarismo|libertarie]], sennonché i termini "[[liberismo|liberista]]" e "neoliberista" sono talvolta utilizzati con una connotazione dispregiativa. Ambo i termini esistono solo in lingua italiana: il primo di essi fu coniato dal filosofo [[Benedetto Croce]] a metà del [[XX secolo]], mentre il secondo è entrato in uso nell'ultimo decennio dello stesso.
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Il termine [[liberismo]] è spesso stato assimilato, sin dalle origini crociane, alle conseguenze economiche del pensiero politico [[liberalismo|liberale]]. Tuttavia il [[liberalismo]] attribuisce all'autorità pubblica ed al [[diritto]] proprio il compito (esclusivo) di difendere le libertà individuali, tra cui anche quelle economiche. L'essenza economica del liberalismo fu enunciata nel modo più esplicito dall'economista austriaco [[Eugen von Böhm-Bawerk]]: "''Un mercato è un sistema giuridico, in assenza del quale l'unica economia possibile è la rapina di strada''". Impostazione antitetica, quindi, al significato dato al termine liberismo.{{Chiarire}}
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{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 4 |voce = Tiago Dias |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 5 |multipla = |argomenti = calcio |temperatura = 9 }}
== Origine ed evoluzione del termine ==
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[[File:Alexander Rüstow.jpg|thumb|upright=0.6|[[Alexander Rüstow]]]]
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Il primo a coniare il termine fu il sociologo ed economista tedesco [[Alexander Rüstow]], il quale cercò di teorizzare una nuova forma di [[liberismo]] leggermente distaccata da quello classico, maggiormente attenta al sociale e non completamente contraria ad un controllo dell'evoluzione dei mercati da parte dello Stato. Rüstow successivamente portò queste sue idee all'interno dei circoli di intellettuali, da lui frequentati in [[Germania]], sotto il nome di ''neoliberismo''.<ref name="neo">{{Cita web|url=http://www.ort.edu.uy/facs/boletininternacionales/contenidos/68/neoliberalism68.pdf|titolo=Neoliberalism: The Genesis of a Political Swearword|autore=Oliver Marc Hartwich|data=|lingua=en}}</ref>
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{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 1 |voce = Ritratto del cardinale Alessandro Farnese (Tiziano) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 5 |durata = < un giorno |multipla = }}
Nel [[1938]] il filosofo francese [[Louis Rougier]] organizzò a [[Parigi]] un [[Colloquio Walter Lippmann|colloquio intitolato a nome del giornalista Walter Lippmann]], basato appunto sulle idee di quest'ultimo, contrarie ad ogni forma di [[collettivismo]]. Al colloquio presero parte oltre a Rougier e Lippmann anche [[Wilhelm Röpke]], [[Friedrich von Hayek]], [[Ludwig von Mises]], [[Michael Polanyi]], [[Raymond Aron]]<ref>François Denard, ''Aux origines du néo-libéralisme en France'', Le Mouvement Social 2001/2 (no 195).</ref>, [[Robert Marjolin]], [[Jacques Rueff]] e lo stesso Alexander Rüstow.<ref>{{cita libro| nome=Michel | cognome=Foucault | titolo=The Birth of Biopolitics | anno=2010 | editore=Graham Burchell. Picador. |ISBN=978-0-312-20341-2}}</ref> L'incontro puntò, sotto l'auspicio degli organizzatori Rougier e Lippmann, a definire una nuova visione di liberalismo economico, cui in quel periodo, nell'opinione comune, si imputava la [[Grande depressione|Grande Depressione]] del 1929. Fu attraverso questo incontro, grazie anche alla partecipazione di [[Alexander Rüstow]], che si ebbe un primo vero utilizzo della parola ''neoliberismo'' quale identificazione di una qualche ideologia economica, nella fattispecie una ideologia che intendeva proporsi come terza via tra il [[Laissez-faire|laissez faire]] e la pianificazione economica collettivista.<ref name = "neo" />
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Oggi invece si considera il neoliberismo come nettamente opposto al concetto di [[economia keynesiana]] (in cui vi è correzione da parte statale del [[sistema economico]] con opportune misure di [[politica industriale]] a sostegno dell'[[interesse pubblico]]) e ad altre forme di [[economia mista]] fino al caso limite di [[economia pianificata]].
 
== Storia ==
=== La Mont Pelerin Society ===
[[File:Friedrich Hayek portrait.jpg|thumb|upright=0.6|[[Friedrich von Hayek]]]]
Reduce dal ''Colloquio Walter Lippmann'', nel [[1947]] [[Friedrich von Hayek]] fondò la [[Mont Pelerin Society]] con l'intento di aggregare varie personalità del mondo intellettuale al fine di ridiscutere il liberalismo classico, quindi ancora una volta si parlò di ''neoliberismo''.<ref>{{cita libro| autore=Philip Mirowski, Dieter Plehwe | titolo=The road from Mont Pèlerin: the making of the neoliberal thought collective | anno=2010 | editore=Harvard University Press | pagine= 16 |lingua=en |ISBN=0-674-03318-3}}</ref> Come ha sostenuto [[Milton Friedman]], uno degli aderenti alla società fondata da Hayek, il periodo storico vissuto di recente, caratterizzato dalla forte ascesa da parte degli statalismi un po' ovunque nel mondo, fece vedere agli occhi di tutti la ''Mont Pelerin Society'' come baluardo dell'ideologia liberale, punto di incontro annuale dei sostenitori del libero mercato<ref>{{cita libro| autore=George H. Nash | titolo=The Conservative Intellectual Movement in America Since 1945 | anno=1976 | editore=Intercollegiate Studies Institute | pagine= 26-27 |lingua=en |ISBN=978-1-933859-12-5}}</ref>. La creazione della società creò però non pochi attriti tra Hayek ed il suo collega di [[Scuola austriaca]] [[Ludwig von Mises]], difensore del liberalismo classico.<ref>{{Cita web|titolo = Ludwig von Mises On the Formation of the Mont Pelerin Society | pubblicazione = Economic Policy Journal.com | data= 30 giugno 2009 | url = http://www.economicpolicyjournal.com/2009/06/ludwig-von-mises-on-formation-of-mont.html|lingua=en}}</ref>
 
=== Il Cile di Augusto Pinochet ===
{{vedi anche|Cile di Pinochet}}
{{Doppia immagine verticale|right|Milton Friedman 1976.jpg|José Piñera Echenique (cropped).jpg|125|[[Milton Friedman]]|[[José Piñera]]}}
A partire dagli [[Anni 1960|anni sessanta]] in [[America Latina]] iniziò un certo interesse da parte di alcuni intellettuali locali per le politiche di libero mercato ed in particolare per l'[[ordoliberalismo]] che aveva caratterizzato il miracolo economico tedesco, il ''[[Wirtschaftswunder]]''. Tali teorie economiche venivano menzionate attraverso il termine spagnolo ''neoliberalismo''.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Neoliberalism: From New Liberal Philosophy to Anti-Liberal Slogan | autore = Taylor C. Boas, Jordan Gans-Morse | data= | DOI=10.1007/s12116-009-9040-5 |url = http://people.bu.edu/tboas/neoliberalism.pdf|lingua=en}}</ref> Fu soltanto dopo il colpo di Stato effettuato in [[Cile]], ad opera del generale [[Augusto Pinochet]], che delle idee liberiste iniziarono a trovare posto nell'economia politica di uno Stato sudamericano, uno Stato in regime dittatoriale.
 
Pinochet prese contatto fin da subito con diversi economisti appartenenti alla [[Scuola di Chicago (economia)|Scuola di Chicago]], i cosiddetti ''Chicago boys'', tra cui il fondatore della scuola [[Milton Friedman]], e [[José Piñera]]. Questi suggerirono a Pinochet una serie di riforme di stampo liberale ispirate ai princìpi espressi in ''[[Capitalismo e libertà]]'', come la [[deregolamentazione]] (''deregulation''), il [[conservatorismo fiscale]], le [[Privatizzazione|privatizzazioni]] del patrimonio statale e i tagli alla spesa sociale, riportando il [[Cile]], dopo la breve e interrotta presidenza di [[Salvador Allende|Allende]], alle precedenti politiche liberiste aperte agli investimenti dei mercati internazionali<ref name = "cile">{{cita libro| autore=K. Remmer | titolo=Public Policy and Regime Consolidation: The First Five Years of the Chilean Junta | anno=1998 | editore=Journal of the Developing Areas | pagine= 5-55 |lingua=en }}</ref> e delle multinazionali (in particolare di quelle statunitensi).
 
Le politiche adottate da Pinochet, principalmente per quanto riguardò la riduzione della spesa pubblica, generarono non poco malcontento nella popolazione, specialmente per le classi sociali più basse che videro venir meno molti servizi assistenziali oltre che una riduzione media dei salari dell'8%<ref name = "cile" /><ref>{{cita pubblicazione| autore=James Petras, Steve Vieux | titolo=The Chilean "Economic Miracle": An Empirical Critique | anno=1998 | editore=Critical Sociology |pp=5-55 |lingua=en |doi=10.1177/089692059001700203}}</ref> e del potere di acquisto dei salari stessi; l'inflazione toccò il 375% nel 1974 e la disoccupazione il 20% (dal 3% che era; nel 1982 salì al 30%)<ref>{{Cita libro|autore = Naomi Klein|titolo = Shock economy|anno = 2014|editore = BUR Rizzoli|città = Milano|pp = 94-100|ISBN = 978-88-17-02346-7}}</ref>. Tali politiche erano inoltre attuate nel clima di terrore in cui la polizia teneva la popolazione grazie a torture e sparizioni. Durante il discusso regime di Pinochet si registrò quindi un' evoluzione del termine ''neoliberismo'', che assunse una connotazione dispregiativa nell'utilizzo di coloro che criticavano le politiche cilene di quel periodo.<ref name="neo2">{{cita pubblicazione|autore=Taylor C. Boas, Jordan Gans-Morse|anno=2009|titolo=Neoliberalism: From New Liberal Philosophy to Anti-Liberal Slogan|editore=Critical Sociology|lingua=en|doi=10.1007/s12116-009-9040-5}}</ref>
{{Citazione|''La gente era in prigione perché i prezzi potessero essere liberi''<ref>[[Eduardo Galeano]], traduzione di Maria Antonietta Peccianti, ''Memoria del fuoco'', 2005, [[Rizzoli]], [[Milano]], isbn 88-17-00439-1</ref>
}}
 
===Il governo Thatcher e l'amministrazione Reagan===
{{vedi anche|Margaret Thatcher|Reaganomics}}
===Altri governi dittatoriali sudamericani===
{{vedi anche|Processo di riorganizzazione nazionale|Alberto Fujimori}}
 
=== Gli anni 2000 ===
A partire dagli [[anni 2000]] si è assistito ad un aumento dell'uso del termine ''neoliberismo'', soprattutto da parte dei critici del [[libero mercato]] e del [[liberismo]] in genere, similmente a quanto accaduto nell'America Latina durante la dittatura Pinochet.<ref name = "neo2" /> Difatti, ad oggi, non esiste una definizione monolitica di ''neoliberismo'', il quale rimane un concetto spesso confuso, utilizzato nel linguaggio accusatorio. Tanto meno vi sono economisti, politici o pensatori che si autodefiniscono ''neoliberisti''.<ref name = "neo" />
 
Alcuni dei detrattori dell'ideologia neoliberista le addebitano il fatto di essere una sorta di estremizzazione del [[liberismo]] economico, tendendo all'annullamento totale dello Stato in favore del libero mercato e dell'imprenditorialità privata.<ref>{{Cita web|titolo = Neoliberalism and Higher Education | pubblicazione = The New York Times | data= 8 marzo 2009 | url = http://opinionator.blogs.nytimes.com/2009/03/08/neoliberalism-and-higher-education/|lingua=en}}</ref> Da questo punto di vista il ''neoliberismo'' sembrerebbe avvicinarsi ai significati di ''[[anarco-capitalismo]]'' e ''[[libertarianismo]]'', o anche di ''[[miniarchismo]]'', inglobando quindi anche le differenze presenti tra queste varie correnti filosofiche.
 
Altri identificano il neoliberismo non tanto con la concezione del venir meno dello Stato a beneficio del [[mercato]], quanto piuttosto con il processo di impadronimento e controllo dello stesso Stato e dei suoi organi-chiave<ref>Previa critica delle rispettive Costituzioni nazionali, quando "riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo": v. [[JPMorgan Chase|JP Morgan]],[https://culturaliberta.files.wordpress.com/2013/06/jpm-the-euro-area-adjustment-about-halfway-there.pdf ''The Euro area adjustment: about halfway there'', 28 May 2013, p. 12]. Esse avrebbero espresso sistemi politici e costituzionali che "presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul [[clientelismo]], il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi".</ref> da parte di [[Gruppo di pressione|lobby]], [[Multinazionale|multinazionali]] e gruppi finanziari (una sorta di svuotamento dall'interno dello Stato, attuato ad esempio tramite [[privatizzazione]] dei profitti e mantenimento di costi e perdite a carico della casse pubbliche).
 
Altri ancora lo identificano con il [[patrimonialismo]].
 
Diversi economisti vedono la [[grande recessione]] del [[XXI secolo]] come un effetto del fallimento delle politiche neoliberiste con le sue molteplici distorsioni economiche a mezzo di meccanismi [[speculazione|speculativi]] <ref>http://www.eunews.it/2016/09/23/il-fallimento-del-neoliberismo/67900</ref><ref>http://formiche.net/2014/11/15/il-fallimento-del-neoliberismo/</ref><ref>http://italians.corriere.it/2012/03/14/la-crisi-economica-e-il-fallimento-del-neoliberismo/</ref>. La stessa [[globalizzazione]] del XXI secolo è vista come un effetto delle politiche neoliberiste<ref>http://www.storiacontemporanea.eu/globalizzazione/il-neoliberismo</ref>.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Lesage, Dries e Vermeiren, Mattias, ''Neo-liberalism at a time of crisis: the case of taxation''. European Review, Feb. 2011, Vol. 19 Issue 1, pp. 43-56.
* Colombo, Dario. ''Welfare mix e neoliberismo: un falso antagonismo'' In: Quaderni di SociologiaOpenAIRE. Rosenberg & Sellier, 2016-06-15.
* Stimilli, Elettra. ''La fiducia nel mercato. Un'interpretazione «religiosa» del neoliberismo a partire da Weber, Benjamin e Foucault'', In: Filosofia politica, no. 1 (gennaio 2016), 123-142.
* Bellofiore, Riccardo. ''Lo Stato imprenditoriale, il neoliberismo e la crisi dell'eurozona'' In: Economia & lavoro, Vol. no, no. 3 (settembre-dicembre 2014), 43-56.
* Fotia, Mauro. ''Il neoliberismo in Italia : verso forme nuove della società e dello Stato'' / Mauro Fotia, Antonio Pilieri. Roma : Città nuova, c1993.
* Carlo D'Ippoliti. ''Introduzione: la ritirata del neoliberismo?'' In: Moneta e Credito, 2012, Vol. 65, Issue 259, p.&nbsp;183.
* Gallina, Andrea. ''Alternative al neoliberismo nell'era della "Dottrina Bush"/ Alternatives to the Neoliberism in Were of the "Bush Doctrine"''. Inchiesta, gen-mar2005, Vol. 35 Issue 147, p4-9.
 
==Voci correlate==
* [[Liberismo]]
* [[Liberalizzazione]]
* [[Privatizzazione]]
* [[Politica economica]]
* [[Economia di mercato]]
* [[Ordoliberalismo]]
* [[Washington consensus]]
 
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== Collegamenti esterni ==
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