Peyrano e Ducario: differenze tra le pagine

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[[File:Sylvestre Ducar decapite Flaminius (Trasimene).jpg|miniatura|destra|[[Joseph-Noël Sylvestre]], ''Il gallo Ducario decapita il generale romano [[Gaio Flaminio Nepote|Flaminio]] nella [[battaglia del Trasimeno]]'' (Museo di [[Béziers]]).<ref>In realtà, nel racconto di Livio, Ducario "troncò la testa allo scudiero del console", mentre "trafisse con la lancia il console".</ref>]]
{{Azienda
{{Bio
|nome = Peyrano
|logoNome = Peyrano.jpgDucario
|logo dimensioneCognome =
|PreData = {{latino|Ducario}}
|forma societaria =
|borseSesso = M
|LuogoNascita = Mediolanum
|data fondazione = 1914
|luogo fondazioneLuogoNascitaAlt = o [[TorinoLodi]]
|GiornoMeseNascita =
|fondatore = Lucia Peyrano
|AnnoNascita = III secolo a.C.
|data chiusura = gennaio 2019
|nazioneLuogoMorte = ITA
|sedeGiornoMeseMorte =
|gruppoAnnoMorte = ?
|filialiEpoca = III a.C.
|Attività = militare
|persone chiave =
|Nazionalità = gallico
|settore = [[Industria alimentare|alimentare]]
|PostNazionalità = , [[Cavalleria (storia romana)|cavaliere]] della tribù [[Celti|celta]] degli [[Insubri]], passato alla storia per aver ucciso il [[Console (storia romana)|console]] romano [[Gaio Flaminio Nepote]] nella [[battaglia del lago Trasimeno]]
|prodotti = [[cioccolato]]
|fatturato =
|anno fatturato =
|utile netto =
|anno utile netto =
|dipendenti =
|anno dipendenti =
|note =
|slogan =
}}
 
== Biografia ==
La '''Peyrano''' è un'azienda di [[Torino]], fondata nel [[1914]], nata come laboratorio di [[caramella|caramelle]] e trasformata in azienda produttrice di [[cioccolato]] dopo la [[prima guerra mondiale]] da [[Antonio Peyrano]]. A partire dal 1920 cominciano le forniture regolari alla famiglia reale italiana. Oltre ottanta varietà diverse di cioccolatini.
Alcuni storici locali sostengono che Ducario (''Insuber eques, Ducario nomen erat'', lo chiama Livio) fosse un nobile cavaliere di ''[[Mediolanum]]''<ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=La nobiltà di Milano|url=https://books.google.it/books?id=BoBXAAAAcAAJ&pg=PA311|edizione=Nuova impressione|anno=1619|editore=appresso Gio. Battista Bidelli|città=In Milano|p=311}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=Historia dell'antichità di Milano divisa in quattro libri|url=https://books.google.it/books?id=06jQFE6M1fkC&pg=RA1-PA7&lpg=RA1-PA7|anno=1592|editore=Guerra|città=Milano|p=7}}</ref><ref name="Pavesi" />, mentre altri ritengono che "i nostri campi e la nostra città" citate da Livio si riferiscano alla città celta di Alauda (attuale [[Lodi]]).<ref>{{cita libro|autore=Cesare Vignati|titolo=Storie lodigiane|url=https://books.google.it/books?id=F_LWwRa_kpwC&pg=PA41|anno=1847|editore=pei tipografi C. Wilmant e figli|città=Lodi|p=41}}</ref> Una cosa va messa bene in chiaro, che la città espugnata da Flaminio (''qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus'') non poteva essere ''Mediolanum'', che fu invece conquistata dal console del 222 a.C. [[Gneo Cornelio Scipione Calvo|Gneo Cornelio]].<ref>Polibio, ''Storie'', II, 34, 15.</ref>
 
Non si sa niente della sua vita, tranne che comandava gli Insubri che, quando [[Annibale]] varcò le [[Alpi]], si ribellarono alla dominazione romana e, durante la battaglia del Trasimeno del 24 giugno [[217 a.C.]], combatterono al fianco dei [[Cartaginesi]] e dei loro alleati contro [[antica Roma|Roma]]. In questa battaglia Ducario uccise lo scudiero del console e poi lo stesso console Gaio Flaminio Nepote.<ref name="Pavesi">{{cita libro|autore=Mauro Pavesi|titolo=Storie segrete della storia di Milano|url=https://books.google.it/books?id=0MdADwAAQBAJ&pg=PT15|anno=2017|editore=Newton Compton|città=Roma|p=15|isbn=978-88-227-1521-0}}</ref>
== Storia ==
Sul finire del [[1914]] [[Lucia Peyrano]] inizia nell'attuale sede della ditta un'attività di fabbricazione e vendita di caramelle che dovrà sospendere a causa della guerra. A guerra finita, nel [[1919]] Lucia, riprende la produzione e la vendita di caramelle con la partecipazione del fratello Antonio, che però si rende conto di non poter competere con concorrenza delle grandi aziende industriali, dotate di costosi macchinari. Così nel 1920 la ditta ''Peyrano Lucia'' nel piccolo laboratorio di corso Moncalieri punta su un altro prodotto: il cioccolato. L'intera famiglia (Antonio, che ha problemi di salute, è affiancato dal nipote Giacomo e dalla nuora Angiola)<ref name = "gia">{{cita web|url=http://gentedipiemonte-torino.blogautore.repubblica.it/2011/04/17/peyrano-il-ritorno-dellalchimista/|titolo=Peyrano, il ritorno dell'alchimista|pubblicazione=repubblica.it|data=17 aprile 2011|accesso=11 febbraio 2019}}</ref> si lancia nella produzione e nella vendita e, anno dopo anno, con l'ausilio di nuove macchine, all'Alpino (il loro primo cioccolatino ripieno al liquore) se ne aggiungono di nuovi: nascono così le "noci", le "nocciole", le "mandorle", le "conchiglie", i "cuori", i "[[gianduiotto|gianduiotti]]", i "cremini", il "quadretto" e molti altri. L’''Alpino'' è coperto da un “brevetto per marchio d'impresa” rilasciato il 27 luglio 1935. Il 12 aprile 1938 l'azienda ottenne l'ambito riconoscimento di "Fornitore della Real Casa di Savoia" da [[Vittorio Emanuele III di Savoia]].<ref>{{Cita web|url=http://peyrano.com/it/content/7-100-anni-di-gusto |titolo=Peyrano 100 anni di gusto |autore= |sito=peyrano.com |data= |lingua=It |accesso=13 maggio 2018}}</ref>
 
La morte di Flaminio è drammaticamente narrata da [[Tito Livio]]:
=== Passaggi di mano ===
{{citazione
Nel secondo dopoguerra entrano in azienda i figli di Giacomo, Giuseppe (1933) e Giorgio (1938). Nel [[1963]] viene rilevata la pasticceria Pfatisch di corso Vittorio Emanuele a Torino che diventerà "''Peyrano Pfatisch''" e continuerà in corso Moncalieri l'attività di produzione di pasticceria e confetteria unita a quella della vendita dei cioccolatini. L'impegno principale di Giuseppe è rivolto alla pasticceria di corso Vittorio Emanuele, quello di Giorgio verso il laboratorio.
|Si combatté per circa tre ore e ovunque atrocemente: tuttavia, fu attorno al console che la lotta era più cruenta e feroce. Era seguito dai soldati più forti, ed egli stesso, ovunque percepisse che i suoi fossero pressati e in difficoltà, andava ad aiutarli senza sosta. E siccome la sua armatura lo distingueva dagli altri, i nemici si lanciavano contro di lui con più violenza e i Romani lottavano di più per difenderlo, finché un cavaliere insubre di nome Ducario, riconoscendolo anche dai lineamenti: «Ecco», disse ai suoi soldati, «il console che ha fatto a pezzi le nostre legioni e ha devastato i nostri campi e la nostra città. Ora io lo offrirò come vittima ai mani dei nostri concittadini»; e, spronato il cavallo, si gettò impetuosamente in mezzo alla foltissima schiera dei nemici: decapitato prima lo [[scudiero]], che si era opposto a lui che avanzava minaccioso, trafisse il console con la lancia: i [[triarii]] gli impedirono con gli scudi la volontà di spogliarlo.
|Tito Livio, ''[[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma dalla sua fondazione]]'', XXII, 6, 1-4<ref>{{cita libro|autore=Tito Livio|titolo=La storia romana tradotta dal c. Luigi Mabil|volume=1|città=Venezia|editore= dalla Tip. di Giuseppe Antonelli|anno=1841|pp=1751-1752 (Traduzione diversa)|url=https://books.google.it/books?id=r6iyS8tEvOMC&pg=RA7-PT62}}</ref>|Tres ferme horas pugnatum est et ubique atrociter; circa consulem tamen acrior infestiorque pugna est. Eum et robora virorum sequebantur, et ipse, quacumque in parte premi ac laborare senserat suos, impigre ferebat opem; insignemque armis et hostes summa vi petebant et tuebantur cives, donec Insuber eques – Ducario nomen erat –, facie quoque noscitans, «Consul, en, hic est», inquit popularibus suis, «qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus. Iam ego hanc victimam manibus peremptorum foede civium dabo»; subditisque calcaribus equo, per confertissimam hostium turbam impetum fecit: obtruncatoque prius armigero, qui se infesto venienti obviam obiecerat, consulem lancea transfixit: spoliare cupientem triarii obiectis scutis arcuere.
|la}}
 
La morte del console viene raccontata anche da [[Polibio]], ma in maniera molto più breve e generica, senza fare il nome di Ducario:
A metà degli anni Novanta non c'è più sintonia tra i due fratelli,<ref name = "gia"/> proprietari ciascuno di metà del capitale. Così nel [[2002]] Giorgio con la moglie Bruna esce dall'azienda cedendo la sua quota al fratello il quale fa entrare nel capitale della Peyrano la famiglia Maione di Napoli, con un'attività che spazia dall'alimentare (Pastificio Russo) alla biotecnologia, dal software alla chimica.<ref name = "mai">{{cita web|url=https://www.lastampa.it/2015/10/09/cronaca/bancarotta-e-ritorno-vita-morte-rinascita-del-marchio-peyrano-B6s05TPWsa5BFYS2d0C4YI/pagina.html|titolo=Bancarotta e ritorno. Vita, morte, rinascita del marchio Peyrano|data=9 ottobre 2015|accesso=11 febbraio 2019}}</ref> Nasce così la collaborazione tra le due famiglie. Nel 2006 il controllo dell'azienda passa ai Maione (Mario Maione e la figlia Mariella) in seguito ad un aumento di capitale che Giuseppe Peyrano non sottoscrive.
{{citazione
|Contemporaneamente lo stesso Flaminio, incerto sul da farsi e costernato per l'accaduto, fu assalito e ucciso da alcuni Celti
|[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', III, 84, 6
|Ἐν ᾧ καιρῷ καὶ τὸν Φλαμίνιον αὐτὸν, δυσχρηστούμενον καὶ περικακοῦντα τοῖς ὅλοις, προσπεσόντες τινὲς τῶν Κελτῶν ἀπέκτειναν
|grc}}
 
==Nel fumetto==
Nel dicembre 2010, a causa di difficoltà economiche del gruppo napoletano, il tribunale fallimentare di Torino decreta il fallimento dell'azienda Peyrano, gestita dalla famiglia Maione<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2010/12/16/cronaca/peyrano-e-fallito-finisce-un-epocaper-il-cioccolato-zZ0SUAtTWrztl6LGV0otVI/pagina.html|titolo=Peyrano è fallito, finisce un'epoca per il cioccolato|data=16 dicembre 2010|accesso=27 marzo 2018}}</ref>.
 
* [[Giovanni Brizzi]], Sergio Tisselli, ''Occhi di lupo. Un'avventura ai tempi di Annibale'', Monzuno, Savena Setta Sambro, 2004.
Nel marzo 2011 i coniugi Giorgio e Bruna Peyrano riacquistano l'azienda in un'asta fallimentare e diventano nuovamente proprietari della fabbrica, al prezzo di due milioni e diecimila euro<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/03/il-gianduiotto-oro-bruna-giorgio-peyrano.html?ref=search|titolo=Il Gianduiotto d'oro a Bruna e Giorgio Peyrano|data=3 aprile 2011|accesso=27 marzo 2018}}</ref><ref name = "mai"/><ref name = "gia/> Tutte le fasi della lavorazione del cioccolato avvengono nello stabilimento Peyrano, dalla tostatura al prodotto finito: tostatura con legno d'ulivo, macinatura ed eliminazione della buccia, [[miscelazione]] delle diverse qualità del cacao con zucchero, raffinazione e concaggio per 72 ore consecutive. Non vengono usati prodotti da terzi.
* Giovanni Brizzi, Giovanni Marchi, Sergio Tisselli, ''Foreste di morte. La saga di Ducario il Gallico: episodio secondo'', Bologna, Alessandro editore, 2006.
 
*
Nel gennaio 2017 viene chiusa a Torino la storica pasticceria Peyrano,<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2017/01/18/cronaca/chiude-peyrano-la-pasticceria-di-casa-reale-licenziati-gli-ultimi-dipendenti-rimasti-PNfI49qs85tSJ4PYeA4oyO/pagina.html|titolo=Chiude Peyrano, la pasticceria di Casa Reale|data=18 gennaio 2017|accesso=27 marzo 2018}}</ref> a cui fa seguito nel 2019 il laboratorio di Corso Moncalieri a Torino.<ref>{{cita web|url=https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/02/08/news/dopo_pernigotti_chiude_anche_peyrano_l_inverno_amaro_del_cioccolato_piemontese-218604774/|titolo=Dopo Pernigotti, chiude anche Peyrano: l'inverno amaro del cioccolato piemontese|data=8 febbraio 2019|accesso=8 febbraio 2019}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlate==
== Collegamenti esterni ==
*[[Battaglia del Trasimeno]]
*{{cita web|http://www.peyrano.com/|Sito ufficiale}}
*[[Gaio Flaminio Nepote]]
 
== Collegamenti esterni ==
{{Cioccolato in Piemonte}}
*{{cita web|titolo=La morte del Console Flaminio|sito=Cammino di Annibale|url=http://www.tuoro.movimentolento.it/it/resource/poi/la-morte-del-console-flaminio/}}
{{Portale|aziende|cucina|economia|Torino}}
*{{cita web|titolo=Ducario|sito=Lupi del Ticino|url=http://lupidelticino.org/ducario/|urlarchivio=https://archive.today/20171214110608/http://lupidelticino.org/ducario/|dataarchivio=14 dicembre 2017|urlmorto=sì|accesso=14 dicembre 2017}}
 
{{portale|biografie|Celti|guerra|Roma antica}}
[[Categoria:Aziende della città metropolitana di Torino]]
 
[[Categoria:Aziende produttrici di cioccolato]]
[[Categoria:AziendeStoria alimentaridi italianeRoma]]
[[Categoria:Fornitori della Real Casa di SavoiaGalli]]