Carlo Rivolta (attore) e Ducario: differenze tra le pagine

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[[File:Sylvestre Ducar decapite Flaminius (Trasimene).jpg|miniatura|destra|[[Joseph-Noël Sylvestre]], ''Il gallo Ducario decapita il generale romano [[Gaio Flaminio Nepote|Flaminio]] nella [[battaglia del Trasimeno]]'' (Museo di [[Béziers]]).<ref>In realtà, nel racconto di Livio, Ducario "troncò la testa allo scudiero del console", mentre "trafisse con la lancia il console".</ref>]]
{{S|attori italiani}}
{{Bio
|Nome = CarloDucario
|Cognome = Rivolta
|PreData = {{latino|Ducario}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = LodiMediolanum
|LuogoNascitaAlt = o [[Lodi]]
|GiornoMeseNascita = 14 aprile
|AnnoNascita = 1943III secolo a.C.
|LuogoMorte = Lodi
|GiornoMeseMorte = 21 giugno
|AnnoMorte = 2008
|EpocaAnnoMorte = 1900?
|Epoca2Epoca = 2000III a.C.
|Attività = attoremilitare
|Nazionalità = italianogallico
|Attività2 = regista
|PostNazionalità = , [[Cavalleria (storia romana)|cavaliere]] della tribù [[Celti|celta]] degli [[Insubri]], passato alla storia per aver ucciso il [[Console (storia romana)|console]] romano [[Gaio Flaminio Nepote]] nella [[battaglia del lago Trasimeno]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = di [[teatro]]
}}
 
== Biografia ==
Nato a [[Lodi]] dove ha frequentato le scuole elementari, medie e il liceo classico, si iscrive alla Facoltà di Medicina. È proprio il fervore culturale universitario vissuto nel [[Il Sessantotto|Sessantotto]] ad avvicinarlo alla recitazione. Presto si trasferisce alla Facoltà di Lettere, senza tuttavia conseguire la [[laurea]].
Alcuni storici locali sostengono che Ducario (''Insuber eques, Ducario nomen erat'', lo chiama Livio) fosse un nobile cavaliere di ''[[Mediolanum]]''<ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=La nobiltà di Milano|url=https://books.google.it/books?id=BoBXAAAAcAAJ&pg=PA311|edizione=Nuova impressione|anno=1619|editore=appresso Gio. Battista Bidelli|città=In Milano|p=311}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=Historia dell'antichità di Milano divisa in quattro libri|url=https://books.google.it/books?id=06jQFE6M1fkC&pg=RA1-PA7&lpg=RA1-PA7|anno=1592|editore=Guerra|città=Milano|p=7}}</ref><ref name="Pavesi" />, mentre altri ritengono che "i nostri campi e la nostra città" citate da Livio si riferiscano alla città celta di Alauda (attuale [[Lodi]]).<ref>{{cita libro|autore=Cesare Vignati|titolo=Storie lodigiane|url=https://books.google.it/books?id=F_LWwRa_kpwC&pg=PA41|anno=1847|editore=pei tipografi C. Wilmant e figli|città=Lodi|p=41}}</ref> Una cosa va messa bene in chiaro, che la città espugnata da Flaminio (''qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus'') non poteva essere ''Mediolanum'', che fu invece conquistata dal console del 222 a.C. [[Gneo Cornelio Scipione Calvo|Gneo Cornelio]].<ref>Polibio, ''Storie'', II, 34, 15.</ref>
 
Non si sa niente della sua vita, tranne che comandava gli Insubri che, quando [[Annibale]] varcò le [[Alpi]], si ribellarono alla dominazione romana e, durante la battaglia del Trasimeno del 24 giugno [[217 a.C.]], combatterono al fianco dei [[Cartaginesi]] e dei loro alleati contro [[antica Roma|Roma]]. In questa battaglia Ducario uccise lo scudiero del console e poi lo stesso console Gaio Flaminio Nepote.<ref name="Pavesi">{{cita libro|autore=Mauro Pavesi|titolo=Storie segrete della storia di Milano|url=https://books.google.it/books?id=0MdADwAAQBAJ&pg=PT15|anno=2017|editore=Newton Compton|città=Roma|p=15|isbn=978-88-227-1521-0}}</ref>
Dal [[1973]] al [[1981]] ha diretto il [[Teatro Fraschini]] di [[Pavia]]
 
La morte di Flaminio è drammaticamente narrata da [[Tito Livio]]:
È stato inoltre direttore del [[Teatro alle Vigne]], massimo [[Teatro (architettura)|teatro]] lodigiano, dalla sua inaugurazione avvenuta il 15 aprile [[1985]] fino al [[1989]].
{{citazione
|Si combatté per circa tre ore e ovunque atrocemente: tuttavia, fu attorno al console che la lotta era più cruenta e feroce. Era seguito dai soldati più forti, ed egli stesso, ovunque percepisse che i suoi fossero pressati e in difficoltà, andava ad aiutarli senza sosta. E siccome la sua armatura lo distingueva dagli altri, i nemici si lanciavano contro di lui con più violenza e i Romani lottavano di più per difenderlo, finché un cavaliere insubre di nome Ducario, riconoscendolo anche dai lineamenti: «Ecco», disse ai suoi soldati, «il console che ha fatto a pezzi le nostre legioni e ha devastato i nostri campi e la nostra città. Ora io lo offrirò come vittima ai mani dei nostri concittadini»; e, spronato il cavallo, si gettò impetuosamente in mezzo alla foltissima schiera dei nemici: decapitato prima lo [[scudiero]], che si era opposto a lui che avanzava minaccioso, trafisse il console con la lancia: i [[triarii]] gli impedirono con gli scudi la volontà di spogliarlo.
|Tito Livio, ''[[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma dalla sua fondazione]]'', XXII, 6, 1-4<ref>{{cita libro|autore=Tito Livio|titolo=La storia romana tradotta dal c. Luigi Mabil|volume=1|città=Venezia|editore= dalla Tip. di Giuseppe Antonelli|anno=1841|pp=1751-1752 (Traduzione diversa)|url=https://books.google.it/books?id=r6iyS8tEvOMC&pg=RA7-PT62}}</ref>|Tres ferme horas pugnatum est et ubique atrociter; circa consulem tamen acrior infestiorque pugna est. Eum et robora virorum sequebantur, et ipse, quacumque in parte premi ac laborare senserat suos, impigre ferebat opem; insignemque armis et hostes summa vi petebant et tuebantur cives, donec Insuber eques – Ducario nomen erat –, facie quoque noscitans, «Consul, en, hic est», inquit popularibus suis, «qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus. Iam ego hanc victimam manibus peremptorum foede civium dabo»; subditisque calcaribus equo, per confertissimam hostium turbam impetum fecit: obtruncatoque prius armigero, qui se infesto venienti obviam obiecerat, consulem lancea transfixit: spoliare cupientem triarii obiectis scutis arcuere.
|la}}
 
La morte del console viene raccontata anche da [[Polibio]], ma in maniera molto più breve e generica, senza fare il nome di Ducario:
==La polemica con Dell'Utri==
{{citazione
Il 13 dicembre [[2004]], due giorni dopo la condanna di [[Marcello Dell'Utri]] a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Carlo Rivolta avrebbe dovuto recitare l'''[[Apologia di Socrate]]'' al Teatro Valle di [[Roma]]. L'attore, pochi istanti prima di andare in scena, si è rifiutato di recitare, sentendosi strumentalizzato politicamente in quanto il senatore del [[Popolo della Libertà]], committente della rappresentazione, prima dell'inizio spettacolo aveva fatto una dichiarazione al pubblico in merito alla condanna a lui comminata.
|Contemporaneamente lo stesso Flaminio, incerto sul da farsi e costernato per l'accaduto, fu assalito e ucciso da alcuni Celti
Nonostante le proteste di Marcello Dell'Utri e del pubblico presente, l'attore lodigiano ha abbandonato la scena lasciando ai giornalisti le seguenti dichiarazioni:<ref>[http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/politica/dellutrite/dellutrite/dellutrite.html Repubblica.it/politica: Comizio di Dell'Utri a teatro e l'attore saluta e se ne va<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', III, 84, 6
|Ἐν ᾧ καιρῷ καὶ τὸν Φλαμίνιον αὐτὸν, δυσχρηστούμενον καὶ περικακοῦντα τοῖς ὅλοις, προσπεσόντες τινὲς τῶν Κελτῶν ἀπέκτειναν
|grc}}
 
==Nel fumetto==
{{citazione|Ho recitato l'Apologia di Socrate più di mille volte per i pubblici e i committenti più diversi. Intendo continuare a farlo in totale apertura e libertà. L'apologia è di [[Socrate]] e di nessun altro. Socrate parla all'umanità tutta per il sempre. [...] Più che mai in un giorno così bisogna far parlare Socrate e basta. Questa non è l'apologia di Dell'Utri, come scrivono i giornali. Il pubblico è poi libero di fare le associazioni che crede, ma bisogna fare silenzio. Avere rispetto di Socrate e, se permettete, anche di me. Ho recitato nelle scuole, parrocchie, per le società, per i teatri; Dell'Utri è uno dei molti committenti. La condanna non cambia nulla, per me. Solo: Socrate è sacro e io non sono carne da cannone. Io sono un sacerdote che officia Socrate, questo clima non consente la rappresentazione. Certo, so benissimo che il rapporto col senatore da questa serata sarà compromesso. È il minimo. Mi aspetto anche peggio. Molto peggio.}}
 
* [[Giovanni Brizzi]], Sergio Tisselli, ''Occhi di lupo. Un'avventura ai tempi di Annibale'', Monzuno, Savena Setta Sambro, 2004.
==Socrate e la Nuvola rosa==
* Giovanni Brizzi, Giovanni Marchi, Sergio Tisselli, ''Foreste di morte. La saga di Ducario il Gallico: episodio secondo'', Bologna, Alessandro editore, 2006.
Il 10 giugno [[2008]], Carlo Rivolta ha terminato le riprese del film corto misto ad animazioni ''Socrate e la Nuvola rosa'', regia di Andrea Lucisano, girato negli studi di Cinecittà di Roma, in cui il [[Socrate#Il Daimon (Δαίμων) socratico|Daimon]] è raffigurato come una nuvola rosa, sempre vicina a Socrate.
 
*
==Filmografia==
* ''[[AleX]]''
* ''Mozart''
* ''Socrate e la Nuvola rosa'', regia di Andrea Lucisano.
 
==Teatrografia parziale==
* [[:Categoria:Dialoghi platonici|Dialoghi platonici]]:
** ''[[Apologia di Socrate]]'' (più di 2000 repliche dal [[1985]] ad oggi);
** ''[[Simposio (dialogo)|Simposio]]'';
** ''[[Critone]]'';
** ''[[Fedone]]''.
* Dalla [[Bibbia]]:
** ''[[Qoelet]]'';
** ''Fino a quando?'' (dai Salmi dell'Esilio);
** ''[[Libro di Giona|Giona]]'';
** ''[[Cantico dei cantici]]'';
** ''[[Libro di Giobbe|Giobbe]]''.
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
*[[Battaglia del Trasimeno]]
*[[Gaio Flaminio Nepote]]
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|titolo=La morte del Console Flaminio|sito=Cammino di Annibale|url=http://www.tuoro.movimentolento.it/it/resource/poi/la-morte-del-console-flaminio/}}
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|titolo=Ducario|sito=Lupi del Ticino|url=http://lupidelticino.org/ducario/|urlarchivio=https://archive.today/20171214110608/http://lupidelticino.org/ducario/|dataarchivio=14 dicembre 2017|urlmorto=sì|accesso=14 dicembre 2017}}
 
{{portale|biografie|Celti|guerra|Roma antica}}
 
[[Categoria:Storia di Roma]]
{{Portale|biografie|teatro}}
[[Categoria:Galli]]