Carabiniere (cacciatorpediniere 1938) e Ducario: differenze tra le pagine

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[[File:Sylvestre Ducar decapite Flaminius (Trasimene).jpg|miniatura|destra|[[Joseph-Noël Sylvestre]], ''Il gallo Ducario decapita il generale romano [[Gaio Flaminio Nepote|Flaminio]] nella [[battaglia del Trasimeno]]'' (Museo di [[Béziers]]).<ref>In realtà, nel racconto di Livio, Ducario "troncò la testa allo scudiero del console", mentre "trafisse con la lancia il console".</ref>]]
{{Infobox nave
{{Bio
|Nome=''Carabiniere''
|Nome = Ducario
|Immagine= Fotocarabiniere.jpg
|Cognome =
|Categoria=cacciatorpediniere
|PreData = {{latino|Ducario}}
|Didascalia=
|Sesso = M
|Bandiera={{insegna navale|ITA (1861-1946)}}
|LuogoNascita = Mediolanum
|Bandiera2={{insegna navale|ITA}}
|LuogoNascitaAlt = o [[Lodi]]
|Tipo=[[cacciatorpediniere]] (1939-1958)<br/>nave esperienza (1960-1964)
|GiornoMeseNascita =
|Classe=[[Classe Soldati (cacciatorpediniere)#Unità#Unità Iª serie|Soldati I Serie]]
|AnnoNascita = III secolo a.C.
|Numero_unità=
|LuogoMorte =
|Costruttori= [[Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti|CNR]], [[Riva Trigoso]]
|GiornoMeseMorte =
|Cantiere=
|AnnoMorte = ?
|Identificazione='''CB'''<br/> '''D 551'''<br/>'''A 5314'''
|Epoca = III a.C.
|Ordinata=
|Attività = militare
|Impostata=1º febbraio 1937
|Nazionalità = gallico
|Varata=23 luglio 1938
|PostNazionalità = , [[Cavalleria (storia romana)|cavaliere]] della tribù [[Celti|celta]] degli [[Insubri]], passato alla storia per aver ucciso il [[Console (storia romana)|console]] romano [[Gaio Flaminio Nepote]] nella [[battaglia del lago Trasimeno]]
|Completata=
|Entrata_in_servizio=20 dicembre 1938
|Proprietario={{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br/>{{Insegna navale|ITA|icona}}
|Radiata=17 gennaio 1965
|Destino_finale=affondato nel marzo 1978, demolito
|Dislocamento=standard 1850 t<br/>in carico normale 2140<br/>pieno carico 2460-2580 t
|Stazza_lorda=
|Lunghezza=106,7
|Larghezza=10,2
|Altezza=
|Pescaggio=4,35
|Profondità_operativa=
|Ponte_di_volo=
|Propulsione=3 caldaie<br />2 gruppi di turbine a vapore su 2 assi<br />[[Potenza (fisica)|potenza]] 50.000 [[Cavallo vapore britannico|hp]]
|Velocità=39
|Autonomia= 2.200 [[miglio (unità di misura)|mn]] a 20 nodi
|Capacità_di_carico=
|Equipaggio=13 ufficiali, 202 tra sottufficiali e marinai
|Passeggeri=
|Sensori=
|Sistemi_difensivi=
|Armamento=<br>
* 4 pezzi [[Ansaldo]] [[120/50 Mod. 1926]]
* 1 pezzo illuminante da 120/15 [[millimetro|mm]]
* 8 [[mitragliera|mitragliere]] [[Breda 20/65 Mod. 1935|20/65 mm]]
* 6 tubi [[lanciasiluri]] da 533 [[millimetro|mm]]
* 2 lanciabombe di profondità (34 bombe)
* 2 tramogge per bombe di profondità
* capacità di trasportare e posare 64 mine
|Corazzatura=
|Mezzi_aerei=
|Motto=
|Soprannome=
|Note=dati riferiti all’entrata in servizio
|Ref= dati presi principalmente da [http://www.warshipsww2.eu/shipsplus.php?language=E&period=2&id=61100 ], [http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Carabiniere ] e [http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Soldati.html ]
}}
 
== Biografia ==
Il '''''Carabiniere''''' è stato un [[cacciatorpediniere]] della [[Regia Marina]] e successivamente della [[Marina Militare Italiana]].
Alcuni storici locali sostengono che Ducario (''Insuber eques, Ducario nomen erat'', lo chiama Livio) fosse un nobile cavaliere di ''[[Mediolanum]]''<ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=La nobiltà di Milano|url=https://books.google.it/books?id=BoBXAAAAcAAJ&pg=PA311|edizione=Nuova impressione|anno=1619|editore=appresso Gio. Battista Bidelli|città=In Milano|p=311}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Paolo Morigia|titolo=Historia dell'antichità di Milano divisa in quattro libri|url=https://books.google.it/books?id=06jQFE6M1fkC&pg=RA1-PA7&lpg=RA1-PA7|anno=1592|editore=Guerra|città=Milano|p=7}}</ref><ref name="Pavesi" />, mentre altri ritengono che "i nostri campi e la nostra città" citate da Livio si riferiscano alla città celta di Alauda (attuale [[Lodi]]).<ref>{{cita libro|autore=Cesare Vignati|titolo=Storie lodigiane|url=https://books.google.it/books?id=F_LWwRa_kpwC&pg=PA41|anno=1847|editore=pei tipografi C. Wilmant e figli|città=Lodi|p=41}}</ref> Una cosa va messa bene in chiaro, che la città espugnata da Flaminio (''qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus'') non poteva essere ''Mediolanum'', che fu invece conquistata dal console del 222 a.C. [[Gneo Cornelio Scipione Calvo|Gneo Cornelio]].<ref>Polibio, ''Storie'', II, 34, 15.</ref>
 
Non si sa niente della sua vita, tranne che comandava gli Insubri che, quando [[Annibale]] varcò le [[Alpi]], si ribellarono alla dominazione romana e, durante la battaglia del Trasimeno del 24 giugno [[217 a.C.]], combatterono al fianco dei [[Cartaginesi]] e dei loro alleati contro [[antica Roma|Roma]]. In questa battaglia Ducario uccise lo scudiero del console e poi lo stesso console Gaio Flaminio Nepote.<ref name="Pavesi">{{cita libro|autore=Mauro Pavesi|titolo=Storie segrete della storia di Milano|url=https://books.google.it/books?id=0MdADwAAQBAJ&pg=PT15|anno=2017|editore=Newton Compton|città=Roma|p=15|isbn=978-88-227-1521-0}}</ref>
== Propulsione ==
 
La morte di Flaminio è drammaticamente narrata da [[Tito Livio]]:
L'apparato motore, molto potente, era costituito da due [[Turbina a vapore|gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons]] alimentate da tre [[Caldaia a tubi d'acqua|caldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow]], che scaricava la propria potenza su due [[elica|eliche]]; sviluppava una [[potenza (fisica)|potenza]] di 49000 [[Cavallo vapore|cavalli]] e consentiva alla nave di raggiungere la velocità molto elevata di quasi 39 [[nodo (unità di misura)|nodi]], ma non aveva per contro un'elevata autonomia.
{{citazione
|Si combatté per circa tre ore e ovunque atrocemente: tuttavia, fu attorno al console che la lotta era più cruenta e feroce. Era seguito dai soldati più forti, ed egli stesso, ovunque percepisse che i suoi fossero pressati e in difficoltà, andava ad aiutarli senza sosta. E siccome la sua armatura lo distingueva dagli altri, i nemici si lanciavano contro di lui con più violenza e i Romani lottavano di più per difenderlo, finché un cavaliere insubre di nome Ducario, riconoscendolo anche dai lineamenti: «Ecco», disse ai suoi soldati, «il console che ha fatto a pezzi le nostre legioni e ha devastato i nostri campi e la nostra città. Ora io lo offrirò come vittima ai mani dei nostri concittadini»; e, spronato il cavallo, si gettò impetuosamente in mezzo alla foltissima schiera dei nemici: decapitato prima lo [[scudiero]], che si era opposto a lui che avanzava minaccioso, trafisse il console con la lancia: i [[triarii]] gli impedirono con gli scudi la volontà di spogliarlo.
|Tito Livio, ''[[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma dalla sua fondazione]]'', XXII, 6, 1-4<ref>{{cita libro|autore=Tito Livio|titolo=La storia romana tradotta dal c. Luigi Mabil|volume=1|città=Venezia|editore= dalla Tip. di Giuseppe Antonelli|anno=1841|pp=1751-1752 (Traduzione diversa)|url=https://books.google.it/books?id=r6iyS8tEvOMC&pg=RA7-PT62}}</ref>|Tres ferme horas pugnatum est et ubique atrociter; circa consulem tamen acrior infestiorque pugna est. Eum et robora virorum sequebantur, et ipse, quacumque in parte premi ac laborare senserat suos, impigre ferebat opem; insignemque armis et hostes summa vi petebant et tuebantur cives, donec Insuber eques – Ducario nomen erat –, facie quoque noscitans, «Consul, en, hic est», inquit popularibus suis, «qui legiones nostras cecidit, agrosque et urbem est depopulatus. Iam ego hanc victimam manibus peremptorum foede civium dabo»; subditisque calcaribus equo, per confertissimam hostium turbam impetum fecit: obtruncatoque prius armigero, qui se infesto venienti obviam obiecerat, consulem lancea transfixit: spoliare cupientem triarii obiectis scutis arcuere.
|la}}
 
La morte del console viene raccontata anche da [[Polibio]], ma in maniera molto più breve e generica, senza fare il nome di Ducario:
== Armamento ==
{{citazione
|Contemporaneamente lo stesso Flaminio, incerto sul da farsi e costernato per l'accaduto, fu assalito e ucciso da alcuni Celti
|[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', III, 84, 6
|Ἐν ᾧ καιρῷ καὶ τὸν Φλαμίνιον αὐτὸν, δυσχρηστούμενον καὶ περικακοῦντα τοῖς ὅλοις, προσπεσόντες τινὲς τῶν Κελτῶν ἀπέκτειναν
|grc}}
 
==Nel fumetto==
L'armamento principale era costituito da cinque [[cannone|cannoni]] [[Ansaldo]] da 120/5 [[millimetro|mm]]<ref>{{en}} {{cita web|http://www.navweaps.com/Weapons/WNIT_47-50_m1926.htm|Italy 120 mm/50 (4.7") Ansaldo Models 1926, 1936, 1937 and 1940 OTO Models 1931, 1933 and 1936|5-5-2009}}</ref>, in due torrette binate, che, a partire dagli [[anni 1930|anni trenta]], ha equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina ed un cannone singolo montato in sostituzione dell'obice illuminante da 120/15&nbsp;mm sulla [[tuga (nautica)|tuga]] centrale, che era presente in tutte le unità della [[Classe Soldati (cacciatorpediniere)#Unità Iª serie|Iª serie]].
 
* [[Giovanni Brizzi]], Sergio Tisselli, ''Occhi di lupo. Un'avventura ai tempi di Annibale'', Monzuno, Savena Setta Sambro, 2004.
L'armamento antiaereo era costituito da otto [[mitragliera|mitragliere]] da 20/65&nbsp;mm Mod. 1935<ref>{{en}} {{cita web|http://www.navweaps.com/Weapons/WNIT_20mm-65.htm|Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940|5-5-2009}}</ref>, in quattro impianti binati.
* Giovanni Brizzi, Giovanni Marchi, Sergio Tisselli, ''Foreste di morte. La saga di Ducario il Gallico: episodio secondo'', Bologna, Alessandro editore, 2006.
 
*
L'armamento silurante era costituito da sei tubi [[lanciasiluri]] da 533&nbsp;mm in due impianti tripli, [[Anti-Submarine Warfare|quello antisomergibile]] da due lanciabombe laterali, [[bomba di profondità|bombe di profondità]] e [[mina navale|mine]].
 
== Storia Note==
=== I primi anni e la seconda guerra mondiale ===
 
Le prove in mare durarono dal dicembre 1938 al gennaio 1939<ref name="Carabiniere">http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Cacciatorpediniere%20ultimo.pdf</ref>.
[[File:Varo RN Carabiniere.jpg|thumb|left|Il varo di Nave ''Carabiniere'']]
All’inizio della [[seconda guerra mondiale]] era caposquadriglia della XII Squadriglia Cacciatorpediniere, che comprendeva i gemelli ''[[Lanciere (cacciatorpediniere 1939)|Lanciere]]'', ''[[Ascari (cacciatorpediniere)|Ascari]]'' e ''[[Corazziere (cacciatorpediniere 1939)|Corazziere]]''. Comandante della nave era il [[capitano di fregata]] Alberto Battaglia.
 
L’11 giugno fu inviato in perlustrazione nel [[Canale di Sicilia]] insieme al resto della XII Squadriglia, alla XI Squadriglia Cacciatorpediniere (''[[Artigliere (cacciatorpediniere 1937)|Artigliere]]'', ''[[Aviere (cacciatorpediniere 1938)|Aviere]]'', ''[[Geniere (cacciatorpediniere 1938)|Geniere]]'', ''[[Camicia Nera (cacciatorpediniere)|Camicia Nera]]''), alla III Divisione ([[incrociatore pesante|incrociatori pesanti]] ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'', ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'', ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'') ed alla VII ([[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] ''[[Muzio Attendolo (incrociatore)|Attendolo]]'' e [[Duca d'Aosta (incrociatore)|''Duca D’Aosta'']])<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4006-19JUN02.htm 1 June, Saturday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 7 luglio, alle 18.40, lasciò [[Augusta (Italia)|Augusta]] insieme alle unità sezionarie ed all’incrociatore pesante ''Pola'', congiungendosi poi con il resto della II Squadra Navale (Divisioni incrociatori I, II, III e VII per un totale di 10 unità e squadriglie cacciatorpediniere IX, X, XI e XIII) che, dopo aver funto da forza di appoggio ad un’operazione di convogliamento per la [[Libia]], si unì alla I Squadra e partecipò alla [[battaglia di Punta Stilo]] del 9 luglio: durante il ripiegamento della [[flotta]] italiana in tale scontro, la XII Squadriglia fu inviata, con le altre, al [[contrattacco]] silurante; il ''Carabiniere'' fu l’unica unità della sua squadriglia a non lanciare nemmeno un [[siluro]]<ref name="Carabiniere"/><ref>Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', pp. 172-185-186</ref><ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4007-20JUL01.htm Naval Events, 1-14 July 1940<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nella [[sera]] del 5 ottobre salpò da [[Taranto]] per scortare in Libia, insieme alle tre navi della XII Squadriglia, due trasporti (operazione «CV»), ma rientrò in [[porto]] in seguito all’avvistamento di [[nave da battaglia|navi da battaglia]] inglesi<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4010-23OCT01.htm 1940<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel primo [[pomeriggio]] del 26 novembre salpò da [[Messina]] insieme a ''Lanciere'' ed ''Ascari'' ed alla III Divisione (incrociatori pesanti ''Trento'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''Bolzano''), unendosi poi al resto della squadra italiana che prese parte all’inconclusiva [[battaglia di Capo Teulada]]: durante tale [[combattimento|scontro]], tra le 12.35 e le 12.41 del 27 novembre, il ''Lanciere'' fu immobilizzato da tre [[proiettile|proiettili]] da 152&nbsp;mm dell’incrociatore britannico ''[[HMS Southampton (83)|Southampton]]''; il ''Carabiniere'' assistette l<nowiki>’</nowiki>''Ascari'' che aveva preso a [[rimorchio]] la nave danneggiata, che fu trainata a lento moto a [[Cagliari]] con la scorta della III Divisione<ref>Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', pp. da 231 a 243</ref><ref>la decisione di inviare in assistenza al ''Lanciere'' non solo ''Ascari'' e ''Carabiniere'', ma l'intera III Divisione, è stata successivamente molto criticata da parte degli storici: in essa si vede infatti anche un anticipo della decisione, durante la [[battaglia di Capo Matapan]], di inviare in soccorso all'incrociatore ''Pola'' l'intera I Divisione, che fu sorpresa e distrutta dalle corazzate inglesi</ref>.
[[File:RN carabiniere.jpg|thumb|left|Il ''Carabiniere'' in servizio per la Regia Marina]]
Il 9 gennaio 1941 bombardò, insieme ai cacciatorpediniere ''Ascari'', ''[[Folgore (cacciatorpediniere)|Folgore]]'' e ''[[Fulmine (cacciatorpediniere 1932)|Fulmine]]'', le posizioni greche a Porto Palermo e Pinkerion<ref name="Carabiniere"/><ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4101-28JAN01.htm 1941<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 25 gennaio effettuò un altro [[bombardamento navale|bombardamento]] a Pinkerasi ([[Grecia]]) unitamente ad ''Ascari'' e ''Corazziere''<ref name="Carabiniere"/>.
 
L’8 febbraio 1941 salpò da Messina insieme al ''Corazziere'' ed alla III Divisione incrociatori (''Trento'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'', ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'', formazione che poi si congiunse alle corazzate ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Cesare]]'' e ''[[Andrea Doria (nave da battaglia)|Doria]]'' ed alle Squadriglie Cacciatorpediniere X (''[[Maestrale (cacciatorpediniere)|Maestrale]]'', ''[[Grecale (cacciatorpediniere)|Grecale]]'', ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'', ''[[Scirocco (cacciatorpediniere)|Scirocco]]'') e XIII (''[[Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)|Fuciliere]]'', ''[[Granatiere (cacciatorpediniere 1939)|Granatiere]]'', ''[[Bersagliere (cacciatorpediniere 1939)|Bersagliere]]'', ''[[Alpino (cacciatorpediniere 1939)|Alpino]]'') per intercettare la formazione britannica diretta a [[Genova]] per [[bombardamento navale di Genova (1941)|bombardare tale città]], ma non riuscì né ad impedire il bombardamento, né ad individuare le navi inglesi<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4102-29FEB01.htm 1 February, Saturday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', pp. 253 e ss.</ref>.
 
Dal 12 al 13 marzo funse da scorta indiretta, unitamente a ''Corazziere'', ''[[Aviere (cacciatorpediniere 1938)|Aviere]]'', alla torpediniera ''[[Pilade Bronzetti (cacciatorpediniere)|Dezza]]'' ed agli incrociatori ''Trento'', ''Trieste'' e ''Bolzano'', ad un convoglio (trasporti truppe ''[[Conte Rosso (transatlantico)|Conte Rosso]]'', ''Marco Polo'' e ''Victoria'', cacciatorpediniere ''[[Folgore (cacciatorpediniere)|Folgore]]'', ''Camicia Nera'' e ''Geniere'') in rotta Napoli-Tripoli<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4103-30MAR01.htm 1 March, Saturday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Alle 5.30 del 26 marzo 1941 salpò da [[Messina]] assieme a ''Corazziere'' ed ''Ascari'' ed alla III Divisione incrociatori (''Trento'', ''Trieste'', ''Bolzano''), che con varie altre unità – corazzata ''Vittorio Veneto'', Divisioni incrociatori I (''[[Zara (incrociatore)|Zara]]'', ''Pola'', ''[[Fiume (incrociatore)|Fiume]]'') e VIII (''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Garibaldi]]'' e ''[[Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]]''), Squadriglie cacciatorpediniere IX (''[[Vittorio Alfieri (cacciatorpediniere)|Alfieri]]'', ''[[Alfredo Oriani (cacciatorpediniere)|Oriani]]'', ''[[Vincenzo Gioberti (cacciatorpediniere)|Gioberti]]'', ''[[Giosuè Carducci (cacciatorpediniere)|Carducci]]''), XIII (''Granatiere'', ''Bersagliere'', ''Fuciliere'', ''[[Alpino (cacciatorpediniere 1939)|Alpino]]''), XVI (''[[Nicoloso Da Recco (cacciatorpediniere)|Da Recco]]'', ''[[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|Pessagno]]'') – destinata a partecipare all’operazione «Gaudo», poi sfociata nella disastrosa [[battaglia di Capo Matapan]], conclusasi con la perdita di tutta la I Divisione e dei cacciatorpediniere ''Alfieri'' e ''Carducci''<ref name="Giorgerini">Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', pp. 286 e ss.</ref>. Durante tale battaglia le navi della XII Squadriglia presero parte allo scontro di Gaudo e quindi scortarono gli incrociatori della III Divisione durante la ritirata italiana, difendendoli con il proprio fuoco [[contraerea|contraereo]]<ref name="Carabiniere"/><ref name="Giorgerini"/>.
 
Il 30 aprile 1941 appartenne alla scorta indiretta (con gli incrociatori pesanti ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'', l’incrociatore leggero ''[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]]'' ed i cacciatorpediniere ''Gioberti'' ed ''Ascari'') di un convoglio formato dai [[nave cargo|trasporti]] ''Birmania'', ''Marburg'', ''Reichenfels'', ''Rialto'' e ''Kybfels'' in navigazione da [[Augusta (Italia)|Augusta]] e [[Messina]] per la Libia carichi di rifornimenti per l’[[Afrika Korps]] (la scorta diretta era costituita dai cacciatorpediniere ''[[Euro (cacciatorpediniere 1927)|Euro]]'' e ''[[Fulmine (cacciatorpediniere 1932)|Fulmine]]'' e dalle torpediniere ''[[Castore (torpediniera 1937)|Castore]]'', ''Procione'' ed ''Orione''); sebbene attaccato da [[aereo|aerei]] e [[sommergibile|sommergibili]] il 1º maggio, il convoglio non subì [[danno|danni]]<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4104-31APR02.htm 1 April, Tuesday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 25 giugno lasciò [[Messina]] e si aggregò alla scorta indiretta, formata dagli incrociatori ''Trieste'' e ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]'' e dai cacciatorpediniere ''Corazziere'' ed ''Ascari'', ad un convoglio formato dai trasporti truppe ''Esperia'', ''Marco Polo'', ''Neptunia'' ed ''Oceania'' scortati dai cacciatorpediniere ''Aviere'', ''[[Vincenzo Gioberti (cacciatorpediniere)|Gioberti]]'', ''Geniere'' e ''[[Antonio Da Noli (cacciatorpediniere)|Da Noli]]'' sulla rotta Napoli-Tripoli: dopo una sosta a [[Taranto]] il 27, le navi giunsero a destinazione il 29 giugno nonostante alcuni attacchi aerei (che procurarono lievi danni all<nowiki>’</nowiki>''Esperia'')<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4106-33JUN02.htm 1 June, Sunday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Dal 16 al 18 luglio fornì scorta indiretta, unitamente agli incrociatori ''Trieste'' e ''Bolzano'' ed ai cacciatorpediniere ''Ascari'' e ''Corazziere'', ad un convoglio composto dai trasporti truppe ''Marco Polo'', ''Neptunia'' ed ''Oceania'' in navigazione, con la scorta dei cacciatorpediniere ''Gioberti'', ''Lanciere'', ''Oriani'', ''Geniere'' e della torpediniera ''[[Centauro (torpediniera 1936)|Centauro]]'', sulla rotta Taranto-Tripoli: tutte le navi giunsero a destinazione indenni, evitando anche un [[attacco (guerra)|attacco]] del sommergibile HMS ''Unbeaten'' diretto contro l<nowiki>’</nowiki>''Oceania''<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4107-34JUL02.htm Battle of the Atlantic, July 1941<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 23 settembre posò un [[campo minato|campo di mine]] a sudest di [[Malta]] insieme alle tre unità della XII Squadriglia, con la scorta di ''Aviere'' e ''Camicia Nera''<ref name=autogenerato2>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4109-36SEP02.htm 1 September, Monday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 24 settembre salpò da [[Palermo]] unitamente agli incrociatori leggeri ''Duca degli Abruzzi'' ed ''[[Muzio Attendolo (incrociatore)|Attendolo]]'', alla III Divisione (incrociatori pesanti ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]''), al resto della XII Squadriglia ed alla X Squadriglia Cacciatorpediniere (''[[Maestrale (cacciatorpediniere)|Maestrale]]'', ''[[Grecale (cacciatorpediniere)|Grecale]]'' e ''[[Scirocco (cacciatorpediniere)|Scirocco]]'') per intercettare un convoglio britannico, senza riuscirci<ref name=autogenerato2 />.
 
Il 21 ottobre fu speronato dal [[piroscafo]] ''Monte Maggiore'' nel porto di Messina riportando [[danno|danni]] all’[[opera morta]], che furono tuttavia riparati in breve tempo<ref name="Carabiniere"/>.
 
Alle 8.10 del 21 novembre 1941 lasciò Napoli insieme a ''Camicia Nera'', ''Aviere'', ''Corazziere'' e ''Geniere'' ed agli incrociatori ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Garibaldi]]'' e ''[[Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]]'' per fungere da scorta indiretta a due convogli per la Libia<ref name=autogenerato3>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4111-38NOV02.htm KMS Kormoran and HMAS Sydney, KMS Atlantis and HMS Dunedin lost, November 1941<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. L’operazione fallì in seguito ad attacchi aerei e subacquei (che danneggiarono gravemente il ''Duca degli Abruzzi'' e l’[[incrociatore pesante]] ''Trieste''); il ''Carabiniere'' scortò il ''Duca degli Abruzzi'' nella [[navigazione]] di rientro a Messina; il 22, raggiunto il convoglio siciliano, proseguì per Reggio insieme al Corazziere ed al cacciatorpediniere Turbine<ref name=autogenerato3 />.
 
Il 13 dicembre salpò da [[Taranto]] insieme ai cacciatorpediniere ''Corazziere'' e ''Geniere'' per aggregarsi alla forza di copertura dell’operazione «M 41» (tre convogli per la Libia composti da 6 mercantili, 5 cacciatorpediniere ed una torpediniera), che però fu funestata dagli attacchi sottomarini, che affondarono due trasporti (il ''Fabio Filzi'' ed il ''Carlo del Greco'') e danneggiarono seriamente la corazzata ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]''; il ''Carabiniere'' fu distaccato per scortare la ''Vittorio Veneto'' in rientro a Taranto, insieme ai cacciatorpediniere ''Vivaldi'', ''Da Noli'', ''Aviere'', ''Geniere'' e ''Camicia Nera'' ed alle torpediniere ''[[Lince (torpediniera)|Lince]]'' ed ''[[Aretusa (torpediniera)|Aretusa]]''<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4112-39DEC01.htm 1 December, Monday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 16-17 dicembre 1941 prese parte all’operazione di traffico per la [[Libia]] «M 42» come parte della scorta a distanza ed all’inconclusiva [[prima battaglia della Sirte]]<ref name="Carabiniere"/><ref>{{cita web|http://www.regiamarinaitaliana.it/Sirte1.html|La I battaglia della Sirte|19-03-2008}}</ref><ref>{{cita web|http://www.regiamarina.net/battles/sirte1/sirte1_it.htm|La prima battaglia della Sirte|19-03-2008}}</ref>.
 
In seguito allo scioglimento della XII Squadriglia Cacciatorpediniere, fu trasferito alla XIII<ref name="Carabiniere"/>.
 
Alle 18.50 del 3 gennaio 1942 salpò da Taranto unitamente ai cacciatorpediniere ''Ascari'', ''Alpino'', ''Aviere'', ''[[Antonio Pigafetta (cacciatorpediniere)|Pigafetta]]'', ''Geniere'', ''Da Noli'' e ''Camicia Nera'', agli incrociatori pesanti ''Trento'' e ''Gorizia'' ed alle corazzate ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'', ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Cesare]]'' e ''Doria'' per fornire scorta indiretta all’operazione «M 43» (tre convogli per la Libia con in mare complessivamente 6 mercantili, 6 cacciatorpediniere e 5 torpediniere): tutti i mercantili giunsero a destinazione il 5 gennaio ed alle 17 di quel giorno il gruppo «Littorio», ''Carabiniere'' compreso, rientrò a Taranto<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4201-41JAN01.htm 1 January, Thursday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 22 gennaio fece parte – insieme agli incrociatori ''Attendolo'', ''Duca degli Abruzzi'' e ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]]'' ed ai cacciatorpediniere ''Bersagliere'', ''Fuciliere'' ed ''Alpino'' – della forza per l’appoggio ravvicinato all’operazione «T. 18» (un convoglio formato dal trasporto truppe ''Victoria'' – partito da Taranto – e dai cargo ''Ravello'', ''Monviso'', ''Monginevro'' e ''Vettor Pisani'' – salpati da Messina –, con un carico di 15.000 tonnellate di materiali, 97 carri armati, 271 automezzi, 1467 uomini e la scorta dei cacciatorpediniere ''Vivaldi'', ''Malocello'', ''Da Noli'', ''Aviere'', ''Geniere'' e ''Camicia Nera'' e delle torpediniere ''[[Orsa (torpediniera 1938)|Orsa]]'' e ''[[Castore (torpediniera 1937)|Castore]]''); il convoglio arrivò a Tripoli il 24, subendo però la perdita della ''Victoria'', affondata da due attacchi di [[aerosilurante|aerosiluranti]]<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4201-41JAN02.htm 1 January, Thursday<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', pp. 516-517</ref>.
 
A metà febbraio svolse una missione di ricerca nel bacino centrale del [[Mediterraneo]], insieme alla III Divisione incrociatori ed al resto della XIII Squadriglia Cacciatorpediniere<ref name="Carabiniere"/>. Alle 13.45 del 16 febbraio, mentre tornava a Taranto da tale missione, fu avvistato dal [[sommergibile]] britannico ''P 36'' che lo attaccò lanciando alcuni siluri: una delle armi centrò il ''Carabiniere'' sul lato di [[dritta]] asportandogli la [[prua]]<ref name="Carabiniere"/>. La nave riuscì tuttavia a restare a galla e, presa a rimorchio dapprima dalla vecchia [[torpediniera]] ''Dezza'' e poi dal [[rimorchiatore]] ''Instancabile'', poté arrivare a Messina alle 8.30 del 17 febbraio<ref name="Carabiniere"/><ref>Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943'', p. 349</ref><ref name="trentoincina">[http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Carabiniere Trentoincina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
[[File:RN Carabiniere silurata Messina.jpg|thumb|In bacino a Messina dopo il siluramento]]
A Messina il ''Carabiniere'' ricevette una prua posticcia in modo da potersi trasferire autonomamente in un [[cantiere]] adatto alle riparazioni<ref name="Carabiniere"/>. Dopo aver verificato la buona riuscita del provvedimento, l’unità lasciò Messina il 3 aprile 1942 giungendo a [[Livorno]], dopo una tappa a [[Napoli]], l’11 aprile<ref name="Carabiniere"/>. Il ''Carabiniere'' ricevette quindi la prua di un’unità gemella in costruzione a Livorno, il ''Carrista''<ref name="Carabiniere"/><ref name="trentoincina"/>. Oltre alle grandi riparazioni la nave fu sottoposta anche ad altri lavori che videro l’imbarco di due [[mitragliera|mitragliere]] da 20&nbsp;mm, di un [[radar]] [[EC3/ter "Gufo"|Ec3/ter «Gufo»]] e di 2 mitragliere da [[37/54]]&nbsp;mm (queste ultime al posto del [[tubo lanciasiluri|complesso lanciasiluri]] poppiero)<ref name="Ct classe Soldati">[http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Soldati.html Ct classe Soldati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 9 agosto 1943 salpò da La Spezia con i cacciatorpediniere ''[[Vincenzo Gioberti (cacciatorpediniere)|Gioberti]]'' e ''[[Mitragliere (cacciatorpediniere)|Mitragliere]]'', di scorta alla VIII Divisione (incrociatori leggeri ''Garibaldi'' e ''Duca d’Aosta'') diretta a [[Genova]]<ref name="trentoincina"/><ref name="Rocca-3">Gianni Rocca, ''Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale'', p. 292</ref><ref name="danieleranocchia">[http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm Le Operazioni Navali nel Mediterraneo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Alle 18.24 la formazione fu avvistata al largo di Punta Mesco dal [[sommergibile]] britannico ''Simoon'', che lanciò quattro [[siluro|siluri]] contro il ''Garibaldi''; questi riuscì di evitarli con la [[manovra (nautica)|manovra]], e lo stesso fece il ''Carabiniere'', mentre il ''Gioberti'' fu colpito ed affondò spezzato in due<ref name="trentoincina"/><ref name="Rocca-3"/><ref name="danieleranocchia"/>. Bombardò con bombe di profondità il Simoon, danneggiandolo<ref name="trentoincina"/>.
 
[[File:Regolo, Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere.jpg|thumb|left|''Regolo'', ''Mitragliere'', ''Fuciliere'' e ''Carabiniere'' in linea di fila al rientro a Taranto il 23 gennaio 1945. Il ''Carabiniere'' è la prima nave a sinistra]]
 
Alla [[proclamazione]] dell’[[armistizio di Cassibile|armistizio]], la nave salpò da [[La Spezia]] con il resto della squadra navale (corazzate ''[[Littorio (nave da battaglia)|Italia]]'', ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' e ''[[Roma (nave da battaglia 1940)|Roma]]'', incrociatori leggeri ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'', ''[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]]'', ''[[Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]]'', ''[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]]'', [[Duca d'Aosta (incrociatore)|''Duca d’Aosta'']], ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]]'', cacciatorpediniere ''[[Camicia Nera (cacciatorpediniere)|Artigliere]]'', ''[[Mitragliere (cacciatorpediniere)|Mitragliere]]'', ''[[Legionario (cacciatorpediniere)|Legionario]]'', ''[[Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)|Fuciliere]]'', ''[[Velite (cacciatorpediniere)|Velite]]'', ''[[Grecale (cacciatorpediniere)|Grecale]]'', ''[[Alfredo Oriani (cacciatorpediniere)|Oriani]]'') per consegnarsi agli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] a [[Malta]]<ref>Joseph Caruana su ''Storia Militare'' n. 204 - settembre 2010</ref><ref>Enzo Biagi, ''La seconda guerra mondiale – parlano i protagonisti'', fasc. 9 – ''L’Italia si arrende''</ref>. Alle 15.15 del 9 settembre, tuttavia, la formazione fu attaccata da [[bombardiere|bombardieri]] [[Dornier Do 217]] tedeschi: dapprima fu leggermente danneggiata la corazzata ''Italia'' (da una [[bomba (ordigno)|bomba]] caduta vicino allo [[scafo]]), poi, alle 15.42, la corazzata ''Roma'' fu raggiunta da una [[Fritz-X|bomba-razzo]] che, perforati tutti i [[ponte|ponti]], [[scoppio|scoppiò]] sotto la [[chiglia]] provocando gravi [[danno|danni]] tra i quali una falla nello scafo, danni alle [[artiglieria|artiglierie]] [[contraerea|contraeree]] e un locale [[macchina|macchine]] fuori uso (con riduzione della [[velocità]] a 16 nodi); dieci minuti più tardi la stessa [[nave]] fu centrata da una seconda bomba in corrispondenza di un [[magazzino|deposito]] [[munizioni]]: devastata da una colossale [[deflagrazione]], la ''Roma'' si capovolse ed affondò, spezzandosi in due, in 19 minuti, portando con sé 1393 uomini<ref>[http://www.regianaveroma.org/RegiaNaveRoma_2009/Storiografia/Affondamento/Attacco_aereo.htm Associazione Regia Nave Roma<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Alle 16.07 la XII Squadriglia cui apparteneva il ''Carabiniere'' (comandato dal [[capitano di fregata]] Gian Maria Bongiovanni<ref>[http://www.regianaveroma.org/RegiaNaveRoma_2009/Storiografia/Internamento/Home_Internamento.htm Associazione Regia Nave Roma<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>) insieme a ''Mitragliere'' e ''Fuciliere'', venne mandata a soccorrere la nave in affondamento; i tre cacciatorpediniere trassero in salvo in tutto 503 uomini, 112 dei quali dal ''Carabiniere''<ref name="Carabiniere"/> (altri 119 furono salvati dall’incrociatore leggero ''[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]]'' e dalle [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Orsa (torpediniera 1938)|Orsa]]'', ''[[Pegaso (torpediniera 1938)|Pegaso]]'' ed ''[[Impetuoso (torpediniera)|Impetuoso]]''); il ''Carabiniere'' e le altre unità diressero quindi per [[Mahón|Porto Mahon]] nelle [[Baleari]], ove giunsero alle 8.30 sbarcando i [[naufrago|naufraghi]] della ''Roma''<ref>[http://www.regianaveroma.org/RegiaNaveRoma_2009/Storiografia/Affondamento/Salvataggio_naufraghi.htm Associazione Regia Nave Roma<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 10 settembre 1943 ''Mitragliere'', ''Fuciliere'', ''Carabiniere'' e ''Regolo'' vennero [[internamento militare|internati]] nella [[rada (nautica)|rada]] di Porto Mahon, ove rimasero sino al 15 gennaio 1945, quando poterono salpare per rientrare [[Italia]] (analoga sorte ebbe l<nowiki>’</nowiki>''Orsa'', mentre ''Pegaso'' ed ''Impetuoso'' preferirono autoaffondarsi): dopo una sosta ad [[Algeri]], giunsero a Taranto il 21 gennaio<ref name="Carabiniere"/><ref>[http://www.regianaveroma.org/RegiaNaveRoma_2009/Archivio/Fotografico/Internamento.htm Associazione Regia Nave Roma<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name=autogenerato1>[http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Fuciliere Trentoincina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nel corso del conflitto contro gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] il ''Carabiniere'' aveva preso parte a 161 missioni (11 di ricognizione e scorta, una di [[posamine|posa mine]], 6 di caccia antisommergibile, 2 di bombardamento controcosta, 5 di [[trasporto]], 42 di scorta convogli, 42 di trasferimento, 34 [[addestramento|addestrative]] e 18 di altro tipo) percorrendo complessivamente 53.710 [[miglio nautico|miglia]] e trascorrendo 375 giorni ai lavori<ref name="Carabiniere"/>.
 
Dopo il rientro in [[Italia]], da gennaio a maggio 1945, la nave svolse 6 missioni – 3 addestrative e 3 di trasferimento – percorrendo 2321 miglia<ref name="Carabiniere"/>.
 
Successivamente la nave ricevette l'ordine di portarsi a [[Ceylon]], salpando da Taranto l'8 maggio (dopo aver subito alcuni lavori, tra i quali la sostituzione del radar italiano «Gufo» con un modello britannico «Type 291», nonché una riverniciatura mimetica uguale a quella adottata dalle navi britanniche) al comando del [[capitano di corvetta]] Fabio Tani che il 25 aprile 1945 ne aveva assunto il comando, e giungendo a [[Colombo (città)|Colombo]] il 31 maggio, dopo una difficoltosa navigazione (l’unità non era infatti stata progettata per navigare nell’[[oceano]], né l’[[equipaggio]] aveva esperienza al riguardo), per cooperare con gli alleati nelle operazioni contro il [[Giappone]], cui l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] aveva dichiarato guerra il 15 luglio 1945<ref name="Carabiniere"/>.
 
Al ''Carabiniere'' (che aveva preso base a [[Trincomalee]], sulla costa est di Ceylon) venne assegnato il compito di scortare le navi inglesi (soprattutto [[portaerei]]) e di recuperare gli equipaggi dei [[aereo|velivoli]] precipitati, effettuando 38 missioni in tre mesi d’attività (sino al 4 agosto 1945)<ref name="Carabiniere"/>. Terminate le ostilità i militari italiani si presentarono al comando di Ceylon per accomiatarsi dagli alleati britannici di cui si erano guadagnati stima e rispetto<ref name="Carabiniere"/>. L'[[ammiraglio]] Power comandante della [[Eastern Fleet]], intendendo sottolineare con un [[premio]] l'operato italiano, non potendo conferire ai militari italiani [[Decorazione onorifica|decorazioni]] militari, decise di offrire al comandante Tani un [[orologio]] d'[[oro]] con 38 [[rubino|rubini]], uno per ogni missione compiuta con i britannici<ref name="Carabiniere"/>. Il comandante Tani rifiutò con garbo il dono e chiese in cambio la liberazione di 38 [[prigioniero di guerra|prigionieri]] italiani, uno per rubino<ref name="Carabiniere"/>. Il Comandante Tani rientrò in patria con 38 uomini liberati dai [[campo di concentramento|campi di prigionia]] di Ceylon e lui affidati<ref name="Carabiniere"/><ref>[http://www.marinaiditalia.com/public/uploads/2010_03_04.pdf 38 rubini]</ref>.
 
=== Il servizio nella Marina Militare Italiana ===
 
In base alle clausole del [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di pace]], delle unità della classe Soldati sopravvissute al [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]] ''[[Granatiere (D 550)|Granatiere]]'' e ''Carabiniere'' entrarono a far parte della [[Marina Militare Italiana]].
 
In seguito all'entrata dell'[[Italia]] nella [[NATO]] nel marzo 1953 ebbe come nuovo [[pennant number|distintivo ottico]] ''D 551'' in sostituzione della vecchia sigla identificativa ''CB'' che fino ad allora lo aveva contraddistinto.
[[File:Carabiniere A5314.jpg|thumb|Il ''Carabiniere'' dopo la riconversione in nave esperienza]]
La nave nel [[1953]] venne sottoposta a lavori di riammodernamento che iniziati nel mese febbraio presso l’[[Arsenale militare marittimo di Taranto|arsenale di Taranto]] si concluse oltre due anni dopo nell’aprile del 1955. Al termine di tali lavori l’aspetto risultò notevolmente modificato, con l’allungamento verso poppa del [[Castello (nautica)|castello]] e corrispondente innalzamento della murata, ma soprattutto per la nuova struttura che comprendeva la plancia comando, la direzione del tiro delle artiglierie e la C.O.C. (Centrale Operativa di Combattimento) simile alle C.I.C. (Central Information Combat) delle unità navali americane nella quale confluivano le informazioni che provenivano da tutti i sensori (radar, ecogoniometro...) della nave.
 
L’armamento principale vide la rimozione di una delle due torri binate da [[120/50 Mod. 1926|120/50]] [[millimetro|mm]] e venne riconfigurato in tre cannoni da 120/50 mm in due impianti scudati, uno singolo sul castello ed uno binato sulla tuga poppiera, la rimozione di tutto l'armamento antiaereo sostituito da sei [[Mitragliera|mitragliere]] da [[Bofors 40 mm (cannone)|40/56 mm Bofors MK 1]] in tre complessi binati a poppavia del fumaiolo e sulla tuga in posizione centrale, mentre l'armamento antisommergibile consisteva in due lanciabombe mod. “M” a poppavia dell’albero poppiero e due tramogge poppiere di tipo tedesco da 4 b.t.g ciascuna.
 
Per quanto riguarda l'elettronica la nave venne equipaggiata con un ecogoniometro tipo “QGB”, americano, un radar per la navigazione e la scoperta di superficie e un radar per la scoperta aeronavale tipo “AN/SPS 6”.
 
Nella sua nuova configurazione la nave svolse attività di squadra fino al [[1958]], quando passò in riserva, per essere poi riarmata come unità per sperimentare nuove armi ed apparecchiature allo studio a Mariperman La Spezia
 
[[File:Carabiniere disarmo.jpg|thumb|left|L’ultimo ammainabandiera del ''Carabiniere'']]
A partire dal 1º dicembre 1960 il ''Carabiniere'' venne nuovamente riclassificato ed utilizzato come «Nave Esperienza», con il nuovo [[pennant number|distintivo ottico]] ''A 5314''<ref name="Carabiniere"/>. Nel 1964 l’unità fu messa in riserva e la sera del 14 gennaio [[1965]] fu posta in disarmo con la cerimonia dell'ultimo ammainabandiera svolta sulle banchine del [[porto di La Spezia]] ormeggiato tra i cacciatorpediniere ''[[Intrepido (D 571)|Intrepido]]'' ed ''[[Impavido (D 570)|Impavido]]''<ref name="Carabiniere"/>.
 
Durante il periodo in cui venne utilizzata come Nave Esperienze sull'unità venne a lungo testato il cannone [[OTO Melara]] da [[Oto Melara 76/62 MMI|76/62&nbsp;mm tipo MMI]]<ref>{{cita web|http://www.navweaps.com/Weapons/WNIT_3-62_MMI.htm|Italy 76 mm/62 (3") M.M.I.|19 febbraio 2008}}</ref>, che avrebbe trovato posto nel corso degli [[anni 1960|anni sessanta]] sulle principali unità della squadra, come le fregate [[Classe Carlo Bergamini (fregata)|classe ''Bergamini'']] e [[Classe Alpino (fregata)|classe ''Alpino'']], gli [[incrociatore lanciamissili|incrociatori lanciamissili]] [[Classe Andrea Doria (incrociatore)|classe ''Doria'']] e l’incrociatore portaelicotteri ''[[Vittorio Veneto (550)|Vittorio Veneto]]'' e sarebbe stato rimpiazzato il decennio successivo dal [[Otobreda 76 mm|76/62 Compatto]] con l'entrata in servizio dei cacciatorpediniere [[Classe Audace (cacciatorpediniere)|classe ''Audace'']].
[[File:Carabiniere1978.jpg|thumb|Il ''Carabiniere'' affondato nel 1978]]
Dopo il disarmo il ''Carabiniere'' venne usato come bersaglio per gli [[Comando Subacquei ed Incursori|Incursori]] al [[Varignano]] sino ai primi [[anni 1970|anni settanta]], quando fu sostituito in tale compito dalla fregata [[Altair (F 591)|Altair]], quando la galleggiabilità divenne precaria, e venne trasferita e ormeggiata nella zona della Diga della Varicella in attesa della [[demolizione]]. Nel marzo del [[1978]] venne venduta per la demolizione ad un cantiere di [[Ortona]]; appena iniziato il rimorchio per il trasferimento al cantiere, a causa del mare mosso e delle numerose falle che nel frattempo si erano aperte, iniziò ad imbarcare acqua poco al di fuori della [[diga]] foranea di [[La Spezia]]; si tentò di rimorchiarla nuovamente verso la riva, ma si abbatté sul fianco di dritta ed affondò su basso fondale, restando comunque per la maggior parte emergente<ref name="Carabiniere"/>.
 
Dopo essere stato recuperato, nei mesi successivi all’affondamento, il [[relitto]] del ''Carabiniere'' venne demolito in un cantiere spezzino.
 
== Nome ==
 
Il suo nome, in onore dell'[[Arma dei Carabinieri]], è stato ereditato da una fregata della [[Classe Alpino (fregata)|Classe Alpino]] che entrata in servizio nel 1968 è stata utilizzata anche questa, a partire dal 1993, come il suo predecessore, nel compito di [[Carabiniere (F 581)#Servizio|"''Nave Esperienza''"]] ed ha fatto il suo ultimo ammaina bandiera presso l'[[Arsenale Militare Marittimo della Spezia|Arsenale]] di La Spezia il 19 novembre 2008.
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
*[[Battaglia del Trasimeno]]
 
*[[GrecaleGaio (DFlaminio 552)Nepote]]
 
== Bibliografia ==
 
{{cita libro|E. | Bagnasco | Cacciatorpediniere classe "Soldati" (vol. 15/II della nuova serie "Orizzonte Mare") | [[1993]] | Albertelli | [[Parma]]}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|titolo=La morte del Console Flaminio|sito=Cammino di Annibale|url=http://www.tuoro.movimentolento.it/it/resource/poi/la-morte-del-console-flaminio/}}
* [http://www.marina.difesa.it/storia/almanacco/parte05/navi0524-06.asp Scheda sintetica sul sito web della Marina Militare Italiana]
*{{cita web|titolo=Ducario|sito=Lupi del Ticino|url=http://lupidelticino.org/ducario/|urlarchivio=https://archive.today/20171214110608/http://lupidelticino.org/ducario/|dataarchivio=14 dicembre 2017|urlmorto=sì|accesso=14 dicembre 2017}}
 
{{portale|biografie|Celti|guerra|Roma antica}}
{{Classe Soldati (cacciatorpediniere)}}
{{Classe Granatiere}}
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