Guerra civile spagnola e Discussione:Brodo chiarificato: differenze tra le pagine

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|Tipo=Guerra
|Nome del conflitto=Guerra civile spagnola
|Parte_di=
|Immagine=[[File:Spanish War 1936-1938.gif|250px]]
|Didascalia=Avanzata nazionalista dal settembre [[1936]] al novembre [[1938]]
|Data=17 luglio [[1936]] - 1º aprile [[1939]]
|Luogo=[[Spagna]], colonie spagnole e [[Mar Mediterraneo]]
|Casus=
|Mutamenti_territoriali=
|Esito=Vittoria dei nazionalisti
|Schieramento1=[[File:Flag of Spain 1931 1939.svg|border|20px]] [[Ejército Popular de la República]]<br />[[File:Flag of the Soviet Union 1923.svg|border|20px]] [[Unione Sovietica]]<br />[[File:Flag of the International Brigades.svg|border|20px]] [[Brigate Internazionali]]<br />[[File:Bandera CNT-FAI.svg|border|20px]] [[Federazione Anarchica Iberica]]<br />[[File:Partido Obrero de Unificación Marxista flag.svg|border|20px]] [[POUM]]<br />[[Unión General de Trabajadores|UGT]]<br />[[File:Logotipopce.svg|border|20px]] [[Partito Comunista di Spagna|PCE]]<br />[[File:Flag of Catalonia.svg|border|20px]] [[Generalitat de Catalunya|Governo della Catalogna]]<br />[[File:Flag of the Basque Country.svg|border|20px]] Esercito basco<br />{{MEX}}
|Schieramento2=[[File:Flag of Spain under Franco 1938 1945.svg|border|20px]] [[Franchismo|Franchisti]]-[[Legione spagnola]]<br />[[File:Bandera FE JONS.svg|border|20px]] [[Falange Spagnola]]<br />[[File:Bandera Tradicionalista.png|border|20px]] [[Carlismo|Requetés]]<br />[[File:CEDA flag.svg|border|20px]] [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome|CEDA]]<br />[[File:Merchant flag of Spanish Morocco.svg|border|20px]] [[Marocco Spagnolo|Protettorato spagnolo del Marocco]]<br />[[File:Flag of Germany 1933.svg|border|20px]] [[Legione Condor|Germania]]<br />[[File:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|border|20px]] [[Corpo Truppe Volontarie|C.T.V. Italia]]<br />{{PRT}}<br />[[File:Flag of the Irish Blueshirts.svg|border|20px]] [[Blueshirts|Blueshirts irlandesi]]<br/>{{bandiera|ROU}} [[Guardia di ferro]]
|Comandante1=[[Manuel Azaña]]<br />[[Francisco Largo Caballero]]<br />[[Juan Negrín]]<br />[[Buenaventura Durruti]] †<br />[[Lluís Companys]]
|Comandante2=[[Francisco Franco]]<br />[[Gonzalo Queipo de Llano]]<br />[[Emilio Mola]] †<br />[[José Sanjurjo]] †<br />
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}}
{{Campagnabox Guerra civile spagnola}}
{{Storia Spagna}}
La '''guerra civile spagnola''' (nota in Italia anche come '''guerra di Spagna''')<ref name="Ranzato1995">{{cita libro|autore=Gabriele Ranzato|titolo=La guerra di Spagna|anno=1995|editore=Giunti|isbn=978-88-09-20655-7}}</ref> fu una [[guerra civile]] svoltasi tra il luglio [[1936]] e l'aprile [[1939]] fra i [[nazionalismo|nazionalisti]] (noti come ''nacionales''), autori del [[colpo di Stato]] ai danni della [[seconda repubblica spagnola]], ed i [[Repubblicanesimo|repubblicani]] (noti come ''republicanos'') composti da truppe fedeli al governo repubblicano, guidato dal [[Fronte Popolare (Spagna)|Fronte Popolare]] di ispirazione [[Marxismo|marxista]].
 
== Consommé ==
La guerra, che portò al crollo della repubblica, segnò l'inizio della dittatura del generale [[Francisco Franco]] (il cosiddetto ''[[franchismo]]''), che durò sino al 1975, poco prima della [[transizione spagnola]] che portò alla proclamazione del [[ Regno di Spagna]].
 
Io direi che il brodo chiarificato è più da considerare un ingrediente di altre preparazioni, mentre "consommé" è il nome di un piatto : mai visto un menù con "brodo chiarificato". --[[Utente:Il Tuchino|<span style="color: green;">'''Il Tuchino'''</span>]][[Discussioni utente:Il Tuchino|<sup>''Amo la Pace, non fatemi la guerra!''</sup>]] 08:41, 9 lug 2019 (CEST)
== Contesto storico ==
{{vedi anche|Seconda repubblica spagnola}}
[[File:Cubierta constitucion1931.jpg|thumb|left|Frontespizio della carta costituzionale spagnola del 1931]]
Nel [[1931]] il re [[Alfonso XIII]] abbandonò la Spagna recandosi volontariamente in esilio, a causa delle pressioni dei partiti politici a lui ostili in seguito alla sconfitta dei suoi candidati nelle elezioni amministrative tenutesi l'anno prima. Nacque così la [[seconda repubblica spagnola]], con [[Niceto Alcalá-Zamora y Torres]], come presidente, che alle prime elezioni generali di quell'anno vide la netta vittoria di un fronte formato da repubblicani e socialisti.
 
La politica del nuovo governo, mirante a trasformare il paese con profonde riforme contro i grandi [[capitalismo|capitalisti]], il [[clero]], i [[latifondismo|latifondisti]] e i militari, provocò un clima di scontro con le forze della destra, alimentato anche dalla forte tradizione anarchica radicatasi nel paese, dalla crescita delle organizzazioni sindacali e delle istanze socialiste. Inoltre, la situazione di milioni di cittadini spagnoli era disperata per l'estrema indigenza; d'altra parte solo 90 famiglie detenevano la stragrande maggioranza delle terre, generalmente mal utilizzate. Il 10 agosto [[1932]] ci fu un fallito golpe militare con il sollevamento della piazza di [[Siviglia]], guidato dal generale [[José Sanjurjo]].
 
Le elezioni generali del [[1933]] registrarono la vittoria di una coalizione di centro-destra che comprendeva i conservatori cattolici della [[Confederación Española de Derechas Autónomas]] (CEDA). Contro il nuovo governo l'8 dicembre [[1933]] scoppiarono in tutta la Spagna insurrezioni anarchiche<ref name=preston1>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Oscar, Cles (TN), 2011, pag. 75</ref> che videro scioperi particolarmente violenti, assalti alle caserme della [[Guardia Civil]] e il procurato deragliamento del treno Barcellona-Siviglia<ref name=preston1 /><ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, pag. 77</ref>. L'insurrezione riuscì a [[Saragozza]] dove l'esercito impiegò quattro giorni per avere ragione degli insorti<ref name=preston1 /> con scontri di piazza a [[Madrid]] e [[Barcellona]].
 
A partire dal gennaio 1934 il nuovo governo iniziò a sospendere parte delle riforme avviate nei due anni precedenti come la [[riforma agraria]]. La [[rivoluzione delle Asturie (1934)|rivoluzione delle Asturie del 1934]] dell'ottobre, che portò alla proclamazione della ''"Repubblica Socialista Asturiana"'', fu repressa con forza dalle truppe comandate dal generale [[López Ochoa]] e dalla [[legione spagnola]] comandati dal tenente colonnello [[Juan Yagüe]], sotto la direzione del ministro della Guerra [[Diego Hidalgo]]. Dopo una serie di crisi governative, le elezioni del 16 febbraio [[1936]] videro la vittoria del [[Fronte Popolare (Spagna)|Fronte Popolare]] (''Frente Popular''), composto dai partiti della sinistra, che ottenne 4.838.000 voti contro i 3.996.000 della destra.
 
In seguito alla vittoria, nuove violenze si scatenarono nel paese, in parte dovute alle sinistre che in preda all'euforia della vittoria assaltarono le chiese,<ref>Julio De la Cueva, ''Religious Persecution, Anticlerical Tradition and Revolution: On Atrocities against the Clergy during the Spanish Civil War'', (in inglese) Journal of Contemporary History Vol XXXIII - 3, 1998.</ref> le proprietà private dei benestanti<ref>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, pag. 16: "Secondo un resoconto delle Cortes, dal 16 febbraio al 17 giugno 1936 si registrarono 269 morti, 1287 feriti, 160 chiese distrutte e 251 saccheggiate"</ref><ref>Paul Preston, ''cit.'', pag. 92</ref> e aggredirono i militanti della "''Falange Española''"<ref>Arrigo Petacco, ''cit.'', pag. 15</ref>. In parte agli operai che frustrati dalle lunghe attese per le riforme proclamarono scioperi che iniziarono a susseguirsi con maggiore violenza<ref>Bernard Michal (a cura di), ''La guerra di Spagna I'', Edizioni di Cremille, Ginevra, 1971, pag. 80</ref><ref name=beevor1>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', BUR Storia, Milano, 2007, pag. 54</ref> così come le richieste esagerate di aumenti salariali<ref name=beevor1 />. Di suo la "''Falange Española''", temendo la repressione del governo, su ispirazione di [[José Antonio Primo de Rivera]] aveva provveduto ad "''organizzare l'apparato illegale del Movimento''"<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Giovanni Volpe Editore, Roma, 1967, pag. 73: "''Bisogna saper prevedere i giorni duri e prepararsi per affrontare la tempesta. Se Azaña prende il potere, come tutto lascia supporre, ci daranno la caccia come ai cani. È necessario quindi organizzare l'apparato illegale del Movimento e approntare per la lotta armata una prima linea efficace, con i meravigliosi ragazzi che abbiamo nella Falange''"</ref>. Scontri di piazza e attentati contro singole personalità politiche si susseguirono<ref>Indro Montanelli e Mario Cervi, ''L'Italia dell'Asse'', Edizioni Einaudi, Milano, 1980, pag. 12</ref><ref>Bernard Michal (a cura di), ''cit.'', pag. 81</ref> e non furono infrequenti scontri tra falangisti e anarchici del [[Federazione Anarchica Iberica|FAI]], o tra anarchici e socialisti<ref>Hugh Thomas, ''cit.'', pag. 105</ref> quando non si scontrarono direttamente le due opposte fazioni sindacali della [[Federazione Anarchica Iberica]] e della socialista [[Unión General de Trabajadores]].<ref name=thomas1>Hugh Thomas, ''cit.'', pag. 100</ref> Inoltre vetture guidate da falangisti cominciarono a mostrarsi in giro con le armi ostentate.<ref name=thomas1 />
 
== Il colpo di Stato e lo scoppio della guerra ==
Da tempo, soprattutto i [[carlismo|carlisti]] della [[Comunione Tradizionalista Carlista|Comunión Tradicionalista'']], il movimento di estrema destra, cattolico e monarchico, seguaci della linea dinastica originatasi da [[Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna]], fratello del [[Ferdinando VII di Spagna|Re Ferdinando VII]], morto senza figli maschi, {{cn|si preparavano per la [[guerra civile]] ed avevano la loro roccaforte storica nella [[Navarra]].}}
 
Intanto, da Pamplona, capitale della [[Navarra]] carlista, il generale di brigata [[Emilio Mola]], che comandava la locale guarnigione, si impegnò con successo all'unificazione di tutte le componenti della cospirazione nazionale e in particolare a convincere i carlisti a insorgere unitamente alle Forze Armate. La festa di San Fermín, che si svolge a Pamplona dal 7 al 14 luglio e si caratterizza per le sfrenate corse dei tori nelle vie della città, in mezzo ai "sanfermines" che si conclude nell'ingresso alla Plaza de Toros, fu l'ideale occasione di copertura della cospirazione che assunse il nome di Alzamiento nacional. Il piano per il colpo di Stato era stato fissato dal Generale Mola, chiamato "El Director". Gli epicentri della rivolta erano la Navarra con i [[Requetés]], cioè la milizia carlista, all'estremo nord e i territori del [[Marocco spagnolo]], dove era insediato il [[Tercio]] de los Extranjeros, cioè la Legione Straniera, la forza d'élite dell'Esercito oltre alle truppe indigene denominate "Regulares", a capo delle quali si sarebbe posto il generale [[Francisco Franco]], Governatore militare delle Canarie e già capo di Stato maggiore generale.
 
Tra il 12 luglio e il 13 luglio [[1936]] ci furono il sequestro e l'uccisione del leader dell'opposizione monarchica [[José Calvo Sotelo]], messa in atto da alcuni ufficiali di polizia di simpatie socialiste come ritorsione per l'omicidio dell'ufficiale di polizia José Castillo, simpatizzante socialista e membro di un'organizzazione antifascista per militari. José Castillo era responsabile dell'uccisione del marchese di Heredia, cugino dello stesso [[José Antonio Primo de Rivera]]. Le forze conservatrici e nazionaliste insorsero contro il governo del Fronte Popolare eletto qualche mese prima. {{cn|In realtà la coincidenza è abbastanza casuale. La decisione del colpo di Stato e della rivolta antidemocratica era presa da tempo.}} L'insurrezione partì dalla sollevazione delle truppe di stanza nel [[Marocco spagnolo]]. I nazionalisti speravano di ottenere rapidamente il controllo della capitale Madrid e delle principali città spagnole. [[Siviglia]], [[Pamplona]], [[La Coruña]], [[Cadice]], [[Jerez de la Frontera]], [[Cordova]], [[Saragozza]] e [[Oviedo]] caddero tutte sotto il controllo degli insorti, diversamente da Barcellona e Madrid (anche per la mobilitazione collettiva della cittadinanza e delle improvvisate milizie volontarie che riuscirono a contenere gli insorti). A causa di ciò, il moto golpista si trasformò in una lunga guerra civile.
 
[[File:GCE frente en jul 1936.svg|thumb|Il fronte nel luglio 1936 (in rosa le zone controllate dai repubblicani, in marrone dai nazionalisti)]]
I capi della sollevazione armata furono i generali [[Francisco Franco]], [[Emilio Mola]], [[Gonzalo Queipo de Llano]] e [[José Enrique Varela]], i noti ''cuatro generales''. Il navarrese e carlista generale [[José Sanjurjo]] fu il leader incontestato del sollevamento militare, ma rimase ucciso tre giorni dopo l'inizio della rivolta in un incidente aereo che qualcuno ritiene provocato da un attentato dinamitardo, il 20 luglio [[1936]], mentre si recava in Spagna per prendere il controllo delle forze insorte. Francisco Franco, al comando delle truppe ammutinate di stanza in Africa e dei legionari del [[Legione spagnola|Tercio]], prese la guida delle forze nazionaliste del sud della Spagna, il generale Emilio Mola di quelle del Nord. Dopo la morte nel 1937 di quest'ultimo, Francisco Franco rimase il comandante indiscusso di tutti i nazionalisti e gestì gli eventi in modo tale che alla fine della guerra non ci sarebbe stata opposizione interna a un suo governo dittatoriale.
 
I partecipanti attivi nella guerra civile coprivano l'intero arco delle posizioni politiche e ideologiche dell'epoca. Le file nazionaliste comprendevano i fascisti della [[Falange spagnola|Falange]], i [[Carlismo|carlisti]] e i monarchici legittimisti, i nazionalisti spagnoli, la maggior parte dei conservatori e delle forze politiche reazionarie e la parte preponderante del clero cattolico. Appartenevano allo schieramento repubblicano i repubblicani propriamente detti, {{citazione necessaria|la maggioranza dei liberali,}} gli [[Nazionalismo Basco|autonomisti Baschi]], {{citazione necessaria|catalani e asturiani}}, e {{citazione necessaria|[[Nazionalismo Catalano|Catalani]]}}, i [[socialismo|socialisti]], i comunisti, gli [[anarchia|anarchici]] di varie ideologie e "[[Lev Trockij|Trotzkyisti]]" del POUM, definiti così dalla stampa dell'epoca (seppur con [[Lev Trockij]] non avessero il minimo legame), a motivo delle posizioni di comunismo dissidente, rivoluzionario e antistalinista, non allineate sulle posizioni di [[Mosca (Russia)|Mosca]].
I combattenti più efficienti, organizzati e motivati erano, in campo nazionalista, i Requetés carlisti, i legionari e i Regulares, le truppe coloniali marocchine; in campo repubblicano, anarchici e comunisti antistalinisti.
 
Dal punto di vista sociale, i nazionalisti comprendevano la maggioranza dei cattolici praticanti di qualsiasi ceto sociale e del [[clero]] (eccettuate la Catalogna e le regioni basche della Guipùzcoa e, soprattutto, della Vizcaya, mentre le altre due province basche, la Navarra e l'Alava si schierarono immediatamente con i nazionalisti), importanti elementi dell'esercito, gran parte dei grandi proprietari terrieri, dei latifondisti e dell'alta borghesia imprenditoriale e capitalista. I repubblicani erano composti dalle masse operaie urbane, dalle classi contadine e da una parte del ceto medio istruito anti-cattolico, dalla [[massoneria]], da numerosi intellettuali e dai cattolici baschi.
 
{{citazione necessaria|Una delle motivazioni principali sostenute all'epoca dalla propaganda nazionalista fu quella di contrastare l'[[anticlericalismo]] del regime repubblicano, in cui cresceva il carattere rivoluzionario, e di difendere la [[Chiesa cattolica]], che era stata colpita per il suo esplicito appoggio alla monarchia e allo status quo e che molti, da parte repubblicana, ritenevano come il principale alleato della restaurazione conservatrice, complice delle spinte reazionarie e repressive di monarchici e conservatori.}}
 
{{citazione necessaria|Alle truppe nazionaliste, ben armate e organizzate, col valido ausilio della legione straniera spagnola e dei soldati marocchini si opposero parte delle forze armate, la maggioranza dei [[carabineros]] insieme a lavoratori e cittadini inermi e disarmati. Quando i legionari occupavano un territorio si abbandonavano a stragi della popolazione civile. A Siviglia fu compiuto un massacro: tutti gli uomini dell'intero quartiere di San Julian furono trucidati a colpi di baionette, mentre il quartiere di Triana fu raso al suolo a cannonate. La liquidazione fisica degli avversari o anche di chi semplicemente non era schierato fu sistematica. Solo dopo molti anni, il governo guidato dal socialista Zapatero ha dato il via ad una campagna di scavi, che ha portato alla scoperta di migliaia di fosse comuni con resti di decine di migliaia di persone trucidate dai franchisti e dai miliziani. Anche i miliziani repubblicani infatti compirono importanti fatti di sangue nei confronti della popolazione e dei religiosi.}}
 
== La repressione anticattolica ==
{{Vedi anche|Martiri della guerra civile spagnola|Rivoluzione delle Asturie|Martiri di Turón}}
Nel clima di odio popolare e di conflitto sociale scaturito dalla turbolenta situazione economica e politica, che portò a una radicalizzazione della lotta delle classi contadine e operaie, vennero uccisi migliaia di religiosi, soprattutto durante l'inizio della guerra (quando le autorità repubblicane erano in preda al caos e senza controllo su larghe zone di territorio)<ref>{{cita libro|cognome=Beevor|nome=Antony|titolo=The Battle for Spain: The Spanish Civil War 1936-1939|anno=2006|editore=Penguin Books|lingua=inglese|pp=83-86}}</ref>.
 
Già il 9 ottobre [[1934]], a Turòn, presso [[Oviedo]], durante la [[rivoluzione delle Asturie|rivolta delle Asturie]], si era verificato un cruento episodio di intolleranza religiosa, da parte degli attivisti di una "casa del popolo", che fucilarono 19 sacerdoti, sei seminaristi, e otto religiosi laici. Nel periodo immediatamente precedente alla guerra, comunisti ed anarchici occuparono, saccheggiarono e distrussero, spesso incendiandoli, 160 tra chiese, conventi e altri edifici religiosi<ref>{{cita libro|cognome=Carroll|nome=Warren|titolo=The Last Crusade: Spain: 1936|anno=1998|editore=Christendom Press|lingua=inglese}}, che a sua volta ha ripreso le cifre da {{cita libro|cognome=Montero Moreno|nome=Antonio|titolo=Historia de la Persecución Religiosa en España (1936–1939)|edizione=3 ed|anno=1999|editore=Biblioteca de Autores Cristianos}}</ref>.
 
La persecuzione vera e propria, esplose all'indomani dell'"Alzamiento" militare. Tra il 18 e il 31 luglio 1936 furono uccisi 861 sacerdoti. Nel mese di agosto ne furono uccisi altri 2.077, compresi i vescovi di [[Siguenza]], [[Lérida]], [[Cuenca]], [[Barbastro]], [[Segorbe]], [[Jaén]], [[Tarragona]], [[Ciudad Real]], [[Almeria]] e [[Guadix]]. Alla fine del 1936, il numero dei religiosi soppressi si avvicinò alle 6.500 unità, per poi scemare e concludersi quasi del tutto nel corso del 1937<ref>{{cita libro|cognome=Montero Moreno|nome=Antonio|titolo=Historia de la persecución religiosa en España, 1936-39|anno=1961|editore=Journal of Contemporary History Vol XXXIII - 3|lingua=inglese|p=355}}</ref>, ma, alla fine delle ostilità, una stima indica in 6.832 il numero totale degli uccisi, tra preti e suore<ref>{{cita libro|cognome=De la Cueva|nome=Julio|titolo=Religious Persecution, Anticlerical Tradition and Revolution: On Atrocities against the Clergy during the Spanish Civil War|anno=1998|città=Madrid|lingua=es|p=758-883}}</ref>, comprensivo di altri due vescovi ([[Barcellona]] e [[Teruel]]). Tale dato equivale al 13 per cento dei sacerdoti e al 23 per cento dei religiosi di tutta la Spagna, ma è distribuito soltanto nelle zone controllate dal governo repubblicano. Si è trattato della più feroce persecuzione anti cristiana del XX secolo<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/93991 Per il dettaglio, vedasi il sito cattolico: "Santi, beati e testimoni"]</ref>. La responsabilità della repressione va attribuita quasi per intero alle milizie di volontari reclutate dai sindacati dei lavoratori [[Socialismo|socialisti]], [[Comunismo|comunisti]], e anarchici, che operarono con inusitata barbarie e crudeltà.
 
Un'eccezione alla contrapposizione fra cattolici e anticattolici era rappresentata dai nazionalisti baschi della [[Guipúzcoa]] e della [[Vizcaya]] che, pur essendo in maggioranza cattolici e conservatori, si schierarono con la Repubblica; per tale motivo, questi ultimi vennero poi perseguitati dai franchisti, che nei Paesi Baschi incarcerarono o deportarono 278 preti e 125 frati, 16 dei quali vennero fucilati<ref>Hugh Thomas, ''cit.'', che a sua volta ha ripreso le cifre da {{cita libro|cognome=Aberrigoyen|nome=Inaki|titolo=Sept mois et sept jours dans l'Espagne de Franco|anno=1938}}</ref>. La violenza che fu impiegata dai nazionalisti contro i baschi del PNV, il Partito Nazionalista Basco, derivò dal fatto che soprattutto per i cattolici baschi della [[Navarra]] e dell'[[Alava]], i loro "fratelli" della Guipùzcoa e della Vizcaya avevano tradito la fede cattolica, essendosi schierati dalla parte di anarchici, massoni e comunisti.
 
Il 14 settembre [[1936]], [[Papa Pio XI]], di fronte a 500 profughi spagnoli, espresse il suo dolore per la persecuzione della Chiesa in Spagna e l'ammirazione per tutti coloro che erano stati perseguitati e maltrattati o che avevano sofferto il martirio. In una riunione svoltasi il 7 gennaio [[1937]] a [[Valencia]], allora capitale della Repubblica, [[Manuel de Irujo]], ministro cattolico [[Navarra|navarro]] del governo repubblicano, presentò il seguente [[memorandum]]<ref>''La Civiltà cattolica'', Edizioni 3709-3712,Roma, 2005, pag.323</ref>:
{{Citazione|"La situazione de facto della Chiesa a partire dallo scorso luglio in tutto il territorio leale al governo, eccetto quello [[Paesi Baschi|basco]], è la seguente:
 
*Tutti gli [[altare|altari]], immagini e oggetti di culto salvo pochissime eccezioni, sono stati distrutti, la maggior parte di essi con [[vilipendio]].
*Tutte le [[Chiesa (architettura)|chiese]] sono state chiuse al [[culto]], che è stato totalmente e assolutamente sospeso.
*Gran parte delle chiese della [[Catalogna]] è stata incendiata, come se si trattasse di cosa del tutto normale.
*Le istituzioni e gli organismi ufficiali hanno ricevuto [[campana|campane]], [[calice (liturgia)|calici]], [[ciborio|cibori]], [[candelabro|candelabri]] e altri oggetti di culto e dalla loro fusione è stato ricavato materiale destinato a scopi bellici o industriali.
*Nelle chiese sono stati installati depositi di ogni tipo, negozi, garage, stalle, caserme, rifugi ecc.
*Tutti i [[convento|conventi]] sono stati evacuati e la vita religiosa al loro interno è stata sospesa. Gli edifici, gli oggetti di culto e i beni sono stati saccheggiati incendiati, occupati o demoliti.
*I sacerdoti e i religiosi sono stati arrestati, imprigionati e fucilati, migliaia di loro senza causa istruttoria, fatti che, anche se in diminuzione, continuano a verificarsi tuttora non solo presso la popolazione rurale, dove è stata data loro la caccia e sono stati messi a morte in modo selvaggio, ma anche nelle città. A [[Madrid]], [[Barcellona]] e nelle altre grandi città sono centinaia gli arresti senza altra causa conosciuta che il fatto di essere sacerdoti o religiosi.
*È stato fatto divieto assoluto di tenere in privato immagini e oggetti di culto. La polizia, che pratica perquisizioni nelle case, rovistando nelle abitazioni e nella vita intima, personale e familiare, distrugge con scherno e violenza immagini, stampe, libri religiosi e quanto si collega al culto o lo evoca.}}
 
Il ministro de Irujo propose anche il ripristino in pubblico del culto cattolico (in privato - a rigor di legge - il culto non fu mai proibito), ma ciò non consentì al governo repubblicano di riguadagnare i cattolici alla sua causa. Il 19 marzo [[1937]], [[Pio XI]] nell'enciclica ''[[Divini Redemptoris]]'' denunciò l'influsso del comunismo negli eventi spagnoli, attribuendogli la responsabilità di aver eseguito una spaventevole distruzione "con un odio, una barbarie e una efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo"<ref>''Enchiridion delle Encicliche'', vol. V, o.c., p. 1176, par. 20</ref>.
 
Il 1º luglio [[1937]], 43 vescovi cattolici pubblicarono la "Carta collettiva dell'episcopato spagnolo", nella quale si indicava nella vittoria dei nazionalisti l'unica speranza di sopravvivenza dei diritti della Chiesa e dei valori cristiani in Spagna. Nel maggio 1938, la Santa Sede riconobbe ufficialmente il governo franchista.
 
La stragrande maggioranza della Chiesa cattolica salutò la vittoria di Francisco Franco come un provvidenziale intervento divino nella storia di Spagna. Nel suo radiomessaggio del 16 aprile [[1939]], [http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1939/documents/hf_p-xii_spe_19390416_inmenso-gozo_it.html ''Con immensa gioia''], [[papa Pio XII]] parlò di una vera e propria vittoria ''"contro i nemici di Gesù Cristo"''.
 
Durante il suo pontificato, [[papa Giovanni Paolo II]] approverà complessivamente la canonizzazione di undici fra preti e suore, considerati [[martiri della guerra civile spagnola]], uccisi nelle rappresaglie, nei tumulti e dai tribunali popolari, e la beatificazione di altre 460 vittime (di cui 233 nella sola udienza dell'11 marzo [[2001]]).<ref>[http://www.igw-resch-verlag.at/santibeati/index.html?http://www.igw-resch-verlag.at/santibeati/vol6/martirispagnoli.html Andreas Resch: Beati e Santi di Giovanni Paolo II - IGW<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Il 28 ottobre [[2007]], per decisione di [[papa Benedetto XVI]], saranno beatificati altri 498 martiri (prevalentemente ecclesiastici) uccisi per la loro fede.<ref>{{cita web|sito=Sito ufficiale della Santa Sede|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/csaints/documents/rc_con_csaints_doc_20071028_martiri-spagnoli_it.html|titolo=Rito di beatificazione di 498 martiri della persecuzione religiosa in Spagna - Omelia del cardinale José Saraiva Martins|accesso=25.08.2015}}</ref>
 
== L'intervento straniero ==
{{Vedi anche|Brigate internazionali}}
La sollevazione militare venne contrastata dal governo repubblicano con le truppe rimaste leali, così come da milizie di volontari [[Socialismo|socialisti]], [[Comunismo|comunisti]], repubblicani, democratici e anarchici. La [[faida]] interna, organizzata dai servizi segreti sovietici per eliminare i non allineati all'[[Internazionale Comunista]] guidata da [[Mosca (Russia)|Mosca]], spaccò il Fronte Popolare in due tronconi, e vide gli [[stalinisti]] del [[Partito Comunista di Spagna]] (PCE) e del [[Partito Socialista Unificato della Catalogna]] (PSUC), vicini al sindacato [[Unión General de Trabajadores]] (UGT), sbarazzarsi dei loro alleati e delle loro milizie operaie: gli anarcosindacalisti dell'organizzazione di massa [[Confederación Nacional del Trabajo]] (CNT), l'organizzazione politica specifica [[Federazione Anarchica Iberica|Federación Anarquista Ibérica]] (FAI), i comunisti dissidenti e i trotzkyisti del [[Partido Obrero de Unificación Marxista|POUM]] (''Partido Obrero de Unificación Marxista''). I metodi andavano dalla calunnia, all'arresto fino all'assassinio. Questa tattica finì col facilitare i [[Falange spagnola|falangisti]] e mise gli [[stalinisti]] in una posizione di crescente dominio nel fronte antifascista e democratico.
 
Sia l'[[Italia fascista]] di [[Mussolini]] sia la [[Germania nazista]] di [[Hitler]] violarono l'embargo e inviarono truppe e mezzi in supporto ai golpisti; la prima contribuendo con un contingente militare chiamato ''[[Corpo Truppe Volontarie]]'' e con mezzi aerei (l'''[[Aviazione Legionaria]]'') e unità navali, {{cn|la flotta italiana compì azioni di pirateria come il siluramento di navi di paesi terzi e il cannoneggiamento delle città costiere}}, la seconda essenzialmente con aviazione come l'unità ''[[Legione Condor]]'', armi e pezzi d'artiglieria di ogni tipo in supporto a Franco. La Germania nazista approfittò della guerra anche come banco di prova per mezzi corazzati e [[aeroplano|aerei]], sviluppati aggirando o infrangendo il [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]]: il [[carro armato]] [[Panzer I]] e [[Panzer II]], il [[Aereo da caccia|caccia]] [[Messerschmitt Bf 109]], il [[bombardiere]]/trasporto [[Junkers Ju 52]] e il bombardiere da picchiata [[Junkers Ju 87|Stuka]], alcune tra le nuove macchine belliche impiegate. A ciò si affiancò il supporto proveniente da da altre nazioni, come i volontari delle [[blueshirts]] comandate da [[Eoin O'Duffy]] dall'[[Irlanda]] e una corpo della ''[[Guardia di Ferro]]'' romena, comandati da [[Ion Moța]], che morirà durante gli scontri
 
[[File:19361228 soviet vessel spanish port alicante military supplies spanish republic.jpg|thumb|La nave sovietica ''Kursk'' scarica armi ed equipaggiamenti nel porto di Alicante]]
 
I repubblicani ricevettero invece aiuti militari dall'URSS e {{citazione necessaria|con l'acquisto nei mercati clandestini di varie nazioni (Messico, Polonia, [[Cecoslovacchia]] ed in qualche misura dalla Francia). Le potenze europee, come [[Regno Unito]] e [[Francia]], erano ufficialmente neutrali, ma incoraggiarono la partecipazione antifascista dei loro cittadini, animata fortemente dall'attenzione della stampa e dell'opinione pubblica.}} L'Unione Sovietica guidata da [[Stalin]] appoggiò in misura crescente e più o meno apertamente i repubblicani, inviando prima finanziamenti, armi ed equipaggiamenti, aerei da combattimento e, in seguito, anche mezzi corazzati (con alcune unità di carristi sovietici) e commissari politici. Più solidale e ufficiale, ma in realtà ridotto a casse di fucili, fu il sostegno del [[Messico]], allora governato da un partito rivoluzionario aderente alla [[Terza Internazionale]]. I volontari antifascisti si organizzarono nelle cosiddette [[Brigate Internazionali]], che contavano circa 40.000 uomini e donne ({{citazione necessaria|un terzo dei quali cadde in battaglia) provenienti da circa 55 nazioni}}. Gli statunitensi la [[Brigata Abraham Lincoln]], i canadesi il [[Battaglione Mackenzie-Papineau]] (i "Mac-Paps").
 
Tra i più famosi partecipanti stranieri alla lotta contro i nazionalisti troviamo [[George Orwell]] combattente nella XXIX divisione repubblicana costituita da militanti del ''[[Partido Obrero de Unificación Marxista]]''; in alcuni scontri presso [[Huesca]] fu ferito alla gola da una fucilata e partecipò alle [[giornate di maggio]] dei moti interni di Barcellona, la cui esperienza descrisse in ''[[Omaggio alla Catalogna]]''. [[Ernest Hemingway]] partecipò come reporter, mentre il medico [[Norman Bethune]] sfruttò questa opportunità per sviluppare le sue doti speciali nella medicina da campo (egli morirà volontario durante la [[Rivoluzione cinese (1949)|Rivoluzione cinese]]). Gli antifascisti italiani si raccolsero nella [[Colonna Italiana]] nel [[Battaglione Garibaldi]], e nelle [[Brigate Giustizia e Libertà]]. Tra gli oltre 3.800 italiani troviamo [[Palmiro Togliatti]], [[Luigi Longo]], [[Pietro Nenni]], [[Giuseppe Di Vittorio]], [[Ettore Quaglierini]], [[Giovanni Pesce]], [[Camillo Berneri]], [[Pietro Pajetta]], [[Randolfo Pacciardi]], [[Francesco Fausto Nitti]], [[Guido Picelli]] e [[Carlo Rosselli]], che partecipò con la sua organizzazione antifascista [[Giustizia e Libertà#Il ruolo di Giustizia e Libertà nella Guerra civile spagnola|Giustizia e Libertà]].
 
== Cronologia del conflitto ==
=== Anno 1936 ===
{{Vedi anche|Assedio dell'Alcázar di Toledo}}
{{citazione necessaria|Nei primi giorni di guerra, oltre 50.000 persone si trovarono nei territori occupati dai legionari e vennero giustiziate o assassinate. Nelle cosiddette ''paseos'' ("passeggiate"), le vittime venivano prese dai loro rifugi o prigioni, da gente armata, per essere fucilati fuori dalla città}}, il caso più famoso tra questi fu quello del poeta e drammaturgo [[Federico García Lorca]].
Tutte le speranze di una rapida fine della guerra cessarono il 21 luglio, il quinto giorno di guerra, quando i nazionalisti catturarono la principale base navale spagnola di [[Ferrol]], nella Spagna nord-occidentale. Questo incoraggiò i regimi fascisti europei a sostenere il fronte nazionalista, che aveva già contattato i governi di Germania e Italia il giorno precedente{{citazione necessaria}}. Il 26 luglio queste due nazioni diedero il loro appoggio ai nazionalisti, che due giorni prima si erano dati come guida la [[Giunta di difesa nazionale]].
 
L'aiuto delle [[Potenze dell'Asse]] avvantaggiò immediatamente i rivoltosi, che ottennero un'altra grande vittoria il 27 settembre catturando la città di [[Toledo (Spagna)|Toledo]], dopo che una guarnigione nazionalista, comandata dal colonnello [[José Moscardó Ituarte|Moscardó]], aveva tenuto il fortino dell'''Alcázar'' nel centro della città fin dall'inizio della ribellione. Due giorni dopo, Franco fu proclamato ''[[Generalissimo (grado)|Generalísimo]]'' e il 3 ottobre capo provvisorio dello Stato, mentre unificava i vari elementi falangisti, fascisti e carlisti della causa nazionalista in un unico movimento. In ottobre, i franchisti lanciarono una grossa offensiva verso Madrid, ma la crescente resistenza da parte del governo e l'arrivo di volontari provenienti dall'Unione Sovietica fermò l'avanzata l'8 novembre. Due giorni prima il governo repubblicano aveva riparato da Madrid a Valencia, fuori dalla zona di combattimento.
 
Il 18 novembre, Germania e Italia riconobbero ufficialmente il regime di Franco, e il 23 dicembre, l'Italia inviò i propri volontari a combattere per i nazionalisti.
 
A cavallo del novembre 1936 - gennaio 1937 Madrid subì un attacco concentrico da parte dei nazionalisti, respinto dai repubblicani e dalle Brigate Internazionali.
 
Avvenimenti principali dell'anno:
 
;'''16 febbraio''':Il Fronte Popolare vince le elezioni.
;'''14 marzo''': viene arrestato [[José Antonio Primo de Rivera]], figlio del dittatore [[Miguel Primo de Rivera]] e fondatore della Falange, insieme al fratello Miguel.
;'''19 marzo''': viene arrestato [[Onésimo Redondo Ortega]], fondatore delle [[Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista]] e dirigente della Falange.
;'''9 luglio''': Il [[Andrés Saenz de Heredia|marchese di Heredia]], cugino dello stesso José Antonio Primo de Rivera, viene ucciso da José Castillo<ref>Hugh Thomas, ''cit.'', pag. 123</ref><ref>Indro Montanelli e Mario Cervi, ''cit.'', pag. 14</ref><ref>Arrigo Petacco, ''cit.'', pag. 9</ref>, tenente degli "Asaltos" e militante socialista.
;'''12 luglio''':Lo stesso José Castillo, è ucciso da quattro falangisti davanti alla sua abitazione come vendetta per la morte del [[Andrés Saenz de Heredia|marchese di Heredia]].
;'''13 luglio''':In rappresaglia per l'omicidio di Castillo, [[José Calvo Sotelo]], leader della destra monarchica, è sequestrato e ucciso dagli "Asaltos".
;'''17 luglio''':Sollevazione dell'esercito di stanza nelle colonie in Marocco.
;'''18 luglio''':La sollevazione si estende alla Spagna metropolitana.
;'''19 luglio''':Franco vola dalle Canarie a [[Tetouan]] e prende il comando dell'esercito in Africa.<br />[[Santiago Casares Quiroga]] si dimette da capo del governo repubblicano.<br />[[Diego Martínez Barrio]] cerca di formare un nuovo governo, ma non riesce ad ottenere un sostegno parlamentare sufficientemente ampio.<br />[[José Giral]] forma un governo, che ordina la distribuzione di armi alla popolazione.
;'''20 luglio''':Inizio dell'[[Assedio dell'Alcázar di Toledo]] da parte dei repubblicani. Quello stesso giorno muore in un incidente aereo il comandante in capo delle forze nazionaliste [[José Sanjurjo]]. [[Emilio Mola]] divenne comandante dell'armata nazionalista nel nord della Spagna, e Francisco Franco divenne comandante nel sud.
;'''21 luglio''':Gli insorti nazionalisti hanno il controllo delle zone spagnole del Marocco, delle Isole Canarie, delle [[Baleari]] (eccetto [[Minorca]]) della parte della Spagna a nord della [[Sierra de Guadarrama]] e del fiume [[Ebro]] (eccetto le [[Asturie]], [[Santander (Spagna)|Santander]], il nord dei [[Paesi Baschi]], e della [[Catalogna]]). Tra le città principali, gli insorti tengono Siviglia, ma i repubblicani hanno il controllo di Madrid e Barcellona, dove 12.000 soldati ribelli sono costretti a desistere dalla polizia lealista e da milizie operaie.
;'''23 luglio''': Durante l'[[assedio dell'Alcázar di Toledo]] viene assassinato dai miliziani il giovane figlio del comandante dei nazionalisti, Luis Moscardò.
;'''24 luglio''':I nazionalisti formano un governo, nella forma della [[Giunta di difesa nazionale]] (in spagnolo, ''Junta de Defensa Nacional'') presieduto da [[Miguel Cabanellas Ferrer]], che si riunisce per la prima volta a [[Burgos (Spagna)|Burgos]].
;'''28 luglio''':Primi arrivi di aeroplani tedeschi e italiani in aiuto dei nazionalisti.
;'''luglio-agosto''':Collettivizzazioni dei terreno agricoli.
;'''30 luglio''':Viene arrestato a Madrid dai repubblicani il poeta [[Ramiro de Maeztu]]
;'''7 agosto''':Inizio dell'appoggio francese alla Repubblica, con invio di armi e aeroplani.
;'''8 agosto''':La Francia chiude la frontiera con la Spagna, in seguito a pressioni britanniche per non intervenire nel conflitto.
;'''14 agosto''':Le forze nazionaliste guidate dal colonnello [[Juan Yagüe]] prendono [[Badajoz]] dopo una battaglia durata 28 giorni, unendo le due parti del territorio in mano ai nazionalisti. Dopo la resa della città i franchisti commettono uno dei più gravi eccidi della guerra noto come il [[Macello di Badajoz]].
;'''16 agosto''':Truppe repubblicane sotto il comando del capitano Alberto Bayo sbarcano a Maiorca e stabiliscono una piccola base, sotto pesanti bombardamenti italiani. Verranno comunque sconfitte meno di un mese dopo, il 12 settembre.
;'''19 agosto''': viene fucilato da militanti della [[CEDA]] il poeta [[Federico García Lorca]].
;'''4 settembre''':I socialisti prendono la guida del governo repubblicano con [[Francisco Largo Caballero]].
;'''9 settembre''':Conferenza di Londra sul non intervento in Spagna. Fra le nazioni democratiche il [[Messico]] è l'unico ad esprimere appoggio al governo repubblicano, ritenendo che assumere una posizione neutrale tra un governo democratico e una giunta militare non sia una posizione appropriata e che il non interventismo fornirebbe grande appoggio ai nazionalisti.
;'''14 settembre''':Il Papa esprime condanna nei confronti del governo repubblicano.
;'''19 settembre''':I nazionalisti prendono il controllo della Guinea spagnola (oggi [[Guinea Equatoriale]]).
;'''21 settembre''': La [[Giunta di difesa nazionale]] riunita in [[Burgos (Spagna)|Burgos]] decide in una riunione segreta di nominare [[Francisco Franco]] quale comandante generale delle truppe nazionaliste.
;'''27 settembre''':L'Alcázar di Toledo, assediato per 70 giorni dal Repubblicani, viene soccorso dalle Truppe nazionaliste che liberano gli assediati comandati dall'eroico colonnello Moscardó.
;'''29 settembre''':Incrociatori nazionalisti ottengono una vittoria decisiva, sottraendo il controllo dello [[Stretto di Gibilterra]] alla Repubblica. Il [[Comintern]] approva la creazione delle [[Brigate Internazionali]].
;'''1º ottobre''':Franco si dichiara capo dello Stato e Generalissimo.<br />Il governo repubblicano concede l'autonomia ai [[Paesi Baschi]] ([[Biscaglia]] e [[Guipúzcoa]]) come ''Euzkadi'', con [[José Antonio Aguirre]] come presidente.
;'''3 ottobre''': Viene nominato capo del governo nazionalista il generale [[Fidel Dávila Arrondo]] e Franco capo provvisorio dello Stato.
;'''6 ottobre''':In opposizione alla fornitura di aiuto ai nazionalisti da parte di Germania, Italia e Portogallo, l'URSS dichiara di rifiutare il non interventismo e di voler vendere armi ai repubblicani.
;'''7 ottobre''':Formata la prima Brigata Internazionale ad Albacete.
;'''29 ottobre''': Vengono fucilati dai repubblicani il poeta [[Ramiro de Maeztu]] e il filosofo [[Ramiro Ledesma Ramos]]
;'''4 novembre''':Con i nazionalisti alle porte di Madrid, gli anarchici della [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]] si uniscono al governo di Largo Caballero.
;'''6 novembre''':La difesa di Madrid viene organizzata sotto la direzione della recentemente creata ''Junta de Defensa'', diretta dal generale [[José Miaja]].<br />Il governo repubblicano si sposta a Valencia.
;'''8 novembre''':Inizio della battaglia di Madrid.<br />Arrivo delle prime Brigate Internazionali.
;'''18 novembre''':Italia e Germania riconoscono il governo di Franco.
;'''19 novembre''':Il leader anarchico [[Buenaventura Durruti]] viene ferito gravemente durante i combattimenti a Madrid. Muore il giorno seguente.
;'''20 novembre''':[[José Antonio Primo de Rivera]] viene giustiziato in carcere ad [[Alicante]], dove era stato tenuto prigioniero da prima dell'inizio dell'insurrezione.
;'''23 novembre''':La battaglia di Madrid finisce con entrambe le parti esauste e il fronte stabilizzato, impedendo quindi una rapida vittoria nazionalista.
;'''10 dicembre''':Mussolini decide di inviare un primo contingente di 3.000 [[Camicie nere]] in appoggio ai nazionalisti.<ref name="Coverdale">{{cita pubblicazione|titolo=The Battle of Guadalajara, 8-22 March 1937|autore=John F. Coverdale|rivista=Journal of Contemporary History|volume=vol. 9, |numero=No. 1 |mese=gennaio|anno=1974|pagine=53-75|editore=Sage Publications, Ltd.|url=http://www.jstor.org/stable/260268}} Accesso condizionato via Jstor.</ref>
 
=== Anno 1937 ===
{{Vedi anche|Battaglia di Guadalajara|Battaglia di Teruel|Bombardamento di Guernica|Giornate di maggio}}
Franco fece un altro tentativo per catturare Madrid nel gennaio e febbraio del 1937, ma fallì di nuovo. L'8 febbraio venne presa la grande città di Malaga e il 28 aprile gli uomini di Franco entrarono a Guernica, due giorni dopo il bombardamento della città da parte della Legione Condor tedesca. Dopo la caduta di Guernica il governo repubblicano si riorganizzò ed iniziò a controbattere con sempre maggiore efficacia.
 
In maggio il governo si mosse per riconquistare Segovia, costringendo Franco a togliere truppe dal fronte di Madrid per fermarne l'avanzata. Mola, il comandante in seconda di Franco, rimase ucciso in un incidente aereo il 3 giugno. Ai primi di luglio, il governo lanciò una forte controffensiva nell'area di Madrid, che i nazionalisti respinsero con difficoltà.
 
Successivamente Franco riprese l'iniziativa, invadendo Aragona in agosto e prendendo le città di Santander e Gijón. Il 28 agosto il Vaticano riconobbe il governo di Franco e alla fine di novembre, con i nazionalisti che premevano su Valencia, il governo si spostò di nuovo, a Barcellona.
 
Avvenimenti principali dell'anno:
 
; '''17 gennaio''':I nazionalisti iniziano la battaglia per prendere [[Málaga]]. Tre colonne nazionaliste, formate da legionari italiani, convergono sulla città da Siviglia e [[Granada]], coaudiuvate da un attacco di truppe spagnole lungo la costa.
;'''18 gennaio''':[[Barcellona]] è sottoposta al primo bombardamento navale operato illegalmente dal sommergibile italiano ''Torricelli'': in 12 minuti i pezzi da 120mm sparano 43 granate, colpendo le navi attraccate e i depositi della compagnia petrolifera [[Campsa (azienda)|Campsa]]<ref>Angelo Emiliani: ''La difesa aerea di Barcellona'', su ''Storia Militare'' n. 4 anno I -gennaio 1994; pag. 19</ref>.
;'''6 febbraio''': Le truppe repubblicane arrivano ad [[Almería]], dopo una ritirata da Malaga male organizzata e sotto il costante bombardamento dell'artiglieria tedesca.
;'''6-24 febbraio''': Offensiva nazionalista di [[Jarama]] da parte delle forze guidate dal generale Orgaz, che tentano di isolare Madrid. Nei pesanti combattimenti le forze repubblicane comandate dai generali Pozas e Miaja riescono a impedire che l'obiettivo venga raggiunto. Le perdite ammontarono a 6.000 nazionalisti e circa 10.000 repubblicani.<ref name="Coverdale"/>
;'''13 febbraio''': Ancora un'azione corsara da parte di una nave da guerra italiana ai danni di Barcellona: l'incrociatore ''Eugenio di Savoia'' apre il fuoco da 9&nbsp;000 metri al largo e in poco meno di cinque minuti si abbattono sulla città 9 salve di 72 proiettili da 152&nbsp;mm. Colpiti gli stabilimenti aeronautici dell'Elizalde, e una caserma. Si contano sedici morti, fra civili e militari.
;'''8-23 marzo''': [[Battaglia di Guadalajara]], un altro tentativo di isolare Madrid. Dopo una rapida avanzata dei nazionalisti e delle truppe italiane, i repubblicani contrattaccano, aiutati dai carri armati e dagli aerei di fabbricazione sovietica. in questo frangente si scontrano per la prima volta legionari fascisti italiani coi fuoriusciti 'garibaldini' italiani delle Brigate Internazionali; nonostante le maggiori perdite repubblicane e il termine della battaglia per esaurimento delle energie di entrambi i contendenti, gli italiani, che avevano una iniziale schiacciante maggioranza numerica, subiscono una battuta d'arresto, sfruttata dalla propaganda fino ad ingigantirne gli effetti sul morale.
;'''31 marzo''': Inizio dell'offensiva nazionalista del generale Mola per prendere [[Bilbao]], difesa dalle forze sotto il comando del generale [[Llano de la Encomienda]].
;'''19 aprile''': Decreto di Unificazione: Franco dichiara lo scioglimento di tutti i movimenti nazionalisti e l'unificazione della Falange, della [[CEDA]] e dei [[carlisti]], creando così la ''Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista'' (''FET y de las JONS''), dal 1938 ''Movimiento Unificado''.
;'''26 aprile''': Bombardamento di Guernica da parte della Legione Condor, l'aviazione tedesca.
;'''3-8 maggio''': Insurrezione operaia a [[Barcellona]] (le [[giornate di maggio]]). Si scontrano il [[POUM]] (partito comunista antistalinista) e la [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]] (sindacato anarchico) da una parte, contro il [[PSUC]] (partito comunista catalano) e ''[[Guardia de Asalto]]'' dall'altra, in seguito ai decreti governativi che imponevano lo scioglimento delle milizie non regolari e alla presa con la forza della ''Telefónica'' (sede del servizio telefonico di Barcellona già sotto controllo operaio dei lavoratori stessi di telefonia pubblica) da parte delle forze governative. Numerosi esponenti di spicco del [[POUM]] e [[anarchici]] vengono arrestati e uccisi. Tra loro l'italiano [[Camillo Berneri]]. [[George Orwell]], miliziano del [[POUM]], riesce a mettersi in salvo.
;'''17 maggio''': Cade il governo di Largo Caballero. [[Juan Negrín]], socialista, diviene capo del governo.
;'''3 giugno''': Il generale [[Emilio Mola]], capo delle forze nazionaliste muore in un incidente aereo (mai chiarite le cause). [[Fidel Dávila]] prende il comando delle sue truppe, che stanno attaccando Bilbao, mentre Franco diviene il comandante in capo.
;'''16 giugno''': Il [[POUM]] viene messo fuori legge dal governo centrale e i suoi leader sono arrestati.
;'''17 giugno''': La ''Jaime I'', una delle migliori navi dei repubblicani, viene affondata a Cartagena.
;'''19 giugno''': Bilbao viene presa dai franchisti, causando il collasso del sistema difensivo repubblicano, ottimisticamente chiamato ''[[Cinturón de Hierro]]'' ("Cinturone di ferro").
;'''21 giugno''': Agenti sovietici assassinano il capo del [[POUM]], [[Andreu Nin]].
;'''24 giugno''': L'aereo delle Forze repubblicane [[Société des avions Caudron|Caudron-Renault FA-OHX]], partito dall'aeroporto di [[Valencia]], è costretto all'atterraggio di fortuna sulla spiaggia di [[Zarauz]], per assenza di carburante. Il velivolo trasportava l'intero [[Stato Maggiore]] - composto da un generale russo, due ufficiali inglesi e un ufficiale francese - inviato per organizzare la difesa della città di [[Santander (Spagna)|Santander]], assediata dai Franchisti. I quattro vengono arrestati e immediatamente trasferiti al [[Quartier generale]] di Francisco Franco<ref>La Stampa Sera, ''Santander vuole arrendersi ?'', 25 giugno 1937, pag.1</ref>.
;'''5-28 luglio''': [[Battaglia di Brunete]]. Tentando di ridurre la pressione nazionalista su Madrid, il generale Miaja ordina un'offensiva, guidata dai generali [[Juan Modesto]] e [[Enrique Jurado]]. Questi prendono Brunete, spostando il fronte di otto chilometri. Il contrattacco nazionalista, guidato dal generale [[José Enrique Varela]] annulla quasi completamente questo vantaggio.
;'''novembre''': Il governo repubblicano lascia Valencia per Barcellona.
;'''15 dicembre''': Inizio della [[battaglia di Teruel]].
 
=== Anno 1938 ===
[[File:Savoia-Marchetti SM.81.jpg|thumb|upright=1.4|[[Fiat C.R.32]] del XVI Gruppo Autonomo "Cucaracha" scortano un [[Savoia-Marchetti S.M.81]] in una missione di bombardamento.]]
Le due parti si scontrarono sul possesso della città di Teruel durante tutto gennaio e febbraio, con i nazionalisti che infine ne presero il controllo definitivo il 22 febbraio. Il 14 aprile, i nazionalisti arrivarono al [[Mar Mediterraneo]] tagliando in due la parte di Spagna controllata dai repubblicani. Il governo cercò di trattare la pace in maggio, ma Franco chiese la resa incondizionata, e la guerra continuò a infuriare.
 
Il governo allora pose tutte le sue risorse in una campagna per riconnettere le due parti del suo territorio, nella [[Battaglia dell'Ebro]], che iniziò il 24 luglio e durò fino al 26 novembre. Il fallimento dell'obiettivo determinò lo sviluppo finale della guerra. Otto giorni prima dell'anno nuovo, Franco reagì lanciando un massiccio attacco alla Catalogna.
 
Avvenimenti principali dell'anno:
 
; '''8 gennaio''':Le truppe repubblicane, comandate dai Generali [[Hernández Sarabia]] e [[Leopoldo Menéndez]] prendono la città di [[Teruel]], dopo la resa del colonnello [[Rey d'Harcourt]]. Le dure condizioni climatiche dell'inverno impediscono il tempestivo arrivo delle truppe inviate da Franco sotto il comando dei generali Varela e Aranda.
;'''29 gennaio 1938''': Francisco Franco diviene capo del governo, restando anche capo provvisorio dello Stato.
; '''20 febbraio''':Le truppe repubblicane sono costrette ad abbandonare Teruel e a dirigersi verso Valencia, sotto la pressione delle truppe marocchine del generale Yagüe. Fine della battaglia di Teruel.
; '''6 marzo''':Battaglia navale di Capo Palos (un incrociatore nazionalista, il ''Baleares'' viene affondato da un [[incrociatore]] repubblicano).
; '''9 marzo''': Viene emanata dal governo nazionalista la prima delle otto [[Leggi fondamentali del Regno]] (''Leyes Fundamentales del Reino''), che verranno abrogate solo nel 1977
; '''13 marzo''':La Francia riapre le frontiere per permettere il transito di armi nella zona repubblicana.
; '''5 aprile''':Il Ministro della Difesa, il socialista [[Indalecio Prieto]] si dimette per protestare contro il livello dell'influenza sovietica sull'esercito.
; '''15 aprile''':I nazionalisti raggiungono il Mediterraneo a [[Vinaroz]], dividendo in due la zona repubblicana.
; '''giugno''':La Francia chiude nuovamente il confine.
; '''24 luglio''':Inizio della battaglia dell'Ebro. Le forze repubblicane tentano di distogliere i nazionalisti dall'attaccare Valencia e di diminuire la pressione sulla Catalogna. In un primo momento le truppe repubblicane, comandate dal generale Modesto, ottennero un considerevole successo, ma vennero limitate dalla supremazia aerea nazionalista. I pesanti combattimenti continuarono fino a novembre.
; '''21 settembre''':Negrín, capo del governo repubblicano, in un discorso alla [[Società delle Nazioni]], annuncia che le Brigate Internazionali verranno ritirate dalle zone di combattimento. Il ritiro inizia il 4 ottobre.
; '''30 ottobre''':I nazionalisti contrattaccano, costringendo le truppe repubblicane a ritirarsi, riattraversando l'Ebro.
; '''2 novembre''':I nazionalisti affondano la nave repubblicana ''SS Cantabria'' al largo di [[Norfolk]], nel [[Mare del Nord]].
; '''18 novembre''':Fine della battaglia dell'Ebro.
; '''23 dicembre''':Inizia la battaglia per Barcellona. Viene lanciato un attacco nazionalista a sei punte, con file separate che vanno dai [[Pirenei]] all'Ebro. I franchisti prendono [[Borjas Blancas]], circondano [[Tarragona]] e raggiungono la periferia di Barcellona. Il governo repubblicano si ritira da Barcellona a Girona, anche se le sue truppe continuano a mantenere la difesa della città.
 
=== Anno 1939 ===
I nazionalisti conquistarono la [[Catalogna]], con una campagna tumultuosa, durante i primi due mesi del 1939. Tarragona cadde il 14 gennaio, Barcellona il 26 gennaio e [[Girona]] il 5 febbraio. Cinque giorni dopo la caduta di Girona, l'ultima resistenza in Catalogna fu spezzata.
 
Il 27 febbraio, i governi di Regno Unito e Francia riconobbero con riluttanza il regime franchista. Solo Madrid e pochi altri capisaldi rimasero nelle mani delle forze governative. Il 28 marzo, Madrid cadde nelle mani dei nazionalisti. Il giorno seguente, anche [[Valencia]], che aveva resistito sotto i cannoni dei nazionalisti per quasi due anni, si arrese.
 
La vittoria venne proclamata il 1º aprile, quando l'ultima delle forze repubblicane comunicò la resa. Avvenimenti principali dell'anno:
 
'''15 gennaio'''
 
La Francia, ancora una volta, permette il passaggio di armi verso la Repubblica.
 
'''26 gennaio'''
 
Barcellona cade nelle mani dei nazionalisti.
'''5 febbraio'''
 
I nazionalisti prendono Girona, l'esercito repubblicano in Catalogna è stato virtualmente disintegrato.
 
'''27 febbraio'''
 
Francia e Regno Unito riconoscono il [[franchismo|Regime franchista]].
 
'''28 febbraio'''
 
[[Manuel Azaña]] si dimette da Presidente della Repubblica.
 
'''4 marzo-12 marzo'''
 
Colpo anticomunista del colonnello [[Segismundo Casado]] e di Cipriano Mera. Nelle strade di Madrid, c'è una guerra civile all'interno della guerra civile. Il ''Consejo de Defensa Nacional'' (Consiglio di Difesa Nazionale), guidato dal colonnello Casado, cerca di negoziare con Franco.<br />Il governo repubblicano fugge in esilio in Francia.
 
'''28 marzo'''
 
Con la virtuale disintegrazione dell'esercito repubblicano, i nazionalisti prendono Madrid.
 
'''29 marzo'''
 
Cadono Cuenca e Almería
 
'''30 marzo'''
 
Cadono Valencia e Alicante.
 
'''31 marzo'''
 
Fine effettiva delle ostilità.
 
'''1º aprile'''
 
Franco annuncia la fine della guerra.
 
== La rivolta anarchica ==
{{Vedi anche|Rivoluzione anarchica spagnola}}
Nelle zone sotto controllo degli anarchici e del [[Partito Operaio di Unificazione Marxista|POUM]] (Aragona e Catalogna), in aggiunta ai successi militari, ci fu una vasta [[Rivoluzione spagnola|Rivoluzione sociale]]. Dalla metà di luglio alla fine di agosto 1936 i lavoratori e i contadini [[collettivizzazione|collettivizzarono]] i trasporti urbani e ferroviari, le industrie metallurgiche e tessili, il rifornimento d'acqua e alcuni settori del grande e piccolo commercio. Circa 20.000 imprese industriali e commerciali furono così espropriate e gestite direttamente dai collettivi dei lavoratori e dai loro sindacati con validi risultati dal punto di vista produttivo, dovuto in gran parte a nuovo atteggiamento partecipativo e solidale dei lavoratori rispetto al prodotto del proprio lavoro. Un Consiglio dell'Economia venne costituito per coordinare l'attività dei diversi settori della produzione. Nel settore agricolo la collettivizzazione fu più radicale con misure quali l'abolizione della moneta, la collettivizzazione dei beni e dei mezzi di produzione, la modifica dei limiti comunali, la creazione di organizzazioni di mutua assistenza fra collettività ricche e povere, la parificazione delle remunerazioni, la creazione di salari familiari e la messa in comune degli attrezzi e dei raccolti.
 
La necessità di accelerare e completare la rivoluzione rivendicata da parte della sinistra libertaria e poumista, venne avversata dai comunisti, appoggiati dall'Unione Sovietica, e dai repubblicani democratici; i primi perché contrari all'opportunità di affrontare una rischiosa rivoluzione sociale, nella quale non avrebbero potuto assumere una posizione egemone, i secondi perché spaventati dallo sconvolgimento economico che ne sarebbe derivato. I rivoluzionari ribattevano che solo la mobilitazione rivoluzionaria delle classi subalterne avrebbe fornito lo slancio necessario in termini anche di alto morale alla popolazione per sconfiggere il fascismo. Con il progredire della guerra, il governo e i comunisti furono in grado di fare leva sul loro accesso alle armi sovietiche per ripristinare il controllo politico, sia con la diplomazia che con la forza. Nelle ''[[Giornate di Maggio (1937)|giornate di maggio]]'' del [[1937]], i contrasti all'interno del campo antifascista esplosero in conflitto aperto quando i comunisti staliniani cercano di conquistare militarmente il controllo degli edifici pubblici di Barcellona, difesi dagli anarchici. Già precedentemente il Partito Comunista, per sconfiggere Franco, aveva sostenuto l'opportunità di un blocco sociale il più esteso possibile rinviando quindi ogni prospettiva rivoluzionaria alla fine della guerra. Inoltre la necessità dell'Unione Sovietica di rimanere l'unico punto di riferimento politico ed ideologico per i comunisti di tutto il mondo spinse Stalin ad opporsi anche militarmente alla componente anarchica e a quella trotskista e "dissidente" (come il ''POUM'', il [[Partito Operaio di Unificazione Marxista]]), dello schieramento repubblicano. Paradossalmente quindi, furono i comunisti sovietici a battersi contro l'abolizione della proprietà privata<ref>Antony Beevor, ''cit.'', pagg. 102-122</ref>. Un massiccio intervento dei servizi segreti russi eliminò molti capi rivoluzionari spagnoli che non erano d'accordo con la posizione di Mosca, nonché combattenti particolarmente critici stranieri quali l'anarchico italiano [[Camillo Berneri]].<ref>Con diversi testi [[Camillo Berneri]] difendeva la rivoluzione sociale e denunciava l'operazione semantico-politica degli stalinisti che la riducevano a guerra civile. Cf. un articolo di dura replica alle "asinerie" di [[Palmiro Togliatti]] disponibile in rete [http://www.socialismolibertario.it/Asineriesettarie.htm]</ref> La tragedia dei Giorni di maggio di Barcellona fu poi narrata da George Orwell in ''Omaggio alla Catalogna''.
 
Seppure con minore consenso e risorse, anche la Falange della fazione nazionalista premette per una rivoluzione della società spagnola sotto il [[Nazional-sindacalismo]]<ref>Stanley G. Payne, ''Il fascismo 1914/1945: origini, storia e declino delle dittature che si sono imposte tra le due guerre'', Newton Compton, Roma, 1999, pag. 151</ref>. Il partito vide oltretutto decuplicare i propri membri con l'inizio della guerra e con l'esecuzione del proprio capo, [[José Antonio Primo de Rivera]], da parte dei Repubblicani<ref>Antony Beevor, ''cit.'', pag. 253</ref>. Tuttavia, solo nei primi giorni della guerra civile la Falange perse il 60% dei suoi ufficiali, permettendo così l'ascesa di nuovi comandanti, le ''camisas nuevas'' ("nuove camicie"), non altrettanto interessati agli aspetti rivoluzionari del Nazional-sindacalismo<ref>Arnaud Imatz, ''La vraie mort de Garcia Lorca'', 2009, 40 NRH, 31–34, pag. 32-33.</ref>. Ciò permise a Franco di fondere la Falange con il reazionario movimento Carlista per formare il partito unico ''Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista'', isolando così i membri più riformisti<ref>Antony Beevor, ''cit.'', pag. 255</ref>.
 
== Le conseguenze ==
{{vedi anche|Franchismo|Guerriglia antifranchista|La Retirada|Spagna nella seconda guerra mondiale}}
Oltre alle numerose vittime, la vittoria dei nazionalisti determino l'instaurasi della dittatura franchista ([[franchismo]]) sino alla metà degli anni '70, ma determinò anche un imponente fenomeno di emigrazione di massa - passato alla storia come ''[[La Retirada]]'' - degli aderenti alla Repubblica e/o ex-combattenti nelle file repubblicane, che continuarono a combattere nella [[guerriglia antifranchista]], che continuò, con alterne vicende, anche dopo la fine della guerra.
 
Decine di migliaia furono gli spagnoli costretti ad espatriare e a vivere come esuli per evitare la violenza dei franchisti. Migliaia furono i licenziati, arrestati, perseguitati<ref>Cifre in: Francisco Aguado Sanchez, ''El Maquis en España. Su historia'', Librería Editorial San Martín, Madrid, 1975, pp. 253-254</ref>. Molti artisti ed intellettuali spagnoli furono uccisi dai nazionalisti, come [[Federico García Lorca]], o dai repubblicani, come [[Ramiro de Maeztu]] e [[Ramiro Ledesma Ramos]]. Gran parte della corrente letteraria detta "[[generazione spagnola del 1927]]" fu costretta all'[[esilio]]. [[Picasso]], [[Miró]], [[Buñuel]], [[Rafael Alberti]] e molti altri intellettuali e artisti spagnoli, sostenitori della democrazia e, per questo, avversati dal franchismo, furono costretti a espatriare o preferirono non rientrare in Patria.
 
Tale fenomeno, stimato in circa 500.000 fuorusciti, in molti casi ebbe carattere di evacuazione temporanea. Detratti i ritorni, il saldo finale di circa 200.000 esiliati è comunemente accettato dagli autori che si sono specificamente occupati del fenomeno in questione.<ref>''La oposición durante el franquismo. 3. El exilio republicano'', Ediziones Encuentro, Madrid 2005, pp. 55-59</ref><ref>Javier Rubio, ''La emigración de la guerra civil de 1936-1939. Historia del éxodo que se produce con el fin della II República española'', Librería Editorial San Martín, Madrid, 1977</ref> L'economia spagnola richiese decenni per recuperare i danni provocati dal conflitto e dall'isolamento cui la condannò la successiva dittatura (vedi [[Franchismo#Il Desarrollo.2C il miracolo spagnolo .281957-1973.29|Miracolo spagnolo]]).
 
== Le forze in campo ==
{{F|conflitti|giugno 2013}}
==== Pro repubblicani ====
La [[seconda repubblica spagnola]] potè contare su unità dell'[[Ejército Popular de la República]] e della [[Fuerzas Aéreas de la República Española]], nonchè alcune unità di marina. Intervennero a sostegno - soprattutto materiale - alcuni Stati che inviarono mezzi e materiale bellico e diversi gruppi di volontari di vari [[Stati del mondo]]; in particolare si ricordino le ''[[Brigate Internazionali]]''.
 
Gli Stati che sostenbero i repubblicani furono:
 
* '''Canada''': volontari organizzati nel [[Battaglione Mackenzie-Papineau]].
* '''Francia''': Benchè dal punto di vista formale la [[terza repubblica francese]] rimase però ufficialmente estranea al conflitto , la causa della [[seconda repubblica spagnola]] ebbe subito la simpatia di buona parte dell'[[opinione pubblica]]. Dalle frontiere aperte della Francia transitarono armi ed equipaggiamenti, soprattutto alcuni [[Nieuport-Delage NiD-52]] forniti da alcune industrie frsncesi; inoltre moltissimi volontari che confluirono nelle [[Brigate Internazionali]] e diedero un grande contributo alla [[guerriglia antifranchista]].
* '''Messico''': Il governo messicano diede un contributo di 300 uomini. Inoltre appoggiò la Repubblica spagnola provvedendo alla raccolta di fondi e all'invio di armi e aerei. In Messico troveranno rifugio molti profughi dopo la sconfitta repubblicana.
* '''Polonia''': Fornì 5.000 volontari organizzati nella "[[brigata Jarosław Dąbrowski]]". Il governo polacco, convinto della necessità di danneggiare la [[Germania nazista]] fu il secondo maggior fornitore di armi alla Repubblica spagnola, dopo l'URSS.
* '''Unione Sovietica''': circa 3.000 uomini tra volontari (500), piloti e istruttori militari. Dopo un iniziale disimpegno, l'Unione si decise ad appoggiare la Repubblica spagnola, col preciso obiettivo, in caso di vittoria, di creare un'isola bolscevica a cavallo fra il Mediterraneo e l'Atlantico. Una volta presa la decisione l'intervento sovietico, anch'esso mascherato e non ufficiale, si concretizzò nell'invio di istruttori ed esperti militari, di un discreto numero di piloti e di una discreta quantità di materiale bellico seconda solo a quella inviata dall'Italia a favore dei golpisti. Tra i mezzi inviati ci furono carri armati T-26, bombardieri Tupolev SB2, e i caccia I-15 e I-16.
* '''Stati Uniti d'America''': volontari organizzati nella [[Brigata Abraham Lincoln]].
*'''Volontari internazionali''': raggruppati nelle [[brigate internazionali]] per un totale di 39.000 combattenti e 10.000 infermieri e sanitari, in particolare francesi (circa 9.000), tedeschi (circa 5.000), italiani (3.500), statunitensi (2.800), britannici (2.000), canadesi (1.000), jugoslavi (1.000) e cubani (800). Quando furono sciolte, nell'ottobre [[1938]], ammontavano a 13 mila uomini.
 
==== Pro nazionalisti ====
A favore dei [[franchismo|franchisti]] a sostegno ufficiale della [[Germania nazista]] e del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nonchè intervennero diversi gruppi di volontari provenienti da vari [[Stati del mondo]]. Si ricordano in particolare.
 
* '''Irlanda''': circa 700 volontari fascisti delle [[Blueshirts]].
* '''Italia''': Il ''[[pronunciamiento]]'' militare vide l'immediato intervento italiano a favore dei ribelli, incominciato con l'invio di aerei da bombardamento [[Savoia-Marchetti S.M.81]] e con la partecipazione, nell'agosto 1936, di volontari fascisti - guidati dallo squadrista bolognese [[Arconovaldo Bonaccorsi]]. L'Italia fornì un contingente (circa 50.000 uomini) inquadrato nel [[Corpo Truppe Volontarie]], mentre dal punto di vista delle forze aeree l'Italia fornì circa 750 velivoli di tutti i tipi, inquadrati nell’''[[Aviazione Legionaria]]'' lasciandone molti alle nuove forze aeree spagnole al termine del conflitto. L'Italia intervenne, sempre indirettamente, con dispiegamenti di forze navali corsare, che attaccarono navi repubblicane e di paesi terzi, compiendo blocchi navali. Furono inviati anche alcuni sommergibili nel novembre 1936 compiendo diverse missioni, fino al settembre 1937<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 189-196</ref><ref name="Museo della Cantieristica"/> . Tra questi il [[Naiade (sommergibile)|Naiade]], il [[Evangelista Torricelli (sommergibile 1934)|Torricelli]] (che danneggiò gravemente l'incrociatore repubblicano ''Miguel de Cervantes'')<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', Mondadori, 2002, pagina 191</ref>, il Topazio, l'Antonio Sciesa, il [[Balilla (sommergibile 1928)|Balilla]] e l'[[Archimede (sommergibile 1933)|Archimede]]. Le proteste delle altre potenze indussero tuttavia a interrompere una vera e propria guerra navale non dichiarata. Il Torricelli e l'Archimede furono allora ceduti alla Marina spagnola, e ridenominati ''General Sanjurjo'' e ''General Mola''.
* '''Germania''': 20.000 uomini, mezzi corazzati, armi ed un'unità aerea, la ''[[Legione Condor]]''. {{cn|L'intervento della [[Germania nazista]] fu più limitato nelle cifre, ma decisamente meglio pianificato di quello italiano, ed estremamente più efficace per gli obiettivi tedeschi, che fondamentalmente erano quelli di sperimentare i nuovi armamenti in vista del confronto con le potenze occidentali e con l'URSS.}} Tra i mezzi forniti ci furono gli [[Junkers Ju 87]] e gli [[Heinkel He 111]], questi ultimi utilizzati per il [[bombardamento di Guernica]].<ref>Divenuto famoso anche perché [[Pablo Picasso]] dipingerà una tela ispirata all'accaduto, chiamata ''[[Guernica (Picasso)|Guernica]]''</ref>
* '''Portogallo''': circa 8.000 volontari chiamati ''[[Viriato]]s''. Il regime dittatoriale del presidente [[Antonio Salazar|Salazar]] manifestò subito le proprie simpatie per i ribelli spagnoli, fornendo importanti aiuti in uomini, mezzi e finanziamenti.
* '''Romania''': una legione di circa 2.000 volontari della [[Guardia di Ferro]], al comando di [[Ion Moța]].
* '''Legione straniera spagnola''': 5.000 soldati del ''[[Legione spagnola]]'' di stanza nel [[Marocco spagnolo]]. Queste truppe in gran parte ispaniche, furono le prime a sollevarsi contro la Repubblica.
* '''Volontari internazionali''': 2.000 circa, tra cui 500 francesi della compagnia ''Jeanne D'Arc'', 1.000 provenienti da Guinea spagnola, Norvegia, Brasile, Belgio, Gran Bretagna e Grecia, e una legione di russi ''bianchi''<ref>Hugh Thomas, ''The Spanish Civil War'' (in inglese), London, Penguin (3rd edition, 2003)</ref>.
 
== Il ruolo dell'aviazione ==
La guerra civile spagnola fu un esempio di [[guerra totale]]: venne sperimentato il bombardamento terroristico a saturazione sulla città basca di [[Guernica]] da parte della [[Legione Condor]] e dell'[[Aviazione Legionaria]], prefigurando il ruolo strategico che rivestirà l'aeronautica, per la prima volta, durante la seconda guerra mondiale.
 
=== Repubblica ===
* [[Nieuport-Delage NiD-52]]: caccia di fabbricazione francese, in carico all'aviazione spagnola prima del conflitto, venne inizialmente impiegato da entrambi i contendenti.
* [[Hawker Fury]]: caccia di origine britannica, di prestazioni non brillantissime, utilizzato in limitato numero.
* [[Dewoitine D.371]]: caccia monoplano ad ala alta, fornito "sotto banco" dai francesi, privo però dell'armamento originale, che prevedeva anche cannoncini da 20mm. Era complessivamente una buona macchina le cui potenzialità, per i limiti di armamento e per il modesto livello addestrativo dei piloti repubblicani, non poterono essere sfruttate a fondo.
* Loire 46: altro apparecchio da caccia francese, risultato tuttavia nettamente inferiore al [[Fiat CR.32]] italiano, per il difficile pilotaggio unito al mediocre addestramento della maggioranza dei piloti repubblicani.
* [[Polikarpov I-15]]: il celebre ''Chato'' (corto) costituì un punto di forza per l'aviazione repubblicana, ma le sue mitragliatrici a tiro rapido risultarono poco precise e di calibro troppo piccolo per avere la meglio su grossi aerei.
* [[Polikarpov I-16]]: il ''Rata'' (topo) costituì una sorpresa in negativo per i piloti nazionalisti. Sufficientemente veloce per intercettare tutti gli avversari, eccettuato il Me 109 tedesco. Tuttavia l'I-16 era una macchina di difficile pilotaggio, e presentava gli stessi limiti del ''Chato'' quanto all'armamento.
* Breguet XIX: antiquato bombardiere leggero, apparteneva inizialmente sia alle file governative che a quelle nazionaliste, facendo parte della dotazione dell'Aviación Militar prebellica.
* [[Potez 540]]: macchina poco riuscita e già superata al momento della sua comparsa, costituì tuttavia una ulteriore dimostrazione della non neutralità della Francia. Utilizzato come bombardiere medio, era facile preda per i caccia nazionalisti.
* [[Tupolev SB-2]]: il ''Martin bomber'', temibile bombardiere veloce, poteva essere intercettato solo dai Messerschmitt, e con qualche rischiosa acrobazia, dai Fiat. Le potenzialità del bimotore sovietico non vennero sfruttate a fondo.
* [[Polikarpov R-Z]]: robusto ma antiquato biplano impiegato per l'attacco al suolo.
 
=== Nazionalisti ===
* [[Nieuport-Delage NiD-52]].
* [[Heinkel He 51]]: biplano da caccia tedesco, costituì un aiuto prezioso, sebbene fosse inferiore ai pari classe di fabbricazione sovietica. Fu ampiamente utilizzato dalle squadriglie spagnole.
* [[FIAT C.R.32]]: il caccia italiano costituì la vera ossatura dell'aviazione nazionalista, sino ad acquistare una fama quasi leggendaria. Oltre che dal numero di esemplari forniti (il più elevato in assoluto del conflitto) il biplano Fiat fu effettivamente avvantaggiato rispetto agli avversari dalle armi più affidabili e di maggiore calibro, e certamente dal miglior addestramento dei piloti. Il CR.32 rimase in servizio con l'aviazione spagnola ben oltre la fine del conflitto, benché fosse ormai largamente superato.
* [[Heinkel He 112]]: moderno monoplano da caccia tedesco, venne sperimentato dalla [[Legione Condor]].
* [[Messerschmitt Bf 109]]: sperimentato nelle varianti C e D, dimostrò come una macchina molto più veloce dei suoi avversari, con qualche colpo bene aggiustato di armi pesanti, potesse risultare molto più efficace rispetto a un manovrabile ma lento biplano. I tedeschi inaugurarono e misero a punto nuove tattiche operative molto efficaci, impiegate poi con successo nel secondo conflitto mondiale.
* [[Fiat G.50]]: al pari dell'He 112, venne sperimentato in Spagna con un limitato numero di macchine, armando una sola unità che a quanto pare non ebbe impiego operativo durante il conflitto.
* [[Heinkel He 59]]: grosso e antiquato idrovolante, ottenne successi inaspettati e clamorosi come bombardiere.
* [[Junkers Ju 52]]: il celebre trimotore ''tante Ju'' tuttofare, venne impiegato come bombardiere e trasporto (permise di realizzare un vero e proprio ponte aereo, il primo del genere, per trasferire le truppe di Franco dal Marocco alla Spagna). Efficientissimo in ogni occasione, risultava però troppo lento, e quindi una delle prede maggiormente ambite dalla caccia repubblicana.
* [[Savoia-Marchetti S.M.81]]: primo aiuto di Mussolini ai nazionalisti, venne impiegato con successo per tutto il conflitto come bombardiere tattico, affiancando il più veloce e moderno S.M.79.
* [[Savoia-Marchetti S.M.79]]: principale bombardiere fornito in aiuto ai nazionalisti, impressionò per la sua velocità e robustezza, risultando inintercettabile dalla maggioranza dei caccia repubblicani. Il ''Rata'', che era in grado di raggiungerlo e intercettarlo, aveva spesso difficoltà ad infliggergli seri danni a causa dell'armamento troppo leggero. Le qualità di bombardiere dell'S.M.79 vennero tuttavia sopravvalutate oltre misura, cosa che risulterà chiara con la seconda guerra mondiale.
* [[Dornier Do 17]]: uno dei primi bombardieri moderni tedeschi, nelle varianti E ed F la ''matita volante'' fu sperimentato ampiamente in Spagna, alcuni modelli vennero impiegati nel [[bombardamento di Guernica]].{{senza fonte}}
* [[Junkers Ju 86]]: bimotore da bombardamento e ricognizione, venne sperimentato in Spagna ma non ebbe seguito operativo con la Luftwaffe.
 
== Vittime ==
=== Il numero dei caduti ===
Il numero delle vittime è stato a lungo dibattuto, con stime che vanno dalle 500.000 ad un milione di persone uccise dalla guerra. [[Ángel David Martín Rubio]], specialista di storia spagnola, in particolare del periodo della Repubblica, della [[guerra civile]] e del dopoguerra, ha effettuato uno studio minuzioso sull'ammontare complessivo delle vittime del conflitto.<ref>''Le vittime della Guerra Civile spagnola'', articolo riportato sul sito ''Storia & Identità. Annali Italiani'' [www.identitanazionale.it]</ref>
 
Secondo tale studio, il numero dei caduti dell'esercito repubblicano è di 71.038 morti, di cui 57.332 di nazionalità spagnola e 13.706 di nazionalità straniera. Tra le file dei nazionalisti si sono avuti 68.551 morti, di cui 56.444 combattenti spagnoli e 12.107 stranieri. 20.646 sono morti per bombardamenti e incidenti. Inoltre, nel corso della guerra, si è avuto un numero stimato di altri 110.000 morti per le repressioni. Il totale ammonta a circa 270.000 morti, su una popolazione complessiva stimata nel 1935 a 24.578.000 abitanti.
 
Sono conseguenti, però, alle vicende della Guerra civile, la soppressione di circa 30.000 dissidenti da parte dei nazionalisti, e altri 2.641 morti in azioni di ''guerrilla'' (di cui 339 membri delle forze dell'ordine) nell'immediato dopoguerra.
 
=== La ''Valle de los Caídos'' ===
[[File:SPA-2014-San Lorenzo de El Escorial-Valley of the Fallen (Valle de los Caídos).jpg|thumb|Valle de los Caídos]]
{{vedi anche|Valle de los Caídos}}
La [[Valle de los Caídos]] ("Valle dei Caduti") è una [[basilica]] sotterranea fatta costruire tra il [[1940]] ed il [[1958]] col lavoro forzato degli oppositori politici dal governo spagnolo nella valle della [[Sierra de Guadarrama]], per onorare tutti i morti, sia repubblicani che falangisti, caduti durante la guerra civile. In realtà mentre i franchisti hanno una sepoltura onorevole, i combattenti repubblicani sono sepolti in fosse comuni.
 
Le salme di 33.872 caduti trovano sepoltura all'interno della basilica (vi si trovano anche quelle dei volontari italiani, sia fascisti che antifascisti, oltre che quella del fondatore della Falange [[Antonio Primo de Rivera]]). Con la costruzione di questo monumento, il governo spagnolo tentò di dimostrare una volontà politica di pacificazione nazionale, onorando tutti i caduti, da qualunque parte essi avessero combattuto.
 
Tradizionalmente, il 20 novembre, in occasione dell'anniversario della morte di Franco, veniva celebrata una messa in sua memoria. Dal [[2004]] tale commemorazione è stata annullata. Il 16 ottobre [[2007]], la Commissione costituzionale del Congresso spagnolo ha approvato un progetto di legge sulla memoria storica, che comprende un articolo sulla Valle dei Caduti. Questo articolo è passato con il sostegno di tutti i partiti politici, ed è un regolamento per depoliticizzare la valle, e renderla esclusivamente un luogo di culto.
 
=== Membri della Famiglia Reale ===
Anche la famiglia del re [[Juan Carlos I di Spagna]], ha avuto i suoi caduti nel periodo della [[guerra civile]]:
 
* donna Elena Maria de Borbon y de la Torre, figlia di don Francisco de Borbon y de Castellvi, duca d'Angiò, e di donna Maria Luisa de la Torre y de Besave, uccisa il 24 settembre 1936.
* don José Luis de Borbon y Rich, figlio di don José Maria de Borbon y de la Torre (fratello della precedente) e di donna Maria Luisa Rich y Carvajo, morto il 29 agosto 1936.
* don Enrique de Borbon y de Leon, figlio del succitato duca d'Angiò e della seconda moglie marchesa donna Felisa de Leon y Navarro de Balboa, ucciso 29 ottobre 1936. Con lui sono uccisi suo figlio don Jaime de Borbon y de Esteban, quindicenne, e il fratello don Alonso de Borbon y de Leon, marchese di Squilace.
* la duchessa di Sant'Elena, donna Clotilda Gallo Ruiz y Diaz de Bustamente, moglie di don Alberto I de Borbon y de Castellvi, duca di Sant'Elena, scomparsa il 18 dicembre 1936.
* [[Carlo di Borbone-Due Sicilie Orleans]], Infante di Spagna, cadde in combattimento nel 1936, come volontario nelle truppe nazionaliste
 
== Personalità di rilievo ==
{{vedi anche|Personalità della guerra civile spagnola}}
 
=== Personaggi identificati con i repubblicani ===
{{multiCol}}
* [[José Ortega (artista)|José Ortega]]
* [[Manuel Azaña]]
* [[Diego Martínez Barrio]]
* [[José Giral]]
* [[Francisco Largo Caballero]]
* [[Dolores Ibárruri]]
* [[Enrique Líster]]
* [[Indalecio Prieto]]
{{colBreak}}
* [[Juan Negrín]]
* [[Vicente Rojo Lluch]]
* [[José Miaja]]
* [[Ernest Hemingway]]
* [[André Malraux]]
* [[Joan Miró]]
* [[Federico García Lorca]]
* [[Miguel de Unamuno]]
* [[Pablo Neruda]]
* [[Miguel Hernández]]
{{colBreak}}
* [[Lluís Companys i Jover]]
* [[José Antonio Aguirre]]
* [[Andrés Nin]]
* [[Juan García Oliver]] [anarchico]
* [[George Orwell]]
* [[Vittorio Vidali]]
* [[Antonio Machado]]
* [[Pablo Picasso]]
* [[Buenaventura Durruti]] [anarchico]
* [[Randolfo Pacciardi]]
* [[Federica Montseny]]
{{EndMultiCol}}
 
=== Personaggi identificati con i nazionalisti ===
{{multiCol}}
* [[Francisco Franco]]
* [[Miguel Cabanellas]]
* [[José Sanjurjo]]
* [[Emilio Mola]]
* [[Antonio Primo de Rivera]]
* [[Gonzalo Queipo de Llano]]
* [[José Antonio Maravall]]
* [[Miguel Delibes]]
* [[Ernesto Giménez Caballero]]
* [[Leopoldo Panero]]
* [[Luis Rosales]]
* [[Pedro Laín Entralgo]]
{{colBreak}}
* [[Juan Yagüe]]
* [[Rafael Sánchez Mazas]]
* [[Gerardo Diego]]
* [[José Enrique Varela]]
* [[José Millán-Astray Terreros]]
* [[Manuel Machado]]
* [[José Martínez Ruiz]]
* [[Gonzalo Torrente Ballester]]
* [[Vicente Risco]]
* [[Josep Pla]]
* [[Ramiro de Maeztu]]
* [[Dionisio Ridruejo]]
{{colBreak}}
* [[Camilo José Cela]]
* [[Jacinto Benavente]]
* [[Pedro Sainz Rodríguez]]
* [[Onésimo Redondo Ortega]]
* [[Ramiro Ledesma Ramos]]
* [[Álvaro Cunqueiro]]
* [[Ramón Gómez de la Serna]]
* [[José María Pemán]]
* [[Manuel Hedilla]]
* [[Ramón Serrano Súñer]]
* [[Eugeni d'Ors]]
* [[José Maria Gironella]]
{{EndMultiCol}}
 
== Filmografia ==
* [[Il labirinto del fauno]]
* [[Le 13 rose]]
* [[L'assedio dell'Alcazar]]
* [[Los girasoles ciegos]]
* [[Per chi suona la campana (film)]]
* [[Terra e libertà (film)]]
* [[Una vita venduta]]
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* AA.VV., ''1931-1937. Rivoluzione e controrivoluzione in Spagna'', Ed. Falce Martello, Milano, 1995
* AA.VV., ''Chi c'era racconta'', Ed. Zic, Milano, 1975
* AA.VV., ''La guerra civile spagnola tra politica e letteratura'', Shakespeare & C., Firenze, 1995
* AA.VV., ''Spagna 1936-1939. Fotografie e informazioni di guerra'', Marsilio, Venezia, 1976
* Antony Beevor, ''Laguerra civile spagnola'', BUR! 2007
* Bartolomé Bennassar, ''La guerra di Spagna. Una tragedia nazionale'', Einaudi, Torino, 2006
* C. Berneri, ''Guerra di classe in Spagna'', Ed. RI, Pistoia, 1971
* C. Berneri, ''Asinerie settarie (Togliatti e la rivoluzione spagnola)'', Guerra di Classe, Barcellona, 5.11.1936, consultabile in rete [http://www.socialismolibertario.it/Asineriesettarie.htm].
* Barrot Jean, ''Bilan, la contre-révolution en Espagne'', Ed. UGE
* Broué-Temine, ''La rivoluzione e la guerra di Spagna'', Ed. Sugar, Milano, 1962
* H. Browne, ''La guerra civile spagnola'', Il Mulino, Bologna, 2000
* C.C.I., ''La sinistra comunista italiana (1927-1952)''. Cap.5-6, Ed. CCI, Napoli, 1984
* C.C.I., Rivista Internazionale n.1 - Articoli di Bilan sulla Spagna, Ed. CCI, Napoli, 1976
* Chazé, ''Chroniques de la révolution espagnole'', Ed. Spartacus
* L. De Llera Esteban, ''La guerra civile di Spagna (1936-39). Le cause e il contesto internazionale'', Il Cerchio, Rimini, 2006
* H.M. Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia. Vita e morte di B. Durruti'', Feltrinelli, Milano, 1973
* F. García, ''Collettività contadine e operaie durante la rivoluzione spagnola'', Jaca Book, Milano, 1975
* V. Gervasini, ''Gli insegnamenti della sconfitta della rivoluzione spagnola'', Ed. C.S.P. Tresso, Foligno, 1993
* J. Gomez Casas, ''Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo'', Jaca Book, Milano, 1975
* A. Guillamon Iborra, ''I bordighisti nella guerra civile spagnola'', Ed. C.S.P. Tresso, Foligno 1993
* [[Dolores Ibárruri|D. Ibárruri]], ''Memoria di una rivoluzionaria'', Roma, 1963
* [[Gabriel Jackson]], ''La repubblica spagnola e la guerra civile'', Il Saggiatore, Milano, 1967
* Jéhan, "La guerre d'Espagne", in: ''Invariance'' n. 8, 1969
* H.E. Kaminski, ''Quelli di Barcellona'', Mondadori, Milano, 1950
* F. Morrow, ''L'opposizione di sinistra in Spagna'', Samonà e Savelli, Roma, 1970
* [[G. Munis]], ''Lezioni di una sconfitta, promessa di vittoria. Critica e teoria della rivoluzione spagnola 1930-1939'', Edizioni [[Lotta Comunista]], Milano, 2007
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* Vittorio Vidali, ''Comandante Carlos'', Editori Riuniti, Roma, 1983
* [[Daniele Biacchessi]].''Orazione civile per la Resistenza'', Bologna, Promomusic, 2012.
* {{cita web|http://www.romacivica.net/anpiroma/bibliografia/bibliografiaspagna.htm|Una più ampia bibliografia}}
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== Voci correlate ==
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* [[Aerei militari della guerra civile spagnola]]
* [[Aviazione Legionaria]]
* [[A las barricadas]]
* [[Assedio dell'Alcázar di Toledo]]
* [[Battaglia di Guadalajara]]
* [[Blueshirts]]
* [[Battaglione Garibaldi]]
* [[Brigate Giustizia e Libertà]]
* [[Brigate internazionali]]
* [[Bombardamento di Guernica]]
* [[Battaglia di Madrid]]
* [[Battaglia di Guadalajara]]
* [[Battaglia di Teruel]]
* [[Cara al sol]]
* [[Carlismo]]
* [[Colonna Buenaventura Durruti]]
* [[Comunione Tradizionalista Carlista]]
* [[Confederación Nacional del Trabajo]]
* [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome]]
* [[Colonna Italiana]]
* [[Croce spagnola]]
* [[Corpo Truppe Volontarie]]
* [[Fuerzas Aéreas de la República Española]]
* [[Ejército Popular de la República]]
* [[Falange Española de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista]]
* [[Federazione Anarchica Iberica]]
* [[Franchismo]]
* [[Francisco Franco]]
* [[Fronte Popolare (Spagna)]]
* [[Giunta di difesa nazionale]]
* [[Giunta di Offensiva Nazional-Sindacalista]]
* [[Guardia di Ferro]]
* [[Guerriglia antifranchista]]
* [[Gibilterra nella seconda guerra mondiale]]
* [[Giornate di maggio]]
* [[Giustizia e Libertà]]
* [[La Retirada]]
* [[Legione Condor]]
* [[Luftwaffe (Wehrmacht)]]
* [[Martiri della guerra civile spagnola]]
* [[Marina Ginestà]]
* [[Partito Comunista di Spagna]]
* [[Partido Obrero de Unificación Marxista]]
* [[Personalità della guerra civile spagnola]]
* [[Rivoluzione anarchica spagnola]]
* [[Rivoluzione delle Asturie]]
* [[Seconda repubblica spagnola]]
* [[Valle de los Caídos]]
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Dmoz|}}
* {{cita web|http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/ramella297.html|La ''Retirada'' - L'odissea di cinquecentomila repubblicani spagnoli dopo la fine della guerra civile}}
* {{cita web|http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Dicembre-2000/0012lm22.01.html|Guerra civile spagnola e realizzazione di una società anarchica}}
* [http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/07/21/news/gli_eroi_dimenticati_i_parmigiani_alla_guerra_di_spagna-19405924/?ref=search Gli eroi dimenticati, i parmigiani alla guerra di Spagna da [[La Repubblica]]]
 
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