Winston Churchill e Alex Pérez: differenze tra le pagine

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{{S|cestisti messicani}}
{{nota disambigua|altri significati di Churchill|Churchill (disambigua)|Churchill}}
{{Sportivo
{{Carica pubblica
|Nome = Alex Pérez
| nome = Winston Churchill
|Sesso = M
| immagine = Churchill Admiralty 1911.jpg
|CodiceNazione = {{USA}}<br />{{MEX}}
| didascalia = Churchill alla scrivania dell'Ammiragliato nel [[1911]]
|Altezza = 193
| carica = [[Primi ministri del Regno Unito|Primo ministro del Regno Unito]]
|Peso = 82
| mandatoinizio = 10 maggio [[1940]]
|Disciplina = Pallacanestro
| mandatofine = 26 luglio [[1945]]
|Ruolo = [[Playmaker]]
| monarca = [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]]
|Squadra = {{Basket Zalgiris}}
| predecessore = [[Neville Chamberlain]]
|TermineCarriera =
| successore = [[Clement Attlee]]
|Squadre =
| mandatoinizio2 = 26 ottobre [[1951]]
{{Carriera sportivo
| mandatofine2 = 7 aprile [[1955]]
|2013-2015|{{Basket Soles de Mexicali|G}}|53 (496)
| monarca2 = [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]]<br /><small>(fino al 6 febbraio [[1952]])</small><br />[[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]]<br /><small>(dal 6 febbraio [[1952]])</small>
|2015|{{Basket Bucaneros de La Guaira|G}}|2 (22)
| predecessore2 = [[Clement Attlee]]
|2015-2016|{{Basket Soles de Mexicali|G}}|39 (383)
| successore2 = Sir [[Anthony Eden]]
|2016|{{Basket Maccabi Haifa|G}}|11 (118)
| carica3 = [[Cancelliere dello Scacchiere]]
|2017|{{Basket Soles de Mexicali|G}}|9 (144)
| mandatoinizio3 = 6 novembre [[1924]]
|2017|{{Basket San Lorenzo de Almagro|G}}|8 (50)
| mandatofine3 = 4 giugno [[1929]]
|2017-2018|{{Basket VEF Riga|G}}|19 (193)
| primoministro3 = [[Stanley Baldwin]]
|2018-2019|{{Basket Banvit|G}}|27 (403)
| predecessore3 = [[Philip Snowden, I Visconte Snowden|Philip Snowden]]
|2019-|{{Basket Zalgiris|G}}|
| successore3 = [[Philip Snowden, I Visconte Snowden|Philip Snowden]]
}}
| carica4 = [[Segretario di Stato per gli Affari Interni]]
|SquadreNazionali =
| mandatoinizio4 = 19 febbraio [[1910]]
{{Carriera sportivo
| mandatofine4 = 24 ottobre [[1911]]
|2017-|{{Naz|PC|MEX}}|
| primoministro4 = [[Herbert Henry Asquith]]
}}
| predecessore4 = [[Herbert John Gladstone|Herbert Gladstone]]
|Vittorie =
| successore4 = [[Reginald McKenna]]
{{MedaglieCompetizione|Campionati Americani}}
|carica5 = Leader del [[Partito Conservatore (Regno Unito)|Partito Conservatore]]
{{MedaglieBronzo|[[FIBA AmeriCup 2017|Argentina 2017]]}}
|mandatoinizio5 = 9 novembre [[1940]]
|Aggiornato = 9 luglio 2019
|mandatofine5 = 6 aprile [[1955]]
|predecessore5 = [[Neville Chamberlain]]
|successore5 = [[Anthony Eden]]
| suffisso onorifico = [[Ordine della Giarrettiera|KG]] [[Order of Merit|OM]] [[Order of the Companions of Honour|CH]] [[Territorial Decoration|TD]] [[Royal Society|FRS]] [[Consiglio privato della Regina per il Canada|PC (Can)]]
| partito = [[Partito Conservatore (Regno Unito)|Partito Conservatore]] (1900-04; 1924-64)<br />[[Partito Liberale (Regno Unito)|Partito Liberale]] (1904-24)
| alma_mater = [[Harrow School]], [[Royal Military Academy Sandhurst]]
| religione = [[Anglicanesimo|Anglicano]]
|firma = Winston Churchill Signature.svg
}}
{{Bio
|Nome = Alexander "Alex"
|Titolo = Sir
|Cognome = Pérez Kaufmann
|Nome = Winston Leonard Spencer
|ForzaOrdinamento = Perez ,Alex
|Cognome = Churchill
|Sesso = M
|LuogoNascita = WoodstockSan Diego
|GiornoMeseNascita = 1º gennaio
|LuogoNascitaLink = Woodstock (Oxfordshire)
|AnnoNascita = 1993
|GiornoMeseNascita = 30 novembre
|AnnoNascitaLuogoMorte = 1874
|GiornoMeseMorte =
|LuogoMorte = Londra
|AnnoMorte =
|GiornoMeseMorte = 24 gennaio
|Attività = cestista
|AnnoMorte = 1965
|Nazionalità = statunitense
|Epoca = 1800
|NazionalitàNaturalizzato = messicano
|Epoca2 = 1900
|Attività = politico
|Attività2 = storico
|Attività3 = giornalista
|AttivitàAltre = e [[militare]]
|Nazionalità = britannico
|Didascalia2 = {{Premio|Nobel|letteratura|1953|x}}
}}
È stato [[primo ministro del Regno Unito]] dal [[1940]] al [[1945]] e nuovamente dal [[1951]] al [[1955]]. È stato inoltre [[Parlamento del Regno Unito|membro del Parlamento]] dal [[1900]] al [[1922]] e dal [[1924]] al [[1964]], rappresentando nel corso della sua carriera cinque diversi collegi. Come primo ministro, è noto per aver guidato il [[Regno Unito]] alla vittoria nella [[seconda guerra mondiale]]; fu anche leader del [[Partito Conservatore (Regno Unito)|Partito conservatore]] per quindici anni, dal [[1940]] al [[1955]].
 
Churchill nacque in una [[Spencer|famiglia aristocratica]], figlio di [[Randolph Henry Churchill|Lord Randolph Churchill]], importante statista conservatore; arruolatosi nell'[[British Army|esercito britannico]], combatté in [[Impero anglo-indiano|India]], nella [[guerra mahdista]] in [[Sudan]] e nella [[seconda guerra boera]], ottenendo fama per le sue corrispondenze giornalistiche e per i libri di memorie sulle campagne a cui aveva preso parte. Entrato in politica agli inizi del [[XX secolo]], ricoprì incarichi ministeriali nel governo liberale presieduto da [[Herbert Henry Asquith]] e, insieme con il [[Cancelliere dello Scacchiere]] [[David Lloyd George]], svolse un'intensa attività riformatrice in campo sociale. Nominato [[Lord commissari dell'ammiragliato|Primo Lord dell'Ammiragliato]], dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] dovette abbandonare il governo in seguito all'esito disastroso della [[campagna di Gallipoli]], della quale era stato il principale promotore; nel [[1916]], caduto Asquith, Churchill tornò a importanti incarichi di governo nel nuovo gabinetto di [[David Lloyd George]]. Dopo la guerra ottenne la carica di [[Cancelliere dello Scacchiere]] del nuovo governo presieduto da [[Stanley Baldwin]] ([[1924]]-[[1929]]) e si fece promotore di una politica deflazionistica, restaurando la [[Sistema aureo|parità aurea]] della [[sterlina]] ai livelli pre-bellici.
 
Escluso da incarichi governativi durante gli [[anni 1930]], Churchill divenne una delle voci più critiche riguardo alla [[Germania nazista]], guidando la campagna per il riarmo. Allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] divenne nuovamente Primo Lord dell'Ammiragliato, ma in seguito alle dimissioni di [[Neville Chamberlain]] nel maggio [[1940]] venne nominato Primo ministro. I suoi discorsi e trasmissioni radiofoniche furono decisivi nel sostenere la resistenza britannica, specialmente nel difficile periodo [[1940]]-[[1941]] quando il [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth]] e l'[[Impero britannico]] si trovarono a fronteggiare da soli la minaccia nazista. Churchill guidò poi il Regno Unito durante l'intero conflitto e nei mesi successivi alla resa tedesca. In seguito alla sconfitta dei Conservatori nelle elezioni del [[1945]], Churchill divenne leader dell'opposizione mantenendo comunque un grande prestigio internazionale; nel [[1946]] pronunciò a [[Fulton (Missouri)|Fulton]] il famoso discorso sulla "[[Cortina di Ferro]]", che convenzionalmente segna l'avvio della [[Guerra fredda]]. Rieletto primo ministro nel [[1951]], il suo secondo mandato fu dominato da problemi di politica estera come l'[[Emergenza malese|insurrezione comunista]] in [[Malesia]], la [[Mau-Mau|Rivolta dei Mau-Mau]] in [[Kenya]], la [[guerra di Corea]] e il [[Operazione Ajax|colpo di stato iraniano del 1953]]. Churchill si dimise dalla carica nel [[1955]], rimanendo comunque parlamentare fino al [[1964]]. Alla sua morte la [[Elisabetta II del Regno Unito|Regina]] gli concesse gli onori del [[funerale di stato]], al quale parteciparono un gran numero di statisti.
 
Per l'attività di storico e scrittore portata avanti durante tutta la vita ricevette anche il [[Premio Nobel per la Letteratura]] nel [[1953]]. Protagonista di prima piano delle vicende politiche britanniche e internazionali per oltre cinquant'anni, Churchill è tra le figure più significative del [[XX secolo]]. La sua memoria rimane oggetto di elogi e critiche e il dibattito intorno alla sua complessa eredità resta acceso<ref name="Churchill_hero_villain">{{Cita news|url=http://www.theweek.co.uk/people/62209/winston-churchill-greatest-british-hero-or-a-warmongering-villain|titolo=Winston Churchill: greatest British hero or a warmongering villain?|editore=The Week|data=23 gennaio 2015}}</ref>.
 
== Biografia ==
=== Infanzia e istruzione (1874-1895) ===
[[File:Blenheim Palace from the Water Terraces October 2016.jpg|thumb|left|Blenheim Palace, dimora avita dei Marlborough e luogo di nascita di Churchill]]
[[File:Lord Randolph Churchill and Lady Jennie Jerome (1874) (A).jpg|upright=0.7|right|thumb|200px|Lord Randolph Churchill e Jennie Jerome fidanzati. [[Parigi]], [[1874]]]]
 
Churchill nacque nella dimora avita della famiglia paterna, [[Blenheim Palace]] nell’[[Oxfordshire]], il [[30 novembre]] [[1874]]<ref name="Cita| Martin Gilbert, 1991|p. 1">{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 1}}.</ref><ref name="Cita| Paul Johnson 2010|p. 4">{{Cita| Paul Johnson 2010| p. 4}}.</ref><ref name="Cita| Roy Jenkins, 2001|p. 5">{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 5}}.</ref>. Diretto discendente dei [[Duca di Marlborough|duchi di Marlborough]], il suo casato apparteneva ai massimi ranghi dell’aristocrazia britannica<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 5}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 3-5}}.</ref>. Discendendo dai Duchi di Marlborough, Winston Churchill è legato da una lontana parentela a [[Diana Spencer]], Principessa del Galles (1961-1997), consorte sino al 1996 di [[Carlo, principe di Galles]], figlio della Regina [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]]. Il nonno paterno, [[John Spencer-Churchill, VII duca di Marlborough]], era stato per dieci anni parlamentare per il [[Partito Conservatore (Regno Unito)|Partito conservatore]] e ministro nel governo di [[Benjamin Disraeli]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 4}}.</ref>. Suo padre [[Randolph Henry Churchill|Lord Randolph Churchill]], era stato eletto Membro del Parlamento per Woodstock nel [[1873]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 1}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 4}}.</ref>. Attraverso la nonna paterna, [[Frances Anne Vane|lady Frances Anne Vane-Tempest-Stewart]] Churchill era pronipote del celebre statista [[Irlanda|irlandese]] [[Robert Stewart, II marchese di Londonderry|lord Castlereagh]], l'artefice dell'Europa post-napoleonica al [[Congresso di Vienna]]<ref name="Cita| Ian Kershaw 2005| p. 28">{{Cita| Ian Kershaw| 2005 p. 28}}.</ref>. Dalla stessa linea Churchill poteva vantare anche avi italiani delle famiglie fiorentine dei [[Guicciardini]] e degli [[Strozzi]], in particolare dal fratello di [[Francesco Guicciardini]] Jacopo, che era stato ambasciatore di [[Firenze]] in Inghilterra nel [[XVI secolo]]<ref>D. Hales, ''Mona Lisa: A Life Discovered'', New York 2014, p. 9</ref>. La madre, [[Jennie Jerome]] era americana, figlia di Leonard Jerome, un facoltoso uomo d’affari di [[New York]] nonché proprietario del [[New York Times]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 1}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 5}}.</ref>; anche il nonno materno era stato attivo politicamente come acceso sostenitore di [[Abraham Lincoln]] attraverso i suoi giornali<ref>Anne Sebba, ''Jennie Churchill: Winston's American Mother'', Londra 2007</ref>. I genitori di Winston si incontrarono per la prima volta nell’agosto [[1873]] ad una regata sull’[[Isola di Wight]], quando furono presentati dal [[Edoardo VII del Regno Unito|Principe di Galles]], amico di entrambi<ref>http://www.loc.gov/exhibits/churchill/wc-youth.html</ref>. Jennie e Randolph si fidanzarono dopo appena tre giorni, ma il matrimonio fu ritardato a causa delle diatribe dei suoceri sull’ammontare della dote<ref name="Cita| William Manchester 1988| p. 8">{{Cita| William Manchester 1988| p. 8}}.</ref>. La coppia si sposò infine nell’aprile [[1874]] all’ambasciata britannica a [[Parigi]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins| 2001 pp. 5-7}}.</ref>. Il primogenito nacque meno di otto mesi dopo le nozze; il bambino venne battezzato “Winston Leonard”, in onore del capostipite della schiatta, padre del celebre condottiero [[John Churchill, I duca di Marlborough|John Churchill]], chiamato anch’egli Winston, e del nonno materno, Leonard Jerome<ref>{{Cita| William Manchester 1988| p. 8}}.</ref>. Secondo il biografo William Manchester egli era stato concepito prima del matrimonio<ref>{{Cita| William Manchester 1988| pp. 8-9}}.</ref>, ma altri autori hanno sostenuto che fosse nato prematuro a causa di una caduta da cavallo della madre<ref>{{Cita| Paul Johnson 2010| p. 4}}.</ref>. Quando gli fu chiesto delle circostanze della sua nascita, Churchill rispose: “''Sebbene fossi presente all’occasione, non ricordo bene gli eventi che mi ci portarono''”<ref>{{Cita| William Manchester 1988| p. 9}}.</ref>.
 
[[File:Churchill 1881 ZZZ 7555D.jpg|thumb|left|upright|Churchill all'età di sette anni, nel 1881]]
 
Nel [[1877]] il duca di Marlborough venne nominato [[Lord luogotenente d'Irlanda|Viceré d’Irlanda]] e Lord Randolph divenne il suo segretario privato; pertanto, l’intera famiglia Churchill si trasferì a [[Dublino]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 1}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 3-5}}.</ref>. Qui, nel [[1880]] nacque il secondo figlio della coppia, [[John Strange Spencer-Churchill]] detto “Jack”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 1}}.</ref>. Secondo le sorelle di Jennie il vero padre del bambino era [[Evelyn Boscawen, VII visconte Falmouth|Evelyn Boscawen]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 7}}.</ref> ma tale insinuazione, dettata forse dalla gelosia delle sorelle per Jennie, è stata confutata dagli storici<ref>http://www.telegraph.co.uk/news/features/3634515/Winston-Churchill-The-secret-brother.html</ref>. Durante gli anni ’80 comunque i genitori di Churchill si estraniarono sempre più e la madre cominciò a frequentare vari amanti<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 8}}.</ref>. Il piccolo Winston non ebbe in pratica alcuna relazione con il padre, mentre riguardo alla madre più tardi ricordò: “''La amavo, ma a distanza''”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 2}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001 p. 8}}.</ref>. Molti anni più tardi, mentre [[Londra]] veniva bombardata dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]], l’unico oggetto prezioso che Churchill portò nel bunker fu un ritratto di Jennie realizzato da [[John Singer Sargent]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 8}}.</ref>. Con il fratello, che visse sempre nella sua ombra, i rapporti rimasero invece molto stretti e affettuosi per tutta la vita, fino alla morte di Jack nel [[1947]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 2}}.</ref>. A [[Dublino]] Churchill ricevette i primi insegnamenti di lettura e aritmetica da una governante<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991 p. 2}}.</ref>, mentre lui e il fratello vennero accuditi dalla tata Elizabeth Everest, alla quale Winston rimase devotissimo per tutta la vita<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 2-3}}.</ref>. Nella sua autobiografia “''My Early Life''” (La mia giovinezza) scrisse a proposito della Everest: “''Per tutta la mia infanzia e adolescenza è stata la mia più cara amica e confidente''”<ref name="Cita| ''Winston Churchill's Poignant Description of the Death of his Nanny'' 1977| p. 5">{{Cita| ''Winston Churchill's Poignant Description of the Death of his Nanny'' 1977| p. 5}}.</ref>.
 
[[File:Jennie Churchill with her sons.jpg|thumb|upright=1.2|right|220px|Lady Randolph Churchill con i figli John (a sinistra) e Winston (a destra) nel 1889]]
 
All’età di sette anni, Churchill venne mandato alla St. George’s School di [[Ascot]], ma odiò la scuola, ebbe voti mediocri e fu indisciplinato<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 3-5}}.</ref>. I genitori si erano nel frattempo trasferiti a Connaught Place a [[Londra]], dove Churchill li visitava regolarmente, mentre nello stesso periodo fu portato nella sua prima vacanza all’estero, nella località termale di [[Bad Gastein]] in [[Austria-Ungheria]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 5}}.</ref>. A causa della salute precaria, nel settembre [[1884]] fu trasferito alla Brunswick School di [[Hove (East Sussex)|Hove]] nel [[Sussex]] dove i suoi risultati migliorarono, ma la condotta rimase indisciplinata<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 6-8}}.</ref>. A malapena passò gli esami di ammissione per la prestigiosa [[Harrow School]] dove si iscrisse nell’aprile [[1888]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 17-19}}.</ref>. Qui il rendimento rimase alto, eccelse soprattutto in storia, ma gli insegnanti lamentavano la sua mancanza di puntualità e precisione<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 20-21}}.</ref>. Scrisse anche poesie e lettere che furono pubblicate nel giornale della scuola, l’''Harrovian'', vincendo anche una competizione di scherma<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 25-29}}.</ref>. Il padre aveva deciso che il giovane Churchill dovesse intraprendere la carriera militare, quindi trascorse gli ultimi tre anni ad Harrow nei corsi preparatori per l’accademia; superò gli esami finali con voti bassi<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 21}}.</ref>. Nel gennaio [[1893]], durante una vacanza a [[Bournemouth]], cadde e rimase incosciente per tre giorni<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 35}}.</ref>. Nel marzo dello stesso anno lavorò brevemente in una scuola serale a [[South Kensington]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 35}}.</ref>, prima di trascorrere le vacanze in [[Svizzera]] e [[Italia]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 37-39}}.</ref>. Dopo due tentativi respinti, fu infine ammesso all’[[Royal Military Academy Sandhurst|Accademia militare di Sandhurst]], dove fu accettato come cadetto in cavalleria, cominciando i corsi nel settembre [[1893]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 32-33}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 20}}.</ref>. Nell’agosto [[1894]] Churchill e il fratello trascorsero le vacanze in [[Belgio]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 45}}.</ref> e durante il tempo libero a [[Londra]] si unì alle proteste per la chiusura dell’Empire Theatre, del quale era un assiduo frequentatore<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 46}}.</ref>. I corsi a Sandhurst terminarono dopo quindici mesi e Churchill si diplomò nel dicembre [[1894]], con ottimi risultati<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 21}}.</ref>, particolarmente nell’equitazione<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 46}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 21}}.</ref>. Poco dopo tuttavia il padre, Lord Randolph Churchill, morì per cause mai del tutto chiarite, probabilmente di [[sifilide]] o per un cancro al cervello<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 21}}.</ref>. Winston rimase molto scosso per la morte del genitore, ricavandone la convinzione che anche lui avrebbe avuto il destino di morire giovane<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 48-49}}.</ref>.
 
=== Cuba, India e Sudan (1895-1899) ===
 
[[File:Winston Churchill 1874 - 1965 ZZZ5426F.jpg|thumb|right|upright|Churchill in uniforme, 1895]]
 
Nel febbraio [[1895]] Churchill fu assegnato al IV reggimento Ussari dell’[[British Army|Esercito britannico]], di stanza ad [[Aldershot]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 51}}.</ref>. Lo stipendio ammontava a 150 sterline all’anno, ben al di sotto del suo tenore di vita<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 21}}.</ref>. Nel luglio dello stesso anno, Churchill fece ritorno a [[Londra]] per organizzare i funerali della sua vecchia tata Everest, che pagò personalmente<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 53}}.</ref>. Ansioso di partecipare ad azioni militari, sfruttò l’influenza della madre per farsi assegnare in zone di guerra<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 62}}.</ref>. Nell’autunno del [[1895]] partì per [[Cuba]] insieme a Reginald Barnes, per assistere alla [[Storia di Cuba|guerra d’indipendenza]] che l’isola stava combattendo contro la [[Spagna]]. Qui si unì alle truppe spagnole come corrispondente di guerra e fu testimone di vari scontri con i ribelli indipendentisti<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 28-29}}.</ref>. Da [[Cuba]] Churchill riportò anche una delle passioni che l’avrebbero distinto negli anni successivi, quella per il sigaro, che lo accompagnerà fino alla morte<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 29}}.</ref>. Terminata questa esperienza trascorse un periodo di soggiorno negli [[Stati Uniti d’America|Stati Uniti]], il paese di sua madre, dove fece la conoscenza di Bourke Cockran, famoso uomo politico e oratore del tempo, che ebbe notevole influenza sul giovane Winston<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 57-58}}.</ref>. Churchill ammirava gli Stati Uniti, e scrisse a suo fratello che erano “''davvero un grande paese''”, dicendo anche alla madre: “''che grande popolo sono gli americani!''”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 57}}.</ref>.
 
[[File:Battle of Omdurman.jpg|thumb|left|La battaglia di Omdurman a cui Churchill prese parte in una carica di cavalleria]]
 
Al seguito degli Ussari Churchill giunse a [[Bombay]] nell’India britannica, nell’ottobre [[1896]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 63}}.</ref>. Presto trasferito a [[Bangalore]], prese alloggio in un Bungalow con l’amico Barnes<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 63}}.</ref>. Descrisse l’[[Impero anglo-indiano|India]] come “Una terra di noiosi snob senza Dio”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 65}}.</ref>; Churchill rimase di stanza a Bangalore per diciannove mesi, facendo frequenti visite a [[Calcutta]], spedizioni nello [[Hyderabad]] e due visite in licenza in Gran Bretagna<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 23}}.</ref>. Ritenendo di aver ricevuto una scarsa educazione, Churchill cominciò in questo periodo a studiare da autodidatta, leggendo opere di [[Platone]], [[Adam Smith]], [[Charles Darwin]] ed [[Henry Hallam (storico)|Henry Hallam]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 25}}.</ref>. Ebbero particolare influenza su di lui il [[Declino e caduta dell'impero romano]] di [[Edward Gibbon]], il “''Martirio dell’uomo''” di William Winwood Reade, un’opera storica di impronta materialista e darwinista che influenzò l'[[agnosticismo]] di Churchill, oltre alle opere del famoso storico [[Whig (Regno Unito)|Whig]] [[Thomas Babington Macaulay]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 24-25}}.</ref>. Interessato sin d’allora di politica<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 26}}.</ref>, nelle lettere private si definiva “''un [[Liberalismo|liberale]] in tutto tranne che nel nome''”, aggiungendo però che non poteva sostenere il [[Partito Liberale (Regno Unito)|Partito liberale]] a causa del suo sostegno all’[[Home rule]] per l’[[Irlanda]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 27}}.</ref>. Piuttosto, si definiva un aderente dell’ideologia della c.d. [[Conservatorismo uninazionale|Tory democracy]], della quale già il padre era stato tra i principali esponenti<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 29}}.</ref>. In questa veste, durante una delle visite in patria, tenne il suo primo discorso pubblico a [[Bath]] ad un raduno della “''Primrose League''” (“Lega della Primula”), un’organizzazione militante fondata dal padre anni prima a sostegno dell’ala “uninazionale” dei Tories<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 29}}.</ref>. Churchill espresse in questo periodo una miscela di istanze conservatrici e riformiste allo stesso tempo: si dichiarò ad esempio in favore di un sistema di istruzione pubblico e laico, ma allo stesso tempo si oppose al suffragio femminile, definendo le [[Suffragette]] “''Un movimento ridicolo''”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 70}}.</ref>. Il biografo Keith Robbins ha sostenuto che fu in questo periodo che Churchill formò gran parte del proprio pensiero politico<ref>{{Cita|Robbins 1992| pp. 16–19}}.</ref>.
 
[[File:Cover_of_The_River_War_Vol_2,_1899.jpg|thumb|right|150px|La copertina di "''The River War''", 1899]]
 
In India, Churchill decise di unirsi al Corpo di Spedizione del Malakand, comandato da Bindon Blood nella campagna contro i ribelli [[Pashtun]] della tribù Mohmand nella [[Distretto di Swat|Valle di Swat]] in India nord-occidentale<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 72}}.</ref>. Per poter partecipare alla campagna dovette accreditarsi come corrispondente di guerra per il “''The Pioneer''” e per il “''[[Daily Telegraph]]''”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 75}}.</ref>. Nelle lettere ai familiari descrisse come fosse pratica di entrambi gli schieramenti massacrare i feriti dopo gli scontri, ma non ne fece cenno nelle sue corrispondenze giornalistiche<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 78-79}}.</ref>. Rimase al seguito dell’esercito per sei settimane prima di fare ritorno a [[Bangalore]] nell’ottobre [[1897]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 79}}.</ref>. Qui scrisse il suo primo libro, “''The story of the Malakand Field Force''”, relativo alla campagna appena trascorsa, che fu poi pubblicato da Longman e ricevette un’ottima accoglienza<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 81}}.</ref>. Nello stesso periodo scrisse anche un [[romanzo a chiave]] dal titolo “''Savrola''”, ambientato in un immaginario regno balcanico, che fu pubblicato a puntate sul Macmillan’s Magazine tra maggio e dicembre [[1899]], prima di apparire in forma di libro<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 81}}.</ref>.
 
Nel [[1898]], mentre soggiornava ancora a [[Bangalore]], Churchill esplorò la possibilità di unirsi alle forze di [[Horatio Herbert Kitchener, I conte Kitchener|Lord Kitchener]] che stavano per cominciare la campagna sudanese contro gli insorti del [[Mahdi]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 35}}.</ref>. Kitchener fu inizialmente reticente, sostenendo che Churchill fosse solo in cerca di fama e di medaglie<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 35}}.</ref>. Dopo aver passato del tempo a [[Calcutta]], [[Meerut]] e [[Peshawar]], nel giugno del [[1898]] Churchill fece ritorno in patria<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 35-36}}.</ref>. Qui fece uso dei suoi contatti, tra cui il primo ministro [[Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury|Lord Salisbury]], vecchio collega del padre, per farsi assegnare al corpo di spedizione sudanese<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 38-39}}.</ref>. In cambio accettò di scrivere degli articoli di corrispondenza per il ''[[Morning Post]]''<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 39}}.</ref>. Partì quindi per l’[[Egitto]], dove si unì al XXI Lanceri al [[Cairo]] prima di risalire il [[Nilo]] verso sud alla volta del [[Sudan]]. Qui prese parte alla famosa [[Battaglia di Omdurman]], nella quale le forze del [[Mahdi]] (messia islamico) [[Abd Allah al-Ta'aysh]] subirono una decisiva sconfitta<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 91-98}}.</ref><ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 39-40}}.</ref>. Nei suoi articoli, Churchill espresse giudizi molto critici sul comportamento di Kitchener verso i feriti, e soprattutto sulla profanazione della tomba del Mahdi da lui ordinata<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 98}}.</ref>. Per questo Kitchener odiò Churchill<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 81}}.</ref>, un'ostilità le cui conseguenze si sarebbero viste molti anni dopo. In seguito alla battaglia, Churchill donò una parte di pelle del suo petto perché fosse trapiantata a un commilitone ferito<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 100}}.</ref>. Tornato in [[Gran Bretagna]] in ottobre, pubblicò un’altra opera, intitolata “''The River War''” (“La guerra sul fiume”), dedicata alla campagna del [[Sudan]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 41}}.</ref>.
 
=== Prime esperienze politiche e Guerra Boera (1899-1900) ===
 
[[File:Churchill gallery2.jpg|thumb|right|250px|Churchill a cavallo durante la guerra boera, 1899]]
 
Avendo preso la decisione di intraprendere una carriera parlamentare, Churchill approfondì i suoi contatti politici e tenne comizi a tre riunioni del [[Partito Conservatore (Regno Unito)|Partito conservatore]]. In questo periodo conobbe anche il suo primo amore, Pamela Plowden; anche se la relazione non durò a lungo, i due rimasero amici per il resto della vita<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 42}}.</ref>. In dicembre fece ritorno in [[Impero anglo-indiano|India]] per tre mesi, dove coltivò assiduamente la sua passione per il [[Polo (sport)|polo]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 101}}.</ref>. Durante la permanenza a [[Calcutta]] fu ospite del Viceré [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|George Nathaniel Curzon]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 43}}.</ref>. Durante il viaggio di ritorno in Gran Bretagna soggiornò all’Hotel Savoy del [[Cairo]], dove fece la conoscenza del [[Chedivè|Khedivè]] [['Abbās Hilmī|Abbas II]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 44}}.</ref>, prima di tornare in patria in aprile. Qui si concentrò nuovamente sulla politica, partecipando ad incontri di partito e ad eventi mondani, come le cene a casa [[Rothschild]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 45}}.</ref>. Fu scelto come candidato per le elezioni suppletive del giugno [[1899]] ad [[Oldham]] nel [[Lancashire]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 45-46}}.</ref>. Sebbene il seggio fosse stato in precedenza tenuto dai Conservatori, i [[Partito Liberale (Regno Unito)|Liberali]] ottennero una vittoria di misura<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 103}}.</ref>. Churchill raccolse 11.477 voti contro i 12.770 del candidato liberale Walter Runciman<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 103}}.</ref>; questi, rivolgendosi al rivale commentò: “''Non si preoccupi, non credo che questa sia l’ultima volta che il Paese sentirà parlare di noi''”<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 103}}.</ref>.
 
[[File:Churchilldurban0001.jpg|thumb|left|200px|Churchill tiene un discorso a Durban dopo la fuga dalla prigionia, 1899]]
 
Avendo avuto presentimento dello scoppio della [[Seconda guerra boera]], Churchill salpò da [[Southampton]] per il [[Sudafrica]] come corrispondente per il ''[[Daily Mail]]'' e il ''[[Morning Post]]''<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 105-106}}.</ref>. Sbarcato a [[Cape Town]] raggiunse il fronte a [[Ladysmith]], allora assediata dalle truppe boere<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 107-110}}.</ref>. Tra i corrispondenti di guerra britannici era presente anche la zia di Churchill, lady Sarah Wilson, una delle prime donne della storia ad aver svolto questa professione<ref>S. J. Taylor (1996). The Great Outsiders: Northcliffe, Rothermere and the Daily Mail. Weidenfeld & Nicolson.</ref>. Durante un viaggio in treno verso Colenso, nella provincia del [[KwaZulu-Natal]], il convoglio venne attaccato dai boeri e Churchill fu catturato e internato in un campo di prigionia a [[Pretoria]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 107-110}}.</ref>. Tuttavia in dicembre, Churchill e altri due prigionieri riuscirono a evadere attraverso i bagni del campo. Si nascose dapprima in un treno abbandonato e poi in una miniera appartenente a un simpatizzante dei britannici. Ricercato dai boeri, Churchill riuscì infine a nascondersi su un convoglio che lo portò al sicuro nell’[[Africa Orientale Portoghese]] (odierno [[Mozambico]])<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 115-120}}.</ref>.
 
Da qui si imbarcò per [[Durban]], dove scoprì che la sua evasione lo aveva reso famoso<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 121}}.</ref>. Invece di tornare in patria, Churchill preferì essere assegnato come tenente nel reggimento dei South African Light Horse e in questa veste si unì alle truppe del generale [[Redvers Buller]] che sconfissero i boeri a [[Assedio di Ladysmith|Ladysmith]] e presero [[Pretoria]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 121-122}}.</ref>, segnando la vittoria britannica nel conflitto. Nei suoi scritti durante la campagna, Churchill criticò aspramente l’ostilità britannica verso i [[boeri]], invocando invece un trattamento generoso degli sconfitti e una pace rapida<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 125}}.</ref>. Churchill e suo cugino, il [[Charles Spencer-Churchill, IX duca di Marlborough|duca di Marlborough]], entrarono a [[Pretoria]] alla testa delle truppe britanniche e ottennero la resa di 52 guardie boere dei campi di prigionia<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 62-64}}.</ref>. Dopo la vittoria, Churchill tornò a [[Cape Town]] e da lì, in luglio, salpò per il Regno Unito<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 130-131}}.</ref>. Nel maggio, quando ancora era in [[Sudafrica]], i suoi dispacci al [[Morning Post]] furono pubblicati con il titolo “''London to Ladysmith via Pretoria''” (Da Londra a Ladysmith via Pretoria), che ottenne un buon successo di vendite<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 128-131}}.</ref>.
 
=== Primi anni di carriera politica (1900-1939) ===
{{Vedi anche|Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)}}
==== Ingresso in Parlamento e scalata ai vertici (1900-1911) ====
[[File:Winston Churchill 1899.jpg|thumb|left|200px|Churchill al momento del suo ingresso in Parlamento nel [[1900]]]]
 
Forte della popolarità conseguita nel conflitto sudafricano, Churchill venne eletto per il seggio di Oldham alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1900|Elezioni generali del 1900]], le ultime dell’[[età vittoriana]], nota anche come “''Khaki election''” ([[elezione khaki]]), per il decisivo vantaggio dato ai Tories dalla vittoria nella guerra boera<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 101}}.</ref>. Tuttavia, Churchill non prese parte alla cerimonia di apertura del Parlamento del dicembre [[1900]], ma si dedicò a un tour di conferenze in [[Gran Bretagna]] e negli [[Stati Uniti d’America|Stati Uniti]]. Grazie al successo del tour di conferenze negli Stati Uniti e alla prolifica attività di collaborazione con giornali e riviste Churchill riuscì a guadagnare la somma di 10.000 [[sterline]], equivalenti a circa 500.000 sterline nel [[2001]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 62-64}}.</ref>. All’epoca i parlamentari non percepivano alcun compenso e Churchill non aveva ereditato quasi nulla alla morte del padre, poiché questi aveva perso gran parte del suo patrimonio<ref>{{Cita| Cannadine 2006| p. 43}}.</ref>. Churchill prese infine possesso del suo seggio nel [[febbraio]] [[1901]].
 
[[File:Churchill und Wilhelm II. (1906).jpg|thumb|right|150px|Churchill con il Kaiser Guglielmo II nel 1906]]
 
In Parlamento, Churchill si unì a un gruppo di giovani deputati conservatori il cui leader era [[Hugh Cecil, I barone Quickswood|Lord Hugh Cecil]], figlio del primo ministro [[Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury|Lord Salisbury]]. Da lui il gruppo prese il nome di “Hughligans”. Il primo intervento parlamentare di Churchill fu un duro attacco al [[Segretario di Stato per la Guerra]] [[St. John Brodrick]], che aveva proposto di aumentare gli effettivi dell’esercito a sei corpi d’armata, tre dei quali da stanziare all’estero. Churchill aveva preparato con cura il suo intervento per sei settimane e parlò per un’ora senza appunti. L’intervento mostrò abilità retoriche notevoli e fu subito paragonato alle famose allocuzioni del padre<ref name=Cita| Rhodes James 1970| pp. 33-34">{{Cita| Rhodes James 1970| pp. 33-34}}.</ref>.
 
[[File:ChurchillGeorge0001.jpg|right|thumb|150px|I "Gemelli terribili" (''Terrible Twins'') Lloyd George e Churchill nel 1907]]
 
A partire dal [[1903]] Churchill cominciò ad allontanarsi dai conservatori. In particolare, si oppose al leader dei [[Partito Liberale Unionista|Liberali Unionisti]] [[Joseph Chamberlain]], vecchio amico e alleato politico del padre, il cui partito era in coalizione con i Tories. Chamberlain propose un vasto piano di tariffe protezioniste per preservare il primato dell’industria britannica davanti all’emergente concorrenza tedesca e americana<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 125}}.</ref>. Churchill allora e in seguito fu invece un sostenitore del libero commercio<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 125}}.</ref>. In un famoso intervento parlamentare disse: "''Pensare di rendere un uomo più ricco con una tassa è come pensare che, trovandosi dentro un secchio, possa sollevarlo tirando il manico''".<ref>Winston Churchill, ''Speech to the Free Trade League'', 19 February 1904</ref> Quando gli attacchi alle politiche protezioniste dei conservatori e di Chamberlain si moltiplicarono, fu sfiduciato dal suo stesso collegio. Oldham era infatti un importante centro dell’industria tessile e gli elettori locali erano favorevoli alle politiche protezioniste sostenute da Chamberlain e dagli Unionisti, che prevedevano dazi sui prodotti tessili stranieri. Churchill continuò comunque a sedere in Parlamento per Oldham fino alle successive elezioni<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 126}}.</ref>.
 
Passato ufficialmente ai liberali dopo la [[Pasqua]] del [[1904]], quando il partito giunse al governo nel dicembre [[1905]], con il primo ministro [[Henry Campbell-Bannerman]] Churchill ottenne il suo primo incarico ministeriale come Sottosegretario alle Colonie<ref name="Cita| Hyam 1968| pp.39-40">{{Cita| Hyam 1968| pp. 39-40}}.</ref>. In questa veste, Churchill si occupò da subito di questioni di grande rilievo, come l’adozione di una nuova costituzione per le repubbliche boere del [[Repubblica del Transvaal|Transvaal]] e dell’[[Colonia del Fiume Orange|Orange]] e con lo scandalo del lavoro forzato degli immigrati cinesi nelle miniere sudafricane<ref>{{Cita| Hyam 1968| pp. 39-40}}.</ref>.
 
Nella veste di sottosegretario partecipò nel [[1906]] alle manovre militari dell'[[Deutsches Heer (1871-1919)|Esercito imperiale tedesco]] a [[Würzburg]], incontrando personalmente il Kaiser [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]] con il quale conversò per circa venti minuti<ref>{{Cita| Martin Gilbert| p. 97}}.</ref>.
 
[[File:British-Prime-Minister-Arthur-Balfour-with-Winston-Churchill.jpg|thumb|left|200px|Churchill con [[Arthur Balfour]] nel [[1911]]]]
 
Dopo le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1906|elezioni generali del 1906]], vinte a schiacciante maggioranza dai liberali, Churchill venne nominato [[Ministri del Commercio e dell'Industria del Regno Unito|Ministro del Commercio]] (''President of the Board of Trade''). Come ministro del commercio Churchill si schierò da subito a fianco del nuovo [[Cancelliere dello Scacchiere]] [[David Lloyd George]] nell’opposizione all’aumento delle spese per la flotta<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| p. 41}}.</ref>. Il Primo Lord dell’Ammiragliato [[Reginald McKenna]] aveva proposto l’acquisto di sei nuove navi da battaglia [[Dreadnought]], ma Churchill e Lloyd George proposero di limitare il numero a quattro<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| p. 41}}.</ref>.
 
Presentato al teorico riformista [[William Beveridge]] da [[Beatrice Webb]], Churchill chiamò Beveridge a collaborare con lui nel ''Board of Trade''<ref name="Cita| Holmes 2005| p. 176">{{Cita| Holmes 2005|p. 176}}.</ref>. Ispirato da quest'ultimo, Churchill promosse molte riforme sociali, come l'istituzione del salario minimo (tramite il '' Trade Boards Act'' del [[1909]]) e il limite della giornata lavorativa a otto ore per i minatori (''Mines Act'' del [[1908]]). Con il ''Labour Exchanges Act'' ([[1909]]) istituì uffici di collocamento per la ricerca di impiego<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| pp. 107-108}}.</ref>.
 
Churchill svolse anche un ruolo chiave nel sostenere [[David Lloyd George|Lloyd George]] e le due grandi riforme del governo Asquith, il c.d. ''People’s Budget'' e il ''Parliament Act'' del [[1911]]. Il Budget proposto da Lloyd George consisteva in una grande riforma fiscale volta a tassare la rendita fondiaria per finanziare un vasto programma assistenziale per i ceti più disagiati e le spese militari rese necessarie dal rafforzamento della [[Impero tedesco|Germania]]<ref>{{Cita| William Manchester 1988| p. 111}}.</ref>. Il Budget era ispirato alle teorie dell’economista [[Henry George]]<ref>Lee, Geoffrey. The People's Budget, An Edwardian Tragedy (2008)</ref> e mirava a colpire soprattutto la rendita fondiaria. Churchill si impegnò attivamente nella campagna presiedendo la “Budget League”<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 109}}.</ref> e nelle due elezioni generali che si susseguirono nel gennaio e nel dicembre [[1910]] vinte dai liberali. I discorsi di Churchill fecero uso di una forte retorica [[georgismo|georgista]]<ref name=liberalism>W. Churchill, ''Liberalism and the Social Problem'', 1909</ref>; la proprietà della terra era la fonte di tutti i monopoli<ref group="Nota">Camera dei Comuni, 4 maggio [[1911]]: “''È senz’altro vero che il monopolio della terra non è l’unico esistente, ma è certamente il più grande dei monopoli: è un monopolio perpetuo, è la madre di tutte le forme di monopolio''” cit. in {{Cita|W. Churchill|''Liberalism and the social problem'' 1909}}</ref> e la speculazione fondiaria portava a un reddito parassitario e dannoso per la società, a differenza degli investimenti produttivi nei capitali industriali<ref group="Nota">King’s Theatre, [[Edimburgo]], 17 luglio [[1915]]: “''L’immeritato incremento della terra è fatto proprio dal monopolista in esatta proporzione, non del servizio, ma del disservizio reso. È il monopolio la chiave; e dove il monopolio prevale, maggiore è il danno alla società, maggiore è il profitto del monopolista. Vedete come questo male colpisce ogni forma di attività industriale.''”cit. in {{Cita|W. Churchill|''Liberalism and the social problem'' 1909}}</ref>. Il Budget, approvato dai Comuni già nel [[1909]], incontrò dapprima il veto della [[Camera dei lord]], il che portò a una grave crisi costituzionale che fu risolta con il Parliament Act del [[1911]], il quale abolì il diritto di veto dei Lords in materia fiscale.
 
[[File:Sidney street churchill.jpg|thumb|right|200px|Churchill (in evidenza al centro) all'Assedio di Sidney Street, 1911.]]
 
Astro in ascesa della politica britannica, Churchill divenne nel [[1910]] Ministro dell'Interno. Quando, nello stesso anno, ebbero luogo gli scioperi di minatori nel [[Galles]], Churchill, nonostante la persistente leggenda, impedì all'esercito di intervenire, venendo per questo criticato dai giornali conservatori come il ''[[The Times|Times]]''<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| p. 52}}.</ref>. Nel [[1911]], prese l'inusuale decisione di presenziare personalmente all'Assedio di Sidney Street, un'operazione di polizia contro una banda di rapinatori. Anche in quest'occasione la sua decisione sollevò numerose critiche<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 120}}.</ref>. Sebbene non assumesse il diretto comando delle operazioni, il biografo [[Roy Jenkins]] ha affermato che Churchill si recò sul luogo perché “''non poteva resistere alla tentazione di trovarsi al centro della mischia''”<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 119}}.</ref>. La sua presenza tuttavia attirò molte critiche. A un certo punto l’edificio assediato prese fuoco e Churchill supportò la decisione di negare ai pompieri l'accesso, per costringere la banda ad arrendersi o a morire<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 120}}.</ref>. Dopo un'inchiesta, il leader dell'opposizione [[Arthur James Balfour]] affermò: “''Lui'' (Churchill) ''e il fotografo stavano entrambi rischiando vite preziose. Capisco il fotografo, ma cosa ci faceva lì l’Onorevole ministro?''”<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 120}}.</ref>. Come Ministro dell'Interno, Churchill si dedicò anche ad un'ampia riforma del sistema penale che aveva come obiettivo la riduzione del numero dei detenuti<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 112-114}}.</ref>.
 
Favorevole all'[[eugenetica]], Churchill partecipò anche alla stesura del ''Mental Deficiency Act'' del [[1913]]. Tuttavia, la legge approvata dispose l'internamento coatto di handicappati e malati mentali invece della loro sterilizzazione, come aveva proposto Churchill<ref>https://web.archive.org/web/20131215071541/http://www.winstonchurchill.org/support/the-churchill-centre/publications/finest-hour-online/594-churchill-and-eugenics</ref>. A questo proposito aveva scritto a [[H.G. Wells]], anche lui convinto eugenista "''Ammiro l'abilità e il coraggio con cui avete discusso le questioni del matrimonio e della popolazione''"<ref>http://www.cam.ac.uk/research/news/churchill-borrowed-some-of-his-biggest-ideas-from-hg-wells</ref>.
 
Quando era ancora Ministro del Commercio Churchill subì un’aggressione dalla suffragetta Theresa Garnett alla [[Stazione di Bristol Temple Meads]]<ref>{{Cita| Roy Jenkins 2001| p. 104}}.</ref>. La sua proposta per risolvere la questione fu quella di indire un [[referendum]], ma l’idea non incontrò il favore di Asquith e del governo e la soluzione fu rimandata fino a dopo la [[Prima guerra mondiale]]<ref>Elizabeth, Crawford (2001). The Women's Suffrage Movement: A Reference Guide, 1866–1928. London: Routledge</ref>.
 
==== Servizio nell'esercito territoriale ====
[[File:Fisher&Churchill.jpg|thumb|right|170px|Churchill e l'ammiraglio John Fisher, 1913]]
 
Nel [[1900]] Churchill prese congedo dall'esercito regolare e nel [[1902]] si arruolò nell'[[Imperial Yeomanry]] dove ottenne il grado di capitano del ''[[Queen's Own Oxfordshire Hussars]]'' il [[4 gennaio]] [[1902]]<ref>"Churchill's Commissions and Military Attachments, The Churchill Centre". Winstonchurchill.org. Archived from the original on 3 June 2010</ref>. Nell'aprile [[1905]] fu promosso Maggiore e comandante dell'Henley Squadron dei ''Queen's Own Oxfordshire Hussars''<ref name="UCam">"Sir Winston Churchill: Biography: Chronological Summary, Churchill College". University of Cambridge. 6 March 2009.</ref>. Nel settembre [[1916]] fu trasferito alla [[Territorial Army]] come ufficiale, incarico che mantenne fino al suo ritiro definitivo dall'esercito nel [[1924]], con il grado di Maggiore<ref name="UCam"/>.
 
==== Primo Lord dell'Ammiragliato (1911-1915) ====
 
Passato all'Ammiragliato nel [[1911]], l'anno della [[Crisi di Agadir]], Churchill si dedicò da subito ad un ampio programma di ammodernamento della [[Royal Navy]], per mantenere la superiorità rispetto alla [[Impero tedesco|Germania]]. Fu un pioniere nello sviluppo dell'[[aviazione di marina]] (prese lui stesso lezioni di volo)<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 123}}.</ref>, ordinò la sostituzione delle bocche da fuoco navali con delle nuove da 381&nbsp;mm. Predispose il varo di nuove classi di navi, come la ''[[Classe Queen Elizabeth (nave da battaglia)|Queen Elizabeth]]'' e la ''[[Classe Arethusa (incrociatore 1913)|Arethusa]]''. In queste riforme Churchill fu ispirato dall’ammiraglio [[John Fisher, I barone Fisher|John Fisher]], che per molti anni era stato il motore dell’innovazione della [[Royal Navy]]. Sempre incoraggiato da Fisher, promosse anche la modifica dei motori delle navi militari da combustibile a carbone in quelli a [[petrolio]], il che rese necessario garantire un rifornimento continuo di questa materia prima<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 129}}.</ref>. A questo scopo, Churchill negoziò e fece approvare alla Camera dei Comuni un contratto di acquisto da parte dello Stato della quota del 51 per cento della [[Anglo-Persian Oil Company]], con diritto di utilizzazione di tutto il petrolio estratto dalla compagnia<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 132}}.</ref>.
 
==== Prima guerra mondiale ====
[[File:WinstonChurchill1916Army.gif|thumb|left|200px|Churchill (al centro) al comando del VI battaglione dei Royal Scots Fusiliers, 1916]]
 
Con lo scoppio della [[Prima guerra mondiale]], Churchill rimase a capo della [[Royal Navy|Marina britannica]]. L'eventi più noto e controverso di questo periodo fu la fallita [[Campagna di Gallipoli]], della quale Churchill fu promotore insieme all'ammiraglio [[John Fisher, I barone Fisher|John Fisher]] e al generale [[Horatio Herbert Kitchener, I conte Kitchener|Kitchener]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 149}}.</ref>. L'operazione aveva l'obiettivo di eliminare le difese turche nello [[Stretto dei Dardanelli]] per consentire alle truppe da sbarco britanniche, [[ANZAC|australiane]] e francesi di raggiungere [[Istanbul|Costantinopoli]] e unirsi così all'esercito [[Impero russo|russo]]. La flotta predisposta per l'azione non riuscì tuttavia ad annientare le difese dei turchi e Churchill, essendo il ministro responsabile, venne considerato il colpevole dell'insuccesso<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 163}}.</ref>. Per questo, nel [[1915]], anche su forte pressione dei conservatori, dovette dare le dimissioni<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 170}}.</ref>.
 
[[File:Haig and Churchill, possibly France, during or just after World War I (4687880663).jpg|thumb|right|200px|Churchill (primo da destra), Ministro degli Approvvigionamenti, con il maresciallo [[Douglas Haig]] e il Capo di Stato maggiore italiano [[Armando Diaz]] nel 1918]]
 
Churchill a questo punto riprese servizio nell'esercito, pur rimanendo parlamentare, come tenente colonnello del VI battaglione dei ''[[Royal Scots Fusiliers]]''. Durante il suo periodo al comando Churchill e il suo battaglione furono di stanza a [[Ploegsteert]], ma non presero parte ad azioni sul campo<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 173}}.</ref>. Churchill mostrò interesse per le condizioni dei suoi uomini, emanando severe disposizioni igieniche e deplorando gli assalti frontali che portavano a carneficine inutili<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 173}}</ref>. Schieratosi all'opposizione del nuovo governo, il [[7 marzo]] [[1916]] tenne un discorso in cui attaccava il nuovo Primo Lord dell'Ammiragliato [[Arthur Balfour]] e chiedeva il ritorno di Fisher<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 179}}</ref>. Il [[3 maggio]] il suo battaglione venne accorpato alla XV divisione e Churchill, deciso a rientrare in politica a tempo pieno, chiese di essere congedato.
 
===== Ministro degli Approvvigionamenti (1917-1919) =====
 
Churchill divenne Ministro degli Approvvigionamenti nel nuovo governo di [[David Lloyd George|Lloyd George]]. Da poco entrato in carica, presentò alla Camera un disegno di legge che tutelava particolarmente le libertà sindacali dei lavoratori dell'industria bellica, dichiarando che senza il loro appoggio la guerra non poteva essere vinta<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 194}}</ref>. Churchill fu un abile organizzatore, e riuscì ad aumentare notevolmente la produzione di armamenti nella fase finale del conflitto, dando un grande vantaggio materiale agli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] di fronte ad un'esausta [[Impero tedesco|Germania]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 200}}</ref>. Quando nel marzo del [[1917]] cominciò l'ultima disperata offensiva tedesca Churchill rappresentò il coordinamento tra il Governo britannico e i comandi francesi<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 198}}</ref>. Dopo la vittoria alleata, Churchill consigliò di essere moderati nella pace con la Germania sconfitta, soprattutto per evitare lo scoppio di una rivoluzione comunista nel Paese<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 204}}</ref>.
 
==== Nel dopoguerra (1919-1922) ====
[[File:Churchill and Pershing in London for Victory Parade July 1919 IWM Q 67721.jpg|thumb|right|200px|Churchill con il generale [[John Pershing]] a Londra durante la Parata della Vittoria ([[1919]])]]
 
Nel [[1919]] dopo le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1918|elezioni generali del 1918]] che assegnarono una vittoria schiacciante alla coalizione di Lloyd George, Churchill divenne [[Segretario di Stato per la Guerra|Ministro della Guerra]] e [[Segretario di Stato per l'Aviazione|dell'Aviazione]], unendo i due dipartimenti in precedenza autonomi. Il suo primo incarico fu quello di organizzare la smobilitazione dei combattenti. Churchill dispose che la priorità venisse data ai veterani che avevano servito più a lungo<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| pp. 130-132}}.</ref>. Fu anche il principale artefice della c.d. "''Regola dei dieci anni''" (''Ten Years Rule''), la quale prevedeva che il Tesoro avrebbe assunto il controllo delle spese della Difesa per i successivi dieci anni, sulla base del fatto che in tale periodo non ci sarebbero stati nuovi conflitti europei su larga scala<ref>Ferris, John. "Treasury Control, the Ten Year Rule, and British Service Policies, 1919–1924". The Historical Journal, Vol. 30, No. 4. (December 1987), pp. 859–883.</ref>.
 
[[File:Sir Winston Churchill (statesman).jpg|thumb|left|150px|Churchill ritratto da James Guthrie nel [[1919]]]]
 
Uno degli episodi che maggiormente segnarono il suo mandato al ''War Office'' fu l'[[Intervento alleato nella rivoluzione russa]]. Churchill era un accanito sostenitore dell'intervento, avendo dichiarato che il [[Bolscevismo]] andava "''strangolato nella culla''"<ref>Jeffrey Wallin with Juan Williams (4 September 2001). "Cover Story: Churchill's Greatness". Churchill Centre. Retrieved 26 February 2007</ref>. Si assicurò, contro un Gabinetto diviso e incerto la prosecuzione e l'intensificazione dell'intervento britannico, contro il parere della maggioranza dei gruppi parlamentari e l'ostilità aperta del [[Partito Laburista (Regno Unito)|Partito laburista]]<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| pp. 143-150}}.</ref><ref>{{Cita| Rowland| pp. 495-519}}.</ref>. Anche dopo che [[David Lloyd George|Lloyd George]] impose il ritiro britannico dall'Europa orientale, Churchill fece inviare armi e munizioni ai [[Seconda Repubblica di Polonia|polacchi]] impegnati in guerra contro i bolscevichi (guerra conclusasi vittoriosamente con la [[Battaglia di Varsavia (1920)|Battaglia di Varsavia]])<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| p. 152}}.</ref>. La sua decisa attività anticomunista portò ad una rottura con Lloyd George che non si sarebbe mai rimarginata, a critiche dalla stampa e a ulteriore ostilità dei laburisti<ref>{{Cita| Rhodes James 1970| pp. 158-159}}.</ref>. Quando nel [[1920]] scoppiò un'insurrezione dei curdi in [[Iraq]], Churchill autorizzò espressamente l'uso di [[gas]] non letali<ref>{{Cita| Lawrence James| Churchill and Empire p. 398}}.</ref> per disperdere gli insorti. In ogni caso, sebbene rifornimenti di [[Guerra chimica|armi chimiche]] fossero giunti in Mesopotamia, difficoltà pratiche impedirono di usarli<ref>{{Cita| G. Simons| Iraq: From Sumer to post-Saddam p. 213}}.</ref>.
 
Nel [[1919]], la [[Gran Bretagna]] e gli [[Stati Uniti]] firmarono un trattato di alleanza con la [[Francia]] che però il [[Senato degli Stati Uniti]] rifiutò di ratificare, affossando così sul nascere la proposta alleanza anglo-franco-americana<ref name="Kersaudy">Kersaudy, François ''Churchill and de Gaulle'', Saddle Brook: Stratford Press, 1981 page 27.</ref>. Nel luglio [[1921]], Churchill sostenne alla Conferenza imperiale dei [[Dominion|Dominions]] che nonostante il disimpegno americano la Gran Bretagna avrebbe dovuto stipulare un'alleanza militare difensiva con la Francia per garantire la sicurezza post-bellica<ref name="Kersaudy"/>. Churchill sostenne inoltre che alla [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|Conferenza di pace di Parigi]] americani e britannici erano riusciti con successo a impedire che la [[Francia]] si annettesse la [[Renania]], creando così un dovere morale di un impegno anglo-americano in Europa, dato che i francesi avevano rinunciato alla Renania in cambio di una garanzia della [[Gran Bretagna]] e degli [[Stati Uniti]] per la propria sicurezza che però non avevano ottenuto<ref name="Kersaudy"/>. Tuttavia l'idea di Churchill di un'alleanza anglo-francese fu rigettata dai Dominions, poiché le opinioni pubbliche erano contrarie a impegni in Europa<ref name="Kersaudy"/>.
 
In questo periodo scoppiò anche la [[Guerra d'indipendenza irlandese]] e Churchill organizzò le forze contro-insurrezionali dei [[Black and Tans]], composte da ex veterani dell'esercito e particolarmente dure nella repressione delle attività dell'[[Irish Republican Army|IRA]]. La tattica era quella di costringere l'avversario a trattare da una posizione di superiorità: "''Desidero unire un furioso assalto con l'offerta più generosa''"<ref>Churchill, ''The Aftermath'' p 291</ref>.
 
Nel [[1920]] Churchill fu critico nei confronti della decisione di [[David Lloyd George|Lloyd George]] e degli altri capi alleati di smantellare l'[[Impero ottomano]], decisione formalizzata con le risoluzioni della [[Conferenza di Sanremo]] di quell'anno<ref>C. Catherwood ''Winston's Folly'' 2004 p. 74</ref>. In particolare, ritenne che il sistema dei mandati mediorientali avrebbe impantanato la [[Gran Bretagna]] distogliendo risorse militari da destinare invece ai territori storici dell'[[Impero britannico]] come l'India<ref name="Cath75">C. Catherwood ''Winston's Folly'' 2004 p. 75</ref>.
 
[[File:Winston Churchill and Abdullah I of Jordan 1921 (restored).jpg|thumb|left|260px|Churchill a [[Gerusalemme]] con [[Abd Allah I di Giordania]] nel [[1921]]]]
 
===== Geopolitica mediorientale =====
{{Vedi anche|Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)#Ministro delle Colonie (1921-1922)}}
Nel [[1921]] Churchill divenne [[Segreteria di Stato per le Colonie|Segretario di Stato per le Colonie]]. I due principali eventi che caratterizzarono il suo mandato furono la firma del [[Trattato anglo-irlandese]] del [[1921]] e la definizione del nuovo assetto del [[Medio Oriente]] alla [[Conferenza del Cairo (1921)| Conferenza del Cairo]] dello stesso anno. Alla conferenza parteciparono il colonnello [[Thomas Edward Lawrence|Lawrence]] (Lawrence d'Arabia), [[Gertrude Bell]], [[Hugh Trenchard, I visconte Trenchard|Hugh Trenchard]], sir [[John Salmond]] e sir [[Percy Cox]]<ref name="Report">Report on Middle East Conference held in Cairo and Jerusalem, March 12th to 30th, 1921, Appendix 23, pp. 142-153. British Colonial Office, June 1921</ref>. Nei preliminari dell'incontro, Churchill aveva incontrato delegati sia degli arabi che del [[Jewish National Council]].
 
La conferenza presieduta da Churchill fu alla base dell'assetto politico del [[Medio Oriente]] ancora esistente ad un secolo di distanza. Il [[Libano]] e la [[Siria]], definiti nei loro confini attuali, rimasero sotto mandato [[Francia|francese]]. Vennero anche tracciati i confini dell'[[Regno dell'Iraq|Iraq]], unendo i precedenti ''[[Vilayet]]'' ottomani di [[Bassora]], [[Baghdad]] e [[Mosul]]<ref name="Catherwood">{{Cita|C. Catherwood|''Churchill's Folly: how Winston Churchill created Iraq'' 2004}}</ref>, e della [[Giordania]], affidati rispettivamente ai fratelli [[Faysal I re d'Iraq|Faysal]] e [[Abd Allah I di Giordania|Abdullah]] della [[Hashemiti|Dinastia hashemita]], imparentata con [[Maometto]]. In particolare, Churchill fu il principale artefice della [[Giordania]] attuale e tracciò personalmente a penna il confine tra [[Giordania]] e [[Arabia Saudita]], detto per questo "''Winston's Hiccup''" (Il singhiozzo di Winston)<ref name="Jacobs">{{Cita| Frank Jacobs| ''Winston's Hiccup'' New York Times 6 marzo 2012}}</ref>. Il padre dei due nuovi sovrani, lo sceriffo [[al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|Husayn]] di [[La Mecca]] divenne Re dello [[Hegiaz|Hejaz]] e [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita|Abdul Aziz ibn Saud]], fondatore della [[Dinastia Saudita]], vide riconosciuto il suo controllo sulla regione del [[Najd]], strappata agli ottomani<ref name="Catherwood"/>, nucleo dell'attuale [[Arabia Saudita]].
 
[[Image:Jo-map.png|thumb|right|200px|Il "singhiozzo di Winston", la linea di confine tra [[Giordania]] e [[Arabia Saudita]]]]
 
Sulla base delle decisioni prese alla [[Conferenza di Sanremo]] del [[1920]], l'obiettivo che Churchill si prefiggeva di raggiungere al Cairo era quello di conciliare le promesse fatte dalla [[Gran Bretagna]] durante la guerra agli arabi e agli ebrei, oltre al fatto di stabilire un assetto del [[Medio Oriente]] che garantisse la sicurezza del collegamento tra il [[Mar Mediterraneo]] e l'[[Impero anglo-indiano|India britannica]]<ref name="dockter">W. Dockter ''Churchill and the Islamic world'' p. 54</ref>. In particolare, la [[Giordania]] fu una creatura puramente churchilliana, scorporata da Churchill dal territorio originariamente destinato al protettorato palestinese allo scopo di mantenere le promesse fatte allo sceriffo [[al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|Husayn]] di affidare agli [[Hashemiti]] un ruolo guida degli arabi liberati dal giogo ottomano<ref name="dockter"/>. All'interno del territorio giordano Churchill pose anche il porto [[Aqaba]], di fondamentale importanza strategica per il controllo del [[Mar Rosso]] e del [[Canale di Suez]].
 
[[File:Churchill and King Abd al-Aziz of Saudi Arabia.jpg|thumb|left|150px|Churchill con [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita]] nel [[1945]]]]
 
Nel [[1922]] [[Herbert Samuel]] e altri funzionari del ''Colonial Office'', su incarico di Churchill, redassero il documento noto come ''[[Libro bianco (Palestina)|Churchill White Paper]]'' (''Libro Bianco di Churchill''). In esso si stabilivano i principi operativi che avrebbero dovuto guidare lo stabilimento del "focolare" nazionale ebraico in [[Palestina]], in un senso che, sebbene ribadisse il contenuto della [[Dichiarazione Balfour (1917)|dichiarazione Balfour]], ne limitava allo stesso tempo la portata pratica<ref name="Grief">H. Grief, ''The Legal Foundation and Borders of Israel Under International Law'', 2008 p. 436</ref>. La "''Jewish National Home''" non veniva intesa come uno Stato ebraico indipendente, ma semplicemente come un "''centro culturale e spirituale per il popolo ebraico''"<ref name="Grief"/>. Inoltre, vi si dichiarava che l'immigrazione ebraica avrebbe dovuto essere compatibile con "''la capacità economica del Paese''" di assorbirla<ref name="Blake"> R. Blake (a cura di), ''Churchill'' 2002 p. 157</ref>. Nonostante questa formulazione di compromesso con le istanze arabe, essa venne rigettata dai rappresentanti arabi, mentre le organizzazioni sioniste vi avevano aderito<ref name="Blake"/>.
 
Nonostante la sua personale simpatia andasse al sionismo, movimento laico e "occidentale", piuttosto che ai musulmani (da lui ritenuti fanatici integralisti<ref name="dockter"/>), Churchill tentò sempre di mantenere una politica di equidistanza rispetto alle parti, cercando di venire incontro, per quanto possibile, alle preoccupazioni arabe<ref name="Blake"/>. Churchill fu anche critico verso la natura punitiva del [[Trattato di Sèvres]] stipulato con l'[[Impero ottomano]], facendosi invece assertore di una politica conciliante verso la Turchia [[Kemalismo|kemalista]]<ref name="Cath75"/>. Secondo [[Michael Makovsky]] "''Churchill riteneva che una politica di distensione verso il sultano ottomano, che era anche il califfo dell'[[Islam]], fosse un'intelligente politica imperiale''"<ref>M. Makovsky ''Churchill's Promised Land: Zionism and Statecraft'' 2007 p. 90</ref>. In questo contesto si inserisce anche la creazione dello [[Giordania|stato giordano]], malvista dai sionisti più intransigenti, che voleva essere un segno della buona volontà britannica verso gli arabi<ref>{{Cita|M. Gilbert| ''Churchill and the Jews'' p. 87}}</ref>. Fu sempre suo convincimento, ribadito anche negli [[Anni 1930|anni '30]], quando fu uno dei consulenti della [[Commissione Peel]], che lo sviluppo economico della [[Palestina]] favorito dall'immigrazione ebraica avrebbe a poco a poco stemperato le ostilità arabe<ref name="dockter"/>.
 
===== Trattato anglo-irlandese (1922) =====
[[File:British Empire 1921.png|thumb|right|200px|L'[[Impero britannico]] nel [[1921]], al suo apogeo, un anno prima della firma del [[Trattato anglo-irlandese]]]]
 
In questo periodo, Churchill fu anche protagonista della soluzione del conflitto irlandese. Nel novembre [[1921]] incontrò più volte i delegati del [[Sinn Féin]] [[Arthur Griffith]] e [[Michael Collins (patriota)|Michael Collins]] per definire le clausole del [[Trattato anglo-irlandese]]. Infatti [[David Lloyd George|Lloyd George]], conoscendo le sue abilità di negoziatore, aveva affidato a Churchill la conduzione le trattative<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 222}}</ref>. Il trattato venne firmato alle tre del mattino del 6 dicembre, nell'abitazione di Churchill a [[Londra]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 222}}</ref>. Per proteggere gli interessi navali britannici, Churchill riuscì a inserire nel Trattato la clausola in base alla quale i porti irlandesi di [[Cobh]], [[Berehaven]] e [[Lough Swilly]] rimanessero nella disponibilità della [[Royal Navy]]<ref>Jenkins, pp. 361–65</ref>. I porti tornarono poi sotto piena sovranità irlandese nel [[1938]], con il [[Trattato commerciale anglo-irlandese]], dopo che lo Stato Libero era diventato l'attuale [[Repubblica d'Irlanda]]. Quando gli irriducibili dell'[[Irish Republican Army|IRA]] rifiutarono la firma del trattato, Churchill sostenne le forze armate del neonato [[Stato Libero d'Irlanda]] a reprimere le insurrezioni, schierandosi con [[Michael Collins (patriota)|Michael Collins]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 224}}</ref>.
 
==== Ritorno al partito conservatore ====
 
Nell'ottobre [[1922]] Churchill venne operato per un'[[appendicite]] e rimase al di fuori dei rivolgimenti politici del periodo. I conservatori, nel corso di una riunione nella loro sede, il [[Carlton Club]], guidati da [[Stanley Baldwin]] decisero di abbandonare la coalizione con Lloyd George, nonostante la contrarietà di Arthur Balfour, costringendolo a dimettersi e a indire le elezioni per il [[15 novembre]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 228}}</ref>. Essendo ancora convalescente Churchill non poté prendere parte alla campagna elettorale, sebbene la moglie [[Clementine Hozier|Clementine]] si recasse a [[Dundee]] al suo posto, ma in generale in sua assenza la campagna fu mal condotta<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 229}}</ref>. Il risultato fu che il voto si disperse e Churchill arrivò quarto nella competizione (solo i primi due venivano eletti)<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 228}}</ref>.
 
Nel novembre del [[1923]] il premier conservatore [[Stanley Baldwin]] indisse nuove elezioni. Churchill si gettò nuovamente nella mischia come candidato liberale, denunciando vigorosamente il programma protezionista presentato da Baldwin<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 229}}</ref>. Candidatosi per il seggio di [[Leicester]] subì una sconfitta di misura e le elezioni videro un arretramento dei conservatori che persero un centinaio di seggi<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 229}}</ref>. A questo punto Asquith, che aveva riconquistato l'appoggio della maggior parte dei liberali, portò il suo partito all'alleanza con i laburisti, mossa che Churchill criticò aspramente. Il sostegno ai laburisti allontanò sempre più Churchill dai liberali, ormai marginali, portandolo ai rientrare in seno ai Tories. Accettò quindi la candidatura a un seggio conservatore sicuro a [[Epping (Essex)|Epping]] nell'[[Essex]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 230}}</ref>. Alle elezioni del successivo [[29 ottobre]], alle quali Churchill si era presentato come "costituzionalista indipendente", i conservatori ottennero una maggioranza schiacciante con 419 seggi contro i 151 dei laburisti e appena 40 liberali<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 230}}</ref>. [[Stanley Baldwin]], nuovamente Primo ministro, nominò Churchill [[Cancelliere dello Scacchiere]] nel nuovo Gabinetto di governo.
 
==== Cancelliere dello Scacchiere (1924-1929) ====
{{Vedi anche|Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)#Cancelliere dello Scacchiere (1924-1929)}}
[[File:Churchill time-magazine-magazine-covers.jpg|thumb|right|200px|Churchill "Uomo dell'anno" sulla copertina di [[Time]] nel [[1925]]]]
 
Nel suo incarico, Churchill rinnovò i suoi interessi riformisti in campo sociale, affiancato questa volta dal ministro della Sanità [[Neville Chamberlain]] (fratellastro di [[Austen Chamberlain|Austen]] e figlio di quel [[Joseph Chamberlain]] in opposizione al quale Churchill aveva abbandonato il partito conservatore agli inizi della carriera). Insieme predisposero un piano di ampliamento della previdenza sociale, e Churchill dispose anche un piano di abbassamento delle imposte sul reddito per "''professionisti e piccoli commercianti''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 232}}</ref>. Nel gennaio del [[1925]] Churchill fu impegnato in un'intensa serie di negoziati a [[Parigi]] con gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e altri Paesi alleati della Prima guerra mondiale per la restituzione dei debiti di guerra. Riuscì ad ottenere un consenso unanime sulla sua proposta di rateizzare i pagamenti della Gran Bretagna in proporzione alla restituzione dei crediti da essa vantati verso altri alleati come [[Francia]], [[Belgio]], [[Regno d'Italia|Italia]] e [[Giappone]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 232}}</ref>.
 
Churchill, in qualità di Cancelliere dello Scacchiere, annunciò nel [[1924]] il ritorno della Gran Bretagna al [[Sistema aureo|Gold standard]], che portò alla deflazione, ad un aumento della disoccupazione (soprattutto nel settore minerario) e allo sciopero generale del 1926. La sua decisione, annunciata nel Bilancio del 1924, arrivò dopo lunghe consultazioni con vari economisti tra cui [[John Maynard Keynes]], il Governatore della [[Banca d'Inghilterra]] [[Montagu Norman]] e il Segretario permanente al Tesoro Sir [[Otto Niemeyer]]. Questa decisione spinse Keynes a scrivere ''[[The Economic Consequences di Mr. Churchill]]'', sostenendo che il ritorno alla parità prebellica nel 1925 (£ 1 = $ 4,86) avrebbe portato ad una depressione mondiale. Tuttavia, la decisione era generalmente popolare e considerata "sana economia", sebbene fosse stata criticata da [[Max Aitken, I barone di Beaverbrook|Lord Beaverbrook]] e dalla Federazione delle industrie britanniche<ref>{{Cita| Roy Jenkins| 2001 p. 400}}</ref>.
 
In seguito Churchill lo considerò il più grande errore della sua vita; in discussioni all'epoca con l'ex cancelliere [[Reginald McKenna]], Churchill riconobbe che il ritorno al Gold standard e la conseguente politica erano stati economicamente negativi. In quelle discussioni sostenne che la decisione era stata fondamentalmente politica, un ritorno alle condizioni prebelliche di supremazia internazionale della sterlina<ref>{{Cita| Rhodes James| p. 206}}</ref>.
 
[[File:Churchill Chamberlain Baldwin.jpg|thumb|left|200px|Churchill con [[Stanley Baldwin]] e [[Austen Chamberlain]] nel [[1925]]]]
 
Il ritorno al tasso di cambio prebellico depresse le industrie, in particolare quelle votate all'export. La più colpita fu l'industria del carbone, che era già in sofferenza a causa del crescente successo del petrolio. Poiché le industrie britanniche di base come il cotone erano più competitive nei mercati di esportazione, si stima che il ritorno al tasso di cambio prebellico aumentasse del 10% i costi per l'industria. Nel luglio del 1925, una commissione d'inchiesta riferì in generale di favorire la posizione dei minatori piuttosto che quella dei proprietari delle miniere<ref>{{Cita| Roy Jenkins| 2001 p. 405}}</ref>.
 
Con il sostegno di Churchill, Baldwin propose una sovvenzione all'industria mentre una Commissione reale sotto la guida di [[Herbert Samuel]] preparò un ulteriore rapporto. La Commissione Samuel non risolse nulla e la disputa con i minatori portò allo sciopero generale del 1926. Churchill pubblicò il giornale del governo, la ''British Gazette''<ref>{{Cita| Martin Gilbert| pp. 146-174}}</ref>. Churchill era uno dei membri più falchi del Gabinetto e raccomandò che la via dei convogli alimentari dai moli portuali a Londra fosse sorvegliata da carri armati, auto blindate e mitragliatrici nascoste. Questa soluzione fu respinta dal Consiglio dei Ministri<ref>{{Cita| Martin Gilbert| p. 162}}</ref>. I racconti esagerati della belligeranza di Churchill durante lo sciopero iniziarono presto a circolare. Subito dopo il ''[[New Statesman]]'' affermò che Churchill era stato il capo di un "partito della guerra" nel Gabinetto e aveva voluto usare la forza militare contro gli scioperanti. Churchill volle sporgere querela, ma il procuratore generale Sir [[Douglas Hogg]] gli consigliò di non farlo, sebbene avesse una buona causa per diffamazione, poiché sarebbe stato meglio evitare che le discussioni confidenziali del Gabinetto venissero trasmesse in tribunale. Churchill accettò di lasciar cadere la questione<ref>{{Cita| Martin Gilbert| p. 173}}</ref>.
 
Agli inizi del [[1927]] Churchill giunse in [[Regno d'Italia|Italia]] e a [[Roma]] ebbe due brevi colloqui con [[Benito Mussolini]]. Nel corso di una conferenza stampa data ai giornalisti definì Mussolini "''Il più grande legislatore vivente''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 234}}</ref>. Il [[15 aprile]] [[1929]] Churchill presentò in Parlamento il suo quinto Budget, nel quale annunciò l'abolizione della tassa sul [[Tè]], introdotta al tempo della regina [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 236}}</ref>. A maggio si tennero le elezioni generali e, sebbene i conservatori avessero ottenuto più voti<ref>http://www.election.demon.co.uk/geresults.html</ref>, i laburisti vinsero la maggioranza dei seggi e [[Ramsay MacDonald]] formò il nuovo governo.
 
==== Isolamento politico (1930-1939) ====
[[File:John Churchill, 1st Duke of Marlborough.png|thumb|right|150px|John Churchill, I duca di Marlborough, avo di Winston. Fu l'artefice della vittoria britannica nella [[Guerra di successione spagnola]]]]
 
Dopo la sconfitta dei conservatori alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1929|elezioni generali del 1929]] Churchill si estraniò sempre più dal suo partito, passando di fatto ad un'opposizione permanente. Nei primi anni '30 Churchill si dedicò principalmente all'attività editoriale, completando la sue monumentali memorie sulla [[Prima guerra mondiale]] intitolate "''World Crisis''" e scrivendo una biografia del suo famoso avo, [[John Churchill, I duca di Marlborough]], intitolate "''[[Marlborough: His Life and Times]]''", il cui principale obiettivo era difendere quest'ultimo dalle critiche della storiografia [[Whig (Regno Unito)|Whig]], soprattutto di [[Thomas Babington Macaulay|Macaulay]]<ref>{{Cita| John Lukacs| p. 111}}</ref>. Per questo lavoro Churchill ebbe la possibilità di accedere a una gran quantità di materiale documentale inedito negli archivi di famiglia a [[Blenheim Palace|Blenheim]] e [[Althorp|Althorp House]], oltre che nel resto d'[[Europa]]<ref>{{Cita| John Lukacs| p. 109}}</ref>; per questo la biografia di Marlborough è una delle opere più interessanti di Churchill anche per gli storici moderni<ref>{{Cita| John Lukacs| p. 109}}</ref>.
 
===== La questione indiana =====
 
Gli inizi degli [[anni 1930]] furono caratterizzati in [[Gran Bretagna]] dal dibattito sulla concessione all'[[Impero anglo-indiano|India britannica]] dello status di [[Dominion]], cioè di una larga autonomia politica. Churchill fu il capofila dell'opposizione al progetto, contro praticamente tutto lo schieramento politico (non solo laburisti e liberali, ma anche gran parte dei conservatori)<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 240}}</ref>. Churchill in realtà non si opponeva all'indipendenza in quanto tale, ma ai tempi, ritenendola prematura. Motivò infatti la sua opposizione asserendo che gli indiani erano ancora troppo divisi in odi religiosi (tra [[indù]] e [[Musulmano|musulmani]]) e costumi arcaici come la divisione castale per poter diventare una vera nazione<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 240}}</ref>.
 
Come previsto da Churchill, il [[Partito del Congresso Indiano|Partito del Congresso]], guidato da [[Jawaharlal Nehru|Nehru]] e dal [[Mahatma Gandhi]], rifiutò l'offerta, chiedendo la completa indipendenza. Venne quindi lanciata la campagna di disubbidienza civile, che portò all'arresto di Gandhi e Nehru per ordine del Viceré [[Edward Wood, I conte di Halifax|Lord Irwin]]. Il [[17 febbraio]] [[1931]] Gandhi incontrò Irwin a [[Delhi]] e Churchill lo definì "''Un avvocato sedizioso del [[Middle Temple]] che ora si atteggia a [[fachiro]] di un genere ben noto in Oriente''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 241}}</ref>. Churchill disse anche che se Gandhi fosse andato in sciopero della fame, si sarebbe dovuto lasciarlo morire<ref>http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/4573152.stm</ref>. In ogni caso, a dispetto della fama di anti-indiano, Churchill godeva di importanti estimatori anche in India. Il famoso scrittore [[Nirad Chaudhuri]], peraltro vicino al movimento indipendentista, appese un suo ritratto nel proprio ufficio quando venne nominato Primo ministro nel [[1940]]<ref>{{Cita| J. Lukacs| "''Il duello''" 1995 p.25}}</ref>.
 
[[File:Sir Winston Leonard Spencer Churchill by Ambrose McEvoy.jpg|thumb|left|200px|Churchill ritratto da Ambrose McEvoy]]
 
====== Carestia del 1943 ======
{{Vedi anche|Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)#Carestia del Bengala (1943)}}
 
Sempre riguardo all'India, durante la [[Seconda guerra mondiale]], nel [[1943]], si situa la grave carestia che colpì la regione del [[Bengala]], che causò centinaia di migliaia di morti (alcuni parlano di tre milioni)<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 149}}</ref>. La causa della carestia fu l'occupazione [[Impero giapponese|giapponese]] della [[Birmania]], che bloccò l'afflusso dei rifornimenti di riso verso l'India<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 149}}</ref><ref>{{Cita| Arthur Herman| ''Gandhi and Churchill'' 2008 p. 512}}</ref>. Tuttavia, il ruolo di Churchill, allora Primo ministro, è controverso, poiché, se egli non determinò la carestia, come ha scritto lo storico [[Arthur Herman]] "''Churchill si oppose a inviare derrate da altri teatri di conflitto verso l'India. Si era in guerra''"<ref>{{Cita| Arthur Herman| ''Gandhi and Churchill'' 2008 p. 512}}</ref>. Informato dell'emergenza umanitaria in atto, Churchill disse: "''Gli indiani devono imparare a badare a se stessi come abbiamo fatto noi. Non c'é motivo per cui alcune parti dell'[[Impero britannico]] non debbano sentire il pungolo allo stesso modo in cui ha fatto la madrepatria''"<ref name="Langworth149">{{Cita|R. Langworth| p. 149}}</ref>. Un lavoro di Richard Langworth ha però mostrato, tramite lo studio dei documenti originali, che Churchill diede disposizioni per alleviare il più possibile le conseguenze della carestia, che altrimenti sarebbero state ben peggiori<ref name="Langworth149"/>. In particolare Churchill scrisse al Segretario per l'India [[Leo Amery]]: "''Il vostro primo dovere è fare dell'India una base sicura per le grandi operazioni contro il [[Impero giapponese|Giappone]] che stanno per svolgersi e di assicurarvi che vengano risolte la carestia e il problema del cibo''"<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 150}}</ref>. Si deve peraltro considerare che, nello stesso periodo, le requisizioni di massa operate dai [[Nazismo|nazisti]] in [[Grecia]] nel biennio [[1941]]-[[1942]] condussero a una carestia che uccise circa 300.000 persone<ref>{{Cita| S. Baranowski| ''Nazi empire : German colonialism and imperialism from Bismarck to Hitler'' p. 273}}</ref>. Analogamente, nei [[Paesi Bassi]] occupati, il blocco tedesco dei rifornimenti alle aree rurali del Paese causò la [[Carestia olandese del 1944|morte per fame]] di 22.000 persone nel [[1944]]<ref>van der Zee, Henri A (1998), The Hunger Winter: Occupied Holland 1944–1945, University of Nebraska Press, pp. 304–5</ref>. In particolare l'azione del Viceré [[Archibald Wavell, I conte Wavell|Archibald Wavell]] fu efficace, tramite l'uso dell'esercito per portare cibo nelle zone rurali più sperdute, e gli effetti della carestia furono attenuati<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 150}}</ref>. Inoltre, nella carenza di cibo ebbero un ruolo anche le divisioni interne fra gli indiani. Un memorandum del Gabinetto di guerra informò che gli [[Indù]] intendevano approfittare dell'occupazione giapponese della [[Birmania]] per danneggiare il governo musulmano del [[Bengala]] tramite la carestia<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 151}}</ref>, oltre al fatto che la rapacità di accaparratori e funzionari corrotti nascose molte derrate<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 151}}</ref>.
 
===== Riarmo tedesco e conflitti in Manciuria in Abissinia (1931-1936) =====
[[File:Churchill and Chamberlain.jpg|thumb|right|260px|Churchill con [[Neville Chamberlain]] nel [[1935]]]]
 
Churchill fu forse l'unico tra gli esponenti politici britannici e mondiali a manifestare sin dai primi [[Anni 1930|anni '30]] preoccupazione verso il regime instauratosi in Germania. Tuttavia, il governo di unità nazionale tra laburisti e conservatori formatosi nel [[1931]] e dal quale Churchill era stato escluso continuò a portare avanti una politica di disarmo, incoraggiata anche dal Cancelliere dello Scacchiere [[Neville Chamberlain]] per ragioni di vincoli economici<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 244}}</ref>. Per tutto il [[1934]] Churchill intensificò la sua campagna per il riarmo, soprattutto aereo<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 246}}</ref>. Già prima della Grande Guerra Churchill aveva infatti intuito l'importanza fondamentale che l'arma aerea avrebbe assunto nella guerra moderna. Il ministro dell'Aviazione nel governo di [[Ramsay MacDonald]] era il cugino di Churchill, [[Charles Vane-Tempest-Stewart, VII marchese di Londonderry]], il quale, sebbene scettico, di fatto promosse una politica di disarmo della [[Royal Air Force]] in linea con il governo e le pressioni laburiste<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 244}}</ref>.
 
Nel giugno [[1935]] [[Ramsay MacDonald]], ormai malato, si dimise e [[Stanley Baldwin]] tornò Primo ministro, ma Churchill rimase nuovamente fuori dal governo. In agosto [[Benito Mussolini|Mussolini]] minacciò l'[[Guerra d'Etiopia|invasione dell'Etiopia]]. In questo momento cominciò a incrinarsi la stima di Churchill verso il dittatore italiano, che sempre più evidentemente si andava avvicinando alla [[Germania nazista]]. Nel [[1931]], Churchill aveva criticato la posizione della [[Società delle Nazioni|Lega delle Nazioni]] che si opponeva ai giapponesi in [[Manciuria]]: "''Spero che in Inghilterra cercheremo di capire la posizione del [[Giappone]], uno stato antico ... Da un lato hanno la minaccia oscura della Russia sovietica. Dall'altro il caos della Cina, quattro o cinque province della quale vengono torturate sotto il dominio comunista''<ref>cit. in Rhodes James, p. 329</ref>. " Negli articoli di giornale contemporanei si riferiva al governo repubblicano spagnolo come un fronte comunista, e all'esercito di [[Francisco Franco|Franco]] come "''anti-rosso''"<ref>{{Cita| Rhodes James| p. 208}}</ref>. Consigliò sempre di mantenere una linea di stretta neutralità nella [[Guerra civile spagnola]]. Sostenne anche il [[Patto Hoare-Laval]] che mirava a conciliare le ambizioni italiane sull'[[Etiopia]] tramite la mediazione franco-britannica<ref>Taylor, A.J.P. Beaverbrook Hamish Hamilton 1972 p. 375</ref>.
 
[[File:Laszlo - The Rt. Hon. Sir Austen Chamberlain.jpg|thumb|left|150px|Austen Chamberlain ritratto da [[Philip de László]]. A differenza del fratello Neville, fu ostile all'[[Appeasement]] e vicino alle posizioni di Churchill]]
 
Churchill si trovava in vacanza in Spagna quando i tedeschi [[Rimilitarizzazione della Renania|rioccuparono la Renania]] nel febbraio del [[1936]]. L'opposizione laburista era irremovibile nell'opporsi alle sanzioni e il governo nazionale era diviso tra i sostenitori delle sanzioni economiche e coloro che sostenevano che anche queste avrebbero portato ad un umiliante arretramento da parte della [[Gran Bretagna]], dato che la [[Francia]] non avrebbe sostenuto alcun intervento<ref group="Nota">Una lettera di [[Harold Nicolson]] a sua moglie, il [[13 marzo]], riassume la situazione: "''Se mandiamo un ultimatum alla [[Germania]], dovrebbe cedere, ma non cederà e avremo la guerra. La gente di questo la nazione si rifiuta categoricamente di fare una guerra, se ci suggerissero una cosa del genere ci troveremmo di fronte a uno sciopero generale, dovremmo quindi cedere in modo ignominioso. ''Diaries and Letters'' 1930–1939 p. 249.</ref>. Il discorso di Churchill del [[9 marzo]] fu misurato e lodato da [[Neville Chamberlain]] come costruttivo. Ma poche settimane dopo a Churchill fu preferito per l'incarico di [[Ministro per il Coordinamento della Difesa]] il procuratore generale Sir [[Thomas Inskip]]<ref>James, pp. 333–37</ref>. [[A.J.P. Taylor]] in seguito definì questa scelta "''una nomina giustamente descritta come la più straordinaria da quando [[Caligola]] nominò console il suo cavallo''"<ref>''The Origins of the Second World War'' p. 153</ref>. All'epoca molti erano meno preoccupati: [[Duff Cooper]] si opponeva alla nomina di Churchill, mentre il generale Ellison scrisse che aveva "''un solo un commento, e cioè "Grazie a Dio siamo preservati da Winston Churchill''"<ref>James 1970, pp. 263–64</ref>.
 
Il [[22 maggio]] [[1936]] Churchill presenziò a una riunione dei Conservatori della vecchia guardia (i membri del gruppo, non tutti presenti in quella occasione, includevano [[Austen Chamberlain]] (fratello di Neville), [[Geoffrey Lloyd]], [[Leo Amery|Leopold Amery]] e [[Robert Horne, I visconte Horne di Slamannan|Robert Horne]]) nella casa di [[Edward Turnour, VI conte di Winterton|Lord Winterton]] a [[Shillinglee Park]]. L'obiettivo era spingere il governo a un maggiore riarmo. Baldwin commentò l'incontro dicendo che era "''il periodo dell'anno in cui i moscerini escono da canali sporchi''". Anche [[Neville Chamberlain]] accrebbe il suo interesse per gli affari esteri e in giugno, in un attacco al giovane Ministro degli Esteri [[Anthony Eden]], chiese la fine delle sanzioni contro l'[[Italia fascista]] (definite un "''pieno sfoggio di follia''")<ref>Charmley 1993, pp. 314–15</ref><ref>James 1970, pp. 265–66</ref>.
 
Il [[12 novembre]] Churchill tornò sull'argomento. Dopo aver dato alcuni esempi specifici del riarmo bellico tedesco, affermò che "''il governo semplicemente non riesce a prendere una decisione o non può convincere il primo ministro a prendere una decisione, quindi prosegue in uno strano paradosso. Decisi solo di essere indecisi, decisi a essere irresoluti, irremovibili verso la deriva, solidi nella fluidità, potenti nell'impotenza. E così continuiamo a perdere altri mesi preziosi, forse vitali affinché le locuste divorino la grandezza della [[Gran Bretagna]]''"<ref>"''The Locust Speech''". Churchill Society</ref>. [[Robert Rhodes James]] lo definì uno dei discorsi più brillanti di Churchill in quel periodo, la risposta di Baldwin suonò debole in confronto. Lo scambio diede nuovo incoraggiamento al ''Movimento delle Armi e dell'Alleanza'', creato da Churchill per fare pressione sul governo in senso favorevole al riarmo<ref>James 1970, p. 343</ref>.
 
===== Crisi dell'abdicazione =====
{{Vedi anche|Crisi per l'abdicazione di Edoardo VIII}}
[[File:Churchill and Prince of Wales (future Edward VIII).jpg|thumb|left|150px|Churchill con [[Edoardo VIII del Regno Unito|Edoardo VIII]], all'epoca Principe di Galles, negli [[Anni 1920|anni '20]]]]
 
Nel gennaio del [[1936]] salì al trono il re [[Edoardo VIII del Regno Unito|Edoardo VIII]], con il quale Churchill intratteneva un rapporto di amicizia da 25 anni<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 256}}</ref>. Quando emerse la volontà da parte del nuovo sovrano di sposare l'americana divorziata [[Wallis Simpson]], Baldwin incaricò Churchill di tentare di convincerlo a rinunciare alla Simpson e a non abdicare<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 256}}</ref>. Il [[7 dicembre]] tenne alla Camera un discorso in favore di Edoardo, ma venne sommerso da fischi e improperi e fu costretto a interrompere il discorso. I deputati, e anche la stampa, ritenevano che Churchill intendesse approfittare della crisi istituzionale per rovesciare Baldwin.
 
La reputazione di Churchill in Parlamento e [[Inghilterra]] in genere fu gravemente danneggiata. Alcuni come Alistair Cook hanno voluto vedere nelle sue mosse un tentativo di costruire un partito del re<ref>Cooke, Alistair. 'Edward VIII' in Six Men, Bodley Head (1977)</ref>. Altri come [[Harold Macmillan]] furono stupiti dal danno che Churchill aveva procurato al movimento antinazista ''Armi e Alleanze'' con la sua difesa di Edoardo VIII<ref>Macmillan, H. The Blast of War Macmillan 1970</ref>. In seguito, lo stesso Churchill scrisse: "''Ero sceso così in basso nell'opinione pubblica che la visione quasi universale era che la mia vita politica fosse finita''"<ref>''The Gathering Storm'' p. 171</ref>. Gli storici sono divisi sulle ragioni per le quali Churchill sostenne Edoardo VIII. Alcuni come [[A. J. P. Taylor]] lo considerarono un tentativo di "''rovesciare il governo di uomini deboli''"<ref>Taylor A.J.P. English History (1914–1945), Hamish Hamilton (1961), p. 404</ref>. Altri, come R.R. James, considerarono i motivi di Churchill onorevoli e disinteressati, dati i rapporti di amicizia che legavano Churchill e la sua famiglia con i reali<ref>James, p. 353</ref>. Secondo [[Giorgio Galli]] invece, la posizione di Churchill è spiegabile con il fatto che intendesse tenere sotto controllo Edoardo, le cui simpatie filonaziste erano note, per evitare che questi si compromettesse<ref>Giorgio Galli, ''Hitler e il nazismo magico'' Milano 2011 pp. 18-19</ref>.
 
==== Ritorno dall'esilio ====
[[File:0929 fc-churchill-halifax.jpg|thumb|right|300px|Churchill con Lord Halifax nel [[1938]]]]
 
Davanti all'evidente ascesa delle ambizioni espansioniste della [[Germania nazista]], Churchill continuò, inascoltato dal governo britannico, a perorare la causa di un'azione internazionale per contenere la Germania, di concerto con la [[Francia]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 264}}</ref>. Tuttavia il nuovo governo, guidato da [[Neville Chamberlain]], si fece promotore di una politica di avvicinamento al [[Terzo Reich]]; questo causò dissidi che condussero alle dimissioni del ministro degli Esteri [[Anthony Eden]], il quale da questo momento in avanti sarà un fedele seguace di Churchill<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 265}}</ref>. Nel marzo, cominciarono a profilarsi le ambizioni naziste sui [[Sudeti]], la regione montuosa della [[Cecoslovacchia]] abitata in maggioranza da tedeschi, e ricca di materie prime. Ad aprile pranzò con il leader dei tedeschi dei [[Sudeti]] [[Konrad Henlein]], un incontro fortemente voluto dallo stesso Hitler<ref>{{Cita| W. Manchester| "''Churchill, l'ultimo leone; Nel vortice''" p. 371}}</ref>; Churchill chiese a Henlein se "''si rendeva conto che un incidente nei Sudeti poteva facilmente dare l'Europa alle fiamme''"<ref>{{Cita| W. Manchester| "''Churchill, l'ultimo leone; Nel vortice''" p. 371}}</ref>. Tuttavia, quando Henlein tornò in Germania disse a Hitler che "''non c'è da temere alcun serio intevento a favore dei cechi da parte dell'Inghilterra''"<ref>{{Cita| W. Manchester| "''Churchill, l'ultimo leone; Nel vortice''" p. 372}}</ref>. A settembre incontrò anche l'ambasciatore sovietico [[Ivan Maiskij]], il quale informò Churchill che l'[[Unione Sovietica]] intendeva appellarsi all'art. 2 del Patto della Lega delle Nazioni per concertare un'azione con gli occidentali in difesa della [[Cecoslovacchia]]. Tuttavia Halifax, informato da Churchill, rifiutò la possibilità di qualsiasi collaborazione con i sovietici<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 267}}</ref>.
 
Alla fine di settembre [[1938]] ebbe luogo la [[Conferenza e accordo di Monaco|Conferenza di Monaco]]. Gli accordi, siglati a porte chiuse senza alcun intervento dei rappresentanti cechi, prevedevano lo smembramento del Paese e l'annessione dei [[Sudeti]] alla Germania. Il trattato fu accolto con giubilo in tutta Europa. Mentre lasciava l'[[Hotel Savoy]] dove aveva cenato, Churchill si fermò davanti a un ristorante dove la gente festeggiava. Commentò: "''Poveracci, non sanno cosa li aspetta.''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 271}}</ref>. Nel dibattito sugli accordi che seguì alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], Churchill condannò con un celebre discorso la svendita della [[Cecoslovacchia]] a Hitler. Quando nel marzo, in violazione degli [[Conferenza e accordo di Monaco|accordi di Monaco]], Hitler invase la Cecoslovacchia annettendola al Reich, l'imminenza della guerra divenne evidente. Churchill scrisse a Chamberlain invitandolo a predisporre le difese antiaeree<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 276}}</ref>. Il [[7 aprile]] l'Italia fascista invase l'[[Albania]]. Nel corso dell'estate, Churchill insieme ad [[Anthony Eden|Eden]] e all'anziano [[David Lloyd George|Lloyd George]] si fece assertore della necessità di coinvolgere l'[[Unione Sovietica]] in un sistema di deterrenza internazionale antinazista<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 277}}</ref>.
 
In un'intervista radiofonica, si prese gioco dell'interruzione estiva dei lavori parlamentari "''È proprio tempo di vacanze signore e signori!''" e della propaganda nazifascista "''I dittatori devono addestrare i loro soldati. Per un'elementare prudenza non possono fare altro, dato che danesi, olandesi, svizzeri, albanesi, e ovviamente, ebrei, possono in ogni momento balzargli addosso e privarli del loro spazio vitale''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 279}}</ref>. Quando, il [[1 settembre]], i tedeschi invasero la [[Polonia]] (di concerto con i [[Unione sovietica|sovietici]] in accordo con il [[Patto Molotov-Ribbentrop]] stipulato in agosto), Chamberlain, su pressione della Camera, inviò un ultimatum per chiedere la cessazione delle ostilità. Il primo ministro aveva già invitato Churchill a entrare nel Gabinetto di guerra che sarebbe stato formato di lì a poco<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 280}}</ref>. Il [[3 settembre]] scadette l'ultimatum e Gran Bretagna e Germania si trovarono nuovamente in guerra.
 
===== Di nuovo all'Ammiragliato (1939-1940) =====
[[File:British-war-cabinet-1939-40-churchill-chamberlain.jpg|thumb|left|300px|Churchill (secondo da sinistra in piedi) membro del ''War Cabinet'' [[1939]]]]
 
Il [[3 settembre]] [[1939]], terminato il dibattito alla Camera [[Neville Chamberlain|Chamberlain]] convocò Churchill nel suo ufficio e gli offrì di ricoprire nuovamente l'incarico di [[Primo Lord dell'Ammiragliato]]. Quando la notizia giunse agli uffici del Ministero venne telegrafato immediatamente un messaggio a tutte le navi: "''Winston is back''" (''Winston è tornato'')<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 284}}</ref>. Nella riunione del Gabinetto di guerra del [[4 settembre]] Churchill propose di attaccare immediatamente il fronte tedesco sulla [[Linea Sigfrido]], per alleggerire la pressione sul fronte polacco, ma l'azione non fu intrapresa<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 284}}</ref>. In questa fase detta della "''drole de guerre''" (la "[[Strana guerra]]"), britannici e francesi rimasero sostanzialmente inerti di fronte all'avanzare delle truppe naziste in Europa orientale, fatto che confermò Hitler nella convinzione che le potenze occidentali non volessero realmente combatterlo<ref>{{Cita|G. Galli| p. 209}}</ref>.
 
Fu Churchill a prendere l'iniziativa, promuovendo dapprima un'incursione navale nel [[Baltico]] e in seguito propose di minare le acque territoriali della [[Norvegia]] per bloccare l'afflusso di materie prime, soprattutto ferro, all'industria bellica tedesca<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 285}}</ref>. Quando il [[30 novembre]] l'[[Unione Sovietica]] invase la [[Finlandia]], l'opinione conservatrice sembrò molto più entusiasta all'idea di scendere in campo contro l'Urss che contro la Germania nazista. Churchill tuttavia rimase fermo nel ribadire che la priorità doveva essere data alla sconfitta del nazismo<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 286}}</ref>. Il [[13 dicembre]] l'Ammiragliato mise a segno un importante successo, quando tre incrociatori agganciarono la corazzata [[Admiral Graf Spee|Graf Spee]] e la costrinsero a ritirarsi nel porto di [[Montevideo]], dove si autoaffondò<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 287}}</ref>.
 
Il Consiglio supremo di guerra anglo-francese che si tenne a [[Parigi]] il [[5 febbraio]] stabilì di inviare 30.000 uomini in [[Scandinavia]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 287}}</ref>. Quando, lo stesso giorno, fu avvistato in acque territoriali norvegesi il mercantile tedesco ''[[Altmark (nave)|Altmark]]'', che si sospettava trasportasse prigionieri britannici, Churchill ordinò personalmente al comandante del cacciatorpediniere ''[[HMS Cossack (F03)|Cossack]]'' di [[Incidente dell'Altmark|abbordare la nave tedesca e liberare i prigionieri]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 288}}</ref>. Tuttavia il Gabinetto si oppose a minare le acque norvegesi. Hitler, comprendendo la volontà alleata di occupare la Norvegia per tagliare alla Germania l'afflusso di materie prime, predispose [[Operazione Weserübung|l'invasione del Paese]]. Solo all'inzio di aprile venne deciso di effettuare lo sbarco a [[Narvik]] ma ormai era troppo tardi. Chamberlain aveva proclamata alla Camera che Hitler "''aveva perso l'autobus''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 289}}</ref>, ma nel giro di poche settimane [[Danimarca]] e [[Norvegia]] furono occupate dai nazisti. Le proposte strategiche di Churchill furono adottate con mesi di ritardo e l'incertezza britannica diede modo a Hitler di prevenire i suoi avversari<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 289}}</ref>. Il fallimento norvegese condannò definitivamente Chamberlain e spianò a Churchill la strada per [[Downing Street]].
 
{{Infobox militare
|Nome = Sir Winston Leonard Spencer Churchill
|Immagine = Winston Churchill.jpg
|Didascalia = Ritratto di Churchill con l'uniforme del [[British Army]]
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 30 novembre [[1874]]
|Nato_a = [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]]
|Data_di_morte = 24 gennaio [[1965]] (90 anni)
|Morto_a = [[Londra]]
|Cause_della_morte = turbe circolatorie
|Luogo_di_sepoltura = [[St Martin's Church]]
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = [[File:Flag of the United Kingdom.svg|21px]] [[Regno Unito]]
|Forza_armata = [[File:Flag of the British Army (1938-present).svg|21px]] [[British Army]]
|Arma = [[Territorial Army]]
|Corpo =
|Specialità = [[Corrispondente di guerra]]
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = [[1895]]-[[1916]]
|Grado = [[Tenente colonnello]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Guerra mahdista]] <br> [[Seconda guerra boera]] <br> [[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie = [[Battaglia di Omdurman]]
|Comandante_di =
|Decorazioni = [[File:Order of the Garter UK ribbon.png|40px]] [[File:Order of the Companions of Honour Ribbon.gif|40px]] [[File:Order of merit nastrino.png|40px]] <br> [[File:Order BritEmp (civil) rib.PNG|40px]] [[File:India Medal BAR.svg|40px]] <br> [[File:Queens Sudan Medal BAR.svg|40px]] [[File:Queens South Africa Medal BAR.svg|40px]] [[File:British War Medal BAR.svg|40px]] <br> [[File:World War I Victory Medal ribbon.svg|40px]] [[File:Territorial Decoration (UK) ribbon.PNG|40px]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = [[politico]]
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = "fonti nel corpo del testo"
}}
 
==Collegamenti esterni==
=== Seconda guerra mondiale ===
*{{Collegamenti esterni}}
{{citazione |Era come se tutta la mia vita fosse stata una lunga preparazione a quel momento<ref>{{en}} cit. in John Lukacs "''Il duello''" 1990</ref>|Winston Churchill dopo la sua nomina a Primo ministro il [[10 giugno]] [[1940]]}}
==== Primo ministro ====
 
{{citazione|Non posso promettervi altro che sangue, fatica, lacrime e sudore. Chiedete, qual è la nostra politica? Rispondo che è condurre la guerra per mare, per terra e nel cielo con tutta la forza e tutto lo spirito battagliero che Dio può infonderci; condurre la guerra contro una tirannide mostruosa che non ha l'eguale nel tetro, miserabile catalogo del crimine umano. [...] Chiedete qual è il nostro scopo? Rispondo con una parola sola:
vittoria, vittoria ad ogni costo, vittoria nonostante ogni terrore, vittoria, per quanto la strada possa essere lunga e dura. Senza vittoria infatti non c'è sopravvivenza.<ref>{{en}}Martin Gilbert, ''Churchill'' p. 294</ref>|Winston Churchill, discorso di insediamento alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], [[13 maggio]] [[1940]]}}
 
Nel dibattito che seguì la sconfitta in [[Norvegia]], le forze ostili a Chamberlain in Parlamento, prima di tutto i laburisti, ma anche i liberali guidati da [[Archibald Sinclair]], amico di vecchia data di Churchill, presero la parola. Parlò anche l'anziano [[David Lloyd George|Lloyd George]], che chiese le dimissioni di Chamberlain. [[Leo Amery|Leopold "Leo" Amery]], amico di Churchill sin dai tempi di [[Harrow School|Harrow]] e deputato conservatore, citò le celebri parole di [[Oliver Cromwell]]: "''Siete rimasto seduto troppo a lungo, quale che sia il bene che avete fatto. Andatevene, vi dico, e liberateci dalla vostra presenza. In nome di Dio andatevene!''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 290}}</ref>. Churchill tuttavia, in qualità di Ministro responsabile, difese il governo, in segno di lealtà verso Chamberlain<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 290}}</ref>. Alla votazione che seguì Chamberlain poteva contare su una maggioranza ridotta a soli 81 voti. Quando uscì dall'aula fu sommerso da urla "''Vattene!Vattene!''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 291}}</ref>. Chamberlain tuttavia non presentò subito le dimissioni. Comunicò a [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]] che intendeva formare un governo di coalizione che comprendesse anche i laburisti. In ogni caso, lui e il re avrebbero voluto che a succedergli fosse [[Edward Wood, I conte di Halifax|Lord Halifax]], non Churchill<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 291}}</ref>. Quando la notizia trapelò, il [[9 maggio]], i deputati conservatori vicini a Churchill mostrarono irritazione. Questi erano guidati dalla potente famiglia [[Marchese di Salisbury|Cecil]], una delle più influenti del partito e da sempre alleata dei Churchill<ref>{{Cita| Ian Kershaw| 2005 p. 342}}</ref>. Il principale esponente della famiglia, [[James Gascoyne-Cecil, IV marchese di Salisbury|Lord Salisbury]], disse: "''Nel corso della giornata bisogna nominare Winston Primo ministro.''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 292}}</ref>. Nel pomeriggio giunse notizia che [[Clement Attlee]] aveva negato qualsiasi supporto laburista a un governo Chamberlain; questi rassegnò allora le dimissioni e il [[10 maggio]] Churchill, che Chamberlain aveva suggerito come suo successore, formò il governo<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 292}}</ref>.
 
L'invasione tedesca dei [[Paesi Bassi]], del [[Belgio]] e della [[Francia]] era già in corso. Il fronte occidentale collassò rapidamente davanti all'urto tedesco, dividendo l'esercito francese dal corpo di spedizione britannico e dirigendosi verso i porti sulla [[La Manica|Manica]]. Churchill si recò più volte a [[Parigi]] per spingere gli alleati ad un'azione più decisa, ma ormai le truppe naziste puntavano direttamente sulla capitale francese. Il comandante francese [[Maxime Weygand]] rifiutò qualsiasi azione concertata con i britannici<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 296}}</ref>. Churchill avviò allora le operazioni di evacuazione del corpo di spedizione britannico, che sarebbero culminate con l'[[Operazione Dynamo]] a [[Dunkerque]].
 
===== Contatti con l'Italia =====
[[File:Giuseppe Bastianini.jpg|thumb|left|150px|Giuseppe Bastianini, ambasciatore italiano nel [[Regno Unito]], fu contattato da [[Edward Wood, I conte di Halifax|Lord Halifax]] per una mediazione italiana a una pace tra Gran Bretagna e Germania]]
 
Fu in questa fase, la più disastrosa del conflitto, quando sembrava certo il trionfo del nazifascismo ([[Benito Mussolini|Mussolini]] avrebbe dichiarato guerra il [[10 giugno]]), che Halifax, rimasto nel Gabinetto di guerra come Ministro degli Esteri (insieme a Chamberlain, Ministro senza portafoglio), propose di prendere contatto con Mussolini per mediare una pace tra la Gran Bretagna e la Germania<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 298}}</ref>. A questo scopo, Halifax si incontrò il [[25 maggio]] con l'ambasciatore italiano [[Giuseppe Bastianini]]; la proposta prevedeva una mediazione italiana di una pace europea, in cambio di concessioni territoriali all'[[Regno d'Italia|Italia]]<ref>{{Cita| Ian Kershaw| 2005 p. 349}}</ref>. Churchill, sebbene non si mostrasse ostile in principio ad un approccio verso Mussolini, sostenne che avvicinare il duce avrebbe "''compromesso l'integrità della nostra posizione di belligeranza''"<ref>{{Cita| Ian Kershaw| 2005 p. 350}}</ref>. Churchill, sempre su suggerimento di Halifax, aveva già scritto a Mussolini il [[13 maggio]] dicendo:
 
{{citazione|È troppo tardi per impedire che scorra un fiume di sangue tra il popolo inglese e quello italiano? L'Inghilterra andrà avanti fino in fondo, anche da sola, come ci è già accaduto, e ho valide ragioni per ritenere che verremo aiutati in misura crescente dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], o meglio da tutta l'America<ref>{{en}}Martin Gilbert, ''Churchill'' p. 295</ref>|Winston Churchill a [[Benito Mussolini]], [[13 maggio]] [[1940]]}}
 
Mussolini oppose uno sprezzante rifiuto all'approccio di Churchill<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 295}}</ref>. Quest'ultimo ritenne dunque che non si potesse fare affidamento su Mussolini, ormai chiaramente deciso a legare il suo destino a quello di Hitler. [[Neville Chamberlain|Chamberlain]] annotò nel suo diario: "''Il Primo ministro disapprova ogni contatto con Musso''"<ref>{{Cita|Ian Kershaw| ''Fateful Choices: Ten Decisions that Changed the World, 1940-1941'' 2008 p. 74}}</ref>. Il [[28 maggio]] si tenne la riunione decisiva del ''War Cabinet'', che Churchill estese a tutti i ministri del governo. Disse:
 
{{citazione|Ho attentamente valutato in questi giorni se prendere in considerazione trattative con quell'uomo<ref group="Nota">Hitler</ref> rientrasse tra i miei doveri. Ma era insensato pensare che, se avessimo cercato di concludere la pace ora, avremmo ottenuto condizioni migliori di quelle che avremmo ottenuto continuando a combattere. La Germania esigerebbe la nostra flotta, quello che verrebbe definito "disarmo", le nostre basi navali e molto altro ancora. Il nostro diverrebbe uno Stato asservito, anche se verrebbe creato un governo britannico che, sotto [[Oswald Mosley|Mosley]]<ref group="Nota">Il capo dei fascisti britannici, peraltro parente di Churchill</ref> o altri del suo genere, sarebbe un burattino nelle mani di Hitler<ref>{{en}}John Lukacs, ''Il duello'' p. 131</ref>|Winston Churchill al Gabinetto di guerra, [[28 maggio]] [[1940]]}}
 
===== Non ci arrenderemo mai =====
[[File:Churchill Coalition Government - 11 May 1940.jpg|thumb|right|300px|Il governo di coalizione di Churchill, [[11 maggio]] [[1940]]]]
 
La prova di forza di Churchill ebbe successo, grazia anche all'appoggio dei ministri laburisti [[Clement Attlee|Attlee]] e [[Arthur Greenwood|Greenwood]]. Churchill aveva adesso ricompattato il Gabinetto, isolando gli ''appeasers''<ref>{{Cita| John Lukacs| 1990 p. 131}}</ref>. Il [[3 giugno]] l'evacuazione da [[Dunkerque]] fu completata, portando a termine il salvataggio di oltre 300.000 soldati britannici e francesi<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 301}}</ref>. Il giorno seguente pronunciò alla Camera uno dei suoi discorsi più celebri:
 
{{citazione|Anche se un gran numero di antichi e famosi Paesi sono caduti o possono cadere nelle grinfie della [[Gestapo]] e di tutto l'odioso apparato del dominio nazista, noi non capitoleremo. Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell'aria, difenderemo la nostra isola, qualunque possa essere il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d'atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai. E anche se, cosa che non voglio credere neanche per un momento, l'isola o gran parte di essa fosse soggiogata e affamata, il nostro [[Impero britannico|Impero]] al di là dei mari, armato e sorvegliato dalla [[Royal Navy|flotta britannica]], porterebbe avanti la lotta finché, quando sarà il momento, il Nuovo Mondo, con tutto il suo potere e la sua forza, si farà avanti per la salvezza e la liberazione del vecchio<ref>{{en}}https://www.winstonchurchill.org/resources/speeches/1940-the-finest-hour/we-shall-fight-on-the-beaches/</ref>|Winston Churchill alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], [[3 giugno]] [[1940]]}}
 
Il [[10 giugno]], Churchill si incontrò nuovamente con i comandi francesi, per incitarli alla resistenza a oltranza in [[Bretagna]]; "''È possibile che i nazisti dominino l'Europa, ma sarà un'Europa in rivolta''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 302}}</ref>. Quando seppe che i francesi stavano evacuando [[Parigi]] urlò "''All'inferno!''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 302}}</ref>. Il presidente del Consiglio [[Paul Reynaud]] e [[Charles de Gaulle]] erano con Churchill, ma [[Maxime Weygand|Weygand]] e [[Philippe Pétain|Pétain]] "''senile, passivo e disfattista''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 300}}</ref> volevano negoziare la resa. Il ministro dell'Interno francese [[Georges Mandel]] definì Churchill "''L'energia e la sfida in persona. L'unico raggio di sole sul suolo francese''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| pp. 303-304}}</ref>. Un'ultima volta Churchill esortò Reynaud: "''Non cedete al nemico! Continuate a combattere!''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 304}}</ref>, ma il [[16 giugno]] la Francia capitolò.
 
==== Relazioni con la Francia ====
 
Dopo l'armistizio, il governo della [[Francia]] venne assunto dal maresciallo [[Philippe Pétain|Pétain]]. Questi, assunti i pieni poteri, concluse l'armistizio e divenne successivamente capo del [[Governo di Vichy|regime collaborazionista di Vichy]]. Churchill sostenne immediatamente il generale [[Charles de Gaulle|de Gaulle]] il quale, dalle stazioni londinesi della [[BBC]], lanciò il famoso [[Appello del 18 giugno]]:
 
{{citazione|Qualunque cosa accada, la fiamma della resistenza francese non si dovrà spegnere e non si spegnerà<ref>{{fr}}Testo ufficiale dell'Appello così come riportato sul sito della Fondation Charles de Gaulle, vedi Fondation Charles de Gaulle, Appel du 18 juin 1940</ref>|[[Charles de Gaulle]], [[18 giugno]] [[1940]]}}
 
Il punto più basso dei rapporti tra i due Paesi fu toccato pochi giorni dopo l'armistizio, quando Churchill ordinò alla flotta britannica di impedire che la flotta francese cadesse in mano tedesca. In particolare, il grosso della flotta francese nel Mediterraneo si trovava a [[Mers-el-Kébir]], in [[Algeria]]. Furono inviati a parlamentare lord Lloyd e l'ammiraglio [[Thomas Phillips]], ponendo ai francesi l'alternativa tra la smobilitazione della flotta o l'affondamento. Dopo che i francesi rifiutarono, su ordine di Churchill, l'ammiraglio [[James Somerville]] aprì il fuoco, affondando un incrociatore e arenandone un altro. 1.200 marinai francesi persero la vita. Churchill definì la decisione "''La più penosa della mia vita''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 307}}</ref>.
 
[[File:Winston Churchill and General Charles de Gaulle walk down the Avenue des Champs-Elysee duirng the French Armistice Day parade in Paris, 11 November 1944. BU1292.jpg|thumb|right|260px|Churchill a [[Parigi]] accanto a de Gaulle durante le celebrazioni per la liberazione della Francia, [[1944]]]]
 
Le relazioni tra Churchill e de Gaulle, sebbene tempestose a causa del forte carattere di entrambi, furono sempre improntate a una sostanziale stima reciproca. Churchill era sempre stato un accanito [[francofilia|francofilo]], grande ammiratore di [[Napoleone]], e nel [[1940]] definì de Gaulle "''Il [[Connestabile di Francia]]''"<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 168}}</ref>. De Gaulle, nelle sue memorie definì Churchill "''Un grande''" e aggiunse "''Io, naufrago sbarcato nella desolazione sulle coste d'Inghilterra, che avrei potuto fare senza il suo aiuto?''"<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 169}}</ref>. Nel [[1940]] Churchill, insieme a [[Jean Monnet]], aveva proposto un progetto di [[Unione franco-britannica]] per contrastare la Germania. La proposta, accettata da de Gaulle ma rifiutata da tutto il governo francese, non ebbe seguito<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 pp. 169-170}}</ref>. Scrive [[John Lukacs]]:
 
{{citazione|Churchill comprendeva de Gaulle e lo rispettava.; per quanto riguardava le loro concezioni della storia (e anche della natura umana), Churchill e de Gaulle, due leader nazionali di destra, avevano molto più in comune di Churchill e Roosevelt. [...] Nel [[1940]], i più sinceri oppositori dell'hitlerismo non furono uomini della sinistra, ma della destra: Churchill e de Gaulle<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' pp. 168-169</ref>|[[John Lukacs]]}}
 
Il ruolo di Churchill fu poi cruciale nel sostenere, contro le resistenze soprattutto americane, il ruolo della [[Francia]] di de Gaulle tra i vincitori della guerra. Fu Churchill a imporre la presenza francese tra i vincitori alla [[Conferenza di Jalta]] e un seggio permanente al [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] (che tuttora conserva)<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 170}}</ref>. Questo anche allo scopo di avere a fianco della Gran Bretagna un'altra potenza coloniale europea, per bilanciare le superpotenze (entrambe, per motivi diversi, anticoloniali) di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Unione Sovietica]]<ref>{{Cita| G. Quagliariello| ''De Gaulle'' 2012 p. 109}}</ref>. Accanto al calcolo politico vi era però anche un sincero sentimento d'affetto per la Francia e il suo popolo, che Churchill coltivò sempre, anche contro un establishment britannico tradizionalmente [[Francofobia|francofobo]]<ref>{{Cita|Ian Kershaw| 2005 p.347}}</ref>. Ancora Lukacs afferma:
 
{{citazione|Churchill amò la Francia e il suo popolo per tutta la vita. È evidente non solo dai grandi gesti generosi del [[1940]] (con quell'inimitabile trasmissione radio ai francesi nel mese di ottobre "''Dieu protège la France!''") ma da come egli lottò a favore della Francia e di de Gaulle cinque anni dopo a Yalta [...] Tutto questo per Churchill fu più che una scelta politica. Egli apparteneva a una generazione di inglesi aristocratici e patrizi che, giunta alla maturità nel [[Età edoardiana|periodo edoardiano]], fu, di tutte le generazioni britanniche, quella che meglio conobbe la storia politica del continente, e la più profondamente in sintonia con le bellezze e le raffinatezze della cultura e della civiltà francesi<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 170</ref>|John Lukacs}}
 
Quando Churchill morì, nel [[1965]] de Gaulle scrisse alla figlia [[Mary Soames|Mary]]:
 
{{citazione|Nella grande tempesta fu il più grande<ref>{{fr}} cit. in A. Spinosa, ''Churchill'', 2002</ref>|[[Charles de Gaulle]] su Churchill, 1965}}
 
===== Crisi siriana del 1945 =====
 
Dopo la vittoria in [[Europa]], si ebbe uno scontro tra Gran Bretagna e Francia riguardante il mandato francese in [[Siria]] e [[Libano]] che degenerò rapidamente in un grave incidente diplomatico<ref name="Masson">Masson, Philippe (1966) Purnell's History of the Second World War: No. 119. "''France's Retreat from Empire''"</ref>. Nel maggio de Gaulle ordinò il rafforzamento del contingente francese in [[Siria]], provocando lo sdegno dei nazionalisti<ref name="Masson"/>. Il [[20 maggio]], le truppe francesi aprirono il fuoco sui dimostranti a [[Damasco]] facendo anche uso di bombardieri<ref name="Times">''The Times'' 20 giugno 1945</ref>. Il [[31 maggio]], quando il numero dei morti era salito a oltre mille, Churchill intervenne e inviò a de Gaulle un ultimatum che recitava: "''Per evitare uno scontro tra le truppe britanniche e francesi, vi chiedo di ordinare immediatamente alle truppe francesi di cessare il fuoco e di ritirarsi nei loro alloggiamenti''"<ref name="Fenby">Fenby, Jonathan. ''The General: Charles de Gaulle and The France He Saved'' (2010), pp. 42–47</ref>. L'intimazione venne ignorata e Churchill ordinò alle truppe britanniche di stanza in [[Giordania]], comandate dal generale [[Bernard Paget]] di entrare in Siria. L'invasione ebbe successo e i britannici tagliarono le linee di comunicazione tra il generale francese Fernand Oliva-Roget e il comando a [[Beirut]]; soverchiati nel numero, i francesi si ritirarono e furono scortati alle loro basi sulla costa dai britannici. L'episodio scatenò una furiosa reazione diplomatica francese e un'incrinatura dei rapporti personali tra de Gaulle e Churchill<ref name="Times"/>.
 
In gennaio Churchill aveva detto ai colleghi che de Gaulle era "''Il più grande pericolo per la pace e per la Gran Bretagna. Dopo cinque anni, sono convinto che è il peggior nemico della Francia nei suoi guai. È uno dei più grandi pericoli per la pace europea. Sono sicuro che nel lungo periodo nessun accordo potrà essere raggiunto con il generale de Gaulle''"<ref name="Fenby"/>. Di contro, de Gaulle accusò Churchill di aver istigato la rivolta per sottrarre la Siria alla Francia<ref name="Masson"/>.
 
==== Relazioni con gli Stati Uniti ====
 
[[File:Churchill and Roosevelt 1943.jpg|thumb|right|200px|Churchill e Roosevelt a pesca a [[Camp David]] nel [[1943]]]]
[[File:Eleanor Roosevelt and Mrs. Winston Churchill at Quebec, Canada for conference - NARA - 197181.jpg|thumb|left|200px|Eleanor Roosevelt (a sinistra) con la moglie di Churchill, [[Clementine Hozier|Clementine]], nel [[1943]]]]
 
L'amicizia personale tra Churchill e il presidente americano [[Franklin Delano Roosevelt]] fu decisiva per le sorti della guerra<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 55}}</ref>, nonostante la moglie del Presidente, [[Eleanor Roosevelt|Eleanor]], che aveva molta influenza sul marito, non avesse troppa simpatia per Churchill, da lei giudicato troppo reazionario<ref>{{Cita| J. Lukacs| 1990 p. 97}}</ref>. Churchill negli anni precedenti alla guerra aveva dato alterni giudizi sulla politica americana. Generalmente la sua simpatia andava ai [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]], perché all'interno del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito repubblicano]] si annidavano forti correnti anti-britanniche e isolazioniste<ref name="lukacs66">{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 66}}</ref>. Non a caso definì il presidente repubblicano [[Calvin Coolidge]] "''un tanghero del [[New England]]''"<ref name="lukacs66"/> ed [[Herbert Hoover]], altro repubblicano addirittura "''un figlio di puttana''"<ref name="lukacs66"/>.
Churchill e Roosevelt si erano incontrati una prima volta nel [[1919]] quando Roosevelt era viceministro della Marina<ref name="lukacs66"/>. Già a a partire dal [[1940]], Roosevelt, nonostante la neutralità formale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], cominciò a scambiare corrispondenza con Churchill<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 55}}</ref>. Quest'ultimo e il presidente condividevano, dal punto di vista strategico, l'approccio [[Talassocrazia|talassocratico]] alla potenza. Non a caso, Churchill mise subito in guardia Roosevelt, nel momento più cupo del conflitto, che in caso di resa la [[Royal Navy|flotta britannica]] avrebbe potuto passare sotto controllo tedesco, alterando così in maniera decisiva gli equilibri navali e mettendo a rischio la sicurezza americana<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 56}}</ref>. In sostanza, l'aiuto americano alla Gran Bretagna, fondamentale per sostenerne lo sforzo bellico, fu reso possibile dalla convinzione di Roosevelt e del suo entourage (importante fu anche il ruolo del diplomatico [[Averell Harriman]]), che sostenere la Gran Bretagna e, in seguito, scendere in campo direttamente per sconfiggere le ambizioni egemoniche naziste, fosse essenziale per garantire la sicurezza internazionale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 pp. 56-57}}</ref>. Churchill fu molto abile a sostenere queste convinzioni, ottenendo così l'imprescindibile sostegno americano.
 
Il [[26 dicembre]] [[1941]], poco dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti, Churchill tenne un discorso alle Camere riunite del [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]], nel quale rimarcò le sue origini americane:
 
{{citazione|Vorrei che mia madre, della quale conservo preziosa memoria, fosse qui per vedere. Non posso fare a meno di pensare che se mio padre fosse stato americano e mia madre inglese, invece del contrario, ora potrei stare qui per mio conto<ref>{{en}}http://www.ibiblio.org/pha/policy/1941/411226a.html</ref>|Winston Churchill al [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]], [[26 dicembre]] [[1941]]}}
 
[[File:Winston Churchill Address the US Congress.PNG|thumb|left|260px|Churchill parla al [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]], [[1941]]]]
 
Nel [[1940]] Churchill aveva dato incarico al Ministro per la guerra economica [[Hugh Dalton]] di organizzare gli [[Special Operations Executive]], programma di addestramento dei membri della [[Resistenza (politica)|Resistenza europea]] nei paesi occupati dai nazisti<ref name="Allan">Allan, Stuart (2007). ''Commando Country''</ref>. Una delle operazioni di maggior successo del SOE fu l'uccisione del capo della [[Gestapo]] [[Reinhard Heydrich]] ("''il boia di Praga''") da parte di partigiani cecoslovacchi. Anche l'istituzione dei [[British Commandos|Commandos]], antenati delle odierne [[Forze speciali]]<ref name="Allan"/> fu un'iniziativa di Churchill<ref name="Allan"/>.
Fino al [[1943]] Churchill dettò di fatto la strategia alleata. Dalla [[Lend-Lease|Legge affitti e prestiti]] alla sottoscrizione della [[Carta Atlantica]] nel [[1941]], alla linea detta ''[[Germany first]]'', concordata alla [[Conferenza Arcadia]], volta a dare appunto la priorità strategica alla sconfitta tedesca, fino all'[[Operazione Husky]] e all'apertura del fronte italiano ([[1943]]), fu Churchill a imporre agli americani la condotta bellica<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 59}}</ref>. In seguito, a partire soprattutto dalla [[Conferenza di Teheran]], divenne chiaro che la Gran Bretagna era diventata socia di minoranza dell'alleanza, dovendo accodarsi alle decisioni americane<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 59}}</ref>. Alla [[Seconda Conferenza di Quebec]] Churchill riuscì a ottenere un modifica in senso meno duro delle clausole del [[Piano Morgenthau]]<ref>{{Cita|Beschloss, Michael R.| ''The Conquerors'' (2002), p. 131}}</ref>.
 
[[File:Teheran conference-1943.jpg|thumb|right|200px|Churchill con Roosevelt e [[Stalin]] alla [[Conferenza di Teheran]] nel [[1943]]]]
 
Fu a questo punto che emersero le divergenze principali tra Roosevelt e Churchill, sopratutto riguardo all'[[Unione Sovietica]]. Churchill avrebbe voluto un approccio molto più assertivo degli occidentali verso [[Stalin]], soprattutto per tutelare l'indipendenza di nazioni come la [[Polonia]], il cui governo in esilio si trovava a [[Londra]]<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 pp. 59-60}}</ref>. Roosevelt invece, e come lui [[Dwight Eisenhower|Eisenhower]], non avevano interesse nell'[[Europa]] orientale, ritenevano che l'opinione pubblica americana non avrebbe accettato la permanenza in Europa di forti contingenti militari dopo la fine della guerra<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 60}}</ref>. In sostanza, fu paradossalmente Churchill a farsi assertore di un ruolo imperiale degli Stati Uniti che la classe dirigente americana fece proprio solo con l'avvento di [[Harry Truman]]. Churchill definì Truman "''Il tipo di leader di cui il mondo ha bisogno in questo momento''"<ref>{{Cita| Roy Jenkins| 2001 p. 849}}</ref>.
 
Churchill fu sempre un assertore convinto del ruolo guida che le potenze anglosassoni avrebbero dovuto svolgere nell'ordine mondiale post-bellico. Come scrisse a Roosevelt già nel [[1940]]: "''Se vinceremo la guerra, dovremo assumerci la grave responsabilità di un nuovo ordine mondiale''"<ref>{{Cita| J. Lukacs| 2002 p. 57}}</ref>. L'idea trovò compiuta formulazione in un discorso che Churchill tenne all'[[Università di Harvard]] nel [[1943]], nel quale pose l'accento sull'importanza della lingua come elemento di unione tra i popoli di lingua inglese e come fattore egemonico:
 
{{citazione|Non potrebbe anche essere di vantaggio per molte razze e un aiuto per costruire nuove strutture per il mantenimento della pace? Questo offre molti vantaggi rispetto al conquistare terre o province da altri popoli [...] Gli imperi del futuro saranno gli imperi della mente<ref>{{en}} cit. in R. Koeneke "''Empires of the Mind: I. A. Richards and Basic English in China, 1929-1979''" 2004 p. 187</ref>|Winston Churchill all'[[Università di Harvard]] [[1943]]}}
 
Churchill era consapevole che l'ascesa degli Stati Uniti avrebbe significato il declino degli imperi coloniali europei. Tuttavia era sua convinzione, derivatagli anche dalle origini familiari, che i legami culturali ed etnici fra i popoli anglofoni fossero talmente stretti da consentire un passaggio indolore della potenza imperiale da [[Londra]] a [[Washington]]<ref>{{Cita| G. Galli| 2011 p. 208}}</ref>. Nel discorso di Harvard Churchill prefigurò l'essenza dell'Impero americano, erede di quello britannico, incentrata sul "''[[Soft power]]''" linguistico e sulla [[globalizzazione]] degli scambi, cinquant'anni prima che questa si realizzasse.
 
==== Relazioni con L'Unione Sovietica ====
[[File:Churchill stalin 1942.jpg|thumb|right|260px|Da sinistra: Churchill, [[Averell Harriman]], Stalin e [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjaceslav Molotov]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel [[1942]]]]
 
Quando Hitler [[Operazione Barbarossa|invase l'Unione Sovietica]], Winston Churchill, veemente anti-comunista, affermò che "''se Hitler avesse invaso l'inferno, farei almeno un riferimento favorevole al diavolo alla Camera dei Comuni''", facendo riferimento alla sua politica nei confronti di Stalin. Presto, rifornimenti e carri armati britannici furono inviati per aiutare l'[[Unione Sovietica]].
 
La decisione di Churchill di sostenere l'[[Unione Sovietica]] aggredita dalla Germania nazista, nonostante il suo noto anticomunismo, deriva da varie ragioni. Innanzitutto dalla necessità tattica di evitare che la Russia con le sue risorse cadesse in mano tedesca: ciò avrebbe compromesso definitivamente le sorti della guerra. Churchill era consapevole che se Hitler avesse aperto il secondo fronte ad Est avrebbe segnato l'inizio della sua fine, come era già accaduto a Napoleone<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 32</ref>. Allo stesso modo in cui [[Robert Stewart, II marchese di Londonderry|Lord Castlereagh]], suo antenato, aveva sostenuto la [[Impero russo|Russia zarista]] in guerra contro la [[Primo Impero francese|Francia napoleonica]], Churchill sostenne la Russia sovietica in guerra contro la Germania nazista. Vi era però anche un'altra ragione, derivata dal rapporto personale tra Churchill e [[Stalin]]: Churchill considerava Stalin non un ideologo rivoluzionario (come [[Lev Trockij|Trockij]], da lui disprezzato sin dagli [[Anni 1920|anni '20]]), ma un leader nazionale russo, che durante la frequentazione negli anni della guerra imparò ad apprezzare, se non altro per la leadership dimostrata durante il conflitto, un apprezzamento personale che non svanì nemmeno durante gli anni della [[Guerra fredda]]<ref name="Lukacs32">John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 pp. 32-33</ref>. Churchill non cessò mai di osteggiare l'ideologia comunista; nondimeno, stimò in Stalin il patriota e lo statista. Curiosamente, la valutazione data da Churchill di Stalin coincideva alla perfezione con quella data da [[Adolf Hitler|Hitler]]. Questa valutazione cominciò a palesarsi già nel [[1939]], quando disse a [[Neville Chamberlain]]:
 
{{citazione|Non so farvi una previsione sul comportamento della Russia. La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma. Ma forse una chiave c'è: la chiave è l'interesse nazionale russo<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 32</ref>|Winston Churchill a [[Neville Chamberlain]], [[1939]]}}
 
[[File:Robert Stewart - Lawrence 1817.jpg|thumb|right|150px|Lord Castlereagh, antenato di Churchill, aveva guidato la [[Sesta coalizione|coalizione antinapoleonica]] che condusse alla sconfitta della Francia nel [[1814]]]]
 
Churchill, grazie alla sua profonda conoscenza della storia europea, in parte dovuta al fatto che tale storia spesso aveva coinciso con quella della sua stessa famiglia<ref group="Nota">Si pensi al ruolo cruciale giocato dal [[John Churchill, I duca di Marlborough|duca di Marlborough]] nella [[Guerra di successione spagnola]] o a [[Robert Stewart, II marchese di Londonderry|Lord Castlereagh]] nelle [[Guerre napoleoniche]] e al [[Congresso di Vienna]]</ref>, aveva ben presenti le costrizioni geopolitiche che imponevano agli Stati determinati atteggiamenti strategici. Sapeva che gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] non avrebbero potuto accettare il dominio tedesco sulla massa [[Eurasia|eurasiatica]], che avrebbe potuto porre un pericolo alla libertà dei mari e dunque alla sicurezza del continente americano<ref name="Lukacs32"/>. Allo stesso modo, sapeva che le ambizioni egemoniche tedesche sull'[[Europa orientale]] avrebbero reso inevitabile lo scontro tra URSS e Germania, nonostante la momentanea alleanza tattica, portando la seconda alla sconfitta<ref name="Lukacs32"/>. La scelta decisiva di non cedere nel [[1940]], nonostante l'apparente isolamento della [[Gran Bretagna]], si basava anche sulla previsione di uno sviluppo degli eventi bellici che, sul medio-lungo periodo, avrebbe favorito il [[Regno Unito]]<ref>Cfr. John Lukacs ''Churchill'' 2002 pp. 53-68</ref>. Commenta [[John Lukacs]]:
 
{{citazione|Churchill vedeva chiaramente quale fosse la scelta: o un'Europa tutta dominata da Hitler o, nella peggiore delle ipotesi, la metà orientale dell'Europa dominata dall'Unione Sovietica; e metà dell'Europa era meglio di niente.<ref>{{en}} John Lukacs, ''Il duello'' 1990 p. 271</ref>|}}
 
Dopo che l'invasione nazista cominciò Stalin, che aveva costantemente ignorato gli avvertimenti provenienti dallo stesso Churchill circa l'imminenza dell'attacco, cominciò a richiedere sempre più insistentemente l'aiuto britannico<ref name="Lukacs36">John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 36</ref>. Immediatamente Churchill e Stalin decisero l'[[Invasione anglo-sovietica dell'Iran]] nel [[1941]], allo scopo di neutralizzare il governo filotedesco dello [[Scià]] [[Reza Pahlavi]]<ref name="Lukacs36"/>. Nel dicembre, una settimana dopo [[Attacco di Pearl Harbor|Pearl Harbor]], Churchill inviò [[Anthony Eden]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]], dove Stalin volle imporre ai britannici di riconoscere le annessioni sovietiche intervenute in seguito al [[Patto Molotov-Ribbentrop]] (cioè [[Stati baltici]] e [[Polonia]] orientale)<ref name="Lukacs36"/>. Eden evitò impegni scritti, ma erano ormai chiari gli obiettivi di guerra sovietici. Churchill disse al capo del governo polacco in esilio [[Władysław Sikorski]]:
 
{{citazione|La Russia è l'unica nazione che abbia combattuto i tedeschi con successo [...] Se la Russia venisse a patti con il [[Terzo Reich|Reich]], tutto sarebbe perduto. Questo non deve accadere<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 36</ref>|Winston Churchill a [[Władysław Sikorski]], [[1941]]}}
 
[[File:Winston Churchill with British and Soviet representatives, including Anthony Eden and Vyacheslav Molotov, in London following the signing of the Anglo-Soviet Treaty on 26 May 1942. CH5712.jpg|thumb|left|260px| Churchill con Molotov (dietro di loro [[Anthony Eden]]) a [[Londra]] dopo la firma del Patto anglo-sovietico del [[1942]]]]
 
Churchill e Stalin ebbero due incontri a due a due, nel [[1942]] e nel [[1944]]. Nel primo, Churchill riuscì con successo a difendere la sua decisione di non aprire un secondo fronte in quell'anno (era riuscito a persuadere a fatica anche Roosevelt e [[George Marshall]] di questa decisione, ritenendo che un'operazione di sbarco sulle coste francesi nel [[1942]] avrebbe avuto esito disastroso). Stalin restò impressionato dalla determinazione di Churchill e quest'ultimo fu allo stesso tempo colpito dalla tempra del leader sovietico<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' pp. 38-39</ref>. Nel corso dell'anno seguente, quando le ambizioni egemoniche russe sull'[[Europa orientale]] divennero evidenti, il rapporto cominciò a deteriorarsi, anche in concomitanza con il ruolo sempre più preponderante assunto dagli Stati Uniti sulla Gran Bretagna. E l'atteggiamento di Roosevelt verso Stalin si dimostrò più accomodante di quello di Churchill<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 39</ref>. Quest'ultimo si batté soprattutto sul tema polacco, dato anche il gran numero di volontari di quel Paese che avevano trovato rifugio nel [[Regno Unito]] e combattevano negli eserciti dell'[[Impero britannico|impero]]. Churchill pensò allora di offrire a Stalin un patto sulla [[Polonia]]: accettazione da parte di quest'ultima del confine segnato dalla [[Linea Curzon]] (che avrebbe significato la cessione di oltre due quinti del territorio della Polonia prebellica, ma abitato per la maggioranza da russi e non da polacchi), in cambio del riconoscimento sovietico del governo polacco in esilio. Inoltre, il territorio perduto dalla Polonia sarebbe stato compensato dall'acquisizione di territorio tedesco. Tuttavia varie circostanze fecero fallire il piano di Churchill: l'intransigenza polacca, che non voleva accettare la [[Linea Curzon]], il mancato sostegno americano e l'avanzata dei sovietici in Polonia, che dava a [[Stalin]] un vantaggio decisivo<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 42</ref>. Nel [[1943]] i servizi segreti britannici, su ordine di Churchill, passarono ai sovietici i piani tedeschi dell'[[Operazione Cittadella]], decifrati a [[Bletchley Park]]<ref name="Cross">{{Cita| R. Cross| ''The Battle of Kursk: Operation Citadel 1943'' 2002 p. 102}}</ref>; questo diede ai russi un vantaggio fondamentale che consentì di prevenire e sconfiggere il nemico alla [[Battaglia di Kursk]], nel corso della quale la gran parte delle forze corazzate tedesche vennero annientate<ref name="Cross"/>.
 
Nel [[1944]] Churchill e Stalin ebbero dieci giorni di colloqui a Mosca nei quali fu deciso il futuro dell'[[Europa orientale]]. In questo contesto si situa il famoso "''[[Patto delle percentuali]]''". Churchill raccontò l'episodio nelle sue memorie:
 
{{citazione|Avevo scritto su un mezzo foglio di carta le seguenti percentuali: "''[[Romania]]: [[Russia]] 90%. [[Grecia]]: [[Gran Bretagna]]-[[Stati Uniti d'America|Usa]] 90%. [[Iugoslavia]]: 50-50. [[Ungheria]]: 50-50. [[Bulgaria]]: [[Russia]] 75%''". Stalin prese la matita blu che era solito usare e vergò sulla carta un grosso "visto". D'accordo! Alla fine io dissi: "''Non potrebbe apparire alquanto cinico, se sembrasse che abbiamo disposto di queste questioni, così vitali per milioni di persone, con tanta disinvoltura? Bruciamo il foglio''". "''No''" mi rispose Stalin "''lo conservi''"<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 32</ref>|}}
 
[[File:Yalta summit 1945 with Churchill, Roosevelt, Stalin.jpg|thumb|right|260px|I "Tre grandi" alla Conferenza di Yalta, [[1945]]]]
 
Il "patto", aveva essenzialmente lo scopo di dare mano libera alla [[Gran Bretagna]] per liquidare le forze comuniste della resistenza greca che avevano già cominciato a [[Guerra civile greca|scontrarsi con le formazioni liberali e monarchiche]] per instaurare un regime comunista nel Paese. Churchill inviò immediatamente un contingente britannico dall'Italia e a [[Natale]] del [[1944]] volò ad [[Atene]]. Definì i comunisti greci [[Trotskismo|trotskisti]], per rimarcare la loro distanza da [[Stalin]], e questi tenne scrupolosamente fede al patto con Churchill negando qualsiasi assistenza ai comunisti greci<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 45</ref>. Nel [[1944]] in un discorso alla Camera dei Comuni si pronunciò in favore dell'espulsione e trasferimento di popolazione tedesca dai territori slavi ([[Polonia]] e [[Cecoslovacchia]]) verso la Germania: "''L'espulsione è il metodo che, nella misura in cui siamo stati in grado di vedere, sarà il più soddisfacente e duraturo, non ci sarà alcuna mescolanza di popolazioni a causare guai infiniti. Non sono allarmato da questi trasferimenti, che sono più fattibili nelle condizioni moderne''"<ref>http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3528506.stm</ref><ref>De Zayas, Alfred M. (1979) ''Nemesis at Potsdam: The Anglo-Americans and the Expulsion of the Germans'', Routledge; Capitolo I, p. 1 Churchill, ''Parliamentary Debates'', House of Commons, Vol. 406, col. 1484</ref>. Sempre nell'ottica del nuovo ordine mondiale post-bellico, Churchill si fece fautore, anche contro le resistenze del suo Gabinetto, di una [[Turchia]] forte e indipendente, che potesse svolgere un ruolo di contenimento anti-sovietico. A questo scopo Churchill si incontrò nel [[1943]], di ritorno dalla [[Conferenza di Casablanca]], con il presidente turco [[İsmet İnönü]] ad [[Adana]]<ref name="Tamkin">N. Tamkin ''Britain, Turkey and the Soviet Union, 1940–45'' 2009 p. 86</ref>, riuscendo a convincerlo a mantenere una posizione di benevola neutralità della [[Turchia]] verso gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]<ref name="Tamkin"/>.
 
[[File:Churchill and İnönü.jpg|thumb|left|200px|Churchill con il presidente turco [[İsmet İnönü]] ad [[Adana]] nel [[1943]]]]
 
Con l'approssimarsi della fine del conflitto, l'assetto deciso da Churchill e Stalin a Mosca divenne la base sulla quale venne discussa la [[Conferenza di Jalta]]. Senza l'appoggio americano, Churchill non riuscì a evitare che in [[Polonia]] venisse instaurato un regime filosovietico, ma con il "patto delle percentuali" era riuscito a evitare che questo avvenisse anche in [[Grecia]]. Le truppe britanniche stavano penetrando in Germania più velocemente dei russi. Avrebbero potuto raggiungere [[Praga]] o [[Berlino]] prima dei sovietici ma, nonostante le insistenze di Churchill (e anche del generale americano [[George Smith Patton|George Patton]]) [[Dwight Eisenhower|Eisenhower]] informò Stalin che gli eserciti alleati non sarebbero avanzati in quella direzione<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 49</ref>. Una delle conclusioni della Conferenza di Yalta fu che gli alleati avrebbero [[Operazione Keelhaul|restituito tutti i cittadini sovietici che si trovavano nella zona alleata all'Unione Sovietica]]. Ciò riguardò immediatamente i [[Crimini nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|prigionieri di guerra sovietici liberati dagli Alleati]], ma fu esteso anche a tutti i rifugiati dell'Est europeo<ref>A Footnote to Yalta Archived 16 May 2008 at the Wayback Machine. by Jeremy Murray-Brown, Documentary at Boston University</ref>.
 
Alla fine del conflitto Churchill, ormai settantenne, era indebolito fisicamente e psicologicamente<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 46</ref>. Rimase comunque suo obiettivo prioritario mantenere l'unità dell'alleanza fino alla sconfitta definitiva della [[Germania nazista]]. Intuì che gli abboccamenti fatti dai comandanti nazisti in [[Italia]] erano l'estremo tentativo di dividere gli alleati<ref name="Lukacs47">John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 47</ref>. Perciò quando nel febbraio del [[1945]] il capo dell'[[Office of Strategic Services|OSS]] [[Allen Dulles]] accettò di parlamentare con il generale delle [[Schutzstaffel|SS]] [[Karl Wolff]] per la [[Operazione Sunrise|resa separata delle truppe naziste in Italia]], Churchill scrisse furibondo a Roosevelt ma ormai questi, moribondo, non aveva più il controllo della situazione<ref name="Lukacs47"/> (sarebbe deceduto il [[12 aprile]]). Quando, pochi giorni prima del suicidio di Hitler, [[Heinrich Himmler]] offrì la resa incondizionata della Germania ai soli occidentali, Churchill si oppose: la resa doveva comprendere tutti gli alleati, inclusa l'URSS. Quando lo seppe, Stalin telegrafò a Churchill: "''Conoscendola, non dubitavo che avrebbe agito in questo modo''"<ref name="Lukacs47"/>. La resa incondizionata della [[Germania nazista]] giunse infine l'[[8 maggio]] [[1945]].
 
==== Controversie sul bombardamento di Dresda ====
{{Vedi anche|Bombardamento di Dresda}}
 
Tra il 13 e il [[15 febbraio]] [[1945]], bombardieri britannici e statunitensi attaccarono la città tedesca di [[Dresda]], che era affollata di tedeschi feriti e rifugiati<ref>Taylor, Frederick. ''Dresden: Tuesday, 13 February 1945'', New York, NY: Harper Collins pp. 262–64</ref>. Il numero di rifugiati presenti a Dresda era sconosciuto, fino a quando gli storici [[Matthias Neutzner]], [[Götz Bergander]] e [[Frederick Taylor (storico)|Frederick Taylor]] hanno usato fonti storiche e ragionamenti deduttivi per stimare che il numero di rifugiati nella città e nei sobborghi circostanti era di circa 200.000 o meno la prima notte del bombardamenti. A causa dell'importanza culturale della città e del numero di vittime civili (intorno alle 25.000<ref>{{Cita web|url= http://www.dresden.de/media/pdf/presseamt/Erklaerung_Historikerkommission.pdf|titolo= Erklärung der Dresdner Historikerkommission zur Ermittlung der Opferzahlen der Luftangriffe auf die Stadt Dresden am 13./14. Februar 1945|autore= Landeshauptstadt Dresden|data= 1º ottobre 2008|editore= Landeshauptstadt Dresden|accesso=13 febbraio 2010}}</ref>), oltre al fatto che la fine della guerra fosse vicina, questa rimane una delle più controverse azioni alleate della guerra. Dopo l'attacco, Churchill scrisse in un telegramma top-secret di tono critico rispetto all'attacco:
 
{{citazione|Mi sembra che sia giunto il momento in cui la questione del bombardamento delle città tedesche semplicemente per aumentare il terrore, anche se sotto altri pretesti, dovrebbe essere rivista. Sento il bisogno di una concentrazione più precisa su obiettivi militari come petrolio e comunicazioni dietro l'immediata zona di battaglia, piuttosto che su semplici atti di terrore e distruzione, per quanto impressionanti.<ref>{{en}}Citato dopo la devastazione di Dresda dai bombardamenti aerei e la conseguente tempesta di fuoco (Febbraio 1945) in ''Where the Right Went Wrong'' (2004) by Patrick J. Buchanan, p. 119</ref>|Winston Churchill, febbraio [[1945]]}}
 
Riflettendo sul testo, sotto la pressione dei capi di stato maggiore, e in risposta alle opinioni espresse da Sir [[Charles Portal]] (capo di stato maggiore del [[Bomber Command]]) e Sir [[Arthur Harris]] tra gli altri, Churchill ritirò il suo memo e ne scrisse uno nuovo<ref name= "Longmate">Longmate, Norman (1983). "''The Bombers''", Hutchins & Co. p. 352.</ref><ref name="Taylor">Taylor, Frederick (2004). ''Dresden: Tuesday, 13 February 1945'', London: Bloomsbury pp. 432-33</ref>. Questa versione finale del memo completato il 1 aprile 1945, affermava:
 
{{citazione|Mi sembra che sia giunto il momento in cui la questione del cosiddetto "bombardamento di area" delle città tedesche dovrebbe essere rivista dal punto di vista dei nostri interessi. Se prendiamo il controllo di una terra completamente distrutta, ci sarà una grande mancanza di alloggi per noi stessi e per i nostri alleati. Dobbiamo fare in modo che i nostri attacchi non facciano più male a noi stessi a lungo termine di quanto non facciano allo sforzo bellico del nemico<ref name= "Longmate"/><ref name="Taylor"/>|Winston Churchill, febbraio [[1945]]}}
 
In definitiva, la responsabilità da parte britannica dell'attacco fu considerata, almeno in parte, di Churchill, motivo per cui è stato criticato per aver permesso che i bombardamenti si verificassero. Lo storico tedesco [[Jörg Friedrich (storico)|Jörg Friedrich]] afferma che il bombardamento fu un "crimine di guerra" <ref>Harding, Luke (21 October 2003). "''German historian provokes row over war photos''". The Guardian. London, UK. Retrieved 2 January 2013.</ref> e, nel 2006, il filosofo [[Anthony Clifford Grayling|AC Grayling]] mise in dubbio l'intera campagna di bombardamenti strategici della [[Royal Air Force|RAF]], argomentando che sebbene non fosse un crimine di guerra fu un crimine morale che minò la tesi degli alleati secondo cui stavano combattendo una [[Guerra giusta (teologia)|guerra giusta]]<ref>Grayling, A.C. (2006). ''Among the Dead Cities''. New York: Walker Publishing Company Inc. pp. 237–38</ref>.
 
D'altra parte, è stato affermato che il coinvolgimento di Churchill nel bombardamento di Dresda si basava su aspetti strategici e tattici della conduzione della guerra. La distruzione di [[Dresda]], per quanto immensa, fu progettata per accelerare la sconfitta della Germania. Come ha scritto lo storico e giornalista [[Max Hastings]] : "''Credo che sia sbagliato descrivere un bombardamento strategico come un crimine di guerra, perché questo potrebbe suggerire qualche equivalenza morale con le azioni dei nazisti. I bombardamenti hanno rappresentato un sincero, anche se sbagliato, tentativo di provocare la sconfitta militare della Germania''". Lo storico britannico [[Frederick Taylor (storico)|Frederick Taylor]] afferma che "''Tutte le parti hanno bombardato le rispettive città durante la guerra: mezzo milione di cittadini sovietici, ad esempio, sono morti a causa dei bombardamenti tedeschi durante l'invasione e l'occupazione della Russia, il che equivale approssimativamente al numero di cittadini tedeschi morti durante le incursioni alleate''"<ref>Hawley, Charles. "''Dresden Bombing Is To Be Regretted Enormously''", Der Spiegel online, 11 febbraio 2005</ref>. Secondo [[John Lukacs]]: "''Egli'' (Churchill) ''capì anche che saturare di bombe le città tedesche era sì un elemento, ma secondario ai fini del conseguimento della vittoria, non decisivo. Però continuò con i bombardamenti a tappeto sino alla fine, principalmente per evitare gravi perdite alle forze di terra americane e britanniche. E ci riuscì posticipando l'invasione angloamericana dell'Europa occidentale fino al giugno 1944, quando la loro superiorità fu schiacciante. Churchill temeva ancora l'eventualità di una grande e sanguinosa campagna in Europa occidentale, memore della carneficina della [[Prima guerra mondiale]]''"<ref>J. Lukacs ''Il duello'' 1990 p. 268</ref>.
 
==== Fine della guerra ====
[[File:Winston Churchill at a BBC microphone about to broadcast to the nation on the afternoon of VE Day, 8 May 1945. H41843.jpg|thumb|left|200px|Churchill annuncia alla [[BBC]] la vittoria alleata]]
[[File:Churchill waves to crowds.jpg|thumb|right|200px|Churchill saluta la folla che lo acclama a [[Whitehall]] il Giorno della Vittoria, [[8 maggio]] [[1945]]]]
 
Nel giugno [[1944]], le forze alleate [[Operazione Overlord|invasero la Normandia]] e ricacciarono le forze naziste in [[Germania]] lungo un ampio fronte nel corso dell'anno successivo. Dopo essere stato attaccata su tre fronti dagli Alleati, e nonostante momentanee battute d'arresto, come la sfortunata [[Operazione Market Garden]], e gli ultimi, disperati, contrattacchi tedeschi, che culminarono nella [[Battaglia delle Ardenne]], la [[Germania nazista]] fu alla fine sconfitta. Il [[7 maggio]] [[1945]], nella sede dello [[Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force|SHAEF]] a [[Reims]], gli alleati accettarono la resa della Germania. Lo stesso giorno in un notiziario della BBC [[John Snagge]] annunciò che l'8 maggio sarebbe stato il [[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa occidentale)|Giorno della Vittoria in Europa]]<ref>http://www.bbc.co.uk/radio4/history/coming_home/cominghome_archive.shtml</ref>. Quello stesso giorno, Churchill trasmise alla nazione la notizia che la [[Germania]] si era arresa e che un ultimo cessate il fuoco su tutti i fronti in Europa sarebbe entrato in vigore alla mezzanotte e un minuto di quel giorno<ref>http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/may/8/newsid_3580000/3580163.stm</ref>.
 
[[File:SFP 186 - Balkonauftritt der Royals mit Winston Churchill.ogv|thumb|left|150px|Churchill saluta la folla dal balcone di [[Buckingham Palace]] insieme alla [[Famiglia reale britannica|Famiglia reale]], [[8 maggio]] [[1945]]]]
 
Successivamente, Churchill parlò a una folla enorme a [[Whitehall]]: "''Questa è la vostra vittoria!''", disse, ma la folla lo interruppe e urlò di rimando: "''No, è la tua''", e Churchill poi intonò il canto "''[[Land of Hope and Glory]]''" insieme al suo popolo in festa. La sera fece un'altra trasmissione alla nazione affermando che il [[Impero giapponese|Giappone]] avrebbe capitolato nei mesi seguenti. I giapponesi si arresero il [[15 agosto]] [[1945]]. Nell'immediatezza della conclusione della guerra, Churchill non smise di preoccuparsi delle mosse sovietiche. Diede ordine al maresciallo [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]] di raccogliere le armi tedesche e di tenersi pronto ad attaccare i sovietici se questi fossero avanzati oltre le zone di occupazione loro assegnate<ref>Lukacs "''Churchill''" 2002 p. 49</ref>. Churchill diede poi disposizione al [[Chiefs of Staff Committe|Comando Supremo Interforze britannico]] di preparare i piani per un attacco preventivo contro gli ex alleati ([[Operazione Unthinkable]]), per ricacciare i sovietici a Est e liberare [[Polonia]], [[Cecoslovacchia]] e vari Paesi dell'[[Europa orientale]] occupati dai sovietici. Tuttavia il comando britannico rigettò l'idea in quanto militarmente inattuabile (le forze sovietiche erano numericamente molto superiori a quelle occidentali)<ref>Fenton, Bob. "''The secret strategy to launch attack on Red Army''", The Daily Telegraph, Issue 1124 (1 October 1998)</ref>.
 
=== All'opposizione (1945-1951) ===
{{Vedi anche|Winston Churchill dopo la Seconda guerra mondiale (1945-1965)}}
==== Governo transitorio ed elezioni del 1945 ====
[[File:L to R, British Prime Minister Winston Churchill, President Harry S. Truman, and Soviet leader Josef Stalin in the... - NARA - 198958.jpg|thumb|right|200px|Churchill con Truman e Stalin alla [[Conferenza di Potsdam]], luglio [[1945]]]]
 
Con un'elezione generale incombente (non ce n'era stata una da quasi un decennio), e con i Ministri laburisti che si rifiutavano di continuare la coalizione di guerra, Churchill si dimise da Primo Ministro il [[23 maggio]]. Più tardi quel giorno, accettò l'invito del re a formare un nuovo governo, conosciuto ufficialmente come il governo nazionale, come la coalizione dominata dai conservatori degli [[Anni 1930|anni '30]], ma in pratica costituita in prevalenza da ministri Tory. Il governo conteneva conservatori, liberali nazionali e alcuni indipendenti come [[John Anderson, I visconte di Waverley|Sir John Anderson]] e [[Frederick Marquis, I conte di Woolton|Lord Woolton]], ma non i [[Partito Liberale (Regno Unito)|liberali]] ufficiali di [[Archibald Sinclair]]. Sebbene Churchill continuasse a svolgere le funzioni di Primo Ministro, compreso lo scambio di messaggi con l'amministrazione statunitense sull'imminente [[Conferenza di Potsdam]], non fu ufficialmente rinominato fino al [[30 maggio]]<ref>M. Gilbert Vol. VIII pp. 22-23</ref>.
 
[[File:Winston Churchill in Berlin, July 1945 BU8962.jpg|thumb|left|200px|Churchill visita le rovine della [[Nuova Cancelleria del Reich|Cancelleria del Reich]] nel [[1945]]]]
 
Sebbene il giorno fissato per le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1945|elezioni]] fosse il [[5 luglio]], i risultati finali del voto non furono noti fino al [[26 luglio]], a causa della necessità di raccogliere i voti dei numerosi militari britannici all'estero. La moglie di Churchill, [[Clementine Hozier|Clementine]], che insieme a sua figlia [[Mary Soames|Mary]] era stata presente al conteggio dei voti nel collegio elettorale di Churchill nell'Essex (anche se incontrastato dai partiti maggiori, Churchill aveva vinto con una maggioranza molto ridotta contro un candidato indipendente) tornò per incontrare il marito a pranzo. Quando lei disse al marito che la sconfitta poteva essere "''una benedizione mascherata''", Churchill ribatté che "''al momento sembra effettivamente molto mascherata''"<ref name="GilbertVIII">M. Gilbert Vol. VIII p. 57</ref>. Quel pomeriggio il medico personale di Churchill, [[Charles Wilson, I barone Moran|Lord Moran]] (così in seguito annotò nel suo libro ''The Struggle for Survival'') si lamentò con lui della "''ingratitudine''" del popolo britannico, ma Churchill rispose "''Non la chiamerei così. Hanno passato anni terribili''"<ref name="GilbertVIII"/>. Avendo perso le elezioni, nonostante godesse di molto sostegno tra la popolazione britannica, Churchill si dimise da Primo Ministro quella sera, passando il testimone a un governo laburista guidato da [[Clement Attlee]], che stato il suo vice durante la guerra. Sono state date molte spiegazioni per la sconfitta elettorale di Churchill, che all'epoca parve incredibile. Tra queste il fatto che il desiderio di riforma postbellica era diffuso tra la popolazione e che l'uomo che aveva guidato la [[Gran Bretagna]] in guerra non era considerato l'uomo giusto per guidare la nazione in pace<ref>Jenkins pp. 789-794</ref>. Sebbene il partito conservatore fosse impopolare, molti elettori avrebbero voluto che Churchill continuasse a ricoprire l'incarico qualunque fosse stato l'esito delle elezioni, credendo erroneamente che ciò sarebbe stato possibile<ref>M. Gilbert Vol. VIII p. 113</ref>.
 
La mattina del [[27 luglio]] Churchill tenne un'ultima riunione del Gabinetto. Uscendo dalla sala delle riunioni a [[Downing Street]] disse a [[Anthony Eden|Eden]]: "''Trent'anni della mia vita sono passati in questa stanza, non ci sarò mai più seduto, tu lo sarai, ma io no''"<ref group="Nota">[[Martin Gilbert]] ha calcolato che fino al [[1945]] Churchill aveva ricoperto incarichi di governo esattamente per 28 anni e mezzo. Cfr.
Gilbert, p. 110</ref>. Tuttavia, contrariamente alle aspettative, Churchill non cedette la leadership conservatrice ad [[Anthony Eden]], che divenne il suo vice, ma che non era propenso a sfidare il suo mentore. Sarebbe passato un altro decennio prima che Churchill si ritirasse definitivamente dalla scena.
 
==== Leader dell'opposizione ====
[[File:Photograph of Winston Churchill flashing his "V for Victory" sign and President Truman waving outside Blair House in... - NARA - 200108 (cropped2).jpg|thumb|right|250px|Churchill e Truman nel [[1949]]]]
 
Per sei anni Churchill servì come capo dell'opposizione. Durante questi anni Churchill continuò a influenzare gli affari mondiali. Durante il suo viaggio del [[1946]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], tenne il celeberrimo discorso di Fulton sulla [[Cortina di ferro]] e la creazione del [[Blocco orientale]]. Tale discorso, concordato con [[Harry Truman|Truman]], segna convenzionalmente l'avvio della [[Guerra fredda]]. Parlando il [[5 marzo]] [[1946]] al Westminster College di [[Fulton (Missouri)|Fulton]], nel [[Missouri]], tessé dapprincipio un elogio della Russia:
 
{{citazione|Siamo lieti che la [[Russia]] occupi il posto che le compete tra le grandi nazioni del mondo; salutiamo la sua bandiera sui mari e soprattutto auspichiamo contatti costanti, frequenti e crescenti tra il popolo russo e i nostri popoli su entrambe le sponde dell'Atlantico<ref>{{en}}Churchill, ''Winston. "Sinews of Peace (Iron Curtain)''. Churchill Centre</ref>|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]] [[5 marzo]] [[1946]]}}
 
Aggiunse però subito dopo:
 
{{citazione|Da [[Stettino]] nel [[Mar Baltico|Baltico]] a [[Trieste]] nell'[[Mar Adriatico|Adriatico]], una cortina di ferro è scesa in tutto il continente. Dietro quella linea si trovano tutte le capitali degli antichi stati dell'Europa centrale e orientale. [[Varsavia]], [[Berlino]], [[Praga]], [[Vienna]], [[Budapest]], [[Belgrado]], [[Bucarest]] e [[Sofia]], tutte queste famose città e le popolazioni intorno a loro si trovano in quella che io devo chiamare la sfera sovietica<ref>{{en}}Churchill, ''Winston. "Sinews of Peace (Iron Curtain)''. Churchill Centre</ref>|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]] [[5 marzo]] [[1946]]}}
 
Sempre nel discorso di Fulton aveva espresso l'intenzione di non mettere a disposizione delle [[Nazioni Unite]] i segreti atomici del [[Regno Unito]] e degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]: "''Non credo che tutti noi dormiremmo così tranquillamente se le posizioni fossero invertite e qualche stato comunista o neofascista avesse il monopolio di questi temuti ordigni''"<ref>M. Gilbert, ''Churchill'' 2001 p. 411</ref>. Il medico di Churchill, [[Charles Wilson, I barone Moran|Lord Moran]], più tardi (nel suo libro "''The Struggle for Survival''") ricordò che Churchill suggerì già nel [[1946]], l'anno prima di trasmettere l'idea in una nota al presidente Truman, che gli Stati Uniti preparassero un attacco atomico preventivo su [[Mosca (Russia)|Mosca]] mentre l'[[Unione Sovietica]] non possedeva ancora armi nucleari<ref>Maier, Thomas (2014). ''When Lions Roar: The Churchills and the Kennedys''. Crown. pp. 412–13</ref><ref>Kevin Ruane, ''Churchill and the Bomb in War and Cold War'' (2016) p. 156</ref>. Tuttavia, sempre a Fulton, pronunciò parole concilianti verso l'[[Unione Sovietica]]:
 
{{citazione|Abbiamo il potere di preservare il nostro futuro. Non credo che la Russia sovietica voglia la guerra. Ciò che essa vuole sono i frutti della guerra e l'espansione illimitata del suo potere e delle sue dottrine<ref>{{en}}Churchill, ''Winston. "Sinews of Peace (Iron Curtain)''. Churchill Centre</ref>|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]] [[5 marzo]] [[1946]]}}
 
Per questo invocò l'unità delle democrazie occidentali in funzione deterrente. A questo scopo ricordò gli errori compiuti negli [[Anni 1930|anni '30]] davanti ai regimi fascisti:
 
{{citazione|Fino al [[1933]] o anche al [[1935]] si sarebbe potuta salvare la [[Germania]] dal destino terribile che l'ha travolta e a tutti noi sarebbero state risparmiate le miserie che Hitler ha inflitto all'umanità. In tutta la storia non non c'è stata una sola guerra più facile da scongiurare con un'azione tempestiva di quella che ha appena devastato regioni tanto vaste della Terra.<ref>{{en}}Churchill, ''Winston. "Sinews of Peace (Iron Curtain)''. Churchill Centre</ref>|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]] [[5 marzo]] [[1946]]}}
 
Tuttavia il discorso non venne accolto favorevolmente da tutta la stampa occidentale. Anche testate conservatrici come il ''[[The Times|Times]]'' affermarono che democrazie e comunismo avessero "''Molto da imparare l'una dall'altro''"<ref name="gilbert413">M. Gilbert, ''Churchill'' 2001 p. 413</ref> e il ''[[Wall Street Journal]]'' ribadì posizioni isolazioniste: "''gli Stati Uniti non vogliono un'alleanza né altro che somigli a un'alleanza con nessun'altra nazione''"<ref name="gilbert413"/>.
 
[[File:Jawaharlal Nehru with Winston Churchill, London, October 1948.jpg|thumb|left|200px|Churchill con [[Jawaharlal Nehru]] a [[Londra]] nel [[1948]]]]
 
Nel [[1946]] Churchill disse all'ambasciatore irlandese a Londra: "''Ho detto alcune parole in parlamento l'altro giorno sul vostro Paese perché spero ancora in un'[[Irlanda]] unita. Dovete prendervi anche quelli del [[Irlanda del Nord|Nord]], ma senza la forza. Non c'è e non c'è mai stata alcuna animosità nel mio cuore verso il vostro Paese''""<ref>"''Winston Churchill spoke of his hopes for a united Ireland''". The Irish Times. 17 November 2014</ref>.
 
Nel [[1948]] nacque lo Stato di [[Israele]]. Il governo [[Partito Laburista (Regno Unito)|laburista]] non riconobbe immediatamente il nuovo Stato. Nel [[1944]] Churchill aveva espresso giudizi durissimi sulle milizie sioniste dopo che queste avevano assassinato il Commissario britannico [[Walter Guinness, I barone Moyne|Lord Moyne]], suo amico personale. Tuttavia, Churchill criticò la posizione del governo britannico<ref name="Cohen398">M. J. Cohen "''Churchill and the Jews, 1900-1948''" 2013 p. 398</ref> definendo la nascita di [[Israele]] "''Un evento senza precedenti nella storia mondiale''"<ref>M. Gilbert ''Churchill and the Jews'' 2007 p. 290</ref>. Aveva già espresso forte contrarietà al [[Libro bianco (Palestina)|Libro bianco del 1939]]<ref name="Cohen398"/>, che aveva di fatto bloccato l'afflusso di rifugiati ebrei dall'[[Europa]] dopo la [[Grande rivolta araba]]. Nel [[1949]], quando la vittoria israeliana divenne evidente, aumentò le perorazioni affinché il [[Regno Unito]] riconoscesse Israele<ref name="Cohen398"/>. Criticò aspramente la politica del ministro degli Esteri [[Ernest Bevin]]:
 
{{citazione|La politica del ministro degli Esteri è stata la peggiore possibile per gli arabi. Sono sicuro che avremmo potuto accordarci subito dopo la guerra per una partizione molto più favorevole agli arabi<ref>{{en}}M. J. Cohen "''Churchill and the Jews, 1900-1948''" 2013 p. 398</ref>|Winston Churchill, [[1948]]}}
 
Secondo lo storico [[Michael J. Cohen]], Churchill rimase convinto che la linea da seguire fosse il suo Libro bianco del [[1922]], che riteneva conciliasse al meglio le pretese arabe e sioniste<ref name="Cohen399">M. J. Cohen "''Churchill and the Jews, 1900-1948''" p. 399</ref>. Nel [[1946]] aveva sostenuto con forza la necessità dell'assistenza americana alla [[Gran Bretagna]] nella gestione del [[Mandato britannico della Palestina|mandato britannico]], proponendo come alternativa che la Gran Bretagna rimettesse il mandato alle [[Nazioni Unite]]<ref name="Cohen399"/>. La critica di Churchill si imperniava sulla concezione, fatta propria sin dagli [[Anni 1920|anni '20]], che lo sforzo britannico avrebbe dovuto concentrarsi sul mantenimento dei territori storici dell'[[Impero britannico|Impero]], come l'India, piuttosto che disperdere risorse in territori come la [[Palestina]]<ref name="Cohen399"/>. Anche l'impegno in favore della causa [[Sionismo|sionista]], che Churchill rivendicò sempre, almeno fino al [[1946]] fu inteso nel senso limitato del Libro bianco del [[1922]]<ref name="Cohen399"/>. Diversa è la valutazione di [[Martin Gilbert]], il maggior biografo di Churchill: secondo Gilbert infatti le posizioni politiche di Churchill furono sempre dettate da una sincera amicizia per gli ebrei e dall'opposizione verso il pregiudizio [[Antisemitismo|antisemita]], una caratteristica insolita anche in [[Gran Bretagna]] dove l'antisemitismo era molto diffuso<ref>M. Gilbert, "''Churchill and the Jews''" 2008</ref>.
 
In questo contesto si situa anche il suo apprezzamento verso la nuova [[India]] indipendente guidata da [[Jawaharlal Nehru]] (il quale come lui aveva studiato ad [[Harrow School|Harrow]]), che Churchill incoraggiò ad ammettere nel [[Commonwealth delle Nazioni|Commonwealth]]<ref name="Ghose">Sankar Ghose, "''Jawaharlal Nehru, a Biography''", 1993 p. 111</ref>. A dispetto della fama di anti-indiano, Churchill mostrò grande apprezzamento per il nuovo leader, tanto da definirlo "''La luce dell'[[Asia]]''"<ref name="Ghose"/>.
 
===== Unità europea =====
{{citazione|Noi siamo con l'[[Europa]] ma non parte di essa. Siamo collegati, ma non legati a essa. Vi siamo interessati e associati, ma non assorbiti<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 87</ref>|Winston Churchill [[1930]]}}
 
Nel [[1918]], alla fine della [[Prima guerra mondiale]], Churchill dichiarò al Gabinetto:
 
{{citazione|Può darsi che noi abbandoniamo l'Europa, ma l'Europa non abbandonerà noi<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 86</ref>|Winston Churchill [[1918]]}}
 
Nel [[1925]] plaudì al [[Trattato di Locarno]], che segnava la riappacificazione tra [[Francia]] e [[Germania]]<ref name="Lukacs86">Lukacs "Churchill" 2002 p. 86</ref>. L'anno seguente, concludendo le sue monumentali memorie sulla guerra, intitolate "''World Crisis''" scrisse: "''Sarà questa la fine? Non si tratta soltanto di un capitolo di una storia crudele e senza senso? Non accadrà che una nuova generazione sia a sua volta immolata per saldare i funebri conti tra teutonici e galli? Dovranno i nostri figli tornare a gemere su terre devastate? O al contrario, proprio dai fuochi del conflitto nascerà quella riconciliazione tra i tre giganti in lotta che unirà il loro genio, garantendo a ciascuno, con libertà e sicurezza, una parte nella ricostruzione della gloria d'Europa.''"<ref name="Lukacs86"/>.
 
Nell'estate del [[1930]], ispirato dalle idee elaborate dal ministro degli Esteri francese [[Aristide Briand]] e dal suo recente tour negli Stati Uniti nell'autunno del 1929, Churchill scrisse un articolo lamentando l'instabilità causata dall'indipendenza della [[Polonia]] e dalla disintegrazione dell'[[Austria Ungheria]] in stati minori, e si dichiarò in favore degli "Stati Uniti d'Europa", anche se ritenne che la [[Gran Bretagna]] non dovesse farne parte<ref>James 1970, p. 220</ref>. Secondo [[John Lukacs]] Churchill "''si era sempre rammaricato dello smembramento del secondo Impero germanico, l'[[Austria Ungheria]] degli [[Asburgo]]''"<ref>Lukacs, "''Il duello''" 1990 p. 276</ref>. Durante la [[Seconda guerra mondiale]], Churchill appoggiò i piani del principe [[Ottone d'Asburgo-Lorena]] e del conte [[Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi|Coudenhove-Kalergi]] per la costruzione di una federazione danubiana (che sottraesse l'Europa centrale all'egemonia sovietica)<ref>S. Dorril, ''MI6: Inside the Covert World of Her Majesty's Secret Intelligence Service'' 2000 p. 165</ref>. Questo interesse di Churchill verso i Paesi dell'Europa centrale derivava anche dai rapporti di amicizia personale da lui intrattenuti con vari membri dell'aristocrazia austriaca e cecoslovacca, come il principe [[Kinsky|Karl Kinsky]], [[Ernest Cassel]], il barone [[Maurice de Forest]] e Sir [[Henry Strakosch]]<ref>Lukacs, "''Il duello''" p. 37</ref>.
 
[[File:1948-05-09, Winston Churchill at the Europa Congress in The Hague.jpg|thumb|left|260px|Churchill alla [[Congresso dell'Aia (1948)|Conferenza dell'Aia]] del [[1948]]]]
 
Nel [[1935]] il direttore del [[Daily Mail]] [[Harold Harmsworth, I visconte di Rothermere|Lord Rothermere]], amico di Churchill e simpatizzante di Hitler gli mostrò una lettera ricevuta dal dittatore nazista;
 
{{citazione| La reazione di questi (Churchill) fu: "''Se la sua [di Hitler] proposta significa che noi si pervenga a un accomodamento con la Germania per il dominio sull'Europa, ebbene, ritengo che ciò sarebbe contrario a tutta la nostra storia''". ''A tutta la nostra storia''... così il ''tory'' europeista Churchill in contrasto con i conservatori isolazionisti (a ancora prigionieri di una mentalità imperiale)<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 88</ref>|John Lukacs}}
 
La contrarietà di Churchill all'[[Appeasement]] derivò anche dal suo europeismo<ref name="Lukacs90">Lukacs "Churchill" 2002 p. 90</ref>. L'[[11 giugno]] [[1937]] Churchill scrisse: "''Come sono andate le cose in Europa mentre noi badavamo ai fatti nostri? Per quanto mi riguarda non ho mai potuto accantonare l'Europa. Mi resta fissa nella mente''"<ref name="Lukacs90"/>. In proposito, lo storico Robert Rhodes James ha commentato: "(Churchill) ''Aveva combattuto la sua campagna più contro un carattere nazionale che contro un'amministrazione''"<ref name="Lukacs90"/>.
 
Dopo lo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]] le idee su una più stretta unione europea continuarono a circolare, dal [[1942]] in poi, ad opera di uomini politici come il premier belga [[Paul-Henri Spaak]]<ref>Charmley 1995, pp. 107–830</ref>. Già nel marzo [[1943]] un discorso di Churchill sulla ricostruzione postbellica infastidì l'amministrazione statunitense non solo non menzionando la [[Cina]] come una grande potenza, ma proponendo un "Consiglio d'Europa" puramente europeo. [[Harry Hopkins]] trasmise le preoccupazioni del presidente Roosevelt, avvertendo [[Anthony Eden|Eden]] che avrebbe "''dato munizioni gratuite agli isolazionisti'' (statunitensi)" che avrebbero potuto proporre un "Consiglio regionale" americano. Churchill esortò Eden, in occasione di una visita negli Stati Uniti in quel periodo, ad "''ascoltare educatamente''", ma a non dare "''alcun seguito''" alle proposte di Roosevelt affinché gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il [[Regno Unito]], l'[[Unione Sovietica]] e la [[Cina]] di [[Chiang Kai-shek]] agissero insieme per far rispettare la "Sicurezza collettiva globale" accanto agli imperi [[Impero giapponese|giapponese]] e [[Impero coloniale francese|francese]]<ref>Charmley 1995, pp. 65–66</ref>.
 
Dopo la guerra, Churchill pronunciò un famoso discorso a [[Zurigo]] il [[19 settembre]] [[1946]], nel quale sostenne la creazione di "''una specie di Stati Uniti d'Europa''" incentrata su una partnership franco-tedesca, con la Gran Bretagna e il Commonwealth, e forse gli Stati Uniti, come "''amici e sponsor della nuova Europa''":
 
[[File:Churchill and Carlo Sforza in Strasbourg 1950.jpg|thumb|right|260px|Churchill con il ministro degli Esteri italiano [[Carlo Sforza]] a [[Strasburgo]] nel [[1950]]]]
 
{{citazione|Oggi desidero parlarvi della tragedia dell'Europa. Questo nobile continente, che annovera le più belle e più colte regioni della Terra, e gode di un clima temperato e mite, è la casa di tutte le razze genitrici del mondo occidentale. È la fonte della fede e dell'etica cristiana. È l'origine di gran parte della cultura, delle arti, della filosofia e della scienza dei tempi antichi come di quelli moderni. Se un giorno l'Europa fosse unita nel condividere il proprio comune retaggio, non vi sarebbero limiti alla sua prosperità<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 96</ref>|Winston Churchill [[1946]]}}
 
Il ''[[The Times|Times]]'' scrisse che il discorso aveva "''sorpreso il mondo''" con "''proposte oltraggiose''" e avvertì che c'era ancora poco entusiasmo per tale unità, e che sembrava presumibile una divisione permanente tra l'Europa orientale e occidentale, sollecitando dei "''più modesti''" accordi economici. Il discorso di Churchill fu elogiato da [[Leo Amery]] e dal conte [[Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi|Coudenhove-Kalergi]] il quale scrisse che il discorso avrebbe spinto i governi all'azione<ref>Gilbert, pp. 265–66</ref><ref name="Charmley">Charmley 1995, pp. 246–49</ref>.
 
Churchill espresse sentimenti simili in una riunione della [[Primrose League]] all'[[Royal Albert Hall|Albert Hall]] del [[18 maggio]] [[1947]]. Dichiarò "''Facciamo che l'Europa risorga''" ma fu "''assolutamente chiaro''" che "''non permetteremo che nessuna divisione venga tracciata tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti''". I discorsi di Churchill contribuirono a incoraggiare la fondazione del [[Consiglio d'Europa]]<ref name="Charmley"/><ref>Gilbert, p. 321</ref>. Nel [[1948]] Churchill presiedette il [[Congresso dell'Aia (1948)|Congresso dell'Aia]] che riunì i rappresentanti di numerosi Stati europei per discutere i problemi riguardanti l'[[integrazione europea]]. Nell'estate del [[1947]] Churchill partecipò a [[Strasburgo]] alla riunione inaugurale del [[Consiglio d'Europa]]; nel discorso che tenne il [[17 agosto]] invitò il Consiglio a muoversi come "''entità europea''" alle [[Nazioni Unite]], incoraggiando anche il coinvolgimento della nuova [[Germania Ovest|Germania democratica]] nelle istituzioni europee<ref>Gilbert 1991 p. 417</ref>.
 
[[File:Churchill Zurich let europe arise.jpg|thumb|left|200px|Targa commemorativa del Discorso di Zurigo]]
 
Nel giugno del [[1950]] Churchill fu fortemente critico nei confronti del fatto che il governo di [[Clement Attlee|Attlee]] non aveva inviato rappresentanti britannici a [[Parigi]] (per discutere del [[Piano Schuman]] per la creazione della [[Comunità europea del carbone e dell'acciaio]]), dichiarando che "''les absents ont toujours tort ''" e definendo la politica laburista "''un atteggiamento squallido''" il quale "'' metteva a rischio l'equilibrio dell'Europa''", e rischiava il fatto che la [[Germania]] dominasse il nuovo raggruppamento. Si fece promotore di una forma di confederazione mondiale attraverso l'[[ONU]] (sullo sfondo dell'[[Guerra di Corea|invasione comunista della Corea del Sud]]), sottolineando al contempo che la [[Gran Bretagna]] era in una posizione unica per esercitare la leadership attraverso i suoi legami con il [[Commonwealth delle Nazioni|Commonwealth]], gli Stati Uniti e l'Europa<ref>Gilbert, pp. 535–36</ref>. Tuttavia, Churchill era contrario al fatto che la Gran Bretagna si unisse effettivamente a qualche raggruppamento federale<ref>Johnson 2014, pp. 306–10</ref><ref>Jenkins, p. 810 and pp. 819–14</ref>. Nel settembre [[1951]] una dichiarazione dei ministri degli esteri americani, francesi e britannici accolse il [[Piano Schuman]], sottolineando che avrebbe rilanciato la crescita economica e incoraggiato lo sviluppo di una Germania democratica, parte della comunità atlantica<ref>Charmley 1995, p. 249</ref>.
 
Dopo essere tornato primo ministro, Churchill scrisse una nota per il gabinetto il [[29 novembre]] [[1951]]. In essa elencò le priorità della politica estera britannica come l'unità e il consolidamento del Commonwealth, "''associazione fraterna''" del mondo di lingua inglese (cioè il Commonwealth e gli Stati Uniti), quindi in terzo luogo, "''l'Europa unita, alla quale siamo particolarmente legati come amici e alleati''", sottolineando però al contempo la necessità di salvaguardare prima di tutto la sovranità della [[Gran Bretagna]] "''solo nel momento in cui i piani per unire l'Europa prendono una forma federale non possiamo parteciparvi, perché non possiamo subordinare noi stessi o il controllo della politica britannica a delle autorità federali''"<ref>Charmley 1995, pp. 249, 298</ref>.
 
Nel [[1956]], dopo essersi dimesso dalla carica di Primo Ministro, Churchill si recò ad Aquisgrana per ricevere il [[Premio Carlo Magno]] per il suo contributo all'Unità europea<ref>Gilbert, Martin. ''Winston S. Churchill: Never Despair: 1945–1965''. 1988: p. 1197</ref>. Churchill è oggi considerato uno dei "[[Padri fondatori dell'Unione europea]]"<ref>Johnson 2014, p. 304</ref>.
 
Nel luglio [[1962]] il maresciallo [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]] dichiarò alla stampa che l'anziano Churchill, che aveva appena visitato in ospedale dove era stato operato per un'anca rotta, si era opposto alle trattative del primo ministro [[Harold Macmillan|Macmillan]] per l'ingresso della Gran Bretagna nella [[CEE]] (proposta alla quale sarebbe stato posto il veto dal presidente francese, il generale [[Charles de Gaulle|de Gaulle]], nel gennaio successivo). Churchill disse a sua nipote, [[Edwina Sandys|Edwina]] che il comportamento di Montgomery nel divulgare alla stampa una conversazione privata era stato "''mostruoso''"<ref>Gilbert, p. 1337</ref>.
 
=== Secondo mandato ministeriale (1951-1955) ===
==== Ritorno al governo ====
===== Politica domestica =====
[[File:Churchillcabinet1955.png|thumb|left|260px|Il terzo Governo Churchill ([[1955]])]]
 
Dopo le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1951|elezioni generali dell'ottobre 1951]], Churchill divenne di nuovo primo ministro e il suo secondo governo durò fino alle sue dimissioni nell'aprile del [[1955]]. Ricoprì inoltre l'incarico di ministro della Difesa dall'ottobre [[1951]] fino al 1 marzo 1952, quando consegnò il portafoglio al [[Harold Alexander|Feldmaresciallo Alexander]]<ref>Gilbert, p. 711</ref>. Subito entrato in carica, Churchill ridusse nettamente gli stipendi di tutti i componenti del governo (compreso il proprio) e avviò la privatizzazione dell'industria metallurgica, come promesso in campagna elettorale<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 421}}</ref>.
 
Negli affari interni vennero introdotte varie riforme, come il ''Mines and Quarries Act'' del [[1954]] e nello stesso anno il ''Housing Repairs and Rents Act''. La prima misura consolidò la legislazione riguardante l'occupazione di giovani e donne nelle miniere e cave, insieme alla sicurezza, alla salute e al benessere dei minatori. Il secondo provvedimento estese invece l'applicazione della precedenti legislazione edilizia e definì le norme di salubrità degli ambienti domestici<ref>Poverty, inequality and health in Britain, 1800–2000: a reader edited by George Davey Smith, Daniel Dorling, & Mary Shaw, LXXIX</ref>. Furono innalzati anche gli sgravi fiscali <ref>M. Pough ''Speak for Britain!: A New History of the Labour Party'' 2012 p.
306</ref>, la costruzione di alloggi popolari aumentò, e le pensioni e i sussidi di assistenza nazionale furono aumentati<ref>A. Boxer ''OCR a Level History B: The End of Consensus: Britain, 1945-90'' 2008 pp. 232</ref>. Controversa, tuttavia, fu la decisione di introdurre un'imposizione fiscale sui farmaci da prescrizione medica<ref>J.P. Griffin, ''The Textbook of Pharmaceutical Medicine''2009 pp. 776</ref>.
 
Le politiche abitative erano state un punto qualificante del programma elettorale dei conservatori, dopo che il governo Churchill dei primi anni '50, con [[Harold Macmillan]] in qualità di Ministro per gli alloggi, aveva dato alla costruzione di alloggi popolari una priorità politica molto più alta di quella ricevuta sotto l'amministrazione [[Clement Attlee|Attlee]] (dove le politiche abitative erano state assegnate al portafoglio del ministro della Sanità [[Aneurin Bevan]], la cui attenzione era stata concentrata sulla creazione del [[National Health Service]]). Macmillan aveva accettato la sfida di Churchill di soddisfare l'ambizioso impegno pubblico di quest'ultimo di costruire 300.000 nuove case all'anno e raggiungere l'obiettivo un anno prima del previsto<ref>N. Fisher ''Harold Macmillan'' 1982</ref>.
 
==== Questioni coloniali ====
{{Vedi anche|Winston Churchill dopo la Seconda guerra mondiale (1945-1965)#Questioni coloniali}}
===== Kenya e Malesia =====
 
Le priorità interne di Churchill nel suo ultimo governo furono messe in ombra da una serie di crisi in politica estera, che erano in parte il risultato del continuo declino del potere e del prestigio militare e imperiale britannico. Essendo un forte sostenitore della [[Gran Bretagna]] come potenza internazionale, Churchill spesso privilegiò l'azione militare diretta. Un esempio fu il suo invio di truppe britanniche in [[Kenya]] per affrontare la ribellione dei [[Mau-Mau]]<ref name="Jenkins843">Jenkins, pp. 843–61</ref>. Cercando di conservare ciò che poteva dell'Impero, una volta dichiarò "''Non presiederò a uno smembramento''"<ref name="Jenkins843"/>.
 
Un altro dossier fu quello che divenne noto come l'[[Emergenza malese]]. In [[Malesia]], un'insurrezione comunista contro il dominio britannico era in corso dal [[1948]]. Ancora una volta, il governo di Churchill ereditò una crisi, e Churchill scelse l'opzione militare contro i ribelli mentre tentò di costruire un'alleanza con le forze filo-britanniche<ref>Gilbert, Martin (2001). ''Churchill: A Study in Greatness (one-volume edition)''. London: Pimlico</ref><ref>Stubbs, Richard (2001). ''Hearts and Minds in Guerilla Warfare: The Malayan Emergency 1948–1960'' New York: Eastern University</ref>. Mentre la ribellione veniva lentamente sconfitta, era altrettanto chiaro che il dominio coloniale dalla [[Gran Bretagna]] non era più sostenibile<ref>Ferguson, Niall (2000). ''Empire: How Britain Made the Modern World'' London: Penguin Books Ltd</ref>.
 
==== Relazioni con gli Stati Uniti, Medio Oriente e Guerra fredda ====
{{Vedi anche|Winston Churchill dopo la Seconda guerra mondiale (1945-1965)#Relazioni con gli Stati Uniti, Medio Oriente e Guerra fredda}}
[[File:Wc0279.jpg|thumb|right|260px|Churchill con Eisenhower e Montgomery nel [[1951]]]]
 
Nei primi anni Cinquanta la Gran Bretagna stava ancora tentando di rimanere la terza grande potenza sulla scena mondiale. Questo fu "''il tempo in cui la [[Gran Bretagna]] si scontrò con gli Stati Uniti con una fermezza che non avrebbe più avuto nel dopoguerra''"<ref>Seldon 1981, pp. 395–96</ref>. Tuttavia, Churchill dedicò molto del suo tempo in carica alle relazioni anglo-americane e tentò di mantenere il rapporto speciale con la superpotenza. Fece quattro visite transatlantiche ufficiali in America durante il suo secondo mandato come primo ministro<ref>Jenkins, p. 847</ref>.
 
Churchill ed [[Anthony Eden]] visitarono [[Washington]] nel gennaio del [[1952]]. L'amministrazione Truman stava sostenendo i piani per una [[Comunità europea di difesa]] (CED), sperando che ciò avrebbe consentito il riarmo controllato della Germania occidentale e la contestuale riduzione della presenza militare americana in [[Europa occidentale]]. Churchill era convinto che la proposta della CED non avrebbe funzionato. Chiese invano un impegno militare americano per sostenere la posizione della Gran Bretagna in [[Egitto]] e in [[Medio Oriente]] (dove l'Amministrazione Truman aveva recentemente fatto pressione su Attlee affinché non intervenisse contro [[Mohammad Mossadeq]] in [[Iran]]). Ciò non incontrò l'approvazione americana: gli Stati Uniti si aspettavano il supporto britannico per combattere il comunismo in [[Guerra di Corea|Corea]], e guardavano all'impegno degli Stati Uniti in Medio Oriente come un supporto all'imperialismo britannico, oltre al fatto che gli americani non erano persuasi, a differenza di Churchill, che questo avrebbe impedito a regimi filo-sovietici di giungere al potere<ref>Charmley 1995, p. 255</ref>. Tuttavia, quando il governo di [[Mohammad Mossadeq|Mossadeq]] si avvicinò sempre più ai sovietici, gli Stati Uniti appoggiarono il [[Operazione Ajax|colpo di stato]] del [[1953]] che rovesciò il primo ministro iraniano<ref>S. Beltrame "''Mossadeq : l'Iran, il petrolio, gli Stati Uniti e le radici della rivoluzione islamica''" Rubbettino 2009</ref>. Questi peraltro aveva in precedenza nazionalizzato l'[[Anglo-Iranian Oil Company]], compagnia petrolifera che già Churchill aveva nazionalizzato nel [[1913]] in favore del [[Regno Unito]].
 
All'inizio del [[1953]], la priorità della politica estera del Gabinetto era l'[[Egitto]] e la [[Rivoluzione egiziana del 1952|rivoluzione nazionalista egiziana]]. Nel luglio 1952 il re filo-britannico [[Fārūq I d'Egitto|Faruq]] fu deposto da una giunta di ufficiali dell'esercito guidati dal generale [[Muhammad Naguib]], che fu presto estromesso dal colonnello [[Gamal Abdel Nasser]]. L'Egitto era stato uno stato cliente britannico, sotto vari tipi di controllo e occupazione militare, dal [[1883]]. Churchill si fece promotore di una linea di distensione con l'[[Egitto]]. Nel [[1953]] la Gran Bretagna, desiderosa di ripristinare relazioni amichevoli, accettò di porre fine al suo dominio in [[Sudan]] nel 1956 in cambio dell'abbandono da parte dell'Egitto delle proprie rivendicazioni sulla regione. Nell'ottobre del 1954, la Gran Bretagna e l'Egitto concludevano un accordo sull'evacuazione graduale delle truppe britanniche dalla base di Suez, con grande sgomento del "Gruppo Suez" interno ai deputati conservatori<ref>Charmley 1995, pp. 261, 277, 285</ref>.
 
Sempre con riguardo al [[Medio Oriente]], Churchill portò avanti una politica di disimpegno militare britannico, coerentemente con le sue posizioni sin dai primi [[Anni 1920|anni '20]]. In particolare, rifiutò di prestare assistenza militare alla [[Giordania]], dopo che questa era diventata un rifugio sicuro per la guerriglia [[Palestina|palestinese]], nonostante l'opinione contraria di molti dentro e fuori dal suo partito<ref>M. Gilbert ''Churchill and the Jews'' 2007 p. 365</ref>.
 
Dopo la morte di [[Stalin]], Churchill, l'ultimo dei "Tre Grandi" della [[Seconda guerra mondiale]], scrisse l'[[11 marzo]] a [[Dwight Eisenhower]], il quale aveva appena assunto l'incarico di Presidente degli Stati Uniti, proponendo un incontro al vertice con i sovietici; Eisenhower rispose di non rendere pubblico il suggerimento perché i sovietici avrebbero potuto usarlo a scopo propagandistico<ref>Gilbert, pp. 805–06
</ref><ref name="Charmley263">Charmley 1995, pp. 263–65</ref><ref>Blake, Robert; Louis, William Roger (1993). Blake, Robert; Louis, William Roger, eds. ''Churchill'' W. W. Norton & Company. p. 405</ref>.
 
Alcuni dei colleghi di Churchill pensavano si sarebbe dimesso dopo l'[[Incoronazione della Regina Elisabetta II|incoronazione della regina nel maggio del 1953]]. [[Anthony Eden|Eden]] scrisse a suo figlio il 10 aprile "''Winston diventa ogni giorno più vecchio e tende a perdere un sacco di tempo ... il mondo esterno non ha idea di quanto sia difficile. Per favore, fammi andare in pensione prima di avere 80 anni!''" Tuttavia, la grave malattia di Eden (per poco non morì dopo una serie di operazioni fallite al dotto biliare) permise a Churchill di assumere il controllo degli affari esteri dall'aprile del 1953<ref name="Charmley263"/><ref>Gilbert, Martin. ''Winston S. Churchill: Never Despair: 1945–1965''. 1988: pp. 814–15, 817</ref>.
 
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F003523-0001, Bonn, Winston Churchill und Konrad Adenauer.jpg|thumb|left|150px|Churchill con [[Konrad Adenauer]] nel [[1956]]]]
 
Nei rapporti con l'[[Europa]], Churchill si prodigò per sostenere la rinascita della [[Germania Ovest|Repubblica federale tedesca]]. Nel [[1953]] a [[Londra]] ebbero luogo i negoziati che portarono all'[[Accordo sui debiti esteri germanici]], che cancellò gran parte dei debiti di guerra tedeschi. Nel [[1954]] scrisse al cancelliere [[Konrad Adenauer]]: "''Dopo tanti anni di lotta ho tra i più vivi il desiderio di vedere la nazione tedesca assumere il posto che le compete nella famiglia mondiale delle nazioni libere''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 433}}</ref>.
 
Dopo l'avvento di [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Malenkov]] alla guida dell'[[Urss]], Churchill si fece attivo promotore di una politica di apertura verso i [[Unione Sovietica|sovietici]]. Dopo ulteriori scoraggiamenti da parte del presidente Eisenhower (negli Stati Uniti era l'epoca del [[maccartismo]] e il Segretario di Stato [[John Foster Dulles]], con il quale ebbe un pessimo rapporto, era un "falco" della [[Guerra fredda]]), Churchill decise di avviare un'azione autonoma della [[Gran Bretagna]] e annunciò i suoi piani per un summit anglo-sovietico alla Camera dei Comuni l'[[11 maggio]]. L'ambasciata americana a Londra osservò che questa era stata una rara occasione in cui Churchill non menzionò la solidarietà anglo-americana in un discorso. A [[luglio]] [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]] rispose per telegramma a Churchill dichiarandosi favorevole ad un incontro<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 433}}</ref>. Tuttavia l'iniziativa non ebbe seguito, a causa dell'ostilità di ministri come [[Robert Gascoyne-Cecil, V marchese di Salisbury|Lord Salisbury]] (facente funzione di Ministro degli Esteri) ed [[Anthony Nutting]], i quali erano preoccupati per l'irritazione provocata agli americani e ai francesi, sebbene [[Selwyn Lloyd]], insieme a molti conservatori, avesse sostenuto l'iniziativa di Churchill. Nel suo diario, un anno dopo, anche Eden scrisse con rabbia delle azioni di Churchill<ref name="Charmley263"/><ref>Gilbert, pp. 827–32</ref>.
 
Di fronte all'ostilità verso la distensione con l'[[Unione Sovietica]] manifestata dai suoi ministri, Churchill decise di dotare il [[Regno Unito]] della [[Bomba all'idrogeno]], senza informare il Gabinetto. Churchill intendeva usare il potere deterrente della nuova arma per avviare un disarmo concertato globale. Le grandi potenze dovevano escogitare "''un sistema di disarmo equilibrato e articolato in varie fasi''"<ref name="gilbert435">{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 435}}</ref>. Il mezzo per raggiungere il disarmo era la deterrenza rappresentata dall'armamento nucleare "''Questa deterrenza può portare in ogni momento al disarmo, posto che sia tale''"<ref name="gilbert435"/>. Il [[31 dicembre]] [[1952]] Churchill aveva detto al suo segretario privato [[Jock Colville]]: "''In capo a trent'anni da ora l'[[Europa orientale]] sarà libera dal comunismo. Io non farò in tempo a vederlo, ma tu sì''"<ref>J. Lukacs "''Churchill. Visionario, Statista, Storico''" 2002 p. 51</ref>.
 
==== Infarto e dimissioni ====
[[File:Winston Churchill and Queen Elizabeth II.jpg|thumb|right|260px|Churchill con la regina [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]] nel [[1953]]]]
 
Churchill aveva subito un lieve [[ictus]] mentre era in vacanza nel sud della Francia, nell'estate del 1949. Quando formò il suo secondo governo la sua decadenza fisica era evidente a tal punto che [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]], già nel dicembre [[1951]], pensò di chiedere a Churchill di dimettersi l'anno successivo a favore di [[Anthony Eden]]<ref>Judd, Dennis (2012). ''George VI ''(Paperback ed.). I. B. Tauris. p. 260</ref>, ma non è noto se il re lo avesse fatto prima della sua morte nel febbraio del [[1952]].
 
La fatica di ricoprire la Premiership e il Ministero degli Esteri insieme contribuì a causare il suo secondo infarto a [[Downing Street]] dopo una cena ufficiale il [[23 giugno]] [[1953]] con [[Alcide de Gasperi]]. Nonostante fosse parzialmente paralizzato da un lato, presiedette a una riunione di Gabinetto il mattino seguente senza che nessuno si accorgesse della sua incapacità . Successivamente le sue condizioni peggiorarono e si pensò che non sarebbe sopravvissuto al fine settimana. Se [[Anthony Eden]] fosse stato in salute, la premiership di Churchill sarebbe probabilmente finita. La notizia venne nascosta al pubblico e anche al Parlamento, ma venne riferito che Churchill aveva sofferto di esaurimento nervoso. Andò nella sua casa di campagna, Chartwell, per riprendersi, e alla fine di giugno stupì i suoi dottori riuscendo, pur gocciolando dal sudore, a sollevarsi dalla sedia. Scherzò sul fatto che la notizia della sua malattia aveva tolto il processo del serial killer [[John Reginald Christie|John Christie]] dalle prime pagine<ref>Gilbert, pp. 846–57</ref><ref>Charmley 1995, p. 266</ref><ref>Jenkins, pp. 868–71</ref>.
 
[[File:Churchil and Alcide de Gasperi 1953.jpg|thumb|left|250px|Churchill con [[Alcide de Gasperi]] il [[23 giugno]] [[1953]]]]
 
Churchill era ancora desideroso di avere un incontro con i sovietici e si dimostrò aperto all'idea di una Germania riunificata. Rifiutò di condannare il regime della [[Repubblica Democratica Tedesca]], commentando il [[10 luglio]] [[1953]] che "''i russi sono sorprendentemente pazienti riguardo ai [[Moti operai del 1953 nella Germania Est|disordini nella Germania dell'Est]]''". Pensava che questo potesse essere il motivo della rimozione di [[Lavrentij Pavlovič Berija|Berija]]<ref>Gilbert, p. 863</ref>. Churchill tornò alla vita pubblica nell'ottobre del [[1953]] per tenere un discorso alla conferenza del partito conservatore a [[Margate]]<ref>Jenkins, pp. 868–71</ref>. Nel dicembre del 1953 Churchill incontrò Eisenhower alle [[Bermuda]]<ref>Gilbert, pp. 936–37</ref>.
 
[[File:Clarissa Eden .jpg|thumb|right|150px|Eden con la seconda moglie Clarissa, nipote di Churchill, da lui sposata nel [[1952]]]]
 
Churchill fu coinvolto nell'attrito tra Eden e Dulles (giugno 1954). Nel viaggio di ritorno da un'altra conferenza angloamericana, il diplomatico [[Pierson Dixon]] paragonò le azioni degli Stati Uniti in [[Guatemala]] alla politica sovietica in Corea e in [[Guerra civile greca|Grecia]], facendo ribattere a Churchill che il [[Guatemala]] era un "''posto di cui non ho mai sentito parlare''". Churchill desiderava ancora compiere un viaggio ufficiale a [[Mosca (Russia)|Mosca]] e minacciò di rassegnare le dimissioni, provocando una crisi di governo quando [[Robert Gascoyne-Cecil, V marchese di Salisbury|Lord Salisbury]] minacciò di dimettersi a sua volta se Churchill avesse fatto a modo suo. Alla fine i sovietici proposero una conferenza delle cinque grandi potenze, che però non ebbe seguito dopo che Churchill si dimise. Entro l'autunno Churchill aveva nuovamente rimandato le sue dimissioni<ref>Gilbert, pp. 1009–17</ref><ref>Charmley 1995, pp. 289–91</ref>.
 
[[Anthony Eden]], terminata la convalescenza dalle sue operazioni, divenne una figura importante sulla scena mondiale nel [[1954]], guidando [[Conferenza di Ginevra (1954)|i negoziati di Ginevra per la pace in Indocina]], siglando un accordo diplomatico con l'Egitto e un accordo tra i paesi dell'Europa occidentale dopo il rifiuto francese di aderire alla [[Comunità europea di difesa|CED]]<ref>Gilbert, pp. 298–300</ref>. Consapevole del fatto che stava decadendo sia fisicamente che mentalmente, Churchill alla fine si dimise primo ministro nel [[1955]] e gli succedette [[Anthony Eden]]. Al momento delle dimissioni, fu considerato come l'uomo politico che aveva avuto la più lunga carriera ministeriale nella politica britannica moderna<ref>http://www.bbc.com/news/uk-politics-22858351</ref>. Churchill subì un altro lieve ictus nel dicembre del [[1956]].
 
=== Ultimi anni e morte ===
[[File:AR7813-E. President John F. Kennedy Declares Sir Winston Churchill an Honorary Citizen of the United States.jpg|thumb|right|260px|Il presidente John Fitzgerald Kennedy conferisce la cittadinanza onoraria degli Stati Uniti a Winston Churchill. Alla sua sinistra il figlio Randolph e in seconda fila, alla destra della First lady, il nipote Winston ([[1963]])]]
 
[[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]] offrì a Churchill il titolo di "''Duca di Londra''", ma Churchill rifiutò in seguito alle obiezioni di suo figlio [[Randolph Frederick Churchill|Randolph]], che avrebbe ereditato il titolo sulla morte del padre e quindi sarebbe stato escluso dalla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]]<ref>Rasor, p. 205</ref>. Tuttavia, accettò il cavalierato dell'[[Ordine della Giarrettiera]]. Dopo aver lasciato il premierato, Churchill passò meno tempo in parlamento finché non si ritirò definitivamente dalla politica alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1964|elezioni generali del 1964]]. Churchill trascorse la maggior parte del suo ritiro a Chartwell e nella sua casa di Hyde Park Gate, a [[Londra]], e divenne un habitué dell'alta società sulla [[Costa Azzurra]], stringendo amicizia con [[Aristotele Onassis]]<ref>Gilbert, Martin (2001). Churchill: A Study in Greatness (one-volume edition). London: Pimlico</ref><ref>Lovell, Mary S. ''The Churchills'' Little, Brown Book Group. pp. 486</ref>.
 
[[File:Churchill and Maria Callas.jpg|thumb|left|200px|Churchill con [[Maria Callas]] nel [[1959]]. Dopo le dimissioni da Primo ministro Churchill strinse amicizia con [[Aristotele Onassis]] e con la Callas, all'epoca compagna del magnate greco, e fu spesso loro ospite sullo yacht "''Christina''"]]
 
Sebbene pubblicamente la supportasse, Churchill era in privato scettico riguardo all'[[Crisi di Suez|invasione di Suez]] voluta da [[Anthony Eden]]. Sua moglie [[Clementine Hozier|Clementine]] credeva che Churchill si fosse recato numerose volte negli Stati Uniti negli anni seguenti per ricucire le relazioni anglo-americane<ref>Gilbert, Martin. Winston S. Churchill: Never Despair: 1945–1965. 1988: pp. 1224–25</ref>.
 
Al momento delle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1959|elezioni generali del 1959]], Churchill ormai frequentava raramente la Camera dei Comuni. Nonostante la netta vittoria conservatrice, la sua maggioranza calò di oltre un migliaio voti. È opinione diffusa che quando le sue facoltà mentali e fisiche cominciarono a decadere, iniziò a perdere la battaglia che aveva dovuto combattere per tutta la vita contro quella che lui chiamava il "''cane nero''", cioè la [[disturbo depressivo|depressione]]. Tuttavia [[Anthony Montague Browne]], segretario personale di Churchill durante gli ultimi dieci anni di vita di quest'ultimo, scrisse che non aveva mai sentito Churchill riferirsi al "''cane nero''", e contestò vigorosamente l'idea che la salute dell'ex primo ministro fosse afflitta anche dalla depressione (oltre che dai ripetuti infarti e dall'età avanzata)<ref>A. M. Browne, Long Sunset (1995), pp. 302–03</ref>.
 
Si è ipotizzato che Churchill possa aver avuto il [[morbo di Alzheimer]] negli ultimi anni, anche se altri sostengono che la sua ridotta capacità mentale era semplicemente il risultato cumulativo dei vari infarti e ictus e della sordità crescente di cui soffriva già dal [[1949]]<ref>W. Attenborough, Churchill and the Black Dog of Depression (2014), pp. 175–86</ref>. Nel 1963, il presidente americano [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]], dopo autorizzazione concessa da un atto del Congresso, lo proclamò Cittadino onorario degli Stati Uniti<ref> Pub.L. 86-6. U.S. Senate. 9 April 1963</ref>, ma Churchill non fu in grado di partecipare alla cerimonia della Casa Bianca (lo rappresentarono il figlio [[Randolph Frederick Churchill|Randolph]] e il nipote [[Winston Churchill (1940-2010)|Winston jr.]])<ref name="Jenkins911">Jenkins, p. 911</ref>.
 
Nonostante la cattiva salute, Churchill cercò ancora di rimanere attivo nella vita pubblica, e nel giorno di San Giorgio del [[1964]], mandò un messaggio di congratulazioni ai veterani del [[Raid di Zeebrugge]] del [[1918]] che stavano assistendo a una messa di commemorazione a [[Deal]], nel [[Kent]], dove due vittime dell'incursione erano state sepolte nel cimitero di Hamilton Road. Il [[15 gennaio]] [[1965]], Churchill subì un grave [[ictus]] e morì nella sua casa di [[Londra]] nove giorni dopo, all'età di 90 anni, la mattina di domenica [[24 gennaio]] [[1965]], esattamente 70 anni dopo la morte del padre<ref name="Jenkins911"/>.
 
==== Funerale ====
[[File:Sir Winston Churchill's Grave, Bladon - geograph.org.uk - 7116.jpg|thumb|left|150px|La tomba di Churchill e della moglie Clementine a Bladon, [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]] [[Oxfordshire]]]]
 
Il piano funebre per le esequie di Churchill era stato avviato nel 1953, dopo il primo infarto, sotto il nome "''Operazione Hope Not''". Lo scopo era quello di commemorare Churchill "''su una scala che si addice alla sua posizione nella storia''", come dichiarò la regina [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]]<ref>Dockter, Warren (30 January 2015). "''Winston Churchill's funeral was 12 years in the planning''". The Telegraph</ref>.
 
La cerimonia fu il più grande funerale di Stato nella storia mondiale fino a quel momento, con rappresentanti di 112 nazioni; solo la [[Cina]] non inviò un emissario. In [[Europa]], 350 milioni di persone, tra cui 25 milioni in [[Gran Bretagna]], assistettero ai funerali in televisione, e solo la [[Repubblica d'Irlanda]] non trasmise l'evento dal vivo<ref>Ramsden, John ''Man of the Century: Winston Churchill and His Legend Since 1945'' Columbia University Press. pp. 16–17, 113</ref>.
 
Per decreto della Regina, il suo corpo fu composto in una camera ardente nella [[Westminster Hall]] per tre giorni e un servizio funebre di stato fu celebrato nella [[Cattedrale di St. Paul]] il [[30 gennaio]] [[1965]]<ref>Picknett, et al., p. 252</ref>. Uno dei più grandi raduni di statisti del mondo ebbe luogo per la cerimonia. Insolitamente, la regina assistette al funerale perché Churchill fu il primo cittadino comune a ricevere un funerale di Stato dai tempi di [[William Gladstone]]<ref>http://www.bbc.co.uk/archive/churchill/11024.shtml</ref>. Mentre la bara piombata di Churchill risaliva il [[Tamigi]] da [[Tower Pier]] a [[Festival Pier]] sulla [[MV Havengore]], i portuali abbassarono le gru dei [[London Docklands|Docks]] in segno di saluto<ref>http://www.portcities.org.uk/london/server/show/ConFactFile.29/Winston-Churchill.html</ref>.
 
La [[Royal Artillery]] sparò i 21 colpi di saluto dovuti a un capo di governo, e la [[Royal Air Force|RAF]] lo salutò con un volo coreografico di sedici caccia [[English Electric Lightning|Lightning]]. La bara fu poi portata a breve distanza verso la [[Stazione di Londra Waterloo|stazione di Waterloo]], dove fu caricata su una carrozza ferroviaria appositamente preparata e dipinta come parte del treno funebre per il suo viaggio fino ad Hanborough<ref>Winston Churchill's funeral van project Archived 23 July 2008 at the Wayback Machine</ref>, sette miglia a nord-ovest di [[Oxford]]. A Bladon, vicino a [[Blenheim Palace|Blenheim]], si tenne una cerimonia funebre privata per i soli familiari e amici intimi.
 
Il treno funebre delle carrozze Pullman che trasportavano i suoi familiari in lutto fu trainato dalla locomotiva a vapore della classe ''Battle of Britain No. 34051 Winston Churchill''. Nei campi lungo il percorso, e nelle stazioni attraverso cui passava il treno, migliaia di compatrioti si fermarono in silenzio per dare il loro ultimo saluto a Churchill. Su richiesta di Churchill, fu sepolto nel camposanto di famiglia a St Martin's Church, Bladon, vicino a [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]], non lontano dal suo luogo natale, [[Blenheim Palace]]. Accanto a lui riposano i suoi genitori e tutti i suoi antenati e discendenti. Il vagone funerario di Churchill, ex vagone della ''Southern Railway S2464S'', fa ora parte di un progetto di conservazione della [[ferrovia turistica]] ''Swanage Railway'', essendo stato rimpatriato nel Regno Unito nel 2007 dagli Stati Uniti, dove era stato portato nel 1965<ref>Winston Churchill's funeral van denied Lottery funding Archived 22 January 2009 at the Wayback Machine. Swanage Railway News 2008</ref>.
 
Più tardi, nel 1965, un memoriale di Churchill, inciso da Reynolds Stone, fu posto nell'[[Abbazia di Westminster]]<ref>http://www.westminster-abbey.org/our-history/people/sir-winston-churchill2</ref>.
 
=== Attività di scrittore, storico e artista ===
{{Vedi anche|Attività letteraria di Winston Churchill}}
[[File:Winston Churchill and Coco Chanel.jpg|thumb|right|200px|Churchill insieme a [[Coco Chanel]] negli anni '20]]
 
Churchill fu un abile pittore dilettante e provò un grande piacere nel dipingere, specialmente dopo le sue dimissioni da [[Primo Lord dell'Ammiragliato]] nel [[1915]]<ref>Jenkins, p. 279</ref>. Trovò un rifugio nell'arte per superare gli attacchi di [[disturbo depressivo|depressione]] di cui soffrì per tutta la vita. Come ha affermato [[William Rees-Mogg]], "''Nella sua vita ha dovuto subire il 'cane nero' della depressione. Nei suoi paesaggi e nelle sue nature morte non c'è traccia di depressione''"<ref name="Rees-Mogg">Rees-Mogg, William (22 May 2007) "''Portrait of the artist with his black dog''" The Times London</ref>. Churchill fu persuaso a dipingere dal suo amico artista, [[Paul Maze]], conosciuto durante la [[Prima guerra mondiale]], che gli insegnò l'arte pittorica. Maze esercitò una grande influenza sulla pittura di Churchill e lo assistette nel suo hobby per tutta la vita<ref>https://web.archive.org/web/20110903153441/http://www.albanyfineart.co.uk/maze/biog.html</ref>.
 
I dipinti più noti di Churchill sono paesaggi [[Impressionismo|impressionisti]], molti dei quali sono stati dipinti durante soggiorni nel sud della [[Francia]], in [[Egitto]] o in [[Marocco]]<ref name="Rees-Mogg"/>. Usando lo pseudonimo di "''Charles Morin''"<ref name="Knickerbrocker">Knickerbocker, H.R. (1941) ''Is Tomorrow Hitler's? 200 Questions On the Battle of Mankind'' Reynal & Hitchcock. pp. 140, 150, 178–79</ref>, Churchill coltivò il suo hobby per tutta la vita e dipinse centinaia di tele, molte delle quali sono esposte nello studio di Chartwell e in collezioni private<ref>https://web.archive.org/web/20090105231340/http://www.winstonchurchill.org/i4a/pages/index.cfm?pageID=576</ref>. La maggior parte dei suoi lavori sono dipinti a olio e a soggetto paesaggistico, ma realizzò anche numerose scene di interni e ritratti. Nel 1925 [[Joseph Duveen|Lord Duveen]], [[Kenneth Clark]] e [[Oswald Birley]] selezionarono il suo ''Winter Sunshine'' come vincitore di un concorso per artisti dilettanti anonimi<ref>Johnson, Paul (2009) ''Churchill'' Viking pp. 46-47</ref>. A causa di ovvi limiti di tempo, Churchill portò a termine un solo dipinto durante la [[Seconda guerra mondiale]]. Completò la tela dalla torre di Villa Taylor a [[Marrakech]]<ref>Churchill, ''Winston S. The Hinge of Fate'' New York: Houghton Mifflin Company (1950), p. 622</ref>.
 
[[File:Churchill Como.jpg|thumb|left|150px|Churchill sul [[lago di Como]], una delle sue "___location" preferite per dipingere, nel [[1945]]]]
 
Alcuni dei suoi dipinti sono oggi visibili nella Wendy and Emery Reves Collection al [[Dallas Museum of Art]]. [[Emery Reves]] era l'editore americano di Churchill, oltre che un amico intimo<ref>https://web.archive.org/web/20110220065648/https://www.winstonchurchill.org/support/the-churchill-centre/publications/chartwell-bulletin/28-oct-2010/988-churchill-and-reves</ref> e Churchill visitava spesso Emery e sua moglie Wendy Russell Reves nella loro villa, La Pausa, nel sud della [[Francia]], che era stata originariamente costruita nel 1927 per [[Coco Chanel]] dal suo amante, il [[Hugh Grosvenor, II duca di Westminster|II duca di Westminster]]. La villa fu ricostruita e trasformata in museo nel [[1985]] con una galleria di dipinti e cimeli di Churchill<ref>http://www.dallasartnews.com/2010/10/dallas-museum-of-art-celebrates-the-25th-anniversary-of-the-wendy-and-emery-reves-collection/</ref><ref>Mohr, Philip. "Reves Collection Inventory". The Emery and Wendy Reves Memorial Collection, Winston Churchill Memorial and Library in the United States, Westminster College</ref>.
 
Nonostante la fama e le origini aristocratiche, Churchill faticò sempre a mantenere le sue entrate a un livello che finanziasse il suo stravagante stile di vita. I deputati prima del [[1946]] ricevevano solo un salario nominale (e di fatto non ricevettero nulla fino alla Legge sul Parlamento del [[1911]]), così tanti avevano professioni secondarie con le quali guadagnarsi da vivere<ref>https://web.archive.org/web/20100208232022/http://www.parliament.uk/faq/members_faq_page2.cfm</ref>. Dal suo primo libro nel [[1898]] fino al suo secondo mandato come Primo Ministro, il reddito di Churchill fu quasi interamente costituito dalla scrittura di libri e opuscoli per giornali e riviste, tra cui gli editoriali giornalieri sull'''[[London Evening Standard|Evening Standard]]'' a partire dal [[1936]] che avvertivano il pericolo dell'ascesa di Hitler e della politica di ''[[appeasement]]''<ref>Plant Here The Standard by Dennis Griffiths; p.270 Macmillan Press Ltd, London, 1996</ref>.
 
Churchill fu anche uno scrittore prolifico, spesso sotto lo pseudonimo di "''Winston S. Churchill''", che usava in accordo con un romanziere americano suo omonimo per evitare confusione tra le loro opere. La sua produzione include un romanzo, due biografie, tre volumi di memorie e diversi saggi storici. Fu insignito del [[Premio Nobel per la Letteratura]] nel 1953 "''per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani''"<ref>https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1953/</ref>. Due dei suoi lavori più famosi, pubblicati dopo la sua prima premiership, portarono la sua fama internazionale a nuovi livelli. Questi furono: i suoi sei volumi di memorie sulla [[Seconda guerra mondiale]] (''The Second World War'') e ''A History of the English-Speaking Peoples''; quest'ultima è una storia in quattro volumi che copre il periodo dall'[[Spedizioni cesariane in Britannia|invasione di Cesare in Britannia]] (55 aC) all'inizio della [[Prima guerra mondiale]] (1914)<ref>Jenkins, pp. 819–23, 525–26</ref>. Sono stati anche pubblicati alcuni volumi dei discorsi di Churchill il primo dei quali, ''Into Battle'', fu edito negli Stati Uniti con il titolo ''Blood, Sweat and Tears'', e fu incluso nella lista dei 100 best-sellers del 1924-1944 da [[Life (periodico)|Life Magazine]].
 
Descritto a volte come un "iperattivo"<ref>Jnekins 2001, p. 120</ref>, Churchill fu anche un muratore dilettante, amando costruire edifici e mura del giardino nella sua casa di campagna a Chartwell<ref name="Knickerbrocker"/>, dove allevava anche farfalle. A causa di questo hobby, Churchill si iscrisse al sindacato dei lavoratori dell'edilizia<ref>Radio Times, 12 March 2011, pp. 130–31</ref>, ma fu espulso dopo il suo rientro nel Partito Conservatore nel [[1924]]<ref name="Knickerbrocker"/>.
 
Churchill fu anche un appassionato cultore di scienza e tecnologia. All'età di 22 anni lesse [[L'origine delle specie]] di [[Charles Darwin]] e un manuale di [[fisica]]. Negli [[Anni 1920|anni '20]] e [[Anni 1930|'30]], a imitazione di [[H.G. Wells]] di cui era amico<ref>http://www.hgwellsusa.50megs.com/introduction.html</ref>, scrisse saggi di divulgazione scientifica su argomenti come l'evoluzione e il potere della fusione nucleare. In un manoscritto inedito recentemente riscoperto, intitolato ''Siamo soli nell'universo?'', indagò la possibilità della vita extraterrestre in modo scientifico e approfondito<ref>Livio, Mario (15 February 2017) "Winston Churchill's essay on alien life found". Nature. 542 (7641): 289–291. Bibcode:2017Natur.542..289L</ref>. Il fisico anglo-tedesco [[Frederick Lindemann]] fu suo amico e consulente scientifico durante gli incarichi di premier<ref>https://www.nytimes.com/2017/02/15/world/europe/winston-churchill-aliens.html</ref>.
 
=== Vita privata ===
 
Dall'infanzia, Churchill non era stato in grado di pronunciare correttamente la lettera ''s'', biascicandola leggermente<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 65}}</ref>. Questa imperfezione continuò per tutta la sua carriera, riportata costantemente dai giornalisti dell'epoca e successivi. Gli autori che scrissero negli [[Anni 1920|anni '20]] e [[Anni 1930|anni '30]], prima che la registrazione del suono diventasse comune, menzionarono anche che Churchill soffrisse di [[balbuzie]], descritta come "severa"<ref>http://www.utstat.utoronto.ca/sharp/Churchill.htm</ref>. Tuttavia questo è un mito<ref>https://web.archive.org/web/20110804082109/http://www.winstonchurchill.org/learn/myths/myths/he-stuttered</ref>.
 
Le sue protesi furono appositamente progettate per aiutare il suo discorso<ref>http://www.thehistoryblog.com/archives/6954</ref>. Dopo molti anni di discorsi pubblici preparati con cura non solo per ispirare, ma anche per evitare esitazioni, poté finalmente dichiarare: "''Il mio impedimento non è un ostacolo''"<ref>Oliver, Robert Tarbell (October 1987). Public speaking in the reshaping of Great Britain. Associated University Pres</ref>.
 
Churchill fu anche un appassionato [[Gioco d'azzardo|giocatore d'azzardo]]. Nel [[1906]] al casinò di [[Deauville]] vinse 260 sterline, l'equivalente di circa 10.000 sterline nel [[1990]]<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 96}}</ref>. Nel [[1946]], durante il viaggio negli [[Stati Uniti]], perse invece una grossa somma a [[poker]] contro [[Harry Truman]]<ref>https://web.archive.org/web/20071025031206/http://www.cnn.com/SPECIALS/cold.war/episodes/02/interviews/clifford</ref>.
 
Nel [[1898]] Churchill scrisse alla madre rivelando il suo [[ateismo]]: "''Non accetto il [[Cristianesimo]] né altra forma di credenza religiosa''"<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 92}}</ref>. In un'altra lettera a suo cugino definì la religione "''un delizioso narcotico''" e disse di preferire comunque il [[Protestantesimo]] al [[Cattolicesimo]], ritenendo che il primo fosse "''un passo più vicino alla Ragione''"<ref name="Gilbert102">{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 102}}</ref>. Tuttavia sviluppò in seguito apprezzamento per la [[Cristianesimo|religione cristiana]], almeno sul piano del messaggio etico<ref name="Gilbert102"/>. Invece mostrò sempre disprezzo per altre fedi, come l'[[Islam]] ("''L'Islam per un uomo è pericoloso come la rabbia per un cane''")<ref>W. Dockter ''Churchill and the Islamic World'' 2015 p. 31</ref> o l'[[Induismo]], definito "''una religione bestiale''"<ref>R. Blake, W. R. Louis (a cura di) ''Churchill'' 1993 p. 464</ref>.
 
{{Churchill Apopi V}}
 
==== Churchill e l'esoterismo ====
 
Nel [[1902]] venne iniziato alla [[Massoneria]] nella ''Studholme Lodge #1591'' di [[Rito scozzese antico ed accettato]]<ref>http://www.mqmagazine.co.uk/issue-3/p-06.php</ref><ref>https://web.archive.org/web/20130516195009/http://204.3.136.66/web/articles/jan-feb05/morris.htm</ref>. Tuttavia, a parte un breve periodo di frequentazione del [[Tempio massonico|tempio]] tra il [[1905]] e il [[1908]], Churchill abbandonò la Massoneria negli anni successivi<ref>Aldo A. Mola ''Storia della Massoneria italiana'' 2012 pp. 811-812</ref>. Churchill fu anche membro dell'[[Antico Ordine dei Druidi]] (''Ancient Order of the Druids'') nell'Albion Lodge, un ordine iniziatico [[Celtismo|celtista]] fondato a [[Londra]] nel [[1781]]<ref>Bernard X. Bovasso ''The Masculine Mysteries and the Quest for the Whiteness: A Synchronicity Workbook'' 2006 p. 21</ref>. Churchill si considerava un [[Celti|celta]] (come [[Lord Byron]] e [[Michael Foot]], leader laburista negli [[Anni 1980|anni '80]])<ref>G. Galli ''La magia e il potere'' 2004 p. 337</ref>, essendo discendente di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], sovrano di stirpe [[Galles|gallese]]<ref group="Nota">Attraverso [[Catherine Carey]], figlia illegittima di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e [[Maria Bolena]], sorella di [[Anna Bolena|Anna]] e antenata di [[Dorothy Sidney]], moglie di [[Henry Spencer, I conte di Sunderland]]</ref>.
 
Secondo alcuni<ref name="Jack">A. Jack ''Phantom Hitchhikers and Decoy Ducks'' 2013</ref>, il famoso [[Dita a V|gesto con le dita a "V" di vittoria]], sarebbe un simbolo iniziatico. Esso starebbe a significare "''2+3''" (due dita alzate e tre abbassate), simboleggiante i cinque elementi che compongono il tutto<ref name="Jack">A. Jack ''Phantom Hitchhikers and Decoy Ducks'' 2013</ref>. Un'altra tesi sostiene invece che il segno a "''V''" fosse il simbolo del dio-serpente egizio [[Apopi]], nemico del dio-sole [[Ra]] e simbolo di distruzione, suggerito a Churchill dal famoso "mago" ed esoterista [[Aleister Crowley]], per contrastare il potere dello [[Svastica]] il "''Sole nero''" nazista<ref>R. Kasczynski ''Perdurabo, Revised and Expanded Edition: The Life of Aleister Crowley'' 2002 p. 511</ref>.
 
Churchill era apprezzato nei circoli [[Esoterismo|esoterici]] britannici. [[Ezra Pound]] riferisce che il grande poeta irlandese, nonché suo amico, [[William Butler Yeats]] (membro della [[Golden Dawn]] e che conobbe Churchill in qualità di senatore dello [[Stato Libero d'Irlanda]], creato dallo stesso Churchill con il [[Trattato anglo-irlandese|Trattato del 1921]]) "''fu personalmente impressionato da Churchill come commensale e lo trovò tanto più interessante di [[David Lloyd George|Lloyd George]] e degli altri politicanti britannici, e rimase perplesso, almeno per un po' di anni, dal fatto che non raggiungesse il vertice e che fosse più o meno scomparso dalla scena''"<ref>G. Galli 2004 p. 394</ref>.
 
Durante la [[Seconda guerra mondiale]], Churchill si affidò spesso all'[[astrologia]] e a due [[medium]], [[Helen Duncan]] e [[Jane Dickinson]]<ref>G.
Galli 2004 p. 347</ref>. Churchill disse inoltre una volta che, ovunque si trovasse nel mondo, doveva essere sicuro di trovarsi nelle vicinanze di un albero<ref name="Jack"/>; secondo la [[Druidismo|religione druidica]] gli alberi sono la sede di spiriti protettori<ref name="Jack"/>.
 
==== Matrimonio e figli ====
[[File:Churchill Style Wedding Day.jpg|thumb|left|200px|Churchill il giorno del suo matrimonio con [[Hugh Cecil, I barone Quickswood|Lord Hugh Cecil]], suo testimone di nozze, ([[1908]])]]
[[File:Mr. and Mrs. Winston Spencer Churchill.jpg|thumb|right|200px|Winston e Clementine nel [[1915]]]]
 
Churchill incontrò la sua futura consorte, [[Clementine Churchill|Clementine Hozier]], nel [[1904]] a un ballo alla Crewe House, residenza di [[Robert Crewe-Milnes|Robert Crewe-Milnes, conte di Crewe]] e della moglie Margaret Primrose<ref>{{en}} Mary Soames, ''Speaking for Themselves: The Personal Letters of Winston and Clementine Churchill'', p. 1.</ref>. Quattro anni dopo s'incontrarono nuovamente a una cena, ospiti della baronessa di Saint Helier. I due si trovarono seduti uno accanto all'altra e presto ebbe inizio la relazione della loro vita<ref>Soames, ''op. cit.'' p. 6.</ref>. Churchill propose a Clementine di sposarlo il [[10 agosto]] [[1908]], nel Tempio di Diana nei giardini di [[Blenheim Palace]]<ref>Soames, pp. 14–15</ref>. Anche la figlia del Primo ministro liberale [[Herbert Henry Asquith|H.H. Asquith]], Violet, era perdutamente innamorata di Churchill; quando lui le comunicò il suo fidanzamento con Clementine, lei tentò il suicidio<ref name="dailymail">http://www.dailymail.co.uk/news/article-2237607/Herbert-Asquiths-daughter-Violet-jumped-cliff-ditched-Churchill.html</ref>. Salvatasi, sposerà in seguito [[Maurice Bonham Carter]] ed è la nonna dell'attrice [[Helena Bonham Carter]]; Violet e Churchill rimasero amici intimi per tutta la vita<ref name="dailymail"/>. Il 12 settembre [[1908]] Clementine e Winston si sposarono nella chiesa di Saint Margaret nella [[City of Westminster]]; la chiesa era gremita e la cerimonia fu officiata da A.G. Edwards, vescovo di St. Asaph. Dopo la luna di miele la coppia si trasferì nel marzo [[1909]] nella casa di Eccleston Square, al numero 33. Poco dopo le nozze Churchill presentò Clementine a [[Beatrice Webb]] che la definì "''una signora affascinante, educata e di bell'aspetto, e anche schietta; ma non ricca, per nulla un buon partito, il che va tutto a onore di Winston''"<ref>J. Lukacs 2002 p. 150</ref>.
 
Da Clementine e Winston nacquero:
 
* [[Diana Churchill|Diana]] (11 luglio 1909 - 20 ottobre [[1963]]), maritata il 12 dicembre [[1932]] al baronetto sir John Milner Bayley, dal quale non ebbe figli e divorziò nel [[1935]]; il 16 settembre dello stesso anno sposò il politico conservatore Duncan Sandys (1908 - [[1987]]), dal quale ebbe tre figlie:
** Julia ([[1936]] - [[1997]]),
** Edwina ([[1938]] - vivente),
** Celia ([[1943]] - vivente).
:Anche questo matrimonio fallì e i due [[Divorzio|divorziarono]] nel [[1960]]. Diana morì [[Suicidio|suicida]] ingerendo un'[[overdose]] di [[barbiturici]].
* [[Randolph Frederick Churchill|Randolph]] (28 maggio [[1911]] - 6 giugno [[1968]]), militare e politico di non grande successo; sposò dapprima ([[1939]]) [[Pamela Harriman|Pamela Digby]] ([[1920]] - [[1997]])<ref group="Nota">Nota in [[Italia]] per la sua burrascosa e intensa relazione sentimentale con [[Gianni Agnelli]], durata dal [[1948]] al [[1952]].</ref>, dalla quale ebbe un figlio, Winston, ([[1940]] - [[2010]]), e dalla quale divorziò nel [[1945]].<ref group="Nota">Convertitasi più tardi al [[cattolicesimo]], riuscì a ottenere l'annullamento del matrimonio. (Bedell Smith, ''Reflected Glory. The Life of Pamela Churchill Harriman'', Ed. Simon and Schuster, 1996)</ref>. Sposò successivamente June Osborn, dalla quale ebbe una figlia, Arabella ([[1949]] - [[2007]]).
* [[Sarah Churchill]] (7 ottobre [[1914]] - 24 settembre [[1982]]). Fu ballerina e attrice. Andata sposa a Victor Oliver von Samek nel 1936, divorziò nel 1945; sposò quindi Anthony Beauchamp (1949) ma ne rimase vedova nel [[1957]] e sposò quindi in terze nozze nel [[1962]] Henry Tuchet-Jesson, 23º barone Audley, ma l'anno successivo rimase nuovamente vedova.
* Marigold Frances (15 novembre [[1918]] - 23 agosto [[1921]]). Chiamata affettuosamente dai genitori "''Duckadilly''" ("Paperotta")<ref>{{Cita| Martin Gilbert 1991| p. 221}}</ref>, agli inizi del [[1921]] fu affidata, insieme ai fratelli e alle sorelle, ad una governante francese nel [[Kent]], M.lle Rose. Clementine si recò a [[Eaton Hall]] nel [[Cheshire]] per giocare a [[tennis]] con il [[Duca di Westminster]]. Sotto le cure di M.lle Rose Marigold ebbe un raffreddore ma sembrava che avesse superato la malattia. Tuttavia, il malanno degenerò rapidamente in [[setticemia]] e Marigold morì il 23 agosto 1921. Fu sepolta nel cimitero londinese di [[Kensal Green Cemetery|Kensal Green]].
* [[Mary Soames|Mary]] (15 settembre [[1922]] - 1º giugno 2014), sposò nel [[1947]] il barone [[Christopher Soames]] (1920 - 1987), dal quale ebbe cinque figli:
** Nicholas (12 febbraio [[1948]], vivente),
** Emma (9 settembre 1949, vivente),
** Jeremy,
** Charlotte,
** Rupert (18 maggio [[1959]], vivente).
 
Clementine e Winston furono sposati per 56 anni, fino alla morte di lui nel [[1965]], e Clementine sopravvisse al marito spegnendosi il [[12 dicembre]] [[1977]].
 
<gallery>
File:Julian-George-Winston-Sandys-Diana-Churchill-Mrs-Bailey-later-Mrs-Sandys(1).jpg|Diana con il figlio Julian Sandys nel 1937, di Bassano
File:Cecil Beaton Photographs- Political and Military Personalities; Churchill, Randolph Frederick Edward Spencer CBM1585.jpg|Randolph durante la Seconda guerra Mondiale, di [[Cecil Beaton]]
File:Sarah Churchill 1966.jpg|Sarah nel 1956
File:Mary Soames (1965).jpg|Mary nel 1965
</gallery>
 
== Onorificenze ==
{{Vedi anche|Onorificenze di Winston Churchill}}
[[File:Coat of Arms of Winston Churchill.svg|thumb|left|120px|Stemma di Sir Winston Churchill]]
[[File:Winston Churchill statue, Parliament Square, London (cropped).JPG|thumb|right|150px|Statua di Winston Churchill a [[Parliament Square]] ([[Londra]])]]
 
Oltre al funerale di Stato, Churchill ricevette un'innumerevole quantità di premi e riconoscimenti, tre i quali, in ordine cronologico, i seguenti:
 
*Membro del [[Consiglio privato di sua maestà]] ([[1907]]).
*Membro dell'[[Ordine dei Compagni d'Onore]] ([[1922]])<ref name="Jones">Jones, R.V. (1966). "Winston Leonard Spencer Churchill 1874–1965". Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society. 12: 34–105</ref>.
*Insignito della [[Territorial Decoration]] per il suo lungo servizio nella milizia territoriale ([[1924]])<ref name="Jones"/>.
*Membro della [[Royal Society]] dal [[1941]]<ref name="Jones"/>.
*Membro del [[Consiglio privato della Regina per il Canada]] ([[1941]])<ref>"Historical Alphabetical List since 1867 of Members of the Queen's Privy Council for Canada". pco-bcp.gc.ca. Privy Council Office / Government of Canada</ref>.
*Nel [[1945]], Churchill venne menzionato da [[Halvdan Koht]] tra i candidati al [[Premio Nobel per la Pace]], ma il premio andò a [[Cordell Hull]]<ref>"Record from The Nomination Database for the Nobel Prize in Peace, 1901–1956". Nobel Foundation</ref>.
*Insignito dell'[[Ordine al merito del Regno Unito|Order of Merit]] ([[1946]])<ref name="Jones"/>.
*Nel [[1953]] Churchill divenne cavaliere dell'[[Ordine della Giarrettiera]], assumendo il titolo di ''Sir Winston Churchill, K.G.'', e ricevette il [[Premio Nobel per la Letteratura]] per le sue numerose pubblicazioni, specialmente i sei volumi di memorie sulla [[Seconda guerra mondiale]].
*In un sondaggio della [[BBC]] del [[2002]], intitolato "''[[100 Greatest Britons]]''", fu proclamato il più grande britannico di tutti i tempi in una votazione cui presero parte circa un milione di telespettatori<ref>"Poll of the 100 Greatest Britons". BBC. Archived from the original on 14 May 2006. </ref>. Churchill è anche stato nominato come il più influente leader mondiale del [[XX secolo]] da ''[[Time]]''<ref>https://web.archive.org/web/20071215051008/http://www.time.com/time/time100/time100poll.html</ref>. Il [[Churchill College]] all'[[Università di Cambridge]] è stato istituito in suo onore nel [[1958]].
* Nel [[1963]] il [[Presidente degli Stati Uniti]] [[John Fitzgerald Kennedy]] conferì a Churchill la cittadinanza onoraria degli Stati Uniti, con atto del Congresso 88-6/H.R. 4374<ref>Russell, Douglas (2002). The Orders, Decorations and Medals of Sir Winston Churchill. Churchill Centre.</ref><ref>88th Congress (1963) (9 April 1963). "H.R. 4374 (88th)". Legislation. GovTrack.us. Retrieved 27 January 2014. An Act to proclaim Sir Winston Churchill an honorary citizen of the United States of America.</ref>.
*Il [[29 novembre]] [[1995]] il presidente [[Bill Clinton]], durante una visita nel [[Regno Unito]], annunciò ad entrambe le Camere del Parlamento che un [[cacciatorpediniere]] della [[classe Arleigh Burke]] sarebbe stato nominato ''USS Winston Churchill''. Questo è stato il primo caso di una nave militare americana intitolata a un inglese dai tempi della [[Rivoluzione americana]]<ref>Kennedy, Harold (April 2001). "USS Churchill Shows Off High-Tech Gear". National Defense Magazine. Archived from the original on 20 April 2016</ref>.
 
=== Incarichi militari onorari ===
[[File:Brooke - Churchill - Montgomery.jpg|thumb|right|200px|Churchill nell'uniforme della [[Trinity House]] tra i marescialli [[Alan Brooke]] (a sinistra) e [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]] (a destra) in Normandia ([[12 giugno]] [[1944]])]]
 
Churchill ebbe una posizione di rilievo nell'esercito britannico e nell'esercito territoriale da quando fu nominato [[Cornetta (grado militare)|cornetta]] del IV Ussari fino al suo ritiro dall'Esercito Territoriale nel [[1924]] con il grado di Maggiore, dopo aver ricoperto il grado temporaneo di Tenente-Colonnello. durante la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]<ref>Alkon, Paul Kent (16 June 2017) "''Winston Churchill's Imagination''" Associated University Presse</ref>.
 
Inoltre ricoprì numerosi incarichi militari onorari. Nel [[1939]] fu nominato Commodoro onorario nell'aeronautica ausiliaria e ricevette il brevetto onorario di pilota nel [[1943]]<ref>FINEST HOUR no. 128 Archived 16 July 2016 at the Wayback Machine.; Autumn 2005 p.14</ref>. Nel [[1941]] fu nominato Colonnello del suo vecchio reggimento, il IV Ussari. Durante la [[Seconda guerra mondiale]] indossò spesso la sua uniforme di commodoro e colonnello degli ussari. Dopo la guerra fu nominato colonnello in capo del IV Ussari<ref>"4th Queen's Own Hussars". regiments.org. Archived from the original on 3 March 2006</ref>, del [[Queen's Royal Irish Hussars]]<ref>"Queen's Royal Irish Hussars". Regiments.org. Archived from the original on 19 December 2007</ref> e del [[Queen's Own Oxfordshire Hussars]]<ref>"Queen's Own Oxfordshire Hussars". Regiments.org. Archived from the original on 19 December 2007</ref>.
 
Nel [[1913]] fu nominato ''Elder Brother'' di [[Trinity House]] come risultato della sua nomina a [[Primo Lord dell'Ammiragliato]]<ref>Fedden, Robin (15 May 2014). Churchill at Chartwell: Museums and Libraries Series. Elsevier</ref>. Ha ricoperto inoltre la carica di [[Lord Guardiano dei Cinque Porti]] dal 1941 fino alla sua morte e in quella veste è stato nominato Colonnello Onorario del 89° Reggimento antiaereo pesante (Cinque Porti), [[Royal Artillery]], il [[20 febbraio]] [[1942]]<ref>89 HAA Rgt War Diary, 1942, The National Archives (TNA), Kew, file WO 169/4808.</ref>. Nel [[1949]] fu nominato Vice Luogotenente (DL) del [[Kent]].
 
== Nella cultura di massa ==
{{Vedi anche|Winston Churchill nella cultura di massa}}
 
== Note ==
===Note esplicative===
<references group="Nota"/>
 
===Note bibliografiche===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Robert Lewis Taylor]], ''Winston Churchill: an informal study of greatness'', New York, Doubleday, 1952
* Winston Churchill, ''Gli anni dell'avventura'', I grandi tascabili Bompiani, 1997 RCS Libri - ISBN 88-452-3026-0
* Lord Moran, ''Churchill: Un Duro a Morire. Dal diario del medico personale di Sir Winston Churchill. 1940-1965'', Mondadori, Milano, 1966
* William Manchester, ''Churchill. L'ultimo leone: Visioni di gloria 1874-1914'', Collana Biografie, Frassinelli, Milano, 1985 ISBN 88-7684-065-6
* William Manchester, ''Churchill. L'ultimo leone: Anni ruggenti 1914-1932'', Collana Biografie, Frassinelli, Milano, 1986
* William Manchester, ''Churchill. L'ultimo leone: La solitudine 1932-1938'', trad. B. Amato, Collana Biografie, Frassinelli, Milano, 1989
* William Manchester, ''Churchill. L'ultimo leone: Il vortice 1938-1940'', trad. B. Amato, Collana Biografie, Frassinelli, Milano, 1991
* William Manchester - Paul Reid, ''The Last Lion: Winston Spencer Churchill: Defender of the Realm 1940-1965'', Bantam, 2013 ISBN 978-0-345-54863-4
* John Lukacs, ''Il Duello. 10 maggio - 31 luglio 1940. Churchill e [[Hitler]]: le drammatiche fasi di uno scontro personale che dimostra come la storia può essere determinata dalle scelte di due uomini'', trad. Maurizio Imperiali, Collana Il Cammeo n.217, Longanesi, Milano, 1990; Collana Storica, TEA, Milano, 1995
* [[Martin Gilbert]], ''Churchill'' (''Churchill. A Life'', ed. orig. 1991), (sovraccoperta illustrata da [[Ferenc Pinter]]), l'autore fu nominato nel 1968 biografo ufficiale dello statista britannico, trad. Davide Panzieri, Collana Le Scie, Mondadori, Milano, I ed. ottobre 1992 ISBN 978-88-04-36047-6; Collana Storia, Oscar Mondadori, Milano, 1994-2013
* Martin Gilbert, ''Winston S. Churchill. vol. III: Challenge of War: 1914-1916'', 1982
* Martin Gilbert, ''Winston S. Churchill: vol. IV: World in Torment: 1916-1922'', Heinemann, London, 1975
* Martin Gilbert, ''Winston S. Churchill: vol. V: The Prophet of Truth: 1922-1939'',
* Martin Gilbert, ''Winston Churchill: The Wilderness Years'',
* Martin Gilbert, ''Winston S. Churchill. vol. VII: Road to Victory: 1941-1945'', Hillsdale College Press, 2013 ISBN 978-0-916308-44-5
* Martin Gilbert, ''Winston S. Churchill. vol. VIII: Never Despair: 1945-1965'', 1988; Hillsdale College Press, 2012 ISBN 978-0-916308-45-2
* Martin Gilbert, ''Churchill and America'',
* Geoffrey Penn, ''Fisher, Churchill and the Dardanelles'', Pen & Sword Books, 1999 ISBN 978-0-85052-646-2
* Ernesto Ragionieri, ''Churchill'', Sellerio, Palermo, 2002
* John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'', Collana Storica, Corbaccio, Milano, 2003
* Jack Dixon, ''[[Dowding]] & Churchill. The Dark Side of the Battle of England'', Pen & Sword Books, 2008 ISBN 978-1-84415-854-6
* Dominique Enright (a cura di), ''Il sorriso del bulldog. Maliziose arguzie di Winston Churchill'', Liberilibri, Macerata, 2008 [2009]
* [[Fabio Casini]], ''Churchill e la Campagna d'Italia - agosto 1944: Passaggio in Toscana'', Siena, Ed. Nuova Immagine, 2009
* T.O. Smith, ''Churchill, America and Vietnam, 1941-1945'', Pelgrave Macmillan, 2011 ISBN 978-0-230-29821-7
* Christopher M. Bell, ''Churchill and Seapower'', Oxford University Press, 2012 ISBN 978-0-19-969357-3
* Walter Reid, ''Churchill under Friendly Fire. 1940-1945'', Birlinn General, 2012 ISBN 978-1-84341-059-1
* David Dilks, ''Churchill and Company. Rivals and Alliances in War and Peace'', I.B. Tauris & Co., 2012 ISBN 978-1-84885-718-6
* Peter Clarke, ''Mr. Churchill's Profession. Statesman, Orator, Writer'', Bloomsbury Publishing, 2013 ISBN 978-1-4088-3123-6
* Chris Schoeman, ''Churchill's South Africa. Travels during the Anglo-Boer War'', Struik Publisher, 2013 ISBN 978-1-920545-47-5
* Kenneth Weisbrode, ''Churchill and The King. The Wartime Alliance of Winston Churchill and George VI'', Penguin Putnam, 2013 ISBN 978-0-670-02576-3
* Roy Irons, ''Churchill and the Mad Mullah of Somaliland. Betrayal and Redemption 1899-1921'', Pen & Sword Books, 2013 ISBN 978-1-78346-380-0
* Philip White, ''Churchill's Cold War. How the Iron Curtain speech shaped the Post War World'', Gerald Duckworth, 2013 ISBN 978-0-7156-4577-2
* John Grehan, ''Churchill's Secret War. Britain's First Large-Scale Combined Operations Offensive 1942'', Pen & Sword Books, 2013 ISBN 978-1-78159-382-0
* A.W. Beasley, ''Churchill: the Supreme Survivor'', Mercer Books, 2013 ISBN 978-0-9557127-3-9
* Steve Cliffe, ''Churchill, [[Kitchener]] & [[Lloyd George]]. First World Warlords'', Fonthill Media, 2013 ISBN 978-1-78155-272-8
* Michael Shelden, ''Young Titan. The Making of Winston Churchill'', Simon & Schuster, 2014 ISBN 978-1-4711-1323-9
* Stephen Wentworth Roskill, ''Churchill and the Admirals'', Pen & Sword Books, 2014 ISBN 978-1-4738-2112-5
* ''Churchill: The Power of Words. His Remarkable Life Recounted Through His Writings and Speeches. Selected, Edited and Introduced by Martin Gilbert'', Transworld Publishers, 2014 ISBN 978-0-85750-146-2
* Cat Wilson, ''Churchill on the Far East in the Second World War: Hiding the History of the 'Special Relationship''', Pelgrave Macmillan, 2014 ISBN 978-1-137-36394-7
* Con Coughlin, ''Churchill's First War. Young Winston and the fight against the Taliban'', Pan Macmillan, 2014 ISBN 978-0-330-54596-9
* Jonathan Rose, ''The Literary Churchill: Author, Reader, Actor'', Yale University Press, 2014 ISBN 978-0-300-20407-0
* Lawrence James, ''Churchill and Empire. Portrait of an Imperialist'', Pegasus Books, 2014 ISBN 978-1-60598-569-5
* Ashley Jackson, ''Churchill'', Quercus, 2014 ISBN 978-1-62365-804-5
* [[Roy Jenkins]] {{Cita libro | titolo= Churchill | autore=|editore=Macmillan | anno = 2001| isbn=0-333-78290-9}}
 
== Voci correlate ==
 
*[[Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)]]
*[[Winston Churchill dopo la Seconda guerra mondiale (1945-1965)]]
*[[Attività letteraria di Winston Churchill]]
*[[Onorificenze di Winston Churchill]]
*[[Winston Churchill nella cultura di massa]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Winston Churchill}}
 
== Collegamenti esterni ==
 
* {{cita web|http://www.badley.info/history/Churchill-Winston-Leonard-Spencer-Great-Britain.biog.html|Archivio storico mondiale su Churchill|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.winstonchurchill.org|Il sito del Centro Churchill|lingua=en}}
* {{Catalogo SF|}}
* {{cita web|http://www.historychannel.com/speeches/archive/speech_52.html|Audio del discorso di Churchill "finest hour"|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.spanamwar.com/Churchillcomments.htm|Winston Churchill a Cuba|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.malakand.blogspot.com|Opinioni sul contributo storico di Churchill|lingua=en}}
* {{cita web|http://freepages.genealogy.rootsweb.com/~jamesdow/winston.htm|Un'altra biografia su Churchill con lunghe citazioni dei suoi discorsi|lingua=en}}
* {{en}} ''[http://www.loc.gov/exhibits/churchill/interactive Churchill e la Grande Repubblica]''. Exhibition explores Churchill's lifelong relationship with the United States.
* {{en}} [http://www.jewishpost.com/jewishpost/jpn201b.html Churchill e il sionismo] (del dottor Yoav Tenenbaum, [[Università di Tel Aviv]])
* {{cita web|http://www.earthstation1.com/churchil.html|Alcuni discorsi di Churchill scaricabili|lingua=en}}
* {{en}} [http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1953/churchill.html Biografia di Winston Churchill] sul sito ufficiale del Premio Nobel
 
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