Leutari I e Ekkehart Krippendorff: differenze tra le pagine

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{{Bio
'''Leutari''' (Leutharius/'''Λεύθαρις''') è noto per essere stato, insieme al fratello Butilino (nelle fonti greche: '''Βουτιλῖνος'''/ '''Βουσελίνος'''; in quelle latine: Butilinus/Buccellenus), al comando del contingente (Franco-Alamanno), che invase e saccheggiò l'Italia negli anni 553-554.
| Nome = Ekkehart
| Cognome = Krippendorff
| Sesso = M
| LuogoNascita = Eisenach
| GiornoMeseNascita = 22 marzo
| AnnoNascita = 1934
| LuogoMorte = Berlino
| GiornoMeseMorte = 27 febbraio
| AnnoMorte = 2018
| Attività = politologo
| Nazionalità = tedesco
| Immagine =
}}
È considerato uno dei principali esponenti, nonché pioniere, delle [[Peace studies|scienze della pace]]<ref name=altieri>{{cita web |url=http://www.peacelink.it/gdp/docs/2895.pdf |autore=[[Rocco Altieri]] |titolo=Una verità misconosciuta, presentazione di "Lo Stato e la guerra" (su peacelink.it) |accesso=4 settembre 2012 |deadurl=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140111005019/http://www.peacelink.it/gdp/docs/2895.pdf |dataarchivio=11 gennaio 2014 }}</ref><ref name=reitani>{{cita web |url=http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/altri-testi-pubblicati-other-published-texts/Microsoft%20Word%20-%20intervista%20a%20E.%20Krippendorff%20luglio%202007.pdf |autore=[http://people.uniud.it/page/luigi.reitani Luigi Reitani] |titolo=Intervista a Ekkehart Krippendorff (su uniud.it) |accesso=4 settembre 2012 |deadurl=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140111004819/http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/altri-testi-pubblicati-other-published-texts/Microsoft%20Word%20-%20intervista%20a%20E.%20Krippendorff%20luglio%202007.pdf |dataarchivio=11 gennaio 2014 }}</ref>. Ha anche insegnato [[relazioni internazionali]] in [[Italia]], nella [[Università Johns Hopkins|Johns Hopkins]] di [[Bologna]] e nell'[[Università degli Studi di Siena|Università di Siena]]<ref name=vita>{{cita web |url=http://userpage.fu-berlin.de/~kpdff/vitaengl.htm |titolo=Vita (su fu-berlin.de) |accesso=4 settembre 2012 |lingua=en |deadurl=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121102204839/http://userpage.fu-berlin.de/~kpdff/vitaengl.htm |dataarchivio=2 novembre 2012 }}</ref>.
 
==Cenni biografici==
==Biografia==
Nato nel [[1934]] a [[Eisenach]], nella [[Turingia]], dal [[1954]] al [[1959]] ha studiato [[storia]], [[filosofia]] e [[scienza politica]] nelle [[università di Friburgo]], [[Università libera di Berlino|Berlino]] e [[Università di Tubinga|Tubinga]], conseguendo in quest'ultima un [[Dottorato di ricerca|PhD]] in filosofia nel 1959 con [[Theodor Eschenburg]]. Il semestre estivo del [[1965]] è stato noto a [[Berlino Ovest]] come ''Krippendorff-Semester'' (''il semestre di Krippendorff'') per la sua attività politica di [[Sinistra_(politica)|sinistra]] nel giornale berlinese ''Spandauer Volksblatt''; le successive [[Il Sessantotto|rivolte studentesche del 1968]] hanno portato al suo licenziamento dagli incarichi universitari nella [[Università libera di Berlino|Freie Universität]]. Nella fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] è stato membro dell'[[Partito Socialdemocratico di Germania|SPD]] (Partito Socialdemocratico Tedesco) e membro del consiglio del ''Republikanischer Club'' (''Club Repubblicano''). Nel [[1970]] l'Università di Berlino gli ha rifiutato l'abilitazione — apparentemente per ragioni politiche — che conseguirà due anni più tardi a Tubinga con Eschenburg, che era perfettamente a conoscenza delle idee politiche di Krippendorff e, pur non condividendole, decise di non ostacolare la sua carriera accademica. Nel 1973 il Ministro della Cultura del [[Baden-Württemberg]] Wilhelm Hahn ha rigettato l'incarico di Krippendorff all'[[Università di Costanza]] «perché politicamente non adatto»<ref name=spiegel>{{Cita news |autore= |url=http://www.spiegel.de/spiegel/print/d-42650972.html |titolo=Soviel Unvernunft |pubblicazione=Der Spiegel |giorno=19 |mese=febbraio |anno=1973 |accesso=10 settembre 2012 |lingua=de |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6AaCPEaQN?url=http://www.spiegel.de/spiegel/print/d-42650972.html |dataarchivio=10 settembre 2012 }}</ref>.
Sappiamo molto poco di lui: si tratta, come si è detto, il fratello di [[Butilino]],<ref>Agazia, I,6, II,2 e II,4; Paolo Diacono, II,2 (che tuttavia ha notizie assai più imprecise, specie sulla direzione presa dalla colonna degli alemanni e sul luogo della morte di Leutari, Vd. la nota 9).</ref> il quale, alcuni anni prima (nel 539), aveva già capitanato una dura incursione in Italia, per conto del re franco Teodeberto; entrambi – al servizio dei Franchi – i fratelli sono tradizionalmente qualificati nelle fonti come ''duces ''degli Alamanni.<ref>Vd. Agazia, I, 6; ma Agazia (in II,3,6) qualifica Leutari, piuttosto genericamente, come '''ὁ στρατεγός''' ("il capo", "il comandante") e (II,2,1), con riferimento a suo fratello, '''ὁ ἕτερος τῶν ἠγεμόνων''' ("l'altro dei comandanti"), usando un termine più tecnico, che si potrebbe anche riferire al latino "dux". Vd. anche O. Feger, ''Zur Geschichte des alemannischen Herzogtums'', in W. Müller (herausg.), ''Zur Geschichte der Alemannen'', Darmstadt, 1975, pp. 157 ss.; D. Geuenich, ''Geschichte der Alemannen'', Stuttgart-Berlin-Köln, 1997, pp. 93 ss., 113 e 158.</ref>
 
Ha collaborato con numerose università europee ([[Università libera di Berlino|Berlino]], [[Università Johns Hopkins|Johns Hopkins]] di [[Bologna]], [[Università degli Studi di Siena|Siena]], [[Università di Tubinga|Tubinga]], [[University of Sussex|Sussex]] e [[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Urbino]]) e [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] ([[Università di Harvard|Harvard]], [[Columbia University|Columbia]], [[Università di Yale|Yale]] e [[Università di New York|New York]]); ha insegnato anche in [[Giappone]] nella prestigiosa [[Università Imperiale di Tokyo]]. Dal [[1978]] al [[1999]] ha ricoperto l'incarico di [[professore]] ordinario di scienza politica nell'Istituto di Studi Nordamericani "John F. Kennedy" presso l'[[Università libera di Berlino]], per poi diventarne, in seguito al pensionamento, professore emerito fino ad oggi ([[2012]])<ref name=vita/>.
Nel 553, ambasciatori inviati dai Goti giunsero alla corte di re Teodebaldo (figlio e successore di Teodeberto) chiedendo aiuto contro i Bizantini comandati da [[Narsete (generale bizantino)|Narsete]] che avevano sconfitto e ucciso in battaglia gli ultimi re goti [[Totila]] e [[Teia (re)|Teia]], e sembravano ormai aver vinto la [[guerra gotica (535-553)|guerra]]; pur senza l'appoggio esplicito di Teodebaldo, Butilino e Leutari decisero di aiutare i Goti contro i Bizantini, organizzando una spedizione forte di 75.000 uomini, tra Franchi e Alamanni per invadere l'Italia e conquistarla.<ref>Agazia, I, 6-7.</ref>
 
Dal [[2007]] è membro del comitato scientifico del Centro di Ricerca sulla Pace "IRENE", costituito presso l'[[Università degli Studi di Udine|Università di Udine]], che ha curato la traduzione del suo fondamentale libro ''Staat und Krieg'' (''Lo Stato e la Guerra'')<ref name=reitani/><ref name=comitato>{{cita web |url=http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/Comitato_scientifico%20e%20direttore%20da%208.7.08.pdf |titolo=Direttore e Comitato Scientifico |formato=pdf |accesso=5 settembre 2012 |lingua=en |deadurl=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110710115906/http://www.uniud.it/ricerca/strutture/centri_interdipartimentali/irene/Comitato_scientifico%20e%20direttore%20da%208.7.08.pdf |dataarchivio=10 luglio 2011 }}</ref>. Nel [[2010]] ha organizzato e diretto la seconda edizione del Festival della Pace di Udine<ref name=vita/>.
Il numero, che ci è fornito da Agazia, appare tuttavia vistoso ed è stato da tempo messa in serio dubbio, definito, ad esempio, ''chiffre manifestement incroyable'' da uno studioso del livello di Stein<ref>E. Stein, ''Histoire du Bas-Empire. De la disparition de l’Empire d’Occidente à la mort de Justinien (476-565)'', publ. par J.-R. Palanque, Paris-Bruxelles-Amsterdam 1949, II, p. 606.</ref>.
 
==Il pensiero<ref name=pistolato-2011>{{cita pubblicazione |cognome=Pistolato |nome=Francesco |data=20 maggio 2011 |titolo=La ricerca per la pace di Ekkehart Krippendorff. Una biografia intellettuale |rivista=Revista de Paz y Conflictos ([[Università di Granada|Universidad de Granada]]) |volume= |numero=4 |pagine=1-25 |url=http://www.ugr.es/~revpaz/articulos/rpc_n4_2011_art4.pdf |accesso=20 settembre 2012 |lingua=spagnolo |isbn= |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6Arymf18i?url=http://www.ugr.es/~revpaz/articulos/rpc_n4_2011_art4.pdf |dataarchivio=22 settembre 2012 }}</ref>==
Attraversato il fiume Po nell'estate 553,<ref>Agazia, I,11.</ref> gli invasori presero [[Parma]] e sconfissero un contingente bizantino condotto dall'erulo Fulcari.<ref>Agazia, I,14.</ref>
===''Lo Stato e la guerra''===
Sebbene abbia espresso un generale apprezzamento per la [[democrazia]] statunitense, Krippendorff ha messo in luce gli [[Imperialismo_(dibattito_storiografico)#L.27imperialismo_statunitense|aspetti imperialistici]] della politica estera americana col saggio del [[1963]] ''Amerikanische Politik in Asien'' (''Politica americana in Asia''), e nel [[1970]] con ''Die amerikanische Strategie'' (''La Strategia americana''). Nel corso degli [[Anni 1980|anni ottanta]] ha partecipato al [[movimento pacifista]] che si opponeva alle [[MRBM|installazioni missilistiche a medio raggio]] in [[Germania]].
 
Nel [[1985]] viene pubblicato il suo libro più importante ''Staat und Krieg'' (''Lo Stato e la Guerra''), divenuto in seguito un classico del pacifismo tedesco. In quest'opera, con l'ausilio di numerosi esempi storici, Krippendorff ha connesso la nascita dello [[Stato_moderno#Lo_Stato_moderno|Stato moderno]] con la necessità di regolamentare e organizzare le milizie [[Mercenario|mercenarie]], per offrire alle [[Governo|classi dirigenti]] sia la forza per difendersi da attacchi esterni che il necessario controllo sui cittadini governati.
Nel corso del 554 Butilino e Leutari, apparentemente senza incontrare una significativa resistenza, avanzarono verso l'Italia meridionale, devastando e saccheggiando i territori che attraversavano; giunti all'altezza di Roma, divisero le loro forze in due colonne, ciascuna diretta da uno dei fratelli.
 
L'impianto teorico di ''Staat und Krieg'', teso a dimostrare l'insensatezza delle politiche di potenza, si basa anche su citazioni di filosofi, letterati e altri esponenti delle [[Scienze sociali|scienze umane]]. In particolare, una digressione sul pacifismo [[Lev Tolstoj|tolstoiano]] completa un'opera ricca di spunti e difficilmente categorizzabile, che costituisce una sorta di trattato sulla necessità di [[Democrazia diretta|partecipare direttamente]] alle scelte politiche della propria nazione.
In estate, Leutari propose a Butilino, che era si era spinto fino allo stretto di Messina, di ritornare verso nord per metterere al sicuro il bottino nella ''Venetia'', allora sotto il controllo Franco, ma Butilino rifiutò, determinato a sconfiggere Narsete, e a sottomettere l'Italia intera, con la precisa aspirazione di governarla come ''re dei Goti''.<ref>Agazia, II,2.</ref>
 
===''L'arte di non esser governati''===
Leutari decise di ritornare autonomamente verso nord, probabilmente d'accordo con il fratello, come si evince probabilmente da Agazia, II,4,9 che lascia intendere scopertamente l'intenzione di Leutari di ritornare in seguito a dar man forte a Butilino, una volta messo in sicurezza il bottino. La sua colonna, appesantita dalle prede e resa meno efficiente, venne affrontata e sconfitta presso Fano dalla guarnigione Bizantina di stanza a Pesaro, guidata da Artabane e dall'unno Uldach, perdendo l'oro e gli oggetti preziosi saccheggiati nelle chiese e un gran numero di prigionieri.
Risale al [[2000]] ''Die Kunst, nicht regiert zu werden'' (''L'arte di non essere governati''), un'opera che raggruppa vari esempi di politica fondata su un'[[etica]] [[Libertarismo|libertaria]]; secondo Krippendorff tale politica si può attuare solo mediante l'adozione di un [[anarchismo]] [[Cultura|colto]]. Per prendere coscienza e assumere questa prospettiva, vengono indicate figure storiche di riferimento: [[Hannah Arendt|Arendt]], [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], [[Richard Wagner|Wagner]], [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], [[Confucio]], [[Laozi|Lao Tse]], [[Socrate]], [[Platone]] e altri. Si tratta quindi di un percorso complesso e al contempo [[Élite (sociologia)|elitario]], volto a costruire una [[cultura]] [[Movimento pacifista|pacifista]] di alto livello.
 
Lungo il medesimo filone di ricerca, lo studioso tedesco ha sviluppato un'[[estetica]] pacifista, con l'obiettivo di creare modelli di politica etica. Questo itinerario di studio è condensato in sei libri dedicati a [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], due a [[William Shakespeare|Shakespeare]], uno a [[Francesco d'Assisi|San Francesco d'Assisi]], oltre a vari saggi su [[musica]], [[filosofia]] e [[letteratura]].
Il racconto circostanziato del sistematico saccheggio degli edifici di culto italiani ha trovato un preciso riscontro archeologico nel corso dello scavo (e dello studio) di alcune tombe alamanniche nella zona di [[Hüfingen]], la ''[http://de.wikipedia.org/wiki/Kastell_H%C3%BCfingen Brigobannis]'' della c.d. ''[[Tabula Peutingeriana]]'', nella regione del [[Baden Württemberg]], una ventina di chilometri dal confine con la Svizzera, in direzione di Schaffausen: spesso le evidenze archeologiche vengono infatti in soccorso della storia.
 
==Pubblicazioni==
I rinvenimenti, all'interno di due tombe femminili di Hüfingen (le nn. 308 e 557) consentono di focalizzare l'attenzione su due “pietre montate” (dette tecnicamente ''[http://it.wikipedia.org/wiki/Cabochon Cabochons]''), riutilizzate come ornamenti o amuleti che, per la loro fattura (ma anche per gli evidenti segni di asportazione violenta dalla loro sede originaria), rinviano alle tipiche decorazioni che si ritrovano sistematicamente ''im kirchlichen Bereich des Mittelmeer-raumes, auf Kreuzen, Reliquiaren oder Buchdeckeln (Evangeliaren)'', cioè su Croci, Reliquiari o Evangeliari dell'area mediterranea<ref>G. Fingerlin, ''Zwei Steinfassungen mit Cabochons aus Frauengräben in Hüfingen. Archäologische Zeugnisse für die Plünderung von Kirchen Italiens währende der Kriegszüge im 6. Jahrhundert'', in S. Brather-D. Geuenich-Chr. Huth (herausgeg.), Historia Archaeologica. Festschrift für Heiko Steuer zum 70. Geburtstag, Berlin 2009, p. 334</ref>.
===In lingua originale===
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1961 | ''Die Liberal-Demokratische Partei Deutschlands in der Sowjetischen Besatzungszone 1945-1948'', Düsseldorf, Droste Verlag, 1961, pp. 178.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1970 | ''Die amerikanische Strategie. Entscheidungsprozeß und Instrumentarium der amerikanischen Außenpolitik'', Frankfurt am Main, [[Suhrkamp Verlag]], 1970, pp. 484.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1975 | ''Internationales System als Geschichte. Einführung in die internationalen Beziehungen 1'', Frankfurt am Main, Campus Verlag, 1975, pp. 187. ISBN 9783585325072}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1976 | ''Italien: Der Historische Kompromiß'', in ''Kursbuch'', n. 46, dicembre 1976, pp. 55-74.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1977 | ''Internationale Beziehungen als Wissenschaft. Einführung 2'', Frankfurt am Main, Campus Verlag, 1977, pp. 168. ISBN 9783593325347}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1985 | ''Staat und Krieg. Die historische Logik politischer Unvernunft'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1985, pp. 435. ISBN 978-3518113059}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1986 | ''Internationale Politik: Geschichte und Theorie'', Frankfurt am Main, Campus Verlag, 1986, pp. 302. ISBN 9783593325682}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1988 | ''Wie die Großen mit den Menschen spielen. Goethes Politik'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1988, pp. 168. ISBN 9783518114865}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1992 | ''Politik in Shakespeares Dramen'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1992, pp. 493. ISBN 9783518403884}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1993 | ''Militärkritik'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1993, pp. 224. ISBN 9783518118047}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1995 | ''Deutsche Außenpolitik. Aus ihrer Geschichte lernen, heißt aus ihr aussteigen'', [[International Physicians for the Prevention of Nuclear War|IPPNW]] (a cura di), in: ''Weltmacht Deutschland?'' (Atti della conferenza), Berlin/Isny im Allgäu, 1995, pp. 11-25.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1999 | ''Unzufrieden. Vierzig Jahre Politische Wissenschaft'' (Ultima lezione), in: ''Blätter für deutsche und internationale Politik'', n. 8, 1999, pp. 991-1002.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2000 | ''Die Kunst, nicht regiert zu werden. Ethische Politik von Sokrates bis Mozart'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 2000, pp. 467. ISBN 9783518410394}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2000-b | ''Kritik der Außenpolitik'', Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 2000, pp. 236. ISBN 9783518121399}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2002 | ''Der Wind bläst der Friedensforschung ins Gesicht'', in: ''S+F Vierteljahresschrift für Sicherheit und Frieden'', n. 4, 2002, pp. 198-200.}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2007 | ''Shakespeares Komödien'', Berlin, Kadmos Kulturverlag, 2007, pp. 277. ISBN 9783931659875}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2009 | ''Die Kultur des Politischen. Wege aus den Diskursen der Macht'', Berlin, Kadmos Kulturverlag, 2009, pp. 222. ISBN 9783865990921}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2012 | ''Lebensfäden. Zehn autobiographische Versuche'', Münster, Verlag Graswurzelrevolution, 2012, pp. 476. ISBN 9783939045199}}
 
===Traduzioni in italiano===
Secondo le valutazioni dei reperti archeologici, e attraverso una serie complessa di valutazioni, ''fast zwangsläufig führen diese Überlegungen zu der bekannten Stelle in den Historiae des Agathias von Myrina, in der unterschiedliche Verhaltender christlichen Franken und der (noch) heidnischen Alamannen beim Heerzug des Leutharis und des Butilinus nach Italien in den Jahren 553-554 schildert'' (“queste considerazioni conducono pressoché inevitabilmente al noto passo delle Historiae di Agazia di Mirina, nel quale egli descrive il differente comportamento dei Franchi cristiani e degli (ancora) pagani Alamanni, nel corso della incursione in Italia di Leutari e Butilino negli anni 553-554”). Insomma, non è da escludere che quelle pietre, oggetti di piccole dimensioni e di comoda trasportabilità, possano essere stati parte del bottino dei saccheggi narrati da Agazia<ref>Ancora G. Fingerlin, ''Zwei Steinfassungen'', spec. pp. 336-338. Vd., dello stesso, G. Fingerlin, ''Zwei Edelsteinfassungen aus Frauengräbern in Hüfingen - Beutegut alamannischer Krieger auf einem Feldzug nach Italien'', «Archäologische Nachrichten aus Baden» 80-81, 2010, pp. 31-32</ref>
*{{Bibliografia |Krippendorff, 1991 | ''Politica internazionale: storia e teoria'', Trad. di Antonella Cipriani ed Elisa De Costanzo, Napoli, Liguori, 1991, pp. 363. ISBN 9788820718459}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2003 | ''L'arte di non essere governati. Politica ed etica da Socrate a Mozart'', Trad. di Vinicio Parma, Roma, Fazi Editore, 2003, pp. 328. ISBN 9788881123780}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2004 | ''Critica della politica estera'', Trad. di Elisabetta Dal Bello, Roma, Fazi Editore, 2004, pp. 251. ISBN 9788881125005}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2005 | ''Shakespeare politico. Drammi storici, drammi romani, tragedie'', Trad. di Robin Benatti e Francesca Materzanini, Roma, Fazi Editore, 2005, pp. 346. ISBN 9788881126798}}
*{{Bibliografia |Krippendorff, 2009 | ''Lo stato e la guerra. L'insensatezza delle politiche di potenza'', Trad. di Francesco Pistolato, Pisa, Centro Gandhi, 2009, pp. 352. ISBN 9788875000189}}
 
==Note==
Leutari riuscì però, con buona parte dei suoi, a mettersi in salvo, attraversando a fatica il Po e, puntando a nord-est, a raggiungere quella parte della ''Venetia'' già occupata dai Franchi nel corso del conflitto tra Goti e Bizantini.
<references/>
 
==Voci correlate==
Giunti a [[Ceneda]], l'attuale Vittorio Veneto<ref>Agazia, II,3,3: '''ἐς Κένετα τὴν πόλιν''', cioè ''nella città di Ceneda''; Paolo Diacono, ''Hist. Lang.'' II,2 scrive però: ''dum multa praeda onustus ad patriam cuperet reverti, inter Veronam et Tridentum iuxta lacum Benacum propria morte defunctus est''. Vd. M. Gusso, ''Franchi Austrasiani nella Venetia del VI secolo d.C., pp. 9-110''</ref>, Leutari e gli Alemanni sarebbero tuttavia periti – come vedremo – a causa di un grave morbo.
* [[Nonviolenza]]
Le spie bizantine avvertirono Narsete della misera fine del contingente di Leutari alla vigilia della battaglia che doveva vedere la sconfitta di Butilino.
* [[Pacifismo]]
 
==La sua morte ''esemplare''==
[[File:via della rabosa.jpg|right|l'attuale località "via della Rabosa" a Vittorio Veneto (Ceneda)|377x377px]]
Ecco la particolareggiata descrizione che [[Agazia]]<ref>Agazia, II,3,6-7.</ref> fa della morte di Leutari:
 
6. '''αὐτὸς δὴ οὖν ὁ στρατηγὸς καὶ μάλα ἔνδηλος ἦν, ὃτι δὴ αὐτὸν θεήλατοι μετῆλθον ποιναί. παραπλῆξ τε γὰρ ἐγεγόνει καὶ ἐλύττα περιφανῶς, καθάπερ οἱ ἔκφρονε καὶ μεμηνότες, κλόνος τε αὐτὸν ἐπεῖχε μυρίος καὶ οἱμωγὰς ἀφίει βαρείας· καὶ νῦν μὲν πρενής, νῦν δὲ καὶ ἐπὶ θάτερα ἐν τῷ ἐδάφει κατέπιπτεν, ἀφρῷ τε πολλῷ τὸ στόμα περιερρεῖτο καὶ τὼ ὀφθαλμὼ βλοσυρὼ γε ἤστην καὶ παρατετραμμένω.''' 7.''' ἐς τοῦτο δὲ ἄρα ὁ δείλαιος ἀφῖκτο μανίας, ὥστε ἀμέλει καὶ τῶν οἱκείων μελῶν ἀπογεύσασθαι ἐχόμενος γὰρ ὀδὰξ τῶν βραχιόνων καὶ διαστῶν τὰς σάρκας κατεβίβρωσκέ γε αὐτὰς ὥσπερ διαλιχώμενος τὸν ἰχῶρα οὕτω δὲ ἑαυτοῦ ἐμπιπλάμενος καὶ κατὰ σμικρὸν ὑποφθινύθων οἰκτρότατα ἀπεβίω'''
 
''Per quel che concerneva lo stesso capo'' [Leutari] ''era del tutto evidente che lo colpivano castighi inviati allora da dio. Infatti gridava, fuori di sé, e manifestamente smaniava al modo dei dementi e dei furiosi. Lo presero incessanti attacchi convulsivi e lanciava in continuo strepiti lamentosi; ora cadeva prostrato bocconi a terra, ora supino con gran quantità di schiuma che gli sgorgava attorno alla bocca ed entrambi gli occhi apparivano decisamente gonfi e innaturalmente deviati. In un parossismo di folle furia, l'infelice cominciò addirittura a divorare le sue stesse membra mordendosi le braccia, lacerando, divorando le carni e, come un animale selvaggio , leccando il liquido infetto che ne usciva. E così, pascendosi della sua stessa carne, un po' per volta si consumò e morì della morte più penosa'' (trad. it. di Massimo Gusso).
 
Si tratta, con palese evidenza di un richiamo ad un mito greco non molto conosciuto, quello di [[Erisittone (tessalo)]], e contiene una citazione riferibile quasi ''ad verbum'' dalle ''Metamorfosi'' di Ovidio (VIII, 877-878) dove si leggeva: ''ipse suos artos lacero divellere morsu | coepit et infelix minuendo corpus alebat'' [egli stesso cominciò a lacerarsi gli arti a morsi | e l'infelice si nutriva a prezzo del suo corpo]<ref>Vd. R.C. McCail, ''Erysichthon, Sin and Autophagy'', Mnemosyne, 17, 1964, p. 162; A. Kaldellis, ''Things are not what they are: Agathias Mythistoricus and the last Laugh of Classical Culture'', Classical Quarterly, 53, 1, 2003, pp. 295-300; A. Alexakis, ''Two verses of Ovid liberally translated by Agathias of Myrina (Metamorphoses 8.877-878 and Historiae 2.3.7)'', Byzantinische Zeitschrift, 101, 2, 2009, pp. 609-616.</ref>).
 
Proprio la testimonianza di Agazia può condurre a ritenere che sia stata la rabbia umana (da [[Lyssavirus]]) a colpire Leutari e i suoi uomini; tale ipotesi, oltre ad essere suffragata dallo speciale rapporto che legava i guerrieri alamanni ai loro cani, con tutte le conseguenze che tale contiguità può ingenerare in presenza della specifica patologia<ref>Vd. M. Gusso, Il "morbo cenedese", pp. 112-113, note 382, 383, 384.</ref>, potrebbe essere sostenuta in maniera del tutto originale anche attraverso la reinterpretazione di un antico toponimo cenedese (''alla Raboxa'', attualmente ''via della Rabosa'') la cui origine richiamerebbe il luogo ove sarebbe avvenuta la sepoltura degli Alamanni periti in seguito alla rabbia<ref>Vd. ad es. Benno von Hagen, ''Lyssa. Eine medizingeschichtliche Interpretation'', Jena 1940; M. Gusso, Il "morbo cenedese", pp. 110 ss.</ref>.
 
È evidente l'intento moralistico che muove Agazia nel descrivere la fine di Leutari<ref>Agazia, II,3,6-7 citato per esteso nel testo.</ref> e di tutti i suoi uomini<ref>Agazia, II,3,8.</ref>: si tratta del filo conduttore di tutta la sua Storia: al "peccato" dei pagani Alamanni<ref>Sul paganesimo degli Alamanni, che adoravano certi alberi, le acque dei fiumi, le colline e le valli, sacrificando certi animali, vd. Agazia, I,1,7.</ref>, colpevoli di aver saccheggiato senza pietà le chiese di mezza Italia<ref>Sui saccheggi, vd. Agazia, II,1,7-9.</ref>, deve corrispondere la punizione divina attraverso la fine dei reprobi per malattia, o – come accadrà a Butilino – per sconfitta e morte in battaglia.
 
Leutari e la sua morte ripugnante diventano quindi degli ''exempla'', dei moniti per pagani e miscredenti.
 
Ignoriamo se questo Leutari avesse avuto dei discendenti: all'incirca nella prima metà del VII secolo si ritrova nelle fonti un altro ''dux'' degli Alamanni chiamato [[Leuthari II]]: appare tuttavia assolutamente azzardato ipotizzare per lui collegamenti, familiari o d'altro genere, con l'omonimo capo guerriero morto nel 554<ref>Vd. ad es. D. Geuenich, ''Geschichte der Alemannen'', Stuttgart-Berlin-Köln, 1997, (''Leuthari, Alemannenherzog'') pp. 99 ss., 105 e 159; questo nonostante J.R. Martindale, ''The Prosopography pf the Later Roman Empire'', vol. III (A.D. 527-641), Cambridge University Press (1992=) 2000, s.v. ''Leutharis II'', p. 790, ne parli come di un "possibly descended from Leutharis I".</ref>.
 
==Note==
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==Collegamenti esterni==
==Bibliografia==
*[http://www.fantiniartemente.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=113:guerra-e-pace&Itemid=35 Guerra e pace, conversazione con Ekkehart Krippendorff], a cura di Roberto Fantini <small>([https://www.webcitation.org/6AQUkLnJe?url=http://www.fantiniartemente.com/index.php?option=com_k2 archiviato])</small>
*Agazia, ''Storie'' - edizioni consigliate: ''Agathiae Myrinaei, Historiarum libri quinque cum annotationibus Bon. Vulcani'', B.G. Niebhurius C.F. graeca rec., accedunt Agathiae Epigrammata, Bonnae 1828 [testo greco e traduzione latina [[http://books.google.it/books?id=P18GAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false]]]; ''Agathiae Myrinaei, Historiarum libri quinque'', rec. R. Keydel, Berolini 1967 [testo greco]; ''Agathiae Myrinaei, Historiarum libri quinque'', rec. S. Costanza, Università di Messina, 1969 [testo greco]; ''Agathias, The Histories'', cur. J.D. Frendo, Berlin-New York 1975) [tr. inglese [[http://books.google.it/books?id=PqsJZcQR7oIC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ViewAPI&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false]]]; ''Agathias, Histoires. Guerres et Malheurs du temps sous Justinien'', cur. Pierre Maraval, Belles Lettres, Paris 2007 [tr. francese [[http://www.lesbelleslettres.com/livre/?GCOI=22510100444080&fa=description]]].
*[https://www.academia.edu/38332080/Ekkart_Krippendorf Stato e guerra]
*Paolo Diacono - edizioni consigliate: ''Storia dei Longobardi'', ed. A. Zanella, Milano 1991 [[http://www.amazon.it/Storia-longobardi-testo-latino-fronte/dp/8817168246]]; ''Historia Langobardorum'', ed. L. Capo, Milano (Fondazione L. Valla) 1995.
* {{de}} [https://web.archive.org/web/20120911174719/http://userpage.fu-berlin.de/~kpdff/ Pagina personale di Krippendorff]sul sito dell'[[Università libera di Berlino]] <small>()</small>
*H. von Schubert, ''Die Unterwerfung der Alamannen unter die Franken'', Diss. Strassburg 1884.
*Benno von Hagen, ''Lyssa. Eine Medizingeschichtliche Interpretation'', Jena 1940.
*Averil Cameron, ''Agathias and the Early Merovingians'', Annali della Scuola Normale Superiore, 37, 1968, pp. 95-140.
*Averil Cameron, ''Agathias'', Oxford 1970 (rist. 2003).
*O. Feger, ''Zur Geschichte des alemannischen Herzogtums'', in W. Müller (herausg.), ''Zur Geschichte der Alemannen'', Darmstadt, 1975.
*D. Geuenich, ''Geschichte der Alemannen'', Stuttgart-Berlin-Köln, 1997 [[http://books.google.it/books/about/Geschichte_der_Alemannen.html?id=Ji4wAAAACAAJ&redir_esc=y]].
*J.R. Martindale, ''The Prosopography pf the Later Roman Empire'', vol. III (A.D. 527-641), Cambridge University Press (1992=) 2000, s.vv. ''Leutharis I'' e ''Leutharis II'', pp. 789-790 [[http://books.google.it/books?id=ElkwedRWCXkC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false]].
* Massimo Gusso, ''Franchi Austrasiani nella Venetia del VI secolo d.C.. Un contributo allo studio dei più antichi riferimenti al castrum di Ceneda'', in Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, ''Quaderno 1982-2002'', De Bastiani Editore, Vittorio Veneto 2003, pp. 9-110.
* Massimo Gusso, ''Il "morbo cenedese": indagine sulla misteriosa malattia scoppiata nella città di Ceneda nel 554 a.C. a seguito di un'incursione alamannica (Agazia, Historiae II, 3,3-8)'', in Circolo Vittoriese di Ricerce Storiche, ''Aspetti della Sanità nelle Prealpi Venete'' (Atti del Convegno Nazionale, Vittorio Veneto, 26 maggio 2012), De Bastiani Editore, Vittorio Veneto 2012, pp. 17-136 [ISBN-10: 8884662826 ISBN-13: 9788884662828 [[http://catdir.loc.gov/catdir/toc/casalini11/13061747.pdf]]].
 
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