Palazzo dei Normanni e Tommaso Traetta: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Edificio civile
|Nome = Tommaso
| nome edificio = Palazzo dei Normanni
|Cognome = Traetta
| immagine = Palermo_palazzo_normanni.jpg
|PostCognome = o '''Trajetta'''
| didascalia = Parte normanna (lato posteriore)
| paeseSesso = ITAM
|LuogoNascita = Bitonto
| divamm1 = {{IT-SIC}}
|GiornoMeseNascita = 30 marzo
| città = Palermo
|AnnoNascita = 1727
| cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
|LuogoMorte = Venezia
| indirizzo = [[Piazza del Parlamento]], 1
|GiornoMeseMorte = 6 aprile
|latitudine = 38.110833
|AnnoMorte = 1779
|longitudine = 13.353611
|Epoca = 1700
| stato = <!-- di default è "in uso" -->
|Attività = compositore
| periodo costruzione =
|Nazionalità = italiano
| inaugurazione = [[1130]]
|Immagine = Tommaso traetta.jpg
| demolito =
|Didascalia = Tommaso Traetta
| distrutto =
| ricostruito =
| stile =
| uso =
| altezza =
| costo =
| architetto =
| ingegnere =
| appaltatore =
| costruttore =
| proprietario =
| proprietario storico =
}}
 
== Biografia ==
{{UNESCO
[[File:Bitonto1.JPG|thumb|left|Corte Fenice, la casa natale di Tommaso Traetta, nel centro storico di Bitonto]]
|tipoBene = patrimonio
Celebre compositore della [[Scuola musicale napoletana|scuola napoletana]], nacque il 30 marzo 1727<ref>Gerber, da padre altamurano e mamma bitontina, nel suo primo ''Lessico dei musicisti'', aveva detto che Traetta era nato a Napoli verso il 1728 (''aus das Jahr 1728''), Choron e Fayolle, copiandolo nel loro ''Dizionario storico dei musicisti'', ne hanno fissato la data di nascita nello stesso anno e sono stati seguiti da tutti i biografi successivi. Il luogo e la data del 30 marzo 1727 si trovano alla base di un ritratto eseguito a Londra da Ghinocchi nel 1776, durante il soggiorno di Traetta in quella città.</ref> a [[Bitonto]], nell'allora [[regno di Napoli]]. All'età di undici anni fu ammesso al [[conservatorio di Santa Maria di Loreto]] di Napoli, sotto la guida di [[Nicola Porpora]] e successivamente divenne allievo di [[Francesco Durante]]. Dopo dieci anni di studio, l'istruzione di Traetta, in tutte le parti della musica, fu completa. Uscito dal conservatorio, nel [[1748]], si dedicò all'insegnamento del [[canto]] e compose per le chiese e i conventi di Napoli, delle [[messa (musica)|messe]], dei vespri, dei [[mottetto|mottetti]] e delle [[litania|litanie]], gran parte delle quali si trovano ancor oggi manoscritte.
|nome = Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
|nomeInglese = Arab-norman Palermo and the cathedral churches of Cefalù and Monreale
|nome2 = <!-- (*) nome del bene in lingua italiana -->
|nomeInglese2 = <!-- (*) nome del bene in lingua inglese, come indicato sul sito UNESCO -->
|immagine = Normandiarren gaztelua.jpg
|anno = 2015
|annoEliminazione = <!-- (*) anno di cancellazione del patrimonio -->
|anno2 = <!-- (*) anno di riconoscimento -->
|tipologia = architettonico
|criterio = C (ii) (iv)
|pericolo = no
|link = 1487
|link2 = <!-- (*) Codice del bene -->
|linkMappa = <!-- Nome dell'immagine contenente la mappa. Basta il nome dell'immagine con l'estensione, non servono altri parametri -->
}}
 
Nel [[1750]] la sua [[opera seria]] ''Il Farnace'', per il libretto di [[Antonio Maria Lucchini]], fu rappresentata al [[Teatro San Carlo (Napoli)|teatro San Carlo]] con [[Gaetano Majorano]] ottenendo un successo talmente strepitoso che gli si chiesero altre sei [[opera lirica|opere]] per la stessa scena le quali si succedettero senza interruzione una dopo l'altra. Chiamato a [[Roma]] nel [[1754]], vi diede al [[teatro Aliberti]], l<nowiki>'</nowiki>''Ezio'', considerata a giusto titolo come una delle sue più belle opere. Da allora la sua reputazione si diffuse in tutta [[Italia]]; [[Firenze]], [[Venezia]], [[Milano]], [[Torino]] si disputarono ed applaudirono i suoi successi, ma delle vantaggiose proposte fattegli dal duca di [[Parma]], Felipe, ne arrestarono il vagabondare perché accettò la carica di [[maestro di cappella]] di questo principe e fu incaricato di insegnare l'arte del canto alle principesse della famiglia ducale. Felipe aveva sposato la figlia maggiore di [[Luigi XV]], introducendo alla corte di Parma, nella musica e in genere nella cultura, dei gusti francesi.
Il '''Palazzo dei Normanni''', noto anche come '''Palazzo Reale''',<ref name="Vincenzo Mortillaro-34">{{Cita|Vincenzo Mortillaro|pp. 34}}</ref> si trova a [[Palermo]] ed è attualmente sede dell'[[Assemblea regionale siciliana]]. Il palazzo è la più antica residenza reale d'[[Europa]], dimora dei sovrani del [[Regno di Sicilia]], sede imperiale con [[Federico II di Svevia|Federico II]] e [[Corrado IV]] e dello storico [[Parlamento siciliano]]. Al primo piano del palazzo sorge la ''[[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]]''.
 
Proprio l'influenza francese spinge l'opera di Traetta a muoversi su binari differenti rispetto al panorama musicale italiano del tempo, anticipando con l'''[[Antigona (Traetta)|Antigona]]'', andata in scena a San Pietroburgo il 1772, gli ideali di riforma associati a [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]] ma in realtà già avvertiti anche da altri compositori. Secondo Laborde,<ref>''Essai sur la musique'', Tomo III, p. 239.</ref> non si trova traccia di questo cambiamento nelle partiture dell<nowiki>'</nowiki>''Armida'' né in quella dell<nowiki>'</nowiki>''Ifigenia'' composte nella stessa epoca ([[1760]]). La prima opera composta a Parma da Traetta fu ''Ippolito e Aricia'', rappresentata nel [[1759]] e ripresa nel [[1763]] per il matrimonio dell'[[infante|infanta]] di Parma con il [[principe delle Asturie]]. Così grande fu il suo successo che il [[re di Spagna]] accordò una pensione al compositore, come testimonianza del suo apprezzamento. Nello stesso anno Traetta fu chiamato a [[Vienna]] per scrivervi l<nowiki>'</nowiki>''[[Ifigenia in Tauride (Traetta)|Ifigenia in Tauride]]'', una delle sue più belle opere. Di ritorno a Parma vi diede la ''Sofonisba''. Un aneddoto relativo a quest'opera sembrerebbe essere l'origine di quel che riporta Laborde a proposito della trasformazione dello stile di questo compositore durante il suo soggiorno a Parma. In una situazione drammatica in cui l'accento di un personaggio doveva essere straziante, Traetta credette di non poter far di meglio che scrivere al di sotto della nota le parole ''un urlo francese''.
È uno dei monumenti più visitati nell'isola<ref>[http://www.tempostretto.it/8/index.php?___location=articolo&id_articolo=50361 Dati 2010 Legambiente]</ref>. I servizi aggiuntivi turistici sono curati dalla [[Fondazione Federico II]]; l'ingresso principale è su [[piazza del Parlamento]], quello turistico e quello carraio sono su piazza Indipendenza.
 
Dopo la Sofonisba tornò a [[Londra]] per comporre l'Armida. Quest'opera e l<nowiki>'</nowiki>''Ifigenia'' furono rappresentate in seguito in quasi tutta [[Italia]] e accolte con entusiasmo. Dopo la morte dell'infante Don Filippo, [[duca di Parma]], nel mese di dicembre [[1763]], Traetta fu chiamato a [[Venezia]] per prendervi la direzione del [[conservatorio]] chiamato ''l'ospedaletto'' ma non conservò questo posto che due anni, avendo acconsentito di succedere a [[Baldassarre Galuppi|Galuppi]] come compositore alla corte di [[Caterina II di Russia|Caterina II]], [[imperatrice di Russia]]. Partì all'inizio del [[1768]] per [[San Pietroburgo]] e [[Antonio Sacchini|Sacchini]] gli successe all'''ospedaletto''. La maggior parte dei biografi riferisce che all'indomani della rappresentazione della ''Didone Abbandonata'', l'imperatrice inviò a Traetta una tabacchiera d'oro ornata del suo ritratto, con un biglietto di sua mano in cui ella diceva che ''Didone gli faceva questo dono''. Si sono però confusi, in questo aneddoto, Traetta e Galuppi che aveva scritto qualche anno prima, un'opera sullo stesso soggetto rappresentata a Pietroburgo e che ricevette, in effetti, questo messaggio da parte dell'imperatrice.
Dal 3 luglio [[2015]] fa parte del [[Patrimonio dell'umanità]] ([[Unesco]]) nell'ambito del sito seriale ''"[[Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale]]"''.
 
Dopo sette anni di soggiorno alla corte di Caterina II, questo celebre artista, sentendo la sua salute indebolita dal rigore del clima, domandò il permesso di potersi congedare che non ottenne che con gran pena. Si allontanò dalla Russia verso la fine del [[1775]] per recarsi a [[Londra]], dove la sua fama l'aveva preceduto, ma, sia che il soggetto dell'opera commissionatagli non l'avesse ispirato, sia che il suo cattivo stato di salute non avesse lasciato al suo talento tutto il suo vigore, il suo dramma ''Germondo'', rappresentato a teatro del re, non parve degno della sua alta reputazione. La fredda accoglienza riservata a quest'opera e ad una raccolta di [[Duetto (musica)|duetti]] italiani che fece pubblicare a Londra, lo spinsero a lasciare quella città per tornare in Italia, dove sperava di ritrovare la sua vena. Ma da questo momento in poi la sua salute fu sempre precaria. Scrisse ancora qualche opera a Napoli e a Venezia, ma senza più trovarvi il fuoco delle sue antiche produzioni. Il 6 aprile del [[1779]]<ref>Moschini, ''Della letteratura veniziana del secolo XVIII'', parte III, p. 208.</ref> morì a Venezia all'età di cinquantadue anni. Nel 1980 le sue spoglie furono traslate da Venezia (Chiesa Dell'Ospedaletto) a Bitonto per essere sepolte nella cripta della Cattedrale. Anche il figlio [[Filippo Traetta]], nato nel 1777, fu compositore. Emigrato negli Stati Uniti nel 1799, vi trascorse l'intera carriera, fondandovi dei conservatori a [[Boston]] (1801) e a [[Filadelfia]] (1828).
== Storia ==
=== Epoca fenicio - punica ===
 
== Considerazioni sull'artista ==
[[File:Punic ruins - Palazzo dei Normani - Palermo - Italy 2015 (3).JPG|thumb|upright|Fortificazioni puniche.]]
{{P|Toni incensatori, recensione nel complesso più da fansite che da enciclopedia.|musicisti|luglio 2012}}
Dotato nel grado più elevato di genio drammatico, pieno di vigore nell'espressione dei sentimenti appassionati, ardito nelle [[modulazione (musica)|modulazioni]] e più incline dei musicisti italiani del suo tempo a far uso dell'[[armonia]] [[Scala cromatica|cromatica]] della scuola tedesca, Traetta sembra aver concepito la musica di teatro dal punto di vista dal quale [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]] si è posto qualche anno più tardi, a parte la diversità nelle tendenze melodiche che sono più evidenti nelle opere del compositore italiano<ref>La Scuola musicale di Napoli, vol. II, Napoli, Morano, 1882, p. 347, cit in Carlo Goldoni, Tutte le Opere, a cura di Giuseppe Ortolani, Milano, Mondadori, 1956-1964, vol. 4, p. 1318.</ref>. Nel patetico, Traetta raggiunge talvolta il sublime, come si può vedere nell'aria di ''Semiramide'' che è stata inserita nel ''Methode de chant du conservatoire de Paris''. Talvolta dimenticava che il gusto dei suoi compatrioti rigettava allora questi accenti energici, e che essi preferivano la [[melodia]] pura al dividere la loro attenzione tra la melodia e l'[[armonia]], ma quando percepiva nel suo uditorio la fatica di questa attenzione, durante le prime messe in scena, nelle quali sedeva al [[clavicembalo]], aveva l'abitudine di rivolgersi agli spettatori dicendo: ''"Signori, badate a questo passo"'', e il pubblico applaudiva quasi sempre a questa espressione ingenua di orgoglio dell'artista.
 
== Le opere ==
L'attuale palazzo ingloba nelle fondamenta stratificazioni dei primi insediamenti fortificati d'origine [[Storia della Sicilia fenicia|fenicio]] - [[Storia della Sicilia punica|punica]] databili fra l'[[VIII secolo a.C.|VIII]] e il [[V secolo a.C.]], le cui tracce riemergono nelle campagne di studi nelle segrete e nei sotterranei. Queste fortificazioni costituivano il nucleo sociale e politico dei primitivi insediamenti che formavano la ''[[paleopolis]]'', aggregato contrapposto alla zona sacra, destinata al culto pagano e alle sepolture, ubicata qualche centinaio di metri più a NE a ridosso del fiume [[Papireto]]. Quest'ultima area, futura ''neapolis'', è oggi identificabile col ''[[Cattedrale di Palermo#Culto dell'Assunta e di Santa Rosalia|piano della cattedrale]]'', il [[Cattedrale di Palermo#Campanili|campanile]] ravvisabile nell'alta torre di avvistamento incastonata nella cinta muraria della cittadella fortificata, grotte, catacombe, cripte, cuniculi e spelonche, ubicati nelle immediate adiacenze.
{{Vedi anche|Composizioni di Tommaso Traetta}}
* ''Farnace'' - Napoli [[1750]]
* ''I pastori felici'' - ivi - [[1753]]
* ''Ezio'' - Roma [[1753]]
* ''Le nozze contrastate'' - [[1754]]
* ''Buovo d'Antona'' - Venezia [[1756|1758]]
* ''[[Ippolito e Aricia (Traetta)|Ippolito e Aricia]]''- Parma [[1759]]
* ''Stordilano, principe di Granata'' - [[1760]]
* ''I Tindaridi'' - Parma [[1760]]
* ''Armida'' - Vienna [[1761]]
* ''Sofonisba'' - Mannheim [[1761]]
* ''La francese a Malghera'' - [[1762]]
* ''[[Alessandro nell'Indie (Traetta)|Alessandro nell'Indie]]'' - [[Reggio Emilia]] [[1762]]
* ''[[Ifigenia in Tauride (Traetta)|Ifigenia in Tauride]]'' - Vienna [[1763]]
* ''Didone abbandonata'' - [[1764]]
* ''Semiramide riconosciuta'' - [[1765]]
* ''La serva Rivale'' - [[1767]]
* ''Amore in trappola'' - [[1768]]
* ''L'isola disabitata'', libretto di [[Pietro Metastasio]] - [[1768]] al [[Teatro Comunale di Bologna]]
* ''L'Olimpiade'' - [[1770]]
* ''Antigona'' - [[1772]]
* ''Germondo'' - [[1776]]
* ''Il cavaliere errante'' - [[1777]]
* ''La disfatta di Dario'' - [[1778]]
* ''Artenice'' - [[1778]]
 
=== EpocaMusica grecosacra - romana ===
Si sono trovati, dello stesso compositore, al conservatorio di Napoli, uno ''[[Stabat Mater]]'' a quattro voci e [[orchestra]] (un altro ''Stabat Mater'' è conservato nella Biblioteca Statale di [[Monaco di Baviera]]), così come due lezioni per il mattutino di Natale ed una parte della Passione secondo San Giovanni. Per le "Figliole" dell'Ospedale dei Derelitti (Ospedaletto) a Venezia, ha scritto un [[oratorio (musica)|oratorio]] intitolato ''Rex Salomon'' (conservato presso la biblioteca reale del Belgio a Bruxelles) , le quattro Antifone mariane per voce solista, archi e basso continuo (Biblioteca Universitaria di Amburgo) un Miserere a 3 voci, archi e continuo (conservato a Bergamo, a Vienna e a Milano; in quest'ultima fonte attribuito erroneamente a Sacchini) e numerosi mottetti solistici andati perduti. Una Messa a quattro voci con orchestra si trova presso il Conservatorio di Firenze.
 
Paleopolis e neapolis erano comprese su una lunga penisola delimitata a settentrione dal fiume Papireto e dal [[Kemonia]] a mezzogiorno, striscia di terra che all'epoca si estendeva lungo direttrice configurabile con l'odierno [[Cassaro (Palermo)|Cassaro]], limitata approssimativamente fino all'attuale [[Chiesa di Sant'Antonio abate (Palermo)|chiesa di Sant'Antonio Abate]]. Una vasta e ramificata [[La Cala (Palermo)|insenatura]] permetteva l'approdo e il riparo delle imbarcazioni in entrambi i corsi d'acqua, proprio a ridosso del polo monumentale, peculiarità che influì a determinare il nome della località, in [[Storia della Sicilia greca|epoca greca]] [[Toponomastica di Palermo|Panormos]] ovvero ''Città tutto Porto''. Nel [[254 a.C.]] la roccaforte del ''[[castrum]]'' fu conquistata dai [[Storia della Sicilia romana|romani]].
 
=== Epoca bizantino - araba ===
 
[[File:Viking ship in palermo.jpg|thumb|upright|Navi vichinghe nelle segrete del palazzo dei normanni a Palermo|alt=Viking ship in palermo.jpg]]
[[File:Palazzo reale palermo.jpg|thumb|left|Impianto arabo - normanno.]]
 
[[File:La façade du palais des Normands (Palerme) (7026709057).jpg|thumb|upright|Prospetto Sud - Ovest.]]
 
[[Belisario|Flavio Belisario]] conquistò la città e si impossessò della fortificazione nel 535, il [[Storia della Sicilia bizantina|dominio bizantino]] perdurò per quasi tre secoli. Sotto il regno di [[Costantino IX Monomaco]], imperatore costantinopolitano e [[re di Sicilia]], la fortificazione del ''kastron'' assunse il rango di palazzo con il prefetto [[Giorgio Maniace]] il quale lo abbellì facendo installare opere, manufatti e altro bottino di guerra.
 
I due [[Ariete di bronzo|arieti di bronzo]],<ref name="Vincenzo Mortillaro-36"/> espressioni dell'arte greca e frutto di saccheggi, in Sicilia adornarono temporaneamente il portale gotico della [[Castello Maniace|Fortezza Maniace]] di Siracusa per volere di [[Federico II di Svevia]]. [[Maria di Trastámara (1401-1458)|Maria di Trastámara]] per servigi resi nella strenua difesa di Siracusa, li donò a [[Giovanni I Ventimiglia]], pertanto i manufatti pervennero dapprima nel [[Castello di Castelbuono|castello Ventimiglia]] di [[Castelbuono]] e in seguito posti a decoro del mausoleo di famiglia nella [[Chiesa di San Francesco (Castelbuono)|chiesa di San Francesco]]. Per contrasti con la casa regnante e la confisca dei beni, gli arieti dei Ventimiglia giunsero a Palermo. Gaspare Palermo documenta la loro presenza in epoche successive nel [[Palazzo Chiaramonte-Steri]], nella fortezza di [[Castello a Mare (Palermo)|Castello a Mare]], trafugati da un [[vicerè di Sicilia]] a [[Napoli]], riconsegnati alle sale di Palazzo Regio.<ref name="ReferenceA">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 33}}</ref> Con la distruzione di un elemento della coppia durante la [[Rivoluzione siciliana del 1848]], l'esemplare superstite, fu definitivamente trasferito nelle raccolte del [[Museo archeologico regionale (Palermo)|Museo archeologico regionale «Antonio Salinas»]].
 
La prima costruzione con funzioni di residenza reale denominata '' 'al Qasr'' o ''Kasr'' è attribuita al periodo della [[Storia della Sicilia islamica|dominazione islamica]], lasso di tempo di circa due secoli ove si avvicendarono numerosi governatori o [[emiri]] appartenenti, nell'ordine, alle dinastie degli [[Aghlabidi]], [[Fatimidi]], [[Kalbiti]]. Nell'[[831]] dopo la conquista araba della città il governatore, supremo comandante e principe di Sicilia<ref name="ReferenceB">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 17}}</ref> denominò la costruzione ''Castelnuovo'' che si contrapponeva all'edificio ubicato in marina denominato ''[[Castello a Mare (Palermo)|Castellammare]]''<ref name="ReferenceB"/> e al ''[[Palazzo della Favara|Castello di Maredolce]]'' nel [[Parco della Favara]], quest'ultima dimora prediletta insieme a tutte le residenze e le strutture arabe insediate nella vicina [[Kalsa]].
 
[[Ibn Hawqal]] documenta due [[Medina (quartiere)|medine]] o città murate contrapposte: il ''[[Cassaro (Palermo)|Qasr]]'' e la ''[[Kalsa]]''. In mezzo, tre borghi satelliti tra loro separati e contigui corrispondenti al futuro [[rabato]] ([[Albergheria]], [[Monte di Pietà o Seralcadi|Seralcadio]], [[Conceria (Palermo)|Conceria]]), descritto da [[Muhammad al-Idrisi]] in epoca normanna.
 
La decisione di trasferire la sede del governatore posta nel cuore della città murata della ''civitas superior'' in un luogo più sicuro e protetto militarmente, è fornita dalla tumultuosa sommossa popolare contro il governatore fatimita [[Salīm Ibn Rashid Al Kutāni]], sedata nell'autunno del 937 con l'intervento militare di [[Khalil ibn Ishaq]]. Il nucleo aghlabida è abbandonato dopo aver identificato nei pressi del porto, nelle adiacenze dell'arsenale, la nuova sede della cittadella fortificata degli emiri fatimidi, molto più difendibile nella ''civitas inferior'' perché parzialmente protetta dal mare.
 
=== Epoca normanna ===
 
I sovrani [[Normanni]] distinguevano il ''Castrum superius'' o ''Palatium novum'' posto sull'altura dal ''Castrum inferius'' o ''Palatium vetus'' ubicato a valle, insediandosi al loro arrivo presso quest'ultimo già dimora della corte araba. Il ''Parcus Vetus'' indicava l'insediamento del centro di potere arabo, l'aggettivo ''Vetus'' (''vecchio'', ''antico'', ''primitivo'', ''vetusto'') si estendeva tanto all'area, quanto alla dimora del primitivo accampamento. Accampamento divenuto residenza degli emiri e oggetto di conquista da parte delle armate normanne, che nell'assedio di Palermo piantarono nelle immediate adiacenze il loro campo base prima di sferrare gli attacchi alla [[Kalsa]] e al [[Cassaro (Palermo)|Cassaro]] fortificato. Infatti, dalla pianura alluvionale sud - orientale della costa, porta d'accesso alla città provenendo da est, contraddistinta dal [[Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi|Dattereto]] prossimo al fiume [[Oreto]] e al ''[[Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi#Castello di Yahya|Castello di Yahya]]'', partì la riconquista della città. Negli anni ampliarono e trasformarono l'edificio a monte dalle caratteristiche mediorientali in un centro complesso e polifunzionale che esprimeva tutta la potenza della monarchia, così realizzarono una struttura di edifici. [[Roberto il Guiscardo]] lo ingrandì dotandolo della [[#Cappella di Gerusalemme|Cappella di Gerusalemme]],<ref name="ReferenceB"/> il [[gran Conte Ruggero]] edificò la [[#Torre Greca|Torre Greca]], i quartieri per opifici e armigeri.<ref name="ReferenceE">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 18}}</ref><ref name="Vincenzo Mortillaro-34"/> Solo dopo la sua morte, la regina reggente [[Adelasia del Vasto]] e l'erede al trono si trasferirono da Messina, città che era servita da base ai Normanni per estendere il proprio dominio, a Palermo. Nella capitale gli [[Altavilla]] s'insediarono inizialmente nella residenza di ''[[Palazzo della Favara]]'' prima di trasferirsi nelle strutture del ''Palatium novum''.
 
Nel [[1132]] [[Ruggero II di Sicilia]] costruì la parte mediana del palazzo, l'ampissimo appartamento che oggi prende il suo nome, ovvero quella porzione d'edificio precedentemente destinato a opificio della seta, la Cappella Palatina<ref name="ReferenceC">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 19}}</ref> e la [[#Torre Joharia|Torre Joharia]]. Il luogo di culto dedicato a [[San Pietro Apostolo]] soppiantò la primitiva moschea edificata sulle carceri e segrete del palazzo.<ref name="ReferenceC"/> Da [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I]] e [[Guglielmo II di Sicilia]] furono aggiunte le ali destinate ai servizi degli [[eunuchi]], secondo l'usanza araba, gli appartamenti delle [[Dama di corte|dame di corte]], matrone, fanciulle, servitori, l'[[harem]] e nella parte settentrionale fu aggregato il «serraglio degli schiavi»,<ref name="ReferenceD">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 20}}</ref> le torri [[#Torre Pisana|Pisana]] o di ''Santa Ninfa'' e [[#Torre Chirimbi|Chirimbi]]. Coeva è la realizzazione della «[[#Via Coperta|Via Coperta]]», un camminamento protetto che dalla [[#Torre Pisana|Torre Pisana]] e la [[#Sala Verde|Sala Verde]] attraverso la contrada della Guilla conduceva al primitivo [[Palazzo Arcivescovile (Palermo)|Palazzo Arcivescovile]] con meta finale la [[Cattedrale di Palermo|cattedrale metropolitana primaziale della Santa Vergine Maria Assunta]].<ref name="ReferenceD"/><ref name="Vincenzo Mortillaro-34"/>
 
In questo lungo processo di trasformazione, l'antico ''Palazzo degli Emiri'' assunse la denominazione di ''Palazzo dei Normanni'' solo in tempi recenti, polo destinato ben presto a diventare il centro della cultura e dell'arte europea tra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]]. In questi sontuosi e raffinati ambienti, infatti, si sviluppò la più importante cultura europea dell'epoca: qui gli imperatori radunavano i più grandi scienziati e poeti, musicisti e pittori del tempo. All'interno del palazzo furono mantenuti gli opifici e i laboratori tessili per produrre manufatti di rara bellezza mantenendo la tradizione, le conoscenze, la cultura e il sapere introdotto dai dominatori orientali, la [[Zecca (moneta)|Zecca]], i laboratori di oreficeria ed il ''Tiraz'', l'opificio per la manifattura di stoffe preziose. Adiacente al regio palazzo sorgeva la ''Galca'' (l'anello), il quartiere regio che si sviluppava verso est racchiuso fra mura, ospitava edifici di vario tipo legati alla funzionalità della reggia.
 
[[Muhammad al-Idrisi]] nel [[1150]], [[Ibn Jubayr]] nel [[1184]], [[Ugo Falcando]] descrivono nelle loro opere le magnificenze e le vicende legate al palazzo. Il più rilevante degli episodi avvenuto negli anni [[1160]] - [[1161]] vede il Palazzo Reale teatro della ''rivolta dei baroni'' maturata in seguito alla congiura ordita da [[Matteo Bonello]], durante la quale le sale della reggia furono saccheggiate e date alle fiamme con la distruzione di un insostituibile patrimonio librario e artistico.
 
=== Epoca svevo - angioino - aragonese ===
 
Al [[1194]] risale il saccheggio della reggia voluto da [[Enrico VI di Svevia]], il quale utilizzò cento muli per trasportare tutto l'oro e gli oggetti preziosi in essa custodita.<ref>Erano favolosi i tesori custoditi nel Palazzo Reale. Basti pensare alla dote di [[Adelasia del Vasto]] per il matrimonio con [[Baldovino I di Gerusalemme]]. La squadra navale che la accompagnava era imponente, composta da 11 navi da guerra e mercantili carichi di soldati, tra i quali 500 arcieri saraceni, il cui valore era famoso in tutto l'occidente, viveri e mercanzie, oltre all'inestimabile tesoro personale della contessa.</ref> Con gli [[Hohenstaufen|Svevi]] fu sede delle Scienze e delle Lettere, elogiata da [[Dante Alighieri]].<ref name="ReferenceD"/> Con [[Federico II di Svevia]] e il figlio [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] furono mantenute nel palazzo le attività di governo, amministrative e di cancelleria, mentre quelle letterarie furono distaccate a [[Palazzo della Favara]], luogo deputato ad ospitare la [[scuola poetica siciliana]].
 
Nel 1269 per il palazzo cominciò una fase di decadenza. Spoglio delle macchine da guerra, mostrò tutta la sua vulnerabilità durante i moti dei [[Vespri Siciliani]] culminati nel [[1282]] con le sommosse inserite nel contesto della [[Guerre del Vespro]]: il popolo palermitano in rivolta espugnò, depredandolo ancora una volta. Scacciati gli [[angioini]], [[Pietro III d'Aragona]] si trasferì nel palazzo dimorandovi appena tre anni.
 
Dopo l'espulsione degli Angioini nel 1282, la dinastia aragonese propense nel dimorare allo [[Palazzo Chiaramonte-Steri|Steri]] o ''Hosterium Magnum'' confiscato alla famiglia [[Chiaramonte]]. Fra gli aragonesi fu sede di [[Ventimiglia (famiglia)#Ventimiglia, conti di Geraci|Francesco II Ventimiglia]], nominato signore perpetuo della capitale siciliana nel [[1353]]. Il 16 febbraio [[1361]] s'insediò [[Federico IV d'Aragona]], con i titoli di capitano e giustiziere, castellano del palazzo e di [[Castello a Mare (Palermo)|Castellammare]].
Risalgono al [[1340]] le prime notizie di guasti dovuti ad un rovinoso crollo che determinarono il progressivo spopolamento della reggia. Il sito non suscitava più particolare interesse per motivi logistici e di sicurezza, ad essa si preferiva la residenza di [[Castello a Mare (Palermo)|Castellammare]]. Il lento abbandono avvenne a partire dagli inizi del [[XV secolo]], periodo in cui Palazzo Regio e strutture limitrofe furono utilizzati come cava da cui trarre materiale edilizio utilizzato per la costruzione di luoghi di culto o cimiteri.
 
=== Epoca spagnola ===
 
[[File:Palermo-Castle-bjs-1.jpg|thumb|upright=1.4|Ingresso principale (parte rinascimentale) in piazza del Parlamento.]]
[[File:Palais des Normands.jpg|thumb|upright|Prospetti meridionali.]]
[[File:Palermo palazzo normanni.jpg|thumb|upright|Prospetto Ovest - Sud - Ovest.]]
[[File:Palermo-Palazzo-Reale-bjs2007-01.jpg|thumb|upright|Logge, Cortile Maqueda.]]
[[File:0575 - Palermo - Palazzo dei Normanni - Cappella palatina dal cortile - Foto Giovanni Dall'Orto, 28-Sept-2006.jpg|thumb|upright|Portico e Logge, Cortile Maqueda.]]
[[File:Courtyard - Palazzo dei Normani - Palermo - Italy 2015.JPG|thumb|upright|Logge Cortile Maqueda.]]
 
Nonostante la pressoché totale devastazione, la cimatura e demolizione di alcune torri, il Palazzo Reale, pur mantenendo solo il suo ruolo difensivo non rimase disabitato, ma fu sede del [[Inquisizione in Sicilia|Tribunale della Santa Inquisizione]] tra il 1513 e il 1553. Nel 1549 [[Tommaso Fazello]] offre un descrizione della situazione disastrosa in cui versava al punto che era possibile scorgere la Cappella Palatina attraverso le rovine.
 
Il palazzo tornò a occupare un ruolo importante nella seconda metà del [[XVI secolo]] quando i viceré [[Spagna|spagnoli]] lo elessero a propria residenza, abbandonando il [[Palazzo Chiaramonte-Steri]]<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 35}}</ref> o ''Hosterium Magnum''. Per contro il [[Inquisizione|Tribunale dell'Inquisizione]] si trasferì nelle strutture di [[Castello a Mare (Palermo)|Castellammare]]. Furono poste in essere iniziative che modificarono radicalmente l'aspetto originario del complesso:
* [[1517]] Con l'avvicendamento al trono del [[Regno di Sicilia]] tra [[Ferdinando II d'Aragona|Ferdinando II d'Aragona dei Trastámara]] e [[Carlo V d'Asburgo]] è [[Viceré di Sicilia#Viceré di Carlo V di Sicilia (1516-1556)|Ettore Pignatelli]], conte e duca di Monteleone, il primo viceré ad insediarsi nel sito.<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume secondo|pag. 26 e 29}}</ref>
* [[1536]], [[Ferrante I Gonzaga]], nell'ambito delle opere di potenziamento dell'intero sistema difensivo della città convocò l'ingegnere bergamasco [[Antonio Ferramolino]] che si era già occupato delle fortificazioni del Palazzo, ma è nel 1553, dopo il trasferimento allo Steri del Tribunale della Santa Inquisizione, che si iniziarono le demolizioni e le nuove costruzioni.
* [[1550]], [[Juan de Vega]] effettuò un primo restauro, fu predisposta la demolizione della [[#Torre Greca|Torre Rossa]].<ref name="ReferenceF">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 22}}</ref>
* [[1560]] [[Juan de la Cerda]], IV duca di Medinaceli avviò i lavori per la costruzione del [[#Sala d'Ercole|Salone del Parlamento]], ambiente perfezionato da [[Francesco Ferdinando d'Avalos]], VII marchese di Pescara.<ref name="ReferenceG">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 31}}</ref>
* [[1567]], [[García Álvarez de Toledo y Osorio]], predispose la risistemazione dei vani intorno alla chiesa, l'ampliamento delle scuderie, la costruzione di nuove stalle.
* [[1580]], [[Marcantonio Colonna]], duca di Tagliacozzo (insediamento: 24 aprile 1577 - 1584), promosse la realizzazione del camminamento tra la reggia e [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]]. Nel [[1598]], gli uffici per l'amministrazione della giustizia ordinaria ''[[Tribunale|Regia Magna Curia]]'', furono trasferiti in questa sede provenienti da [[Palazzo Chiaramonte-Steri]].<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume secondo|pag. 29}}</ref>
* [[1600]], [[viceré di Sicilia#Viceré di Filippo II di Sicilia (1598-1621)|Bernardino de Cardenas y Portugal]], duca di Maqueda, realizzò il cortile porticato che ospitava la [[Deputazione del Regno]] istituita da [[Alfonso V d'Aragona]].<ref name="ReferenceL">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 30}}</ref>
* [[1616]], Juan Gaspar Fernández Pacheco y Zúñiga, V marchese di Vigliena, V duca d'Escalona definì la parte centrale dell'ala est dotandola di un elegante prospetto in stile rinascimentale e un patio interno.<ref name="ReferenceH">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 23}}</ref>
* [[1620]] 23 maggio, [[Viceré di Sicilia#Viceré di Filippo II di Sicilia (1598-1621)|Francìsco Ruiz de Castro Andrade y Portugal]], conte di Castro, VIII conte di Lemos e duca di Taurisano decretò la demolizione del tempio bizantino di [[Chiesa di Santa Maria dell'Itria (Palermo)|Santa Maria dell'Itria detta «la Pinta»]] nel quadro di moderni sviluppi urbanistici<ref name="ReferenceI">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 25}}</ref><ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 65}}</ref> e del potenziamento del sistema difensivo della reggia.
* [[1637]], Il [[Viceré di Sicilia#Viceré di Filippo III di Sicilia (1621-1665)|presidente del Regno]] [[Luigi Guglielmo I Moncada|Luigi Moncada]], [[ducato di Montalto|duca di Montalto]], adeguò l'antico deposito delle munizioni, trasformandolo in sala delle udienze estive del Parlamento,<ref>[http://www.federicosecondo.org/it/tour-monumentale/sala-duca-di-montalto.html Sala Duca di Montalto]</ref> arricchendolo d'affreschi, opere dei più celebrati artisti dell'epoca come [[Vincenzo La Barbera]], [[Giuseppe Costantino (pittore)|Giuseppe Costantino]], [[Pietro Novelli]] e [[Gerardo Astorino]]. Per tale motivo gli ambienti comunicanti assunsero la denominazione di [[#Sala Duca di Montalto|Sala Duca di Montalto]]. Il cortile colonnato noto col nome di ''Galleria'' con la sede principale per i giudici e i presidenti della Gran Corte Civile e Criminale.
* [[1648]], Per ordine del cardinale [[Teodoro Trivulzio (cardinale)|Teodoro Trivulzio]] [[Viceré di Sicilia#Viceré di Filippo III di Sicilia (1621-1665)|viceré di Sicilia e presidente del Regno]], la chiesa della Pinta<ref name="ReferenceI"/> insieme alla [[#Chiesa di Santa Barbara la Soprana|chiesa di Santa Barbara la Soprana]] e [[#Chiesa di San Giovanni la Calca|chiesa di San Giovanni la Calca]], furono abbattute per fare posto a due grossi bastioni posti a difesa del Palazzo Reale. Bastioni di San Pietro.
* [[1649]], Il cardinale [[Teodoro Trivulzio (cardinale)|Teodoro Trivulzio]] in seguito ai tumulti causati dalla rivolta antispagnola aggiunse due baluardi muniti d'artiglieria<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 24}}</ref> perfezionati da [[Giovanni d'Austria]] nel 1650.<ref name="ReferenceI"/>
* [[1696]], [[Pedro Manuel Colón de Portugal]] dispose la copertura del camminamento tra reggia e [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]].
 
=== Epoca borbonica ===
 
Gli appartamenti reali subiscono una ulteriore rimodulazione nel 1735 con [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]]<ref name="ReferenceL"/> che edificò la ''Scala Rossa'', una scala monumentale posta presso il cortile colonnato del Duca di Maqueda. Venute meno le esigenze difensive è compiuta la riduzione o demolizione dei bastioni orientali per l'adeguamento della piazza al livello del Cassaro e altrove, la loro trasformazione in Giardini Pensili.
 
Anche i Borboni delle Due Sicilie con [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando III]] fecero ristrutturare il Palazzo dei Normanni che visse la stagione di maggiore operosità, dopo la fase cinquecentesca, in virtù della permanenza della Corte Borbonica: infatti i sovrani, fuggiti con la conquista di Napoli da parte di [[Napoleone Bonaparte]], si rifugiarono a Palermo. Il [[#Sala d'Ercole|Salone del Parlamento]] fu adibito all'esposizione della preziosa Quadreria di Capodimonte e il monarca decise di fare affrescare nuovamente le pareti e la volta della sala, affinché il salone presentasse "''... uno stile più elegante e più grandioso''". Il ciclo di affreschi raffigurante l'''Apoteosi di Ercole'' di [[Giuseppe Velasco]]<ref name="ReferenceG"/> sostituì ''La Maestà Regia, protettrice delle Scienze e delle Belle Arti'' commissionato da [[Francesco d'Aquino]], principe di Caramanico nel [[1787]].<ref name="ReferenceG"/>
 
Altri interventi decorativi abbellirono le sale di rappresentanza, i corridoi degli appartamenti del re e della regina al piano nobile durante la loro permanenza stabile dal [[1806]] al [[1815]].<ref name="ReferenceA"/> In occasione dei [[Rivoluzione siciliana del 1848|moti rivoluzionari del 1848]] furono abbattuti dal popolo in tumulto i bastioni di Santa Maria e San Michele, la dimora fu saccheggiata e fu distrutta gran parte del mobilio, arredi velocemente ripristinati.
 
=== Epoca contemporanea ===
 
Dopo l'[[Unità d'Italia]] fece parte dei beni del comando dei Corpi dell'Esercito e in occasione dell'[[Esposizione Nazionale#1891: Palermo|esposizione nazionale]] del [[1891]] - [[1892]] furono rinnovati gli arredi degli appartamenti reali. Nel 1919 si delineò la possibilità di utilizzare il Palazzo come sede di accademie e nel 1923 fu destinato ad accogliere gli uffici della [[Soprintendenze#Sicilia|Soprintendenza ai monumenti]], alcuni Istituti universitari, la [[Accademia di belle arti di Palermo|Real Accademia di Scienze Lettere e Arti]], la Biblioteca Filosofica, il [[Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitrè]], il Museo Nazionale e l'alloggio del Prefetto. Furono mantenuti per uso della casa reale alcuni appartamenti. Nel 1921 è stata acquisita la proprietà da parte del governo.
 
Negli anni '30 del '900 furono portati avanti dei restauri da parte del sovrintendente ai monumenti Francesco Valenti, poi proseguiti da Mario Guiotto, che hanno riportato in luce alcune strutture normanne.<ref>Rosario La Duca, ''Il palazzo dei Normanni'', Flaccovio, 1998, p. 7.</ref> Nel 1943 fu requisito dalle truppe alleate. Poco dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] nel [[1946]], ebbero inizio i primi saggi archeologici volti a comprendere l'eventuali preesistenze al palazzo, ovvero le stratificazioni di manufatti e insediamenti anteriori agli interventi arabi.
 
Nel 1947 gli enti che lo occupavano furono trasferiti in altri immobili e fu denominato '''Palazzo dei Normanni'''. Nel [[1947]], divenne sede dell'[[Assemblea Regionale Siciliana]]. Dal 1976 al 1981 furono eseguiti lavori di trasformazione in alcuni piani del palazzo, curati da Rosario La Duca.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/26/quando-curo-il-restauro-di-palazzo-dei.html quando curò il restauro di palazzo dei normanni - la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Dopo il [[Terremoti in Sicilia#XX secolo e recenti|terremoto]] del [[2002]] che ha danneggiato alcuni interni, sono stati effettuati dei restauri sugli affreschi di Sala d'Ercole.
 
Attualmente è la sede del Parlamento di Sicilia e dell'[[Osservatorio astronomico di Palermo]], mentre l'ala di collegamento a [[porta Nuova (Palermo)|porta Nuova]] è sede del Comiliter, [[Comando militare autonomo della Sicilia|Comando militare territoriale della Sicilia]].
 
== Esterno ==
[[File:Mosaïques de la Chapelle palatine (Palerme) (6881308918).jpg|thumb|upright|Mosaico.]]
 
L'aggregato degli edifici assume la forma di una forcella capovolta, i due bracci meridionali della biforcazione intersecano i manufatti della [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]] che originano due grandi cortili interni. Molteplici stili si fondono sui svariati ordini e sulle numerose sfaccettature delle varie prospettive. Gli stili romanico, bizantino, arabo, normanno, neogotico, chiaramontano, rinascimentale, barocco, miscelano elementi come strombature, nervature, oculi, rilievi, archi, ogive, bugnato, monofore e finte bifore, tufo combinato con tarsie di lava, intrecci, pietra viva, modanature, merlature, marcapiani, archi, timpani dal forte impatto sensoriale ed emotivo.
 
Delle quattro torri normanne originarie: la [[#Torre Greca|Greca]], la [[#Torre Chirimbi|Chirimbi]], la [[#Torre Pisana|Pisana]], la [[#Torre Joaria|Joaria]], oggi rimangono solo le ultime due, di forma quadrangolare<ref>[http://artemedia.neomedia.it/?pag=scheda.php&id=34 Artemedia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> coeve alla Cappella Palatina. Sono presenti più cortili interni, due di essi provvisti di logge e portici: il [[#Cortile Maqueda|Cortile Maqueda]] interamente porticato con due ordini di logge di stile rinascimentale, e il [[#Cortile della Fontana|Cortile della Fontana]] posto ad un livello superiore rispetto al primo. I vari livelli sono collegati tra loro da scaloni monumentali. Il Cortile Maqueda è il crocevia dei principali ambienti, ali e manufatti:
* Sotto il livello del patio sono ricavate le [[#Sala Duca di Montalto|Sale del duca di Montalto]], oggi sedi di mostre ed esposizioni, da cui si accede a loro volta agli scavi sotterranei.
* Dal patio si accede alla [[Cappella Palatina (Palermo)#Chiesa ipogea|chiesa di Santa Maria delle Grazie]].
* Al primo livello è posto l'ingresso alla [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]].
* '''Prospetto Nord'''. L'ala dell'edificio è delimitata da Porta Nuova, nuovo varco d'accesso costruito da [[Carlo V]] per celebrare la [[Conquista di Tunisi (1535)|Conquista di Tunisi]] in sostituzione dell'antica porta denominata ''Bab ar ryad'' o ''Porta dei giardini''. Via Vittorio Emanuele o Cassaro col prolungamento di Corso Calatafimi separa i due mandamenti, nello specifico distingue l'[[Palazzo Reale o Albergaria|Albergaria]] dal [[Monte di Pietà o Seralcadi]]. Con la graduale trasformazione della Galca e la fusione di essa al resto della città, la [[Chiesa di Santa Maria Maddalena (Palermo)|chiesa di Santa Maria Maddalena]], vicinissima a Porta Nuova, venne a trovarsi inglobata nel quartiere di San Giacomo dei Militari o degli Spagnoli, la cui vasta area estesa dal Cassaro al Papireto, fin dal 1622 era stata utilizzata dalle truppe spagnole di stanza in città per il presidio e la difesa della reggia.
* '''Prospetto Est'''. Il palazzo prospetta su [[Piazza del Parlamento]], che a sua volta si fonde con [[Piazza della Vittoria (Palermo)|Piazza Vittoria]] e il parco di [[Villa Bonanno]], le tre aree costituivano il primitivo ''Piano di Palazzo''. Sulla [[#Torre Pisana|Torre Pisana]] si ammira l'originaria facciata del periodo normanno decorata con arcate strombate e cieche. Più a sud, la facciata in stile rinascimentale che occupa buona parte dell'intero prospetto. Al centro è un grande portale che costituisce l'ingresso principale. L'ala rinascimentale ospita al piano inferiore la [[#Sala degli Armigeri|Sala degli Armigeri]] e al piano superiore il cosiddetto [[#Piano parlamentare|Piano parlamentare]] ove sono ubicate la [[#Sala d'Ercole|Sala d'Ercole]], attuale aula parlamentare dell'Assemblea regionale siciliana, la [[#Sala Gialla|Sala Gialla]], la [[#Sala Rossa|Sala Rossa]], la [[#Sala Verde|Sala Verde]] e la [[#Sala dei Viceré|Sala dei Viceré]].
* '''Prospetto Sud'''. Su Via del Bastione e sul lato ovest di [[Piazza Indipendenza (Palermo)|Piazza Indipendenza]] parti dell'edificio poggiano su possenti fondamenta sopra il livello della strada fronteggiando la ricostruita [[Chiesa di Santa Maria dell'Itria (Palermo)|chiesa di Santa Maria dell'Itria detta «la Pinta»]].
* '''Prospetto Ovest'''. Su [[Piazza Indipendenza (Palermo)|Piazza Indipendenza]] si apre l'accesso carraio e quello turistico, di fronte [[Palazzo d'Orleans]], sede della presidenza della [[Regione siciliana]].
 
== Interno ==
=== Torre Pisana ===
[[File:0564 - Palermo - Palazzo dei Normanni, facciata principale - Foto Giovanni Dall'Orto, 28-Sept-2006.jpg|thumb|left|La ''Torre Pisana''.]]
[[File:PdN PA 21 03 2014.jpg|thumb|Palazzo dei Normanni esterno. Panoramica dal Polo Universitario.]]
[[File:Il Genio di Palermo Palazzo Reale.jpg|thumb|upright|Raffigurazione regale del [[Genio di Palermo]].]]
 
Il [[mastio]], altrimenti noto come ''Torre Santa Ninfa'' era un costruzione destinata alla custodia dei tesori, manufatto edificato da [[Guglielmo II di Sicilia]] col contributo di maestranze pisane.<ref name="ReferenceE"/> Secondo la tradizione, in epoca sveva con Federico II, la torre era probabilmente uno dei luoghi di riunione della [[scuola poetica siciliana]] ed ambiente frequentato dallo stesso sovrano. Il viceré [[Francesco d'Aquino di Caramanico]] fece realizzare nel 1790 l'[[Osservatorio astronomico di Palermo|osservatorio astronomico]].<ref name="ReferenceE"/><ref name="Vincenzo Mortillaro-36"/>
 
Esternamente appare priva di decorazioni, ma è lecito supporre dalle tracce visibili che, nelle zone in cui furono aggiunti dei soppalchi dagli spagnoli, fosse interamente mosaicata probabilmente con scene di battaglie, seguendo canoni che imponevano una forte simmetria tra le scene raffigurate. Comprendeva la [[#Stanza dei Tesori|Stanza dei Tesori]], con doppia porta d'accesso, circondata da camminamenti di ronda coperti da volte maestose e le quattro giare murate nel pavimento che potevano contenere innumerevoli pezzi di monete d'oro.
 
La facciata orientale è il risultato di un importante intervento di restauro di ripristino neogotico dell'architetto [[Nicolò Puglia]] nel [[1835]].<ref>P. Palazzotto, Teoria e prassi dell'architettura neogotica a Palermo nella prima metà del XIX secolo, in Gioacchino Di Marzo e la Critica d'Arte nell'Ottocento in Italia, atti del convegno (15-17 aprile 2003), a cura di S. La Barbera, Palermo 2004, pp. 225-237</ref> Lo stesso Puglia fu l'autore del progetto di decorazione neogotica dei prospetti occidentali intorno al 1842. Gli interni comprendono la [[#Sala Cinese|Sala Cinese]] e la [[#Sala Pompeiana|Sala Pompeiana]], della prima metà dell'Ottocento, decorate con pitture di [[Giuseppe Patania]] e [[Giovanni Patricolo]], ambienti che costituivano gli appartamenti privati della regina [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Marina Carolina di Borbone]].
 
====Le altre torri====
* '''Torre Joharia'''. ''Torre Joharia'' o ''Torre Gioaria'' - dall'arabo ''aljawhariyya'', ingioiellata - altrimenti conosciuta come ''Torre del Tesoro'', eretta da [[Ruggero II di Sicilia]].<ref name="ReferenceE"/> Presenta la maggior quantità di ornamenti, risplendente per la magnificenza delle più svariate decorazioni, il re era solito frequentare per gli abbandoni all'ozio e alla quiete. Il livello inferiore è occupato dalla [[#Sala degli Armigeri|Sala degli Armigeri]]. Al piano superiore è ubicata la [[#Sala dei Venti|Sala dei Venti]], ad est si accede alla [[#Sala di Ruggero|Sala di Ruggero]].
* '''Torre Chirimbi'''. ''Torre Chirimbi'' o ''Torre Carimbri'', edificata da re [[Guglielmo I di Sicilia]].<ref name="ReferenceE"/> Demolita.
* '''Torre Greca'''. ''Torre Greca'' o ''Torre Rossa'', detta anche ''Torre Kemonia'' per la posizione, costruzione fatta edificare in mattoni di laterizi da maestranze greche, da cui il nome, sul prospetto meridionale per volere del [[Gran Conte Ruggero]].<ref name="ReferenceE"/> Nel 1550 il [[viceré di Sicilia]] [[Juan de Vega]] la demolì per effettuare un restauro.<ref name="ReferenceF"/>
 
=== Piano Parlamentare ===
 
Al secondo livello del Loggiato di Cortile Maqueda è permesso l'accesso al Piano Parlamentare che, attraverso il Corridoio Mattarella, consente il percorso fra gli ambienti degli appartamenti reali - secondo le note documentali, gli appartamenti della regina e del principe ereditario - ubicati nel plesso rinascimentale, mentre [[#Sala dei Venti|Sala dei Venti]] e [[#Sala Ruggero|Sala Ruggero]] sono dislocati nella [[#Torre Joaria|Torre Joaria]].
 
* [[#Corridoio Mattarella|Corridoio Mattarella]], [[#Sala d'Ercole|Sala d'Ercole]], [[#Sala dei Viceré|Sala dei Viceré]] o ''Transatlantico'', [[#Ex appartamenti reali|Sala ex Presidenti]], [[#Ex appartamenti reali|Sala Pompeiana]] o ''Salotto Regina Carolina'', [[#Ex appartamenti reali|Sala Gregorietti]], [[#Ex appartamenti reali|Sala Cinese]] o ''Sala Lettura'', [[#Ex appartamenti reali|Salottino Savoia]], [[#Ex appartamenti reali|Salottino del Monetario]], [[#Ex appartamenti reali|Salottino del Presidente]], [[#Sala dei Venti|Sala dei Venti]], [[#Sala Ruggero|Sala Ruggero]], [[#Ex appartamenti reali|Sala della Preghiera]], [[#Ex appartamenti reali|Sala dei Paesaggi Siciliani]], [[#Ex appartamenti reali|Sala Bianca]] o ''Sala Stampa'', [[#Sala Rossa|Sala Rossa]], [[#Sala Gialla|Sala Gialla]] o ''Salone da Ballo''.
 
==== Corridoio Mattarella ====
 
Ambiente di collegamento degli ambienti della primitiva ''Galleria''. All'ingresso è collocato il quadro, olio su tela, opera del pittore siciliano [[Giuseppe Sciuti]] del [[1901]] raffigurante l’''Allegoria dell'agricoltura, dell'industria e dell'economia'', lungo il percorso è presente una grande statua in bronzo raffigurante ''Archimede'', opera dell'artista palermitano [[Benedetto Civiletti]], eseguita nel 1893 su commissione di re Umberto I. Un altro acquisto del sovrano all'Esposizione Nazionale di Palermo del [[1891]] è un olio su tela raffigurante la ''Battaglia di Dogali'', opera firmata dal pittore romano [[Cesare Biseo]] del [[1887]].
 
==== Sala d'Ercole ====
 
[[File:Sala d'ercole.jpg|thumb|upright|''Sala di Ercole''.]]
[[File:RogerReceivingTheKeysOfPalermo.JPG|thumb|upright|''Ruggero di Sicilia e Roberto il Guiscardo ricevono le chiavi di Palermo''. Sala Gialla, affresco di [[Giuseppe Patania]].]]
 
''Sala del Parlamento'' conosciuta come ''Sala d'Ercole''<ref name="Vincenzo Mortillaro-36"/> perchè vi si riunivano negli ultimi secoli i membri del [[Parlamento siciliano]].
Nel [[1799]] [[Giuseppe Velasco]],<ref name="Vincenzo Mortillaro-36"/> pittore figurista, su committenza di [[Ferdinando III di Borbone]] decorò a tempera le pareti della sala con alcune tra le dodici ''[[Fatiche di Ercole]]''.<ref>[http://www.federicosecondo.org/it/eventi/153-scoprire-gli-arredi-del-palazzo-reale-di-palermo.html Scoprire gli arredi del Palazzo Reale di Palermo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Sulla volta si ammirano: la ''Nascita di Ercole'', la scena ''Ercole si dà la morte facendosi bruciare su una pira ardente'' e la monumentale ''Apoteosi'' dell'eroe mitologico greco. Le decorazioni a ''[[grottesca]]'' e le ''[[candelabra]]'' in stile neoclassico pompeiano furono dipinte dal pittore ornatista [[Benedetto Codardi]].
Nell'ambiente si riuniscono dal 1947 i deputati dell'[[Assemblea Regionale Siciliana]], i quali costituiscono l'organo legislativo della regione.
 
Ha la funzione di anticamera al Salone d'Ercole la '''Sala di Archimede'''. La sala prende il nome dall'omonima statua, ed è ricavata negli antichi ambienti medievali che collegavano lo scalone d'onore alla cinquecentesca ''Sala dei Parlamenti''.
 
==== Sala dei Viceré ====
 
[[File: Van Dyck, Sir Anthony - Emmanuel Philibert of Savoy, Prince of Oneglia - Google Art Project.jpg|thumb|[[Ritratto di Emanuele Filiberto, principe di Savoia]] di [[Antoon van Dyck]].]]
 
Il nome dell'ambiente deriva dalla presenza di 21 ritratti collocati alle pareti raffiguranti rispettivamente: [[vicerè di Sicilia]], [[luogotenenti]] e presidenti del regno [[Borbone di Sicilia]] e delle [[Due Sicilie]], primo sovrano [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]].<ref name="Vincenzo Mortillaro-36">{{Cita|Vincenzo Mortillaro|pp. 36}}</ref> Altrimenti noto come ''Transatlantico''.
 
Alla stessa stregua delle raccolte di [[Palazzo reale Ribeira|Palazzo Paço da Ribeira]] di [[Lisbona]], del [[Monastero de las Descalzas Reales]] di [[Madrid]], del [[Palacio del Real de Valencia|Palacio del Real]] di [[Valencia]], del [[Real Alcázar di Madrid]], del [[monastero dell'Escorial]] di [[Madrid]], di [[Palazzo Reale di El Pardo]] di [[Madrid]], di [[Museo di Giovio a Borgovico|Villa Gallia]] di [[Paolo Giovio]] a [[Como|Borgovico]], di [[Palazzo di Margherita d'Austria]] di [[Malines]], della residenza di [[Binche]], anche i viceré e i governatori della [[casa d'Asburgo]] iniziarono ad arredare, a partire dalla fine del [[XVI secolo]] le gallerie di [[Palazzo Reale (Milano)|palazzo reale]] di [[Milano]], [[Palazzo Reale (Napoli)|palazzo reale]] di [[Napoli]] e Palermo.<ref name="ReferenceZ">Spunti e località tratti da "''Le Gallerie cartacee dei ritratti dei viceré e governatori spagnoli in Italia (XVI-XVII secolo)''" [http://www.academia.edu/7695229].</ref>
 
La disposizione dei ritratti all'interno della galleria operata dal [[Manuel de Benavides y Aragón]], conte di Santisteban, risale ai tempi del [[viceré di Sicilia#Viceré di Filippo II di Sicilia (1598-1621)|Bernardino de Cardenas y Portugal]], duca di Maqueda, e annoverava trentasette ritratti di viceré, da [[Viceré di Sicilia#Viceré di Ferdinando II di Aragona (1479-1516)|Fernando de Acuña y de Herrera]], conte di Buendía, fino allo stesso Manuel de Benavides y Aragón.<ref name="ReferenceZ"/>
 
Probabilmente fu sostituta l'originale decorazione degli inizi del [[XVII secolo]], come ci suggerisce la descrizione della cerimonia
per le nozze di donna [[Giovanna d'Austria]], figlia di [[Giovanni d'Austria]] e nipote di [[Carlo V d'Asburgo]], con [[Branciforte|Francesco Branciforte]], principe di Pietraperzia.<ref name="ReferenceZ"/> Più tardi nel [[1640]] l'ambiente presentava un ciclo di affreschi raffigurante le ''Storie della vita di San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova'', opere realizzate da [[Pietro Novelli]],<ref name="Vincenzo Mortillaro-34"/> i cui frammenti superstiti, trasferiti su tela, sono custoditi nella [[Palazzo Abatellis|Galleria regionale di Palazzo Abatellis]]. Fra le poche raffigurazioni d'epoca della Galleria, la tavola inserita nel codice illustrato "''Teatro Geografico antiguo y moderno del Reyno de Sicilia''", completato il 1 maggio del 1686 che mostra la sala della galleria ai tempi del viceré conte di Santisteban.<ref name="ReferenceZ"/><ref>"''Teatro Geografico antiguo y moderno del Reyno de Sicilia''", Biblioteca del Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación, Madrid, 1686.</ref>
 
La cerimonia d'incoronazione di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] a Palermo del 1735 documentata da [[Antonio Mongitore]], contempla nella Galleria i ritratti dei sovrani da [[Ruggero II]] a [[Carlo II di Spagna|Carlo II]], mentre relega i ritratti dei viceré asburgici nelle restanti sale del palazzo. Il nobile palermitano [[Francesco Maria Emanuele Gaetani]], marchese di Villabianca, riporta che i ritratti delle anticamere sono gli originali raccolti da Manuel de Benavides y Aragón.<ref name="ReferenceZ"/> Il presente ciclo della Galleria fu rinnovato nel 1738 da Carlo di Borbone che ne affidò il compito della realizzazione al pittore fiammingo [[Guglielmo Borremans]]. Fra i ritratti dei Governatori di Sicilia, facenti le veci del re che risiedeva a Napoli, si ammirano:
* [[Domenico Caracciolo]], marchese di Villamaina: nel 1782 soppresse l'[[inquisizione]] del Santo Ufficio, destinando le rendite di tale istituzione alla realizzazione di nuove cattedre universitarie.
* [[Francesco d'Aquino di Caramanico]]: nel 1788 fece abolire le ''[[angheria|angherie]]'', i lavori che i contadini a titolo gratuito dovevano prestare in favore dei feudatari. Prima che in Francia, fece abrogare le servitù personali nel 1789 e realizzare nel 1790 l'[[Osservatorio astronomico di Palermo|osservatorio astronomico]] ubicato sulla [[#Torre Pisana|Torre Pisana]].
 
Il fregio che segna il perimetro della sala in direzione della volta, fu realizzato nel 1901 da [[Salvatore Gregorietti]] ed evidenzia il simbolo della Sicilia, [[Trinacria (araldica)|Trinacria]] e l'aquila del Senato Palermitano.
 
==== Ex appartamenti reali ====
 
[[File:Sala cinese.JPG|thumb|upright|Sala Cinese.]]
[[File:E M Bergler-ruderi-del-Tempio-di-Giove.jpg|thumb|upright|''Ruderi del Tempio di Giove a Siracusa'', dipinto.]]
[[File:Le mura fenice di Erice.jpg|thumb|upright|''Mura fenicie di Erice'', dipinto.]]
 
* '''Sala ex Presidenti'''. L'ambiente prospetta su piazza Indipendenza, attiguo a Sala d'Ercole, prende il nome per via dei ritratti collocati alle pareti, raffiguranti i primi sei presidenti dell'[[Assemblea regionale siciliana]]. I saggi effettuati, posteriori al [[terremoto di Palermo del 2002]], hanno condotto alla scoperta di complesse realtà archeologiche relative a stratificazioni di differenti epoche: sono evidenti la costruzione originaria e gli interventi d'epoca borbonica, quando questa parte è stata adibita a saloni di residenza regia, seguendo i canoni del tempo.
* '''Sala Pompeiana'''. Altrimenti conosciuta come ''Sala della Regina'', fu voluta da [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]], principessa delle due Sicilie, moglie di [[Ferdinando IV di Borbone]]. Il raffinatissimo ambiente, dipinto da [[Giuseppe Patania]] ([[1807]] - [[1815]]), è un altro mirabile esempio di decorazioni neoclassiche influenzate dagli scavi di [[Ercolano]] e [[Pompei]].
* '''Sala Gregorietti'''. Ambiente adibito a sala lettura per i parlamentari, sul soffitto l'affresco raffigurante l'''Allegoria della Primavera'' decorato dal palermitano [[Salvatore Gregorietti]].
* '''Sala Cinese'''. Ambiente ispirata alle a mete orientali nel periodo coloniale quali la Cina, tipica della moda esotica in voga presso molte corti d'Europa, decorazione caratterizzata dalla presenza di [[ideogrammi]] riprodotti sugli architravi delle porte e finestre. Realizzata da [[Giuseppe Patricolo]], questo genere di ambienti si prestavano a svariate funzioni, quali sale di rappresentanza o da semplici ambienti riservati al convivio.
* '''Salottino Savoia'''.
* '''Salottino del Monetario'''. L'ambiente consente la visione d'insieme di tutto il piano. La denominazione è dovuta alla presenza del pregevole, grande stipo [[Medagliere (mobile)|monetiere]] in legno ebanizzato a due corpi, decorato con formelle in vetro dipinto con scene bibliche, tarsie in tartaruga di fiume, colonne tortili laccate in rosso finta tartaruga e decori in bronzo di fattura siciliana della fine del [[XVII secolo]]. L'olio su tela custodito raffigura il ''Piano Palazzo'' nel 1760, il disegno di [[Pietro Martorana]] su cartoncino ad acquarello e tempera evidenzia la ''Campagna palermitana'' ove fu costruita la casina dei Lombardo, ovvero la costruzione rilevata da [[Ferdinando di Borbone]] al suo arrivo da Napoli nel dicembre del 1798, edificio divenuto la [[Palazzina Cinese]] con la tenuta di caccia e il [[Parco della Favorita|Reale Parco della Favorita]].
* '''Salottino del Presidente'''.
* '''Sala della Preghiera'''. Ambiente attiguo alla Sala Ruggero, altrimenti detto ''Cappella della Regina'' o ''Carolina'', delizioso esempio del neogotico siciliano con stucchi bianchi e oro. La pala d'altare è un olio su tela raffigurante la ''Madonna con Gesù e San Giovanni'' di gradevole fattura siciliana della prima metà [[XIX secolo]], opera di [[Pasquale Sarullo]]. Un Cristo in avorio risalta su una croce in tartaruga e la base impiallacciata in palissandro, d'artista siciliano di fine 1700. Completano le decorazioni due dipinti, olio su tela della scuola emiliana del [[XVIII secolo]], raffiguranti rispettivamente ''Tobiolo e il padre cieco'' e ''Agar e l'angelo''.
* '''Sala dei Paesaggi Siciliani'''. L'ambiente in epoca normanna faceva parte dell'appartamento privato del sovrano. Nella prima metà dell'Ottocento fu anticamera dell'appartamento utilizzato dai sovrani Borboni. Al tempo dei Savoia fu utilizzata come salotto e vi furono collocati le due grandi tele raffiguranti paesaggi siciliani: i ''Ruderi del Tempio di Giove a Siracusa'' di [[Ettore De Maria Bergler]] e le ''Mura fenicie di Erice'' di [[Michele Gordigiani]]. I dipinti furono acquistati da re [[Umberto I]] in occasione dell'[[esposizione Nazionale di Palermo]] nel 1891.
* '''Sala Bianca'''. Ambiente altrimenti noto come ''Sala Stampa'' caratterizzata dal riquadro affrescato raffigurante l'''Allegoria della prosperità e delle arti'' di [[Giuseppe Velasco]] che lavorò a palazzo durante la permanenza dei Borboni in Sicilia.
 
==== Sala dei Venti ====
 
Antica cappella di Santa Maria Superiore fatta edificare da [[Roberto il Guiscardo]] e [[Ruggero I di Sicilia]] nel [[1071]], convertita ad uso profano nel [[1520]]. Restauri della ''Sala delle Quattro Colonna'', così denominata nel [[XVI secolo]] quando fu decorata con vetrate colorate da [[Simone de Wobreck]], autore nel 1560 del dipinto ''Pittura dell'isola di Sicilia'', opera documentata nella reggia.
 
Dopo l'insediamento nel [[1713]], [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] ne fa scoperchiare il tetto sistemando al centro della volta lignea a lucernario la ''[[Rosa dei venti]]''.<ref name="ReferenceK">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 32 e 33}}</ref> In epoca borbonica vi sono documentati l'''Appartamento delli marmi'' e quello di [[Altezza reale|S.A.R.]] il principe ereditario.<ref name="ReferenceK"/>
 
Ambiente interno tra i più suggestivi ed affascinanti del Palazzo. Inglobato nella [[#Torre Joharia|Torre Joharia]] è coevo, adiacente e comunicante con la [[#Stanza di Ruggero|Stanza di Ruggero]], sintesi del passaggio di più culture. Proprio la collocazione ne determinò i lievi interventi successivi. Alle pareti è collocato un olio su tela raffigurante la ''Negazione di Pietro'', opera firmata e datata di [[Filippo Paladini]] nel [[1613]].
 
==== Sala Ruggero ====
 
Voluta da [[Ruggero II d'Altavilla]] fu ricavata nella [[#Torre Pisana|Torre Pisana]], l'ala più antica del palazzo con accesso dalla [[#Sala dei Venti|Sala dei Venti]]. Le stupende decorazioni parietali furono commissionate dal figlio [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I d'Altavilla]] detto ''il Malo'' o ''il Cattivo'', verosimilmente coeve agli ornamenti delle navate laterali della Cappella Palatina e improntate allo stesso stile riscontrabile nei cicli musivi della [[Chiesa della Martorana|chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio detta «la Martorana»]] e della [[Cattedrale di Monreale|cattedrale di Santa Maria Nuova]] di [[Monreale]].
 
Colonnine angolari delimitano alti rivestimenti in marmo sovrastati da ampie superfici a mosaico di grande pregio raffiguranti elementi vegetali (palme e banani) e scene di carattere aulico e venatorio, simboli del potere normanno. Sono raccontate con grande dedizione nell'esecuzione battute di caccia con arcieri e [[Cervus elaphus|cervi]], rappresentati [[Pavo cristatus|pavoni]], [[Cygnus (zoologia)|cigni]], oltre i mitologici [[centauro|centauri]], [[Grifone (mitologia)|grifi]] e altri animali esotici tra cui [[leopardo|leopardi]] e tigri fra lussureggiante vegetazione, sottile allusione al [[La Zisa|Parco del Genoardo]], tutto nel tentativo di mostrare un'allegoria della corte normanna. Caratteristica le figure a coppie simmetriche e speculari, arabeschi e girali dall'effetto caleidoscopico immersi in motivi fitomorfi e zoomorfi. Le raffinate rappresentazioni dai canoni sontuosi ma con accenti di rigidità, delineano la chiarissima matrice greco-bizantina dell'opera combinata con l'influenza pittorica dell'Oriente persiano.<ref>''Sicilia'', Touring editore, 2011, pag. 60</ref>
La decorazione centrale della volta della sala risale invece al periodo successivo di [[Federico II di Svevia|Federico II]], come testimoniato dalla rappresentazione dell'aquila [[Hohenstaufen|sveva]].
 
Un tempo sala del trono o delle udienze, oggi è la sede degli uffici del Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana.
 
==== Sala Rossa ====
 
Era parte dell'originaria ''Galleria'' del Palazzo. Sulla volta, l'opera attribuita a [[Benedetto Codardi]] raffigurante: l'''Apoteosi del lavoro, dell'agricoltura, delle arti e delle scienze''. La sala era usata per le udienze dei Viceré e al tempo dei re borboni diventò la ''Sala del Trono''. Oggi è ambiente istituzionale spesso utilizzato per le riunioni dei capigruppo.
 
==== Sala Gialla ====
 
[[File:Sicilia Palermo Palazzo dei Normanni interno.jpg|thumb|upright|''Sala Gialla'', decorazioni e affreschi di [[Giuseppe Patania]].]]
 
Altra sezione dell'antica ''Galleria'' adibita a ''Sala da ballo'' dai Borboni e dai Savoia altrimenti nota come ''Sala degli Specchi'', deve il nome alle pareti rivestite di damasco giallo. In epoca spagnola era utilizzata come sala delle feste, dei ricevimenti e dei balli.
 
Le opere della volta furono realizzate nella prima metà dell'ottocento da [[Giuseppe Patania]]<ref name="Vincenzo Mortillaro-36"/> con ''La consegna della Città da parte dei Musulmani'', da [[Giuseppe Patricolo]] con ''La presa di Palermo da parte dei Normanni'', da [[Vincenzo Riolo]] con ''Il ritorno di Nicodemo al soglio vescovile di Palermo'', per rispetto e riconoscimento dei valori della cultura araba non sono rappresentati eventi sanguinosi, ma incontri pacifici. Dieci bassorilievi in gesso, eseguiti probabilmente dal siciliano [[Nunzio Morello]], raffiguranti la conquista e l'ingresso vittorioso in città del conte Ruggero, completano le decorazioni. La sala è oggi sede di importanti incontri culturali.
 
=== Cappella Palatina ===
{{vedi anche|Cappella Palatina (Palermo)}}
[[File:Italy by Frank Fox (61).jpeg|thumb|La ''Palatina'' in una illustrazione inglese del 1918.]]
[[File:Palermo BW 2012-10-09 11-28-07.jpg|thumb|upright|Trono, [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]].]]
 
Con accesso dalla loggia del primo livello del [[#Cortile Maqueda|Cortile Maqueda]], si presenta la ''[[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]]''. [[Basilica]] a tre navate dedicata ai Santi [[San Pietro|Pietro]] e [[San Paolo di Tarso|Paolo]], luogo di culto edificato per volere di Ruggero II, consacrato il 28 aprile [[1140]], con funzioni di cappella privata della famiglia reale.<ref name="Vincenzo Mortillaro-35">{{Cita|Vincenzo Mortillaro|pp. 35}}</ref>
 
La cupola, le pareti del [[transetto]] e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da [[Mosaici bizantini della Sicilia|mosaici bizantini]], tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il [[Cristo Pantocratore]], gli evangelisti e scene bibliche varie. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria del [[1143]]. Accanto al ''Cristo Pantocratore'' sono raffigurati le gerarchie di angeli ed arcangeli, profeti, santi e gli evangelisti. Sulle arcate del [[presbiterio]], le raffigurazioni dell<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione]]'', della ''[[Presentazione al Tempio]]'', nel catino dell'[[abside]] il ''Cristo benedicente''. Di epoca posteriore (1154-66 circa) sono i mosaici recanti le iscrizioni latine che ornano la navata centrale, rappresentazioni di episodi tratti dal [[Vecchio Testamento]], più tardi quelli delle navatelle, con le ''Storie di San Pietro e San Paolo''.
 
All'inizio della navata è collocato l'imponente ''trono reale'' rivestito di mosaici, vicino al santuario sulla destra il ricco [[ambone]] mosaicato e sostenuto da colonne striate, un superbo ''candelabro pasquale'' (alto m. 4.50), intagliato a folglie d'[[acanto]] con figure e animali, tutte opere del [[XII secolo]] combinazioni di elementi romanici, arabi e bizantini.<ref>''Sicilia'', Touring editore, 2011, pag. 59</ref> Il soffitto in [[legno]] della navata centrale e le travature delle navi minori sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte [[islam]]ica. Il soffitto a cassettoni e [[muqarnas]] del 1143c., presenta iscrizioni [[cufico|cufiche]].
 
Danneggiata dal terremoto del settembre [[2002]] fu sottoposta a restauri, conclusi nel luglio [[2008]].
 
=== Sala Duca di Montalto ===
 
La sala formata da molteplici ambienti si trova nel seminterrato, sotto il Cortile Maqueda. Nel 1553 i viceré spagnoli decisero di trasferire la propria residenza dal [[Castello a Mare (Palermo)|Castello a Mare]] al Palazzo Reale dove si realizzarono grandi opere di ristrutturazione. Il piano seminterrato fu destinato a deposito per le munizioni. Nel 1637 il presidente del regno don Luigi Moncada, duca di Montalto, fece affrescare ai più valenti artisti del tempo [[Vincenzo La Barbera]], [[Giuseppe Costantino]], [[Gerardo Astorino]] e [[Pietro Novelli]], l'antico deposito delle munizioni, trasformandolo in sala delle udienze estive del [[Parlamento siciliano]].
Il grande ambiente subì un ulteriore modifica dopo il 1798, quando sotto Ferdinando di Borbone divenne sede delle scuderie. Fra le opere superstiti, meraviglioso, eseguito dal Novelli assieme a ''figure allegoriche'', l'affresco effigiante [[Pietro Moncada]], avo del duca di Montalto, i cui frammenti superstiti staccati, trasferiti su tela e restaurati si possono ammirare nella [[Palazzo Abatellis|Galleria regionale di Palazzo Abatellis]].
 
Nel 1788 le Sale furono trasformate in scuderie, per volere del Re Ferdinando di Borbone. Oggi ospitano mostre d'arte.
 
=== Altri ambienti ===
 
Innumerevoli sono gli ambienti ricavati nei vari livelli dei numerosi corpi di fabbrica. Un breve elenco fra i più interessanti:
* '''Ala Moncada'''.
* '''Cortile della Fontana''', realizzato da [[Camillo Camilliani]] ([[1581]] - [[1584]]) sull'area dell'ex ''Torre Chirimbi'', sopraelevato rispetto al ''Cortile Maqueda'' e di qualche decennio anteriore.
* '''Cortile Maqueda''': struttura con [[portico]] intero e due elevazioni di [[loggia|logge]]:
** livello interrato, depositi trasformati in ''Sale Duca di Montalto'';
** livello terra con accesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, ''Scalone d'onore'';
** 1º livello loggia con accesso alla Cappella Palatina, passaggio al ''Cortile della Fontana'';
** 2º livello loggia con accesso ai ''Parlamenti generali del Regno''.
* '''Mura Puniche'''. Le mura puniche databili intorno al [[V secolo a.C.]] sono state rinvenute nel 1984, esse rappresentano la più antica sezione stratigrafica di tutta l'area occupata dal Palazzo dei Normanni. Interessante è la [[postierla]] perfettamente conservata ed utilizzata nell'antichità per gestire gli accessi all'interno della paleapolis.
* '''Porta di San Michele'''.
* '''Sala degli Armigeri'''.
* '''Sala Verde'''. Durante il [[1283]] si ha la prima attestazione di [[Ramon Muntaner]] della ''Sala Verde'' ubicata dal lato della «''Porta di San Michele''», ambiente destinato agli spettacoli pubblici ubicato ove verosimilmente in epoca romana sorgeva l'[[Teatro romano di Palermo|anfiteatro]].<ref name="ReferenceE"/>
* '''Segrete'''. Le segrete o ''Prigioni Politiche'' ubicate allo stesso livello della chiesa inferiore sottostante la Cappella Palatina e come essa in origine di fase arabo-normanna, si articolano sotto il ''Cortile della Fontana''. La sala rettangolare, la più vasta di tali ambienti, è quella dalla quale deriva il nome di segrete, visto il ritrovamento negli anni ottanta di taluni graffiti, raffiguranti navi stilisticamente di gusto medievale.
* '''Stanza dei Tesori'''.
* '''Scala Bianca'''.
* '''Scala Rossa'''.
* '''Scalone d'onore'''.
* '''Via Coperta'''. Antica ''Ruga Magna Coperta'' d'epoca normanna, il cui percorso protetto, seguiva lo sviluppo delle primitive fortificazioni puniche.
 
==La fabbriceria==
Oltre a dipinti e quadri che nel corso dei secoli hanno adornato la stanze del palazzo, dal 1947 a oggi l'Ars ha periodicamente acquistato delle opere d'arte con cui ha arredato i propri uffici. Nel 2010, per la catalogazione, conservazione e restauro di questo patrimonio, è stata istituita una "[[fabbriceria]]"<ref>[http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/13:40/3873977 Sicilia: presidente Ars istituisce 'Fabbriceria Palazzo Reale di Palermo' | Palermo la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Tra le opere ottocentesche vi sono quadri di [[Francesco Lojacono]], [[Antonino Leto]] e [[Ettore De Maria Bergler]], tra quelle del '900 vi sono litografie di [[Joan Miró]] e [[Henri Matisse]] e dipinti di [[Renato Guttuso]], [[Croce Taravella]] e [[Bruno Caruso]].<ref>"S", mensile, n. 75, novembre 2014, pagina 16</ref>
==L'ala ovest==
L'ala ovest del palazzo, insieme alla [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]], è assegnata all'[[Esercito Italiano]]. Sede dal 1870 del [[Distretto militare]], oggi ospita il Centro Documentale di Palermo <ref>[http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/capo-di-sme/Comando-Forze-Operative-Sud/Comando-Militare-Esercito-Sicilia/Pagine/Il-Centro-Documentale-di-Palermo.aspx Esercito italiano]</ref>.
 
==Galleria d'immagini==
<div align="center">
<gallery>
File:Palermo-Palazzo-Reale-bjs2007-01.jpg|Loggiato del piano parlamentare
File:Sicilia Palermo Palazzo dei Normanni interno.jpg|La Sala Gialla
File:Sala d'ercole.jpg|Sala d'Ercole
File:Sala cinese.JPG|La Sala cinese
File:0575 - Palermo - Palazzo dei Normanni - Cappella palatina dal cortile - Foto Giovanni Dall'Orto, 28-Sept-2006.jpg|Il cortile interno con la facciata esterna della Cappella palatina
File:Palermo BW 2012-10-09 11-23-32.JPG|thumb|upright|Abside della Cappella Palatina
File:Virgin enthroned - Capela Palatina - Palermo - Italy 2015.JPG|Mosaico, dettaglio abside Cappella Palatina
File:RogerReceivingTheKeysOfPalermo.JPG|Affresco raffigurante il re normanno Ruggero, sul soffitto della sala Gialla
File:Palermo08(js).jpg|L'ala ovest, sede del Distretto militare
Immagine:Palermo-Porta-Nuova-bjs-1.jpg|La Porta Nuova
File:Punic ruins - Palazzo dei Normani - Palermo - Italy 2015 (3).JPG|Gli scavi con le mura puniche
File:E M Bergler-ruderi-del-Tempio-di-Giove.jpg|Tempio di Giove a Siracusa di [[Ettore De Maria Bergler|De Maria Bergler]], uno dei dipinti della fabbriceria
</gallery>
</div>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore= F. Casavola|titolo= Tommaso Traetta di Bitonto (1727-1779)|editore= Società Storia Patria Bari|anno= 1957}}
*AAVV, ''Palazzo dei Normanni'', 1997, Palermo, Novecento editore (ultima ed. 2006)
* Jörg Riedlbauer, ''Die Opern von Tommaso Trajetta'', Hildesheim, Olms, 1994 (''Studien und Materialien zur Musikwissenschaft Bd. 7'').
*[[Rosario La Duca]], ''Il Palazzo dei Normanni'', 1998, Palermo, Flaccovio editore
* Marco Russo, ''Tommaso Traetta: i Libretti della Riforma - Parma 1759-61'', Facoltà di Lettere di Trento, Trento 2005.
*[[Salvo Fundarotto]], ''Ombre e luci di Palazzo dei Normanni'', 2000, Palermo, Assemblea regionale siciliana
* Id., ''Tommaso Traetta: Maestro di cappella napoletano'', Edizioni S. Marco dei Giustiniani, Genova 2006.
*Beat Brenk, ''La Cappella Palatina a Palermo'', (3 voll.), 2010, Franco Cosimo Panini
* {{cita libro|autore= Fabrizio Cassoni, Gianfranco Spada|titolo= Le Feste d'Imeneo, Tommaso Traetta a Parma|editore= Traettiana|anno= 2010}}
*''Il Palazzo Reale di Palermo'', (a cura di Maria Andoloro) 2011, Franco Cosimo Panini Editore
* Susanne Dunlap, ''Armida - Traetta, Salieri and Righini in Vienna'', [[Traettiana]], Londra 2011
* {{Cita libro
|titolo = "''Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo''"
|autore = Gaspare Palermo
|url = https://books.google.it/books?id=tlsUAAAAQAAJ
|editore = Reale Stamperia
|città = Palermo
|anno = 1816
|volume = Volume II
|cid = Gaspare Palermo Volume secondo
|lingua = Italiano
}}
* {{Cita libro
|titolo = "''Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo''"
|autore = Gaspare Palermo
|url = https://books.google.it/books?id=u1sUAAAAQAAJ
|editore = Reale Stamperia
|città = Palermo
|anno = 1816
|volume = Volume III
|cid = Gaspare Palermo Volume terzo
|lingua = Italiano
}}
* {{Cita libro
|titolo = "''Guida per Palermo e pei suoi dintorni del barone V. Mortillaro''"
|autore = Vincenzo Mortillaro
|url = https://books.google.it/books?id=UKmbYlufNzIC
|editore = Tipografia del giorn. Letterario
|città = Palermo
|anno = 1836
|volume =
|cid = Vincenzo Mortillaro
|lingua = Italiano
}}
* Vittorio Noto, ''Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia, Kalós, Palermo 2017, ISBN 8898777442.''
 
== Voci correlate ==
* [[Scuola musicale napoletana]]
*[[Parlamento siciliano]]
* [[Premio Traetta]] Riconoscimento che la Traetta Society assegna in riconoscenza dei meriti nel riscoprimento delle radici europee della musica del XVIII secolo
*[[Assemblea Regionale Siciliana]]
*[[Osservatorio astronomico di Palermo]]
*[[Palazzo d'Orléans]]
*[[Mosaici bizantini della Sicilia]]
*[[Architettura arabo-normanna]]
*[[Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Palazzo dei Normanni (Palermo)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.traetta.com|Progetto Traetta}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|musica classica}}
{{Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale}}
{{Portale|architettura|Palermo|Patrimoni dell'umanità|Sicilia}}
 
[[Categoria:PalazzoCompositori dei Normanni|del Classicismo]]
[[Categoria:Patrimoni dell'umanità d'Italia]]