Basilicata e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 6: differenze tra le pagine

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|Nome = Basilicata
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|Nome ufficiale = Regione Basilicata
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|Panorama =Basilicata Matera2 tango7174.jpg
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|Didascalia = I [[Sassi di Matera]], [[patrimonio dell'umanità]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 5 |voce = Elizabeth Keen |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 6 |multipla = |argomenti = Televisione |temperatura = 3 }}
|Bandiera = Flag of Basilicata.svg
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|Voce bandiera = Simboli della Basilicata#Il gonfalone e la bandiera
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
|Stemma = Regione-Basilicata-Stemma.svg
|Voce stemma = Simboli della Basilicata
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 1
|Capoluogo = {{simbolo|Potenza (Italia)-Stemma.png}} [[Potenza (Italia)|Potenza]]
|Amministratore locale = [[Flavia Franconi]] (''vicepresidente f.f.'')
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione = 06-07-2018<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/basilicata/notizie/2018/07/06/presidente-basilicata-ai-domiciliari_3c173da3-1141-4c20-8490-7325ec60726d.html|titolo=Inchiesta sulla sanità lucana, Pittella ai domiciliari sospeso da carica governatore - Basilicata - ANSA.it|accesso=7 luglio 2018}}</ref>
|Data istituzione =[[1948]]<ref>Operativa dal 1970</ref>
|Latitudine gradi = 40
|Latitudine minuti = 38
|Latitudine secondi = 21
|Latitudine NS = N
|Longitudine gradi = 15
|Longitudine minuti = 48
|Longitudine secondi = 19
|Longitudine EW = E
|Altitudine= 633<ref>{{Cita web |url=http://it.db-city.com/Italia/Basilicata|titolo=db-city.com}}</ref>
|Superficie = 10073.32
|Abitanti = 566051
|Note abitanti = {{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2018gen/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P000&Com=&submit=Tavola|titolo=Bilancio demografico|editore=[[ISTAT]]|anno=2018 (dati provvisori)}}
|Aggiornamento abitanti = 31-3-2018
|Sottodivisioni = [[Provincia di Matera|Matera]], [[Provincia di Potenza|Potenza]]
|Sottosottodivisioni = [[Comuni della Basilicata|131]]
|Divisioni confinanti = [[Calabria]], [[Campania]], [[Puglia]]
|Lingue = [[Lingua italiana|italiano]]
|Codice ISO=[[ISO 3166-2:IT|IT-77]]
|Nome abitanti = lucani
|Patrono = [[Santuario della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano|Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano]], [[Donato da Ripacandida|San Donatello]], [[San Gerardo Maiella]]
|PIL =
|PIL PPA = {{TA|10.973,6}} [[Milione|mln]] [[Euro|€]]
|PIL procapite =
|PIL procapite PPA = {{formatnum:18021}}&nbsp;€<ref>{{Cita web|url=http://www.abruzzosviluppo.it/notizia.php?id_notizia=1983&tipo=id=7&user_100ind_pi1%5Bid_pagina%5D=58&cHash=85588a4fd38ccb3c061c32a042fc0b94|titolo=PIL pro capite a parità di potere d'acquisto, dati Istat relativi al 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121113154617/http://www.abruzzosviluppo.it/notizia.php?id_notizia=1983&tipo=id=7&user_100ind_pi1%5Bid_pagina%5D=58&cHash=85588a4fd38ccb3c061c32a042fc0b94|dataarchivio=13 novembre 2012}}</ref>
|Immagine localizzazione = Basilicata in Italy.svg
|Mappa = Map of region of Basilicata, Italy, with provinces-it.svg
|Didascalia mappa = Le province della Basilicata
|Parlamentari = 6 [[Camera dei deputati|deputati]]<br />7 [[Senato della Repubblica|senatori]]
}}
 
La '''Basilicata''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/baziliˈkata/|it}}<ref>{{Dipi|Basilicata}}</ref>), o anche comunemente '''[[Lucania]]''' (quest'ultima fu la denominazione in uso dal [[1932]] al [[1947]],<ref name=nome_lucania>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|titolo=Dizionario d'ortografia e di pronunzia|accesso=26 giugno 2009}}</ref> nonostante questo termine identifichi una regione storica dai confini differenti),<ref>Antonio Canino, ''Basilicata, Calabria'', Torino, Touring Editore, 1980, p. 120.</ref> è una [[Regioni d'Italia|regione italiana a statuto ordinario]] dell'[[Italia meridionale]] di {{formatnum:566051}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> con capoluogo [[Potenza (Italia)|Potenza]].
 
Comprende la [[provincia di Potenza]] e la [[provincia di Matera]]. Altri centri principali, oltre ai due capoluoghi [[Potenza (Italia)|Potenza]] e [[Matera]], sono [[Melfi]], [[Pisticci]] e [[Policoro]]. Confina a nord e a est con la [[Puglia]], a ovest con la [[Campania]], a sud con la [[Calabria]], a sud-ovest è bagnata dal [[mar Tirreno]] e a sud-est è bagnata dal [[mar Ionio]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Vedi anche|Geografia della Basilicata|Appennino lucano}}
[[File:Basilicata from satellite NASA.png|thumb|La Basilicata dal Satellite.]]
[[File:Basilicata . Paesaggio presso Craco, Matera.jpg|thumb|Basilicata, paesaggio presso [[Craco]].]]
[[File:Altimetria Basilicata.svg|right|275px|Superficie della Basilicata per zone altimetriche.]]
Il territorio della Basilicata è prevalentemente montuoso (46%) e collinare (46%) con una modesta percentuale pianeggiante (8%). Possiede un'unica grande pianura: la Piana di Metaponto.
I massicci del [[Massiccio del Pollino|Pollino]] (Serra Dolcedorme - 2.267&nbsp;m) e del [[Massiccio del Sirino|Sirino]] (Monte Papa - 2.005&nbsp;m), il [[Monte Alpi]] (1.900&nbsp;m), il Monte Raparo (1.764&nbsp;m) e il complesso montuoso della [[Monti della Maddalena|Maddalena]] ([[Monte Volturino]] - 1.835&nbsp;m) costituiscono i maggiori rilievi dell'[[Appennino lucano]]. Nell'area nord-occidentale della regione è presente un vulcano spento, il [[monte Vulture]].
 
Le colline costituiscono il 45,13% del territorio e sono di tipo argilloso, soggette a fenomeni di erosione che danno luogo a frane e smottamenti.
 
Le pianure occupano l'8% del territorio. La più estesa è la [[Metapontino|piana di Metaponto]] che occupa la parte meridionale della regione, lungo la [[costa jonica lucana|costa ionica]].
I fiumi lucani sono a carattere torrentizio e sono il [[Bradano]], il [[Basento]], l'[[Agri (fiume)|Agri]], il [[Sinni]], il [[Cavone]] e il [[Noce (fiume della Basilicata)|Noce]].
 
Tra i laghi, quelli di ''[[Monticchio (Rionero in Vulture)|Monticchio]]'' hanno origini vulcaniche, mentre quelli di ''[[Lago di Pietra del Pertusillo|Pietra del Pertusillo]]'', di ''[[Riserva regionale San Giuliano|San Giuliano]]'' e del ''[[Diga di Monte Cotugno|Monte Cotugno]]'' sono stati costruiti [[Lago artificiale|artificialmente]] per usi potabili e irrigui. Artificiale è anche il lago ''Camastra'' le cui acque vengono potabilizzate.
 
Le coste del litorale ionico sono basse e sabbiose mentre quelle del litorale tirrenico sono alte e rocciose.
 
Il [[clima]] è di tipo [[Clima mediterraneo|mediterraneo]] sulle coste e [[Clima continentale|continentale]] sui rilievi montuosi.
 
La Basilicata ha una grande diversità ambientale ed è suddivisa in sei sotto-zone diverse:
* [[Melfese|Vulture-Melfese]] a nord-est con caratteristiche di altopiani per lo più seminati a grano, mentre nella zona del [[Vulture]] abbiamo alternanza di boschi e viti;
* [[Provincia di Potenza|Potentino]]/[[Dolomiti lucane]] a nord-ovest con una prevalenza di boschi e montagne con un'altezza media di 1.200-1.500 metri;
* [[Massiccio del Pollino]]/[[Monte Sirino]] a sud-ovest, che rappresentano le vere montagne lucane con altitudini anche superiori ai 2.000 metri e una forte presenza di foreste e boschi;
* [[Val d'Agri]] al centro-ovest, un altopiano che parte dai 600&nbsp;m [[s.l.m.]] e segue il corso del [[Agri (fiume)|fiume Agri]] fino a convergere nella piana di Metaponto;
* [[Collina materana]] al centro-est che presenta collina e alta collina con una grande presenza di argille brulle e calanchi;
* [[Metapontino]] a sud-sud-est che è una vasta pianura alluvionale dove si pratica un'agricoltura intensiva di tipo industriale e una tipologia di costa di tipo bassa e sabbiosa.
 
Queste diversità si enunciano sia a livello faunistico, sia a quello floristico e infine a quello climatico.
 
=== Clima ===
Il [[clima]] della Basilicata cambia di zona in zona; infatti una caratteristica rilevante è che la Regione è esposta a due mari. La parte orientale della regione (non avendo la protezione della catena appenninica) risente dell'influsso del [[mar Adriatico]], a cui va aggiunta l'orografia del territorio e l'altitudine irregolare delle montagne.
Ma nonostante la diversità, il clima della regione può essere definito continentale, con caratteri mediterranei solo nelle aree costiere. Infatti se ci si addentra già di qualche chilometro nell'interno, soprattutto in inverno, la mitezza viene subito sostituita da un clima rigido e umido.
 
Presenta quattro aree climatiche rispettivamente suddivise in questo modo:
* pianura [[Ionio|ionica]] del [[Metapontino]], dove a inverni miti e piovosi si alternano estati calde e secche, ma abbastanza ventilate.
* [[Mar Tirreno|costa tirrenica]]. Qui si riscontrano le stesse affinità con il clima dell'area ionica, con la sola differenza che in inverno la temperatura è leggermente più elevata e in estate è leggermente più fresca e l'umidità è molto accentuata.
* [[collina materana]], dove i caratteri climatici mediterranei si attenuano notevolmente andando verso l'interno: già a partire dai 300-400 metri gli inverni divengono freddi e nebbiosi, e la neve può fare la sua comparsa diverse volte all'anno da novembre a marzo inoltrato. Anche qui le estati sono calde e secche, con escursioni termiche giornaliere abbastanza elevate.
* [[Appennino lucano|montagna appenninica]], che corrisponde ai 7/10 del territorio regionale. Qui gli inverni risultano molto freddi, soprattutto oltre i 1.000 metri di quota, dove la neve al suolo rimane fino a metà primavera, ma può rimanere fino alla fine di maggio sui rilievi maggiori. A [[Potenza (Italia)|Potenza]], capoluogo regionale posto a 819 metri [[s.l.m.]], l'inverno può essere molto nevoso, e le temperature possono scendere anche di molti gradi sotto lo zero (il record cittadino è di -15&nbsp;°C), risultando tra le città più fredde d'Italia. Le estati sono moderatamente calde, anche se le temperature notturne possono essere molto fresche.
I venti più frequenti provengono in prevalenza dai quadranti occidentali e meridionali.
 
== La regione storica della Lucania ==
{{vedi anche|Lucania}}
[[File:Lucania da The Historical Atlas, by William R. Shepherd, 1911.png|thumb|upright=1.8|La [[regione storica]] della [[Lucania]].]]
{{citazione|... La Lucania è il territorio posto tra la costa del Tirreno, dal [[Sele]] al [[Lao (fiume)|Lao]], e quella dello Ionio, da [[Metaponto]] a [[Thurii|Turi]]...|[[Strabone]], storico del I secolo a.C. - Geografia, VI, 1, 4}}
 
La Lucania antica era ben più vasta dell'odierna Basilicata; oltre a questa infatti comprendeva vasti territori appartenenti ad altre due regioni odierne: alla Campania ([[Cilento]] e [[Vallo di Diano]] nel [[Provincia di Salerno|Salernitano]]) e alla Calabria (arrivava a [[Sibari]], Turi, e al fiume Lao, nel [[Provincia di Cosenza|Cosentino]]). Non comprendeva però le terre a est del fiume [[Bradano]], quindi la stessa [[Matera]], ma anche l'area piu settentrionale del [[Vulture]], la cui principale città era [[Venosa|Venusia]], all'epoca degli [[Irpini]]. Tali confini geografici riflettono la situazione posteriore alla scissione fra [[Bruzi]] (antichi abitanti della Calabria) e [[Lucani]] avvenuta nel 356 a.C. con il confine fra le due regioni nell'istmo tra Turi e [[Cirella]] (''Piccola Lucania''). Prima di questa data, le fonti dal V secolo in poi si riferivano a una vasta area, chiamata convenzionalmente dai moderni ''Grande Lucania'', che si spingeva fino allo [[stretto di Messina]] ed era abitata da genti di [[Sanniti|ceppo sannitico]].
[[File:Shepherd-c-030-031.jpg|thumb|upright=1.4|Cartina del sud Italia in epoca augustea]]
I suddetti confini nord-orientali della Lucania furono poi mantenuti nell'istituzione delle [[regioni augustee]], avvenuta intorno al 7 d.C.: le terre dei Lucani (al di qua del Bradano) entrarono a far parte della ''[[Regio III Lucania et Bruttii]]'', mentre Matera e il Vulture della ''[[Regio II Apulia et Calabria]]''.
 
=== Toponimi Lucania e Basilicata ===
Esistono varie ipotesi sull'origine del toponimo Lucania:
* dai [[Lucani]], popolazione [[Osci|osco]]-[[sanniti|sabellica]] proveniente dall'[[Italia Centrale]], che a loro volta avrebbero preso il nome dall''''eroe eponimo''' ''Lucus'';
* dal termine [[Lingua greca|greco]] ''leukos'' ("biancore"), affine al [[Lingua latina|latino]] ''Lux'' ("Luce");
* dal termine [[Lingua latina|latino]] ''lucus'' ("Bosco sacro");
* dal termine [[Lingua greca|greco]] ''lykos'' ("Lupo");
* dai ''Lyki'', popolazioni provenienti dall'[[Anatolia]] che si sarebbero stabiliti nella valle del fiume [[Basento]];
 
Una suggestiva leggenda vuole che il nome fosse dato da un popolo diretto verso Sud, una volta giunto in una terra dalla quale si vedeva sorgere il Sole, e che il nome Lucania indicasse quindi "Terra della Luce". Questa leggenda confermerebbe un legame linguistico tra il toponimo Lucania e la radice [[Lingua proto-indoeuropea|protoindoeuropea]] ''*leuk-'' che ha originato la parola latina ''lux'' ("luce") e quella greca ''leukos'' ("lucente, bianco").
 
Il toponimo Basilicata è attestato la prima volta attorno al [[X secolo]]; La provenienza di tale nome è spesso associato:
* Il termine greco ''Basilikos'', nome con cui venivano chiamati i Governanti [[Impero bizantino|bizantini]] della Regione. ''Basilikos'' in [[lingua greca|greco]] vuol dire "funzionario del re" e deriva da un'altra parola greca: infatti tutti gli [[Imperatori bizantini|imperatori e le imperatrici bizantini]] ricevettero il titolo di [[Basileus|''Basileus'' e ''Basilissa dei Romei'']]'' (Re e Regina dei Romani)''.
* Una tesi più accreditata, fa derivare il nome dalla [[Basilica]] di [[Acerenza]], il cui vescovo aveva la giurisdizione sull'intero territorio. Tale nome compare per la prima volta nel ''Catalogo dei baroni normanni'' del [[1154]]<ref>{{Cita|Touring club italiano|pag. 11}}.</ref>.
* Un'altra ipotesi, meno accreditata, è che l'origine del nome sia legata a quello dell'[[Imperatore Bizantino]] [[Basilio II Bulgaroctono]].
 
Durante il periodo [[Fascismo|fascista]] il territorio regionale riprese il nome Lucania,<ref name=nome_lucania/> ma con la nascita della Repubblica tornò a chiamarsi Basilicata.<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131425/articolo.htm|titolo=Articolo 131 della Costituzione|accesso=3 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090101140307/http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131425/articolo.htm|dataarchivio=1º gennaio 2009}}</ref>
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia della Basilicata}}
 
=== Preistoria ed età antica ===
[[File:Metapontum 2013.JPG|thumb|[[Tavole Palatine|Santuario di Hera]] a [[Metaponto]] - VI secolo a.C.]]
Nella [[preistoria]] i primi insediamenti umani risalgono al [[Paleolitico]] inferiore (''[[Homo erectus]]'') e a rifugi del [[Mesolitico]] con testimonianze nella città di [[Matera]]. Dal [[V millennio a.C.]] si diffusero gli insediamenti in villaggi fortificati e nell'[[età del ferro]] esistette una cultura indigena locale.
Dall'[[VIII secolo a.C.]] fu fondata la [[Colonizzazione greca|colonia greca]] di [[Siris (Lucania)|Siris]] (di madrepatria [[Anatolia|microasiatica]]) e intorno al [[630 a.C.]] quella di [[Metaponto]], di colonizzazione [[Achei|achea]], completando l'occupazione della costa [[Mar Ionio|ionica]], mentre nell'interno continuano a fiorire le comunità indigene (in particolare nell'area di [[Melfi]]). Dopo un primo periodo di pacifica convivenza alcuni insediamenti indigeni scompaiono e altri vengono fortificati. Le città greche lottano l'una con l'altra.
 
I primi contatti dei [[Roma (città antica)|Romani]] con i [[Lucani]] si ebbero con una temporanea alleanza anti [[Sanniti|sannita]] intorno al [[330 a.C.]] Dopo la conquista di [[Taranto]] nel [[272 a.C.]] il dominio romano si estese a tutta la regione. Venne prolungata la [[via Appia]] fino a [[Brindisi]] e vennero fondate le [[colonia romana|colonie]] di ''Potentia'' (Potenza) e ''[[Grumentum]]''. A [[Venosa]] nacque il poeta latino [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]].
 
=== Medioevo ===
[[File:Castello di melfi1.JPG|thumb|Il [[castello di Melfi]].]]
Alla fine del [[V secolo]] la Lucania era già ampiamente cristianizzata e dopo la caduta dell'impero romano restò in possesso [[Impero bizantino|bizantino]] fino alla [[Regno longobardo|conquista longobarda]] nel [[568]], entrando a far parte del [[Ducato di Benevento]]. Le incursioni [[Saraceni|saracene]] portarono le popolazioni locali all'abbandono degli abitati in pianura e in prossimità della costa, a favore di centri protetti sulle alture. [[Tricarico]] e [[Tursi]] conoscono una dominazione araba di più lunga durata che inciderà profondamente sulla struttura stessa degli abitati, che hanno conservato testimonianze ancora oggi ben visibili nei quartieri della ràbata e della saracena a Tricarico e della [[rabatana]] a Tursi<ref>Società napoletana di storia patria, ''Archivio storico per le province napoletane'', 1876</ref>.
 
Nel [[968]], dopo la conquista [[bizantini|bizantina]], venne costituito il [[Lucania (thema)|thema di Lucania]], con capoluogo Tursikon (attuale [[Tursi]])<ref>''Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia'', pag. 65</ref>. Nel [[1059]] con la conquista [[Normanni|normanna]], il [[thema]] scomparve e [[Melfi]] divenne una delle sedi del potere regale. [[Federico II di Svevia]] soggiornò a Melfi nel [[1225]] e nel [[1231]], anno in cui vennero emanate le ''Constitutiones regni Siciliae'' ("[[Costituzioni di Melfi]]"), e in quegli anni, venne costruito il [[castello di Lagopesole]].
 
Nel [[XIV secolo]] la Lucania attraversò una profonda crisi demografica, attribuibile probabilmente alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da [[Carlo I d'Angiò]]. La famiglia [[Caracciolo]] ottenne la signoria su [[Melfi]] e diversi altri feudi. Nella seconda metà del [[XV secolo]] si ebbe una generale ripresa economica e demografica, anche in seguito all'arrivo di profughi dalle regioni dell'[[Impero bizantino]] in seguito alla [[caduta di Costantinopoli]].
 
=== Età moderna ===
[[File:Miglionico castello2.jpg|thumb|Il castello del Malconsiglio di [[Miglionico]].]]
La Basilicata fu teatro della famosa [[Congiura dei baroni]] ordita nel [[1485]] dal principe di [[Salerno]] Antonello II dei [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]] consigliato da Antonello Petrucci e Francesco Coppola, ai danni del re di Napoli Ferdinando I di Napoli che coinvolse molte famiglie feudatarie di signori e baroni del regno della fazione guelfa favorevoli agli angioini, tra cui oltre i [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], [[conti di Tricarico]], si ricordano i [[Caracciolo]] principi di [[Melfi]], i Gesualdo marchesi di Caggiano, i del Balzo-Orsini principi di Altamura e di Venosa, i Guevara principi di Teramo, i [[Senerchia]] conti di Sant'Andrea e Rapone, che si riunirono nel [[Castello del Malconsiglio]] di [[Miglionico]] (detto anche della congiura dei Baroni). La Congiura fu narrata dallo Storico Camillo Porzio nella sua più celebre opera, La congiura dei Baroni del regno di Napoli contra il re Ferdinando I.
 
[[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] di Spagna tolse i loro domini ai feudatari precedenti, a cui subentrarono le famiglie dei [[Carafa]] (principi di [[Stigliano]]), Revertera, [[Pignatelli (famiglia)|Pignatelli]] e [[Colonna (famiglia)|Colonna]]. La Basilicata fu in gran parte sottoposta alla giurisdizione di [[Salerno]], mentre Matera e la Murgia fecero parte della [[Terra d'Otranto]]. Con l'avvento della nuova classe dirigente, estranea al territorio di cui godeva il possesso, e con lo spostamento dei traffici commerciali dal [[Mediterraneo]] all'[[oceano Atlantico|Atlantico]], i feudi lucani furono considerati pura fonte di reddito e i nuovi baroni prestarono scarsissimo interesse al miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei propri possedimenti.
Nella seconda metà del [[XVI secolo]] la Basilicata conobbe un periodo di relativa tranquillità e in quest'epoca si sviluppò una notevole attività artistica, legata alla committenza delle grandi famiglie baronali e religiosa. Nella vita sociale e politica della regione si ebbe l'emergere di una nuova classe intermedia, per lo più appartenente a importanti famiglie locali, e impegnata a rappresentare i baroni, i vescovi e gli abati nell'attività di amministrazione e gestione dei feudi. Contemporaneamente le comunità locali formarono le prime "Università".
 
Quando a [[Napoli]] scoppiò la rivolta di [[Masaniello]], nel [[1647]], una sollevazione popolare generalizzata coinvolse tutta la regione, che aderì alla Repubblica, ma la rivolta venne quindi repressa. Nel [[1663]] venne creata una nuova provincia per la Basilicata, per assicurarne un maggiore controllo, con capoluogo a [[Matera]].
 
=== Età borbonica ===
[[File:Mario Pagano.jpg|thumb|upright=0.7|left|[[Mario Pagano]].]]
[[File:Giacinto Albini.jpg|thumb|upright=0.6|[[Giacinto Albini]].]]
Con [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] anche la Basilicata entra a far parte nel [[1735]] del [[Regno di Napoli]], con la ritrovata indipendenza del Mezzogiorno. Sull'onda dei fatti del [[1799]], [[Avigliano]] fu la prima città (ancor prima di [[Napoli]]) a piantare ''l'albero della libertà'' e a proclamare la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], che ebbe tra i suoi fautori i lucani [[Mario Pagano]], [[Michele Granata]], [[Francesco Lomonaco]] ed [[Onofrio Tataranni]]; da lì i moti si estesero in tutta la regione, animati dalla "Organizzazione democratica" guidata dagli aviglianesi Michelangelo e Girolamo Vaccaro, ma l'insurrezione venne repressa. I francesi ritornarono sette anni più tardi, nonostante le resistenze della popolazione la cui gran parte era [[Borbone|borbonica]].
 
Il 7 agosto [[1806]] la città di [[Lauria]], che allora contava oltre settemila abitanti, venne rasa al suolo, [[Massacro di Lauria|incendiata e saccheggiata]] dalle truppe del generale francese [[Andrea Massena|Massena]]. Nel mese di dicembre si consumò l'[[Resistenza di Maratea|assedio di Maratea]], conclusosi con la discesa a patti tra il colonnello [[Alessandro Mandarini|Mandarini]] e il generale francese [[Jean Maximilien Lamarque|Lamarque]]. Durante l'occupazione [[Napoleone I|napoleonica]] il progetto di distribuire in piccoli lotti delle terre demaniali venne abbandonato: le richieste di cambiamento, in particolare per la riforma agraria, rimasero inascoltate.
 
Successivamente, con il ritorno dei Borbone, la Regione partecipò blandamente ai moti del [[1848]], avendo tra i suoi esponenti [[Luigi La Vista]], fucilato da alcuni soldati svizzeri all'età di 22 anni. La voglia di cambiamento e di innovazione fece aderire la parte latifondista della società lucana ai fatti che portarono alla unificazione nazionale nel [[1860]], anche se un recente revisionismo storico ha portato a valutare negativamente quel coinvolgimento. [[File:Giambattista Pentasuglia.jpg|thumb|upright=0.6|[[Giambattista Pentasuglia]].]] Tra i principali artefici della svolta sabauda si menzionano [[Giacinto Albini]] con [[Nicola Mignogna]] Governatori del Governo Prodittatoriale: [[Giacinto Albini|Albini]], in particolare, fu il principale artefice dell'[[Insurrezione lucana (1860)|insurrezione lucana]] e nominato poi Governatore della Provincia. Sono inoltre da ricordare [[Carmine Senise]], Capo di Stato Maggiore delle Forze insorte, [[Pietro Lacava]], [[Floriano Del Zio]], [[Ferdinando Petruccelli della Gattina]], [[Giacomo Racioppi]] e infine Francesco Scardaccione, che fu il primo Presidente della Provincia di Basilicata ([[1861]]). Tra i patrioti d'azione è da menzionare il colonnello [[Garibaldino]]; [[Giambattista Pentasuglia]] partecipe delle [[Guerre d'indipendenza italiane]] e della [[spedizione dei Mille]].
 
=== Dal Risorgimento agli inizi del novecento ===
[[File:Carmine Crocco (rounded).jpg|thumb|upright=0.6|[[Carmine Crocco]], simbolo del brigantaggio lucano.]]
[[File:Giovanni passannante.jpg|thumb|upright=0.6|[[Giovanni Passannante]], attentatore del re [[Umberto I]].]]
Come per la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], anche in questo caso vi fu un precoce proclama in un comune lucano, [[Corleto Perticara]]: il 16 agosto [[1860]], infatti, qui aveva sede il Comitato Insurrezionale Lucano presieduto da [[Carmine Senise]], quindi durante la processione in onore di [[San Rocco di Montpellier]], patrono del paese, vi fu un'insurrezione popolare che portò alla formazione di una schiera di 800 uomini sotto il comando del colonnello [[Camillo Boldoni]], ancor prima che [[Garibaldi]] smuovesse la sua [[Spedizione dei Mille]], venne proclamata l'[[Unità d'Italia]]; a cui seguì la proclamazione di Potenza, avvenuta nel successivo 18 agosto. Nei mille di Garibaldi militò anche il materano [[Giambattista Pentasuglia]], unico lucano ad aderire alla campagna militare dell'''eroe dei due mondi'' già da [[Quarto dei Mille|Quarto]].
 
Dopo l'annessione, però, vecchi e nuovi rancori verso la politica centrale, egemonizzata anche nel nuovo Stato dalla ricca borghesia agraria, favorirono la nascita di rivolte armate. Il cosiddetto [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]], complesso fenomeno che divenne in realtà una vera e propria guerra civile, interessò tutta la regione per circa sette anni e causò migliaia di morti, deportati e dispersi tra i contadini lucani. La Basilicata fu tra le regioni con il maggior numero di bande, di cui se ne contarono 47 in totale.<ref>{{cita web|url=http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=18025 |titolo= Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento|accesso=4 giugno 2010}}</ref>
 
La rivolta venne animata in particolare nelle zone del [[Vulture]]-[[Melfese]] dal noto capobrigante [[Carmine Crocco]] (detto "Donatello"), di [[Rionero in Vulture]], un bracciante che riuscì a formare un esercito di oltre duemila uomini e che si guadagnò l'appellativo di "Generale dei Briganti".<ref>{{cita web|url=http://www.colombre.it/crocco|titolo=Recensione del documentario "Carmine Crocco dei briganti il Generale", su www.colombre.it|accesso=16 luglio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100111011404/http://www.colombre.it/crocco|dataarchivio=11 gennaio 2010}}</ref> La compattezza e la solidità delle sue bande resero la Basilicata il cuore della rivolta contadina.<ref>{{Cita|Gigi Di Fiore, 2007 |p. 197.}}</ref> Accanto a Crocco, un altro capobrigante, [[Antonio Franco (brigante)|Antonio Franco]], si distinse per le sue attività brigantesche nelle zone del [[Massiccio del Pollino|Pollino]]. Altri famosi briganti della regione che operarono sotto i dettami di Crocco erano Giuseppe Summa (detto "[[Ninco Nanco]]"), [[Eustacchio Fasano Brigante]], [[Giuseppe Caruso (brigante)|Giuseppe Caruso]] (detto "Zi' Beppe"), Teodoro Gioseffi (detto "[[Caporal Teodoro]]") e [[Vincenzo Mastronardi]] (detto "Staccone").
 
Il 17 novembre [[1878]], il re [[Umberto I]] subì un attentato da parte dell'anarchico [[Giovanni Passannante]], originario di ''Salvia di Lucania''. Il sovrano uscì illeso e Passannante fu arrestato. L'episodio generò protesta sia contro sia a favore dell'anarchico, tra cui il poeta [[Giovanni Pascoli]] che compose la sua ''Ode a Passannante''.<ref>Giuseppe Galzerano, ''Giovanni Passannante'', Casalvelino Scalo, 2004, p. 270.</ref>
Il sindaco del paese natio dell'anarchico dovette recarsi dal re, porgendo le sue scuse e offrendo di cambiare il nome del comune in [[Savoia di Lucania]], nome che identifica tuttora la città.
 
Nel [[1901]], [[Giuseppe Zanardelli]], a quel tempo presidente del consiglio, visitò diverse città del meridione per studiarne i problemi. Zanardelli giunse a [[Moliterno]] e fu accolto dal sindaco che lo salutò "''a nome degli ottomila abitanti di questo comune, tremila dei quali sono in America, mentre gli altri cinquemila si preparano a seguirli''".<ref>Denis Mack Smith, ''Storia d'Italia dal 1861 al 1948'', La Terza Editore, Bari, 1960, p. 375</ref> Zanardelli affrontò allora la grave situazione della ''provincia''<ref>all'epoca la Basilicata veniva considerata ''provincia''</ref> e propose una legge speciale<ref>[[s:L. 31 marzo 1904, n. 14017 - Legge speciale per la Basilicata|L. 31 marzo 1904, n. 14017 - Legge speciale per la Basilicata]]</ref> con cui venivano affrontate due delle piaghe: il credito agrario anche attraverso i [[s:L. 31 marzo 1904, n. 14017 - Legge speciale per la Basilicata|Monti frumentari]] e le gravi carenze delle scuole elementari, con il conseguente analfabetismo. La legge trasferì allo stato l'onere della scuola primaria che prima gravava sui comuni, troppo indebitati per farsene carico.
 
=== Storia contemporanea ===
Le cattive condizioni economiche e ambientali, con la presenza di zone [[Malaria|malariche]], e la mancanza di infrastrutture, di lavoro, e di aiuti statali, come nel resto del Mezzogiorno, portarono a un vasto fenomeno di [[emigrazione]]. Solo negli [[Anni 1930|anni trenta]] del [[XX secolo|Novecento]] si realizzarono l'[[acquedotto]] e importanti vie di comunicazione.
 
Il 21 settembre [[1943]], [[Matera]] fu la prima città italiana a [[Strage di Matera|insorgere contro i tedeschi occupanti]]. Il 24 settembre dello stesso anno, a Rionero avvenne una delle più [[Strage di Rionero in Vulture|cruente rappresaglie]] della [[seconda guerra mondiale]] in Basilicata, ove 18 rioneresi furono trucidati da alcune truppe naziste, a causa di un contadino rionerese che ferì un sergente dei paracadutisti, il quale sembrava stesse rubando una gallina nella sua abitazione. Dopo Rionero Avigliano insorse dando vita ad una battaglia contro i tedeschi il 9 ottobre.
 
Il 23 novembre [[1980]] la Basilicata fu sconvolta da un grave [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto]] che colpì buona parte del territorio regionale. Nel [[1993]] fu inaugurato a [[San Nicola di Melfi|San Nicola]], frazione di [[Melfi]], l'impianto industriale ''SATA'', ove risiede uno dei più importanti stabilimenti [[FIAT]] d'Europa e altre aziende collegate all'indotto come [[Tower Automotive]] e [[Magneti Marelli]].
 
Nel [[2003]] la decisione del governo nazionale di trasferire tutte le scorie nucleari delle ex centrali atomiche in una salina di [[Scanzano Jonico]] ha provocato un'intensa protesta, con una manifestazione oceanica cui parteciparono oltre 100.000 persone (pari a circa un quinto della popolazione lucana) che ha portato nel gennaio del [[2004]] al ritiro del decreto.
 
== Suddivisione amministrativa ==
{{vedi anche|Giunta regionale della Basilicata}}
Tanto nel [[Regno di Napoli]] che in [[Regno delle Due Sicilie|quello delle Due Sicilie]] la Basilicata costituì sempre una sola provincia. Nel [[1663]] il capoluogo scelto fu Matera. Poi, con la legge emanata da [[Giuseppe Bonaparte]] l'8 agosto [[1806]], si decise di spostare la sede a [[Potenza (Italia)|Potenza]]<ref>Angelantonio Spagnoletti, ''Il governo della città, il governo nella città: le città meridionali nel decennio francese'', Edipuglia, 2009, p. 60.</ref>.
 
Con identica configurazione la Basilicata entrò nel [[Regno d'Italia]]. Con la legge n. 1 del [[1927]] la creazione della [[provincia di Matera]] spezzò la secolare unità, ricomposta al momento della progettazione delle regioni.
 
Dal 1º gennaio [[1948]], ex art. 131 della vigente [[Costituzione]], la Basilicata è una [[Regioni d'Italia|regione]] ad autonomia ordinaria della [[Repubblica Italiana]], ma solo con la [[Legge 16 maggio 1970, n. 281|legge n. 281 del 1970]] furono attuate le sue funzioni.
 
La regione Basilicata è quindi divisa in due province:
 
{|class="wikitable"
! Stemma
! Provincia
! Mappa
! Comuni
! Abitanti<br /><small>(1/9/2009)</small>
! Superficie<br /><small>(km²)</small>
! Sito Istituzionale
|-
|[[File:Provincia_di_Matera-Stemma.png|90px]]
|[[Provincia di Matera]]
|[[File:Map of comune of Matera (province of Matera, region Basilicata, Italy).svg|160px]]
|align="center"|31
|align="center"|201'133
|align="center"|3'478.89
|align="center"|[http://www.provincia.matera.it/ Matera]
|-
|align="left"|[[File:Provincia di Potenza-Stemma.png|90px]]
|align="left"|[[Provincia di Potenza]]
|align="left"|[[File:Map of comune of Potenza (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg|150px]]
|align="center"|100
|align="center"|377'258
|align="center"|6'594.44
|align="center"|[http://www.provincia.potenza.it/ Potenza]
|-
|[[File:Flag of Basilicata.svg|90px]]
|Basilicata
|[[File:Map of region of Basilicata, Italy, with provinces-it.svg|160px]]
|align="center"|131
|align="center"|578'081
|align="center"|10'073.32
|align="center"|[http://www.regione.basilicata.it Basilicata]
|-
|}
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
| immagine = ProtezioneEcc1.png
| nome_onorificenza = Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile
| collegamento_onorificenza = Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
| motivazione = Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.
| luogo = D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi dell'art.5, comma 5, del D.P.C.M. 19 dicembre 2008.
}}
 
=== Simboli ===
{{Vedi anche|Simboli della Basilicata}}
[[File:Regione-Basilicata-Gonfalone.png|upright=0.8|thumb|Gonfalone della Regione.]]
Lo stemma della regione è costituito da uno [[scudo sannitico]] di color [[argento (araldica)|argento]] riportante quattro [[fascia (araldica)|fasce]] ondate [[azzurro (araldica)|azzurre]] che, secondo l'articolo 8 dello Statuto della regione, rappresentano i principali fiumi lucani.
 
== Natura ==
=== Aree protette ===
{{Vedi anche|Aree naturali protette della Basilicata}}
La regione Basilicata ospita nel suo territorio undici aree protette, di cui due parchi nazionali, il [[parco nazionale del Pollino|Pollino]] e il [[Parco nazionale della Val d'Agri e Lagonegrese|Val d'Agri]], due parchi regionali ([[Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane|Parco naturale di Gallipoli Cognato - Piccole Dolomiti Lucane]] e [[Parco della Murgia Materana|Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano]]) e sette riserve naturali regionali. Le zone sottoposte a protezione occupano circa il 30% dell'intera superficie regionale<ref>{{cita web|url=http://www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/Aree%20protette.pdf|titolo=Documento della Regione Basilicata|accesso=3 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060118042952/http://www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/Aree%20protette.pdf|dataarchivio=18 gennaio 2006}}</ref>.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
La popolazione è concentrata per lo più nei grossi centri, infatti il 56% abita nei 12 centri più grandi della regione, il 27% invece vive nei centri medi, cioè quelli compresi tra i 5.000 e i 9.999 abitanti, e il restante 17% vive nei piccoli comuni.
Il trend demografico è positivo soltanto nelle quattro zone maggiormente sviluppate della regione (Materano, Metapontino, Potentino, Vulture) dove si registra in generale un incremento di popolazione. Il fenomeno è più accentuato soprattutto a [[Policoro]], [[Melfi]], [[Lavello (Italia)|Lavello]], [[Scanzano Jonico]], [[Nova Siri]] e in misura minore a [[Bernalda]] e [[Marconia di Pisticci|Marconia]] nel [[Metapontino]], [[Rionero in Vulture]], [[Venosa]] nell'area del [[Vulture]] e [[Marsicovetere]] nella [[Val d'Agri]].
 
La città di [[Matera]] sta avendo un notevole incremento demografico dovuto sia al ''polo del salotto'' sia alle attività sorte per il grande afflusso turistico generato dall'interesse per il centro storico cittadino diventato Patrimonio dell'umanità.
Rispetto al censimento del 2001 la città ha avuto infatti un incremento pari a circa il 6% della popolazione, il più alto in regione. A [[Potenza (Italia)|Potenza]] infine, si registra una lieve diminuzione, mentre nei centri più dinamici vicino Potenza ([[Tito (Italia)|Tito]] e [[Pignola]]) si è registrato un trend positivo.
 
È in atto invece un forte spopolamento dei comuni dell'entroterra, soprattutto nel materano, infatti alcuni comuni che trent'anni fa raggiungevano all'incirca i 10.000 abitanti ([[Tricarico]], [[Montalbano Jonico]], [[Irsina]] e [[Stigliano]]) hanno perso dal 25 al 40% della loro popolazione originaria; però al contrario della provincia di [[Potenza (Italia)|Potenza]], la popolazione complessiva è aumentata, grazie a comuni come [[Matera]], [[Bernalda]], [[Policoro]] che nell'anno 2010 arrivano a un aumento di 456 unità. Questo spopolamento avviene anche in molti comuni montani del potentino ([[Lagonegro]], [[Latronico]], [[Moliterno]],[[Viggianello]],[[Marsico Nuovo|Marsiconuovo]], [[Lauria]]) e nei comuni colpiti maggiormente dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980]].
 
Nel 2008<ref>{{Cita web |url=http://www.demo.istat.it/bil2008/index.html|titolo=demo.istat.it}}</ref> i nati sono stati 4.923 (8,4‰), i morti 5.585 con un decremento naturale di 662 unità rispetto al 2007. Le famiglie contano in media 2,6 componenti.
Il bilancio demografico attuale della regione mostra una diminuzione di 9.031 abitanti rispetto al censimento del 2001, quando risultavano 599.404 abitanti, un trend che va peggiorando di anno in anno.
 
=== Città e comuni principali ===
Di seguito vengono riportati i principali comuni della regione per popolazione residente<ref>Vista territoriale del bilancio demografico (provvisorio) nella:
* {{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2017gen/query1.php?lingua=ita&allrp=4&Pro=76&periodo=11&submit=Tavola|titolo=provincia di Potenza|editore=[[ISTAT]]|mese=novembre|anno=2017}}
* {{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2017gen/query1.php?lingua=ita&allrp=4&Pro=77&periodo=11&submit=Tavola|titolo=provincia di Matera|editore=[[ISTAT]]|mese=novembre|anno=2017}}</ref>:
{| class="wikitable sortable" style="width:69%;"
|- style="background:#efefef"
!#
! Stemma
! Città
! Popolazione<br />(ab)
! Provincia
! Altitudine<br />([[Livello del mare|m s.l.m.]])
! Superficie<br />(km²)
|-
|1
| align=center|{{simbolo|Potenza (Italia)-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Potenza (Italia)|Potenza]]
| align="center" |{{TA|67.194}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|819
| align=center|175,43
|-
|2
| align=center|{{simbolo|Matera-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Matera]]
| align="center" |{{TA|60.432}}
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|401
| align=center|392,09
|-
|3
| align=center|{{simbolo|Melfi-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Melfi]]
| align="center" |{{TA|17.885}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|530
| align=center|206,23
|-
|4
| align=center|{{simbolo|Policoro-stemma.png|25}}
| align=center|[[Policoro]]
| align="center" |{{TA|17.709}}
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|25
| align=center|67,66
|-
|5
| align=center|{{simbolo|Pisticci-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Pisticci]]
| align="center" |{{TA|17.605}}
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|364
| align=center|233,67
|-
|6
| align=center|{{simbolo|Lavello-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Lavello (Italia)|Lavello]]
| align="center" |{{TA|13.424}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|313
| align=center|134,67
|-
|7
| align=center|{{simbolo|Rionero in Vulture-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Rionero in Vulture]]
| align="center" |{{TA|13.214}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|643
| align=center|53,52
|-
|8
| align=center|{{simbolo|Lauria-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Lauria]]
| align="center" |{{TA|12.708}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|430
| align=center|176,63
|-
|9
| align=center|{{simbolo|Bernalda-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Bernalda]]
| align="center" |{{TA|12.451}}
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|127
| align=center|126,19
|-
|10
| align=center|{{simbolo|Venosa-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Venosa]]
| align="center" |{{TA|11.741}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|415
| align=center|170,39
|-
|11
| align=center|{{simbolo|Avigliano-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Avigliano]]
| align="center" |{{TA|11.357}}
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|867
| align=center|85,48
|-
|12
| align=center|{{simbolo|Montescaglioso-Stemma.png|25}}
| align=center|[[Montescaglioso]]
| align="center" |{{TA|9.886}}
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|365
| align=center|175,79
|-
|}
 
=== Emigrazione ===
L'[[emigrazione]] su larga scala ha fatto sì che la popolazione lucana crescesse soltanto del 12% nel [[ventesimo secolo]], il tasso di crescita più basso in [[Italia]]. La Basilicata è ancora oggi una delle regioni più povere del Paese, ma la sua economia è cresciuta in maniera significativa negli ultimi 20 anni, anche grazie alla scoperta del petrolio, tant'è che il suo Pil pro-capite è il quarto più alto del Sud Italia. Ma dopo un'interruzione negli anni novanta è ripresa in modo significativo l'emigrazione sia verso regioni più ricche, sia interna in cui si spopolano i centri più piccoli e si popolano i due capoluoghi e le città delle aree più sviluppate.
 
=== Immigrati e minoranze ===
Gli stranieri regolari sono {{formatnum:14738}} ({{formatnum:6476}} maschi e {{formatnum:8262}} femmine) pari al 2,51% della popolazione lucana. Le nazionalità con una maggior rappresentanza sono<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2010/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P000&Com=&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Tutti i paesi di cittadinanza. Regione: Basilicata|autore=[[ISTAT]]|accesso=4 gennaio 2012}}</ref>:
 
{| class="wikitable"
|-
! Nazione
! Stranieri regolari
! sul totale degli immigrati
! sulla popolazione residente
|-
|{{ROU}}
|{{formatnum:6098}}
|41,38 %
|1,04 %
|-
|{{ALB}}
|{{formatnum:1648}}
|11,18 %
|0,28 %
|-
|{{MAR}}
|{{formatnum:1449}}
|9,83 %
|0,25 %
|-
|{{UKR}}
|809
|5,49 %
|0,14 %
|-
|{{CHN}}
|796
|5,40 %
|0,14 %
|-
|Altre
|{{formatnum:3938}}
|26,72 %
|0,67 %
|-
|TOTALE
|{{formatnum:14738}}
|100,00 %
|2,52 %
|}
 
Tra le altre le più rappresentative sono nell'ordine: [[India]], [[Bulgaria]], [[Polonia]], [[Tunisia]], [[Germania]], [[Algeria]] e [[Brasile]].
 
=== Minoranze etno-linguistiche ===
In Basilicata è presente una consistente minoranza [[etnia|etnica]] e [[isola linguistica|linguistica]] [[Albania|albanese]] detta [[arbëreshë]]. I sei comuni facenti parte della comunità di cui la [[Regione Basilicata|Regione]] promuove la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, artistico, [[lingua albanese|linguistico]], [[rito bizantino|religioso–liturgico]] e folkloristico sono tutti in [[provincia di Potenza]]: [[Barile (Italia)|Barile]] (''Barilli''), [[Brindisi di Montagna]], [[Ginestra (Italia)|Ginestra]] (''Zhura''), [[Maschito]] (''Mashqiti''), [[San Costantino Albanese]] (''Shën Kostandini''), [[San Paolo Albanese]] (''Shën Pali'')<ref>{{cita web|http://www.regione.taa.it/biblioteca/normativa/regioni/ordinarie/basilicata1.pdf|L. R. n. 16 del 28 marzo 1996. ''Promozione e tutela delle minoranze etniche–linguistiche di origine greco–albanese in Basilicata''|tipo=PDF|pp=2|sito=www.regione.taa.it}}</ref>. La comunità albanese ha nei secoli preservato, seppur in maniera diversa fra le genti di appartenenza, i connotati [[Albanesi|etnici]] e culturali specifici degli arbëreshë e ancora oggi mantiene e difende la propria tipicità differenziandola da quella lucana. Un tratto caratteristico della cultura albanese in Basilicata è la lingua d'origine, l'[[lingua arbëreshë|arbërisht]], che viene utilizzata dalla comunità intera anche per finalità differenti dal linguaggio colloquiale; infatti i cartelli, le insegne e gli scritti ufficiali degli enti municipali sono [[Segnaletica bilingue|bilingui]], quindi sia in [[lingua italiana|italiano]] che in [[lingua albanese|albanese]]{{Citazione necessaria|; in particolare per quest'ultima vige il riconoscimento da parte dello stato italiano della condizione di co-ufficialità con la lingua nazionale}}.
 
== Economia ==
=== Dati economici ===
La Basilicata, svantaggiata dalla propria costituzione morfologica ed emarginata per lungo tempo dagli investimenti, nonché ancora largamente sprovvista di importanti vie di comunicazione, è una delle regioni meno sviluppate del [[Italia|Paese]]: il suo reddito pro capite si colloca al 16º posto nel panorama delle regioni italiane, ma, dal [[2001]], nel quadro del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]] e [[Italia insulare|Isole]] è il più alto dopo [[Abruzzo]], [[Sardegna]] e [[Molise]].
 
La serie storica dal [[2000]] al [[2008]], mostra l'andamento del reddito lucano e quello delle regioni meridionali e insulari.<ref name="Conti economici regionali" >{{Cita web|url= http://www.istat.it/dati/dataset/20071004_00|accesso=6 agosto 2009|titolo= Dati Istat - Tavole regionali}}</ref>
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
{| class="wikitable sortable" width="70%"
|-
! || [[2000]] || % della media naz. || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2007]] || [[2008]]<ref>{{Cita web|url= http://web.mclink.it/MN8456/comunicati/2009/giugno/12_06_09_comunicato_anticipazioni_rapporto.pdf|accesso= 6 agosto 2009|titolo= Rapporto Svimez|urlmorto= sì}}</ref> || % della media naz.
|-
| align=left | [[Abruzzo]] || 18.177,3 || 86,90 || 18.871,5 || 19.361,7 || 19.454,6 || 19.297,0 || 19.942,3 || 20.501,1 || 21.150,3 || 21.662,60 || 82,44
|-
| align=left | [[Sardegna]] || 15.861,0 || 75,83 || 16.871,4 || 17.226,5 || 17.975,7 || 18.581,0 || 19.009,8 || 19.654,3 || 20.444,1 || 20.627,20 || 78,50
|-
| align=left | [[Molise]] || 15.308,1 || 73,18 || 15.985,5 || 16.460,3 || 16.607,7 || 17.290,0 || 17.994,6 || 18.591,9 || 18.955,5 || 20.429,50 || 77,75
|-
| align=left | '''Basilicata''' ||'''14.670,3''' || 70,14 || '''15.130,4''' || '''15.731,6''' || '''16.011,5''' || '''16.668,1''' || '''17.031,4''' || '''17.781,9''' || '''18.280,0''' || '''19.039,10''' || '''72,46'''
|-
| align=left | [[Puglia]] || 13.825,2 || 66,09 || 14.504,5 || 14.962,2 || 15.284,0 || 15.694,4 || 15.971,0 || 16.504,6 || 16.943,4 || 17.955,90 || 68,33
|-
| align=left | [[Sicilia]] || 13.479,6 || 64,44 || 14.185,7 || 14.662,2 || 15.053,9 || 15.440,1 || 16.023,2 || 16.531,5 || 17.003,7 || 17.533,00 || 66,72
|-
| align=left | [[Campania]] || 13.190,8 || 63,06 || 14.040,8 || 14.764,0 || 15.025,8 || 15.531,7 || 15.753,2 || 16.294,2 || 16.556,5 || 16.746,30 || 63,73
|-
| align=left | [[Calabria]] || 13.019,9 || 62,24 || 13.742,4 || 14.226,9 || 14.773,2 || 15.457,0 || 15.754,8 || 16.244,1 || 16.625,8 || 17.285,00 || 65,78
|-
|}</div>
 
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]] e il PIL procapite<ref name=economia>{{cita web|url=http://www.istat.it/dati/dataset/20091111_00|titolo=Dati Istat - Tavole regionali|accesso=26 novembre 2010}}</ref> prodotto nella Basilicata dal [[2000]] al [[2009]]:
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
 
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
! || [[2000]] || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2007]] || [[2008]] || [[2009]]
|-
| align=left |'''Prodotto Interno Lordo'''<br />(Milioni di Euro) || 8.808,0 || 9.054,0 || 9.393,4 || 9.557,2 || 9.947,5 || 10.138,8 || 10.539,3 || 11.054,6 || 11.273,4 || 10.973,6
|-
| align=left | '''PIL ai prezzi di mercato per abitante'''<br />(Euro) || 14.670,3 || 15.130,4 || 15.731,6 || 16.011,5 || 16.668,1 || 17.031,4 || 17.781,9 || 18.698,5 || 19.081,5 || 18.586,8
|-
|}
 
</div>
 
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]]<ref name=economia />, prodotto in Basilicata ai prezzi correnti di mercato nel [[2006]], espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
 
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
| align=left | '''Macro-attività economica''' || '''PIL prodotto''' || '''% settore su PIL regionale''' || '''% settore su PIL italiano'''
|-
| align=left |Agricoltura, silvicoltura, pesca || € 468,2 || 4,44% || 1,84%
|-
| align=left |Industria in senso stretto || € 1.572,8 || 14,92% || 18,30%
|-
| align=left |Costruzioni || € 854,5 || 8,11% || 5,41%
|-
| align=left |Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni || € 1.935,5 || 18,37% || 20,54%
|-
| align=left |Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali || € 1.986,3 || 18,85% || 24,17%
|-
| align=left |Altre attività di servizi''' || € 2.681,6 || 25,44% || 18,97%
|-
| align=left |Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni || € 1.040,4 || 9,87% || 10,76%
|-
| align=left |'''PIL Basilicata ai prezzi di mercato''' || '''€ 10.539,3''' || ||
|-
|}
 
</div>
 
=== Agricoltura ===
Il settore agricolo costituisce ancora un caposaldo dell'economia regionale. La produzione di colture di pregio è relegata solo in alcuni territori regionali a causa dei condizionamenti esercitati dalla montuosità del territorio, dalla sua scarsa fertilità e dall'irregolarità delle precipitazioni. La riforma fondiaria, cominciata a partire dagli anni [[1950|Cinquanta]], assieme all'assegnazione di migliaia di case sparse e di terre ai braccianti, alle bonifiche e alle irrigazioni di vasti comprensori (grazie anche allo sbarramento del [[Bradano]] e di altri fiumi) hanno contribuito allo sviluppo dell'agricoltura. La diffusione di tali opere ha però subito, nel corso del tempo, un rallentamento ed esse non sono oggigiorno in grado di assicurare adeguate opportunità di sviluppo alle attività agricole, penalizzate anche dall'insufficienza delle strutture di commercializzazione. La loro localizzazione ha quindi determinato aree piuttosto differenziate per caratteristiche produttive: privilegiate risultano le [[Val d'Agri|valli dell'Agri]], nel suo medio corso, e dell'[[Ofanto]], oltre alla piana di Metaponto. Le colture più estese sono quelle del frumento, seguito da altri cereali che in buona parte costituiscono materia prima per l'industria alimentare lucana (avena, orzo, mais), e delle patate; abbastanza diffusi sono la vite (soprattutto uva da vino), l'olivo, presente nelle aree collinari, e gli agrumi, nelle piane ioniche; un certo incremento hanno registrato alcune colture industriali, in particolare la barbabietola da zucchero (che ha superato per estensione la tradizionale coltura della patata) e il tabacco, e quelle ortofrutticole.
 
Nelle zone interne del materano è sviluppata la coltura di [[cereali]]cola: [[frumento]], [[granturco]], [[Hordeum vulgare|orzo]] e [[Avena sativa|avena]], di cui la regione è la maggior produttrice nazionale.
Sulle colline a ridosso del [[Metapontino]] invece c'è una fiorente coltivazione di [[vigneto|vigneti]], mentre nella piana sono molto sviluppate le piantagioni di alberi da frutto: [[Susina|susine]], [[Pesco|pesche]], [[pyrus|pere]], [[Actinidia chinensis|kiwi]] e [[Agrumi|agrumeti]].
Il settore primario, in ogni caso, dopo una fase di relativa modernizzazione, più intensa nella Piana di Metaponto, sembra avere raggiunto i propri limiti strutturali, in assenza di una efficiente rete di distribuzione commerciale e di promozione: in un quadro di forte concorrenza interregionale, ha di fatto ostacolato la creazione di nuove filiere produttive, relegando in ruoli marginali le stesse colture di qualità.
 
=== Allevamento e pesca ===
L'allevamento è suddiviso per zone, infatti nella zona del materano abbiamo quello di ovini, suini, caprini mentre quello dei bovini è per lo più praticato nelle zone montuose del potentino e nei grandi pascoli del melfese.
La Pesca è poco sviluppata, ed è solo limitata alla costa Ionica.
 
=== Materie prime ===
La regione è ricchissima di [[idrocarburi]], particolarmente [[metano]] (nella [[Val Basento|Valle del Basento]]) e [[petrolio]], in [[Val d'Agri]], dove è situato il più grande [[giacimento petrolifero|giacimento]] dell'Europa continentale.<ref>{{cita web|url=http://www.shell.it/home/content/ita/aboutshell/shell_businesses/e_and_p/|titolo=Shell.it|accesso=22 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121125051544/http://www.shell.it/home/content/ita/aboutshell/shell_businesses/e_and_p/|dataarchivio=25 novembre 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sarconiweb.it/dintorni.html|titolo=Sarconi.it|accesso=22 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120517032358/http://www.sarconiweb.it/dintorni.html|dataarchivio=17 maggio 2012}}</ref><ref name=ChimicaIndustria>{{cita pubblicazione|cognome= |nome= |anno=2008 |titolo=Il petrolio della discordia |rivista=[[La Chimica & l'Industria]] |numero=8 |p=24|editore=Società Chimica Italiana}}</ref>
 
La loro scoperta ha portato nel [[1998]] alla stipula di un accordo fra Governo, Regione ed [[Eni]]. La Basilicata, in cambio delle concessioni per lo sfruttamento di questa importante materia prima (una produzione stimata in 104.000 barili al giorno per vent'anni, pari al 10% del fabbisogno nazionale e l'80% della produzione nazionale nel 2008), che dovrebbe ottenere rilevanti benefici economici e occupazionali, oltre all'impegno teorico da parte dello Stato di effettuare interventi infrastrutturali per accelerare lo sviluppo socio-economico della zona e di garantire la riqualificazione ambientale, con la salvaguardia del parco naturale che dovrebbe sorgere nella Val d'Agri.
 
Lo sfruttamento delle materie prime è tuttavia oggetto di polemiche da parte di associazioni agricole e ambientaliste, che accusano l'assenza di un reale beneficio economico e una forte contaminazione ambientale.<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/inchieste/oro-nero-che-italia-rende-poveri/66d3009e-d108-11e2-9e97-ce3c0eeec8bb.shtml|pubblicazione=[[Corriere.it]]|autore= |titolo=L'oro nero che in Italia rende poveri|accesso=28 novembre 2014}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.greenreport.it/news/energia/basilicata-e-petrolio-le-fiammate-anche-di-polemiche-al-centro-oli-di-viggiano/#prettyPhoto|pubblicazione=[[Greenreport.it]]|autore= |titolo=Basilicata e petrolio. Le fiammate (anche di polemiche) al centro oli di Viggiano|accesso=28 novembre 2014}}</ref> L'inquinamento avrebbe danneggiato la produzione agricola locale, ad esempio il miele.<ref name=ChimicaIndustria/>
 
=== Industria ===
[[File:Sata Melfi.jpg|thumb|Una parte dello stabilimento FIAT di Melfi.]]
La regione è specializzata nella produzione alimentare, nella produzione di fibre artificiali, nella lavorazione di minerali non metalliferi e nelle produzioni chimiche (concentrate in Valbasento). Positiva è la localizzazione di industrie alimentari “esogene” (pastarie, lattiere, dolciarie), in particolare a Matera e nel Melfese. Nuove prospettive ha aperto la costruzione di uno [[stabilimento Fiat di Melfi|stabilimento della FIAT]] a Melfi ([[1993]]), sia per i posti di lavoro che offre nel brevissimo termine sia per le possibilità di occupazione che lo sviluppo dell'indotto potrebbe creare nel medio e lungo periodo. Certamente, in valori assoluti, le 6500 unità ([[1997]]) assorbite dal complesso melfese sono andate a compensare le perdite massicce degli altri rami industriali, e in particolare della chimica. È interessante confrontare i dati relativi alla divisione settoriale del lavoro negli anni immediatamente precedenti e seguenti l'apertura del complesso melfese: nel [[1991]], gli occupati in agricoltura ammontavano ancora al 20%, mentre l'industria assorbiva solo il 26% del totale e il restante 54% ricadeva nel settore terziario; nel [[1994]] il quadro risultava profondamente trasformato e, pur in un preoccupante calo dell'occupazione complessiva (da 193.000 a 176.000 unità), i valori percentuali vedevano l'industria balzare al 37%, mentre l'agricoltura si dimezzava quasi (11,5%, con 6000 unità in meno) e il terziario stesso scendeva al 51,5%, perdendo oltre 10.000 posti di lavoro. Altra risorsa scarsamente valorizzata è rappresentata dal patrimonio ambientale, sia naturalistico sia storico-culturale. Nonostante la migliorata accessibilità, soprattutto dai versanti tirrenico (con il raccordo autostradale Sicignano-Potenza, su cui si è sviluppato, nei pressi del capoluogo, il nucleo industriale di Tito) e ionico (con il potenziamento della [[SS 106 jonica]], da cui si dipartono le arterie di penetrazione lungo i fondovalle del Bradano, del Basento e dell'Agri), la Basilicata presenta ancora un movimento turistico assai debole: poco più di 200.000 arrivi e circa un milione di presenze all'anno, con una permanenza media, dunque, assai breve (meno di 5 giorni) e comunque legata, in massima parte, alle località balneari.
 
L'industria della regione è basata sulle attività di piccole e medie imprese: [[Industria alimentare|industrie alimentari]] (oleifici, aziende vinicole, pastifici), tessili e industrie della lavorazione del [[marmo]].
Di rilevanza lo stabilimento Fiat di [[Melfi]] mentre a [[Matera]] è presente l'industria ferroviaria [[Ferrosud]] e l'industria del mobile. A [[Potenza (Italia)|Potenza]] esistono [[Industria chimica|stabilimenti chimici]] mentre nella [[Val Basento|Valle del Basento]] sono presenti impianti di produzione [[Industria tessile|tessile]]. Nel Metapontino, infine, vi è una grande presenza di aziende agricole con produzione industriale soprattutto di fragole e alberi da frutto.
 
=== Turismo ===
{{vedi anche|Architetture civili della Basilicata|Architetture militari della Basilicata|Architetture religiose della Basilicata}}
Il [[turismo]] è basato su tre categorie:
* Storico-culturale per quanto riguarda le città della [[Magna Grecia]] ([[Metaponto]], [[Policoro]], [[Nova Siri]]), le città d'epoca romana ([[Venosa]], [[Grumentum]]), le città medioevali ([[Melfi]], [[Miglionico]], [[Tricarico]], [[Valsinni]]), e i [[Sassi di Matera]], testimonianza di civiltà preistoriche, rupestri e contadine.
* Balneare per quanto riguarda le due coste lucane, quella tirrenica ([[Maratea]]) e quella ionica ([[Metaponto]], [[Pisticci]], [[Scanzano Jonico]], [[Policoro]], [[Rotondella]], [[Nova Siri]]).
* Montano-escursionistico con il [[Parco nazionale del Pollino]], il [[Parco Nazionale della Val d'Agri e Lagonegrese|Parco Nazionale Val d'Agri]], le [[Dolomiti lucane|Dolomiti Lucane]], [[Riserva regionale Lago piccolo di Monticchio|i Laghi di Monticchio]] e altre zone dell'[[Appennino lucano|Appennino Lucano]]<ref>{{Cita libro|autore = Zimmermann, Benno F.; Sänger, Dorothee; Gahr, Michael|titolo = Apulien – Basilikata|anno = 2014|editore = Bergverlag Rother|città = München|pp = 232|ISBN = 978-3-7633-4457-4}}</ref> e sciistico (comprensorio del [[Monte Sirino]]).
 
Gli arrivi e le presenze turistiche nella regione, dal [[2001]] al [[2015]], sono così riassunte in tabella:<ref>{{Cita web |url=http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/Statistiche/Archivio_1999-2011/Archivio_IR_mov.pdf|titolo=APT Basilicata: Compendio Statistico Turismo Regione Basilicata, 1999-2013}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/Statistiche/Statistica_2015/Comp_IR_riep.pdf|titolo=APT Basilicata: riepilogo dati 2015}}</ref>
<div style="overflow:auto">
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
! || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2007]] || [[2008]] || [[2009]] || [[2010]] || [[2011]] || [[2012]] || [[2013]] || [[2014]] || [[2015]]
|-
| align=left |'''Arrivi'''<br />''turisti italiani'' || 351.853 || 342.587 || 376.111 || 388.399 || 409.228 || 396.240 || 394.825 || 414.571 || 419.900 || 440.521 || 453.628 || 457.302 || 462.116 || 497.535 || 578.581
|-
| align=left | '''Presenze'''<br />''turisti italiani'' || 1.498.481 || 1.478.914 || 1.543.922 || 1.566.733 || 1.731.553 || 1.569.443 || 1.668.096 || 1.681.069 || 1.730.434 || 1.734.951 || 1.809.167 || 1.773.720 || 1.776.900 || 1.885.072 || 2.075.77
|-
| align=left | '''Arrivi'''<br />''turisti stranieri'' || 46.179 || 48.553 || 51.175 || 49.864 || 57.802 || 54.816 || 53.721 || 51.709 || 47.384 || 53.307 || 58.049 || 60.599 || 70.550 || 81.576 || 95.880
|-
| align=left | '''Presenze'''<br />''turisti stranieri'' || 214.484 || 218.206 || 217.954 || 212.859 || 221.597 || 174.085 || 188.693 || 181.304 || 158.262 || 155.157 || 154.307 || 148.094 || 172.223 || 215.011 || 229.168
|}
</div>
 
==== Patrimoni dell'umanità [[UNESCO]] ====
[[File:Basilicata Matera7 tango7174.jpg|thumb|Scorcio dei [[Sassi di Matera]].]]
* [[Sassi di Matera]]
* [[Parco nazionale del Pollino|Parco Nazionale del Pollino]]
[[File:Metapontum_2013.JPG|thumb|Il tempio delle [[Tavole Palatine]] a [[Metaponto]].]]
 
==== Monumenti nazionali ====
{{vedi anche|Monumenti_nazionali (Italia)}}
 
===== Provincia di Matera =====
* [[Matera]]
** [[Sassi di Matera]]
** [[Convento di Sant'Agostino (Matera)|Convento di Sant'Agostino]] (d.m. del 24/09/1988)
* [[Pisticci]]
** [[Abbazia Santa Maria La Sanità del Casale]] e rione Dirupo
* [[Tricarico]]
** [[Torre normanna (Tricarico)|Torre normanna]]
** [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Tricarico)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]
* [[Tursi]]
** [[Tursi#Ex convento di San Francesco d'Assisi|Convento di San Francesco d'Assisi]] (1991)<ref>{{cita web|url=http://lutrelli.blogspot.com/2008/12/tursi-restyling-per-il-convento-di-san.html|titolo=TURSI - Restyling per il convento di San Francesco|accesso=15 gennaio 2009}}
 
vedi anche:
* {{cita web|url=http://www.tursiplanet.com/Articolo%20S.%20Francesco.htm|titolo=L'ex convento di san Francesco è molto più antico|accesso=15 gennaio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080704192308/http://www.tursiplanet.com/Articolo%20S.%20Francesco.htm|dataarchivio=4 luglio 2008}}
* {{cita web|url=http://www.tursitani.it/tursi/storia/lex-convento-di-san-francesco-e-molto-piu-antico.-scoperto-un-affresco-del-1377.html|titolo=L'ex convento di San Francesco d'Assisi è molto più antico, scoperto un affresco del 1377, da tursitani.it di Salvatore Verde|accesso=29 gennaio 2009|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Cersuta.jpg|thumb|upright=1.0|Scorcio della costa di [[Maratea]].]]
** [[Santuario di Santa Maria Regina di Anglona]] (1931)<ref>Rocco Bruno, ''Storia di Tursi'', ed. Policarpo, Ginosa, 1977, pp. 68-71.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/infocitta/storia_tradizioni/anglona.htm|titolo=Santuario di Anglona|accesso=15 gennaio 2009}}<br />vedi anche:
* {{cita web|url=http://web.tiscali.it/ghostnet/santuario_di_anglona.htm|titolo=Basilica di Anglona|accesso=15 gennaio 2009}}
* {{cita web|url=http://www.aptbasilicata.it/S-Maria-di-Anglona.528.0.html|titolo=Tursi - S. Maria di Anglona|accesso=15 gennaio 2009}}
* {{cita web|url=http://www.tursi.info/anglona.htm|titolo=Santuario di Santa Maria di Anglona|accesso=15 gennaio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080513145739/http://www.tursi.info/anglona.htm|dataarchivio=13 maggio 2008}}</ref>
[[File:Rivello.JPG|thumb|L'abitato a gradoni di [[Rivello]].]]
 
===== Provincia di Potenza =====
* [[Acerenza]]
** [[Cattedrale di Acerenza]] (r.d. 534 del 20/11/1897)
* [[Avigliano]]
** [[Castello di Lagopesole]]
* [[Lagonegro]]
** Chiesa di Sant'Anna
* [[Maratea]]
** [[Castello di Castrocucco]]<ref>''Il castello di Castrocucco è monumento nazionale'', articolo de «Il Cittadino di Basilicata», n. 21 dicembre 2007, pag. 9.</ref>
* [[Melfi]]
** [[Castello di Melfi]]
** [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]
* [[Potenza (Italia)|Potenza]]
** [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Potenza)|Chiesa di San Michele Arcangelo]]
** [[Chiesa e convento di San Francesco (Potenza)|Chiesa e convento di San Francesco]]
* [[Ripacandida]]
** [[Santuario di San Donato di Ripacandida]]
* [[Rivello]]
** Abitato a gradoni
* [[Tolve]]
** [[Santuario di san Rocco di Tolve]]
* [[Venosa]]
** [[Complesso della Santissima Trinità|Abbazia della Santissima Trinità]] (r.d. n. 536 del 20/11/1897)
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Il territorio montuoso ha sempre reso difficili le comunicazioni nella regione. I collegamenti ferroviari non sono estesi;un progetto nel [[1986]] prevedeva la costruzione della [[Ferrovia Ferrandina-Matera|linea Ferrandina-Matera]] realizzata, ma mai completata. La regione è dotata soltanto di un piccolo [[aeroporto]], a [[Pisticci]], oggetto di studi per l'ampliamento.<br />Oltre all'[[Autostrada A2 (Italia)|autostrada A2]] e al [[Raccordo autostradale 5|RA5 Potenza - A3]], la Regione dispone di altre significative arterie, come la [[Strada statale 106 Jonica|S.S. 106 Jonica]], la [[Strada statale 407 Basentana|S.S. 407 Basentana]], la [[Strada statale 658 Potenza-Melfi|S.S. 658 Potenza - Melfi]] e altre che seguono il corso dei principali fiumi lucani, la [[Strada statale 655 Bradanica|S.S. 655 Bradanica]] (Foggia - Matera) la S.S. [[Strada statale 598 di Fondo Valle d'Agri|598 Fondovalle dell'Agri]] e la S.S. Sinnica ([[Policoro]] - [[Lauria]]).
 
I collegamenti ferroviari sono svolti da [[Trenitalia]] e [[Ferrovie Appulo Lucane]] che operano nei collegamenti da e verso la regione [[Puglia]].
 
Nella regione sono presenti le seguenti linee ferroviarie:
* [[Ferrovia Battipaglia-Potenza-Metaponto]]
* [[Ferrovia Tirrenica Meridionale]]
* [[Ferrovia Jonica]]
* [[Ferrovia Foggia-Potenza]]
* Ferrovia Avellino - Rocchetta Sant'Antonio
* [[Ferrovia Rocchetta Sant'Antonio-Gioia del Colle]]
* [[Ferrovia Bari - Matera|Ferrovia Bari - Altamura - Matera]]
* [[Ferrovia Altamura-Avigliano-Potenza|Ferrovia Potenza - Avigliano di Lucania - Altamura]]
* [[Ferrovia Altamura-Avigliano-Potenza|Ferrovia Avigliano Città - Avigliano di Lucania]]
Le principali stazioni della regione in termini di flussi sono [[Potenza Centrale]], [[Stazione di Metaponto|Metaponto]], [[Stazione di Melfi|Melfi]] e [[Stazione di Maratea|Maratea]].
 
Fra le infrastrutture presenti in passato era presente la [[ferrovia Sicignano degli Alburni-Lagonegro]].
 
==== Porti ====
Le uniche strutture portuali presenti in regione sono porti turistici dedicati alla nautica da diporto:
* [[Porto turistico]] a [[Maratea]] (550 posti barca<ref>{{Cita web |url=http://www.marateaporto.it/|titolo=Porto turistico di Maratea}}</ref>)
* [[Porto turistico]] a [[Pisticci]] (450 posti barca<ref>{{Cita web |url=http://www.portodegliargonauti.it/|titolo=Porto turistico di Pisticci}}</ref>)
* [[Porto turistico]] a [[Policoro]] (500 posti barca<ref>{{Cita web |url=http://www.marinagri.it|titolo=Porto turistico di Policoro}}</ref>) non ancora ultimato
 
==== Strade e autostrade ====
* [[Autostrada A2 (Italia)|Autostrada A2]] (da [[Lagonegro]] nord-[[Maratea]] a [[Lauria]] sud)
* [[Raccordo autostradale 5]] (da [[Sicignano degli Alburni]] a Potenza)
 
==== Trasporto aereo ====
* [[Aviosuperficie]] a [[Pisticci]] (sulla cui struttura vige il progetto che porterà alla costruzione dell'[[aeroporto della Basilicata]]<ref>{{Cita web|url=http://www.csi.matera.it/consorzio/appalti.htm|titolo=Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Matera|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029204054/http://www.csi.matera.it/consorzio/appalti.htm|dataarchivio=29 ottobre 2013}}</ref>)
* Aviosuperficie a [[Grumento Nova]]
* Aviosuperficie a Pantano di [[Pignola]]
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
{{vedi anche|Università degli Studi della Basilicata}}
 
===Editoria===
Nella regione sono pubblicati giornalmente alcuni quotidiani, i principali sono: il Quotidiano del Sud, La Nuova del Sud, La Gazzetta del Mezzogiorno (Edizione Basilicata) e il Giornale di Basilicata.
Le emittenti televisive principali sono [[Televisione Radio del Mezzogiorno|Trm]] di Matera, Telecento e La Nuova Tv di Potenza.
 
=== Siti archeologici ===
* [[Parco archeologico di Serra di Vaglio|Area archeologica di Vaglio Basilicata]]
* Area archeologica di [[Grumentum]]
* Area archeologica di [[Venosa]]
* Area archeologica di [[Heraclea]]
* [[Area archeologica dell'Incoronata]]
* [[Area archeologica di Metaponto]]
* [[Area archeologica di Notarchirico]]
* [[Area archeologica di Civita]] ([[Tricarico]])
* Area archeologica di [[Banzi]]
* [[Archeoparco del Basileus]]
* Area archeologica di [[Oppido Lucano]]
* Area archeologica di [[Rivello]] "Serra Città"
* Area archeologica di [[Satrianum]]
 
=== Musei ===
==== Musei archeologici ====
* Museo delle Antiche Genti di Lucania [[Vaglio Basilicata]]
* [[Museo archeologico nazionale della Basilicata]] "[[Dinu Adameșteanu]]" a [[Potenza (Italia)|Potenza]]
* [[Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola"]] di [[Matera]]
* [[Museo archeologico nazionale del Melfese]] di [[Melfi]] (PZ)
* [[Museo archeologico nazionale (Metaponto)|Museo archeologico nazionale]] di [[Metaponto]] (MT)
* Museo archeologico nazionale di [[Muro Lucano]] (PZ)
* Museo archeologico provinciale di [[Potenza (Italia)|Potenza]]
* [[Museo nazionale dell'Alta Val d'Agri]] presso [[Grumento Nova]] (PZ)
* [[Museo Nazionale della Siritide]], presso [[Policoro]] (MT)
* Mostra archeologica permanente (Palazzo ducale) di [[Tricarico]] (MT)
* [[Museo nazionale di Venosa]] (PZ)
* Museo Civico "Michele Janora" di [[Irsina]] (MT)
* Mostra archeologica permanente (Convento di S. Antonio) di [[Rivello]] (PZ)
 
==== Altri musei ====
* Museo della civiltà contadina di [[Aliano]] (MT)
* [[Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata]] di [[Matera]]
* [[MUSMA]] Museo della scultura contemporanea di [[Matera]]
* Pinacoteca D'Errico di [[Matera]]
* Pinacoteca Provinciale di [[Potenza (Italia)|Potenza]]
* [[Museo Laboratorio della Civiltà Contadina]] di [[Matera]]
* Museo della civiltà contadina di [[Montescaglioso]]
* Museo della civiltà contadina di [[Stigliano]]
* [[Museo dei culti arborei]] di [[Accettura]]
* Museo diocesano di arte sacra e civile di [[Acerenza]]
* Museo dei legni intagliati di Acerenza
* Museo della Memoria, biblioteca e centro di documentazione salviana di [[Savoia di Lucania]] (PZ)
* Museo della civiltà contadina (Pietragalla PZ)
* Museo multimediale "In Viaggio In Basilicata", presso Palazzo Arcieri Bitonti in San Mauro Forte (MT)
* MUVIG Museo delle Tradizioni Locali di [[Viggiano]]<ref>{{Cita web |url=http://web.tiscali.it/museo_viggiano/|titolo=MUVIG Museo delle Tradizioni Locali di Viggiano}}</ref>
 
=== Dialetto lucano ===
{{vedi anche|Dialetto lucano}}
 
== Politica ==
{{vedi anche|Presidenti della Basilicata}}
 
== Criminalità organizzata ==
A differenza del resto del [[sud Italia]], in Basilicata<ref>{{Cita web|nome = Michelangelo|cognome = Russo|url = http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/economia/6806-crisi,-visco-il-pil-in-basilicata-%25C3%25A8-calato-per-la-criminalit%25C3%25A0.html|titolo = Crisi, Visco: il Pil in Basilicata è calato per la criminalità|accesso = 30 settembre 2015|sito = Crisi}}</ref> non esiste un'entità criminale omogenea come quelle delle regioni circostanti, ma piuttosto gruppi criminali<ref>{{Cita web|url = http://www.giornalettismo.com/archives/1726303/mafia-ndrangheta-camorra-mappa-clan/|titolo = Mafia, ‘ndrangheta, camorra: la mappa dei clan|accesso = 30 settembre 2015}}</ref> indipendenti fra loro e comunque non meno pericolosi nonché insidiosi nell'agevolare le attività dei gruppi criminali provenienti dalle regioni limitrofe.<ref>{{Cita|Pantaleone Sergi, 2003 |p. 30.}}</ref>
 
Dopo il [[1980]] però, quando in seguito al [[terremoto dell'Irpinia del 1980|catastrofico terremoto]] furono investiti grandi capitali in Lucania, le cosche delle convicine [[Campania]] e [[Calabria]] cercarono di penetrare negli affari della regione. Nel [[1994]] venne fondata a [[Potenza (Italia)|Potenza]] la cosca dei ''[[Basilischi]]'', una [['Ndrina]] della [['Ndrangheta|'Ndrangheta calabrese]], che si installò in diverse zone della Basilicata, finché non fu sgominata con il maxi-arresto del 22 aprile [[1999]].<ref>{{Cita web|url = http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/cronaca/3310-intervista-a-don-marcello-cozzi-la-mafia-si-pu%25C3%25B2-battere.html|titolo = Intervista a Don Marcello Cozzi: la mafia si può battere|accesso = 30 settembre 2015|sito = Libera}}</ref>
 
Da allora le piccole attività criminali organizzate che si trovano concentrate nel [[provincia di Matera|materano]], nella zona del [[Metapontino]]<ref>{{Cita web|url = http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/cronaca/4668-policoro,-in-fiamme-il-barhchic-torna-l-incubo-criminalit%25C3%25A0.html|titolo = Policoro, in fiamme il BarHchic: torna l'incubo criminalità|accesso = 30 settembre 2015|sito = Policoro}}</ref> con posizione centrale di [[Policoro]]<ref>{{Cita web|url = http://www.nuovadelsud.it/matera-e-provincia/matera-e-provincia-news/provincia/1595-policoro,-in-duemila-sfidano-mafia-e-criminalit%25C3%25A0.html|titolo = Policoro, in duemila sfidano mafia e criminalità|accesso = 30 settembre 2015|sito = Notizie dalla Basilicata in tempo reale. Cronaca, politica, economia e sport, con foto, immagini e video.}}</ref>, [[Val d'Agri]] e [[Melfese]] (principalmente impegnate nel [[narcotraffico]], nell'[[usura]], ecc.) sono controllate<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2015/02/mappa-mafia-20-potenza-matera.jpg|titolo = Grupi criminali lucani|accesso = |data = }}</ref>, secondo la procura nazionale antimafia, da alcuni clan locali che fanno capo alla [['Ndrangheta]].<ref>{{Cita web |url=http://www.lucaniaonline.it/mafia%20in%20basilicata.htm|titolo=La mafia in Basilicata}}</ref>
 
== Religione ==
=== La Chiesa cattolica in Basilicata ===
La [[regione ecclesiastica Basilicata]] è una delle sedici regioni ecclesiastiche in cui è suddiviso il territorio della [[Chiesa cattolica in Italia]]. Il suo territorio corrisponde al territorio della regione amministrativa Basilicata.
 
Le [[parrocchie]] sono 270.<br />Le [[diocesi]] sono sei:
* [[Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo]] (1.634&nbsp;km², 61 parrocchie)
* [[Arcidiocesi di Acerenza]] (1.250&nbsp;km², 21 parrocchie)
* [[Arcidiocesi di Matera-Irsina]] (2.020&nbsp;km², 52 parrocchie)
* [[Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa]] (1.316&nbsp;km², 32 parrocchie)
* [[Diocesi di Tricarico]] (1.237&nbsp;km², 32 parrocchie)
* [[Diocesi di Tursi-Lagonegro]] (2.509&nbsp;km², 72 parrocchie)
 
Nella prima metà del novecento, è stato istituito in Basilicata l'unico seminario regionale in Italia, con la qualifica di "minore": il [[Pontificio seminario regionale minore di Basilicata]].
 
== Cucina ==
[[File:Preparation gateau roule4.jpg|thumb|Preparazione del sanguinaccio dolce.]]
La regione è caratterizzata da tanti piccoli paesi, borghi e centri rurali spesso separati da barriere geografiche, determinando la necessità di cucinare e mangiare quello che si produceva sul posto, secondo le tecniche messe a punto in loco. Le ricette più comuni, passando da una zona all'altra, da un paese all'altro assumono connotazioni differenti, e vengono realizzate con materie prime differenti.
 
Le ricette fanno largo uso di carni bianche, carni di agnello, uova, spezie locali come il peperoncino piccante e tutta una serie di verdure coltivate o, molto spesso, spontanee. I primi piatti comprendono tutte le varietà di pastasciutta accompagnata dal [[ragù]]. Per i secondi sono spesso utilizzate [[carne|carni]] [[ovino|ovine]].
 
Tra le specialità locali ci sono gli [[gnummareddi|gnummarieddi]], involtini di interiora di animale; la [[strazzata]], una varietà di focaccia fatta con pepe e origano; l'[[acquasale]], piatto povero fatto con pane raffermo, olio, uova, peperoni cruschi (croccanti) o salame; il [[sanguinaccio dolce]], crema fatta con sangue di maiale con l'aggiunta di ingredienti come vaniglia e cacao amaro; il [[baccalà alla lucana|baccalà con peperoni cruschi]]; la ciaudedda, stufato di carciofi, fave fresche, patate e pancetta; la [[soppressata]] e il [[salame pezzente]], riconosciuti [[Prodotti agroalimentari tradizionali italiani|prodotti agroalimentari tradizionali]] e la famosa [[lucanica]] (come fu definita dai Romani questa specialità lucana), diventata, in molti dialetti del nord Italia [[luganega]], un tipo di [[salsiccia]] il cui nome deriva proprio dalla parola Lucania; le [[fave bianche e cicorie]], specialmente nell'area materana; il [[pane cotto]], brodo con pane indurito e altri ingredienti tipici.
[[File:Baccalà con peperoni cruschi.JPG|thumb|Baccalà con peperoni cruschi]]
Uno degli ingredienti tipici della cucina lucana, specialmente in [[Val d'Agri]] e nei comuni della montagna materana, è il [[armoracia rusticana|rafano]]. Viene grattugiato sulla pasta fatta in casa o impiegato come ingrediente della [[rafanata]], una frittata preparata con questo tipo di radice.
 
Un'altra specialità caratteristica della Regione sono i [[peperone|peperoni]] (chiamati in dialetto, a seconda delle zone, pupacc', p'pruss, puparul'o pap'rign) ''cruschi'', cioè croccanti come già menzionato. Sono peperoni rossi essiccati che vengono scottati nell'olio d'oliva, spesso accompagnati dal [[baccalà]] o utilizzati come condimento nella pasta. Particolarmente noti sono i [[Peperone di Senise|Peperoni di Senise]], noti nel dialetto locale come i ''zafaran'', che hanno ottenuto il marchio [[Indicazione geografica protetta|IGP]].
 
Tipica lucana, specialmente delle aree interne e montane, è anche la [[frascatula]], variante regionale della [[polenta]].
 
=== Prodotti alimentari tipici ===
{{Vedi anche|Prodotti agroalimentari tradizionali lucani|Vini della Basilicata}}
[[File:Canestrato di Moliterno (IGP).jpg|thumb|[[Canestrato di Moliterno]].]]
[[File:Peperoni secchi.jpg|thumb|[[Peperone di Senise]].]]
Tra i [[Formaggio|formaggi]], ottenuti attraverso la trasformazione del latte locale secondo tecniche tradizionali, spiccano il [[pecorino di Filiano]] e il [[canestrato di Moliterno]], il [[caciocavallo podolico]] e una notevole e variegata produzione casearia.
 
Le aree montuose consentono di produrre e stagionare [[salumi]] tra i più tipici della tradizione meridionale: rinomati quelli di [[Tricarico]], [[Cancellara]] e [[Picerno]]. In questi territori si sta sempre più affermando la produzione di [[miele]] di ottima qualità.
 
Tra i vini il più famoso e apprezzato è l'[[Aglianico del Vulture]], prodotto [[Denominazione di origine controllata|DOC]] presente in Basilicata fin dall'[[VIII secolo a.C.]] e considerato uno dei migliori vini rossi d'[[Italia]].<ref>{{cita libro|Gambero|Rosso|Il libro del vino. Manuale teorico & pratico|2004|G.R.H. S.p.A.|pag. 167}} ISBN 88-87180-79-2</ref> Nel circondario del [[monte Vulture]] sgorgano [[Acqua minerale|acque minerali]] effervescenti naturali, in particolar modo nei pressi di [[Rionero in Vulture|Rionero]] e la sua frazione [[Monticchio (Rionero in Vulture)|Monticchio]].
Nella zona della [[val d'Agri]] è presente la seconda produzione vinicola DOC ''Terre dell'Alta Val d'Agri''. Altra area di produzione vinicola è il Materano che ha ottenuto il riconoscimento della DOC con la denominazione [[Matera DOC]].
 
Si producono anche [[Olio di oliva|oli di oliva]] extravergini di qualità superiore tra i quali [[Vulture (Olio di Oliva D.O.P.)|l'olio del Vulture]] riconosciuto [[Denominazione di origine protetta|DOP]] e quello ottenuto dall'[[oliva majatica]] di [[Ferrandina]].
 
Grande pregio hanno le produzioni orticole fra cui il [[fagiolo di Sarconi]] [[Indicazione geografica protetta|IGP]], il [[peperone di Senise]] IGP, la [[Solanum aethiopicum|melanzana rossa]] di [[Rotonda (Italia)|Rotonda]] DOP e la [[Patata rossa di Terranova del Pollino]] [[Prodotti agroalimentari tradizionali italiani|PAT]]. Fragole, uva da tavola, pesche e albicocche vengono coltivate nelle pianure costiere, le pomacee nelle valli che degradano al mare. I frutti di bosco e le castagne caratterizzano le aree interne che ascendono ai monti. La tradizione artigianale delle genti contadine ha tramandato tecniche di trasformazione e conservazione degli ortofrutticoli sott'olio extravergine di oliva.
 
La lavorazione artigianale della pasta produce forme originali dal grano duro locale. Tra i prodotti da forno risalta il [[pane di Matera]], che ha ottenuto il riconoscimento della [[Indicazione geografica protetta|IGP]]. Un piatto tipico è il [[migliatello]], a base di Interiora di agnello o di capretto e di prosciutto crudo o pancetta.
 
== Sport ==
{{Vedi anche|Sport in Basilicata}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|G.|Antonini|La Lucania-Discorsi|1745|F. Tromberli|Napoli|url=http://books.google.it/books?id=aWMOAAAAQAAJ&dq=discorsi+la+lucania+giuseppe+antonini&printsec=frontcover&source=bl&ots=R4Wpd6GhtP&sig=L6o9SsgocQ_m6hjiCBP1cWN2564&hl=it&ei=TSwFS9GZBNqLsAbv5ozACg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CAgQ6AEwAA#v=onepage&q=&f=false}}
* {{cita libro|Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli|Carta archeologica della Valle del Sinni. Volume 1|2003||L'Erma di Bretshneider|url=http://books.google.it/books?id=YlitAwk0Bu0C&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q=&f=false|isbn=88-8265-231-9}}
* {{cita libro|Raffaele|Licinio|Castelli medievali: Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo I D'Angiò|1994|Edizioni Dedalo|isbn=88-220-6162-4|url=http://books.google.it/books?id=3JpD49QUDZIC&printsec=frontcover&dq=basilicata&lr=#v=onepage&q=&f=false}}
* Nicola Masini, Dai Normanni agli Angioini: castelli e fortificazioni della Basilicata, in AA.VV., Storia della Basilicata. Il Medioevo, a c. di C.D. Fonseca, Bari-Roma, Editori Laterza, 2006, pp.&nbsp;689–753. ISBN 88-420-7509-4
* {{cita libro|Angelo|Massafra|Patrioti e insorgenti in provincia: il 1799 in terra di Bari e Basilicata: atti del Convegno di Altamura-Matera|2002|Edipuglia srl|url=http://books.google.it/books?id=5dijVRMUFJsC&printsec=frontcover&dq=basilicata&lr=#v=onepage&q=&f=false|isbn=88-7228-313-2}}
* {{cita libro|Tommaso|Pedìo|Cartulario della Basilicata|1998|Appia 2|Venosa}}
* {{cita libro|Enrico|Pani Rossi|La Basilicata, libri tre: studi politici, amministrativi e di economia publica|1868|Coi Tipi di Giuseppe Civelli|Verona|url=http://books.google.it/books?id=wiXw9iB9itQC&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q=&f=false}}
* {{cita libro|Lucio|Santoro|Castelli, mura e torri della Basilicata|2014|Artstudio Paparo|Napoli}}
* {{cita libro|autore=Antonio Boccia|titolo=La Lucania scomparsa|anno=2010|editore=Alba, Lauria}}
* {{cita libro||Touring club italiano|Basilicata Calabria Volume 21 of Guida d'Italia|1980|Touring Editore|url=http://books.google.it/books?id=eORsIS98HawC&pg=PP1&dq=basilicata&lr=#v=onepage&q=basilicata&f=false|isbn=88-365-0021-8|cid=Touring club italiano}}
* {{cita libro|cognome=Restucci|nome=Amerigo|titolo=Itinerari per la Basilicata|anno=1981 editore=L'Espresso|cid=Amerigo Restucci, 1981}}
* {{cita libro|O.|Cavalcanti|Il libro d'oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata|Mursia|Milano|isbn=978-88-425-3559-1}}
 
== Voci correlate ==
{{Colonne}}
* [[Appennino lucano]]
* [[Battaglia di Eraclea]]
* [[Collina materana]]
* [[Costa jonica lucana]]
* [[Comunità montane italiane per regione#Basilicata|Elenco delle comunità montane della Basilicata]]
* [[Melfese]]
* [[Metapontino]]
{{Colonne spezza}}
* [[Regio III Lucania et Bruttii]]
* [[Regione ecclesiastica Basilicata]]
* [[Siritide]]
* [[Strade statali in Basilicata]]
* [[Lucania (thema)]]
* [[Unità di misura della Basilicata]]
* [[Vulture]]
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