Umberto I di Savoia e Montagna: differenze tra le pagine

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{{notaNota disambigua||Umberto I (disambigua)|Umberto I}}
[[File:Mount_Logan.jpg|thumb|upright=1.4|Il [[Monte Logan]] ([[Canada]]) la montagna con il più ampio perimetro sulla [[Terra]]]]
{{Monarca
Una '''montagna''' è un rilievo della [[superficie terrestre]] che si estende sopra il terreno circostante in un'area limitata. Esistono varie [[Convenzione (sociologia)|convenzioni]] per ciò che riguarda l'[[altitudine|altezza]] che discrimina tra il concetto di montagna e quello di [[collina]]: d'ordinario si definisce ''montagna'' un rilievo che supera i 400 - 500<ref name="Almagia">{{cita web |url=http://www.treccani.it/enciclopedia/montagna_%28Enciclopedia-Italiana%29/ |titolo=Montagna |autore=Roberto Almagia |autore2=Piero Benedetti |accesso=6 maggio 2018 |data=1934}}</ref> o, secondo altre convenzioni, i 600 -700<ref name="Solimene">{{cita web |url=http://www.treccani.it/enciclopedia/montagna_%28Universo-del-Corpo%29/ |titolo=Montagna |accesso=6 maggio 2018 |data=2000 |autore=Umberto Solimene |autore2=Per-Olof Åstrand}}</ref> metri sul livello del mare ([[s.l.m.]]), ma solo quando il suo aspetto è, almeno parzialmente, impervio.
| nome=[[File:Crown of Italy.svg|50px]]<br />Umberto I
| immagine= Umberto I Re d'Italia.jpg
| legenda=
| titolo=[[Re d'Italia]]
| stemma=Royal Monogram of King Umberto I of Italy.svg
| regno=9 gennaio [[1878]] - 29 luglio [[1900]]
| incoronazione=
| predecessore=[[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]]
| successore=[[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]
| altrititoli=[[Duca di Savoia]]<br />[[Principe di Piemonte]]<br />Reggente della [[Colonia d'Eritrea]]<br />Reggente della [[Somalia italiana|Colonia di Somalia]]<br />[[Comando truppe alpine|Comandante generale delle truppe alpine]]<br />Custode della [[Sindone di Torino|Sacra Sindone]]
| nome completo=Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio
| data di nascita=14 marzo [[1844]]
| luogo di nascita=[[Torino]]
| data di morte=29 luglio [[1900]]
| luogo di morte=[[Monza]]
| luogo di sepoltura=[[Pantheon (Roma)|Pantheon]]
| casa reale=[[Casa Savoia|Savoia]]
| padre=[[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]]
| madre=[[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide d'Austria]]
| consorte=[[Margherita di Savoia]]
| figli=[[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]
| firma=UmbertoI.signature.jpg
|}}
{{Bio
|Nome = Umberto I
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Umberto 01 di Savoia
|PreData = ''Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio di Savoia''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
|GiornoMeseNascita = 14 marzo
|AnnoNascita = 1844
|LuogoMorte = Monza
|GiornoMeseMorte = 29 luglio
|AnnoMorte = 1900
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[Regno d'Italia (1861-1946)|Re d'Italia]] dal [[1878]] al [[1900]]
}}
Figlio di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], primo re d'Italia, e di [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide d'Austria]], regina del [[Regno di Sardegna]], morta nel [[1855]].
 
Si deve però tener presente che la [[toponomastica]] non sempre segue le definizioni convenzionali sopra citate: seguendo l'etimo [[lingua latina|latino]] (''mons'') la parola "monte" è usata, indipendentemente dalla sua altezza assoluta, quando un rilievo presenta un dislivello notevole dal terreno circostante, quando la sua forma evoca la vicinanza al cielo, quando alcuni versanti risultano inaccessibili per la presenza di alte rupi.
Il suo regno fu contrassegnato da diversi eventi, che produssero opinioni e sentimenti opposti.
 
La legislazione italiana, dopo l'abrogazione della legge del 1952<ref>Legge 25 luglio 1952, n. 991. Vedi il [http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1952/07/31/052U0991/sg testo della legge].</ref> e di quella del 1971<ref>Legge n. 1102 del 3 dicembre 1971. Vedi il [http://www.regione.abruzzo.it/xmontagna/docs/normativa/L1102_1971.pdf testo della legge].</ref>, non definisce l'altezza che distingue colline e montagne; così pure non esiste, a livello di [[Unione europea]], una definizione convenzionale legale<ref>Clelia Losavio, ''Il consumatore di alimenti nell'Unione Europea'', Giuffrè Editore, 2007 (pagina 190). ISBN 9788814134074</ref>.
Il monarca viene ricordato positivamente da alcuni per il suo atteggiamento dimostrato nel fronteggiare sciagure come l'epidemia di colera a [[Napoli]] del [[1884]], prodigandosi personalmente nei soccorsi (perciò fu soprannominato "Re Buono"), e per la promulgazione del cosiddetto [[Codice penale italiano del 1889|codice Zanardelli]] che apportò alcune innovazioni nel codice penale, come l'abolizione della pena di morte.
 
Analogamente si parla di montagna anche riferendosi ai rilievi che si incontrano sugli altri
Da altri fu aspramente avversato per il suo duro [[conservatorismo]], il suo indiretto coinvolgimento nello [[scandalo della Banca Romana]],<ref name =romano>[[Sergio Romano]], ''La storia sul comodino: personaggi, viaggi, memorie'', Greco & Greco Editori, Milano, p.87.</ref> l'avallo alle repressioni dei [[moti popolari del 1898]] e l'onorificenza concessa al generale [[Fiorenzo Bava Beccaris]] per la sanguinosa azione di soffocamento delle manifestazioni del maggio dello stesso anno a [[Milano]], azioni e condotte politiche che gli costarono almeno tre attentati nell'arco di 22 anni,<ref>[[Benedetto Croce]], ''Storia D'Italia dal 1871 al 1915, Bibliopolis, Napoli, 2004.</ref> fino a quello che a [[Monza]], il 29 luglio [[1900]], per mano dell'[[anarchico]] [[Gaetano Bresci]], gli sarà fatale.
[[pianeta|pianeti]] o sui loro [[satellite naturale|satelliti]].
 
== Descrizione ==
Proprio dagli anarchici, Umberto I ricevette il soprannome di "Re Mitraglia".<ref>[[Napoleone Colajanni (1847)|Napoleone Colajanni]], ''L'Italia nel 1898'', Galzerano, 1998, p.7</ref> Fu anche il destinatario di uno dei [[biglietti della follia]] di [[Friedrich Nietzsche]].
=== Definizione ===
[[File:Monte Galero da ovest a sin colle san bernardo.jpg|thumb|upright=1.4|Il [[Colle San Bernardo]] (957 m s.l.m., a sinistra dove sono le pale eoliche), e il [[Monte Galero]] (1.708 m s.l.m., a destra), nelle [[Prealpi Liguri]]]]
 
Non esiste una definizione unica di "montagna". Su questo dato sono d'accordo i più illustri studiosi, come Derek Denniston, Lucien Febvre, Raoul Blanhard<ref>Gino De Vecchis, ''Un futuro possibile per la montagna italiana'' - Appunti di Geografia, Università degli Studi di Roma La Sapienza. Vedi il capitolo ''[https://www.docsity.com/it/un-futuro-possibile-per-la-montagna-italiana-di-gino-de-vecchis/756283/ Come definire la montagna]''</ref>. A seconda delle varie necessità, ci sono tre definizioni di montagna: convenzionale, tradizionale (o toponomastica) e statistica.
Da Umberto I prende il nome l'[[Stile Umbertino|omonimo stile artistico ed architettonico]].
 
;Definizioni convenzionali
== Biografia ==
Per ciò che riguarda le ''definizioni convenzionali'' si ricorda che i requisiti indicati da esse (altezza di almeno 400 o 500 o 600 metri ed aspetto almeno in parte impervio) devono essere soddisfatti contemporaneamente. Infatti un'area della superficie terrestre posta al di sopra dei 600 {{m s.l.m.}}, ma priva di asperità del terreno, viene definita ''[[altopiano]]'' e un rilievo che non raggiunge i 600 metri di altezza può essere definito ''[[collina]]''<ref name="Solimene"/>.
=== I primi anni ===
[[File:Drawing of Adelaide of Austria with her son the future Umberto I of Italy.jpg|thumb|left|Umberto, da bambino, con la madre Maria Adelaide d'Austria, morta nel [[1855]].]]
Umberto nacque il 14 marzo [[1844]] a [[Torino]], a Palazzo Moncalieri, da [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], allora duca di Savoia ed erede al trono sabaudo (il quale, quello stesso giorno, compiva 24 anni), e da [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide d'Austria]]. Fu battezzato con i nomi di Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio: il primo in onore del fondatore della dinastia sabauda, [[Umberto I Biancamano]], l'ultimo a ricordo del più illustre esponente del ramo cadetto dei [[Savoia-Carignano]], cui anch'egli apparteneva.
 
;Definizione toponomastica o tradizionale
Suoi padrini di battesimo furono i nonni paterni, il [[re di Sardegna]] [[Carlo Alberto]] e sua moglie Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, facendo le veci dei loro consuoceri, ovvero [[Ranieri d'Asburgo]], viceré del [[Lombardo-Veneto]] ed Elisabetta di Savoia-Carignano, sorella di Carlo Alberto. Umberto ricevette subito il titolo di [[principe di Piemonte]], da sempre attribuito ai primogeniti della casa regnante. La sua nascita fu molto festeggiata dal popolo piemontese, nonché dalla famiglia reale, che così poté vedere assicurata la discendenza maschile. Egli trascorse tutta la sua infanzia, insieme con il fratello minore [[Amedeo I di Spagna|Amedeo]], nel castello di [[Moncalieri]], dove ricevette una formazione essenzialmente militare, avendo come istitutore il generale [[Giuseppe Rossi (1797-1880)|Giuseppe Rossi]] e fra gli insegnanti alcuni altri militari; fu questa dura disciplina che ne formò il carattere, trasformandolo tuttavia in età adulta in una persona arida e dalle idee limitate, ma altri lo ritennero "leale, aperto, gentile" e cordiale<ref>Si veda a questo proposito quanto riferisce Carlo Casalegno, "La regina Margherita", Einaudi, Torino, 1956, pag. 27. "Nessuno avrebbe detto che Umberto sarebbe diventato la figura più cara, più cordiale e più amata , durante ventidue anni, nell'intero Regno": Giovanni Artieri, "Cronaca del Regno d'Italia", vol. I, Mondadori, Milano, 1977, pag. 145 e "passim". Sulla cordialità, la simpatia e popolarità di Umberto I si veda per tutti Edmondo De Amicis, "Cuore", La Sorgente, Milano, 1974, pag. 197 ss.</ref>. Molto legato alla madre, Umberto subì un profondo trauma quando questa morì prematuramente, il 20 gennaio 1855.
Passiamo ora a considerare la ''definizione tradizionale''. Nonostante le convenzioni, dobbiamo tener presente che, fin dalle epoche più antiche, la parola ''monte'' evoca nella mente dell'uomo un insieme di idee che prescinde dalla possibilità pratica di misurare l'altezza dei rilievi. Dunque quando l'uomo ha dato nome alle alture che lo circondavano, ha usato la parola ''monte'' in base alle idee che esse gli evocavano, come ad esempio la difficoltà di raggiungere la cima, la vicinanza al cielo, l'inaccessibilità di alcuni versanti.
<div style = align: right>
{{Casato di Savoia}}
</div>
Intrapresa la carriera militare nel marzo del [[1858]], cominciò col rango di capitano. Successivamente prese parte alla [[seconda guerra d'indipendenza]], distinguendosi nella [[battaglia di Solferino e San Martino]] del [[1859]]. Divenuto erede al trono dopo la nascita del [[Regno d'Italia]] il 17 marzo [[1861]], Umberto divenne maggiore generale nel [[1863]] e tenente generale nel [[1864]]; non mancò di completare la sua formazione con numerosi viaggi all'estero, come quando nel [[1863]] aveva accompagnato a [[Lisbona]] la sorella [[Maria Pia di Savoia]], andante in sposa al [[re del Portogallo]] [[Luigi del Portogallo|Luigi I]], mentre l'anno successivo visitò alcune corti europee amiche dell'[[Italia]] e nel [[1865]] era in visita a [[Londra]], proprio mentre a [[Torino]] scoppiavano i tumulti per protesta contro il trasferimento della capitale a [[Firenze]].
 
Nella toponomastica italiana quindi sono detti "monti" alcuni rilievi aspri e dal carattere impervio, anche se non raggiungono l'altezza di 600 metri; sono inoltre chiamati "colli" anche rilievi superiori a 600 metri, quando questi non hanno pareti rocciose o forme dirupate. Esempi classici sono il [[Monte Circeo]] e il [[Monte Conero]], promontori dall'aspetto aspro, considerati monti anche se solo secondo alcune convenzioni essi superano l'altezza convenzionalmente prevista per le montagne, mentre per altre mancherebbero alcune decine di metri. Esempio opposto è costituito delle [[Langhe]], che superano i 600&nbsp;m [[s.l.m.]], ma che non sono particolarmente impervie, né visibilmente sporgenti dal terreno e perciò sono considerate colline.
Nel [[1866]] fu inoltre a [[Parigi]], mandato lì da suo padre per un colloquio privato con l'imperatore [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] circa l'imminente conflitto che stava per scoppiare con l'[[Austria]]. Infatti nel [[1866]] scoppiò la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|Terza guerra d'indipendenza]], a cui anch'egli prese parte insieme con il fratello Amedeo; si racconta che, mentre aspettava a [[Napoli]] di partire per il fronte, a una vecchina che piangeva per i due figli in guerra, abbia detto: ''Anche noi siamo due e non abbiamo più la mamma.'' Raggiunto il fronte delle operazioni in [[Veneto]], Umberto assunse il comando della XVI divisione di fanteria e partecipò con valore allo scontro di [[Villafranca di Verona|Villafranca]] del 24 giugno [[1866]], che seguì la disfatta di [[Battaglia di Custoza (1866)|Custoza]]. Fu uno dei pochi comandanti militari italiani il cui reparto non fosse stato messo in fuga dagli [[austriaci]], riuscendo piuttosto a respingere numerosi e violenti attacchi degli [[ulani]] austriaci e guadagnandosi, per questo, la [[medaglia d'oro al valor militare]].
 
[[File:Alpamayo.jpg|thumb|upright=1.4||L'[[Alpamayo]] ([[Montagne del Perù]]), definita dall'[[UNESCO]] come la "montagna più bella del mondo"]]
[[File:Nozze di Umberto e Margherita.jpg|thumb|left|Duomo di Torino, 22 aprile 1868 Matrimonio di Umberto I con la cugina Margherita di Savoia - L'Illustration de Paris]]
 
;Definizione statistica - cartografica
=== Il matrimonio ===
Infine ricordiamo la ''definizione statistica'' di montagna. Nella cartografia e nella statistica è necessario adottare criteri di semplificazione rispetto sia alla definizione convenzionale, sia alla toponomastica. In relazione alla classica tripartizione del territorio in montagna, collina e pianura, infatti, la legenda delle carte fisiche e gli studi statistici usano il termine ''montagna'' intendendo la parte di territorio posta in genere al di sopra dei 500 o 600&nbsp;m [[s.l.m.]], indipendentemente dal carattere impervio e dal nome tradizionale.
Come il padre, Umberto era attratto delle belle donne e si lasciava andare a numerose avventure sentimentali; la più duratura fu con la [[Eugenia Attendolo Bolognini Litta|duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta]], conosciuta durante le feste per il Carnevale del 1867 e il cui legame, rafforzato poi dalla nascita del figlio Alfonso, morto in tenera età, durerà per tutta la vita. Umberto sapeva però che si sarebbe dovuto piegare a un matrimonio di convenienza, voluto dal padre per ragion di Stato. Infatti, subito dopo la fine della guerra, che aveva portato all'unificazione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia]], [[Vittorio Emanuele II]] pensò di riappacificarsi con la casata asburgica con un matrimonio politico, dopo la temporanea alleanza con la [[Prussia]] di [[Otto von Bismarck|Bismarck]].
 
;Definizione secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente
La candidata fu l'arciduchessa [[Matilde d'Asburgo-Teschen]], che però morì tragicamente, ustionata dall'incendio del suo abito (ella stessa stava cercando di nascondere una sigaretta alla governante). Quindi, svanita questa possibilità, il [[Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|Presidente del Consiglio]] di allora, [[Luigi Federico Menabrea]], propose come sposa la cugina di Umberto, [[Margherita di Savoia]], figlia di [[Ferdinando di Savoia-Genova (1822-1855)|Ferdinando di Savoia-Genova]], fratello del re, e di [[Elisabetta di Sassonia]], di 17 anni. Dapprima riluttante, il re d'Italia alla fine acconsentì e ordinò al figlio di impalmare la cugina. Quando il principe ereditario fece la sua proposta a Margherita, questa rispose: ''Sai quanto sono orgogliosa di appartenere a Casa Savoia, e lo sarei doppiamente come tua moglie!''.
Tra i vari criteri si riporta infine quello internazionale fornito dal [[Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente]], che definisce "montagna" ogni rilievo terrestre con le seguenti caratteristiche<ref>Simon Blyth, Brian Groombridge, Igor Lysenko, Lera Miles e Adrian Newton, ''Mountain watch - environmental change & sustainable development in mountains'', edito da UNEP World Conservation Monitoring Centre, Cambridge, 2002 (in inglese). ISBN 1899628207</ref>:
* altitudine di oltre 2.500 metri;
* altitudine tra i 1.500 e 2.500 metri e pendenza del due per cento;
* altitudine compresa tra 1.000 e 1.500 metri e pendenza del cinque per cento;
* altitudine tra i 300 e i 1.000 metri continua entro sette chilometri.
 
=== Terminologia ===
Quindi, Umberto e Margherita si sposarono a [[Torino]], il 22 aprile [[1868]]; furono le "nozze del secolo" di allora, e per quell'occasione re Vittorio Emanuele II creò il corpo dei [[Corazzieri]] reali, che dovevano fungere da scorta al corteo regale, e l'[[Ordine della Corona d'Italia]], con cui venivano premiati tutti coloro che si erano distinti al servizio della Nazione. La meta del viaggio di nozze furono alcune città italiane, per meglio far conoscere i futuri monarchi italiani alla popolazione; quindi, dopo un soggiorno nella Villa reale di [[Monza]], i neosposi partirono per un viaggio ufficiale a [[Monaco di Baviera]] e a [[Bruxelles]], dove vennero accolti calorosamente.
Un insieme di montagne vicine, collegate tra loro e della stessa origine geologica, prende il nome di [[catena montuosa]]; ogni catena, poi, viene suddivisa in [[gruppo montuoso|gruppi o massicci montuosi]], usando vari criteri (storici, geografici, geologici, tradizionali, etnologici). Infine si è soliti distinguere in [[bassa montagna]] ed [[alta montagna]], indicando generalmente come quota di suddivisione i 1500&nbsp;m s.l.m.
[[File:Fratelli D'Alessandri - Umberto I (1844-1900).jpg|thumb|upright=0.7|Umberto I in età giovanile (1870)]]
Quindi, rientrata in [[Italia]], la coppia reale si stabilì a [[Napoli]], poiché la principessa era incinta e si era deciso di farvi nascere l'erede al trono. La scelta della città partenopea non era casuale, ma ben progettata a fini propagandistici, per far meglio notare i [[Casa Savoia|Savoia]] alle popolazioni meridionali, ancora in parte nostalgiche dei [[Borbone]]. Il lieto evento avvenne l'11 novembre [[1869]]: il neonato, chiamato [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele]], come il nonno, fu nominato principe di Napoli. Circolarono tuttavia voci secondo le quali Margherita, non potendo avere altri figli, avesse partorito una bambina, prontamente sostituita in culla da un maschio, in modo da garantire la linea di successione. Anni dopo il figlio di quella bambina, una certa Giuseppina Griggi, avrebbe inutilmente chiesto la conferma dei suoi pretesi diritti ereditari.
 
=== Formazione e sviluppo ===
Tuttavia il matrimonio tra Umberto e Margherita, pur con l'arrivo del figlio, non si rafforzò, quando la principessa avrebbe trovato il marito nel suo appartamento a conversare con la sua amante, la duchessa Litta. Pare che Margherita minacciasse di tornare da sua madre, ma poi, convinta dal suocero (che avrebbe detto: "Solo per questo vuoi andartene?") e facendo appello alla sua forza di volontà, decise di rimanere accanto a Umberto, sebbene avesse dichiarato di non considerarlo più suo marito per ritenerlo soltanto il suo sovrano. Del resto Margherita doveva sapere da tempo della relazione che risaliva a prima del matrimonio. Quando i due si incontrarono la prima volta la duchessa aveva 25 anni e Umberto 18.<ref>Su tutto l'episodio si veda: Carlo Casalegno, La Regina Margherita, cit.", p. 87.</ref>. Il fallimento del matrimonio, noto solo in ristretti circoli di corte, fu mascherato con una parvenza di felicità usata convenientemente anche a fini politici. Infatti dopo la [[Presa di Roma|presa di Porta Pia]], il 20 settembre [[1870]], e la frettolosa visita di Vittorio Emanuele a Roma in dicembre dopo l'inondazione del [[Tevere]], furono Umberto e Margherita a rappresentare la famiglia reale nella futura capitale d'Italia.
{{vedi anche|Orogenesi}}
{{F|montagna|aprile 2009|}}
[[File:Formation of Cape Fold Mountains.jpg|thumb|upright=1.4|Formazione del [[Cape Fold Belt]], in [[Sudafrica]]]]
Una montagna viene usualmente prodotta dal movimento delle [[placca tettonica|placche litosferiche]], sia per [[orogenesi|movimento orogenetico]] che per [[movimento epirogenetico]]. Le forze compressive, il sollevamento isostatico e l'intrusione di [[roccia ignea|materiale igneo]], forzano le [[rocce]] superficiali verso l'alto, creando una massa più elevata. A seconda dell'altezza si ottiene una collina o, se più alta e ripida, una montagna. L'altezza assoluta di montagne e colline varia a seconda della [[topografia]] dell'area.
 
Le montagne più alte tendono a presentarsi in lunghi archi lineari, indicando attività e confini delle placche tettoniche. La creazione delle montagne tende ad avvenire in periodi di tempo definiti, detti ''orogenie''. Due tipi di montagne vengono formati a seconda di come le rocce reagiscono alle forze tettoniche - per sollevamento o per ripiegamento.
Si deve soprattutto a Margherita il merito di aver posto le basi di una riconciliazione tra le due fazioni dell'aristocrazia romana: quella "nera", che, in fedele devozione al [[papa Pio IX]], rifiutava di avere qualsiasi contatto con i sabaudi "usurpatori", e quella "bianca", di idee più liberali, che invece aveva caldeggiato l'unione della città con l'[[Italia]]. Il paravento del felice matrimonio sarebbe durato ancora a lungo e avrebbe raggiunto il culmine il 22 aprile [[1893]], quando furono celebrate con sfarzo le nozze d'argento. La mattina dei festeggiamenti a Roma furono sparati 101 colpi di cannone. Per tale occasione era prevista l'emissione di un [[francobollo]] speciale detto appunto [[Nozze d'argento di Umberto I]] che però non fu emesso
 
Alcune montagne isolate vengono prodotte da [[Vulcano (geologia)|vulcani]], comprese alcune [[isola|isole]], apparentemente piccole, che raggiungono una notevole altezza rispetto al fondale oceanico (''vedi'' [[Montagna sottomarina]]).
=== L'ascesa al trono ===
Alla morte del padre [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], il 9 gennaio [[1878]], Umberto gli succedette col nome di Umberto I sul trono italiano e di Umberto IV su quello sabaudo, dal momento che suo padre aveva stabilito, malgrado l'unità nazionale, il prosieguo della tradizione nominale sul trono sabaudo. Nello stesso giorno egli emanò un proclama alla Nazione in cui affermava: ''Il vostro primo re è morto; il successore vi proverà che le istituzioni non muoiono!'' Il 17 gennaio [[1878]], giorno dei funerali del padre, Umberto I, accogliendo la petizione del Municipio di Roma, predispose l'inumazione della salma nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] di [[Roma]], che fece diventare simbolicamente il mausoleo della famiglia reale che ancora oggi accoglie le spoglie dei primi due sovrani d'Italia.
 
Le montagne vengono create per sollevamento quando larghe zone vengono rotte da faglie che creano grandi dislocamenti verticali. I blocchi sollevati costituiscono le montagne. I blocchi che cadono da queste possono essere piccoli o formare estesi sistemi di fosse tettoniche. Questo tipo di paesaggio si può vedere in [[Africa]] orientale, sui [[Vosgi]], nella valle del [[Reno]] e nella zona del [[Basin and Range]] nel [[Nord America]] occidentale.
[[Roma]] fu luogo simbolico dal momento che la sua presa aveva rappresentato il completamento dell'agognata unità nazionale. Infine, il 19 gennaio, avvenne il solenne giuramento sullo [[Statuto albertino]], nell'aula di [[Montecitorio]], alla presenza di senatori e deputati. Molti erano i problemi da affrontare per il secondo sovrano d'Italia: l'ostilità del [[Vaticano]], che, dopo la morte di [[papa Pio IX]] il 7 febbraio dello stesso anno e l'elezione al soglio di [[Leone XIII]], continuava a disconoscere il [[Regno d'Italia]]; il tentativo di bloccare sia i fermenti [[Irredentismo italiano|irredentistici]] e [[repubblicani]] che attraversavano il Paese sia i propositi anti-unitari di certi circoli politici occulti, nazionali ed esteri; l'assoluta necessità di creare un ampio fronte di riforme sociali di cui potessero godere le classi meno abbienti; il rilancio dell'economia nazionale, già da troppo tempo stagnante; e soprattutto l'urgentissimo problema di porre fine all'isolamento internazionale dell'Italia e di aumentare il suo prestigio in politica estera.
 
Quando la roccia non si sfaglia si ripiega, simmetricamente o asimmetricamente. Le pieghe possono essere ''antiformi'' o ''sinformi''. Nel ripiegamento asimmetrico possono esserci pieghe giacenti o rovesciate. Le montagne del Giura sono un esempio di ripiegamento. Con il passare del tempo, l'[[erosione]] può portare a un'inversione del rilievo, le rocce leggere, spinte più in alto vengono trascinate via e l'antiforma diventa più bassa della sinforma, che è composta da rocce più dure.
Più rispettoso del padre della prassi costituzionale, Umberto I fu il primo monarca sabaudo a regnare non "per grazia di Dio"; giurò di agire, già nel suo primo discorso della Corona, "nel rispetto delle leggi". Uno dei primi provvedimenti che Umberto I dovette affrontare da re furono le dimissioni, il 9 marzo, del gabinetto di [[Agostino Depretis]], leader della [[Sinistra storica]]; il re, non ritenendo conveniente riaffidargli l'incarico, scelse [[Benedetto Cairoli]], capo della sinistra moderata e politico da lui molto stimato, come nuovo presidente del Consiglio.
 
Lo sviluppo o meno di una montagna in altezza dipende unicamente dal bilancio tra le forze di orogenesi e quelle di erosione da parte degli agenti atmosferici ([[precipitazioni]], [[vento]], [[gelo]]): se le prime prevalgono sulle seconde la montagna cresce lentissimamente in altezza, se invece sono le seconde a prevalere la montagna altrettanto lentissimamente diminuisce la sua altezza.
Il problema più spinoso che il suo governo dovette affrontare fu la crisi nei [[Balcani]], nata dalla recente guerra tra [[Impero russo|Russia]] e [[Impero ottomano|Turchia]], fatto per cui fu convocato dal cancelliere tedesco [[Otto von Bismarck|Bismarck]] il [[Congresso di Berlino]]. L'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], nel timore di prendere impegni troppo gravosi, non vi ottenne nulla.
A parità di conformazione geologica montagne vecchie tendono inoltre ad apparire più dolci per effetto dell'erosione stessa, viceversa montagne più giovani tendono ad essere più aspre e aguzze.
 
=== Clima ===
=== Il primo tentativo di assassinio ===
{{F|montagna|aprile 2009|}}
[[File:Attent-passanante.gif|left|thumb|L'attentato di Passannante su un giornale dell'epoca]]
Caratteristica delle zone montuose è anche il [[clima]] tipico con freddo d'[[inverno]] e fresco d'[[estate]] con presenza di [[neve]] e [[ghiaccio]] anche perenni al di sopra di determinate [[limite delle nevi perenni|quote altimetriche]], mentre dal punto di vista [[geologia|geologico]] durante l'estate i [[ghiacciaio|ghiacciai]] tendono a fondersi [[erosione|erodendo]] le rocce su cui poggiano.
Appena salito al trono, Umberto I predispose subito un tour nelle maggiori città del Regno al fine di mostrarsi al popolo e guadagnare almeno una parte della notorietà di cui aveva goduto il padre durante il [[Risorgimento]]. Venne accompagnato dalla moglie [[Margherita di Savoia|Margherita]], dal figlio [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] e dal presidente del Consiglio [[Benedetto Cairoli]].
 
Il motivo delle basse temperature è la diminuzione della pressione atmosferica con la quota (circa 1° ogni 100 m). Il fatto che in montagna si sia più vicini al Sole è ininfluente sulla temperatura in quanto la differenza di distanza è minima rispetto alla distanza media tra Terra e Sole.
Partito da [[Roma]] il 6 luglio, il 10 luglio fu a [[La Spezia]], dall'11 al 30 luglio soggiornò a [[Torino]], il 30 fu a [[Milano]], poi a [[Brescia]] e il 16 settembre si recò a [[Monza]], dove assistette all'inaugurazione del primo monumento dedicato al padre Vittorio Emanuele II. Il 4 novembre i reali arrivarono a [[Bologna]]: il 7 incontrarono il poeta [[Giosuè Carducci]], di idee repubblicane, il quale, rimasto incantato dalla grazia e dalla bellezza della regina Margherita, scrisse per lei pagine di grande ammirazione e le dedicò la celebre [[ode]] ''Alla regina d'Italia''.
 
=== Flora e fauna ===
Tre giorni dopo Umberto e Margherita erano a [[Firenze]], il 9 novembre a [[Pisa]] e a [[Livorno]], il 12 novembre si recarono ad [[Ancona]], l'indomani a [[Chieti]] e poi a [[Bari]]. Il 16 novembre, alla stazione di [[Foggia]], un certo Alberigo Altieri tentò di lanciarsi verso il sovrano. Venne fermato in tempo, tanto che quasi nessuno si avvide del fatto e nemmeno la stampa ne fece parola. Tuttavia un'indagine della polizia portò a scoprire come il giovane non avesse agito da solo, ma nell'ambito di «un complotto per l'assassinio dell'Augusto sovrano» che aveva «il proposito di farne eseguire il tentativo nelle diverse città visitate».<ref>Lettera del prefetto di Foggia al ministro dell'Interno Giuseppe Zanardelli, 23 novembre 1878, in Archivio della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Ferrovieri Milano. L'operazione portò all'arresto di due presunti complici di Altieri. Si noti come la data della missiva sia posteriore all'attentato di Napoli.</ref> Era l'avvisaglia di quanto sarebbe accaduto il giorno dopo.
[[File:Dark-Giewont.jpg|thumb|upright=1.4|[[Monti Tatra]], [[Zakopane]] (Polonia)]]
[[Flora]] e [[fauna]] delle montagne tendono a cambiare in funzione della [[latitudine]] e del clima della montagna: alle medie latitudini europee animali tipici sono i [[camoscio|camosci]], gli [[stambecco|stambecchi]], le [[marmotta|marmotte]] mentre tra le [[plantæ|piante]] vengono spesso associate all'ambiente montano [[Abies|abeti]]<ref>Che peraltro alle latitudini dell'Europa centrale e settentrionale crescono benissimo anche in pianura.</ref>, [[faggio|faggi]], [[larici]], [[genziana|genziane]], [[Leontopodium|stelle alpine]].
Lo studio delle montagne, assieme a quello degli altri rilievi terrestri, rientra nella branca della [[geografia fisica]] nota come [[orografia]].
 
== Caratteristiche ==
Giunto a [[Napoli]] il 17 novembre [[1878]] Umberto subì un tentativo di assassinio che fece molto più scalpore: si trovava, insieme con la moglie, il figlio e Cairoli, su una carrozza scoperta che si stava facendo largo tra due ali di folla, quando improvvisamente venne attaccato, con un coltello, dall'anarchico [[Basilicata|lucano]] [[Giovanni Passannante]], il quale non riuscì nel proprio intento. Nel tentativo di uccidere il monarca, Passannante urlò: «Viva [[Felice Orsini|Orsini]], viva la repubblica universale».<ref>Giuseppe Galzerano, ''Giovanni Passannante'', Galzerano Editore, Casalvelino Scalo, 2004, p. 396.</ref>
=== Parti di una montagna ===
Il re riuscì a difendersi e un ufficiale dei Corazzieri del seguito si scagliò contro l'attentatore ferendolo alla testa con la sciabola (il Re subì un leggero taglio a un braccio), mentre Cairoli, nel tentativo di bloccare l'aggressore, veniva ferito a una coscia. Il tentato assassinio generò numerosi cortei di protesta, sia contro sia a favore dell'attentatore, e non mancarono scontri tra forze dell'ordine e anarchici.
Per descrivere una montagna si ricorre a vari elementi che la possono formare:
* [[vetta]] o cima secondo le definizioni date prima: una montagna può avere più vette o cime distinte;
* [[anticima|anticime]], sottocime, vette secondarie: elevazioni che non hanno la prominenza necessaria per essere chiamate vette;
* spalla: fianco di una montagna particolarmente pronunciato;
* cresta: approssimando una montagna ad una [[piramide]] la cresta corrisponde allo [[spigolo]] della figura geometrica;
* [[gendarme (morfologia)|gendarme]]: pinnacolo di roccia sul fianco o sulla cresta della montagna;
* versante: sempre approssimando la montagna ad una [[piramide]] i versanti corrispondono alle facce della stessa; ognuno di essi avrà una diversa ''esposizione'' a seconda del proprio orientamento rispetto ai [[punti cardinali]].
* [[passo di montagna|passo]] (o valico): il punto più basso tra due montagne che permette di attraversarle.
* piede: punto più basso di una montagna
* valle: il piano che circonda la montagna (potrebbe anche circondarle metà o una parte minore o maggiore)
 
==== Vetta di una montagna ====
Il poeta [[Giovanni Pascoli]], durante una riunione di socialisti a [[Bologna]], cominciò la pubblica lettura di un componimento, consegnatogli da una persona presente alla riunione, inneggiante a Passannante. Accortosi del contenuto gettò via la carta ed espresse parole di sdegno.<ref>Maria Pascoli, "Lungo la vita di Giovanni Pascoli", Mondadori, Milano, 1961, cap. IV</ref>. Pascoli verrà arrestato, in seguito, per aver protestato contro la condanna di alcuni anarchici che avevano manifestato in favore dell'attentatore.<ref>Giuseppe Galzerano, ''Giovanni Passannante'', Galzerano Editore, Casalvelino Scalo, 2004, p. 270.</ref> L'anarchico venne condannato a morte, ma Umberto I commutò la sentenza in carcere a vita, dato che la pena capitale era solo prevista in caso di [[regicidio]]. Le pessime condizioni di Passannante in carcere suscitarono, comunque, polemiche da parte di alcuni esponenti politici.<ref>Paolo Pinto, ''Il Savoia che non voleva essere re'', Piemme, Milano, 2002, p.108.</ref>
{{F|montagna|aprile 2009|}}
[[File:Chimborazofromwest.JPG|thumb|upright=1.4| Il [[Chimborazo]] visto da est]]
La parte più elevata della montagna viene generalmente chiamata [[vetta]] o cima. Una montagna può avere una o più vette. A tal proposito l'[[Union Internationale des Associations d'Alpinisme|UIAA]], utilizzando il concetto di [[prominenza topografica]] ha detto che si parla di vette (''summits'') distinte se la prominenza è almeno uguale a 30&nbsp;m ed invece si parla di montagne (''mountains'') distinte se la prominenza è almeno uguale a 300&nbsp;m. Vale quindi la seguente tabella:
{|class="wikitable" border="1"
|-
!style="background:#99BADD"|Termine
!style="background:#99BADD;"|Prominenza
|-
|sottocima (o [[anticima]])
|< 30 m
|-
|[[vetta]]
|30&nbsp;m o più
|-
|montagna
|300&nbsp;m o più
|}
 
Le eventuali elevazioni secondarie che non raggiungono la prominenza necessaria possono chiamarsi [[anticima|anticime]] oppure ''vette secondarie''.<ref>Per esempio la [[Punta Dufour]] si presenta come una cresta composta dalla vetta principale e da due anticime: [[Ostspitze]] e [[Grenzgipfel]].</ref>
Dopo l'attentato il re, riconoscente, assegnò al Presidente del Consiglio la medaglia d'oro al valor militare, ma il [[Parlamento]], pur ammirandone il coraggio e la devozione, rimproverò il governo circa la cattiva gestione della politica interna, in particolare riguardo alla sicurezza del re e dello Stato; fu quindi presentata un'interrogazione parlamentare che si concluse l'11 dicembre di quell'anno, con le dimissioni del ministero, il quale fu nuovamente affidato a Depretis.
 
Va però osservato che nella [[lingua italiana]] l'applicazione di tale definizione può dare a volte risultati piuttosto artificiosi; molti rilievi noti come ''montagne'' sia nella [[cartografia]] che nel parlare comune risultano infatti ridotti a semplici ''vette''. Per esempio il [[Monte Saccarello]] (2201&nbsp;m), il rilievo più alto della [[Liguria]], avendo una [[prominenza topografica]] di soli 165&nbsp;m rispetto al Passo Basera (2036&nbsp;m), perderebbe la propria qualifica di ''montagna''.<ref>Quote altimetriche tratte da ''Alpi Marittime e Liguri'' scala 1:50.000, ed. Istituto Geografico Centrale, Torino</ref>
=== Attività politica ===
[[File:King Umberto I of Italy and queen Margherita of Italy.jpg|thumb|upright|Umberto I e sua moglie [[Margherita di Savoia]]]]
Depretis, tuttavia, fu battuto alla [[Camera dei Deputati]] il 3 luglio [[1879]] e dovette dare di nuovo le dimissioni: il governo passò nuovamente a Cairoli, il quale però, non avendo la maggioranza parlamentare necessaria, dovette coinvolgere parte della Sinistra moderata guidata da Depretis, che fu nominato ministro dell'Interno. Uno dei problemi più urgenti che il governo dovette affrontare fu l'abolizione della [[tassa sul macinato]], che aveva sì permesso il raggiungimento del [[pareggio di bilancio]] nel [[1876]], ma aveva causato l'ostilità della popolazione per l'aggravio sui beni di prima necessità, ovvero i cereali.
 
=== Altezza ===
Lo stesso Umberto, il 26 maggio [[1880]], all'apertura della [[XIV legislatura del Regno d'Italia|XIV legislatura]] parlamentare, pronunciò un discorso in cui si augurava che il Parlamento desse seguito all'abolizione della tassa sul macinato, del [[corso forzoso]] e alla riforma elettorale. Così, dopo una serrata discussione parlamentare, il 30 giugno [[1880]] la Camera votò la riduzione progressiva della tassa sul macinato (che sarebbe stata abolita definitivamente quattro anni dopo), mentre il 23 febbraio [[1881]] fu abolito il corso forzoso, in vigore dal [[1866]].
[[File:Mt._Everest_from_Gokyo_Ri_November_5,_2012_Cropped.jpg|thumb|upright=1.4|Il [[Monte Everest]], il monte più alto del mondo]]
{{vedi categoria|Montagne per altezza}}
{{F|montagna|aprile 2009|}}
L'altezza o [[altimetria|quota altimetrica]] di una montagna viene definita come la distanza verticale dalla vetta della stessa e fino a raggiungere il [[livello del mare|livello medio del mare]]. La più alta montagna della [[Terra]] è il Monte [[Everest]], di 8.848,43 m s.l.m. secondo l'ultima misurazione fatta da satellite nel 2005;<ref name=everest>Per un discorso più approfondito sull'altezza di questa montagna, si veda la voce [[Everest]], al paragrafo [[Everest#Altezza dell'Everest|Altezza dell'Everest]]</ref> si trova nella più importante catena montuosa del pianeta, l'[[Himalaya]] che separa India, Nepal e Bhutan dalla Cina.
 
In alternativa alla definizione data si potrebbero utilizzare altre definizioni: partendo dal centro della terra oppure dalla ''base'' della montagna stessa. Infatti per via del [[rigonfiamento equatoriale]] le montagne che si trovano più vicine all'[[equatore]] hanno una maggior distanza dal centro della terra. In questo modo il Monte [[Chimborazo]], in [[Ecuador]], è 2150&nbsp;m più lontano dell'Everest rispetto al centro della Terra ma con 6272&nbsp;m non è nemmeno il picco più alto delle [[Ande]].
Nello stesso periodo i reali visitarono ufficialmente la [[Sicilia]] e la [[Calabria]]; quando giunse a [[Reggio Calabria]], il sovrano si lasciò andare a un bagno di folla, dicendo alle forze di sicurezza, preoccupate della sua incolumità: ''Fate largo, sono in mezzo al mio popolo!''
 
Inoltre una montagna può ergersi da un fondale oceanico posto sotto il livello del mare, in questo caso il [[Mauna Loa]] risulta più alto dell'Everest se lo si misura a partire dalla sua base sul fondale oceanico ma non se si misura la sua vetta a partire dal livello del mare.
==== La Triplice alleanza e la politica coloniale ====
[[File:Umberto I di Savoia 2.jpg|thumb|upright=0.8|Ritratto di Umberto I]]
[[File:Ritaglio Umberto I di fronte.png|thumb|upright=0.8|Monumento a Umberto I nell'omonimo Corso a [[Caltanissetta]], statua realizzata in bronzo da [[Michele Tripisciano]] nel 1911 e collocata nel 1922; sullo sfondo la [[Chiesa di Sant'Agata al Collegio]] del XVI secolo.]]
 
Infine parlando delle [[Mons (esogeologia)|montagne extraterrestri]] la più alta montagna del [[sistema solare]] è l'[[Olympus Mons]], un vulcano che si trova su [[Marte (astronomia)|Marte]], che supera i 25 km di altezza dalla pianura circostante.
Nell'ottica della visibilità e del peso internazionale, Umberto I fu un acceso sostenitore della [[Triplice Alleanza (1882)|Triplice Alleanza]], soprattutto dopo l'occupazione francese della [[Tunisia]] nel [[1881]] e la successiva [[Alleanza dei Tre imperatori]] tra l'[[Austria]], la [[Germania]] e la [[Russia]]. Proprio in questo periodo, inoltre, il governo di [[Agostino Depretis]] venne a conoscenza che [[papa Leone XIII]] stava interpellando i ministri degli esteri stranieri a proposito di un loro possibile intervento per ripristinare il dominio dello [[Stato Pontificio]].
 
=== Prominenza ===
L'appoggio dell'Austria, la nazione cattolica più prestigiosa, sarebbe stato di grande utilità per l'Italia al fine di stornare un'azione europea in aiuto del Papato.<ref>May, ''La monarchia asburgica''. Bologna, 1991, p. 392.</ref> Per l'Italia, la conclusione di un'alleanza con due potenze conservatrici sarebbe valsa sia ad assicurare la monarchia sabauda di fronte ai movimenti repubblicani di ispirazione francese, sia ad assicurarla dall'intervento di potenze straniere che avessero voluto ristabilire il potere temporale del papa.<ref name="Taylor, 1961, p. 397">Taylor, ''L'Europa delle grandi potenze'', Bari, 1961, p. 397.</ref>
{{Vedi anche|Prominenza topografica}}
Per evidenziare l'''importanza'' di una montagna viene anche introdotto il concetto di [[prominenza topografica]]. Questa definizione va a dire quanto una montagna sia ''isolata'' oppure quanto ''prevalga'' su quelle che ha nei suoi dintorni.
 
=== Isolamento topografico ===
In appoggio alle iniziative diplomatiche, fra il 21 e il 31 ottobre [[1881]] Umberto I e la moglie Margherita fecero visita a [[Vienna]] all'Imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] ed [[Elisabetta di Baviera]]. I monarchi italiani fecero un'ottima impressione alla corte viennese, specie Margherita, che a buon diritto, per grazia ed eleganza, venne paragonata all'imperatrice Sissi. Lo stesso Umberto, rigido, severo e austero, fece una così buona impressione che il cugino e antico avversario, Francesco Giuseppe, gli concesse la nomina a [[colonnello]] onorario del 28º Reggimento fanteria. Il gesto non mancò di suscitare polemiche in Italia presso l'opinione pubblica, visto che il reggimento austriaco di cui il re era stato fatto colonnello era lo stesso che aveva partecipato alla [[Battaglia di Novara (1849)|battaglia di Novara del 1849]] e all'occupazione di [[Brescia]], partecipando attivamente alla spietata repressione che causò la morte di migliaia di uomini, donne e bambini bresciani.
{{Vedi anche|Isolamento topografico}}
Anche l'[[isolamento topografico]] è un elemento che concorre a determinare l'''importanza'' di una montagna; si tratta in questo caso della minima distanza orizzontale tra la montagna stessa e il più vicino punto di altezza maggiore.
 
===Importanza idrologica===
Di fronte alle insistenze della Germania il ministro degli Esteri austriaco [[Gustav Kálnoky]] cedette all'idea di un'intesa con l'Italia e il 20 maggio [[1882]] fu firmato il primo trattato della Triplice Alleanza.
[[File:Khevsureti, Georgia — Mountain River.jpg|thumb|upright=1.4|Un ruscello nelle valli montagnose del [[Khevsureti]]]]
Spesso le montagne rappresentano delle [[spartiacque|linee spartiacque]] da cui si originano [[bacino idrografico|bacini idrografici]] nei quali confluiscono le acque meteoriche che generano [[ruscello|ruscelli]], [[torrenti]], [[lago|laghi]] e [[fiumi]] che scorrono poi verso valle fino a sfociare in [[mare]] aperto, costituendo importanti risorse idriche per [[agricoltura]], [[allevamento]] e attività umane industriali.
 
== Aspetti economici ==
Umberto inoltre appoggiò lo [[Colonialismo italiano#Il primo tentativo: il Corno d.'Africa|slancio coloniale in Africa]], con l'[[occupazione dell'Eritrea]] ([[1885]]-[[1896]]) e della [[Somalia]] ([[1889]]-[[1905]]). Il governo italiano aveva già acquistato, il 10 marzo [[1882]], la baia di [[Assab]] dall'armatore [[Rubattino]], il quale a sua volta l'aveva comperata dal sultano locale come scalo per le proprie navi. Quindi si pattuì con il governo inglese la successiva occupazione della città portuale di [[Massaua]], avvenuta il 5 febbraio [[1885]], nell'ottica di una profonda penetrazione in [[Sudan]], da concordare con gli inglesi, impegnati nel sedare la rivolta mahdista. Ma [[Londra]] respinse l'offerta d'aiuto italiana, non più necessaria, e così l'Italia si trovò così ''"incatenata ad una roccia del [[Mar Rosso]]"'', senza concrete prospettive espansionistiche. Gli italiani cercarono allora di compensare il loro magro bottino coloniale occupando l'entroterra di Massaua, in direzione di [[Asmara]], ma stavolta l'ostacolo fu rappresentato dai guerrieri etiopi del [[Negus]] (imperatore) [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]], che il 27 gennaio [[1887]] {{cn|(mentre in Parlamento il ministro degli Esteri De Robilant li definiva ''"quattro predoni")''}} [[Battaglia di Dogali|tendevano un agguato ad una colonna italiana]] di 500 uomini comandata dal colonnello De Cristoforis presso [[Dogali]], annientandola completamente.
{{F|montagna|aprile 2009|}}
=== Settore primario ===
{{vedi anche|Economia forestale}}
A livello economico la montagna è sfruttata nell'attività di [[pascolo]] degli [[animale domestico|animali domestici]] di [[allevamento]] ([[ovini]], [[caprini]], [[bovini]] ed [[equini]]) da cui si ricaveranno materie prime da utilizzare nel settore secondario; e per la [[foraggio|foraggicoltura]]. Il legno di boschi e foreste utilizzato in svariati modi rientra nell'[[economia forestale]].
 
=== Attività estrattive ===
Solo pochi scamparono, e vennero ricevuti con tutti gli onori al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] da Umberto e dalla moglie Margherita: un onore che non era toccato nemmeno ai reduci del [[Risorgimento]]! Malgrado ciò, la notizia dell'[[battaglia di Dogali|eccidio di Dogali]] ebbe l'effetto di una doccia gelata su Roma, dove spense gli ardori colonialisti e compattò l'opinione pubblica a chiedere la fine dell'avventura africana. Tutto infatti lo lasciava presagire: dimessosi il De Robilant, Depretis, che era stato messo in minoranza e che aveva malvisto l'impresa abissina, riottenne dal re l'incarico di formare il governo, grazie anche all'appoggio di [[Francesco Crispi]] e [[Giuseppe Zanardelli]], a capo della cosiddetta Pentarchia, la più forte formazione politica di sinistra. Tuttavia nell'agosto dello stesso anno, il presidente del Consiglio morì, e al suo posto andò proprio Crispi, il quale, al contrario del predecessore, era un convinto assertore della politica africana. Lo dimostrò inviando in Eritrea un contingente di 20.000 uomini al comando del generale [[Antonio Baldissera]] e chiedendo all'ambasciatore italiano ad [[Addis Abeba]], conte [[Pietro Antonelli]], di adoperarsi affinché l'Italia potesse trarre partito dalle lotte intestine che dilaniavano l'[[Etiopia]].
Le montagne, con il loro nucleo roccioso, spesso sono fonti di attività estrattiva di [[minerali]] (es. [[oro]], [[argento]]) ed [[elemento chimico|elementi]] e [[composti chimici]] (es. [[rame]], [[ferro]], [[bauxite]], [[nichel]], [[uranio]] ecc.) con le loro rispettive [[miniera|miniere]] nell'ambito dell'[[industria mineraria]], in generale utili ai processi produttivi e di trasformazione industriale.
 
=== Attività turistiche e sportive ===
Ciò è testimoniato anche da due lettere inviate a Umberto, rispettivamente dal Negus Giovanni IV e dal suo acerrimo nemico, il re dello [[Scioa]] Menelik: nella prima, l'imperatore etiope cercava un accordo con il re italiano contro Menelik, che, a sua volta, accusava Giovanni di averlo sobillato contro gli italiani. Le cose subirono una svolta quando, il 10 marzo [[1889]], Giovanni IV morì in battaglia contro i [[dervisci]] del Sudan; subito Menelik ne prese il posto come imperatore con il nome di [[Menelik II]], ignorando i diritti di ras Mangascià, figlio naturale del defunto negus. Per meglio puntellare il suo potere, Menelik decise di patteggiare con l'Italia, accondiscendendo a firmare, il 2 maggio [[1889]], il [[trattato di Uccialli]]: in esso vennero infatti riconosciuti all'[[Italia]] i territori occupati in [[Eritrea]] e - a causa di un malinteso sulla traduzione dell'articolo 17 dello stesso trattato (che prevedeva, nel testo italiano, per il negus l'obbligo di farsi rappresentare da Roma per trattare con le altre potenze europee, mentre in quello etiope ciò era solo facoltativo) anche il protettorato sull'[[Etiopia]], in cambio di quattro milioni di [[lire]].
[[File:Spiazzi seggiovie.jpg|thumb|upright=1.4|Impianti di [[seggiovia]] a [[Gromo]], in [[Lombardia]]]]
{{Vedi anche|Alpinismo}}
Alcune montagne sono molto difficili da scalare e offrono viste spettacolari. Per questo alcune persone apprezzano l'attività dell'[[alpinismo]], [[arrampicata sportiva]] e [[escursionismo]].
 
Le montagne sono anche il luogo dove si praticano alcuni [[sport invernali]] ([[sci alpino]], [[sci alpinismo]], [[sci escursionismo]], [[sci nordico]] ecc.) e meta di vacanze estive e invernali (es. [[settimana bianca]]), rivestendo dunque un'importanza non secondaria nel [[turismo]] e nelle attività economiche connesse.
L'accordo fu poi siglato con l'invio nella capitale italiana di una delegazione etiope guidata da ras [[Makonnen]], cugino dell'imperatore, che aveva il compito di portare il trattato e pattuire il prestito. I membri della delegazione furono prima ricevuti al Quirinale dai sovrani, poi vennero mandati in giro per le principali città italiane per visitare arsenali, caserme, industrie belliche, al fine di impressionarli e mostrare la potenza militare del Paese. La missione ripartì il 2 dicembre dello stesso anno, riportando in patria il prestito e svariati doni, tra cui un quadro che raffigurava l'Ascensione di [[Gesù]] al cielo con il re, la regina e Crispi in preghiera, mentre, da parte loro, gli etiopi avevano portato in dono un elefante. Inoltre, nel [[1890]] anche alcuni sultanati della [[Somalia]] accettarono il protettorato italiano, mentre quello stesso anno fu fondata ufficialmente la [[Colonia eritrea]]. Ma il malinteso diplomatico (noto come "beffa di Uccialli"), avrebbe non molto tempo gettato le premesse della prima [[campagna d'Africa Orientale]]. Tutto ebbe inizio nel dicembre [[1893]], quando Menelik non si servì del governo di Roma per trattare alcune questioni commerciali con la [[Francia]], denunciando il trattato firmato pochi anni prima.
 
== La montagna nella cultura ==
Alle richieste di spiegazione da parte di Roma, il Negus aizzò i dervisci contro gli italiani, invitandoli ad attaccare i loro possedimenti: ma gli invasori furono sconfitti dalla colonna di 2.000 [[ascari]] e 400 italiani al comando del colonnello [[Giuseppe Arimondi]] ad [[Agordat]]. Sull'onda di questo successo, Crispi ritenne giunto il momento di far pagare a Menelik di aver tradito l'Italia dopo averla usata per arrivare al trono; ordinò pertanto al successore di Baldissera, generale [[Oreste Baratieri]], di avanzare sull'altopiano etiope, impegnandosi in un'operazione militare che durò tre mesi e si concluse nell'aprile [[1895]], con la conquista della regione del [[Regione dei Tigrè|Tigrè]] e delle città di [[Macallè]], [[Adigrat]] e [[Adua]]. Ma Baratieri sottovalutò la capacità di reazione degli etiopi, e allo scoppio ufficiale delle ostilità (7 dicembre [[1895]]), Menelik II contrattaccò, strappando agli italiani gli avamposti di [[Amba Alagi]] e Macallè, con il conseguente massacro dei rispettivi contingenti.
=== Simbologia religiosa ===
La montagna rappresenta il centro del mondo e il veicolo dell'ascensione al cielo o del ritorno al principio, oltre che rappresentare il luogo della manifestazione del sacro ([[ierofania]]) e del divino ([[teofania]]). Il carattere mistico attribuito alla montagna dipende anche dal fatto che sulla sua cima, spesso coperta di nubi, si consumano le nozze sacre ([[ierogamia]]) tra Cielo e Terra.
 
Il [[monte Tabor]], luogo della sepoltura di [[Adamo]], segna l'''omphalos'', il centro o ombelico del mondo e sulla sua cima avviene la [[Trasfigurazione di Gesù|Trasfigurazione]] di [[Cristo]]; [[Mosè]] riceve le [[Tavole della Legge]] sul [[Monte Sinai]]; il [[profeta Elia]] risiede sul [[Monte Carmelo]]; Cristo ascende dal [[monte degli Ulivi]] e viene crocefisso sul monte [[Calvario]]. Anche il [[cosmo]] viene spesso rappresentato in figura di un monte a terrazze, come la montagna del [[monte Meru (mitologia)|monte Meru]] nella [[mitologia induista]] e [[buddhista]], o reso per mezzo di piramidi a gradoni (per es. [[Borobudur]] a [[Giava]]). Montagne divine trasformate architettonicamente erano le [[ziqqurat]] dell'antica [[Mesopotamia]]. I pellegrinaggi alle montagne sacre simboleggiavano il graduale distacco dalla quotidianità e l'ascensione spirituale.
A causa di questi insuccessi, il presidente del consiglio pensò di sostituire nuovamente Baratieri con Baldissera, ma proprio il timore di essere destituito convinse il generale italiano ad azzardare la sua mossa tattica, che prevedeva la marcia dei suoi 16.000 soldati verso [[Adua]], dove stazionava il grosso dell'esercito abissino (circa 70.000 uomini). Il 1º marzo [[1896]] avvenne dunque la decisiva [[battaglia di Adua]], catastrofica per le armi italiani, che costò la vita a ben 6.000 uomini (tra cui due dei cinque generali che erano al comando dell'armata italiana) e spezzò il prestigio derivato dalla conquista africana. Caddero nelle mani degli etiopi 3.000 prigionieri, tra cui moltissimi ascari, a cui fu praticata la pena riservata ai traditori: taglio del piede sinistro e della mano destra.
[[File:Processione Eucaristica, santuario del Carmine di Acquafondata.jpg|miniatura|253x253px|[[Acquafondata]],''[[Santuario della Madonna del Carmine (Acquafondata)|Santuario del Monte Carmelo]]:'' momenti di preghiera ]]
 
Per gli antichi Greci le cime dei propri monti ([[Olimpo]], [[Parnaso]], [[Elicona]]) erano la dimora degli dei o delle [[Muse (divinità)|Muse]]. Alle pendici della montagna sono inoltre collocate le porte del Regno dei morti, simbolo del ritorno al principio: il ventre della [[Grande Madre]].<ref>''Simboli e allegorie'', Dizionari dell'arte, ed. Electa, 2003, pag. 241.</ref> Nella tradizione cristiana medievale spesso il [[Paradiso Terrestre]] è collocato sulla montagna del [[Purgatorio]], come nella ''[[Divina Commedia]]'' dantesca.
In Italia i contraccolpi furono gravissimi: Crispi fu costretto a dimettersi e scomparve dalla scena politica; al suo posto andò [[Antonio di Rudinì]], che dovette firmare la successiva [[pace di Addis Abeba del 1896|pace di Addis Abeba]] del 26 ottobre [[1896]], che prevedeva l'annullamento del trattato di Uccialli e la piena sovranità dell'Etiopia, mentre concedeva agli italiani di tenere tutti i territori precedentemente conquistati. Codesta disfatta provocò la fine temporanea dell'avventura coloniale italiana, che si arrestò fino al [[1911]], con la conquista della [[Libia]].
 
Nell'[[iconografia cristiana]] il Giudice universale della fine dei tempi viene frequentemente raffigurato seduto su una montagna di nuvole. In [[Europa]] chiese e cappelle furono spesso costruite sulle cime dei monti per cancellare culti precristiani.<ref>Le Garzantine, ''Simboli'', 2008, pag. 308-309.</ref>
==== Politica interna ====
[[File:Humbert I - place manzetti AO.JPG|thumb|Statua dedicata a Umberto I in piazza [[Innocenzo Manzetti|Innocent Manzetti]] a [[Aosta]].]]
Per quanto riguarda la politica nazionale, Umberto I affiancò l'operato del governo di [[Francesco Crispi]] nel suo progetto di rafforzamento interno dello stato. È durante il suo regno che si definisce la figura del [[Presidente del Consiglio dei ministri|Presidente del Consiglio]] (1890): infatti non presiedeva al consiglio dei ministri, ma si limitava a ricevere il presidente dopo le riunioni di gabinetto e, sentita la sua relazione, a firmare i provvedimenti del ministero, assumendosi, con il tempo, anche responsabilità che, anche se condivise da lui personalmente, erano collettive e parlamentari. La sua attività politica fu anche contrassegnata da un atteggiamento autoritario, dovuto forse alla grave "[[Grande depressione (1873-1895)|crisi di fine secolo]]", dove insurrezioni e moti, come quelli dei Fasci dei Lavoratori in Sicilia e l'insurrezione della Lunigiana (1894) lo portarono a firmare provvedimenti come lo stato d'assedio. A seguito di questi e di altri gravi avvenimenti si procedette allo scioglimento, da parte del governo Crispi, del Partito Socialista, delle Camere del Lavoro e delle Leghe Operaie.
 
L'uomo dunque in tutte le sue espressioni religiose e culturali scopre la naturale sacralità dei monti ed in essi si materializza il suo intimo bisogno di trascendenza e di sacro. L'uomo antico si avvicina ai monti dopo riti di purificazione; sui monti celebra culti ed innalza templi; li carica di funzioni sacrali, a volte li identifica con la divinità stessa. Spesso, in tutti i tempi, accanto alla naturale sacralità dei monti, l'uomo aggiunge, con riti propiziatori, una sacralità dedicatoria.
Appoggiò quindi i governi ultra conservatori di [[Antonio di Rudinì]] (1896-1898) e di [[Luigi Pelloux]] (1898-1900) che rafforzarono le tensioni sociali in tutta l'Italia. Sotto Umberto I avvenne l'introduzione del [[codice penale Zanardelli]] ([[1889]]), un corpo normativo liberale che portò alcune riforme, come l'abolizione della [[pena di morte]] e una certa libertà di sciopero. Il progetto venne approvato con il consenso pressoché unanime di ambedue le [[Parlamento del Regno d'Italia|Camere]].
 
Nell'epoca della [[Controriforma]] cattolica nascono i [[Sacro Monte|Sacri monti]] tra [[Lombardia]] e [[Piemonte]], esempi di una "nuova [[Gerusalemme]]".
Durante il suo regno, il sovrano portò solidarietà alle popolazioni colpite da calamità naturali, intervenendo in prima persona con aiuti materiali e opere risanatrici. Già nel [[1872]], quando era ancora principe, si recò in [[Campania]] tra gli sciagurati dell'eruzione del [[Vesuvio]]. Appena salito al trono, nel [[1879]], assistette i siciliani colpiti dall'[[Etna]]; nel [[1882]] andò in [[Veneto]], deturpato da piogge torrenziali e nel [[1884]] giunse a [[Napoli]], afflitta dal colera.
 
Per lo [[shintoismo]] il [[Monte Fuji]] in [[Giappone]] è una montagna sacra.
Nel [[1893]], Umberto I fu implicato nello [[scandalo della Banca Romana]], ove il re fu accusato di aver contratto elevati debiti e l'allora presidente del consiglio [[Giovanni Giolitti]] gli avrebbe garantito la copertura, per la lealtà che giurò alla monarchia e per l'appoggio che egli aveva avuto da [[casa Savoia]] negli anni precedenti.<ref name =romano/>
 
=== IlLa secondomontagna attentatonell'arte ===
{{...|arte}}
[[File:Acciarito- atentado.jpg|left|thumb|upright=0.6|Illustrazione dell'attentato di Acciarito]]
Il 22 aprile [[1897]], il sovrano subì un secondo attentato da parte di [[Pietro Acciarito]]. L'anarchico si mescolò tra la folla che salutava l'arrivo di Umberto I presso l'ippodromo delle Capannelle a [[Roma]], e si buttò verso la sua carrozza armato di coltello. Il re notò tempestivamente l'attacco e riuscì a schivarlo rimanendo illeso. Acciarito venne arrestato e condannato all'ergastolo. Analogamente a Passannante, la sua pena fu molto rigida ed ebbe gravi conseguenze sulla sua salute mentale.
 
==Aspetti sociali==
Come il precedente tentato regicidio, si ipotizzò una cospirazione anti-monarchica (sebbene Acciarito avesse smentito tutto, dichiarando di aver agito da solo)<ref>Franco Andreucci, Tommaso Detti, ''Il Movimento operaio italiano: dizionario biografico, 1853-1943, Volume 1'', Editori riuniti, Roma, 1975, p.6.</ref> e vennero arrestati diversi esponenti socialisti, anarchici e repubblicani che furono sospettati di aver avuto collusioni con l'estremista. Tra questi venne incarcerato un altro anarchico di nome [[Romeo Frezzi]], un amico di Acciarito, perché in possesso di una foto dell'attentatore.<ref>Ferdinando Cordova, ''Alle radici del malpaese: una storia italiana'', Bulzoni Editore, Roma, 1994, p.8.</ref>
{{...|società}}
 
==Aspetti ecologici==
Frezzi morì al terzo giorno d'interrogatorio. Sorsero alcune illazioni sul suo decesso (suicidio e aneurisma) ma l'autopsia confermò che la morte avvenne per sevizie subite dagli agenti di pubblica sicurezza, nel tentativo di estorcere una confessione di connivenza con Acciarito.<ref>[[Giorgio Candeloro]], ''Storia dell'Italia moderna'', Feltrinelli, Milano, 1986, p.40.</ref> La vicenda suscitò sommosse popolari contro la monarchia.
Nel 1992 alla Conferenza mondiale per il clima di Rio, viene riconosciuta per la prima volta a livello globale l'importanza delle montagne con il capitolo 13 dell'[[Agenda 21]] - Gestione degli ecosistemi fragili: sviluppo sostenibile delle zone montane.
 
=== I moti di Milano ===
[[File:Fiorenzo Bava Beccaris.jpg|thumb|upright=0.6|Fiorenzo Bava Beccaris]]
Il re fu criticato dall'opposizione anarchico-socialista e repubblicana italiana per aver insignito con la Gran Croce dell'[[Ordine militare di Savoia]] il generale [[Fiorenzo Bava Beccaris]] che il 7 maggio [[1898]] ordinò l'uso dei cannoni contro la folla a [[Milano]] per disperdere i partecipanti alle manifestazioni di protesta popolare (la cosiddetta ''[[Moti di Milano (1898)|protesta dello stomaco]]'') causata dal forte aumento del costo del grano in seguito alla [[tassa sul macinato]] (1868-1884) compiendo un massacro. La repressione costò più di cento morti e oltre cinquecento feriti secondo le stime della polizia dell'epoca, sebbene alcuni storici ritengano tali stime fossero approssimate per difetto.<ref>Paolo Valera, ''I cannoni di Bava Beccaris'', Milano 1966</ref>
 
Dopo i fatti di Milano, il governo del generale Pelloux intraprese una svolta autoritaria, accingendosi a sciogliere le organizzazioni socialiste, cattoliche e radicali e a limitare la libertà di stampa e di riunione. Esponenti politici come [[Filippo Turati]] e [[Andrea Costa]], accusati di aver promosso la rivolta, furono arrestati e, in breve tempo, scarcerati. Lo storico [[Ettore Ciccotti]] simpatizzò apertamente per gli insorti milanesi e, con l'accusa di propaganda sovversiva, fu rimosso dall'incarico di docente presso l'[[accademia scientifico-letteraria di Milano]] e costretto a fuggire in [[Svizzera]] per scongiurare l'arresto.<ref>Vilfredo Pareto, Maffeo Pantaleoni, Gabriele De Rosa, ''Lettere a Maffeo Pantaleoni, 1890-1923'', Ed. di Storia e Letteratura, 1962, p. 197</ref>
 
Tale atteggiamento venne però bloccato alla Camera, dove, ricorrendo all'ostruzionismo, i socialisti costrinsero Pelloux a sciogliere le Camere e ad andare a nuove elezioni, che videro una decisa avanzata della sinistra. Pelloux si dimise e Umberto I, in rispetto delle libertà garantite dallo Statuto, accettò di assegnare la carica di [[Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|Presidente del Consiglio]] a [[Giuseppe Saracco]], che diede il via a una politica di riconciliazione nazionale. La premiazione del generale Bava Beccaris fu la causa dell'ultimo e letale attentato al monarca, per opera di [[Gaetano Bresci]].<ref>[[Arrigo Petacco]], ''L'anarchico che venne dall'America'', Mondadori, Milano, 1974, p.91.</ref>
 
=== L'attentato fatale ===
[[File:Bresci killing.jpg|thumb|upright=0.7|La famosa copertina della [[La Domenica del Corriere|Domenica del Corriere]], disegnata da [[Achille Beltrame]], illustra l'uccisione a rivoltellate di Umberto I a Monza il 29 luglio 1900, per mano dell'anarchico [[Gaetano Bresci]] che perseguiva il preciso scopo di vendicare le vittime delle repressioni governative di fine secolo.]]
[[File:Tomb Umberto I Pantheon 2006.jpg|thumb|upright=0.7|La tomba di Umberto I nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], Roma]]
Il 29 luglio 1900, Umberto I fu invitato a [[Monza]] per onorare con la sua presenza la cerimonia di chiusura del concorso ginnico organizzato dalla società sportiva ''[[Forti e Liberi]]''; egli non era tenuto a presenziare, ma fu convinto dalla circostanza per cui al saggio sarebbero state presenti le squadre di [[Trento]] e [[Trieste]], atleti ai quali - infatti - stringendo le mani, disse: "Sono lieto di trovarmi tra italiani" (frase che non passò inosservata, e che scatenò un uragano di applausi).
Sebbene fosse solito indossare una cotta di maglia protettiva sotto la camicia, a causa del gran caldo, e contrariamente ai consigli degli attendenti alla sicurezza, quel giorno fatidico Umberto non la indossò. Tra la folla si trovava anche l'attentatore, [[Gaetano Bresci]], un [[anarchico]] toscano emigrato negli [[Stati Uniti]], con in tasca una rivoltella a cinque colpi.
 
Il sovrano s'intrattenne per circa un'ora, era di ottimo umore: «Fra questi giovanotti in gamba mi sento ringiovanire».<ref>[[Ugoberto Alfassio Grimaldi]], ''Il re buono'', Feltrinelli, Milano, 1970, p.446.</ref> Decise di andarsene verso le 22.30 e si recò verso la carrozza, mentre la folla applaudiva e la banda intonava la [[Marcia Reale]].
 
Approfittando della confusione, Bresci fece un balzo in avanti con la pistola in pugno e sparò alcuni colpi in rapida successione. Non si è mai appurato con precisione quanti, ma la maggior parte dei testimoni disse di aver sentito l'eco di almeno tre. Umberto difatti venne raggiunto a una spalla, al polmone e al cuore. Egli ebbe appena il tempo di mormorare: «Avanti, credo di essere ferito»,<ref>[[Gianni Oliva]], ''I Savoia: novecento anni di una dinastia'', Mondadori, Milano, 1998, p.434.</ref> prima di cadere riverso sulle ginocchia del generale Ponzio Vaglia, che gli sedeva di fronte in carrozza.
[[File:014CappellaEspiatoria.JPG|left|thumb|La [[Cappella Espiatoria]] a Monza]]
Subito dopo, i [[carabinieri]] comandati dal maresciallo Locatelli cercarono, riuscendovi, di sottrarre il Bresci al linciaggio della folla, traendolo in arresto. Intanto la carrozza col sovrano ormai cadavere era giunta alla [[Villa Reale di Monza|reggia di Monza]]; la regina, avvisata, si precipitò all'ingresso gridando: «Fate qualcosa, salvate il re».<ref>Ugoberto Alfassio Grimaldi, ''Il re buono'', Feltrinelli, Milano, 1970, p.447.</ref>
 
Ma non c'era ormai più nulla da fare; Umberto era già spirato.
 
L'[[omicidio]] suscitò in Italia un'ondata di deplorazione e di paura, tanto da indurre gli stessi ambienti anarchici e socialisti a prenderne le distanze ([[Filippo Turati]] ad esempio rifiutò di difendere il regicida in tribunale).
Il 9 agosto venne celebrato il funerale religioso a [[Roma]] e la sua salma venne tumulata nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] accanto a quella del padre; il 13 agosto diventò giorno di lutto nazionale.
 
Molte furono le voci che si alzarono - contro o a favore - il gesto di Bresci, immediatamente messe a tacere dall'introduzione del nuovo [[reato]] di "apologia di regicidio", per il quale vennero tratti in arresto due religiosi: don [[Arturo Capone]], [[parroco]] a [[Salerno]] e fra Giuseppe Volponi, un [[francescano]] di Roma.<ref>Giuseppe Galzerano, ''Gaetano Bresci: la vita, l'attentato, il processo e la morte del regicida anarchico'', Galzerano editore, Casalvelino Scalo, 1988, pag.40</ref> Quest'ultimo, fu condannato a 8 mesi di galera e a mille lire di multa (28 agosto).
 
Bresci venne processato il 29 agosto e condannato il giorno stesso all'ergastolo, in quanto la pena di morte era in vigore solo per alcuni reati militari, puniti dal [[Codice penale militare di guerra]].<ref>[http://www.liceoberchet.it/ricerche/i-iid/diritti/diritti3d.htm ''La pena di morte in Italia]</ref> Bresci morì suicida il 22 maggio [[1901]] in circostanze molto dubbie (impiccato nella propria cella), sebbene si dicesse che fosse rimasto vittima di un pestaggio da parte delle guardie.<ref name=ortalli>[http://liberidallergastolo.wordpress.com/2013/02/11/estratto-da-massimo-ortalli-gaetano-bresci-tessitore-anarchico-e-uccisore-di-re-nova-delphi-2011-pp-85-86/ Estratto da: Massimo Ortalli, Gaetano Bresci, tessitore anarchico e uccisore di re]</ref>
 
Il luogo dell'attentato, a [[Monza]], è segnato da una [[cappella espiatoria di Monza|Cappella]] in sua memoria, costruita nel [[1910]] su disegno dell'architetto [[Giuseppe Sacconi]], per volontà del figlio del re, [[Vittorio Emanuele III]].
 
== Albero genealogico ==
<center>
{| class="wikitable" style="text-align:center"
|-
|-
| rowspan="16" | '''Umberto I di Savoia'''
| rowspan="8" | '''Padre:'''<br />[[Vittorio Emanuele II di Savoia]]
| rowspan="4" | '''Nonno paterno:'''<br />[[Carlo Alberto di Savoia]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo Emanuele di Savoia-Carignano]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Vittorio Amedeo II di Savoia-Carignano]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Maria Cristina di Sassonia|Maria Cristina di Sassonia-Curlandia]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Carlo di Sassonia]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />Francesca von Corvin-Krasinska
|-
| rowspan="4" | '''Nonna paterna:'''<br />[[Maria Teresa d'Asburgo-Toscana]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Ferdinando III di Toscana]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Maria Ludovica di Borbone-Napoli]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Ferdinando I di Borbone]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]
|-
| rowspan="8" | '''Madre:'''<br />[[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]]
| rowspan="4" | '''Nonno materno:'''<br />[[Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno materno:'''<br />[[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Francesco I di Lorena]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Maria Teresa d'Asburgo]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna materna:'''<br />[[Maria Ludovica di Borbone-Napoli]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Carlo III di Spagna]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Maria Amalia di Sassonia]]
|-
| rowspan="4" | '''Nonna materna:'''<br />[[Maria Elisabetta di Savoia-Carignano]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno materno:'''<br />[[Carlo Emanuele di Savoia-Carignano]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Vittorio Amedeo II di Savoia-Carignano]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna materna:'''<br />[[Maria Cristina di Sassonia|Maria Cristina di Sassonia-Curlandia]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Carlo di Sassonia]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />Francesca von Corvin-Krasinska
|}
</center>
 
===Ascendenza patrilineare===
# [[Umberto I Biancamano|Umberto I]], [[conte di Savoia]], circa 980-1047
# [[Oddone di Savoia|Oddone]], conte di Savoia, 1023-1057
# [[Amedeo II di Savoia|Amedeo II]], conte di Savoia, 1046-1080
# [[Umberto II di Savoia (conte)|Umberto II]], conte di Savoia, 1065-1103
# [[Amedeo III di Savoia|Amedeo III]], conte di Savoia, 1087-1148
# [[Umberto III di Savoia|Umberto III]], conte di Savoia, 1136-1189
# [[Tommaso I di Savoia|Tommaso I]], conte di Savoia, 1177-1233
# [[Tommaso II di Savoia|Tommaso II]], conte di Savoia, 1199-1259
# [[Amedeo V di Savoia|Amedeo V]], conte di Savoia, 1249-1323
# [[Aimone di Savoia (1291-1343)|Aimone]], conte di Savoia, 1291-1343
# [[Amedeo VI di Savoia|Amedeo VI]], conte di Savoia, 1334-1383
# [[Amedeo VII di Savoia|Amedeo VII]], conte di Savoia, 1360-1391
# [[Amedeo VIII di Savoia|Amedeo VIII]] (Antipapa Felice V), [[principe di Piemonte]], 1383-1451
# [[Ludovico di Savoia|Ludovico]], principe di Piemonte, 1413-1465
# [[Filippo II di Savoia|Filippo II]], principe di Piemonte, 1443-1497
# [[Carlo II di Savoia|Carlo II]], principe di Piemonte, 1486-1553
# [[Emanuele Filiberto di Savoia|Emanuele Filiberto]], principe di Piemonte, 1528-1580
# [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]], principe di Piemonte, 1562-1630
# [[Tommaso Francesco di Savoia|Tommaso Francesco]], [[principe di Carignano]], 1596-1656
# [[Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano|Emanuele Filiberto]], principe di Carignano, 1628-1709
# [[Vittorio Amedeo I di Savoia-Carignano|Vittorio Amedeo I]], principe di Carignano, 1690-1741
# [[Luigi Vittorio di Savoia-Carignano|Luigi Vittorio]], principe di Carignano, 1721-1778
# [[Vittorio Amedeo II di Savoia-Carignano|Vittorio Amedeo II]], principe di Carignano, 1743-1780
# [[Carlo Emanuele di Savoia-Carignano|Carlo Emanuele]], principe di Carignano, 1770-1800
# [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]], [[re di Sardegna]], 1798-1849
# [[Vittorio Emanuele II]], [[re d'Italia]], 1820-1878
# '''Umberto I''', re d'Italia, 1844-1900
 
== Titoli e onorificenze ==
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Most Holy Annunciation BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran maestro e cavaliere dell'ordine supremo della Santissima Annunziata
|collegamento_onorificenza=Ordine supremo della Santissima Annunziata
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere_di_gran_croce_OMS_BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran maestro e cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere di gran Croce Regno SSML BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran maestro e cavaliere di gran croce dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
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|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere di Gran Croce OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran maestro dell'ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ordine Civile di Savoia BAR.svg
|nome_onorificenza=Gran maestro dell'Ordine al merito civile di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito civile di Savoia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione=Per brillantissimo coraggio dimostrato nel condurre la sua divisione al fuoco e per le savie disposizioni date pel suo piazzamento nel fatto d'armi di Villafranca il 24 giugno
|luogo=6 dicembre 1866
}}
{{Onorificenze
|immagine=CampagneGuerreIndipendenza.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa delle campagne delle guerre d'indipendenza
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Ord.Aquilanera.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'ordine dell'Aquila nera (Impero di Germania)
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Aquila nera
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Garter UK ribbon.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'ordine della Giarrettiera (Regno Unito)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Giarrettiera
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Golden Fleece Rib.gif
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'ordine del Toson d'oro (Impero austro-ungarico)
|collegamento_onorificenza=Toson d'oro
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Royal Order of Kamehameha I Grand Cross.gif
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii)
|collegamento_onorificenza=Ordine reale di Kamehameha I
|motivazione=
|luogo=[[1878]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Seraphimerorden ribbon.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia)
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Serafini
|motivazione=
|luogo=14 marzo [[1862]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Orderelefant ribbon.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca)
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Elefante
|motivazione=
|luogo=19 agosto [[1863]]
}}
 
== Note ==
{{<references}} />
 
== Voci correlate ==
* [[GaetanoGruppo Brescimontuoso]]
* [[GiovanniAlta Passannantemontagna]]
* [[PietroBassa Acciaritomontagna]]
* [[FiorenzoLista Bavadi Beccarismontagne]]
* [[CappellaCatena Espiatoriamontuosa]]
* [[Montagna sottomarina]]
* [[Montagne su altri corpi del Sistema solare]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Box successione
* {{Collegamenti esterni}}
|tipologia = regnante
|carica = [[Elenco di monarchi italiani|Re d'Italia]]
|periodo = 9 gennaio [[1878]] - 29 luglio [[1900]]
|precedente = [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]]
|successivo = [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]
|immagine = Royal standard of Italy (1880 - 1946).svg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Colonia Eritrea|Reggente della Colonia d'Eritrea]]
|periodo = [[1890]] - 29 luglio [[1900]]
|precedente = Titolo inesistente
|successivo = [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]
|immagine = Eritrea COA.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Somalia italiana|Reggente della Colonia di Somalia]]
|periodo = [[1890]] - 29 luglio [[1900]]
|precedente = Titolo inesistente
|successivo = [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]
|immagine = Italian Somaliland COA.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Principe di Piemonte|Erede al trono di Sardegna]]
|periodo = ''Principe ereditario''<br />[[1849]]-[[1861]]
|precedente = [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele, principe di Piemonte]]<br />Poi monarca col nome di Vittorio Emanuele II
|successivo = ''Titolo mantenuto solo nominalmente, confluito nel Regno d'Italia''
|immagine = CoA of the prince of Piedmont.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Linea di successione al trono d'Italia|Erede al trono italiano]]
|periodo = ''Principe ereditario''<br />[[1861]]-[[1878]]
|precedente = Titolo inesistente
|successivo = [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele, principe di Napoli]]<br />Poi monarca col nome di Vittorio Emanuele III
|immagine = CoA of the prince of Piedmont.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = titolo nobiliare
|carica = [[Principe di Piemonte]]
|periodo = [[1861]] - [[1878]]<br />''2ª creazione''
|precedente = Nuova Creazione
|successivo = Titolo confluito nella Corona
|immagine = CoA of the prince of Piedmont.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = militare
|carica = [[Comando truppe alpine|Comandante generale delle truppe alpine]]
|periodo = [[1870]] - [[1873]]
|precedente = [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele Cadorna]]
|successivo = [[Luigi Mezzacapo]]
|immagine = CoA mil ITA cdo Comalp.jpg
}}
{{box successione
|tipologia=titolo onorifico
|precedente=[[Vittorio Emanuele II d'Italia]]
|successivo=[[Vittorio Emanuele III d'Italia]]
|carica=[[Storia della Sindone|Custode della Sacra Sindone]]
|periodo=9 gennaio [[1878]] - 29 luglio [[1900]]
|immagine=Turiner Grabtuch Gesicht negativ klein.jpg
}}
 
{{Colonialismo italiano}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografiemontagna|Casascienze Savoia|storiadella d'ItaliaTerra}}
 
[[Categoria:SepoltiMontagna| nel Pantheon (Roma)]]
[[Categoria:Re d'Italia (1861-1946)Geomorfologia]]
[[Categoria:Militari sabaudi]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Generali italiani]]
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare|di Savoia, Umberto I]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine della Giarrettiera|Umberto 01]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata]]
[[Categoria:Capi di Stato assassinati]]
[[Categoria:Reali assassinati]]
[[Categoria:Storia delle relazioni tra Santa Sede e Stato italiano]]
[[Categoria:Persone legate al colonialismo italiano]]
[[Categoria:Decorati con l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Assassinati con arma da fuoco]]