Guerra austro-turca (1716-1718) e Aimone di Savoia-Aosta (1900): differenze tra le pagine

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{{Monarca
{{Infobox conflitto
| nome= Aimone di Savoia
|Tipo=Guerra
| titolo= [[Duca d'Aosta|IV Duca d'Aosta]]
|Nome del conflitto =Guerra austro-turca (1716–1718)
| stemma=Coat of arms of the savoy-aosta line.svg
|Parte_di =della [[Guerra ottomano-asburgica]]
|Immagine immagine=EugenePrince Aimone of Savoy during the Battle of Belgrade- 1717restored.jpg
| legenda= Aimone di Savoia, [[ammiraglio]] della [[Regia Marina]] italiana
|Didascalia= ''Eugenio di Savoia durante la battaglia di Belgrado 1717, di Johann Gottfried Auerbach''
| altrititoli= [[Duca di Spoleto]]<br>[[Principe del sangue]]
|Data =[[1714]] – [[1718]]
| regno= 3 marzo [[1942]] -<br /> 29 gennaio [[1948]]
|Luogo =[[Balcani]]
| predecessore= [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia-Aosta]]
|Casus =Violazioni di leggi turche da parte di mercanti veneti
| successore=[[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo di Savoia-Aosta]]
|Mutamenti_territoriali = acquisizione austriaca del Banato, della [[Valacchia]] occidentale, della [[Serbia]] settentrionale con la città di Belgrado e con parte della [[Bosnia]]
| titolo1 = [[Stato Indipendente di Croazia|Re di Croazia]]
|Esito =Vittoria austro-veneta
| sottotitolo1 = come '''Tomislavo II'''
|Schieramento1 ={{AUT 1804-1918}}</br>{{REP-VEN}}</br>[[File:Flag of Bavaria (striped).svg|20px]] [[Baviera]]
| stemma1 = Coat of arms of the Independent State of Croatia.svg
|Schieramento2 ={{OTT}}
| regno1 = 18 maggio [[1941]] -<br /> 12 ottobre [[1943]]
|Comandante1 =[[Eugenio di Savoia]]
| predecessore1 = ''Titolo creato''
|Comandante2 =[[Damad Alì]] †<br> [[Halil Pascià]]
| successore1 = [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Zvonimiro II]]
|Effettivi1 =
| consorte=[[Irene di Grecia]]
|Effettivi2 =
| figli=[[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo di Savoia-Aosta]]
|Perdite1 =
| casa reale= [[Savoia Aosta]]
|Perdite2 =
| padre=[[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]]
|Perdite3 =
| madre=[[Elena d'Orléans]]
| data di nascita = [[9 marzo]] [[1900]]
| luogo di nascita =[[Torino]]
| data di morte = [[29 gennaio]] [[1948]]
| luogo di morte = [[Buenos Aires]]
| religione = [[Cattolicesimo|Cattolica]]
}}
{{Infobox militare
|Nome = Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)
|Immagine = Aimone di Savoia Duca di Spoleto.jpg
|Didascalia = Aimone di Savoia-Aosta
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 9 marzo 1900
|Nato_a = Torino
|Data_di_morte = 29 gennaio 1948
|Morto_a = Buenos Aires
|Cause_della_morte = infarto
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = {{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|25}} [[Regia Marina]]
|Arma =
|Corpo = [[Servizio Aeronautico della Marina|Servizio Aeronautico della Regia Marina]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto= [[Dante Alighieri (nave da battaglia)]]<br />[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)]]<br />[[Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere)]]<br />[[251ª Squadriglia]]<br />[[Roma (nave da battaglia 1907)]]<br />[[Sebastiano Caboto (cannoniera)]]
|Anni_di_servizio = 1916-1943
|Grado = Ammiraglio di Squadra
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di = [[251ª Squadriglia]]<br />[[Quintino Sella (cacciatorpediniere)]]<br />[[Bettino Ricasoli (cacciatorpediniere)]]<br />[[Pantera (cacciatorpediniere)]]<br />Dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a La Spezia
|Decorazioni = [[medaglia d'argento al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Aimone Roberto Margherita Maria Giuseppe Torino di
|Cognome = Savoia-Aosta
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
|GiornoMeseNascita = 9 marzo
|AnnoNascita = 1900
|LuogoMorte = Buenos Aires
|GiornoMeseMorte = 29 gennaio
|AnnoMorte = 1948
|Epoca = 1900
|PreAttività = è stato un membro di [[Casa Savoia]], appartenente al ramo [[Savoia-Aosta]], e un
|Attività = ammiraglio
|Nazionalità = italiano
}}
 
Fu anche [[Stato Indipendente di Croazia|re di Croazia]] con il nome di '''Tomislavo II''', senza però mai prendere possesso del trono.
La sesta '''Guerra austro-turca''' ebbe inizio nel [[1716]] e durò fino al [[1718]]. Essa vide opporsi l'[[Sacro Romano Impero|impero asburgico]], alleato della [[Repubblica di Venezia]], contro l'[[Impero Ottomano]], anche se in effetti essa ebbe inizio come conflitto fra quest'ultimo e la Serenissima ([[Seconda guerra di Morea]]), mentre l'intervento dell'impero ebbe luogo solo nel [[1716]].
 
== PremesseBiografia ==
===Infanzia===
Alla fine della [[Guerra austro-turca (1683-1699)|guerra austro turca dal 1683 al 1699]] l'impero ottomano dovette, con la [[pace di Carlowitz|pace di Karlowitz]] del [[1699]], rinunciare a tutti i territori a nord del [[Danubio]] (con la sola eccezione del [[Banato]]) occupati dall'[[Austria]], a favore di quest'ultima e riconoscere la sovranità veneziana sulla [[Morea]] (Peloponneso). La debolezza dell'impero ottomano non consentì a quest'ultimo, negli anni subito successivi, la riconquista dei territori perduti. In quel periodo ebbe luogo solo una guerra di confine fra turchi e [[Russia|russi]], terminata nel [[1711]] con il successo turco che fu sancito dalla [[pace del Prut]]. Incoraggiati da questo successo, i turchi progettarono una revisione del trattato di pace di Karlowitz, volgendosi prima contro la Repubblica di Venezia che pareva loro il punto più debole dell'alleanza, ritenendo che l'Austria, indebolita dalla [[Guerra di successione spagnola]] (1701 – 1714) appena terminata, non sarebbe entrata in guerra a fianco dell'alleato veneto.
[[File:La Duchessa d’Aosta Elena con i figli Amedeo ed Aimone.jpg|thumb|Aimone con la madre [[Elena d'Orléans|Elena]] e suo fratello [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia-Aosta]]]]
Fratello minore di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia-Aosta, terzo duca d'Aosta]], Aimone nacque a [[Torino]] il 9 marzo [[1900]] da [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Emanuele Filiberto, secondo duca d'Aosta]], e da [[Elena d'Orléans|Elena di Borbone-Orléans]]. Suoi nonni erano il re di Spagna [[Amedeo I di Spagna|Amedeo I]] e la principessa [[Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna]], mentre suo bisnonno era il re d'Italia [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]].
 
Il 22 settembre [[1904]] ricevette il titolo di [[duchi di Spoleto|duca di Spoleto]].
== Lo svolgimento del conflitto ==
=== La guerra fino alla partecipazione austriaca ===
[[File:Johann_Gottfried_Auerbach_002.JPG|thumb|upright=0.7|left|L'imperatore Carlo VI (1685-1740)]]
 
=== Regia Marina===
Con il pretesto di alcune violazioni della legge turca da parte di commercianti veneti, il 9 dicembre [[1714]] l'impero ottomano, di cui era allora sultano [[Ahmed III]], dichiarò guerra alla repubblica veneta, ma solo nell'estate successiva ebbero inizio le operazioni militari vere e proprie. Il 27 giugno [[1715]] un esercito turco forte di 40.000 effettivi sbarcò da una flotta di 80 navi al comando di [[Kapudan Pascha]] presso [[Cerigo]] nel Peloponneso. Contro tali forze la repubblica di Venezia poteva opporre solo un esercito di 10.000 uomini ed una flotta di 19 navi al comando del provveditore [[Geronimo Dolfin]]. Essi si asserragliarono nelle sole piazze fortificate della penisola, cosicché i turchi poterono occupare nel corso dello stesso mese l'intera Morea.
[[File:S.A.R. Aimone di Savoia-Aosta a Bordo della R.N. Dante Alighieri.jpg|thumb|[[altezza reale|S.A.R.]] Aimone di Savoia-Aosta a bordo della [[Dante Alighieri (nave da battaglia)|Dante Alighieri]] nel [[1916]]]]
Uscito nel [[1916]] dall'[[Accademia Navale]] di [[Livorno]] con il grado di [[guardiamarina]], Aimone divenne [[sottotenente di vascello]] l'anno successivo.
Dal 1916 è imbarcato sulle [[Dante Alighieri (nave da battaglia)|Dante Alighieri]], [[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]] e [[Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere)|Vincenzo Giordano Orsini]].
Impiegato come pilota dal marzo 1918 viene assegnato all'[[Isola di Sant'Andrea (Venezia)]] nella [[251ª Squadriglia]] di [[idrovolante|idrovolanti]] dotata di [[Macchi L.3]] negli ultimi mesi della [[prima guerra mondiale]], dal 14 giugno ne diventa comandante e fu decorato con una croce di guerra, una [[Medaglia d'argento al Valor Militare]] e due di bronzo.
Nel dopoguerra venne promosso tenente di vascello continuando a volare.
 
Nel 1920-1921 è sulla [[Roma (nave da battaglia 1907)|Roma]] impegnata in Sud America e nel 1922-1923 sulla [[Sebastiano Caboto (cannoniera)|Sebastiano Caboto]] impegnata in Cina.
Si trattava ormai solamente più di una questione di tempo per la perdita totale del territorio da parte veneta a favore dei turchi. Venezia si appellò quindi agli impegni presi dall'Austria con la [[Lega Santa (1684)|Lega Santa del 1683]] che avrebbero imprescindibilmente richiesto l'intervento militare austriaco a fianco dell'alleato. L'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]] esitava a causa della situazione finanziaria e militare che la Guerra di successione spagnola aveva indebolito ma quando [[Papa Clemente XI]] decise di stanziare una forte somma a favore dell'intervento austriaco e dopo aver ottenuto dalla [[Francia]] garanzie di non intervento nei territori italiani occupati dall'Austria, rinnovò il 13 aprile [[1716]] il patto con la repubblica di Venezia e decise di entrare in guerra a suo fianco contro gli ottomani.
Nel 1925 diventa capitano di corvetta e dal 1926 al 1928 comanda il [[Quintino Sella (cacciatorpediniere)|Quintino Sella]].
Nel [[1929]], vent'anni dopo suo zio [[Duca degli Abruzzi|Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi]], Aimone organizzò una spedizione alpinisica italiana sul [[Karakorum]] tentando di scalare il [[K2]] insieme ad [[Ardito Desio]]. Dopo il fallimento della scalata a causa delle proibitive condizioni del tempo, Aimone si concentrò su studi scientifici.
In seguito comanda il [[Bettino Ricasoli (cacciatorpediniere)|Bettino Ricasoli]] e nel 1934 diventa capitano di vascello.
Dal 1935 al 1936 comanda il [[Pantera (cacciatorpediniere)|Pantera]] in [[Africa Orientale Italiana]].
 
Contrammiraglio nel 1936, fu comandante della piazza di Pola dal 1937 al 1938.
=== 1716: La [[battaglia di Petervaradino]] ===
Dal 1938 al 1939 promosso ammiraglio di divisione, comandò la 4ª Divisione navale e nel 1939 fu promosso ammiraglio di squadra.
[[File:Prinz-Eugen-von-Savoyen1.jpg|thumb|Il principe [[Eugenio di Savoia]]-Carignano (1663-1736), ritratto di [[Jacob van Schuppen]] (1718)]]
Nel [[1936]] Aimone di Savoia-Aosta inventa i [[Barchino esplosivo|barchini esplosivi M.T.M.]], mezzi d'assalto che verranno usati dagli incursori dei [[Motoscafo armato silurante|MAS]].
 
Il 1º luglio [[1939]], in [[Santa Maria del Fiore]] a [[Firenze]], sposò la [[Irene di Grecia (1904-1974)|principessa Irene di Grecia]], figlia del re [[Costantino I di Grecia|Costantino I]] e della regina [[Sofia di Prussia|Sofia]]. Da questo matrimonio nacque un solo figlio, [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo]], nato a [[Firenze]] il 27 settembre [[1943]].
Nel luglio del 1716 una gigantesca armata turca, il cui ammontare fu valutato in 200.000 uomini marciava in direzione di [[Petervaradino]],<ref>Non si deve dimenticare tuttavia il fatto che le armate turche si muovevano sempre con un enorme apparato di salmerie: servi, schiavi, artigiani, commercianti e persino interi harem. Si può quindi ritenere che i combattenti effettivi fossero all'incirca la metà, cioè 100.000.</ref>Il principe [[Eugenio di Savoia|Eugenio]], presidente dal 1703 dell'Alto Consiglio di Corte, aveva a disposizione circa 70.000 effettivi. All'inizio di agosto entrambi gli eserciti si trovarono nella zona di Petervaradino: l'armata austriaca era schierata fra le paludi sulle rive del [[Danubio]] e la fortezza mentre i turchi avevano raggiunto le vicine alture e si trovavano in evidente posizione di vantaggio. I generali del principe Eugenio suggerivano una tattica difensiva: o concentrarsi nella difesa della fortezza o attendere al riparo delle trincee sulle rive del Danubio, ma l'attitudine del principe all'iniziativa non era in sintonia con questi consigli e così egli ordinò l'attacco alle postazioni ottomane per il 5 agosto.
Inizialmente il centro dello schieramento austriaco si trovò in difficoltà e si prospettava il pericolo di un cedimento. Il principe Eugenio però riuscì con una manovra della cavalleria da lui direttamente condotta, ad aprirsi un varco nel fianco sinistro dello schieramento turco e i cavalleggeri ottomani furono letteralmente disarcionati dai corazzieri imperiali. Dopo cinque ore di combattimento la battaglia ebbe fine: 5.000 austriaci e 30.000 turchi avevano perso la vita. Inoltre le truppe dell'imperatore Carlo VI raccolsero un enorme bottino.
 
Dal marzo 1940 al maggio 1941 diventa Comandante in capo del dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a [[La Spezia]].
=== La presa di Temesvár ===
Dopo la vittoriosa battaglia di Petervaradino, il principe Eugenio volle approfittare strategicamente del vantaggio acquisito con il favorevole esito della medesima, per cui volse le sue forze alla conquista di [[Belgrado]]. Questa era una vera e propria fortezza, posta alla confluenza sul Danubio con la [[Sava (fiume)|Sava]], per la conquista della quale non sarebbe sicuramente stato sufficiente il solo impiego della flottiglia armata fluviale. Egli decise quindi di attaccare prima la fortezza di [[Temesvár]], la cui presa gli avrebbe consentito di occupare il [[Banato]], ultima regione del vecchio [[Regno d'Ungheria]] ancora in mano turca. L'assedio della fortezza iniziò già nel mese di agosto e terminò inaspettatamente in ottobre, con la capitolazione della guarnigione turca e l'autorizzazione alla popolazione civile ottomana di lasciare la città e trasferirsi a Belgrado, ancora in mano ai turchi. Con la cessione di Temesvár all'Austria ebbe termine più di un secolo e mezzo di dominio turco sul Banato, il quale rimase territorio degli [[Casa di Asburgo|Asburgo]] fino alla fine della [[Prima guerra mondiale]].
 
Dopo l'entrata dell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]], nel febbraio [[1942]] fu posto al comando dell'ispettorato generale delle [[Motoscafo armato silurante|flottiglie MAS]] (Generalmas), con sede prima a Livorno e poi a Lerici, fino all'8 settembre 1943.
=== La [[Assedio di Belgrado (1717)|battaglia di Belgrado]] ===
[[File:Belagerung belgrad 1717.jpg|upright=1.5|thumb|Assedio di Belgrado del 1717]]
 
=== Re di Croazia ===
A quel momento era possibile attaccare la città fortificata di Belgrado. A causa delle anse del Danubio e della Sava allo sfociare di quest'ultima nel primo, la città poteva essere attaccata direttamente solo dal lato meridionale. Il valore militare di questa postazione era sia quello di baluardo contro un attacco da sud-est che l'impraticabilità di un attacco da nord-ovest. Inoltre Belgrado era in una posizione chiave per il dominio sui [[Balcani]]. Nel [[1688]] la città era già stata sottratta ai turchi che la riottennero però due anni dopo. Il principe Eugenio, che nella battaglia del 1688 era rimasto seriamente ferito, sollecitò, sostenuto in ciò anche dall'imperatore asburgico, la rapida costituzione di una flottiglia armata sul Danubio, che egli riteneva indispensabile alla presa della fortezza. Questa aveva il compito di tener testa alla esperta e battagliera forza turca del Danubio e di garantire la copertura alle forze dell'esercito imperiale. L'equipaggio per la flotta, costruita in fretta e furia, fu reclutato nei Paesi Bassi asburgici.
L'idea di un italiano sul trono di una Croazia indipendente nacque il 9 marzo [[1939]] quando [[Galeazzo Ciano]] ricevette Giuseppe de Bombelles, un agente segreto al servizio di [[Ante Pavelić il Giovane|Ante Pavelić]]. Dopo aver lamentato lo stato pietoso nel quale i serbi tenevano i croati nell'ambito del [[Regno di Jugoslavia]] dei [[Karađorđević]], de Bombelles suggerì come "ideale per la Croazia: un regno autonomo, con un principe italiano, o, in unione personale con il Re d'Italia".<ref>Galeazzo Ciano, ''Diario'', Rizzoli, Milano, 1963, annotazione del 9 marzo 1939.</ref>
 
Intanto si parlava anche di proposte ed intese fra alti esponenti politici ungheresi ed italiani affinché [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo]], il fratello di Aimone, cingesse la [[Corona di Santo Stefano|corona d'Ungheria]], rimasta vacante dopo la sconfitta degli [[Asburgo]] al termine della [[prima guerra mondiale]] (volendo mantenere la monarchia, dato che la corona rappresentava l'unità e l'indipendenza dello stato, al termine della [[prima guerra mondiale]] gli ungheresi trovarono una soluzione di compromesso eleggendo un [[reggenza|reggente]] nella persona dell'ammiraglio [[Miklós Horthy]], in attesa della futura salita al trono di un re che non fosse un Asburgo, dinastia cui le potenze vincitrici della guerra avevano posto il veto. La morte di Amedeo nel [[1942]], però, fece sfumare il piano di mettere un Savoia sul trono di [[Budapest]]).
Il 13 maggio [[1717]], la vigilia della nascita della futura imperatrice [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], il principe Eugenio lasciò [[Vienna]] e raggiunse le sue truppe presso Futtak. Il 9 giugno, prima ancora del ricongiungimento di tutti i suoi corpi d'armata, egli iniziò la marcia su Belgrado alla testa di circa 70.000 uomini, ai quali si aggiunsero 6.000 bavaresi comandati dal generale [[Alessandro Maffei|Alexander von Maffei]], ed altre forze austriache. Attraversato il Danubio nei giorni 15 e 16 giugno, senza incontrare resistenza alcuna, l'artiglieria imperiale prese posizione e si iniziò lo scavo di trincee sia contro la fortezza che alle spalle dell'esercito per proteggerlo dall'attacco dell'esercito turco di rinforzo, stimato dalle informazioni ricevuta dal principe Eugenio, in 150.000 uomini. In effetti questo giunse di fronte alle truppe imperiali il 28 giugno ma anziché attaccarle preferì attestarsi costruendo proprie trincee di fronte a quelle asburgiche.
 
[[File:Croatia-41-45.gif|thumb|upright=1.6|Divisione della Jugoslavia dopo la sua invasione da parte delle [[Potenze dell'Asse]].
Ora gli assedianti erano divenuti a loro volta assediati ed il piano originario di Eugenio di Savoia di eliminare l'esercito turco di rinforzo e quindi poter conquistare la città era fallito, visto che questo si era limitato a trincerarsi senza attaccare. L'esercito asburgico invece era ora preso fra la tenaglia le cui ganasce erano la fortezza e le truppe ottomane di rinforzo e fra le sortite degli assediati, le cannonate da entrambe le parti e gli attacchi di febbre malarica, Eugenio vedeva il proprio esercito assottigliarsi. La situazione stava divenendo critica, poiché il trascorrere del tempo giocava a favore dei turchi, ma quando le dimensioni del problema stavano diventando preoccupanti, improvvisamente, il 14 di luglio, Belgrado fu scossa da una violentissima esplosione: un colpo di mortaio aveva centrato il magazzino delle polveri ed in un solo colpo morirono più di 3.000 difensori. A causa di questo evento e con la visione di una severa sconfitta di fronte agli occhi, il principe Eugenio convocò il suo Stato Maggiore ed impartì gli ordini per l'attacco all'armata turca di rinforzo. Nella notte del 16 agosto ebbe luogo l'attacco di sorpresa, fanteria al centro e cavalleria alle ali. Ad eccezione della guarnigione a difesa delle trincee di fronte alla fortezza, tutti dovettero partecipare alla battaglia.
{{legenda|#339966|Aree assegnate all'Italia: l'area costituente la [[provincia di Lubiana]], l'area accorpata alla [[provincia di Fiume]] e le aree costituenti il [[Governatorato di Dalmazia]]}}
{{legenda|#ff0000|[[Stato Indipendente di Croazia]]}}
{{legenda|#0000ff|Area occupate dalla [[Germania nazista]]}}
{{legenda|#996666|Aree occupate dal [[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Regno d'Ungheria]]}}]]
Intanto il ministro degli esteri Ciano stese un verbale composto da sei punti circa i piani riguardanti la Croazia:<ref>Galeazzo Ciano, ''Diario'', Rizzoli, Milano, 1963, pagina 199.</ref>
* l'Italia finanzia con venti milioni di dinari il movimento indipendentista croato;
* questo movimento si impegna a preparare la rivoluzione entro quattro o cinque mesi;
* chiamerà subito le truppe italiane per assicurare l'ordine e la pace;
* la Croazia si proclamerà uno stato indipendente federato con Roma;
* l'Italia potrà tenere forze armate in Croazia e vi terrà un suo luogotenente generale come in Albania;
* dopo qualche tempo si deciderà circa la possibilità di un'unione personale delle corone italiana e croata.
 
Il 26 marzo [[1941]], il [[Regno di Jugoslavia]] aveva aderito al [[patto tripartito]], divenendo di fatto una nazione amica (e quindi non attaccabile) dell'Italia, ma il giorno seguente, il generale [[Dušan Simović]] realizzò a [[Belgrado]] un colpo di Stato che capovolgeva completamente la situazione: rinnegò l'alleanza con Italia e Germania, costituì un governo favorevole agli angloamericani e dichiarò maggiorenne il re [[Pietro II di Jugoslavia|Pietro II]], sovrano sostenuto dai britannici.
Quando l'armata imperiale si preparava all'attacco notturno del 16 agosto, i turchi non si accorsero di nulla, dato che allora un attacco notturno era cosa inconsueta. Allorché le prime ore di combattimento erano trascorse e si stava facendo chiaro, emerse al centro dello schieramento asburgico una falla, della quale approfittò l'esercito turco per un contrattacco. Il principe Eugenio allora inviò la sua riserva per fermare il nemico, comandandone egli stesso la cavalleria. Il contrattacco ottomano fu respinto e di conseguenza le sue trincee espugnate, per cui i turchi persero l'ordine di combattimento e il loro esercito si trasformò in un flusso disordinato di fuggitivi.
Per tutta risposta, il 6 aprile [[1941]] l'aviazione tedesca effettuò un pesantissimo bombardamento su Belgrado, cui fece seguito l'[[invasione del Regno di Jugoslavia]], il cui crollo e smembramento furono immediati. Il re [[Pietro II di Jugoslavia|Pietro II]] ed il governo furono costretti a lasciare il paese, costituendo a [[Londra]] un governo in esilio. Il 10 aprile [[1941]] venne proclamata l'indipendenza della Croazia. Il nuovo stato, però, non era altro che una [[stato fantoccio|nazione fantoccio]] controllata dall'[[Potenze dell'Asse|asse italo-tedesca]] che comprendeva gran parte della [[Croazia]] e della [[Bosnia ed Erzegovina]].
 
Poiché la [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]] era priva di una propria dinastia, in quanto l'antico Regno di Croazia era stato incorporato nel [[Regno d'Ungheria]] fin dal [[1097]], e, successivamente, era stato incluso nel nesso dell'[[Impero austro-ungarico]], [[Ante Pavelić il Giovane|Ante Pavelić]], leader degli [[Ustascia]] e capo del governo del nuovo [[Stato Indipendente di Croazia]], rispolverò l'idea di un sovrano italiano e si recò in [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] per offrire ufficialmente la corona di capo dello stato ad un principe di [[Casa Savoia]].
Alle 10 del mattino la battaglia era vinta e la guarnigione della fortezza capitolò alla notizia della sconfitta, autorizzata a lasciare Belgrado liberamente. Le perdite turche assommarono a circa 20.000 uomini e ad un'incalcolabile quantità di materiale bellico, munizioni e vettovaglie. Da questa battaglia trasse spunto il canto popolare: ''Il Principe Eugenio, nobile Cavaliere''.
{{Savoia Aosta}}
{{cn|Le motivazioni di questa offerta non sono mai state completamente chiarite: forse [[Ante Pavelić il Giovane|Pavelić]] voleva mostrare gratitudine a [[Benito Mussolini]], che lo aveva aiutato ed ospitato fra le due guerre mondiali; forse voleva sfruttare il fatto che un sovrano italiano, proveniente da una casata antichissima come [[Casa Savoia]], avrebbe giovato al prestigio dei rapporti internazionali del nuovo stato balcanico; o forse voleva prendere le distanze in maniera visibile dalla [[Germania nazista]], che cercava di impadronirsi materialmente del nuovo stato.}}
Secondo altri storici, invece, la decisione di nominare un principe italiano per il trono di [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]] partì dallo stesso [[Mussolini]], che successivamente convinse Ante Pavelić ad accettare, in modo da dimostrare alla [[Germania nazista|Germania]] che l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] contava ancora qualcosa.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/giugno/06/impubblicabile_intervista_Duca_nominato_Re_co_0_9806069721.shtml L'impubblicabile intervista al Duca nominato Re (ultimissima riga)]</ref>
Vittorio Emanuele III fu preso alla sprovvista, in quanto l'offerta della corona di Croazia era generica e sarebbe spettato a lui stesso, secondo Pavelić individuare chi avrebbe dovuto portarla. All'epoca erano parecchi i principi maschi in [[Casa Savoia]]: escluso ovviamente il [[Umberto II d'Italia|principe ereditario Umberto]], rimanevano tutti i membri dei rami collaterali [[Savoia-Aosta]] e [[Savoia-Genova]].
 
Fra gli Aosta venne scartato [[Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta|il conte di Torino Vittorio Emanuele]], scapolo ed ormai troppo anziano, mentre fra i Genova venne scartato il [[Ferdinando di Savoia-Genova (1884-1963)|duca Ferdinando]] per gli stessi motivi.
== La [[pace di Passarowitz]] del 1718 ==
[[File:Tamis banat1718 1739.png|thumb]]
Dopo le numerose sconfitte subite in questa guerra l'impero ottomano era pronto alla pace, così come quello asburgico, che nel novembre 1717 aveva assistito pressoché impotente alla invasione della Sardegna, allora in mano asburgica, da parte delle truppe spagnole.
 
Rimasto incerto fra Aimone e [[Filiberto di Savoia-Genova|Filiberto, duca di Pistoia]],<ref>Dopo l'invasione della Francia del 1940 si pensò di ricostruire l'antica Contea di Nizza, sulla quale avrebbe dovuto regnare proprio Filiberto di Savoia Genova. Il progetto, però, non ebbe alcun seguito.</ref> Vittorio Emanuele III optò per Aimone. Sempre secondo i diari di [[Galeazzo Ciano]], tale nomina costituì una vera e propria tegola in testa per Aimone, che doveva in questo modo congedarsi dalla [[Regia Marina]], la sua vera passione, in quanto tale servizio non era conciliabile con la sua nuova funzione. Aimone, tra l'altro, dichiarò:
Il 21 luglio [[1718]], grazie anche alla mediazione delle potenze della Triplice Alleanza ([[Inghilterra]], [[Francia]] ed [[Olanda]]), unitesi il 4 gennaio [[1717]] contro le mire espansionistiche della [[Spagna]] di [[Filippo V di Spagna|Filippo V di Borbone-Spagna]],<ref>Ispiratore della politica espansionista spagnola fu il primo ministro di Spagna cardinale [[Giulio Alberoni]] (1664 – 1752), che dopo aver risanato finanze ed esercito, cercava di far riacquistare alla Spagna il ruolo di grande potenza europea dopo la decadenza iniziata con il regno di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]]</ref> fu firmato a [[Požarevac|Passarowitz]] un trattato di pace, che confermava le posizioni acquisite: l'Austria ottenne il Banato, la [[Valacchia]] occidentale, la [[Serbia]] settentrionale con la città di Belgrado e parte della [[Bosnia]].
{{Citazione|Non ne voglio sapere. Non ho ambizioni politiche. Non voglio lasciare l'Italia, i miei interessi, le mie passioni. Non so nulla dei croati e della Croazia. Non desidero neppure conoscerli.}}{{cn}}
Con la Pace di Passarowitz Venezia dovette rinunciare alla [[Morea]] ma poté conservare le [[Isole Ionie]] ed estendere i propri domini in [[Dalmazia]] con le fortezze di [[Butrinto]], [[Parga]], [[Preveza|Prevesa]] e Vonitza.
 
Il 18 maggio [[1941]], dopo aver fermamente rifiutato il nome di Zvonimiro II, che assolutamente non gli piaceva, Aimone vinse la riluttanza iniziale, assunse il nome di Tomislavo II e fu designato re dello [[Stato Indipendente di Croazia]].
== Considerazioni conclusive ==
Aimone, restò in Italia, creò nel suo studio di [[Firenze]] un "ufficio per gli affari croati" allo scopo di conoscere il paese sul quale avrebbe dovuto regnare.
La fine del conflitto nei Balcani consentì all'Austria di unirsi alla Triplice Alleanza nella guerra contro la Spagna (2 agosto 1718), che fu chiamata [[Guerra della Quadruplice alleanza]].
Le notizie che pervennero da varie fonti (ambasciata italiana a [[Zagabria]], servizi segreti, rapporti confidenziali e informatori fidati) descrissero lo [[Stato Indipendente di Croazia]] come una realtà incompiuta non soltanto a livello istituzionale, ma anche sociale e culturale, e descrissero come spaventosa la situazione interna dello stato, caratterizzata da continue persecuzioni ed eccidi da parte degli [[ustascia]] di Ante Pavelić, che avevano avviato una vera e propria [[pulizia etnica]] contro minoranze nazionali ([[Serbia|serbi]]), avversari politici ([[Comunismo|comunisti]]) e minoranze religiose ([[Chiesa cristiana ortodossa|ortodossi]], [[Ebraismo|ebrei]] e [[Islamismo|musulmani]]).
Con la pace di Passarowitz il pericolo dell'espansione ottomana in Europa fu definitivamente scongiurato. L'Austria consolidò la sua posizione grazie alle conquiste territoriali ottenute dal principe Eugenio raggiungendo così la sua massima espansione. È vero che nella successiva [[guerra russo-turca (1735-1739)|guerra austro-turca del 1736-1739]] i territori occupati a sud del Danubio furono nuovamente perduti ma quelli a nord rimasero nel dominio asburgico fino alla sua fine. Il 1718 rimase convenzionalmente considerato l'anno in cui l'Austria assurse al ruolo di grande potenza, anche se la sua situazione finanziaria era allora pericolosamente prossima alla bancarotta.
 
Per questi motivi e per il fatto che Pavelić intendeva servirsi di Tomislavo II come di un re fantoccio, Aimone non prese mai possesso del trono di [[Zagabria]] e fu sovrano solo titolarmente, e recandosi mai in [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]], e abdicando formalmente alla corona, dopo l'armistizio italiano dell'8 settembre, il 12 ottobre [[1943]].
 
=== Tentativo di pace con le forze alleate ===
Intanto al [[1942]] risalgono i sondaggi effettuati da Aimone riguardanti la possibilità di una pace separata con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] per rompere l'alleanza con la [[Germania nazista]]. Nella [[primavera]] di quell'anno Aimone ricevette Alessandro Marieni, viceconsole italiano a [[Ginevra]]. A questi manifestò l'idea che l'[[Italia]] dovesse uscire dalla guerra trattando con gli anglo-americani. Marieni si impegnò a tener informato Aimone degli eventuali sviluppi. A [[Ginevra]], Marieni entrò in contatto con Victor Farrel, un colonnello inglese che operava sotto la copertura di console per la [[Gran Bretagna]]. Mediante lui le trattative entrarono nel dettaglio e ne furono informati anche [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] e [[Russia|russi]].<ref>Giulio Vignoli, ''Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia'', Mursia Editore.</ref>
 
Il 18 dicembre [[1942]] il ministro degli esteri inglese, [[Anthony Eden]], informò ufficialmente gli ambasciatori americano e russo a [[Londra]] che Aimone era pronto, in cambio di determinate garanzie, a guidare una rivolta per spodestare [[Benito Mussolini]]. Le garanzie richieste da Aimone erano:
* Appoggio dell'aviazione inglese.
* Sbarco concordato di truppe anglo-americane.
* Nessuna richiesta di consegna della flotta italiana.
* Mantenimento della monarchia in Italia.
 
Le trattative, però, si protrassero più a lungo del previsto, fin quasi alle soglie del [[25 luglio 1943]], senza giungere mai a conclusione poiché il governo britannico non voleva assumersi impegni precisi.<ref>Francesco Perfetti, ''1942, le inutili carte degli Aosta'', da ''Il Giornale'' del 14 ottobre 2009, pagina 29.</ref>
 
=== Duca d'Aosta e seconda guerra mondiale ===
Aimone divenne [[duca d'Aosta]] il 3 marzo [[1942]] a seguito della morte del fratello [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo]] in un campo di prigionia inglese a [[Nairobi]], in [[Kenya]].
 
Nel settembre [[1943]], ammiraglio della [[Regia Marina]], seguì Vittorio Emanuele III a [[Brindisi]] sulla [[Indomito (torpediniera)]] perdendo i contatti con la moglie, che, pochi giorni dopo, avrebbe partorito l'unico figlio, [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo]].
 
Negli ultimi mesi della [[seconda guerra mondiale]] Aimone, con il [[Regno del Sud]], fu comandante della base navale di [[Taranto]] e dell'Ispettorato generale MAS ([[Mariassalto]]) e ricevette il grado di [[ammiraglio di squadra]].
 
===Esilio e morte===
[[File:Aimone firenze 1946.jpg|thumb|Aimone a [[Firenze]] nel [[1946]], poco prima della partenza per [[Buenos Aires]].]]
Dopo il referendum istituzionale del giugno [[1946]], abbandonò l'[[Italia]] e si trasferì in [[Sudamerica]], morendo diciotto mesi dopo a [[Buenos Aires]], colpito da un [[infarto]].
 
La sua salma è stata riportata in Italia su interessamento del figlio [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo]]. Inizialmente inumato presso [[Arezzo]], in seguito Aimone venne definitivamente traslato insieme alla moglie Irene (morta nel [[1974]]) nella [[Cripta Reale di Superga|cripta reale della basilica di Superga]], a [[Torino]].
 
== Onorificenze ==
===Onorificenze del Regno di Croazia===
{{Onorificenze
|immagine=Ord.Leopold.PNG
|nome_onorificenza=Sovrano dell'Ordine della Corona del re Zvonimiro
|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona del re Zvonimiro
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Order of Merit (Independent State of Croacia).gif
|nome_onorificenza=Sovrano dell'Ordine al merito di Croazia
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito (Croazia)
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ord.Leopold.PNG
|nome_onorificenza=Sovrano dell'Ordine militare del Trifoglio di ferro
|collegamento_onorificenza=Ordine militare del Trifoglio di ferro
|motivazione=
}}
===Onorificenze italiane===
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Most Holy Annunciation BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata
|collegamento_onorificenza=Ordine supremo della Santissima Annunziata
|motivazione=
|data=1921
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere di gran Croce Regno SSML BAR.svg
|nome_onorificenza =Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione=
|data=1921
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere di Gran Croce OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
|data=1921
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ordine Civile di Savoia BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine al merito civile di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito civile di Savoia
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valore militare
|collegamento_onorificenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza=<span style="font-size: 120%;"> 2 </span>Medaglie di bronzo al valore militare
|collegamento_onorificenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza=Croce di guerra al valore militare
|collegamento_onorificenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=Per aver portato brillantemente la sua squadriglia d'idrovolanti a bombardare la stazione idrovolanti di Pola, danneggiando grandemente l'obbiettivo malgrado l'intenso fuoco nemico. (Pola, 17 luglio 1918)
}}
{{Onorificenze
|immagine=Vittoria.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa della vittoria (1918)
|collegamento_onorificenza=Decorazioni militari italiane
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia d'onore per lunga navigazione marittima 20 BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'onore per lunga navigazione marittima (20 anni)
|collegamento_onorificenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=
}}
 
===Onorificenze straniere===
{{Onorificenze
|immagine=SMOM-gc.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
|collegamento_onorificenza=Sovrano Militare Ordine di Malta
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Order of Pahlavi (Iran).gif
|nome_onorificenza=Gran Cordone dell'Ordine dei Pahlavi
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Pahlavi
|motivazione=
|luogo=[[1939]]<ref>[https://heraldic-spb.livejournal.com/145281.html Live Journal]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=GRE Order Redeemer 1Class.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore
|collegamento_onorificenza=Ordine del Salvatore
|motivazione=
|data=1º luglio 1939
}}
 
== Ascendenza ==
 
{| class="wikitable" style="text-align:center"
|-
|-
| rowspan="16" | '''Aimone di Savoia, re di Croazia'''
| rowspan="8" | '''Padre:'''<br />[[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Emanuele Filiberto di Savoia, duca d'Aosta]]
| rowspan="4" | '''Nonno paterno:'''<br />[[Amedeo I di Spagna]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Vittorio Emanuele II|Vittorio Emanuele II, re d'Italia]]
| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Carlo Alberto di Savoia]]
|-
| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Maria Teresa d'Asburgo-Lorena]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna'''<br />[[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]]
| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena]]
|-
| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Maria Elisabetta di Savoia-Carignano]]
|-
| rowspan="4" | '''Nonna paterna:'''<br />[[Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna]]
| rowspan="2" |'''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna]]
| '''Trisnonno paterno:'''<br />Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna
|-
| '''Trisnonna paterna:'''<br />Maria Anna Balbo Bertone
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna:'''<br />Luisa Carolina Ghislaine di Merode
| '''Trisnonno paterno:'''<br />Werner di Merode-Westerloo
|-
| '''Trisnonna paterna:'''<br />Victoire de Spangen d'Uyternesse
|-
| rowspan="8" | '''Madre:'''<br />[[Elena d'Orléans|Elena di Francia]]
| rowspan="4" | '''Nonno materno:'''<br />[[Luigi Filippo Alberto d'Orléans|Filippo d'Orléans]]
| rowspan="2" |'''Bisnonno materno:'''<br />[[Ferdinando Filippo d'Orléans]]
| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo I di Francia]]
|-
| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Maria Amalia di Borbone-Napoli]]
|-
| rowspan="2" |'''Bisnonna materna:'''<br />[[Elena di Meclemburgo-Schwerin]]
| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Federico Ludovico di Meclemburgo-Schwerin]]
|-
| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Carolina Luisa di Sassonia-Weimar-Eisenach]]
|-
| rowspan="4" | '''Nonna materna:'''<br />[[Maria Isabella d'Orléans]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno materno:'''<br />[[Antonio d'Orléans (1824-1890)|Antonio d'Orléans, duca di Montpensier]]
| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo I di Francia]]
|-
| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Maria Amalia di Borbone-Napoli]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna materna:'''<br />[[Luisa Ferdinanda di Borbone-Spagna|Luisa Ferdinanda di Spagna]]
| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Ferdinando VII di Spagna]]
|-
| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie]]
|}
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|Giulio|Vignoli|Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia|2006|Mursia Editore|Milano|isbn=88-425-3583-4}}
in [[lingua tedesca|tedesco]]:
* I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999.
* Dr. Walter Hummelberger, ''Die Türkenkriege und Prinz Eugen'' in: Herbert St. Fürlinger(Hg.), ''Unser Heer. 300 Jahre Österreichisches Soldatentum in Krieg und Frieden'', Wien-München-Zürich, 1963.
* Ernst Trost, ''Prinz Eugen von Savoyen'', Wien – München, 1985
* Richard Schmitt, Peter Strasser, ''Rot-weiß-rote Schicksalstage. Entscheidungsschlachten um Österreich'', St.Pölten-Wien-Linz, 2004
* Feldmarschall Viscount Montgomery of Alamein, ''Kriegsgeschichte. Weltgeschichte der Schlachten und Kriegszüge'', Londra, 1968
* Renate Barsch-Ritter, ''Österreich auf allen Meeren. Geschichte der K.(u.)K. Marine 1382 bis 1918'', Graz-Wien-Köln, 2000
 
== Altri progetti ==
in [[lingua italiana|italiano]]:
{{interprogetto}}
* Franz Herre, ''Eugenio di Savoia'', Milano, Garzanti Editore, 2001, ISBN 88-11-69311-X
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=jwXFPXW-f6c|titolo=Cinegiornale d'epoca in italiano: Aimone viene proclamato Re di Croazia}}
* [http://www.difesa.it/Area_Storica_HTML/editoria/2016/uomini-mm/Pagine/files/basic-html/page17.html difesa.it]
 
{{Box successione
|carica = [[Stato Indipendente di Croazia|Re di Croazia]]
|periodo = '''Tomislavo II'''<br /> 18 maggio 1941 - 12 ottobre 1943
|precedente = Titolo creato
|successivo = [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Zvonimiro II]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Savoia-Aosta|Duca d'Aosta]]
|periodo = 30 marzo 1942 - 29 gennaio 1948
|precedente = [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo]]
|successivo = [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo]]
}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|guerra}}
{{Portale|biografie|Casa Savoia|marina|storia}}
 
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata]]
[[Categoria:Guerre turco-veneziane|austro-turca (1716–1718), Guerra]]
[[Categoria:Guerre austroSavoia-turcheAosta|austroAimone di Savoia-turcaAosta (1716–17181900-1948), Guerra]]
[[Categoria:StoriaRe delladi Turchia|Guerra austro-turca (1716–1718)Croazia]]
[[Categoria:Decorati con l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Ufficiali della Regia Marina]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]
[[Categoria:Sepolti nella basilica di Superga|A]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine pro merito melitensi]]