Eugenio di Savoia e Parma Calcio 1913 2019-2020: differenze tra le pagine

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{{in corso|calcio}}
{{nd}}{{NN|militari|giugno 2014}}
{{torna a|Parma Calcio 1913}}
{{Infobox militare
{{Stagione squadra
|Nome =
|club = Parma Calcio 1913
|Immagine = Prinz-Eugen-von-Savoyen1.jpg
|immagine =
|Larghezzaimmagine= 280px
|didascalia =
|Didascalia = ''Il principe Eugenio di Savoia-Soissons'', ritratto di [[Jacob van Schuppen]] del 1718 ([[Rijksmuseum (Amsterdam)|Rijksmuseum di Amsterdam]]).
|stagione = 2019-2020
|Soprannome = Principe Sole<br />Marte senza Venere<br />Gran Capitano<br />''der edle Ritter''<br />(il nobile cavaliere)<br />''roi des honnêtes gens''<br />(re degli onesti)
|allenatore1 = {{Bandiera|ITA}} [[Roberto D'Aversa]]
|Data_di_nascita = 18 ottobre [[1663]]
|allenatore2 = {{Bandiera|ITA}} [[Andrea Tarozzi]]
|Nato_a = [[Parigi]], [[Francia nell'età moderna|Regno di Francia]]
|presidente = {{Bandiera|ITA}} Pietro Pizzarotti
|Data_di_morte = 21 aprile [[1736]]
|campionato = [[Serie A 2019-2020|Serie A]]
|Morto_a = [[Vienna]], [[Austria]], [[Sacro Romano Impero]]
|campionato posizione = ''da disputare''
|Cause_della_morte = naturali
|coppa1 = [[Coppa Italia 2019-2020|Coppa Italia]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Duomo di Vienna]]
|coppa1 posizione = ''da disputare''
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|presenze campionato =
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|presenze totale =
|Nazione_servita = [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Sacro Romano Impero]]
|marcatore campionato =
|Forza_armata = [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Esercito del Sacro Romano Impero]]
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|Arma =
|stadio = [[Stadio Ennio Tardini|Ennio Tardini]] <small>(22.352)</small>
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|Specialitàabbonati =
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|stagione prima = [[Parma Calcio 1913 2018-2019|2018-2019]]
|Grado = [[generale]]
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|Guerre = [[Guerra austro-turca (1683-1699)]]<br />[[Guerra di successione spagnola]]
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|Battaglie = [[Battaglia di Vienna]]<br />[[Battaglia di Blenheim]]<br />[[Battaglia di Zenta]]<br />[[Assedio di Torino]]
<br />[[Assedio di Belgrado (1717)|Assedio di Belgrado]]
|Comandante_di =
|Decorazioni = cavaliere dell'[[Ordine del Toson d'oro]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = cfr. la [[Eugenio di Savoia#Bibliografia|bibliografia]]
}}
{{Bio
|Nome = Eugenio
|Cognome = di Savoia-Soissons
|PostCognomeVirgola = noto come '''Principe Eugenio'''
|ForzaOrdinamento = Eugenio di Savoia
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parigi
|GiornoMeseNascita = 18 ottobre
|AnnoNascita = 1663
|LuogoMorte = Vienna
|GiornoMeseMorte = 21 aprile
|AnnoMorte = 1736
|Attività = generale
|Epoca = 1600
|Epoca2 = 1700
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = al servizio dell'[[Esercito del Sacro Romano Impero]]
}}
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il '''Parma Calcio 1913''' nelle competizioni ufficiali della stagione '''2018-2019'''.
 
== Maglie e sponsor ==
Sebbene fosse un rampollo della famiglia dei [[Savoia-Soissons]], militò giovanissimo al servizio degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] ed intraprese la carriera militare divenendo ben presto comandante dell'esercito imperiale. È da molti considerato l'ultimo dei [[capitano di ventura|capitani di ventura]]; fu anche un abile riformatore dell'esercito [[austria]]co, vero precursore della guerra moderna. Conosciuto anche come il "Gran Capitano", combatté la sua ultima battaglia a 72 anni. Fu uno dei migliori strateghi del suo tempo e con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo e all'Austria la possibilità di imporsi in Italia e nell'Europa centrale e orientale. Per le sue imprese, soprattutto per la [[Assedio di Belgrado (1717)|Battaglia di Belgrado]], gli venne dedicata la Prinz Eugen Marsch.
Il fornitore tecnico per la stagione 2019-2020 è [[Erreà]]. Gli sponsor di maglia sono i seguenti:
* [[Cetilar]], il cui marchio appare al centro delle divise
* [[Aon Plc|Aon]], sulla parte destra del petto
* [[Fratelli Beretta]] (sul retro) sotto il brand "Viva la Mamma"
 
{|
== Infanzia e gioventù ==
|-
{{Vedi anche|Casa Savoia}}
|
[[File:Godfrey Kneller Eugen von Savoyen 1712.jpg|thumb|left|Eugenio di Savoia in un ritratto del 1712]]
{{Divisa Calcio
Eugenio era figlio del principe [[Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons]] e di [[Olimpia Mancini]], una nipote del [[Giulio Mazzarino|cardinale Mazzarino]]. Nel [[1673]], all'età di dieci anni, rimase orfano di padre, e fu affidato dalla madre (la quale preferiva organizzare i divertimenti del re a [[Versailles]] e fu successivamente coinvolta nell<nowiki>'</nowiki>''[[Affare dei veleni|affaire des poisons]]'', che la indusse ad auto-esiliarsi a [[Bruxelles]] nel [[1680]] per sfuggire un processo che l'avrebbe vista verosimilmente perdente<ref>W. Oppenheimer, ''Eugenio di Savoia'', Milano 1981, p. 34. Beninteso, l'esilio fu l'unica soluzione che il re le concesse per evitare il processo.</ref>) alla zia [[Luisa Cristina di Savoia-Carignano|Luisa Cristina del Baden]] e in particolare alla severa nonna paterna [[Maria di Borbone-Soissons]], le quali peraltro erano troppo occupate con la vita di corte per badare ai figli di Olimpia, per cui fu di fatto allevato dal personale di servizio dell<nowiki>'</nowiki>''hôtel de Soissons'', il palazzo parigino di famiglia.
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Furono pertanto anni dettati dal rigore e dalla carenza d'affetto, che determinarono il carattere del futuro condottiero, freddo e sicuro a un tempo. Nella prima adolescenza, Eugenio si ammalava frequentemente, soggetto a gravi febbri. Il suo aspetto fisico non era avvenente; aveva « un brutto naso camuso », cui si aggiunse molto presto una « andatura un po' sghemba, conseguenza di una leggera scoliosi ». Tra i precettori che si occuparono della sua educazione figura il matematico [[Joseph Sauveur|Sauveur]], destinato ad avere un'importante influenza sul giovane.<ref>Le due citazioni sono tratte da W. Oppenheimer, cit., p. 34</ref>
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Destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica, ricevette appena quindicenne la [[tonsura]], {{citazione necessaria|anche se il suo comportamento di adolescente a [[Parigi]] fu piuttosto scandaloso e dissoluto}}. Assolutamente non interessato alla vita ecclesiastica, non ancora ventenne si presentò al re [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], di cui suo padre era stato uno stimato [[generale]], per ottenere un comando nell'esercito francese.
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|title = Casa
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|
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|title = Trasferta
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|title = Terza divisa
}}
|}
 
== Rosa ==
Il re però non gli diede alcuna risposta, di fatto rifiutando di accoglierlo nell'esercito, non, come si disse poi diffamandolo, a causa delle voci sui suoi gusti omosessuali (il monarca aveva ammesso nell'esercito [[Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme]], sulle preferenze del quale non c'erano semplici voci ma certezze assolute e tangibili), ma per la disgrazia in cui si trovava tutta la sua famiglia in seguito al coinvolgimento della madre nello [[Affare dei veleni|scandalo dei veleni]] con la famosa avvelenatrice [[La Voisin|Voisin]]. La leggenda vuole che il Re Sole abbia esclamato<ref>W. Oppenheimer, cit., p. 37.</ref>;
{{Calciatore in rosa/inizio|col1=black|col2=white}}
{{Citazione|Che abbia commesso la più grande sciocchezza della mia vita?||''Est-ce-que j'ai fait la plus grande gaffe de ma vie?''|lingua=fr}}
{{Calciatore in rosa|n°=2|ruolo=D|nazione=ITA|nome=[[Simone Iacoponi]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=5|ruolo=C|nazione=SVN|nome=[[Leo Štulac]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=8|ruolo=C|nazione=SEN|nome=Abdou Diakhaté}}
{{Calciatore in rosa|n°=9|ruolo=A|nazione=ITA|nome=[[Fabio Ceravolo]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=10|ruolo=A|nazione=URY|nome=[[Nicolás Schiappacasse]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=14|ruolo=C|nazione=GNQ|nome=[[José Machin]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=17|ruolo=C|nazione=ITA|nome=[[Antonino Barillà]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=21|ruolo=C|nazione=ITA|nome=[[Matteo Scozzarella]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=22|ruolo=D|nazione=POR|nome=[[Bruno Alves]]|altro=c}}
{{Calciatore in rosa|n°=23|ruolo=D|nazione=ITA|nome=[[Marcello Gazzola]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=26|ruolo=A|nazione=ITA|nome=[[Luca Siligardi]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=27|ruolo=A|nazione=CIV|nome=[[Gervinho]]}}
{{Calciatore in rosa/medio|col1=black|col2=white}}
{{Calciatore in rosa|n°=28|ruolo=D|nazione=ITA|nome=[[Riccardo Gagliolo]]}}
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{{Calciatore in rosa|n°=87|ruolo=C|nazione=SVK|nome=[[Juraj Kucka]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=88|ruolo=C|nazione=ITA|nome=[[Alberto Grassi]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=93|ruolo=A|nazione=ITA|nome=[[Mattia Sprocati]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=P|nazione=ITA|nome=[[Simone Colombi]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=P|nazione=ITA|nome=Edoardo Corvi}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=D|nazione=FRA|nome=[[Vincent Laurini]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=D|nazione=ALB|nome=[[Kastriot Dermaku]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=C|nazione=BRA|nome=[[Hernani Azevedo Júnior|Hernani]]}}
{{Calciatore in rosa|n°=|ruolo=A|nazione=ITA|nome=Andrea Adorante}}
{{Calciatore in rosa/fine}}
 
== Organigramma societario ==
In realtà il giovane aveva messo la testa a partito e fu profondamente influenzato dalle letture di [[François de La Rochefoucauld (scrittore)|La Rochefoucauld]], di [[Francesco di Sales|San Francesco di Sales]], di [[Jean Racine|Racine]] ed altri, s'era imposto l'ideale dell'''honnête homme'' (l'uomo onesto, la persona perbene), cui sarebbe stato fedele per il resto della sua vita.
{{Colonne}}
'''''Area direttiva'''''
* Presidente: Pietro Pizzarotti
* Amministratore delegato: Luca Carra
* Club ambassador: [[Hernán Crespo]]
* Segretario generale: Alessio Paini
* Segreteria generale: Christian Povolo
* Team manager: Alessio Cracolici
* Chief Operating Officer: Valerio Casagrande
* Club manager: [[Alessandro Lucarelli]]
* Responsabile della comunicazione - Ufficio stampa: Nicolò Fabris
 
{{Colonne spezza}}
Deciso ad intraprendere la carriera militare, Eugenio fuggì da [[Parigi]] insieme al cugino, principe [[Luigi-Armando I di Borbone-Conti]] alla volta della Germania. Venuto a conoscenza della loro fuga, [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] mandò a cercarli da uno dei [[Nobiltà|nobili]] della sua corte, che li raggiunse a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], con l'ordine per il principe Luigi Armando e la preghiera per Eugenio di tornare indietro. Il primo obbedì, il secondo scelse di proseguire per Vienna<ref>Il [[Luigi-Armando I di Borbone-Conti|Principe di Conti]], cugino di Eugenio per parte di madre, essendo figlio di [[Anna Maria Martinozzi]], sorella del [[Giulio Mazarino|cardinale Mazarino]] e zia della mamma di Eugenio, aveva sposato [[Maria Anna di Borbone-Francia]], detta ''Mademoiselle de Blois'', figlia (legittimata) che [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] aveva avuto dall'amante Luisa Francesca de la Baume Le-Blanc La Vallière, ed era quindi anche genero del re</ref>.
 
'''''Area tecnica'''''
== Alla corte degli Asburgo ==
* Direttore sportivo: [[Daniele Faggiano]]
[[File:Wien Prinz Eugen Reiterdenkmal Heldenplatz.jpg|thumb|Statua equestre di Eugenio di Savoia, [[Heldenplatz]], [[Vienna]].]]
* Allenatore: [[Roberto D'Aversa]]
{{Vedi anche|Asburgo}}
* Allenatore in seconda: [[Andrea Tarozzi]]
* Allenatore dei portieri: Alberto Bartoli
* Preparatore atletico: Danilo Massi, Luca Morellini
* Preparatore addetto al recupero infortunati: Stefano Bruno
* Match analyst: Marco Piccioni
* Aiuto match analyst: Simone Greco
* Magazziniere: Matteo Priori
 
{{Colonne spezza}}
Il suo peregrinare si fermò alla corte dell'imperatore d'Austria [[Leopoldo I d'Asburgo]], presso il quale già aveva militato il fratello maggiore Luigi Giulio, comandante di un reggimento di [[Dragone|dragoni]], che, ferito combattendo contro i turchi a [[Petronell-Carnuntum|Petronell]], era deceduto qualche giorno prima a seguito delle ferite riportate.
'''''Area sanitaria'''''
* Coordinatore area medica: Giulio Pasta
* Responsabile sanitario, medico sociale: Paolo Manetti
* Assistente Medico Sociale: Paolo Bastia
* Fisioterapisti: Giorgio Balotta, Fabrizio Benecchi, Michele Toma, Rino Soda
* Aiuto fisioterapisti: Michele Morat
 
{{Colonne fine}}
L'imperatore, profondamente legato al predetto fratello di Eugenio, da sempre impressionato dalle doti militari e strategiche dei membri di Casa Savoia, lo accolse subito nel suo esercito, nominandolo Aiutante di Campo al servizio del suo Comandante supremo [[Carlo V di Lorena]], cognato dello stesso imperatore, che era impegnato nel corso della [[Guerra austro-turca (1683-1699)|nuova guerra contro i turchi]] a liberare Vienna dall'assedio posto dalle truppe turche di [[Mehmed IV|Maometto IV]].
[[File:Savoyai.jpg|thumb|Statua equestre di Eugenio di Savoia, al [[Castello di Buda]], [[Budapest]].]]
 
== Calciomercato ==
Eugenio fu presente alla vittoriosa giornata che pose termine all'[[battaglia di Vienna|assedio di Vienna]] (12 settembre [[1683]]). Si distinse quindi in alcune battaglie minori durante l'inseguimento dell'esercito turco in ritirata verso l'[[Ungheria]] (battaglia di Parkany e conquista di Gran). Si rivelò così sul campo il valore di questo nobile ventenne che combatteva sempre in prima linea spronando i suoi soldati. Al termine di quello stesso anno fu nominato [[colonnello]] e ricevette il comando di un reggimento di dragoni imperiali.<ref>Si trattava del reggimento che già era stato sotto il comando del fratello di Eugenio, Luigi Giulio, deceduto il 13 luglio dello stesso anno a seguito delle ferite riportate pochi giorni prima combattendo i turchi presso Petronell, al comando dello stesso reggimento, denominato pertanto ''Dragoni di Savoia''.</ref>
=== Sessione estiva ''(dall'1/7 luglio al 2/9)'' ===
 
<div style="float: left; width: 50%;">
=== Le battaglie ===
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:99%;"
==== 1683-1689 ====
!colspan="4"| Acquisti
[[File:Bitwa pod Wiedniem Brandt.jpg|thumb|upright=1.8|La ''Battaglia di Vienna'' in un dipinto di [[Józef Brandt]].]]
{{Vedi anche|Battaglia di Vienna}}
 
La vittoria sui Turchi nel [[1683]] a fianco del re polacco [[Giovanni III Sobieski]], venuto in aiuto dell'Imperatore Leopoldo I, inaugura per Eugenio una vita intera dedicata alla guerra, alla diplomazia ed alle vittorie. Promosso maggior generale e membro di diritto dello Stato Maggiore si distingue nella successiva campagna contro i turchi ([[1687]]), portando con i suoi due reggimenti un contributo determinante alla [[battaglia di Mohács (1687)|vittoria di Mohács]] e guadagnandosi la promozione a tenente generale.
 
Partecipa quindi sotto il comando del [[Sovrani di Baviera|Principe Elettore di Baviera]] [[Massimiliano II Emanuele di Baviera|Massimiliano II Emanuele]] all'[[assedio di Belgrado (1688)|assedio di Belgrado]] ed alla sua conquista (6 settembre [[1688]]), rimanendo ferito ad una gamba da una pallottola di [[moschetto]]. L'anno successivo, al comando di tre reggimenti di [[cavalleria]], partecipa attivamente all'offensiva contro i francesi sul [[Reno]] ed è nuovamente ferito da una pallottola, questa volta alla testa.
 
==== 1690-1699 ====
Nominato comandante generale di cavalleria nel maggio [[1690]], è inviato in [[Italia settentrionale|Italia Settentrionale]] in soccorso del cugino [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], [[Duchi di Savoia|Duca di Savoia]] che, passato all'alleanza imperiale austro-[[Spagna|spagnola]] ([[Guerra della Grande Alleanza|Guerra della Lega di Augusta]]) contro la Francia di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], si trova il [[Piemonte]] invaso dalle truppe francesi comandate dal generale [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie]].<ref name=":0">{{Cita news|nome=Alessandro|cognome=Barbero|autore=|url=http://www.corriere.it/cultura/16_ottobre_09/eugenio-di-savoia-assedio-di-torino-alessandro-barbero-bae8e23e-8e2e-11e6-85bd-f14ac05199eb.shtml|titolo=Eugenio, il Savoia austriaco che sconfisse l’esercito del Re Sole|pubblicazione=Corriere della Sera|data=|accesso=12 ottobre 2016}}</ref>
 
Combatté qui, normalmente in subordine al maresciallo imperiale Carafa, per sei anni con alterne fortune (il contingente affidatogli dall'Imperatore non ebbe mai l'organico e l'armamento giudicato necessario da Eugenio) restando suo malgrado coinvolto nelle sconfitte subite dall'esercito alleato presso l'abbazia di Staffarda e poi alle cascine [[Battaglia della Marsaglia|Marsaglia]] di [[Orbassano]], vicino a Torino, (4 ottobre [[1693]]), ma condusse delle ottime operazioni contro Susa e altre fortezze piemontesi occupate dai francesi, finché il 30 agosto [[1696]] [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] stipulò con la Francia un trattato di pace e d'alleanza e unì le proprie truppe a quelle del Catinat, assumendo il comando delle operazioni contro l'ex alleato imperiale (cosa che Eugenio aveva previsto e dalla quale aveva già messo in guardia l'Imperatore, sollecitandolo senza successo ad inviargli rinforzi in uomini e mezzi).
 
Intanto l'Impero Ottomano si era riavuto dalle perdite, aveva riconquistato [[Belgrado]] ed era già entrato in Ungheria. L'esercito che doveva fronteggiare i turchi era stato posto sotto il comando del Principe [[Elettore di Sassonia]], [[Augusto II di Polonia|Federico Augusto I]]. Richiamato in Austria, Eugenio viene insignito del titolo di [[feldmaresciallo]] ed inviato come ''affiancato'' a Federico Augusto I.<ref>In effetti egli andò a sostituire il generale austriaco, di origine italiana, [[Enea Silvio Caprara]], che era stato suo comandante ai tempi della [[Battaglia della Marsaglia]] ([[1693]]) e che non nutriva per lui alcuna simpatia. Il motivo della sostituzione stava nel fatto che il Caprara non andava appunto d'accordo con Federico Augusto I. La sua nomina fu caldamente raccomandata dal feldmaresciallo conte [[Ernst Rüdiger von Starhemberg]], allora presidente del [[Consiglio di guerra di Corte|Consiglio Aulico]] e quindi voce considerata autorevolissima in materia.</ref>
Poco dopo però Federico Augusto viene eletto [[re di Polonia]] e così il comando passa esclusivamente nelle mani di Eugenio. Il nuovo comandante guida un esercito male armato di poco più di 50.000 uomini, che devono fronteggiare l'esercito turco di [[Mustafa II]] forte di 100.000 uomini (fra i quali i temibili [[giannizzeri]]), dotato di potenti artiglierie.
 
{{vedi anche|Battaglia di Zenta}}
 
L'11 settembre [[1697]], presso Zenta, grazie ad un'abile e spregiudicata azione strategica, Eugenio attacca di sorpresa i turchi che stavano attraversando il [[Tibisco]] su un ponte di barche e li mette in rotta. Era infatti consapevole del fatto che se avesse affrontato i turchi in campo aperto, il suo esercito avrebbe sicuramente avuto la peggio. Muove così una spettacolare imboscata.
Rimangono sul campo i corpi di 30.000 turchi, dei quali 20.000 caduti in battaglia e 10.000 affogati nel Tibisco. Le perdite imperiali furono al contrario irrisorie: 28 ufficiali e 401 soldati uccisi e poco più di 1.000 feriti<ref>A. Petacco, ''L'ultima crociata'', Milano 2007, p. 198</ref>. Un centinaio di pezzi di artiglieria e la cassa dell'esercito cadono nelle mani di Eugenio che non può inseguire immediatamente il nemico a causa della cattiva stagione e della mancanza di rinforzi, ma che in seguito lo attacca pesantemente in [[Bosnia]] inseguendolo fin alle porte di [[Sarajevo]].
 
Il 26 gennaio [[1699]] viene stipulata con i turchi la [[Pace di Carlowitz]], con la quale l'Austria ottiene la [[Transilvania]], tutta l'[[Ungheria]], la [[Croazia]] e la [[Slavonia]].
 
==== 1701-1709 ====
[[File:Eugene de savoie.jpg|thumb|Eugenio di Savoia]]
{{Vedi anche|Guerra di Successione Spagnola|Assedio di Torino del 1706}}
La vittoria di [[Battaglia di Zenta|Zenta]] ha grande risonanza in tutta Europa e la fama di Eugenio sale alle stelle, destando naturalmente anche parecchia invidia. Scoppia nel [[1701]] la [[guerra di successione spagnola]], si riforma la ''grande alleanza'' già avutasi dal 1690 al 1696 fra [[Austria]], [[Inghilterra]], [[Paesi Bassi]] ed alcuni stati dell'impero tedesco contro la [[Francia]], adesso alleata a [[Spagna]] e [[Baviera]]. Eugenio, sceso in Italia per prendere la [[Lombardia]], si scontra coll'esercito francese del [[Maresciallo di Francia]] [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie]], sconfigge a [[Villa Bartolomea|Carpi d'Adige]] (dove durante una carica rimane ferito ad un ginocchio) ed a [[Chiari]] i francesi e ne blocca i progressi a [[Luzzara]], operando, senza totale successo, anche un'incursione a [[Cremona]].
 
Nel [[1703]] Eugenio viene nominato dall'Imperatore Presidente del Consiglio aulico di guerra, per sovrintendere per conto dell'Imperatore stesso a tutta l'amministrazione e la conduzione dell'esercito austriaco. Il 13 agosto [[1704]], insieme al vecchio e fedele amico inglese [[John Churchill, I duca di Marlborough]] (antenato di [[Winston Churchill]] che ne sarà anche il biografo), sconfigge le truppe franco-bavaresi a Blindheim - per gli inglesi [[Battaglia di Blenheim|Blenheim]] -, sul [[Danubio]] superiore. Nominato esecutore del [[Trattato di Ildesheim]], con il quale la Baviera viene sottomessa all'autorità austriaca, dimostra il suo pugno di ferro reprimendo le rivolte dei bavaresi contro le imposte ed i reclutamenti forzati, voluti dall'Imperatore, a Sendling e ad Aidenbach.<br />Ad aprile [[1705]] torna in Italia, ove nel frattempo [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] dal 1703 ha nuovamente cambiato alleati ed è passato alla coalizione imperiale, per liberare il cugino dalla presenza delle truppe francesi.
 
Sconfitto a [[Cassano d'Adda|Cassano]] sull'[[Adda]], si rifà a settembre dell'anno successivo, sconfiggendo i francesi sotto [[Torino]], liberando la città dall'[[assedio di Torino|assedio]] delle truppe del duca [[La Feuillade]], che dura sin dai primi giorni di giugno, e di fatto eliminando i francesi dall'Italia.<ref name=":0" />
 
Nel [[1707]] compie per pressione degli inglesi un'[[assedio di Tolone (1707)|incursione su Tolone]]; non prende la città, ma il bombardamento a cui la sottopone è talmente pesante che distrugge completamente la flotta francese del Mediterraneo; poi viene nominato governatore del [[ducato di Milano]], carica che manterrà fino al [[1716]]. L'11 luglio [[1708]] sconfigge, ancora insieme all'amico [[John Churchill, I duca di Marlborough]], le truppe francesi del [[Maresciallo di Francia]] [[Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme|Luigi Giuseppe di Borbone, duca di Vendôme]] e del [[Luigi di Borbone-Francia (1682-1712)|duca di Borgogna]] a [[Battaglia di Oudenaarde|Oudenaarde]] nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]], assedia ed espugna la città di [[Lilla]] (9 dicembre [[1708]]). L'anno successivo combatte e sconfigge, sempre a fianco dell'amico Duca di Marlborough, i francesi del maresciallo Claude Louis Hector conte di Villars a [[Battaglia di Malplaquet|Malplaquet]] nei pressi di [[Mons]]: una vittoria costata tuttavia all'esercito imperiale molto cara per l'entità delle perdite subite.
 
==== 1714-1734 ====
{{Vedi anche|Trattato di Utrecht}}
[[File:Western Europe Utrecht Treaty.jpg|thumb|L'Europa dopo il Trattato di Utrecht.]]
 
All'inizio del [[1714]] conduce le trattative di pace con la Francia (l'[[Inghilterra]] e le altre potenze hanno già concluso la pace ad [[Utrecht]] l'anno precedente) che porta a termine il 6 marzo 1714 ([[pace di Rastatt]]).
 
Nel [[1716]] lascia il governatorato del [[ducato di Milano]] e diviene governatore dei [[Paesi Bassi]] ex spagnoli (fino al 1714), carica che eserciterà per interposta persona da Vienna, fino al [[1724]], quando venne sostituito dalla sorella dell'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]], [[Maria Elisabetta d'Asburgo|Maria Elisabetta]]. I turchi di [[Ahmed III]] dichiarano guerra alla [[Repubblica di Venezia]] alleata dell'Austria, che viene coinvolta nel conflitto ([[guerra austro-turca (1716-1718)|Seconda guerra di Morea]]). Violati i patti della [[pace di Carlowitz]], i turchi guidati dal [[Gran visir]] Damad Alì Kumurçi, si avvicinano con un esercito di oltre 100.000 uomini alle postazioni di Eugenio nei pressi di [[Battaglia di Petervaradino|Petervaradino]] e cominciano l'accerchiamento delle truppe austriache, ma Eugenio con una sortita audace ed improvvisa il 5 agosto 1716 li sconfigge pesantemente. Il resto dell'anno lo impiega a sottomettere il [[Banato]] e ad espugnare la fortezza di [[Timișoara|Temesvar]] (14 ottobre 1716).
 
L'anno successivo marcia su [[Belgrado]], ancora in mano ai turchi, e il 16 agosto [[1717]] strappa la città ai turchi dopo un breve [[Assedio di Belgrado (1717)|assedio]], comprensivo di un attacco di sorpresa contro forze numericamente superiori. Il 21 luglio [[1718]] viene firmata la [[pace di Passarowitz]], con la quale l'Austria ottiene a spese dell'[[impero Ottomano]] il Banato, Belgrado e la [[Serbia]] settentrionale, la [[Valacchia]] ed altri territori circostanti. L'Impero raggiunge così, grazie ad Eugenio di Savoia, la sua massima espansione. Nel [[1726]] rientra attivamente alla guida della politica estera dell'Impero e conclude nell'agosto 1726 un patto che prevede un'alleanza con [[Russia]] e [[Danimarca]]. Nell'arco di due anni riesce a staccare la [[Prussia]] dalla vicinanza diplomatica ai francesi ed il 23 dicembre [[1728]] viene firmato il [[trattato di Berlino (1728)|trattato di Berlino]] che sancisce il riavvicinamento della Prussia all'Austria. Quindi con tenace azione diplomatica riesce ad operare anche un riavvicinamento all'[[Inghilterra]], con la quale viene firmato a marzo [[1731]] a [[Vienna]] un trattato di alleanza.
 
Scoppiata la [[guerra di successione polacca]] ([[1733]]), assume nel [[1734]] il comando supremo del fronte del Reno, ove dà ulteriore prova della sua abilità, riuscendo a bloccare sulla sponda destra del Reno stesso oltre 90.000 francesi, avendo sotto di sé meno di 30.000 imperiali ed alle spalle la minaccia dell'entrata in guerra contro di lui di 50.000 bavaresi. Nelle successive trattative di pace, l'ormai settantenne guerriero e diplomatico non è più coinvolto, specie perché muore nel 1736, due anni prima della firma della pace.
 
=== Lernet-Holenia su Eugenio ===
L<nowiki>'</nowiki>''[[Enciclopedia Britannica]]'' contiene un articolo su Eugenio scritto da [[Alexander Lernet-Holenia]] (1897-1976), uno scrittore, drammaturgo e poeta austriaco. Lernet-Holenia scrive:
{{Citazione
|Mentre affrontava un mondo di nemici davanti, aveva un mondo di nemici alla sua schiena, nutriti dalla "maledizione ereditaria" dell'Austria: anime pigre e menti senza pensieri, bassi intrighi, invidia, gelosia, sciocchezza, e disonestà. Servì tre imperatori: [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]], [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe I]], e [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]. Verso la fine della sua vita, Eugenio osservò che, mentre il primo gli fu un padre e il secondo un fratello, il terzo (che era forse il meno degno di un servo così grande) fu un padrone.
|Alexander Lernet-Holenia, ''Encyclopaedia Britannica''
|Even as he faced a world of foes before him, he had a world of enemies at his back, nourished by the "hereditary curse" of Austria: slothful souls and thoughtless minds, low intrigue, envy, jealousy, foolishness, and dishonesty. He served three emperors: Leopold I, Joseph I, and Charles VI. Toward the end of his life, Eugene observed that, whereas the first had been a father to him and the second a brother, the third (who was perhaps least worthy of so great a servant) had been a master.
|lingua=en}}
 
=== La residenza e la diplomazia ===
[[File:Wien - Schloss Belvedere, oberes (1).JPG|upright=1.4|thumb|Schloss Belvedere, la residenza viennese del principe]]
 
Un incarico prestigioso portava molto onore, ma soprattutto molto [[denaro]], specialmente in caso di vittorie. Eugenio di Savoia, partito praticamente da zero, riuscì nel giro degli anni ad accumulare grandi ricchezze.
 
Eugenio era un amante delle arti e della lettura ed era un appassionato collezionista di libri e quadri: possedeva, alla morte, una collezione di 15.000 volumi, che è tuttora conservata all'[[Hofburg]]. Fu un grande appassionato d'architettura e come i suoi cugini piemontesi ordinò e fece costruire numerose residenze, le ''delizie,'' tra Vienna e l'Ungheria. La sua residenza ufficiale e certo la più famosa è il [[Belvedere (Vienna)|Palazzo del Belvedere]], una magnifica costruzione, connubio tra [[barocco]] italiano e mitteleuropeo: in questa dimora egli riceveva visite diplomatiche e manteneva rapporti epistolari con generali e regnanti di molti stati europei.
 
In Ungheria, invece, si fece costruire la [[Villa Savoia di Ráckeve|Villa di Ráckeve]], sull'isola di [[Csepel]], nell'attuale [[Budapest]].
 
Morto senza eredi diretti, i suoi beni passarono alla nipote cinquantaduenne Vittoria, figlia del defunto fratello [[Luigi Tommaso di Savoia-Soissons]], che, diventata improvvisamente ricca, trovò subito marito: il principe [[Giuseppe Federico di Sassonia-Hildburghausen]], di vent'anni più giovane. La coppia si stabilì nel castello di [[Castello di Hof|Schlosshof]], acquistato da Eugenio nel [[1725]] e fatto restaurare ed ampliare secondo il progetto dell'architetto [[Johann Lucas von Hildebrandt]]. Eugenio considerava tale castello la propria residenza estiva. Separatasi la coppia nel [[1744]], la suddivisione dei beni vide l'assegnazione della splendida dimora al marito di Vittoria. Parte dell'eredità andò perduta con le alienazioni effettuate dall'erede, ma alla sua morte rimanevano ancora parecchie dimore, che vennero acquistate, insieme ad altri beni mobili annessi, dall'imperatore [[Francesco I di Lorena|Francesco I]], marito di [[Maria Teresa d'Austria]].
 
La collezione di quadri fu invece acquistata da [[Carlo Emanuele III di Savoia]], dietro consiglio dell'ambasciatore del [[Regno di Sardegna]] a Vienna e una parte è tutt'oggi esposta nella [[Galleria Sabauda]] a [[Torino]].
 
== Soprannomi ==
[[File:§Eugenio di Savoia - Triornfo - Palazzo del Belvedere a Vienna - Foto Giovanni Dall'Orto, genn 2004.jpg|thumb|Eugenio di Savoia nei panni del "Principe Sole"]]
 
Nel corso della sua vita ad Eugenio di Savoia Carignano Soissons vennero dati molti soprannomi, alcuni segno di grande rispetto, altri connessi alla sua pretesa ed infondata [[omosessualità]], voce dovuta più che altro alle affermazioni della Principessa Palatina, che lo odiava intensamente e che parlò di lui nel suo epistolario in termini ovviamente ostili, narrando alcuni aneddoti omosessuali del periodo in cui Eugenio viveva in Francia; va però notato che già la prima biografa della Palatina stessa, Arvéde Barin, scrisse chiaramente che nulla di ciò che la Palatina affermava nelle sue lettere poteva essere preso per buono senza almeno un riscontro documentale, tale ne era l'inaffidabilità e la propensione alla calunnia.
I francesi, di cui Eugenio è stato tutta la vita nemico, ne approfittarono comunque per ingigantire tali voci nel tentativo di screditarlo ma, alla corte asburgica, dove sotto il religiosissimo imperatore Leopoldo in materia non si scherzava affatto, specie ai tempi dell'inizio della carriera quando ancora le sue qualità militari erano del tutto ignote, mai Eugenio sarebbe stato accettato se non avesse avuto una condotta men che perfetta. Fu anche soprannominato ''Principe Sole'', con una non tanto vaga allusione alle voci che lo volevano figlio naturale di Luigi XIV.
 
Fu chiamato inoltre ''Marte senza Venere'', il suo nomignolo più famoso, non per le sue tendenze sessuali ma per l'essersi tenuto costantemente alla larga dai guai evitando il matrimonio, che per il suo lignaggio e il suo livello diveniva un affare di stato sempre più difficile man mano che passava il tempo. D'altra parte, già alla fine del secolo XVII, aveva provato a sposarsi: la madre gli aveva trovato due possibili mogli in Spagna, entrambe nobilissime e ricchissime, ma era stato Vittorio Amedeo II, nella sua qualità di capo della Casata, a negargli il permesso di sposarsi.<br />Ad ogni modo, grazie al suo grande ''aplomb'' ed alla sua serietà e correttezza di comportamento, fu anche detto ''der edle Ritter'' (il nobile cavaliere)<ref>Così il primo verso della canzone popolare tedesca ''Prinz Eugen Lied'', comparsa nel 1719 per celebrare la [[assedio di Belgrado (1717)|vittoria di Belgrado]]. La melodia è attualmente la marcia ufficiale dell'[[Arma di cavalleria]] dell'[[Esercito Italiano]].</ref> e ''roi des hônnetes gens''. Eugenio fu anche insignito dell'[[Ordine del Toson d'oro]] da [[Carlo II di Spagna]].
 
== La fine ==
[[File:§Eugenio di Savoia - Tomba - Kreutzkapelle, St. Stephendom, Venna - Foto Giovanni Dall'Orto, genn 2004.jpg|thumb|La tomba, a Vienna.]]
 
Negli ultimi anni della sua vita abitò con la grande amica contessa Eleonore Batthyány, figlia del suo vecchio amico consigliere von Strattmann. Alcuni ipotizzarono anche che la bella contessa ne sia stata l'amante segreta.
 
Morì nel [[1736]], nel sonno, dopo aver passato la giornata in consiglio coi ministri e la serata giocando a carte con la contessa; i suoi funerali furono solennemente celebrati a [[Vienna]] e a [[Torino]]. Una leggenda vuole che la notte della sua morte fosse spirato anche uno dei leoni nel serraglio del suo palazzo.
 
I funerali viennesi, su richiesta della famiglia imperiale asburgica, vennero celebrati con gli onori di stato e la partecipazione di tutte le cancellerie europee, equiparandolo di fatto ai familiari dell'Imperatore. [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]] vi presenziò di persona e definì la sua dipartita una grave perdita per l'Impero. Anche i Savoia, memori del grande aiuto avuto da Eugenio durante l'assedio francese di Torino, tributarono i giusti onori all'illustre membro della loro casata.
 
Il suo corpo fu tumulato nella [[Duomo di Vienna|cattedrale viennese di Santo Stefano]], ed il cuore, per volere dei Savoia, nella [[Cripta Reale di Superga|cripta della Basilica di Superga]]. Riguardo appunto al cuore, c'è tuttora un mistero, in quanto si ritiene che sia stato riportato a Vienna, o addirittura che non sia mai stato portato via dall'Austria.
 
== Navi ==
Sono state battezzate in onore di Eugenio di Savoia quattro diverse navi da guerra da quattro diverse marine.
* [[SMS Prinz Eugen|SMS ''Prinz Eugen'']], [[k.u.k. Kriegsmarine]]: nave da battaglia [[classe Viribus Unitis (nave da battaglia)|classe ''Viribus Unitis'']] varata nel [[1912]];
* [[HMS Prince Eugene|HMS ''Prince Eugene'']], [[Royal Navy]]: nave tipo ''monitor'' [[classe Lord Clive (monitor)|classe ''Lord Clive'']] varata nel 1915;
* ''[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]]'', [[Regia Marina]]: [[incrociatore leggero]] [[Classe Condottieri (incrociatore)|classe ''Condottieri'']] tipo ''[[Classe Duca d'Aosta|Duca d'Aosta]]'' varato nel [[1935]];
* ''[[Prinz Eugen]]'', [[Kriegsmarine]]: [[incrociatore pesante]] [[classe Admiral Hipper|classe ''Hipper'']] varato nel [[1938]];
 
La [[Kriegsmarine]], la [[marina militare]] tedesca prebellica, ha onorato in più occasioni la memoria di Eugenio di Savoia, intestandogli almeno due incrociatori, denominati "[[Prinz-Eugen]]".
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Golden Fleece Rib.gif
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro
|collegamento_onorificenza=Toson d'Oro
|motivazione=
|luogo=
}}
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{| class="wikitable"
|-
! | R.
| rowspan="8" align="center"| '''Eugenio di Savoia''' <!-- 1 -->
! | Nome
| rowspan="4" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons]] <!-- 2 --><!-- padre di 1 -->
! | da
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Tommaso Francesco di Savoia]] <!--3 --><!-- padre di 2 -->
! | Modalità
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo Emanuele I di Savoia]] <!--4 --><!-- padre di 3 -->
|-
|P || [[Simone Colombi]] || {{Calcio Carpi|N}} || ''definitivo''
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Caterina Michela d'Asburgo]] <!--5 --><!-- madre di 3, moglie di 4 -->
|-
|P || [[Luigi Sepe]] || {{Calcio Napoli|N}} || ''prestito''
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Maria di Borbone-Soissons]] <!--6 --><!-- madre di 2, moglie di 3-->
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo di Borbone-Soissons]] <!--7 --><!-- padre di 6-->
|-
|D || [[Kastriot Dermaku]] || {{Calcio Cosenza|N}} || ''definitivo''
|align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Anna di Montafià]] <!--8 --><!-- madre di 6, moglie di 7-->
|-
|D || [[Vincent Laurini]] || {{Calcio Fiorentina|N}} || ''definitivo''
| rowspan="4" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Olimpia Mancini]] <!--9 --><!-- madre di 1, moglie di 2-->
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Michele Lorenzo Mancini]] <!--10 --><!-- padre di 9-->
|align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Paolo Mancini (1580-1637)|Paolo Mancini]]<!--11 --><!-- padre di 10-->
|-
|C || [[Alberto Grassi]] || {{Calcio Napoli|N}} || ''prestito''
|align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Vittoria Capocci]] <!--12 --><!-- madre di 10, moglie di 11-->
|-
|C || [[Hernani Azevedo Júnior|Hernani]] || {{Calcio Zenit|N}} || ''prestito''
|rowspan="2" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Geronima Mazarino]] <!--13 --><!-- madre di 9, moglie di 10-->
|align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Pietro Mazarino]] <!--14 --><!-- padre di 13-->
|-
|C || [[José Machin]] || {{Calcio Pescara|N}} || ''definitivo (2 mln €)''
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Ortensia Bufalini]] <!--15 --><!-- madre di 13, moglie di 14-->
|-
|C || [[Gianni Munari]] || {{Calcio Verona|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || [[Manuel Scavone]] || {{Calcio Lecce|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Andrea Adorante || {{Calcio Inter|N}} || ''definitivo (5 mln €)''
|-
|A || [[Yves Baraye]] || {{Calcio Padova|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || [[Alessio Da Cruz]] || {{Calcio Spezia|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || [[Antonio Di Gaudio]] || {{Calcio Verona|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || [[Mattia Sprocati]] || {{Calcio Lazio|N}} || ''definitivo (2,3 mln €)''
|-
! colspan="4" | Altre operazioni
|-
! | R.
! | Nome
! | da
! | Modalità
|-
|P || Andrea Dini || {{Calcio Trapani|N}} || ''fine prestito''
|-
|P || Michele Nardi || {{Calcio Sudtirol|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Lorenzo Adorni || {{Calcio Monza|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Cristian Cauz || {{Calcio Piacenza|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Yves Kouadio || {{Calcio Lanusei|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Emmanuele Matino || {{Calcio Potenza|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Alessandro Minelli || {{Calcio Rende|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Giovanni Pinto || {{Calcio Pescara|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Juan Manuel Ramos || {{Calcio Trapani|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Giacomo Ricci || {{Calcio Carrarese|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Riccardo Santovito || {{Calcio Lucchese|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Lorenzo Saporetti || {{Calcio Renate|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || [[Luigi Scaglia]] || {{Calcio Carrarese|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Stefano Scognamillo || {{Calcio Trapani|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || Giuseppe Carriero || {{Calcio Catania|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || Francesco Giorno || {{Calcio Chiasso|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || Lorenzo Simonetti || {{Calcio Renate|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || Antonio Vacca || {{Calcio Casertana|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Matteo Brunori Sandri || {{Calcio Arezzo|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Walid Cheddira || {{Calcio Sangiustese|N}} || ''definitivo''
|-
|A || Marco Frediani || {{Calcio Ternana|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || [[Cristian Galano]] || {{Calcio Foggia|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Francesco Galuppini || {{Calcio Ravenna|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Francesco Golfo || {{Calcio Trapani|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Facundo Lescano || {{Calcio Potenza|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Sebastiano Longo || {{Calcio Potenza|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Davide Mastaj || {{Calcio Trapani|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Manuel Nocciolini || {{Calcio Ravenna|N}} || ''fine prestito''
|-
|A || Luca Zamparo || {{Calcio Reggio Audace|N}} || ''svincolato''
|}
</div>
<div style="float: left; width: 50%;">
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:99%;"
!colspan="4"| Cessioni
|-
! | R.
! | Nome
! | a
! | Modalità
|-
|P || Gabriel Brazão || {{Calcio Inter|N}} || ''definitivo (6,5 mln €)''
|-
|D || [[Alessandro Bastoni]] || {{Calcio Inter|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || [[Federico Dimarco]] || {{Calcio Inter|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || [[Massimo Gobbi]] || || ''fine carriera''
|-
|D || [[Francisco Sierralta]] || {{Calcio Udinese|N}} || ''fine prestito''
|-
|C || [[Luca Rigoni (calciatore)|Luca Rigoni]] || || ''svincolato''
|-
|A || [[Jonathan Biabiany]] || || ''svincolato''
|-
|A || [[Antonio Di Gaudio]] || {{Calcio Verona|N}} || ''definitivo (1,5 mln €)''
|-
|A || [[Roberto Inglese]] || {{Calcio Napoli|N}} || ''fine prestito''
|-
! colspan="4" | Altre operazioni
|-
! | R.
! | Nome
! | a
! | Modalità
|-
|P || Fabrizio Bagheria || {{Calcio Inter|N}} || ''fine prestito''
|-
|D || Emmanuele Matino || {{Calcio Cavese|N}} || ''prestito''
|-
|D || Juan Manuel Ramos || {{Calcio Spezia|N}} || ''definitivo''
|-
|D || Gabriel Rocchi || {{Calcio Vigor Carpaneto|N}} || ''prestito''
|-
|A || [[Cristian Galano]] || {{Calcio Pescara|N}} || ''definitivo''
|-
|A || Francesco Galuppini || {{Calcio Renate|N}} || ''definitivo''
|-
|A || Luca Zamparo || {{Calcio Rimini|N}} || ''prestito''
|}
</div>
{{clear}}
 
== [[Stemma]]Risultati ==
=== Serie A ===
{| class="wikitable" width="100%"
{{Vedi anche|Serie A 2019-2020}}
! width="110" | Image
{{...}}
! Stemma
=== Coppa Italia ===
 
{{Vedi anche|Coppa Italia 2019-2020}}
|- valign=top
==== Turni eliminatori ====
|align=center | {{Stemma con ornamenti comuni
{{vedi anche|Coppa Italia 2019-2020 (turni eliminatori)}}
|Feldmaresciallo Principe SRI Toson d'oro
{{Incontro di club
|stemma =Armoiries Savoie-Carignan 1630.svg
|Giornomese = 11 agosto
|coef =0.8
|Anno = 2019
|Ora = [[Central European Summer Time|CEST]]
|Turno = Terzo turno
|SquadraCalcio 1 = Parma
|SquadraCalcio 2 =
|Punteggio 1 =
|Punteggio 2 =
|Referto =
|Città = Parma
|Stadio = [[Stadio Ennio Tardini]]
|Spettatori =
|Arbitro =
|Cittarbitro =
|Marcatori 1 =
|Marcatori 2 =
|Sfondo =
}}
== Statistiche ==
| '''Eugenio di Savoia'''<br />Principe di Carignano, Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero, Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro
=== Statistiche di squadra ===
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:100%;margin:auto;clear:both;text-align:center;"
! rowspan="2" | Competizione
! rowspan="2" | Punti
! colspan="6" | In casa
! colspan="6" | In trasferta
! colspan="6" | Totale
! rowspan="2" |
|-
! G || V || N || P || GF || GS || G || V || N || P || GF || GS || G || V || N || P || GF || GS
|-
| {{simbolo|Scudetto.svg|15}} [[Serie A 2019-2020|Serie A]] || || || || || || || || || || || || || || || || || || || ||
|-
| {{simbolo|Coccarda Coppa Italia.svg|15}} [[Coppa Italia 2019-2020|Coppa Italia]] || || || || || || || || || || || || || || || || || || || ||
|-
! Totale || || || || || || || || || || || || || || || || || || || ||
|}
=== Andamento in campionato ===
{{Andamento |link=X |nr=38}}
{{Andamento/Luogo |m1= |m2= |m3= |m4= |m5=|m6=|m7= |m8= |m9=|m10=|m11= |m12= |m13= |m14= |m15= |m16= |m17= |m18= |m19= |m20= |m21= |m22= |m23= |m24=|m25= |m26=|m27=|m28=|m29=|m30=|m31=|m32=|m33=|m34=|m35=|m36=|m37=|m38=}}
{{Andamento/Risultato |m1= |m2= |m3= |m4= |m5=|m6=|m7= |m8= |m9=|m10=|m11= |m12= |m13= |m14= |m15= |m16= |m17= |m18= |m19= |m20= |m21= |m22= |m23= |m24=|m25= |m26=|m27=|m28=|m29=|m30=|m31=|m32=|m33=|m34=|m35=|m36=|m37=|m38=}}
{{Andamento/Posizione |m1= |m2= |m3= |m4= |m5=|m6=|m7= |m8= |m9=|m10=|m11= |m12= |m13= |m14= |m15= |m16= |m17= |m18= |m19= |m20= |m21= |m22= |m23= |m24=|m25= |m26=|m27=|m28=|m29=|m30=|m31=|m32=|m33=|m34=|m35=|m36=|m37=|m38=}}
{{Andamento/Fine}}
=== Statistiche dei giocatori ===
Sono in ''corsivo'' i calciatori che hanno lasciato la società a stagione in corso.
 
{{Statistiche dei giocatori
| Competizione1 = Serie A
| Competizione2 = Coppa Italia
| {{Sortname|B.|Alves|Bruno Alves}} {{Sommastat|0|0|0|0 |0|0|0|0}}
| {{Sortname|A.|Barillà|Antonino Barillà}} {{Sommastat|0|0|0|0 |0|0|0|0}}
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}}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{organizzare|Selezionae bibliografia usata per la stesura della voce, non è possibile citare ogni libro sull'argomento}}
* {{Treccani|eugenio-di-savoia|Savòia, Eugenio di|accesso=22 gennaio 2015}}
* AA.VV, ''Principe Eugenio di Savoia (1663-1736) nel 250º anniversario della morte. Atti del Simposio'' (1986). Ediz. bilingue Italiano-tedesco, Accademia Studi Italo-Tedeschi, Collana dei Simposi, 1988, p. XI-81
* Johnson Cesare, ''Una possibile "storia medallica" del Principe Eugenio di Savoya Soisson,'' in ''Medaglia 18'', Milano, 1983.
* Sara Comoglio, "Eugenio di Savoia, condottiero collezionista. Nuovi documenti dagli Archivi Viennesi", in: "Studi Piemontesi", vol. XXXIX, fasc. 1, giugno 2010, p. 18.
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* {{En}} Kenneth M. Setton, ''Venice, Austria, and the Turks in the Seventeenth Century'', The American Philosophical Society, Philadelphia, 1991, ISBN 0-87169-192-2
 
==Voci correlate==
* [[Castello del Belvedere]]
* [[Palazzo d'Inverno del Principe Eugenio]]
* [[Österreichische Galerie Belvedere]]
* [[Principe Eugenio, il nobile cavaliere]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web|http://parmacalcio1913.com/|Sito ufficiale}}
* [http://www.centrostudilaruna.it/eugeniodisavoia.html Julius Evola, ''Eugenio di Savoia''].
* [http://www.centrostudilaruna.it/turchiaineuropa2.html Alfonso Piscitelli, Saggio su Eugenio di Savoia].
 
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