Galleria delle Vittorie e Diritto libero: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
 
Riga 1:
{{S|teoria del diritto|diritto internazionale}}
{{Edificio civile
{{S|sociologia}}
|nome edificio = Galleria delle Vittorie
|immagine = Galleria delle Vittorie.JPG
|didascalia = L'ingresso su [[via Maqueda]], 305
|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-SIC}}
|città = Palermo
|cittàlink =
|indirizzo = [[via Maqueda]], 305
|latitudine =
|longitudine =
|stato =
|periodo costruzione =
|inaugurazione = [[1935]]
|demolito =
|distrutto =
|ricostruito =
|stile =
|uso = commerciale
|altezza =
|altezza antenna/guglia =
|altezza tetto =
|altezza ultimo piano =
|piani =
|area calpestabile =
|ascensori =
|costo =
|architetto =
|ingegnere =
|appaltatore = [[Palermo|Comune di Palermo]]
|costruttore =
|proprietario = Condominio privato
|proprietario storico =
}}
 
Il movimento per il '''diritto libero''' (in ted. ''Freie rechtsfindung'') fu una corrente di pensiero giuridico-culturale sviluppatasi soprattutto in [[Germania]], tra la fine dell'[[anni 1800|Ottocento]] e gli inizi del [[anni 1900|Novecento]].
La '''Galleria delle Vittorie''' era una [[galleria commerciale]] di [[Palermo]].
== Storia ==
Tale movimento - denominato anche del giusliberismo ed in cui possono ricomprendersi altri indirizzi, quali la giurisprudenza sociologica e la [[giurisprudenza degli interessi]] - annovera tra i suoi maggiori esponenti [[Ernst Fuchs (teologo)|Ernst Fuchs]], [[Carl Schmitt]], [[Eugen Ehrlich]], François Gény e Hermann Kantorowicz.
Tali autori ritengono che in ogni ordinamento giuridico esistano, accanto alle norme di fonte legislativa, anche norme extralegali, che il [[giudice]] può applicare ogni volta che il testo legislativo si riveli non rispondente alle concrete esigenze del caso. Il giurista ha non solo il [[potere]], ma anche il [[dovere]] di ricercare liberamente il diritto e di considerare fonte di quest'ultimo anche fatti (ad es. i rapporti sociali) che teorie più restrittive (formaliste o giuspositiviste) considerano non normativi.
Il diritto libero si origina spontaneamente dall'attività dei consociati e dalle decisioni dei giudici e si colloca accanto al diritto dello [[Stato]]. In particolare, spetta al diritto libero il compito di colmare le inevitabili lacune del diritto positivo, quando esso si riveli inidoneo a fornire una guida certa per la risoluzione di una specifica controversia.
 
Il “diritto libero” si colloca così in netta antitesi culturale con le posizioni tipiche del [[giuspositivismo]]: ne fu espressione il “sistema della formulazione [[Giudice|giudiziaria]] del diritto” che affidava all’interprete un vasto potere creativo. Si attribuiva all'[[Interpretazione giuridica|interpretazione]] «il compito di applicare la [[norma]] scritta rinvigorendola con le esigenze della [[società]], lasciandosi investire dal “vento che irrompe dalle finestre”, sino a modificare la stessa norma: così annullando la distinzione tra il momento della creazione del diritto e quello della sua applicazione. Era, questo, l’indirizzo giurisprudenziale che si ispirava alle teorie del “diritto libero”, ampiamente diffuse nella [[Germania nazista]]», ma di cui Piero Calamandrei trovò le tracce anche nella [[Stalinismo|Russia staliniana]] «dove, grazie ad una riforma del 1936, il giudice era chiamato ad interpretare la legge ispirandosi "alla politica generale del governo" e dove era stato abrogato il principio “borghese” del ''[[nullum crimen sine lege]]''»<ref>[http://questionegiustizia.it/articolo/la-magistratura-resistente-_11-07-2019.php Paolo Borgna, ''La magistratura resistente'', Questione giustizia, 11 luglio 2019].</ref>.
La galleria venne inaugurata il 2 ottobre del [[1935]], in pieno [[periodo fascista]] tentando di imitare le gallerie presenti in altre città italiane. È formata da un edificio a 5 elevazioni a base quadrangolare, al centro di ogni faccia dell'edificio è presente un ingresso alla galleria sormontato dal nome stesso, l'accesso agli appartamenti dei piani superiori avviene attraverso la galleria centrale. Uno degli ingressi si affaccia su [[via Maqueda]]. Sulle facce dei quattro ingressi sono presenti affreschi, di chiara ispirazione fascista e stile [[Futurismo|futurista]], disegnati dal pittore [[Alfonso Amorelli]], le scene mostrano uomini dall'aspetto eroico nell'atto di sottomettere uomini di colore. Infatti questa galleria è dedicata alle vittorie dell'Italia, in particolare alla [[prima guerra mondiale]] e alla [[Guerra d'Etiopia]] conclusa da poco.
 
== Critica ==
L'interno della galleria è di forma quadrangolare con un tetto in vetro e travi di metallo. La galleria versa in stato di abbandono dagli [[anni 1970|anni settanta]], con una riapertura nell'estate del 2014 <ref>[http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/2014/08/27/progetto-hydra-larte-contemporanea-alla-galleria-delle-vittorie/ Progetto Hydra – L'arte contemporanea alla Galleria delle Vittorie | Mobilita Palermo]</ref>
{{quote|Qui il giudice non importa che si affatichi a studiare le leggi, perché le leggi non ci sono: occorre soltanto che in qualsiasi evenienza, anche quando si tratta di giudicare sulla rivendicazione di una gallina, egli sia pronto a interrogare la storia|Piero Calamandrei, ''Fede nel diritto'', Laterza, 2008}}
 
Nel periodo successivo alla [[seconda guerra mondiale]], il concetto di diritto libero è stato fortemente criticato in quanto, secondo alcuni, costituì la base per un pericoloso [[personalismo]] giudiziario negli ordinamenti dei [[regime (politica)|regimi]] [[dittatura|dittatoriali]] che si affermarono fra le due guerre<ref>Franco Marcovaldi, L'arte del giudizio/3, ''Intervista a Francesco Saverio Borrelli'', la Repubblica, sabato 5 gennaio 2013, p. 39. “Conversando con lui, vengo a sapere il titolo (bellissimo) della sua tesi di laurea “sentimento e sentenza”, che nella giustapposizione di due termini almeno in apparenza antitetici, ci offre il giusto avvio per intavolare questa nostra discussione, il cui cuore sintetizzerei così: il giudice è soltanto un sacerdote passivo della Legge o quando emette la sentenza ci mette inevitabilmente del suo?
Afferma Borrelli: “Dire che la sentenza è una esecuzione asettica e meccanica non ha nessun senso. Dire che è frutto di un processo creativo, è altrettanto sciocco e pericoloso: la scuola del diritto libero è fiorita non a caso ai tempi di [[Hitler]]. La mia tesi intendeva sollevare questo problema e cercare un punto di equilibrio ragionevole, secondo un'angolazione che allora non era di moda. Mi rendo conto che può sembrare un tantino provocatorio l'accostamento di due termini, “sentimento” e “sentenza”, che, pur provenendo da una origine linguistica comune, il verbo sentire, nell'uso indicano due referenti divaricati: il primo, connotato da un'aura emotiva, intuitiva, irrazionale o pre-razionale, il secondo, connotato da severità, rigore logico, autorevolezza o autorità”.</ref>, dimostrandosi all'atto pratico incapace di fornire le garanzie tipiche del [[principio di legalità]] e di [[tassatività]], possibili soltanto in un contesto fortemente orientato al [[diritto positivo]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Kantorowicz|nome=Hermann Ulrich|titolo=La lotta per la scienza del diritto|editore=Arnaldo Forni Editore|città=Milano|anno=1988|id=Codice EAN 9788827126806|url=http://www.fornieditore.com/Item.aspx?id=2082&p=0|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305003837/http://www.fornieditore.com/Item.aspx?id=2082&p=0|dataarchivio=5 marzo 2016}}
* {{Cita libro |autore =Gaetano Basile |capitolo = Palermo dimentica la Galleria delle Vittorie |titolo = Palermo Felicissima... atto secondo |città = Palermo |editore = [[Dario Flaccovio Editore]] |anno = 2007 |pagine = 115-117 |ISBN = 978-88-7758-774-9}}
 
{{portale|diritto|filosofia|sociologia}}
{{Portale|architettura|Palermo}}
 
[[Categoria:ArchitettureFilosofia didel Palermodiritto]]
[[Categoria:GallerieSociologia commerciali|Vittoriedel diritto]]