Pallio (paramento liturgico) e Diritto libero: differenze tra le pagine

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[[File:The Pallium.svg|thumb|Il Pallio usato oggi comunemente dagli [[Metropolita|arcivescovi metropoliti]]]]
{{S|sociologia}}
Il '''pallio''' (derivato dal [[lingua latina|latino]] ''pallium'', [[mantello (indumento)|mantello]] di lana) è un [[paramento liturgico]] usato nella [[Chiesa cattolica]], costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle. Rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle come il Cristo ed è pertanto simbolo del compito [[cura pastorale|pastorale]] di chi lo indossa.
 
Inizialmente usato da tutti i vescovi, successivamente il [[Papa|vescovo di Roma]] se ne è riservata l'esclusiva della confezione, l'uso per sé e la concessione ad alcuni vescovi e arcivescovi o a determinate sedi vescovili e arcivescovili. Il pallio è inoltre prerogativa degli [[arcivescovo|arcivescovi]] [[Metropolita|metropoliti]], come simbolo della giurisdizione ''in comunione'' con la [[Santa Sede]].
 
Corrisponde all'[[omoforio]] (''omophórion'') usato nella [[Chiesa ortodossa]] da tutti i [[Vescovo|vescovi]].
 
Il movimento per il '''diritto libero''' (in ted. ''Freie rechtsfindung'') fu una corrente di pensiero giuridico-culturale sviluppatasi soprattutto in [[Germania]], tra la fine dell'[[anni 1800|Ottocento]] e gli inizi del [[anni 1900|Novecento]].
== Storia ==
Tale movimento - denominato anche del giusliberismo ed in cui possono ricomprendersi altri indirizzi, quali la giurisprudenza sociologica e la [[giurisprudenza degli interessi]] - annovera tra i suoi maggiori esponenti [[Ernst Fuchs (teologo)|Ernst Fuchs]], [[Carl Schmitt]], [[Eugen Ehrlich]], François Gény e Hermann Kantorowicz.
[[File:Innozenz3.jpg|thumb|Pallio indossato da [[Innocenzo III]]]]
Tali autori ritengono che in ogni ordinamento giuridico esistano, accanto alle norme di fonte legislativa, anche norme extralegali, che il [[giudice]] può applicare ogni volta che il testo legislativo si riveli non rispondente alle concrete esigenze del caso. Il giurista ha non solo il [[potere]], ma anche il [[dovere]] di ricercare liberamente il diritto e di considerare fonte di quest'ultimo anche fatti (ad es. i rapporti sociali) che teorie più restrittive (formaliste o giuspositiviste) considerano non normativi.
In origine il ''pallio'' era il mantello indossato dai filosofi e nella arte paleocristiana con questo "mantello" venivano raffigurati Gesù e gli apostoli. [[Thomas F. Mathews]]<ref>''Scontro di dei. Una reinterpretazione dell'arte paleocristiana''. Milano, Jaca Book, 2005, pag.27.</ref> evidenzia come l'intenzione iconografica fosse quella di assegnare al fondatore del Cristianesimo e ai suoi primi discepoli quella condizione di distacco dal mondo e di insegnamento di un "altro mondo" che nell'epoca romana tardo imperiale veniva comunemente attribuita ai filosofi.
Il diritto libero si origina spontaneamente dall'attività dei consociati e dalle decisioni dei giudici e si colloca accanto al diritto dello [[Stato]]. In particolare, spetta al diritto libero il compito di colmare le inevitabili lacune del diritto positivo, quando esso si riveli inidoneo a fornire una guida certa per la risoluzione di una specifica controversia.
 
Il “diritto libero” si colloca così in netta antitesi culturale con le posizioni tipiche del [[giuspositivismo]]: ne fu espressione il “sistema della formulazione [[Giudice|giudiziaria]] del diritto” che affidava all’interprete un vasto potere creativo. Si attribuiva all'[[Interpretazione giuridica|interpretazione]] «il compito di applicare la [[norma]] scritta rinvigorendola con le esigenze della [[società]], lasciandosi investire dal “vento che irrompe dalle finestre”, sino a modificare la stessa norma: così annullando la distinzione tra il momento della creazione del diritto e quello della sua applicazione. Era, questo, l’indirizzo giurisprudenziale che si ispirava alle teorie del “diritto libero”, ampiamente diffuse nella [[Germania nazista]]», ma di cui Piero Calamandrei trovò le tracce anche nella [[Stalinismo|Russia staliniana]] «dove, grazie ad una riforma del 1936, il giudice era chiamato ad interpretare la legge ispirandosi "alla politica generale del governo" e dove era stato abrogato il principio “borghese” del ''[[nullum crimen sine lege]]''»<ref>[http://questionegiustizia.it/articolo/la-magistratura-resistente-_11-07-2019.php Paolo Borgna, ''La magistratura resistente'', Questione giustizia, 11 luglio 2019].</ref>.
Questa pratica venne successivamente adottata anche dalla Chiesa cristiana, con un uso simile a quello dell'[[omoforio]], una fascia di stoffa, molto più larga del pallio, attualmente indossata dai [[vescovo|vescovi]] [[Chiesa ortodossa|ortodossi]] e dai vescovi [[Chiesa particolare|cattolici orientali]] di [[rito bizantino]].
 
== UtilizzoCritica ==
Il pallio era originariamente un'unica striscia di stoffa avvolta intorno alle spalle e lasciata cadere sul petto dalla spalla sinistra; esso nei primi secoli della [[cristianesimo|cristianità]] era portato da tutti i vescovi (è infatti visibile nelle iconografie che ritraggono i primi vescovi e santi, come [[sant'Ambrogio]], [[Atanasio di Alessandria|sant'Atanasio]], [[Giovanni Crisostomo|san Giovanni Crisostomo]], [[Ignazio di Antiochia|sant'Ignazio di Antiochia]], [[Ilario di Poitiers|sant'Ilario]], ...). Notevole è anche il pallio che vediamo indossato da [[Apollinare di Ravenna]] nel mosaico di [[Basilica di Sant'Apollinare in Classe|Sant'Apollinare in Classe]].
{{quote|Qui il giudice non importa che si affatichi a studiare le leggi, perché le leggi non ci sono: occorre soltanto che in qualsiasi evenienza, anche quando si tratta di giudicare sulla rivendicazione di una gallina, egli sia pronto a interrogare la storia|Piero Calamandrei, ''Fede nel diritto'', Laterza, 2008}}
 
Nel periodo successivo alla [[seconda guerra mondiale]], il concetto di diritto libero è stato fortemente criticato in quanto, secondo alcuni, costituì la base per un pericoloso [[personalismo]] giudiziario negli ordinamenti dei [[regime (politica)|regimi]] [[dittatura|dittatoriali]] che si affermarono fra le due guerre<ref>Franco Marcovaldi, L'arte del giudizio/3, ''Intervista a Francesco Saverio Borrelli'', la Repubblica, sabato 5 gennaio 2013, p. 39. “Conversando con lui, vengo a sapere il titolo (bellissimo) della sua tesi di laurea “sentimento e sentenza”, che nella giustapposizione di due termini almeno in apparenza antitetici, ci offre il giusto avvio per intavolare questa nostra discussione, il cui cuore sintetizzerei così: il giudice è soltanto un sacerdote passivo della Legge o quando emette la sentenza ci mette inevitabilmente del suo?
Il primo caso noto di imposizione del pallio ad un vescovo risale al [[513]], quando [[papa Simmaco]] concesse il pallio a san [[Cesario d'Arles|Cesario]], vescovo di Arles. Dal [[IX secolo]] in poi venne ridotto all'attuale forma a "Y" con le due estremità che scendono sotto il collo fino alla metà del petto e della schiena e divenne il segno distintivo nei paramenti degli [[Arcivescovo|arcivescovi]] [[metropolita|metropoliti]] che lo ottenevano per concessione del [[Papa]].
Afferma Borrelli: “Dire che la sentenza è una esecuzione asettica e meccanica non ha nessun senso. Dire che è frutto di un processo creativo, è altrettanto sciocco e pericoloso: la scuola del diritto libero è fiorita non a caso ai tempi di [[Hitler]]. La mia tesi intendeva sollevare questo problema e cercare un punto di equilibrio ragionevole, secondo un'angolazione che allora non era di moda. Mi rendo conto che può sembrare un tantino provocatorio l'accostamento di due termini, “sentimento” e “sentenza”, che, pur provenendo da una origine linguistica comune, il verbo sentire, nell'uso indicano due referenti divaricati: il primo, connotato da un'aura emotiva, intuitiva, irrazionale o pre-razionale, il secondo, connotato da severità, rigore logico, autorevolezza o autorità”.</ref>, dimostrandosi all'atto pratico incapace di fornire le garanzie tipiche del [[principio di legalità]] e di [[tassatività]], possibili soltanto in un contesto fortemente orientato al [[diritto positivo]].
 
In Oriente si è mantenuta la tradizione originaria autentica: l'''omoforion'' (letteralmente dal greco che significa "portato sulle spalle" ) è proprio di ogni vescovo, e si porta in due diverse modalità: il ''piccolo omoforion'' (come uno stolone che scende dritto) o il ''grande omoforion'' (che dalle spalle gira attorno e scende di lato), a seconda delle celebrazioni, più o meno solenni. [[Papa Giovanni Paolo II]] in occasione della notte di Natale del [[1999]], apertura del [[Giubileo del 2000]], ha indossato un ''omoforion'' con croci rosse.
 
== Come è fatto ==
[[File:Pope Benedict XVI Blessing.jpg|thumb|left|Pallio utilizzato da [[Benedetto XVI]] e, dal [[2013]] al giugno [[2014]], da [[papa Francesco]].]]
[[File:Papst Benedikt XVI., Pfingstmesse im Petersdom, 15. Mai 2005.jpg|thumb|[[Papa Benedetto XVI]] con il pallio papale in uso fino al [[IX secolo]] e dal [[2005]] al [[2008]]; questo pallio attualmente orna il sepolcro di san [[Celestino V]], al quale papa Ratzinger rese omaggio visitando la città dell'[[L'Aquila|Aquila]] dopo il [[Terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto del 2009]].]]
Il pallio, nella sua forma presente, è una stretta fascia di stoffa, larga circa cinque [[centimetri]], tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la [[pianeta (liturgia)|pianeta]] o la [[casula]] e con due lembi neri pendenti davanti e dietro, così che – vista sia davanti che dietro – il paramento ricordi la lettera "Y".
 
È decorato con sei croci nere di seta (che ricordano le ferite di [[Cristo]]), una su ogni coda e quattro sull'incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d'oro gemmate (''acicula'') a forma di spillone, o chiodo<ref>[[Collezione Philippi]]: [http://www.dieter-philippi.de/en/ecclesiastical-fineries/the-pallium Fotografie del pallio con spilloni]</ref>. Queste ultime due caratteristiche sembrano essere una ricordo dei tempi in cui il pallio era una semplice sciarpa piegata a doppio e appuntata con una spilla sulla spalla sinistra.
 
[[Piero Marini]] per Benedetto XVI ha ripristinato l'uso del pallio lungo e incrociato sulla spalla sinistra utilizzato fino al [[IX secolo]] (come quello visibile nell'immagine a destra), lasciando inalterata la forma del pallio concesso agli arcivescovi, con i due lembi pendenti al centro del petto e al centro della schiena.
 
Sin dall'inizio del pontificato però tale pallio ha comportato diversi e fastidiosi problemi di carattere pratico; pertanto, in occasione della messa del 29 giugno [[2008]] (solennità dei santi [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]]), il pontefice è tornato ad indossare un pallio a "Y" (visibile a sinistra), simile a quello indossato comunemente dai metropoliti, ma con foggia più larga e più lunga, e con il colore rosso delle croci: tali differenze oggi (la foggia più larga e le croci di colore rosso) mettono in risalto la diversità di giurisdizione, riservata al Vescovo di Roma, mentre in epoche precedenti e più remote non avevano questo particolare significato dato che erano comuni ad ogni Vescovo senza distinzione.<ref>[http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/benedettoxvi-22/riti-paramenti-antichi/riti-paramenti-antichi.html Pallio, pastorale e trono papale Benedetto XVI rifà il look al rito]</ref> Lo stesso pallio è stato utilizzato dal 19 marzo [[2013]] anche da [[papa Francesco]] dopo la solenne cerimonia di imposizione del pallio, dalle mani del [[cardinale protodiacono]] [[Jean-Louis Tauran]], durante la messa di inaugurazione del ministero petrino. Dal 29 giugno [[2014]], solennità dei santi Pietro e Paolo, [[papa Francesco]] torna ad indossare il pallio uguale a quello indossato dagli arcivescovi metropoliti.
 
== Cosa significa ==
[[File:Good shepherd 02b close.jpg|thumb|Il [[Buon Pastore]] in una raffigurazione nelle [[catacombe]]]]
Secondo alcune interpretazioni, il pallio rappresenta - per la sua forma e materiali - l'[[ovis aries|agnello]] portato sulle spalle, come simbolo del vescovo in quanto ''[[Buon Pastore]]'' (le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli della pecora), e insieme l'[[Agnus Dei|agnello]] [[Crocifissione di Gesù|crocifisso]] per la salvezza dell'umanità perduta; questo spiegherebbe anche l'uso della lana e delle sei croci decorative trapassate da tre spille (o acicula) gemmate (che raffigurerebbero i tre chiodi della croce di Cristo)<ref>{{Cita libro|autore = Antonello Battaglia|titolo = L'abito dell'anima. Materiali e simboli delle vesti religiose in G. Motta, La Moda contiene la Storia e ce la racconta puntualmente, p. 179-180|anno = 2015|editore = Nuova Cultura|città = Roma}}</ref>. Il cerimoniale correlato alla preparazione del pallio e la sua imposizione sul Papa durante la sua investitura suggerisce inoltre questo tipo di simbolismo. Secondo altri critici, queste sarebbero invece interpretazioni ''a posteriori''.
 
Il pallio è divenuto successivamente il simbolo di un legame speciale con il [[Papa]] ed esprime inoltre la potestà che, in comunione con la [[Chiesa cattolica|Chiesa di Roma]], il metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione: ''«Segno liturgico della comunione che unisce la Sede di Pietro e il suo Successore ai Metropoliti e, per loro tramite, agli altri Vescovi del mondo è il pallio...»''<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2005/documents/hf_ben-xvi_ang_20050629_sts-peter-paul_it.html ''Angelus''] di [[papa Benedetto XVI]] del 29 giugno [[2005]].</ref>.
 
== Utilizzo ==
I metropoliti devono ricevere il pallio prima di poter esercitare il loro ufficio nella [[diocesi]] a cui sono inviati, anche se erano stati nominati in precedenza in un'altra sede ecclesiastica. Secondo il [[diritto canonico]], un metropolita deve richiedere il pallio entro tre mesi dalla sua nomina ed è autorizzato ad indossarlo solo nel territorio della propria diocesi e nelle altre diocesi della sua [[provincia ecclesiastica]]<ref>Vedi l'articolo 437 del Codice di Diritto Canonico.</ref>. I vescovi e gli arcivescovi non metropoliti non lo indossano se non per una concessione particolare.<ref>Vedi la concessione che i papi fecero alla [[Diocesi di Pavia|sede vescovile di Pavia]].</ref>
 
Solo il papa è autorizzato ad indossare il pallio in qualsiasi occasione e luogo. La cerimonia della consegna ai metropoliti è perciò l'unica occasione in cui si possono vedere due o più arcivescovi indossare il pallio nello stesso luogo e nello stesso momento.
 
La concessione del pallio è riservata ai metropoliti. Tuttavia il papa può eccezionalmente concedere il pallio ad altri vescovi. Ad esempio nel [[2008]] l'[[arcidiocesi di Trnava|arcivescovo di Trnava]] Jan Sokol ha potuto conservare il pallio anche dopo che la sua diocesi ha perso la dignità metropolitica a seguito dell'erezione dell'[[arcidiocesi di Bratislava]]. [[Papa Giovanni Paolo II]] concesse il pallio a [[Papa Benedetto XVI|Joseph Ratzinger]] nella sua qualità di [[decano del Collegio cardinalizio]]. Divenuto papa, [[Benedetto XVI]] ha ripreso questa prassi conferendo il pallio al cardinale decano [[Angelo Sodano]].
 
Il pallio non può essere trasferito ad altri e, quando un metropolita muore, deve essere sepolto con lui. I metropoliti emeriti non possono più usare il pallio ricevuto.
 
Diverso abito liturgico è il ''[[Razionale (liturgia)|razionale]].'' Il [[primate (ecclesiastico)|primate]], cioè un arcivescovo a capo di una Chiesa cattolica di una [[provincia romana]] o di una nazione, poiché la sua sede era la più antica di fondazione e detta "primaziale" (o parallelamente una "Chiesa autocefala o autonoma" per gli ortodossi) era solito portare razionale, che risale al [[Medioevo]], e che lo distingueva dal resto dei metropoliti e dei vescovi, ed era una specie di pallio fregiato, anche con simboli e iconografie (per esempio l'agnello pasquale) ed era a forma più circolare, o a Y. Vi sono alcune arcidiocesi nell'Europa centrale in cui è ancora oggi in uso, per esempio [[arcidiocesi di Paderborn|Paderborn]] in [[Germania]] e [[arcidiocesi di Cracovia|Cracovia]] in [[Polonia]].
 
== Confezione e imposizione del pallio ==
[[File:Zygmunt Kamiński.JPG|thumb|L'allora [[Arcidiocesi di Stettino-Kamień|arcivescovo di Stettino-Kamień]], [[Zygmunt Kamiński]], indossa il pallio da [[metropolita]]]]
I due agnelli la cui lana è destinata, nell'anno successivo, alla fattura dei pallii, vengono allevati dai [[trappisti|monaci trappisti]] dell'[[Abbazia delle Tre Fontane]] a [[Roma]]. Dal [[1644]] essi vengono benedetti dall'Abate Generale dei Canonici Regolari Lateranensi nella Basilia sulla Via Nomentana [[Complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le mura]] nel giorno in cui si fa memoria della santa, il 21 gennaio e poi portati al Papa nel Palazzo Apostolico. Il pallio viene tessuto e cucito dalle suore di clausura del convento romano di [[Santa Cecilia in Trastevere]].
 
I pallii così confezionati vengono conservati nella [[basilica di San Pietro]] a Roma, in una [[teca (contenitore)|teca]] posta ai piedi dell'altare della confessione, vicinissima al luogo della sepoltura dell'apostolo [[San Pietro|Pietro]]. Molti fedeli ritengono erroneamente che essa contenga i resti mortali del santo; in realtà essa conserva delle sciarpe di [[lana]], i pallii. Per evitare tale confusione [[papa Benedetto XVI]] ha stabilito che la suddetta teca sia conservata per l'avvenire sempre vicino alla Confessione di Pietro ma non più nella nicchia sotto l'altare papale davanti al mosaico del Cristo.
 
La cerimonia di consegna del pallio si svolge il 29 giugno, festività dei santi [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[San Paolo di Tarso|Paolo]]. La consegna ufficiale è collegata al giuramento di fedeltà al Papa e ai suoi successori da parte dei metropoliti. Il pallio può essere indossato solo durante l'episcopato in una sede metropolitana, se l'insignito viene trasferito ad altra sede metropolitana deve ricevere nuovamente il pallio dal Pontefice, se rinuncia al governo dell'arcidiocesi o l'arcidiocesi cessa di essere sede metropolitana, l'insignito perde la facoltà di indossare il pallio.
 
Raramente l'imposizione del pallio può avvenire fuori dalla data prevista del 29 giugno.<ref>[http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/28034.php?index=28034&lang=it Imposizione del pallio al cardinale Angelo Scola], Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, 21 settembre 2011</ref>
 
=== Rito della consegna del pallio ===
Durante la messa della solennità dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, dopo il segno della croce e prima del Kyrie, ha luogo il rito della consegna dei pallii, in questo modo:
 
Il [[cardinale protodiacono]] presenta al papa i metropoliti che ricevono il pallio:
:Beatissimo Padre, i Reverendissimi Padri Arcivescovi qui presenti (...''nomi''...), con ossequio fedele e obbediente verso la Santità Vostra e la Sede Apostolica, chiedono umilmente che Vostra Santità conceda loro il pallio, preso dalla confessione del beato Pietro, quale segno dell'autorità di cui il metropolita, in comunione con la Chiesa romana, viene legittimamente investito nella propria provincia. Gli altri Padri Arcivescovi recentemente promossi a Chiese Metropolitane, che oggi non sono potuti venire a Roma, chiedono umilmente di poter ricevere il pallio, in nome e in vece della Santità Vostra, dal Rappresentante Pontificio, ciascuno nella propria sede metropolitana.
 
I metropoliti giurano:
:Io (...''nome''...) arcivescovo di (...''nome''...) sarò sempre obbediente e fedele al beato Pietro apostolo, alla santa apostolica Chiesa di Roma, a te, Sommo Pontefice, e ai tuoi legittimi successori. Così mi aiuti Dio onnipotente.
Il papa benedice i palli:
:O Dio, pastore eterno delle anime, da te chiamate, per mezzo del tuo figlio Gesù Cristo con l'appellativo di pecore del gregge e il cui governo hai voluto affidare, sotto l'immagine del buon pastore, al beato Pietro apostolo e ai suoi successori, effondi per il nostro ministero la grazia della tua benedizione sopra questi palli, scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale.
:Accogli benigno le preghiere che umilmente ti rivolgiamo e concedi, per i meriti e l'intercessione degli apostoli, a coloro che per tuo dono indosseranno questi palli di riconoscersi come pastori del tuo gregge e di tradurre nella vita la realtà significata nel nome.
:Prendano su di sé il giogo evangelico imposto sulle loro spalle e sia per loro così lieve e soave da poter precedere gli altri nella via dei tuoi comandamenti con l'esempio di una perseverante fedeltà, fino a meritare di essere introdotti nei pascoli eterni del tuo regno. Per Cristo nostro Signore. Amen.
<small>Poi si rivolge agli arcivescovi:</small>
:A gloria di Dio onnipotente e a lode della beata sempre vergine Maria e dei beati apostoli Pietro e Paolo, a decoro delle sedi a voi affidate, in segno della potestà di metropolita, vi consegniamo il pallio preso dalla confessione del beato apostolo Pietro, perché lo usiate entro i confini della vostra provincia ecclesiastica.
:Questo pallio sia per voi simbolo di unità e segno di comunione con la Sede Apostolica; sia vincolo di carità e stimolo di fortezza, affinché nel giorno della venuta e della rivelazione del grande Dio e del principe dei pastori Gesù Cristo, possiate ottenere, con il gregge a voi affidato, la veste dell'immortalità e della gloria. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il Papa imponeva sino al 2014 il pallio sulle spalle dei metropoliti e scambiava con essi un segno di pace. L'Arcivescovo segretario della congregazione per i vescovi riceveva dal Papa i palli destinati ad altri metropoliti.
 
Dal 2015 il Papa consegna il pallio agli arcivescovi a cui sarà imposto nella propria sede dal nunzio locale.
 
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Kantorowicz|nome=Hermann Ulrich|titolo=La lotta per la scienza del diritto|editore=Arnaldo Forni Editore|città=Milano|anno=1988|id=Codice EAN 9788827126806|url=http://www.fornieditore.com/Item.aspx?id=2082&p=0|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305003837/http://www.fornieditore.com/Item.aspx?id=2082&p=0|dataarchivio=5 marzo 2016}}
 
{{portale|diritto|filosofia|sociologia}}
== Voci correlate ==
* [[Omoforio]]
* [[Razionale (liturgia)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=pallio}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.vatican.va/news_services/liturgy/details/ns_lit_doc_20091117_pallio_it.html Il pallio] sul sito del Vaticano
 
{{Paramenti cattolici}}
{{Portale|Cattolicesimo}}
 
[[Categoria:VestiFilosofia edel paramenti cattolicidiritto]]
[[Categoria:PapatoSociologia del diritto]]