Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 10: differenze tra le pagine

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Lo '''''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra''''' ("Sūtra sul ruggito del leone della regina Śrīmālā"; devanāgarī: श्रीमालादेवीसिंहनादसूत्र; cinese: 勝鬘師子吼一乘大方便方廣經 ''Shèngmán shīzǐ hǒu yīshèng dàfāngbiàn fāngguǎng jīng'') è uno dei più antichi ''[[sūtra]]'' [[mahāyāna]] che veicolano la dottrina del ''[[tathāgatagarbha ]]'', composto probabilmente nel III secolo nella comunità dei [[mahāsāṃghika]] che risiedevano nella regione dell'Āndhra (India meridionale).
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==Edizioni==
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Di questo testo è conservata la traduzione in cinese, dal sanscrito, operata da [[Guṇabhadra]] (394–468) nel 436 al [[T.D.]] 353. Una ulteriore traduzione, sempre in cinese, è stata operata da [[Bodhiruci]] (672–727) nei primi dell'VIII secolo e raccolta nel ''[[Ratnakūṭasūtra]]'' (大寶積經, ''Dàbǎojījīng''), al [[T.D.]] 310.
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La traduzione in tibetano, dal sanscrito, è stata operata nel IX secolo da [[Jinamitra]], [[Surendrabodhi]], e [[Yeshe De]], con il titolo ''Lha mo dpal phreng gi seng ge’i sgra’i mdo'' ed è al [[Toh.]] 92, anche qui, come nel Canone cinese, inserita nella raccolta inerente al ciclo del ''Ratnakūṭa'' (''dkon brtsegs'', དཀོན་བརྩེགས།.)
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Non conserviamo alcun testimone integrale in lingua sanscrita tranne alcune citazioni nel ''[[Ratnagotravibhāga]]'' e alcuni frammenti del V secolo raccolti nella collezione Schøyen (al [http://www.schoyencollection.com/22-buddhism-collection/22-3-mahayana-sutras/mahayana-sutra-manuscript-ms-2378-1 nº 2378/1]).
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==Contenuto==
La giovane regina della città di Ayodhyā, Śrīmālā (勝鬘), figlia del re [[Prasenajit]] (波斯匿王)<ref>Re del regno del [[Kośala]], la cui capitale era [[Śrāvastī]]. Uno dei più potenti regni, insieme a quello di Maghada, all'epoca del [[Gautama Buddha|Buddha storico]]. Fu protettore del buddhismo.</ref> e della regina Mallikā (末利夫人)<ref>Secondo la tradizione fu convertita al buddhismo da [[Ānanda]], e fu nota per la sua saggezza.</ref>, riceve una visita miracolosa da parte del [[Buddha Śākyamuni ]] il quale gli preannuncia che ella realizzerà l'<nowiki></nowiki>''[[anuttarā-samyak-saṃbodhi ]]'' (la completa illuminazione, propria dei buddha), quindi, diverrà il [[Buddha Samantaprabha]] (Luce Universale) e, in qualità di buddha governerà una terra del buddha.
 
La regina Śrīmālā si impegna a rispettare i seguenti dieci precetti:
{{q|# Non trasgredirò la disciplina che ho ricevuto.
# Non mancherò di rispetto verso gli anziani venerabili.
# Non odierò gli esseri senzienti.
# Non sarò gelosa degli altri, per quanto riguarda sia il loro aspetto fisico sia per i loro beni.
# Non sarò avara anche se avrò poco sostentamento. O Signore, da ora fino a quando non sarò illuminata.
# Non accumulerò proprietà per il mio vantaggio. Qualunque cosa io riceva la utilizzerò per aiutare gli esseri senzienti che sono poveri e sofferenti.
# Praticherò i quattro atti attrattivi (generosità, parole gradevoli, insegnamenti adatti alla comprensione di chi li riceve, condividendo condotte che portano tutti gli esseri alle azioni virtuose) per tutti gli esseri senzienti, e non per me. Io accolgo tutti gli esseri senzienti, senza desiderio, senza soddisfazione e senza pregiudizio.
# Quando vedo gli esseri senzienti che sono abbandonati, imprigionati, malati e afflitti da varie disgrazie e difficoltà, non li abbandonerò, anche solo per un attimo, in quanto devo portare loro la pace. Attraverso le mie buone azioni io porterò loro dei benefici e li libererò dal loro dolore. Solo allora li lascerò.
# Quando vedo chi caccia o addomestica gli animali, chi li macella, o commette altre offese contro i precetti, non li abbandonerò. Quando ho ottenuto questo potere di insegnamento, io frenerò coloro che hanno necessità di essere trattenuti e assisterò coloro che hanno la necessità di essere assistiti, ovunque io veda questi esseri senzienti. Perché? Perché nel frenarli e nell'assisterli, genererò la prosecuzione eterna del Dharma. Se il Dharma viene generato eternamente, gli dèi e gli esseri umani fioriranno e i destini malvagi diminuiranno. Allora la ruota del Dharma che viene fatta girare dal Tathāgata sarà nuovamente avviata. Perché vedendo questi benefici io sarò salva e mai smetterò. O Signore, da ora fino a quando non sarò illuminata.
# Accetto il Vero Dharma (''Saddharma''), non dimenticandomi mai di esso. Perché? Perché coloro che dimenticano il Dharma dimenticano il Mahāyāna. Chi dimentica il Mahāyāna dimentica le ''[[pāramitā]]''. Chi dimentica le ''[[pāramitā]]'' non aspira verso il Mahāyāna. Se i bodhisattva non sono impegnati nel Mahāyāna, non possono avere l'aspirazione ad accogliere il vero Dharma. Agendo in base al loro personale piacere, non saranno in grado di superare il livello della gente comune.|''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'', II; [[T.D.]]: 353 217b9-217c}}
 
Quindi pronuncia i tre "grandi Voti" (大願) al fine di insegnare il [[Dharma]] nelle sue prossime esistenze:
{{q|Con la forza della mia ardente aspirazione, possa portare la pace agli innumerevoli esseri senzienti. Con le mie azioni virtuose, in tutte le rinascite possa io realizzare la saggezza del vero Dharma. Questo è il primo grande voto.<br> Dopo aver raggiunto la saggezza del vero Dharma, per il bene di tutti gli esseri senzienti, possa io predicare [il Dharma], senza mai stancarmi. Questo è il secondo grande voto.<br> Accogliendo il Vero Dharma, possa io abbandonare il corpo, la vita, e le ricchezze e quindi sostenere il solo Vero Dharma. Questo è il terzo grande voto.|''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'', III; [[T.D.]]: 353 218a09-218a012}}
 
Queste sue solenni dichiarazioni generano degli accaduti maestosi nella realtà visibile: fiori meravigliosi scendono dal cielo, suoni melodiosi accompagnano la voce della regina. A questo punto lo Śākyamuni decide di conferirgli l'eloquenza necessaria e Śrīmālā recita le dottrine dello ''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'' (IV e sgg.).
 
Il Buddha approva l'insegnamento della regina e quindi scompare miracolosamente, levitando verso la città di Śrāvastī mentre Śrīmālā si reca a Ayodhyā per convertire al buddhismo la popolazione.
 
==Dottrine==
Questo è ''sūtra'' mahāyāna viene considerato uno dei ''sūtra'' principali che trattano della dottrina del ''[[tathāgatagarbha]]''. In questo senso, seppur esalta in qualità di ''saddharma'' (Vera dottrina) quello contenuto nel ''sūtra'' stesso e quindi nel mahāyāna, al capitolo V richiama la dottrina dello ''[[ekayāna]]'' ("Veicolo unico", 一乘 ''yīshèng'', giapp. ''ichijō'') in quanto possedendo tutti gli esseri senzienti il ''tathāgatagarbha'' tutti verranno salvati ed unico è il veicolo (''yāna'') che può salvarli risultando gli altri veicoli, segnatamente quello degli ''arhat'' e dei ''pratyekabuddha'' (veicoli ''[[hīnayāna]]''), già presenti nello ''[[ekayāna]]''.
 
Il ''nirvāṇa'' del mahāyāna si distingue, secondo il ''sūtra'', perché esso rappresenta un ''[[upāya ]]'' dei buddha, esso in realtà è apparente consistendo in una inconcepibile metamorfosi<ref>Cfr. [[T.D.]]. 353, 219c20–220a2</ref>.
 
Ci sono quindi due ''nirvāṇa'' e due tipi di "morte": quello degli degli ''arhat'' e dei ''pratyekabuddha'', i quali superano solo alcune contaminazioni attive (le ''*paryutthānakleśa'') ma non le ''āvāsakleśas'', permanendo ancora nella ''avidyāvāsabhūmi'' (terra dell'ignoranza) e quella dei [[Tathāgata]] i quali distruggono anche quelle sottili contaminazioni. Di modo che sia gli ''arhat'' che i ''pratyekabuddha'' sono destinati a generare ancora dei corpo-mente senza liberarsi dal ''[[saṃsāra]]''. Solo i [[Tathāgata]] vi riescono e la loro dottrina (come quella del ''[[tathāgatagarbha]]'') è comprensibile solo a loro stessi, gli altri vi si devono avvicinare solo con "fede".
 
Il ''sūtra'' critica inoltre l'approccio apofatico alla dottrina della vacuità (''[[śūnyatā]]'') in quanto seppure è vero che i buddha sono vuoti (''śūnya'') delle ''kleśa'' (afflizioni) al contempo essi non sono vuoti (''aśūnya'') delle loro virtù (''[[guṇapāramitā]]'').
 
Lo ''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'' si esprime quindi per mezzo di una dottrina catafatica, attribuendo qualità allo stato di buddha.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* ''Princeton Dictionary of Buddhism'', a cura di Robert E. Buswell Jr. & Donald S. Lopez Jr., Princeton University Press, 2013.
* Michael Radich, "Tathāgatagarbha Scriptures." In ''Brill's Encyclopedia of Buddhism''. 2015.
 
==Collegamenti esterni==
* [http://21dzk.l.u-tokyo.ac.jp/SAT/T0353.html Lo ''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'' nel "Taishō Shinshū Daizōkyō"]
* [https://web.archive.org/web/20170228082111/http://www.bdkamerica.org/system/files/pdf/dBET_Srimala_Vimalakirti_2004.pdf Traduzione del sūtra in lingua inglese da parte di Diana Y. Paul]
 
{{Sutramahayana}}
[[Categoria:Testi sacri buddhisti]]