Utente:Ale Sasso/Sandbox e Arturo Martini: differenze tra le pagine

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[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Martini Arturo, Cavallo.jpg|thumb|upright=1.3|''Cavallo'', 1926 ca. <br>[[Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo]]]]
Pagina delle prove di Ale Sasso. I titoli corrispondono agli argomenti di prossima auspicata trattazione. I lavori in corso quando presenti, sono in fondo alla pagina.
[[File:KMM Martini.JPG|thumb|upright=1.3|''Giuditta e Oloferne'', 1932 ca. <br>[[Museo Kröller-Müller]], [[Otterlo]]]]
 
{{Bio
{{finestra|align=right|width=50%|border=1px|col1=#0077FF|col2=#FFFFFF|col3=#000000|font-size=120%|titolo=Tools|contenuto=
|Nome = Arturo
{{div col}}
|Cognome = Martini
* Template ISSN: {{ISSN|numeroissn}}
|Sesso = M
* Diagrammi ferrotranviari: [https://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Route_diagram_template/Catalog_of_pictograms/junctions Wikipedia EN]
|LuogoNascita = Treviso
* [[Wikipedia:Modello di voce/Comuni italiani|Modello di voce - Comuni italiani]]
|GiornoMeseNascita = 11 agosto
* [http://augusto.digitpa.gov.it/ Gazzetta ufficiale Storica]
|AnnoNascita = 1889
* [http://siusa.archivi.beniculturali.it/ SIUSA]
|LuogoMorte = Milano
* [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53023112j/f1.zoom.r=milano.langFR carta d'epoca navigabile]
|GiornoMeseMorte = 22 marzo
{{div col end}}
|AnnoMorte = 1947
|AttivitàAltre = e [[docente]]
|Epoca = 1900
|Attività = scultore
|Attività2 = pittore
|Attività3 = incisore
|Nazionalità = italiano
}}
 
==Biografia==
---------------------------------------------------------------------------------
=== Gli inizi ===
 
Nasce in una famiglia economicamente disagiata, terzo dei quattro figli di Antonio, cuoco di professione, e Maria Della Valle, cameriera originaria di [[Brisighella]].
= Tranvia Lugo-Fusignano-Alfonsine =
 
Espulso dalla scuola nel 1901, a causa di ripetute bocciature, diviene apprendista presso un'oreficeria a [[Treviso]] e subito dopo frequenta la scuola di [[ceramica]] (collabora in particolare con la [[Fornace Guerra Gregorj]]) dove apprende la pratica artigianale del modellare<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-martini_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Arturo Martini|sito=treccani.it|accesso=23 maggio 2019}}</ref>.
* nel 1888 venne istituita una linea di tram trainati da cavallo che dall’attuale Via Tramvia passando per Fusignano raggiungeva Lugo<ref>''Ugo Cortesi, [http://www.homolaicus.com/storia/locale/alfonsine.htm Breve storia delle Alfonsine]'', agosto 2007. URL consultato nell'aprile 2014.</ref>
Affascinato da questa tecnica inizia a frequentare lo studio dello scultore [[Antonio Carlini]] a Treviso e contemporaneamente frequenta il primo anno (1906-07) dell'[[Accademia di belle arti di Venezia]]. Riesce ad ideare una nuova tecnica incisoria di tipo calcografico che lui stesso denomina [[cheramografia]].{{cn}}
 
A questo periodo risalgono le sua prime opere conosciute: il ''Ritratto di Fanny Nado Martini'', in terracotta (1905) e il ''Busto del pittore Pinelli'', che si rifanno alla scultura di fine Ottocento.
* 1884-1952 - scartamento ordinario - trazione a vapore - Tramvia a Vapore Lugo-Fusignano-Alfonsine (LFA) -
Nel 1908 a [[Venezia]] partecipa alla prima edizione delle mostre di [[Ca' Pesaro]] con la piccola scultura il ''Palloncino''.<ref>{{Cita libro|curatore=Gianni Vianello|titolo=Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'imagine in scultura|anno=1979}}</ref>
 
* Considerata l'esclusione dalla rete ferroviaria, per rimediare al proprio isolamento l'amministrazione di Fusignano valutò la costruzione di una tranvia che avrebbe collegato la cittadina con Lugo e Alfonsine. Iniziati nel 1884, i lavori di costruzione procedettero spediti, tanto che l'ultimo tratto della linea poté essere inaugurato il 1° gennaio 1885<ref>Massimo Baioni, Alfredo Belletti, Giuseppe Bellosi, ''La storia di Fusignano'', Longo, 2006, p. 281. Volume consultabile in parte anche su [http://books.google.it/books?ei=ajhaU773KaT-4QT34IFI&hl=it&id=NnE-AQAAIAAJ&dq=La+storia+di+Fusignano&focus=searchwithinvolume&q=tramvia Google Books]. URL consultato nell'aprile 2014.</ref>. Qui dice anche "... per la riattivazione della tramvia Lugo-Fusignano-Alfonsine, che dopo la sua definitiva cessazione fu comunque sostituita ..." a p. 121.
 
* Nel [[1911]] si progettò di ammodernare la tranvia trasformandola in ferrovia econimica, prolungandola veso nord con una tratta che avrebbe raggiunto Sant'Alberto e il [[Po di Primaro]]. La prima guerra mondiale impose di accantonare tale progetto che fu ripreso in seguito, senza successo, per la sola tratta Lugo-Fusignano<ref>Luigi Lotti, ''L'età risorgimentale e contemporanea'', Comune di Ravenna, 1996, pp. 496 e 489. Volume consultabile in parte anche su [http://books.google.it/books?ei=xzpaU_3OHKaR5AT-94GAAg&hl=it&id=7KwdAQAAMAAJ&dq=Il+tramvia+di+Fusignano&focus=searchwithinvolume&q=tramvia+di+Fusignano Google Books]. URL consultato nell'aprile 2014.</ref>. Questo dice anche: "per cura del lughese Andrea Mondini, anche un collegamento fra Lugo, Fusignano ed Alfonsine, la cui concessione risaliva al 1917" e si tratta con ogni probabilità di un collegamento automobilistico.
 
* riattivato il tram Lugo-Fusignano-Alfonsine.... quando? vedi (https://www.google.it/search?tbm=bks&hl=it&q=Il+tramvia+di+Fusignano#hl=it&q=tramvia+lugo+Fusignano+alfonsine&tbm=bks)
 
* Progetto ebbe inizialmente difficoltà economiche che ne ritardarono la costruzione<ref>Dante Bolognesi, Paola Morigi, ''La Camera di commercio di Ravenna (1862-2002): un'istituzione al servizio del territorio ravennate'', Longo, 2003, p. 535. Volume consultabile in parte anche su [http://books.google.it/books?ei=TT5aU_CWO4PG4gSypIFo&hl=it&id=Hxe6AAAAIAAJ&dq=tramvia+lugo+Fusignano+alfonsine&focus=searchwithinvolume&q=onde+raccordare Google Books]. URL consultato nell'aprile 2014.</ref>.
 
* Inizialmente il tram era a cavalli<ref>''La Terra: Trattato popolare di geografia universale'', Volume 1: Il suolo e le genti, Vallardi, p. 772. Volume consultabile in parte anche su [http://books.google.it/books?id=dY1AfYMw_AgC&q=tramvia+lugo-fusignano-alfonsine&dq=tramvia+lugo-fusignano-alfonsine&hl=it&sa=X&ei=V0JaU8fLJaHk4wTmuYBo&ved=0CEEQ6AEwAw Google Books]. URL consultato nell'aprile 2014.</ref>.
 
{{Infobox linea mezzo pubblico
|nome=Tranvia Lugo-Fusignano-Alfonsine
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|didascalia=
|inizio=Lugo
|fine=Alfonsine
|inaugurazione=
|chiusura= 1952
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|classificazione=
|tipo= [[tranvia]]
|mezzi_usati=
|libera=
|liberadescr=
|libera1=
|liberadescr1=
|note=
|tracciato=
}}
 
Incipit
 
 
== Storia ==
Testo
 
== Caratteristiche tecniche ==
{| class="wikitable" style="float:right; margin: 1em; font-size:90%"
|-
!colspan=9|Percorso
|-
{{Percorso_fer2||uexKBFa||}}
{{Percorso_fer2||uexSTR||}}
{{Percorso_fer2||uexCONTf||<small>per </small>}}
|}
 
Testo.
 
== Materiale rotabile ==
Testo.
 
==== Materiale motore - prospetto di sintesi ====
{| class="prettytable" style="font-size:85%"
|-
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |Unità
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |Anno di acquisizione
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |Costruttore
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |N. costruzione
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |Tipo
! style="text-align:center;background:lightsteelblue;" |Note
|}
 
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Osvaldo Contarini, ''Il tramvia di Fusignano'', Quaderni della Biblioteca "Vincenzo Monti" di Fusignano, Fratelli Lega, Faenza, 1969.
* Sergio Totti, ''Imprenditori romagnoli di fine Ottocento. La tranvia Lugo-Fusignano-Alfonsine'', Società Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 2006.
 
== Voci correlate ==
* [[Alfonsine]]
* [[Linee tranviarie italiane]]
* [[Lugo]]
 
{{portale|Emilia|trasporti}}
 
[[Categoria:Tranvie dismesse in Emilia-Romagna|Lugo-Fusignano-Alfonsine]]
 
 
---------------------------------------------------------------------------------
 
= Società Italiana Ferrovie e Tramvie =
{{Azienda
|nome = Società Italiana Ferrovie e Tramvie (SIFT)
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|tipo = Società per azioni
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|prodotti = [[Trasporto ferroviario]]
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La '''Società Italiana Ferrovie e Tramvie''' (SIFT) era un'azienda attiva nella costruzione ed esercizio di [[Ferrovie concesse in Italia|ferrovie ]] e tranvie nella prima metà del novecento, che operò nella [[provincia di Piacenza]].
 
Ingranditasi nel tempo con l'acquisizione delle concessioni di un'altra società che operava in zona, la SIFT risentì della [[Grande depressione|crisi economica degli anni trenta]] e di alcune scelte da parte dello Stato che ne penalizzarono i programmi di potenziamento. Attiva in ultimo come gestore della sola [[ferrovia Piacenza-Bettola]], l'azienda cessò del tutto la propria attività nel [[1978]].
 
== Storia ==
Con atto notarile del 30 novembre [[1892]], la società francese Dolfus and C. costituì a Piacenza la propria controllata Compagnie des Tramways à Vapoeur de la province de Plesance (TPP)<ref>[http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=55484 Scheda sul Sistema Archivistico Nazionale]. URL consultato nel maggio 2014.</ref><ref>G. Marippi, ''Il tramway a vapore in Val Nure'', op. cit.</ref><ref>Giancarlo Anselmi, ''Le "Tramways" piacentine'', in ''[http://www.gracpiacenza.com/a-nibbiano-bettola-e-lugagnano-ci-si-andava-in-treno.html Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza]. URL consultato nel maggio 2014.</ref>, cui vengono concesse la costruzione e l'esercizio delle tranvie [[tranvia Piacenza-Nibbiano|Piacenza-Nibbiano]] e [[Tranvia Piacenza-Cremona|Piacenza-Cremona]].
 
Nel medesimo periodo, l'ingegnere britannico Robert Fowler Mackenzie costituì la società The Piacenza Bettola and Cremona Tramway Company Limited (TPBC) per la costruzione di ulteriori linee tranviarie che si diramavano da Piacenza, la prima delle quali fu la [[Tranvia Piacenza-Bettola|Piacenza-Bettola]].
 
Il programma di costruzioni previsto dalle due concessionarie proseguì negli anni successivi e nel 1904, anche per il mutato contesto politico favorevole alla costituzione di società di diritto e capitali italiani, la TPP assunse il nuovo nome di Compagnia dei tramways a vapore della provincia di Piacenza, sostituito nel 1906 da quello di Società Italiana Ferrovie e Tramvie (SIFT). Quest'ultima, nel 1908, assorbì tutte le attività della TBPC, compreso l'esercizio delle linee [[Tranvia Piacenza-Bettola|Piacenza-Bettola]] e [[Tranvia Grazzano-Rivergaro|Grazzano-Rivergaro]].
 
 
 
 
 
Nel [[1880]] l'ingegnere britannico Robert Fowler Mackenzie costituì la società [[The Piacenza Bettola and Cremona Tramway Company Limited]] (TPBC, nota anche come la "Società Inglese") per la costruzione di due linee tranviarie che si diramavano da Piacenza: una [[Tranvia Piacenza-Bettola|per Bettola]] ed una [[Tranvia Piacenza-Cremona|per Cremona]].
 
Tra il 1900 e il 1902, un'altra azienda, la Compagnia dei tramways a vapore della provincia di Piacenza, costruì la [[tranvia Cremona-Lugagnano|Cremona-Lugagnano]], che s'immetteva presso il Bivio Cristo della Piacenza-Cremona ed utilizzava il tratto fino alla città cremonese della linea TPBC<ref name="Albertini_Cerioli_138">{{cita|Albertini & Cerioli (1994)|p. 138}}</ref>.
 
Nel [[1908]] le attività della la società britannica in liquidazione furono rilevate dalla [[Società Italiana di Ferrovie e Tramvie]] (SIFT), concessionaria delle tranvie [[Tranvia Piacenza-Pianello-Nibbiano|Piacenza-Pianello-Nibbiano]], Cremona-Lugagnano, [[Tranvia Piacenza-Agazzano|Piacenza-Agazzano]] e [[Tranvia Piacenza-Lugagnano|Piacenza-Lugagnano]].
 
La situazione finanziaria della SIFT nel giro di alcuni anni peggiorò notevolmente a causa della costruzione delle ferrovie [[Ferrovia Cremona-Fidenza|Cremona-Borgo San Donnino]] e [[Ferrovia Fidenza-Fornovo di Taro|Borgo San Donnino-Fornovo]], tanto da portare la società, nel [[1921]], a fare richiesta di [[concordato preventivo]]. Alle difficoltà finanziarie si unì l'insoddisfazione da parte dell'utenza per il servizio: in particolare, sulla Piacenza-Cremona, enti pubblici e privati si lamentavano per i ritardi causati dalla necessità di garantire le coincidenze con la Cremona-Lugagnano al "Bivio Cristo". Si rese quindi necessario l'intervento da parte della [[provincia di Piacenza]], che nel [[1928]] offrì un contributo alla SIFT per ammodernare le sue tranvie, elettrificandole come nel caso della Piacenza-Cremona, o sostituendole con ferrovie elettriche. Inoltre, si progettò anche la costruzione di una diramazione che collegasse Caorso a [[San Pietro in Cerro]], servendo anche [[Cortemaggiore]].
 
Complice anche il riscatto anticipato da parte delle [[Ferrovie dello Stato]] della costruenda [[ferrovia Piacenza-Cremona]], che influì notevolmente sulle previsioni di bilancio, dei progetti ferrotranviari di SIFT e provincia fu realizzata solo la [[ferrovia Piacenza-Bettola]].
 
L'utima attività esercitata dalla SIFT rimase l'esercizio del raccordo urbano dello zuccherificio di Piacenza, che sfruttava la sede degli ormai soppressi impianti per Bettola, Agazzano e Nibbiano, utilizzando la locomotiva Deutz D.12; questa venne venduta all'atto del trasferimento, avvenuto [[1978]], di tale servizio al Monopolio Tabacchi e all'Arsenale<ref>Notizia su ''Italmodel Ferrovie'', n. 218, agosto 1978, p. 629.</ref>. Tale rotabile prestò successivamente servizio presso uno stabilimento raccordato con la [[stazione di Como San Giovanni]]<ref name="IF219">Notizia su ''Italmodel Ferrovie'', n. 219, ottobre 1978, p. 712.</ref>.
 
* Divenne poi Società emiliana autoservizi
* Da cercare legame con società/famiglia Fioruzzi
 
 
L'ulitmo servizio
 
In seguito alla diffusione degli autoservizi viene creata la SEA e le tramvie vengono sostituite da autoservizi. Nel 1981 le linee extraurbane gestite da SEA (Società Emiliana Autoservizi) e SIFT (Società Italiana Ferrovie e Tranvie) passano ad ACAP-Piacenza, poi Tempi, poi SETA.
* Da mettere in Bibliografia: ''Il tramway a vapore in Val Nure'', Piacenza 1982.
 
* Fondata nel 1906
 
=== L'esordio in Europa e la rivista "Valori Plastici" ===
Interessato al movimenti artistici europei, frequenta nel 1909 a [[Monaco di Baviera|Monaco]] la Scuola di [[Adolf von Hildebrand]]. Nel 1912 si trasferìsce per alcuni mesi a [[Parigi]] dove approfondisce la conoscenza del [[cubismo]] e delle [[avanguardie]] e dove espone al [[Salon d'Automne]].
 
Partecipa all'Esposizione Libera Futurista Internazionale, tenutasi a Roma, tra aprile maggio del 1914 con il ''Ritratto di Omero Soppelsa'', considerato un omaggio al futurismo.
Negli stessi anni collabora con la rivista futurista [[L'Eroica (periodico)|L'Eroica]], dedicata ai temi dell'arte, della letteratura e della [[xilografia]].
Interrompe forzatamente l'attività a causa della [[Prima guerra mondiale|guerra]], a cui partecipa.
Si avvicina quindi alla grafica astratta e nascono i primi abbozzi del suo [[libro d'artista]] ''Contemplazioni''<ref>Il libro fu pubblicato a [[Faenza]] nel 1918.</ref>. Il libro presenta, al posto del testo, una sequenza di segni geometrici<ref>L'opera rappresenta il primo libro a "scrittura asemantica" {{cita testo|url= https://www.ibs.it/contemplazioni-rist-anast-1918-libro-arturo-martini/e/9788884092762|titolo=Contemplazioni (rist. anast. 1918)|sito=IBS.it|accesso=23 maggio 2019}}</ref>. Nell'aprile del 1920 sposa Brigida Pessano, di [[Vado Ligure]], luogo in cui si stabilirà per alcuni anni. Dal loro matrimonio nascono Maria Antonietta (1921) e Antonio (1928). Questo è il periodo in cui realizza ''L'Amante morta'', ''Fecondità'' e ''Il Dormiente'' <ref>Le opere si trovano a Roma, presso la [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]])</ref>.
Collabora, fra il 1918-22, con [[Mario Broglio]] alla rivista [[Valori Plastici]], aderendo all'omonimo movimento artistico<ref>{{cita libro|titolo=Arturo Martini-l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura - 17 opere degli anni Venti e Trenta|curatore1=Gianni Vianello Montecarlo|città=Busto Arsizio|editore=Il calligramma|anno=1979}}</ref>. Grazie a questa esperienza riscopre la scultura antica, superando così [[Naturalismo (arte)|naturalismo]] ottocentesco al quale era ancora legato.
Tra le opere di rilievo di questo periodo si ricordano ''La Maternità'' (1925) e ''Il Bevitore'' (1926), quest'ultima un'opera in [[Ceramica|terracotta]] custodita alla [[Pinacoteca di Brera]]<ref>{{cita web|url=http://pinacotecabrera.org/collezione-online/opere/bevitore/|titolo=Il bevitore|sito=http://pinacotecabrera.org|accesso=23 maggio 2019}}</ref>. Nel [[1925]] è invitato ad esporre in una sala alla III Biennale Romana; l'anno dopo partecipa per la prima volta alla [[Biennale di Venezia]], dopo i precedenti rifiuti. Nello stesso anno espone alla prima mostra di [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]]. Sarà presente anche alla seconda edizione del 1929, con ''Il Figliol prodigo'' (1926). Nel novembre 1927 inaugura una personale di ceramiche a Milano alla [[Galleria Pesaro]].
 
===La maturità artistica===
* http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?codiSanCompl=san.cat.complArch.66512&step=dettaglio&id=66512
In quest'ultimo periodo definisce la sua arte che si traduce in un'ideale punto d'incontro tra antico e moderno.
Nel 1928 realizza grandi opere come ''La Pisana'', ''Il bevitore'' e la monumentale (quattro metri) ''Tomba di Ippolito Nievo''. Nel 1929 viene chiamato alla cattedra di plastica decorativa all'[[ISIA]] di Monza e vi rimane fino all'anno successivo: la sua ''Leda col cigno'', scultura in gesso, è rimasta ad arricchire la raccolta dei [[Musei Civici di Monza|Musei civici]] monzesi<ref>{{Cita libro|curatore=Gianni Vianello|titolo=Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura|anno=1979|editore=Il Calligrammma|città=Busto Arsizio}}</ref>.
Allestisce, nel 1930, uno "studio-forno" nello stabilimento dell'[[Ilva]] Refrattari, a Vado Ligure, dove può modellare e cuocere le terrecotte senza doverle spostare. Crea così una serie di grandi opere, come ''Il Pastore'' e ''Il Ragazzo seduto'' (1930), ''Il Sogno'' (1931), ''Chiaro di Luna'' e ''Sport Invernali'' (1931-32), opere in cui "l'allusione al movimento che sembra irrigidirsi nella forma"<ref>{{cita libro|titolo=La scultura lingua morta e altri scritti|autore=Arturo Martini|curatore=Elena Pontiggia|città=Milano|editore=Abscondita|anno=2001}}</ref>.
Nel 1931 riceve un premio di centomila lire alla Prima [[Quadriennale di Roma]], somma che gli permette di risolvere temporaneamente i diversi problemi economici che lo avevano sempre tormentato. Nel 1932 ha una sala personale alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] veneziana, da cui ottiene un vasto successo<ref>{{Cita libro|Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura|p=10}}</ref>.
Nel 1933 si stabilisce a Milano e tiene una personale alla [[Galleria d'Arte Moderna]]. In questo periodo sperimenta l'utilizzo di nuove tecniche espressive come il [[legno]], la [[pietra]], la [[creta]] e l [[bronzo]], lo si vede infatti partecipare regolarmente alle grandi esposizioni nazionali: alla [[Biennale di Venezia]] (1934-36-38), alla [[Triennale di Milano]] (1933-36-40) e alla [[Quadriennale di Roma]] (1935-39). Realizza in questo periodo numerose sculture monumentali tra cui il gigantesco gesso ''Mosè salvato dalle acque'', alto sei metri, esposto alla [[Triennale di Milano]] nel 1933; ''La sete'' (1934), in pietra, dove riemerge il ricordo dei calchi di [[Pompei]]; il bronzo di ''Athena'' (1935), alto cinque metri; ''I morti di Bligny trasalirebbero'' (1936), ispirato al discorso di Mussolini contro le [[Sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche]] imposte all'Italia dopo l'[[Impero d'Etiopia|occupazione dell'Etiopia]] del 1935; ''Il Leone di Giuda'' (1936), dedicato alla vittoria fascista sull'Etiopia; ''La Giustizia Corporativa'', destinata al [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]] di Milano; ''Il Gruppo degli Sforza'' (1938-39), opera destinata all'[[Ospedale Niguarda Ca' Granda]] di Milano.<ref>{{cita libro|titolo=La scrittura lingua morta e altri scritti|autore=Arturo Martini|curatore=Elena Pontiggia|città=Milano|editore=Abscondita|anno=2001}}</ref>
 
=== La pittura ===
* Un utile riassunto si trova su http://www.ferrovie.it/forum/viewtopic.php?f=4&t=31858
Negli anni 1939 e 1940 inizia a dipingere. Nel 1940 espone con successo le sue opere alla [[Galleria Barbaroux]]. Scrive, nel febbraio 1940, in alcune lettere indirizzate a [[Carlo Anti]], rettore dell'[[Università degli studi di Padova]]:''Io farò assolutamente il pittore […] la mia conversione non è un capriccio, ma è grande e forte come quella di Van Gogh''<ref>{{cita libro|autore=Arturo Martini|titolo=Le lettere di Arturo Martini/con testi di Mario De Micheli, Claudia Gian Ferrari, Giovanni Comisso|anno=1992|editore=Charta|città=Milano|p=148}}</ref> ee ancora Sono felice, la pittura mi diverte e mi dà altre speranze che ormai la scultura non mi dava più>><ref>{{cita libro|nome=Guido|cognome=Perrocco|titolo=Arturo Martini|anno=1962|editore=Editalia|città=Roma}}</ref>
* vedi anche http://www.gracpiacenza.com/a-nibbiano-bettola-e-lugagnano-ci-si-andava-in-treno.html, bel sito con foto e orari
Realizza tra il 1940-42 per il [[Palazzo dell'Arengario]] di Milano alcuni [[Altorilievo|altorilievi]]: ''Il Tito Livio'' e ''La donna che nuota sott'acqua.'' In queste opere si muove verso una sempre maggiore libertà espressiva, convinto della necessità di superare la statuaria e che la scultura "''se vuol vivere, deve morire nell'astrazione"''<ref>{{Cita libro|nome=Arturo|cognome=Martini|curatore=Elena Pontiggia|titolo=La scultura lingua morta e altri scritti|collana=Carte d'artisti ; 15|anno=2016|editore=Abscondita|città=Milano|ISBN=978-88-8416-743-9}}</ref>. Riprenderà questo tema nei suoi ''Colloqui sulla scultura''<ref>{{Cita libro|nome=Martini|cognome=Arturo|titolo=Colloqui sulla scultura : 1944-1945|collana=Memoranda. Arte|anno=2006|editore=Canova|città=Treviso|ISBN=88-8409-174-8}}</ref>.
 
=== ImpiantiGli esercitiultimi anni ===
Nel 1942-44 si trasferisce a Venezia dove diventa insegnante di scultura presso l'[[Accademia di belle arti di Venezia|Accademia di belle arti]]. Nell'estate del 1945 viene sospeso dall'insegnamento per aver aderito al fascismo. Rispetto a questa scelta aveva scritto: "''Siccome morivo di fame con il giolittismo, ho creduto a questo movimento, cioè al fascismo"''<ref>{{Cita|Le lettere di Arturo Martini|p.264}}</ref>.
Testo.
 
In conclusione della sua carriera artistica gli viene commissionata la realizzazione della statua dell'eroe virgiliano ''Palinuro'' (1946) per l'[[Università degli Studi di Padova]]; realizza anche il monumento funebre dedicato a un partigiano caduto, ''Monumento al partigiano Masaccio'' (1947). Infine progetta un'appendice al libretto ''La scultura lingua morta'', comunicando i suoi pensieri allo scrittore [[Antonio Pinghelli]], che li pubblicherà postumi, nel 1948, con il titolo ''Il trucco di Michelangelo''.
* [[Ferrovia Piacenza-Bettola]] (1932-1967) 34,6 km elettrificata 3000 V c.c.
* [[Ferrovia Cremona-Fidenza]] (1906-1912) 34 km ceduta alle FS
* [[Tranvia Piacenza-Cremona]] (1908-1933)
 
Muore il 22 marzo 1947, colpito da paralisi cerebrale<ref>{{cita libro|autore=Carlo Carrà|titolo=Testimonianze su Arturo Martini|rivista=Le tre Venezie|mese=aprile, maggio, giugno XXI}}</ref>.
* [[Tranvia Piacenza-Pianello-Nibbiano]]
Tra i suoi allievi c'è l'artista [[Maria Lai]].
* Tranvia Cremona-Lugagnano
* [[Tranvia Piacenza-Agazzano]]
* [[Tranvia Piacenza-Lugagnano]]
 
== Riconoscimenti ==
Già nel 1948, gli viene tributato un omaggio postumo alla V [[Quadriennale di Roma]].
Nel [[1967]] la grande mostra monografica, allestita su progetto di [[Carlo Scarpa]] nel [[Convento di Santa Maria (Treviso)|Convento di Santa Maria]] a [[Treviso]], spinge l'amministrazione ad acquisire il [[Complesso di Santa Caterina]], oggi sede principale dei [[Musei civici di Treviso]].
A lui sono dedicati numerose scuole italiane, tra le quali la scuola media statale di [[Santa Maria del Rovere]] a [[Treviso]] e il Liceo Artistico di [[Savona]].
 
== Opere ==
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6356182.jpg|thumb|Terrecotte. Galleria Il Milione, Milano, 1963]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6363731.jpg|thumb|''Annunciazione''. Milano, 1963.]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6356386.jpg|thumb| Milano, 1963]]
* ''Veduta dell'Isola di San Giorgio di Venezia'', [[Casa della cultura (Palmi)|Casa della cultura]], [[Palmi]]<ref>Guida d'Italia - Calabria: dal Pollino all'Aspromonte le spiagge dei due mari le città, i borghi arroccati, Milano, Touring Editore, 2003. ISBN 8836512569</ref>
* ''La Prostituta'', terracotta dipinta, 1909-1913, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
* ''Vaso fiaba'', 1911, [[Treviso]], [[Musei civici di Treviso|Museo Civico]]
* ''Fanciulla piena d'amore'', maiolica dorata, 1913, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
* ''Il buffone'', 1914, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
*''Fanciulla verso sera'', 1919, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
*''Pulzella d'Orleans'', 1920
* ''Gli amanti'', post 1920, [[Milano]], [[Villa Necchi Campiglio|Museo Villa Necchi Campiglio]]<ref>{{Cita web
|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01073/|titolo= Gli amanti Martini, Arturo
|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
* ''Il poeta Checov'', 1921
* ''Dormiente'', 1921, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
* ''L'amante morta'', post 1921, [[Milano]], [[Villa Necchi Campiglio|Museo Villa Necchi Campiglio]]<ref>{{Cita web
|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01074/|titolo= L'amante morta Martini, Arturo
|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
* ''Busto di fanciulla'', post 1921, Milano, Museo Villa Necchi Campiglio<ref>{{Cita web|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01085/|titolo= Busto di fanciulla Martini, Arturo|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
* ''Orfeo'', pietra, 1922, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
* ''Monumento ai caduti'', 1925, [[Vado Ligure]]
* ''Il Buon Pastore'', legno, 1925, (Città del Vaticano, [[Collezione d'arte religiosa moderna]])
* ''Il figliol prodigo'', bronzo, 1926, ([[Acqui Terme]], Opera Pia Ottolenghi)
* ''Il bevitore'', [[terracotta]], 1926, [[Milano]], [[Pinacoteca di Brera|Pinacoteca nazionale di Brera]]
* ''Cavallo'', 1926 ca. ([[Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo]])
* ''Via Crucis'' (6 stazioni), terracotta, 1926-1927, (Città del Vaticano, Collezione d'arte religiosa moderna)
* ''Il chirurgo'', 1927
* ''L'arca di Noè'', 1927, fontana in Piazza delle Ville, [[Anticoli Corrado]]
* ''La madre'', 1929-30, [[Torino]], [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea|Galleria civica d'arte moderna]]
* ''Donna al sole'', terracotta, 1930
* ''Il sogno'', terracotta, 1931
* ''Aviatore'', 1931
* ''[[La convalescente]]'', 1932, Museo del Novecento, Milano
* ''Giuditta e Oloferne'', 1932 ca. ([[Museo Kröller-Müller]] di [[Otterlo]])
* ''Venere dei porti'', 1932. [[Treviso]], [[Musei civici di Treviso|Museo Civico]]
* ''Vittoria alata'', 1934, salone della Crociera del Decennale, [[Esposizione aeronautica italiana]], [[Milano]]
* ''Leone di Monterosso'', terracotta, 1934, (Città del Vaticano, Collezione d'arte religiosa moderna)
* ''La sete'', pietra di Finale, 1935, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
* ''[[I morti di Bligny trasalirebbero]]'', 1935-1936, Museo del Novecento, Milano
* ''La giustizia fascista'', marmo, 1936-37, [[Milano]], [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]]
* ''Il gruppo degli Sforza'', 1938-39, [[Milano]], [[Ospedale Niguarda Ca' Granda|Grande Ospedale Metropolitano Niguarda]]<ref>
{{Cita web|url= http://www.ospedaleniguarda.it/chi-siamo/niguarda-e-arte/arturo-martini-il-gruppo-degli-sforza
|titolo=Arturo Martini: il Gruppo degli Sforza|autore= Enrico Magliano|sito= ospedaleniguarda.it|data= 2 febbraio 2017|accesso= 6 settembre 2018}}</ref>
* ''Statua della Minerva'', presso il palazzo del Rettorato, alla [[Sapienza Università di Roma#Città niversitaria|Città universitaria, Roma]];
* ''Monumento Irina Lukaszewicz'' Cimitero monumentale di Milano, riparto XVIII, n. 374, 1941<ref>{{cita libro|curatore=Comune di Milano|titolo=Il cimitero monumentale di Milano, guida storico-artistica|anno=1996|editore=Silvana Editoriale|p=137}}</ref>;
* Bassorilievo in bronzo del Sacro Cuore di Cristo Re, sul portale della [[Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re|chiesa omonima]] a Roma;
*''Tuffo di nuotatrice'', 1942
*''Monumento a Tito Livio'', 1942, [[Palazzo Liviano]] dell'[[Università di Padova]]
* Atmosfera di una testa, 1945
* ''Palinuro'', 1946-47, [[Università di Padova]]
* ''Donna distesa'' Museo Fortunato Calleri di Catania''.''
 
==Arturo Martini nei Musei==
* Tranvia Piacenza-Caorso-Mezzano (1882-1934) 28 km ex PBCT
* Tranvia Mezzano-Cremona (1892-1934) 5 km ex PBCT
* Tranvia Piacenza-Grazzano Visconti-Bettola (1881/82-1933) 33 km ex PBCT
* Tranvia Grazzano Visconti-Rivergaro (1886-1933/34) 8 km ex PBCT
* Tranvia Piacenza-Castel San Giovanni (1893-??) ?? km ex TPP
* Tranvia Castel San Giovanni-Pianello Val Tidone (1894-??) ?? km ex TPP
* Tranvia Pianello Val Tidone -Nibbiano (1908-??) ?? km
* Tranvia San Nicolò a Trebbia-Agazzano (1907-??) 17 km
* Tranvia Piacenza-Carpaneto (1897- ) ?? km ex TPP
* Tranvia Carpaneto-Castel dell’Arquato (1902- ) ?? km
* Tranvia Cremona-Bivio del Cristo-Castel dell’Arquato-Lugagnano (/1900-??) 44,6 km ex TPP
 
*[[Ca' Pesaro|Galleria internazionale d'arte moderna Ca' Pesaro]] di Venezia
== Materiale rotabile ==
*Museo civico di Treviso
Testo.
*[[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria Nazionale d'Arte Moderna]] di Roma
* locomotiva Deutz D.12, Greco/Deutz costruzione n. 2388 del 1953, motore A6m 517 da 88 kW.<ref name="IF219" />
*[[Vado Ligure]] giardini pubblici
* Acquisita nel 1929 dalla [[Nicola Romeo#La società Nicola Romeo|Nicola Romeo]] automotrice di ''Tipo IV'' dotata di motore alimentato a benzolo da 75 kW. Venne impiegata fino al 1934 sulla Grazzano-Rivergato e poi destinata al servizio sulla Piacenza-Pianello, caratterizzata da pendenze fino al 30 per mille<ref name="IF231">Domenico Molino, ''Le prime automotrici FS'', in ''Italmodel Ferrovie'', n. 231, ottobre 1979, p. 25.</ref>. Assemblata in Italia su licenza DWK. A due carrelli, bidirezionale, analoga all'analogo esemplare N.8701 fornito alle FS. Lunga 13250 mm, 42 posti a sedere; trasferita quasi subito sulla Piacenza-Cremona, diede scarsi risultati e, smotorizzata, impiegata assieme alla propria rimorchiata, venne infine utilizzata sulla ferrovia Piacenza-Bettola<ref>Guerino Russo, ''La trazione Diesel in Italia nel 1935'', in ''Strade Ferrate'', n. 34, gennaio 1988, p. 14.</ref> classificata Rc 111<ref name="IF231" />. Nel [[1931]] si sperimentò l'impiego di un'[[automotrice]] con [[motore a combustione interna]] prodotta dalla Romeo di Saronno sulla base del modello IV della [[Deutsche Werke|Deutsche Werke Kiel]] (DWK); il progetto fu poi abbandonato per la poca praticità del personale e per le difficoltà che il percorso offriva al rotabile sui sovrappassi di Castelvetro e di Piacenza<ref name="Albertini_Cerioli_142">{{cita|Albertini & Cerioli (1994)|p. 142}}</ref>.
*[[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]] di Torino
*[[Museo Middelheim]] di scultura all'aperto di Anversa
*[[Tate Gallery]] di Londra
*[[Civico Museo d'Arte Contemporanea]] di Milano
*[[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]], Milano
*[[Università degli Studi di Padova]]
*[[Banca Popolare di Vicenza]]
*[[Museo del Paesaggio]], Verbania Pallanza
*[[Museo Novecento]] di Firenze
 
==Arturo Martini nelle collezioni private==
* Il programma di trasformazione ed elettrificazione della propria rete comportò da parte della SIFT l'ordinazione alle [[Officine Meccaniche Reggiane|Officine Meccaniche di Reggio Emilia]] di alcune elettromotrici; il ridimensionamento di tali progetti comportò peraltro la consegna delle sole unità Macd 51-53, delle rimorchiate Rc 101-102 e delle locomotive elettriche Ld 1-2, nonché una terza locomotiva rimasta peraltro incompleta. La restante porzione del parco previsto, costruita anch'essa, fu acquistata direttamente dalle FS che nel frattempo avevano acquisito la concessione della ferrovia Piacenza-Cremona cui era inizialmente destinata; tali unità furono immatricolate nel parco FS come EBCiz 624.003-006 le elettromotrici e pCiz 620.001-006 le rimorchiate. Nel parco SIFT furono successivamente incorporate la EBCiz 624.008 e la pCiz 620.006, noleggiate nel [[1941]] dalle FS e incorporate nel [[1943]] nel parco sociale come Macd 54+Rc 103. Tutte le unità furono cedute nel 1967, anno della soppressione della Piacenza-Bettola, alla Società Anonima Strade Ferrate Sovvenzionate (SFS) per l'esercizio sulla [[ferrovia Benevento-Cancello]]<ref>Adriano Betti Carboncini, Giovanni Cornolò, ''Elettromotrici "Piacentine"'', in ''[[I Treni Oggi]]'', n. 19, aprile 1982, p. 20-26.</ref>.
*[[Pinacoteca di Brera]] di Milano, collezione Jesi
*[[Acqui Terme]], collezione Ottolenghi
*[[Montebelluna]], collezione Banca Antonveneta
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Arturo Martini|titolo=La scrittura lingua morta e altri scritti|editore=Abscondita|citt=Milano|anno=2001|cid=Arturo Martini}}
* Francesco Ogliari, Francesco Abate, ''Il tram a vapore tra l'Appennino e il Po. Piacenza, Voghera e Tortona'', Arcipelago, Milano, 2011. ISBN 978-88-7695-398-9
*{{cita libro|autore=Gino Scarpa|titolo=Colloqui con Arturo Martini|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1968|cid=Gino Strada}}
* Giuseppe Marippi, ''Il tramway a vapore in Val Nure - 1882-1982 centenario dell'inaugurazione della linea Piacenza-Ponte dell'Olio-Bettola'', Tipografia T.E.P., Piacenza, 1982.
*{{cita libro|autore1=Mario De Micheli|autore2=Claudia Gian Ferrari|autore3=Giovanni Comisso|titolo=Le lettere di Arturo Martini|editore=Charta|anno=1992}}
* Corrado Bozzano, Roberto Pastore, Claudio Serra, ''Prendiamo il Laviosa'', Nuove edizioni del Giglio, Genova, 2004. IBN 88-86082-89-4
*{{cita libro|curatore=Guido Perocco|titolo=Arturo Martini|editore=Editalia|città=Roma|anno=1962}}
* {{cita libro| autore=Mario Albertini| titolo=Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia| anno=1994| editore=Editrice Turris| città=Cremona| coautori=Claudio Cerioli| ed=2| id=ISBN 888563589X| cid=Albertini & Cerioli, 1994}}
*{{cita libro|autore=Pontiggia Elena|titolo=Arturo Martini: la vita in figure|città=Monza|editore=Johan & Levi|anno=2017}}
* Lorenzo Cantoni, ''The Piacenza, Bettola and Cremona Tramway Company (Limited). La sua preistoria nel dibattito sui media piacentini tra 1878 e 1879'', "Bollettino Storico Piacentino. Rassegna semestrale di storia, lettere e arte fondata da Stefano Fermi", Anno CVIII - Fascicolo 2°, luglio-dicembre 2013, pp. 296-315.
* Pontiggia Elena, ''I volti e il cuore. La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini'', catalogo della mostra, Verbania, Museo del Paesaggio 2017 ISBN 978-88-941034-3-4
* Gianni Vianello, Claudia Gian Ferrari, Nico Stringa, ''Arturo Martini. Catalogo ragionato delle sculture'', Neri Pozza, Vicenza, 1998
* Nico Stringa, ''Arturo Martini'', Gruppo editoriale L'Espresso, Roma, 2005
* Gian Ferrari Claudia, Elena Pontiggia, Velani Livia (a cura di), ''Arturo Martini'', Milano, Skira Editore, 2006, ISBN 8876249397
* Antonella Crippa, [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page45d.do?link=oln82d.redirect&kcond31d.att3=491 Arturo Martini], catalogo online [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page1z.do Artgate] della [[Fondazione Cariplo]], 2010, CC-BY-SA.
* Maria Gioia Tavoni, ''Riproporre il silenzio per le Contemplazioni di Arturo Martini'', Faenza, Fratelli Lega Editori, 2017
 
===Voci Periodici =correlate==
* [[L'Eroica (periodico)]]
* ''Le prime automotrici FS'' in ''Italmodel Ferrovie'', n. 231, ottobre 1979, p. 18.
* ''Elettromotrici “Piacentine”, in ''Tutto Treno'', n. 19, aprile 1982, p. 20.
* ''La trazione diesel in Italia nel 1935'', in ''Strade Ferrate'', n. 34, gennaio 1988, p. 9.
* ''La ferrovia Piacenza-Bettola'', in ''Mondo Ferroviario'', n. 79, gennaio 1993, p. 6.
* ''La Ferrovia Piacenza-Bettola'', in ''Tutto Treno & Storia'', n. 19, aprile 2008, p. 50.
* ''Le Tranvie a Vapore della Provincia di Piacenza'', in ''Tutto Treno & Storia'', n. 20, novembre 2008, p. 74.
 
== VociAltri correlateprogetti ==
{{interprogetto}}
* Voci correlate
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.claudiagianferrari.it/d_Documenti/d_Contributi/testo49.pdf|Claudia Gian Ferrari, ''Gli anni venti di Arturo Martini - La stagione di Valori Plastici e Novecento''}}
* http://www.photorail.com/phr2-le%20concesse/societ%C3%A0_italiana_ferrovie_tranvie.htm
*{{cita web|url=http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=471&pagina=11&project=0|titolo=Leda col cigno, Monza, Musei Civici}}
*{{cita web |1=http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Martini%20Arturo/imagepages/image14.html |2=Donna che nuota sott'acqua, 1942 |accesso=7 dicembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070808222221/http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Martini%20Arturo/imagepages/image14.html |dataarchivio=8 agosto 2007 |urlmorto=sì }}
*{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-martini_(Dizionario-Biografico)/|Dizionario biografico Treccani}}
*{{cita web|http://www.scuolanticoli.com/pagemartini_2.htm|Luigi Scialanca, ''Arturo Martini cattivo ad Anticoli Corrado''}}
 
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