Giuseppe Colapietro e Arturo Martini: differenze tra le pagine

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[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Martini Arturo, Cavallo.jpg|thumb|upright=1.3|''Cavallo'', 1926 ca. <br>[[Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo]]]]
{{Infobox militare
[[File:KMM Martini.JPG|thumb|upright=1.3|''Giuditta e Oloferne'', 1932 ca. <br>[[Museo Kröller-Müller]], [[Otterlo]]]]
|Nome = Giuseppe Nicola Colapietro
|Immagine =
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita =4 dicembre [[1895]]
|Nato_a = [[Turi]]
|Data_di_morte = 19 maggio [[1936]]
|Morto_a = [[Etiopia|Monte Dunun]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =cimitero militare di Neghelli
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]
|Arma = [[Arma di Fanteria|Fanteria]]
|Corpo = [[Arditi]]<br/>[[Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica]]<br/>[[Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea]]<br/>[[Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1915-1936
|Grado = [[Capitano]] in s.p.e.
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =[[Battaglia di Monastir]]<br/>[[Battaglia di Caporetto]]<br/>[[Battaglia del solstizio]]<br/>[[Battaglia di Vittorio Veneto]]<br/>[[Battaglia del Ganale Doria]]
|Comandante_di =
|Decorazioni = [[#Onorificenze|vedi qui]]
|Studi_militari = [[Accademia Militare di Modena|Regia Accademia Militare]] di [[Modena]]
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome =Giuseppe Nicola Arturo
|Cognome = ColapietroMartini
|Sesso = M
|LuogoNascita =Turi Treviso
|GiornoMeseNascita =4 dicembre11 agosto
|AnnoNascita = 18951889
|LuogoMorte = Monte DununMilano
|GiornoMeseMorte = 22 marzo
|LuogoMorteLink = Etiopia
|AnnoMorte = 1947
|GiornoMeseMorte =19 maggio
|AttivitàAltre = e [[docente]]
|AnnoMorte = 1936
|Epoca = 1900
|Attività = militare
|Attività = scultore
|Attività2 = pittore
|Attività3 = incisore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , decorato di [[Medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria durante il corso della [[guerra d'Etiopia]]
}}
 
==Biografia==
=== Gli inizi ===
Nacque a [[Turi]] il 4 dicembre 1895, figlio<ref group=N>Primogenito di cinque figli.</ref> di Vito Lorenzo, di professione intonachista, e della signora Maria Arrè.<ref name="aw">{{Cita|Mutilatibarletta||aw}}.</ref> Dopo aver conseguito il diploma di insegnante elementare prese anche quello secondario in ragioneria e commercio, e quindi si iscrisse all’[[Università Bocconi]] di [[Milano]].<ref name="aw"/>
Nasce in una famiglia economicamente disagiata, terzo dei quattro figli di Antonio, cuoco di professione, e Maria Della Valle, cameriera originaria di [[Brisighella]].
All’età di diciannove anni si arruolò volontario nel [[Regio Esercito]], frequentando, dopo l'[[Prima guerra mondiale|entrata in guerra]] dell’Italia, avvenuta il 24 maggio [[1915]], la [[Accademia Militare di Modena|Regia Accademia Militare]] di [[Modena]] in qualità di ufficiale di complemento.<ref name="aw"/> Nominato aspirante ufficiale nel marzo [[1916]], fu assegnato al 139° Reggimento fanteria con cui combatte sul [[Carso]] distinguendosi sulla [[Altopiano della Bainsizza|Bainsizza]] e sul [[Trentino-Alto Adige|fronte Trentino]].<ref name="aw"/>
Nell'agosto dello stesso anno partì in forza al Corpo Interralleato per la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]],<ref name=C4p154>{{Cita|Cavaciocchi, Ungari 2014|p. 155}}.</ref> distinguendosi nei [[Battaglia di Monastir|duri combattimenti]] di [[Bitola|Monastir]],<ref name=C4p155>{{Cita|Cavaciocchi, Ungari 2014|p. 155}}.</ref> dove fu decorato con la [[Croce al merito di guerra]].<ref name="aw"/>
Espulso dalla scuola nel 1901, a causa di ripetute bocciature, diviene apprendista presso un'oreficeria a [[Treviso]] e subito dopo frequenta la scuola di [[ceramica]] (collabora in particolare con la [[Fornace Guerra Gregorj]]) dove apprende la pratica artigianale del modellare<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-martini_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Arturo Martini|sito=treccani.it|accesso=23 maggio 2019}}</ref>.
Ritornato in Italia per frequentare un corso di aviatore, chiese, ed ottenne dopo qualche mese, di ritornare in zona di operazioni venendo assegnato al 3° Reparto d'assalto, col quale prese parte a tutte le successive battaglia da [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]]<ref name=C4p197>{{Cita|Cavaciocchi, Ungari 2014|p. 197}}.</ref> a quella di [[Battaglia di Vittorio Veneto|Vittorio Veneto]].<ref name="aw"/>
Affascinato da questa tecnica inizia a frequentare lo studio dello scultore [[Antonio Carlini]] a Treviso e contemporaneamente frequenta il primo anno (1906-07) dell'[[Accademia di belle arti di Venezia]]. Riesce ad ideare una nuova tecnica incisoria di tipo calcografico che lui stesso denomina [[cheramografia]].{{cn}}
A questo periodo risalgono le sua prime opere conosciute: il ''Ritratto di Fanny Nado Martini'', in terracotta (1905) e il ''Busto del pittore Pinelli'', che si rifanno alla scultura di fine Ottocento.
Nel 1908 a [[Venezia]] partecipa alla prima edizione delle mostre di [[Ca' Pesaro]] con la piccola scultura il ''Palloncino''.<ref>{{Cita libro|curatore=Gianni Vianello|titolo=Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'imagine in scultura|anno=1979}}</ref>
 
=== L'esordio in Europa e la rivista "Valori Plastici" ===
Nel [[1922]],<ref name=L4p77>{{Cita|Lioy 1964|p. 77}}.</ref> già promosso al grado di [[tenente]], entrò in servizio permanente effettivo e, subito dopo, dal [[1923]] al [[1926]], fu assegnato al [[Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica]], prendendo parte, nella primavera del [[1924]], a ben 35 dei 40 combattimenti svoltisi sull'Altipiano Cirenaico, e fu decorato con una [[Valor militare|Medaglia di bronzo al valor militare]], sul campo, dopo i combattimenti sostenuti a El Buerat e a Gasr Fonat.
Interessato al movimenti artistici europei, frequenta nel 1909 a [[Monaco di Baviera|Monaco]] la Scuola di [[Adolf von Hildebrand]]. Nel 1912 si trasferìsce per alcuni mesi a [[Parigi]] dove approfondisce la conoscenza del [[cubismo]] e delle [[avanguardie]] e dove espone al [[Salon d'Automne]].
Nel [[1928]] fu mandato in [[Eritrea]] assegnato al X [[Battaglione]] eritreo e poi ritornò in Libia, per assumere il comando del 3° [[Plotone]] del 4° Gruppo Sahariano, alle dipendenze dirette di S.A.R. [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia-Aosta]], rimanendovi fino al [[1931]].<ref name="aw"/>
Duranti i combattimenti sostenuti nel [[Fezzan]] fu decorato con la [[Medaglia d'argento al valor militare]], mentre il [[Ministero delle colonie]] gli conferì una seconda Croce al merito di guerra.<ref name="aw"/>
 
Partecipa all'Esposizione Libera Futurista Internazionale, tenutasi a Roma, tra aprile maggio del 1914 con il ''Ritratto di Omero Soppelsa'', considerato un omaggio al futurismo.
Allo scoppio della [[guerra d'Etiopia]]<ref name=D1p389>{{Cita|Del Boca 2001|p. 389}}.</ref> fu trasferito al [[Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana|Regio corpo truppe coloniali della Somalia]],<ref name="aw"/><ref name=D1p305>{{Cita|Del Boca 2001|p. 305}}.</ref> e una volta sbarcato a [[Mogadiscio]] non accettò di dedicarsi all'addestramento delle truppe, ma chiese di essere assegnato ai reparti combattenti.<ref name="aw"/> Si distinse nella [[battaglia del Ganale Doria]],<ref name=L5p94>{{Cita|Lioy 1965|p. 94}}.</ref> dove fu decorato con la [[Croce di guerra al valor militare]]. Prese parte all’avanzata su [[Neghelli]] e nella battaglia di Monte Dunun,<ref name=L5p163>{{Cita|Lioy 1965|p. 163}}.</ref> alla testa del IX Battaglione arabo-somalo, distinguendosi nei combattimenti contro i reparti etiopi al comando del degiac Gabriè Mariàm.<ref name=L5p164>{{Cita|Lioy 1965|p. 164}}.</ref><ref name=D1p502>{{Cita|Del Boca 2001|p. 502}}.</ref> Rimase ucciso il 19 maggio 1936, quando già ferito al fianco e rifiutando di mettersi al riparo, in un duro combattimento<ref group=N>Il generale [[Annibale Bergonzoli]] dichiarò successivamente che tale combattimento era stato uno dei più duri cui avesse mai partecipato in tre campagne cui aveva preso parte.</ref> contro alcuni reparti nemici trincerati<ref name=L5p164/> in un sistema di caverne protette da mitragliatrici fu successivamente colpito al petto.<ref name="aw"/> Le forze italiane dovettero ritirarsi, e undici giorni dopo quando le truppe italiane ritornarono in zona i tenenti Lombardi e Gallina con lo [[sciumbasci]] Mohamed Assan<ref name="aw"/> andarono a cercare la salma dietro un cespuglio, ove quest’ultimo lo aveva nascosto durante la battaglia.<ref name="aw"/> Ciò che rimaneva della salma fu ricomposta<ref group=N>I militari ritrovarono solo alcune ossa, accanto alle quali vi era un biglietto che diceva che il cadavere apparteneva ad un membro della 1ª [[Compagnia (unità militare)|Compagnia]] del IX Battaglione arabo-somalo. Il corpo era stato spogliato e depredato dal nemico e parzialmente divorato dalle [[Iena|iene]].</ref> in un’urna.<ref name="aw"/> Decorato con la [[Medaglia d’oro al valor militare]] alla memoria, la sua città natale gli ha intitolato la piazza, mentre la [[città]] di [[Bari]] una via.
Negli stessi anni collabora con la rivista futurista [[L'Eroica (periodico)|L'Eroica]], dedicata ai temi dell'arte, della letteratura e della [[xilografia]].
Interrompe forzatamente l'attività a causa della [[Prima guerra mondiale|guerra]], a cui partecipa.
Si avvicina quindi alla grafica astratta e nascono i primi abbozzi del suo [[libro d'artista]] ''Contemplazioni''<ref>Il libro fu pubblicato a [[Faenza]] nel 1918.</ref>. Il libro presenta, al posto del testo, una sequenza di segni geometrici<ref>L'opera rappresenta il primo libro a "scrittura asemantica" {{cita testo|url= https://www.ibs.it/contemplazioni-rist-anast-1918-libro-arturo-martini/e/9788884092762|titolo=Contemplazioni (rist. anast. 1918)|sito=IBS.it|accesso=23 maggio 2019}}</ref>. Nell'aprile del 1920 sposa Brigida Pessano, di [[Vado Ligure]], luogo in cui si stabilirà per alcuni anni. Dal loro matrimonio nascono Maria Antonietta (1921) e Antonio (1928). Questo è il periodo in cui realizza ''L'Amante morta'', ''Fecondità'' e ''Il Dormiente'' <ref>Le opere si trovano a Roma, presso la [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]])</ref>.
Collabora, fra il 1918-22, con [[Mario Broglio]] alla rivista [[Valori Plastici]], aderendo all'omonimo movimento artistico<ref>{{cita libro|titolo=Arturo Martini-l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura - 17 opere degli anni Venti e Trenta|curatore1=Gianni Vianello Montecarlo|città=Busto Arsizio|editore=Il calligramma|anno=1979}}</ref>. Grazie a questa esperienza riscopre la scultura antica, superando così [[Naturalismo (arte)|naturalismo]] ottocentesco al quale era ancora legato.
Tra le opere di rilievo di questo periodo si ricordano ''La Maternità'' (1925) e ''Il Bevitore'' (1926), quest'ultima un'opera in [[Ceramica|terracotta]] custodita alla [[Pinacoteca di Brera]]<ref>{{cita web|url=http://pinacotecabrera.org/collezione-online/opere/bevitore/|titolo=Il bevitore|sito=http://pinacotecabrera.org|accesso=23 maggio 2019}}</ref>. Nel [[1925]] è invitato ad esporre in una sala alla III Biennale Romana; l'anno dopo partecipa per la prima volta alla [[Biennale di Venezia]], dopo i precedenti rifiuti. Nello stesso anno espone alla prima mostra di [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]]. Sarà presente anche alla seconda edizione del 1929, con ''Il Figliol prodigo'' (1926). Nel novembre 1927 inaugura una personale di ceramiche a Milano alla [[Galleria Pesaro]].
 
===La maturità artistica===
== Onorificenze ==
In quest'ultimo periodo definisce la sua arte che si traduce in un'ideale punto d'incontro tra antico e moderno.
{{Onorificenze
Nel 1928 realizza grandi opere come ''La Pisana'', ''Il bevitore'' e la monumentale (quattro metri) ''Tomba di Ippolito Nievo''. Nel 1929 viene chiamato alla cattedra di plastica decorativa all'[[ISIA]] di Monza e vi rimane fino all'anno successivo: la sua ''Leda col cigno'', scultura in gesso, è rimasta ad arricchire la raccolta dei [[Musei Civici di Monza|Musei civici]] monzesi<ref>{{Cita libro|curatore=Gianni Vianello|titolo=Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura|anno=1979|editore=Il Calligrammma|città=Busto Arsizio}}</ref>.
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
Allestisce, nel 1930, uno "studio-forno" nello stabilimento dell'[[Ilva]] Refrattari, a Vado Ligure, dove può modellare e cuocere le terrecotte senza doverle spostare. Crea così una serie di grandi opere, come ''Il Pastore'' e ''Il Ragazzo seduto'' (1930), ''Il Sogno'' (1931), ''Chiaro di Luna'' e ''Sport Invernali'' (1931-32), opere in cui "l'allusione al movimento che sembra irrigidirsi nella forma"<ref>{{cita libro|titolo=La scultura lingua morta e altri scritti|autore=Arturo Martini|curatore=Elena Pontiggia|città=Milano|editore=Abscondita|anno=2001}}</ref>.
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
Nel 1931 riceve un premio di centomila lire alla Prima [[Quadriennale di Roma]], somma che gli permette di risolvere temporaneamente i diversi problemi economici che lo avevano sempre tormentato. Nel 1932 ha una sala personale alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] veneziana, da cui ottiene un vasto successo<ref>{{Cita libro|Arturo Martini l'ultimo grande interprete dell'immagine in scultura|p=10}}</ref>.
|collegamento_onorificenza=Valor militare
Nel 1933 si stabilisce a Milano e tiene una personale alla [[Galleria d'Arte Moderna]]. In questo periodo sperimenta l'utilizzo di nuove tecniche espressive come il [[legno]], la [[pietra]], la [[creta]] e l [[bronzo]], lo si vede infatti partecipare regolarmente alle grandi esposizioni nazionali: alla [[Biennale di Venezia]] (1934-36-38), alla [[Triennale di Milano]] (1933-36-40) e alla [[Quadriennale di Roma]] (1935-39). Realizza in questo periodo numerose sculture monumentali tra cui il gigantesco gesso ''Mosè salvato dalle acque'', alto sei metri, esposto alla [[Triennale di Milano]] nel 1933; ''La sete'' (1934), in pietra, dove riemerge il ricordo dei calchi di [[Pompei]]; il bronzo di ''Athena'' (1935), alto cinque metri; ''I morti di Bligny trasalirebbero'' (1936), ispirato al discorso di Mussolini contro le [[Sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche]] imposte all'Italia dopo l'[[Impero d'Etiopia|occupazione dell'Etiopia]] del 1935; ''Il Leone di Giuda'' (1936), dedicato alla vittoria fascista sull'Etiopia; ''La Giustizia Corporativa'', destinata al [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]] di Milano; ''Il Gruppo degli Sforza'' (1938-39), opera destinata all'[[Ospedale Niguarda Ca' Granda]] di Milano.<ref>{{cita libro|titolo=La scrittura lingua morta e altri scritti|autore=Arturo Martini|curatore=Elena Pontiggia|città=Milano|editore=Abscondita|anno=2001}}</ref>
|motivazione=''Chiesto ed ottenuto, col suo reparto, il posto d’onore, con ardito animo e con grande sprezzo del pericolo, guidava la sua compagnia all’assalto di posizioni avversarie. Stretto da preponderanti forze nemiche, e benchè ferito, non desisteva dalla lotta. Nuovamente e mortalmente colpito, mentre con slancio ritentava l’assalto, lasciava eroicamente la vita sul campo. Monte Dunun (Neghelli), 19 maggio 1936.''
 
|data=Regio Decreto 29 novembre 1937<ref>Registrato alla Corte dei Conti addì 2 marzo 1938, registro 23 Africa Italiana, foglio 132.</ref>
=== La pittura ===
}}
Negli anni 1939 e 1940 inizia a dipingere. Nel 1940 espone con successo le sue opere alla [[Galleria Barbaroux]]. Scrive, nel febbraio 1940, in alcune lettere indirizzate a [[Carlo Anti]], rettore dell'[[Università degli studi di Padova]]:''Io farò assolutamente il pittore […] la mia conversione non è un capriccio, ma è grande e forte come quella di Van Gogh''<ref>{{cita libro|autore=Arturo Martini|titolo=Le lettere di Arturo Martini/con testi di Mario De Micheli, Claudia Gian Ferrari, Giovanni Comisso|anno=1992|editore=Charta|città=Milano|p=148}}</ref> ee ancora Sono felice, la pittura mi diverte e mi dà altre speranze che ormai la scultura non mi dava più>><ref>{{cita libro|nome=Guido|cognome=Perrocco|titolo=Arturo Martini|anno=1962|editore=Editalia|città=Roma}}</ref>
{{Onorificenze
Realizza tra il 1940-42 per il [[Palazzo dell'Arengario]] di Milano alcuni [[Altorilievo|altorilievi]]: ''Il Tito Livio'' e ''La donna che nuota sott'acqua.'' In queste opere si muove verso una sempre maggiore libertà espressiva, convinto della necessità di superare la statuaria e che la scultura "''se vuol vivere, deve morire nell'astrazione"''<ref>{{Cita libro|nome=Arturo|cognome=Martini|curatore=Elena Pontiggia|titolo=La scultura lingua morta e altri scritti|collana=Carte d'artisti ; 15|anno=2016|editore=Abscondita|città=Milano|ISBN=978-88-8416-743-9}}</ref>. Riprenderà questo tema nei suoi ''Colloqui sulla scultura''<ref>{{Cita libro|nome=Martini|cognome=Arturo|titolo=Colloqui sulla scultura : 1944-1945|collana=Memoranda. Arte|anno=2006|editore=Canova|città=Treviso|ISBN=88-8409-174-8}}</ref>.
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
 
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
=== Gli ultimi anni ===
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
Nel 1942-44 si trasferisce a Venezia dove diventa insegnante di scultura presso l'[[Accademia di belle arti di Venezia|Accademia di belle arti]]. Nell'estate del 1945 viene sospeso dall'insegnamento per aver aderito al fascismo. Rispetto a questa scelta aveva scritto: "''Siccome morivo di fame con il giolittismo, ho creduto a questo movimento, cioè al fascismo"''<ref>{{Cita|Le lettere di Arturo Martini|p.264}}</ref>.
|motivazione=''In due aspri combattimenti, guidando con perizia e trascinando con l’esempio del suo mirabile ardimento il proprio plotone meharisti all’attacco di numerose e agguerrite forze nemiche ne infrangeva la resistenza e le volgeva in fuga contribuendo così efficacemente a due importanti e proficue vittorie. Sciuref Umm el Chel (Tripolitania), 26 maggio 1929-Uau el Kebir (tripolitania), 13 gennaio 1930.''
 
|data=
In conclusione della sua carriera artistica gli viene commissionata la realizzazione della statua dell'eroe virgiliano ''Palinuro'' (1946) per l'[[Università degli Studi di Padova]]; realizza anche il monumento funebre dedicato a un partigiano caduto, ''Monumento al partigiano Masaccio'' (1947). Infine progetta un'appendice al libretto ''La scultura lingua morta'', comunicando i suoi pensieri allo scrittore [[Antonio Pinghelli]], che li pubblicherà postumi, nel 1948, con il titolo ''Il trucco di Michelangelo''.
}}
 
{{Onorificenze
Muore il 22 marzo 1947, colpito da paralisi cerebrale<ref>{{cita libro|autore=Carlo Carrà|titolo=Testimonianze su Arturo Martini|rivista=Le tre Venezie|mese=aprile, maggio, giugno XXI}}</ref>.
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
Tra i suoi allievi c'è l'artista [[Maria Lai]].
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
 
|collegamento_onorificenza=Valor militare
== Riconoscimenti ==
|motivazione=''Comandante di plotone meharisti, lo trascinava all’attacco di agguerrite e numerose forze nemiche, infrangendone la resistenza e volgendole in fuga. Concorreva così validamente a due importanti vittorie. Sciuref-Umm el Kem (Tripolitania), 26 maggio 1939 – Uau el Kebir (Tripolitania), 13-15 gennaio 1930.''
Già nel 1948, gli viene tributato un omaggio postumo alla V [[Quadriennale di Roma]].
|data=
Nel [[1967]] la grande mostra monografica, allestita su progetto di [[Carlo Scarpa]] nel [[Convento di Santa Maria (Treviso)|Convento di Santa Maria]] a [[Treviso]], spinge l'amministrazione ad acquisire il [[Complesso di Santa Caterina]], oggi sede principale dei [[Musei civici di Treviso]].
}}
A lui sono dedicati numerose scuole italiane, tra le quali la scuola media statale di [[Santa Maria del Rovere]] a [[Treviso]] e il Liceo Artistico di [[Savona]].
{{Onorificenze
 
|immagine=MeritoMilitare+.png
== Opere ==
|nome_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6356182.jpg|thumb|Terrecotte. Galleria Il Milione, Milano, 1963]]
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6363731.jpg|thumb|''Annunciazione''. Milano, 1963.]]
|motivazione=
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6356386.jpg|thumb| Milano, 1963]]
|data=
* ''Veduta dell'Isola di San Giorgio di Venezia'', [[Casa della cultura (Palmi)|Casa della cultura]], [[Palmi]]<ref>Guida d'Italia - Calabria: dal Pollino all'Aspromonte le spiagge dei due mari le città, i borghi arroccati, Milano, Touring Editore, 2003. ISBN 8836512569</ref>
}}
* ''La Prostituta'', terracotta dipinta, 1909-1913, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
{{Onorificenze
* ''Vaso fiaba'', 1911, [[Treviso]], [[Musei civici di Treviso|Museo Civico]]
|immagine=MeritoMilitare2.png
* ''Fanciulla piena d'amore'', maiolica dorata, 1913, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
|nome_onorificenza= Croce al merito di guerra (2)
* ''Il buffone'', 1914, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
|collegamento_onorificenza=Croce al merito di guerra
*''Fanciulla verso sera'', 1919, [[Venezia]], [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro]]
|motivazione=
*''Pulzella d'Orleans'', 1920
|luogo=
* ''Gli amanti'', post 1920, [[Milano]], [[Villa Necchi Campiglio|Museo Villa Necchi Campiglio]]<ref>{{Cita web
}}
|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01073/|titolo= Gli amanti Martini, Arturo
{{Onorificenze
|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
|immagine=Commemorative Italian-Austrian war medal BAR.svg
* ''Il poeta Checov'', 1921
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918
* ''Dormiente'', 1921, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918
* ''L'amante morta'', post 1921, [[Milano]], [[Villa Necchi Campiglio|Museo Villa Necchi Campiglio]]<ref>{{Cita web
|motivazione=
|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01074/|titolo= L'amante morta Martini, Arturo
|luogo=
|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
}}
* ''Busto di fanciulla'', post 1921, Milano, Museo Villa Necchi Campiglio<ref>{{Cita web|url= http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01085/|titolo= Busto di fanciulla Martini, Arturo|sito= lombardiabeniculturali.it|data= 4 gennaio 2018|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
{{Onorificenze
* ''Orfeo'', pietra, 1922, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
|immagine=Vittoria.png
* ''Monumento ai caduti'', 1925, [[Vado Ligure]]
|nome_onorificenza= Medaglia interalleata della Vittoria
* ''Il Buon Pastore'', legno, 1925, (Città del Vaticano, [[Collezione d'arte religiosa moderna]])
|collegamento_onorificenza=Medaglia interalleata della vittoria (Italia)
* ''Il figliol prodigo'', bronzo, 1926, ([[Acqui Terme]], Opera Pia Ottolenghi)
|motivazione=
* ''Il bevitore'', [[terracotta]], 1926, [[Milano]], [[Pinacoteca di Brera|Pinacoteca nazionale di Brera]]
|luogo=
* ''Cavallo'', 1926 ca. ([[Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo]])
}}
* ''Via Crucis'' (6 stazioni), terracotta, 1926-1927, (Città del Vaticano, Collezione d'arte religiosa moderna)
{{Onorificenze
* ''Il chirurgo'', 1927
|immagine=Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia BAR.svg
* ''L'arca di Noè'', 1927, fontana in Piazza delle Ville, [[Anticoli Corrado]]
|nome_onorificenza= Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia
* ''La madre'', 1929-30, [[Torino]], [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea|Galleria civica d'arte moderna]]
|collegamento_onorificenza= Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia
* ''Donna al sole'', terracotta, 1930
|motivazione=
* ''Il sogno'', terracotta, 1931
|luogo=
* ''Aviatore'', 1931
}}
* ''[[La convalescente]]'', 1932, Museo del Novecento, Milano
{{Onorificenze
* ''Giuditta e Oloferne'', 1932 ca. ([[Museo Kröller-Müller]] di [[Otterlo]])
|immagine=ItaloTurca.png
* ''Venere dei porti'', 1932. [[Treviso]], [[Musei civici di Treviso|Museo Civico]]
|nome_onorificenza= Medaglia commemorativa delle campagne di Libia
* ''Vittoria alata'', 1934, salone della Crociera del Decennale, [[Esposizione aeronautica italiana]], [[Milano]]
|collegamento_onorificenza= Medaglia commemorativa delle campagne di Libia
* ''Leone di Monterosso'', terracotta, 1934, (Città del Vaticano, Collezione d'arte religiosa moderna)
|motivazione=
* ''La sete'', pietra di Finale, 1935, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria nazionale d'arte moderna]]
|luogo=
* ''[[I morti di Bligny trasalirebbero]]'', 1935-1936, Museo del Novecento, Milano
}}
* ''La giustizia fascista'', marmo, 1936-37, [[Milano]], [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]]
* ''Il gruppo degli Sforza'', 1938-39, [[Milano]], [[Ospedale Niguarda Ca' Granda|Grande Ospedale Metropolitano Niguarda]]<ref>
{{Cita web|url= http://www.ospedaleniguarda.it/chi-siamo/niguarda-e-arte/arturo-martini-il-gruppo-degli-sforza
|titolo=Arturo Martini: il Gruppo degli Sforza|autore= Enrico Magliano|sito= ospedaleniguarda.it|data= 2 febbraio 2017|accesso= 6 settembre 2018}}</ref>
* ''Statua della Minerva'', presso il palazzo del Rettorato, alla [[Sapienza Università di Roma#Città niversitaria|Città universitaria, Roma]];
* ''Monumento Irina Lukaszewicz'' Cimitero monumentale di Milano, riparto XVIII, n. 374, 1941<ref>{{cita libro|curatore=Comune di Milano|titolo=Il cimitero monumentale di Milano, guida storico-artistica|anno=1996|editore=Silvana Editoriale|p=137}}</ref>;
* Bassorilievo in bronzo del Sacro Cuore di Cristo Re, sul portale della [[Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re|chiesa omonima]] a Roma;
*''Tuffo di nuotatrice'', 1942
*''Monumento a Tito Livio'', 1942, [[Palazzo Liviano]] dell'[[Università di Padova]]
* Atmosfera di una testa, 1945
* ''Palinuro'', 1946-47, [[Università di Padova]]
* ''Donna distesa'' Museo Fortunato Calleri di Catania''.''
 
==Arturo Martini nei Musei==
 
*[[Ca' Pesaro|Galleria internazionale d'arte moderna Ca' Pesaro]] di Venezia
*Museo civico di Treviso
*[[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria Nazionale d'Arte Moderna]] di Roma
*[[Vado Ligure]] giardini pubblici
*[[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]] di Torino
*[[Museo Middelheim]] di scultura all'aperto di Anversa
*[[Tate Gallery]] di Londra
*[[Civico Museo d'Arte Contemporanea]] di Milano
*[[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]], Milano
*[[Università degli Studi di Padova]]
*[[Banca Popolare di Vicenza]]
*[[Museo del Paesaggio]], Verbania Pallanza
*[[Museo Novecento]] di Firenze
 
==Arturo Martini nelle collezioni private==
*[[Pinacoteca di Brera]] di Milano, collezione Jesi
*[[Acqui Terme]], collezione Ottolenghi
*[[Montebelluna]], collezione Banca Antonveneta
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
=== Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|cognomeautore=Cadorna|nome=LuigiArturo Martini|titolo=La guerrascrittura allalingua frontemorta italiana.e Vol.altri 1scritti|editore=Fratelli Treves editoriAbscondita|cittàcitt=Milano|anno=19212001|cid=CadornaArturo 1921Martini}}
*{{cita libro|cognomeautore=Cadorna|nome=LuigiGino Scarpa|titolo=LaColloqui guerracon allaArturo fronte italiana. Vol. 2Martini|editore=Fratelli Treves editoriRizzoli|città=Milano|anno=19211968|cid=CadornaGino 1921Strada}}
*{{cita libro|cognomeautore1=CavaciocchiMario De Micheli|nomeautore2=AlbertoClaudia Gian Ferrari|coautoriautore3=AndreaGiovanni UngariComisso|titolo=GliLe italianilettere indi guerraArturo Martini|editore=Ugo Mursia Editore s.r.l.|città=MilanoCharta|anno=2014|cid=Cavaciocchi, Ungari 20141992}}
*{{cita libro|cognomecuratore=DelGuido Boca|nome=AngeloPerocco|titolo=GliArturo Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922Martini|editore=LaterzaEditalia|città=BariRoma|anno=1986|cid=Del Boca 19861962}}
*{{cita libro|autore=Pontiggia Elena|titolo=Arturo Martini: la vita in figure|città=Monza|editore=Johan & Levi|anno=2017}}
*{{cita libro|cognome=[[Angelo Del Boca|Del Boca]]|nome=Angelo|titolo=Gli italiani in Africa orientale''. Vol. 2: ''La conquista dell'Impero|editore=A. Mondadori Editore|città=Milano|anno=2001|isbn=978-88-04-46947-6|cid=Del Boca 2001}}
* Pontiggia Elena, ''I volti e il cuore. La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini'', catalogo della mostra, Verbania, Museo del Paesaggio 2017 ISBN 978-88-941034-3-4
*{{cita libro|cognome=Lioy|nome=Vincenzo|titolo=L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2|editore=Istituto Poligrafico dello Stato|città=Roma|anno=1965|cid=Lioy 1965}}
* Gianni Vianello, Claudia Gian Ferrari, Nico Stringa, ''Arturo Martini. Catalogo ragionato delle sculture'', Neri Pozza, Vicenza, 1998
*{{cita libro|cognome=Lioy|nome=Vincenzo|titolo=L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea-Libia (1888-1932) Vol.3|editore=Istituto Poligrafico dello Stato|città=Roma|anno=1964|cid=Lioy 1964}}
* Nico Stringa, ''Arturo Martini'', Gruppo editoriale L'Espresso, Roma, 2005
* Gian Ferrari Claudia, Elena Pontiggia, Velani Livia (a cura di), ''Arturo Martini'', Milano, Skira Editore, 2006, ISBN 8876249397
* Antonella Crippa, [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page45d.do?link=oln82d.redirect&kcond31d.att3=491 Arturo Martini], catalogo online [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page1z.do Artgate] della [[Fondazione Cariplo]], 2010, CC-BY-SA.
* Maria Gioia Tavoni, ''Riproporre il silenzio per le Contemplazioni di Arturo Martini'', Faenza, Fratelli Lega Editori, 2017
 
==Voci correlate==
* [[EnricoL'Eroica Muricchio(periodico)]]
 
== Altri progetti ==
==Colegamenti esterni==
{{interprogetto}}
*{{cita web|url=http://mutilatibarletta.blogspot.com/2015/07/in-ricordo-del-ten.html|titolo=In ricordo del ten. Giuseppe Colapietro Medaglia d'Oro al Valor Militare |accesso=22 settembre 2017|lingua=|editore=http://mutilatibarletta.blogspot.com|sito=Mutilatibarletta|cid=aw}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|biografie|grande guerra|guerra}}
*{{cita web|http://www.claudiagianferrari.it/d_Documenti/d_Contributi/testo49.pdf|Claudia Gian Ferrari, ''Gli anni venti di Arturo Martini - La stagione di Valori Plastici e Novecento''}}
*{{cita web|url=http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=471&pagina=11&project=0|titolo=Leda col cigno, Monza, Musei Civici}}
*{{cita web |1=http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Martini%20Arturo/imagepages/image14.html |2=Donna che nuota sott'acqua, 1942 |accesso=7 dicembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070808222221/http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Martini%20Arturo/imagepages/image14.html |dataarchivio=8 agosto 2007 |urlmorto=sì }}
*{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-martini_(Dizionario-Biografico)/|Dizionario biografico Treccani}}
*{{cita web|http://www.scuolanticoli.com/pagemartini_2.htm|Luigi Scialanca, ''Arturo Martini cattivo ad Anticoli Corrado''}}
 
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