The Game (Queen) e Deron Washington: differenze tra le pagine

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{{S|cestisti statunitensi}}
{{Album
{{Sportivo
|titolo = The Game
|Nome = Deron Washington
|titoloalfa = Game (Queen), The
|Immagine = Deron shooting.jpg
|artista = Queen
|Didascalia = Washington al tiro con la maglia di [[Virginia Polytechnic Institute and State University|Virginia Tech]]
|tipo album = Studio
|Sesso = M
|giornomese = 30 giugno
|CodiceNazione = {{USA}}
|anno = 1980
|Disciplina = Pallacanestro
|postdata = <ref name="allmusicguide">{{allmusic|album|mw0000650663|The Game}}</ref>
|etichettaRuolo = [[EMIAla piccola]]
|Squadra = {{cestista svincolato}}
|produttore = Queen, [[Reinhold Mack|Mack]]
|TermineCarriera =
|durata = 35:43
|SquadreGiovanili =
|genere = Hard rock
{{Carriera sportivo
|genere2 = Art rock
|2000-2004|National Christian Academy|
|genere3 = Arena rock
|2004-2008|{{Basket Virginia Polytechnic Institute and State University|G}}|
|genere4 = Dance rock
|genere5 = Heavy metal
|genere6 = Album rock
|postgenere = <ref name="allmusicguide"/>
|logo = QueenTheGamefont.png
|registrato = [[Musicland Studios]], [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Germania]], giugno-luglio 1979 e febbraio-maggio 1980
|numero di dischi = 1
|numero di tracce = 10
|numero dischi d'oro = {{Certificazione disco|AUT|oro|studio|25000+|{{cita web|url=http://www.ifpi.at/?section=goldplatin|titolo=Austrian album certifications|editore=[[International Federation of the Phonographic Industry|IFPI]] Austria|accesso=10 dicembre 2015|lingua=de}} Digitare "Queen" in "Interpret", dunque premere "Suchen".}}{{Certificazione disco|DEU|oro|studio|250000+|{{Cita web|lingua = de|url = http://www.musikindustrie.de/gold_platin_datenbank/?action=suche&strTitel=The+Game&strInterpret=Queen&strTtArt=alben&strAwards=checked|titolo = Gold/Platin Datenbank|editore = [[Bundesverband Musikindustrie]]|accesso = 22 ottobre 2014}}}}{{Certificazione disco|NLD|oro|studio|50.000+|{{Cita web|url=http://www.nvpi.nl/nvpi/pagina.asp?pagkey=60461#resultaat |titolo=NVPI Certifications |editore=[[Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers|NVPI]] |accesso=7 marzo 2015 |lingua=nl}}}}{{Certificazione disco|GBR|oro|studio|100000+|{{Cita web | url = https://www.bpi.co.uk/brit-certified/ | editore = [[British Phonographic Industry]] | lingua = en | titolo = BRIT Certified}} Digitare "Queen" in "Keywords", dunque premere "Search".}}
|numero dischi di platino = {{Certificazione disco|POL|platino|studio|20000+|{{Cita web | url = http://bestsellery.zpav.pl/wyroznienia/platynoweplyty/cd/archiwum.php?year=2009 | editore = ZPAV | lingua =pl| accesso = 4 agosto 2014 | titolo = Przyznane w 2009 roku}}}}
{{Certificazione disco|USA|platino|studio|4000000+|{{RIAA|The Game|accesso = 13 maggio 2015}}|4}}
|note =
|precedente = [[Live Killers]]
|anno precedente = 1979
|successivo = [[Flash Gordon (album)|Flash Gordon]]
|anno successivo = 1980
|singolo1 = [[Crazy Little Thing Called Love]]
|data singolo1 = 5 ottobre 1979
|singolo2 = [[Save Me (Queen)|Save Me]]
|data singolo2 = 25 gennaio 1980
|singolo3 = [[Play the Game]]
|data singolo3 = 30 maggio 1980
|singolo4 = [[Another One Bites the Dust]]
|data singolo4 = 22 agosto 1980
|singolo5 = [[Need Your Loving Tonight]]
|data singolo5 = novembre 1980
}}
|Squadre =
'''''The Game''''' è l'ottavo [[album discografico|album in studio]] del gruppo musicale britannico [[Queen]], pubblicato per la prima volta il 30 giugno [[1980]]. Fu il primo album dei Queen a raggiungere la posizione numero 1 nella classifica degli album più venduti negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Lo stesso fece in Canada e in [[Gran Bretagna]], dove rimase in vetta per due settimane. In altri paesi è arrivato primo in Olanda, secondo in Norvegia e Germania, quinto in Austria e Giappone, settimo in Svezia e decimo in Italia.
{{Carriera sportivo
 
|2008-2009|{{Basket Hapoel Holon|G}}|22 (341)
== Antefatti ==
|2009|{{Basket Los Angeles D-Fenders|G}}|8 (77)
A partire dalla seconda metà degli anni '70, la band cercò di attenuare la tipica esagerazione musicale presente nei loro dischi, con ''[[News of the World (Queen)|News of the World]]'' che proponeva canzoni più spontanee e meno pretenziose. Tuttavia, quando realizzarono l'album ''[[Jazz (Queen)|Jazz]]'' nel 1978, tornarono a collaborare con il produttore Roy Thomas Baker e crearono un altro disco multicolore, leggermente troppo eccessivo. L'album fu ricevuto in modo piuttosto negativo dalla stampa, sia per la sua musica che per le strane e scandalose pubblicità che circondarono la sua uscita. Anche l'album dal vivo ''[[Live Killers]]'' del 1979 ebbe un riscontro tiepido, e i membri della band non ne erano soddisfatti perché ritenevano ci fosse un sacco di rumore di fondo nella registrazione, e inoltre alcuni ascoltatori si erano lamentati della resa sonora di ''Bohemian Rhapsody''. Dopo questo periodo di critiche negative, i Queen decisero che il loro prossimo album dovesse essere "davvero grande".<ref>Brooks–Lupton, 2009, pag. 69</ref>
|2009-2010|{{Basket Tulsa 66ers|G}}|41 (468)
 
|2010-2012|{{Basket Obradoiro|G}}|68 (493)
All'epoca, la pressione fiscale inglese era molto forte nei confronti dei gruppi musicali e molti artisti di successo, inclusi i Queen, avevano registrato i loro album all'estero per sfuggire al fisco britannico. Per questa ragione, ''Jazz'' era stato inciso ai Mountain Studios di Montreux in [[Svizzera]] e in parte a [[Nizza]], in [[Francia]]. Da lì in poi, tutti gli album dei Queen furono registrati in tutto o in parte all'estero.
|2012-2013|{{Basket Elitzur Maccabi Netanya|G}}|26 (330)
 
|2013-2014|{{Basket Pistoia|G}}|30 (330)
== Il disco ==
|2015|{{Basket Bnei Herzliya|G}}|19 (177)
Alla sua uscita, l'album suscitò notevoli perplessità nella critica, sia dal punto di vista strettamente musicale sia per l'immagine che il gruppo forniva di sé (e l'immagine, fondamentale nella musica rock, lo era ancora di più in un gruppo come i [[Queen]]). Effettivamente la copertina del disco ci presenta quattro personaggi vestiti di pelle nera che ricordavano più un gruppo di motociclisti degli anni '50 (era infatti uscito un paio di anni prima il film ''Grease'') che non il gruppo ambiguo e decadente degli album precedenti. A questo si aggiungeva la prima apparizione di [[Freddie Mercury]] nel nuovo look con capelli corti (nei videoclip di ''Play the Game'' e di ''Another One Bites the Dust'' apparirà anche coi suoi celebri baffoni). Ma è ovviamente nel contenuto musicale che ''The Game'' rappresenta un elemento di svolta nella carriera dei [[Queen]], al di là del giudizio che ognuno ne voglia dare. Il primo elemento nuovo è la comparsa dell'elettronica. Fino a quel momento i [[Queen]] avevano disdegnato l'uso di [[computer]] e [[sintetizzatore|sintetizzatori]] nelle loro incisioni, e avevano sottolineato il loro rifiuto con esplicite dichiarazioni nelle note di copertina dei loro album. Con ''The Game'' cambiarono opinione e lo dichiararono esplicitamente nelle note, citando addirittura la marca del sintetizzatore usato. Il secondo elemento è l'incursione del gruppo nel [[funk]] e nella [[disco music|disco]]. Gli altri brani dell'album riflettono maggiormente le tematiche consuete dei [[Queen]]: ''[[Crazy Little Thing Called Love]]'', omaggio di [[Freddie Mercury|Mercury]] al [[Rock and roll]] delle origini composta nella vasca da bagno del Bayerischerhof Hotel di Monaco, testimonia il suo gusto per le citazioni musicali di gusto retrò, mentre canzoni come ''Sail Away Sweet Sister'', ''Save Me'' e ''Play The Game'' ci riportano ai classici brani corali e classicheggianti che hanno reso celebre il gruppo.
|2015-2016|{{Basket Vanoli Cremona|G}}|30 (349)
 
|2016-2018|{{Basket Torino|G}}|53 (597)
Pur non rappresentando forse il vertice creativo dei [[Queen]], ''The Game'' influenzò comunque tutti i loro successivi lavori e si può perciò considerare una tappa fondamentale della loro carriera in quanto introdusse il gruppo ad una fase ''commerciale'' dal punto di vista artistico, fase che sarebbe durata per tutti gli anni '80 fino ad interrompersi nel '91 con l'album ''Innuendo'', a causa della scomparsa di Freddie Mercury.
|2018-2019|{{Basket Reyer Venezia|G}}|
 
=== Registrazione ===
Nel giugno 1979, la band arrivò ai Musicland Studios di Monaco, di proprietà di [[Giorgio Moroder]]. Inizialmente, l'idea non era quella di registrare un album, i membri del gruppo volevano solo lavorare su alcune idee. «Dopo ''[[Jazz (Queen)|Jazz]]'', sentimmo che dovevamo esplorare una nuova direzione», raccontò May. «Abbiamo chiesto ai Musicland e loro ci hanno offerto Mack». [[Reinhold Mack]], un produttore discografico tedesco, all'epoca stava lavorando a Los Angeles con [[Gary Moore]], quando ricevette l'offerta di lavorare con i Queen. Egli volò in Germania prendendo su due piedi una decisione improvvisa. Nello studio trovò molte scatole, valigie e amplificatori, e i tre membri della band: Mercury, Deacon e Taylor. Mercury gli disse che aveva qualche idea su cui lavorare, e iniziò a parlarne con il produttore prima dell'arrivo di May, facendogli ascoltare in anteprima ''[[Crazy Little Thing Called Love]]'', una canzone in stile [[rockabilly]] da lui composta alla chitarra qualche tempo prima nel bagno della sua suite all'Hotel Bayerischer Hof di [[Monaco di Baviera]].<ref>Blake, 2010, pag. 232.</ref>
{| class="toccolours" style="float: right; margin-left: 1em; margin-right: 2em; font-size: 85%; background:#c6dbf7; color:black; width:30em; max-width: 40%;" cellspacing="5"
| style="text-align: left;" | «Il metodo di lavorare di Mack era fresco e leggero e non usavamo troppi microfoni. Volevamo tornare di nuovo a suonare come una band»
|-
| style="text-align: right;" | — [[Roger Meddows-Taylor|Roger Taylor]], circa il nuovo sound dei Queen.<ref>Blake, 2010, pag. 233–234</ref>
|}
Queste registrazioni mostrano chiaramente la differenza tra lo stile precedente dei Queen e il metodo di lavoro di Mack. Mentre la band lavorava lentamente e meticolosamente, i punti forti di Mack erano la velocità e la determinazione. «I Queen lavoravano molto lentamente», disse Mack. «Quanto lentamente, ci arrivai solo più tardi. Il mio piano era quello di cambiare questa situazione, perché continuavano a rimanere bloccati». La band era solita registrare decine di take prima di ottenere il risultato voluto. Alla luce di tutto ciò, con l'aiuto di Mack, quando riuscirono a completare un pezzo in mezza giornata, tutti rimasero piacevolmente sorpresi. Se c'erano problemi, Mack si attivava immediatamente per modificare la parte problematica. Come mostrato nell'incisione di ''Crazy Little Thing Called Love'', Mercury collaborò facilmente con il produttore, trovandosi bene con i suoi ritmi lavorativi. Mack disse: «C'erano due tipi di compositori: Fred e Brian. Fred è il tipo semplice. Era in grado di creare qualcosa di abbastanza brillante in quindici-venti minuti. Brian era dell'altro tipo, quando aveva escogitato una buona idea, si perdeva nelle parti più insignificanti fin da subito. Era un perfezionista assoluto. Quando queste due diverse personalità lavoravano insieme, era estremamente difficile concentrarsi sui progressi».<ref>Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen'', pag. 237, Londra: Aurum (2010), ISBN 978-1-84513-597-3.</ref>
 
Mack dovette rendersi conto che nel campo del lavoro in studio, il gruppo era rimasto indietro rispetto ai moderni metodi produttivi. Con poca pazienza, il produttore insegnò ai membri dei Queen nuove metodologie di lavoro, come ascoltarsi in cuffia e controllarsi con un auricolare, e non usurare troppo il nastro magnetico continuando a sovrainciderci sopra. Ci furono molti conflitti tra Mack e Brian May perché il chitarrista voleva replicare le consuete sonorità della band, mentre il produttore diceva che aveva altre idee ogni volta. Infine, nella maggior parte dei casi, fu scelta una soluzione di compromesso.<ref>Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen'', pag. 237, Londra: Aurum (2010), ISBN 978-1-84513-597-3.</ref> Come May, Taylor era spesso insoddisfatto di dover produrre un suono di batteria monotono, simile ad un loop, in canzoni dal suono moderno, in quanto era invece un grande ammiratore della potenza e dello stile di [[John Bonham]].<ref>Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen'', pag. 240, Londra: Aurum (2010), ISBN 978-1-84513-597-3.</ref> Come in tutte le loro sessioni di registrazione, anche qui ci furono molte polemiche, e la fonte di molti disaccordi era l'eccessivo perfezionismo di May, e spesso i dissapori furono così forti che May annunciò più volte di voler lasciare la band, ma solitamente tutto rientrava nella norma solo pochi giorni dopo.
 
Nei mesi successivi, il gruppo continuò a lavorare senza limiti di tempo in studio a tre canzoni, perché, sebbene fossero pronte a comparire nell'album, il gruppo era indeciso se il materiale fosse abbastanza buono; queste canzoni erano ''Coming Soon'', ''Save Me'' e ''Sail Away Sweet Sister''.<ref>Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen'', pag. 233, Londra: Aurum (2010), ISBN 978-1-84513-597-3.</ref> A differenza dei precedenti album, questa volta non c'erano canzoni semi-finite prima dell'inizio delle sessioni in studio, solo poche idee, e l'intero processo creativo si svolse in studio.<ref>Sutcliffe, Phil. ''Queen: A rock koronás királyainak teljes, képekkel illusztrált története'', pag. 140, Budapest: Cartaphilus (2010). ISBN 978-963-266-182-7.</ref> A settembre, il lavoro fu interrotto da Taylor, che andò in vacanza a [[Saint Tropez]] con suo figlio. Mercury era stato invitato da Wayne Ealing a prendere parte a una coreografia con la musica dei Queen per il Royal Ballet. I proventi dello spettacolo sarebbero andati in beneficenza a favore dei bambini disabili. Nell'ottobre 1979, la EMI pubblicò il singolo ''Crazy Little Thing Called Love'', che fu un grande successo di classifica. Nel [[videoclip]] della canzone, la band aveva un aspetto completamente nuovo: tutti si erano tagliati i capelli (anche May se li era accorciati) e indossavano giubbotti di pelle risalenti agli anni '50. Il nuovo look era stato proposto da Mercury dopo aver visitato alcuni gay-bar di Monaco.<ref>Brooks, Greg – Lupton, Simon. ''Freddie Mercury élete saját szavaival'', pag. 37, Budapest: Cartaphilus (2009), ISBN 978-963-266-046-2.</ref> Tra novembre e dicembre 1979, i Queen iniziarono un tour di concerti da 20 date in Inghilterra, suonando in locali più piccoli e di medie dimensioni per recuperare il contatto diretto con il pubblico.
 
Nel febbraio 1980 i Queen tornarono in studio per registrare e pubblicare un album completo dopo aver pubblicato un singolo di successo. Le sessioni furono molto produttive, con un totale di quaranta canzoni incise che poi furono selezionate per l'inclusione nell'album. Anche se in un primo momento si era pensato che registrare all'estero, lavorando in un posto nuovo, avrebbe favorito la concentrazione della band e allontanato le distrazioni di casa, [[Monaco di Baviera]], e la sua vita notturna, si rivelarono invece foriere di più distrazioni di quanto si pensasse. «I problemi sono iniziati quando qualcuno ha proposto di andare a bere un drink dopo il lavoro in studio», disse Brian May. Divenne parte della routine di tutti i giorni che, dopo aver lavorato in studio, Mercury e il suo entourage visitassero i locali gay della città, mentre gli altri membri della band, insieme al produttore Mack, si recavano regolarmente in una discoteca chiamata Sugar Shack.<ref>Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen'', pag. 238, Londra: Aurum (2010), ISBN 978-1-84513-597-3.</ref>
 
=== Contenuti ===
Anche se non erano tutti ugualmente creativi nella stessa maniera, tutti e quattro i membri della band scrivevano canzoni e di solito lavoravano separatamente alle proprie composizioni. Spesso si aiutavano a vicenda, ma alla fine come autore della canzone veniva accreditato chi aveva scritto il testo.<ref>O'Casey, Matt. (28 novembre 2011). ''Days Of Our Lives'' [DVD]. Eagle Rock.</ref> ''Play the Game'' fu composta da Mercury per un suo ex amante, Tony Bastin, che aveva concluso il loro rapporto in quel momento.<ref>Blake, 2010, pag. 242.</ref> ''Dragon Attack'' è opera di Brian May, il suo significato non è ben chiaro, ma si dice che riguardi l'uso di droghe.<ref>Purvis, Georg. ''Queen: L'opera completa'', Londra: Reynolds & Hearn (2007), ISBN 978-1-905287-33-8.</ref> Il brano menziona anche Mack e la discoteca Sugar Shack.<ref>Blake, 2010, pag. 238.</ref> La celebre ''Another One Bites the Dust'' di [[John Deacon]], originariamente parlava di cowboy che si sparavano l'un l'altro, ma a causa del suono moderno, Mercury lo convinse a trasformarla in una storia di gangster. Il caratteristico basso e la chitarra pulsante mostrano l'influenza dello stile funk. ''Need Your Loving Tonight'' (Deacon) e ''Crazy Little Thing Called Love'' (Mercury) sono allegre canzoni d'amore.
 
''Rock It'' di Roger Taylor si ispira a un tema spesso ricorrente nei testi del batterista, l'amore per lo stile di vita [[rock and roll]]. ''Do not Try Suicide'' di Mercury parla del suicidio in modo umoristico e, secondo alcune interpretazioni, parlerebbe anche di un amante più anziano di Mercury.<ref>Sutcliffe, 2010, pag. 155.</ref> Secondo Taylor, il testo della canzone non dovrebbe essere preso troppo sul serio, ma come una sorta di poesia. ''Sail Away Sweet Sister'' è un accorato messaggio da parte di May alla sorella mai nata. Per ''Coming Soon'', inizialmente, Taylor aveva pensato un arrangiamento più elaborato, ma alla fine il pezzo divenne un pop moderno e convenzionale, perché, come disse cinicamente Taylor: «Non intendevo salvare il mondo con una canzone».<ref>Purvis, 2007, pag 129.</ref> May scrisse ''Save Me'', con in mente quanti avessero attraversato un brutto periodo in quel momento, "qualcuno la cui relazione sentimentale era andata completamente persa".<ref>Purvis, 2007.</ref>
 
=== Pubblicazione ===
Durante una pausa nelle registrazioni dell'album, nell'ottobre 1979 venne pubblicato il singolo ''Crazy Little Thing Called Love'' perché i dirigenti della EMI erano molto speranzosi nei confronti della canzone. Negli Stati Uniti, la Elektra Records trovò troppo rischioso pubblicare il singolo, e quindi molti DJ americani iniziarono a suonare [[45 giri]] importati dall'Inghilterra. Nonostante ciò, il pezzo venne molto trasmesso dalle radio, e data la richiesta alla fine la Elektra decise di far uscire il singolo. La canzone ebbe molto successo, anche grazie alla sua sonorità nostalgica "alla [[Elvis Presley]]", scomparso solo due anni prima, e ottenne il primo posto in classifica in Nord America e il secondo nel [[Regno Unito]].
 
Nel maggio 1980 fu pubblicato il brano ''Play the Game'' come secondo singolo estratto dall'album di prossima pubblicazione. Non ebbe particolare successo, ma in copertina Freddie Mercury sfoggiò per la prima volta i suoi celebri baffi, diventati poi un suo tratto caratteristico. I vecchi fan della band rimasero sorpresi dal cambiamento di look, molti non lo accettarono e, secondo indiscrezioni, durante il tour di sostegno all'album, molti fan gettarono sul palco dei rasoi usa e getta. La risposta del cantante fu lapidaria: «Cazzo, non me li taglierò!».<ref>Brooks, Greg – Lupton, Simon. ''Freddie Mercury élete saját szavaival''. Budapest: Cartaphilus (2009). ISBN 978-963-266-046-2.</ref>
 
L'album ''The Game'' venne pubblicato il 30 giugno 1980. Inizialmente il titolo previsto doveva essere ''Play the Game'', come l'omonima canzone contenuta nel disco, ma a Taylor non piaceva perché riteneva che "giocare il gioco" potesse essere interpretato come "integrarsi nel sistema", e per questo il titolo venne semplificato in ''The Game''.<ref>Purvis, Georg. ''Queen: Complete Works'', pag. 231, Londra: Reynolds & Hearn (2007). ISBN 978-1-905287-33-8.</ref> La copertina dell'album aveva la stessa immagine del singolo ''Crazy Little Thing Called Love'', ma in bianco e nero e virata in colore argento. La stampa rimase delusa dal fatto che nel disco fossero stati inclusi due singoli già sul mercato, ma le vendite dell'album furono comunque piuttosto buone.
 
Nell'agosto del 1980, venne pubblicato il quarto singolo estratto dall'album, una canzone scritta dal bassista [[John Deacon]] intitolata ''[[Another One Bites the Dust]]''. Inizialmente gli altri membri dei Queen non erano molto d'accordo con questa decisione, specialmente Roger Taylor che pensava fosse troppo lontana dalle abituali sonorità della band, ma alla fine decisero per il si dietro suggerimento di [[Michael Jackson]], all'epoca amico di Mercury. Fu un tale successo che da solo il 45 giri garantì le vendite dell'album. Si posizionò in vetta alla classifica statunitense, al secondo posto anche nelle classifiche dance e R&B, venendo particolarmente apprezzato dalle stazioni radiofoniche di musica nera. Solo in America ne furono vendute oltre tre milioni di copie. Nel 1980, la canzone venne nominata per il [[Grammy Award]] nella categoria "Best Vocal Rock Band", ma non vinse il premio. In [[Gran Bretagna]] raggiunse la settima posizione nella [[UK Singles Chart]].
 
Nel [[2011]] l'album è stato rimasterizzato in digitale dalla [[Island Records|Island]]/[[Universal Records|Universal]] ed è stato distribuito in due formati: standard edition, contenente l'album originale, e deluxe edition a 2 CD, contenente l'album originale e un EP bonus.
 
== Tracce ==
;Lato A
{{Tracce
|Titolo1 = [[Play the Game]]
|Durata1 = 3:33
|Autore testo e musica1 = Mercury
|Titolo2 = Dragon Attack
|Durata2 = 4:19
|Autore testo e musica2 = May
|Titolo3 = [[Another One Bites the Dust]]
|Durata3 = 3:32
|Autore testo e musica3 = Deacon
|Titolo4 = [[Need Your Loving Tonight]]
|Durata4 = 2:49
|Autore testo e musica4 = Deacon
|Titolo5 = [[Crazy Little Thing Called Love]]
|Durata5 = 2:48
|Autore testo e musica5 = Mercury
}}
|Allenatore =
 
|Aggiornato = 19 luglio 2018
;Lato B
{{Tracce
|Titolo1 = Rock It (Prime Jive)
|Durata1 = 4:33
|Autore testo e musica1 = Taylor
|Titolo2 = Don't Try Suicide
|Durata2 = 3:52
|Autore testo e musica2 = Mercury
|Titolo3 = Sail Away Sweet Sister (To the Sister I Never Had)
|Durata3 = 3:33
|Autore testo e musica3 = May
|Titolo4 = Coming Soon
|Durata4 = 2:51
|Autore testo e musica4 = Taylor
|Titolo5 = [[Save Me (Queen)|Save Me]]
|Durata5 = 3:49
|Autore testo e musica5 = May
}}
{{Bio
 
|Nome = Deron Rachard
;EP bonus nella riedizione CD 2011 della [[Island Records|Island]]/[[Universal Records|Universal]]
|Cognome = Washington
# ''Save Me'' <Small>(Live in Montreal, November 1981)</Small> - 4:18
|Sesso = M
# ''A Human Body'' <Small>(B-Side)</Small> - 3:44
|LuogoNascita = Saint Louis
# ''Sail Away Sweet Sister (To the Sister I Never Had)'' <Small>(Take 1 with Guide Vocal)</Small> - 2:34
|LuogoNascitaLink = Saint Louis (Missouri)
# ''It's A Beautiful Day'' <Small>(Original Spontaneous Idea, April 1980)</Small> - 1:30
|GiornoMeseNascita = 12 dicembre
# ''Dragon Attack'' <Small>(Live At Milton Keyness Bowl, June 1982)</Small> - 5:14
|AnnoNascita = 1985
 
|LuogoMorte =
==Formazione==
|GiornoMeseMorte =
=== Queen ===
|AnnoMorte =
* [[Freddie Mercury]] - [[canto|voce]], [[canto|cori]], [[pianoforte]], [[chitarra]] (''Crazy Little Thing Called Love''), [[sintetizzatore]]
|Attività = cestista
* [[Brian May]] - [[chitarra elettrica]], [[chitarra acustica]], pianoforte (''Save Me''), sintetizzatore (''Sail Away Sweet Sister'' e ''Save Me''), cori, voce (''Sail Away Sweet Sister'')
|Nazionalità = statunitense
* John Deacon - [[basso elettrico|basso]], chitarra (''Another One Bites the Dust''), pianoforte (''Another One Bites the Dust''), chitarra acustica (''Need Your Loving Tonight'')
* [[Roger Meddows-Taylor|Roger Taylor]] - [[Batteria (strumento musicale)|batteria]], chitarra (''Coming Soon''), sintetizzatore (''Rock It (Prime Jive)'' e ''Coming Soon''), cori, voce (''Rock It (Prime Jive)''), seconda voce (''Coming Soon'')
 
===Altri musicisti===
* [[Reinhold Mack]] - [[sintetizzatore]] addizionale
 
== Accoglienza ==
{{Recensioni album
|recensione1 = [[Allmusic]]
|giudizio1 = {{Giudizio|4.5|5}}<ref name="am">[{{Allmusic|class=album|id=the-game-mw0000650663|pure_url=yes}} ''The Game'']. [[Allmusic]].</ref>
|recensione2 = ''[[Chicago Tribune]]''
|giudizio2 = {{Giudizio|2.5|4}}<ref>{{Cita news|cognome=Kot|nome=Greg|wkautore=Greg Kot|data=19 aprile 1992|url=http://articles.chicagotribune.com/1992-04-19/entertainment/9202040743_1_star-queen-ii-flash-gordon|titolo=An 18-record, 80 Million-copy Odyssey|giornale=[[Chicago Tribune]]|accesso=19 aprile 2016}}</ref>
|recensione3 = ''[[Encyclopedia of Popular Music]]''
|giudizio3 = {{Giudizio|3|5}}<ref>{{Cita libro|cognome=Larkin|nome=Colin|wkautore=Colin Larkin (writer)|anno=2011|titolo=[[Encyclopedia of Popular Music]]|editore=[[Omnibus Press]]|isbn=0-85712-595-8|edizione=5th<!--|page=2006-->|p=2248}}</ref>
|recensione4 = ''[[The Guardian]]''
|giudizio4 = {{Giudizio|4|5}}<ref name="Petridis">{{Cita news|cognome=Petridis|nome=Alexis|wkautore=Alexis Petridis|data=15 dicembre 2011|url=https://www.theguardian.com/music/2011/dec/15/queen-jazz-game-flash-gordon-review|titolo=Queen: Jazz; The Game; Flash Gordon; Hot Space – review|giornale=[[The Guardian]]|città=London|accesso=19 aprile 2016}}</ref>
|recensione5 = Ondarock
|giudizio5 = {{Giudizio|5.5|10}}<ref>{{cita web|url=http://www.ondarock.it/rockedintorni/queen.htm|titolo=Queen Rapsodia in rock|editore=www.ondarock.it|accesso=23 gennaio 2019}}</ref>
|recensione6 = ''[[Record Mirror]]''
|giudizio6 = {{Giudizio|4|5}}<ref name="recordmirror">[http://www.queenarchives.com/index.php?title=Queen_-_06-21-1980_-_The_Game_-_Record_Mirror Record Mirror review (archived at queenarchives.com)]</ref>
|recensione7 = ''[[The Rolling Stone Album Guide]]''
|giudizio7 = {{Giudizio|3|5}}<ref>{{Cita web|url=https://www.rollingstone.com/music/artists/queen/albumguide |titolo=Queen: Album Guide |editore=''[[Rolling Stone]]'' |accesso=10 giugno 2012}}</ref>
|recensione8 = [[Piero Scaruffi]]
|giudizio8 = {{giudizio|4|10}}<ref>[https://www.scaruffi.com/vol3/queen.html The History of Rock Music]</ref>
|recensione9 = ''[[Smash Hits (rivista)|Smash Hits]]''
|giudizio9 = {{Giudizio|3|10}}<ref name="Smash Hits">{{Cita pubblicazione|cognome=Taylor|nome=Steve|titolo=Albums|rivista=[[Smash Hits]]|numero=10–23 luglio 1980|p=31}}</ref>
}}
In una recensione dell'epoca, ''[[Record Mirror]]'' a proposito dell'album scrisse: "Dopo gli Zeppelin e persino prima degli [[Scorpions]], i Queen sono la band più esaltante che io abbia mai visto o sentito. E sono sicuro che tutti voi appassionati di buona musica sarete d'accordo."<ref name="recordmirror"/> Il recensore di ''[[Rolling Stone]]'' fece notare quanto fosse piacevole "ascoltare un album dei Queen contenente delle canzoni, e non degli inni da stadio", ma scrisse anche: "questi ragazzi sanno come dovrebbe suonare e far sentire questa musica, ma non riescono a impegnarsi abbastanza per farcela."<ref name="rolling">[https://www.rollingstone.com/music/albumreviews/the-game-19800918 Rolling Stone review]</ref> Il ''[[The Washington Post]]'' diede del disco una recensione caustica, scrivendo: "Dopo cinque anni di album insoddisfacenti e deprimenti, questo doveva essere il ritorno dei Queen. Ma non abbiamo avuto fortuna... "<ref name="washington">[http://www.queenarchives.com/index.php?title=Queen_-_08-21-1980_-_The_Game_-_Washington_Post Washington Post review]</ref> Steve Taylor della rivista ''[[Smash Hits (rivista)|Smash Hits]]'', fu ugualmente negativo scrivendo: "Incastrato tra due lastre del solito [[Arena rock|pomp-rock]] sinfonico e/o corale dei Queen [...] giace un ripieno completamente non originale e banale".<ref name="Smash Hits" /> Tuttavia, i lettori di ''[[Creem]]'' votarono ''The Game'' settimo miglior album del 1980.<ref>{{Cita web|url=http://www.rocklistmusic.co.uk/creem_lists.htm |titolo=Rocklist.net...Creem magazine selected readers |editore=Rocklistmusic.co.uk |accesso=10 gennaio 2012}}</ref>
 
In una recensione retrospettiva, [[Stephen Thomas Erlewine]] di [[Allmusic]] scrisse che "l'atmosfera disco rock dell'album mostra una band che aveva voltato le spalle al rock per darsi al [[pop music|pop]] commerciale, effettuando una virata molto pop, decisamente pop, ma dando così vita a un grande album pop del 1980 che rimane uno dei dischi più divertenti della band."<ref name="am"/> Il sito web Allmusic arrivò a definire ''The Game'' il miglior album dei Queen degli anni ottanta.<ref>[{{Allmusic|class=album|id=the-miracle-r15983/review|pure_url=yes}} ''The Miracle'']. [[Allmusic]].</ref> Evan Sawdey di [[PopMatters]] definì ''The Game'' un "normale disco di buon vecchio rock".<ref name="Popmatters">{{Cita web|url=http://www.popmatters.com/review/151473-queen-queen-40-limited-edition-collectors-box-set-volumes-2-3/|titolo=Queen: Queen 40 Limited Edition Collector's Box Set Volumes 2 & 3|opera=PopMatters|accesso=27 gennaio 2015}}</ref>
 
== NotePalmarès ==
*{{Basketpalm|Coppa di Israele maschile|1}}
<references/>
:Hapoel Holon: 2009
*{{Basketpalm|Coppa Italia maschile|1}}
:Auxilium Torino: [[Coppa Italia di pallacanestro maschile 2018|2018]]
*{{Basketpalm|Campionato italiano maschile|1}}
:Reyer Venezia: [[Serie A 2018-2019 (pallacanestro maschile)|2018-2019]]
 
==Altri Bibliografia progetti==
{{interprogetto}}
*Gunn, Jacky – Jenkins, Jim. ''Queen: As It Began. New York: Hyperion'' (1992). ISBN 0-7868-8003-1
*Purvis, Georg. ''Queen: Complete Works. London: Reynolds & Hearn'' (2007). ISBN 978-1-905287-33-8
*Brooks, Greg – Lupton, Simon. ''Freddie Mercury élete saját szavaival''. Budapest: Cartaphilus (2009). ISBN 978-963-266-046-2
*Blake, Mark. ''Is This the Real Life? – The Untold Story of Queen''. Londra: Aurum (2010). ISBN 978-1-84513-597-3
*Sutcliffe, Phil. ''Queen: A rock koronás királyainak teljes, képekkel illusztrált története''. Budapest: Cartaphilus (2010). ISBN 978-963-266-182-7
 
==Collegamenti esterni==
==Voci correlate==
*{{Collegamenti esterni}}
* [[The Game Tour]]
*{{es}} [http://competiciones.feb.es/estadisticas/Jugador.aspx?i=536397&c=1816948 Deron Washington] su feb.es, [[Liga Española de Baloncesto|Liga Leb Oro]].
 
{{Draft NBA 2008}}
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|biografie|pallacanestro}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|Queen|rock}}