Raccolte d'arte dell'ospedale Maggiore di Milano e Gradi delle forze armate argentine: differenze tra le pagine

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{{torna a|Fuerzas Armadas de la República Argentina}}
[[File:Festa del Perdono Facciata Milano.jpg|miniatura|250px|La [[Ca' Granda]], antica sede dell'[[Ospedale Maggiore di Milano]]]]
I [[Grado militare|gradi militari]] delle [[Fuerzas Armadas de la República Argentina|forze armate argentine]] (''[[Armada de la República Argentina]]'', ''[[Ejército Argentino]]'' e ''[[Fuerza Aérea Argentina]]'') si dividono principalmente in tre ruoli: [[Ufficiale (forze armate)|ufficiali]], [[Sottufficiale|sottufficiali]] e truppa.
Le '''Raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore''' sono una collezione artistica di proprietà dell'[[Ospedale Maggiore di Milano]], costituita da una serie di [[Ritratto|ritratti]] dei benefattori dell'ente ospedaliero, considerata il nucleo principale e di maggior valore, e da altre raccolte di varia natura<ref>{{Cita|Fiorio|p. 11|electa}}</ref><ref name=sito>{{Cita web|url = http://www.policlinico.mi.it/beni_culturali/beni_storici_artistici/raccolta_d-arte.html|titolo = Raccolta d'arte|autore = |wkautore = |sito = http://www.policlinico.mi.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = sito|accesso = 24 maggio 2014}}</ref>.
 
== Ufficiali ==
== I ritratti dei benefattori ==
=== Origini[[Armada ede sviluppola storicoRepública della raccoltaArgentina]] ===
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
La collezione di ritratti prese avvio nel XV secolo, subito dopo la costituzione dell'ospedale da parte di [[Francesco Sforza]] (1456). L'intenzione era omaggiare gli illustri personaggi autori di significativi atti di liberalità verso il nosocomio. La frequenza di tali gesti di gratitudine era tuttavia limitata a coloro che si distinguessero sia per prestigio personale che per l'eccezionalità dei benefici elargiti, economicamente oppure sotto forma di concessioni di ordine politico o religioso<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 87-89|silvana}}</ref>.
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!'''Codice NATO'''||'''OF-9'''||'''OF-8'''||'''OF-7'''||'''OF-6'''||'''OF-5'''||'''OF-4'''||'''OF-3'''||'''OF-2'''||'''OF-1'''||'''OF-1'''||'''OF-D'''
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Armada Argentina - Almirante.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Vicealmirante.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Contraalmirante.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Comodoro de Marina.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Capitán de Navío.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Capitán de Fragata.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Capitán de Corbeta.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Teniente de Navío.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Teniente de Fragata.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Teniente de Corbeta.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Guardiamarina.svg|40}}
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||Grado
|| Almirante
|| Vicealmirante
|| Contraalmirante
|| Comodoro de Marina
|| Capitán de Navío
|| Capitán de Fragata
|| Capitán de Corbeta
|| Teniente de Navío
|| Teniente de Fragata
|| Teniente de Corbeta
|| Guardiamarina
|}
 
=== [[Ejército Argentino]] ===
Diversamente, a partire dal '600 quella del ritratto divenne un'abitudine più diffusa fra le classi sociali più abbienti, e questo si riflesse sulla frequenza con cui l'ospedale concesse questo onore ai suoi benefattori. Non solo, in quegli anni cadde il requisito del prestigio sociale: ad essere ritratti poterono essere tutti coloro, illustri o meno, che avessero reso particolari benefici al nosocomio<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 89-90|silvana}}</ref>.
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
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|- bgcolor="#CCCCCC" align=center
!'''Codice NATO'''||'''OF-9'''||'''OF-8'''||'''OF-7'''||'''OF-6'''||'''OF-5'''||'''OF-4'''||'''OF-3'''||'''OF-2'''||'''OF-1'''||'''OF-1'''||'''OF-D'''
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Teniente General.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - General de Division.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - General de Brigada.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Coronel Mayor.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Coronel.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Teniente Coronel.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Mayor.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Capitán.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Teniente Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Teniente.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Subteniente.svg|40}}
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||Grado
|| Teniente General
|| General de División
|| General de Brigada
|| Coronel Mayor
|| Coronel
|| Teniente Coronel
|| Mayor
|| Capitán
|| Teniente Primero
|| Teniente
|| Subteniente
|}
 
=== [[Fuerza Aérea Argentina]] ===
La tendenza continuò nei secoli, tanto che nel 1810 si stabilì che a seconda dell'entità della [[Contratto di donazione|donazione]] o dei [[lascito]], si aveva diritto ad un ritratto di diverso prestigio: con 40.000 [[Monetazione austriaca in Italia|lire]] si acquisiva il diritto ad un mezzo ritratto, con 80.000 lire si poteva avere il ritratto a figura intera. Questa venalità da un lato fece prevalere fra i benefattori le intenzioni dettate da convenienza su quelle a scopo di pura liberalità (e lo dimostra la grande quantità di donazioni alla cifra minima necessaria per l'onoranza), ma nello stesso tempo generò un notevole incremento dei lasciti e un conseguente drastico arricchimento della collezione artistica. Un altro effetto di questa politica fu la consuetudine di lasciare somme che consentissero più ritratti, per il benefattore e per i suoi congiunti<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 90-92|silvana}}</ref>.
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
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|- bgcolor="#CCCCCC" align=center
!'''Codice NATO'''||'''OF-9'''||'''OF-8'''||'''OF-7'''||'''OF-6'''||'''OF-5'''||'''OF-4'''||'''OF-3'''||'''OF-2'''||'''OF-1'''||'''OF-1'''||'''OF-D'''
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|BrigadierGeneralFuerzaAéreaArgentina.png|120}}
|| {{simbolo|BM-FAA.png|120}}
|| {{simbolo|BrigadierFuerzaAéreaArgentina.png|120}}
|| {{simbolo| Comodoro Mayor.PNG|120}}
|| {{simbolo| CM-FAA.png|120}}
|| {{simbolo| VicecomodoroFAA.PNG|120}}
|| {{simbolo| MayorFAA.PNG|120}}
|| {{simbolo| CT-FAA.png|120}}
|| {{simbolo| PrimerTenienteFAA.PNG|120}}
|| {{simbolo| TenienteFAA.PNG|120}}
|| {{simbolo| AF-FAA.png|120}}
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||Grado
|| Brigadier General
|| Brigadier Mayor
|| Brigadier
|| Comodoro Mayor
|| Comodoro
|| Vicecomodoro
|| Mayor
|| Capitán
|| Primer teniente
|| Teniente
|| Alférez
|}
 
== Sottufficiali ==
A seguito della [[prima guerra mondiale]], una forte [[svalutazione]] e il mancato adeguamento delle cifre previste generarono un ulteriore aumento delle liberalità e quindi dei ritratti eseguiti. Da allora sono stati comunque innalzati e periodicamente aggiornati i requisiti economici per aver diritto al ritratto<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 91-92|silvana}}</ref>.
=== [[Armada de la República Argentina]] ===
Sopra le strisce oro, nella parte con sfondo blu, è riportato un disegno personalizzato in base alla specializzazione del soldato (comunicazioni, paracadutista, artiglierie, sommozzatore ecc.).
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Armada Argentina - Suboficial Mayor.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Suboficial Principal.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Suboficial Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Suboficial Segundo.svg|40}}
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||Grado
|| Suboficial Mayor
|| Suboficial Principal
|| Suboficial Primero
|| Suboficial Segundo
|}
 
=== [[Ejército Argentino]] ===
La scelta dei pittori a cui affidare l'esecuzione dei ritratti non fu vincolata prima del XX secolo a nessuna precisa regola: a decidere era il Consiglio, ma si teneva in genere conto anche della volontà del benefattore o dei suoi eredi. Nel 1906 venne istituita un'apposita Commissione costituita da eminenti personalità artistiche lombarde, e ad essa vennero delegate le scelte in proposito. Sedettero in commissione personaggi quali [[Luca Beltrami]], [[Carlo Bozzi]], [[Ettore Modigliani]], [[Aldo Carpi]] e [[Mario Sironi]]<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 92-93|silvana}}</ref><ref>{{Cita|Fiorio|p. 13|electa}}</ref>.
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
[[File:Ca' Granda bombardata 01.jpg|miniatura|250px|La [[Ca' Granda]] dopo il bombardamento nella notte fra il 14 e il 15 agosto 1943.]]
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La Commissione fu anche incaricata di risolvere l'annoso problema del giusto collocamento delle opere, problema reso particolarmente spinoso dall'enorme incremento di quadri eseguiti a partire dall'inizio del '900. Prima di allora, i ritratti venivano esposti con cadenza biennale nel cortile della [[Ca' Granda]], sede dell'ospedale, in occasione della [[Festa del Perdono]]. Ma questa soluzione, oltre a permettere l'esposizione per un solo giorno ogni due anni, divenne col tempo sempre meno percorribile a causa dell'elevato numero di opere e della ristrettezza degli spazi. [[Papa Pio XI]] ammonì: «fare i ritratti non basta: bisogna esporli in modo permanente e decoroso, perché siano d'incitamento a donare». Con il trasferimento della sede ospedaliera nelle aree dove sorgono attualmente il Policlinico e l'[[Ospedale Niguarda Ca' Granda|Ospedale Niguarda]], l'amministrazione dell'ente ospedaliero destinò nel 1940 la [[Crociera (architettura)|crociera]] "Macchio"<ref>La [[crociera]] "Macchio" è una delle due grandi crociere dell'edificio, costruita in stile [[neoclassico]] fra il 1797 e il 1804 a seguito del lascito del notaio [[Giuseppe Macchio]]. Vedi {{Cita libro|titolo = Milano|autore = |curatore = |altri = |url = http://books.google.it/books?id=nshyVnFbYbIC&pg=PA205&dq=crociera+macchio&hl=it&sa=X&ei=WF2DU9mQG-3Z0QXNkoGICQ&ved=0CEsQ6AEwAA#v=onepage&q=crociera%20macchio&f=false|editore = Touring Club Italiano|città = |anno = 1998|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = 204-210|ISBN = 88-365-1249-6|cid = }}</ref> all'esposizione della raccolta, nonostante l'infuriare del [[Seconda guerra mondiale|conflitto]]. Nel 1942 il nuovo allestimento venne smantellato per motivi precauzionali, salvando la raccolta dal [[Bombardamento a tappeto#Bombardamento di Milano|bombardamento]] che colpì duramente la Ca' Granda nella notte fra il 14 e il 15 agosto 1943. Al giorno d'oggi, non è ancora stata trovata un'adeguata sistemazione per la collezione<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 93-95|Codice}}</ref>, che attualmente ammonta a oltre 900 ritratti<ref name=sito/>.
||Insegna di grado
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Suboficial Mayor.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Suboficial Principal.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Sargento Ayudante.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Sargento Primero.svg|40}}
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||Grado
|| Suboficial Mayor
|| Suboficial Principal
|| Sargento Ayudante
|| Sargento Primero
|}
 
=== Peculiarità[[Fuerza dellaAérea collezioneArgentina]] ===
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
La consuetudine degli enti ospedalieri di rendere omaggio ai propri benefattori si diffuse nell'Italia settentrionale già dall'epoca medievale: ne sono esempi l'Ospedale Civile di [[Vigevano]], l'Ospedale di Sant'Antonio Abate di [[Gallarate]], l'[[Azienda ospedaliero universitaria San Giovanni Battista|Ospedale San Giovanni di Torino]], l'Ospedale Civile di [[Alessandria]] e l'Ospedale di Sant'Andrea di [[Vercelli]]. Di minor importanza storica e artistica sono inoltre le raccolte di altri nosocomi d'Italia e d'Europa, quali l'[[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Ospedale di Santo Spirito a Roma]] o quelli di [[Spoleto]] e di [[Ginevra]]. La raccolta della Ca' Granda rappresenta tuttavia un ''unicum'' quanto a dimensioni, continuità storica ed importanza degli autori presenti<ref>{{Cita|Fiorio|p. 14|electaantichi}}</ref>.
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Suboficial Mayor.svg|40}}
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Suboficial Principal.svg|40}}
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Suboficial Ayudante.svg|40}}
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Suboficial Auxiliar.svg|40}}
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||Grado
|| Suboficial Mayor
|| Suboficial Principal
|| Suboficial Ayudante
|| Suboficial Auxiliar
|}
 
== Truppa ==
La quadreria dell'ospedale rappresenta anche un interessante spaccato nella storia della moda e del costume lombardo dei secoli passati, anche a causa dell'eterogeneità di estrazione sociale e ruolo professionale dei personaggi raffigurati. I ritratti costituiscono infine una fonte iconografica unica, anche data l'assenza in Italia di «musei del ritratto» quali le National Portrait Galleries di [[National Portrait Gallery (Londra)|Londra]], [[National Portrait Gallery (Australia)|Canberra]], [[Scottish National Portrait Gallery|Edimburgo]], [[Portrait Gallery of Canada|Ottawa]] o [[National Portrait Gallery (Washington)|Washington]], per la conoscenza fisionomica dei protagonisti della storia milanese e lombarda<ref>{{Cita|Fiorio|pp. 17-18|electaantichi}}</ref>.
=== [[Armada de la República Argentina]] ===
Sopra le strisce oro, nella parte con sfondo blu, (tranne che per i gradi "Marinero Primero" e "Marinero Segundo" dove il simbolo coincide con quello ufficiale della marina) è riportato un disegno personalizzato in base alla specializzazione del soldato (comunicazioni, paracadutista, artiglierie, sommozzatore ecc.).
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Armada Argentina - Cabo Principal.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Cabo Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Cabo Segundo.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Marinero Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Armada Argentina - Marinero Segundo.svg|40}}
|| ''grado equivalente non previsto''
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||Grado
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Principal]]
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Primero]]
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Segundo]]
|| Marinero Primero
|| Marinero Segundo
||
|}
 
=== Le[[Ejército opere del QuattrocentoArgentino]] ===
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
Tra le opere del XV secolo si segnalano principalmente due grandi tele commissionate nel 1470 all'oscuro pittore Francesco Da Vico (o Di Vico), entrambe commemorative della nascita dell'ospedale: la prima rappresenta i Duchi [[Francesco Sforza]], fondatore dell'ospedale, e [[Bianca Maria Visconti]], sua consorte, inginocchiati di fronte a [[Pio II]], con la facciata della Ca' Granda sullo sfondo. La seconda mostra invece il loro primogenito [[Galeazzo Maria Sforza]] con la consorte [[Bona di Savoia]], inginocchiati davanti ad un altare nell'atto di consegnare del denaro alla presenza di [[Sant'Ambrogio]], sempre con la facciata dalla Ca' Granda sullo sfondo. I soggetti ritratti in questo secondo dipinto non corrispondono però a quanto testimoniato dal contratto stipulato con il pittore, né risulta che i due coniugi abbiano mai elargito all'ospedale denaro o altri benefici; essendo il fondatore e la moglie già morti all'epoca dell'esecuzione, non è da escludere che fossero essi i soggetti ritratti e che alla loro morte il pittore, per ordine superiore o per spontanea piaggeria, abbia modificato i volti in omaggio ai nuovi Duchi<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 99-101|silvana}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n060-00072/?view=autori&hid=20960&offset=0&sort=sort_int|titolo = I Duchi di Milano fanno l'offerta per la fondazione dell'Ospedale Maggiore|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso=27 maggio 2014}}</ref>.
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||Insegna di grado
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Sargento.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Cabo Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Cabo.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Voluntario Primero.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Voluntario Segundo.svg|40}}
|| {{simbolo|Ejercito Argentino - Soldado de Segunda en Comisión.svg|40}}
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||Grado
|| Sargento
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Primero]]
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo]]
|| Voluntario Primero
|| Voluntario Segundo
|| Voluntario Segundo en Comisión
|}
 
=== Le[[Fuerza opereAérea del CinquecentoArgentina]] ===
{| style="border:1px solid #8888aa; background-color:#f7f8ff; padding:5px; font-size:95%; margin: 0px 12px 12px 0px;" width="100%"
[[File:Marco Antonio Rezzonico.JPG|miniatura|250px|Scuola veneta, ''Ritratto di Marco Antonio Rezzonico''.]]
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Fra le opere del XVI secolo è degno di menzione un ''Ritratto di Marco Antonio Rezzonico della Torre'', pervenuto all'ospedale, di cui Rezzonico fu anche consigliere, insieme alla sua intera eredità. Il dipinto era attribuito a [[Tiziano]] sulla base della vistosa iscrizione nella parte bassa della tela («''Tiziano Vecellio fece in Venezia nel 1558''»; un'altra iscrizione, quasi illeggibile, a cui sembra rivolgersi la mano del soggetto, indica nel 1557 la data di esecuzione), ma anche in considerazione del fatto che in una lettera del 1758 in cui i consiglieri dell'ospedale pregavano l'[[Arcivescovo di Milano]] di portare il loro compiacimento al nuovo [[Papa Clemente XIII]], al secolo Carlo Rezzonico, si ricorda che alla Ca' Granda è conservato un ritratto del suo antenato ad opera «del celebre Tiziano». Tuttavia, l'iscrizione si è rivelata posticcia e fu probabilmente questa a trarre in inganno i consiglieri. Il ritratto è stato attribuito da [[Paolo D'Ancona]] a [[Paris Bordon]], ma nemmeno questa ipotesi è unanimemente accettata, mentre è certa la contestualizzazione alla [[Rinascimento veneto|scuola veneta]] del XVI secolo<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 102-103|silvana}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n120-00093/|titolo = Ritratto di Marco Antonio Rezzonico|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso=27 maggio 2014}}</ref>.
||Insegna di grado
 
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Cabo Principal.svg|40}}
Gli altri ritratti del XV secolo, non numerosi, sono generalmente eseguiti a mezzo busto o a mezza figura e presentano le caratteristiche di austerità e semplicità tipiche dell'ambiente culturale e sociale milanese dell'epoca: «un'età che ebbe di mira la compostezza classica di vita»<ref>{{Cita|D'Ancona|p. 105|silvana}}</ref>.
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Cabo Primero.svg|40}}
 
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Cabo.svg|40}}
=== Le opere del Seicento ===
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Volontario do Primero.svg|40}}
{{vedi anche|Barocco a Milano}}
|| {{simbolo|Fuerza Aerea Argentina - Volontario do Segundo.svg|40}}
Con il XVII secolo e il dilagare della moda del ritratto fra le classi sociali più abbienti si assiste ad un notevole incremento quantitativo della raccolta: un'ottantina di nuovi ritratti entrano nella collezione dell'ospedale. I dipinti appartenenti a questo secolo presentano una certa uniformità stilistica: l'austerità del secolo precedente viene sostituita da un gusto per i costumi sontuosi e per le ricercate ambientazioni di sfondo, tipicamente [[barocco]] e [[Lombardia spagnola|spagnoleggiante]] e fortemente influenzato dalla [[Pittura fiamminga#Il barocco fiammingo|pittura fiamminga]]. La formula più seguita diviene il ritratto a figura intera. Fra gli autori a cui l'ospedale si rivolse si ricordano soprattutto [[Andrea Porta]], [[Fede Galizia]], [[Carlo Francesco Nuvolone]], [[Salomon Adler]] e [[Giacomo Santagostino]]<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 104-105|silvana}}</ref>.
|| ''grado equivalente non previsto''
 
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=== Le opere del Settecento ===
||Grado
Il XVIII secolo fu meno proficuo del precedente sul piano quantitativo (si conservano sessantuno ritratti) e ne fu per molti aspetti una prosecuzione priva di peculiarità stilistiche. All'influsso della pittura fiamminga si affiancò quello della pittura [[Inghilterra|inglese]], osservabile soprattutto nella presenza di scorci di [[Vedutismo|vedute]] urbane e di [[Pittura paesaggistica|paesaggi]] usati come sfondo, caratteristiche comunque non estranee alla pittura lombarda di quegli anni. In questo segmento temporale della raccolta spiccano quattro ritratti di [[Antonio Lucini]] e ben dodici di [[Anton Francesco Biondi]], dipinti fra il 1774 e il 1801: gli ultimi due in ordine cronologico manifestano già tendenze [[neoclassicismo|neoclassiche]] e [[Stile Impero|impero]]<ref>{{Cita|Spinelli|109-111|silvana}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/autori/21077/|titolo = Lucini Antonio|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso=27 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/autori/20848/|titolo = Biondi Anton Francesco|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso=27 maggio 2014}}</ref>.
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Principal]]
 
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo Primero]]
=== Le opere dell'Ottocento ===
|| [[Cabo (grado militare)#Argentina|Cabo]]
[[File:G. Molteni, Ritratto del conte Giacomo Mellerio.JPG|miniatura|250px|[[Giuseppe Molteni]], ''Ritratto del conte Giacomo Mellerio'' (1847)]]
|| Voluntario do Primera
Il XIX secolo rappresentò un altro momento di forte incremento della raccolta. Appartengono a questa epoca più di duecento ritratti, a testimonianza di tutte le principali correnti pittoriche del secolo: [[neoclassicismo]], [[romanticismo]], [[impressionismo]] e [[Divisionismo (pittura)|divisionismo]].
|| Voluntario do Segunda
 
||
Il momento più alto del neoclassicismo presente nella raccolta è probabilmente toccato da ''Ritratto del sacerdote Francesco Bossi'' eseguito fra il 1821 e il 1822 da [[Pelagio Pelagi]]<ref>{{Cita|Spinelli|p. 113|silvana}}</ref>, nel quale «non solo l'artista ha reso a perfezione le esteriori fattezze, ma in quel volto, dai riflessi dorati, è riuscito ad incarnare un ideale di mitezza e di candore»<ref>{{Cita|D'Ancona|p. 113|silvana}}</ref>.
|}
 
Esempi del «primo romanticismo» di [[Francesco Hayez]], costituito da uno «stile neoclassico in cui il colore torna a vivere», sono tre tele eseguite fra il 1816 e il 1823, quando il pittore era ancora giovane ma già accompagnato da una discreta notorietà: si tratta dei ritratti del sacerdote Carlo Calvi, del conte Giambattista Birago e del conte Pietro Francesco Visconti Borromeo<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 113-114|silvana}}</ref>.
 
Del pieno Ottocento, consistenti sono i gruppi di opere di [[Giuseppe Bertini (pittore)|Giuseppe Bertini]] (ben sette, fra le quali è degno di nota il ''Ritratto dell'avvocato Giuseppe Calcaterra'', dipinto che «racconta, senza fare del contenutismo») e di [[Sebastiano De Albertis]] (ancora sette, nelle quali la consueta «spigliatezza impressionistica» con la quale l'autore trattava le sue celebri scene di battaglia lascia il posto ad un romanticismo più austero), come notevoli sono gli apporti di [[Angelo Inganni]], [[Giuseppe Molteni]] e dei fratelli [[Domenico Induno|Domenico]] e [[Gerolamo Induno]]<ref>{{Cita|Spinelli|p. 114-116|silvana}}</ref>.
 
Della corrente più rivoluzionaria del romanticismo lombardo, quella rappresentata da [[Tranquillo Cremona]], [[Daniele Ranzoni]] e dai primi lavori di [[Gaetano Previati]], non vi è prova alcuna, a testimonianza di quella scelta di fondo di privilegiare artisti legati ad un verismo contenuto, austero, in linea con la tradizione lombarda e per questo più gradito alle famiglie dei benefattori, scelta che sarà ben più evidente nella politica artistica della Commissione nel secolo successivo<ref>{{Cita|Spinelli|p. 114|silvana}}</ref><ref>{{Cita|Fiorio|p. 13|electa}}</ref>.
 
Della fase conclusiva del XIX secolo si hanno dipinti di [[Giovanni Segantini]] (del quale l'ospedale conserva anche, nelle sue altre collezioni, ''Le capinere''), [[Gaetano Previati]], [[Emilio Gola]], [[Pompeo Mariani]] e [[Mosè Bianchi]]<ref>{{Cita|Spinelli|pp. 117-118|silvana}}</ref>.
 
=== Le opere del Novecento ===
[[File:C. Tallone, Ritratto di Carlo Brera.JPG|miniatura|250px|[[Cesare Tallone]], ''Ritratto di Carlo Brera'' (1912)]]
Il XX secolo costituì un momento di ulteriore accrescimento della collezione di ritratti, con più di 500 nuovi pezzi<ref name=sito/>.
 
Le opere del Novecento si caratterizzano, soprattutto per i primi tre decenni del secolo, per la fedeltà a canoni artistici tradizionali e tardo-ottocenteschi, dettata dalle esigenze delle famiglie e dalle richieste della Commissione, istituita nel 1906, desiderose di rispettare canoni pittorici precisi e rigorosi. La conseguenza fu l'esclusione pressoché totale di quelle correnti pittoriche più d'avanguardia e polemiche, a partire dal [[Futurismo]]. Significativi furono gli apporti dati alla raccolta da pittori quali [[Filippo Carcano]], [[Emilio Gola]], [[Cesare Tallone]], [[Ambrogio Alciati]], [[Eugenio Giuseppe Conti]] e [[Anselmo Bucci]]<ref>{{Cita|Fiorio|p. 13|electa}}</ref><ref>{{Cita|Spinelli|pp. 119-122|silvana}}</ref>.
 
Dalla fine degli anni Venti si delineò una netta predominanza della componente [[Novecento (movimento artistico)|novecentista]] nella politica artistica della Commissione. Essa si trovò a partire dal 1929 ad essere composta da personaggi quali [[Achille Funi]], [[Esodo Pratelli]], [[Mario Sironi]], [[Aldo Carpi]], tutte personalità toccate in un modo o nell'altro dalle istanze del movimento "Novecento". Oltre a ciò, la stessa impostazione della raccolta, votata al tradizionalismo e all'ossequio verso le figure ritratte, la peculiarità del lavoro degli artisti, chiamati ad eseguire ritratti di defunti avendo a modello solo vecchie fotografie, e pertanto impossibilitati a dare letture del soggetto particolarmente fantasiose, nonché la tendenza a servirsi del lavoro di pittori quasi sempre lombardi, finirono con far prevalere nel gradimento della Commissione e delle famiglie quegli artisti che si dimostravano partecipi o quantomeno rispettosi del modello novecentista: [[Piero Marussig]], [[Pompeo Borra]], [[Mario Tozzi (pittore)|Mario Tozzi]], oltre che gli stessi Funi, Sironi e Carpi. Tuttavia, vi furono anche esempi di commissioni ad artisti slegati da "Novecento" e partecipi, con maggior o minor coinvolgimento, al più disimpegnato [[Chiarismo lombardo|chiarismo]]: [[Umberto Lilloni]], [[Cristoforo De Amicis]], [[Francesco De Rocchi]], [[Carlo Martini (pittore)|Carlo Martini]], [[Francesco Menzio]] ed altri<ref>{{Cita|Fiorio|p. 14|electa}}</ref>.
 
A partire dalla seconda metà del XX secolo, si perse una tale uniformità di politica artistica, ma permase l'impostazione di fondo tradizionalista e figurativa, con dipinti di [[Leonardo Borgese]], [[Trento Longaretti]], [[Silvio Consadori]], [[Renato Vernizzi]] e molti altri<ref>{{Cita|Fiorio||electa}}</ref>.
 
== Le altre raccolte ==
=== Origini ed evoluzione delle collezioni ===
La raccolta di opere d'arte cominciò con le prime fasi della storia dell'ospedale nel XVI secolo e durò ininterrottamente fino ai giorni d'oggi. Le modalità di arricchimento della collezione furono principalmente tre.
 
In primo luogo, le «sollecitudini dei saggi amministratori» generarono col tempo un certo accumulo di beni di valore artistico, come le antiche suppellettili della [[farmacia]] ospedaliera (la cosiddetta «spezieria»), un celebre [[papiro]] egizio, il [[gonfalone]] dell'ente e numerose [[Pergamena|pergamene]] [[Miniatura|miniate]]<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 7-8|silvana}}</ref>.
 
Altre occasioni di arricchimento del patrimonio artistico si presentarono con le annessioni all'ente di altri ospedali milanesi, come quella voluta dal cardinale [[Enrico Rampini]] ed attuata da [[Francesco Sforza]] alla metà del XV secolo. Ognuno di questi ospedali aveva una chiesa o una cappella, con il necessario corredo di arredi e mobili sacri, i quali finivano di volta in volta ad arricchire la collezione dell'ospedale<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 8-10|silvana}}</ref>.
 
Il principale strumento di arricchimento patrimoniale fu tuttavia costituito dalle donazioni e dai lasciti testamentari dei numerosissimi benefattori. Il primo fra quelli di una certa importanza fu quello del cardinale [[Carlo Borromeo]], comprendente tra l'altro la ''Adorazione dei Magi'' di Tiziano, in seguito acquistata dal nipote [[Federico Borromeo|Federico]] e donata alla [[Pinacoteca Ambrosiana]]<ref>{{Cita|Bascapè|p. 12-14|silvana}}</ref>.
[[File:Raffaello - Spozalizio - Web Gallery of Art.jpg|miniatura|250px|''[[Lo sposalizio della Vergine (Raffaello)|Lo sposalizio della Vergine]]'' di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] (1504), ora proprietà della [[Pinacoteca di Brera]].]]
Il lascito considerato di maggior importanza è considerato quello ricevuto nel 1804 da Giacomo Sannazzari della Ripa, che lasciò per successione all'ente la sua importante raccolta di dipinti, comprendente tra l'altro il celebre ''[[Sposalizio della Vergine (Raffaello)|Sposalizio della Vergine]]'' di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]], acquistato due anni prima da [[Giuseppe Lechi]], generale napoleonico che aveva liberato dal dominio pontificio [[Città di Castello]], ricevendo l'opera in segno di riconoscenza. Lo ''sposalizio'' fu tuttavia venduto solo due anni più tardi al [[demanio]], a causa di difficoltà economiche e in compensazione di alcuni debiti fiscali, e quindi collocato alla [[Pinacoteca di Brera]]<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 15-16|silvana}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo = Raffaello|autore = |curatore = Nicoletta Baldini|altri = |url = |editore = Rizzoli-Skira|città = |anno = 2003|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = 82|pp = |ISBN = 9-771129-085124|cid = }}</ref>.
 
Nel 1899 la duchessa Eugenia Litta legò all'ospedale la chiesetta di Santa Maria delle Selve a [[Vedano al Lambro]] e un vasto terreno adiacente alla [[Villa Reale di Monza]], sul quale aveva fatto costruire un salone in cui era radunato l'ingente archivio familiare della famiglia [[Litta (famiglia)|Litta]], costituito da pergamene, manoscritti e una quarantina di ritratti di rappresentanti della famiglia. In memoria del pittore [[Camillo Rapetti]], che per l'ospedale disegnò alcuni ritratti di benefattori, la vedova donò nel 1938 una sessantina di dipinti. Infine, nel 1943 il patrimonio si arricchì dell'eredità dello scultore [[Achille Alberti]], la cui collezione d'arte comprendeva più di duecento opere di [[Andrea Appiani]], [[Sebastiano De Albertis]], [[Domenico Induno]], [[Mosè Bianchi]] e altri. Una donazione del tutto particolare fu quella del celebre papiro egizio<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 12-22|silvana}}</ref>.
 
Molte opere, anche significative, sono tuttavia state alienate o andate comunque disperse nei secoli. Fra esse, oltre allo ''Sposalizio'' di Raffaello, si segnala la ''[[Testa di Cristo]]'' venduta alla Pinacoteca di Brera, attribuita a [[Leonardo da Vinci]] e considerata uno studio per il ''[[Cenacolo Vinciano|Cenacolo]]'', oltre ad alcuni dipinti di [[Giovanni Bellini]], [[Marco d'Oggiono]], [[Ambrogio Figino]] e altri<ref>{{Cita|Bascapè|p. 16|silvana}}</ref>.
 
Attualmente, escludendo i ritratti dei benefattori, queste rimanenti collezioni ammontano ad oltre 1900 pezzi fra dipinti, sculture ed oggetti di varia natura<ref name= sito/>.
 
=== Le opere ===
==== Dipinti ====
[[File:Berenice bernardo strozzi.jpg|miniatura|250px|[[Bernardo Strozzi]], ''Berenice'']]
Fra i dipinti, la parte più consistente è quella costituita da opere di soggetto sacro. In particolare è presente un nucleo consistente di dipinti raffiguranti l'[[Annunciazione]], essendo l'ospedale sorto con il nome della SS. Annunziata ed essendo ad essa dedicata la chiesa interna della Ca' Granda: fra esse, la più importante è senza dubbio quella eseguita dal [[Guercino]] nel 1638-39. Fra quelli di soggetto profano spicca una ''Berenice'' nell'atto di tagliarsi i capelli, disegnata con vigoria e attribuita a [[Bernardo Strozzi]], e alcuni fra i numerosi ritratti donati da Eugenia Litta ed eseguiti fra il XVIII e il XIX secolo. Da ultimo, è degna di menzione la grande tela di [[Giovanni Segantini]] intitolata ''Le capinere''<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 26-61|silvana}}</ref>.
 
Particolare è anche il dipinto comunemente chiamato ''la Festa del Perdono nel cortile dell'Ospedale Maggiore'', ma che in realtà non raffigura altro che un comune momento di vita ospedaliera. Anonimo ed eseguito forse tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, è un'opera alla quale non è riconosciuto particolare valore artistico. È tuttavia è un interessante fonte di conoscenza sulle fogge e sui costumi dell'epoca, tanto che venne con certezza studiato da [[Francesco Gonin]] per le illustrazioni de ''[[I promessi sposi]]''<ref>{{Cita|Spinelli|107-109|Codice}}</ref>.
 
Sono poi presenti nel patrimonio dell'ospedale opere di [[Defendente Ferrari]], [[Vincenzo Civerchio]] (attribuzione incerta), [[Moretto da Brescia]], [[Francesco Rizzo da Santacroce]], [[Giovan Battista Trotti]], [[Ippolito Scarsella]], [[Giulio Cesare Procaccini]], [[Morazzone (pittore)|Pierfrancesco Mazzucchelli]], [[Johann Carl Loth]], [[Palma il Giovane]] (attribuzione incerta), oltre che di numerosi autori ignoti<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 29-50|silvana}}</ref>.
 
==== Sculture ====
Oltre alle numerose sculture che costituiscono parte integrante della [[Ca' Granda]], fra le quali si ricordano soprattutto le terracotte di [[Francesco Solari]] e collocate sul portale meridionale dell'edificio, degne di nota sono soprattutto alcuni pezzi provenienti dalla collezione Litta e legati all'ospedale nel 1899: due Madonne col Bambino, una rimasta sul portale di Santa maria delle Selve a [[Vedano al Lambro|Vedano]], e un'altra la cui notevole fattura ed alcune caratteristiche espressive ricordano le opere di [[Giovanni Pisano]], e un ''Busto del cardinale [[Alfonso Litta]]'' di autore ignoto<ref>{{Cita|Bascapè|28-29, 54|silvana}}</ref>.
 
==== Il libro dei morti ====
Nel 1854 vennero donate dal figlio del marchese Carlo Busca, [[Egittologia|egittologo]] ed esploratore, la [[mummia]] dello [[scriba]] Ptahmose e il [[libro dei morti]] che era conservato nel [[sarcofago]]. Prima che il [[papiro]] potesse essere studiato a fondo, scomparve, per essere ritrovato parecchi anni dopo in un sotterraneo; nel frattempo la mummia venne ceduta al [[Museo egizio (Milano)|Museo egizio del Castello Sforzesco]]<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 20-22|silvana}}</ref>.
 
Il papiro, studiato per la prima volta da [[Karl Richard Lepsius]], è pressoché intatto e in ottime condizioni. Riguarda lo scriba Ptahmose, il cui nome è troppo comune per poterne individuare l'identità, figlio di Osiry e Didia, definita «danzatrice di [[Amon]]». Lo scriba e la madre sono più volte raffigurati in atteggiamento di preghiera, mentre numerose scene con barche e altri personaggi impreziosiscono il documento. Oltre ai 42 giudici dell'oltretomba, presso cui le anime devono perorare la propria causa, sono raffigurate alcune divinità, tra cui [[Anubi]], [[Thot]], [[Osiride]] e [[Iside]]. Si ritiene che il documento sia di origine [[Tebe (sito archeologico)|tebana]] e che risalga al XIV secolo avanti Cristo<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 67-69|silvana}}</ref>.
 
==== Pergamene miniate ====
Nell'ampio patrimonio archivistico dell'Ospedale sono conservati numerosi atti di epoca [[Visconti|viscontea]] e [[Sforza|sforzesca]] impreziositi da [[Miniatura|miniature]] che testimoniano il passaggio dal gusto [[Gotico italiano|gotico]] a quello [[Rinascimento italiano|rinascimentale]]. Anche i caratteri con cui sono redatti questi documenti mostrano l'avvicendamento di [[Calligrafia|stili calligrafici]] nelle diverse epoche<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 79-84|Codice}}</ref>.
 
==== La «spezieria» ====
Si tratta di una raccolta di circa 180 pezzi fra antichi [[Vaso|vasi]] decorati, [[Mortaio (utensile)|mortai]] cesellati in bronzo e antiche [[Ricetta medica|ricette]] su [[pergamena]] provenienti dalla farmacia ospedaliera. Tra i vasi si distingueva in particolare una serie di tredici pezzi del XVI, andati dispersi tra i musei di [[Cambridge]], di [[Amburgo]] e del [[Musei del Castello Sforzesco|Castello Sforzesco]]. Per il resto, si tratta di pezzi del '600 o del '700 provenienti dalla fabbriche di [[Albissola]] o di [[Venezia]]<ref>{{Cita|Bascapè|p. 65-66|silvana}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/ricerca/?current=1&q=Raccolte+d%27Arte+dell%27Ospedale+Maggiore+di+Milano+Vaso+da+farmacia|titolo = Vasi da farmacia - Raccolte d'Arte dell'Ospedale Maggiore di Milano|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso=24 maggio 2014}}</ref>.
 
==== Il gonfalone di Gio Ponti ====
Nel 1927 si delineò l'idea di creare uno stemma dell'ospedale. Il progetto venne commissionato all'architetto e designer [[Gio Ponti]], il quale creò un vero e proprio [[gonfalone]]: su un lato campeggia l'insegna della "Ca' Granda", contornata da [[Scudo araldico|scudi]] che rappresentano fatti e vicende varie della storia dell'ente e sormontata dall'[[Armi (araldica)|arma]] del Comune di Milano; sull'altro lato, è una rappresentazione dell'[[Annunciazione]] dal gusto moderno. L'opera, pur non essendo del tutto ultimata, fu presentata con una cerimonia nel [[Duomo di Milano]] alla presenza del cardinale [[Ildefonso Schuster]]<ref>{{Cita|Bascapè|pp. 62-63|silvana}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/autori/21192/|titolo = Annunciazione. Ponti, Giò|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso = 24 maggio 2014}}</ref>.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo = Le raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano dal XV al XX secolo|autore = Giacomo Carlo Bascapè|autore2= Emilia Spinelli|curatore = |altri = |url = |editore = Silvana|città = |anno = 1956|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = silvana}}
*{{Cita libro|titolo = Ospedale Maggiore/Ca' Granda. Ritratti antichi|autore = Aa. Vv.|curatore = |altri = |url = |editore = Electa|città = |anno = 1986|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = electaantichi}}
* {{Cita libro|titolo = Ospedale Maggiore/Ca' Granda. Ritratti moderni|autore = Aa. Vv.|curatore = |altri = |url = |editore = Electa|città = |anno = 1987|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = electa}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.ejercito.mil.ar/sitio/ejercito/grados.jpg|Gradi delle forze armate argentine|lingua=es}}
* {{Cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/percorsi/12/?sort=sort_date_int|titolo = Raccolte d'Arte dell'Ospedale Maggiore di Milano|autore = |wkautore = |sito = http://www.lombardiabeniculturali.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = lbc|accesso = 24 maggio 2014}}
* {{cita web|url=http://www.ara.mil.ar/pag.asp?idItem=263|titolo=Gradi degli ufficiali della marina|lingua=es}}
* {{Cita web|url = http://www.policlinico.mi.it/beni_culturali/beni_storici_artistici/raccolta_d-arte.html|titolo = Raccolta d'arte|autore = |wkautore = |sito = http://www.policlinico.mi.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = sito|accesso = 24 maggio 2014}}
* {{cita web|url=http://www.ara.mil.ar/pag.asp?idItem=265|titolo=Gradi dei sottufficiali e della truppa della marina|lingua=es}}
 
{{Gradi militari per nazione}}
{{Portale|arte|Lombardia|Milano}}
{{portale|Guerra|argentina}}
 
[[Categoria:PinacotecheGradi dellamilitari Lombardiaper nazione|Argentina]]
[[Categoria:Forze armate argentine|Gradi]]