Trattato della vera devozione alla Santa Vergine e L'affare Makropulos: differenze tra le pagine

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{{Opera
{{organizzare|La voce è scritta tutta in terza persona con riferimenti indiretti all'autore che però è nominato solo ad inizio voce: riorganizzare la sintassi delle frasi}}
|titoloitaliano=L'affare Makropulos
{{Libro
| immagine = Leos_Janacek_relief.jpg
|tipo =
| didascalia = Leos Janacek
|titolo = Trattato della vera devozione alla Santa Vergine
|titolooriginale=Věc Makropulos
|titoloorig = Traité de la vraie dévotion à la Sainte Vierge
|linguaoriginale= [[lingua ceca|ceca]]
|titolialt =
|genere=[[opera lirica]]
|titoloalfa =
|libretto=libretto proprio
|immagine = Domenico Ghirlandaio 006.jpg
|didascalia soggetto= ''MadonnaVěc Makropulos'' di [[DomenicoKarel GhirlandaioČapek]] (1473)
|numeroatti=tre
|autore = [[San Luigi Maria Grignion de Montfort]]
|epocacomposizione=1923-1926
|annoorig = 1843
|primarappresentazione=18 dicembre [[1926]]
|annoita =
|teatro=[[Teatro Nazionale]], [[Brno]]
|genere = trattato
|personaggi=*''Emilia Marty'', alias ''Elina Makropulos'', famosa cantante lirica ([[soprano]])
|sottogenere = religioso
* ''Albert Gregor'' ([[tenore]])
|lingua = francese
* ''Dr Kolenatý'', un avvocato ([[baritono]])
|ambientazione =
* ''Vítek'', un archivista (tenore)
|personaggi =
* ''Kristina'', sua figlia, una giovane cantante ([[mezzo soprano]])
|protagonista =
* il barone ''Jaroslav Prus'' (baritono)
|coprotagonista =
* ''Janek'', suo figlio (tenore)
|antagonista =
* il conte ''Hauk-Šendorf'' (tenore)
|altri_personaggi =
* un ''macchinista'' (baritono)
|serie =
* una ''donna delle pulizie'' ([[contralto]])
|preceduto =
* una ''cameriera'' ([[contralto]])
|seguito = [[Il segreto di Maria]]
* [[Coro (musica)|coro]] maschile (invisibile)
}}
 
'''''L'affare Makropulos''''' ('''''Věc Makropulos''''', in [[lingua ceca]]) è la penultima [[opera lirica|opera]] di [[Leoš Janáček]]. Il [[libretto]], basato sull'omonima ''pièce'' di [[Karel Čapek]], ma ispirato anche alla relazione di Janáček con la giovane [[Kamila Stösslová]], fu scritto dal compositore stesso tra il 1923 e il 1925. L'opera debuttò con buon successo al [[Teatro Nazionale]] di [[Brno]] il 18 dicembre [[1926]], sotto la direzione di [[František Neumann]].
Il '''''Trattato della vera devozione alla Santa Vergine''''' (in [[lingua francese|francese]], ''Traité de la vraie dévotion à la Sainte Vierge'') è l'opera principale di [[san Luigi Maria Grignion de Montfort]].
 
== Periodo di composizione ==
==Contesto storico==
{{quote|A Praga stanno dando il ''Makropulos''. Una donna di trecentotrentasette anni, ma al tempo stesso ancor giovane e bella. Piacerebbe anche a te essere così? E sapessi quanto è infelice! Noi siamo felici perché sappiamo che la nostra vita è breve. È necessario approfittare di ogni momento, utilizzarlo nel modo giusto. Tutto va di fretta nella nostra vita - e poi la nostalgia. Quest'ultima è la mia sorte. Quella donna - una bellezza di trecentotrentasette anni - non ha avuto un cuore. Questo è triste.<ref>Lettera di Leoš Janáček a Kamila Stösslová del 28 dicembre 1922, in ''Intimate Letters. Leoš Janáček to Kamila Stösslová'', a cura di John Tyrrell, London-Boston-Princeton University Press, 1944; rist. London, Faber & Faber, 2005, pp. 40-41; traduzione italiana di Vincenzina Ottomano in ''Da Čapek a Janáček per un «desiderio di immortalità», saggio all'interno del ''Programma di sala'' per la rappresentazione al Teatro la Fenice, stagione 2012-13, p. 37.</ref>}}
Fu scritta negli ultimi anni di vita probabilmente attorno al [[1712]] nella sua piccola abitazione di La Rochelle. Non si conosce con certezza la storia del "Trattato" e il perché rimase nascosto per quasi 130 anni. Si pensa però che Luigi Maria lo consegnò al [[Diocesi di La Rochelle|vescovo di La Rochelle]] per custodirlo e il motivo lo scrive nello stesso "Trattato":
 
La versione operistica della storia di Janáček viene scritta dallo stesso tra il 1923 e il 1925. Già dal 10 dicembre 1922 a Praga Janáček intuisce il potenziale della sua storia, per questo entra in corrispondenza con Čapek, che si dimostra favorevole all'idea, nonostante i problemi legali nel garantire i diritti dell'opera. Quando questi problemi vengono risolti, il 10 settembre 1923, Janáček inizia subito a lavorare sulla lirica. Dopo aver scritto il libretto, nel dicembre 1924 completa la prima stesura del lavoro, impiega un altro anno per perfezionarla, e la completa definitivamente il 3 dicembre del 1925.
«Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e cercheranno di metterlo in pratica».<ref>''Trattato della vera devozione alla Santa Vergine'', 114</ref>
 
== Trama ==
È probabile che si riferisse ai [[giansenisti]] con i quali si scontrò, proprio in quegli anni, sul tema della devozione mariana e che si erano mostrati molto critici nei confronti del missionario bretone e delle sue attività. Si pensa che durante la [[Rivoluzione francese]] e la [[Guerre di Vandea|guerra civile]] scoppiata in quella regione venne nascosto dai monfortani in una cassa e sepolto nel campo attorno alla loro casa madre di [[Saint-Laurent-sur-Sèvre]] per evitare che andasse distrutto. Passato il periodo della Rivoluzione, la cassa venne dissotterrata e sistemata nella libreria della casa madre dove verrà ritrovato casualmente da padre [[Gabriel Deshayes]] (poi fondatore dei [[Fratelli dell'Istruzione Cristiana di San Gabriele|Fratelli di San Gabriele]]) il 29 aprile [[1842]].
 
{{quote|È atroce sopravviversi. Se sapeste com'è leggera la vita per voi! Siete vicini a tutto. Per voi ha tutto un senso. Tutto ha valore per voi. Sciocchi, siete felici per la stupida ragione che presto morirete.| Elina Makropulos, atto III<ref name= "Sablich">Versione ritmica italiana di Sergio Sablich, ''Programma di sala'' per la rappresentazione al Teatro alla Scala, stagione 2008-09.</ref>}}
Il manoscritto si presentava con diverse pagine mancanti nella parte iniziale e qualche foglio mancante alla fine. Insieme con le pagine iniziali si era perso anche il titolo. Nel testo l'unico riferimento al titolo sembra essere nell'ottavo capitolo dove tratta delle pratiche della devozione a Maria: «come ho già detto nella prima parte di questa preparazione al Regno di Gesù Cristo»,<ref>''Trattato della vera devozione alla Santa Vergine'', 227</ref> il titolo "''Trattato della vera devozione alla Santa Vergine''" venne quindi deciso dal superiore dei monfortani al momento della pubblicazione avvenuta l'anno successivo.
 
==L'opera= Atto I ===
''Lo studio dell'avvocato Kolenatý, [[Praga]], 1922''
Il "Trattato" è suddiviso in tre parti.
 
Vitek, archivista dell'avvocato Kolenatý, nota, riordinando i fascicoli dello studio, che il caso Gregor ''contra'' Prus è pendente ormai da quasi un secolo.
===Parte prima: la necessità della devozione a Maria===
Entra nel frattanto proprio Albert Gregor, chiedendo notizie dell'avvocato, che però, come spiega Vitek, è ancora impegnato presso la Corte Suprema, della quale si attende la sentenza definitiva.
Nella prima parte san Grignion de Montfort espone la sua dottrina mariana incentrata sulla necessità di una devozione a Maria, in quanto la reputa il mezzo più sicuro e necessario per consacrarsi a Dio, e questo perché:
Appare dunque Kristina, figlia di Vitek, giovane cantante, lamentando la bravura di Emilia Marty, sua collega in teatro, e ammettendo che non riuscirà mai a raggiungere un simile livello di bravura.
«Se la santissima Vergine è necessaria a Dio, di una necessità detta ipotetica, e cioè derivante dalla sua volontà, bisogna dire che ella è ancor più necessaria agli uomini per raggiungere il loro ultimo fine. [...]».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 39</ref>
 
Ritorna in quel momento Kolenatý, accompagnato (inaspettatamente) proprio da Emilia Marty.
===Parte seconda: le cinque verità fondamentali===
L'artista chiede di conoscere i dettagli della « causa Gregor ''contra'' Prus », ed è subito accontentata: il caso si era aperto con la morte, nel [[1827]], del barone Joseph Ferdinand Prus, il quale non lasciò né discendenti legittimi né testamento.
Spiegato quindi che ci deve essere una devozione mariana, nella seconda parte san Grignion de Montfort spiega come deve essere questa particolare devozione e inizia fissando quelle che chiama "verità fondamentali" della devozione a Maria cioè:<br />
L'eredità fu reclamata dal cugino, ma lo stesso fece anche un antenato di Albert, Ferdinand Gregor, sostenendo che il barone aveva verbalmente espresso tale volontà.
«1. Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di ogni nostra devozione. Diversamente sarebbe devozione falsa e ingannatrice. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 61</ref><br />
Emilia interrompe a questo punto l'uomo di legge chiarendo che Ferdinand Gregor era figlio illegittimo del barone e di una cantante d'opera, Ellian MacGregor.
«2. Da ciò che Gesù Cristo è nei nostri confronti, bisogna concludere con l'Apostolo<ref>Si riferisce alla [[Prima lettera ai Corinzi]] di [[Paolo di Tarso|San Paolo]],{{passo biblico|1Cor|6,19-20}}</ref><ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 68</ref> che noi non ci apparteniamo più, ma siamo totalmente suoi, come sue membra e suoi «schiavi» comprati ad un prezzo infinitamente caro, a prezzo cioè di tutto il suo sangue.
Stupito dall'esatta conoscenza di questi vecchi fatti, ancor più che dalla rivelazione, Kolenatý fa notare che in ogni caso senza prove la famiglia Prus avrà la meglio in tribunale.
Emilia rivela allora che in un vecchio armadio, nella residenza dei Prus, l'avvocato potrà trovare ciò di cui ha bisogno: un testamento autografo ancora sigillato.
Kolenatý dubita delle parole della cantante, ma Albert insiste affinché si tenti anche quest'ultima strada, arrivando perfino a minacciare di rivolgersi al rivale Abeles.
Partito Kolenatý, Albert confida a Emilia di essere oberato dai debiti e che se non otterrà l'eredità sarà pronto ad uccidersi (l'uomo, già infatuato dell'artista, cerca in questo modo di impressionarla).
Emilia, indifferente, quasi annoiata, rifiuta le ''avànces'' di Gregor (gli pone invece strane domande: il tuo vero nome è forse MacGregor? La « mammina » ti chiama Bertiček?).
Il suo unico interesse sembra essere un plico di fogli, scritti in greco, che ella crede in possesso dell'uomo.
 
Kolenatý rientra assieme a Jaroslav Prus: il testamento era proprio nel luogo indicato e Jaroslav si congratula perciò con Albert per la vittoria - subordinata, beninteso, alla prova che Ferdinand Gregor fosse realmente il figlio illegittimo del Barone.
«3. Di solito le nostre migliori azioni sono macchiate e corrotte dalle inclinazioni cattive che sono in noi. [...] È perciò importantissimo vuotarci di quanto in noi c'è di male se si vuole acquistare la perfezione che si trova soltanto nell'unione con Gesù Cristo; altrimenti Nostro Signore, che è infinitamente puro e odia all'estremo anche la minima macchia nell'anima, ci allontana da sé e non si unisce a noi.»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 78</ref><br />
Emilia annuncia di essere in possesso di tale prova.
«4. È cosa più perfetta, perché più umile, non accostarsi da soli a Dio senza un mediatore.[...] Infatti, non senza motivo, Dio ci ha dato dei mediatori presso la sua Maestà. Ha visto la nostra indegnità e incapacità ed ha avuto compassione di noi. Per renderci accessibili le sue misericordie, ci ha provvisti di intercessori potenti presso la sua Maestà. Ebbene, trascurare tali mediatori e avvicinarsi direttamente alla santità di Dio senza alcun appoggio, è mancare di umiltà e di rispetto a un Dio così eccelso e così santo. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 83</ref><br />
«5. Data la nostra debolezza e fragilità, ci è molto difficile mantenere le grazie e i tesori ricevuti da Dio.».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 87</ref>
 
=== Atto II ===
====Le 7 false devozioni e la vera devozione====
''Il palco di un teatro d'opera dopo lo spettacolo.''
Dopo aver spiegato le basi teologiche della devozione mariana, san Grignion de Montfort presenta la "vera devozione" partendo da quelle che chiama "false devozioni", cioè quello che la devozione mariana non deve essere:
 
Un macchinista e la donna delle pulizie stanno discutendo dello straordinario successo della Marty.
«È dunque molto importante conoscere, in primo luogo, le false devozioni alla santissima Vergine per evitarle, e la vera per abbracciarla; in secondo luogo, fra tante pratiche differenti della vera devozione alla santa Vergine, qual è la più perfetta, la più gradita alla santa Vergine, la più gloriosa per Dio e la più santificante per noi, per farla propria.<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 91</ref> Trovo sette specie di falsi devoti e di false devozioni alla santa Vergine, cioè: 1) i devoti critici; 2) i devoti scrupolosi; 3) i devoti esteriori; 4) i devoti presuntuosi; 5) i devoti incostanti; 6) i devoti ipocriti; 7) i devoti interessati.».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 92</ref>
Entrano il barone Prus, che cerca Emilia, suo figlio Janek e Kristina.
Fa il proprio ingresso anche la prima donna, la quale, dopo aver fatto innamorare di sé anche il giovane Janek, scaccia sia il padre che il figlio.
Anche Albert, che sopraggiunge con un costoso regalo, subisce un rifiuto.
Entra dunque il vecchio conte Hauk-Šendorf, il quale crede di aver riconosciuto in Emilia, Eugenia Montez, una zingara con la quale aveva avuto, mezzo secolo prima, un’''affaire'' in [[Andalusia]].
Emilia gli confida che Eugenia non è morta e gli intima, in spagnolo, di darle un bacio.
 
Partono tutti, eccetto Prus ed Emilia.
I "devoti critici" sono: «[...] dotti orgogliosi, spiriti forti e presuntuosi, che in fondo hanno una certa qual devozione alla Vergine santa, ma criticano come contrarie al loro gusto quasi tutte le pratiche di pietà che le persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 93</ref> i "devoti scrupolosi" sono: «[...] persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre; di abbassare l'uno innalzando l'altra. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 94</ref> i "devoti esteriori" sono: «[...] persone che fanno consistere tutta la devozione a Maria in pratiche esterne. [...] Recitano molti rosari, ma in fretta. Ascoltano parecchie messe, ma senza attenzione. Prendono parte a processioni, ma senza devozione. Si iscrivono a tutte le confraternite mariane, ma senza emendare la propria vita, né vincere le proprie passioni, né imitare le virtù di questa Vergine santissima. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 96</ref> i "devoti presuntuosi" sono: «[...] peccatori in balia delle loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Vergine santa nascondono o l'orgoglio o l'avarizia o l'impurità o l'ubriachezza o la collera o la bestemmia o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 97</ref> i "devoti incostanti" sono: «[...] coloro che sono devoti della Vergine santa soltanto ad intervalli e secondo il capriccio. [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 101</ref> i "devoti ipocriti" sono coloro che: «nascondono i loro peccati e le loro malvagie abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 102</ref> e infine i "devoti interessati" sono: «[...] quelli che ricorrono alla Vergine santa solo per vincere processi, evitare pericoli, guarire dalle malattie o per altre necessità del genere. Senza queste necessità, la dimenticherebbero. [...]».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 103</ref>
Il barone le chiede la ragione dell'interesse da lei dimostrato per il caso Gregor contro Prus e le rivela di essere in possesso di un documento comprovante l'identità dell'amante del barone Joseph Ferdinand (Elina Makropulos) e il nome del figlio (Ferdinand Makropoulos).
Le fa notare dunque come le iniziali E.M. ricorrano spesso nella vicenda: Elina Makropulos, Ellian MacGregor, Eugenia Montez, Emilia Marty...
Assieme a questo foglio ha trovato, inoltre, molte lettere inviate dalla cantante Ellian MacGregor ( « Non son più un bambino, però riconosco che nelle lettere si potrebbe trovar molto da scoprire... da quella grazia » ) e un fascicolo sigillato.
Emilia, dopo aver reagito con ira alle insinuazioni sulla MacGregor, cerca di convincerlo a consegnarle il fascicolo.
Il barone rifiuta e conclude, uscendo, che solo un discendente di Ferdinand Makropoulos potrà legittimamente reclamare l'eredità dell'antenato.
 
Ritorna Albert supplicando Emilia di ricambiare il proprio amore. La donna, in risposta, cade misteriosamente addormentata.
Conclude quindi la seconda parte presentando la "vera devozione", cioè presentando le pratiche interiori e ed esteriori e spiegando quello che la devozione deve essere: «Scoperte e condannate le false devozioni alla Vergine santa, bisogna definire brevemente quella vera. Essa è: 1. interiore; 2. tenera; 3. santa; 4. costante; 5. disinteressata».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 105</ref>
La risveglia l'arrivo di Janek, il quale, ammaliato da lei, si lascia convincere a rubare i documenti trovati dal padre.
Il dialogo tra i due è però interrotto dal ritorno del barone, il quale, scacciato il ragazzo, acconsente di consegnarle ciò che brama in cambio di una notte d'amore.
 
=== Atto III ===
È "interiore" cioè: «[...] parte dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei, dall'alta idea che ci si forma delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 106</ref> è "tenera" cioè: «[...] piena di fiducia nella Vergine santa, di quella stessa fiducia che un bambino ha nella propria mamma. Essa spinge l'anima a ricorrere a Maria, in tutte le necessità materiali e spirituali, con molta semplicità, fiducia e tenerezza [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 107</ref> è "santa" cioè: «[...] conduce l'anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 108</ref> è "costante" cioè: «[...] conferma l'anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 109</ref> e infine è "disinteressata" cioè: «[...] muove l'anima a non ricercare sé stessa, ma Dio solo nella sua santa Madre. Un vero devoto di Maria non serve questa augusta Regina per spirito di lucro e di interesse, per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 110</ref>
''La camera d'albergo di Emlia, la mattina seguente.''
 
Emilia e Jaroslav hanno trascorso la notte assieme. Nonostante sia rimasto insoddisfatto (il barone ha trovato la cantante « gelida, di marmo. Fredda come lama... »<ref name="Sablich"/>), l'uomo le consegna il documento bramato.
===Parte terza: la consacrazione totale a Cristo per mezzo di Maria===
Li raggiunge la notizia che Janek si è tolto la vita per amore di Emilia; mentre il padre è preso dal rimorso, Emilia rimane assolutamente impassibile, preoccupata solo dalla goffaggine con la quale la cameriera le sta pettinando i capelli.
Nella terza parte san Grignion de Montfort espone il punto centrale della sua dottrina mariana, ovvero la consacrazione totale a Cristo per mezzo di Maria:
L'interesse di Emilia si sposta dunque sul conte Hauk-Šendorf, giunto per informarla di aver lasciato la moglie e di aver organizzato, grazie al denaro che ricaverà dalla vendita dei gioielli di famiglia, una fuga d'amore in Spagna.
Irrompono quindi Albert, Kolenatý, Vítek e Kristina, accompagnati da un dottore che allontana il conte, ormai delirante.
Kolenatý ha notato che la calligrafia di Ellian MacGregor corrisponde a quella di Emilia e la accusa, perciò, di aver falsificato i documenti comprovanti la parentela di Ferdinand Gregor/Makropoulos con il defunto barone Prus.
La donna lascia la stanza dichiarando di volersi vestire, prima di chiarire ogni cosa.
 
Gregor, Kolenatý e Vítek, presi dalla smania di scoprire la verità, approfittano della sua assenza per esaminare il contenuto dei bagagli dell'artista. La ricerca frutta molti documenti e ricordi, tutti riportanti le iniziali E.M.
«[...] Bisogna darle tutto quanto abbiamo nell'ordine della natura e della grazia e tutto quanto potremo avere nell'ordine della natura, della grazia o della gloria. [...] E ciò per tutta l'eternità e senza pretendere né sperare altra ricompensa per la nostra offerta e il nostro servizio che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di Maria e in Maria, quand'anche questa amabile sovrana non fosse, come lo è sempre, la più generosa e la più riconoscente delle creature.»<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 121</ref>
Prus nota, inoltre, che anche la calligrafia di Elina Makropulos assomiglia a quella di Emilia.
 
L'artista rientra, barcollante, con in mano una bottiglia di [[whisky]]. Ha deciso infine di rivelare la verità: il suo vero nome è Elina Makropulos, nata a [[Creta]] nel [[1585]]. Suo padre, l'[[alchimista]] Hieronymus Makropulos, chiamato a Praga dall'ormai assillato dalla prossima vecchiaia [[Rodolfo II]], aveva inventato un elisir capace di prolungare la vita di trecento anni.
San Grignion de Montfort elenca quindi i "motivi che devono farci apprezzare questa consacrazione e gli effetti che questa produce" e, come ha sempre fatto nelle altre parti del "Trattato", spiega questa via di consacrazione usando come esempi alcuni episodi biblici, in particolare la storia di [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]] e [[Giacobbe]], dove quest'ultimo rappresenta i consacrati mentre il fratello [[Esaù]], i reprobi cioè i non devoti o i falsi devoti, e in questo modo spiega come queste due categorie si comportano nei confronti di Maria e cosa lei fa per loro.
L'imperatore, dubitando dell'alchimista, ordinò che il rimedio fosse provato prima sulla figlia sedicenne dell'uomo.
Elina, assunto l'elisir, cadde però in un sonno profondo.
Quando, dopo molti giorni, riprese conoscenza, il padre era ormai stato imprigionato e destinato al patibolo; non le rimase dunque che fuggire.
Durante i successivi tre secoli, la donna ha assunto molteplici identità, amato molti uomini e affinato la propria voce al punto da incarnare, nelle diverse generazioni, le migliori cantanti d'opera.
L'unica persona cui confidò il proprio segreto, l'amatissimo Pepi (il barone Joseph Ferdinand Prus), chiese ed ottenne dalla donna la formula Makropulos.
L'effetto dell'elisir è, nel 1922, ormai prossimo al termine. Elina è dunque tornata a Praga per recuperare la formula ed ottenere così altri trecento anni di vita.
Solo ora realizza però che l'eterna giovinezza l'ha condannata ad un'esausta apatia ( « è lo stesso, cantar o tacere. Sazia voler bene, sazia voler il male. Stanca la terra, stanca il cielo! E sappi, anche l'anima muore »<ref name="Sablich"/>), decide perciò di lasciarsi morire.
Invecchiata, tra lo stupore dei presenti, a vista d'occhio, la donna offre a Kristina la formula, prefigurandole una carriera ancor più folgorante di quella della Marty.
La giovane, afferrato il documento, lo incenerisce sulla fiamma di una candela.
Elina spira pronunciando in greco le prime parole del ''[[Padre Nostro]]''.
 
== Cast della prima rappresentazione assoluta ==
La terza parte si conclude riprendendo le pratiche interiori ed esteriori necessarie per potersi "consacrare", che san Grignion de Montfort aveva accennato nella seconda parte, e che aveva presentato solo come "forme di devozione". Presenta quindi sette pratiche esteriori: la prima è costituita dagli esercizi preparatori cioè: «[...] dopo aver trascorsi almeno dodici giorni a liberarsi dello spirito del mondo, contrario allo spirito di Gesù Cristo [...] dedicheranno tre settimane a riempirsi di Gesù Cristo per mezzo della santissima Vergine.»,<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 227</ref> che si concludono pronunciando e firmando la formula di consacrazione (che scrive nelle appendici del "Trattato"); la seconda consiste nella recita tutti i giorni la "Coroncina della Santissima Vergine"; la terza prescrive di indossare una catenina di ferro benedetta come simbolo che si è "schiavi di Gesù in Maria"; la quarta consiste nel celebrare la solennità dell'[[Annunciazione]] (25 marzo); la quinta è costituita dalla recita dell'[[Ave Maria]] e del [[Rosario]] tutti i giorni; la sesta è la recita del [[Magnificat]] per: «[...] ringraziare Dio delle grazie concesse alla Vergine santissima [...]»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 255</ref> e infine la settima prevede il distacco dal mondo: «i servi fedeli di Maria devono molto disprezzare, odiare e fuggire il mondo corrotto. Si servano delle pratiche di distacco dal mondo, da noi indicate nella prima parte».<ref>Si riferisce alla parte iniziale del "Trattato" che non ci è pervenuta. (''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 256)</ref>
 
{| class="wikitable"
Riguardo invece alle pratiche interiori le divide in quattro modi di agire: «esse consistono nel compiere tutte le proprie azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria, per compierle più perfettamente per mezzo di Gesù, con Gesù, in Gesù e per Gesù.»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 257</ref> cioè agire secondo lo spirito di Maria: «obbedire in ogni azione e lasciarsi muovere in ogni azione dal suo spirito, che e il santo Spirito di Dio»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 258</ref> agire imitando Maria: «guardando a Maria come al modello perfetto di ogni virtù e santità, plasmato dallo Spirito Santo in una semplice creatura, perché lo imitassimo secondo le nostre povere capacità»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 260</ref> agire uniti a Maria: «la Vergine santissima e il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo [...] bisogna abitare nel bell'interno di Maria con compiacenza, in esso riposarsi in pace, appoggiarsi con fiducia, nascondersi con sicurezza e perdersi senza riserva»;<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 261 e 264</ref> e agire al servizio di Maria: «bisogna compiere tutte le proprie azioni per Maria. Infatti, chi si è dedicato completamente al suo servizio, è giusto che compia tutto per lei come farebbe un domestico, un servo ed uno schiavo.».<ref>''Trattato di vera devozione alla Santa Vergine'', 265</ref>
!Ruolo
!Interprete
|-
|Emilia Marty
|[[Alexandra Čvanová]]
|-
|Albert Gregor
|[[Emil Olšovský]]
|-
|Kolenatý
|[[Ferdinand Pour]]
|-
|Vítek
|[[Valentin Šindler]]
|-
|Kristina
|[[Jožka Mattesová]]
|-
|Jaroslav Prus
|[[Zdeněk Otava]]
|-
|Janek
|[[Antonín Pelc]]
|-
|Hauk-Šendorf
|[[Václav Šindler]]
|-
|macchinista
|[[Jaroslav Čihák]]
|-
|donna delle pulizie
|[[Jelena Ježičová]]
|-
|cameriera
|
|-
| colspan="2" |Direttore: [[František Neumann]]
|-
|}
 
== «Věc» Makropulos ==
Conclude il "Trattato" mettendo in appendice un metodo, costituito da pratiche interiori ed esteriori, per prepararsi all'[[eucaristia]] e per riceverla, e il testo per la consacrazione da pronunciare e firmare.
Il titolo originale dell'opera, lo stesso utilizzato da Čapek per la propria commedia, è polisemantico: il lemma ceco ''věc'' significa, infatti, ''cosa'' e può essere diversamente interpretato e tradotto.
 
Nel terzo atto, quando si parla del «věc Makropulos» ci si riferisce ad un preciso oggetto: la busta gialla in cui è contenuta la formula dell'elisir di lunga vita (la traduzione corretta potrebbe dunque essere «documento» o «formula»<ref>Traduzione di Emanuele Bonomi, ''Programma di sala'' per la rappresentazione al Teatro la Fenice, stagione 2012-13, p. 106.</ref>).
Per traslato il termine può però essere riferito alla vicenda della commedia (e dell'opera) e, ancora più in generale, all'intero mistero originato dalla formula dell'alchimista cretese<ref name="Sablich"/>.
Per questo, il titolo ''Věc Makropulos'' è comunemente tradotto ''L'affare'' o ''Il caso Makropulos''<ref>Per la prima alternativa si è propeso, ad esempio, in occasione della messa in scena alla [[Teatro alla Scala|Scala]] del 2009, per la seconda in quella del 2013 al [[Teatro La Fenice]].</ref>.
 
==Note==
<references />
 
==Collegamenti esterni==
* [https://web.archive.org/web/20150418193013/http://www.teatrolafenice.it/media/3usbj1362990961.pdf Programma di sala], con libretto (cecoslovacco e italiano) e note, per l'allestimento 2013 al [[Teatro La Fenice]] di Venezia
* {{cita web|url=http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=245|titolo=Testo del "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine"|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090531134732/http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=245|dataarchivio=31 maggio 2009}}
* [http://www.rodoni.ch/FENICE-VENEZIA/makropulos_libretto.pdf Libretto] (traduzione italiana di Sergio Sablich), per l'allestimento della [[Stagioni liriche del Teatro alla Scala|stagione 2009]] del [[Teatro alla Scala]] di Milano
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[[Categoria:LetteraturaOpere cristianaliriche di Leoš Janáček]]
[[Categoria:Opere liriche in lingua ceca]]
[[Categoria:Opere liriche basate su opere teatrali]]