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|sport = pallacanestro
|nome=Società Italiana Cines
|nome = Ilirija Lubiana
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|gruppo = Persiani Editore (ex [[New Media Entertainment]])
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*[[Paolo Emilio Persiani]], Presidente
*[[Leonardo Bragaglia]], [[direttore artistico]]
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[[Categoria:Template stemmini squadre di pallacanestro slovene|Lubiana ,Ilirija]]</noinclude>
La '''Società Italiana Cines''' è una casa cinematografica specializzata nella produzione e distribuzione di film.
 
== La Cines ==
La Cines sorse a [[Roma]] il 1º aprile del [[1906]] dalla trasformazione in società anonima della ''[[Alberini & Santoni|Alberini & Santoni, manifattura di soggetti e films cinematografiche]]'', nata nel [[1904]] per iniziativa di [[Filoteo Alberini|Alberini]] e Santoni, con teatro di posa in [[via Appia Nuova]] (poi via Veio) fuori [[Porta San Giovanni (Roma)|Porta San Giovanni]].
 
Costituita con un capitale iniziale di 250.000 [[lire]], aveva la finalità di produrre pellicole, fabbricare apparecchi e commerciare in tutti gli accessori relativi alla [[cinematografia]], [[fotografia]] e tecniche affini. Tutti i poteri della società erano concentrati nelle mani del facoltoso ingegnere romano Adolfo Pouchin Foggia (amministratore unico).<ref>Aldo Bernardini, ''Cinema muto italiano. Industria e organizzazione dello spettacolo (1905/1909)'', [[Laterza Editore]], Roma-Bari, 1981, CL 20-1916-7, p. 88</ref> Santoni lasciò la Cines poco tempo più tardi mentre Alberini, pur non abbandonandola, rivestì nella società un ruolo non particolarmente importante.<ref>Aldo Bernardini, ''op.cit.'' p.88</ref>
 
Nell'estate [[1906]], il regista francese [[Gaston Velle]], proveniente dalla ''[[Pathé]]'' di [[Parigi]] dove lavorava da due anni, accompagnato dagli scenografi Dumesnil e Vasseur e dall'operatore Vauzèle, specialista in trucchi, giunse alla Cines. Furono realizzate quell'anno ''La Malia dell'oro'', ''Pierrot innamorato'' e ''Viaggio in una stella''.
 
Nel [[1907]] cominciò la sua attività di regista [[Mario Caserini]], entrato alla Cines come attore, mentre Velle, nella seconda metà dell'anno, tornava a [[Parigi]]. La Cines iniziò a specializzarsi nella produzione storica e in costume con ''[[Il fornaretto di Venezia (film 1907)|Il fornaretto di Venezia]]'', ''[[Otello]]'', ''[[Garibaldi]]''. Nel [[1908]] entrò a far parte della direzione [[Carlo Rossi]], il fondatore della ''Rossi & C''. di Torino (trasformatasi nell'''[[Itala Film]]'' di [[Carlo Sciamengo]] e [[Giovanni Pastrone]]) che rappresentò la Cines al Congresso degli industriali cinematografici europei, tenutosi a [[Parigi]] (ai primi del [[1909]]). Quando Rossi lasciò la Cines, salì alla direzione il conte Salimei fino al [[1911]]. Intanto, a fianco di Caserini, chiamato allora il “mago della messinscena”, cominciava a distinguersi un giovane pittore, [[Enrico Guazzoni]], che lo stesso Alberini aveva assunto come regista.
[[File:Image edited.jpg|thumb|uno dei loghi della Cines]]
Guazzoni ottenne il primo personale successo con ''Brutus'' nel [[1910]], proprio negli anni in cui anche la Cines aveva dovuto affrontare la grande crisi che aveva colpito tutte le Case cinematografiche europee e americane, dovuta a varie cause, tra cui una sovrapproduzione, qualitativamente mediocre, non più tollerata da un pubblico fattosi assai esigente.
 
Cessati i grandi guadagni, il [[Banco di Roma]] delegò il barone [[Alberto Fassini]] a liquidare lo stabilimento. Egli invece lo riorganizzò nominandosi direttore generale nel [[consiglio di amministrazione]], fu nominato presidente Ernesto Pace, vicedirettore [[Carlo Amato]], consiglieri [[Prospero Colonna (di Paliano)|don Prospero Colonna]], il [[principe di Sonnino]], il barone [[Giovanni Alberto Blanc]], [[Pietro II Moncada di Paternò|Pietro Moncada]] conte di [[Caltanissetta]] e principe di [[Paternò]]. Il capitale della società fu portato così a 3 milioni, con [[azioni]] da lire 50.
 
Da allora la Cines riuscì a garantire agli esercenti italiani e stranieri un rifornimento settimanale di 1 [[dramma]] (600 m circa), 1 [[commedia]], 2 [[comiche]] e 2 [[documentari]]. Lo stabilimento fu fornito di attrezzature moderne, mentre vennero scritturate [[troupe]] fisse, che lavoravano contemporaneamente e gli attori (e si ricordino per tutti [[Amleto Novelli]] e la [[Terribili Gozales]]) ebbero contratti a lunga scadenza.
 
Nel [[1911]] la ''Società Italiana Cines, Anonima, sede a Roma, capitale versato £ 3.000.000'', figurava nel catalogo generale ufficiale dell'Esposizione internazionale dell'industria e del lavoro di Torino alla voce « [[Seta artificiale]] », e dichiarava i seguenti stabilimenti:
 
* [[Roma]]: Manifattura cinematografica;
* [[Padova]]: Fabbricazione seta artificiale e prodotti affini (con a capo l'ingegnere [[Pouchain]] e [[Planchon]], già dirigenti della fabbriche di pellicole [[Lumiere (azienda)|Lumiere]] a [[Lione]]);
* [[Vigodarzere]]: Fabbricazione pellicole sensibili, applicazioni del collodio e prodotti affini.
** Filiali: [[Parigi]], [[Londra]], [[Barcellona]], [[Mosca (Russia)|Mosca]], [[Berlino]]. Agenzie: [[New York]], [[Rio de Janeiro]], [[Buenos Aires]], [[Caracas]], [[Sydney]], [[Yokohama]], [[Hong Kong]], [[Il Cairo]].
 
La Cines fu quindi la prima Casa di produzione italiana a fabbricare in proprio la [[pellicola cinematografica|pellicola]] vergine, e tale autonomia costituì uno dei motivi del suo grande sviluppo.
 
Nel 1911 la Cines vinse il 2º premio per la categoria artistica al ''Concorso internazionale di cinematografia'' bandito dall'{{chiarire|Esposizione internazionale di cinematografia|definizione errata}} di Torino, per il film artistico su [[San Francesco]] ''[[Il Poverello di Assisi]]'' e per quello didattico ''[[Il tamburino sardo (film 1911)|Il tamburino sardo]]'' tratto dal famoso racconto mensile del romanzo ''Cuore''.
 
Durante la guerra italo-turca, nell'intento di far cosa gradita ai combattenti in Libia e alle loro famiglie, un operatore della Cines, [[Silvio Cocanari]], girò in molte città italiane brevi documentari, fotografando numerosi gruppi di famiglie riuniti all'aperto, affinché i soldati, alla proiezione, avessero l'illusione di riconoscere i loro parenti lontani.
 
Nel [[1913]], col ''[[Quo vadis? (film 1913)|Quo vadis?]]'' di [[Enrico Guazzoni]], costato alla Casa 60.000 lire, la Cines raggiunse uno dei primi posti tra le società produttrici del mondo, confermando la propria eccellenza con ''[[Marcantonio e Cleopatra]]'' (pure questo di Guazzoni), che le costò 300.000 lire, somma recuperata con la sola cessione del film all'esercizio inglese per la durata di un anno. Nello stesso 1913, accettò di lavorare per la Cines l'allora celebre attrice di teatro [[Hesperia (attrice)|Hesperia]].
 
La Cines realizza una serie di 12 documentari dedicati all'Italia e prodotti per far conoscere all'estero le località turistiche: [[Ascoli Piceno]], [[Capri (Italia)|Capri]], [[Amalfi]], [[Salerno]], [[Manfredonia]], [[Calabria]], [[Castrovillari]], [[Laino]], [[Sicilia]] e [[Sardegna]]. Il filmato relativo alla località Pugliese si intitola ''[[Manfredonia, Southern Italy]]''<ref>(Fonte: sito {{collegamento interrotto|1=http://cinemadonia.ning.com/ |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }})</ref>
 
Nello stesso anno la Cines bandì un [[concorso internazionale]] per un soggetto cinematografico (1º premio 25.000 lire). Il soggetto vincente su 962 concorrenti, dovuto allo scrittore piacentino [[Amerigo Scarlatti]] e intitolato ''Il Tesoro di Rampsinite'', non poté essere realizzato per lo scoppio della [[prima guerra mondiale]].<br />Il conflitto determinò una forte concentrazione nella produzione del secondo semestre [[1914]], in tutte le Case di produzione europee. Quelle italiane si ripresero ben presto, e la Cines, scritturò grandi attrici, tra cui [[Lyda Borelli]], e registi come [[Nino Oxilia]], [[Giulio Antamoro]], [[Nino Martoglio]], [[Carmine Gallone]], [[Ivo Illuminati]], [[Amleto Palermi]], [[Augusto Genina]].
 
Nel [[1918]] il barone Fassini lasciò la direzione generale della Cines e si dimise dal consiglio d'amministrazione. Nel [[1919]] la Cines entrò a far parte dell'[[Unione Cinematografica Italiana]] e nel [[1921]] cessò ogni attività.
 
== Cines-Pittaluga ==
[[File:La segretaria privata.jpg|upright=1.3|thumb|[[Elsa Merlini]] in una scena del film ''[[La segretaria privata]]'' negli studi sonori della Cines [[1931]]]]
Nel [[1929]] il produttore-esercente-noleggiatore [[Stefano Pittaluga]], forte degli incoraggiamenti e delle sovvenzioni governative, acquistò i teatri di posa di via Veio e l'anno successivo ripristinò la marca Cines. Il primo [[film]] sonoro della rinascita cinematografica italiana, ''[[La canzone dell'amore]]'' ([[1930]]), portava l'antica gloriosa etichetta. Alla morte di Pittaluga ([[1931]]) la direzione della Cines venne assunta da [[Ludovico Toeplitz]], che la conservò fino al [[1935]]. Particolarmente interessante si presentò l'attività della Cines negli anni [[1932]]-[[1933]], avendo Toeplitz chiamato lo scrittore [[Emilio Cecchi]] alla direzione generale della produzione. Cecchi radunò attorno a sé letterati e artisti e si volse con decisione verso il «film d'arte», a scapito dei film di genere, pur senza trascurare la popolarità.<ref>Gianfranco Gori, ''Alessandro Blasetti''. Firenze, La nuova Italia, 1984. p. 30</ref> Direttore del doppiaggio divenne [[Mario Almirante]]. Sono di quegli anni film come ''[[Palio]]'', ''[[La tavola dei poveri]]'', ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'', ''[[Acciaio (film 1933)|Acciaio]]'', ''[[1860 (film)|1860]]'', ''[[O la borsa o la vita]]'', ''[[T'amerò sempre (film 1933)|T'amerò sempre]]''. Nel [[1934]] la Cines concluse il suo secondo ciclo produttivo; nel [[1935]] gli stabilimenti di via Veio vennero devastati da un incendio e, resisi inutilizzabili per sempre, furono demoliti.
 
=== Le produzioni documentaristiche del 1932-33 ===
La politica di Emilio Cecchi porta la Cines ad investire anche nel settore del cinema documentaristico. La casa di produzione, tra il [[1930]] e il [[1931]], sotto Pittaluga, già aveva prodotto una quarantina di documentari soprattutto come sperimentazione del sonoro (''Armonie di Sicilia'', ''Canti di Romagna'', ''Melodie argentine'', ''Sinfonie di nuvole''). ''Campane d'Italia'' di [[Mario Serandrei]] e ''Il presepe'' di [[Ferdinando Maria Poggioli]] si distinguono però da tutti gli altri per la ricercatezza del montaggio, l'illuminazione e i movimenti di macchina.
[[File:Studi Cines.jpg|upright=1.3|thumb|Gli Studi cinematografici CINES a Roma nel [[1931]]]]
La produzione di documentari del 1932-33 invece, che si affianca a quella più "tecnica" e monocorde del [[Istituto Luce|Luce]], fa parte della ricerca del nuovo stile che porti ad un possibile rinnovamento del cinema italiano (chiamato in quel periodo ''rinascita''). Cecchi pensa quindi che il documentario e la sceneggiatura siano i settori cruciali per la creazione di questo nuovo stile, dove entrano in gioco quelli che egli considera i punti deboli del cinema italiano: l'osservazione della realtà e la capacità di racconto<ref>Alessandro Faccioli (a cura di), ''Schermi di regime: Cinema italiano degli anni trenta: la produzione e i generi'', Marsilio, 2010, pag. 65</ref>. Un progetto definito e mirato, destinato anche ad offrire ai giovani registi il banco di prova per sperimentarsi con la macchina da presa prima di passare al lungometraggio<ref>Orio Caldiron (a cura di), ''Storia del cinema italiano, vol. 5'', Bianco&Nero, 2006, pp. 8-10.</ref>. Nascono quindi, tra il [[1932]] e il [[1933]] una serie di [[Documentario|documentari]] diretti da giovani registi già affermati come [[Alessandro Blasetti|Blasetti]] o da giovani che lo diventeranno come [[Carlo Ludovico Bragaglia|Bragaglia]] e [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. Giovani leve che faranno parte del futuro [[Centro Sperimentale di Cinematografia]] che verrà creato nel [[1935]].
 
I cortometraggi vengono numerati da 1 a 17 e comprendono: ''[[Assisi (film 1932)|Assisi]]'' di [[Alessandro Blasetti]], ''[[Tarquinia (film)|Tarquinia]]'' di [[Carlo Ludovico Bragaglia]], ''[[Moli romane]]'' e ''[[Bacini di carenaggio a Genova]]'' di [[Stefano Bricarelli]], ''[[Fori imperiali (film)|Fori imperiali]]'' di [[Aldo Vergano]], ''[[Paestum (film)|Paestum]]'' e ''[[Impressioni siciliane]]'' di [[Ferdinando Maria Poggioli]], ''[[Cantieri dell'Adriatico]]'' di [[Umberto Barbaro]], ''[[Zara (film)|Zara]]'' di [[Ivo Perilli]], ''[[Il ventre della città]]'' di [[Francesco Di Cocco]], ''[[Miniere di Cogne - Val d'Aosta]]'' di [[Marco Elter]], ''[[Aeroporto del Littorio (film)|Aeroporto del Littorio]]'' di [[Giorgio Simonelli]], ''[[Littoria (film)|Littoria]]'' e ''[[Mussolinia di Sardegna (film)|Mussolinia di Sardegna]]'' di [[Raffaello Matarazzo]], ''[[Orvieto (film)|Orvieto]]'' di [[Vincenzo Sorelli]], ''[[Visioni del Garda - Il Vittoriale]]'' e ''[[Primavera sul Garda]]'' di [[Gabriellino D'Annunzio]].
 
== Le ricostruzioni ==
Il 9 febbraio [[1942]] fu concesso il [[nulla osta]] per la ricostruzione della Cines, affidata al produttore [[Guido Oliva]]. La terza Cines aveva carattere eminentemente statale, e integrava, nel campo della produzione, l'attività dell'[[Ente Nazionale Industrie Cinematografiche|E.N.I.C.]], che provvedeva al noleggio tramite un proprio circuito di sale. La produzione della "terza" Cines tra il [[1942]] ed il [[1943]] ebbe una certa risonanza, e comprese film come ''[[La bella addormentata (film 1942)|La bella addormentata]]'', ''[[Avanti c'è posto]]'', ''[[Quattro passi fra le nuvole]]'', ''[[Harlem (film)|Harlem]]'', ''[[Fuga a due voci]]'', ''[[Sorelle Materassi (film)|Sorelle Materassi]]'', ''[[Enrico IV (film 1943)|Enrico IV]]'', ''[[La locandiera]]'', ''[[Il cappello da prete]]''. Dopo l'[[8 settembre 1943]] la Cines fu trasferita a [[Venezia]] dai fascisti [[repubblichini]] e produsse alcuni film nel [[1944]] negli stabilimenti della [[Giudecca]] nel cosiddetto [[Cinevillaggio]] (o [[Cinevillaggio|Cineisola]]).
 
Nell'estate [[1949]] la Cines è stata nuovamente ricostituita, su basi eminentemente statali, diretta da [[Carlo Civallero]] fino al novembre del [[1955]] e in seguito da [[Aldo Borelli]]; questa "quarta" Cines ha prodotto fra il [[1950]] ed il [[1955]] i seguenti film: ''[[Due mogli sono troppe]]'', ''[[È più facile che un cammello...]]'', ''[[L'edera (film 1950)|L'edera]]'', ''[[La città si difende]]'', ''[[Il brigante di Tacca del Lupo]]'', ''[[Altri tempi (film 1952)|Altri tempi]]'', ''[[La voce del silenzio (film 1953)|La voce del silenzio]]'', ''[[Tempi nostri]]'', ''[[Amici per la pelle (film 1955)|Amici per la pelle]]'', oltre a numerose coproduzioni con case francesi e film in compartecipazione con altre case italiane.
 
Successivamente a questo glorioso periodo la Cines cessò l'attività cedendo a terzi i diritti sui film prodotti.
 
La Cines è stata dunque rifondata per la quinta volta, nel centenario della sua prima fondazione ([[2006]]), con un carattere essenzialmente privato.
 
La [[direzione artistica]] è stata affidata al maestro [[Leonardo Bragaglia]], già regista e saggista drammatico di fama, nipote dei registi [[Carlo Ludovico Bragaglia]] ed [[Anton Giulio Bragaglia]] e dell'ingegnere [[Francesco Bragaglia]], ex direttore generale della prima Cines.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Riccardo Redi]], ''La Cines. Storia di una casa di produzione italiana'', Persiani Editore, Bologna 2009.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.cinesfilm.com/|Il sito web ufficiale della Cines}}
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=RMa6iODtelE|titolo=Video intervista a Riccardo Redi sulla storia della Cines}}
* {{cita web|https://sites.google.com/site/ilcinemasonoro/home/018__|video la Storia della Cines}}
{{Portale|cinema}}
 
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[[Categoria:Cinema italiano]]
[[Categoria:Aziende della città metropolitana di Roma Capitale]]