Cerreto Sannita e Template:Basket Azzurra Brindisi: differenze tra le pagine

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{{Band sport
{{Divisione amministrativa
|sport = pallacanestro
|Grado amministrativo=3
|nome = Azzurra Brindisi
|Nome=Cerreto Sannita
|voce = Azzurra Brindisi
|Stato=ITA
|imm = 600px White with HEX-0434B1 big v-shape.svg
|Stemma=Cerreto Sannita-Stemma.png
|nobordo = 1
|Bandiera=Cerreto Sannita-Gonfalone.png
|cat = dell'Azzurra Brindisi
|Voce stemma=
|pos = {{{1|}}}
|Voce bandiera=
}}<noinclude>
|Panorama=Cerreto Sannita-Foto aerea1.gif
|Didascalia=
|Divisione amm grado 1=Campania
|Divisione amm grado 2=Benevento
|Amministratore locale=Giovanni Parente
|Partito=[[lista civica]]
|Data elezione=05/06/2016
|Data istituzione=
|Altitudine=277
|Superficie=33.35
|Note superficie=
|Abitanti=3965
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html|titolo=Popolazione Residente per età, sesso e stato civile al 1º gennaio 2015 |editore=[[Istituto nazionale di statistica]]|accesso=21 agosto 2015}}
|Aggiornamento abitanti=31-03-2015
|Sottodivisioni=Acquara, Cerquelle, Cesine di Sopra, Cesine di Sotto, Dodici Angeli, Madonna del Carmine, Madonna delle Grazie, Madonna della Libera, Montrino, Pezzalonga, Pontecolonna, Raone, Trocchia
|Divisioni confinanti=[[Cusano Mutri]], [[Guardia Sanframondi]], [[Morcone]], [[Pietraroja]], [[Pontelandolfo]], [[San Lorenzello]], [[San Lupo (Italia)|San Lupo]]
|Prefisso=[[0824]]
|Targa=BN
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=1574
|Nome abitanti=cerretesi
|Patrono=[[sant'Antonio di Padova]]
|Festivo=13 giugno
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Cerreto Sannita (province of Benevento, region Campania, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Cerreto Sannita nella provincia di Benevento
|Sito=http://www.comune.cerretosannita.bn.it/
|Diffusività=
}}
 
[[Categoria:Template stemmini squadre di pallacanestro italiane|Brindisi Azzurra]]</noinclude>
{{Citazione|[...] il Settecento, che altrove rimodellò il volto di paesi e città, regalando dove una chiesa, dove un palazzo, a Cerreto realizzò un'opera completa, capace di sorprendere anche il più esigente dei visitatori.|[[Guido Piovene]]<ref>Guido Piovene, ''Viaggio in Italia'', Mondadori, 1957.</ref>}}
 
'''Cerreto Sannita''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ʧerˈretosanˈnita]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=1º aprile 2013}}</ref>, ''Cerrìte''<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | Garzanti | Milano |}}</ref>, in dialetto cerretese, [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]:{{IPA|[tʃə'rːitə]}}) è un [[comune italiano]] di 3.965 abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Benevento]] in [[Campania]].
 
Sito alle porte del [[Parco regionale del Matese]], dista 36&nbsp;km dal [[Capoluogo#Capoluogo di Provincia|capoluogo di provincia]]<ref>{{cita web|url=http://maps.google.it/maps?f=d&source=s_d&saddr=Cerreto+Sannita+BN+(campania)&daddr=Benevento+BN&hl=it&geocode=FRTvdQId0RreACm7iqH95EE6EzEgzmOZH-EJBA%3BFdCZcwId9orhACk_MFTwUjo6EzEwzWOZH-EJBA&mra=ls&sll=41.442726,12.392578&sspn=18.194768,39.506836&ie=UTF8&ll=41.252,14.726486&spn=0.285475,0.617294&z=11|titolo=Distanza Cerreto Sannita-Benevento|accesso=4 luglio 2010|editore=google.it}}</ref> e 71&nbsp;km da [[Napoli]], [[Capoluogo#Capoluogo di Regione|capoluogo di regione]].<ref>{{cita web|url=http://maps.google.it/maps?f=d&source=s_d&saddr=Cerreto+Sannita+BN+(campania)&daddr=Napoli&geocode=FRTvdQId0RreACm7iqH95EE6EzEgzmOZH-EJBA%3B&hl=it&mra=ls&sll=41.252,14.726486&sspn=0.285475,0.617294&ie=UTF8&z=10|titolo=Distanza Cerreto Sannita-Napoli|accesso=4 luglio 2010|editore=google.it}}</ref>
 
Feudo della famiglia dei Sanframondo dal 1151 al 1460, nel 1483 divenne possedimento dei [[Carafa (famiglia)|Carafa]] di [[Maddaloni]] che eressero Cerreto Sannita "Civitas totius superioris state metropolis" (città capoluogo della contea superiore). Nel [[XVII secolo]] divenne sede dei vescovi della Diocesi Telesina che nel 1986 è diventata [[Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti]].
 
Il comune, conosciuto per la secolare [[ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello|arte della ceramica]], possiede un centro storico strutturato su di un impianto regolare essendo stato interamente ricostruito su progetto di [[Giovanni Battista Manni]] e dietro volontà del conte [[Marzio Carafa]] dopo che il [[terremoto del 5 giugno 1688]] rase al suolo l'abitato precedente ([[Cerreto antica]]).
 
Cerreto Sannita è inoltre [[bandiera arancione]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
 
Il centro storico di Cerreto Sannita è situato nell'alta valle del fiume [[Titerno]] su di un tozzo colle circondato dai torrenti Turio e Cappuccino, alle porte del [[Parco regionale del Matese]].<ref>{{cita web|url=http://www.parcoregionaledelmatese.it/site/|titolo=Il Parco Regionale del Matese|accesso=8 luglio 2010|editore=parcoregionaledelmatese.it}}</ref>
Il comune si estende su di una [[area|superficie]] di 33,3 [[km²]]. Sino all'[[Unità d'Italia]] tale estensione era molto più ampia e comprendeva anche i due ''casali'' ([[frazione geografica|frazioni]]) di [[Civitella Licinio]] e di [[San Lorenzello]], il primo divenuto frazione di [[Cusano Mutri]] ed il secondo comune autonomo.<ref>{{cita|Mazzacane|cap. XI.}}</ref>
 
Il territorio comunale, prevalentemente [[collina]]re, è cinto da [[ovest]] a [[est]] da alcuni rilievi siti alle pendici del massiccio del [[Matese]]. A ovest vi è Monte Erbano, la cui quota massima arriva a 1.385&nbsp;m ed a [[nord]]-ovest Monte Cigno con un'altitudine di 675&nbsp;m, separati dal corso del fiume Titerno. A nord vi è Mont<nowiki>'</nowiki>Alto ed a nord-est Monte Coppe con circa 1.200&nbsp;m di altezza.<ref name=Cerreto5>{{cita|Cerreto|p. 5}}, 2010.</ref>
 
==== Idrografia ====
I corsi d'acqua che attraversano il comune sono prevalentemente di carattere [[torrente|torrentizio]]. Essi, chiamati anche ''valloni'', sono:<ref>{{cita libro | cognome= AA.VV. | nome= | titolo=Itinerari turistici della Comunità Montana del Titerno | editore= Imago| città= | anno= 1994}}</ref>
* il fiume [[Titerno]] che nasce a [[Pietraroja]] e giunge a Cerreto Sannita dopo aver attraversato la stretta gola calcarea esistente fra i monti Erbano e Cigno. Sulle sue sponde nel XVIII secolo si ricavava l'[[argilla]] usata dai ceramisti locali per realizzare le loro manifatture;
* il torrente Turio che sorge nei pressi della località ''Madonna della Libera'' e dopo un breve tratto sotterraneo bagna il centro abitato a ovest per poi confluire nel Titerno;
* il torrente Cappuccini che nasce nei pressi di monte Coppe. La denominazione deriva dal fatto che il suo corso lambisce il [[Santuario della Madonna delle Grazie (Cerreto Sannita)|Santuario Madonna delle Grazie]], tenuto dai Padri Cappuccini;
* il torrente Selvatico così chiamato perché nei secoli scorsi, a seguito delle troppe [[pioggia|piogge]], straripava frequentemente ed inondava i terreni circostanti. In alcuni documenti del [[XVII secolo]] è chiamato "torrente Vagno".<ref>{{cita|Pescitelli|parte II|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
 
=== Clima ===
La zona climatica di Cerreto Sannita è di fascia D; di conseguenza l'accensione degli impianti termici di cui al D.P.R. n. 412 del 26 agosto [[1993]] è consentita dal 1º novembre al 15 aprile per un massimo di quattordici ore giornaliere.<ref>{{cita web|url=http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dpr412-93.pdf|titolo=Classificazione climatica: D.P.R. n. 412/1993|accesso=24 luglio 2010|editore=enea.it}}</ref>
 
Il clima di Cerreto Sannita è di natura [[clima mediterraneo|mediterranea]] con [[inverno]] rigido ed [[estate]] calda e afosa. Le montagne circostanti proteggono la cittadina dai forti venti ma la vicinanza con il massiccio del Matese rende il territorio comunale cerretese soggetto a nevicate nei mesi freddi. Nei mesi estivi, a causa della siccità, si è ricorso spesso in passato alla turnazione dell'acqua potabile.<ref name=Cerreto5/>
 
Si riporta la temperatura media mensile registrata dalla [[stazione meteorologica di Benevento]] (la più vicina):<ref>{{cita libro|Venazio| Vari| Il clima di Benevento| 1917 | p. 65| Benevento}}</ref>
 
{{ClimaAnnuale
| nome = [[Stazione meteorologica di Benevento]]<ref>{{cita web|url=http://it.meteo.yahoo.com/climo/ITXX0108_c.html?woeid{{=}}713827|titolo=titolo=Temperatura media di Cerreto Sannita}}</ref>
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 6.0
| tempmax02 = 7.0
| tempmax03 = 10.0
| tempmax04 = 14.0
| tempmax05 = 19.0
| tempmax06 = 23.0
| tempmax07 = 26.0
| tempmax08 = 26.0
| tempmax09 = 22.0
| tempmax10 = 17.0
| tempmax11 = 11.0
| tempmax12 = 8.0
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 1.0
| tempmin02 = 1.0
| tempmin03 = 3.0
| tempmin04 = 6.0
| tempmin05 = 11.0
| tempmin06 = 14.0
| tempmin07 = 17.0
| tempmin08 = 17.0
| tempmin09 = 14.0
| tempmin10 = 10.0
| tempmin11 = 6.0
| tempmin12 = 3.0
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 55.9
| pioggia02 = 58.4
| pioggia03 = 50.8
| pioggia04 = 50.8
| pioggia05 = 48.3
| pioggia06 = 35.6
| pioggia07 = 35.6
| pioggia08 = 40.6
| pioggia09 = 45.7
| pioggia10 = 58.4
| pioggia11 = 81.0
| pioggia12 = 68.0
}}
* [[Classificazione climatica]] di Cerreto Sannita<ref>{{cita web|http://www.comuni-italiani.it/062/023/clima.html|titolo=dati climatici di Cerreto Sannita|23-09-2010}}</ref>
** [[Zona climatica]]: D
** [[Gradi giorno]]: 1574
 
== Storia ==
[[File:Stemmi - Statuti di Cerreto Sannita.gif|thumb|Lo stemma spagnolo di [[Carlo V]], e quelli dei conti Carafa e dell'[[Universitas]] di Cerreto in una copia degli ''Statuti'' del 1541]]
{{Vedi anche|Storia di Cerreto Sannita}}
=== Cominium Ocritum e Cerreto antica ===
{{Vedi anche|Tempio di Flora (Cerreto Sannita)|Cerreto antica}}
Il territorio comunale di Cerreto Sannita fu abitato sin dalla [[preistoria]] come testimoniano i risultati di alcuni scavi archeologici realizzati alla fine del [[XIX secolo]] nei pressi della [[morgia Sant'Angelo]] o «Leonessa». In un primo scavo fu rinvenuto un sarcofago costituito da lastroni di tufo grigio al cui interno c'erano una lancia in bronzo, dei pezzi di legno bruciato, dei frammenti di ossa, un'ascia, delle punte di lance e un vaso cinerario posto ad un angolo del sarcofago. In un successivo scavo condotto dall'antropologo Abele de Blasio nel [[1896]] furono trovate: una punta di lancia [[silice]]a di colore chiaro; un raschiatoio; dei frammenti di ossa di ''[[Bos taurus]]'', di ''[[Ovis aries]]'' e di ''[[Sus scrofa]]''; dei frammenti di cocci lavorati a mano ma scarsamente cotti. Furono scoperti anche i resti di un [[forno]] arcaico a conferma della tesi che l'uomo neolitico sapeva preparare, manipolare e cuocere l'[[argilla]].<ref>{{cita|Vigliotti3|p. 11.}}</ref>
 
Tre sono gli insediamenti urbani che hanno unito la popolazione locale in epoche differenti: ''Cominium Ocritum'' (nome successivamente volgarizzato in ''Cominium Cerritum''), villaggio [[sanniti|sannita]] citato da [[Tito Livio]] durante le vicende della [[seconda guerra punica]]; ''[[Cerreto antica]]'', costruita a seguito delle invasioni [[saraceni|saracene]] e distrutta dal [[terremoto del 5 giugno 1688]], ed infine l'attuale Cerreto Sannita, edificata fra il [[1688]] ed il [[1696]] su progetto del ''regio ingegnere'' [[Giovanni Battista Manni]] e per volontà del conte [[Marzio Carafa]], di suo fratello [[Marino Carafa]] e del vescovo [[Giovanni Battista de Bellis]]. Sede vescovile dal [[XVI secolo]], fu dal [[1151]] al [[1460]] feudo dei Sanframondo, per divenire poi possedimento dei Carafa che la eressero «CIVITAS TOTIUS SUPERIORIS STATE METROPOLIS» (città capoluogo della contea superiore).
 
Il primo documento che cita Cerreto antica è un diploma che risale al [[X secolo]]. In questo diploma dell'anno 972 l'imperatore [[Ottone II di Sassonia]] confermava il possesso della [[collegiata di San Martino (Cerreto Sannita)|chiesa di San Martino]] di Cerreto all'abate Gregorio di [[Chiesa di Santa Sofia (Benevento)|Santa Sofia]] in [[Benevento]]. Questa donazione venne ratificata successivamente nel 1022 e nel 1038 rispettivamente dagli imperatori [[Enrico II il Santo]] e [[Corrado II il Salico]], e nel 1088 dal [[papa Gregorio VII]].<ref>{{cita libro | cognome=Ianacchino | nome=Angelo Michele | titolo=Storia di Telesia, sua diocesi e pastori | editore= | città=Benevento | anno= 1900, p. 115}}</ref>
 
Fu grazie al lento declino della città di [[Telesia]] ed in particolar modo al [[terremoto del 1349]] che Cerreto acquistò un ruolo sempre maggiore nella zona dal punto di vista economico, commerciale e demografico. Il sisma del 1349 infatti sconvolse il suo suolo telesino dando origine ad asfissianti [[mofete]]. I superstiti, per evitare la morte a causa della malaria e di altre malattie mortali, si trasferirono nei centri più vicini come Cerreto, [[Solopaca]] e [[San Salvatore Telesino]]. Anche i vescovi abbandonarono Telesia e vagarono nella diocesi in cerca di una dimora stabile che troveranno solo nel [[XVI secolo]] a Cerreto.
 
Le numerose liti esistenti fra i feudatari Carafa ed i cittadini indussero il conte [[Diomede III Carafa]] nel [[1541]] a concedere gli ''Statuti'', una raccolta di norme che comprendevano disposizioni di diritto penale, civile, processuale, amministrativo, di igiene, di imposte e di annona. Essi furono scritti in latino, mentre le successive grazie o placet furono redatte in volgare con diverse frasi in [[lingua napoletana|napoletano]].<ref>{{cita|Mazzacane|p. 91.}}</ref>
 
A partire dal [[XV secolo]] Cerreto conobbe un importante sviluppo economico dovuto alla fiorente ''industria'' e al commercio dei panni lana cerretesi che diedero vita ad un ricco ceto mercantile che resistette per secoli ai continui attacchi feudali. La lavorazione dei panni di lana aveva creato un vero e proprio indotto con diversi opifici ciascuno competente per una determinata fase della produzione. Esistevano infatti le gualchiere, le cartoniere e le tintorie, rispettivamente per sodare e follare i panni, pressarli e uniformarli, ed infine tingerli. La sola [[Universitas]] possedeva nel [[1625]] quattordici gualchiere date in fitto a privati cerretesi. Secondo lo storico Di Stefano il numero complessivo dei capi di bestiame cerretesi ammontava a duecentomila.<ref>Di Stefano, ''Ragion Pastorizia'', Napoli, Boselli, 1731.</ref>
 
=== Il terremoto del 5 giugno 1688 e la ricostruzione ===
{{Vedi anche|Terremoto del 5 giugno 1688}}
[[File:Tavolario S.R.C. - Cerreto Sannita.gif|thumb|left|Tavolario del [[Sacro Regio Consiglio]] ([[1742]]) raffigurante la parte del centro storico edificata sul suolo del dottor Paolo Emilio Magnati. La ''nuova Cerreto'' fu costruita su terreni di proprietà privata che erano adibiti a coltivazione o che spesso erano incolti e pieni di rovi o di sassi. Il suolo più vasto era quello del barone Pietro Petronzi, esteso sessanta moggia ma che fu dichiarato di poca rendita. Su questo terreno fu costruita la [[collegiata di San Martino (Cerreto Sannita)|collegiata di San Martino]] e il [[palazzo Sant'Antonio|monastero dei padri conventuali di S. Antonio]]. Seguiva per grandezza il suolo del dott. Paolo Emilio Magnati che era in parte adibito ad oliveto e sul quale venne costruita la [[chiesa di Santa Maria (Cerreto Sannita)|chiesa di Santa Maria]] e [[palazzo Nardella]]. Altri suoli di minore estensione erano quelli dell'[[Universitas]] (dove venne costruito il [[Ex monastero delle Clarisse|monastero delle clarisse]]), di Margherita Carapella (dove fu edificato [[palazzo Ungaro]]) e dei Russo (all'inizio dell'attuale corso Umberto). Fra la via Telesina e il torrente Cappuccini si susseguivano degli appezzamenti di proprietà degli Amato, dei Grillo e del reverendo Domenico Giamei; quest'ultimo terreno era pieno di sassi ed era molto ripido a causa della vicinanza del torrente. Piccole porzioni di suolo appartenevano alle chiese di San Martino e di Sant'Onofrio mentre il terreno sul quale fu costruita la [[Cattedrale di Cerreto Sannita|Cattedrale]] era di proprietà di Alfonso Gennarelli.<ref>{{cita|Pescitelli4|p. 25.}}</ref> ]]
Intorno alle ore 18,30 del 5 giugno [[1688]] un terribile [[terremoto del 5 giugno 1688|terremoto]], classificato fra il X el'XI grado della [[Scala Mercalli]],<ref>Domenico Franco, ''Il terremoto del 1688 nel Cerretese'' in ''Annuario dell'Associazione Storica del Sannio Alifano, 1966.</ref> rase al suolo Cerreto e la maggior parte dei paesi del [[Sannio]]. Il vescovo dell'epoca [[Giovanni Battista de Bellis]] in una relazione scritta l'11 giugno 1688 e rivolta alla [[Congregazione per i Vescovi]] così si espresse: «Son forzato lagrimando dare avviso a V.E. dello spettacolo orrendo della desolazione di tutta questa mia Diocesi, per il terremoto succeduto a' cinque della corrente vigilia di Pentecoste, mentre io sono rimasto per piangere le miserie mie e di questo mio Popolo. [..] Hor questa Terra con le Chiese, Monasteri, e tutto, per quanto tempo porria dirsi un Credo, crollò tutta, tutta, tutta, senza che vi rimanesse in piedi pure una casa da desolarsi, cosa che chi non la vede, stenteria crederla».<ref>{{cita|Pescitelli1|p. 255.}}</ref>
 
Un testimone oculare, Vincenzo Magnati, così descrisse il disastroso evento: «Capo della Contea (Cerreto), nella quale si numeravano poco men che 8000 abitanti la metà di essi cessò sepolta in quell'eccidio, ed in quel medesimo giorno appunto del 5 giugno, nel sentirsi ed avvertirsi la prima scossa della Terra la presero quasi per burla e per ischerzo, nella seconda pensavamo che dovesse cessare e nella terza gridavamo: non è già burla, e nel fuggire furono tutti oppressi dalle pietre e sepolti dalle medesime ritrovando così la morte e la sepoltura essendo caduta tutta senza conoscervi un vestigio di essa, osservandosi solamente un gran mucchio mal composto di sassi, pietre, calcina, travi ed altri materiali, dimostranti di esservi stati in essa edifici e fabbriche [...] Gli edifizi si osservavano piegarsi e dibattersi da' fondamenti, e violentemente agitarsi [...] l'acque in alcuni luoghi, perduta la loro naturale chiarezza, si ritirarono dalle loro fonti [...]».<ref>{{cita libro|nome=Vincenzo|cognome=Mazzacane|titolo=Il terremoto di Cerreto del 5 giugno 1688: Memoria di una suora del monastero delle Clarisse|anno=1953|editore=Samnium|città=}}</ref>
 
Il conte [[Marzio Carafa]] e suo fratello [[Marino Carafa]] fermarono coloro che stavano ricostruendo le loro case sulle macerie della cittadina distrutta e, con la consulenza di più periti ingegneri, decisero di ricostruire la cittadina più a valle e su di un suolo maggiormente stabile. La zona scelta per costruire la ''nuova'' Cerreto era un vasto e tozzo colle lambito a est e ad ovest dai torrenti Turio e Cappuccini e attraversato da nord a sud dall'antica ''via Telesina'' che raccordava [[Cerreto antica]] a [[Telesia]].<ref>{{cita|Pescitelli4|cap. I}}</ref>
 
L'edificazione del nuovo centro abitato fu iniziata subito dopo la ''squadratura'' degli isolati che fece il ''regio ingegnere'' [[Giovanni Battista Manni]], il quale ebbe anche il compito di valutare la rendita dei terreni occupati. Infatti il suolo dove sorse la ''nuova'' Cerreto era di proprietà di diverse famiglie che ebbero l'obbligo di venderlo ai cittadini che dovevano costruire le loro case secondo la rendita valutata dal Manni. Fu così che, disegnate le insule e valutati i terreni occupati, «nello stesso anno accaduto il terremoto [...] tutti, e ciascuno di detti Cittadini, pigliarono, e designarono la loro abitazione [...] le Piante, che dovevano servire per uso di edificare case, di giardini e d'orti; ed in effetti ciascun Cittadino incominciò, e senza interruzioni proseguì le fabbriche della propria casa nel luogo eletto e designato».<ref>{{cita|Pescitelli4|p. 23}}</ref>
 
Il conte Marzio Carafa, per favorire la ricostruzione, emanò diversi provvedimenti. In primo luogo, siccome molti cerretesi avevano perso tutti i loro averi sotto le macerie e per non vederli patire nelle campagne, ottenne dal locale [[Monte di Pietà (Cerreto Sannita)|Monte di Pietà]] un prestito di ben 3000 ducati e con questi soldi fece edificare delle casette di uno o due vani che vendette ad una cifra che variava da 50 a 184 ducati, che potevano essere pagati comodamente entro quattro anni con l'interesse del 6%. Il conte, inoltre, autorizzò il suo esattore a concedere a tutti quei cerretesi che ne avessero fatta richiesta, le somme di denaro che volevano. Tali somme, concesse senza alcun interesse, dovevano essere restituite all'esattore entro tre anni pena l'applicazione dell'interesse del 6%. Infine fu disposto che coloro che avevano occupato un suolo per edificare, se non vi costruivano subito dovevano darlo ad altre persone che avevano interesse a costruire. Lo storico locale Renato Pescitelli, se pure sottolinea la straordinaria sensibilità dei Carafa verso i loro sudditi, non manca di evidenziare come questi provvedimenti avevano un "costo zero" per le casse feudali dato che sia le somme versate per le abitazioni e sia quelle date dagli esattori ai cittadini bisognosi, vennero ripagate entro il [[1712]].<ref>{{cita|Pescitelli4|p. 20}}</ref>
 
Soli otto anni dopo il disastroso terremoto ogni cittadino aveva costruito la propria casa. Il vescovo dell'epoca mons. [[Biagio Gambaro]] il 22 dicembre [[1696]] scrisse infatti che «[...] ogni cittadino a<nowiki>'</nowiki> fatto sua casa e la città si è rifabbricata con tanto ordine e in tempo sì breve che i vicini ne hanno avuto ad ammirarsene e stupirsene [...]».<ref>{{cita|Ricostruzione|p. 352.}}</ref> La necessità di impiegare i fondi e la manodopera nella edificazione delle case e delle industrie dei panni lana fece slittare il completamento delle architetture religiose i cui cantieri durarono in alcuni casi sino alla metà del XVIII secolo.
 
Con la ricostruzione della cittadina giunsero a Cerreto numerose maestranze artigiane, specie [[Napoli|napoletane]], fra cui diversi ceramisti che contribuirono alla rinascita della ''ceramica cerretese''. La venuta di queste maestranze fu agevolata da una disposizione degli ''Statuti'' del 1541 che esentava i forestieri che si stabilivano nella cittadina dal versamento di diverse imposte.<ref>{{cita|Mazzacane|cap. VII.}}</ref>
 
Nella "nuova" Cerreto esisteva un vero e proprio quartiere dei ceramisti che trovava posto nei pressi della [[Cattedrale di Cerreto Sannita|Cattedrale]]. Durante la ristrutturazione di numerose abitazioni site in quella zona sono stati ritrovati resti di fornaci per la cottura delle terracotte e delle ceramiche.<ref>{{cita|Palazzi|p. 68.}}</ref> In questa "insula dei faenzari" c'erano le botteghe di Francesco Iadomaso, cerretese, e Carlo Coluccio, di [[Campobasso]]. Nella stessa zona sorgeva la bottega di [[Nicolò Russo]], maestro faenzaro trasferitosi da [[Napoli]] nel [[1693]]. Nella sua bottega lavorarono molti giovani apprendisti che nel corso del Settecento divennero i principali esponenti della ceramica cerretese: Domenico Marchitto, Santi Festa, Melchiorre Cerri, Nicola e Crescenzo Petruccio, Nicola Marchitto, Salvatore Paduano, Giuseppe Paolino. Il Russo eseguì numerose opere a Cerreto Sannita tra cui diverse pavimentazioni in architetture religiose.<ref>{{cita|Ceramica|p. 45.}}</ref>
 
Nel [[1737]] l'[[Universitas]], gravata da diversi debiti pregressi e stanca di dover pagare innumerevoli imposte e diritti feudali,<ref>L'Universitas oltre all'imposta sui fuochi (famiglie) era gravata da diversi altri pesi annuali quali: 150 ducati al feudatario come donativo per Natale; 600 ducati per la ''camera riservata'' (per l'esercizio della giustizia civile e penale esercitata dai governatori o viceconti dei Carafa); 750 ducati per la zecca di pesi e misure e per il diritto di passo; 180 ducati all'erario ducale; 255 ducati agli ''sgherri'' (squadra di polizia) del feudatario; 83 ducati a coloro che il Duca destinava a bollare o registrare i panni lana; 24 ducati per ''ius staterae''; 50 ducati per il [[Mastrodattia|mastrodatti]] civile. Vi erano poi i 1000 ducati richiesti per confermare gli ''Statuti'' dell'Universitas e i numerosi dazi indiretti sull'industria ed il commercio dei panni lana e sui generi alimentari.</ref> intentò una nuova lite contro i conti Carafa presso il [[Sacro Regio Consiglio]] presentando trentacinque capi di gravame riguardanti principalmente gli esosi donativi concessi ai feudatari, al viceconte ed ai suoi protetti, le carcerazioni arbitrarie e le imposte sui panni lana. In risposta i feudatari inviarono centoventi soldati che, guidati dal viceconte Casselli, irruppero durante un'assemblea di cittadini arrestando e punendo molti dei partecipanti. Tutti i cerretesi, tranne i pochi che appoggiavano i Carafa, in prenda al panico, si rifugiarono nelle chiese e nei conventi. Le persone più colte furono incriminate con l'intento di far ritirare la lite. Per quaranta giorni nessuno uscì per strada e nessuno lavorò finché il re [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], colpito da alcune suppliche, ordinò alla [[Regia Camera della Sommaria]] di verificare se ci fosse stato uso di giustizia e la stessa Corte provvedette tempestivamente richiamando gli atti e ordinando la scarcerazione dei detenuti.<ref>{{cita|Mazzacane|p. 189.}}</ref>
 
=== Dall'unificazione italiana ad oggi ===
{{Vedi anche|Circondario di Cerreto Sannita|Sindaci di Cerreto Sannita}}
Con decreto del 25 ottobre 1860, firmato in nome del ''dittatore'' [[Garibaldi]] dal generale Giorgio Pallavicini, [[Benevento]] venne eretta in provincia del Regno. Successivamente e con decreto luogotenenziale, il 17 febbraio [[1861]], Cerreto fu tolta dal distretto di [[Piedimonte Matese|Piedimonte d'Alife]] e aggregata alla [[provincia di Benevento]] in qualità di capoluogo di distretto. Al nome della cittadina fu aggiunta la parola "Sannita" per distinguerla dagli altri comuni omonimi della penisola. Primo presidente della neonata [[provincia di Benevento]] fu il cerretese [[Michele Ungaro]].<ref>{{cita|Mazzacane|p. 284.}}</ref>
[[File:Libretto Banca Popolare Cooperativa di Cerreto Sannita.jpg|thumb|Frontespizio di un libretto di risparmio della ''Banca Popolare Cooperativa'' di Cerreto Sannita (esistita tra il [[1889]] e il [[1926]]) conservato nell'archivio della [[Società operaia di Cerreto Sannita]].]]
 
Già a partire dagli ultimi mesi del 1860 una folta banda di briganti comandata dal cerretese [[Cosimo Giordano]], andava incitando le popolazioni locali alla rivolta contro l'esercito piemontese. Così nell'agosto 1861 importanti tentativi di rivolta si ebbero nei comuni di [[Pontelandolfo]] (7-9 agosto) e [[Casalduni]] (11 agosto). Ma mentre a Pontelandolfo furono commessi solo alcuni omicidi di traditori e spie per mano del Giordano e dei suoi uomini, a Casalduni invece la popolazione trucidò, una volta fatti prigionieri, ben quaranta soldati, quattro carabinieri e un luogotenente di fanteria. In risposta il 14 agosto agosto all'alba un battaglione di cinquecento soldati comandato dal colonnello Pier Eleonoro Negri, trovò vendetta sull'incolpevole popolazione di Pontelandolfo, abbandonandosi a stupri ed uccisioni efferate mentre il paese veniva dato alle fiamme.<ref>{{cita libro | nome=Giordano Bruno | cognome=Guerri | titolo=Il sangue del Sud | anno=2010, cap. X | editore=Mondadori | città= }}</ref>
 
Le taglie messe sui capi briganti, le assenze continue del Giordano e la collaborazione della popolazione iniziarono a minare l'unità della banda. Cosimo Giordano continuò ad uccidere, a sequestrare persone e a rubare sino all'arresto avvenuto nel 1882. Processato, venne condannato ai lavori forzati a vita.
 
Passati gli anni delle rivolte e del [[brigantaggio]], Cerreto Sannita conobbe un florido sviluppo sociale e culturale tipico della [[Belle Époque]], periodo storico e culturale avutosi tra l'Ottocento e il Novecento. Politico cerretese di spicco nella seconda metà del XIX secolo fu [[Michele Ungaro]], primo presidente della provincia di Benevento, deputato al Parlamento e sindaco della cittadina. Nel 1881 egli fondò la [[Società operaia di Cerreto Sannita]] allo scopo di assistere economicamente i lavoratori cerretesi in caso di necessità e di elevare la loro istruzione mediante corsi e lezioni di mestiere.
 
Nel [[1891]] fu interamente rifatto l'acquedotto comunale, nel [[1903]] fu ampliato il cimitero e nel [[1908]] fu completata l'installazione dell'[[elettrodotto]], salutata dal poeta [[Pietro Paolo Fusco]] con un'ode in dialetto cerretese che recita:
{{Citazione|Com'è bella Cerreto illuminata con l'elettricità in mezzo alla strada, sembra dove ho fatto il soldato ed è più bella di Napoli. Ho detto a mia moglie, Carmela, di allacciarmi all'energia elettrica, e lei m'ha detto che è meglio la candela, per parecchie e diverse ragioni: che, non so, nell'olio si ammorbidisce i capelli e si lecca le dita e se manca il fuoco, si arrostisce la braciola sopra la fiamma del lume di creta. Ma va là! Che ragioni sono, queste di mia moglie? Che si arrabbi pure! Io sono un uomo di scienza e progresso, ho i soldi e la voglio comprare.|<ref>{{cita|Pescitelli7|p. 68}}</ref>|''Come è beglie Cerrit agliumat / cu l'agliettrica ‘mezza a la via,/ pare addò agg fatt i suldat / e chiù beglie d' Napuglie sarria /…./ I agg ditte a muglierma, Carmela, / d'associarme all'illuminazione, / e m'ha ditte ca è meglie a cannela / pe paricchie e deverse ragione;/ ca i che saccio, dentra l'ogl s'ammolla i capigl e s'allecca le deta, / e si manca, s'arroste a braciola / ‘coppa a sciamma de gliume de creta …../ Patratè! Che ragione so cchesse / de muglierma?, che pozza arraggià! / song n'ome de scienze e prugresse, / teng i puezz, e ma oglio accattà.''|lingua=void}}
 
Il denaro proveniente dai numerosi cerretesi che erano emigrati in [[America]] giovò molto a coloro che erano rimasti a vivere nella cittadina. Con quei soldi le abitazioni vennero ristrutturate e ampliate, le chiese vennero abbellite da altari in marmo e da nuovi pavimenti, e vennero fondate ben tre banche: la ''Banca Circondariale del Sannio'' che faceva capo a [[Giuseppe D'Andrea]]; la ''Banca Popolare Cooperativa'' che faceva capo ad [[Antonio Venditti]]; e la ''Banca popolare di Cerreto Sannita'', che era sponsorizzata dai sacerdoti e dai cattolici. La [[prima guerra mondiale]] e la successiva recessione economica causarono il fallimento delle tre banche, la perdita dei risparmi dei cerretesi e l'inizio di un lungo periodo di decadenza economica, sociale ed intellettuale.<ref>{{cita|Pescitelli7|p. 27.}}</ref>
 
[[File:Proteste ospedale cerreto sannita.jpg|thumb|Particolare delle proteste contro la riconversione dell'[[ospedale Maria delle Grazie|ospedale di Cerreto Sannita]] (aprile 2010)]]
Con l'avvento della [[fascismo|dittatura fascista]] Cerreto Sannita ebbe un periodo di relativa tranquillità sociale sino al [[1926]] quando un gruppo di facinorosi irruppero nella [[palazzo Sant'Antonio|sede municipale]] dove era in corso una seduta del [[giunta comunale]] democraticamente eletta anni prima. Il sindaco, notaio Domenico Pilella, fu costretto alle dimissioni e venne scortato dal municipio sino alla sua casa dai [[carabinieri]] per timore di violenze da parte degli squadristi. Il prefetto che nel maggio dello stesso anno, in una sua relazione al ministro dell'Interno, aveva lodato l'amministrazione Pilella scrivendo che essa «godeva la piena ed incondizionata fiducia dell'intera cittadinanza, senza distinzione di partiti e di persone [...]», a distanza di due mesi ed a seguito dell'incursione dei facinorosi appoggiò senza riserve la violenza degli squadristi e il nuovo [[podestà]] Michele Ungaro, nipote ed omonimo del primo presidente della provincia di Benevento.<ref>{{cita|Pescitelli7|cap. I.}}</ref>
 
Al termine della [[seconda guerra mondiale]] la prima amministrazione provvisoria fu guidata dall'ingegnere Antonio Biondi che dovette affrontare non pochi problemi: la disoccupazione era dilagante, i prezzi dei generi alimentari erano in costante aumento e i ponti che collegavano la cittadina ai comuni vicini erano stati fatti saltare dai tedeschi in ritirata. Si provvide con grandi sacrifici a ricostruire i ponti crollati come quello di "Lavello" che venne completato celermente nel [[1946]].<ref>Cartolina celebrativa della ricostruzione del ponte, realizzata nel 1946 dal cav. Oreste Linfante.</ref>
 
A partire dal [[2007]] la cittadina è stata interessata da numerose proteste e da accese manifestazioni contro la riconversione dell'[[ospedale Maria delle Grazie]] decretata dalla legge regionale n. 24/2006.<ref>{{cita web|url=http://www.retesei.com/2010/27630.html|titolo=ReteSei: Proteste ospedale di Cerreto Sannita|accesso=18 luglio 2010}}</ref> Nonostante le proteste e i numerosi appelli alle autorità competenti, i reparti di [[medicina]], di [[ortopedia]], di [[chirurgia]] e di [[cardiologia]] dell'ospedale di Cerreto Sannita sono stati chiusi e smantellati.<ref>{{cita web|url=http://www.corrieredelsannio.it/2011/03/07/chiusura-ospedale-cerreto-sannita-la-denuncia-del-comitato/|titolo=Corriere del Sannio: Chiusura ospedale di Cerreto Sannita, la rabbia del comitato|accesso=2 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilsannita.it/20102104-27797-chiusura-ospedale-cerreto-venerdi-serrata-degli-esercizi-pubblici-e-commerciali/|titolo=Il Sannita: Chiusura ospedale Cerreto: venerdì serrata degli esercizi pubblici e commerciali|accesso=18 luglio 2010}}</ref> Nell'agosto [[2011]] era in corso la trasformazione della struttura sanitaria in "ospedale di comunità", ovvero l'edificio diventerà sede solo di un [[pronto soccorso]] e di uffici di assistenza sociale.<ref>{{cita web|url=http://www.vivitelese.it/2011/08/cerreto-primi-passi-verso-l-ospedale-di-comunita/|titolo=ViviTelese: Primi passi verso l'ospedale di comunità|accesso=2 settembre 2011}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Piazza San Martino - Cerreto Sannita corr..jpg|thumb|La [[collegiata di San Martino (Cerreto Sannita)|collegiata di San Martino]] con l'antistante [[fontana dei Delfini (Cerreto Sannita)|fontana dei Delfini]]]]
=== Architetture religiose ===
{{Vedi anche|Chiese di Cerreto Sannita}}
;[[Cattedrale di Cerreto Sannita|Chiesa Cattedrale]]: Il Duomo, edificato fra il 1689 e il 1736, è caratterizzato dalla facciata in pietra locale lavorata abbellita da stuccature, da vetrate policrome e da due tozzi campanili ricoperti da embrici maiolicati gialli e verdi. L'interno, a [[croce latina]], è ornato da finissimi stucchi realizzati da Benedetto Silva e da Giacomo Caldarisi. Numerosi sono i dipinti di autori napoletani e locali. Alle pareti del presbiterio sono siti due affreschi neoclassici raffiguranti ''Gesù tentato'' e ''Gesù consolato'' mentre l'altare maggiore è sovrastato dal dipinto raffigurante la Santissima Trinità e l'incoronazione della Vergine (metà XVIII secolo). Nella cappella della Madonna Immacolata sono conservati due busti lignei settecenteschi raffiguranti San Giuseppe col Bambino e Sant'Anna con la Madonna. Nella cappella del Sacramento è sepolto il [[servo di Dio]] mons. [[Luigi Sodo]].<ref>{{cita|Pescitelli||Pescitelli2}}. 1989.</ref>
;[[Collegiata di San Martino (Cerreto Sannita)|Collegiata di San Martino Vescovo]]: Costituita nel 1544 a seguito dell'unione di sei parrocchie, la collegiata è stata ricostruita su progetto di [[Giovanni Battista Manni]] fra il 1689 ed il 1733. La facciata è dotata di quattro scale di accesso in pietra (due curve e due dritte) terminanti in un sagrato semicircolare dove è incastonata una meridiana di epoca romana. L'interno a tre navate è vasto e luminoso. Vi si possono ammirare diverse opere in marmi policromi dei fratelli Pagano (1736), numerosi dipinti settecenteschi, alcune pavimentazioni in ceramica cerretese antica (ultime cappelle a sinistra) e delle pregevoli sculture lignee. L'organo, commissionato al maestro napoletano Felice Cimmino alla fine del Seicento, è ricco di intagli e dorature ed è fronteggiato dal pulpito in legno di noce, eseguito nel 1762. L'altare maggiore è sovrastato dalla ''Gloria di San Martino'', grande dipinto realizzato nel 1714 da Paolo de Falco. Nella cappella del Sacramento sono site tre tele di [[Lucantonio D'Onofrio]]: l'Ultima Cena (1738), il miracolo della manna nel deserto (1741) e Cristo con l'adultera (1758).<ref>{{cita|Pescitelli|p. 297|Pescitelli3}}, 1990.</ref>
;[[Chiesa di Sant'Antonio (Cerreto Sannita)|Chiesa di Sant'Antonio di Padova]]: Annessa all'ex [[palazzo Sant'Antonio|monastero dei frati conventuali]], è stata dimezzata nelle dimensioni a seguito del terremoto del 26 luglio 1806 che fece crollare il transetto, la cupola ed il presbiterio, mai più ricostruiti. Nella prima cappella a sinistra è conservata una pregevole pala in legno dipinta e dorata del XVII secolo raffigurante la ''Madonna del Pianto''. Il dipinto che sovrasta l'altare maggiore è opera di [[Francesco Celebrano]] (metà del Settecento) e raffigura in basso lo stemma dell'[[Universitas]] di Cerreto che commissionò l'opera e una veduta della chiesa come si presentava prima del sisma del 1806. Vi si conservano anche resti di pavimentazioni in ceramica cerretese antica ed una pregevole statua lignea raffigurante Santa Caratisa, salvatasi alla distruzione del [[terremoto del 5 giugno 1688]].<ref>{{cita|AA.VV.|p. 14|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (Cerreto Sannita)|Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli]]: La chiesa, voluta dal frate cappuccino Ruffino di Napoli nel 1616, era sede di una delle più potenti e ricche confraternite della cittadina, proprietaria del [[Monte di Pietà (Cerreto Sannita)|Monte di pietà]]. Nell'edificio è molto ricorrente la rappresentazione di un angelo che getta acqua su [[Costantinopoli]] in fiamme, raffigurata nel medaglione in stucco sulla facciata, nella base della scultura della Madonna di [[Silvestro Jacobelli]] e nel dipinto incastonato nella volta della navata. Alla base del coro ligneo intagliato si possono ancora vedere dei resti della pavimentazione in ceramica cerretese antica. Gli stucchi alle pareti, tipicamente settecenteschi, incorniciavano dipinti ovali di pregevoli fattura attualmente dispersi.<ref>{{cita libro | cognome=Pescitelli | nome=Renato | titolo=La Chiesa di S. Maria di Costantinopoli | editore=Servire Insieme 2/03 e 3/03 | città= | anno=2003 }}</ref>
 
[[File:Chiesa di San Gennaro3 - Cerreto Sannita.JPG|thumb|La [[Chiesa di San Gennaro (Cerreto Sannita)|chiesa di San Gennaro]]]]
 
;[[Chiesa di Santa Maria (Cerreto Sannita)|Chiesa di Santa Maria del monte dei morti]]: La chiesa è fornita di un grosso portale in pietra locale corredato da un cranio che rievoca la curiosa denominazione. L'interno conserva degli altari costruiti usando dei marmi locali ed alcune tracce di antiche pavimentazioni in ceramica cerretese. Alle pareti del presbiterio sono site due tempere del Mozzilli (1761) raffiguranti la nascita della Vergine e la presentazione al tempio. L'altare maggiore è sovrastato dalla scultura lignea della Madonna Assunta, venerata il 15 agosto. Nel campanile, rivestito da embrici maiolicati gialli e verdi, sono incastonate diverse pietre di riporto provenienti da [[Cerreto antica]].<ref name=autogenerated3>{{cita|AA.VV.|p. 20|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Chiesa di San Gennaro (Cerreto Sannita)|Chiesa di San Gennaro Vescovo]]: Il tempio, voluto nel 1722 dai coniugi Giamei e Biondi, è caratterizzato dall'alta cupola a gradoni rivestita da embrici maiolicati gialli e verdi e dalla candida facciata in pietra locale. L'interno, a pianta ellittica, è sede del [[museo civico di arte sacra]] che raccoglie pregevoli reperti artistici di soggetto religioso tra i quali spicca un ''reliquiario-calendario'' cesellato. Nella predella dell'altare maggiore è conservato il pavimento originario in ceramica cerretese eseguito da [[Nicolò Russo]] intorno al 1730 e caratterizzato da una ricca decorazione floreale e ornitologica. Gli stucchi settecenteschi sono del Caldarisi e del Borrelli. Pregevoli le quattro porte in legno di noce intagliato.<ref>{{cita|AA.VV.||Chiesa}}. 1998.</ref>
;[[Chiesa di San Rocco (Cerreto Sannita)|Chiesa di San Rocco]]: Ampliata dopo la peste del 1656 ed ancora nella metà del Settecento, possiede diverse sculture lignee tra le quali è degna di nota quella della Madonna della Provvidenza, realizzata da [[Silvestro Jacobelli]] nella metà del XVIII secolo. Nella sacrestia sono conservati due pregevoli dipinti settecenteschi. Da una porta della navata si può accedere alla interessante cripta-sepoltura che testimonia l'antica usanza di seppellire i morti all'interno delle architetture religiose. Nei vari ambienti che compongono la cripta sono presenti tipologie di sepoltura "a seggiola" e "a letto", alcune "connole" (bare) e la vasca dove veniva preparata la calce viva con la quale venivano trattati i corpi dei defunti.<ref>{{cita|Pescitelli||Pescitelli5}}. 2004.</ref>
;[[Ex monastero delle Clarisse]]: Fondato nel 1369 da [[Francesca Sanframondi]], il monastero è dal XX secolo sede delle Suore del Buono e Perpetuo Soccorso. Nell'androne dell'istituto religioso è sito il sepolcro della prima badessa Caterina Sanframondi con gli stemmi degli Angioini e dei conti Sanframondi. Nella chiesa, magnificamente conservata, si possono ammirare pregevoli dipinti settecenteschi incorniciati da ricchi stucchi del Calise (1705). Le grate lignee dorate che sovrastano il cornicione erano usate dalle clarisse per ascoltare le funzioni religiose. Nel vastro pronao interno è sita una delle più ampie e meglio conservate pavimentazioni in ceramica cerretese antica.<ref>{{cita libro | cognome=Pescitelli| nome=Renato | titolo=Il Monastero delle Clarisse nella nuova e vecchia Cerreto | editore=Rivista Storica del Sannio, II-83| città= | anno=1983}}</ref>
;[[Confraternita della Madonna del Pianto]]: Originariamente annessa alla [[Chiesa di Sant'Antonio (Cerreto Sannita)|chiesa di Sant'Antonio]], è costituita da un'unica navata che termina in un presbiterio sovrastato da una cupola affrescata nel XVIII secolo. L'edificio è usato per iniziative culturali.<ref>{{cita libro | cognome=Archè snc | nome= | titolo=Confraternita S. Maria del Pianto annessa alla Chiesa di Sant'Antonio | editore=Piesse | città= | anno=2005}}</ref>
;[[chiesa di San Giuseppe (Cerreto Sannita)|Chiesa di San Giuseppe]]: Edificata da Giuseppe Ciaburro, commerciante di panni lana, è dal 1970 adibita a falegnameria. Il pavimento in ceramica, unico a Cerreto per colori e forme, e le stuccature costituiscono le principali attrazioni. I dipinti che erano conservati nel tempio sono stati trasferiti al museo civico di arte sacra.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 26|Cerreto}}. 2010.</ref>
[[File:Cripta sepoltura Cerreto S. (10).JPG|thumb|Un ambiente della [[cripta sepoltura di Cerreto Sannita|cripta sepoltura]] sottostante la chiesa di San Rocco]]
[[File:Cripta.sepoltura.cerreto.sannita.1.jpg|thumb|Nella stessa cripta, particolare di una tavola dipinta del [[XVIII secolo]]]]
;[[Santuario della Madonna delle Grazie (Cerreto Sannita)|Santuario della Madonna delle Grazie]]: Completato nel 1588 è stato più volte ampliato e abbellito nel corso dei secoli. Nel cappellone neogotico è custodita la scultura della Madonna, commissionata a Napoli dal padre guardiano su richiesta dei superstiti alla carestia del 1730. Dietro l'altare maggiore è sita una pala in legno realizzata dai frati nel XVII secolo. Vi si possono ammirare anche alcune opere settecentesche attribuite a Francesco Celebrano.<ref>{{cita libro | cognome=Canelli | nome=Vincenzo | titolo=Il Convento e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Cerreto Sannita | editore=La Voce | città= | anno=1993 }}</ref>
;[[Chiesa della Madonna del Carmine (Cerreto Sannita)|Chiesa della Madonna del Carmine]]: Iniziata nel 1610 è stata recuperata nel 2003 dopo alcuni decenni di abbandono. L'interno, caratterizzato dal forte dislivello della navata, custodisce diverse lapidi aventi curiose iscrizioni in latino. Nella cappella centrale sono conservate tracce di antichi affreschi.<ref name=autogenerated5>{{cita|AA.VV.|p. 28|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Chiesa della Madonna della Libera]]: Costruita sui resti di un tempio sannita, è stata ampliata e ricostruita più volte. L'interno conserva diverse sculture lignee. La statua della Madonna della Libera è oggetto di un'importante venerazione nel mese di luglio.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 29|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Chiesa di San Giovanni (Cerreto Sannita)|Chiesa di San Giovanni Battista]]: Piccola architettura religiosa edificata su di una grossa roccia a strapiombo sul corso del torrente Turio. La chiesa, salvatasi al terremoto del 5 giugno 1688, conserva un antico dipinto. La chiesetta, assieme al ponte adiacente, è legata alla leggenda della "'Nzilla".<ref name=autogenerated5 />
;[[Chiesa di Sant'Anna (Cerreto Sannita)|Chiesa di Sant'Anna]]: Sita nell'omonima contrada, in alcuni documenti del XVII secolo risultava intitolata alla Madonna di Loreto perché sull'unico altare della chiesa era conservata una effigie raffigurante la "B.M.V. di Loreto". Sull'altare maggiore è posta la scultura lignea di Sant'Anna con la Madonna. Sant'Anna è raffigurata mentre fissa negli occhi la giovane Madonna, rappresentata con le mani giunte nell'atto della preghiera.
;[[Chiesa della Madonna del Soccorso (Cerreto Sannita)|Chiesa della Madonna del Soccorso]]: La chiesa fu costruita lungo la strada che da Cerreto antica portava in Puglia ed era molto frequentata dalle greggi di pecore e dai mercanti di panni lana. Secondo la tradizione popolare la chiesetta fu fondata da un ricco mercante che cadendo da cavallo invocò la Vergine dicendo "Madonna Soccorrimi". Rimasto incolume fondò il luogo sacro. Nella parete di fondo era sita la pala lignea risalente al XVII-XVIII secolo, oggi custodita nella collegiata di San Martino. La chiesa è stata dichiarata non fruibile a causa dei danni riportati dagli eventi sismici del 29 dicembre 2013 e del 20 gennaio 2014.<ref>Ordinanza sindacale n. 22 del 29 gennaio 2014. Motivazione: "l'edificio di culto (chiesa Madonna del Soccorso), presenta un quadro fessurativo, contraddistinto da lesioni verticali (parete sinistra in prossimità della porta diaccesso);e lesioni verticali lato destro; Lesioni architrave porta ingresso sagrestia; Lesioni nei punti di innesto sagrestia-chiesa...".</ref>
[[File:Cimitero Cerreto Sannita cappella Ungaro.jpg|thumb|La cappella cimiteriale della famiglia Ungaro dove dal [[1895]] al [[1910]] furono conservati i resti del vescovo [[Luigi Sodo]].]]
;[[Chiesa di Sant'Onofrio (Cerreto Sannita)|Chiesa di Sant'Onofrio]]:Venne fondata intorno al [[1530]] da Antonio Magnati in località "Campo chiaro", su di un suo terreno prospiciente l'antica strada che raccordava [[Cerreto antica]] a [[Telesia]] (la ''via Telesina''). Al suo interno era sito un solo altare sovrastato da un dipinto raffigurante [[Sant'Onofrio (anacoreta)|Sant'Onofrio]] con, a sinistra, [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria]] e [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] e, a destra, [[San Francesco]] e [[Leonardo di Noblac|San Leonardo]].
==== Cimitero comunale ====
La prima notizia riguardante il cimitero di Cerreto Sannita risale al [[1833]] quando in una lettera l'[[intendente]] di [[Terra di Lavoro]] invitò il [[decurionato]] cerretese a "rianimare la costruzione del Campo Santo". Nella stessa lettera l'intendente raccomandò l'uso del sistema della [[inumazione]] perché più conveniente e meno dispendioso di quello della [[tumulazione]]. L'amministrazione comunale rispose che i lavori, iniziati nel [[1830]], erano stati interrotti a causa della mancanza di fondi e che si era preferito introdurre il sistema della tumulazione perché il suolo scelto non era adatto per inumarvi i cadaveri essendo "irregolare, tutto cretoso, con pietre vive". La zona scelta per far sorgere il cimitero si trovava nei pressi dei ruderi di [[Cerreto antica]].<ref>{{cita|Cerreto Sacra v. II|p. 123.}}</ref>
 
Nonostante questa corrispondenza i lavori del cimitero non proseguirono ed i defunti continuarono ad essere seppelliti nelle chiese tanto che nel [[1851]] si rese necessario ampliare la sepoltura sottostante la [[chiesa di Santa Maria (Cerreto Sannita)|chiesa di Santa Maria]].<ref>{{cita|Cerreto Sacra v. II|p. 182.}}</ref>
 
Solo nel [[1852]] il decurionato, a causa dell'indignazione dei cittadini, si vide costretto ad avviare i lavori del cimitero dopo aver acquistato un terreno a confine con il comune di [[San Lorenzello]]. I lavori proseguirono lentamente anche a causa della forte opposizione del comune di San Lorenzello che sosteneva di avere giurisdizione sul terreno scelto per edificarvi il cimitero.<ref name="Cerreto Sacra">{{cita|Cerreto Sacra v. II|p. 124.}}</ref>
 
Nel [[1868]] venne deciso di suddividere il cimitero in otto parti uguali da destinare rispettivamente alla [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] di Santa Maria, al [[capitolo (cristianesimo)|capitolo]] della Cattedrale, alla confraternita di San Rocco, al capitolo della Collegiata di San Martino, alla confraternita di Sant'Antonio ed alla confraternita della Madonna di Costantinopoli. Le altre due parti rimaste dovevano essere riservate una ai "poveri non confratelli" e l'altra ai non battezzati.<ref name="Cerreto Sacra"/>
 
Il cimitero, sito lungo la strada provinciale Telese Terme-Cerreto Sannita conserva alcune cappelle gentilizie del XIX secolo.
 
A causa degli eventi sismici del 29 dicembre 2013 e del 20 gennaio 2014 alcune cappelle cimiteriali sono state dichiarate non fruibili.<ref>Ordinanza sindacale n. 23/2014 relativa alla cappella cimiteriale di Sant'Antonio e ordinanza sindacale n. 24/2014 relativa alla cappella di Santa Maria di Costantinopoli.</ref>
 
=== Architetture civili ===
[[File:Part. chiostro Pal. Sant'Antonio - Cerreto Sannita (5).JPG|thumb|Particolare del chiostro di [[palazzo Sant'Antonio]].]]
;[[Palazzo Sant'Antonio]]: Ex convento francescano, è sede degli uffici comunali e del [[museo civico e della ceramica cerretese]]. Nella pavimentazione del chiostro sono siti ventitré pannelli maiolicati che raccontano, tramite delle raffigurazioni, la storia, le tradizioni e i luoghi di interesse di Cerreto Sannita.<ref>{{cita|Pescitelli||Pescitelli6}}. 2002.</ref>
;[[Palazzo del Genio]]: Originaria sede dell'Universitas, il palazzo deve il suo nome ad un teatro che aveva sede al suo interno e che era intitolato al Genio italico. È attualmente sede della Biblioteca comunale e di iniziative culturali.<ref name=autogenerated4>{{cita|AA.VV.|p. 15|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Carceri feudali (Cerreto Sannita)|Carceri feudali]]: Terminate nel 1711 sono state operative sino al 1960. L'edificio ospita la sezione di arte ceramica contemporanea del museo civico dove sono esposte opere dei più importanti ceramisti italiani eseguite dal 1998 ad oggi. Sotto le scale è conservata una cella con le scritte dei detenuti alle pareti.<ref name=autogenerated4 />
;[[Taverna ducale (Cerreto Sannita)|Taverna ducale]]: Edificata intorno al 1720, aveva come funzioni principali quelle di ospitare e rifocillare i forestieri che si recavano nella cittadina. Il portale principale è corredato dallo stemma di Carlotta Colonna, moglie del conte Carlo Carafa, che a seguito della morte del marito nel 1717 esplicò le funzioni di reggente del feudo sino al 1724. Alla Colonna si deve l'edificazione della taverna e l'esecuzione dello stemma che raffigura a sinistra gli emblemi della famiglia Carafa e a destra quelli della famiglia Colonna.
;[[palazzo Vescovile (Cerreto Sannita)|Palazzo Vescovile]]: Terminato nel 1696 conserva la tipica struttura edilizia del palazzo cerretese con l'androne, il cortile interno e il retrostante giardino. Il piano superiore, sede del vescovo di Cerreto, Telese e Sant'Agata, conserva nel salone degli stemmi un dipinto attribuito a [[Luca Giordano]].<ref name=Testimonianze>{{cita|Testimonianze|}}, 1991.</ref>
;[[Monte di Pietà (Cerreto Sannita)|Monte di Pietà]]: Edificio in stile neoclassico sede sino ai primi anni del [[XX secolo|Novecento]] dell'antica pia istituzione. Al primo piano è sita la cassaforte a muro, ornata da stucchi settecenteschi. Il Monte di Pietà dopo di aver ospitato una mostra sulla civiltà contadina è diventato il centro di aggregazione delle associazioni cerretesi.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 19|Cerreto}}. 2010.</ref>
 
[[File:Volta Palazzo Ungaro Cerreto.JPG|thumb|Ambiente affrescato da [[Francesco Celebrano]] in [[palazzo Ungaro]]]]
 
;[[Palazzo Giuseppe Ciaburro]]: Costruito da ricchi commercianti di panni lana, ospita dal 1995 la [[Comunità Montana del Titerno]]. Il bel portale in pietra lavorata costituito da bugne a cuscinetto alternate e i resti del loggiato verso il giardino sono le principali vestigia della struttura originaria.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 22|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Palazzo Ungaro]]: Dal 1960 diviso fra più proprietari, è stato per secoli la residenza di questa importante famiglia cerretese. Nel piano nobile sono presenti alcuni ambienti affrescati con grottesche, putti e decorazioni rococò eseguite dall'artista napoletano [[Francesco Celebrano]];<ref name=Testimonianze/>
;[[Palazzo del viceconte]]: Chiamato così perché per alcuni anni ha ospitato il Viceconte o Governatore della contea, funzionario che curava gli interessi dei feudatari Carafa che risiedevano a Napoli. L'esterno è caratterizzato dal portale con bugne a punta di diamante e dalla decorazione a rinzaffo della facciata.<ref>{{cita|Pescitelli|p. 168|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
;[[Palazzo Magnati]]: Di proprietà Altieri, vi si sono tenute delle riprese cinematografiche di alcuni film negli [[anni 1950|anni cinquanta]]. Dal cortile interno parte una doppia scalinata che termina in un ampio loggiato affrescato che guarda verso il retrostante ed ampio giardino.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 32|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Palazzo Nardella]]: Il palazzo è caratterizzato dai singolari [[monogramma|monogrammi]] in tufo grigio che corrono lungo tutto il cornicione della parte della facciata salvatasi alle ristrutturazioni degli [[anni 1970|anni settanta]]. Anche presso questo edificio si sono tenute alcune riprese cinematografiche negli [[anni 1950|anni cinquanta]].<ref>{{cita|Pescitelli|p. 347|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
;[[Seminario Diocesano di Cerreto Sannita]]: Architettura ampliata più volte nel corso dei secoli e dotata di una biblioteca che raccoglie oltre 10.000 testi e numerose cinquecentine. È dal 1938 sede del Liceo classico paritario "Luigi Sodo".<ref>{{cita|AA.VV.|p. 13|Cerreto}}. 2010.</ref>
;[[Palazzo Giordani (Cerreto Sannita)|Palazzo Giordani]]: Caratterizzato dalla bella facciata settecentesca e dalle graziose ringhiere bombate in ferro dei balconi, dotate anche di portafiaccole. Il portale in pietra, costituito da bugne a cuscinetto, e la decorazione a rinzaffo della facciata rendono l'edificio graziosamente gradevole.<ref name=autogenerated3 />
 
[[File:Torrione della vecchia Cerreto.JPG|thumb|Torrione di [[Cerreto antica]]]]
 
;[[Palazzo Carizza]]: Attrazione principale dell'architettura è il portale con bugne a cuscinetto che incornicia una rosta in legno intagliato costituita da un putto dal quale dipartono delle ramificazioni floreali tipicamente settecentesche.<ref>{{cita|Pescitelli|p. 324|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
;[[Palazzo Ciaburro]]: Dal 2005 è sede degli uffici dell'ambito sociale B3. Il palazzo conserva alcuni stucchi settecenteschi, il portale in pietra modanato e tracce di decorazioni parietali negli ambienti interni.
;[[Villa Langer]]: Originariamente casolare di campagna nella periferia sud del centro storico, nel XVIII secolo fu ampliato da Andrea Salvatore, commerciante di panni lana. Nel 1823 vi morì il nipote [[Andrea Mazzarella]], poeta e patriota cerretese.<ref>{{cita|Pescitelli|p. 252|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
 
=== Altro ===
==== Fontane ====
Nel territorio sono site numerose fontane. In piazza San Martino si può ammirare la [[fontana dei Delfini (Cerreto Sannita)|fontana dei Delfini]], acquistata a Napoli nel 1812. Sarebbe la celebre fontana dalla quale [[Masaniello]] arringava la folla a Napoli in piazza Mercato. In località Coste è sita la fontana di Monsignore ricostruita negli [[anni 1940|anni quaranta]] con l'uso di alcune pietre lavorate provenienti da Palazzo Ungaro. In località Tinta è presente la fontana della [[Tintoria ducale]], costituita da due mascheroni in pietra lavorata dai quali sgorga l'acqua. Nelle località Sant'Anna, Madonna delle Grazie e Madonna della Libera sono site altrettante fontane dotate di mascheroni in pietra lavorata.
 
==== Monumenti ====
In piazza Luigi Sodo è sito il monumento ai caduti di tutte le guerre, rifatto nelle forme attuali nel 1960 dopo che il precedente era stato fuso durante la [[seconda guerra mondiale]] per ricavarne delle munizioni. A fianco al monumento è esposto un cannone mobile usato nell'ultimo conflitto mondiale dall'[[esercito italiano]]. Sino all'estate 2009 in piazza Roma era sito il monumento alla Madonna delle Grazie, eretto nel dopoguerra. Nello spazio antistante la caserma dei Carabinieri è sito il monumento all'[[Arma dei Carabinieri|Arma]] impresso su pietra locale lavorata, opera del maestro cerretese Francesco Grillo.
 
=== Siti archeologici ===
[[File:Ponte di Annibale di Cerreto Sannita 1.jpg|thumb|Scorcio del [[ponte di Annibale]]]]
;[[Cerreto antica]]: Di Cerreto antica (l'insediamento distrutto dal terremoto del 5 giugno 1688) restano visibili pochi ruderi tra cui il Torrione che aveva funzioni carcerarie. Altre tracce archeologiche sono site in località San Giovanni. Nel [[2010]] il Torrione è stato acquistato dal Comune di Cerreto Sannita allo scopo di aprire un parco archeologico e di portare alla luce gli altri resti di Cerreto antica.<ref>{{cita|Pro Loco Cerreto Sannita|p. 26|ProLoco}}, 2003.</ref>
;[[Ponte di Annibale]]: Su questo antico ponte sarebbe passato, secondo una leggenda, il celebre condottiero cartaginese durante la seconda guerra punica. La strada di accesso al ponte è sita lungo la via provinciale Cerreto-Cusano ed è segnalata da un monumento in ferro raffigurante un elefante. Il ponte, costruito interamente con l'uso di pietra locale, è costituito da una sola arcata a tutto sesto che sovrasta il corso del fiume Titerno.<ref>{{cita libro | cognome=Touring Club Italiano | nome= | titolo=Campania antica; Guide archeologiche | editore=Touring Editore| città= | anno=2006}}</ref>
;[[Tempio di Flora (Cerreto Sannita)|Tempio di Flora]]: Di questo antico tempio sannita-romano dedicato alla dea Flora resta solo una parte del basamento e altri reperti lapidei come delle colonne e dei capitelli. Alcuni blocchi del basamento sono stati usati nel XVIII secolo per costruire una vicina fontana.<ref>{{cita libro | cognome=Russo| nome=Flavio| titolo=Dai Sanniti all'Esercito Italiano: La Regione Fortificata del Matese | editore=Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito | città= | anno=1991}}</ref>
;[[Tintoria ducale]]: Era uno dei tanti opifici che lavoravano i panni lana prodotti a Cerreto. La Tintoria, costituita da una serie di ambienti, è nel 2011 sottoposta ad un restauro dopo che per decenni è rimasta in abbandono ed è stata al centro di numerosi furti di materiale lapideo. Altro sito di archeologia industriale è quello del "Molino Di Paola" accessibile da via Molino, una traversa di via Michele Ungaro.
[[File:Colle della vecchia Cerreto Sannita.jpg|thumb|Colle con i resti della vecchia Cerreto, distrutta dal sisma del 5/6/1688]]
;[[Cartoniera ducale]]: La Cartoniera ducale era un opificio presente in entrambe le cittadine di Cerreto Sannita, antica e nuova, ai tempi del lungo periodo comitale segnalatosi per una fiorente economia basata sull'indotto del settore pastorizio.
 
=== Aree naturali ===
 
[[File:Part.-leonessa-ISA.jpg|thumb|La [[morgia Sant'Angelo]] o "Leonessa"]]
 
;[[Morgia Sant'Angelo]] o "Leonessa": La leonessa è un blocco di pietra calcarea simile ad un felino avente nel suo ventre una grotta abitata nel neolitico, trasformata in chiesa dai [[longobardi]]. La strabiliante somiglianza al felino, riscontrabile sin da lontano, è dovuta all'erosione fisica, chimica e meccanica esercitata dagli atmosferili nel corso dei millenni. Nella contrada "cese", dove si trova la morgia, sono molto frequenti strane forme di erosione delle pietre calcaree come testimonia anche il complesso roccioso delle "Ripe del Corvo" sito poco distante dalla leonessa.<ref name=autogenerated1>{{cita|AA.VV.|Cap. III|Cerreto}}, 2010.</ref>
 
;[[Forre del Titerno]]: Le forre sono dei piccoli canyon scavati grazie all'erosione millenaria dell'acqua. Esse raggiungono la profondità massima di trenta metri ed un diametro massimo di circa quindici metri.<ref name=autogenerated1 />
 
;[[Forre del Titerno#Grotta chiusa o dei briganti|Grotta chiusa o dei briganti]]: Chiamata anche grotta chiusa, è stata esplorata il 6 agosto 1935 da un gruppo di speleologi capitanati dai professori Umberto Franco e Silvestro Mastrobuoni. Il difficoltoso ingresso è da anticamera ad una serie di ambienti ricchi di stalattiti e stalagmiti che terminano nella "cattedrale", maestoso locale alto circa 20 metri.
 
;Cascata Vallantica e Grotta Cupa: In località ''Raone'', a nord della contrada Madonna della Libera, un sentiero porta al ponte e alla cascata Vallantica, alta circa cinquanta metri. A monte della cascata, nei pressi della cima di monte Alto, è situata la ''Grotta Cupa''. Essa è costituita da un ambiente lungo alcuni metri e largo un metro e cinquanta. La grotta si è formata grazie alla inclinazione di due grandi rocce.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{| class="wikitable" style="float:right;"
| colspan="2" align="center" |Evoluzione storica della popolazione prima del 1861
|-
| [[1597]]
| 7.000<ref name=Pescitelli11>{{cita|Pescirelli|p. 11|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
|-
| [[1611]]
| 8.000<ref name=Pescitelli11/>
|-
| [[1655]]
| 9.000<ref>{{cita|Rotondi|Part. I|Rotondi}}, 1870.</ref>
|-
| [[1663]]
| 8.000<ref>Una relazione vescovile di Mons. Moia, conservata presso l'Archivio diocesano di Cerreto Sannita, recita: ''Cerretum est Oppidum insigne, quod ante Contagium octo millibus animarum erat refertum, in praesentiarum medietatem attingit''.</ref>
|-
| [[1741]]
| 4.077<ref>[[Archivio di Stato di Napoli]], ''Catasto onciario, stato delle anime'', vol. 1561.</ref>
|-
| [[1792]]
| 4.481<ref>Archivio Storico Diocesano di Cerreto Sannita, ''Corrispondenza'', lettera del 2 agosto 1792.</ref>
|}
 
L'evoluzione demografica di Cerreto Sannita dal 1861 al 2001 è la seguente:
 
{{Demografia/Cerreto Sannita}}
 
Nella prima metà del [[XVII secolo]] gli abitanti erano circa 9.100 divenuti 8.000 dopo la [[peste]] del 1656 e 4.000 dopo il [[terremoto del 5 giugno 1688]].
 
Al 31 dicembre 2009 erano residenti 4.209 persone per un totale di 1.590 famiglie, 4 convivenze e un numero medio di componenti per famiglia di 2,63.<ref>{{cita web|http://www.demo.istat.it/bil2009/index.html|Bilancio demografico al 31 dicembre 2009|editore=ISTAT|accesso=25 giugno 2011}}</ref>
 
L'età media è di 43,4 anni. Il tasso di natalità è del 6,6%.<ref name=autogenerated2>{{cita web|http://www.comuni-italiani.it/062/023/statistiche/|Statistiche Cerreto Sannita|25 maggio 2011|editore=Comuni-Italiani.it}}</ref>
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
La presenza straniera nel comune è trascurabile rappresentando solo l'1,9% della popolazione totale. Al 31 dicembre [[2009]] erano residenti nel comune 82 cittadini stranieri (trentatré maschi e quarantanove femmine). La comunità più numerosa è quella [[Romania|rumena]] (quarantasei unità) seguita da quella [[ucraina]] (tredici unità).<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2009/index.html|titolo=Cittadini stranieri secondo demo Istat 2009|accesso=25 maggio 2011|editore=ISTAT}}</ref>
 
=== Lingue e dialetti ===
[[File:Donna di cerreto.JPG|thumb|Costume tipico della donna di Cerreto Sannita]]
Il dialetto cerretese (o secondo la scrittrice Elena Cofrancesco la "parlata cerretese")<ref name=autogenerated6>{{cita|Cofrancesco|13}}</ref> risente dell'influenza tarda latina con la presenza di termini spagnoli, francesi, germanici, greci e addirittura turchi ed arabi. La parlata cerretese si differenzia dai dialetti dei comuni limitrofi specie per quanto riguarda l'uso degli accenti. Una poesia<ref>{{cita|Cofrancesco|p. 210|Cofrancesco2}}, 1990.</ref> in dialetto cerretese scritta negli anni sessanta da Lucia Ciarleglio Brunelli ed intitolata "Il mio Paese" è diventata col passare del tempo un "inno" dei cerretesi, grazie all'arrangiamento musicale effettuato dall'Avv. Nicola Giuseppe Giordano negli anni ottanta. Si riportano alcuni versi con la sottostante traduzione in italiano:
{{Citazione|È Cerreto il paese mio: qui ci sono nata, grazie a Dio!
A me sembra troppo bello, sembra fatto col pennello, e me ne posso vantare: un altro migliore non ci può essere.
Tutto intorno ha tre montagne e tanta campagna.
Monte Coppe e Monte Erbano sembrano diano la mano a Monte Cigno: sono montagne ricche e belle, fanno a noi da sentinella.
Inoltre sta in mezzo a tre valloni che non provocano alluvione: il paese è in pendenza e l'acqua scorre ogni momento.
L'ingegnere che lo progettò ci mise sale e pepe, ovvero ingegno e maestria e nel rispetto della geometria lo realizzò in forma simmetrica.
Ogni padre ha detto al figlio che Cerreto è la piccola Torino, questo paese è la verità, te lo posso dimostrare, ha tre piazze grandi e belle, quattro vie dritte e snelle e il corso è fiancheggiato a destra e a sinistra da vicoli...||È Cerrit i puaiés miu: ccà agge nèta, grazia a Diu!
A me pèr tropp béglie, pèr fatt cu i pnnégl,
e m n pozz avantà: n'at megl n nc po sctà.
Tén atturn tre muntagn e n munn d campagn.
Munt Coppa e Muntrvèn a i Cign dann a mèn: so muntagn ricch e bèll, fann a nua a sntnèll.
Po ' sctà mméz a tre vallun che n nportn alluviun: i puai és sctà mpnnènt, sc-corr l'acqua ogni mumènt.
I ngegner ca i facéu sèl e pèp c mttéu e cu tutta a giumtria, i facéu a smmtria.
Ogn patr ha ditt a i fuigl ca è Turin piccerigl sctu paiés, e iè vrddà, t l pozz addmusctrà: ha tre chiazz rann e bèll, uatt vie dritte e scnèll, e i Corz è fianchggèt ccà e llà da i ucenèt...|lingua=void}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Mascherone (3).jpg|thumb|left|Rosta con putto ([[palazzo Carizza]])]]
Il costume tradizionale femminile è stato impresso a cavallo fra XVIII e XIX secolo su di una stampa d'epoca realizzata per il Re di Napoli. L'incisione, raffigurante una donna seduta attorniata da due bambini (uno dei quali indica la vallata dove sorge la cittadina), è stata successivamente ripresa come decorazioni di un rinfrescabottiglie e di una guantiera in ceramica. La donna è rappresentata con una camicia chiara, un vestito spesso di lana, un fazzoletto piegato sulla schiena, le calze di lana, le scarpe di cuoio, la "mappa" (copricapo) di coloro chiaro ed il grembiule o "mantesino".<ref>{{cita libro | cognome=AA.VV.| nome=| titolo=L'antico costume popolare di Cusano Mutri e altri paesi della Comunità Montana del Titerno| anno=2000| editore=Nuova Impronta| città= }}</ref>
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
Cerreto Sannita è sede di istituzioni decentrate della pubblica amministrazione, di scuole, uffici, enti e associazioni. In particolare è sede degli uffici distrettuali dell'[[Agenzia delle Entrate]], del Comando Compagnia dei Carabinieri, del [[Giudice di Pace]], del coordinamento dell'Ambito Sociale B3, della Curia Vescovile e della [[Comunità Montana del Titerno|Comunità Montana del Titerno e Alto Tammaro]].
 
La più antica associazione della cittadina è la [[Società operaia di Cerreto Sannita|Società di mutuo soccorso]], fondata ad opera dell'On.le [[Michele Ungaro]] il 3 marzo 1881.<ref>{{cita libro | cognome=Pescitelli | nome=Renato | titolo=La Società di Mutuo Soccorso tra gli Operai di Cerreto Sannita| editore=Auxiliatrix | città=Benevento | anno=1981}}</ref> A seguire vi è il "Circolo d'Arte", nato come Società di agricoltori alla fine del XIX secolo. Altre associazioni presenti sul territorio sono: il Gruppo Fratres "Giuseppe Moscati", l'Associazione politico culturale "Da Sempre per Cerreto", l'ANCeSCAO, l'Azione Cattolica interparrocchiale, il Forum Comunale dei giovani e delle aggregazioni giovanili, la Pro Loco e l'Associazione Socio Culturale Cerretese.
 
Nel paese è sito l'[[Ospedale Maria delle Grazie]].
 
== Cultura ==
[[File:Part. scuola elementare - Cerreto Sannita.JPG|thumb|Particolare dell'edificio della scuola elementare]]
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
La Biblioteca del [[Seminario Diocesano di Cerreto Sannita]] possiede 10.000 volumi e numerose cinquecentine.<ref>Brochure informativa realizzata dal Liceo Classico "Luigi Sodo", 2005.</ref> Altre biblioteche sono quelle della Società Operaia (fondata nella metà del XX secolo) e dell'Istituto Superiore Carafa-Giustiniani.
 
Il 17 dicembre [[2011]] presso la suggestiva cornice di [[Palazzo del Genio]] è stata inaugurata la "Biblioteca del Sannio" (BIBLOS), che si propone di raccogliere in un unico luogo fisico i testi redatti sul [[Sannio]], nel Sannio e da [[Sanniti]], al fine di esaltare il valore delle origini e l'orgoglio della propria terra.<ref>{{cita web|url=http://www.labibliotecadelsannio.it/biblos/|titolo=Sito internet BIBLOS|accesso=21 gennaio 2012}}</ref>
 
==== Scuole ====
L'istruzione elementare e media è garantita dall'Istituto Comprensivo "Andrea Mazzarella" che in due plessi eroga l'istruzione materna, primaria e secondaria di primo grado. L'istruzione superiore è invece erogata dal Liceo classico paritario "Luigi Sodo" e dall'Istituto di Istruzione Superiore "Carafa-Giustiniani". Quest'ultimo offre agli studenti una pluralità di indirizzi: area artistica, area tecnologica, area amministrativo-finanziaria, area delle costruzioni.<ref>{{cita web|url=http://www.iis-carafagiustiniani.org/attachments/158_generale.pdf|titolo=Orientamento dell'I.S.S. Carafa-Giustiniani|accesso=25 giugno 2011|formato=pdf|editore=I.I.S. Carafa-Giustiniani}}</ref>
 
Sino al 1990 erano aperti un Liceo linguistico, un Istituto e una Scuola magistrale dirette dalle Suore del Buono e Perpetuo Soccorso.
 
==== Musei ====
[[File:Museo della ceramica. cerreto-sannita.JPG|thumb|left|Scorcio del [[museo civico e della ceramica cerretese]]]]
A Cerreto Sannita sono aperti al pubblico due musei comunali:
* il [[Museo civico e della ceramica cerretese]], diviso nelle sezioni della ceramica storica e della ceramica contemporanea; recentemente ha acquisito circa 400 pezzi della "Collezione Mazzacane".
* il [[museo civico di arte sacra]], contenente pregevoli reperti artistici a soggetto religioso.
 
Con delibere di [[Giunta comunale]] n. 137 e n. 138 del 5 luglio 2011 sono state istituite due nuove esposizioni permanenti: il museo del brigantaggio e la sezione archeologica nel museo civico.
 
Altra esposizione permanente è la mostra "Regioni d'Italia" curata dall'Associazione Giustiniani. In questa mostra, ospitata presso la sede centrale dell'Istituto scolastico "Carafa-Giustiniani", sono esposti manufatti ceramici provenienti dalle più importanti città della ceramica d'Italia.
 
Esposizioni minori di carattere permanente sono una raccolta di "riggiole" (mattonelle) in ceramica cerretese, formatasi in un locale attiguo la [[Collegiata di San Martino (Cerreto Sannita)|Collegiata di San Martino]], ed una raccolta di oggetti e parametri sacri appartenuti alle suore clarisse di Cerreto Sannita ed esposti in un locale attiguo la sagrestia della [[Ex monastero delle Clarisse|chiesa di Santa Maria Mater Christi]].
 
=== Arte ===
==== La ceramica cerretese ====
{{Vedi anche|Ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello}}
La ceramica cerretese ha antiche origini anche se il periodo più florido e di maggiore produzione fu quello successivo al terremoto del 5 giugno 1688. La ricostruzione del paese infatti attirò molti "faenzari" (ceramisti) napoletani che contribuirono a dare vita ad una nuova arte della ceramica più fastosa e baroccheggiante.<ref>{{cita|Ceramica|}}</ref>
 
[[File:Piatto leone ceramica di cerreto sannita.jpg|thumb|Piatto in ceramica cerretese del [[XVIII secolo|Settecento]] conservato presso il [[museo civico e della ceramica cerretese]]]]
 
Secondo lo studioso [[Salvatore Biondi]] il manufatto più antico della ceramica cerretese sarebbe una statuetta raffigurante l'Ecce Homo, appartenuta a Caterina Sanframondi, prima badessa del [[Ex monastero delle Clarisse|Monastero delle Clarisse]] della [[Cerreto antica|vecchia Cerreto]].<ref name=Biondi>{{cita|Biondi|}}, 1970.</ref>
 
Dopo il 1688 nel comune si stabilirono diversi maestri napoletani tra i quali i Giustiniano, i Festa, gli Scarano ed i Marchitto. Costoro, con il loro operato, resero la ceramica cerretese ambita e ricercata tanto da essere ammirata più volte dai sovrani napoletani che nella realizzazione delle statuine del presepe della [[Reggia di Caserta]] si avvalsero di maestranze cerretesi.<ref name=Biondi/>
 
Oltre ai ceramisti veri e propri (i "faenzari"), vi erano dei ceramisti minori come i "pignatari", i "cocciolari" e i "canalari", tutti legati alla lavorazione dell'argilla. Nella Cerreto del XVIII secolo esisteva un vero e proprio quartiere dei ceramisti che sorgeva nei pressi della [[Cattedrale di Cerreto Sannita|Cattedrale]]. Durante la ristrutturazione di numerose abitazioni esistenti in quella zona sono stati ritrovati resti di fornaci per la cottura delle terracotte e delle ceramiche.<ref>{{cita|Pescitelli|p. 68|Pescitelli4}}, 2001.</ref>
 
Dopo alcuni decenni di declino, nella metà del [[XX secolo]] è nato nuovamente l'interesse verso questa antica forma d'arte grazie anche alla costituzione dell'[[Istituto statale d'arte di Cerreto Sannita]]. Nel 1997 alla ceramica prodotta a Cerreto Sannita e nella vicina San Lorenzello (fino al 1860 frazione di Cerreto Sannita) è stato riconosciuto il ''marchio di ceramica artistica e tradizionale'' con decreto del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato. Sono solo trentatré i comuni che in tutta [[Italia]] hanno avuto tale riconoscimento.<ref>{{cita web|http://cat.mag-news.it/nl/k.cfm?Ra.0.0.BP.A.A.A.A|Marchio della ceramica artistica e tradizionale|22 maggio 2011|editore=Associazione Italiana Città della Ceramica - AiCC}}</ref>
 
Dal 2001 la produzione ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello è regolata da un disciplinare approvato dal Consiglio nazionale ceramico in data 21 novembre 2001.<ref>{{cita web|http://cat.mag-news.it/nl/a.cfm?Ra.2.0.cM.A.A.A.A#I°|Disciplinare della ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello|25 giugno 2011|editore=Associazione Italiana Città della Ceramica - AiCC}}</ref>
 
Sono manufatti tipici cerretesi i piatti da pompa, i vasi da farmacia, le brocche lobate, le acquasantiere e le "riggiole" (mattonelle) con decoro a rosa dei venti o a festone. Nella maggioranza dei manufatti prevalgono le decorazioni con soggetti religiosi, naturalistici o paesaggistici.
 
I colori tradizionali del XVII-XVIII secolo sono il giallo, il verde ramina, il blu Cerreto e l'arancione.
 
=== Teatro ===
Sin dalla metà del XVIII secolo l'ex Teatro comunale (chiamato dal 2007 [[Palazzo del Genio]]) ospitava spettacoli e intrattenimenti le cui parti erano spesse volte recitate da alcuni esponenti della borghesia cerretese. A causa sia della censura ecclesiastica che della censura governativa, le rappresentazioni delle commedie venivano proibite come quella scritta da Oronzo Cerri intorno al 1769, dal titolo "[[Cerreto modernata]]", satira rivolta al Clero cerretese dell'epoca.<ref>{{cita libro | cognome=Fappiano| nome=Gioconda| titolo=Cerreto modernata: un manoscritto ritrovato del XVIII secolo | editore=Nuova Impronta | città= | anno=2004}}</ref>
=== Cinema ===
A Cerreto Sannita si sono tenute le riprese di tre film: ''[[Maddalena (film 1954)|Maddalena]]'' (1953) con [[Marta Toren]] e [[Gino Cervi]]; ''[[La bella mugnaia]]'' (1955) con [[Sophia Loren]], [[Marcello Mastroianni]] e [[Vittorio De Sica]]; ''[[I briganti italiani]]'' (1961) con [[Ernest Borgnine]], [[Vittorio Gassman]] e [[Rosanna Schiaffino]].
 
=== Musica ===
Cerreto Sannita è la patria di [[Tommaso Carapella]] (1655-1736), musicista formatosi a Napoli, famoso per aver composto nel 1728 un'opera musicale per l'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]].<ref>{{cita|Zazo|p. 73}}. 1973.</ref>
 
=== Cucina ===
[[File:Calocybe gambosa 080420wb.jpg|thumb|Il "[[Calocybe gambosa|Virno]]" o fungo di San Giorgio]]
La cucina cerretese è ancorata alla tradizione culinaria dei contadini della zona. Ruolo rilevante assumono infatti gli insaccati, i salumi e i formaggi. Un pranzo a Cerreto può essere preceduto dalla degustazione delle "scagnuzzell", bruschette allietate da dadini di [[pomodoro]], [[aglio]], [[olio di oliva]] e [[origano]]. Come primi piatti sono favoriti quelli a base di carne come quelli a base di [[ragù]], magari con l'aggiunta di [[ricotta]] di [[pecorino]]. Gli "abbuoti", interiora di agnello bollite, sono invece serviti per secondo. Un'intera parte della ricettistica culinaria cerretese è riservata al Virno o fungo di San Giorgio (''[[Calocybe gambosa]]''), fungo primaverile che cresce nella ''parata'', vasto pascolo d'altura sito su Monte Coppe. Con il Virno si possono guarnire numerose pietanze: dalle tagliatelle alle frittate, dalle scaloppine alle bruschette.
 
=== Eventi ===
Di seguito i principali eventi cerretesi:<ref>Le tabelle con i relativi elenchi dettagliati delle manifestazioni folcloristiche, delle feste religiose, dei festival-concorsi e delle sagre sono riportate nel libro ''Nel territorio del Titerno c<nowiki>'</nowiki>è...'', edito dalla Comunità Montana del Titerno, anno 1997, pp. 20-22.</ref>
* Presepiarte (dicembre-gennaio): mostra annuale di presepi artistici (non avvenuta nel 2013)<ref>{{cita web|http://lapilli.eu/index.php/attualita-2/81-eventi/1938-auto-depoca-a-cerreto-sannita-bn-nellambito-della-16-edizione-di-presepiarte|Auto d'Epoca a Cerreto Sannita (BN) nell'ambito della 16ª edizione di PRESEPIARTE|24 maggio 2014}}; {{cita web|url=http://www.sanniolife.it/sanniolife/?p=5984|titolo=Cerreto Sannita: il 7 dicembre si inaugura Presepiarte 2012|accesso=24 maggio 2014}}</ref>
* Biennale di arte ceramica contemporanea (nel 1998, 2000 e 2002): ha coinvolto artigiani locali e di altre parti d'Italia<ref>{{cita news|url=http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx/VisArticolo.aspx?IdArt=288495&KeyW=sanniti|titolo=Si inaugura la III Biennale - Manifesto per la ceramica a Cerreto Sannita|pubblicazione=Il Denaro|data=22 giugno 2002|accesso=24 maggio 2014}}</ref>
* Festa del Lavoro (1º maggio) organizzata dalla [[Società operaia di Cerreto Sannita]]
* Sagra degli asparagi (maggio)
* Sagra del virno (maggio): il virno è un fungo comune sui monti del Matese. In occasione della sagra viene anche promosso il patrimonio artistico locale con visite guidate ed aperture straordinarie.<ref>{{cita web|url=http://www.mondodelgusto.it/2010/05/04/tre-giorni-dedicati-alla-gastronomia-con-sagra-del-virno-cerreto-sannita-benevento/|titolo=Tre giorni dedicati alla gastronomia con la Sagra del Virno a Cerreto Sannita (Benevento)|accesso=24 maggio 2014}}</ref>
* Pane e olio in frantoio (novembre): una sagra dedicata principalmente alla produzione locale di olio di oliva, con visite guidate ai frantoi.<ref>{{cita news|url=http://www.ntr24.tv/it/news/Titerno/domenica-dellolio-il-17-novembre-a-cerreto-sannita.html|titolo=Domenica dell'olio: il 17 novembre a Cerreto Sannita|pubblicazione=NTR24|data=4 novembre 2013|accesso=24 maggio 2014}}</ref>
 
== Persone legate a Cerreto Sannita ==
<!-- ***************************************************
RISPETTARE L'ORDINE ALFABETICO DEI COGNOMI.. GRAZIE
******************************************* -->
[[File:Banda Giordano Cerreto Sannita.jpg|thumb|[[Cosimo Giordano]] (primo a sinistra) assieme ad altri briganti]]
[[File:Micheleungaro.gif|thumb|upright|[[Michele Ungaro]], primo presidente della provincia di Benevento]]
* Antonio da Cerreto, dal 1539 docente di diritto civile presso l'Università di Napoli, non è da confondersi con quell'Antonello da Cerreto, notaio, che nel 1426 trascrisse gli antichi statuti di Telese;<ref>{{cita|Zazo|p. 15}}. 1973.</ref>
* [[Antonio Barbieri]], già Sindaco di Cerreto Sannita e deputato al Parlamento;
* Giuseppe Biondi, patriota e medico, è stato direttore degli Ospedali riuniti di Napoli;<ref>{{cita|Zazo|p. 47}}. 1973.</ref>
* Michele Biondi, notaio e docente, fu autore di numerose liriche e di saggi di contenuto romantico-sociale;<ref>{{cita|Zazo|p. 48}}. 1973.</ref>
* [[Salvatore Biondi]], collezionista d'arte e storico locale;
* Domenico Bruno, gesuita docente di filosofia vissuto a cavallo fra XVII e XVIII secolo;<ref>{{cita|Zazo|p. 54}}. 1973.</ref>
* [[Diomede III Carafa]], conte di Cerreto Sannita che nel 1541 concesse gli ''Statuti'' ai cerretesi, garantendogli autonoma amministrazione;
* [[Marzio Carafa]], decimo conte di Cerreto Sannita, promotore della ricostruzione di Cerreto Sannita all'indomani del sisma del 5 giugno 1688;
* [[Tommaso Carapella]], musicista barocco;
* Vincenzo Carizzi, patriota condannato all'esilio nel 1799;<ref>{{cita|Zazo|p. 76}}. 1973.</ref>
* [[Biagio Caropipe]], vescovo cerretese del XVI secolo;
* [[Giacomo da Cerreto]], vescovo di Cerreto nel XIV secolo;
* [[Eugenio Cattaneo]], vescovo dal 1606 al 1608, si adoperò per riformare il clero locale, in parte corrotto;
* [[Gennaro Ciaburri]], fra i primi ricercatori italiani ad opporsi alla [[vivisezione]];
* [[Al Di Meola]], chitarrista italo-americano il cui nonno era di origini cerretesi;
* [[Lucantonio D'Onofrio]], pittore locale autore di diversi dipinti conservati nella collegiata di San Martino;
* [[Giuseppe D'Andrea]], deputato e senatore del Regno;
* Martino Dalio, giudice della [[Gran Corte della Vicaria]] e poi Luogotenente a vita del Gran Camerlengo (1393);<ref>{{cita|Zazo|p. 111}}. 1973.</ref>
* [[Giovanni Battista de Bellis]], vescovo dal 1684 al 1693;
* Pietro De Blasiis, gesuita, nel 1680 pubblicò "Nobiltà in coppella", un audace libro che evidenziava la decadenza e le contraddizioni della classe nobiliare;<ref>{{cita|Zazo|p. 118}}. 1973.</ref>
* [[Salvatore del Bene]], vescovo di Cerreto dal 1929 al 1957;
* Agostino Di Lella, docente e storico locale (XIX secolo);<ref>{{cita|Zazo|p. 161}}. 1973.</ref>
* [[Domenico Franco]], chimico farmacista e storico locale;
* [[Pietro Paolo de Rustici]], vescovo dal 1637 al 1646;
* [[Pietro Paolo Fusco]], medico e poeta, nel 1907 fondò il giornale "L'Eco del Sannio";
* Carmine Giordano, musicista del XVIII secolo autore del ''Dormi, benigne Jesu'';
* [[Cosimo Giordano]], brigante, legato alle stragi di Pontelandolfo e Casalduni del 1861;
* [[Nicola Giustiniani]], ceramista del XVIII secolo;
* [[Antonio Guarino]], già professore ordinario di Istituzioni di Diritto Romano presso l'Università "Federico II" di Napoli, autore in particolare del celebre libro di testo "Diritto Privato Romano";
* [[Silvestro Jacobelli]], scultore cerretese poi emigrato in Messico;
* [[Vincenzo Lupoli]], vescovo dal 1792 al 1800;
* [[Giovanni Battista Manni]], progettista dell'attuale centro abitato (1688);
* [[Angelo Massarelli]], vescovo di Cerreto, segretario del [[Concilio di Trento]];
* [[Michele Mattei]], medaglia d'oro al valor militare (1941);
* [[Vincenzo Mazzacane]], magistrato, collezionista d'arte e storico locale;
* [[Andrea Mazzarella]], patriota e poeta illuminista;
* [[Giuseppe Mazzarelli]], calciatore svizzero, ha militato anche nel [[Associazione Sportiva Bari|Bari]]<ref name="Mazzarelli, un jolly difensivo per il Bari">{{cita web|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/agosto/26/Mazzarelli_jolly_difensivo_per_Bari_ga_0_0008261903.shtml|editore=La Gazzetta dello Sport|accesso=13 giugno 2013|titolo=Mazzarelli, un jolly difensivo per il Bari">}}</ref>;
* [[Nicolò Russo]], ceramista cerretese dei primi anni del XVIII secolo;
* [[Francesca Sanframondi]], fondatrice del Monastero delle Clarisse nel 1369;
* [[Luigi Sodo]], vescovo del quale è stata avviata la beatificazione;
* [[Michele Ungaro]], primo presidente della provincia di Benevento, deputato e sindaco di Cerreto Sannita;
* [[Antonio Venditti]], avvocato, deputato per quattro legislature.
 
== Geografia antropica ==
[[File:Torino nel 1673.png|thumb|Mappa della città di [[Torino]] come appariva nel [[1673]]. [[Giovanni Battista Manni]] nella progettazione del centro storico di Cerreto Sannita si ispirò ad un rione del capoluogo piemontese. Da ciò deriva l'appellativo di "piccola Torino".]]
=== Urbanistica ===
Il centro storico di Cerreto Sannita, ricco di scorci suggestivi, si presenta in stile [[tardo barocco]] con le strade che si intersecano sul modello romano dei cardini e dei decumani. Tale particolare fisionomia urbanistica è dovuta alla ricostruzione su progetto che avvenne dopo il terremoto del 5 giugno 1688. Per questo motivo Cerreto viene appellata anche come "[[città di fondazione]]" o "città pensata".
 
La ricostruzione in un sito diverso dal precedente, più a valle, venne decisa dal feudatario Marzio Carafa, appoggiato dal fratello Marino Carafa e dal Vescovo di Cerreto Giambattista De Bellis, nonostante le vive proteste di alcuni cittadini.
 
Il progetto, o meglio, la "squadratura" delle aree e degli isolati della nuova cittadina fu affidato al regio ingegnere [[Giovanni Battista Manni]] di Napoli, che si ispirò ad un rione di [[Torino]]. Questi successivamente progettò anche alcuni degli edifici più significativi, come le carceri feudali e la Collegiata di San Martino.<ref>{{cita|Pescitelli4|cap. I|Pescitelli}}, 2001.</ref>
 
La ricostruzione di Cerreto Sannita ''ex novo'' non può paragonarsi a quella dei centri della [[Val di Noto]] in [[Sicilia]], distrutti dal [[terremoto del 1693]], condividendo però con essa elementi di singolarità e di novità. Elemento comune, in entrambi i casi, è la motivazione che ha spinto alla ricostruzione come il forte peso avuto dai feudatari, l'uso di un disegno complessivo di intervento e alcune tematiche economico-sociali che hanno influenzato la decisione finale. Importante è l'aspetto legato ai rapporti di forza che si sono instaurati tra le diverse componenti sociali della cittadina: il conte Marzio Carafa, la Chiesa ed i ceti mercantili.<ref>{{cita|Ciaburri|p. 325|Ciaburri1}}, 2001.</ref>
 
Tre furono gli isolati base che il Manni tenne presente, destinati ad altrettante tipologie abitative:
* isolati a ''corte'', nati per ospitare i palazzi dei signori;
* isolati a ''spina'', lunghi e stretti, per gli artigiani, gli operai ed il ceto meno abbiente;
* isolati a ''blocco'', per ospitare gli edifici di culto e del clero.
 
Alcuni ritengono che la ricostruzione di Cerreto Sannita sia avvenuta osservando dei criteri antisismici. l'architetto Nicola Ciaburri, studioso di urbanistica, preferisce parlare più in generale di "cultura della protezione civile".<ref>Billy Nuzzolillo, ''Cerreto Sannita: un esempio di ricostruzione post sismica'', Sanniopress, 2003.</ref>
 
Si notano, infatti, diversi accorgimenti antisismici nella costruzione della nuova Cerreto: murature molto spesse, larghe fino a circa un metro, capaci di resistere agli spostamenti di tipo orizzontale di una scossa sismica; cantine con copertura a [[volta (architettura)|volta]], le cui mura interrate sono in grado di reggere qualsiasi carico venga dall'alto; una particolare distribuzione degli ambienti interni delle case, con la cucina al piano superiore e le camere da letto al pianoterra, in modo che fosse più agevolata l'uscita in caso di sisma notturno; infine, le strade larghe per agevolare il passaggio dei soccorsi, e la dislocazione di tre grandi piazze nelle parti centrali, meridionale e settentrionale della cittadina allo scopo di raccogliere i superstiti.
 
Tuttavia, un elemento negativo che testimonia l'assenza di una vera e propria cultura antisismica è la costruzione delle abitazioni lungo i pendii, oggettivamente instabili, dei due torrenti Turio e Cappuccini.
 
=== Suddivisioni storiche ===
[[File:Sp cerreto guardia.JPG|thumb|La strada provinciale Cerreto Sannita – Guardia Sanframondi segna il confine fra le "Cesine di Sopra" e le "Cesine di Sotto", due dei cinque consigli di contrada previsti dallo statuto comunale]]
 
La suddivisione storica del centro antico è espressa tradizionalmente in rioni:<ref>{{cita|Cofrancesco|p. 137.}}</ref>
# La Cartoniera (via Nicotera);
# La Cattedrale;
# La Costa di San Vito (via Coste);
# Dietro dai Caprai (via Belle Donne);
# Dietro alle Vigne (via Massarelli);
# Dietro San Nicola (piazza Mazzacane);
# La Quinta Armata (via Chiaie);
# La Tinta (via Tinta);
# Capo da fuori (via Mazzarella);
# Spineto (via Fabbri);
# San Martino (Piazza Vittorio Emanuele);
# Sopra dalle Monache (Piazza Roma);
# Sulla Villa (Piazza Luigi Sodo);
# San Gennaro;
# Santa Maria;
# San Rocco.
 
=== Suddivisioni amministrative ===
[[File:Cerreto Sannita-Edicola Fappiano.gif|thumb|upright|Edicola in ceramica cerretese del [[XVIII secolo|Settecento]]]]
 
L'articolo 48 dello [[statuto comunale]] approvato nel 2005 ha suddiviso<ref>{{cita web|url=http://incomune.interno.it/statuti/statuti/cerreto_sannita.pdf|titolo=Statuto comunale di Cerreto Sannita|accesso=22 giugno 2011|formato=pdf|editore=Ministero dell'Interno}}</ref> il territorio comunale in cinque consigli di contrada:
# Madonna della Libera – Raone – Trocchia – Madonna del Carmine – San Giovanni;
# Sant'Anna – Pontecolonna – Madonna del Soccorso;
# Montrino – Cerquelle – Madonna delle Grazie&nbsp;– Pezzalonga;
# Cesine di Sopra;
# Cesine di Sotto&nbsp;– Dodici Angeli&nbsp;– Acquara.
 
I consigli di contrada, previsti sia dallo statuto comunale del 2005 che da quello precedente del 1990, non sono mai entrati in funzione a causa della mancata approvazione dei regolamenti attuativi previsti dagli stessi statuti.
 
== Economia ==
Per secoli l'economia di Cerreto Sannita si è basata sul commercio e sull'industria dei panni [[lana]]. La lavorazione dei panni di lana aveva creato un vero e proprio indotto con diversi opifici ciascuno competente per una determinata fase della produzione. Esistevano infatti le [[gualchiere]], le cartoniere e le tintorie, rispettivamente per sodare e follare i panni, pressarli e uniformarli, ed infine tingerli. La sola [[Universitas]] possedeva nel [[1625]] quattordici gualchiere date in fitto a privati cerretesi. Questa importante fonte redditizia iniziò a scemare dopo l'[[Unità d'Italia]] a causa della forte concorrenza delle industrie settentrionali.<ref>[[Domenico Franco]], ''L<nowiki>'</nowiki>industria ed il commercio dei panni lana nell'antica e nuova Cerreto'', ristampa a cura della Pro Loco, 2003.</ref>
 
Dagli anni 1970 del XIX secolo l'economia si basa essenzialmente sul settore dei servizi e del turismo anche se un ruolo consistente continua ad essere rivestito dal settore primario e in particolare dall'agricoltura. Numerose sono le colture agricole sparse nel territorio comunale come gli oliveti, i vigneti ed i frutteti.
 
La produzione dell'[[olio di oliva|olio extravergine di oliva]] (Cerreto Sannita è anche città dell'olio) avviene in quattro frantoi visitabili nel mese di novembre in occasione dell'iniziativa "Le domeniche dell'Olio".<ref>{{cita web|url=http://sanniobeneventano.mondodelgusto.it/2009/10/28/domeniche-dell-olio-cerreto-sannita-benevento/|titolo=Le domeniche dell'Olio 2009|accesso=25 giugno 2011|editore=Sannio beneventano|data=28 ottobre 2009}}</ref>
 
Nel territorio comunale sono inoltre presenti numerose botteghe di ceramisti che continuano a riprodurre il vasto repertorio della ceramica artistica tradizionale di Cerreto Sannita e di [[San Lorenzello]].
 
Nel 2009 i dichiaranti [[IRPEF]] erano 1.440 (il 34,2% della popolazione) per un importo complessivo di euro 29.055.244. Nel 2010 i dichiaranti IRPEF erano scesi lievemente a 1.436 (34,5% della popolazione) per un importo complessivo di euro 29.223.554, salito nel 2011 a euro 30.507.350.<ref>{{cita web|http://www.comuni-italiani.it/062/023/statistiche/redditi.html|Redditi IRPEF comune di Cerreto Sannita|24 maggio 2011|editore=comuni-italiani.it}}</ref>
 
Il reddito pro capite negli anni 2009 e 2011 era rispettivamente di euro 6.903 e 7.505. In entrambi i casi il valore era inferiore rispetto alla media nazionale.<ref name=autogenerated2 />
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Cerreto Sannita è attraversata dalla Strada Provinciale 76 della [[provincia di Benevento]], che da un lato la connette a [[Guardia Sanframondi]] ed all'ex [[Strada statale 87 Sannitica]], dall'altro invece conduce a [[Cusano Mutri]] e [[Pietraroja]]. La Strada Provinciale 79 connette invece la cittadina alla [[Strada statale 372 Telesina]].
 
I trasporti interurbani di Cerreto Sannita vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da [[Ente Autonomo Volturno|EAV]] per [[Napoli]] e [[Benevento]]<ref>{{cita web|url=http://www.eavcampania.it/web/it/content/orario-autobus|titolo=EAV orari|accesso=26 ottobre 2014}}</ref> e dalle autolinee Ferrazza per [[Telese Terme]].<ref>{{cita web|url=http://www.ferrazza.it/pdf/autolineeferrazza-orari-2014.pdf|titolo=Autolinee Ferrazza|accesso=26 ottobre 2014}}</ref>
 
La stazione ferroviaria di riferimento è quella di [[Stazione di Telese-Cerreto|Telese-Cerreto]] sulla linea Caserta-Benevento.
 
== Amministrazione ==
[[File:Cerreto sannita salaconsiliare.JPG|thumb|Scorcio della sala del [[Consiglio comunale]] sita all'interno di [[palazzo Sant'Antonio]]]]
{{vedi anche|Sindaci di Cerreto Sannita}}
Gli uffici comunali hanno sede in [[palazzo Sant'Antonio]].
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Cerreto Sannita si è distinta in sede regionale e nazionale per l'alta percentuale di [[raccolta differenziata]] ottenendo nel 2009 e nel 2010 il premio dei comuni ricicloni. Dal 2008 la raccolta differenziata è effettuata con il metodo "porta a porta". Nella tabella a lato vengono riportati i dati della raccolta differenziata per anno.<ref>{{cita web|url=http://www.mysir.it/index.php?dettaglio=true&dsccmn=Cerreto%20Sannita&year=2014&mese=00&codrgnistat=15&codprvistat=062&codcmnistat=062023|editore=Comuni Ricicloni|titolo=Dati sulla raccolta differenziata per anno|accesso=5 dicembre 2014}}</ref>
 
{| class="wikitable" style="float:left;"
| colspan="2" align="center" |Raccolta differenziata per anno
|-
| [[2007]]
| 14,62%
|-
| [[2008]]
| 75,64%
|-
| [[2009]]
| 74,96%
|-
| [[2010]]
| 66,49%
|-
| [[2011]]
| 73,22%
|-
| [[2012]]
| 67,15%
|-
| [[2013]]
| 67,97%
|}
 
Nel 2004 la cittadina è stata insignita dal [[Touring Club Italiano]] del marchio di qualità turistico ambientale dell'entroterra "[[Bandiera arancione]]"<ref>{{cita web|url=http://www.bandierearancioni.it/comune/84/Cerreto-Sannita-BN/|titolo=Cerreto Sannita bandiera arancione del T.C.I.|accesso=15 luglio 2010|editore=bandierearancioni.it}}</ref> con la seguente motivazione: ''La località ha sviluppato una propria identità turistica basata sull'offerta di artigianato locale e di prodotti enogastronomici. Particolarmente attiva nell'organizzazione di rassegne focalizzate su questi prodotti. Cerreto viene definita "Città pensata" per la sua conformazione urbana regolare. Fu infatti totalmente ricostruita dopo che il terremoto del 1688 la rase al suolo. La località fu appunto "pensata" sulla base di un progetto del "Regio Ingegnero" Giovan Battista Manna. Cerreto Sannita si presenta infine pulita e curata.''<ref>{{cita web|http://www.bandierearancioni.it/comune/84/Cerreto-Sannita-BN/|Cerreto Sannita bandiera arancione|24 maggio 2011|editore=bandierearancioni.it}}</ref>
 
Il comune è socio fondatore dell'Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC) che raggruppa i centri di produzione ceramica più importanti della penisola.
 
Fa parte della [[Comunità Montana Titerno e Alto Tammaro]].
 
Il mercato settimanale si tiene la [[domenica]] mattina lungo via Sannio e via [[Andrea Mazzarella]].
 
== Sport ==
[[File:Squadra cerreto-anni70.jpg|thumb|Squadra calcistica di Cerreto Sannita (anni settanta)]]
Sino al 2008 a Cerreto Sannita operavano due diverse squadre [[calcio (sport)|calcistiche]]: La Cerretese e il Real Cerreto. Nel 2014 sono attive due società dilettantistiche: la A.S.D. Libertas Cerreto, fondata nel 2009, e il Real Cominium, non più attivo.<ref>{{cita web|http://realcerreto.com/societa/|Real Cerreto: la Società|26 ottobre 2014}}</ref>
 
La Libertas Cerreto milita nella serie D del calcio a cinque.<ref>{{cita web|http://www.areadirigore.net/calcio-a-5-serie-d-coppa-italia-i-risultati-delle-sannite/|Calcio a 5, serie D: Coppa Italia|26 ottobre 2014}}</ref>
 
Riguardo al calcio a cinque femminile è presente la Polisportiva Cerreto Sannita che nel 2011 è approdata in serie A.<ref>{{cita web|http://www.vivitelese.it/2011/05/calcio-a-5-femminile-la-polisportiva-cerreto-sannita-approda-in-serie-a/|ViviTelese: La Polisportiva Cerreto Sannita approda in serie A|accesso=25 giugno 2011|data=3 maggio 2011|editore=ViviTelese.it|autore=Nicola Durante}}</ref>
 
Nel comune sono presenti due strutture sportive pubbliche: lo stadio comunale e un impianto sportivo polivalente coperto.
 
== Note ==
{{references|strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|AA.|VV.|Cerreto Sannita: Testimonianze d'arte tra Sette e Ottocento|1991|Edizioni Scientifiche Italiane|Napoli|cid=Testimonianze}}
* {{cita libro|AA.|VV.|Cerreto Sannita|2010|Società Operaia di Cerreto Sannita|Cerreto Sannita|cid=Cerreto}}
* {{cita libro|AA.|VV.|Guida di Cerreto Sannita|1995|Pubblitaf|Cerreto Sannita|cid=Guida}}
* {{cita libro|AA.|VV.|La Ceramica di Cerreto Sannita e San Lorenzello|2007|E.C.S.C.S.L.M.|San Lorenzello|cid=Ceramica}}
* {{cita libro|AA.|VV.|La Chiesa di San Gennaro Vescovo in Cerreto Sannita|1/1998|estratto dalla rivista "Samnium"|cid=Chiesa}}
* {{cita libro|Salvatore|Biondi|Storia delle antichissime ceramiche di Cerreto Sannita|1970||Benevento|cid=Biondi}}
* {{cita libro|Nicola|Ciaburri|Di Città cadute per tremuoti... in: Cerreto Sannita - Laboratorio di progettazione 1988|1989|Kappa|Roma|cid=Ciaburri2}}
* {{cita libro|Nicola|Ciaburri|La ricostruzione di Cerreto Sannita dopo il terremoto del 1688 in: Illuminismo meridionale e Comunità locali|1987|Guida|Napoli|cid=Ciaburri1}}
* {{cita libro|Elena|Cofrancesco|La Parlata Cerretese: "L C'rratèn"|1990|A.S.C.C.|Cerreto Sannita|cid=Cofrancesco2|ed=1}}
* {{cita libro|Elena|Cofrancesco|La Parlata Cerretese: "L C'rratèn"|2002|A.S.C.C.|Cerreto Sannita|cid=Cofrancesco|ed=2}}
* {{cita libro|Vincenzo|Mazzacane|Memorie storiche di Cerreto Sannita|1990|Liguori|Napoli|cid=Mazzacane|ISBN= 8820719282}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|Cerreto Sacra: volume secondo|2011|TetaPrint|Cerreto Sannita|cid=Cerreto Sacra v. II}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|Chiesa Telesina: luoghi di culto, di educazione e di assistenza nel XVI e XVII secolo|1977|Auxiliatrix|Benevento|cid=Pescitelli1}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|La Chiesa Cattedrale, il Seminario e l'Episcopio in Cerreto Sannita|1989|Laurenziana|Napoli|cid=Pescitelli2}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|La Chiesa Collegiata di San Martino Vescovo in Cerreto Sannita|1990|Don Bosco|Telese Terme|cid=Pescitelli3}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|Palazzi, Case e famiglie cerretesi del XVIII secolo: la rinascita, l'urbanistica e la società di Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688 |2001|Don Bosco|Telese Terme|cid=Pescitelli4}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|La Chiesa di San Rocco in Cerreto Sannita|2004|Di Lauro|Cerreto Sannita|cid=Pescitelli5}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|I Francescani Conventuali a Cerreto Sannita|2002|Diocesi di Cerreto, Telese, Sant'Agata de Goti|Cerreto Sannita|cid=Pescitelli6}}
* {{cita libro|Renato|Pescitelli|Pietro Paolo Fusco nella Cerreto del primo '900|1969|A.B.E.T.E.|Benevento|cid=Pescitelli7}}
* {{cita libro|Pro Loco|Cerreto Sannita|Una passeggiata nella storia|2003|Di Lauro|Cerreto Sannita|cid=ProLoco}}
* {{cita libro|Mario|Rotili|L'Arte nel Sannio|1952|Ente Provinciale per il Turismo|Benevento|cid=Rotili}}
* {{cita libro|Nicola|Rotondi|Memorie storiche di Cerreto Sannita|1870|manoscritto inedito conservato nell'Archivio comunale|Cerreto Sannita|cid=Rotondi}}
* {{cita libro|Nicola|Vigliotti|I Giustiniani e la ceramica cerretese|1970|LER|Napoli|cid=Vigliotti}}
* {{cita libro|Nicola|Vigliotti|L'epitaffio dimenticato: rilevanze storiche|2007|A. Di leone & C.|Cerreto Sannita|cid=Vigliotti2}}
* {{cita libro|Nicola|Vigliotti|Il Culto Micaelico nella Grotta della Leonessa|2000|Comunità Montana del Titerno|Cerreto Sannita|cid=Vigliotti3}}
* {{cita libro|Alfredo|Zazo|Dizionario Bio-Bibliografico del Sannio|1973|Fausto Fiorentino|Napoli|cid=Zazo}}
 
== Voci correlate ==
* [[:Categoria:Architetture di Cerreto Sannita|Architetture di Cerreto Sannita]]
* [[Ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello]]
* [[Cerreto antica]]
* [[Chiese di Cerreto Sannita]]
* [[Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti]]
* [[:Categoria:Musei di Cerreto Sannita|Musei di Cerreto Sannita]]
* [[:Categoria:Persone legate a Cerreto Sannita|Persone legate a Cerreto Sannita]]
* [[Storia di Cerreto Sannita]]
* [[:Categoria:Vescovi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti|Vescovi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Cerreto Sannita|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.cerretosannita.bn.it/|Sito ufficiale del comune di Cerreto Sannita}}
* {{cita web|https://sites.google.com/site/visitacerretosannita/le-10-cose-da-vedere-e-fare-a-cerreto-sannita|Dieci cose da fare e vedere a Cerreto Sannita}}
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=qhCJ2WaY5igC&pg=PA325&lpg=PA325&dq=%22nicola+ciaburri%22&source=web&ots=HvM346fseQ&sig=6NtDCi7vVn-Gcvir-99v_yaYHRQ&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=7&ct=result#PPA344,M2-|titolo=Testo sulla ricostruzione}}
 
{{Cerreto Sannita}}
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{{vetrina|24|giugno|2011|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Cerreto_Sannita|Campania}}
 
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