Simboli di Milano e Giochi senza frontiere: differenze tra le pagine

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{{F|programmi televisivi|ottobre 2012}}
[[File:CoA Città di Milano.svg|thumb|Stemma storico di Milano in uso sin dagli anni '90 del XX secolo. |alt=Stemma storico di Milano in uso sino agli anni '90 del XX secolo. ]]
{{Programma
|titolo italiano = Eurogames
|altri nomi = Giochi senza frontiere
|titolo originale = Jeux sans frontières
|immagine = Jsf.gif
|paese =
|anno prima visione = [[1965]]-[[1982]], [[1988]]-[[1999]]
|genere = Game show
|edizioni = 30
|puntate =
|durata =
|lingua originale =
|conduttore = [[#Conduttori|Vari]]
|produttore = Unione Europea di Radiodiffusione
|rete TV =
|rete TV italiana = [[Rai 2]] (1965-1982)
|rete TV italiana 2 = [[Rai 1]] (1988-1999)
|rete TV italiana 5 = [[Canale 5]] (2019)
}}
{{Citazione|Attention! Trois, deux, un... (fischio d'inizio)|La frase di partenza dettata in francese da [[Gennaro Olivieri]] e [[Guido Pancaldi]] prima della partenza dei concorrenti}}
 
'''''Giochi senza frontiere''''' (in [[lingua francese|francese]] ''Jeux sans frontières'', in sigla ''JSF'') era un programma televisivo prodotto dall'[[Unione Europea di Radiodiffusione]] (UER) e derivato dal programma francese ''[[Intervilles]]'', a sua volta ispirato all'italiano ''[[Campanile sera]]''. Nel [[Regno Unito]] andava in onda con il titolo ''It's a Knockout'' (titolo anche del ''Campanile sera'' locale), mentre in tutti gli altri paesi era la traduzione fedele di quello francese. Il programma è andato in onda dal [[1965]] al [[1982]] e successivamente dal [[1988]] al [[1999]].
Lo '''stemma della Città di [[Milano]]''' è costituito da uno [[Scudo francese moderno|scudo sannitico]] di color [[Argento (araldico)|argento]] su cui è presente una [[Croce (araldica)|croce]] [[Rosso (araldica)|rossa]]. Lo scudo è [[Timbro (araldica)|timbrato]] da una [[corona (araldica)|corona]] da [[Città d'Italia|città]].
 
== BlasonaturaStoria ==
{{Vedi anche|Edizioni di Giochi senza frontiere}}
[[File:Milano-Gonfalone 2.png|180px|right|Gonfalone della città]]
L'idea del programma fu del presidente francese [[Charles de Gaulle]], che voleva che i giovani francesi e tedeschi si incontrassero in un torneo di giochi allo scopo di rafforzare l'amicizia tra [[Francia]] e [[Germania]]. Nel 1965, tre francesi ([[Pedro Brime]], [[Claude Savarit]] e [[Jean-Louis Marest]]) proposero l'idea dei giochi anche ad altri paesi europei<ref>{{cita web|http://www.giochisenzafrontiere.net/storia.htm|Jsfnet Italia - Storia}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/GIOCHI-.aspx|titolo=La sfida europea dei "Giochi senza frontiere"|autore=Fulvio Fulvi|sito=avvenire.it|accesso=27 novembre 2015}}</ref>.
Lo [[stemma]] è stato approvato con Decreto CG del 19 marzo [[1934]]. La descrizione dei simboli della città è così riportata nello statuto comunale:<ref>''[http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/jsp/fibm-cdm/FDWL.jsp?cdm_cid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/In%20Comune%20%20Normativa/8473278045028a66a457bf51a173c8e3/false&cdm_acid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/Statuto%20del%20Comune%20di%20Milano%20-%2033b4d1004549323ab616f668be630724/33b4d1004549323ab616f668be630724/false Statuto del Comune di Milano], pag. 2, art. 4</ref>
{{Citazione|1. Il gonfalone storico, insignito della medaglia d'oro della Resistenza, e raffigurante Sant'Ambrogio, vescovo eletto dal popolo, è il gonfalone di Milano.<br />2. Lo stemma della Città di Milano è araldicamente così descritto: d'argento (bianco) alla croce di rosso, cimato di corona turrita (un cerchio d'oro aperto da otto pusterle), e circondato ai lati nella parte inferiore da fronde verdi di alloro e di quercia annodate con un nastro tricolore.<br />3. La [[Bandiera di Milano|bandiera del Comune di Milano]] è costituita da una croce rossa su sfondo bianco.}}
 
La prima edizione andò in onda nel [[1965]] e poi ogni estate ininterrottamente fino al [[1982]]; dopo una sospensione di alcuni anni, il programma riprese nel [[1988]] e andò avanti fino al [[1999]]. Essi erano una sorta di [[Giochi olimpici|olimpiadi]] dove ogni nazione partecipante era rappresentata, in ogni puntata, da una diversa città o (più spesso) cittadina che sfidava in prove molto divertenti e bizzarre le città delle altre nazioni. In quasi tutte le edizioni ciascuna puntata veniva ospitata in una delle città partecipanti alla puntata stessa; nelle ultime quattro edizioni i giochi furono disputati in un'unica sede. Alla prima edizione parteciparono [[Belgio]], [[Francia]], [[Germania Ovest]] e [[Italia]], e nel corso degli anni si avvicendarono in totale 20 nazioni. L'Italia è stata l'unica nazione che ha partecipato a tutte le edizioni estive della manifestazione che, inizialmente limitata a nazioni del [[Mercato Europeo Comune]], [[Regno Unito]] (poi entratovi) e [[Svizzera]], venne poi abbandonata da alcune di queste, sostituite da altre nazioni europee.
Il [[gonfalone]] è decorato dalle seguenti onorificenze:
* [[Città decorate con medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"|Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale]] del 13 marzo [[1898]]
* [[Medaglia d'oro al valor militare]] del 15 marzo [[1948]].
 
Dal 1966 al 1982 gli arbitri ufficiali furono gli [[Svizzera|svizzeri]] [[Gennaro Olivieri]] e [[Guido Pancaldi]]<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/28211/guido-pancaldi-morto|titolo=È morto Guido Pancaldi, arbitro di Giochi senza frontiere|editore=tvblog.it|accesso=20 ottobre 2013}}</ref>. Alla ripresa vi fu il belga Denis Pettiaux (già concorrente nel 1981 e 1988) affiancato prima da Bernard Galley poi da Carlo Pegoraro.
== Storia ==
=== Origine ===
[[File:Milano-Gonfalone.png|thumb|left|Altra faccia del gonfalone di Milano|264x264px]]
La leggenda vuole che la [[Croce di San Giorgio|croce rossa in campo argento]] venisse data quale insegna ai milanesi da [[papa Gelasio I]] nella persona di Alione Visconti, ipotetico ''maestro di campo generale'' dell'esercito cittadino contro [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli [[Ostrogoti]], ma questa ipotesi non regge alla verifica storica.<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 12</ref> Nel [[1038]], quando l'arcivescovo [[Ariberto da Intimiano]] arma la plebe e le dà il [[Carroccio]], Milano non aveva ancora uno stemma ma secondo il cronista Arnolfo, testimone oculare, dall'antenna del Carroccio pendevano due fasce di tessuto candido e sul Carroccio era bensì presente una croce ma si trattava di una [[croce latina]] in legno attaccata più in basso delle fasce e sopra l'[[altare]], usata per la celebrazione dei riti religiosi.<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 13</ref>
 
In Italia il programma venne trasmesso, dall'inizio fino al [[1982]] (anno in cui terminò la prima serie), sul Secondo Programma, l'odierna [[Rai 2]]; dal [[1971]] al [[1977]] venne condotto da [[Giulio Marchetti]] e [[Rosanna Vaudetti]] e trasmesso [[televisione a colori|a colori]] già dal [[1973]], nonostante la Rai non avesse ancora adottato ufficialmente il colore; con l'inizio del secondo ciclo, nel [[1988]], venne trasmesso su [[Rai 1]]. L'Italia ha vinto 4 volte: nel [[1970]], [[1978]], [[1991]] e [[1999]].
L'adozione del simbolo della croce rossa in campo argento risale sicuramente ad un'epoca successiva alla [[prima crociata]], infatti tutti gli studiosi sono concordi nel non ammettere l'esistenza di simboli [[Araldica|araldici]] prima di allora. La leggenda vuole che la croce venisse adottata dai crociati milanesi nel corso della conquista del [[Santo Sepolcro (biblico)|Santo Sepolcro]].<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 14</ref>
 
Vennero disputate anche venti edizioni invernali, chiamate ''Giochi sotto l'albero'' e ''Questa pazza pazza neve''.
Inizialmente, alla fondazione del [[comune medievale]] ([[1045]]), fu usato uno scudo [[partito (araldica)|partito]] di bianco (simbolo del [[popolo]]) e di rosso (simbolo dei [[Nobiltà|nobili]]); l'adozione della croce rossa in campo bianco risale al [[XII secolo]] epoca in cui, quale segno di maggiore autonomia dall'[[Sacro Romano Impero Germanico|Impero]], fu adottata da altre città.<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 16</ref> [[Giorgio Giulini]] riporta nelle sue ''Memorie'' che lo storico [[lodi]]giano Morena vide personalmente nel [[1160]] il [[Carroccio]] sul quale svettava una «un grandissimo vessillo bianco colla croce rossa».<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 18</ref> All'epoca la croce rossa in campo bianco costituiva solo il ''Vexillum publicum'' del comune, esistendo anche il ''Vexillum civitas'' ([[biscione (araldica)|biscione]] azzurro in campo bianco, divenuto poi [[Stemma del ducato di Milano|stemma dei Visconti e del ducato di Milano]]) e il ''Vexillum populus'' (l'effigie di Sant'Ambrogio).
[[File:Vessillo della Repubblica Ambrosiana (1447-1450).jpg|thumb|Ipotetico stendardo dell'Aurea Repubblica Ambrosiana|295x295px]]
La prima testimonianza dello stemma nella forma attuale è del [[XIV secolo]] e si trovava sull'arca di [[Azzone Visconti]] presente nella [[chiesa di San Gottardo in Corte]], ora perduta, dove era raffigurato sant'Ambrogio portante il vessillo bianco con la croce rossa.<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 20</ref> In seguito, sotto il dominio dei Visconti, lo stemma fu solitamente sostituito dal biscione, emblema della famiglia Visconti e del [[ducato di Milano]] tornando ad essere, forse, usato durante il breve periodo dell'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]] ([[1447]]-[[1450]]), due [[arazzo|arazzi]] presenti nel Fahnenbuch (libro delle bandiere) del [[1647]] e attribuiti alla Repubblica Ambrosiana vengono ritenuti di valore storico dubbio.<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 120</ref>
 
Il successo di ''Giochi senza frontiere'' superò qualsiasi previsione e risultò travolgente in tutta [[Europa]]. Nel [[1977]] una puntata di ''Giochi senza frontiere'' fece segnare un'audience di 17 milioni di spettatori, ma secondo {{chiarire|alcune fonti|quali?}} la trasmissione avrebbe toccato i venti milioni. Anche con la ripresa del 1988 il programma ebbe un notevole successo, nonostante il periodo estivo.
Nei secoli successivi il simbolo fu talvolta arricchito con la testa di Sant'Ambrogio e a partire dal [[XVI secolo]] incominciarono ad apparire altri ornamenti quali [[Scudo a cartoccio|cartocci]], corone, fronde che arrivarono all'eccesso nel secolo successivo.
 
{| class="wikitable sortable"
=== Epoca asburgica e napoleonica ===
!Paese
[[File:Milano-Stemma napoleonico.png|upright=0.7|thumb|left|Stemma concesso da Napoleone]]
!Anni di partecipazione
A partire dal [[1805]] Milano divenne prima capitale della [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica Italiana]] e poi del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] voluto da [[Napoleone Bonaparte]]. Con la [[rivoluzione francese]] tutti gli stemmi, considerati ''simboli di schiavitù'', vennero aboliti ma, successivamente, Bonaparte ripristinò la possibilità di avere un blasone e per evitare abusi il 17 gennaio [[1812]] decretò dalle [[Palazzo delle Tuileries|Tuileries]] che ''nessuna città, nessun comune o pubblico stabilimento avesse ad esporre stemma particolare se prima non ne avesse ottenuta la espressa concessione con lettere patenti''. Milano ebbe, il 9 gennaio [[1813]], la concessione di un nuovo stemma la cui blasonatura recitava:
!Edizioni
{{Citazione|Porta lo scudo d'argento colla croce piana e centrata di rosso; terminato dal capo di verde colla lettera N d'oro posta nel cuore e accostata da tre rose a sei foglie del medesimo; Cimato dalla corona murale a sette merli, d'oro, sormontata dall'aquila nascente al naturale, tenente tra gli artigli un caduceo d'oro in fascia. Il tutto accompagnato da due festoni intrecciati d'ulivo e di quercia dell'ultimo, divisi tra i due fianchi, ricongiunti e pendenti dalla punta}}
!Vittorie
Il [[Capo araldico|capo]] presente al di sopra dell'antico simbolo era quello delle [[buone città]] del regno. Comunque caduto Napoleone nel [[1814]] anche il relativo stemma fu dismesso.
|-
| {{BEL}}
| 1965-1982, 1988-1989
| 20
| 2
|-
| {{FRG}}
| 1965-1980
| 16
| 6
|-
| {{FRA}}
| 1965-1968, 1970-1982, 1988-1992, 1997-1999
| 25
| 3
|-
| {{ITA}}
| 1965-1982, 1988-1999
| 30
| 4
|-
| {{CHE}}
| 1967-1982, 1992-1999
| 24
| 2
|-
| {{GBR}}
| 1967-1982
| 16
| 4
|-
| {{NLD}}
| 1970-1977, 1997-1998
| 10
| 0
|-
| {{LIE}}
| 1976
| 1 (una puntata)
| 0
|-
| {{YUG 1943-1992}}
| 1978-1982, 1990
| 6
| 0
|-
| {{PRT}}
| 1979-1982, 1988-1998
| 15
| 5
|-
| {{ESP}}<ref>La Spagna avrebbe dovuto partecipare già nel 1971, ma poi, per motivi mai del tutto chiariti, la TVE ritirò la sua adesione.</ref>
| 1988, 1990-1992
| 4
| 1
|-
| {{SMR}}
| 1989-1991
| 3
| 0
|-
| {{WAL}}
| 1991-1994
| 4
| 0
|-
| {{TUN}}
| 1992
| 1
| 0
|-
| {{CSK}}
| 1992 (ma con sole città ceche)
| 1
| 1
|-
| {{CZE}}
| 1993-1995
| 3
| 2
|-
| {{GRC}}
| 1993-1999
| 7
| 0
|-
| {{HUN}}
| 1993-1999
| 7
| 3
|-
| {{SVN}}
| 1994, 1996-1997, 1999
| 4
| 0
|-
| {{MLT}}
| 1994-1995
| 2
| 0
|}
 
== Formula ==
Il 3 aprile [[1816]] l'imperatore [[Francesco I d'Austria]] con un decreto sostituiva alle frasche vegetali un ornamento in [[oro]] con la motivazione che l'oro, il più nobile dei metalli, meglio si addiceva ad una città regia e importante quale Milano era, al di sopra della corona veniva posta l'[[aquila bicipite]] [[Asburgo|asburgica]]. I fregi dorati e le frasche vennero in seguito sostituiti da fronde verdi di [[olivo (araldica)|olivo]] e di [[quercia (araldica)|quercia]] legate da un nastro solitamente di color [[celeste (colore)|celeste]].<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 21</ref>
Il gioco consisteva in una serie di prove che le nazioni dovevano affrontare per guadagnare punti. Nelle prove in cui le nazioni si sentivano più forti potevano giocare (in molte edizioni) il ''[[jolly]]'', che faceva raddoppiare il punteggio totalizzato, mentre, a turno, saltavano una prova per giocare (se presente) il ''fil rouge'', una prova speciale che ogni squadra doveva affrontare individualmente. Nella seconda serie, il gioco finale prevedeva punteggi raddoppiati. Nel 1988, 1989 e 1994 fu introdotta la "scommessa": la squadra che non giocava puntava su un'altra, ottenendo così gli stessi suoi punti conteggiati ad esclusione dell'eventuale jolly (es. nella puntata di Roma nel 1994 il Portogallo scelse di puntare sull'Italia e avendo essa vinto 18 punti con il jolly, ne ricevette 9)<ref>{{cita web|http://www.lettera43.it/gossip/cine-tivu/giochi-senza-frontiere-otto-curiosita-sul-programma_43675232478.htm|Giochi senza frontiere, otto curiosità sul programma}}</ref>.
 
== Altre caratteristiche ==
=== Unità d'Italia e riconoscimento ===
Fino al 1995 la trasmissione è stata itinerante: in ogni edizione, ciascuna puntata veniva ospitata a rotazione da ognuna delle diverse nazioni partecipanti, cosicché di puntata in puntata i Giochi si svolgevano sempre in scenari diversi. Durante la seconda serie, la prima puntata di ogni edizione si tenne sempre in Italia, tranne il 1994 quando si partì dal Portogallo. Dal 1996 si è optato per una sede fissa: [[Torino]] nel 1996, [[Budapest]] nel 1997 (con finale però a [[Lisbona]]), [[Trento]] nel 1998, [[Isola di Capo Rizzuto]] nel 1999. Alla puntata finale di ogni edizione accedevano le squadre che per ciascuna nazione avevano ottenuto i risultati migliori nel corso delle puntate "eliminatorie", indipendentemente dai punteggi. Ogni nazione era indicata con la rispettiva [[sigla automobilistica internazionale]].
[[File:Heraldric chief of the Lictor.svg|upright=0.5|thumb|Capo del Littorio]]In seguito al passaggio di Milano al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] fu dapprima tolta l'aquila bicipite e in seguito furono modificati la forma della croce, dello scudo e degli ornamenti (ottobre [[1860]]). La giunta municipale approvò altre lievi modifiche il 13 maggio [[1867]] e altre se ne aggiunsero nel [[1899]].<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 22</ref>
 
==Copertura televisiva==
Nel [[1932]] il [[podestà (fascismo)|podestà]] Marco Visconti si attivò perché, secondo le prescrizioni della legge vigente, anche l'arma di Milano avesse un riconoscimento legale. Il 13 maggio scrisse al [[prefetto]] dichiarando che essendo necessario sostituire lo stemma su numerosi edifici e per altre attività e abbandonata l'idea di includere nello stesso il [[fascio littorio]], visto il dispendio di tempo necessario, richiedeva la sanzione legale del “nuovo” blasone (che comunque rimaneva essenzialmente uguale all'antico).<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 40</ref> In data 14 giugno il prefetto trasmise la domanda alla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]], allegando gli estremi del precedenti riconoscimento asburgico.
 
Essendo un programma dell'[[Unione europea di radiodiffusione|UER]] (Unione europea di radiodiffusione) , a trasmetterla erano le tv affiliate. Come detto l'Italia trasmise la prima serie su Rai 2, la seconda su Rai 1. In Svizzera la situazione è stata particolare: dal 1967 al 1982 accadeva che li trasmettessero tutte le tv [[SRG SSR]], oppure solo la francese [[Télévision Suisse Romande|TSR]] o solo l'italiana [[Radiotelevisione svizzera di lingua italiana|TSI]]; nel 1992 invece li trasmise solo TSR, affiancata l'anno dopo da TSI (nella sigla unificata del Te Deum di tale anno compariva il logo comune SSR), che poi rimase fino al 1999 la sola tv svizzera presente, con conseguente partecipazione, almeno dal 1994, di città italofone. Il Belgio partecipò per anni con entrambe le sue tv pubbliche, la vallona [[RTBF]] e la fiamminga [[Vlaamse Radio-en Televisieomroep|BRT]], per poi chiudere con la sola tv francofona.
In attesa del riconoscimento il podestà nominò, il 16 febbraio [[1933]], una commissione avente «l'incarico di proporre un progetto di uno stemma della città di Milano che richiamandosi alle tradizioni della città risponda alle esigenze araldiche ed estetiche»,<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 44</ref> la commissione, presieduta dal podestà, era composta da Giovanni Vittani, [[Romolo Caggese]], Lodovico Pogliani, Alessandro Giulini e [[Giorgio Nicodemi]] (segretario).
 
Alla ripresa degli [[anni 1990|anni novanta]], il Regno Unito ([[BBC]]) non prese più parte, ma partecipò per un breve periodo il Galles con la consociata di [[Channel 4]], [[S4C]], e come sigla della nazione appariva GB. Nei Paesi Bassi invece li trasmise NCRV/[[Nederlandse Omroep Stichting|NOS]] nella prima serie, quindi il breve ritorno nella seconda fu opera di TROS/NOS. Nel 1992 la Cecoslovacchia unita, che debuttò nell'ultima edizione invernale, li trasmise su CST, ma partecipavano solo città ceche, cosa confermata dopo la pacifica dissoluzione del paese, quando [[Česká televize|CT]] divenne tv pubblica della Repubblica Ceca. Dopo lo scioglimento dell'ORTF nel 1975, la Francia ha trasmesso i giochi su Antenne 2, l'antesignana di [[France 2]] (che torna attiva dal 1997 al 1999). La Spagna ha trasmesso le edizioni a cui ha partecipato su [[TVE 1]], il Portogallo su [[Rádio e Televisão de Portugal|RTP]] 1. Per 6 edizioni è presente la Jugoslavia (paese non allineato ma membro EBU) con JRT, poi ritiratasi causa guerra: delle repubbliche nate dopo la scissione partecipa quattro volte [[RTV Slovenija]].
Il 19 marzo 1934 fu emanato, dopo vari solleciti, il decreto di riconoscimento. Nello stemma fu inserito il [[capo del Littorio]] divenuto obbligatorio con il [[:s:R.D.L. 12 ottobre 1933, n. 1440 - Istituzione del capo del littorio|decreto n. 1440 del 12 ottobre 1933]], abrogato nel [[1944]] da un [[:s:D.L.Luog. 10 dicembre 1944, n. 394 - Abrogazione del R. decreto 12 ottobre 1933, n. 1440, concernente la istituzione del "capo del littorio"|decreto luogotenenziale]].<ref>''Milano e il suo stemma'', pag. 39</ref>
 
Come tutti i programmi prodotti dalle tv EBU, era introdotto dal ''[[Te Deum]]'' di [[Marc-Antoine Charpentier|Charpentier]]. Nella prima serie ogni paese trasmetteva la propria sigla eurovisiva. Nella seconda serie ogni stagione ebbe un'unica sigla grafica, con il logo EBU-UER e quelli delle tv partecipanti, con varie versioni della melodia.
== Il primo gonfalone di Milano ==
[[File:Milano-Gonfalone.jpg|thumb|Il primo gonfalone di Milano]]
Il primo [[gonfalone]] della città di Milano è un [[arazzo]] realizzato intorno al [[1565]] su disegni di [[Giuseppe Arcimboldo|Giuseppe Arcimboldi]] e [[Giuseppe Meda]] dai ricamatori [[Scipione Delfinone]] e Camillo Pusterla. Misura 5,2 m di altezza per 3,57 di larghezza. Venne benedetto da [[Carlo Borromeo]] e portato per la prima volta in processione per la festa di [[Pentecoste]] il 2 giugno 1566. Restaurato una ventina di volte nei successivi 300 anni è attualmente custodito nel [[Castello Sforzesco|Castello sforzesco]], nella Sala del Gonfalone.<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 20</ref>
 
== La lunga assenza dei Giochi ==
Esso raffigura, al centro, [[Sant'Ambrogio]], munito di una sferza, in atto di cacciare gli [[arianesimo|Ariani]], al di sotto vi sono riportati i sei scudi delle porte cittadine e per tre volte lo scudo della città. Ai lati, episodi della vita del Santo. L'attuale Gonfalone è custodito a [[Palazzo Marino]], nella Sala dell'[[Galeazzo Alessi|Alessi]], e viene esibito nelle ricorrenze ufficiali più importanti per rappresentare la città.
[[File:Ettore Andenna cropped.jpg|thumb|[[Ettore Andenna]], storico presentatore del programma prima nel 1978 e poi dal 1991 al 1996]]
L'assenza dei Giochi dai palinsesti televisivi europei aveva causato in questi anni non poche proteste. In un'intervista del 2005 [[Ettore Andenna]], storico conduttore per l'Italia con all'attivo 103 puntate, ha dichiarato: «La Rai ha ricevuto in una sola estate, l'anno dopo che erano finiti i ''Giochi Senza Frontiere'', {{Cn|ben 7.000 lettere di telespettatori che rivolevano i giochi}}; e la Grecia, la Svizzera e la Slovenia vorrebbero ripartire». Ed effettivamente nel 2001 il programma sembrava sul punto di tornare dato che sei nazioni erano disposte a partecipare (anche l'Italia, sebbene con lo spostamento della programmazione da Rai 1 a Rai 3, e avrebbero debuttato Romania e Israele), ma poi il progetto non si realizzò.
 
Anche all'estero l'assenza si è fatta sentire: in Slovenia, l'interesse per i Giochi è stato tale che [[RTV Slovenija|RTVSLO]], mandando in replica le registrazioni dei Giochi degli anni passati, ha realizzato alti picchi di ascolti; in Portogallo il canale pubblico RTP Memória manda in replica le varie puntate.
==Altri simboli==
{| align=center
| <gallery>
Immagine:Biscione.jpg|Il ''biscione''
Immagine:Milano_Scrofa_Semilanuta_1.jpg|Bassorilievo della [[scrofa semilanuta]] su un [[piedritto]] del [[Palazzo_della_Ragione_(Milano)|Palazzo della Ragione]] di Milano
immagine:Milano Madonnina closer.jpg|La Madonnina
</gallery>
|}
 
Il 20 luglio [[2006]], l'[[Unione Europea di Radiodiffusione|UER]] comunicò l'intenzione di riprendere le trasmissioni dei Giochi dopo un'assenza che durava dal 1999, grazie ad un accordo con la società di produzione Mistral: tuttavia alcuni problemi (in particolare di carattere finanziario) hanno bloccato l'edizione 2007.
===La scrofa semilanuta===
{{Vedi anche|Scrofa semilanuta|Fondazione di Milano}}
Il primo simbolo della città di Milano fu la [[scrofa semilanuta]], animale legato alla [[leggenda]] della sua fondazione. Secondo infatti l'antica tradizione romana riportata da [[Tito Livio]], la fondazione di ''Medhelan'', antico nome celtico di Milano, avvenne attorno al [[600 a.C.]] ad opera del gallo [[Belloveso]], nipote del sovrano dei [[Galli Biturigi]] che si insediò nel mezzo della pianura, sconfiggendo le precedenti popolazioni [[etruschi|etrusche]].
 
Per la nuova edizione si parlava di otto puntate più quella finale: ogni puntata si sarebbe dovuta comporre di cinque giochi, più il classico ''fil rouge'' e che le squadre avrebbero potuto utilizzare un jolly ciascuna. L'Italia, unica nazione sempre presente nell'edizione estiva, era disponibile alla partecipazione (e secondo indiscrezioni avrebbe indossato il colore bianco come nelle ultime edizioni), e un interessamento pare vi fosse anche da San Marino, appoggiata stavolta da [[San Marino RTV|SMRTV]], e della croata [[HRT (azienda)|HRT]]. Inoltre due comuni, [[Rosolina]] e [[Catania]], avevano scritto alla RAI proponendosi come città ospitante nel caso la UER optasse per la sede fissa in Italia come in tre delle ultime quattro edizioni.
La leggenda farebbe quindi risalire la sua fondazione al gallo Belloveso e a una [[scrofa semilanuta]] (''in medio lanae'': da cui deriverebbero, secondo la leggenda, il toponimo celtico ''Medhelan'' e quello latino ''[[Mediolanum]]'') che divenne poi il simbolo della [[Milano]] celtica. Questa leggenda fu poi ripresa in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>Nel ''De Magnalibus urbi Mediolani''.</ref>.
 
Il 27 dicembre 2007 il programma della RAI ''[[La storia siamo noi]]'' trasmette una puntata dedicata a JSF, replicata più volte, dove molti ricordano tale avventura.
===Gli stemmi dei sestieri di Milano ===
Il 29 settembre 2009 parte della trasmissione televisiva ''[[Tutti pazzi per la tele]]'' condotta da [[Antonella Clerici]] è stata dedicata a JSF; hanno partecipato Ettore Andenna, Rosanna Vaudetti e Guido Pancaldi.
{{vedi anche|Sestiere (Milano)}}
[[File:IMG 3167 - Milano - Loggia degli Osii in Piazza Mercanti, Milano - Foto Giovanni Dall'Orto, 3-gen-2007.jpg|thumb|Gli stemmi dei sestieri di Milano sulla [[Loggia degli Osii]], che si trova in [[Piazza Mercanti|piazza dei Mercanti]] a [[Milano]], dirimpetto al [[Palazzo della Ragione (Milano)|Palazzo della Ragione]]]]
Anche i sei [[sestieri di Milano]] (a cui erano associate le sei [[porte di Milano]]), in cui era divisa storicamente la città, avevano ognuna una sua arma la cui prima menzione è del [[1162]]<ref>''Cenno storico dello stemma di Milano'', pag. 18</ref>. Esse erano:
*[[Sestiere di Porta Orientale]]: Porta Orientale ora [[Porta Venezia (Milano)|Porta Venezia]]: ''d'argento, al leone di [[nero (araldica)|nero]]'', talvolta il leone viene raffigurato [[armato]] e lampassato di rosso (in precedenza il leone era [[scaccato]] d'argento e di nero, e prima ancora si avevano tre leoncini neri, [[Passante (araldica)|passanti]] uno su l'altro, su fondo bianco);
*[[Sestiere di Porta Romana]]: [[Porta Romana (Milano)|Porta Romana]]: ''di rosso'';
*[[Sestiere di Porta Ticinese]]: [[Porta Ticinese]]: ''d'argento, allo sgabello di [[rosso (araldica)|rosso]] (o ligneo) a tre gambe, con tre fori nel sedile'' (in precedenza lo stemma era completamente d'argento, senza figure);
*[[Sestiere di Porta Vercellina]]: [[Porta Magenta|Porta Vercellina]] ora Porta Magenta: ''[[troncato (araldica)|troncato]] di rosso e d'argento'';
*[[Sestiere di Porta Comasina]]: porta Comasina ora [[Porta Garibaldi (Milano)|Porta Garibaldi]]: ''scaccato di rosso e d'argento (il ''numero di [[Tiro (araldica)|tiri]], sette o sei, può variare a seconda delle raffigurazioni);
*[[Sestiere di Porta Nuova]]: [[Porta Nuova (Milano)|Porta Nuova]]: ''[[inquartato]] d'argento e di nero'' (in precedenza inquartato d'argento e di rosso e prima ancora di nero al leone d'argento).
<gallery>
File:Porta Orientale (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Orientale</div>
File:Porta Romana (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Romana</div>
File:Porta Ticinese (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Ticinese</div>
File:Porta Vercellina (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Vercellina</div>
File:Porta Comasina (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Comasina</div>
File:Porta Nuova (Milano)-Stemma.svg|<div align="center">Sestiere di Porta Nuova</div>
</gallery>
 
A dicembre 2016 l'UER nella pianificazione strategica 2017-2020 inserisce anche un nuovo format basato proprio sui famosi Giochi Senza Frontiere, denominato ''Eurovision Super Games'', nuovo tentativo di rivisitazione del programma tv andato in onda fino al 1999, su cui si stanno raccogliendo, dopo il sì dell'Italia le adesioni da parte dei principali Paesi europei (in particolare Francia, Germania, Spagna e UK) per un lancio previsto per il 2018 o gli anni a seguire.<ref>{{Cita web|url=http://www.eurofestivalnews.com/2016/12/25/eurovision-super-games-torna-vita-giochi-senza-frontiere/|titolo=Eurovision Super Games: torna in vita Giochi senza Frontiere|autore=Alex Pigliavento|sito=Eurofestival News|data=2016-12-25|accesso=2016-12-25}}</ref> Tuttavia, nonostante 12 Paesi avessero aderito e fossero coinvolti nella sua realizzazione, a causa delle mancate garanzie finanziarie, l'EBU nel giugno [[2017]] comunicò la rinuncia al progetto.<ref>{{Cita web|url=https://eurovoix.com/2017/06/26/eurovision-super-games-will-not-be-created/|titolo=Eurovision Super Games Will Not Be Created|autore=Anthony Granger|sito=Eurovoix.com|data=2017-06-26|accesso=2018-05-16}}</ref>
===Il biscione===
 
Un [[Biscione (araldica)|biscione]] (in milanese ''el bisson''), ritratto nell'atto di ingoiare o proteggere, a seconda delle interpretazioni, un fanciullo o un uomo ignudo<ref>Una tradizione risalente a [[Galvano Fiamma]] ([[XIV secolo]]), vuole che tale stemma provenga dall'immagine raffigurata sull'elmo e sullo scudo di un saracino abbattuto da un Ottone Visconti durante la [[prima crociata]]. Si tratta però di un racconto inverosimile, al pari delle altre notizie di questo storico sulla partecipazione lombarda alla prima crociata (Giancarlo Andenna, ''Deus non voluit: i Lombardi alla prima crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà. Atti del Convegno Milano, 11-11 dicembre 1999'', Milano, Vita e Pensiero, 2003, ISBN 88-343-0799-2, in partic. pp. 233-234). Un altro mito attribuisce l'origine del simbolo ad un analogo scontro tra [[Eriprando Visconti]] e un cavaliere tedesco nel [[1034]]. La prima attestazione sicura del simbolo è il [[1226]], quando venne raffigurato sul pastorale, "ornato con vipere d'avorio", di Ardengo Visconti, abate del [[Basilica di Sant'Ambrogio|monastero di Sant'Ambrogio]] (Romussi 1927, vol. II, p. 245). Un'altra storia, inverosimile per anacronismo, è riferita dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]]: il simbolo sarebbe stato adottato da [[Azzone Visconti]], cui una vipera sarebbe entrata nell'elmo mentre riposava, ma ne sarebbe uscita, all'atto dell'indossarlo, a fauci spalancate, senza però morderlo. Andenna (''cit.'') ritiene verosimile l'origine da simboli vescovili raffiguranti un mostro marino che inghiotte [[Giona (profeta)|Giona]], simbolo della [[resurrezione]].</ref> e sovrastato da una corona d'oro<ref>L'aggiunta della corona d'oro venne concessa nel [[1336]] a Bruzio Visconti dai [[Arciducato d'Austria|duchi d'Austria]] (Romussi, ''loc. cit.'').</ref>, fu il simbolo del casato dei [[Visconti]], signori e poi Duchi di Milano tra [[XIII secolo|XIII]] e [[XV secolo]], e rimase un simbolo della città di Milano. Lo stemma è stato inserito, tra i tanti usi moderni, nel logo dell'[[Alfa Romeo]], "''la bissa''" è uno dei simboli inoltre dell'[[Inter]], squadra di calcio milanese, ed è stato ripreso dalla società [[Fininvest]], fondata nel [[1978]] da [[Silvio Berlusconi]], in quest'ultimo caso la rappresentazione del fanciullo è stata "addolcita" con la sua sostituzione con un fiore uscente dalla bocca del serpente, il tutto molto stilizzato.
== Puntate ed edizioni speciali ==
Il 26 dicembre 1990 si svolse a [[Macao]], allora colonia portoghese (tornata alla Cina nel 1999), una puntata speciale dei Giochi: la città infatti, da oltre 400 anni legata al paese lusitano, rivendicava il proprio diritto ad organizzare una puntata. [[Ettore Andenna]] e [[Feliciana Iaccio]] presentano la puntata per l'edizione italiana; in quest'occasione partecipano:
* {{bandiera|ESP}} [[Jaca]]
* {{bandiera|YUG 1943-1992}} [[Traù]]
* {{bandiera|SMR}} [[Città di San Marino|San Marino]]
* {{bandiera|ITA}} [[Bergamo]]
* {{bandiera|PRT}} [[Guimarães]]
* {{bandiera|PRT}} [[Macao]]
La puntata venne vinta a pari merito da Bergamo e Traù con 46 punti; seguirono, ancora a pari merito per il terzo posto, [[Città di San Marino|San Marino]] e [[Guimarães]] con 34 punti, [[Jaca]] con 30 ed ultima [[Macao]], organizzatrice dei Giochi, con soli 20 punti.
 
Oltre a questa si sono spesso organizzate puntate speciali per ricordare qualcosa che avesse a che vedere con la trasmissione.
 
Inoltre negli [[anni 1980|anni ottanta]] e [[anni 1990|novanta]] si sono svolte venti edizioni invernali di JSF (14 come ''Giochi sotto l'albero'', 6 come ''Questa pazza pazza neve'') le quali erano ovviamente ambientate in località montane; l'ultima è del 1992 con Italia, Francia, Svizzera (francofona), e Cecoslovacchia (ma con soli paesi della parte ceca): vinse la ceca [[Nové Město na Moravě]].
 
== La formazione di una unità europea ==
La trasmissione ha sempre avuto un carattere ludico di programma di intrattenimento. Aveva, però, anche l'ambizione di avvicinare i popoli del continente europeo. Curiosamente, negli [[anni 1990|anni novanta]] le squadre partecipanti erano tra le altre quelle di [[Malta]], [[Ungheria]], [[Repubblica Ceca]] e [[Slovenia]], tutti paesi successivamente entrati nell'[[Unione europea]].
 
È molto significativo che quando, su proposta di [[Ettore Andenna]], divenuto [[eurodeputato]], il [[Parlamento Europeo]] ha emanato una direttiva comunitaria sulla televisione, ha dato come titolo ''[[Televisione senza frontiere]]'', chiaro ricalco del titolo della trasmissione che aveva condotto una prima volta nel 1978, per poi tornarvi stabilmente dalla puntata speciale di Macao del 1990 al 1996.
 
== Conduttori ==
{{Colonne}}
{|class="wikitable"
!style="background:#ffdead;width:25%"|Nazione
!style="background:#ffdead"|Conduttori (in ordine cronologico)<ref name="jsfcond">{{cita web|http://www.giochisenzafrontiere.net/presentat.htm|Jsfnet Italia - Pagina dei presentatori}}</ref>
|-
|{{BEL}}
|'''1965-1981:''' Paule Herreman, Jean-Claude Menessier, Michel Lemaire e Bérengère Pascal ([[RTBF]]); Jan Theys, Willy Dalabastitia, Mike Verdrengh, Marc Van Poucke, Regine Clauwaert, Ann Michel, Linda Lepomme, Walter Capiau ([[Vlaamse Radio-en Televisieomroep|BRT]])<br />'''1982:''' Paule Herreman (RTBF); Mike Verdrengh (BRT)<br />'''1988-1989:''' Sylvie Rigot, Thierry Tinlot
|-
|{{CSK}}
|'''1991 (edizione invernale):''' Martina Adamcová, Martin Dejdar<br />'''1992:''' Martina Adamcová, Pavel Zedniček
|-
|{{FRA}}
|'''1965-1970:''' [[Guy Lux]]<br />'''1971-1982:''' [[Guy Lux]], Claude Savarit, Simone Garnier<br />'''1988-1989:''' Fabrice, Marie-Ange Nardi<br />'''1990:''' Georges Beller, Marie-Ange Nardi<br />'''1991-1992:''' Georges Beller, Daniela Lumbroso<br />'''1997:''' Olivier Minne, Jean Riffel<br />'''1998:''' Jean-Luc Reichmann, Christelle Ballestrero<br />'''1999:''' Nelson Monfort, Fabienne Egal
|-
|{{WAL}}
|'''1991-1993:''' Nia Chiswell, Iestyn Garlick<br />'''1994:''' Nia Chiswell, Iestyn Garlick, Johnny Tudor
|-
|{{FRG}}
|'''1965-1980:''' Frank Elstner, Camillo Felgen, Erhardt Keller, Manfred Erdenberger, Hartmut Bruehl, Tim Elstner, Marie Louise, Brigitte Martz, Karl-Heinz Wocker, Heribert Fassbender
|-
|{{GRC}}
|'''1993:''' Dafne Bokota, Vera Stratakou, Angela Gerekou, Georgios Tsidimis<br />'''1994-1995:''' Dafne Bokota, Filippos Sofianos<br />'''1996:''' Dafne Bokota, Kostas Sgontzos<br />'''1997:''' Dafne Bokota, Kostas Sgontzos<br />'''1998-1999:''' Kostas Sgontzos
|-
|{{ITA}}
|'''''Giochi senza frontiere'''''<br /><br />'''1965-1966:''' [[Enzo Tortora]], [[Giulio Marchetti]]<br />'''1967-1968:''' [[Enzo Tortora]], [[Giulio Marchetti]], [[Renata Mauro]]<br />'''1969-1970:''' [[Giulio Marchetti]], [[Renata Mauro]]<br />'''1971-1977:''' [[Giulio Marchetti]], [[Rosanna Vaudetti]]<br />'''1978:''' [[Ettore Andenna]], [[Milly Carlucci]]<br />'''1979-1981:''' [[Michele Gammino]], [[Milly Carlucci]]<br />'''1982:''' [[Michele Gammino]], [[Simona Izzo]]<br />'''1988:''' [[Claudio Lippi]]<br />'''1989:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]], [[Paola Bulbarelli]]<br />'''1990:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]]<br />'''1991''' [[Ettore Andenna]], [[Feliciana Iaccio]]<br />'''1992:''' [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]]<br />'''1993''': [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]], [[Carlo Conti (conduttore televisivo)|Carlo Conti]]<br />'''1994:''' [[Ettore Andenna]], [[Monica Casti]]<br />'''1995:''' [[Ettore Andenna]], [[Simona Tagli]]<br />'''1996:''' [[Ettore Andenna]]<br />'''1997:''' [[Maria Teresa Ruta]], [[Antonello Dose]], [[Marco Presta]]<br />'''1998-1999:''' [[Mauro Serio]], [[Flavia Fortunato]]<br /><br />'''''Giochi sotto l'albero'''''<br /><br />'''1971-1975:''' [[Rosanna Vaudetti]], [[Giulio Marchetti]]<br />'''1976:'''[[Claudio Lippi]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1977:''' [[Ettore Andenna]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1978:''' [[Beppe Viola]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1979-1981:''' [[Claudio Lippi]]<br />'''1989:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]]<br /><br />'''''Questa pazza pazza neve'''''<br /><br />'''1977-1978:''' [[Ettore Andenna]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1979:''' [[Claudio Lippi]], [[Cecilia Bonocore]]<br />'''1980:''' [[Claudio Lippi]], [[Sabina Ciuffini]]<br />'''1981:''' [[Claudio Lippi]], [[Patricia Pilchard]]<br />'''1991:''' [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]]
|}
{{Colonne spezza}}
{|class="wikitable"
!style="background:#ffdead;width:25%"|Nazione
!style="background:#ffdead"|Conduttori (in ordine cronologico)<ref name="jsfcond"/>
|-
|{{MLT}}
|'''1994:''' John Demanuele, Stephanie Spiteri<br />'''1995:''' John Demanuele, Charles Saliba, Louise Tedesco
|-
|{{NLD}}
|'''1970-1977:''' Dick Passchier, Dik Bikker, Barend Barendse<br />'''1978 (edizione invernale):''' Dick Passchier, Barend Barendse<br />'''1979-1981 (edizione invernale):''' Dick Passchier<br />'''1997:''' Jack Van Gelder<br />'''1998:''' Ron Boszhard
|-
|{{PRT}}
|'''1979:''' Eládio Clímaco, Maria Margarida Gaspar, Fialho Gouveia<br />'''1980:''' Eládio Clímaco, Fialho Gouveia<br />'''1981:''' Eládio Clímaco, Alice Cruz<br />'''1982:''' Eládio Clímaco, Alice Cruz, Maria João Carreira<br />'''1982 (edizione invernale):''' Eládio Clímaco e Ivone Ferreira<br />'''1988:''' Eládio Clímaco, Ivone Ferreira, Fialho Gouveia<br />'''1989:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo, Ana Zanatti<br />'''1990-1991:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo<br />'''1992:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo, Conceição Cabral<br />'''1993-1994:''' Eládio Clímaco e Cristina Lebre<br />'''1995:''' Eládio Clímaco, Anabela Mota Ribeiro, Luis de Matos<br />'''1996:''' Eládio Clímaco<br />'''1997:''' Ana do Carmo, Eládio Clímaco<br />'''1998:''' Maria João Silveira
|-
|{{CZE}}
|'''1993:''' Marcela Augustová, Petr Vichnar<br />'''1994:''' Marcela Augustová, Ota Jirak, Rudolf Papezik<br />'''1995:''' Barbora Kroužková, Petr Vichnar
|-
|{{GBR}}
|'''1967:''' David Vine, McDonald Hobley<br />'''1968:''' David Vine, Katie Boyle<br />'''1969-1971:''' David Vine, Eddie Waring<br />'''1972-1981:''' Stuart Hall, Eddie Waring<br />'''1982:''' Stuart Hall, Brian Cant<br />'''1982 (edizione invernale):''' Vince Hill
|-
|{{SMR}}
|'''1989-1990:''' Laura Fabbri<br />'''1990 (Macao)-1991:''' Silvia Battazza
|-
|{{SVN}}
|'''1994:''' Mario Galunič, Eva Longyka, Gregor Krajc, Špela Trefalt<br />'''1996:''' Gregor Krajc<br />'''1997:''' Eva Longyka<br />'''1999:''' Mojca Mavec
|-
|{{ESP}}
|'''1988:''' Ignacio Salas, Guillermo Summers, Carmen Otero<br />'''1990:''' Daniel Vindel, Carmen Otero<br />'''1991:''' Daniel Vindel, Isabel Gemio<br />'''1992:''' Cesar Heinrych, Elisa Matilla
|-
|{{CHE}}
|'''1967-1982:''' Georges Kleinmann, Claude Evelyne, Jacques Huwyer, Elisabeth Brindisi ([[SRG SSR|SSR]]); Jan Hiermeyer, Dorothea Furrer, Heidi Abel, Rosemarie Pfulger ([[SRG SSR|SRG]]); Tiziano Colotti, [[Ezio Guidi]], [[Enzo Tortora]], Mascia Cantoni ([[RSI (azienda)|TSI]])<br />'''1991 (edizione invernale):''' Olivier Grandjean<br />'''1992:''' Catherine Sommer, Ivan Fresard ([[RTS (Svizzera)|TSR]])<br />'''1993:''' Catherine Sommer, Ivan Fresard (TSR); [[Caterina Ruggeri]], [[Paolo Calissano]] (TSI)<br />'''1994:''' [[Caterina Ruggeri]], [[Paolo Calissano]] (TSI)<br />'''1995-1998:''' [[Caterina Ruggeri]] (TSI)<br />'''1999:''' [[Matteo Pelli]] (TSI)
|-
|{{TUN}}
|'''1992:''' Georges Beller, Daniela Lumbroso
|-
|{{HUN}}
|'''1993:''' Dorottya Geszler, Istvas Vago<br />'''1994:''' Gábor Gundel Takács, Dorottya Geszler<br />'''1995:''' Gábor Gundel Takács, Dorottya Geszler, Erika Balogh<br />'''1996:''' Csaba Marton, Beatrix Farkas, Gábor Gundel Takács<br />'''1997-1999:''' Gábor Gundel Takács, Maria Borbás
|-
|{{YUG 1943-1992}}
|'''1978-1979:''' Dragan Nikitović, Dunja Lango, Minja Subota<br />'''1980:''' Bruno Alesio, Dunja Lango, Mito Trefalt<br />'''1981:''' Dunja Figenvald, Mersiha Čolaković, Minja Subota<br />'''1982:''' Dunja Figenvald, Minja Subota<br />'''1990:''' Jovan Pavliček e Duška Markotić<br />'''1990 (Macao)''': Mladen Popović
|}
{{Colonne fine}}
 
===La Madonnina=Opere derivate ==
Il celebre brano di [[Peter Gabriel]] ''Games without Frontiers'', pubblicato sul suo album ''[[Peter Gabriel (1980)|Peter Gabriel]]'' del 1980, reinterpreta ''Giochi senza frontiere'' come metafora dello [[sciovinismo]] [[nazionalismo|nazionalista]].
La cosiddetta "[[Madonnina]]", una statua d'oro collocata sulla guglia più elevata del [[Duomo di Milano|duomo]], rappresentante [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], madre di [[Gesù Cristo]]. Proprio la Madonnina è la protagonista della canzone ''[[Oh mia bela Madunina]]'' di [[Giovanni D'Anzi]], che è di fatto considerata l'[[inno]] della città:
{{Citazione|''...tutt el mond a l'è paes, a semm d'accòrd, ma Milan l'è on gran Milan!''|[[Giovanni D'Anzi]], [[Oh mia bela Madunina]]}}
 
[[Ocean Software]] pubblicò nel 1986 il videogioco ''[[It's a Knockout]]'', ispirato ufficialmente alla versione britannica del programma.
===Meneghino===
[[Meneghino]], maschera legata alla città dopo aver soppiantato quella più antica e tradizionale di "[[Beltrame|Baltramm]] de [[Gaggiano|Gaggian]]". Il nome viene talvolta usato, a mo' di aggettivo, come sostituto di "milanese" (si veda ad esempio la nota istituzione culturale Famiglia meneghina, ecc.).
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Gianni Magrin, ''Giochi senza frontiere-trent'anni di giochi'', centrooffset.
*{{cita libro | cognome=Bologna | nome=Giulia | titolo=Milano e il suo stemma | editore= Comune di Milano. Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana | città=Milano | anno=1989 }}
*{{cita libro | cognome=Pagani | nome=Gentile | titolo=Cenno storico dello stemma di Milano. Dedicato all'onorevole consiglio comunale della città di Milano | editore=Stabilimento tipografico Enrico Reggiani | città=Milano | anno=1903 }}
 
== Voci correlate ==
* [[Bandiera diEttore MilanoAndenna]]
* [[Croce di SanMilly GiorgioCarlucci]]
* [[Edizioni di Giochi senza frontiere]]
*[[Armoriale delle città del primo e secondo Impero]]
* [[Claudio Lippi]]
* [[Giulio Marchetti]]
* [[Gennaro Olivieri]]
* [[Guido Pancaldi]]
* [[Rosanna Vaudetti]]
 
== Collegamenti esterni ==
==Altri progetti==
* {{cita web|http://www.sanfelicecirceo.eu/circeo-manifestazioni/94-giochi-senza-frontiere-2014-circeo.html|Giochi senza frontiere italiani - L'Italia Gioca 2014}}
{{Interprogetto|commons=Category:Coats of arms of Milan}}
* {{cita web|http://www.giochisenzafrontiere.net|Sito di JSFnet Italia}}
* {{cita web | 1 = http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giochi-senza-frontiere/713/default.aspx | 2 = Giochi senza frontiere - Una platea per l'Europa | accesso = 30 ottobre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121220095345/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giochi-senza-frontiere/713/default.aspx | dataarchivio = 20 dicembre 2012 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://jsfnetfrance.free.fr/|Sito di JSFnet France|lingua=fr}}
* {{cita web|http://spielohnegrenzen.webs.com/|Sito di JSFnet Deutschland|lingua=de}}
* {{cita web|http://www.freewebs.com/jsfnet/|Sito di JSFnet Greece|lingua=el}}
* {{cita web|http://www.jsf.hiddentigerbooks.co.uk/|Sito di JSFnet United Kingdom|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.jsfcz.czechian.net/jsfnetcz.html|Sito di JSFnet Czechian|lingua=cz}}
* {{cita web|1=http://www.jatekhatarok.webs.com|2=Sito di JSFnet Hungary|lingua=hu|accesso=2 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170305182813/http://jatekhatarok.webs.com/|dataarchivio=5 marzo 2017|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://jsfnetyu.webs.com/|Sito di JSFnet Ex-Yugoslavia|lingua=sl}}
* {{cita web|1=http://jsfnetnl.webs.com/|2=Sito di JSFnet Netherlands|lingua=nl|accesso=17 febbraio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110819035601/http://jsfnetnl.webs.com/|dataarchivio=19 agosto 2011|urlmorto=sì}}
 
{{portale|Europa|televisione}}
{{Storia di Milano}}
{{Portale|araldica|Milano}}
 
[[Categoria:StemmiGiochi deisenza comuni italianifrontiere|Milano ]]
[[Categoria:CulturaProgrammi atelevisivi Milanodegli anni 1960]]
[[Categoria:StoriaProgrammi ditelevisivi Milanodegli anni 1970]]
[[Categoria:Programmi televisivi degli anni 1980]]
[[Categoria:Programmi televisivi degli anni 1990]]
[[Categoria:Trasmissioni dell'UER]]