Isabella d'Aragona (duchessa di Milano) e Terme di Saturnia: differenze tra le pagine

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{{Coord|42|39|29.21|N|11|30|58.35|E|display=title|type:landmark_region:IT}}
{{Monarca
[[File:Terme di Saturnia Parco Termale 7.jpg|alt=Terme di Saturnia Parco Termale|miniatura|Le terme di Saturnia]]
|nome = Isabella d'Aragona
[[File:Saturnia Cascate del Mulino.jpg|thumb|Le cascate del Mulino]]
|immagine = Kunsthistorisches Museum 09 04 2013 Female bust Francesco Laurana 3.jpg
[[File:Cascate del Gorello a Saturnia.jpg|thumb|Le cascate del Gorello]]
|legenda = [[Busto di Isabella d'Aragona|Scultura]] di Isabella d´Aragona, di [[Francesco Laurana]] 1487-88
Le Terme di Saturnia sono costituite da un'unica sorgente termale la quale sgorga ad una temperatura costante di 37,5 gradi e situata all'interno di una struttura termale che comprende: Parco Termale, Terme di Saturnia SPA & Golf Resort e Golf Club. La sorgente, oltre a fornire il parco termale, alimenta, con una temperatura dell'acqua inferiore, anche le [[Cascate del Mulino]] e successive al parco termale. Il complesso si trova in Località [[Follonata]], nel comune di [[Manciano]], a pochi chilometri da [[Saturnia]]. Terme di Saturnia è un marchio registrato. Nel territorio circostante sono presenti altre sorgenti termali quali: [[Terme di Roselle]] (allo stato attuale demolite) e [[Terme dell'Osa]] (chiuse).
|titolo = [[Consorti dei sovrani di Milano|Duchessa consorte di Milano]]
|stemma = Coat of Arms of Ferdinand I of Naples.svg
|regno = [[1488]] – [[1494]]
|predecessore = [[Bona di Savoia]]
|successore = [[Beatrice d'Este]]
|titolo1 = [[Ducato di Bari|Duchessa di Bari]]
|regno1 = [[1501]] – [[1524]]
|predecessore1 = [[Ludovico Sforza]]
|successore1 = [[Bona Sforza]]
|luogo di nascita = [[Napoli]]
|data di nascita =<br />2 ottobre [[1470]]
|luogo di morte = [[Napoli]]
|data di morte = 11 febbraio [[1524]]
|luogo di sepoltura = [[Basilica di San Domenico Maggiore (Napoli)]]
|dinastia = [[Trastámara]]
|padre = [[Alfonso II di Napoli]]
|madre = [[Ippolita Maria Sforza]]
|consorte = [[Gian Galeazzo Maria Sforza]]
|figli =<br />
* [[Francesco Maria Sforza|Francesco Maria]]
* [[Bona Sforza|Bona]]
* [[Ippolita Sforza|Ippolita]]
* [[Bianca Sforza|Bianca]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
}}
{{Bio
|Nome = Isabella d'Aragona
|Cognome =
|Sesso = F
|LuogoNascita = Napoli
|GiornoMeseNascita = 2 ottobre
|AnnoNascita = 1470
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 11 febbraio
|AnnoMorte = 1524
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[Consorti dei sovrani di Milano|duchessa consorte di Milano]], in seguito divenne [[Ducato di Bari|duchessa sovrana di Bari]] (con [[Palo del Colle|Palo]] e [[Modugno]]), principessa di [[Rossano (Italia)|Rossano]], signora di [[Ostuni]] e di [[Grottaglie]].
Secondogenita di [[Alfonso II di Napoli|Alfonso II]], erede al trono di [[Regno di Napoli|Napoli]], e di [[Ippolita Maria Sforza]], parve ereditare dal padre il carattere fiero, l'orgoglio per [[Aragonesi|la propria dinastia]], l'attitudine al comando; dalla madre apprese l'amore per l'arte e la cultura
}}
 
== Biografia Storia==
Terme di Saturnia sorge sull’antico sito eletto a luogo di villeggiatura termale sin dall’epoca etrusco-romana. Il nome [[Saturnia]], deriva dall’antica leggenda secondo cui il [[dio Saturno]] – in un gesto di collera e disprezzo del livello raggiunto dalla belligeranza umana - scagliò un fulmine che aprì un cratere dal quale sorse una sorgente di acqua calda e sulfurea, attualmente sita all’interno dell’area del resort, denominata “piscina sorgente”. L’acqua prodigiosa calmò gli animi degli uomini e li condusse a vivere un’epoca di pace e prosperità, un’età dell’oro, il cui sovrano fu proprio Saturno.
=== Duchessa di Milano ===
All'età di soli due anni venne promessa in sposa a [[Gian Galeazzo Sforza]] (che aveva quattro anni), figlio del [[duca di Milano]], [[Galeazzo Maria Sforza]]. Questo matrimonio rientrava nella politica che aveva intenzione di stringere i rapporti e consolidare l'amicizia tra i due stati. Infatti, precedentemente erano già state stipulate altre due promesse di matrimonio tra Alfonso II, padre di Isabella, e [[Ippolita Maria Sforza]], e tra [[Sforza Maria Sforza]] ed Eleonora d'Aragona (che non sposerà Sforza Maria ma il duca di Ferrara [[Ercole d'Este]]).
 
I viaggiatori vi sostavano percorrendo la [[via Clodia]], i Patrizi romani la sceglievano per le loro vacanze salutari. Come accadeva nei bagni romani cittadini, anche la stazione di Terme di Saturnia divenne un luogo dove politica, vita sociale e piacere si incontravano.
[[Ferdinando I di Napoli]], che combinò il matrimonio di Isabella, concesse anche i territori di [[Bari]], [[Modugno]] e [[Palo del Colle]] a [[Sforza Maria Sforza]] che divenne il primo Duca di quelle terre.
 
L’importanza strategica di questo sito trova una conferma nelle contese in epoca medievale tra gli [[Aldobrandeschi]] di Santa Fiora e quelli di [[Sovana]]. Nel 1188 nella bolla di [[Papa Clemente III]] ai Canonici di Sovana viene menzionata “Terme di Saturnia” o meglio il “Bagno di Saturnia” come bene fondiario di pertinenza della diocesi sovanese insieme a dei ricoveri dei viandanti e dei bagnanti, pertinenza, e un mulino a valle dei “bagni” che veniva alimentato con l’acqua della sorgente vera e propria.
Alla morte di [[Galeazzo Sforza]], divenne duca di Milano il giovanissimo Gian Galeazzo che rimase sotto la reggenza della madre, [[Bona di Savoia]]. Si occupava degli affari di Stato il cancelliere [[Cicco Simonetta]]. I quattro fratelli di Galeazzo (Sforza Maria, [[Ludovico il Moro|Ludovico detto il Moro]], Ascanio e Ottaviano) tentarono, senza successo di acquisire la reggenza del Ducato.
 
Nel 1216 la proprietà risulta trasferita al feudo dei conti Aldobrandeschi. Nel corso del primo Trecento, [[Siena]] e [[Orvieto]] da un lato, Aldobrandeschi, [[Pannocchieschi]] e [[Orsini]] dall’altro si contendono Saturnia e il suo territorio – incluso il Bagno. Dopo un periodo di abbandono e degrado per continue devastazioni territoriali e mancanza di regimazione, nel 1572 le Terme furono ripristinate all’interno di un grande progetto di bonifica e rifiorirono verso la modernità. È infatti tra la fine del ‘700 e l’inizio del ‘800 che la salubrità delle acque di Saturnia viene dapprima testimoniata con l’inserimento ad opera del Repetti nel Dizionario della Toscana dell’edificio termale “che sorge alle falde della collina e consiste in una grande vasca” – la sorgente, ora definita “piscina sorgente” all’interno dell’area del resort – e successivamente con l’investimento della Famiglia Ciacci, subentrati alla proprietà dei Panciatichi. Si procede alla bonifica del sito, alla definizione delle vasche e al restauro degli edifici.
Alla morte di Sforza Maria, Ludovico il Moro divenne duca di Bari, ma i suoi interessi riguardavano soprattutto Milano. Infatti, riuscì a convincere Bona di Savoia ad allontanare [[Francesco Simonetta|Cicco Simonetta]]: in questo modo poté avere mano libera nel governo del Ducato di Milano. Continuò sempre ad avere il potere effettivo nel Ducato anche quando Gian Galeazzo raggiunse un'età sufficiente per regnare da solo.
 
Nel 1919 i Ciacci costruiscono il primo albergo vero e proprio andando a delineare l’attuale veste di Terme di Saturnia, di ospitalità unita ai servizi termali. Nel 1920 l’[[Università di Pisa]] effettua la prima analisi chimica moderna dell’acqua, seguita nel 1947 da quella dell’Istituto di chimica dell’[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università di Roma]]. Un passaggio chiave è quello in cui i Ciacci cedono le terme ai Passalacqua nel 1946 che le passeranno alla Società Terme di Saturnia.
Il matrimonio tra Isabella d'Aragona e [[Gian Galeazzo Maria Sforza]] venne celebrato a Napoli nel dicembre [[1488]]. Da questo matrimonio Isabella ebbe quattro figli: Francesco, [[Bona Sforza|Bona]], [[Ippolita Sforza|Ippolita]] e Bianca che morì all'età di 3 anni. <span>In occasione del suo arrivo a Milano col marito, </span>[[Bernardo Bellincioni]]<span> scrisse i versi per una solenne festa di nozze, rappresentata al </span>[[Castello Sforzesco]]<span>, e realizzata con un'imponente macchina scenica da </span>[[Leonardo da Vinci]]<span> (allora ingegnere e artista di corte per Ludovico il Moro); per la sua magnificenza fu subito denominata </span>''Festa del Paradiso''<span>, e di essa tutti i contemporanei parlarono con stupore e ammirazione. A Milano,</span> Isabella trovò una situazione politica nella quale il marito era succube del potere dello zio Ludovico il Moro, che assegnò ai due sposi il castello di [[Pavia]] per tenerli lontani dal governo. Il carattere fiero di Isabella le impediva di accettare questa condizione (aggravata dal fatto che la moglie di Ludovico, [[Beatrice d'Este]] era trattata come fosse la vera Duchessa) e già dopo il primo anno di matrimonio si definiva «la peggio maritata donna del mondo»<ref name="don">Don Nicola Milano, ''Modugno. Memorie storiche'', Edizioni Levante, Bari 1984</ref>.
 
==Caratteristiche dell'acqua==
=== Lettera al padre e conflitto tra Ducato di Milano e Regno di Napoli ===
L’acqua sorgiva di Terme di Saturnia compie un percorso nelle profondità della terra del [[monte Amiata]] della durata di 40 anni. L’acqua sorgiva di Terme di Saturnia è minerale perché durante il percorso sotterraneo si mineralizza assorbendo l’anidride carbonica e scaricandola sulle marne e i [[Travertino|travertini]] che, a 200mt di profondità, si disciolgono per effetto della CO<sub>2</sub>, liberando [[zolfo]], calcio, [[Solfato|solfati]], [[magnesio]]; assorbe inoltre vitamine e gas prima di risalire in superficie alla temperatura costante di 37,5°.
 
Il flusso d’acqua è di quasi 800 litri al secondo: ciò consente alla piscina sorgente e alle piscine del parco termale, un ricambio completo ogni 4 ore, per 6 volte al giorno, rendendola incontaminata.
[[File:Female_bust_(An_ideal_portrait_of_Laura)_by_Francesco_Laurana.JPG|thumb|left|Opera di [[Francesco Laurana]], c. 1487-88, [[Kunsthistorisches Museum]]|250x250px]]
[[File:Leonardo da Vinci - study of a woman's head.jpg|thumb|right|''Studio di testa di donna'' di ''[[Madonna Litta]]'', [[Leonardo da Vinci]], c. 1490, [[Museo del Louvre]]|145x145px]]
[[File:Portrait of lady - Ambrogio de Predis.jpg|thumb|left|Opera di [[Giovanni Ambrogio de Predis]], c. 1495 - 1499, [[National Gallery (Londra)]]|250x250px]]
 
Le acque di Terme di Saturnia hanno rinomate proprietà terapeutiche, donando relax e benessere al solo immergervisi.
Nel [[1493]] scrisse al padre [[Alfonso II di Napoli|Alfonso]] per denunciare la sua situazione<ref name="lettera">il testo della lettera, nella traduzione italiana dall'originale latino, è riportato in Achille Dina, Isabella d'Aragona Duchessa di Milano e di Bari, Archivio storico lombardo</ref> ma la ferma reazione, voluta da suo padre, venne frenata dalla prudenza del nonno, re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I]]. Quando però nel [[1494]] [[Alfonso II di Napoli|Alfonso II]] salì al trono di Napoli, dichiarò subito guerra al Moro. Il 22 ottobre di quell'anno morì Gian Galeazzo nel castello di Pavia all'età di 25 anni; si ritiene sia stato avvelenato dal Moro che il giorno dopo la morte di Gian Galeazzo venne eletto duca di Milano. Ciò non pose termine agli atti ostili di Ludovico nei confronti di Isabella che, nel [[1497]], venne trasferita con le sue figlie a Milano, mentre il piccolo figlio Francesco, erede legittimo del ducato, veniva lasciato in custodia a Pavia, con molto dolore di Isabella, la quale poté riabbracciare il figlio solo quando i rapporti tra il [[Ducato di Milano]] e il [[Regno di Napoli]] videro un miglioramento. Ma, nel [[1498]], Francesco venne di nuovo allontanato dalla madre da Ludovico il Moro, quando questi seppe che, durante una passeggiata a cavallo per Milano Francesco venne acclamato come duca.
 
==Proprietà dell'acqua==
Nel frattempo, Ludovico il Moro continuava a comportarsi come il legittimo duca di Milano (ormai era stato riconosciuto come tale) e pensava persino all'eredità: al primogenito [[Massimiliano Sforza]] avrebbe lasciato il [[Ducato di Milano]], al secondogenito Francesco intestò i territori nell'Italia Meridionale (Ducato di Bari, Moduno e Palo del Colle, e le città calabre di Rossano, Borello e [[Longobucco]]) conservando per sé l'usufrutto.
{{Disclaimer|alternative}}
L'acqua sorgiva di Terme di Saturnia grazie ai suoi componenti ha delle specifiche proprietà terapeutiche:
* Favorisce la vasodilatazione cutanea e la riduzione della pressione arteriosa
* Agisce da miorilassante e antiinfiammatorio sull’apparato muscolare e scheletrico
* Amplifica gli atti respiratori e aumenta la ventilazione polmonare
* Favorisce la fluidificazione delle secrezioni, con effetto antinfiammatorio
* Grazie ai solfati, se bevuta, sviluppa un effetto antiossidante ed epatoprotettore per il fegato, agisce sulla colecisti facilitando la digestione e agevola il transito intestinale
* Esfoglia, deterge e ha delle proprietà antisettiche sulla pelle
* Rilassa la muscolatura e riduce i dolori osteoarticolari
 
==Accesso==
Alla notizia dell'imminente calata in Italia dell'esercito di [[Luigi XII di Francia]], Ludovico il Moro, prima di fuggire dall'imperatore [[Massimiliano d'Austria]], volle impedire che in sua assenza venisse eletto duca il figlio di Isabella d'Aragona, Francesco; pertanto cercò di portarlo con sé in Germania ma, data l'opposizione di Isabella e della popolazione milanese, adottò un altro stratagemma: concesse ad Isabella i feudi in Puglia e in Calabria, a patto che vi si recasse di persona (successivamente, avrebbe potuto far dichiarare invalida tale concessione perché il Moro era usufruttuario di quei territori, mentre il duca risultava essere suo figlio).
Terme di Saturnia si trova nel comune di Manciano ed è aperto tutto l’anno. Ci si arriva in macchina seguendo la [[Strada statale 74 Maremmana]], poi girando per la Strada provinciale 159 e poi girando per la Strada provinciale 10 della Castagneta.
 
==Servizi==
Isabella, mentre mostrava di voler accettare le condizioni, temporeggiava in attesa di Luigi XII, nella speranza che questi facesse eleggere duca suo figlio. Quando Luigi XII arrivò a Pavia, Isabella gli andò incontro proponendo suo figlio Francesco come duca di Milano. Luigi XII, dicendo di volerlo dare in sposa alla propria figlia, lo mandò in Francia dove lo fece rinchiudere in un'abbazia.
I principali servizi offerti sono terapie e trattamenti termali, convenzionati con il [[Servizio sanitario nazionale (Italia)|Servizio Sanitario Nazionale]]. Oltre alle cure tradizionali, il centro offre cure fisioterapiche e mette a disposizione un’equipe medica per consulenze specialistiche.
La SPA, aperta anche agli ospiti esterni, offre numerosi trattamenti estetici e programmi benessere.
Collegato alle terme è lo SPA & Golf Resort, classificato 5 stelle, aperto tutto l’anno.
Il [[Campo da golf|campo da Golf]] è firmato dall’architetto californiano Ronald Fream dello Studio GolfPlan: è un percorso da campionato di 6316 metri su 70 ettari mossi, 18 buche, par 72.
 
==Turismo==
[[File:Giovanni Antonio Boltraffio - The Virgin and Child (detail) - WGA2389.jpg|thumb|right|Madonna col Bambino. Opera di [[Giovanni Antonio Boltraffio]], c. 1467 - 1516, [[Museo di Belle Arti di Budapest]]|200x200px]]
Terme di Saturnia è circondata da scenari dal fascino selvaggio e itinerari culturali e archeologici di grande interesse: oltre alla bellezza dei paesaggi incontaminati di [[macchia mediterranea]], a breve distanza, è possibile visitare rocche e borghi medievali, necropoli etrusche e antichi resti romani.
La [[Maremma]] si estende tra i due promontori di Piombino e dell’Argentario e raccoglie un panorama variegato di mare, pianura, montagna, dune sabbiose, paludi e selve. Ambienti diversi e culture diverse, ritmi e forme di vita differenti raccolti in questa terra di frontiera, tra [[Lazio]] e [[Toscana]].
Da non perdere [[Montemerano]]: uno splendido borgo medievale arroccato su un colle, rinomato per i suoi vicoli suggestivi e per la ricchezza delle sue opere d’arte e [[Manciano]] con il suo imponente [[Castello]] che domina un paesaggio a 360° che si estende fino al mare. Un itinerario suggestivo è quello segnato dal “Triangolo della Maremma”, fortificato dagli Aldobrandeschi, con Pitigliano, la “Piccola Gerusalemme”, antico borgo arroccato su pareti di tufo a strapiombo, spettacolare alla vista come nessun altro; [[Sovana]], con le sue antichissime mura e le vie lastricate dagli [[Etruschi]], illustre per i natali dati al monaco Ildebrando salito al soglio pontificio col nome di Gregorio VII; [[Sorano]], paese che sorge su una rupe vulcanica famoso per la magia delle forre e dei vicoli, della rocca e del severo castello.
Oltre al triangolo della Maremma, in zona si caratterizza per il fascino dei suoi paesaggi l’itinerario dei Colli dell’Albegna che tocca, oltre a Saturnia, i paesi di [[Magliano in Toscana|Magliano]], [[Pereta]] e [[Scansano]]. A breve distanza si trovano anche il rinomato [[Parco naturale della Maremma|Parco dell’Uccellina]], [[Capalbio]] e l’[[promontorio dell'Argentario|Argentario]] con tutti i suoi borghi caratteristici affacciati sul mare.
 
==Bibliografia==
La perdita del figlio e la notizia dell'imminente ritorno del Moro col proprio esercito, convinsero Isabella a tornare, dopo 11 anni di assenza, a Napoli. Da Napoli cercò di contattare l'imperatore [[Massimiliano d'Austria]] per cercare di far tornare il proprio figlio, ma senza successo. <span>Dalla sua fuga da Milano, iniziò a firmare le sue lettere definendosi “unica nella disgrazia” con riferimento alla perdita del Ducato, alla morte dei suoi figli, di suo marito, e di molte persone a lei care. Smise di firmarsi in quel modo solo dopo il matrimonio di </span>[[Bona Sforza]]<span>, unica figlia superstite.</span>
*Aldo Mazzolai. ''Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura''. Firenze, Le Lettere, 1997.
 
==Voci correlate==
Ad Isabella non rimase altro che occuparsi del suo Ducato di Bari, che l'allora re di Napoli [[Federico I di Napoli|Federico]] le concesse ufficialmente con un documento datato 10 aprile [[1500]], che in realtà era stato compilato il 25 luglio [[1501]], quando il monarca era già stato spodestato da Luigi XII, il quale aveva proseguito nella sua conquista fin nel sud, favorito anche dall'alleanza con [[Ferdinando il Cattolico]] intervenuto contro gli Aragonesi italiani, suoi parenti.
*[[Saturnia]]
 
*[[Manciano]]
=== Il governo del Ducato di Bari (1501 – 1524) ===
*[[Colline dell'Albegna e del Fiora]]
 
[[File:Bernardino Luini Lady with a Flea Fur.jpg|thumb|upright=1.2|sinistra|''Ritratto di signora'', [[Bernardino Luini]], [[National Gallery of Art]], [[Washington]].]]
[[File:Benedetto briosco (bottega), gian galeazzo maria sforza, duca di milano, 1490 circa.JPG|upright=1.3|thumb|destra|Il consorte [[Gian Galeazzo Maria Sforza|Gian Galeazzo Maria]]]]
[[File:Bari BW 2016-10-19 12-32-30.jpg|thumb|Il [[Castello normanno-svevo (Bari)|castello di Bari]], residenza di Isabella]]
 
La posizione di Isabella d'Aragona quale duchessa di [[Bari]], [[Modugno]] e [[Palo del Colle]] era del tutto precaria: la donazione del Moro era illegale in quanto il duca di Bari risultava essere il figlio di Ludovico, Francesco Sforza; la conferma della donazione era stata fatta dal re Federico quando era già stato spodestato apponendo una data precedente; inoltre, i nuovi padroni del Sud Italia erano nemici della sua famiglia. Questa situazione causerà problemi alla figlia Bona in quanto le venne contestata la legittimità del possesso del Ducato (ma, per concessione di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], riuscì a mantenerne il possesso sino alla morte).
[[File:Isabella von Neapel.jpg|thumb|left|Isabella d'Aragona, [[Biblioteca Nazionale Austriaca]]|295x295px]]
 
Ad Isabella non rimase altro che vincere il suo carattere fiero e orgoglioso e fare atto di sottomissione agli spagnoli che le concessero il permesso di prendere possesso del Ducato e degli altri territori in Calabria: Isabella arrivò a Bari nel settembre [[1501]], con sua figlia Bona e si stabilì nel [[Castello Normanno-Svevo di Bari]] che fece modificare per adeguarlo a contrastare le armi da fuoco, con le più [[Fortificazione alla moderna|moderne tecniche di difesa]]. Il Ducato e i territori di Calabria gli vennero confermati da [[Ferdinando il Cattolico]] quando si schierò dalla parte degli spagnoli, durante il conflitto che li vide opporsi ai francesi per il possesso dell'Italia Meridionale.
 
{{citazione|Ereditò il Ducato Barese e di esso con armoniosa cura e solerte intelligenza guidò le sorti, lasciandovi uno dei più grati ricordi. Vi fece infatti prosperare i commerci, le industrie, le arti: insomma il suo Ducato è legato a quel breve periodo di rinascita, che vide Bari nell'età moderna.| Vito Masellis nella ''“Storia di Bari”'', Edizione Italiana, Bari 1965}}
 
Isabella d'Aragona introdusse, nell'amministrazione del suo piccolo ducato, lo spirito di rinnovamento e la capacità di investire in opere pubbliche, caratteristiche del Ducato di Milano. Col suo governo, autoritario ma illuminato, incrementò la prosperità del suo Ducato. Cercò di incrementare il commercio allargando i privilegi concessi ai Milanesi, ma anche ai commercianti provenienti da altre città.
[[File:San Domenico bare.jpg|thumb|[[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)]]: sepoltura di Isabella]]
Attuò diverse iniziative a favore del suo popolo: sorvegliò i pubblici ufficiali in modo che non commettessero soprusi sulla popolazione; difese il privilegio di accedere alle saline del Regno di Napoli; difese i cittadini del Ducato nei contenziosi con le città vicine; esentò i contadini dal pagamento dei dazi sulla macinazione delle olive. Favorì la pubblica istruzione ottenendo che ogni convento affidasse a due frati il compito di insegnare alla popolazione; concesse agevolazioni agli insegnanti come l'aumento di stipendio, l'esenzione dalle franchigie e l'alloggio gratuito.
 
Amò circondarsi di artisti e letterati; chiamò a corte lo scrittore modugnese [[Amedeo Cornale]]. In questo periodo venne stampato il primo libro a Bari. Tra le opere pubbliche create a Bari da Isabella d'Aragona si ricordano il rifacimento del molo, la ristrutturazione del [[Castello Normanno-Svevo di Bari|castello]] (le successive modifiche hanno sostituito gli elementi introdotti dalla duchessa) e il progetto di circondare la città con un canale per migliorarne la difesa.
 
Viene rimproverata ad Isabella la sua politica fiscale oppressiva, promossa dal suo ministro [[Giosuè De Ruggiero]] (il quale, dopo la morte della duchessa, venne cacciato) che, con i suoi guadagni, riuscì a comprarsi nel [[1511]] il feudo di [[Binetto]]. L'asprezza fiscale venne incrementata in occasione del matrimonio della figlia [[Bona Sforza]] con il re [[Sigismondo I di Polonia]].
 
=== Matrimonio di Bona Sforza e ultimi anni di Isabella ===
[[File:Bona Sforza in 1517.jpg|upright|thumb|[[Bona Sforza]], figlia di Isabella.]]
Con la perdita dei figli (le era rimasta solo [[Bona Sforza|Bona]]), Isabella d'Aragona vedeva affievolirsi le speranze di riacquisire il [[Ducato di Milano]]. Isabella tentò di concedere la figlia in sposa a [[Massimiliano Sforza]], primogenito di Ludovico il Moro che nel [[1513]] era diventato duca di Milano approfittando della situazione di caos durante il conflitto tra francesi e spagnoli che si combatté soprattutto in Nord Italia. Nel [[1515]], però, il nuovo re di Francia [[Francesco I di Francia|Francesco I]] ritornò in possesso del Ducato.
 
A quel punto, dopo diversi contatti, ci si orientò verso l'attempato [[re di Polonia]], [[Sigismondo I di Polonia|Sigismondo Iagellone]]. Bona portò in dote il Ducato di Bari (che avrebbe ricevuto alla morte di Isabella) e 500.000 ducati. Per la dote e per le spese del matrimonio vennero imposte nuove tasse nel ducato.
 
Il matrimonio venne celebrato a Napoli, il 6 dicembre [[1517]], con grande sfarzo e lusso e le celebrazioni durarono dieci giorni, anche per evidenziare la grandezza della discendenza reale di Bona. Il 3 febbraio [[1518]] la giovane donna partì verso la Polonia.<ref>Russo, p. 41</ref>
 
In diverse occasioni Isabella si propose di raggiungere la figlia in Polonia, ma dovette sempre rinunciare. Nell'ottobre del [[1519]], in occasione della nascita del primogenito di Bona, si mise in viaggio ma, in Polonia scoppiò una guerra e dovette cambiare destinazione e si diresse a [[Roma]] dove fu accolta da [[Papa Giulio II]].
 
Ammalatasi di [[idropisia]], nel 1523 si trasferì nel Ducato di Bari per assicurare una successione alla figlia; in seguito ritornò definitivamente nella corte di [[Castel Capuano]], a Napoli, dove morì l'11 febbraio 1524. Dopo funerali fastosi, venne sepolta nella sagrestia nuova della [[Basilica di San Domenico Maggiore (Napoli)|basilica di san Domenico Maggiore]] in [[Napoli]], accanto ai suoi avi aragonesi.<ref>[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL62/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol62_017558.xml ISABELLA d'Aragona, duchessa di Milano Treccani.it]. Dizionario Biografico degli Italiani. Riportato il 9 aprile 2010.</ref>
 
== Ritratti ==
[[File:Gioconda (copia del Museo del Prado restaurada).jpg|thumb|''La Gioconda'' conservata al Museo del Prado]]
{{citazione necessaria|Per quanto riguarda l'opera ''[[Gioconda (Madrid)|Monna Lisa]]'' del [[Museo del Prado]] a Madrid, si pensa che possa essere la Duchessa di Milano Isabella d'Aragona, in opposizione dell'attribuzione a [[Lisa Gherardini]]}}. Leonardo da Vinci nelle sue bozze rappresenta la Monna Lisa con una palma, simbolo del martirio, {{citazione necessaria|collegando la sua identità alle donne della famiglia Sforza.}}
Isabella fu ritratta come santa da pittori come Giovanni Ambrogio de Predis o Giovanni Antonio Boltraffio; seguendo questa moda, {{citazione necessaria|tutti i ritratti di madonne con capelli rossi nella corte di Milano fanno riferimento alla figura di Isabella d´Aragona. Esempi sono la ''Madonna Litta'' di Leonardo o la ''Madonna e bambino'' di Boltraffio della National Gallery di Londra}}.
Alla sua morte, nel 1524, il pittore Benardino Luini dipinge a Villa Pelucca un [[Affreschi da villa La Pelucca|affresco di Santa Caterina d'Alessandria]] portata in volo dagli angeli sul Sinai, {{citazione necessaria|con riferimento a Isabella d'Aragona.}} Lo stesso [[Raffaello Sanzio]] nel 1507, sulla base della Monna Lisa di Leonardo da Vinci, dipinge [[Santa Caterina d'Alessandria (Raffaello)|Santa Caterina d'Alessandria]], {{citazione necessaria|avendo in mente come riferimento Isabella d'Aragona.}}. Sulla base di uno studio sui gioielli e sulla pietra rossa nuziale del tutto simili  che compaiono sul “''Ritratto di dama''” di Ambrogio de Predis (Pinacoteca Ambrosiana) e in due ritratti nuziali delle nobildonne Sforza (''“Ritratto di Beatrice d’Este”, ''1491 ca., Ambrogio de Predis, Christ Church Picture Gallery, Oxford e ''“Ritratto di Bianca Maria Sforza”, ''1493 ca. Ambrogio De Predis, National Gallery of Art, Washington), e alla luce dell’analisi della foggia spagnola dell’abito e della ciocca di capelli passata sotto il mento, (analoga a quella della “''Dama con l’ermellino''” di Leonardo datata intorno al 1490), la ricercatrice Carla Glori ha identificato Isabella d’Aragona nella modella dell’Ambrosiana, nel suo ritratto nuziale intorno all’anno 1490. A riprova di questa conclusione, lo studio ha effettuato ulteriore confronto del profilo del ritratto dell’Ambrosiana con il “''Portrait of an unknown woman''” di incerta attribuzione (Ashmolean Museum, Oxford), in cui la modella è raffigurata come S.ta Caterina d’Alessandria e con  il “''Portrait of a woman in profile''” attribuito allo stesso Ambrogio de Predis (1495-1499 ca. National Gallery di Londra), verificando trattarsi della stessa donna, ovvero Isabella. Inoltre, nella parte soprastante del gioiello con la pietra rossa, posto sulla spalla della modella dell’Ambrosiana, la ricerca ha individuato la sagoma in miniatura della colombina visconteo-sforzesca cara al ramo famigliare del marito di Isabella, il duca Gian Galeazzo Sforza.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Glori Carla|titolo=Proposta di identificazione della dama con la reticella di perle, Pinacoteca Ambrosiana, Milano|rivista=Academia edu, https://www.academia.edu/35452089/PROPOSTA_DI_IDENTIFICAZIONE_DELLA_DAMA_CON_LA_RETICELLA_DI_PERLE_DI_AMBROGIO_DE_PREDIS_PINACOTECA_AMBROSIANA_MILANO|volume=|numero=}}</ref> <div align="center">
{{Aragona di Napoli (1441-1503)}}
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="16" align="center"| '''Isabella d'Aragona'''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Alfonso II di Napoli]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Ferdinando I di Napoli]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Alfonso V d'Aragona]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Ferdinando I di Aragona]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Eleonora d'Alburquerque]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Giraldona Carlino
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />Enrico Carlino
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Isabella Carlino
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Isabella di Chiaromonte]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Tristano di Chiaromonte]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />Bartolomeo de Clermont-Lodève
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Caterina Orsini
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Sibilla Orsini Del Balzo
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Raimondo Orsini Del Balzo]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Maria d'Enghien]]
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Ippolita Maria Sforza]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Francesco Sforza|Francesco I Sforza]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Giacomo Attendolo]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Giovanni Attendolo
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Elisa Petraccini
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />Lucia Terziani
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />?
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />?
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Bianca Maria Visconti]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Filippo Maria Visconti]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Gian Galeazzo Visconti]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Caterina Visconti]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />Agnese del Maino
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Ambrogio del Maino
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Ne de Negri
|}
</div>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Don Nicola Milano, ''Modugno. Memorie storiche'', Edizioni Levante, Bari 1984.
* Renato Russo, ''Isabella d'Aragona duchessa di Bari'', Rotas, Barletta 2005.
* {{DBI |nomeurl = |nome = ISABELLA d'Aragona, duchessa di Milano |autore = Francesca M. Vaglienti |volume = 62 |anno = 2004 |accesso = 13 agosto 2017}}
 
== Voci correlate ==
* [[Bona Sforza]]
* [[Gioconda (Madrid)]]
* [[Francesco Laurana]], ''[[Busto di Isabella d'Aragona]]'' (1487-1488)
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Interprogetto|commons=Category:Isabella d'Aragona}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Box successione
*[https://www.termedisaturnia.it/it Sito ufficiale delle Terme di Saturnia]
|tipologia = regnante
|carica = [[Consorti dei sovrani di Milano|Duchessa consorte di Milano]]
|periodo = [[1488]] – [[1494]]
|precedente = [[Bona di Savoia]]
|successivo = [[Beatrice d'Este]]
|immagine = Coat of Arms of Ferdinand I of Naples.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Ducato di Bari|Duchessa di Bari]]
|periodo = [[1501]] – [[1524]]
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|successivo = [[Bona Sforza]]
|immagine = Coat of Arms of Ferdinand I of Naples.svg
}}
 
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[[Categoria:Trastámara (Napoli)Saturnia]]
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