Chiesa del Gesù (Palermo) e Eritrea: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua}}
{{Edificio religioso
{{Stato
|DedicatoA = [[Gesù]]
|nomeCorrente = Eritrea
|NomeEdificio = Chiesa del Gesù
|nomeCompleto = Stato di Eritrea
|Immagine = Casa Professa (Palermo) - Facciata1.JPG
|nomeUfficiale = ኤርትራ
|Didascalia = Facciata
|linkBandiera = Flag of Eritrea.svg
|Larghezza =
|paginaBandiera = Bandiera dell'Eritrea
|Città = {{simbolo|Palermo-Stemma_uff.png}} [[Palermo]]
|linkStemma = Emblem of Eritrea (or argent azur).svg
|Regione = {{IT-SIC}}
|paginaStemma = Emblema dell'Eritrea
|SiglaStato = ITA
|linkLocalizzazione = Eritrea (Africa orthographic projection).svg
|Religione = [[Cattolicesimo|Cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|linkMappa = Eritrea-CIA WFB Map.png
|AnnoConsacr =
|motto = {{ti}} Awet nHafash<br />{{it}} Vittoria alle Masse
|StileArchitett = [[architettura barocca|barocco]]
|lingua = [[Lingua tigrina|tigrino]], [[Lingua araba|arabo]]<ref name= Lingua >[https://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=ER Languages of Eritrea]</ref>, [[Lingua afar|afar]]<ref name= Lingua/>, arabo dell'[[Hegiaz]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua begia|begia]]<ref name= Lingua/>, bilen<ref name= Lingua/>, geez<ref name= Lingua/>, [[Lingua inglese|inglese]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua italiana|italiano]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua cunama|cunama]]<ref name= Lingua/>, nara<ref name= Lingua/>, saho<ref name= Lingua/>, [[Lingua tigrè|tigrè]]<ref name= Lingua/>
|InizioCostr = [[1590]]
|FineCostr capitale = [[1636Asmara]]
|capitaleAbitanti = 663.873
|Website =
|capitaleAbitantiAnno = 2010
|Note =
|governo = [[Repubblica presidenziale]] [[monopartitismo|monopartitica]] ''de iure''<ref name="CIA">{{cita web|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|Eritrea - The World Factbook|2 agosto 2017}}</ref>
[[Stato totalitario|Dittatura totalitaria]] ''de facto''
|elenco capi di stato = [[Presidenti dell'Eritrea|Presidente]]
|presidente = [[Isaias Afewerki]] ([[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia|FPDG]])
|primoMinistro =
|liberazione = Dall'[[Etiopia]] 26 maggio 1991
|indipendenza = dall'[[Etiopia]] il 24 maggio [[1991]]
 
|ingressoONU = 28 maggio [[1993]]
|superficieTotale = 121.320
|superficieOrdine = 96
|superficieAcqua = trascurabile
|popolazioneTotale = 6.527.689
|popolazioneAnno = 2015
|popolazioneOrdine = 113
|popolazioneDensita = 52
|popolazioneCrescita = 2,25% (2015)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|titolo=Population growth rate|accesso=18 gennaio 2015|sito=CIA World Factbook|lingua=en}}</ref>
|confini = [[Sudan]], [[Etiopia]], [[Gibuti]]
|nomeAbitanti = [[Eritrei]]
|continente = [[Africa]]
|orario = [[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +3
|valuta = [[Nacfa eritreo]]
|PIL = 10.625<ref name=IMF>[https://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2013/02/weodata/index.aspx Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013]</ref>
|PILValuta = $
|PILAnno = 2019
|PILOrdine = 158
|PILprocapite = 1,253
|PILprocapiteValuta = $
|PILprocapiteAnno = 2019
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|PILPPA = 7.720
|PILPPAValuta = $
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|PILPPAprocapite = 1253
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|PILPPAprocapiteAnno = 2019
|PILPPAprocapiteOrdine = 160
|HDI = 0,349 (basso)
|HDIAnno = 2011
|HDIOrdine = 177
|TFT = 4,4 (2011)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2011|accesso=12 febbraio 2013}}</ref>
|energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
|tld = .er
|inno = [[Ertra, Ertra, Ertra]]
|festa = 24 maggio
|stato precedente = {{ETH 1987-1991}}
|note = ¹Nel paese non esiste una lingua ufficiale riconosciuta: il [[lingua tigrina|tigrino]] e l'[[lingua araba|arabo]] sono le lingue maggiormente parlate, ma vengono utilizzati anche l'[[lingua italiana|italiano]] e l'[[lingua inglese|inglese]] e altre lingue locali.
}}
L''''Eritrea''' (in [[lingua tigrina|tigrino]]: ኤርትራ, ''Ērtra''; ufficialmente: '''Stato di Eritrea''') è uno Stato che si trova nella parte orientale del [[Corno d'Africa]], confinante con il [[Sudan]] a ovest, con l'[[Etiopia]] a sud e con il [[Gibuti]] a sud-est. L'est ed il nord-est del Paese possiedono una lunga linea costiera sul [[Mar Rosso]] direttamente di fronte ad [[Arabia Saudita]] e [[Yemen]]. Sono parte dell'Eritrea l'[[arcipelago delle isole Dahlak]] e alcune isole a ridosso delle [[isole Hanish]].
 
L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale, con due religioni prevalenti ([[Sunnismo|islam sunnita]] e [[Chiesa ortodossa eritrea]]) e nove gruppi etnici. Fu creata come entità politica nel [[1890]] con il nome di [[Colonia eritrea]].<ref>{{cita libro |autore = |url_capitolo = http://www.treccani.it/enciclopedia/eritrea_(Dizionario-di-Storia)/ |capitolo = Eritrea |titolo = Dizionario di Storia |città = Roma |editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] |anno = 2010 |accesso = 25 marzo 2013}}</ref>
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 04.jpg|thumb|upright|Navata centrale.]]
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 17.jpg|thumb|upright|Volta e controfacciata.]]
 
Il presidente [[Isaias Afewerki]] è stato eletto dall'[[Assemblea nazionale (Eritrea)|Assemblea nazionale]], composta da 150 membri del partito unico [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]], che si è costituita nel [[1993]], poco dopo l'ottenimento dell'indipendenza; è al potere da allora, in quanto non ci sono state altre elezioni<ref name=CIA />. L'Eritrea è di fatto un regime dittatoriale, senza libertà politiche e di associazione, senza potere giudiziario e fonti d'informazione indipendenti<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Eritrea Report 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>.
La '''chiesa del Gesù''' nota anche come '''Casa Professa''', è una delle più importanti chiese barocche di [[Palermo]] e dell'intera [[Sicilia]]. L'aggregato monumentale della [[Compagnia di Gesù]] è ubicato nel [[centro storico di Palermo]] nel [[mandamento]] di [[Palazzo Reale o Albergaria]], con pertinenze e dipendenze ingloba numerosi altri edifici di culto.<ref>Pagina 101, Abate [[Francesco Sacco]], "''Dizionario geografico del Regno di Sicilia''", [https://books.google.it/books?id=v3WGCdFL0JoC], Palermo, Reale Stamperia, 1800</ref><ref name="Vincenzo Mortillaro-39">{{Cita|Vincenzo Mortillaro|pp. 39}}</ref>
 
== Etimologia ==
Dopo quasi due anni di restauro conservativo, il 24 febbraio [[2009]], la chiesa è stata inaugurata con una messa solenne presieduta dall'arcivescovo di Palermo mons. [[Paolo Romeo]] e partecipata da numerosi gesuiti e autorità civili e militari.
La parola ''Eritrea'' deriva [[Etimologia|etimologicamente]] dal [[Lingua greca antica|greco antico]] ''ἐρυθρός'' (erythrós), che significa ''rosso''. Il nome ''[[Mar Rosso]]'' venne usato fin dall'età [[Ellenismo|ellenistica]], come testimonia anche il nome di una famosissima opera anonima di [[geografia]], il ''[[Periplus Maris Erythraei]]'' del [[I secolo]], che significa appunto ''Periplo del Mar Eritreo'' (ossia del [[Mar Rosso]]). Il fatto che l'odierna Eritrea si affacciasse su questo mare fece guadagnare al Paese il suo attuale nome, che le fu perciò attribuito dagli [[Colonialismo italiano|italiani]] alla fine del [[XIX secolo]], quando costituirono la colonia identificando per la prima volta un'entità territoriale autonoma sul territorio dell'attuale Stato eritreo. Alcuni storici ritengono che la denominazione ''Eritrea'' sia stata ideata e suggerita a [[Francesco Crispi]] dallo scrittore scapigliato [[Carlo Dossi]]<ref>{{cita web | 1 = http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | 2 = Museo Casa Pisani Dossi - Biografia | 3 = 25 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120731064845/http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | dataarchivio = 31 luglio 2012 | urlmorto = sì }}</ref>, suo consigliere culturale negli anni della conquista della [[Colonia eritrea|colonia]].
 
== Storia ==
{{vedi anche|Storia dell'Eritrea}}
[[File:Casa professa dopo la guerra.jpg|thumb|upright|L'edificio dopo la guerra.]]
=== Storia antica e medievale ===
[[File:Sicilia Palermo7 tango7174.jpg|thumb|upright|L'interno della chiesa.]]
{{vedi anche|Paese di Punt|Regno di Axum|Medri Bahri}}
[[File:Kohaito, zona dei palazzi axumiti 09.JPG|miniatura|sinistra|Resti di un palazzo axumita nel sito archeologico di [[Kohaito]]]]
Intorno al 2.500 a.C., lungo la costa del Mar Rosso esisteva un regno che gli antichi egizi chiamavano "La terra di Punt", che significa “Terra degli dei”. Il regno comprendeva una grande fetta di Eritrea settentrionale, alcune parti del Sudan, del Gibuti e aveva come centro il porto di Adulis.
 
Intorno al 1000 a.C. i [[Sabei (Yemen)|Sabei]], partendo dall'attuale Arabia Saudita, attraversarono il Mar Rosso, stabilendosi prima nelle isole Dahlak e poi in diverse aree delle coste e altopiani dell’Eritrea. Alcuni degli insediamenti di spicco del tempo in Eritrea includono [[Adulis]], Kohaito, Metera, Tekondae, e Keskese. Questi insediamenti hanno avuto una loro natura urbana.
=== Epoca araba ===
 
Intorno all’VIII secolo a.C. i diversi insediamenti sabei si riunirono sotto un unico ombrello politico e formarono il Regno di [[D'mt]]. Il regno, con centro in Adulis, abbracciava gran parte degli altopiani eritrei e la riva del Mar Rosso, e alcune parti del nord Tigray, mantenendo forti legami commerciali e culturali con le civiltà greca, romana e meroitica. Il Regno di [[D'mt]] portò significativi cambiamenti agricoli, religiosi, architettonici, politici e linguistici nei popoli della regione. Gli storici considerano il Regno di D'mt come precursore del Regno axumita.
* [[884]], È documentato il convento e il [[#Chiesa di San Filippo di Agira|tempio di San Filippo d'Argirò]] fondato dai [[monaci basiliani]]<ref name="ReferenceA">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 133}}</ref> per opera dei genitori di San Filippo diacono palermitano.<ref name="ReferenceB">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 134}}</ref>
 
Nel I secolo d.C., unendo le città di Adulis, Kohaito, Keskese, Tekonda, Metera, e Axum venne fondato il Regno axumita; buona parte di questo regno si trovava nell'attuale Eritrea e nella parte settentrionale del Tigray. Il regno è noto per essere esistito a partire dal I secolo fino all'inizio del VII secolo d.C., ma è stato nel III secolo che Axum divenne uno stato pienamente sviluppato, raggiungendo l'apice della sua potenza nel IV secolo d.C. Per mostrare il loro potere, i re aksumiti costruirono massicce steli (pilastri in pietra), e alcune di queste sono in piedi ancora nel ventunesimo secolo. La prima volta che il nome di "Axum" appare in una fonte storica è nel già citato [[Periplus Maris Erythraei|''Periplo del Mar Eritreo'']], risalente al I secolo d.C.
=== Epoca normanna ===
 
Dal VI secolo il Regno axumita diventò una grande potenza arrivando a conquistare l’Arabia meridionale, oggi lo Yemen. Tuttavia, a partire dal VII secolo, il regno cominciò a declinare. Dopo la caduta del Regno axumita, la storia eritrea entra nel suo periodo medievale.
* [[1072]], [[Roberto il Guiscardo]] e la moglie [[Sichelgaita]] promuovono ed edificano sul preesistente luogo di culto la [[#Badia di Santa Maria alla Grotta|badia di Santa Maria alla Grotta]] retta secondo la regola basiliana.<ref name="ReferenceC">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 135}}</ref> Gli storici commentatori [[Goffredo Malaterra]], [[Tommaso Fazello]] e [[Rocco Pirri]] fanno riferimento nelle loro opere all'impianto normanno. L'attuale ''Cappella di Sant'Anna'' sovrasta la Grotta.
* [[1128]], Cristodulo Rozio, ammiraglio antiocheno al servizio di [[Ruggero II di Sicilia]], finanzia l'istituzione.<ref name="ReferenceC"/>
* [[1130]], [[Ruggero II di Sicilia]] dona al [[monastero di Santa Maria della Grotta]] dell'[[Monaci basiliani|Ordine basiliano]] di [[Marsala]] l'isola di [[Mozia]] comprendente la [[Isola di San Pantaleo|chiesa di San Pantaleo]] e le [[Riserva naturale orientata "Isole dello Stagnone di Marsala"|Saline]]. A questi possedimenti si aggiungono la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Marsala)|chiesa di San Giovanni Battista al Boeo]] sul promontorio [[Lilibeo]], la [[Chiesa di Santa Croce (Marsala)|chiesa di Santa Croce]]. Fuori città la [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Marsala)|chiesa di San Michele Arcangelo]] (o Sant'Angelo) al Rinazzo presso il feudo Farchina, la [[Chiesa di Santa Venera (Marsala)|chiesa di Santa Venera]] e un ampio giardino in località Eraclia l'odierna Rakalia.<ref>Pagina 161, Giovanni Andrea Massa, "''La Sicilia in prospettiva. Parte prima, cioe il Mongibello, e gli altri monti, caverne, promontori ... esposti in veduta da un religioso della Compagnia di Giesù ..''", [https://books.google.it/books?id=G47Sti-OxQ8C], Stamperia Francesco Cichè, Palermo, 1709</ref> Da [[Agostino Inveges]] a Palermo, per converso sono documentate come dipendenze della [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Badia di Santa Maria alla Grotta|chiesa di Santa Maria della Grotta]]: la [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Confraternita dei Santi Cosma e Damiano|chiesa dei Santi Cosma e Damiano]], la [[#Chiesa di San Michele Arcangelo|chiesa di San Michele de Indulcis]] e la [[#Chiesa di San Leonardo de' Indulciis|chiesa di San Leonardo de Indulcis]] rispettivamente le odierne [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Chiesa di San Michele Arcangelo|chiesa di San Michele Arcangelo]] e [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano|chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano]]. È documentata l'esistenza della [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Chiesa di San Pantaleone|chiesa di San Pantaleone al Cassaro]].
* [[1131]] maggio, Decreto di Ruggero II di Sicilia, con il quale sancisce l'elevazione del [[Concattedrale del Santissimo Salvatore#Monastero del Santissimo Salvatore di «Lingua Phari»|monastero del Santissimo Salvatore]] ubicato sulla "''[[Porto di Messina|lingua phari]]''" di Messina a «''mandra''» o «''Mater Monasteriorum''» ossia guida di tutti i monasteri basiliani di Sicilia e di Calabria. Pertanto entrambi le abbazie di Santa Maria della Grotta di Palermo e Marsala dipendevano dall'[[Archimandritato del Santissimo Salvatore]] di [[Messina]].
 
=== La conquista e la dominazione ottomana ===
=== Epoca sveva ===
{{vedi anche|Eyalet di Habesh|Sultanato di Aussa}}
Nel [[1557]] subì un'invasione degli [[Ottomani]] del [[sultano]] [[Solimano il Magnifico|Solimano I]] che portò alla conquista di [[Massaua]], [[Archico]] e [[Debarua]], la capitale del [[negus|bahr negus]] Isacco. Due rivolte di lui furono domate nel [[1578]], lasciando agli Ottomani gli importanti porti di Massaua e di Archico. Nel corso degli anni 40 del XIX secolo, i francesi tentarono di penetrare nella parte costiera e meridionale del paese, come testimonia un documento di cessione del villaggio di [[Edd (Eritrea)|Edd]] ai colonialisti da parte di uno sceicco locale; tuttavia i vari tentativi risultarono infruttuosi.
 
Gli Ottomani ebbero il controllo di gran parte delle zone costiere eritree per quasi 300 anni, lasciando i loro possedimenti (una provincia denominata Habesh) ai loro sudditi [[Egitto|egiziani]] nel [[1865]] prima che essi fossero presi dagli [[italia]]ni nel [[1885]]. L'interno del paese è tradizionalmente influenzato dalla cultura e dall'economia dell'Etiopia, soprattutto per quanto riguarda il [[Cabessà]] (perlopiù cristiano copto) e gli altopiani di Hamasien, [[Acchelè-Guzai]] e [[Seraé]].
[[File:Sicilia Palermo8 tango7174.jpg|thumb|upright|''Cappella del Sacro Cuore''.]]
* [[1197]], [[Enrico VI di Svevia]] e [[Costanza d'Altavilla]] aggregano la struttura palermitana con l'omonima [[Chiesa di Santa Maria della Grotta (Marsala)|chiesa di Santa Maria della Grotta]] di [[Marsala]], unione confermata da [[bolla pontificia]] di [[Papa Innocenzo III]].<ref name="ReferenceD">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 136}}</ref> Grazie ai privilegi concessi l'abbazia palermitana ha la supremazia numerica, di prestigio e di potere. Accentra le pertinenze basiliane appartenenti alla sede [[Diocesi di Lilibeo|Lilibea]]. In [[Storia della Sicilia sveva|epoca sveva]] non è ricostituita la diocesi di Marsala, essa confluisce ed è amministrata territorialmente dalla [[diocesi di Mazara del Vallo]].
* [[1220]], Pietro Chiaramonte, fratello del beato Atanasio Chiaramonte, è abate del [[#Badia di Santa Maria alla Grotta|monastero di Santa Maria alla Grotta]].<ref name="ReferenceD"/>
 
Successivamente, mentre gli egiziani si ritirarono dal [[Sudan]] durante la [[Guerra Mahdista|ribellione del Mahdi]], i britannici conclusero un accordo per cui gli egiziani poterono ritirarsi attraverso l'Etiopia e nello scambio permisero che l'imperatore dell'Etiopia occupasse quei distretti della pianura che aveva disputato ai [[Turchia|turchi]] e agli egiziani.
=== Epoca spagnola ===
 
=== Periodo coloniale italiano ===
* [[1549]], I [[Gesuiti]] sbarcano a Palermo insediandosi prima nella [[Chiesa di Sant'Anna la Misericordia|chiesa della Madonna della Misericordia]] ai «''[[Lattarini]]''»<ref name="ReferenceE">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 141}}</ref> sotto la protezione del [[viceré di Sicilia]] [[Juan de Vega]], già promotore dell'insediamento dei Gesuiti a Messina con conseguente fondazione del [[Collegio dei gesuiti (Messina)|primo collegio]] della [[Compagnia di Gesù]] nel 1548.
{{vedi anche|Governatorato dell'Eritrea|Colonia eritrea}}
* [[1551]], Successivamente la compagnia si trasferisce nella [[Chiesa di Sant'Antonio abate (Palermo)|chiesa di sant'Antonio]].<ref name="ReferenceE"/>
[[File:Tallero d'Eritrea 129421.jpg|miniatura|sinistra|[[Tallero d'Eritrea]], coniato nel 1891 dal governo italiano.]]
* [[1553]], Con l'intermediazione dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] ottengono la [[#Badia di Santa Maria alla Grotta|chiesa di Santa Maria alla Grotta]].<ref name="ReferenceE"/> Ai Gesuiti è riconosciuto il diritto di sedere nel [[Parlamento siciliano]] come rappresentanza ecclesiastica, funzione svolta da un [[procuratore]] nominato allo scopo.
[[File:Fiat tagliero, 04.JPG|miniatura|La [[Stazione di servizio]], in stile [[Futurismo|futurista]], "[[Fiat Tagliero]]", costruita ad [[Asmara]] nel [[1938]].]]
* [[1564]] - [[1577]], Avvio e costruzione del primitivo impianto sotto il patrocinio del [[Senato di Palermo]]. È mutato il titolo in [[#Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo|chiesa dei Santi Filippo e Giacomo]] per essere in seguito cambiato in chiesa di Gesù di Casa Professa.<ref name="ReferenceG">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 143}}</ref>
L'inizio dell'occupazione si ebbe nel novembre [[1869]] con il padre lazzarista [[Giuseppe Sapeto]] che, per conto della [[Navigazione Generale Italiana|società di navigazione Rubattino]] di [[Genova]], avviò le trattative per la cessione della [[Assab|Baia di Assab]] al Governo italiano. È il primo atto della presenza ufficiale italiana nel continente [[africa]]no. Nello stesso anno fu siglato con il [[Sultano]] locale l'accordo per l'acquisizione da parte dell'armatore [[Raffaele Rubattino]] della baia, allo scopo di farne un porto di servizio alle sue navi. Il governo egiziano contestò tale acquisizione e rivendicò il possesso della baia: da ciò seguì una lunga controversia che si concluse solo nel [[1882]].
* [[1571]] - [[1586]], Fondazione e edificazione del [[Chiesa del Gesù (Palermo)#Collegio Massimo|Collegio Massimo]] al «[[Cassaro]]»<ref name="ReferenceF">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 142}}</ref> per opera di Giuseppe Giacalone.
 
Il 10 marzo [[1882]] il governo italiano acquistò il possedimento di Assab, che il 5 luglio dello stesso anno diventò ufficialmente italiano. Negli anni dal [[1885]] al [[1890]] fu acquisita l'importante città portuale di [[Massaua]] (che divenne capitale provvisoria del possedimento d'oltremare) e il controllo italiano si estese nell'entroterra. Nel 1890 l'Eritrea fu ufficialmente dichiarata [[colonia (insediamento)|colonia]] italiana.
I [[Gesuiti]] iniziarono nel tardo Cinquecento la costruzione della chiesa annessa alla casa madre (Casa Professa), una delle più spettacolari chiese della [[Sicilia]].
[[File:ST-Massowa.jpg|miniatura|Massaua nel [[XIX secolo]]]]
 
Nel [[1893]] il [[Negus]] etiopico [[Menelik II]] denunciò il [[trattato di Uccialli]]. L'Italia continuò la sua espansione verso l'entroterra (Axum, Macallè, Adua) e nel settembre [[1895]] si svolse la [[battaglia dell'Amba Alagi]] tra le truppe italiane e quelle etiopi, comandate dai [[Ras (titolo)|Ras]]: [[Maconnèn Uoldemicaèl|Mekonnen]], [[Alula Engida|Alula]] e [[Mangascià Yohannes|Mangascia]].
* [[1604]], Demolizione delle chiese e dei manufatti preesistenti compresa la chiesa della confraternita di San Cosma e Damiano. Il luogo di culto sorgeva sull'area corrispondente all'attuale Cappellone, ''Cappella di San Giuseppe'', ''Cappella di San Francesco Saverio''.<ref name="ReferenceG"/> È altresì aggregata la [[#Grotta di San Calogero|Grotta di San Calogero]]. Il luogo era tradizionalmente rifugio di eremiti, in particolare [[Calogero di Sicilia|San Calogero]] dimorò nella grotta: tuttora vi si trovano [[catacombe]] paleocristiane.
Il 1º marzo [[1896]] gli italiani furono sconfitti ad [[Battaglia di Adua|Adua]].
* [[1606]], Il venerabile Antonino Natoli da [[Patti]], autore di diverse grazie e miracoli, visitò a lungo la Chiesa.
* [[1610]], Demolizione della chiesa e dell'[[#Chiesa di San Dionisio|Ospedale di San Dionisio l'Aeropagita]].<ref name="ReferenceG"/>
* [[1615]], Riedificazione del monumento. Rientra nelle possibilità economiche dei Gesuiti il rifacimento e l'abbellimento della chiesa.
* [[1622]], Anno della [[canonizzazione]] di [[Sant'Ignazio di Loyola]] e [[San Francesco Saverio]].
* [[1628]], Demolizione della [[#Chiesa della Madonna delle Raccomandate|chiesa della Madonna delle Raccomandate]] e dell'[[#Ospedale di Santa Maria la Raccomandata|Ospedale dei Convalescenti]].<ref name="ReferenceH">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 144}}</ref>
 
Col [[pace di Addis Abeba del 1896|trattato di pace di Addis Abeba]], che annullava il [[trattato di Uccialli]], l'Italia riconobbe l'indipendenza dell'impero d'[[Abissinia]] e quest'ultimo riconobbe la colonia italiana d'Eritrea.
La grande costruzione venne ideata dall'architetto gesuita Giovanni Tristano, in un primo momento si presentava ad unica navata con ampio transetto e ampie cappelle laterali. Agli inizi del [[XVII secolo]] per adeguarla alle esigenze di grandiosità tipiche dell'architettura gesuita, su progetto di [[Natale Masuccio]] e [[Tommaso Blandino]] furono abbattuti i muri divisori delle cappelle, ottenendo così tre navate.
Durante il dominio italiano, specie negli [[anni 1930|anni trenta]], l'Eritrea fu la colonia maggiormente ammodernata: furono costruiti migliaia di km di strade, ponti, la [[ferrovia Massaua-Asmara]] (iniziata già alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]]), le città furono sistemate anche con la creazione di numerosi quartieri italiani (ancora visibili).
 
Bisogna sottolineare che l'Eritrea, rispetto all'Etiopia e alla [[Somalia Italiana]], fu la colonia con la più forte presenza di italiani. Infatti nel censimento del [[1939]] solo ad [[Asmara]] furono censiti 53.000 Italiani su una popolazione totale di 98.000 abitanti.
* [[1636]] 16 agosto, Solenne consacrazione presieduta dal cardinale [[Giannettino Doria]].<ref name="ReferenceI">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 145}}</ref>
* [[1658]], Realizzazione e completamento della cupola.
* [[1670]], Anno della canonizzazione di [[San Francesco Borgia]].
 
Il 5 dicembre [[1934]] avvenne l'[[incidente di Ual Ual]] tra [[Somalia Italiana]] ed Etiopia, che fornì il pretesto al regime [[Fascismo|fascista]] per [[Guerra d'Etiopia|aggredire l'Abissinia]], partendo il 3 ottobre [[1935]] dalle basi dell'Eritrea. L'Abissinia venne conquistata il 5 maggio 1936 e il 9 maggio tutte le colonie italiane del Corno d'Africa furono unificate da [[Benito Mussolini|Mussolini]] nella cosiddetta [[Africa Orientale Italiana]] (AOI).
=== Epoca contemporanea ===
[[File:Coat of arms of Eritrea governorate.svg|miniatura|upright=0.5|Stemma del Governo dell'Eritrea nell'AOI]]
L'[[Eritrea italiana]] entrò a far parte dell'AOI sotto un [[Governatori dell'Eritrea|Governatore]] con sede ad Asmara ed un territorio ampliato anche come compenso per l'aiuto nella conquista dell'Etiopia, dato al [[Regno d'Italia]] da parte di oltre 60.000 [[Àscari]] eritrei.
 
Nella primavera del [[1941]], ancor prima della resa agli inglesi di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia]], l'Eritrea venne occupata da un esercito britannico a seguito della [[battaglia di Cheren]]. Con la perdita di [[Gondar]] (27 novembre 1941), ultimo ridotto italiano in Africa orientale, si dissolsero le ultime speranze di riconquista della colonia.
* [[1767]], [[Soppressione della Compagnia di Gesù]]. A Palermo ai gesuiti è riconosciuto il solo compito dell'insegnamento scolastico.
* 1781 20 febbraio - 1801 3 giugno, Durante i restauri della [[cattedrale di Palermo]] il Capitolo metropolitano e gli uffici parrocchiali sono trasferiti presso Casa Professa che in tale frangente assume il titolo e ricopre le funzioni di Concattedrale.
* [[1805]], [[Compagnia di Gesù#La restaurazione|Ristabilimento della Compagnia]] e restauro della chiesa. Nello stesso anno un incendio distrugge il quadro e l'altare maggiore. Una copia sostituisce l'originale.
* [[1860]], La nuova immagine è custodita nella cappella del Convitto Nazionale stabilito nel Collegio Massimo. I Gesuiti sono cacciati da Palermo.
* [[1866]], [[Leggi eversive]]. Trasferimento al demanio di tutti i beni. Gran parte dei quadri e degli arredi sono asportati e collocati nel museo nazionale.
* [[1874]], Tra le opere sottratte sono documentati il dipinto raffigurante ''[[San Pantaleone]]'' e la ''Comunione di San Luigi Gonzaga'' di [[Giuseppe Velasco|Giuseppe Velasquez]].
* [[1892]], Il cavaliere Salvatore Di Pietro, rettore di Casa Professa, ottiene tramite il ministro della pubblica istruzione [[Paolo Boselli]] che il tempio sia dichiarato [[monumento nazionale]]. Il complesso è utilizzato come biblioteca nazionale col trasferimento del patrimonio librario custodito nella [[basilica abbaziale di San Martino delle Scale]].
* [[1930]], L'utilizzo degli spazi per la nuova funzione comporta lo smantellamento di cappelle e altari con svariate nuove dislocazioni. Il dissennato accumulo di materiale cartaceo e l'installazione di pesanti scaffalature causa il collasso di determinate parti del complesso.
* [[1937]], Causa infiltrazioni è decretata la distruzione della volta pericolante e del ricchissimo ciclo di affreschi.
* [[1943]] 9 maggio, I bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] pongono fine all'uso scriteriato dell'insigne monumento. Durante un'incursione una bomba s'abbatté proprio sulla cupola della chiesa causandone il crollo che danneggiò i manufatti interni adiacenti. Andò perduta gran parte delle pitture del [[presbiterio]] e del [[transetto]]. La [[cupola]] fu interamente ricostruita con tecniche moderne che prevedevano l'utilizzo del calcestruzzo armato realizzando una struttura a doppia calotta nervata, dissimulata dai rivestimenti esterni.
* [[1954]] - [[1956]], Conclusione ciclo di restauri e riapertura al culto, l'esteso affresco della volta della navata centrale è opera di [[Federico Spoltore]] e [[Guido Gregorietti]].
 
Dopo il [[1941]], per i quasi 100.000 Italiani della comunità italiana dell'Eritrea iniziò un periodo difficile che portò alla loro quasi totale scomparsa in pochi decenni<ref>{{cita web |autore = Eros Chiasserini |url = http://www.maitacli.it/fascicolo/ERITREA%20-%20GLI%20ANNI%20DIFFICILI.pdf |titolo = Eritrea 1941-1951 – Gli anni difficili |formato = PDF |accesso = 2 marzo 2009 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090419182334/http://www.maitacli.it/fascicolo/ERITREA%20-%20GLI%20ANNI%20DIFFICILI.pdf |dataarchivio = 19 aprile 2009 }}</ref>.
== Facciata ==
[[File:ChiesaGesu Marble detail.JPG|thumb|Intarsi marmorei.]]
 
L'Eritrea rimase sotto occupazione militare alleata fino al [[1949]] e divenne un protettorato britannico fino al [[1952]], quando le [[Nazioni Unite]] la dichiararono federata con l'Impero etiope.
La [[facciata]] rivolta a settentrione,<ref name="ReferenceH"/><ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/> nella parte centrale è caratterizzata da un doppio ordine di [[lesene]] binate sovrapposte di colore scuro che esaltano il senso di profondità creato dal rilievo prospettico. Semplici lesene delimitano nel primo ordine gli ingressi minori sormontati da nicchie. I due ordini sono raccordati da [[volute]] con riccioli verso il basso. Chiude il [[frontone]] costituito da [[timpano (architettura)|timpano]] ad archi spezzati sovrapposti e fregio centrale con [[cristogramma]] retto da volute in rilievo.
 
=== L'unione all'Etiopia ===
Il [[portale]] principale è costituito da colonne con [[capitelli corinzi]] sormontati da [[timpano (architettura)|timpano]] spezzato ad archi sovrapposti, nella nicchia intermedia è collocata l'espressiva ''Madonna della Grotta'',<ref name="ReferenceH"/> sul cartiglio la dicitura "''JESUS VOCATVM EST NOMEN EIUS''".
 
Con la sottoscrizione del [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|Trattato di Parigi]], nel [[1947]], l'Italia dovette rinunciare alle colonie africane. Si pose perciò il tema del futuro dell'Eritrea, rispetto al quale si manifestarono posizioni diverse sia fra gli eritrei sia fra le grandi potenze del tempo:
Il complesso prospettico è arricchito da [[statue]] raffiguranti santi della [[Compagnia di Gesù]]. Sul lato destro ''[[San Francesco Saverio]]''<ref name="ReferenceH"/> collocato sul portale, ''[[San Francesco Regis]]'' sul vertice, ''[[San Giacomo Kisai]]'' in secondo piano e ''[[San Giovanni Soan di Gotò]]'' sul cornicione laterale.
* la [[Gran Bretagna]] ipotizzava lo smembramento del paese in favore di [[Etiopia]] e [[Sudan]];
Le [[statue]] delle nicchie sul lato sinistro raffigurano ''[[Sant'Ignazio di Loyola]]''<ref name="ReferenceH"/> collocato sul portale, ''[[San Francesco Borgia]]'' sul vertice, ''[[San Paolo Miki]]'' in secondo piano e ''[[San Francesco de Geronimo]]'' sul cornicione laterale.
* l'[[Etiopia]] ambiva ad annettersi la ricca ex-colonia italiana, trovando un certo riscontro in alcuni ambienti della popolazione tigrina di religione cristiana;
* la popolazione di religione musulmana, sostenuta anche da diversi cristiani e dagli italo-eritrei, era decisamente orientata verso l'indipendenza (eventualmente dopo una fase transitoria di Amministrazione fiduciaria affidata all'[[Italia]] o alla [[Gran Bretagna]]).
 
Il 6 maggio [[1949]] il Ministro degli Esteri italiano [[Carlo Sforza]] si accordò con il collega britannico [[Ernest Bevin]] per il passaggio dell'Eritrea in amministrazione fiduciaria all'Italia, per poi costituirsi in Stato autonomo, tranne lo sbocco al mare di [[Assab]] da concedere all'[[Etiopia]]<ref>Carlo Sforza, ''Cinque anni a Palazzo Chigi'', Roma, Atlante, 1952, pagg. 159 e succ.ve</ref>. Tale compromesso non ebbe, per un solo voto, la maggioranza all'assemblea dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Il 1º ottobre successivo, al comitato politico dell'ONU di [[Lake Success]], Sforza si espresse in senso favorevole all'indipendenza immediata per l'ex-colonia, ritenendo in tal modo di adottare una linea distensiva nei rapporti tra l'Italia e il mondo islamico<ref>Carlo Sforza, ''cit.'', pagg. 171 e succ.ve</ref>.
Nella [[controfacciata]] fiancheggiano il [[portale]] due altorilievi o teatrini di Gioacchino Vitagliano coadiuvato dal discepolo [[Ignazio Marabitti]] raffiguranti ''Gesù e la Samaritana'' e ''Gesù ridà la vista al cieco''.<ref name="ReferenceI"/> Nel [[vestibolo (architettura)|vestibolo]] sono collocate le statue di ''[[Giaele]]'', ''[[Giuditta|Giuditta e Oloferne]]'', ''[[Rebecca (Bibbia)|Rebecca, Giacobbe e Esaù]]'', ''[[Ruth]]''.
 
Il governo di [[Hailé Selassié]], secondo alcuni con una qualche complicità dei britannici, non esitò a ricorrere al terrorismo degli [[Sciftà]] per colpire le fazioni indipendentiste<ref>v. pag 172 Stefano Poscia, ''Eritrea: colonia tradita'' Edizioni associate, 1989</ref>.
L'inusuale timpano spezzato (sezione tronco sferica intersecata da archi ortogonali) del portale d'ingresso che immette alla navata principale è arricchito con pregevoli opere di [[Ignazio Marabitti]]: il ''Cristo fanciullo'' e ''Putti su nimbi'' posti sotto la piccola volta, le [[cimasa|sime]] arricchite da angeli con ali spiegate, l'intero manufatto sormontato da monumentale [[cartiglio]] e stemma con [[cristogramma]] [[IHS]], in alto la finestra con vetrata dedicata a ''[[Maria (madre di Gesù)|Maria]]'' diametralmente opposta a quella di ''[[Gesù]]'' posta nell'abside.
 
Le [[Nazioni Unite]], cui fu rimessa la questione, stabilirono infine che l'Eritrea sarebbe stata federata all'[[Impero d'Etiopia]], mantenendo comunque una propria autonomia. Nel [[1952]] l'unionista [[Tedlà Bairù]] divenne il primo capo di governo dell'Eritrea federata all'Etiopia. In breve tempo il governo di [[Addis Abeba]] cambiò l'assetto dello stato, smantellando il sistema federale, fino a trasformare l'Eritrea (il 20 maggio [[1960]]) in una semplice provincia amministrativa dell'impero etiopico e, nel [[1962]], ad annetterla definitivamente.
== Interno ==
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 11.jpg|thumb|upright|''Cappella della Madonna di Trapani''.]]
=== Navata destra ===
 
Nel frattempo, ad opera di [[Uoldeàb Uoldemariàm]] e [[Ibrahim Sultan Ali]], si sviluppò un radicato movimento indipendentista.
La descrizione della disposizione delle cappelle fatta da [[Antonino Mongitore]] ricalca l'attuale ordine, fatta eccezione le cappelle dedicate a [[San Pantaleone]], ai [[Sette arcangeli|Sette Angeli]], ai [[Compagnia di Gesù#Brasile|Martiri del Brasile]].
 
{{vedi anche|Guerra di indipendenza eritrea}}
* Prima campata: ''Cappella delle Sante Vergini''. Sull'altare delimitato da colonne in marmo nero con [[capitelli corinzi]] è presente il dipinto raffigurante le ''Vergini''. Nelle nicchie laterali e nelle pareti adiacenti sono disposte statue marmoree.
* Seconda campata: ''Cappella dei Santi Confessori''. Sull'altare è collocato il quadro dei ''[[Ventisei martiri del Giappone|Santi martiri Giapponesi]]'' che ritrae il sacrificio di missionari gesuiti e francescani in Giappone. Dal [[1629]] compatroni della città di Palermo. Sono presenti due quadroni di [[Pietro Novelli]]: ''San Filippo siriaco esorcizza l'indemoniato'' e ''San Paolo eremita e compagni''.<ref name="ReferenceJ">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 151}}</ref><ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/>
* Terza campata: ''Cappella dei Santi Martiri''. Sull'altare delimitato da colonne in marmo nero con [[capitelli corinzi]] sormontato da timpano ad arco spezzati con stemma coronato intermedio realizzato da Francesco Scuto nel 1663, è collocato un dipinto raffigurante ''San Clemente Papa'' ritratto tra [[Santo Stefano Protomartire]] e [[San Lorenzo]]. Sulla parete destra campeggia il dipinto raffigurante la ''Strage degli Innocenti'', sulla sinistra il ''Martirio dei tre Santi Martiri Giapponesi'', opera di [[Giuseppe Spatafora]] realizzata nel 1655. Gli affreschi delle volte sono opere di [[Antonio Grano]] del [[1704]].
** Addossato al pilastro della navata il [[pulpito]].<ref name="ReferenceN">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 146}}</ref>
* Quarta campata: ''Cappella della Madonna di Trapani''.<ref name="ReferenceJ"/> La cappella decorata con marmi mischi, delimitata da colonne in marmo nero, capitelli corinzi, timpano ad arco spezzato e simmetrico con stemma intermedio, ospita nella nicchia la statua marmorea della ''[[Madonna di Trapani]]'', opera attribuita a [[Antonello Gagini]]. Ai lati sull'esterno, gli intarsi in marmi policromi creano l'illusione prospettica di [[colonne tortili]] tridimensionali riccamente decorate, opere di [[Camillo Camilliani]]. Alle pareti affreschi attribuiti a [[Rosalia Novelli]]: ''Annunciazione'' e ''Purificazione di Maria''.
 
Nel [[1960]], in esilio al [[Il Cairo|Cairo]] fu fondato il FLE ([[Fronte di Liberazione Eritreo]]), al fine di combattere l'annessione all'Etiopia e ottenere l'indipendenza nazionale. La guerriglia, iniziata nel [[1961]] sotto la guida di [[Hamid Idris Awate]], fu sottoposta a massicce offensive da parte dell'esercito del Negus, sostenuto economicamente dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Nel [[1970]] si formarono le forze popolari di liberazione eritrea, il futuro [[Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo]] (FLPE), nato formalmente nel [[1973]]. Il 31 gennaio 1975 iniziò la guerra di liberazione dal dominio etiopico con l'attacco alla città di [[Asmara]] da parte del FLPE. Negli [[anni 1970|anni settanta]] si arrivò alla guerra civile fra FLE e FLPE, divisi da ragioni etniche e politiche. Il FLE, infatti, fin dalla sua nascita, concentrò la sua base di appoggio e legittimazione popolare nelle regioni pianeggianti dell'Eritrea, abitate in prevalenza da una popolazione di fede musulmana. Il FLPE, composto inizialmente in misura prevalente da elementi di lingua tigrina situati negli altopiani, si fece portatore di un'ideologia di liberazione nazionale di tipo marxista. Il conflitto vide prevalere il FLPE, con l'altra fazione relegata ad un ruolo sempre più marginale.
<gallery mode="packed">
File: Casa Professa PA 09 10 2017 08.jpg|''Volta prima campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 09.jpg|''Volta seconda campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 10.jpg|''Volta terza campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 15.jpg|''Cupola Cappella San Luigi Gonzaga''.
</gallery>
 
La causa del FLPE poté contare in un primo momento sull'appoggio diplomatico cubano e sovietico.
=== Navata sinistra ===
Il rovescio di alleanze che nel [[1978]] sancì il passaggio del regime socialista etiope nella sfera sovietica minacciò per alcuni anni il progetto di liberazione nazionale del FLPE.
Grazie agli ingenti quantitativi di armamenti ricevuti dall'U.R.S.S. per far fronte alla minaccia somala, l'[[Etiopia]] sferrò tra il 1978 e il [[1980]] un deciso attacco alle postazioni del FLPE, riconquistando gran parte della regione ad eccezione di alcune enclavi nella regione del [[Sahel]].
La controffensiva eritrea ripartì intorno al [[1984]], permettendo una graduale riconquista delle posizioni perdute: decisiva a tal fine fu la collaborazione tra l'FLPE e il TPLF (Fronte di Liberazione Popolare Tigrino, in [[Lingua inglese|inglese]] ''Tigray People's Liberation Front''), che permise al primo di conquistare Asmara nel [[1991]], ed al secondo di entrare vittoriosamente ad [[Addis Abeba]] nello stesso anno.
 
=== L'indipendenza ===
[[File:ChiesaGesu pulpit.JPG|thumb|upright|Il pulpito.]]
La lotta per l'indipendenza ebbe fine nel [[1991]], quando il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo scacciò l'esercito etiope fuori dei confini eritrei, e supportò il TPLF (Tigray People's Liberatio Front), movimento etiope di resistenza, per rovesciare la dittatura del Derg, che cadde nello stesso anno. Due anni dopo, in Eritrea, venne indetto un referendum, con la supervisione della missione delle Nazioni Unite denominata UNOVER. Al voto, a suffragio universale, parteciparono sia le popolazioni residenti in Eritrea che quelle rifugiate in altre nazioni africane dopo la diaspora, ed in esso si decise che l'Eritrea dovesse essere un paese indipendente.
* Prima campata: ''Cappella di Santa Rosalia''. Sull'altare delimitato da [[colonne tortili]] in marmo nero arricchite da fregio fitoforme, con [[capitelli corinzi]] sormontate da timpano ad arco spezzato, è presente il dipinto raffigurante ''Santa Rosalia'' con l'abito di monaca basiliana, opera di [[Vito D'Anna]]. Peculiarità della cappella sono i [[pilastri]] - [[paraste]] e le [[lesene]] intermedie recanti fregi e decorazioni perfettamente simmetrici e speculari.
* Seconda campata: ''Cappella dell'Immacolata Concezione''. Parimenti dedicata a [[San Francesco Borgia]], realizzata da Mariano Quaranta e Giovanni Travaglia nel 1670. Sull'altare il dipinto raffigurante l<nowiki>'</nowiki>''Immacolata e San Francesco Borgia'', tela di [[Rosalia Novelli]] realizzata nel 1663.
* Terza campata: ''Cappella del Sacro Cuore di Gesù''. Un tempo primitiva ''Cappella dei Santi martiri giapponesi''. Sull'altare delimitato da [[colonne tortili]] ornate da delicate ghirlande in rilievo, con [[capitelli corinzi]] e stemma intermedio è presente il dipinto raffigurante il ''Sacro Cuore di Gesù'', opera di Maria Salmeri Lojacono del 1965. L'ovale contenente la sacra immagine è incastonato su lastre di marmo [[libeccio]] che formano motivi simmetrici.
* Quarta campata: ''Cappella del Crocifisso''.<ref name="ReferenceJ"/> Sull'altare delimitato da colonne in marmo nero con [[capitelli corinzi]] sormontato da doppio timpano ad archi sovrapposti e spezzati, è collocato un ''Crocifisso'' ligneo su reliquiario barocco. Urna funeraria realizzata da [[Ignazio Marabitti]] contenente il cuore di [[Viceré di Sicilia#Viceré di Carlo III di Borbone (1734-1759)|Eustachio di Viefeuille]] [[viceré di Sicilia]] nel [[1747]].<ref name="ReferenceJ"/> Sulle pareti adiacenti sono presenti i dipinti della ''Crocifissione'', ''Invenzione della Santa Croce'', ''Deposizione'', ''Esaltazione della Santa Croce'', opere di [[Orazio Ferraro]]. L'affresco delle volte raffigura il ''Trionfo della Croce''.
 
Oltre il 97% degli Eritrei votò per l'indipendenza, che venne dichiarata ufficialmente il 24 maggio [[1993]]. Il leader dell'FLPE, [[Isaias Afewerki]], divenne il Primo Presidente provvisorio dell'Eritrea ed il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo, ribattezzato Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia (PFDJ), diede vita al primo governo.
<gallery mode="packed">
File: Casa Professa PA 09 10 2017 33.jpg|''Stucchi prima campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 31.jpg|''Stucchi seconda campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 30.jpg|''Stucchi terza campata''.
File: Casa Professa PA 09 10 2017 24.jpg|''Cupola''.
</gallery>
 
Nel [[1998]] l'Etiopia governata dal TPLF invade la città di [[Badammé]], invasione che ha portato alla morte di circa {{formatnum:19000}} soldati eritrei, ad un pesante esodo di civili, oltre che ad un disastroso contraccolpo economico. Il conflitto Eritreo-Etiope ha avuto fine nel [[2000]], con un negoziato noto come [[Accordo di Algeri]], con i quali si è affidato ad una commissione indipendente delle Nazioni Unite il compito di definire i confini tra le due nazioni. L'EEBC (''Eritrea-Ethiopia Boundary Commission'') ha terminato la sua indagine ed il suo arbitrato nel [[2002]], stabilendo che la città di Badme debba appartenere all'Eritrea. Tuttavia il governo etiope si è rifiutato di rispettare il verdetto della Commissione Confini e quindi di ritirare il suo esercito sia dalla città di Badammè che da altre aree del territorio sovrano eritreo.
=== Transetto ===
 
== Geografia ==
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 13.jpg|thumb|upright|''Cappella di Sant'Ignazio''.]]
{{Vedi anche|Geografia dell'Eritrea}}
[[File:Eritrea sat.png|sinistra|miniatura|Eritrea dal satellite]]
L'Eritrea è situata nel [[Corno d'Africa]] e si affaccia sul [[Mar Rosso]].
 
=== Morfologia ===
La cupola sorretta da quattro pilastri ornati da Giuseppe Musca e Antonio Candia. La realizzazione originale completata nel [[1683]] era affrescata da [[Gaspare Serenari]].<ref name="ReferenceK">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 149}}</ref> Collocate su mensole le statue degli apostoli coi rispettivi simboli: ''[[San Pietro]]'', ''[[San Paolo]]'', ''[[Filippo apostolo|San Filippo]]'', ''[[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]]'',<ref name="ReferenceK"/> esternamente le raffigurazioni dei quattro elementi: ''[[Terra (elemento)|Terra]]'', ''[[Acqua (elemento)|Acqua]]'', ''[[Fuoco (elemento)|Fuoco]]'', ''[[Aria (elemento)|Aria]]''.
[[File:Kohaito, il canyon 15.JPG|miniatura|Il canyon di Kohaito]]
L'Eritrea si può suddividere in due grandi regioni.
 
La prima è quella più settentrionale che comprende l'[[Oculé-Cusai]] e l'[[Amasien]]. Vi si trovano l'altopiano a nord di [[Cheren]], i [[Bilen|Bogos]] e i [[Beni-Amer]], i fiumi [[Barca (fiume)|Barca]] e [[Anseba]]. Questa regione è delimitata a sud dai fiumi [[Mareb]] e [[Tacazzè|Tecassé]], che cambieranno il loro nome rispettivamente in [[Mareb|Gasc]] e [[Tacazzè|Setit]] prima di confluire nel fiume [[Atbara]], affluente del [[Nilo]]. Questa regione ha clima mite, folta vegetazione e terreno facilmente coltivabile.
* Parete destra: ''Cappella di San Francesco Saverio''. Sull'altare delimitato da colonne in marmo nero con [[capitelli corinzi]] sormontato da doppio timpano ad archi sovrapposti e spezzati con statua vescovile intermedia, il quadro raffigurante ''[[San Francesco Saverio]]'' di [[Federico Spoltore]] del [[1953]], in sostituzione del dipinto distrutto dal bombardamento. Sulla mensa un piccolo tempietto in marmo bianco con parti in [[Agata (minerale)|agata]] custodisce le reliquie del santo. Realizzata nel [[1622]]<ref name="ReferenceK"/> e decorata nel [[1677]] da [[Paolo Amato (architetto)|Paolo Amato]], [[Antonio Grano]] e Giovanni Battista Ferreri. Nelle nicchie laterali sono presenti le statue di ''[[Ninfa (martire)|Santa Ninfa]]'' e ''[[Oliva di Palermo|Santa Oliva]]''.
* Parete sinistra: ''Cappella di Sant'Ignazio di Loyola''.<ref name="ReferenceK"/> Proclamato patrono di Palermo nel [[1624]]. Sull'altare delimitato da colonne in marmo nero con [[capitelli corinzi]] sormontato da doppio timpano ad archi sovrapposti e spezzati con statua vescovile intermedia opera di Salvatore Valenti, è custodita la statua di ''[[Sant'Ignazio di Loyola]]'' raffigurato nell'atto di scacciare l'[[Eresia]], opera di [[Giovanni Maria Benzoni]] realizzata nel [[1856]]. Nelle nicchie laterali sono presenti le statue di ''[[Sant'Agata]]'' e ''[[Santa Rosalia]]'', insieme alle altre due disposte simmetricamente nella cappella opposta, completano il ciclo delle Sante Vergini Patrone di Palermo. L'ambiente custodisce i sepolcri di Giovanna Aragona Ventimiglia, marchesa di [[Giarratana]] e di Anna Balsamo Aragona.
==== Absidiola destra ====
 
La seconda zona è quella meridionale, con altopiani molto più aridi che scendono verso il [[Mar Rosso]], clima torrido vicino al mare e una fortissima umidità.
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 14.jpg|thumb|upright|''Cappella di San Luigi Gonzaga''.]]
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 29.jpg|thumb|upright|''Cappella del Santissimo Crocifisso''.]]
 
Il territorio dell'Eritrea può anche essere suddiviso in quattro diverse regioni dalle caratteristiche fisiche profondamente diverse: la pianura costiera, l'altopiano occidentale, la zona collinare del nord ovest e la zona delle pianure.
* ''Cappella della Sacra Famiglia''.<ref name="ReferenceL">{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 148}}</ref> Nella [[lunetta]] il ''Padreterno Benedicente'' fra putti e angeli seduti sul timpano, stucchi di [[Procopio Serpotta]]. Le colonne delimitano il dipinto di [[Antonio Grano]] raffigurante la ''Sacra Famiglia''.
** Esterna: ''Cappella di San Luigi Gonzaga''.<ref name="ReferenceL"/> Al centro dell'altare costituito da coppie di colonne con disposizione prospettica convessa, il pregevole altorilievo ''[[San Luigi Gonzaga]]'' opera di [[Ignazio Marabitti]] del [[1762]]. Le colonne, architrave, fregio, cornice e frontespizio superiore, parimenti in marmo bianco, lavorati ad arabesco, richiamano alla memoria la preesistente opera di [[Antonello Gagini]].<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume quinto|pp. 66}}</ref><ref>{{Cita|Gioacchino di Marzo|pp. 278}}</ref><ref>Pagina 13, Agostino Gallo, "''Elogio Storico di Antonio Gagini scultore ed architetto palermitano''" [https://books.google.it/books?id=PxAUAAAAQAAJ], Reale Stamperia, Palermo, 1821.</ref>
 
La zona costiera si estende per oltre mille chilometri e qui, anche a causa delle alte temperature, il territorio si presenta arido e asciutto. Fuori della linea costiera sabbiosa ed arida è presente l'[[Arcipelago delle Dahlac]] e le relative zone di pesca.
Nel biennio [[1745]] - [[1747]] un ulteriore trasferimento vede la [[Congregazione olivetana]] occupare le strutture della [[chiesa di San Giorgio in Kemonia]], determinando di fatto, il completo abbandono dell'aggregato monumentale della [[Chiesa del Santo Spirito (Palermo)|chiesa del Santo Spirito detta «del Vespro»]].
 
L'altopiano, la parte più popolata del paese a causa della ricca vegetazione e il clima, si innalza ad ovest della pianura costiera con un'altitudine compresa tra i 1.880 e 2.400 metri sul livello del mare.
Nel [[1782]], assenti i gesuiti da Palermo cacciati cinque anni prima in seguito alla [[soppressione della Compagnia di Gesù]], l'altare di [[Antonello Gagini]] è disassemblato per essere destinato al Collegio dei Padri Gesuiti sul Cassaro, ed essere ricomposto nella ''Cappella di San Luigi Gonzaga''. L'altare è privato dei sei tondi laterali con i rilievi dei ''[[Profeti]]'', lo scultore Giosuè Durante lo arricchisce con una cornice attorno a rilievo, una fascia scolpita a riquadri, un fregio tra le basi delle colonne e due elementi a completare l'altare in basso. La parte sotto la mensa dell'altare fu modificata da [[Angelo Italia]].<ref>{{Cita|Gioacchino di Marzo|pp. 278 e 277bis}}</ref>
 
Le pianure sono delimitate ad ovest dal [[Barca (fiume)|fiume Barca]] e a nord dal fiume [[Setit]], cioè la parte terminale del fiume [[Tacazzè]]
L'altare marmoreo era stato commissionato nel [[1516]] dal giureconsulto Giacomo Basilicò per [[Chiesa di Santa Maria dello Spasimo (Palermo)|chiesa di Santa Maria di Monteoliveto detta «dello Spasimo»]]. L'opera ultimata prima del 1519, incorniciava nella sopraelevazione la tela di [[Raffaello Sanzio]] intitolata ''Andata al Calvario'' e universalmente conosciuta come ''[[Spasimo di Sicilia]]'', nome derivato dal titolo della chiesa. L'opera destinata ad abbellire l'altare maggiore per la [[Settimana Santa]] della [[Pasqua]] del [[1517]], dopo un rocambolesco arrivo, finì per adornare la cappella gentilizia patrocinata dalla famiglia Basilicò dopo la scomparsa del committente.
 
Il punto più alto del paese è rappresentato dal monte [[Soira]], situato a sud di Asmara, che si eleva per 2.989 metri al di sopra del livello del mare.
Le nuove fortificazioni della cinta difensiva di Palermo imposero il trasferimento della comunità olivetana presso la [[Chiesa del Santo Spirito (Palermo)|chiesa del Santo Spirito detta «del Vespro»]] nel [[1573]], identica sorte seguiranno il dipinto e il monumentale aggregato marmoreo. Entrambi i capolavori saranno alloggiati nella ''Cappella del Santissimo Sacramento'' dopo l'iniziale ostensione del dipinto sull'altare maggiore. Dopo la collocazione al Cassero nel 1928, con l'intento di trasformare la sede dei Gesuiti in Biblioteca Nazionale, molte delle opere d'arte e altari presenti nel Collegio furono smembrati. Nel 1951 il manufatto gaginiano fu sparpagliato fra il [[Museo archeologico regionale Antonio Salinas]] e [[Bagheria]], nella sede della [[Compagnia di Gesù]] di villa San Cataldo dei principi [[Galletti#In Sicilia|Galletti]], sede adibita a noviziato e liceo per i giovani studenti gesuiti della provincia religiosa di Sicilia e successivamente in Seminario per le Missioni Estere.
 
=== Idrografia ===
Nel 1986 si completò il censimento dei frammenti, nel 1997 molte parti tornarono allo Spasimo, con l'intento d'essere rimontato nella collocazione originaria, nel 2004 fu definito il progetto per la struttura di supporto, nel marzo 2007 il comune annunziò il via libera ai lavori di restauro. Il capolavoro giace scomposto in circa cinquanta pezzi e conservato nei magazzini del complesso monumentale. Ai giorni nostri il riassemblaggio non è stato ancora posto in essere.
I corsi d'acqua del paese sono quasi tutti a carattere stagionale; i maggiori sono il Mareb, il Barca e l'Anseba, oltre alla parte terminale del Tacazzè che scorrono verso il Sudan, e i minori Falkat, Laba e Alighede che invece scorrono verso il Mar Rosso.
 
=== Clima ===
L'attuale altare della ''Cappella di San Luigi Gonzaga'', ripristinato coi restauri post bellici, ricalca verosimilmente le strutture del precedente.
La zona collinare è caratterizzata da un clima molto mite e da altimetrie anche importanti, che arrivano ai 1.400 metri.
l'Eritrea è divisa in due grandi parti: il bassopiano lungo la costa con clima torrido e umido, e l'altopiano da nord a sud nell'interno con un'altitudine media tra i 1800 m(keren) e i 2700&nbsp;m con clima mite.
 
==== AbsidiolaSocietà sinistra ====
=== Demografia ===
[[File:Eritrea demography.png|miniatura|Popolazione [[1993]]-[[2003]]]]
Al momento della sua nascita come entità territoriale, quindi come colonia italiana nel [[1890]], l'intera Eritrea contava circa 300.000 abitanti, mentre al termine della dominazione italiana nel [[1941]] ne contava oltre 1.000.000 (triplicando in 51 anni){{Senza fonte}}.
 
La popolazione del paese ammonta a 6.527.689 abitanti (stima del luglio 2015)<ref name="CIA"/>.
* ''Cappella di Sant'Anna''.<ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/> Al centro dell'altare costituito da coppie di colonne con disposizione prospettica convessa, il dipinto raffigurante la ''Sacra Famiglia'' con l'''Apoteosi della Sacra Famiglia''. Cupola affrescata da [[Pietro Novelli]]<ref name="ReferenceL"/><ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/> e restaurata con duplice intervento da [[Antonio Grano]] rispettivamente nel [[1697]] e [[1700]]. Completa l'ambiente il gruppo scultoreo su marmi mischi raffigurante la ''Supplica di Gioacchino e Anna'' e la volta prospettica con [[Padre Eterno]] e angeli. Similmente sulla parete opposta il gruppo scultoreo ''Ringraziamento di Gioacchino e Anna'' con Maria, volta prospettica con [[raggiera]] dello [[Spirito Santo]] e putti.
 
{|class="wikitable"
==== Abside ====
!Città||Abitanti||Regione/Distretto
 
* [[Abside]] circolare. Titolare del patrocinio del cappellone la famiglia [[Moncada (famiglia)|Moncada]] dei duchi di [[Ducato di Bivona|Bivona]] e [[Ducato di Montalto|Montalto]] erede della famiglia [[De Luna d'Aragona#Il ramo siciliano|Luna]]. In seguito titolare del patrocinio la famiglia [[Marchesato di Bosco|del Bosco]]. Le opere sono di Ottavio Melante.<ref name="ReferenceN"/> Manufatto consacrato da [[Pietro Galletti]] vescovo di Patti il 30 settembre 1725.
 
''Altare maggiore''.<ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/> Dietro l'artistico [[tabernacolo]], su un alto piedistallo è collocata la statua del ''[[Risurrezione di Gesù|Cristo Risorto]]''.
Sull'architrave dell'ingresso che conduce in sagrestia è inserito un tondo raffigurante ''Annunciazione''. Sulle mensole le figure allegoriche della ''[[Fede]]'' e della ''[[Carità]]''. Nella [[calotta]] una bellissima ''[[Trinità (cristianesimo)|Trinità]]'' marmorea con [[globo crucigero]] sormontata da ricco stemma inserito sul cornicione. Al secondo ordine, delimitati da lesene con busti, due angeli decorano una vetrata raffigurante ''Cristo benedicente''. Una [[raggiera]] con l'''[[Agnus Dei]]'' e l'affresco delle [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]] chiudono la maestosa calotta absidale.
 
* Quadroni documentati dell'abside ''Trasfigurazione'' e ''Gesù Cristo'' (parabola del fanciullo).<ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/>
* Gruppi statuari:<ref name="Vincenzo Mortillaro-39"/>
** a sinistra ''Achab, la moglie Gezabele e la vigna di Nabot di Izreel'';
** a destra ''Achimelech offre i pani sacri a Re Davide'' di Gioacchino Vitagliano.<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 147}}</ref> Sull'arco la Santa Vergine con Giovanni e Marco.
* Ornati e arabeschi di Nicastro di Giovanni e Matteo Ferreri.<ref name="ReferenceL"/>
* ''Deposizione'' e ''Discesa di Cristo al limbo'' nel presbiterio.
 
La parte più spettacolare dell'edificio è forse la tribuna dell'[[abside]], ornata dall'Adorazione dei Pastori ([[1710]]-[[1714]]) e dall'Adorazione dei Magi ([[1719]]-[[1721]]), bassorilievi marmorei posti sulla tribuna, di [[Gioacchino Vitagliano]] su modelli di [[Giacomo Serpotta]].
 
{| class="wikitable"
!{{simbolo|HistoireDesMétéores - p120.jpg}}
!Gruppo emiciclo sx
!Catino absidale
!Gruppo emiciclo dx
|-
|[[Asmara]] || 663.872 || [[Regione Centrale (Eritrea)|Regione Centrale]]
|
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 20.jpg|350px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 18.jpg|350px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 21.jpg|350px]]
|-
|[[Cheren]] || 86.483 || [[Regione dell'Anseba]]
|
|<div style="text-align:center">''Achab e Gezabele''</div>
|<div style="text-align:center">''Santissima Trinità''</div>
|<div style="text-align:center">''Achimelech e Re Davide''</div>
|-
|[[Tessenei]] || 65.000 || [[Distretto di Tessenei]]
|}
 
== Architettura ==
L'addobbo interno – “''le cui pareti sono coperte da marmi, da tarsie, da statue e da arabeschi senza fine, che debbono aver costata immensa copia di danaro agli ambiziosi Lojolei (da Ignazio di Lojola) i quali ogn'altro tempio vollero mai sempre offuscare nella città colle loro magnifiche chiese''” (C. Castone, ''Viaggio della Sicilia'', [[1793]]) – costituisce un importante esempio di fusione tra architettura, pittura e decorazione plastica. Particolarmente vivace è la decorazione ''a mischio'', cioè a tarsie marmoree pregiate, composte a motivi floreali o figurati. Nel romanzo ''[[Il Gattopardo]]'' viene ricordata una visita a Casa Professa di don Pirrone, il prete di casa Lampedusa, durante una passeggiata palermitana in carrozza del Principe.
 
Riguardo alla decorazione a marmo mischio dell'abside di Casa Professa, {{citazione necessaria|“''rappresenta indubbiamente l’apporto più significativo e originale della cultura artistica siciliana alla civiltà del barocco europeo; integrazione dinamica tra architettura, scultura e pittura, secondo la prassi e l'estetica secentesche, animazione ipertrofica di colori e immagini (“in guisa che senza pennello sembra opera di pennello” scrive il Mongitore). Addobbo teatrale articolato attraverso ricchi e complessi sistemi concettuali, la decorazione a mischio e a tramischio (con parti a rilievo) è anche il genere dove con maggiore chiarezza si coglie il carattere distintivo del barocco siciliano: una collaborazione tra architettie scultori, marmorari e pittori che spesso stabilisce confini assai labili tra le diverse categorie d'artigiani, e che anzi su questa ininterrotta continuità di mestieri fonda la dimensione trionfante del grande cantiere della Palermo barocca, dalla seconda metà del Seicento ai primi decenni del Settecento''.
 
''Un'attività così intensa e prolungata esigeva la specializzazione d'intere botteghe spesso a conduzione familiare, e un'organizzazione del lavoro dove il programma concettuale fosse affidato, con una distinzione menzionata nei documenti, a marmorari, a scultori e architetti. Ma al di là dell’animazione brulicante e della ripetizione a moduli verticali derivata dalle grottesche rinascimentali e manieriste, la decorazione a mischio trovava, proprio nella composizione simbolica e dottrinale, la propria unità e il controllo di una vasta iconografia che recepiva ed elaborava un repertorio a cui l’ordine dei Gesuiti aveva dato, lungo tutto il Seicento, un contributo fondamentale recuperando il valore didascalico di molte figure ed episodi dell’arte medievale ed elaborando i modelli proposti da Ripa nella sua Iconologia''.
''La chiesa dei Gesuiti di Casa Professa rappresenta in questo senso l'esempio più complesso e grandioso, il più unitario nella volontà di sottoporre l'intera decorazione a mischio, gli scultori e gli architetti che negli stessi anni prestavano la loro opera ad altre chiese e cappelle, sono chiamati ad approntare il ripetitivo ma variegato repertorio d’immagini ed ornamenti all’esaltazione dottrinale e a ribadire la potenza dell’ordine''”.}}
 
{| class="wikitable"
!{{simbolo|HistoireDesMétéores - p120.jpg}}
!Navata
!Navata sx
!Mischi
!Mischi
!Mischi
!Mischi
!Mischi
!Navata dx
!Navata
|-
|[[Massaua]]|| 53.090 || [[Distretto di Massaua]]
|
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 03.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 28.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 32.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 05.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 34.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 27.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 22.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 06.jpg|110px]]
|[[File: Casa Professa PA 09 10 2017 35.jpg|110px]]
|-
|[[Afabet]] || 35.673 || [[Distretto di Afabet]]
|}
 
=== Organo a canne ===
 
Sulle due [[cantoria|cantorie]] ai lati dell'[[altare maggiore]], entro le casse lignee antiche, si trova l'[[organo a canne]], costruito nel [[1954]] dalla [[organaro|ditta organaria]] [[crema (Italia)|cremasca]] [[Tamburini]], uno dei più importanti della città. A [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione elettrica]], ha quattro tastiere di 61 note ed una [[pedaliera|pedaliera concavo-radiale]] di 32 per un totale di oltre 4000 [[canna (organo)|canne]]. Di seguito, la sua disposizione fonica:
 
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Positivo Espressivo'''''
----
|-
|[[Agordat]] || 30.000 || [[Regione di Gasc-Barca]]
| Principale||8'
|-
|[[Decamerè]] || 30.000 || [[Distretto di Decamerè]]
| Bordone||8'
|-
|[[Adi Keyh]] || 25.000 || [[Distretto di Adi Keyh]]
| Viola||8'
|-
|[[Assab]]|| 20.222 || [[Distretto di Dancalia Meridionale]]
| Dolce||8'
|-
|[[Mendefera]] || 17.781 || [[Distretto di Mendefera]]
| Ottava||4'
|-
|[[Barentù]] || 15.891 || [[Regione di Gasc-Barca]]
| Flauto a camino||4'
|-
|[[Ghinda]] || 11.700 || [[Distretto di Ghinda]]
| Nazardo||2.2/3'
|-
| Flautino||2'
|-
| Terza||1.3/5'
|-
| Ripieno||5 file
|-
| Cornetto||combinato
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Clarinetto</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| Unda maris||8'
|-
| Campane
|-
| Tremolo
|}
 
| style="vertical-align:top" |
=== Etnie ===
{| border="0"
[[File:Dekemhare3.jpg|miniatura|Mercato a Dekemhare]]
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Grand'Organo'''''
Nove sono i gruppi etnici riconosciuti nel Paese, i più numerosi sono i [[tigrini]], che rappresentano circa il 55% della popolazione, e i [[Tigrè (popolo)|tigrè]], che sono circa il 30%.
----
 
Il resto della popolazione è di etnia [[saho]] (4%), [[kunama]] (2%), [[bilen]] (2%), [[rashaida]] (2%) ed altre etnie ([[nara (popolo)|nara]], [[Afar (popolo)|afar]], [[hidareb]]) (5%)<ref name="CIA" />.
 
La più antica e numerosa comunità di origine straniera è quella degli [[italo-eritrei]].
 
=== Lingue ===
Nel Paese si parlano nove lingue differenti di cui le più diffuse sono il [[lingua tigrina|tigrino]] e l'[[lingua araba|arabo]], ma senza avere un riconoscimento ufficiale; la costituzione dell'Eritrea garantisce infatti l'uguaglianza per ogni lingua parlata nel paese<ref>http://www.eritreaeritrea.com/costituzione.html</ref>. L'[[Lingua italiana|italiano]], lingua un tempo prevalente, è diffuso (soprattutto nella capitale [[Asmara]] e fra la popolazione più anziana in tutto il Paese), in campo commerciale e amministrativo, ha influenzato profondamente la lingua locale (il [[Lingua tigrina|tigrigna]] comunemente parlato è ricco di termini mutuati dall'italiano) e viene insegnato nell'[[Istituto italiano comprensivo di Asmara]]. L'[[lingua inglese|inglese]] è diffuso in ambito amministrativo e nell'istruzione superiore. Le altre lingue, per ordine decrescente di diffusione, sono [[Lingua tigrè|tigrè]], [[lingua afar|afar]], saho, [[Lingua begia|beja]], bilen, nara e [[Lingua cunama|cunama]].
 
=== Religioni ===
[[File:Enda Mariam Orthodox Cathedral (8351473067).jpg|miniatura|La cattedrale copta di [[Asmara]].]]
{{vedi anche|Religioni in Eritrea}}
 
In Eritrea non c'è libertà di culto<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Report Eritrea 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>. Le religioni ufficialmente autorizzate sono solo quattro ([[Chiesa ortodossa tewahedo eritrea|Chiesa ortodossa eritrea]], [[islam]], [[Chiesa cattolica]] e [[Luteranesimo|Chiesa evangelica luterana]])<ref name="AI">{{cita web|url=http://www.amnesty.org/en/region/eritrea/report-2012#section-8-5|titolo=Amnesty International Annual Report 2012 - Eritrea|lingua=en|accesso= 25 marzo 2013}}</ref>.
{| class="wikitable floatright"
|+ Religioni in Eritrea
|-
!Censimento italiano 1931<ref name=1931census>{{Cita web |url=https://ebiblio.istat.it/digibib/censpop1931/IST0005835Volume_V_Colonie_e_possedimenti+OCRottimizz.pdf |titolo=Censimento italiano 1931, pagina *38 |accesso=17 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170801171726/https://ebiblio.istat.it/digibib/censpop1931/IST0005835Volume_V_Colonie_e_possedimenti+OCRottimizz.pdf |dataarchivio=1º agosto 2017 |urlmorto=sì }}</ref>!! [[Pew Research Center]] (2010)<ref name="Pew">{{cita web|titolo=Religious Composition by Country, 2010-2050|url=http://www.pewforum.org/2015/04/02/religious-projection-table/2050/percent/all/|editore=Pew Research Center|accesso=26 ottobre 2017}}</ref>
| Principale||16'
|-
|
| Principale Dolce||8'
{{bar box
|-
|left1='''Religione'''
| Principale Forte||8'
|right1='''Percentuale'''
|-
|bars=
| Dulciana||8'
{{bar percent|[[Islam]]|yellow|52.4}}
|-
{{bar percent|[[Chiesa ortodossa copta]]|Orchid|43.3}}
| Flauto traverso||8'
{{bar percent|[[Chiesa cattolica]]|DarkOrchid|3.2}}
|-
{{bar percent|[[Protestantesimo]]|DodgerBlue|0.5}}
| Ottava Dolce||4'
{{bar percent|Altre|brown|0.6}}
|-
}}
| Ottava Forte||4'
|-|
{{bar box
| Flauto a camino||4'
|left1='''Religione'''
|-
|right1='''Percentuale'''
| Decimaseconda||2.2/3'
|bars=
|-
{{bar percent|[[Cristianesimo]]|purple|63}}
| Decimaquinta||2'
{{bar percent|[[Islam]]|yellow|36}}
|-
{{bar percent|Altre|brown|1}}
| Ripieno||3 file
}}
|-
| Ripieno||7 file
|-
| Cornetto||3 file
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Tromba</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">16'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Tromba</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Chiarina</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">4'</span>
|-
| Voce umana||8'
|}
 
| style="vertical-align:top" |
Secondo il [[Pew Research Center]] nel [[2010]] il 62,9% della popolazione dell'Eritrea era [[Cristianesimo|cristiano]], mentre l'[[islam]] si fermava al 36,6% della popolazione e con uno 0,4% che praticava [[religioni africane]]. Il rimanente 0,1% praticava l'[[ebraismo]], l'[[induismo]], il [[buddismo]] o un'altra religione.<ref name="Pew"/> Il [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America]] stimò nel [[2011]] che circa il 50% della popolazione dell'Eritrea aderiva al cristianesimo, il 48% era islamico e il 2% praticava altre religioni, soprattutto riti africani e [[Animismo|animisti]].<ref name="webcitation.org">{{cita web|url=https://www.state.gov/r/pa/ei/bgn/2854.htm |titolo=Eritrea |editore=U.S. State Department |deadurl=bot: unknown |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ywEZKW1R?url=http://www.state.gov/r/pa/ei/bgn/2854.htm |dataarchivio=25 maggio 2011 }}</ref>
{| border="0"
 
| colspan=2 | '''Terza tastiera - ''Espressivo'''''
L'islam, di orientamento [[Sunnismo|sunnita]], è prevalente nelle aree settentrionali e in quelle costiere.
----
 
{{senza fonte|La maggior parte dei cristiani appartiene alla [[Chiesa ortodossa tewahedo eritrea]], divenuta [[Autocefalia|autocefala]] nel [[1993]] (in accordo con [[Shenuda III di Alessandria]], papa della [[Chiesa ortodossa copta]]), separandosi (pur rimanendo in comunione e condividendo la quasi totalità delle pratiche liturgiche) dalla [[Chiesa ortodossa etiopica]]}}.
 
{{senza fonte|La [[Chiesa cattolica]], rafforzatasi negli anni del [[colonialismo italiano]], ha circa 140&nbsp;000 fedeli, in maggioranza di [[rito etiope]] ma con una significativa presenza di fedeli di [[rito romano]]}}.
 
Il [[protestantesimo]] s'è diffuso a partire dal [[XIX secolo]] per opera di missionari [[svedesi]].
 
I membri delle confessioni religiose diverse da quelle autorizzate vengono arrestati e incarcerati<ref name="AI" />.
 
== Cultura ==
L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale con nove gruppi etnici.<br />
Tradizionalmente nel paese vige l'[[onomastica abissina]] per cui il nome di ogni persona è costituito da quello proprio seguito dal nome del padre (o, in alcuni casi, della madre) e non esistono i [[Cognome|cognomi]] come intesi in occidente.
 
=== Arte ===
[[File:Kohaito, grotta di adi alauti con pitture rupestri databili al 2500 ac ca. 15 bastiame, bovini e dromedari.JPG|miniatura|Arte rupestre nel sito di Kohaito]]
 
{{...|stati}}
=== Letteratura ===
{{...|stati}}
[[Marina Colasanti]]
[[Ruth Simon]]
 
==== Poesia ====
{{...|stati}}
[[Hamid Barole Abdu]]
 
=== Musica ===
La musica eritrea si basa su di una base ritmica particolare, diversa dalle altre ritmiche africane; ha infatti la caratteristica fondamentale di essere ''in levare'', peculiarità che pesa all'ascoltatore europeo che voglia battere le mani a tempo. Gli ascoltatori europei sono inoltre abituati ad udire toni e mezzi toni e restano colpiti da alcune cesellature dovute all'utilizzo di toni intermedi ai mezzi toni.
 
La musica abissina ha una vivacità ritmica lampante e insolita che si mescola a tutte le particolarità dalle musica orientale.
 
Si riconoscono in Eritrea due diversi indirizzi musicali: uno specifico proprio degli abissini, caratterizzato dalla durezza e chiarezza dei ritmi, costruiti con il ripetersi delle note; l'altro indirizzo musicale ha più attinenze con gli arabi, con ritmi meno distinti e le tipiche melodie orientali vestite di ricchi abbellimenti con intervalli di larga portata. Generalmente in quella musica le voci maschili e le femminili sono fuse sino a rendersi indistinguibili.
 
Il Corno d'Africa è un luogo in cui culture diverse assai lontane si sono incontrate nei secoli (la stessa parola tigrina "''habesha''", con cui gli eritrei si definiscono, tradotta in italiano sta ad indicare una miscela, un mix), e la musica indiana si mescola a quella araba, mischiandosi con la tradizione [[monodia|monodica]] copta unendosi anche a quella di natura Sufi dei [[dervisci]] di [[Konya]].
Strumento tipico è il Krar a cinque corde fatto di legno e pelle, che è simile sia in aspetto che per l'accordatura ad una [[Lira (strumento musicale)|lira]] greca. Ci sono poi gli Uata, che hanno la forma di [[violino]]. Tra le percussioni vi sono i tamburi Atamo, Kanda, Dabay, Coborò e Negarit.
 
Probabilmente i più famosi musicisti del paese sono Eng. Asghedom W. Micheal, Bereket Mengisteab, Yemane Baria e Ato Abirha Segid, le cui canzoni, in alcuni casi, sono state bandite dal governo etiope negli anni settanta. Degni di menzione sono anche Bereket Mengistab, che ebbe una lunga storia musicale, e le leggende degli anni sessanta Haile Ghebru e Tewolde Redda. Quest'ultimo fu uno dei primi musicisti africani, almeno di questa parte del continente, ad utilizzare la chitarra elettrica, oltre ad essere il compositore e il primo interprete della famosa canzone indipendentista ''Shigey Habuni''.
 
Il musicista che ha più di tutti influito sulla musica eritrea è [[Abraham Afewerki]], deceduto nel [[2006]]; la sua produzione musicale è un equilibrato connubio tra le espressioni tradizionali e gli influssi della musica europea. I testi delle sue canzoni parlano di religione, e della lunga guerra di liberazione, con incursioni nel tema classico dell'amore.
 
=== Informazione e media ===
L'Eritrea risulta essere al 179º posto per la libertà di stampa al mondo (su 180 Stati)<ref>{{Cita web|url=https://rsf.org/en/ranking|titolo=2018 World Press Freedom Index}}</ref>. Nel 2001 sono stati chiusi tutti i giornali indipendenti, arrestati gli editori e molti giornalisti che vi lavoravano. Di questi, nessuno è stato processato<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=World Report 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>.
 
In Eritrea dal 15 luglio [[1892]] il governo pubblicava in [[lingua italiana|italiano]] il “Bollettino ufficiale della Colonia Eritrea”. Inoltre c'erano tre settimanali, che venivano pubblicati da editori indipendenti: il “Corriere Eritreo” di Massaua che aveva iniziato le sue pubblicazioni sin dal [[1891]]<ref>[[Biblioteca comunale dell'Archiginnasio]], ''Inventario 1855-1902, con docc. fino al 1936 bb. 26'', Bologna, pp. 82-112-113-130-184 disponibile on line [http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf] Dal [[1938]] sarà diretto da [[Vanni Teodorani]].</ref>, “L’Eritreo” e “L’Africa Italiana”.
Il 2 luglio del [[1928]] esce il primo numero de “Il Quotidiano Eritreo” pubblicato ad Asmara<ref>Enrico Mania, ''Storia del Giornalismo nel Corno d’Africa'', Mai Tacli, 2009 online su [http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica Mai Tacli]</ref>, una testata che qualche tempo dopo, sotto la direzione di [[Mario Appelius]], prenderà il nome di “[[La Nuova Eritrea]]”.
Dal 1 aprile 1941 esce “L’Informazione” ed in seguito il giornale bilingue “Eritrean Daily News” che uscirà fino al febbraio 1975.
 
Il 16 novembre [[1947]] ad Asmara esce il settimanale ''Ityopyā'', bilingue, con articoli in [[Lingua amarica|amarico]] ed in [[lingua araba|arabo]], che uscirà fino al 1991<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://www.loc.gov/item/sn2002058109/]</ref>.
Dal 23 luglio [[1954]] ad Asmara esce il settimanale ''Andenat'', bilingue, con articoli in amarico e in arabo<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://catalog.loc.gov/vwebv/search?searchCode=LCCN&searchArg=sn2002058094&searchType=1&permalink=y]</ref>.
Dal [[1991]], sempre ad Asmara, viene pubblicato ''Ḥādās ʼÉretrā'', un giornale in [[Lingua tigrina|tigrino]] con cadenza di 3 numeri a settimana<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://www.loc.gov/item/sn2005058110/]</ref>.
 
=== Documentazioni storiche ===
Nel 1951 il governo [[italia]]no acquisì l’[[Archivio Eritrea]], costituito da circa 5.000 fascicoli, con autografi di grande valore. L'archivio che appartenne all'[[Ministero delle colonie|Ex Ministero Africa Italiana]] è attualmente conservato presso l'[[Archivio Storico Diplomatico]] nel [[Palazzo della Farnesina]]<ref>on line [https://www.esteri.it/mae/ministero/servizi/archiviostorico/eritrea.pdf Inventario Archivio Eritrea (I880-1945)]</ref>
 
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina eritrea}}
La cucina eritrea assomiglia molto a quella della vicina Etiopia e della Somalia, ad eccezione del fatto che la cucina eritrea e somala tendono a caratterizzarsi più sull'impiego del pesce in funzione della ubicazione costiera dei due paesi.
 
Un tipico piatto eritreo caratteristico tradizionale consiste nell'[[Enjera|injera]] (caratteristico pane di [[Eragrostis tef|farina di teff]]) accompagnato da uno spezzatino speziato, il [[wat (cucina)|wat]], uno stufato a base di [[Bos taurus|manzo]], [[Gallus gallus domesticus|pollo]], [[Ovis aries|montone]], [[verdure]] o pesce.
Fra gli stufati si ricorda lo ''[[zighiní]]'', con carne di manzo, dorho [[wat (cucina)|tsebhi]] con carne di pollo, [[alicha]], senza berberé, e [[Shiro (cucina eritrea)|shiro]], un purea di legumi vari.
Il [[berberé]], una miscela di spezie che si compone di una varietà di erbe comuni ed insolite, accompagna quasi tutti i piatti.
 
La cucina eritrea dispone anche di classici piatti della [[cucina italiana]], con alcune variazioni originali<ref>{{Cita web|url=http://manbitesworld.com/articles/74/day-64-eritrea|titolo=Man Bites World, Day 64: Eritrea|accesso=19 aprile 2018|data=aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090402214406/http://manbitesworld.com/articles/74/day-64-eritrea|dataarchivio=2 aprile 2009|urlmorto=sì}}</ref> come la [[pasta]], che è servita speziata con berberé.<ref>{{Cita web|url=http://www.muooz.com.au/?page=98|titolo=Mu'ooz Eritrean Restaurant menu|accesso=19 aprile 2018|data=aprile 2018}}</ref>
 
== Ordinamento dello stato ==
=== Suddivisioni storiche ed amministrative ===
{{vedi anche|Regioni dell'Eritrea|distretti dell'Eritrea}}
L'Eritrea è suddivisa in 6 regioni o ''zoba'', a loro volta suddivise in 55 distretti (''sub-zoba'').
 
[[File:Eritrea regions numbered.png|sinistra|miniatura|Regioni dell'Eritrea]]
{| class="wikitable"
! &nbsp; || '''Regione''' || '''[[codice di avviamento postale|CAP]]''' || '''Popolazione<ref>{{cita web|url=http://www.world-gazetteer.com/wg.php?x=&men=gadm&lng=en&des=wg&geo=-71&srt=npan&col=adhoq&msz=1500|titolo=World Gazetteer - Dati stimati del 2012|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120418211952/http://www.world-gazetteer.com/wg.php?x=&men=gadm&lng=en&des=wg&geo=-71&srt=npan&col=adhoq&msz=1500|dataarchivio=18 aprile 2012}}</ref>''' || '''Area''' (km²) || '''Capoluogo'''
|-
| 4 || [[Regione di Anseba|Anseba]] || ER-AN || 784&nbsp;739 || 23.200 || [[Cheren]]
| Bordone||16'
|-
| 1 || [[Regione Centrale (Eritrea)|Centrale]] || ER-MA || 983&nbsp;490 || 1.300 || [[Asmara]]
| Principale||8'
|-
| 3 || [[Regione di Gasc-Barca|Gasc-Barca]] || ER-GB || 1&nbsp;009 704 || 33.200 || [[Barentù]]
| Bordone||8'
|-
| 6|| [[Regione del Mar Rosso Meridionale|Mar Rosso Meridionale]] || ER-DK || 371&nbsp;289 || 27.800 || [[Assab]]
| Gamba||8'
|-
| 5 || [[Regione del Mar Rosso Settentrionale|Mar Rosso Settentrionale]] || ER-SK || 768&nbsp;929 || 27.600 || [[Massaua]]
| Salicionale||8'
|-
| 2 || [[Regione del Sud (Eritrea)|Sud]] || ER-DU || 1&nbsp;375 583 || 8.000 || [[Mendefera]]
| Principalino||4'
|-
| Flauto armonico||2'
|-
| Flauto in XII||2.2/3'
|-
| Ottavino||2'
|-
| Ripieno||5 file
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Oboe</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Tromba armonica</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Tromba clarion</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">4'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Voci corali</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| Concerto Viole||8'
|-
| Campane
|-
|Tremolo
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Quarta tastiera - ''Solo'''''
----
|-
| Principale Dolce||8'
|-
| Principale Forte||8'
|-
| Bordone||8'
|-
| Salicionale||8'
|-
| Ottava||4'
|-
| Flauto||4'
|-
| Decimaquinta||2'
|-
| Ripieno||5 file
|-
| Viola Celeste||8'
|-
|Tremolo
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
| Acustico||32'
|-
| Contrabbasso||16'
|-
| Violone||16'
|-
| Subbasso||16'
|-
| Bordone in Eco||16'
|-
| Gran Quinta||10.2/3'
|-
| Basso||8'
|-
| Bordone||8'
|-
| Armonica||8'
|-
| Cello||8'
|-
| Quinta||5.1/3'
|-
| Ottava||4'
|-
| Flauto||4'
|-
| Flautino||2'
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Bombarda</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">16'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Trombone</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Oboe</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Clarone</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">4'</span>
|-
| <span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Trombina armonica</span>||<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">4'</span>
|-
| Campane
|-
| Tremolo
|-
| colspan=2 | '''Pedale Solo'''
----
|-
|Subbasso||16'
|-
|Bordone||8'
|-
|Basso||8'
|}
|}
<!--
 
=== SacrestiaCittà principali ===
Le principali [[città]] del paese sono la capitale [[Asmara]] e le città portuali [[Assab]] nel sudest, così come le città di [[Massaua]] ed inoltre [[Cheren]] nel Nord, [[Decamerè]] nel centro e [[Mendefera]] nel sud.
== Cripta == -->
[[File:Eritrea Train Mountain Tunnel.jpg|miniatura|Tunnel della ferrovia di montagna [[ferrovia Massaua-Asmara|Massaua - Asmara]], verso l'altopiano di Asmara.]]
 
=== Oratorio del SabatoIstituzioni ===
==== Ordinamento scolastico ====
{{vedi anche|Oratorio di Santa Maria delle Grazie (Palermo)}}
Ufficialmente in Eritrea vige l'obbligo scolastico dai 7 ai 13 anni, nella pratica le infrastrutture educative non sono in grado di coprire il fabbisogno. Secondo i dati dell'UNESCO solo il 31% delle bambine e il 33% dei bambini nella fascia di età della scuola primaria frequenta l'istruzione primaria<ref name="UIS">{{cita web|url=http://stats.uis.unesco.org/unesco/TableViewer/document.aspx?ReportId=121&IF_Language=eng&BR_Country=2270&BR_Region=40540|titolo=UNESCO Institute for Statistics - Education (all levels) profile - Eritrea|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>, solo il 25% delle femmine e il 32% dei maschi frequenta quella secondaria<ref name="UIS" />.
* [[1587]], Fondazione della [[#Congregazione degli Artefici|Congregazione degli Artefici]] sotto il titolo della «Purificazione della Vergine» presso un oratorio già esistente a sinistra della Casa Professa.
* [[1646]], Insediamento presso l'oratorio della [[#Compagnia dell'Immacolata e di San Francesco Borgia|Compagnia dell'Immacolata e di San Francesco Borgia]] fondata dai Gesuiti.
* [[1686]], Trasferimento di quest'ultimo sodalizio nei locali all'interno dello stesso Convento.
* [[1775]], Con l'espulsione dei Gesuiti l'oratorio passò alla Deputazione della Biblioteca del Senato.
* [[XIX secolo]], Al ritorno dei Gesuiti, passò alla [[Chiesa di San Nicola da Tolentino (Palermo)#Congregazione della Croce e Martorio di Cristo|Congregazione della Croce e Martorio di Cristo]] detta del Sabato sotto il titolo della «Conversione dei peccatori», fondata nel 1626 nel [[Chiesa di San Nicola da Tolentino (Palermo)#Convento di San Nicolò da Tolentino|convento di San Niccolò da Tolentino]] ove si riuniva di sabato nella [[chiesa di Santa Maria della Grazia dei Notai]], annesso al citato convento.
* [[XVIII secolo]], ''Allegorie Virtù'', manufatti in stucco, opere di [[Procopio Serpotta]] del 1740. Lungo l'aula le figure allegoriche delle virtù: ''[[Sapienza (teologia)|Sapienza]]'', ''[[Fortezza (virtù)|Fortezza]]'', ''[[Prudenza]]'' a sinistra; ''[[Purezza (concetto morale)|Purezza]]'', ''[[Innocenza]]'', ''[[Modestia]]'' a destra; ''[[Carità]]'' e ''[[Misericordia]]'' delimitano l'arco trionfale.
* [[XVIII secolo]], ''Incoronazione dell'Immacolata Concezione'', affresco, opera autografa di [[Filippo Randazzo]].
 
Il rapporto studenti-docenti è molto elevato, 38 a 65 a livello primario<ref name="UIS" />, 54 a 1 nell'istruzione secondaria<ref name="LC">{{cita web|url=http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/profiles.html|titolo=Library of Congress - Country Studies - Eritrea|lingua=en|accesso=22 febbraio 2012}}</ref>. Mediamente le classi di scuola primaria sono composte da 63 alunni, il numero sale a 93 nella scuola secondaria. La frequenza scolastica è spesso inferiore alle 4 ore giornaliere e i tassi di abbandono sono significativamente più elevati per la popolazione scolastica femminile<ref name="LC" />. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta (>15 anni) è pari al 67,8%<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SE.ADT.LITR.ZS/countries/ER-ZF-XM?display=graph|titolo=The World Bank - Indicators: Literacy rate, adult total|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>.
=== Congregazione degli Artefici ===
 
==== Sistema sanitario ====
* [[1587]], Congregazione degli Artefici sotto il titolo della «Purificazione della Vergine»: sodalizio cattolico fondato presso il primitivo oratorio ubicato a sinistra della Casa Professa.
[[File:Asmara, ospedale orotta 01.JPG|miniatura|Un ospedale ad Asmara]]
L'aspettativa di vita della popolazione eritrea è pari a 66 anni (68 per le femmine e 64 per i maschi)<ref>{{cita web|url=http://www.who.int/gho/countries/eri.pdf|titolo=World Health Organization: ''Country Health Profile - Eritrea''|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>.
 
L'Eritrea ha raggiunto significativi progressi nell'assistenza sanitaria ed è uno dei pochi paesi ad aver centrato alcuni obiettivi del programma mondiale "[[Obiettivi di sviluppo del Millennio]]", specialmente riguardo alla salute infantile.<ref name=ODI1>Romina Rodríguez Pose and Fiona Samuels 2010. [http://www.odi.org.uk/resources/details.asp?id=5179&title=progress-health-eritrea-cost-effective-inter-sectoral-interventions-long-term-perspective Progress in health in Eritrea: Cost-effective inter-sectoral interventions and a long-term perspective]. London: [[Overseas Development Institute]]</ref> L'[[aspettativa di vita]] alla nascita è aumentata dai 39,1 anni del 1960 ai 59,5 anni del 2008, i tassi di mortalità materna e di [[mortalità infantile]] sono fortemente diminuiti e le infrastrutture della salute sono state espanse.<ref name=ODI1/>
=== Compagnia dell'Immacolata e di San Francesco Borgia ===
 
A causa del relativo isolamento dell'Eritrea, l'informazione e le risorse sono molto scarse e secondo l'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]] l'aspettativa di vita media nel 2008 era di quasi 63 anni. L'[[Sistema immunitario|immunizzazione]] e la nutrizione infantile sono state affrontate grazie ad un lavoro congiunto con le scuole in un approccio multi-settoriale; il numero di bambini vaccinati contro il [[morbillo]] è duplicato in sette anni, passando dal 40,7% al 78,5% e la [[Prevalenza (medicina)|prevalenza]] della [[denutrizione]] tra i bambini diminuì del 12% nel periodo 1995–2002 (la percentuale di grave denutrizione infantile diminuì del 28%).<ref name=ODI1/>
* [[1646]], Compagnia dell'Immacolata e di San Francesco Borgia: sodalizio cattolico fondato dai Gesuiti.
 
L'Unità nazionale per la protezione dalla malaria ha registrato netti miglioramenti, con riduzione della mortalità per [[malaria]] dell'85% mentre il numero di casi è stato ridotto del 92% tra il [[1998]] e il [[2006]].<ref name=ODI1/> Il governo eritreo ha proibito la mutilazione dei genitali femminili, sostenendo che la pratica era dolorosa e costituiva un rischio per le donne di ulteriori problemi anche mortali.<ref>{{Cita web|url=http://www.irinnews.org/Report.aspx?ReportId=71199 |titolo=IRIN Africa &#124; ERITREA: Government outlaws female genital mutilation &#124; Eritrea &#124; Gender Issues &#124; Human Rights |editore=Irinnews.org |data=5 aprile 2007 |accesso=17 luglio 2011}}</ref>
== Chiesa di San Filippo di Agira ==
<!--
* [[884]], Per grazia ricevuta i genitori di San Filippo diacono palermitano<ref name="ReferenceB"/> fondano il convento e il [[#Chiesa di San Filippo di Agira|tempio di San Filippo d'Argirò]] retto dai [[Monaci basiliani]] dedicato a [[San Filippo Siriaco]].<ref name="ReferenceA"/>
However, Eritrea still faces many challenges. Despite number of physicians increasing from only 0.2 in 1993 to 0.5 in 2004 per 1000 population, this is still very low.<ref name=ODI1/> [[Malaria]] and [[Tubercolosis]] both are common in Eritrea.<ref name="afro.who.int"/> HIV prevalence among the 15–49 group exceeds 2%.<ref name="afro.who.int"/> The fertility rate is at about 5 births per woman.<ref name="afro.who.int">Health profile at [http://www.afro.who.int/index.php?option=com_content&view=article&id=1029&Itemid=2070 Eritrea WHO Country Office]. afro.who.int</ref> Maternal mortality dropped by more
-->
 
==== ChiesaForze di San Pantaleonearmate ====
{{vedi anche|Forze di difesa eritree}}
* [[1586]], Demolizione della Chiesa di San Pantaleone al Cassaro.
Secondo una legge eritrea del 1993 la leva obbligatoria in Eritrea, indistinta per uomini e donne compresi tra i 18 e i 40 anni, prevede un periodo di sei mesi di addestramento seguito da un anno di servizio "di sviluppo", cioè di lavoro presso progetti di sviluppo. Nel 2004 il limite superiore di età per le donne è stato abbassato a 27 anni. I veterani del Eritrean People's Liberation Front compresi tra i 40 e i 50 anni fanno parte della riserva.
 
Nella realtà dei fatti in seguito alle dispute territoriali ed al conflitto con l'Etiopia la leva obbligatoria è stata estesa indefinitamente. Dopo la fine della guerra con l'Etiopia (2000) è stata introdotta dal governo eritreo la cosiddetta ''Warsai Yekalo Development Campaign'' un programma di sviluppo sociale ed economico che ha esteso il servizio nazionale obbligatorio in maniera indefinita prevedendo che tutti gli uomini e le donne adulte debbano essere a disposizione dei programmi di lavoro previsti dallo Stato fino all'età di 40 anni, più spesso fino ai 50 o anche 55<ref name="HRW">{{Cita web|url=https://www.hrw.org/reports/2009/04/16/service-life-0|titolo=Human Rights Watch: Service for Life - State Repression and Indefinite Conscription in Eritrea|lingua=en|accesso=2 marzo 2013}}</ref>.
== Chiesa della Madonna delle Raccomandate ==
Con la demolizione della chiesa, l'altare, il portale sono assemblati nella [[Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa]], altre suppellettili ivi trasferite.
 
L'obbligo di adesione al servizio nazionale è rafforzato dal rifiuto di concedere visti di uscita a tutta la popolazione compresa nell'età del servizio, non è contemplata l'obiezione di coscienza e qualsiasi tentativo di fuga, quando non risolto da spari alla frontiera ,viene sanzionato in maniera severa, spesso coinvolgendo la famiglia di origine del fuggitivo<ref name="HRW" />.
=== Ospedale di Santa Maria la Raccomandata ===
 
La retribuzione durante il servizio nazionale è insufficiente al sostentamento. Dal 2003 tutti gli studenti delle scuole superiori effettuano l'anno conclusivo del loro percorso di studi presso un campo di addestramento militare situato a Sawa, circa 300&nbsp;km dall'Asmara. Un'estesa rete di prigioni e centri di detenzione (alcuni costituiti da container all'aperto) ospita tutti coloro che tentano di fuggire dal servizio nazionale, frequenti le uccisioni di fuggitivi alla frontiera. L'[[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]] ha sconsigliato il rimpatrio di profughi eritrei<ref name="HRW" />.
Altrimenti noto come Ospedale dei Convalescenti. Nel 1431 l'ospedale è accorpato all'[[Palazzo Sclafani|Ospedale Grande e Nuovo]].<ref name="books.google.it">Pagina 361, "''Opere storiche inedite sulla città di Palermo pubblicate su' manoscritti della Biblioteca comunale precedute da prefazioni e corredate di note per cura di Gioacchino Di Marzo''" [https://books.google.it/books?id=Bdb3_X6fQOMC], Volume 5, nello specifico la parte tratta da [[Francesco Maria Emanuele Gaetani]], marchese di Villabianca, "''Il Palermo d'oggigiorno''", 5 maggio 1874, Palermo.</ref>
 
== Le quattro chiesePolitica ==
=== Politica interna ===
{{vedi anche|Isaias Afewerki # La politica interna}}
L'unico partito politico legalmente presente in Eritrea è il [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]]<ref name="BBC">{{cita news|titolo=Country profile: Eritrea|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/country_profiles/1070813.stm|autore=BBC News|data=17 giugno 2008|lingua=en|accesso=1º luglio 2008}}</ref>. Non è ammessa la formazione di altri gruppi politici benché la costituzione preveda un sistema multipartitico: l'attuale costituzione è stata approvata nel 1997, ma non è mai stata applicata.
 
L'organo legislativo è unicamerale; secondo quanto prevede la costituzione l'[[Assemblea Nazionale (Eritrea)|Assemblea Nazionale]] rimane in carica per cinque anni ed è composta da 150 membri eletti direttamente. Nel maggio 1997, in seguito all'adozione della nuova carta costituzionale 75 membri del comitato centrale del Fronte Popolare, 60 membri dell'assemblea costituente e 15 rappresentanti degli eritrei residenti all'estero hanno dato vita ad un'assemblea nazionale temporanea che fungesse da organo legislativo fino alle elezioni. Le elezioni previste per il dicembre 2001 sono state rinviate a data da destinarsi<ref name="CIA"/>.
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 36.jpg|thumb|upright|Torre.]]
[[File:Casa Professa PA 09 10 2017 37.jpg|thumb|upright|Torre.]]
 
Il governo, giustificando il suo comportamento con la situazione critica del paese, di fatto mantiene sospesi, e non applicati, i diritti civili dei cittadini, impedendo l'esercizio di quanto sancito dalla Costituzione; i media (radio, giornali) sono controllati in maniera ferrea. L'organizzazione [[Reporter Senza Frontiere]] ha classificato L'Eritrea all'ultimo posto al mondo (180º) per il rispetto dei diritti di comunicazione ed informazione, mentre al 172º, di poco migliore è classificata la situazione in [[Corea del Nord]]<ref name=rwb>{{cita web|url=http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29031|titolo=Annual Press Freedom Index|accesso=30 novembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081022233825/http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29031|dataarchivio=22 ottobre 2008}}</ref>.
* [[1149]], Gli storici commentatori [[Agostino Inveges]], [[Tommaso Cannizzaro]] documentano quasi uniti gli edifici delle quattro chiese sorte verosimilmente sull'area ove in [[Storia della Sicilia araba|epoca araba]] erano ubicate le terme pubbliche.<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume terzo|pp. 174}}</ref>
 
Il sistema repressivo unito alla leva obbligatoria indefinita , impediscono i progetti di vita civile per le persone che quindi cercano di migrare numerose nonostante i divieti<ref>Alessandro Leogrande, ''La frontiera'' , Feltrinelli , 2015 ,ISBN 978-88-07-03165-6</ref>.
=== Chiesa di San Michele Arcangelo ===
 
{{vedi anche|Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013}}
Chiesa di San Michele Arcangelo o chiesa di San Michele de' Indulciis,<ref name="Vincenzo Mortillaro-40">{{Cita|Vincenzo Mortillaro|pp. 40}}</ref> luogo di culto edificato sulla medievale chiesa di Santa Maria la Grotta. In epoca normanna in questa parte lambita dall'insenatura meridionale sono documentati i cantieri navali.<ref name="Vincenzo Mortillaro-40"/>
 
=== Politica estera ===
Per questo edificio è documentata la commissione della [[#Confraternita di San Michele de' Indulciis|Confraternita di San Michele de' Indulciis]] ad [[Antonello Gagini]] per la realizzazione di una statua marmorea raffigurante ''San Michele Arcangelo'' del [[1513]].<ref>{{Cita|Gioacchino di Marzo|pp. 267 e 268}}</ref> Proveniente da questa chiesa la statua lignea del medesimo arcangelo scolpita dal trapanese [[Antonino Rallo]], oggi documentata presso la [[Chiesa di San Francesco Saverio (Palermo)|chiesa di San Francesco Saverio]].<ref>{{Cita|Gioacchino di Marzo|pp. 268}}</ref>
Benché la regione sia afflitta da tempo da lunghi periodi di siccità e dalla conseguente emergenza alimentare, il governo eritreo nega la situazione di emergenza impedendo l'ingresso nel paese alle organizzazioni umanitarie<ref name="AI"/>
 
Il 15 novembre 2011 il governo eritreo ha comunicato alla delegazione dell'Asmara dell'Unione Europea la volontà di chiudere qualsiasi progetto di collaborazione nel quadro del 10° fondo di sviluppo in attesa di una revisione del piano quinquennale. In questo modo sono stati interrotti programmi di sviluppo in corso per un ammontare totale di circa 50 milioni di Euro<ref>{{cita web|url=http://eeas.europa.eu/delegations/eritrea/press_corner/all_news/news/2011/20111115_en.htm|titolo=Delegation of the European Union to the State of Eritrea - Decision of the Government of Eritrea to terminate ongoing programmes under the 10th European Development Fund. (15/11/2011)|accesso=25 marzo 2013|lingua=en}}</ref>
Portale rococò, impianto basilicale a tre navate con abside semicircolare. Struttura utilizzata come deposito dei libri della Biblioteca comunale.
 
Le relazioni con gli stati confinanti sono tese a causa di varie dispute territoriali.
* ''Cappella dei Sett'Angeli'', ambiente ubicato a destra dell'altare maggiore. Attraverso una botola si accede alle [[#Catacombe|catacombe]].
Nel dicembre 2009 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione n. 1907 che impone l'embargo sul commercio di armi verso l'Eritrea accusata di favorire [[Al-Shabaab]], un gruppo insurrezionale islamico somalo vicino ad [[Al-Qaeda]].
* Torre.
 
==== CatacombeComunicazioni ====
Il panorama radiotelevisivo è dominato dall'emittente di Stato [[Eri-TV]].
 
== Economia ==
Catacomba di San Michele Arcangelo d'epoca paleocristiana.
[[File:Dintorni di senafé, fienagione.JPG|miniatura|Fienagione con metodi tradizionali nei dintorni di Senafé]]
L'Eritrea è un paese povero, con un'economia basata principalmente su un'[[agricoltura]] di [[Agricoltura di sussistenza|sussistenza]] e sull'[[allevamento]] di [[ovini]] e bovini; è relativamente sviluppata la [[pesca (attività)|pesca]]. Le poche industrie presenti nel paese sono situate prevalentemente nella capitale Asmara, ma sono in corso progetti di diversificazione delle attività industriali in diverse altre parti del paese. L'Eritrea dal [[1993]] fa parte dell'[[Autorità intergovernativa per lo sviluppo]], organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del [[Corno d'Africa]].
 
La bilancia commerciale è passiva. L'Eritrea esporta modesti quantitativi di prodotti locali, mentre deve importare combustibili, macchinari, manufatti, alimenti. L'Italia è in questo senso il secondo partner commerciale dopo l'[[Arabia Saudita]]. Porti principali sono [[Massaua]] e [[Assab]].
==== Confraternita di San Michele de' Indulciis ====
 
La situazione economica del paese è in lenta ripresa, soprattutto a causa delle distruzioni patite durante il conflitto con l'[[Etiopia]], e della occupazione che perdura da parte dell'Etiopia su parte dei territori eritrei.
=== Chiesa di San Leonardo de' Indulciis ===
 
L'agricoltura, negli altopiani, e la pastorizia lungo la costa e nelle pianure del paese, restano per la maggioranza della popolazione del paese le uniche fonti di sussistenza.
Chiesa di San Leonardo de' Indulciis o chiesa di San Leonardo dei Greci
 
Importanti giacimenti di potassio, oro, ferro e petrolio e altri minerali sono in corso di sfruttamento intensivo da parte di compagnie estere specializzate.
==== Confraternita di San Leonardo de' Indulciis ====
 
La ripresa economica rimane comunque fortemente pregiudicata dalla corruzione dilagante e dal mercato nero, nel quale sono coinvolti gli alti quadri, ed anche l'esercito; l'Eritrea si può dire che sopravviva soprattutto grazie agli aiuti internazionali.
=== Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ===
Chiesa antica dei Santi Cosma e Damiano.<ref>Pagina 311, [[Antonino Mongitore]], "''Della Sicilia ricercata''" [https://books.google.it/books?id=Vt9DAQAAMAAJ], Arnaldo Forni editore, Volume due, Palermo, ristampa 1742 - 1743.</ref>
 
==== Confraternita dei Santi CosmaAgricoltura e Damianoallevamento ====
[[File:Dekemhare, strada principale con attraversamento buoi.JPG|miniatura|Bovini nella città di [[Decamerè]]]]
Degli 11.760 milioni di ettari di superficie territoriale, la quasi totalità ricade nel [[Sahel]]. Del totale, 690.000 ettari sono coltivabili e 417.000 sono coltivati<ref>Bereke OgbaMichael, Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea, pag. 5 http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf</ref>, i [[pascoli]] occupano 6,9 milioni di ettari e le foreste coprono il 13 per cento del territorio<ref>FAOSTAT (FAO) Data base della FAO – Ressources http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor</ref><ref>Detalmo Pirzio Biroli, Il Sahel, Sansoni Editore, Firenze 1988, pag. 23</ref>.
 
Il settore agricolo contribuisce per il 14,5 % alla formazione del [[Prodotto interno lordo]] (PIL). Inoltre, esso fornisce occupazione al 72,6 % della popolazione attiva del paese. L'agricoltura è di sussistenza, dominata da aziende contadine. Il grosso della produzione si ottiene sugli altopiani, che beneficiano di migliori condizioni agro-climatiche. Qui, la grande maggioranza delle famiglie coltivatrici coltiva un ettaro o meno, facendo spesso ricorso al traino animale (che riguarda oltre il 20 per cento del bestiame bovino). Sono attive anche aziende meccanizzate di grandi dimensioni dedite alla coltivazione di sorgo e sesamo in seccagno. Nel complesso, i cereali asciutti ([[sorgo]], [[Panicum miliaceum|miglio]], [[grano]] e [[mais]]) rappresentano i due terzi circa della produzione, le colture commerciali principali, anch'esse coltivate in seccagno, sono le oleifere ([[Arachide (seme)|arachide]], [[sesamo]] e [[Linum usitatissimum|lino]]) e le [[leguminose da granella]]. L'irrigazione si pratica su ventunomila ettari circa con acqua di falda o per inondazione. L'irrigazione per inondazione (''spate irrigation'') si pratica nei bassopiani orientali, lungo la costa, principalmente per la produzione di sorgo e mais<ref>Bereke OgbaMichael, Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea, http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf</ref>. Esistono anche piantagioni di [[banane]], di [[agrumi]] e di [[ortaggi]] ([[patate]], [[pomodori]], [[peperoni]] e [[cipolle]]) irrigate con acqua di pozzo<ref>FAOSTAT Data Base della FAO – Ressources http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor</ref><ref name="fao.org">Chedly Kayouli, Tzeggai Tesfai and Assefaw Tewolde, Country Pasture/Forage Resource Profiles for Eritrea, http://www.fao.org/ag/agp/AGPC/doc/Counprof/eritrea/Eritrea.htm</ref>.
* La chiesa della Confraternita costituiva una primitiva dipendenza della Compagnia di Gesù.
 
Fortemente integrato nella produzione agricola, l'allevamento ha un ruolo significativo nell'economia eritrea ed è essenziale per la sicurezza alimentare della popolazione rurale, che costituisce i quattro quinti della popolazione. Circa la metà del bestiame del paese si trova nei bassopiani occidentali, nelle province di Gash Setit e Bark, che sono le più importanti aree di allevamento<ref name="fao.org"/>. L'allevamento, praticato secondo sistemi pastorali e agropastorali a seconda delle zone agro-ecologiche, riguarda principalmente i piccoli ruminanti (4,1 milioni di capi nel 2012), i [[bovini]] (2,1 milioni), i [[cammelli]] (360.000 capi) ed il pollame (1,4 milioni di capi)<ref>FAOSTAT Data Base della FAO http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor</ref>.
=== Badia di Santa Maria alla Grotta ===
 
=== Foreste ===
Chiesa di Santa Maria de Crypta o Badia di Santa Maria alla Grotta
Le foreste, estese 11,4 milioni di ettari, forniscono legna da ardere (la principale fonte di energia disponibile), gomma arabica e pascolo per il bestiame. Secondo il Programma delle Nazioni Unite, nel periodo 1990-2010, hanno subito una diminuzione del 5,5 per cento<ref>United Nations Development Programme (UNDP), Human Development Report 2013 http://hdr.undp.org/sites/default/files/reports/14/hdr2013_en_complete.pdf</ref>.
 
=== Pesca ===
* [[1072]], Gli storici commentatori [[Goffredo Malaterra]], [[Tommaso Fazello]] e [[Rocco Pirri]] fanno riferimento nelle loro opere all'impianto normanno promosso e potenziato da [[Roberto il Guiscardo]] e dalla moglie [[Sichelgaita]] ubicato presso il preesistente luogo di culto [[#Badia di Santa Maria alla Grotta|Badia di Santa Maria alla Grotta]] retta secondo la regola basiliana.<ref name="ReferenceC"/>
Le coste dell'Eritrea si sviluppano su circa 3.200&nbsp;km², isole comprese. Le acque del Mar Rosso ospitano circa 1.000 specie che comprendono dentici, cernie, sgombri, barracuda, tonni, triglie, squali, gamberi, aragoste, con un potenziale annuo stimato di 70 - 80.000 tonnellate di pescato. Nel 2001 la flotta peschereccia industriale ha sbarcato 14.500 tonnellate e quella artigianale 1.500; l'80 per cento del pescato è esportato. Le acque interne hanno fornito 2,000 tonnellate di pesce nel 2009, soprattutto [[carpa|carpe]] e [[tilapia|tilapie]]<ref>Food and Agriculture Organization, Fishery profile http://www.fao.org/fi/oldsite/FCP/en/ERI/profile.htm</ref>.
* [[1511]], ''Lapide sepolcrale'', manufatto marmoreo documentato realizzato da [[Giuliano Mancino]], opera commissionata dal cappellano Gregorio Cipollina.<ref>{{Cita|Gioacchino di Marzo|pp. 117}}</ref>
 
=== Produzione, commercio e sicurezza alimentare ===
== Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo ==
Il [[Prodotto Interno Lordo]] (PIL) per abitante si aggira sui 516 dollari nel 2009, con una partecipazione del settore agricolo del 14,5 per cento nel periodo 2005-2010<ref>United Nations Development Programme, GDP per capita {{cita web |url=https://data.undp.org/dataset/GDP-per-capita-2005-PPP-/navj-mda7 |titolo=Copia archiviata |accesso=2 maggio 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140420182129/https://data.undp.org/dataset/GDP-per-capita-2005-PPP-/navj-mda7 |dataarchivio=20 aprile 2014 }}</ref><ref>Statistical Yearbook, Rome 2012, Part 1 – The setting http://www.fao.org/docrep/018/i3137e/i3137e01.pdf</ref>. Importatore netto di prodotti alimentari di base quali cereali (252.000 tonnellate nel 2009), farine e zucchero, il paese esporta modeste quantità di sesamo e di prodotti ittici<ref>FAOSTAT Data Base della FAO - Indicatori economici</ref>. Nel periodo 2008-2012 ha anche ricevuto una media 7.400 tonnellate di aiuti alimentari all'anno<ref>Food aid information system http://www.wfp.org/fais/</ref>. Il 61,3 per cento della popolazione è sottonutrita (nel 2012) e il 69 per cento vive sotto la soglia della povertà (nel 1993)<ref>Millennium Development Goals Indicators, UNDP http://unstats.un.org/unsd/mdg/Data.aspx</ref>.
== Grotta di San Calogero ==
Chiesa ipogea.<ref>Pagina 311 e 312, [[Antonino Mongitore]], "''Della Sicilia ricercata''" [https://books.google.it/books?id=Vt9DAQAAMAAJ], Arnaldo Forni editore, Volume due, Palermo, ristampa 1742 - 1743.</ref>
 
=== Trasporti ===
== Chiesa di San Dionisio ==
[[File:Segheneyti, pietra con iscrizione dell'apertura della strada verso l'etiopia da parte degli italiani 01.JPG|miniatura|Pietra con iscrizione che ricorda l'apertura della strada tra Asmara e l'Etiopia da parte degli italiani]]
* Chiesa e ospedale di San Dionisio l'Aeropagita.<ref name="books.google.it"/><ref name="ReferenceH"/> Nel 1431 l'ospedale è accorpato all'[[Palazzo Sclafani|Ospedale Grande e Nuovo]].
[[File:Asmara, sematat avenue 01.JPG|miniatura|La P3 Sematat Avenue ad Asmara.]]
* [[1610]], Demolizione delle strutture.<ref name="ReferenceG"/>
Le rudimentali infrastrutture di trasporto del paese hanno subito grandi danni durante la guerra di indipendenza e durante il conflitto contro l'Etiopia.
 
==== Strade ====
== Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano ==
L'arteria principale (e asfaltata) è la strada P1 che collega [[Asmara]] e [[Massaua]], l'asfaltatura della strada P5 di collegamento tra [[Barentù]] e [[Tessenei]] procede a tratti così come quella del collegamento costiero tra [[Massaua]] e [[Assab]] (580&nbsp;km)<ref name="LC" />. Nel suo complesso la rete stradale del paese si estende per circa 4.000&nbsp;km la maggioranza dei quali non asfaltati. Le strade di collegamento con l'Etiopia sono state chiuse in seguito al conflitto fra i due paesi.
* Prospetto settecentesco. Sede della maestranza dei Calzolai.
 
<div align="center">
== Compagnia di Gesù a Palermo ==
{| class="wikitable sortable" style="width:50%;"
=== Casa Professa ===
|- style="background:#EFEFEF"
! Strada
! Percorso
! Note
! Km<ref>[https://web.archive.org/web/20140910203026/http://logcluster.org/sites/default/files/documents/road_distances Logcluster.org Road dist. Eritrea.]</ref>
|-
| align=center|'''P1'''
| align=center|[[Asmara]] - [[Massaua]]
| align=center|
| align=center|115
|-
| align=center|'''P2'''
| align=center|Asmara - [[Cheren]]
| align=center|
| align=center|91
|-
| align=center|'''P3'''
| align=center|Asmara - [[Zalambessa]]
| align=center|<small>(confine con [[Etiopia]])</small>
| align=center|161
|-
| align=center|'''P4'''
| align=center|Asmara - Ponte sul [[Mareb]]
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|117
|-
| align=center|'''P5'''
| align=center| Cheren - [[Barentù]] - [[Tessenei]]
| align=center|<small>(confine con [[Sudan]])</small>
| align=center|269
|-
| align=center|'''P6'''
| align=center|Massaua - [[Assab]]
| align=center|
| align=center|648
|-
| align=center|'''P7'''
| align=center|[[Assab]] - Bure
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|71
|-
| align=center|'''S2'''
| align=center|Tessenei - [[Omhajer]]
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|105
|-
| align=center|'''T15'''
| align=center|Assab - [[Raheita]]
| align=center|<small>(confine con [[Gibuti]])</small>
| align=center|70
|}
</div>
 
==== Ferrovie ====
La prima Casa o '''Casa Madre''' o '''Casa Professa''', costruita in via Ponticello a partire dal 1564.
[[File:Ansaldo 442 steam locomotive in Eritrea.JPG|miniatura|Locomotiva storica in uso su una parte della tratta Asmara-Massaua]]
L'unica tratta ferroviaria del paese, la linea [[Ferrovia Massaua-Asmara|Massaua-Asmara]] estesa poi fino a [[Agordat]] (306&nbsp;km) risale all'epoca coloniale italiana e fu costruita dall'[[Ansaldo]]<ref>{{cita web|url=http://www.mentelocale.it/23483-viaggio-in-eritrea/|titolo=Viaggio in Eritrea, sulla littorina Ansaldo del 1938|editore=mentelocale.it|data=15 aprile 2009|accesso=24 giugno 2013}}</ref>. La linea è stata messa a riposo nel 1976 e parzialmente distrutta nei combattimenti della guerra di indipendenza.
 
La ricostruzione della tratta Asmara-Massaua è iniziata nel 1999 e completata nel 2003, è pianificato il prolungamento fino a [[Biscia (Eritrea)|Biscia]], una località 150&nbsp;km a ovest di Asmara, dove sono {{chiarire|previste miniere di oro e rame.}}
=== Collegio Massimo ===
 
Il progetto di collegare la rete eritrea a quella sudanese è stato rimandato a causa delle tensioni con il governo sudanese.
La seconda Casa o '''[[Collegio Massimo]]''' edificata a partire dal 1586 sul Cassaro, oggi Corso Vittorio Emanuele I, e [[chiesa di Santa Maria della Grotta al Cassaro]].
 
==== Terza CasaPorti ====
Un accordo fra Eritrea ed Etiopia firmato nel 1993 prevedeva l'utilizzo congiunto dei due porti di Massaua e di Assab. Fino alle ostilità del 1998-2000 i proventi derivanti dai due porti erano un'entrata significativa per l'economia del paese. Durante il conflitto gli scambi fra i due paesi si sono interrotti e il porto di [[Massaua]] è stato danneggiato da incursioni aeree etiopi. Nonostante l'armistizio del 2000 gli scambi commerciali fra i due paesi non sono mai ricominciati. Il porto di Massaua è stato ricostruito ed è il porto principale del paese favorito in ciò dalla vicinanza con la capitale Asmara (107&nbsp;km).
 
L'attività presso il porto di Assab, più grande e meglio attrezzato di quello di Massaua, ha subito una brusca interruzione durante il conflitto ma non è mai ripresa. A suo sfavore anche la posizione lontana dalla capitale (580&nbsp;km a sud-est di Asmara).
Noviziato del Santissimo Sacramento e [[chiesa di San Stanislao Kostka]], fondata nel 1591 presso il Bastione d'Aragona e Porta Guccia.
 
==== Quarta CasaAeroporti ====
[[File:Eritrean Airlines Boeing 767-200ER UR-SDV-1.jpg|miniatura|Un B767 della Eritrean Airlines all'aeroporto di Asmara.]]
I tre aeroporti principali del paese sono l'[[Aeroporto Internazionale di Asmara]], l'[[Aeroporto Internazionale di Massaua]] e l'[[Aeroporto di Assab]]. L'aeroporto di Asmara è condiviso con le forze aeree del paese. Nel paese inoltre si trovano diverse piste di atterraggio minori non asfaltate. La compagnia di bandiera, [[Eritrean Airlines]], ha ripreso l'attività dopo l'interruzione 1998–2000: sono stati instaurati collegamenti con Nairobi, Amsterdam, Francoforte e Roma<ref name="LC" /> ma la compagnia è stata in seguito inserita nella [[Lista nera (aeronautica)|Lista Nera]] dell'Unione Europea (Elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nell'UE)<ref>[http://ec.europa.eu/transport/modes/air/safety/air-ban/index_it.htm Elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nell'UE]</ref>. La flotta è composta da cinque velivoli<ref>[http://www.airfleets.net/flottecie/Eritrean%20Airlines.htm Eritrean Airlines Fleet | Airfleets aviation]</ref>.
 
{|class="wikitable"
La quarta Casa o '''Casa di Terza Probazione''' e [[Chiesa di San Francesco Saverio (Palermo)|chiesa di San Francesco Saverio]] edificate tra il 1633 ed il 1710 al margine sud-occidentale.
|+
|- style="background:lightgrey"
!Aeroporto*||IATA/ICAO||Lungh. pista||Superficie
|-
|align="center"|'''Aeroporto Internazionale di Asmara'''|| ASM/HHAS ||align="center"|3.000m<br />1.814m||align="center"|asfalto<br />asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto Internazionale di Massaua|| MSW/HHMS ||align="center"|3.500m ||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto Internazionale di Assab|| ASA/HHSB ||align="center"|3.515m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Base aerea di Sawa|| ---/--- ||align="center"|3.000m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto di Tessenei|| TES/HHTS ||align="center"|2.330m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto di Agordat|| ----/HHAG ||align="center"|1.180m||align="center"|terra battuta
|-
|align="center"|Aeroporto di Barentu|| ----/HHBA ||align="center"|1.700m||align="center"|terra battuta
|-
|align="center"|Aeroporto di Nafka|| ----/HHNF ||align="center"|1.900m||align="center"|terra battuta
|-
|}
<nowiki>*</nowiki> <small>In grassetto gli scali con voli di linea regolari.</small>
 
=== QuintaAmbiente Casa ===
Con una superficie di 124.320&nbsp;km², l'Eritrea è grande più o meno quanto l'[[Italia settentrionale]]. Il litorale è lungo circa 1000&nbsp;km e al largo della costa vi sono oltre 350 isole. L'Eritrea presenta tre zone geografiche principali: la scarpata orientale con le pianure costiere, la regione degli altopiani interni e i bassopiani occidentali. La zona orientale è arida o semiarida, con poche terre coltivabili. I popoli che abitano questa regione sono generalmente nomadi che vivono di pastorizia o di pesca. Le propaggini settentrionali della [[Rift Valley]] sfociano a est nella [[Dancalia]], uno dei luoghi più torridi del pianeta. Qui si trova la Fossa o Depressione della Dancalia, che scende fino a -120 m, con un paesaggio desertico che ospita diversi laghi salati. La regione degli altopiani centrali, più fertile, è intensamente coltivata da comunità sedentarie. I bassopiani occidentali, che si estendono tra [[Cheren|Keren]] e il confine sudanese, sono bagnati dai Fiumi [[Mareb|Gash]] e [[Barca (fiume)|Barka]]. L'agricoltura è qui praticata meno intensamente rispetto agli altopiani<ref>{{cita web|titolo=Eritrea|editore=fatbirder.com|url=http://www.fatbirder.com/links_geo/africa/eritrea.html}}</ref>.
 
=== Flora ===
La quinta Casa destinata agli esercizi spirituali, costruita nel 1715 lungo la via del nuovo Molo. Dopo l'espulsione e la soppressione del 1767, l'edificio transitò al demanio statale. Oggi è adibito a scuola media.
Il paesaggio orientale è caratterizzato da boscaglie di acacia di diverse specie, arbusti e dense macchie, vegetazione semidesertica, vegetazione fluviale e mangrovie. Nella regione degli altopiani prevalgono il ginepro (''Juniperus procera'') e l'olivo selvatico (''Olea africana''), oltre a varie specie di [[acacia]]. Nelle zone degradate sono state introdotte numerose piantagioni di [[Eucalyptus|eucalipto]]. La Semenawi Bahri (Cintura Verde) si trova a nord-est di [[Asmara]], intorno al villaggio e alla Valle di Filfil, e ospita gli ultimi residui di [[Foresta pluviale tropicale|foresta tropicale mista]] dell'Eritrea. Posta tra i 900 e i 2400 m di quota, si estende da nord a sud per circa 20&nbsp;km. Il paesaggio occidentale è composto principalmente da [[Savana|savane]] alberate, zone arbustive, boschi e praterie con piante erbacee (come l'''Aristida''). Da questa zona proviene circa il 50% della [[legna da ardere]] che copre il fabbisogno della popolazione di Asmara, causa del preoccupante [[disboscamento]]. Tra le specie presenti figurano la palma dum (''[[Hyphaene thebaica|Hyphaenea thebaica]]''), diffusa soprattutto lungo il Fiume Barka, l'eucalipto e diverse specie di [[acacia]]. Altre specie sono il baobab (''[[Adansonia digitata]]''), la ''[[Salvadora persica]]'', usata dalla gente del posto per ricavare economici spazzolini da denti, e la tamerice (''Tamarix aphylla''). Fra le specie in pericolo vi sono l'albero dell'incenso (''Boswellia papyrifera'') il baobab e il tamarindo (''[[Tamarindus indica]]'').
 
=== Collegio MassimoFauna ===
Un tempo l'Eritrea ospitava una grande varietà di animali, tra cui [[Syncerus caffer|bufali]], [[Acinonyx jubatus|ghepardi]], [[Loxodonta africana|elefanti]], [[Giraffa|giraffe]] e [[Panthera leo|leoni]]. La distruzione delle foreste e trent'anni di [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra civile]], tuttavia, hanno causato la scomparsa di molti di essi.
* L'area preposta alla costruzione era occupata da edifici preesistenti ovvero i palazzi di Pietro Ventimiglia, di Antonio Montalto e quello di Anna Ventimiglia, moglie di Montalto.
 
Alla sorprendente varietà geografica dell'Eritrea corrisponde un'avifauna altrettanto ricca. Sono state segnalate ben 560 specie di uccelli, compresa la [[Psalidoprocne pristoptera|rondine serrata blu]], un uccello molto raro. Le lontane e disabitate [[Arcipelago delle isole Dahlak|Isole Dahlak]] e il mare che le circonda attirano numerosi uccelli marini provenienti da tutto il Mar Rosso e, talvolta, anche dal Mediterraneo e dal Golfo Persico. Sulle isole sono state contate circa 109 specie diverse, tra cui l'[[Ardeotis arabs|otarda araba]] e il [[Pandion haliaetus|falco pescatore]]. L'Eritrea si trova lungo una delle rotte più battute dagli uccelli migratori. Vi si possono dunque avvistare centinaia di specie di uccelli marini e costieri di passo primaverile e autunnale in volo tra il continente africano e l'Arabia. Nella Penisola di Bure sono comuni lo [[Struthio camelus|struzzo]] e l'[[Ardeotis arabs|otarda araba]]. Tra gli uccelli marini segnaliamo [[Larinae|gabbiani]], [[Sterninae|sterne]] e [[Sulidae|sule]], mentre lungo il litorale e sulle isole si avvistano molte specie di trampolieri. Le lussureggianti foreste tropicali nella zona di Semenawi Bahri, a nord-est di Asmara, ospitano un'avifauna particolarmente ricca, con specie quali il [[Tauraco leucotis|turaco guancebianche]] (una specie quasi endemica) e il [[Apaloderma narina|trogone narina]].
Il chiostro costituito da 36 colonne, 28 archi, due fonti negli angoli settentrionali. Gli ambienti che vi si affacciano ospitavano le scuole di Grammatica, Belle Lettere e Retorica. Al piano superiore le facoltà scientifiche e la Biblioteca.
 
Tra i mammiferi più comuni oggi si incontrano la [[Lepus habessinicus|lepre abissina]], il [[Felis silvestris lybica|gatto selvatico africano]], lo [[Canis mesomelas|sciacallo dalla gualdrappa]], lo [[Canis aureus|sciacallo dorato]], le [[Genetta|genette]], gli [[Xerinae|scoiattoli terrestri]], la [[Vulpes pallida|volpe pallida]], la [[Nanger soemmerringii|gazzella di Soemmering]] e il [[Phacochoerus africanus|facocero]]. I primati comprendono il [[Chlorocebus pygerythrus|cercopiteco verde]] e l'[[Papio hamadryas|amadriade]]. Pare che sulle montagne della [[Regione di Gasc-Barca|provincia di Gash-Barka]], a nord di [[Barentù|Barentu]], siano stati avvistati [[Panthera leo|leoni]], [[Tragelaphus strepsiceros|kudu maggiori]] e [[Alcelaphus buselaphus tora|alcelafi di Tora]] (grandi antilopi africane). Nella Penisola di Bure si possono osservare [[Madoqua|dik dik]] e [[Gazella dorcas|gazzelle Dorcas]]. Nelle zone fra Omhajer e Antore, nel sud-ovest del paese, vive l'ultima colonia di [[Loxodonta africana|elefanti]] dell'Eritrea.
Fra i personaggi illustri a dirigere l'istituzione:
* [[Ottavio Gaetani]]
 
Tra i principali ecosistemi marini eritrei vi sono la [[barriera corallina]], le praterie di erbe marine e le foreste di [[Mangrovia|mangrovie]]. Nel Mar Rosso esistono almeno 350 specie di [[Anthozoa|coralli]]. In Eritrea le colonie di coralli crescono prevalentemente in gruppi isolati che dalla superficie si estendono fino a 15–18 m di profondità; oltre questa profondità il corallo fa registrare uno sviluppo molto più limitato. Situata ai margini settentrionali dell'area di diffusione delle mangrovie, l'Eritrea ne ospita almeno tre specie, distribuite lungo la costa e sulle Isole Dahlak. Sono state segnalate cinque specie di [[Cheloniidae|tartarughe marine]]; le più comuni sono la [[Chelonia mydas|tartaruga verde]] e quella [[Eretmochelys imbricata|embricata]]. La tartaruga verde viene avvistata spesso nei pressi delle Isole Dahlak, così come i [[Delphinidae|delfini]] e gli [[Selachimorpha|squali]]. Sembra che lungo le coste del Mar Rosso, in Eritrea e Sudan, vivano almeno 4000-5000 esemplari di [[Dugong dugon|dugongo]] (conosciuto anche come mucca di mare). Nelle Isole Dahlak è vietato raccogliere coralli, conchiglie e qualsiasi specie vegetale sulle spiagge e in mare.
 
Oggi il pericolo più serio per le specie animali dell'Eritrea è la perdita o il degrado del loro habitat. Quasi tutti gli animali del paese (tranne il babbuino, lo struzzo e la gazzella) sono considerati a rischio di estinzione all'interno dei confini nazionali. Lo [[Capra nubiana (specie)|stambecco della Nubia]] (probabilmente qui ormai scomparso) è considerato a serio rischio di estinzione a livello internazionale. Negli ultimi anni è stata espressa anche una certa preoccupazione per la colonia di elefanti presente nel paese. Un secolo fa la provincia di Gash-Barka ne ospitava un numero cospicuo, mentre oggi si calcola che gli elefanti non siano più di un centinaio<ref name="ibis.atwebpages.com">{{cita web|url=http://ibis.atwebpages.com/birdwatching_in_eritrea/wildlife.htm|titolo=Wildlife of Eritrea|editore=ibis.atwebpages.com|autore=David Berhane}}</ref>.
* [[1535]]c., ''Angelo'', scultura marmorea, opera proveniente da [[Palazzo Ventimiglia]], realizzata da [[Antonello Gagini]].
 
=== Tutela ambientale ===
* Collegio;
Oggi ufficialmente non esistono riserve o parchi nazionali in Eritrea, ma è in progetto la creazione di alcune aree protette. Non sono presenti neppure parchi marini, anche se è stato proposto di porre sotto tutela diverse isole dell'Arcipelago delle Dahlak. Inoltre, è stata condotta una ricerca allo scopo di studiare in maniera più approfondita il delicatissimo ecosistema di queste isole.
* Refettorio;
* Officine;
* Seminario Real Ferdinando;
* Congregazione di Ciechi.
 
In Eritrea i tre fattori che hanno avuto il maggiore impatto sull'ambiente sono stati la [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra]], le [[Carestia etiope del 1983-1985|carestie]] e l'[[incremento demografico]]. L'agricoltura costituisce ancora una delle principali fonti di sussistenza o semisussistenza, quindi la produttività del terreno è di cruciale importanza per la sopravvivenza della popolazione. Oggi il problema principale è costituito dalla crescita demografica, che impone alla terra uno sfruttamento sempre maggiore e porta a sistemi di allevamento e coltivazione intensivi. La pratica della cosiddetta [[Debbio|coltivazione taglia e brucia]] (per cui intere aree verdi vengono bruciate per potervi seminare), in uso nei bassopiani sud-occidentali, ha conseguenze terribilmente dannose per la flora. La [[Deforestazione|distruzione delle foreste]] rappresenta una grave minaccia per il paese. Meno dell'1% dell'Eritrea è oggi ricoperto da boschi, mentre un secolo fa lo era il 30% del territorio. Durante la guerra con l'Etiopia, gli eserciti belligeranti hanno disboscato le foreste per costruire rifugi, trincee e varie fortificazioni. Anche per costruire l'''hidmo'', l'abitazione tradizionale eritrea, è necessaria una grande quantità di legname. Nei periodi di carestia gli alberi sono una fonte preziosa di nutrimento sia per gli uomini sia per gli animali, senza contare che prevengono l'[[erosione]] del suolo. L'attuale carenza di risorse idriche e la bassa produttività della terra sono due conseguenze dirette della distruzione delle foreste. Fra le misure che si è deciso di adottare per contrastare la deforestazione vi sono un programma di [[rimboschimento]] a livello nazionale e la creazione di un centinaio di aree protette in tutto il paese, ma ci vorrà molto tempo prima che si possano vedere i risultati concreti di tali provvedimenti.
=== Libreria ===
 
* [[XVIII secolo]], ''Ritratto'', bassorilievo marmoreo raffigurante Gabriele Lancellotto Castelli, principe di Torremuzza e regio deputato, opera documentata nell'antilibreria, realizzata da [[Ignazio Marabitti]].<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume quarto|pp. 192}}</ref>
 
== Chiesa di Santa Maria della Grotta al Cassaro ==
{{...}}
 
== Collegio Massimo al Cassaro ==
 
* [[1571]] - [[1586]], È edificato il Collegio Massimo dei Gesuiti al «[[Cassaro]]»<ref name="ReferenceF"/> per opera di Giuseppe Giacalone.
* [[Angelo Italia]] è l'autore delle decorazioni marmoree degli interni e l'artefice della scala nel portico.
* [[1588]] 15 agosto, Apertura presente il [[viceré di Sicilia]] [[Viceré di Sicilia#Viceré di Filippo I di Sicilia (1556-1598)|Diego Enriquez de Guzman]], conte di Alba de Lista. Ottobre, inaugurazione del primo anno scolastico.
* [[1690]], ''Vergine'', statua e nicchia in stucco, manufatti presenti nella scala, opere di [[Giacomo Serpotta]].
 
== Feste religiose ==
* 8 settembre, Festa di Maria sotto il titolo di «Madonna della Grotta».
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* GE. Filiti SQ.JM. Alamanni, ''La ChiesaColonia dellaEritrea Casae Professai dellasuoi Compagnia di Gesù in Palermocommerci'', BondìBocca, PalermoTorino, 19061891.
* R. Beretekeab, ''Eritrean making of a nation 1890-1991'', Uppsala University, Uppsala, 2000.
* D. Garstang, ''Giacomo Serpotta and the Stuccatori of Palermo, 1560-1790'', A.Zwemmer Ltd. London 1984.
* Calace, Francesca (a cura di), ''«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale.'' Gangemi, Roma, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»)
* S. Barcellona, ''Gli scultori del Cassaro'', Ingrana, Palermo 1971, riedito in ''Scritti d'arte: studi e interventi sulla cultura artistica in Sicilia'', a cura di G. Bongiovanni, Brotto, Palermo 1992.
* Arnaldo Mauri, ''Eritrea's early stages of monetary and banking development'', "International Review of Economics", ISSN 1865-1704, Vol. 51, n. 4, pp.&nbsp;547–569. Dello stesso autore WP [http://ideas.repec.org/p/mil/wpdepa/2003-28.html]
* S. Piazza, ''I marmi mischi delle chiese di Palermo'', Sellerio, Palermo 1992, (in part. pp.&nbsp;37–44).
* T. Negash, ''Italian colonisation in Eritrea: policies, praxis and Impact'', Uppsala University, Uppsala, 1987.
* Maria Carla Ruggieri Tricoli, ''Costruire Gerusalemme. Il complesso gesuitico della Casa Professa di Palermo dalla storia al museo'', Ed. Lybra, Milano 2001.
* F. Santagata, ''La Colonia Eritrea nel Mar Rosso davanti all'Abissinia'', Libreria Internazionale Treves, Napoli, 1935.
* Luca Mansueto, ''I pilastri absidali della Chiesa del Gesù di Casa Professa in Palermo'', in Karta, anno I (2006), num.4, pp.&nbsp;10–11.
* G.K.N. Trevaskis, ''Eritrea: a Colony in Transition, 1941-1952'', Oxford University Press, Londra, 1960.
* {{Cita libro
* Eritrea Razionalista - Sandro Raffone - Giannini editore - 2010 - ISBN 88-7431-494-9 - ISBN 978-88-7431-494-2
|titolo = Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo
|autore = Gaspare Palermo
|url = https://books.google.it/books?id=u1sUAAAAQAAJ
|editore = Reale Stamperia
|città = Palermo
|lingua = Italiano
|anno = 1816
|volume = 3
|cid = Gaspare Palermo Volume terzo
}}
* {{Cita libro
|titolo = "''Guida per Palermo e pei suoi dintorni del barone V. Mortillaro''"
|autore = Vincenzo Mortillaro
|url = https://books.google.it/books?id=UKmbYlufNzIC
|editore = Tipografia del giorn. Letterario
|città = Palermo
|anno = 1836
|volume =
|cid = Vincenzo Mortillaro
|lingua = Italiano
}}
* {{Cita libro
|titolo = "''I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti''"
|autore = [[Gioacchino di Marzo]]
|altri = Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo
|url = https://archive.org/details/igaginielascultu01dima
|editore = Stamperia del Giornale di Sicilia
|città = Palermo
|lingua = Italiano
|volume = Volume I e II
|cid = Gioacchino di Marzo
}}
 
== Voci correlate ==
* [[Giacomo SerpottaÀscari]]
* [[MonumentiBanca diper Palermol'Africa Orientale]]
* [[Banca d'Eritrea]]
 
* [[Campagna d'Africa Orientale]]
Chiese legate alla [[Compagnia di Gesù]]:
* [[Guerra d'Etiopia]]
 
* [[Campagna Alleata in Africa Orientale (seconda guerra mondiale)]]
* [[Chiesa dell'Immacolata Concezione al Capo]]
* [[Impero coloniale italiano]]
* [[Chiesa di San Francesco Saverio (Palermo)]]
* [[Storia del colonialismo in Africa]]
* [[Governatori dell'Eritrea]]
* [[Colonia Eritrea]]
* [[Giro d'Eritrea]]
* [[Storia delle ferrovie coloniali italiane]]
* [[Africa Orientale Italiana]]
* [[Dancalia]]
* [[Terremoti in Eritrea]]
* [[Istituto di Tecnologia dell'Eritrea]]
* [[Eritrei in Italia]]
* [[Mussie Zerai]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.palermowebshabait.com/cittadelsole/monumenti/chiesa_casa_professa.htm|Galleria fotografia suSito palermowebufficiale}}
* {{cita web|http://www.istitutodiculturaeritrea.it/|Istituto di cultura eritrea}}
*Notizie sull'organo dal [http://www.organo.info/organo/menudborgano.html database degli organi] dal sito [http://www.organo.info organo.info]
* {{cita web|http://www.eritreaeritrea.com/|Sito Italo-Eritreo}}
*[http://www.ilgiardinodiballaro.it/palermo/monumenti/11-la-chiesa-del-gesu-o-casa-professa.html Casa Professa Palermo]. Articolo su Chiesa del Gesù (detta anche Casa Professa) con informazioni e mappa.
* {{cita web|http://eastafro.com/|Contenitore multimediale eritreo}}
* {{cita web|url=http://www.stampalibera.com/?p=5259|titolo=Articolo sull'Eritrea di oggi}}
* {{cita web|url=http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/paesi/dettaglio/eritrea.html|titolo= Scheda dell'Eritrea dal sito Viaggiare Sicuri}} Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* {{YouTube|Un4R4BBgnO4|Storia dell'Eritrea Parte 1|}}
* {{YouTube|v249alOhs5A|Storia dell'Eritrea Parte 2|}}
* {{YouTube|_Lafp6YRuXs|Storia dell'Eritrea Parte 3|}}
* {{YouTube|x1Hdj5gNKz0|Fattoria in Eritrea|}} nella [[Regione di Gasc-Barca]]
* {{YouTube|72xB6LW9pIA|Canzone d'amore|}} della zona di [[Asmara]]
* {{YouTube|yXwM5A3h7Oo|Gente e luoghi dell'Eritrea|}} serie di foto
* {{YouTube|I-dZA1JmAik|Amata Eritrea - capitolo 1|}} serie di foto
* {{YouTube|khW2mfIVyRI|Amata Eritrea - capitolo 2|}} serie di foto
* {{YouTube|wXWzqxG0x2Y|Amata Eritrea - capitolo 3|}} serie di foto
* {{YouTube|XUYcVPd1d4s|Amata Eritrea - capitolo 4|}} serie di foto
* {{YouTube|CWbYpZ-xA-g|Amata Eritrea - capitolo 5|}} serie di foto
* [http://digitaleritrea.altervista.org DigitalEritrea] - Eritrean Multiple Online Sources Aggregator
 
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