Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Eritrea: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua}}
{{F|ministeri|Luglio 2013}}
{{Stato
{{Organo governativo
|nomeCorrente = Eritrea
|nome = Ministero del lavoro e delle politiche sociali
|nomeCompleto = Stato di Eritrea
|stemma = LavoroPoliticheSociali.jpg
|nomeUfficiale = ኤርትራ
|didascalia stemma =
|linkBandiera = Flag of Eritrea.svg
|immagine = Ministero del Lavoro Roma Via Veneto.jpg
|paginaBandiera = Bandiera dell'Eritrea
|didascalia = Sede del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a Roma, Via Vittorio Veneto, 56
|linkStemma = Emblem of Eritrea (or argent azur).svg
|stato = {{ITA}}
|paginaStemma = Emblema dell'Eritrea
|tipo = [[Ministero della Repubblica Italiana|Ministero]]
|linkLocalizzazione = Eritrea (Africa orthographic projection).svg
|sigla = MLPS
|linkMappa = Eritrea-CIA WFB Map.png
|suddivisioni = 
|motto = {{ti}} Awet nHafash<br />{{it}} Vittoria alle Masse
*Politiche del Personale, Innovazione, Bilancio e Logistica
|lingua = [[Lingua tigrina|tigrino]], [[Lingua araba|arabo]]<ref name= Lingua >[https://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=ER Languages of Eritrea]</ref>, [[Lingua afar|afar]]<ref name= Lingua/>, arabo dell'[[Hegiaz]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua begia|begia]]<ref name= Lingua/>, bilen<ref name= Lingua/>, geez<ref name= Lingua/>, [[Lingua inglese|inglese]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua italiana|italiano]]<ref name= Lingua/>, [[Lingua cunama|cunama]]<ref name= Lingua/>, nara<ref name= Lingua/>, saho<ref name= Lingua/>, [[Lingua tigrè|tigrè]]<ref name= Lingua/>
*Attività Ispettiva
|capitale = [[Asmara]]
*Comunicazione e Informazione
|capitaleAbitanti = 663.873
*Politiche Attive e Passive del Lavoro
|capitaleAbitantiAnno = 2010
*Relazioni Industriali
|governo = [[Repubblica presidenziale]] [[monopartitismo|monopartitica]] ''de iure''<ref name="CIA">{{cita web|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|Eritrea - The World Factbook|2 agosto 2017}}</ref>
*Politiche dei Servizi
[[Stato totalitario|Dittatura totalitaria]] ''de facto''
*Politiche Previdenziali e Assicurative
|elenco capi di stato = [[Presidenti dell'Eritrea|Presidente]]
*Inclusione e Politiche Sociali
|presidente = [[Isaias Afewerki]] ([[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia|FPDG]])
*Terzo Settore e Formazioni Sociali
|primoMinistro =
*Immigrazione e Politiche di Integrazione
|liberazione = Dall'[[Etiopia]] 26 maggio 1991
|nome_suddivisioni =Direzioni generali
|indipendenza = dall'[[Etiopia]] il 24 maggio [[1991]]
|data_creazione = [[2001]]
 
|creatore = [[Governo Berlusconi II]]
|ingressoONU = 28 maggio [[1993]]
|predecessore = [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]]
|superficieTotale = 121.320
|data_operativo =
|superficieOrdine = 96
|riforme =
|superficieAcqua = trascurabile
|data_soppresso =
|popolazioneTotale = 6.527.689
|soppressore =
|popolazioneAnno = 2015
|successore =
|popolazioneOrdine = 113
|denominazione_capo = ministro
|popolazioneDensita = 52
|capo = [[Giuliano Poletti]]
|popolazioneCrescita = 2,25% (2015)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|titolo=Population growth rate|accesso=18 gennaio 2015|sito=CIA World Factbook|lingua=en}}</ref>
|denominazione_vicecapo = [[sottosegretario di Stato (ordinamento italiano)|Sottosegretari]]
|vicecapoconfini = [[Franca BiondelliSudan]],<br/> [[LuigiEtiopia]], Bobba[[Gibuti]]
|nomeAbitanti = [[Eritrei]]
|bilancio = 10.370 milioni di euro<ref>http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit--i/Bilancio_di_previsione/Bilancio_finanziario/2015/Decreto-di/Ministero_del_lavoro_e_delle_politiche_sociali.pdf Bilancio previsione del Ministero</ref>
|continente = [[Africa]]
|impiegati = 7.331<ref>http://www.lavoro.gov.it/Ministero/AreaTrasparenza/Personale/DotazioneOrganica/Documents/TabellaDotazioneOrg.pdf Dotazione organica del Ministero</ref>
|orario = [[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +3
|sede = [[Roma]]
|valuta = [[Nacfa eritreo]]
|indirizzo = Via Vittorio Veneto, 56 - 00187 Roma
|PIL = 10.625<ref name=IMF>[https://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2013/02/weodata/index.aspx Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013]</ref>
|sito = [http://www.lavoro.gov.it www.lavoro.gov.it]
|PILValuta = $
|PILAnno = 2019
|PILOrdine = 158
|PILprocapite = 1,253
|PILprocapiteValuta = $
|PILprocapiteAnno = 2019
|PILprocapiteOrdine = 177
|PILPPA = 7.720
|PILPPAValuta = $
|PILPPAAnno = 2019
|PILPPAOrdine = 149
|PILPPAprocapite = 1253
|PILPPAprocapiteValuta = $
|PILPPAprocapiteAnno = 2019
|PILPPAprocapiteOrdine = 160
|HDI = 0,349 (basso)
|HDIAnno = 2011
|HDIOrdine = 177
|TFT = 4,4 (2011)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2011|accesso=12 febbraio 2013}}</ref>
|energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
|tld = .er
|inno = [[Ertra, Ertra, Ertra]]
|festa = 24 maggio
|stato precedente = {{ETH 1987-1991}}
|note = ¹Nel paese non esiste una lingua ufficiale riconosciuta: il [[lingua tigrina|tigrino]] e l'[[lingua araba|arabo]] sono le lingue maggiormente parlate, ma vengono utilizzati anche l'[[lingua italiana|italiano]] e l'[[lingua inglese|inglese]] e altre lingue locali.
}}
L''''Eritrea''' (in [[lingua tigrina|tigrino]]: ኤርትራ, ''Ērtra''; ufficialmente: '''Stato di Eritrea''') è uno Stato che si trova nella parte orientale del [[Corno d'Africa]], confinante con il [[Sudan]] a ovest, con l'[[Etiopia]] a sud e con il [[Gibuti]] a sud-est. L'est ed il nord-est del Paese possiedono una lunga linea costiera sul [[Mar Rosso]] direttamente di fronte ad [[Arabia Saudita]] e [[Yemen]]. Sono parte dell'Eritrea l'[[arcipelago delle isole Dahlak]] e alcune isole a ridosso delle [[isole Hanish]].
Il '''Ministero del lavoro e delle politiche sociali'''<ref>Anche detto, nel linguaggio politico e giornalistico, Ministero del welfare. Cfr. sul ''[[Il Devoto-Oli|Il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana]]'', al lemma “welfare”.</ref> è il [[dicastero]] del [[governo italiano]] che si occupa delle funzioni spettanti allo [[Stato]] in materia di politica del [[lavoro]] e sviluppo dell'[[occupazione]], di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del [[previdenza sociale|sistema previdenziale]] e di [[politiche sociali]], con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone delle famiglie.
 
L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale, con due religioni prevalenti ([[Sunnismo|islam sunnita]] e [[Chiesa ortodossa eritrea]]) e nove gruppi etnici. Fu creata come entità politica nel [[1890]] con il nome di [[Colonia eritrea]].<ref>{{cita libro |autore = |url_capitolo = http://www.treccani.it/enciclopedia/eritrea_(Dizionario-di-Storia)/ |capitolo = Eritrea |titolo = Dizionario di Storia |città = Roma |editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] |anno = 2010 |accesso = 25 marzo 2013}}</ref>
 
Il presidente [[Isaias Afewerki]] è stato eletto dall'[[Assemblea nazionale (Eritrea)|Assemblea nazionale]], composta da 150 membri del partito unico [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]], che si è costituita nel [[1993]], poco dopo l'ottenimento dell'indipendenza; è al potere da allora, in quanto non ci sono state altre elezioni<ref name=CIA />. L'Eritrea è di fatto un regime dittatoriale, senza libertà politiche e di associazione, senza potere giudiziario e fonti d'informazione indipendenti<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Eritrea Report 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>.
 
== Etimologia ==
L'attuale ministro del lavoro è [[Giuliano Poletti]].
La parola ''Eritrea'' deriva [[Etimologia|etimologicamente]] dal [[Lingua greca antica|greco antico]] ''ἐρυθρός'' (erythrós), che significa ''rosso''. Il nome ''[[Mar Rosso]]'' venne usato fin dall'età [[Ellenismo|ellenistica]], come testimonia anche il nome di una famosissima opera anonima di [[geografia]], il ''[[Periplus Maris Erythraei]]'' del [[I secolo]], che significa appunto ''Periplo del Mar Eritreo'' (ossia del [[Mar Rosso]]). Il fatto che l'odierna Eritrea si affacciasse su questo mare fece guadagnare al Paese il suo attuale nome, che le fu perciò attribuito dagli [[Colonialismo italiano|italiani]] alla fine del [[XIX secolo]], quando costituirono la colonia identificando per la prima volta un'entità territoriale autonoma sul territorio dell'attuale Stato eritreo. Alcuni storici ritengono che la denominazione ''Eritrea'' sia stata ideata e suggerita a [[Francesco Crispi]] dallo scrittore scapigliato [[Carlo Dossi]]<ref>{{cita web | 1 = http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | 2 = Museo Casa Pisani Dossi - Biografia | 3 = 25 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120731064845/http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | dataarchivio = 31 luglio 2012 | urlmorto = sì }}</ref>, suo consigliere culturale negli anni della conquista della [[Colonia eritrea|colonia]].
 
== Storia ==
{{vedi anche|Storia dell'Eritrea}}
L'antesignano del dicastero del lavoro era nel [[governo Boselli]] il ''Ministero per l'industria, il commercio ed il lavoro'', istituito il 22 giugno 1916. Poco dopo, con r.d. 3 giugno 1920, n. 700, il [[governo Nitti II]] provvide alla costituzione del [[Ministero del lavoro e della previdenza sociale]], scorporandolo da tale dicastero.
=== Storia antica e medievale ===
{{vedi anche|Paese di Punt|Regno di Axum|Medri Bahri}}
[[File:Kohaito, zona dei palazzi axumiti 09.JPG|miniatura|sinistra|Resti di un palazzo axumita nel sito archeologico di [[Kohaito]]]]
Intorno al 2.500 a.C., lungo la costa del Mar Rosso esisteva un regno che gli antichi egizi chiamavano "La terra di Punt", che significa “Terra degli dei”. Il regno comprendeva una grande fetta di Eritrea settentrionale, alcune parti del Sudan, del Gibuti e aveva come centro il porto di Adulis.
 
Intorno al 1000 a.C. i [[Sabei (Yemen)|Sabei]], partendo dall'attuale Arabia Saudita, attraversarono il Mar Rosso, stabilendosi prima nelle isole Dahlak e poi in diverse aree delle coste e altopiani dell’Eritrea. Alcuni degli insediamenti di spicco del tempo in Eritrea includono [[Adulis]], Kohaito, Metera, Tekondae, e Keskese. Questi insediamenti hanno avuto una loro natura urbana.
Successivamente il [[governo Mussolini]], con r.d. 27 apr. 1923, n. 915, provvide alla costituzione del [[Ministero dell'economia nazionale]], destinato a riaccorpare i due predetti dicasteri e il [[Ministero dell'agricoltura]]. Con RD 27 settembre 1929, n. 1663, tuttavia, questo nuovo ministero fu soppresso e le sue attribuzioni furono ripartite tra il Ministero dell'agricoltura e delle foreste e il Ministero delle Corporazioni, già istituito nel 1926.
 
Intorno all’VIII secolo a.C. i diversi insediamenti sabei si riunirono sotto un unico ombrello politico e formarono il Regno di [[D'mt]]. Il regno, con centro in Adulis, abbracciava gran parte degli altopiani eritrei e la riva del Mar Rosso, e alcune parti del nord Tigray, mantenendo forti legami commerciali e culturali con le civiltà greca, romana e meroitica. Il Regno di [[D'mt]] portò significativi cambiamenti agricoli, religiosi, architettonici, politici e linguistici nei popoli della regione. Gli storici considerano il Regno di D'mt come precursore del Regno axumita.
Con RD 9 agosto 1943, n. 718 il Ministero delle Corporazioni viene soppresso e sostituito dal Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro il quale, a sua volta, sotto il [[governo Parri]], con d.lgt. 21 giugno 1945 n. 377, venne ripartito in due distinti dicasteri: nel [[Ministero del lavoro e della previdenza sociale]] e il Ministero dell'industria e del commercio (dal [[1966]] Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, divenuto nel [[2001]] Ministero delle attività produttive e nel [[2006]] [[Ministero dello sviluppo economico]]).
 
Nel I secolo d.C., unendo le città di Adulis, Kohaito, Keskese, Tekonda, Metera, e Axum venne fondato il Regno axumita; buona parte di questo regno si trovava nell'attuale Eritrea e nella parte settentrionale del Tigray. Il regno è noto per essere esistito a partire dal I secolo fino all'inizio del VII secolo d.C., ma è stato nel III secolo che Axum divenne uno stato pienamente sviluppato, raggiungendo l'apice della sua potenza nel IV secolo d.C. Per mostrare il loro potere, i re aksumiti costruirono massicce steli (pilastri in pietra), e alcune di queste sono in piedi ancora nel ventunesimo secolo. La prima volta che il nome di "Axum" appare in una fonte storica è nel già citato [[Periplus Maris Erythraei|''Periplo del Mar Eritreo'']], risalente al I secolo d.C.
Con D.Lgt. 10 agosto 1945 n. 474 si è provveduto a distribuire le attribuzioni fra i due citati Ministeri. Successivamente, l'organizzazione interna del dicastero viene profondamente rivista col DPR 19 marzo 1955 n. 520 e con la successiva legge n. 628/1961. Con la legge n. 537/1993 viene previsto l'accorpamento degli uffici periferici, effettuato con DM nel 1996. Nel 1997 parte delle funzioni sono investite dal processo di decentramento di poteri alle Regioni di cui al D. Lgs. n. 467/1997. Con il D. Lgs. 30 luglio 1999, n. 300, la cosiddetta ''riforma Bassanini'' durante il [[Governo D'Alema II]], l'ordinamento del Governo viene modificato accorpando vari ministeri.
 
Dal VI secolo il Regno axumita diventò una grande potenza arrivando a conquistare l’Arabia meridionale, oggi lo Yemen. Tuttavia, a partire dal VII secolo, il regno cominciò a declinare. Dopo la caduta del Regno axumita, la storia eritrea entra nel suo periodo medievale.
Proprio in tale occasione, viene prevista la costituzione di un nuovo dicastero che sarebbe entrata in vigore con la nuova legislatura nel 2001: tale dicastero viene denominato [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]], che avrebbe accorpato le funzioni del lavoro e della previdenza precedentemente attribuite al [[Ministero del lavoro e della previdenza sociale]], quelle inerenti le politiche sociali del [[Dipartimento per la solidarietà sociale]] della Presidenza del Consiglio, nonché la materia della salute del [[Ministero della salute|Ministero della sanità]].
 
=== La conquista e la dominazione ottomana ===
Tuttavia, nel 2001 il [[Governo Berlusconi II]] col D.L. 12 giugno 2001, n. 217 conv. nella legge 3 agosto 2001 n. 317, decise la separazione della componente afferente alla salute, con la reistituzione del dicastero che se ne occupava col nuovo nome [[Ministero della salute]], ed erigendo le competenze residue nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Col [[Governo Prodi II]], nel 2006 il Ministero fu nuovamente diviso dando luogo a tre ministeri: [[Ministero del lavoro e della previdenza sociale]], il [[Ministero della solidarietà sociale]] e il [[Dipartimento per le politiche della famiglia]].
{{vedi anche|Eyalet di Habesh|Sultanato di Aussa}}
Nel [[1557]] subì un'invasione degli [[Ottomani]] del [[sultano]] [[Solimano il Magnifico|Solimano I]] che portò alla conquista di [[Massaua]], [[Archico]] e [[Debarua]], la capitale del [[negus|bahr negus]] Isacco. Due rivolte di lui furono domate nel [[1578]], lasciando agli Ottomani gli importanti porti di Massaua e di Archico. Nel corso degli anni 40 del XIX secolo, i francesi tentarono di penetrare nella parte costiera e meridionale del paese, come testimonia un documento di cessione del villaggio di [[Edd (Eritrea)|Edd]] ai colonialisti da parte di uno sceicco locale; tuttavia i vari tentativi risultarono infruttuosi.
 
Gli Ottomani ebbero il controllo di gran parte delle zone costiere eritree per quasi 300 anni, lasciando i loro possedimenti (una provincia denominata Habesh) ai loro sudditi [[Egitto|egiziani]] nel [[1865]] prima che essi fossero presi dagli [[italia]]ni nel [[1885]]. L'interno del paese è tradizionalmente influenzato dalla cultura e dall'economia dell'Etiopia, soprattutto per quanto riguarda il [[Cabessà]] (perlopiù cristiano copto) e gli altopiani di Hamasien, [[Acchelè-Guzai]] e [[Seraé]].
La proliferazione dei dicasteri portò ben presto il Gabinetto Prodi a prevederne un accorpamento in 12 ministeri secondo quanto previsto dalla versione originaria del D. Lgs. n. 300/1999, la Riforma Bassanini, disponendolo con la Finanziaria per il 2008, la legge n. 244/2007, all'art. 1, comma 376, e pertanto viene prevista la reistituzione del [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]], a far data dalla nuova legislatura. E proprio nel 2008, con la caduta del [[Governo Prodi II]] e la vittoria del PDL il [[Governo Berlusconi IV]] istituì nuovamente il [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]], nella sua versione originale. Per dare coerenza alla stratificazione normativa che era intervenuta dal 1999 al 2008, con il D.L. 16 maggio 2008 n. 85, conv. in Legge 14 luglio 2008 n. 121, recante ''Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244'', il Governo adeguando le strutture di Governo mediante accorpamenti: il [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]] accorpò le funzioni del [[Ministero del lavoro e della previdenza sociale]], del [[Ministero della solidarietà sociale]] e del [[Ministero della salute]].
 
Successivamente, mentre gli egiziani si ritirarono dal [[Sudan]] durante la [[Guerra Mahdista|ribellione del Mahdi]], i britannici conclusero un accordo per cui gli egiziani poterono ritirarsi attraverso l'Etiopia e nello scambio permisero che l'imperatore dell'Etiopia occupasse quei distretti della pianura che aveva disputato ai [[Turchia|turchi]] e agli egiziani.
Il Dipartimento per le politiche della famiglia venne riassorbito presso Presidenza del Consiglio dei ministri come Dipartimento. Ben presto ci si rese conto della difficoltà nel fondere competenze così dissimili quali lavoro, previdenza, politiche sociali e salute, pur facenti tutte parti del settore definito [[welfare]], e nel 2009 il [[Governo Berlusconi IV]] presentò un disegno di legge per la reistituzione del dicastero della salute.
 
=== Periodo coloniale italiano ===
Con la legge 13 novembre 2009 n. 172, recante ''Istituzione del Ministero della Salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato'', il [[Ministero della salute]] viene reistituito scorporandolo dal predetto [[Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali]] e pertanto, dal 13 dicembre 2009, opera anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
{{vedi anche|Governatorato dell'Eritrea|Colonia eritrea}}
[[File:Tallero d'Eritrea 129421.jpg|miniatura|sinistra|[[Tallero d'Eritrea]], coniato nel 1891 dal governo italiano.]]
[[File:Fiat tagliero, 04.JPG|miniatura|La [[Stazione di servizio]], in stile [[Futurismo|futurista]], "[[Fiat Tagliero]]", costruita ad [[Asmara]] nel [[1938]].]]
L'inizio dell'occupazione si ebbe nel novembre [[1869]] con il padre lazzarista [[Giuseppe Sapeto]] che, per conto della [[Navigazione Generale Italiana|società di navigazione Rubattino]] di [[Genova]], avviò le trattative per la cessione della [[Assab|Baia di Assab]] al Governo italiano. È il primo atto della presenza ufficiale italiana nel continente [[africa]]no. Nello stesso anno fu siglato con il [[Sultano]] locale l'accordo per l'acquisizione da parte dell'armatore [[Raffaele Rubattino]] della baia, allo scopo di farne un porto di servizio alle sue navi. Il governo egiziano contestò tale acquisizione e rivendicò il possesso della baia: da ciò seguì una lunga controversia che si concluse solo nel [[1882]].
 
Il 10 marzo [[1882]] il governo italiano acquistò il possedimento di Assab, che il 5 luglio dello stesso anno diventò ufficialmente italiano. Negli anni dal [[1885]] al [[1890]] fu acquisita l'importante città portuale di [[Massaua]] (che divenne capitale provvisoria del possedimento d'oltremare) e il controllo italiano si estese nell'entroterra. Nel 1890 l'Eritrea fu ufficialmente dichiarata [[colonia (insediamento)|colonia]] italiana.
Con l'ampia riforma del lavoro detta "''Jobs Act''", del [[Governo Renzi]], il Ministero del lavoro in seguito soprattutto ai D. Lgs. n. 149/2015 e n. 150/2015 ha profondamente modificato la sua organizzazione perdendo due Direzioni Generali e tutto l'articolazione periferica, oltre ad aver in parte mutato la propria presenza sul territorio nazionale.
[[File:ST-Massowa.jpg|miniatura|Massaua nel [[XIX secolo]]]]
 
Nel [[1893]] il [[Negus]] etiopico [[Menelik II]] denunciò il [[trattato di Uccialli]]. L'Italia continuò la sua espansione verso l'entroterra (Axum, Macallè, Adua) e nel settembre [[1895]] si svolse la [[battaglia dell'Amba Alagi]] tra le truppe italiane e quelle etiopi, comandate dai [[Ras (titolo)|Ras]]: [[Maconnèn Uoldemicaèl|Mekonnen]], [[Alula Engida|Alula]] e [[Mangascià Yohannes|Mangascia]].
== Competenze ==
Il 1º marzo [[1896]] gli italiani furono sconfitti ad [[Battaglia di Adua|Adua]].
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è competente per tutte le funzioni spettanti allo Stato in materia di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del sistema previdenziale e di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone delle famiglie, la solidarietà, i flussi di immigrazione insieme alle Prefetture o con lo Sportello dell'immigrazione.
 
Col [[pace di Addis Abeba del 1896|trattato di pace di Addis Abeba]], che annullava il [[trattato di Uccialli]], l'Italia riconobbe l'indipendenza dell'impero d'[[Abissinia]] e quest'ultimo riconobbe la colonia italiana d'Eritrea.
In particolare, il dicastero determina in materia di politiche sociali e previdenziali:
Durante il dominio italiano, specie negli [[anni 1930|anni trenta]], l'Eritrea fu la colonia maggiormente ammodernata: furono costruiti migliaia di km di strade, ponti, la [[ferrovia Massaua-Asmara]] (iniziata già alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]]), le città furono sistemate anche con la creazione di numerosi quartieri italiani (ancora visibili).
 
Bisogna sottolineare che l'Eritrea, rispetto all'Etiopia e alla [[Somalia Italiana]], fu la colonia con la più forte presenza di italiani. Infatti nel censimento del [[1939]] solo ad [[Asmara]] furono censiti 53.000 Italiani su una popolazione totale di 98.000 abitanti.
* i principi ed obiettivi della politica sociale, i criteri generali per la programmazione della rete degli interventi di integrazione sociale; gli standard organizzativi delle strutture interessate;
* gli standard dei servizi sociali essenziali; i criteri di ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, politica di tutela abitativa a favore delle fasce sociali deboli ed emarginate;
* l'assistenza tecnica, a richiesta degli enti locali e territoriali;
* cura i rapporti con gli organismi internazionali, coordinamento dei rapporti con gli organismi comunitari;
* prevede i requisiti per la determinazione dei profili professionali degli operatori sociali e per la relativa formazione;
* effettua il controllo e la vigilanza amministrativa e tecnico-finanziaria sugli enti di previdenza e assistenza obbligatoria e sulle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e sui patronati.
 
Il 5 dicembre [[1934]] avvenne l'[[incidente di Ual Ual]] tra [[Somalia Italiana]] ed Etiopia, che fornì il pretesto al regime [[Fascismo|fascista]] per [[Guerra d'Etiopia|aggredire l'Abissinia]], partendo il 3 ottobre [[1935]] dalle basi dell'Eritrea. L'Abissinia venne conquistata il 5 maggio 1936 e il 9 maggio tutte le colonie italiane del Corno d'Africa furono unificate da [[Benito Mussolini|Mussolini]] nella cosiddetta [[Africa Orientale Italiana]] (AOI).
In materia di politiche del lavoro e dell'occupazione e tutela dei lavoratori:
[[File:Coat of arms of Eritrea governorate.svg|miniatura|upright=0.5|Stemma del Governo dell'Eritrea nell'AOI]]
L'[[Eritrea italiana]] entrò a far parte dell'AOI sotto un [[Governatori dell'Eritrea|Governatore]] con sede ad Asmara ed un territorio ampliato anche come compenso per l'aiuto nella conquista dell'Etiopia, dato al [[Regno d'Italia]] da parte di oltre 60.000 [[Àscari]] eritrei.
 
Nella primavera del [[1941]], ancor prima della resa agli inglesi di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia]], l'Eritrea venne occupata da un esercito britannico a seguito della [[battaglia di Cheren]]. Con la perdita di [[Gondar]] (27 novembre 1941), ultimo ridotto italiano in Africa orientale, si dissolsero le ultime speranze di riconquista della colonia.
* stabilisce l'indirizzo, la programmazione, lo sviluppo, il coordinamento e la valutazione delle politiche del lavoro e dell'occupazione;
* dispone la gestione degli incentivi alle persone a sostegno dell'occupabilità e della nuova occupazione;
* determina le politiche della formazione professionale come strumento delle politiche attive del lavoro, nonché l'indirizzo, la promozione e il coordinamento in materia di collocamento e politiche attive del lavoro;
* effettua la vigilanza dei flussi di entrata dei lavoratori esteri non comunitari; cura il raccordo con organismi internazionali, la conciliazione delle controversie di lavoro individuali e plurime e la risoluzione delle controversie collettive di rilevanza pluriregionale;
* effettua la conduzione del sistema informativo del lavoro (SIL);
* sorveglia le condizioni di sicurezza nei posti di lavoro e i profili di sicurezza dell'impiego sul lavoro di macchine, impianti e prodotti industriali, con esclusione di quelli destinati ad attività sanitarie e ospedaliere e dei mezzi di circolazione stradale;
* dispone le [[ispettore del lavoro|ispezioni sul lavoro]] e il controllo sulla disciplina del rapporto di lavoro subordinato, autonomo o parasubordinato, a prescindere dal contratto di lavoro tipico od atipico di volta in volta utilizzato; cura l'assistenza e l'accertamento delle condizioni di lavoro degli italiani all'estero.
 
Dopo il [[1941]], per i quasi 100.000 Italiani della comunità italiana dell'Eritrea iniziò un periodo difficile che portò alla loro quasi totale scomparsa in pochi decenni<ref>{{cita web |autore = Eros Chiasserini |url = http://www.maitacli.it/fascicolo/ERITREA%20-%20GLI%20ANNI%20DIFFICILI.pdf |titolo = Eritrea 1941-1951 – Gli anni difficili |formato = PDF |accesso = 2 marzo 2009 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090419182334/http://www.maitacli.it/fascicolo/ERITREA%20-%20GLI%20ANNI%20DIFFICILI.pdf |dataarchivio = 19 aprile 2009 }}</ref>.
In materia di [[Fondi pensione]] bisogna ricordare l'attività dell'autorità amministrativa indipendente di settore, la '''[[COVIP|Commissione di Vigilanza sui fondi Pensione - COVIP]]''', istituita ai sensi del D. Lgs. 21 aprile 1993 n. 124, e completamente autonoma dal Ministero, che ha il compito di garantire ed assicurare la trasparenza e la correttezza nella gestione e nell'amministrazione dei fondi pensione.
 
L'Eritrea rimase sotto occupazione militare alleata fino al [[1949]] e divenne un protettorato britannico fino al [[1952]], quando le [[Nazioni Unite]] la dichiararono federata con l'Impero etiope.
In materia di sciopero è presente la '''[[Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali]]''', che è un'autorità amministrativa indipendente, istituita dall'art. 12 della L. 12 giugno 1990, n. 146, quale garante dei servizi pubblici nei periodi in cui sono proclamati gli scioperi.
 
=== L'unione all'Etiopia ===
== Organizzazione ==
[[File:Ministero Lavoro via Fornovo.jpg|thumb|Sede di Roma, Via Fornovo, 8]]
Il dicastero è organizzato su uffici di staff dipendenti direttamente dal vertice politico e uffici propri del ministero. A seguito del Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2011, n. 144, recante "''Regolamento recante la riorganizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali"'', in vigore dal 9-9-2011, l'organizzazione è stata riformata.
 
Con la sottoscrizione del [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|Trattato di Parigi]], nel [[1947]], l'Italia dovette rinunciare alle colonie africane. Si pose perciò il tema del futuro dell'Eritrea, rispetto al quale si manifestarono posizioni diverse sia fra gli eritrei sia fra le grandi potenze del tempo:
Questi gli uffici di staff:
* la [[Gran Bretagna]] ipotizzava lo smembramento del paese in favore di [[Etiopia]] e [[Sudan]];
* il Ministro;
* l'[[Etiopia]] ambiva ad annettersi la ricca ex-colonia italiana, trovando un certo riscontro in alcuni ambienti della popolazione tigrina di religione cristiana;
* il Sottosegretari di Stato;
* la popolazione di religione musulmana, sostenuta anche da diversi cristiani e dagli italo-eritrei, era decisamente orientata verso l'indipendenza (eventualmente dopo una fase transitoria di Amministrazione fiduciaria affidata all'[[Italia]] o alla [[Gran Bretagna]]).
* gli Uffici di diretta Collaborazione;
* il Segretariato Generale;
* Biblioteca;
* Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale.
 
Il 6 maggio [[1949]] il Ministro degli Esteri italiano [[Carlo Sforza]] si accordò con il collega britannico [[Ernest Bevin]] per il passaggio dell'Eritrea in amministrazione fiduciaria all'Italia, per poi costituirsi in Stato autonomo, tranne lo sbocco al mare di [[Assab]] da concedere all'[[Etiopia]]<ref>Carlo Sforza, ''Cinque anni a Palazzo Chigi'', Roma, Atlante, 1952, pagg. 159 e succ.ve</ref>. Tale compromesso non ebbe, per un solo voto, la maggioranza all'assemblea dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Il 1º ottobre successivo, al comitato politico dell'ONU di [[Lake Success]], Sforza si espresse in senso favorevole all'indipendenza immediata per l'ex-colonia, ritenendo in tal modo di adottare una linea distensiva nei rapporti tra l'Italia e il mondo islamico<ref>Carlo Sforza, ''cit.'', pagg. 171 e succ.ve</ref>.
Sono strutture proprie del Ministero, le 10 Direzioni Generali in cui è diviso:
# D.G. per le Politiche del Personale, l'Innovazione, il Bilancio e la Logistica;
# D.G. per l'Attività Ispettiva;
# D.G. per la Comunicazione e l'Informazione in Materia di Lavoro e Politiche Sociali;
# D.G. per le Politiche Attive e Passive del Lavoro;
# D.G. delle Relazioni Industriali e dei Rapporti di Lavoro;
# D.G. per le Politiche dei Servizi per il Lavoro;
# D.G. per le Politiche Previdenziali e Assicurative;
# D.G. per l'Inclusione e le Politiche Sociali;
# D.G. per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali;
# D.G. dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione.
 
Il governo di [[Hailé Selassié]], secondo alcuni con una qualche complicità dei britannici, non esitò a ricorrere al terrorismo degli [[Sciftà]] per colpire le fazioni indipendentiste<ref>v. pag 172 Stefano Poscia, ''Eritrea: colonia tradita'' Edizioni associate, 1989</ref>.
== Uffici Periferici ==
Il dicastero a livello territoriale era organizzato nei seguenti uffici:
* le '''[[Direzione regionale del lavoro|Direzioni Interregionali del Lavoro - DIL]]''', con sede nei capoluoghi regionali, in numero di 4, ossia Milano, Venezia, Roma e Napoli, con compiti di coordinamento sulle Direzioni Territoriali del Lavoro. Non sono presenti in [[Sicilia]] ed in [[Trentino-Alto Adige]];
* le '''[[Direzione Territoriale del Lavoro|Direzioni Territoriali del Lavoro - DTL]]''', con sede pressoché in ogni Provincia, in numero di 74. Da esse dipendevano gli [[Ispettore del lavoro|Ispettori del Lavoro]]. Non sono presenti in [[Sicilia]] ed in [[Trentino-Alto Adige]], in quanto funzioni proprie delle regioni, da cui gli uffici dipendono. Da notare che in Sicilia prendono il nome di Ispettorati Regionali della Regione Siciliana.
 
Le [[Nazioni Unite]], cui fu rimessa la questione, stabilirono infine che l'Eritrea sarebbe stata federata all'[[Impero d'Etiopia]], mantenendo comunque una propria autonomia. Nel [[1952]] l'unionista [[Tedlà Bairù]] divenne il primo capo di governo dell'Eritrea federata all'Etiopia. In breve tempo il governo di [[Addis Abeba]] cambiò l'assetto dello stato, smantellando il sistema federale, fino a trasformare l'Eritrea (il 20 maggio [[1960]]) in una semplice provincia amministrativa dell'impero etiopico e, nel [[1962]], ad annetterla definitivamente.
Permangono in capo al Ministero del lavoro i presenti uffici:
* gli '''[[Ufficio di collocamento della gente di mare|Uffici di Collocamento della Gente di Mare - UCGM]]''', in numero di 29, incardinati presso le [[Capitaneria di Porto|Capitanerie di Porto - Uffici della Guardia Costiera]] del [[Ministero delle infrastrutture e dei trasporti]] suddivisi in 14 Direzioni Marittime, presso cui operano gli Uffici di collocamento, dipendono funzionalmente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ex DPR 18 aprile 2006, n. 231.
 
Nel frattempo, ad opera di [[Uoldeàb Uoldemariàm]] e [[Ibrahim Sultan Ali]], si sviluppò un radicato movimento indipendentista.
== Comando carabinieri per la tutela del lavoro ==
{{Vedi anche|Comando carabinieri per la tutela del lavoro}}
Dal Ministero del Lavoro dipendono funzionalmente anche il Comando carabinieri per la tutela del lavoro, con una presenza capillare in tutte le Direzioni regionali e terriroriali del lavoro, ed esattamente 101 ''Nuclei ispettorato del lavoro'' presso le [[Direzione provinciale del lavoro|Direzioni territoriali del lavoro]] - ''Servizio Ispezione del Lavoro'', in ogni capoluogo di provincia.
 
{{vedi anche|Guerra di indipendenza eritrea}}
In [[Sicilia]], non essendo presenti le DTL o la DRL, è presente un ''Nucleo di Coordinamento Regionale della Regione Siciliana'', che sovrintende all'attività dei 9 Nuclei presenti nell'isola, mentre non vi è alcun alcuna sezione in [[Trentino-Alto Adige]]. Tale assetto lo si deve alle forme di ampia autonomia di cui godono le predette [[Regioni a statuto speciale]].
 
Nel [[1960]], in esilio al [[Il Cairo|Cairo]] fu fondato il FLE ([[Fronte di Liberazione Eritreo]]), al fine di combattere l'annessione all'Etiopia e ottenere l'indipendenza nazionale. La guerriglia, iniziata nel [[1961]] sotto la guida di [[Hamid Idris Awate]], fu sottoposta a massicce offensive da parte dell'esercito del Negus, sostenuto economicamente dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Nel [[1970]] si formarono le forze popolari di liberazione eritrea, il futuro [[Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo]] (FLPE), nato formalmente nel [[1973]]. Il 31 gennaio 1975 iniziò la guerra di liberazione dal dominio etiopico con l'attacco alla città di [[Asmara]] da parte del FLPE. Negli [[anni 1970|anni settanta]] si arrivò alla guerra civile fra FLE e FLPE, divisi da ragioni etniche e politiche. Il FLE, infatti, fin dalla sua nascita, concentrò la sua base di appoggio e legittimazione popolare nelle regioni pianeggianti dell'Eritrea, abitate in prevalenza da una popolazione di fede musulmana. Il FLPE, composto inizialmente in misura prevalente da elementi di lingua tigrina situati negli altopiani, si fece portatore di un'ideologia di liberazione nazionale di tipo marxista. Il conflitto vide prevalere il FLPE, con l'altra fazione relegata ad un ruolo sempre più marginale.
== Ufficio della consigliera nazionale di parità ==
Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è ubicato l'Ufficio della consigliera nazionale di parità, regolato dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al d.lgs. 11 aprile 2006, n. 198. L'Ufficio è funzionalmente autonomo nonché dotato del personale e delle strutture necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti.
 
La causa del FLPE poté contare in un primo momento sull'appoggio diplomatico cubano e sovietico.
La Consigliera viene nominata d'intesa tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali con il [[Dipartimento per le pari opportunità|Ministro per le pari opportunità]].
Il rovescio di alleanze che nel [[1978]] sancì il passaggio del regime socialista etiope nella sfera sovietica minacciò per alcuni anni il progetto di liberazione nazionale del FLPE.
Grazie agli ingenti quantitativi di armamenti ricevuti dall'U.R.S.S. per far fronte alla minaccia somala, l'[[Etiopia]] sferrò tra il 1978 e il [[1980]] un deciso attacco alle postazioni del FLPE, riconquistando gran parte della regione ad eccezione di alcune enclavi nella regione del [[Sahel]].
La controffensiva eritrea ripartì intorno al [[1984]], permettendo una graduale riconquista delle posizioni perdute: decisiva a tal fine fu la collaborazione tra l'FLPE e il TPLF (Fronte di Liberazione Popolare Tigrino, in [[Lingua inglese|inglese]] ''Tigray People's Liberation Front''), che permise al primo di conquistare Asmara nel [[1991]], ed al secondo di entrare vittoriosamente ad [[Addis Abeba]] nello stesso anno.
 
=== Enti vigilatiL'indipendenza ===
La lotta per l'indipendenza ebbe fine nel [[1991]], quando il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo scacciò l'esercito etiope fuori dei confini eritrei, e supportò il TPLF (Tigray People's Liberatio Front), movimento etiope di resistenza, per rovesciare la dittatura del Derg, che cadde nello stesso anno. Due anni dopo, in Eritrea, venne indetto un referendum, con la supervisione della missione delle Nazioni Unite denominata UNOVER. Al voto, a suffragio universale, parteciparono sia le popolazioni residenti in Eritrea che quelle rifugiate in altre nazioni africane dopo la diaspora, ed in esso si decise che l'Eritrea dovesse essere un paese indipendente.
{{Vedi anche|Previdenza sociale}}
 
Oltre il 97% degli Eritrei votò per l'indipendenza, che venne dichiarata ufficialmente il 24 maggio [[1993]]. Il leader dell'FLPE, [[Isaias Afewerki]], divenne il Primo Presidente provvisorio dell'Eritrea ed il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo, ribattezzato Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia (PFDJ), diede vita al primo governo.
L'[[ISTAT]] ogni anno compila l'elenco delle [[pubblica amministrazione|pubbliche amministrazioni]].<ref>{{Cita|ElencoISTAT|v. ISTAT 2012 Enti nazionali di previdenza e assistenza}}</ref> Tale elenco individua le pubbliche amministrazioni ai sensi dell'art. 5 c. 7 del D.L. 12/2012 che sostituisce il c. 2 dell'art. 1 della L. 196/2009.<ref>{{Cita|d.l. 16/2012|art. 5 c. 7 - Ai fini della applicazione delle disposizioni in materia di
finanza pubblica, per amministrazioni pubbliche si intendono, ... a decorrere dall'anno 2012 gli enti e i soggetti indicati a fini statistici dal predetto Istituto nell'elenco oggetto del comunicato del medesimo Istituto in data 30 settembre 2011, pubblicato in pari data nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana n. 228,}}</ref>
 
Nel [[1998]] l'Etiopia governata dal TPLF invade la città di [[Badammé]], invasione che ha portato alla morte di circa {{formatnum:19000}} soldati eritrei, ad un pesante esodo di civili, oltre che ad un disastroso contraccolpo economico. Il conflitto Eritreo-Etiope ha avuto fine nel [[2000]], con un negoziato noto come [[Accordo di Algeri]], con i quali si è affidato ad una commissione indipendente delle Nazioni Unite il compito di definire i confini tra le due nazioni. L'EEBC (''Eritrea-Ethiopia Boundary Commission'') ha terminato la sua indagine ed il suo arbitrato nel [[2002]], stabilendo che la città di Badme debba appartenere all'Eritrea. Tuttavia il governo etiope si è rifiutato di rispettare il verdetto della Commissione Confini e quindi di ritirare il suo esercito sia dalla città di Badammè che da altre aree del territorio sovrano eritreo.
In applicazione del [[Sistema europeo dei conti nazionali e regionali]] (Sec95) per l'ISTAT, indipendentemente dal regime giuridico (pubblico o privato) che la regola, una Unità istituzionale è classificata nel settore delle Amministrazioni Pubbliche (Settore S13) se:
 
== Geografia ==
* '''è di proprietà o amministrata o controllata da amministrazioni pubbliche''';
{{Vedi anche|Geografia dell'Eritrea}}
* '''non deve vendere sul mercato''' o, in caso contrario, deve vendere a prezzi non economicamente rilevanti (cioè i ricavi non devono eccedere il 50% dei costi di produzione dei servizi). Nel caso in cui i ricavi fossero superiori al 50% dei costi di produzione si sarebbe in presenza di enti “market” (di mercato) e non di amministrazioni pubbliche.
[[File:Eritrea sat.png|sinistra|miniatura|Eritrea dal satellite]]
L'Eritrea è situata nel [[Corno d'Africa]] e si affaccia sul [[Mar Rosso]].
 
=== Morfologia ===
Anche le casse di previdenza dei liberi professionisti ai sensi del d.lgs. 509/1994 e 103/1996, ancorché con personalità giuridica privata quali sono le associazioni o le fondazioni, sono quindi pubbliche amministrazioni.
[[File:Kohaito, il canyon 15.JPG|miniatura|Il canyon di Kohaito]]
L'Eritrea si può suddividere in due grandi regioni.
 
La prima è quella più settentrionale che comprende l'[[Oculé-Cusai]] e l'[[Amasien]]. Vi si trovano l'altopiano a nord di [[Cheren]], i [[Bilen|Bogos]] e i [[Beni-Amer]], i fiumi [[Barca (fiume)|Barca]] e [[Anseba]]. Questa regione è delimitata a sud dai fiumi [[Mareb]] e [[Tacazzè|Tecassé]], che cambieranno il loro nome rispettivamente in [[Mareb|Gasc]] e [[Tacazzè|Setit]] prima di confluire nel fiume [[Atbara]], affluente del [[Nilo]]. Questa regione ha clima mite, folta vegetazione e terreno facilmente coltivabile.
=== Enti di diritto pubblico ovvero enti pubblici ===
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali pone sotto la propria vigilanza le seguenti agenzie, istituite nel 2015:
* l''''[[Ispettorato nazionale del lavoro]]''': istituito dal D. Lgs. n. 149/2015, con compiti di vigilanza sul lavoro;
* l''''Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro - ANPAL''', istituita ai sensi del D. Lgs. n. 150/2015, che si occupa del coordinamento a livello nazionale, insieme alle regioni delle politiche attive in materie di lavoro, ossia collocamento dei lavoratori, assegni di disoccupazione, ora NASPI, ricollocamento, ecc.
 
La seconda zona è quella meridionale, con altopiani molto più aridi che scendono verso il [[Mar Rosso]], clima torrido vicino al mare e una fortissima umidità.
Inoltre, il dicastero del lavoro vigila gli enti previdenziali, nei cui organi di governo nomina componenti, revisori o eventualmente commissari. Essi sono:
* l'[[INPS]], l'istituto di previdenza dei lavoratori pubblici o privati subordinati, parasubordinati od autonomi che non abbiano una propria cassa tra quelle sotto elencate;
* l'[[INAIL]], l'ente assicurativo per gli infortuni sui luoghi di lavoro, compreso il mare.
Sino al 2011, vi erano inoltre l'[[INPDAP]], l'istituto di previdenza dei lavoratori del settore pubblico e l'[[ENPALS]], l'ente di previdenza per i soli lavoratori dello spettacolo, entrambi soppressi ed accorpati all'INPS ex art. 21 d.l. 201/2011, convertito nella l. 214/2011.
 
Il territorio dell'Eritrea può anche essere suddiviso in quattro diverse regioni dalle caratteristiche fisiche profondamente diverse: la pianura costiera, l'altopiano occidentale, la zona collinare del nord ovest e la zona delle pianure.
=== Pubbliche amministrazioni con personalità giuridica di diritto privato ===
Il Ministero vigila sugli enti e sulle fondazioni previdenziali di professionisti o lavoratori autonomi, riordinate ai sensi della legge delega 24 dicembre 1993 n. 537 e del D. Lgs. 30 giugno 1994 n. 509 di attuazione, relativi alla privatizzazione della loro organizzazione, mediante trasformazione in associazione o fondazione quindi con [[persona giuridica]] di diritto privato, ma comunque [[pubblica amministrazione]] e su quelli di nuova istituzione ai sensi del D.Lgs.10 febbraio 1996, n. 103.
 
La zona costiera si estende per oltre mille chilometri e qui, anche a causa delle alte temperature, il territorio si presenta arido e asciutto. Fuori della linea costiera sabbiosa ed arida è presente l'[[Arcipelago delle Dahlac]] e le relative zone di pesca.
Essi sono:
'''Le casse trasformate con il d.lgs. 509/1994, indicate nell'Elenco A<ref>{{Cita|D.Lgs.509/1994}}</ref> dello stesso decreto legislativo (v. all. A):'''
* la '''[[Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense]]''', l'ente di previdenza autonomo degli [[avvocato|avvocati]];
* la '''[[Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti]]''', l'ente di previdenza autonomo dei [[commercialista|commercialisti]];
* la '''[[Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti|Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri]]''', l'ente di previdenza autonomo dei [[geometra|geometri]];
* l''''[[Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti|Inarcassa]]''' - [[Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti]];
* la '''[[Cassa nazionale del notariato]]''', l'ente di previdenza autonomo dei [[notaio|notai]];
* la '''[[Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali]]''', l'ente di previdenza autonomo dei [[ragioniere|ragionieri]] e [[perito commerciale|periti commerciali]];
* l''''[[Enasarco|ENASARCO]]''' - Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio;
* l''''ENPACL''' - Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i [[consulente del lavoro|consulenti del lavoro]];
* l''''ENPAM''' - Ente nazionale di previdenza ed assistenza [[medico|medici]] ed [[dentista|odontoiatri]], costituita in forma di fondazione con compiti di previdenza;
* l''''ENPAF''' - [[Ente nazionale di previdenza e di assistenza farmacisti]];
* l''''ENPAV''' - [[Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari]], ente associativo con personalità di diritto privato;
* l''''ENPAIA''' - Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura;
* il '''FASC''' - Fondo nazionale di previdenza per i lavoratori delle imprese di spedizione, corrieri e delle agenzie marittime raccomandatarie e mediatori marittimi, con forma di fondazione privata con compiti previdenziali per tutti gli agenti spedizionieri ed i corrieri, nonché per i lavoratori nell'ambito della mediazione marittima;
* l''''[[INPGI]]''', l'[[Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani]];
* l''''ONAOSI''' - Opera nazionale assistenza orfani sanitari italiani, la fondazione privata di sostegno, formazione ed educazione di orfani figli di medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti.
 
L'altopiano, la parte più popolata del paese a causa della ricca vegetazione e il clima, si innalza ad ovest della pianura costiera con un'altitudine compresa tra i 1.880 e 2.400 metri sul livello del mare.
'''Le casse nate con il D.Lgs. 103/1996<ref>{{Cita|d.lgs.103/1996}}</ref> indicate nel Primo Rapporto ADEPP''':<ref>{{Cita|PrimoRapportoAdEPP2011}}</ref>
* l''''ENPAB''', l'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei [[biologo|biologi]];
* l''''ENPAPI''', l'Ente di previdenza e assistenza in favore degli [[infermiere|infermieri professionali]], [[assistente sanitario|assistenti sanitari]] e vigilatrici d'infanzia;
* l''''ENPAP''', l'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli [[psicologo|psicologi]];
* Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura (ENPAIA - gestione separata periti agrari e gestione separata per gli agrotecnici);
* l''''EPPI''', l'Ente di previdenza dei [[perito industriale|periti industriali]];
* Istituto nazionale di previdenza ed assistenza dei giornalisti italiani "Giovanni Amendola" (INPGI - gestione separata)
* l''''EPAP''', l'Ente di previdenza ed assistenza pluricategoriale per [[agronomo|dottori agronomi]], dottori forestali, [[attuario|attuari]], [[chimico|chimici]] e [[geologo|geologi]];
[[File:Sede ISFOL a Roma.jpg|thumb|Sede ISFOL a Roma, Corso d'Italia, 33]]
Il Ministero del lavoro vigila anche su ulteriori organismi. Essi sono:
* [[Italia Lavoro]] S.p.a., società di capitale interamente pubblico per la promozione e per la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale;
* '''ISFOL''', l'''Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori'', quale ente pubblico di ricerca. L'istituto svolge e promuove attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione, valutazione, informazione, consulenza e assistenza tecnica per lo sviluppo della formazione professionale, delle politiche sociali e del lavoro; con l'art. 7 del Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010 (convertito nella legge n. 122 del 30 luglio 2010), all'ISFOL viene accorpato l''''Istituto per gli Affari Sociali - IAS''', già denominato ''Istituto Italiano di Medicina Sociale - IIMS'', ente di diritto pubblico di ricerca e formazione che svolgeva attività di ricerca, di consulenza strategica, di assistenza tecnica e di formazione in materia di politiche sociali, compreso l'ambito delle professioni e del lavoro nel campo sociale. Lo svolgimento delle attività di ricerca a supporto dell'elaborazione delle politiche sociali dello IAS confluisce nell'ambito dell'organizzazione dell'ISFOL in una delle macroaree già esistenti.
 
Le pianure sono delimitate ad ovest dal [[Barca (fiume)|fiume Barca]] e a nord dal fiume [[Setit]], cioè la parte terminale del fiume [[Tacazzè]]
== Commissioni ed Organi Consultivi ==
Presso il Ministero avevano la sede alcuni organi consultivi, comitati e gruppi di lavoro:
* Consulta Nazionale sull'alcol e sui problemi alcol-correlati;
* Consulta per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie;
* Consulta degli esperti e degli operatori sociali sulle tossicodipendenze;
* Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'Infanzia e l'adolescenza;
* Commissione di indagine sull'esclusione sociale;
* ChildONEurope;
* L'Europe de l'Enfance;
* Osservatorio Nazionale dell'Associazionismo;
* Osservatorio Nazionale per il Volontariato;
* Osservatorio Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza;
* Osservatorio per il disagio giovanile legato alle dipendenze.
 
Il punto più alto del paese è rappresentato dal monte [[Soira]], situato a sud di Asmara, che si eleva per 2.989 metri al di sopra del livello del mare.
== Note ==
<references />
 
=== BibliografiaIdrografia ===
I corsi d'acqua del paese sono quasi tutti a carattere stagionale; i maggiori sono il Mareb, il Barca e l'Anseba, oltre alla parte terminale del Tacazzè che scorrono verso il Sudan, e i minori Falkat, Laba e Alighede che invece scorrono verso il Mar Rosso.
* {{Cita legge italiana
 
|tipo=costituzione
=== Clima ===
|cid=costituzione
La zona collinare è caratterizzata da un clima molto mite e da altimetrie anche importanti, che arrivano ai 1.400 metri.
}}
l'Eritrea è divisa in due grandi parti: il bassopiano lungo la costa con clima torrido e umido, e l'altopiano da nord a sud nell'interno con un'altitudine media tra i 1800 m(keren) e i 2700&nbsp;m con clima mite.
* {{Cita legge italiana
 
|tipo=DLGS
== Società ==
|anno=1994
=== Demografia ===
|mese=06
[[File:Eritrea demography.png|miniatura|Popolazione [[1993]]-[[2003]]]]
|giorno=30
Al momento della sua nascita come entità territoriale, quindi come colonia italiana nel [[1890]], l'intera Eritrea contava circa 300.000 abitanti, mentre al termine della dominazione italiana nel [[1941]] ne contava oltre 1.000.000 (triplicando in 51 anni){{Senza fonte}}.
|numero=509
 
|titolo=Attuazione della delega conferita dall'art. 1, comma 32, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, in materia di trasformazione in persone giuridiche private di enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
La popolazione del paese ammonta a 6.527.689 abitanti (stima del luglio 2015)<ref name="CIA"/>.
|cid=D.Lgs.509/1994
 
}}
{|class="wikitable"
* {{Cita legge italiana
!Città||Abitanti||Regione/Distretto
|tipo=DLGS
|-
|anno=1996
|[[Asmara]] || 663.872 || [[Regione Centrale (Eritrea)|Regione Centrale]]
|mese=02
|-
|giorno=10
|[[Cheren]] || 86.483 || [[Regione dell'Anseba]]
|numero=103
|-
|titolo=Attuazione della delega conferita dall'art. 2, comma 25, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione.
|[[Tessenei]] || 65.000 || [[Distretto di Tessenei]]
|cid=D.Lgs.103/1996
|-
}}
|[[Massaua]]|| 53.090 || [[Distretto di Massaua]]
* {{Cita legge italiana
|-
|tipo=decreto legge
|[[Afabet]] || 35.673 || [[Distretto di Afabet]]
|anno=2012
|-
|mese=03
|[[Agordat]] || 30.000 || [[Regione di Gasc-Barca]]
|giorno=16
|-
|numero=16
|[[Decamerè]] || 30.000 || [[Distretto di Decamerè]]
|articolo=5
|-
|titolo=Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento.
|[[Adi Keyh]] || 25.000 || [[Distretto di Adi Keyh]]
|cid=D.L. 16/2012
|-
}}
|[[Assab]]|| 20.222 || [[Distretto di Dancalia Meridionale]]
* {{Cita legge italiana
|-
|tipo=DLGS
|[[Mendefera]] || 17.781 || [[Distretto di Mendefera]]
|anno=1997
|-
|mese=07
|[[Barentù]] || 15.891 || [[Regione di Gasc-Barca]]
|giorno=09
|-
|numero=241
|[[Ghinda]] || 11.700 || [[Distretto di Ghinda]]
|titolo=Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni.
|-
|articolo=17
|}
|cid=D.Lgs. 241/1997 art.17
 
}}
=== Etnie ===
* {{Cita web
[[File:Dekemhare3.jpg|miniatura|Mercato a Dekemhare]]
|url = http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%206/2008/200805671/Provvedimenti/201206014_11.XML
Nove sono i gruppi etnici riconosciuti nel Paese, i più numerosi sono i [[tigrini]], che rappresentano circa il 55% della popolazione, e i [[Tigrè (popolo)|tigrè]], che sono circa il 30%.
|titolo = Sentenza Consiglio di Stato 28/11/2012
 
|accesso = 20 marzo 2013
Il resto della popolazione è di etnia [[saho]] (4%), [[kunama]] (2%), [[bilen]] (2%), [[rashaida]] (2%) ed altre etnie ([[nara (popolo)|nara]], [[Afar (popolo)|afar]], [[hidareb]]) (5%)<ref name="CIA" />.
|cid = SentenzaConsiglioStato28/11/2012
 
|urlmorto = sì
La più antica e numerosa comunità di origine straniera è quella degli [[italo-eritrei]].
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130327060829/http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%206/2008/200805671/Provvedimenti/201206014_11.XML
 
|dataarchivio = 27 marzo 2013
=== Lingue ===
}}
Nel Paese si parlano nove lingue differenti di cui le più diffuse sono il [[lingua tigrina|tigrino]] e l'[[lingua araba|arabo]], ma senza avere un riconoscimento ufficiale; la costituzione dell'Eritrea garantisce infatti l'uguaglianza per ogni lingua parlata nel paese<ref>http://www.eritreaeritrea.com/costituzione.html</ref>. L'[[Lingua italiana|italiano]], lingua un tempo prevalente, è diffuso (soprattutto nella capitale [[Asmara]] e fra la popolazione più anziana in tutto il Paese), in campo commerciale e amministrativo, ha influenzato profondamente la lingua locale (il [[Lingua tigrina|tigrigna]] comunemente parlato è ricco di termini mutuati dall'italiano) e viene insegnato nell'[[Istituto italiano comprensivo di Asmara]]. L'[[lingua inglese|inglese]] è diffuso in ambito amministrativo e nell'istruzione superiore. Le altre lingue, per ordine decrescente di diffusione, sono [[Lingua tigrè|tigrè]], [[lingua afar|afar]], saho, [[Lingua begia|beja]], bilen, nara e [[Lingua cunama|cunama]].
 
=== Religioni ===
[[File:Enda Mariam Orthodox Cathedral (8351473067).jpg|miniatura|La cattedrale copta di [[Asmara]].]]
{{vedi anche|Religioni in Eritrea}}
 
In Eritrea non c'è libertà di culto<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Report Eritrea 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>. Le religioni ufficialmente autorizzate sono solo quattro ([[Chiesa ortodossa tewahedo eritrea|Chiesa ortodossa eritrea]], [[islam]], [[Chiesa cattolica]] e [[Luteranesimo|Chiesa evangelica luterana]])<ref name="AI">{{cita web|url=http://www.amnesty.org/en/region/eritrea/report-2012#section-8-5|titolo=Amnesty International Annual Report 2012 - Eritrea|lingua=en|accesso= 25 marzo 2013}}</ref>.
* {{Cita web
{| class="wikitable floatright"
|url=http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e-GOVERNME1/SIOPE/Documentaz/Allegati-R/
|+ Religioni in Eritrea
|titolo=Elenco pubbliche amministrazioni
|-
|accesso=6 aprile 2013
!Censimento italiano 1931<ref name=1931census>{{Cita web |url=https://ebiblio.istat.it/digibib/censpop1931/IST0005835Volume_V_Colonie_e_possedimenti+OCRottimizz.pdf |titolo=Censimento italiano 1931, pagina *38 |accesso=17 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170801171726/https://ebiblio.istat.it/digibib/censpop1931/IST0005835Volume_V_Colonie_e_possedimenti+OCRottimizz.pdf |dataarchivio=1º agosto 2017 |urlmorto=sì }}</ref>!! [[Pew Research Center]] (2010)<ref name="Pew">{{cita web|titolo=Religious Composition by Country, 2010-2050|url=http://www.pewforum.org/2015/04/02/religious-projection-table/2050/percent/all/|editore=Pew Research Center|accesso=26 ottobre 2017}}</ref>
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|
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||
* {{Cita web
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|url=http://docs.google.com/viewer?url=http%3A%2F%2Fwww.inarcassa.it%2Fsite%2FHome%2FCos146e146Inarcassa%2Fdocumento1985.html
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|titolo=Inarcassa Bilancio di previsione 2013
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|titolo = Conto Economico delle Amministrazioni Pubbliche 2011
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* {{Cita web
|url=http://docs.google.com/viewer?url=http://www.irdcec.it/disknode/get/120/DOC_2003_22_Previdenza.pdf?download
|titolo=Sistemi finanziari di gestione dei fondi previdenziali e metodi di calcolo delle prestazioni
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* {{Cita web
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* {{Cita web
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}}
|}
 
Secondo il [[Pew Research Center]] nel [[2010]] il 62,9% della popolazione dell'Eritrea era [[Cristianesimo|cristiano]], mentre l'[[islam]] si fermava al 36,6% della popolazione e con uno 0,4% che praticava [[religioni africane]]. Il rimanente 0,1% praticava l'[[ebraismo]], l'[[induismo]], il [[buddismo]] o un'altra religione.<ref name="Pew"/> Il [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America]] stimò nel [[2011]] che circa il 50% della popolazione dell'Eritrea aderiva al cristianesimo, il 48% era islamico e il 2% praticava altre religioni, soprattutto riti africani e [[Animismo|animisti]].<ref name="webcitation.org">{{cita web|url=https://www.state.gov/r/pa/ei/bgn/2854.htm |titolo=Eritrea |editore=U.S. State Department |deadurl=bot: unknown |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ywEZKW1R?url=http://www.state.gov/r/pa/ei/bgn/2854.htm |dataarchivio=25 maggio 2011 }}</ref>
 
L'islam, di orientamento [[Sunnismo|sunnita]], è prevalente nelle aree settentrionali e in quelle costiere.
 
{{senza fonte|La maggior parte dei cristiani appartiene alla [[Chiesa ortodossa tewahedo eritrea]], divenuta [[Autocefalia|autocefala]] nel [[1993]] (in accordo con [[Shenuda III di Alessandria]], papa della [[Chiesa ortodossa copta]]), separandosi (pur rimanendo in comunione e condividendo la quasi totalità delle pratiche liturgiche) dalla [[Chiesa ortodossa etiopica]]}}.
 
{{senza fonte|La [[Chiesa cattolica]], rafforzatasi negli anni del [[colonialismo italiano]], ha circa 140&nbsp;000 fedeli, in maggioranza di [[rito etiope]] ma con una significativa presenza di fedeli di [[rito romano]]}}.
 
Il [[protestantesimo]] s'è diffuso a partire dal [[XIX secolo]] per opera di missionari [[svedesi]].
 
I membri delle confessioni religiose diverse da quelle autorizzate vengono arrestati e incarcerati<ref name="AI" />.
 
== Cultura ==
L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale con nove gruppi etnici.<br />
Tradizionalmente nel paese vige l'[[onomastica abissina]] per cui il nome di ogni persona è costituito da quello proprio seguito dal nome del padre (o, in alcuni casi, della madre) e non esistono i [[Cognome|cognomi]] come intesi in occidente.
 
=== Arte ===
[[File:Kohaito, grotta di adi alauti con pitture rupestri databili al 2500 ac ca. 15 bastiame, bovini e dromedari.JPG|miniatura|Arte rupestre nel sito di Kohaito]]
 
{{...|stati}}
=== Letteratura ===
{{...|stati}}
[[Marina Colasanti]]
[[Ruth Simon]]
 
==== Poesia ====
{{...|stati}}
[[Hamid Barole Abdu]]
 
=== Musica ===
La musica eritrea si basa su di una base ritmica particolare, diversa dalle altre ritmiche africane; ha infatti la caratteristica fondamentale di essere ''in levare'', peculiarità che pesa all'ascoltatore europeo che voglia battere le mani a tempo. Gli ascoltatori europei sono inoltre abituati ad udire toni e mezzi toni e restano colpiti da alcune cesellature dovute all'utilizzo di toni intermedi ai mezzi toni.
 
La musica abissina ha una vivacità ritmica lampante e insolita che si mescola a tutte le particolarità dalle musica orientale.
 
Si riconoscono in Eritrea due diversi indirizzi musicali: uno specifico proprio degli abissini, caratterizzato dalla durezza e chiarezza dei ritmi, costruiti con il ripetersi delle note; l'altro indirizzo musicale ha più attinenze con gli arabi, con ritmi meno distinti e le tipiche melodie orientali vestite di ricchi abbellimenti con intervalli di larga portata. Generalmente in quella musica le voci maschili e le femminili sono fuse sino a rendersi indistinguibili.
 
Il Corno d'Africa è un luogo in cui culture diverse assai lontane si sono incontrate nei secoli (la stessa parola tigrina "''habesha''", con cui gli eritrei si definiscono, tradotta in italiano sta ad indicare una miscela, un mix), e la musica indiana si mescola a quella araba, mischiandosi con la tradizione [[monodia|monodica]] copta unendosi anche a quella di natura Sufi dei [[dervisci]] di [[Konya]].
Strumento tipico è il Krar a cinque corde fatto di legno e pelle, che è simile sia in aspetto che per l'accordatura ad una [[Lira (strumento musicale)|lira]] greca. Ci sono poi gli Uata, che hanno la forma di [[violino]]. Tra le percussioni vi sono i tamburi Atamo, Kanda, Dabay, Coborò e Negarit.
 
Probabilmente i più famosi musicisti del paese sono Eng. Asghedom W. Micheal, Bereket Mengisteab, Yemane Baria e Ato Abirha Segid, le cui canzoni, in alcuni casi, sono state bandite dal governo etiope negli anni settanta. Degni di menzione sono anche Bereket Mengistab, che ebbe una lunga storia musicale, e le leggende degli anni sessanta Haile Ghebru e Tewolde Redda. Quest'ultimo fu uno dei primi musicisti africani, almeno di questa parte del continente, ad utilizzare la chitarra elettrica, oltre ad essere il compositore e il primo interprete della famosa canzone indipendentista ''Shigey Habuni''.
 
Il musicista che ha più di tutti influito sulla musica eritrea è [[Abraham Afewerki]], deceduto nel [[2006]]; la sua produzione musicale è un equilibrato connubio tra le espressioni tradizionali e gli influssi della musica europea. I testi delle sue canzoni parlano di religione, e della lunga guerra di liberazione, con incursioni nel tema classico dell'amore.
 
=== Informazione e media ===
L'Eritrea risulta essere al 179º posto per la libertà di stampa al mondo (su 180 Stati)<ref>{{Cita web|url=https://rsf.org/en/ranking|titolo=2018 World Press Freedom Index}}</ref>. Nel 2001 sono stati chiusi tutti i giornali indipendenti, arrestati gli editori e molti giornalisti che vi lavoravano. Di questi, nessuno è stato processato<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=World Report 2018|cognome=Human Rights Watch}}</ref>.
 
In Eritrea dal 15 luglio [[1892]] il governo pubblicava in [[lingua italiana|italiano]] il “Bollettino ufficiale della Colonia Eritrea”. Inoltre c'erano tre settimanali, che venivano pubblicati da editori indipendenti: il “Corriere Eritreo” di Massaua che aveva iniziato le sue pubblicazioni sin dal [[1891]]<ref>[[Biblioteca comunale dell'Archiginnasio]], ''Inventario 1855-1902, con docc. fino al 1936 bb. 26'', Bologna, pp. 82-112-113-130-184 disponibile on line [http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf] Dal [[1938]] sarà diretto da [[Vanni Teodorani]].</ref>, “L’Eritreo” e “L’Africa Italiana”.
Il 2 luglio del [[1928]] esce il primo numero de “Il Quotidiano Eritreo” pubblicato ad Asmara<ref>Enrico Mania, ''Storia del Giornalismo nel Corno d’Africa'', Mai Tacli, 2009 online su [http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica Mai Tacli]</ref>, una testata che qualche tempo dopo, sotto la direzione di [[Mario Appelius]], prenderà il nome di “[[La Nuova Eritrea]]”.
Dal 1 aprile 1941 esce “L’Informazione” ed in seguito il giornale bilingue “Eritrean Daily News” che uscirà fino al febbraio 1975.
 
Il 16 novembre [[1947]] ad Asmara esce il settimanale ''Ityopyā'', bilingue, con articoli in [[Lingua amarica|amarico]] ed in [[lingua araba|arabo]], che uscirà fino al 1991<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://www.loc.gov/item/sn2002058109/]</ref>.
Dal 23 luglio [[1954]] ad Asmara esce il settimanale ''Andenat'', bilingue, con articoli in amarico e in arabo<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://catalog.loc.gov/vwebv/search?searchCode=LCCN&searchArg=sn2002058094&searchType=1&permalink=y]</ref>.
Dal [[1991]], sempre ad Asmara, viene pubblicato ''Ḥādās ʼÉretrā'', un giornale in [[Lingua tigrina|tigrino]] con cadenza di 3 numeri a settimana<ref>scheda on line su [[Library of Congress]][https://www.loc.gov/item/sn2005058110/]</ref>.
 
=== Documentazioni storiche ===
Nel 1951 il governo [[italia]]no acquisì l’[[Archivio Eritrea]], costituito da circa 5.000 fascicoli, con autografi di grande valore. L'archivio che appartenne all'[[Ministero delle colonie|Ex Ministero Africa Italiana]] è attualmente conservato presso l'[[Archivio Storico Diplomatico]] nel [[Palazzo della Farnesina]]<ref>on line [https://www.esteri.it/mae/ministero/servizi/archiviostorico/eritrea.pdf Inventario Archivio Eritrea (I880-1945)]</ref>
 
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina eritrea}}
La cucina eritrea assomiglia molto a quella della vicina Etiopia e della Somalia, ad eccezione del fatto che la cucina eritrea e somala tendono a caratterizzarsi più sull'impiego del pesce in funzione della ubicazione costiera dei due paesi.
 
Un tipico piatto eritreo caratteristico tradizionale consiste nell'[[Enjera|injera]] (caratteristico pane di [[Eragrostis tef|farina di teff]]) accompagnato da uno spezzatino speziato, il [[wat (cucina)|wat]], uno stufato a base di [[Bos taurus|manzo]], [[Gallus gallus domesticus|pollo]], [[Ovis aries|montone]], [[verdure]] o pesce.
Fra gli stufati si ricorda lo ''[[zighiní]]'', con carne di manzo, dorho [[wat (cucina)|tsebhi]] con carne di pollo, [[alicha]], senza berberé, e [[Shiro (cucina eritrea)|shiro]], un purea di legumi vari.
Il [[berberé]], una miscela di spezie che si compone di una varietà di erbe comuni ed insolite, accompagna quasi tutti i piatti.
 
La cucina eritrea dispone anche di classici piatti della [[cucina italiana]], con alcune variazioni originali<ref>{{Cita web|url=http://manbitesworld.com/articles/74/day-64-eritrea|titolo=Man Bites World, Day 64: Eritrea|accesso=19 aprile 2018|data=aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090402214406/http://manbitesworld.com/articles/74/day-64-eritrea|dataarchivio=2 aprile 2009|urlmorto=sì}}</ref> come la [[pasta]], che è servita speziata con berberé.<ref>{{Cita web|url=http://www.muooz.com.au/?page=98|titolo=Mu'ooz Eritrean Restaurant menu|accesso=19 aprile 2018|data=aprile 2018}}</ref>
 
== Ordinamento dello stato ==
=== Suddivisioni storiche ed amministrative ===
{{vedi anche|Regioni dell'Eritrea|distretti dell'Eritrea}}
L'Eritrea è suddivisa in 6 regioni o ''zoba'', a loro volta suddivise in 55 distretti (''sub-zoba'').
 
[[File:Eritrea regions numbered.png|sinistra|miniatura|Regioni dell'Eritrea]]
{| class="wikitable"
! &nbsp; || '''Regione''' || '''[[codice di avviamento postale|CAP]]''' || '''Popolazione<ref>{{cita web|url=http://www.world-gazetteer.com/wg.php?x=&men=gadm&lng=en&des=wg&geo=-71&srt=npan&col=adhoq&msz=1500|titolo=World Gazetteer - Dati stimati del 2012|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120418211952/http://www.world-gazetteer.com/wg.php?x=&men=gadm&lng=en&des=wg&geo=-71&srt=npan&col=adhoq&msz=1500|dataarchivio=18 aprile 2012}}</ref>''' || '''Area''' (km²) || '''Capoluogo'''
|-
| 4 || [[Regione di Anseba|Anseba]] || ER-AN || 784&nbsp;739 || 23.200 || [[Cheren]]
|-
| 1 || [[Regione Centrale (Eritrea)|Centrale]] || ER-MA || 983&nbsp;490 || 1.300 || [[Asmara]]
|-
| 3 || [[Regione di Gasc-Barca|Gasc-Barca]] || ER-GB || 1&nbsp;009 704 || 33.200 || [[Barentù]]
|-
| 6|| [[Regione del Mar Rosso Meridionale|Mar Rosso Meridionale]] || ER-DK || 371&nbsp;289 || 27.800 || [[Assab]]
|-
| 5 || [[Regione del Mar Rosso Settentrionale|Mar Rosso Settentrionale]] || ER-SK || 768&nbsp;929 || 27.600 || [[Massaua]]
|-
| 2 || [[Regione del Sud (Eritrea)|Sud]] || ER-DU || 1&nbsp;375 583 || 8.000 || [[Mendefera]]
|}
 
=== Città principali ===
Le principali [[città]] del paese sono la capitale [[Asmara]] e le città portuali [[Assab]] nel sudest, così come le città di [[Massaua]] ed inoltre [[Cheren]] nel Nord, [[Decamerè]] nel centro e [[Mendefera]] nel sud.
[[File:Eritrea Train Mountain Tunnel.jpg|miniatura|Tunnel della ferrovia di montagna [[ferrovia Massaua-Asmara|Massaua - Asmara]], verso l'altopiano di Asmara.]]
 
=== Istituzioni ===
==== Ordinamento scolastico ====
Ufficialmente in Eritrea vige l'obbligo scolastico dai 7 ai 13 anni, nella pratica le infrastrutture educative non sono in grado di coprire il fabbisogno. Secondo i dati dell'UNESCO solo il 31% delle bambine e il 33% dei bambini nella fascia di età della scuola primaria frequenta l'istruzione primaria<ref name="UIS">{{cita web|url=http://stats.uis.unesco.org/unesco/TableViewer/document.aspx?ReportId=121&IF_Language=eng&BR_Country=2270&BR_Region=40540|titolo=UNESCO Institute for Statistics - Education (all levels) profile - Eritrea|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>, solo il 25% delle femmine e il 32% dei maschi frequenta quella secondaria<ref name="UIS" />.
 
Il rapporto studenti-docenti è molto elevato, 38 a 65 a livello primario<ref name="UIS" />, 54 a 1 nell'istruzione secondaria<ref name="LC">{{cita web|url=http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/profiles.html|titolo=Library of Congress - Country Studies - Eritrea|lingua=en|accesso=22 febbraio 2012}}</ref>. Mediamente le classi di scuola primaria sono composte da 63 alunni, il numero sale a 93 nella scuola secondaria. La frequenza scolastica è spesso inferiore alle 4 ore giornaliere e i tassi di abbandono sono significativamente più elevati per la popolazione scolastica femminile<ref name="LC" />. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta (>15 anni) è pari al 67,8%<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SE.ADT.LITR.ZS/countries/ER-ZF-XM?display=graph|titolo=The World Bank - Indicators: Literacy rate, adult total|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>.
 
==== Sistema sanitario ====
[[File:Asmara, ospedale orotta 01.JPG|miniatura|Un ospedale ad Asmara]]
L'aspettativa di vita della popolazione eritrea è pari a 66 anni (68 per le femmine e 64 per i maschi)<ref>{{cita web|url=http://www.who.int/gho/countries/eri.pdf|titolo=World Health Organization: ''Country Health Profile - Eritrea''|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>.
 
L'Eritrea ha raggiunto significativi progressi nell'assistenza sanitaria ed è uno dei pochi paesi ad aver centrato alcuni obiettivi del programma mondiale "[[Obiettivi di sviluppo del Millennio]]", specialmente riguardo alla salute infantile.<ref name=ODI1>Romina Rodríguez Pose and Fiona Samuels 2010. [http://www.odi.org.uk/resources/details.asp?id=5179&title=progress-health-eritrea-cost-effective-inter-sectoral-interventions-long-term-perspective Progress in health in Eritrea: Cost-effective inter-sectoral interventions and a long-term perspective]. London: [[Overseas Development Institute]]</ref> L'[[aspettativa di vita]] alla nascita è aumentata dai 39,1 anni del 1960 ai 59,5 anni del 2008, i tassi di mortalità materna e di [[mortalità infantile]] sono fortemente diminuiti e le infrastrutture della salute sono state espanse.<ref name=ODI1/>
 
A causa del relativo isolamento dell'Eritrea, l'informazione e le risorse sono molto scarse e secondo l'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]] l'aspettativa di vita media nel 2008 era di quasi 63 anni. L'[[Sistema immunitario|immunizzazione]] e la nutrizione infantile sono state affrontate grazie ad un lavoro congiunto con le scuole in un approccio multi-settoriale; il numero di bambini vaccinati contro il [[morbillo]] è duplicato in sette anni, passando dal 40,7% al 78,5% e la [[Prevalenza (medicina)|prevalenza]] della [[denutrizione]] tra i bambini diminuì del 12% nel periodo 1995–2002 (la percentuale di grave denutrizione infantile diminuì del 28%).<ref name=ODI1/>
 
L'Unità nazionale per la protezione dalla malaria ha registrato netti miglioramenti, con riduzione della mortalità per [[malaria]] dell'85% mentre il numero di casi è stato ridotto del 92% tra il [[1998]] e il [[2006]].<ref name=ODI1/> Il governo eritreo ha proibito la mutilazione dei genitali femminili, sostenendo che la pratica era dolorosa e costituiva un rischio per le donne di ulteriori problemi anche mortali.<ref>{{Cita web|url=http://www.irinnews.org/Report.aspx?ReportId=71199 |titolo=IRIN Africa &#124; ERITREA: Government outlaws female genital mutilation &#124; Eritrea &#124; Gender Issues &#124; Human Rights |editore=Irinnews.org |data=5 aprile 2007 |accesso=17 luglio 2011}}</ref>
<!--
However, Eritrea still faces many challenges. Despite number of physicians increasing from only 0.2 in 1993 to 0.5 in 2004 per 1000 population, this is still very low.<ref name=ODI1/> [[Malaria]] and [[Tubercolosis]] both are common in Eritrea.<ref name="afro.who.int"/> HIV prevalence among the 15–49 group exceeds 2%.<ref name="afro.who.int"/> The fertility rate is at about 5 births per woman.<ref name="afro.who.int">Health profile at [http://www.afro.who.int/index.php?option=com_content&view=article&id=1029&Itemid=2070 Eritrea WHO Country Office]. afro.who.int</ref> Maternal mortality dropped by more
-->
 
==== Forze armate ====
{{vedi anche|Forze di difesa eritree}}
Secondo una legge eritrea del 1993 la leva obbligatoria in Eritrea, indistinta per uomini e donne compresi tra i 18 e i 40 anni, prevede un periodo di sei mesi di addestramento seguito da un anno di servizio "di sviluppo", cioè di lavoro presso progetti di sviluppo. Nel 2004 il limite superiore di età per le donne è stato abbassato a 27 anni. I veterani del Eritrean People's Liberation Front compresi tra i 40 e i 50 anni fanno parte della riserva.
 
Nella realtà dei fatti in seguito alle dispute territoriali ed al conflitto con l'Etiopia la leva obbligatoria è stata estesa indefinitamente. Dopo la fine della guerra con l'Etiopia (2000) è stata introdotta dal governo eritreo la cosiddetta ''Warsai Yekalo Development Campaign'' un programma di sviluppo sociale ed economico che ha esteso il servizio nazionale obbligatorio in maniera indefinita prevedendo che tutti gli uomini e le donne adulte debbano essere a disposizione dei programmi di lavoro previsti dallo Stato fino all'età di 40 anni, più spesso fino ai 50 o anche 55<ref name="HRW">{{Cita web|url=https://www.hrw.org/reports/2009/04/16/service-life-0|titolo=Human Rights Watch: Service for Life - State Repression and Indefinite Conscription in Eritrea|lingua=en|accesso=2 marzo 2013}}</ref>.
 
L'obbligo di adesione al servizio nazionale è rafforzato dal rifiuto di concedere visti di uscita a tutta la popolazione compresa nell'età del servizio, non è contemplata l'obiezione di coscienza e qualsiasi tentativo di fuga, quando non risolto da spari alla frontiera ,viene sanzionato in maniera severa, spesso coinvolgendo la famiglia di origine del fuggitivo<ref name="HRW" />.
 
La retribuzione durante il servizio nazionale è insufficiente al sostentamento. Dal 2003 tutti gli studenti delle scuole superiori effettuano l'anno conclusivo del loro percorso di studi presso un campo di addestramento militare situato a Sawa, circa 300&nbsp;km dall'Asmara. Un'estesa rete di prigioni e centri di detenzione (alcuni costituiti da container all'aperto) ospita tutti coloro che tentano di fuggire dal servizio nazionale, frequenti le uccisioni di fuggitivi alla frontiera. L'[[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]] ha sconsigliato il rimpatrio di profughi eritrei<ref name="HRW" />.
 
== Politica ==
=== Politica interna ===
{{vedi anche|Isaias Afewerki # La politica interna}}
L'unico partito politico legalmente presente in Eritrea è il [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]]<ref name="BBC">{{cita news|titolo=Country profile: Eritrea|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/country_profiles/1070813.stm|autore=BBC News|data=17 giugno 2008|lingua=en|accesso=1º luglio 2008}}</ref>. Non è ammessa la formazione di altri gruppi politici benché la costituzione preveda un sistema multipartitico: l'attuale costituzione è stata approvata nel 1997, ma non è mai stata applicata.
 
L'organo legislativo è unicamerale; secondo quanto prevede la costituzione l'[[Assemblea Nazionale (Eritrea)|Assemblea Nazionale]] rimane in carica per cinque anni ed è composta da 150 membri eletti direttamente. Nel maggio 1997, in seguito all'adozione della nuova carta costituzionale 75 membri del comitato centrale del Fronte Popolare, 60 membri dell'assemblea costituente e 15 rappresentanti degli eritrei residenti all'estero hanno dato vita ad un'assemblea nazionale temporanea che fungesse da organo legislativo fino alle elezioni. Le elezioni previste per il dicembre 2001 sono state rinviate a data da destinarsi<ref name="CIA"/>.
 
Il governo, giustificando il suo comportamento con la situazione critica del paese, di fatto mantiene sospesi, e non applicati, i diritti civili dei cittadini, impedendo l'esercizio di quanto sancito dalla Costituzione; i media (radio, giornali) sono controllati in maniera ferrea. L'organizzazione [[Reporter Senza Frontiere]] ha classificato L'Eritrea all'ultimo posto al mondo (180º) per il rispetto dei diritti di comunicazione ed informazione, mentre al 172º, di poco migliore è classificata la situazione in [[Corea del Nord]]<ref name=rwb>{{cita web|url=http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29031|titolo=Annual Press Freedom Index|accesso=30 novembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081022233825/http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29031|dataarchivio=22 ottobre 2008}}</ref>.
 
Il sistema repressivo unito alla leva obbligatoria indefinita , impediscono i progetti di vita civile per le persone che quindi cercano di migrare numerose nonostante i divieti<ref>Alessandro Leogrande, ''La frontiera'' , Feltrinelli , 2015 ,ISBN 978-88-07-03165-6</ref>.
 
{{vedi anche|Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013}}
 
=== Politica estera ===
Benché la regione sia afflitta da tempo da lunghi periodi di siccità e dalla conseguente emergenza alimentare, il governo eritreo nega la situazione di emergenza impedendo l'ingresso nel paese alle organizzazioni umanitarie<ref name="AI"/>
 
Il 15 novembre 2011 il governo eritreo ha comunicato alla delegazione dell'Asmara dell'Unione Europea la volontà di chiudere qualsiasi progetto di collaborazione nel quadro del 10° fondo di sviluppo in attesa di una revisione del piano quinquennale. In questo modo sono stati interrotti programmi di sviluppo in corso per un ammontare totale di circa 50 milioni di Euro<ref>{{cita web|url=http://eeas.europa.eu/delegations/eritrea/press_corner/all_news/news/2011/20111115_en.htm|titolo=Delegation of the European Union to the State of Eritrea - Decision of the Government of Eritrea to terminate ongoing programmes under the 10th European Development Fund. (15/11/2011)|accesso=25 marzo 2013|lingua=en}}</ref>
 
Le relazioni con gli stati confinanti sono tese a causa di varie dispute territoriali.
Nel dicembre 2009 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione n. 1907 che impone l'embargo sul commercio di armi verso l'Eritrea accusata di favorire [[Al-Shabaab]], un gruppo insurrezionale islamico somalo vicino ad [[Al-Qaeda]].
 
=== Comunicazioni ===
Il panorama radiotelevisivo è dominato dall'emittente di Stato [[Eri-TV]].
 
== Economia ==
[[File:Dintorni di senafé, fienagione.JPG|miniatura|Fienagione con metodi tradizionali nei dintorni di Senafé]]
L'Eritrea è un paese povero, con un'economia basata principalmente su un'[[agricoltura]] di [[Agricoltura di sussistenza|sussistenza]] e sull'[[allevamento]] di [[ovini]] e bovini; è relativamente sviluppata la [[pesca (attività)|pesca]]. Le poche industrie presenti nel paese sono situate prevalentemente nella capitale Asmara, ma sono in corso progetti di diversificazione delle attività industriali in diverse altre parti del paese. L'Eritrea dal [[1993]] fa parte dell'[[Autorità intergovernativa per lo sviluppo]], organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del [[Corno d'Africa]].
 
La bilancia commerciale è passiva. L'Eritrea esporta modesti quantitativi di prodotti locali, mentre deve importare combustibili, macchinari, manufatti, alimenti. L'Italia è in questo senso il secondo partner commerciale dopo l'[[Arabia Saudita]]. Porti principali sono [[Massaua]] e [[Assab]].
 
La situazione economica del paese è in lenta ripresa, soprattutto a causa delle distruzioni patite durante il conflitto con l'[[Etiopia]], e della occupazione che perdura da parte dell'Etiopia su parte dei territori eritrei.
 
L'agricoltura, negli altopiani, e la pastorizia lungo la costa e nelle pianure del paese, restano per la maggioranza della popolazione del paese le uniche fonti di sussistenza.
 
Importanti giacimenti di potassio, oro, ferro e petrolio e altri minerali sono in corso di sfruttamento intensivo da parte di compagnie estere specializzate.
 
La ripresa economica rimane comunque fortemente pregiudicata dalla corruzione dilagante e dal mercato nero, nel quale sono coinvolti gli alti quadri, ed anche l'esercito; l'Eritrea si può dire che sopravviva soprattutto grazie agli aiuti internazionali.
 
=== Agricoltura e allevamento ===
[[File:Dekemhare, strada principale con attraversamento buoi.JPG|miniatura|Bovini nella città di [[Decamerè]]]]
Degli 11.760 milioni di ettari di superficie territoriale, la quasi totalità ricade nel [[Sahel]]. Del totale, 690.000 ettari sono coltivabili e 417.000 sono coltivati<ref>Bereke OgbaMichael, Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea, pag. 5 http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf</ref>, i [[pascoli]] occupano 6,9 milioni di ettari e le foreste coprono il 13 per cento del territorio<ref>FAOSTAT (FAO) Data base della FAO – Ressources http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor</ref><ref>Detalmo Pirzio Biroli, Il Sahel, Sansoni Editore, Firenze 1988, pag. 23</ref>.
 
Il settore agricolo contribuisce per il 14,5 % alla formazione del [[Prodotto interno lordo]] (PIL). Inoltre, esso fornisce occupazione al 72,6 % della popolazione attiva del paese. L'agricoltura è di sussistenza, dominata da aziende contadine. Il grosso della produzione si ottiene sugli altopiani, che beneficiano di migliori condizioni agro-climatiche. Qui, la grande maggioranza delle famiglie coltivatrici coltiva un ettaro o meno, facendo spesso ricorso al traino animale (che riguarda oltre il 20 per cento del bestiame bovino). Sono attive anche aziende meccanizzate di grandi dimensioni dedite alla coltivazione di sorgo e sesamo in seccagno. Nel complesso, i cereali asciutti ([[sorgo]], [[Panicum miliaceum|miglio]], [[grano]] e [[mais]]) rappresentano i due terzi circa della produzione, le colture commerciali principali, anch'esse coltivate in seccagno, sono le oleifere ([[Arachide (seme)|arachide]], [[sesamo]] e [[Linum usitatissimum|lino]]) e le [[leguminose da granella]]. L'irrigazione si pratica su ventunomila ettari circa con acqua di falda o per inondazione. L'irrigazione per inondazione (''spate irrigation'') si pratica nei bassopiani orientali, lungo la costa, principalmente per la produzione di sorgo e mais<ref>Bereke OgbaMichael, Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea, http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf</ref>. Esistono anche piantagioni di [[banane]], di [[agrumi]] e di [[ortaggi]] ([[patate]], [[pomodori]], [[peperoni]] e [[cipolle]]) irrigate con acqua di pozzo<ref>FAOSTAT Data Base della FAO – Ressources http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor</ref><ref name="fao.org">Chedly Kayouli, Tzeggai Tesfai and Assefaw Tewolde, Country Pasture/Forage Resource Profiles for Eritrea, http://www.fao.org/ag/agp/AGPC/doc/Counprof/eritrea/Eritrea.htm</ref>.
 
Fortemente integrato nella produzione agricola, l'allevamento ha un ruolo significativo nell'economia eritrea ed è essenziale per la sicurezza alimentare della popolazione rurale, che costituisce i quattro quinti della popolazione. Circa la metà del bestiame del paese si trova nei bassopiani occidentali, nelle province di Gash Setit e Bark, che sono le più importanti aree di allevamento<ref name="fao.org"/>. L'allevamento, praticato secondo sistemi pastorali e agropastorali a seconda delle zone agro-ecologiche, riguarda principalmente i piccoli ruminanti (4,1 milioni di capi nel 2012), i [[bovini]] (2,1 milioni), i [[cammelli]] (360.000 capi) ed il pollame (1,4 milioni di capi)<ref>FAOSTAT Data Base della FAO http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor</ref>.
 
=== Foreste ===
Le foreste, estese 11,4 milioni di ettari, forniscono legna da ardere (la principale fonte di energia disponibile), gomma arabica e pascolo per il bestiame. Secondo il Programma delle Nazioni Unite, nel periodo 1990-2010, hanno subito una diminuzione del 5,5 per cento<ref>United Nations Development Programme (UNDP), Human Development Report 2013 http://hdr.undp.org/sites/default/files/reports/14/hdr2013_en_complete.pdf</ref>.
 
=== Pesca ===
Le coste dell'Eritrea si sviluppano su circa 3.200&nbsp;km², isole comprese. Le acque del Mar Rosso ospitano circa 1.000 specie che comprendono dentici, cernie, sgombri, barracuda, tonni, triglie, squali, gamberi, aragoste, con un potenziale annuo stimato di 70 - 80.000 tonnellate di pescato. Nel 2001 la flotta peschereccia industriale ha sbarcato 14.500 tonnellate e quella artigianale 1.500; l'80 per cento del pescato è esportato. Le acque interne hanno fornito 2,000 tonnellate di pesce nel 2009, soprattutto [[carpa|carpe]] e [[tilapia|tilapie]]<ref>Food and Agriculture Organization, Fishery profile http://www.fao.org/fi/oldsite/FCP/en/ERI/profile.htm</ref>.
 
=== Produzione, commercio e sicurezza alimentare ===
Il [[Prodotto Interno Lordo]] (PIL) per abitante si aggira sui 516 dollari nel 2009, con una partecipazione del settore agricolo del 14,5 per cento nel periodo 2005-2010<ref>United Nations Development Programme, GDP per capita {{cita web |url=https://data.undp.org/dataset/GDP-per-capita-2005-PPP-/navj-mda7 |titolo=Copia archiviata |accesso=2 maggio 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140420182129/https://data.undp.org/dataset/GDP-per-capita-2005-PPP-/navj-mda7 |dataarchivio=20 aprile 2014 }}</ref><ref>Statistical Yearbook, Rome 2012, Part 1 – The setting http://www.fao.org/docrep/018/i3137e/i3137e01.pdf</ref>. Importatore netto di prodotti alimentari di base quali cereali (252.000 tonnellate nel 2009), farine e zucchero, il paese esporta modeste quantità di sesamo e di prodotti ittici<ref>FAOSTAT Data Base della FAO - Indicatori economici</ref>. Nel periodo 2008-2012 ha anche ricevuto una media 7.400 tonnellate di aiuti alimentari all'anno<ref>Food aid information system http://www.wfp.org/fais/</ref>. Il 61,3 per cento della popolazione è sottonutrita (nel 2012) e il 69 per cento vive sotto la soglia della povertà (nel 1993)<ref>Millennium Development Goals Indicators, UNDP http://unstats.un.org/unsd/mdg/Data.aspx</ref>.
 
=== Trasporti ===
[[File:Segheneyti, pietra con iscrizione dell'apertura della strada verso l'etiopia da parte degli italiani 01.JPG|miniatura|Pietra con iscrizione che ricorda l'apertura della strada tra Asmara e l'Etiopia da parte degli italiani]]
[[File:Asmara, sematat avenue 01.JPG|miniatura|La P3 Sematat Avenue ad Asmara.]]
Le rudimentali infrastrutture di trasporto del paese hanno subito grandi danni durante la guerra di indipendenza e durante il conflitto contro l'Etiopia.
 
==== Strade ====
L'arteria principale (e asfaltata) è la strada P1 che collega [[Asmara]] e [[Massaua]], l'asfaltatura della strada P5 di collegamento tra [[Barentù]] e [[Tessenei]] procede a tratti così come quella del collegamento costiero tra [[Massaua]] e [[Assab]] (580&nbsp;km)<ref name="LC" />. Nel suo complesso la rete stradale del paese si estende per circa 4.000&nbsp;km la maggioranza dei quali non asfaltati. Le strade di collegamento con l'Etiopia sono state chiuse in seguito al conflitto fra i due paesi.
 
<div align="center">
{| class="wikitable sortable" style="width:50%;"
|- style="background:#EFEFEF"
! Strada
! Percorso
! Note
! Km<ref>[https://web.archive.org/web/20140910203026/http://logcluster.org/sites/default/files/documents/road_distances Logcluster.org Road dist. Eritrea.]</ref>
|-
| align=center|'''P1'''
| align=center|[[Asmara]] - [[Massaua]]
| align=center|
| align=center|115
|-
| align=center|'''P2'''
| align=center|Asmara - [[Cheren]]
| align=center|
| align=center|91
|-
| align=center|'''P3'''
| align=center|Asmara - [[Zalambessa]]
| align=center|<small>(confine con [[Etiopia]])</small>
| align=center|161
|-
| align=center|'''P4'''
| align=center|Asmara - Ponte sul [[Mareb]]
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|117
|-
| align=center|'''P5'''
| align=center| Cheren - [[Barentù]] - [[Tessenei]]
| align=center|<small>(confine con [[Sudan]])</small>
| align=center|269
|-
| align=center|'''P6'''
| align=center|Massaua - [[Assab]]
| align=center|
| align=center|648
|-
| align=center|'''P7'''
| align=center|[[Assab]] - Bure
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|71
|-
| align=center|'''S2'''
| align=center|Tessenei - [[Omhajer]]
| align=center|<small>(confine con Etiopia)</small>
| align=center|105
|-
| align=center|'''T15'''
| align=center|Assab - [[Raheita]]
| align=center|<small>(confine con [[Gibuti]])</small>
| align=center|70
|}
</div>
 
==== Ferrovie ====
[[File:Ansaldo 442 steam locomotive in Eritrea.JPG|miniatura|Locomotiva storica in uso su una parte della tratta Asmara-Massaua]]
L'unica tratta ferroviaria del paese, la linea [[Ferrovia Massaua-Asmara|Massaua-Asmara]] estesa poi fino a [[Agordat]] (306&nbsp;km) risale all'epoca coloniale italiana e fu costruita dall'[[Ansaldo]]<ref>{{cita web|url=http://www.mentelocale.it/23483-viaggio-in-eritrea/|titolo=Viaggio in Eritrea, sulla littorina Ansaldo del 1938|editore=mentelocale.it|data=15 aprile 2009|accesso=24 giugno 2013}}</ref>. La linea è stata messa a riposo nel 1976 e parzialmente distrutta nei combattimenti della guerra di indipendenza.
 
La ricostruzione della tratta Asmara-Massaua è iniziata nel 1999 e completata nel 2003, è pianificato il prolungamento fino a [[Biscia (Eritrea)|Biscia]], una località 150&nbsp;km a ovest di Asmara, dove sono {{chiarire|previste miniere di oro e rame.}}
 
Il progetto di collegare la rete eritrea a quella sudanese è stato rimandato a causa delle tensioni con il governo sudanese.
 
==== Porti ====
Un accordo fra Eritrea ed Etiopia firmato nel 1993 prevedeva l'utilizzo congiunto dei due porti di Massaua e di Assab. Fino alle ostilità del 1998-2000 i proventi derivanti dai due porti erano un'entrata significativa per l'economia del paese. Durante il conflitto gli scambi fra i due paesi si sono interrotti e il porto di [[Massaua]] è stato danneggiato da incursioni aeree etiopi. Nonostante l'armistizio del 2000 gli scambi commerciali fra i due paesi non sono mai ricominciati. Il porto di Massaua è stato ricostruito ed è il porto principale del paese favorito in ciò dalla vicinanza con la capitale Asmara (107&nbsp;km).
 
L'attività presso il porto di Assab, più grande e meglio attrezzato di quello di Massaua, ha subito una brusca interruzione durante il conflitto ma non è mai ripresa. A suo sfavore anche la posizione lontana dalla capitale (580&nbsp;km a sud-est di Asmara).
 
==== Aeroporti ====
[[File:Eritrean Airlines Boeing 767-200ER UR-SDV-1.jpg|miniatura|Un B767 della Eritrean Airlines all'aeroporto di Asmara.]]
I tre aeroporti principali del paese sono l'[[Aeroporto Internazionale di Asmara]], l'[[Aeroporto Internazionale di Massaua]] e l'[[Aeroporto di Assab]]. L'aeroporto di Asmara è condiviso con le forze aeree del paese. Nel paese inoltre si trovano diverse piste di atterraggio minori non asfaltate. La compagnia di bandiera, [[Eritrean Airlines]], ha ripreso l'attività dopo l'interruzione 1998–2000: sono stati instaurati collegamenti con Nairobi, Amsterdam, Francoforte e Roma<ref name="LC" /> ma la compagnia è stata in seguito inserita nella [[Lista nera (aeronautica)|Lista Nera]] dell'Unione Europea (Elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nell'UE)<ref>[http://ec.europa.eu/transport/modes/air/safety/air-ban/index_it.htm Elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nell'UE]</ref>. La flotta è composta da cinque velivoli<ref>[http://www.airfleets.net/flottecie/Eritrean%20Airlines.htm Eritrean Airlines Fleet | Airfleets aviation]</ref>.
 
{|class="wikitable"
|+
|- style="background:lightgrey"
!Aeroporto*||IATA/ICAO||Lungh. pista||Superficie
|-
|align="center"|'''Aeroporto Internazionale di Asmara'''|| ASM/HHAS ||align="center"|3.000m<br />1.814m||align="center"|asfalto<br />asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto Internazionale di Massaua|| MSW/HHMS ||align="center"|3.500m ||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto Internazionale di Assab|| ASA/HHSB ||align="center"|3.515m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Base aerea di Sawa|| ---/--- ||align="center"|3.000m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto di Tessenei|| TES/HHTS ||align="center"|2.330m||align="center"|asfalto
|-
|align="center"|Aeroporto di Agordat|| ----/HHAG ||align="center"|1.180m||align="center"|terra battuta
|-
|align="center"|Aeroporto di Barentu|| ----/HHBA ||align="center"|1.700m||align="center"|terra battuta
|-
|align="center"|Aeroporto di Nafka|| ----/HHNF ||align="center"|1.900m||align="center"|terra battuta
|-
|}
<nowiki>*</nowiki> <small>In grassetto gli scali con voli di linea regolari.</small>
 
== Ambiente ==
Con una superficie di 124.320&nbsp;km², l'Eritrea è grande più o meno quanto l'[[Italia settentrionale]]. Il litorale è lungo circa 1000&nbsp;km e al largo della costa vi sono oltre 350 isole. L'Eritrea presenta tre zone geografiche principali: la scarpata orientale con le pianure costiere, la regione degli altopiani interni e i bassopiani occidentali. La zona orientale è arida o semiarida, con poche terre coltivabili. I popoli che abitano questa regione sono generalmente nomadi che vivono di pastorizia o di pesca. Le propaggini settentrionali della [[Rift Valley]] sfociano a est nella [[Dancalia]], uno dei luoghi più torridi del pianeta. Qui si trova la Fossa o Depressione della Dancalia, che scende fino a -120 m, con un paesaggio desertico che ospita diversi laghi salati. La regione degli altopiani centrali, più fertile, è intensamente coltivata da comunità sedentarie. I bassopiani occidentali, che si estendono tra [[Cheren|Keren]] e il confine sudanese, sono bagnati dai Fiumi [[Mareb|Gash]] e [[Barca (fiume)|Barka]]. L'agricoltura è qui praticata meno intensamente rispetto agli altopiani<ref>{{cita web|titolo=Eritrea|editore=fatbirder.com|url=http://www.fatbirder.com/links_geo/africa/eritrea.html}}</ref>.
 
=== Flora ===
Il paesaggio orientale è caratterizzato da boscaglie di acacia di diverse specie, arbusti e dense macchie, vegetazione semidesertica, vegetazione fluviale e mangrovie. Nella regione degli altopiani prevalgono il ginepro (''Juniperus procera'') e l'olivo selvatico (''Olea africana''), oltre a varie specie di [[acacia]]. Nelle zone degradate sono state introdotte numerose piantagioni di [[Eucalyptus|eucalipto]]. La Semenawi Bahri (Cintura Verde) si trova a nord-est di [[Asmara]], intorno al villaggio e alla Valle di Filfil, e ospita gli ultimi residui di [[Foresta pluviale tropicale|foresta tropicale mista]] dell'Eritrea. Posta tra i 900 e i 2400 m di quota, si estende da nord a sud per circa 20&nbsp;km. Il paesaggio occidentale è composto principalmente da [[Savana|savane]] alberate, zone arbustive, boschi e praterie con piante erbacee (come l'''Aristida''). Da questa zona proviene circa il 50% della [[legna da ardere]] che copre il fabbisogno della popolazione di Asmara, causa del preoccupante [[disboscamento]]. Tra le specie presenti figurano la palma dum (''[[Hyphaene thebaica|Hyphaenea thebaica]]''), diffusa soprattutto lungo il Fiume Barka, l'eucalipto e diverse specie di [[acacia]]. Altre specie sono il baobab (''[[Adansonia digitata]]''), la ''[[Salvadora persica]]'', usata dalla gente del posto per ricavare economici spazzolini da denti, e la tamerice (''Tamarix aphylla''). Fra le specie in pericolo vi sono l'albero dell'incenso (''Boswellia papyrifera'') il baobab e il tamarindo (''[[Tamarindus indica]]'').
 
=== Fauna ===
Un tempo l'Eritrea ospitava una grande varietà di animali, tra cui [[Syncerus caffer|bufali]], [[Acinonyx jubatus|ghepardi]], [[Loxodonta africana|elefanti]], [[Giraffa|giraffe]] e [[Panthera leo|leoni]]. La distruzione delle foreste e trent'anni di [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra civile]], tuttavia, hanno causato la scomparsa di molti di essi.
 
Alla sorprendente varietà geografica dell'Eritrea corrisponde un'avifauna altrettanto ricca. Sono state segnalate ben 560 specie di uccelli, compresa la [[Psalidoprocne pristoptera|rondine serrata blu]], un uccello molto raro. Le lontane e disabitate [[Arcipelago delle isole Dahlak|Isole Dahlak]] e il mare che le circonda attirano numerosi uccelli marini provenienti da tutto il Mar Rosso e, talvolta, anche dal Mediterraneo e dal Golfo Persico. Sulle isole sono state contate circa 109 specie diverse, tra cui l'[[Ardeotis arabs|otarda araba]] e il [[Pandion haliaetus|falco pescatore]]. L'Eritrea si trova lungo una delle rotte più battute dagli uccelli migratori. Vi si possono dunque avvistare centinaia di specie di uccelli marini e costieri di passo primaverile e autunnale in volo tra il continente africano e l'Arabia. Nella Penisola di Bure sono comuni lo [[Struthio camelus|struzzo]] e l'[[Ardeotis arabs|otarda araba]]. Tra gli uccelli marini segnaliamo [[Larinae|gabbiani]], [[Sterninae|sterne]] e [[Sulidae|sule]], mentre lungo il litorale e sulle isole si avvistano molte specie di trampolieri. Le lussureggianti foreste tropicali nella zona di Semenawi Bahri, a nord-est di Asmara, ospitano un'avifauna particolarmente ricca, con specie quali il [[Tauraco leucotis|turaco guancebianche]] (una specie quasi endemica) e il [[Apaloderma narina|trogone narina]].
 
Tra i mammiferi più comuni oggi si incontrano la [[Lepus habessinicus|lepre abissina]], il [[Felis silvestris lybica|gatto selvatico africano]], lo [[Canis mesomelas|sciacallo dalla gualdrappa]], lo [[Canis aureus|sciacallo dorato]], le [[Genetta|genette]], gli [[Xerinae|scoiattoli terrestri]], la [[Vulpes pallida|volpe pallida]], la [[Nanger soemmerringii|gazzella di Soemmering]] e il [[Phacochoerus africanus|facocero]]. I primati comprendono il [[Chlorocebus pygerythrus|cercopiteco verde]] e l'[[Papio hamadryas|amadriade]]. Pare che sulle montagne della [[Regione di Gasc-Barca|provincia di Gash-Barka]], a nord di [[Barentù|Barentu]], siano stati avvistati [[Panthera leo|leoni]], [[Tragelaphus strepsiceros|kudu maggiori]] e [[Alcelaphus buselaphus tora|alcelafi di Tora]] (grandi antilopi africane). Nella Penisola di Bure si possono osservare [[Madoqua|dik dik]] e [[Gazella dorcas|gazzelle Dorcas]]. Nelle zone fra Omhajer e Antore, nel sud-ovest del paese, vive l'ultima colonia di [[Loxodonta africana|elefanti]] dell'Eritrea.
 
Tra i principali ecosistemi marini eritrei vi sono la [[barriera corallina]], le praterie di erbe marine e le foreste di [[Mangrovia|mangrovie]]. Nel Mar Rosso esistono almeno 350 specie di [[Anthozoa|coralli]]. In Eritrea le colonie di coralli crescono prevalentemente in gruppi isolati che dalla superficie si estendono fino a 15–18 m di profondità; oltre questa profondità il corallo fa registrare uno sviluppo molto più limitato. Situata ai margini settentrionali dell'area di diffusione delle mangrovie, l'Eritrea ne ospita almeno tre specie, distribuite lungo la costa e sulle Isole Dahlak. Sono state segnalate cinque specie di [[Cheloniidae|tartarughe marine]]; le più comuni sono la [[Chelonia mydas|tartaruga verde]] e quella [[Eretmochelys imbricata|embricata]]. La tartaruga verde viene avvistata spesso nei pressi delle Isole Dahlak, così come i [[Delphinidae|delfini]] e gli [[Selachimorpha|squali]]. Sembra che lungo le coste del Mar Rosso, in Eritrea e Sudan, vivano almeno 4000-5000 esemplari di [[Dugong dugon|dugongo]] (conosciuto anche come mucca di mare). Nelle Isole Dahlak è vietato raccogliere coralli, conchiglie e qualsiasi specie vegetale sulle spiagge e in mare.
 
Oggi il pericolo più serio per le specie animali dell'Eritrea è la perdita o il degrado del loro habitat. Quasi tutti gli animali del paese (tranne il babbuino, lo struzzo e la gazzella) sono considerati a rischio di estinzione all'interno dei confini nazionali. Lo [[Capra nubiana (specie)|stambecco della Nubia]] (probabilmente qui ormai scomparso) è considerato a serio rischio di estinzione a livello internazionale. Negli ultimi anni è stata espressa anche una certa preoccupazione per la colonia di elefanti presente nel paese. Un secolo fa la provincia di Gash-Barka ne ospitava un numero cospicuo, mentre oggi si calcola che gli elefanti non siano più di un centinaio<ref name="ibis.atwebpages.com">{{cita web|url=http://ibis.atwebpages.com/birdwatching_in_eritrea/wildlife.htm|titolo=Wildlife of Eritrea|editore=ibis.atwebpages.com|autore=David Berhane}}</ref>.
 
=== Tutela ambientale ===
Oggi ufficialmente non esistono riserve o parchi nazionali in Eritrea, ma è in progetto la creazione di alcune aree protette. Non sono presenti neppure parchi marini, anche se è stato proposto di porre sotto tutela diverse isole dell'Arcipelago delle Dahlak. Inoltre, è stata condotta una ricerca allo scopo di studiare in maniera più approfondita il delicatissimo ecosistema di queste isole.
 
In Eritrea i tre fattori che hanno avuto il maggiore impatto sull'ambiente sono stati la [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra]], le [[Carestia etiope del 1983-1985|carestie]] e l'[[incremento demografico]]. L'agricoltura costituisce ancora una delle principali fonti di sussistenza o semisussistenza, quindi la produttività del terreno è di cruciale importanza per la sopravvivenza della popolazione. Oggi il problema principale è costituito dalla crescita demografica, che impone alla terra uno sfruttamento sempre maggiore e porta a sistemi di allevamento e coltivazione intensivi. La pratica della cosiddetta [[Debbio|coltivazione taglia e brucia]] (per cui intere aree verdi vengono bruciate per potervi seminare), in uso nei bassopiani sud-occidentali, ha conseguenze terribilmente dannose per la flora. La [[Deforestazione|distruzione delle foreste]] rappresenta una grave minaccia per il paese. Meno dell'1% dell'Eritrea è oggi ricoperto da boschi, mentre un secolo fa lo era il 30% del territorio. Durante la guerra con l'Etiopia, gli eserciti belligeranti hanno disboscato le foreste per costruire rifugi, trincee e varie fortificazioni. Anche per costruire l'''hidmo'', l'abitazione tradizionale eritrea, è necessaria una grande quantità di legname. Nei periodi di carestia gli alberi sono una fonte preziosa di nutrimento sia per gli uomini sia per gli animali, senza contare che prevengono l'[[erosione]] del suolo. L'attuale carenza di risorse idriche e la bassa produttività della terra sono due conseguenze dirette della distruzione delle foreste. Fra le misure che si è deciso di adottare per contrastare la deforestazione vi sono un programma di [[rimboschimento]] a livello nazionale e la creazione di un centinaio di aree protette in tutto il paese, ma ci vorrà molto tempo prima che si possano vedere i risultati concreti di tali provvedimenti.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* E.Q.M. Alamanni, ''La Colonia Eritrea e i suoi commerci'', Bocca, Torino, 1891.
* R. Beretekeab, ''Eritrean making of a nation 1890-1991'', Uppsala University, Uppsala, 2000.
* Calace, Francesca (a cura di), ''«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale.'' Gangemi, Roma, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»)
* Arnaldo Mauri, ''Eritrea's early stages of monetary and banking development'', "International Review of Economics", ISSN 1865-1704, Vol. 51, n. 4, pp.&nbsp;547–569. Dello stesso autore WP [http://ideas.repec.org/p/mil/wpdepa/2003-28.html]
* T. Negash, ''Italian colonisation in Eritrea: policies, praxis and Impact'', Uppsala University, Uppsala, 1987.
* F. Santagata, ''La Colonia Eritrea nel Mar Rosso davanti all'Abissinia'', Libreria Internazionale Treves, Napoli, 1935.
* G.K.N. Trevaskis, ''Eritrea: a Colony in Transition, 1941-1952'', Oxford University Press, Londra, 1960.
* Eritrea Razionalista - Sandro Raffone - Giannini editore - 2010 - ISBN 88-7431-494-9 - ISBN 978-88-7431-494-2
 
== Voci correlate ==
* [[Àscari]]
* [[Ministri del lavoro e delle politiche sociali della Repubblica Italiana]]
* [[Banca per l'Africa Orientale]]
* [[Ufficio di collocamento della gente di mare]]
* [[RepubblicaBanca italianad'Eritrea]]
* [[CentroCampagna per ld'impiegoAfrica Orientale]]
* [[DirittoGuerra del lavoro in Italiad'Etiopia]]
* [[Campagna Alleata in Africa Orientale (seconda guerra mondiale)]]
* [[Ispettore del lavoro]]
* [[Impero coloniale italiano]]
* [[COVIP]]
* [[Storia del colonialismo in Africa]]
* [[Buono lavoro]]
* [[Governatori dell'Eritrea]]
* [[Colonia Eritrea]]
* [[Giro d'Eritrea]]
* [[Storia delle ferrovie coloniali italiane]]
* [[Africa Orientale Italiana]]
* [[Dancalia]]
* [[Terremoti in Eritrea]]
* [[Istituto di Tecnologia dell'Eritrea]]
* [[Eritrei in Italia]]
* [[Mussie Zerai]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.lavoroshabait.gov.it/com|Sito istituzionale del Ministero del Lavoroufficiale}}
* {{cita web|http://www.istitutodiculturaeritrea.it/|Istituto di cultura eritrea}}
* {{cita web|http://www.eritreaeritrea.com/|Sito Italo-Eritreo}}
* {{cita web|http://eastafro.com/|Contenitore multimediale eritreo}}
* {{cita web|url=http://www.stampalibera.com/?p=5259|titolo=Articolo sull'Eritrea di oggi}}
* {{cita web|url=http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/paesi/dettaglio/eritrea.html|titolo= Scheda dell'Eritrea dal sito Viaggiare Sicuri}} Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* {{YouTube|Un4R4BBgnO4|Storia dell'Eritrea Parte 1|}}
* {{YouTube|v249alOhs5A|Storia dell'Eritrea Parte 2|}}
* {{YouTube|_Lafp6YRuXs|Storia dell'Eritrea Parte 3|}}
* {{YouTube|x1Hdj5gNKz0|Fattoria in Eritrea|}} nella [[Regione di Gasc-Barca]]
* {{YouTube|72xB6LW9pIA|Canzone d'amore|}} della zona di [[Asmara]]
* {{YouTube|yXwM5A3h7Oo|Gente e luoghi dell'Eritrea|}} serie di foto
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* [http://digitaleritrea.altervista.org DigitalEritrea] - Eritrean Multiple Online Sources Aggregator
 
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