Spalato e Miguel Herrán: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Divisione amministrativa
|Nome = SpalatoMiguel
|Cognome = Herrán
|Nome ufficiale = {{hr}} Split
|Sesso = M
|Panorama = Split 080620-133710-IMG 0968x.jpg
|LuogoNascita = Malaga
|Didascalia =
|GiornoMeseNascita = 25 aprile
|Bandiera = Flag of the City of Split.svg
|AnnoNascita = 1996
|Stemma = Coat of arms of Split.svg
|StatoLuogoMorte = HRV
|GiornoMeseMorte =
|Grado amministrativo = 2
|AnnoMorte =
|Tipo = [[Città della Croazia|città]]
|Attività = attore
|Divisione amm grado 1 = Spalatino-dalmata
|Nazionalità = spagnolo
|Amministratore locale = [[Andro Krstulovic Opara]]
|PostNazionalità = , noto per aver vinto il [[premio Goya]] nel 2016 come miglior attore rivelazione per la sua interpretazione nel film ''[[A cambio de nada]]''
|Partito = [[HDZ]]
|Immagine = Miguel_Herrán.jpg
|Data elezione = 07/06/2013
}} È famoso anche per essere uno dei protagonisti delle serie televisive ''[[La casa di carta]]'' ed ''[[Élite (serie televisiva)|Élite]]'', entrambe distribuite su [[Netflix]].
|Data istituzione =
|Data soppressione =
|Latitudine decimale =
|Longitudine decimale =
|Latitudine gradi = 43
|Latitudine minuti = 30
|Latitudine secondi =
|Latitudine NS = N
|Longitudine gradi = 16
|Longitudine minuti = 26
|Longitudine secondi =
|Longitudine EW = E
|Altitudine = 1 - 178
|Superficie = 79.00
|Note superficie =
|Abitanti = 178192
|Note abitanti =
|Aggiornamento abitanti = 31-03-2011, Censimento 2011
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Codice statistico =
|Codice catastale =
|Targa = ST
|Nome abitanti = spalatini
|Patrono =
|Festivo =
|Mappa =
|Didascalia mappa = Localizzazione della città di Spalato nella regione spalatino-dalmata
}}
'''Spàlato''' (in [[Lingua croata|croato]] '''Split''', in [[Lingua dalmatica|dalmatico]] ''Spalatro'', in [[Lingua greca|greco antico]] ''Ασπάλαθος'' Aspálathos), è una città della [[Croazia]], capoluogo della [[regione spalatino-dalmata]], principale centro della [[Dalmazia]] e, con i suoi 178.192 abitanti ([[2011]]), seconda città del Paese. Spalato è anche sede [[università|universitaria]] e [[arcidiocesi di Spalato-Macarsca|arcivescovile]].
 
== Carriera ==
Il nome della città deriva dalla [[Calicotome spinosa|ginestra spinosa]], arbusto molto comune nella regione, che in greco antico era denominato Aspálathos (Aσπάλαθος). Sotto l'[[Impero romano]] la città si chiamò "Spalatum" e nel [[Medioevo]] "Spalatro" in [[lingua dalmatica]]. In [[lingua croata]] viene denominata "Split" mentre in italiano "Spalato". Nei primi anni del [[XIX secolo]] il nome divenne "Spljet" per poi tornare di nuovo alla forma "Split".
È cresciuto nel quartiere di [[Madrid]] di [[Chamberí]]. È stato scoperto dall'attore e regista Daniel Guzmán quando stava facendo un casting. Nel 2015 viene scelto dallo stesso regista come protagonista del film ''[[A cambio de nada]]''.
 
Contemporaneamente al film, Miguel ha studiato un anno al William Layton Laboratory e sta terminando gli studi alla Central de Cine di Madrid, lo stesso luogo in cui Daniel Guzman ha studiato.
== Storia ==
 
Nel 2016 vince il premio Goya come miglior attore rivelazione nel film di Guzman.<ref>{{Cita web|url=https://www.premiosgoya.com/30-edicion/articulos/ver/miguel-herran-gana-el-goya-al-mejor-actor-revelacion/|titolo=Miguel Herrán gana el Goya al Mejor Actor Revelación » Premios Goya 2018|sito=www.premiosgoya.com|lingua=es|accesso=12 marzo 2018}}</ref> Nello stesso anno prese parte al cast di due film. Ha un piccolo ruolo in Il guardiano invisibile, nel film ''[[1898: Los últimos de Filipinas]]''.
=== Antichità e medioevo ===
[[File:Diocletian's Palace (original appearance).jpg|thumb|left |Ricostruzione dell'aspetto originale del palazzo di Diocleziano nel 305 dC, di Ernest Hébrard]]
Spalato è fondata come [[colonizzazione greca|colonia]] [[siracusa]]na con il nome di (Aσπάλαθος) nel III o II secolo aC.<ref>{{cita web |url = http://www.touringclub.com/localita/croazia/spalatosplit/spalatosplit.aspx |titolo = Split (Spalato) |sito= [[Touring Club Italiano|touringclub.com]] |accesso = 9 maggio 2014}}</ref><ref>{{cita libro |autore = Brian Caven |autore2 = Sergio Baldassarre |titolo = Dionisio I di Siracusa |città = Roma |editore = Salerno Editrice |anno = 1992 |isbn = 88-8402-083-2}}</ref> Divenne in seguito città romana, sviluppatasi intorno allo sfarzoso [[palazzo di Diocleziano|palazzo dell'imperatore]] [[Diocleziano]], fatto costruire nel [[295]]-[[304]] d.C.
 
Nel 2017 partecipa al cast de ''[[La casa di carta]]'', in cui interpreta il ruolo di Rio, un esperto informatico, uno dei coprotagonista della serie tv.<ref>{{Cita news|lingua=es-AR|nome=Redacción de Vía|cognome=País|url=https://viapais.com.ar/argentina/318903-tres-famosas-se-pelearon-por-el-protagonista-de-la-casa-de-papel/|titolo=Tres famosas se pelearon por el protagonista de 'La Casa de Papel'|data=6 febbraio 2018|accesso=12 marzo 2018}}</ref>
Nell'anno 650, gli abitanti di [[Salona]],l'antica capitale della provincia romana della Dalmazia, per sfuggire alle incursioni degli [[Avari]], si rifugiarono fra le mura del palazzo imperiale: secondo alcuni il nome romano della nuova città-palazzo "Spalatum" deriva proprio dal latino ''Salonae Palatium''. In alcune carte medievali la città, ove allora i [[Dalmati italiani|Dalmati neolatini]] parlavano la scomparsa [[lingua dalmatica]], è anche chiamata ''Spalatro".
 
Nel 2018 [[Netflix]] lo annuncia come membro del cast di [[Élite (serie televisiva)|''Élite'']], la sua seconda serie originale in Spagna.
Spalato rimase per vari secoli nell'[[Impero bizantino]], nel quale la città riuscì ad avere una certa importanza. Successivamente entrò nell'orbita ungherese, nel contesto del quale la città mantenne la sua autonomia comunale.
 
=== PeriodoFilmografia venezianoparziale ===
[[File:Judita-str1.gif|thumb|Frontespizio della ''Judita'' di [[Marko Marulić]] ]]
La città fece parte dal [[1420]] al [[1797]] della [[Repubblica di Venezia]], che lasciò in eredità numerose vestigia. Nel 1699 il suo entroterra, già croato-ungherese, fu occupato dall'[[impero Ottomano]].
 
=== Cinema ===
In questo periodo la popolazione era in gran parte croata,mentre i nomi dalmati romanzi non erano così comuni,<ref>Grga Novak (1961). ''Povijest Splita. II.'' Split: Matica Hrvatska, pp=264</ref> secondo gli archivi della città medievale. Il linguaggio comune era croato, mentre l'italiano (una miscela di dialetti toscano e veneziano) era in uso presso i notai italiani, gli insegnanti e i commercianti.<ref>Grga Novak (1957). ''Povijest Splita. I.'' Split: Matica Hrvatska, pp=258–259</ref> L'autonomia della città fu notevolmente ridotta: la più alta autorità era un principe e capitano (''conte e capitanio''), assegnato da Venezia.<ref>Grga Novak (1957). ''Povijest Splita. I.'' Split: Matica Hrvatska, pp=254–258</ref>
* ''[[A cambio de nada]]'', regia di [[Daniel Guzmán (regista)|Daniel Guzmán]] ([[2015]])
L'influenza italiana persiste nei secoli grazie agli scambi commerciali; forte è l'influsso del mondo veneziano, che comporterà il graduale passaggio dalla [[lingua dalmatica]] romanza, derivata direttamente dal [[lingua latina|latino]], al [[lingua veneta|veneto]], divenuto una vera e propria [[lingua franca]] nel [[Mar Mediterraneo]] orientale, accanto ad un costante accrescimento della componente croata della popolazione (i nomi croati apparvero già nel secolo X<ref>Grga Novak. ''Povijest Splita''. Split, 1957.</ref>). La comunità italiana conobbe anche apporti immigratori dalla penisola e quella croata dall'entroterra.
* ''[[1898: Los últimos de Filipinas]]'', regia di [[Salvador Calvo]] ([[2016]])
* ''[[Il guardiano invisibile]]'' (''El guardián invisible''), regia di [[Fernando González Molina]] ([[2017]])
*''[[Some Time After]],'' regia di [[José Luis Cuerda]] ([[2018]])
*''[[Alegría, tristeza]]'', regia di [[Ibon Cormenzana]] ([[2018]])
 
=== Televisione ===
Spalato si sviluppò quindi in un'importante città portuale, che commerciava con l'entroterra bosniaco ottomano attraverso il passo di [[Klis]]. Nei secoli XV-XVI Spalato fu centro della nascente letteratura croata, con [[Marko Marulić]] (Marco Marulo), autore del celebre poema epico ''Judita'' (1501) su [[Giuditta e Oloferne]], considerata la prima opera letteraria moderna in [[lingua croata]], redatto a Spalato e stampato a Venezia nel 1521.<ref>Grga Novak (1957). ''Povijest Splita. I.'' Split: Matica Hrvatska, pp=311</ref> Tali progressi restavano in ogni caso ristretti ad una cerchia aristocratica, mentre la maggioranza della popolazione restava analfabeta. Il potere veneziano non mostrava particolare interesse per le strutture educative e mediche.
* ''[[La casa di carta]]'' (''La casa de papel'') – serie televisiva, 16 episodi ([[2017]] - in corso)
* ''[[Élite (serie televisiva)|Élite]]'' – serie televisiva, 8 episodi ([[2018]] - in corso)
 
== Riconoscimenti ==
Fino al periodo austriaco la situazione linguistica di Spalato, così come di molte altre città dalmate, fu assai complessa, dividendosi per nazionalità e per classi sociali. Lingua ufficiale e della cultura rimase l'[[lingua italiana|italiano]], utilizzato dall'aristocrazia e dalla più ricca ed influente borghesia, mentre la piccola borghesia e gli artigiani si esprimevano prevalentemente in [[lingua veneta]], che come testimonio il Bartoli era la lingua d'uso prevalente nell'area urbana. La popolazione croata era invece sostanzialmente bilingue, utilizzando il croato - nella variante ciakava ikava, fortemente venetizzato per oltre la metà del lessico - nell'ambito familiare e del piccolo commercio, e il veneto (o l'italiano, a seconda del grado di istruzione) come lingua franca di comunicazione.
*[[Premi Goya 2016|2016]] - [[Premio Goya]]
 
**[[Premio Goya per il miglior attore rivelazione|Miglior attore rivelazione]]
=== Periodo asburgico ===
 
[[File:Spalato, general view, Dalmatia, Austro-Hungary-LCCN2002710813.jpg|thumb|Spalato tra il 1890 e il 1900]]
[[File:Split Ivanko 1893.jpg|thumb|Spalato, cantieri navali "Ivanco", 1893]]
[[File:SPLIT-City plan 1912.jpg|thumb|Spalato nel 1912; si notano i quartieri con nomi italiani: Borgo Grande, Borgo Pozzobon, Borgo Luca, Botticelle]]
 
Caduta nel [[1797]] la [[Repubblica di Venezia]] per mano di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], Spalato secondo il [[trattato di Campoformio]] passò sotto la sovranità austriaca che la tenne fino al [[1806]] ([[pace di Presburgo]])<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/spalato/|titolo=Spalato|sito=www.treccani.it|accesso=23 maggio 2016}}</ref>. Dal 1806 al 1809 farà parte del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] e dal 1809 al 1813 delle [[Province illiriche|Provincie Illiriche]]<ref name=":1" />.
Con il [[Congresso di Vienna]], dal 1814 al 1918 Spalato rimase sotto l'[[Impero austro-ungarico|Impero Austro-Ungarico]] come parte del [[Regno di Dalmazia]].<ref name=":1" /> Spalato ristagnò nel periodo austriaco, e non fu toccata dai moti del [[1848]].
 
A seguito della [[primavera dei popoli]] e della crescita del [[romanticismo]] [[nazionalismo|nazionalista]], due fazioni politiche apparvero in Dalmazia. La prima, filo-croata e detta "unionista" o dei ''puntari'', si riconosceva nel [[Partito Popolare (Dalmazia)|Partito Popolare]] e nel [[Partito dei Diritti (Dalmazia)|Partito dei Diritti]], e sosteneva l'unificazione della Dalmazia con il [[Regno di Croazia-Slavonia]] che era sotto l'amministrazione ungherese. Tale fazione era in maggioranza a Spalato e vi teneva sede. La seconda, filo-italiana, detta "[[irredentismo|irredentista]]" o dei ''tolomaši'', aveva obiettivi politici che andavano dall'autonomia nell'Impero austro-ungarico, fino ad un'unione politica con il [[Regno d'Italia]], ed era per questo mal vista dall'amministrazione asburgica. Unionisti e irredentisti inizialmente fecero fronte comune contro il centralismo di Vienna. In seguito, a causa del maggior rilievo della questione nazionale, si separarono. Dopo l'incorporazione del [[Lombardo-Veneto]] all'Italia ([[1859]]-[[1866]]), il governo austriaco favorì il formarsi di una coscienza nazionale croata, allo scopo di contrastare l'[[Irredentismo italiano]]. Vennero così aperte scuole in lingua croata mentre contemporaneamente chiudevano quelle italiane.{{cn}}
 
Nel 1860 [[Antonio Bajamonti]] del [[Partito Autonomista]] (filo-italiano) veniva eletto sindaco di Spalato, carica che ricoprirà fino al 1880 - salvo una breve interruzione nel 1864-65. Bajamonti fu anche membro della Dieta provinciale dalmata (1861-91) e della Camera dei deputati austriaca (1867-70 e 1873-79).
Per lunghi anni Bajamonti godette dell'appoggio di italiani e croati (inizialmente criticato dagli irredentisti per la sua politica di "apertura" agli slavi, dopo il [[1866]] Bajamonti fu lodato dagli stessi Irredentisti come ''il difensore dell'italianità a Spalato''). In questo periodo di relativa pace sociale fu il propulsore di importanti opere pubbliche, tra cui l'introduzione dell'illuminazione a gas, la costruzione dell'acquedotto e dell'ospedale, la creazione di scuole tecniche, la fondazione della Banca Dalmata e della società operaia. Per sua iniziativa Spalato fu anche dotata di una piazza circondata da gallerie ispirate alle Procuratie di San Marco di [[Venezia]], di una fontana monumentale (considerata, erroneamente, ''simbolo fascista'', venne rasa al suolo dai nuovi [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|poteri popolari jugoslavi]] nel 1947) e della diga foranea del porto. Iniziò anche la creazione della "Riva" (o lungomare) davanti al [[Palazzo di Diocleziano]], divenuta negli anni la passeggiata principale della città.
Col crescere dell'atteggiamento filocroato di Vienna, Bajamonti reagì con memorabili discorsi al Parlamento di [[Vienna]]. Il governo austriaco tentò allora di allontanare Bajamonti mediante l'offerta di una prestigiosa carriera consolare, ma ottenne un rifiuto. Fu così che, approfittando di un tumulto, nel [[1880]] fu sciolto il consiglio comunale e nominato un commissario al posto di Bajamonti.
Nel biennio seguente lo scontro politico tra i partiti filocroati e filoitaliani giunse alla sua acme, e fu in un clima di aperta tensione che nel [[1882]] il [[Partito Autonomista (Dalmazia)|Partito Autonomista]] di Bajamonti perse le elezioni, venendo eletto al suo posto per la prima volta nella storia della città un sindaco croato del [[Partito Popolare (Dalmazia)|Partito Popolare]], l'avvocato Dujam Rendić-Miočević. Da quel momento i partiti filocroati seppero mantenere il potere politico in città e l'influenza culturale italiana declina progressivamente: Bajamonti fu difatti l'ultimo sindaco italiano di Spalato.
 
La presa di coscienza dell'identità croata e il crescente afflusso di croati dalle zone circostanti fece regredire anche l'uso dell'italiano, che pur conservò notevole prestigio per tutto il periodo austriaco ed ebbe un certo suo rilievo fino alla fine della [[seconda guerra mondiale]]. Pure i censimenti furono ampiamente manipolati, tanto che tra il 1880 ed il 1890, la comunità italiana riportatavi si riduce di oltre il 90%, passando da essere poco meno della metà della popolazione della città di Spalato a essere una piccola minoranza.
Nel censimento austriaco del 1890, il primo a contare l'appartenenza linguistica, la popolazione della "lingua d'uso" (''Umgangssprache'') italiana era crollata all'8,6% (1.971 su 22.752 totale) e nel 1910 al 7,6% (2.087 su 27.492).<ref>Guerrino Perselli. ''I Censimenti della popolazione dell'Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936''. Unione Italiana - Fiume & Università Popolare di Trieste. Trieste - Rovigno, 1993, p. 467</ref>
 
=== Prima Jugoslavia ===
[[File:Manifesto Italiani Spalato 3111918.jpg|thumb|Il manifesto per gli italiani di Spalato, affisso dal Fascio Nazionale cittadino il 3 novembre 1918<ref>Il testo: «Italiani di Spalato! Il crollo definitivo dello Stato Austro-Ungarico nel suo ibrido assetto, l'emancipazione dei popoli dal giogo tedesco, il trionfo dei principi democratici, l'avvento delle nazioni sovrane e la fine della guerra riempiono di gioia l'umanità redenta. A questa gioia noi abbiamo il diritto di partecipare con l'orgoglio di chi in questa illustre città ha combattuto e atrocemente sofferto per conservare il proprio carattere nazionale. Il congresso della pace fisserà le delimitazioni statali, tenendo indubbio conto anche delle ragioni storiche e geografiche che dovranno garantire l'equilibrio, la sicurezza ed il fraterno accordo dei popoli. Tali delimitazioni, che integreranno l'Italia, dandole i suoi naturali confini, e sistemeranno anche il nostro avvenire, debbono essere attese da noi con assoluta fiducia. Intanto ogni motivo di competizione nazionale e politica fra i dalmati deve ritenersi cessato. I nostri animi debbono innalzarsi agli alti orizzonti della solidarietà umana e, come usciti dall'incubo, prepararsi con serenità e fede ai nuovi destini della patria. La particolare esultanza degli Iugoslavi per la conseguita liberazione deve riguardarsi da noi con sincera simpatia. Estimatori delle nobili qualità del popolo col quale dividemmo per secoli gioie e dolori, salutiamo con lieto animo la sua esaltazione a quella indipendenza, che le splendide gesta dell'esercito e del popolo Serbo e la retta intuizione dei tempi da parte dei Croati e degli Sloveni gli conquistarono. Ogni nostra manifestazione peraltro deve andar congiunta alla chiara e precisa affermazione della nostra italianità, della quale, dopo il magnifico concorso dato dall'Italia alla causa di tutti gli oppressi, più che mai andiamo superbi. Italiani di Spalato! Nello stadio di transizione che attraversiamo, la disciolta rappresentanza comunale ha ripreso il suo posto, ed oggi si apprende che un governo provvisorio assume la dirigenza del paese. Noi dobbiamo secondare l'opera di questi fattori in quanto essa tende a mantenere l'ordine, la sicurezza e la salute pubblica, beni ed interessi supremi cui va, in quest'ora, posposta ogni altra considerazione. Nel magnifico momento storico che fortuna ci fa vivere, restiamo uniti e conseguenti. Non raccogliamo che gli argomenti di pace che la situazione presenta. Stretti nel pensiero e nel cuore ai fratelli delle provincie italiane già soggette all'Austria, teniamoci, com'essi, in fiduciosa aspettanza. Nessuna frazione di popolo può mai più venir conculcata ed oppressa, nessuna augusta tradizione può perdersi, nessuna giusta aspirazione può fallire. Consci della nostra, e rispettosi dell'altrui individualità, persuasi del valore del nostro, come dell'altrui diritto, salutiamo la radiante aurora dei nuovi tempi e mostriamocene degni». Spalato, 3 novembre 1918.<br />degli Alberti conte Girolamo – Bettiza Giovanni – Boglich dott. Luigi – Calebotta Leone – Cappelletti Giuseppe – Foretich Giovanni – Gilardi Lorenzo – Gospodnetich dott. Giovanni – Guina Leonardo – Illich avv. Giuseppe – Karaman dott. Doimo – Marcocchia prof. Giacomo – Marincovich dott. Carlo – Mayer Bruno – de Michieli Vitturi conte Silvio – Pervan avv. Edoardo – Pezzoli avv. Leonardo – Poduje Luca – Riboli ing. Alfredo – [[Ercolano Salvi|Salvi avv. Ercolano]] – Savo Doimo – Savo avv. Giuseppe – Selem avv. Stefano – Seveglievich Ernesto – [[Antonio Tacconi|Tacconi avv. Antonio]] – Torre cons. Eugenio – Voltolini Giuseppe.<br />Girolamo degli Alberti - notaio - era il rampollo di una delle più ricche famiglie nobili della città; Giovanni Bettiza - zio di [[Enzo Bettiza]] - era un industriale del cemento, proprietario della ditta Gilardi & Bettiza; Luigi Boglich apparteneva ad una nobile famiglia di ascendenze [[Lesina (Croazia)|lesignane]]; Leone Calebotta era un avo del cestista italiano [[Antonio Calebotta|Antonio]]; Lorenzo Gilardi era un imprenditore, la cui famiglia era socia dei Bettiza nella Gilardi & Bettiza; Giovanni Gospodnetich apparteneva alla nobile famiglia dei Dominis-Gospodnetich, cui appartenne [[Marco Antonio de Dominis]]; la famiglia Guina - cui apparteneva Leonardo - era anch'essa nobile ed antica; Giuseppe Illich era avvocato e agente dei Lloyd a Spalato; Doimo Karaman - imprenditore ed editore - era di un'antica famiglia spalatina, che nel suo albero genealogico aveva vescovi e notabili cittadini; il prof. Giacomo Marcocchia fu un insegnante e studioso di storia; il conte Silvio de Michieli Vitturi apparteneva ad una ricchissima e nobile famiglia, grande latifondista: fra i suoi discendenti vi fu [[Ferruccio de Michieli Vitturi]], uno dei fondatori del [[Movimento Sociale Italiano]]; Edoardo Pervan entrò in seguito nel corpo diplomatico del Regno d'Italia; i Pezzoli erano dei ricchi possidenti, già proprietari di uno dei più importanti palazzi storici cittadini (Milesi-Pezzoli), in Piazza della Frutta; Luca Poduje era un intellettuale ed irredentista, fautore di una Dalmazia nella quale i popoli slavi dovevano riconoscere la preminenza culturale italiana; la famiglia Riboli - cui apparteneva l'ingegnere Alfredo, fu una delle prominenti della città fino alla fine della seconda guerra mondiale; su [[Ercolano Salvi]] si veda la voce relativa; Doimo Savo fu uno dei capi della Comunità degli Italiani di Spalato: di famiglia molto ricca, uno dei suoi discendenti fu vicefederale fascista della città dalmata; Ernesto Seveglievich apparteneva ad una nota famiglia di commercianti; su [[Antonio Tacconi]] si veda la relativa voce; Giuseppe Voltolini possedeva un'agenzia d'affari in Riva, ed è citato in un libro di Bettiza come colui che causò il tracollo finanziario della sua famiglia.</ref>]]
 
{{main|Incidenti di Spalato}}
Con la dissoluzione dell'Impero asburgico, Spalato fu teatro di una serie di episodi violenti a carattere prevalentemente antitaliano ([[incidenti di Spalato]]). Malgrado le rimostranze della componente italiana - una petizione per l'incorporazione nel [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] raccolta di 8.000 firme su una popolazione di 17.000 abitanti complessivi - il [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo del 1920]] assegnò la città al [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]]<ref name=":1" />
 
Ciò comportò l'esodo di una parte della popolazione italiana. Le istituzioni scolastiche italiane vennero ulteriormente ridotte, ma la comunità italiana residua riuscì a sopravvivere. Nel censimento austriaco del 1910 a Spalato vi erano 2.082 italiani (cioè il 7,6% della popolazione totale di 27.492 abitanti), ma nel 1941 (quando l'Italia annesse Spalato) ve ne restavano meno di un migliaio su un totale di quasi 40.000.
 
Poiché le altre tre città della costa giuliano-dalmata ([[Trieste]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]]) erano state annesse al [[Regno d'Italia]], Spalato divenne il principale porto del regno. La ferrovia della [[Lika]], che la collegava al resto del paese, venne completata nel 1925. Nel 1929, con il passaggio al [[Regno di Jugoslavia]], la città divenne sede della nuova [[banovina del Litorale]]. Dieci anni dopo, con l'[[accordo Cvetković-Maček]], avrebbe fatto brevemente parte della nuova [[banovina di Croazia]].
 
=== Seconda guerra mondiale ===
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F016229-0008, Italienisches Kriegsschiff im Hafen von Split.jpg|thumb|right|Nave della [[Regia Marina]] nel porto di Spalato dopo l'annessione del 1941]]
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-049-1553-13, Jugoslawien, Split, Mauer mit Aufschrift.jpg |thumb|Tedeschi a Spalato nel 1943. Il graffito legge il motto [[partigiano jugoslavo]], ''Morte al fascismo, libertà al popolo''.]]
[[File:ProvinciaDiSpalato.png|miniatura|La [[Provincia di Spalato]] (1941-43) all'interno del [[Governatorato della Dalmazia]]]]
Nell'aprile del 1941, dopo l'[[invasione della Jugoslavia]] da parte della [[Germania nazista]], Spalato fu occupata dall'esercito italiano. il 15 aprile 1941<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/spalato_res-ea371b2c-87e6-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=SPALATO|sito=www.treccani.it|accesso=23 maggio 2016}}</ref>. Sebbene formalmente parte dello [[Stato Indipendente di Croazia]], gli [[Ustaša]] non erano in grado di stabilire il proprio potera a Spalato, che restò sotto controllo italiano. Un mese dopo, il 18 maggio 1941, quando firmati gli Accordi di Roma per la costituzione dello [[Stato Indipendente di Croazia]],<ref name=":0" /> Spalato venne annessa assieme a [[Cattaro]] al nuovo [[Governatorato della Dalmazia]].<ref>{{Cita libro|nome=Francesca Ferratini|cognome=Tosi|nome2=Gaetano|cognome2=Grassi|nome3=Massimo|cognome3=Legnani|titolo=L'Italia nella seconda guerra mondiale e nella resistenza|url=https://books.google.com/books?id=bqJoAAAAMAAJ|accesso=18 maggio 2016|data=1º gennaio 1988|editore=Franco Angeli}}</ref><ref>Nikola Anić: Povijest Osmog dalmatinskog korpusa Narodnooslobodilačke vojske Hrvatske : 1943.-1945., p. 12</ref>
La situazione demografica nel Governatorato era la seguente: 390.000 abitanti ripartiti tra 5.000 italiani, 90.000 serbi e 280.000 croati<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Alberto|cognome=Becherelli|titolo=Italia e stato indipendente croato, 1941-1943|url=https://books.google.com/books?id=Ym3dzlSfZUUC|accesso=22 maggio 2016|data=1º gennaio 2012|editore=Edizioni Nuova Cultura|p=90|ISBN=978-88-6134-780-9}}</ref>.
La provincia di Spalato oltre alla città comprendeva le limitrofe [[Traù]] e [[Sebenico]], insieme alle isole [[Lissa (isola)|Lissa]], [[Curzola (isola)|Curzola]], [[Cazza]], [[Lagosta (isola)|Lagosta]], [[Pelagosa]] e [[Meleda (isola)|Meleda]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gilberto Pegoraro|anno=2014|titolo=Sull'altra sponda dell’Adriatico - Storia della comunità italiana di Spalato|editore=Università Ca' Foscari Venezia|url=http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/4178/817807-98234.pdf?sequence=2}}</ref>.
 
Spalato divenne presto un centro di resistenza antifascista, e il potere italiano trovò una forte opposizione nella popolazione croata della città.
Il primo gruppo di resistenza armata venne organizzato il 7 maggio 1941; il Primo Distaccamento d'Attacco, di 63 membri (''Prvi udarni odred'') fece da base per le successive formazioni, tra cui il primo Distaccamento Partigiano di Spalato.<ref name=kronika1941>{{Cita libro|url= http://www.ratnakronikasplita.com/kronika/1941|titolo= 1941. - Prva ratna godina|titolotradotto=1941. - The first war year|sito=ratnakronikasplita.com |editore=Udruga antifašističkih boraca i antifašista grada Splita |accesso=14 settembre 2014}}</ref>
Solo tra settembre e ottobre 1941, dieci funzionari dell'occupazione fascista italiana furono assassinati dagli spalatini.<ref name="The three Yugoslavias">Ramet, Sabrina P.; ''The three Yugoslavias: state-building and legitimation, 1918–2005''; [[Indiana University Press]], 2006 {{ISBN|0-253-34656-8}}</ref> Il 12 giugno 1942, una folla, che includeva soldati italiani, devastò la [[sinagoga]] della città, attaccò gli ebrei e saccheggiò sessanta abitazioni ebraiche.<ref>{{Cita libro|cognome= Cohen|nome= Philip J.|anno= 1996|titolo= Serbia's Secret War: Propaganda and the Deceit of History|editore= Texas A&M University Press|città= [[College Station, Texas]]| isbn = 978-0-89096-760-7|url= https://books.google.com/books?id=Fz1PW_wnHYMC|p=92}}</ref>
Le locali squadre di calcio si rifiutarono di competere nel campionato italiano; [[HNK Hajduk]] e [[RNK Split]] sospesero le loro attività e entrambe aderirono ai Partigiani insieme a tutto il personale quando la capitolazione italiana gliene fornì l'opportunità. Poco dopo l'Hajduk divenne il club ufficiale di calcio del movimento partigiano.
 
Con il 25 luglio 1943 sfollò il personale del Governatorato della Dalmazia e delle organizzazioni politiche, giunto dalla penisola nel 1941.
Dal 10 settembre del 1943, dopo la capitolazione italiana e la soppressione del Governatorato il 19 agosto [[1943]]<ref name=":0" /> , la città fu temporaneamente controllata dalle brigate di [[Josip Broz Tito]] con migliaia di persone che si arruolarono volontarie tra i [[partigiani jugoslavi]] (fino a un terzo della popolazione totale, secondo alcune fonti).
 
Il 26 settembre 1943, dopo una battaglia difensiva per impedire la presa della città, i partigiani furono costretti a ritirarsi dall'avanzata nazista, e la [[Wehrmacht]] pose la città sotto l'autorità dello [[Stato Indipendente di Croazia]] poche settimane più tardi.
La [[15ª Divisione fanteria "Bergamo"]], di stanza a Spalato e precedentemente impegnata proprio nella lotta antipartigiana, in quel frangente appoggiò in massima parte i partigiani, e combatté in condizioni psicologiche e materiali difficilissime contro le truppe germaniche, fra le quali la divisione della [[Waffen SS]] [[7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division "Prinz Eugen"|Prinz Eugen]].
 
A Spalato e immediati dintorni erano concentrati circa 13.000 militari italiani.<ref>Emilio Becuzzi, ''Relazione sugli avvenimenti dal 9 al 25 settembre 1943'', in Oddone Talpo, ''op. cit.'', p. 1262.</ref>. In città viveva la più numerosa collettività italiana della Dalmazia - esclusa Zara - con oltre un migliaio di italiani autoctoni e circa duemila fra funzionari, insegnanti, portuali, ferrovieri e loro famiglie, giunti dalla penisola<ref>Oddone Talpo, ''op. cit.'', p. 1135.</ref>.
Le prime notizie dell'armistizio crearono una grande confusione e lasciarono i soldati italiani stretti tra gli ex alleati tedeschi e [[ustascia]] e i vecchi nemici partigiani della [[EPLJ]].<ref name=autogenerato11>[[Elena Aga Rossi]] & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 139.</ref>.
Il generale Becuzzi cercò un accordo con i 2.000 miliziani [[cetnici]], inquadrati nella [[Milizia Volontaria Anti Comunista]], al comando del maggiore serbo Pavasović, e invitò quindi una delegazione dei [[partigiani jugoslavi]] per stabilire le prime basi di un accordo.<ref name=autogenerato4>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 142.</ref><ref>Tutti i convulsi avvenimenti del 9 settembre sono descritti in Oddone Talpo, ''op. cit.'', pp. 1138-1140 e in Enzo de Bernart, ''Da Spalato a Wietzendorf. 1943-1945. Storia degli internati militari italiani'', Mursia, Milano 1974, pp. 7 ss.</ref>.
I partigiani jugoslavi, resisi conto dell'incertezza del comando italiano, iniziarono a disarmare i militari italiani e a saccheggiare i magazzini<ref name=autogenerato4 />. Vista l'impossibilità di contrastare i tedeschi, Becuzzi decise cedere le armi ai partigiani e far sbandare l'esercito, accordando agli jugoslavi la possibilità di reclutare volontari italiani<ref name=autogenerato1>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 143.</ref>. Il 12 settembre infine si risolse nell'ordinare la consegna delle armi ai partigiani jugoslavi per il giorno successivo<ref name=autogenerato1 />.
L'intera divisione, priva di ordini chiari, fu facilmente disarmata dai partigiani<ref name=autogenerato5>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 15.</ref>. Moltissimo armamento individuale fu gettato in mare pur di non essere consegnato, e molti automezzi furono ribaltati mentre quasi tutti i cannoni furono resi inservibili<ref>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 144-145.</ref>. Al contempo, in contrasto con gli accordi sottoscritti il 12 settembre, furono affissi manifesti in cui si invitava la popolazione a segnalare i militari italiani che avessero preso parte a rappresaglie contro i partigiani<ref name=autogenerato7>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 146.</ref>. Alle proteste degli ufficiali italiani Becuzzi replicò che "era la logica conseguenza di chi aveva agito male"<ref name=autogenerato7 />.
Il 17 settembre Becuzzi ebbe un nuovo incontro con i capi partigiani a [[Castel Vitturi]] alla presenza del maggiore dell'OSS Deakin. Ottenuto il restringimento del campo delle accuse, Becuzzi acconsentì alla consegna di undici militari definiti dai partigiani "criminali di guerra".<ref name=autogenerato6 /> A partire dal 19 settembre incominciò la repressione anti-italiana con fucilazioni presso il cimitero di San Lorenzo e nelle campagne vicine<ref name=autogenerato9>[http://www.cadutipolizia.it/fonti/1925-1943/1943franco.htm Franco Paolo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Particolarmente colpita fu la questura di polizia di Spalato che ebbe 41 dispersi di cui parte fu poi rinvenuta in fosse comuni<ref name=autogenerato9 />.
Il 23 settembre da [[Bari]] giunsero a Spalato quattro navi cariche di materiale bellico da consegnare ai partigiani. Becuzzi prese posto sulla [[Aretusa (torpediniera)|torpediniera Aretusa]] abbandonando circa ottomila soldati della ''Bergamo''.<ref>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 154.</ref>. Il 25 settembre i partigiani abbandonarono Spalato temendo di rimanere circondati dai tedeschi della [[7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division "Prinz Eugen"]] che a marce forzate si stava avvicinando alla città<ref name=autogenerato2>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, ''op. cit.'', p. 155.</ref>.
 
Spezzata la resistenza dei partigiani e della ''Bergamo'', i tedeschi sottoposero il corpo ufficiali della divisione italiana ad una decimazione sotto l'accusa di alto tradimento. Dopo un procedimento sommario, tre generali (Policardi, Pelligra e Cigala Fulgosi) e quarantotto ufficiali italiani vennero trasportati nella vicina località di [[Treglia]] (in croato ''Trilj'') e ivi fucilati ([[Massacro_di_Treglia#Settore_di_Spalato|Massacro di Treglia]]).<ref name=autogenerato3>''Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna'' - Ed. Ferni Ginevra 1971 Vol. XII</ref>. Le salme vennero poi rimpatriate negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e sepolte al Sacrario Militare del [[Lido di Venezia]]<ref name=autogenerato3 />.
Durante il periodo di occupazione ustascia-nazista vennero sistematicamente distrutti tutti i simboli che in qualche modo collegassero Spalato all'Italia, compresi parecchi "Leoni di San Marco" del periodo veneziano.
 
Oltre ai bombardamenti nazi-fascisti, la città fu anche bombardata dagli alleati, causando centinaia di morti. I [[partigiani jugoslavi]] ricatturarono la città il 26 ottobre 1944 e la eressero a capitale provvisoria della Croazia. Il 12 febbraio 1945 la''[[Kriegsmarine]]'' condusse un raid sul porto di Split, danneggiando l'incrociatore inglese ''[[HMS Delhi (D47)|Delhi]]''.
Al termine della guerra la comunità italiana si dissolse nell'ambito dell'[[esodo giuliano dalmata]] verso l'Italia. Attualmente si contano in città circa una novantina di italiani, riuniti nella Comunità Italiana di Spalato.
 
=== Nella Jugoslavia socialista ===
[[File:Coat of arms of Split (SRC).svg|thumb|Stemma socialista di Spalato. Introdotto nel 1967, si basava sullo stemma medievale della città.]]
[[File:Split stadium.JPG|upright=1.3|thumb|Lo stadio Poljud, terreno di casa della squadra dell'[[Hajduk Spalato]], dal design innovativo, fu costruito negli anni del [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|regime socialista]] in occasione dei [[giochi del Mediterraneo]] del [[1979]]; inoltre dal 2013 sede del famoso Ultra Music Festival Europe]]
 
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Spalato entrò a far parte della [[Repubblica Socialista di Croazia]], repubblica costitutiva della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]]. Durante il periodo socialista la città sperimentò il suo più grande boom economico e demografico, con la fondazione di decine di nuove fabbriche e società; la popolazione della città triplicò tra 1945 e 1991. La città divenne il centro economico di un'area che superava i confini della Croazia e fu segnata dall'[[inurbamento]] delle popolazioni rurali dall'entroterra, che trovarono occupazione grazie alla recente [[industrializzazione]] su larga scala - specialmente in termini di [[cantieri navali]] - promossa dagli investimenti pubblici del governo federale jugoslavo.
 
Molte strutture ricreative vennero costruite con fondi federali, in particolare per i [[Giochi del Mediterraneo]] del [[1979]], come lo Stadio Poljud. La città divenne anche il più grande porto passeggeri e militare in Jugoslavia, che ospitava la sede della ''Jugoslavenska ratna mornarica'' (JRM) e il distretto militare costiero dell'[[esercito jugoslavo]]. Nel periodo compreso tra il 1945 e il 1990 la città fu trasformata e ampliata, occupando la grande maggioranza della penisola di Spalato. Nello stesso periodo, ha raggiunto un PIL e un livello di occupazione ancora oggi inedito, ancora al di sopra del presente, sviluppandosi in una delle principali città della federazione jugoslava.
 
=== Nella Croazia indipendente===
[[File:Marjan from the Riva.jpg|thumb|La collina di Marjan vista dalla Riva]]
 
Dalla dissoluzione jugoslava del giugno [[1991]], Spalato fa parte della [[Croazia]] indipendente.
 
Pur avendo subito danni nelle [[guerre jugoslave]] degli [[anni 1990|anni novanta]], negli ultimi anni la città sta godendo di un periodo di notevole espansione economica, legato anche all'ingresso della Croazia nella Unione Europea.
 
Quando la Croazia dichiarò l'indipendenza nel 1991, Spalato ospitava una grande guarnigione di truppe dell'[[esercito jugoslavo]], nonché le sedi e le strutture della Marina militare (JRM). Ciò ha portato a uno stallo di mesi tra le forze federali e la Guardia Nazionale e polizia croata, con occasionali incidenti. Tra questi, il 15 novembre 1991, la fregata leggera JRM ''Split'' sparò un certo numero di colpi sulla città e nei dintorni. I danni furono limitati ma si contarono alcuni morti. Tra i luoghi bombardati vi furono il centro storico, l'aeroporto cittadino e una parte disabitata delle colline sopra [[Kaštela]], tra l'aeroporto e Spalato. I marinai che si erano rifiutati di attaccare i civili , la maggior parte dei quali croati, furono sbarcati su scialuppe. L'esercito e la marina jugoslava evacuarono tutte le loro strutture a Spalato nel gennaio 1992. Negli anni successivi la città conobbe una pesante recessione.
 
Negli anni successivi al 2000, Spalato ha infine ritrovato un certo dinamismo economico e produttivo, con particolare attenzione al turismo. Dall'essere solo un punto di passaggio, Spalato è oggi una delle principali destinazioni turistiche croate. Molti grandi progetti di sviluppo sono stati ripresi e nuove infrastrutture sono in fase di costruzione. Un esempio degli ultimi grandi progetti è la [[Spaladium Arena]], costruita nel 2009.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Sv. Duje cathedral, Split, Croatia.JPG|thumb|Il campanile della cattedrale è il simbolo principale della città]]
 
Spalato è famosa soprattutto per il [[Palazzo di Diocleziano]], la [[porta Aurea (Spalato)|porta Aurea]] e la [[Cattedrale di San Doimo|cattedrale]] con il suo celebre [[campanile]]. È inoltre sede arcivescovile. Nelle vicinanze sono notevoli le rovine romane di [[Salona]] e gli scavi [[archeologia|archeologici]] andrebbero ampliati, ma il paesaggio circostante è stato occupato, nel secolo scorso, da una vasta zona industriale. Sono comunque in studio piani di recupero e tutela. Subito ad Ovest si trovano le storiche località turistiche dei [[Sette Castelli]] e lo specchio di mare che da essi prende nome: la [[Baia dei Castelli]], che la Penisola di Spalato insieme all'Isola di [[Bua (isola)|Bua]] separano dal [[Mar Adriatico]].
 
== Società ==
=== Etnie e minoranze straniere ===
Attualmente, dei 188.694 abitanti 95,15% sono [[croati]] mentre i restanti 4,85% appartengono ad altre nazionalità ([[bosnia]]ci, [[Montenegro|montenegrini]], [[Slovenia|sloveni]], [[Serbia|serbi]] ed [[italiani]]).
 
Inoltre l'88,37% dei cittadini sono cattolici, il 5,26% agnostici, il 3,78% non dichiarano la loro religione, il 2,12% ortodossi e lo 0,46% appartengono ad altre religioni.
 
In città, nonostante tutte le vicende storiche, è sopravvissuta una piccolissima minoranza autoctona italiana che dai primi anni novanta, subito dopo la dissoluzione della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] e le [[guerre jugoslave]], ha fondato nel [[1994]] la Comunità degli Italiani e nel [[2007]] il Centro Ricerche Culturali Dalmate, con lo scopo di promuovere la cultura latina e veneta della Dalmazia. Spalato era inoltre sede di un consolato italiano, oggi chiuso, attivo nella tutela e valorizzazione della cultura e del patrimonio latini, veneti e italiani del territorio. È stata aperta anche una sede della [[Società Dante Alighieri]], anch'essa attiva in ambito culturale.
 
== Cultura ==
=== Eventi ===
 
Dal 2013 Spalato è sede dell'[[Ultra Music Festival]] europeo, con 90.000 visitatori nella prima edizione e 125.000 la successiva.
 
== Persone legate a Spalato ==
{{div col|3}}
* [[Josip Radosevic]], calciatore croato
* [[Antonio Maria Ayala]] ([[Mineo]] [[1818]] - Spalato [[1887]], missionario e rettore gesuita)
* [[Mario Ančić]] ([[1984]], vivente), tennista
* [[Antonio Bajamonti]] ([[1822]] - [[1891]]), uomo politico, esponente di punta del ''[[Partito autonomista]]''. Fu l'ultimo podestà italiano di Spalato
* [[Giulio Bajamonti]] ([[1744]] - [[1800]]), medico, compositore, anglista
* [[Ivano Balić]] ([[1979]], vivente), giocatore di pallamano
* [[Vladimir Beara]] ([[1928]] - [[2014]]), calciatore
* [[Enzo Bettiza]] ([[1927]] - [[2017]]), giornalista e scrittore
* [[Slaven Bilić]] ([[1968]], vivente), calciatore, allenatore
* [[Đurđica Bjedov]] ([[1947]], vivente), nuotatrice
* [[Aco Bočina]], mandolinista e compositore
* [[Mislav Hodžić]] ([[1977]]), presbitero croato.
* [[Francesco Carrara (archeologo)|Francesco Carrara]] (1812-1854), archeologo
* [[Stefano Cosmi]] ([[1629]] - [[1707]]), arcivescovo e benefattore
* [[Diocleziano]] ([[243]] - [[311]]), imperatore romano
* [[San Doimo]] (giustiziato [[304]], vescovo e martire
* [[Marco Antonio de Dominis]] ([[1560]] - [[1624]], arcivescovo e scienziato
* [[Duje Draganja]] ([[1983]], vivente), nuotatore
* [[Doris Dragović]] ([[1961]], vivente), cantante
* [[Alessandro Dudan]], irredentista e storico
* [[Giulio Nepote]] ([[430]] - [[480]]), imperatore romano d'occidente
* [[Glicerio]] (attorno il [[420]] - dopo il [[480]], imperatore romano d'occidente, vescovo
* [[Jakov Gotovac]] ([[1895]] - [[1982]]), compositore
* [[Josip Hatze]] ([[1879]]) - [[1959]]), compositore
* [[Goran Ivanišević]] ([[1971]], vivente), tennista
* [[Ivan Jurić]] ([[1975]], vivente), calciatore
* [[Toni Višić]], vivente, pugile
* [[Tonći Kukoč|Tonći Kukoč-Petraello]] ([[1990]], vivente), calciatore
* [[Toni Kukoč]] ([[1968]], vivente), cestista
* [[Giuseppe Lallich]] ([[1867]] - [[Roma]] [[1953]]), pittore
* [[Francesco Lanza di Casalanza]] ([[1808]] - [[1892]]), medico e filosofo, conservatore del Museo di antichità e podestà di Spalato
* [[Draghixa Laurent]] ([[1973]], vivente) ex pornoattrice
* [[Marcellino (generale romano)|Marcellino]] (? - [[468]]), conte d'Illirico
* [[Marko Marulić]] ([[1450]] - [[1524]]), poeta e umanista
* [[Lino Maupas]] ([[1866]] - [[1924]]), frate francescano, venerabile
* [[Adolfo Mussafia]] ([[1835]] - [[1905]]), filologo
* [[Ivan Perišić]] ([[1989]], vivente), calciatore
* [[Stipe Pletikosa]] ([[1979]], vivente), calciatore
* [[Giorgio Politeo]] ([[1827]]-[[1913]]), filosofo e pedagogo
* [[Ksenija Prohaska]] ([[1953]], vivente, attrice e cantante
* [[Rainerio di Cagli|San Rainerio di Cagli]], ([[1100]] - [[1180]]) arcivescovo, compatrono dell'Arcidiocesi di Spalato e della città e diocesi di [[Cagli]].
* [[Dino Rađa]] ([[1967]], vivente), cestista
* [[Ivan Rajčić]] ([[1981]], vivente), calciatore
* [[Edoardo Reja]] ([[1945]], vivente), allenatore dell'Hajduk nella stagione 2008-09
* [[Pietro Riario]] ([[1447]] - [[1474]], cardinale arcivescovo
* [[Francesco Rismondo]] ([[1885]] - [[1915]]), irredentista, volontario per l'Italia nella prima guerra mondiale, decorato al Valor Militare
* [[Ratko Rudić]] ([[1948]], vivente), pallanuotista, allenatore
* [[Ruggero di Puglia (vescovo)|Ruggero di Puglia]] (c.[[1205]] - [[1266]]), arcivescovo e cronista
* [[Ercolano Salvi]] (1861-1920), politico, irredentista, Senatore del Regno d'Italia
* [[Ivo Sanader]] ([[1952]], vivente), politico, ex primo ministro della [[Croazia]]
* [[Miljenko Smoje]] ([[1923]] - [[1995]]), giornalista e scrittore
* [[Giovanni Soglian]] ([[1901]] - [[1943]]), docente e linguista
* [[Lino Del Bianco]] maestro di legatoria
* [[Zlatan Stipišić - Gibonni]] ([[1968]], vivente), cantautore
* [[Franz von Suppé]] ([[1819]] - [[1895]]), compositore
* [[Antonio Tacconi]] (1880 - 1962), irredentista, giornalista, Senatore del Regno d'Italia
* [[Ildebrando Tacconi]] (1888 - 1973), storico, letterato, irredentista
* [[Ivo Tijardović]] ([[1895]]) - [[1976]]), compositore
* [[Tommaso Arcidiacono]] (1200 o 1201 - 1268), cronista e storico
* [[Igor Tudor]] ([[1978]], vivente), calciatore
* [[Blanka Vlašić]] ([[1983]], vivente), atleta
* [[Severina Vučković]] ([[1972]], vivente), cantante
* La famiglia di [[Sylva Koscina]] proviene da Spalato e da Traù
* Il celebre poeta [[Ugo Foscolo]], nato a [[Zacinto]], visse la sua giovinezza e compì i primi studi presso il seminario arcivescovile della città dalmata
* [[Lordan Zafranović]] ([[1944]], vivente), regista cinematografico.
* [[Giovanni Ruggeri (giornalista)]]
* [[Artur Rodziński]] - direttore d'orchestra
* [[Ivica Šurjak]] - ex calciatore
* [[Neven Mimica]] - politico
* [[Zvonimir Mihanović]] ([[1946]], vivente) - pittore
{{div col end}}
 
== Geografia antropica ==
Il territorio comunale di Spalato (178.102<ref name="ReferenceA">Censimento generale della popolazione del 2011 - 1468 - Popis stanovništva, kućanstava i stanova 2011 godine. Stanovništvo prema spolu i starosti</ref> ab.) è suddiviso in 7 comitati locali (''Mjesni odbori'')<ref>[http://www.split.hr/Default.aspx?sec=377 Mjesni odbori] Grad Split</ref> di seguito elencate. Tra parentesi il nome in lingua italiana, generalmente desueto.
* Kamen (''Sasso''<ref name="austriaco1">''Sasso'' in: [http://www.das.hr/adm_doc/files/599/stobrec_I.jpg Comune SASSO e STROBEZ, Dalmazia Circolo di Spalato, 1831] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>): 1.769<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Donje Sitno: 313<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Gornje Sitno: 392<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Slatine: 1.106<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Srinjine (''Srignine''<ref name="Srigne">[http://www.das.hr/adm_doc/files/593/srinjine_I.jpg Comune SRIGNINE, Dalmazia Circolo di Spalato, 1832] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>): 1.201<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Stobreč (''Strobez''<ref name="austriaco2">''Strobez'' in: [http://www.das.hr/adm_doc/files/599/stobrec_IV.jpg Comune SASSO e STROBEZ, Dalmazia Circolo di Spalato, 1831] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>): 2.978<ref name="ReferenceA"/> ab.
* Žrnovnica (''Xernovnizza''<ref name="austriaco3">''Xernovnizza'' in: [http://www.das.hr/adm_doc/files/760/zrnovnica_VIII.jpg Comune XERNOVNIZZA, Dalmazia Circolo di Spalato, 1832] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>): 3.222<ref name="ReferenceA"/> ab.
 
A sua volta, la frazione cittadina di Spalato è suddivisa nelle seguenti 25 circoscrizioni o quartieri (''Gradski kotari'')<ref>[http://www.split.hr/Default.aspx?sec=376 Gradski kotari] Grad Split</ref>:
* Bačvice (''Botticelle<ref name="Spalato">''Spalato, Borgo Grande, Borgo Luzaz, Borgo Manus, Grippi'' in: [http://www.das.hr/adm_doc/files/587/split_XIV.jpg Comune SPALATO, Dalmazia Circolo di Spalato, 1831] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>'')
* Blatine-Škrape {{cn|(''Lo Stagno-La Scrappa'')}}
* Bol {{cn|(''Vallo'')}}
* Brda {{cn|(''I Colli'')}}
* Grad (''Città Vecchia-Città Nuova'')
* Kman {{cn|(''Caprario'' o ''Cabàn'')}}
* Kocunar {{cn|(''Cazzana'')}}
* Lokve {{cn|(''Làcoli'' o ''San Pietro degli Stagni'')}}
* Lovret (''Lovretti<ref name="Spalato2">''Lovretti, Paludi, Scalizze e Spinuti'' in: [http://www.das.hr/adm_doc/files/587/split_VIII.jpg Comune SPALATO, Dalmazia Circolo di Spalato, 1831] - Catasto austriaco franceschino. Archivio di Stato di Spalato</ref>'')
* Lučac-Manuš (''Borgo Luzaz-Borgo Manus<ref name="Spalato"/>'')
* Mejaši {{cn|(''Contrada Cavosoli'')}}
* Meje {{cn|(''San Martino e Cosimo'')}}
* Mertojak {{cn|(''Mirculano'')}}
* Neslanovac {{cn|(''Vallisella'')}}
* Plokite {{cn|(''Muclalonga'')}}
* Pujanke {{cn|(''Contrada Cila'')}}
* Ravne njive {{cn|(''Campanana'')}}
* Sirobuja {{cn|(''Seròbigla'')}}
* Špinut (''Spinuti<ref name="Spalato2"/>'')
* Split 3 (''Spalato 3'')
* Sućidar {{cn|(''Seldirini'')}}
* Šine {{cn|(''Scine'')}}
* Varoš (''Borgo Grande<ref name="Spalato"/>'')
* Visoka {{cn|(''Monticello'')}}
* Žnjan {{cn|(''Giugnano'')}}
 
== Economia ==
La città di Spalato è stata sede in passato di grandi industrie nel settore delle costruzioni navali, della [[chimica]], della [[carta]] e dell'abbigliamento; {{CN|in particolare, la prima industria in senso moderno risale al 1860 con il ''Primo cementificio dalmata Gilardi e Bettiza''.}}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Dopo il collegamento, avvenuto nel [[2005]], di Spalato con il resto della rete [[autostrada]]le croata i collegamenti esterni della città sono stati ulteriormente facilitati e sono completati dalla presenza di un [[porto (struttura)|porto]] con collegamenti tramite [[traghetto]] sia con le [[isola|isole]] dalmate che con le altre principali città costiere croate e con alcune città italiane come [[Ancona]] e [[Pescara]]. La compagnia di navigazione più importante su queste rotte è la [[Jadrolinija]].
 
I collegamenti aerei sono garantiti dalla presenza in città del terzo [[Aeroporto di Spalato|aeroporto]] croato per importanza.
 
== Amministrazione ==
=== Gemellaggi ===
Spalato è gemellata con:
* {{gemellaggio|Italia|Benevento|1997}}
* {{Gemellaggio|Italia|Cagli}}
* {{Gemellaggio|Italia|Ancona}}
* {{Gemellaggio|Cile|Antofagasta}}
* {{Gemellaggio|Israele|Bet Schemesch}}
* {{Gemellaggio|Australia|Città di Cockburn}}
* {{Gemellaggio|Regno Unito|Dover}}
* {{Gemellaggio|Danimarca|Gladsaxe}}
* {{Gemellaggio|Stati Uniti d'America|Los Angeles}}
* {{Gemellaggio|Bosnia e Erzegovina|Mostar}}
* {{Gemellaggio|Ucraina|Odessa}}
* {{Gemellaggio|Repubblica Ceca|Ostrava}}
* {{Gemellaggio|Italia|Pescara}}
* {{Gemellaggio|Repubblica di Macedonia|Štip}}
* {{Gemellaggio|Norvegia|Trondheim}}
* {{Gemellaggio|Slovenia|Velenje}}
* {{Gemellaggio|Germania|Charlottenburg-Wilmersdorf}}
 
== Sport ==
 
Hanno vinto le medaglie d'oro olimpioniche gli spalatini [[Duje Bonačić]], [[Mate Trojanović]], [[Velimir Valenta]] (Helsinki 1952), [[Andrija Anković]], [[Ante Žanetić]], [[Zvonko Bego]] (Roma 1960), [[Đurđica Bjedov]], [[Ivo Trumbić]] (Città del Messico 1968), [[Mate Parlov]] (Monaco 1972), [[Duje Krstulović]] (Mosca 1980), [[Milivoj Bebić]] (Los Angeles 1984), [[Ratko Rudić]], [[Deni Lušić]] (Los Angeles 1984 e Seul 1988), [[Renco Posinković]], [[Mislav Bezmalinović]] (Seoul 1988). Sono nati in questa città i campioni mondiali Mate Parlov ([[pugilato]] WBC 1978) e [[Blanka Vlasic|Blanka Vlašić]] ([[salto in alto]] 2007 e 2009, più un argento olimpico nel 2008), i tennisti [[Nikola Pilić]], [[Goran Ivanišević]] e [[Mario Ančić]], nonché i cestisti [[Toni Kukoč]] e [[Dino Rađa]].<br />La società sportiva più famosa è la squadra di calcio dell'[[Hajduk Spalato|Hajduk]], ma anche la squadra calcistica dell'[[RNK Spalato]], oltre ad una nutrita schiera di società di pallacanestro, pallanuoto, pallamano, tennis, arti marziali, nuoto, bocce, rugby, baseball, softball.
 
Da Spalato vengono tanti vincitori delle varie coppe europee: nella pallacanestro maschile - KK Split (sotto il nome Jugoplastika e POP 84), nella pallanuoto - VK POŠK, VK Jadran, VK Mornar, nella pallamano femminile - RK Nada (sotto il nome Dalma), nel rugby - RK Nada.
 
Spalato è la città natale del calciatore croato [[Ivan Perišić]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* [[Gustavo Giovannoni]], ''Notizie e commenti. Spalato: Palazzo di Diocleziano. Assisi: Chiesa superiore di S. Francesco. Forlì: Chiostro di S. Mercuriale'', in ''Palladio'', VI, n. 1, pp.&nbsp;34–39.
* {{Cita libro |autore = Dario Alberi |titolo = Dalmazia - Storia, arte e cultura |città = Trieste |editore = LINT |anno = |isbn = 978-88-8190-244-6}}
* {{Cita libro |autore = Guerrino Perselli |titolo = I Censimenti della popolazione dell'Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936 |editore = Unione Italiana - Fiume & Università Popolare di Trieste |città = Trieste - Rovigno |anno = 1993 |issn = 0353-3271 |cid = Guerrino Perselli (1993)}}
* {{Cita libro |autore = Giulio Vignoli |titolo = Gli Italiani dimenticati. Minoranze italiane in Europa |editore = [[Giuffrè editore]] |città = Milano |anno = 2000, cap. V (sulla tuttora persistente minoranza italiana a Spalato)}}
* {{Cita libro |autore = Luigi Tomaz |autore2 = Arnaldo Mauri |titolo = Il confine d'Italia in Istria e Dalmazia. Duemila anni di storia |città = Conselve |editore = Think ADV |anno = 2007}}
 
== Voci correlate ==
* [[Ferrovia Dalmata]]
* [[Ferrovia Spalato-Signo]]
* [[Incidenti di Spalato]]
* [[Calcio Spalato]]
* [[Dalmati italiani]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Split|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://crcd-spalato.com/|Centro Ricerche Culturali Dalmate - Spalato}}
* {{cita web|http://www.consspalato.esteri.it/Consolato_Spalato|Consolato d'Italia a Spalato}}
* {{cita web|http://unione-italiana.hr/index.php/it/le-comunita-degli-italiani/item/300-ci-spalato|Comunità Italiana di Spalato}}
 
{{Comuni della regione spalatino-dalmata}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|televisione|cinema}}
{{Portale|Croazia|patrimoni dell'umanità|Venezia Giulia e Dalmazia}}
 
[[Categoria:Spalato| ]]
[[Categoria:Colonie di Syrakousai]]