Tursi e J. G. Ballard: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Vetrina rimozione|arg=geografia}}
|Nome = J. G.
{{organizzare|Voce in vetrina di vecchia data, nonostante i recenti aggiornamenti non rispetta in molti punti [[Wikipedia:Modello di voce/Comuni italiani]], in particolare nelle sezioni: Etnie e minoranze straniere; Lingue e dialetti; Stampa; Cinema; Economia... Diverse note non sono autorevoli.|Basilicata|novembre 2017}}
|Cognome = Ballard
{{Avvisounicode}}
|PostCognomeVirgola = all'anagrafe '''James Graham Ballard'''
{{Divisione amministrativa
|Sesso = M
|Nome=Tursi
|LuogoNascita = Shanghai
|Panorama=481871730_7aa856c533_o.jpg
|GiornoMeseNascita = 15 novembre
|Didascalia=
|AnnoNascita = 1930
|Bandiera=
|LuogoMorte = Shepperton
|Voce bandiera=
|GiornoMeseMorte = 19 aprile
|Stemma=Tursi-Stemma.png
|AnnoMorte = 2009
|Voce stemma=
|Epoca = 1900
|Stato=ITA
|Attività = scrittore
|Grado amministrativo=3
|Nazionalità = britannico
|Divisione amm grado 1=Basilicata
|PostNazionalità =
|Divisione amm grado 2=Matera
|Immagine =
|Amministratore locale=Salvatore Cosma <!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Didascalia = J.G.Ballard raffigurato su un murale, poco dopo la sua morte nel [[2009]]
|Partito=[[lista civica]] Per Tursi in prima persona
|Data elezione=31-5-2015
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Superficie=159.93
|Note superficie=
|Abitanti=4989
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2016gen/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P077&Com=29&submit=Tavola|titolo=Bilancio demografico Istat 2016}}
|Aggiornamento abitanti=31-12-2016
|Sottodivisioni=[[Anglona (Tursi)|Anglona]], Caprarico, Panevino<ref name=istat2001>{{cita web|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007TE5&v=1UH07B07TF50000|titolo=Popolazione residente nelle frazioni e nei borghi, Istat 2001|accesso=20 novembre 2008}}</ref>
|Divisioni confinanti=[[Colobraro]], [[Montalbano Jonico]], [[Policoro]], [[Rotondella]], [[Sant'Arcangelo]] ([[Provincia di Potenza|PZ]]), [[Scanzano Jonico]], [[Stigliano]]<ref>{{cita web|url=http://www.pcn.minambiente.it/viewer/|titolo=Comuni limitrofi, dati del ministero dell'ambiente.(selezionare il comune e nel menu vettoriale, unità amministrative regionali, provinciali e comunali 2011)|accesso=31 maggio 2014}}</ref>
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=1452
|Diffusività=
|Nome abitanti=tursitani
|Patrono=[[San Filippo Neri]], [[Santuario di Santa Maria Regina di Anglona#La Devozione|Madonna di Anglona]]
|Festivo=26 maggio, 8 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Tursi (province of Matera, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Tursi nella provincia di Matera
}}
 
Autore sperimentale e fortemente provocatorio, tematicamente e stilisticamente ispirato dalla [[surrealismo|pittura surrealista]]<ref>[http://www.spikemagazine.com/0901ballard.php J.G. Ballard: Rushing To Paradise: Not A Literary Man]</ref>, molti dei suoi romanzi e racconti sono ascrivibili alla cosiddetta ''[[New Wave (fantascienza)|New Wave]]'' della [[fantascienza|narrativa fantascientifica]] ed è generalmente collocato nell'alveo della [[letteratura postmoderna]]<ref>[http://www.depauw.edu/sfs/backissues/55/intro55.htm Science Fiction Studies: Postmodernism and Science Fiction]</ref>. La sua opera, che oltre che per il carattere apertamente sperimentale si caratterizza per un'atmosfera generale cupa e distopica, segnata dalla cinica e cruda analisi delle miserie e perversioni umane nell'altamente tecnologica era moderna, lo ha successivamente portato a essere considerato un [[nume tutelare]] della corrente [[cyberpunk]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ballardian.com/unblinking-clinical-from-ballard-to-cyberpunk|titolo=Ballardian » 'Unblinking, clinical': From Ballard to cyberpunk|sito=www.Ballardian.com|accesso=28 dicembre 2017}}</ref>, mentre il suo eclettico approccio alle strutture letterarie convenzionali, in relazione soprattutto ai disparati sottogeneri e al loro amalgama, lo hanno invece portato a essere considerato un antesignano dello [[Slipstream (letteratura)|slipstream]]<ref>[http://www.readercon.org/docs/slipcanon.pdf A Working Canon of Slipstream Writing] compiled in [[Readercon]] 18, 2007.</ref>.
'''Tursi''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|['turːsi]}}<ref>*{{DOP|lemma=Tursi|id=8979}}<br>*{{Dipi|Tursi}}</ref> ''Turse'' in [[dialetto metapontino|dialetto tursitano]]<ref>[[Albino Pierro]], ''Nd'u piccicarelle di Turse'', Editori Laterza, Bari [[1967]]</ref>, ''Thyrsoi'', Θυρσοί in [[lingua greca|greco]], ''Tursium'' in [[lingua latina|latino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4989}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Matera]] in [[Basilicata]], elevato a [[città]] con [[decreto del presidente della Repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]] il 4 maggio 2006<ref name=citta>D.P.R. 4 maggio 2006 - Delibera n. 2, prot. 1778, per il “Riconoscimento del Titolo di Città al Comune di Tursi, richiesta ai sensi dell'art. 18 del D.L.vo n. 18/08/2000 n. 267 [[Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267|TUEL]]”.</ref>. Nel comune vi ha sede la [[Comunità Montana Basso Sinni]].
 
==Biografia==
Il centro urbano si è sviluppato a cominciare dal [[V secolo]] nell'intorno del castello, nel [[1561]] era tra i più popolosi<ref name="bruno138">{{Cita|R. Bruno|pag. 138}}</ref> e nel [[1601]] era la città della [[provincia di Basilicata|provincia]] del [[regno di Napoli|regno]] con il maggior numero di [[Fuoco (demografia)|fuochi]], ne contava 1799, prima di [[Melfi]] 1772, [[Venosa]] 1095, [[Potenza]] 1082 e [[Tricarico]] 1073<ref>{{cita|S. Mazzella|pp. 129-131}}</ref>.
Nato a [[Shanghai]] da genitori britannici ivi residenti per motivi di lavoro, durante la [[seconda guerra mondiale]] Ballard bambino fu internato assieme ai suoi famigliari nel [[campo di concentramento|campo di prigionia]] giapponese di [[Lunghua]]<ref> https://www.bl.uk/collection-items/photographs-showing-the-former-lunghua-civilian-assembly-centre | The Papers of James Graham Ballard: Return to Shanghai 1991 </ref>dal 1942 al 1945, sebbene nel romanzo [[L'impero del sole (romanzo)|L'impero del sole]] (''Empire of the Sun'') i genitori risultino internati in quello di Soochow e genitori e figlio si ricongiungono solo alla fine del conflitto. Ballard fa questa rivelazione in una intervista al quotidiano britannico ''The Guardian'' nel 2006 e nella sua autobiografia ''I miracoli della vita''. Il regista [[Steven Spielberg]] nel [[1987]] ne trasse [[L'impero del sole (film 1987)|un film omonimo]] (sceneggiatura del drammaturgo inglese [[Tom Stoppard]]).
Nel [[1946]] Ballard si trasferì in [[Gran Bretagna]], iniziando gli studi di [[medicina]] al [[King's College (Cambridge)|King's College]] dell'[[Università di Cambridge]] (con l'intento di diventare psichiatra) ma, dopo due anni, folgorato dalla lettura dell'[[Ulisse]] di [[James Joyce]], decise di abbandonare tali studi capendo che la professione medica non gli avrebbe lasciato abbastanza tempo per scrivere. Dopo una serie di lavori occasionali - autore di testi pubblicitari, portiere a Covent Garden, ecc. - si spostò in [[Canada]] con la [[Royal Air Force]], e là scoprì la [[fantascienza]].
 
Congedatosi dalla RAF e tornato in patria, Ballard lavorò come giornalista scientifico e iniziò a scrivere racconti: il primo a essere pubblicato fu ''Prima Belladonna'', del [[1956]], che uscì a dicembre sulla rivista ''Science Fantasy'', seguito a pochi giorni di distanza da ''Escapement'' su ''New Worlds''.
Nel [[968]], in [[epoca bizantina]], Tursi divenne capoluogo del [[Lucania (thema)|thema di Lucania]]<ref name="guillou">{{Cita|A. Guillou|pag. 26}}</ref>, e [[sede vescovile]] di [[rito greco]]<ref name="diocesi">{{cita|J. Darrouzès|''Notitia 10'', p. 333, nº 675; e ''Notitia 13'', p. 370, nº 797 (''Toursikon'')}}</ref>. Dall'inizio del [[XVIII secolo]] e fino alla riforma borbonica del [[1816]], Tursi è stato il primo dei quattro ripartimenti della regione<ref>{{cita|T. Pedio, La Basilicata..|p. 41}}</ref>, vi aveva sede il Regio Percettore di Basilicata<ref>{{cita|T. Pedio, La Basilicata..|p. 9}}</ref> e suoi confini, estesi fino al [[mar Ionio]], comprendevano la torre di Trisaja, a sud della foce del [[fiume Sinni]], una delle sette [[Torri_costiere_del_Regno_di_Napoli|torri costiere del Regno di Napoli]] a protezione della [[costa jonica lucana]]<ref>{{cita|S. Mazzella|pag. 128}}</ref>.
La sua prosa e i suoi temi ebbero un influsso notevole sulla fantascienza degli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]] e sul movimento [[cyberpunk]] degli [[anni 1980|anni ottanta]].
Il suo articolo ''Come si arriva allo spazio interiore'' (''Which Way to Inner Space''), apparso sulla rivista ''New Worlds'' nel [[1962]], segnò la nascita della [[New Wave (fantascienza)|New Wave]] britannica. Ballard spostò l'attenzione sullo spazio interiore (''inner space''), luogo di incontro tra pulsioni della [[psiche]] umana e immagini e simboli veicolati dai [[mass media]]. In Italia l'articolo fu tradotto per la prima volta da [[Riccardo Valla]] nella sua fanzine ''Sevagram'' nel 1968, quindi incluso da Carlo Pagetti in un numero della rivista ''[[Nuovi Argomenti]]'' dedicato a Ballard, uscito nel 1970.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Giulia|cognome=Iannuzzi|data=2017|titolo=Traduttore, consulente editoriale, intellettuale: Riccardo Valla e la fantascienza angloamericana in Italia|rivista=EUT Edizioni Università di Trieste|pp=272-273|accesso=10 marzo 2019|doi=10.13137/2421-6763/17363|url=https://www.openstarts.units.it//handle/10077/17363}}</ref>
 
Il suo primo romanzo pubblicato fu ''[[Il vento dal nulla]]'' (''The Wind From Nowhere'') del [[1962]], che aprì una tetralogia di [[fantascienza apocalittica|genere catastrofico]] (anche se in seguito Ballard lo rinnegò, fu questo libro a dargli la possibilità di guadagnarsi da vivere come scrittore). Gli altri tre furono ''[[Il mondo sommerso]]'' (''The Drowned World''), ''Terra bruciata'' (''The Burning World'') e ''[[Foresta di cristallo]]'' (''The Crystal World''), basati sui [[quattro elementi]] aristotelici aria, acqua, terra e fuoco, più un quinto elemento, il tempo, che domina ''Foresta di cristallo''.
La città a vocazione prevalentemente agricola, è conosciuta per le sue [[citrus sinensis|arance]] (''i partajall''), in modo particolare per una varietà chiamata "Arancia Staccia" coltivata esclusivamente tra i territori di Tursi e [[Montalbano Jonico]]<ref name="pegolini">{{Cita|P. Pergolini, I. Faccioli|pp. 37-38}}</ref>.
 
Nel [[1970]], dopo diverse peripezie legali (fece chiudere una piccola casa editrice di lestofanti che aveva stampato alcune copie del libro) pubblicò ''[[La mostra delle atrocità]]'' (''The Atrocity Exhibition''), forse il suo capolavoro. È un libro composto da quindici racconti, in cui il filo comune (oltre al protagonista) è costituito dall'ossessione maniacale per la [[guerra del Vietnam]], la [[psicopatologia]], la [[pornografia]], il potere dei [[mass media|media]], le vittime di incidenti stradali e le icone del [[sogno americano]], rigorosamente morte. Nel libro Ballard previde l'elezione a presidente degli [[Stati Uniti d'America|USA]] di [[Ronald Reagan]], 11 anni prima che accadesse realmente.
== Geografia fisica ==
{{Vedi anche|Geografia della Basilicata}}
 
Tre anni dopo uscì ''[[Crash (James Graham Ballard)|Crash]]'', in cui viene ripreso (in dosi molto più massicce rispetto al precedente) il tema della [[perversione]] per le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e auto. Nel [[1996]] [[David Cronenberg]] ne trasse [[Crash (film 1996)|un film omonimo]].
=== Territorio ===
[[File:Tursi panorama2.jpg|thumb|Vista longitudilane di Tursi.]]
 
La fama al di fuori del ristretto ambito della fantascienza gli giunse col romanzo autobiografico ''[[L'impero del sole (romanzo)|L'impero del sole]]''. Da allora (prima metà degli anni ottanta) Ballard si allontanò sempre più dai romanzi di fantascienza, ma continuò a scrivere racconti fantascientifici o [[fantastico|fantastici]] fino alla metà degli [[anni 1990|anni novanta]].
Il territorio tursitano, di prevalenza [[collina|collinare]], confina a nord col fiume [[Agri (fiume)|Agri]] e con il comune di [[Montalbano Jonico]], a est con il comune di [[Policoro]], a sud con il fiume [[Sinni]] e i territori di [[Rotondella]], mentre a ovest con i territori di [[Sant'Arcangelo]], [[Colobraro]] e [[Stigliano]]. Il settore urbano presenta un'altitudine che varia dai 346 {{mslm}} del vecchio centro storico che gravita attorno al castello, ai 210 {{mslm}} della moderna piazza Maria SS di Anglona, ai 170 {{mslm}} dei rioni più in basso<ref name="quilici150">{{Cita|L. Quilici, S. Quilici Gigli|pag. 150}}</ref>. Il nucleo abitativo del centro storico ([[Rabatana]]) è difeso naturalmente da tre voragini, di oltre centro metri, di origine franosa; il "fosso della Palmara" (''a Iaramma'') a nord, il "fosso di San Francesco" (''u fòss d'San Francisch'') ad est e il "fosso della Cattedrale" (''u fòss da Catr'dé'') ad ovest<ref name="quilici150" />.
Il borgo, nel corso dei secoli, si è sviluppato nella vallata sottostante alla Rabatana assumendo una forma allungata<ref>{{cita web|url=http://maps.google.it/?ie=UTF8&ll=40.246259,16.470648&spn=0.008336,0.018797&t=k&z=16|titolo=Vista di Tursi dal satellite|accesso=13 novembre 2017}}</ref>. Il centro abitato dista poco meno di 20&nbsp;km dalla [[Mar Ionio|costiera jonica]], ma la frazione Panevino verso il confine est del territorio, ne dista poco più di 6&nbsp;km. In base alla composizione del terreno, l'abitato ha un [[rischio sismico]] di zona 2 relativa ad una sismicità medio-alta dell'attuale indice di [[classificazione sismica dell'Italia|classificazione]]<ref>Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Deliberazione del Consiglio Regionale della Basilicata n. 731 del 19.11.2003.</ref>.
 
L'ultimo romanzo di Ballard, ''[[Regno a venire]]'' (''Kingdom Come''), pubblicato in [[Gran Bretagna]] nel [[2006]], comprende pezzi di ironica [[critica sociale]] strutturati per lo più come gialli, i cui temi sono il [[consumismo]], la società tardo [[capitalismo|capitalistica]], i rigurgiti reazionari e irrazionali delle società occidentali, i [[mass media]].
==== Idrologia ====
[[File:Calanchi Tursi.jpg|thumb|Particolarità dei calanchi di Tursi.]]
 
Nell'autobiografia ''[[I miracoli della vita]]'' (''Miracles of Life''), pubblicata nel marzo del [[2008]], l'autore rivelò di essere affetto da cancro alla prostata, che lo uccise nell'aprile del 2009.
La città è situata al centro di due dei 4 fiumi della [[Basilicata]], l'Agri e il Sinni, originariamente navigabili<ref>{{Cita|C.D. Fonseca|pp. 239-277}}</ref>. Attualmente i corsi dei fiumi sono interrotti da due bacini artificiali, la [[diga di Gannano]] con una capacità di invaso complessiva di 2,6 milioni di [[metro cubo|m³]]<ref>{{cita web|url=http://www.adb.basilicata.it/adb/risorseidriche/invaso.asp?invaso=Gannano|titolo=traversa di gannano|accesso=1 3novembre 2017}}</ref>, nei pressi della frazione Caprarico, interrompe il corso del fiume Agri e la [[diga di Monte Cotugno]], il più grande [[bacino artificiale]] in terra battuta d'[[Europa]]<ref>{{cita web|url=http://www.aptbasilicata.it/Lago-di-Monte-Cotugno.574+M54a708de802.0.html|titolo=Diga del Monte Cotugno|accesso=13 novembre 2017}}</ref>, nei pressi del comune di [[Senise]], interrompe il corso del fiume Sinni. Da una sorgente posta sulla collina ad est di Tursi scende il torrente Pescogrosso, quest'ultimo prende il nome dagli enormi massi ritrovati lungo il suo corso. Il torrente taglia in senso longitudinale la città ad un'altitudine di 190 {{mslm}} e continuando il suo percorso verso est per una decina di [[chilometri]] sfocia, come affluente, nel fiume Sinni<ref name="quilici150" />.
 
==== GeologiaTemi e morfologiacontenuti ====
Ballard sembra, fin dall'inizio della sua carriera, avere: «[...] Il rifiuto dello spazio esterno, della mitologia creata dagli assunti dell'astronave e del viaggio spaziale».<ref name= NotaMontanari> Gianni Montanari, [[1977]].</ref>
Il territorio appartiene al [[Cenozoico]] antico ed è formato da [[Marna (roccia)|rocce marnose]], massa sedimentaria friabilissima costituita da [[argilla]] e [[calcare]], di aspetto terroso e di colore [[ocra|giallo ocra]]<ref name="quilici147">{{Cita|L. Quilici, S. Quilici Gigli|pag. 147}}</ref>. Le continue frane, determinate dall'estrema [[Plasticità (fisica)|plasticità]] di tali rocce a ogni pioggia, hanno modificato costantemente nel tempo la morfologia del territorio stesso<ref name="quilici147" />. La natura mutevole del terreno, piena di [[Calanco|calanchi]], ha donato al territorio un curioso impatto paesaggistico<ref name="quilici147 />.
 
Si pone quindi in modo differente dai suoi colleghi precedenti e dell'epoca, anche se i suoi primi racconti non si discostano di tanto dagli scritti usuali.
=== Clima ===
La [[stazione meteorologica]] più vicina è quella di [[Montalbano Jonico]]. Secondo i dati medi del trentennio [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +7,4&nbsp;°C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +25,5&nbsp;°C<ref>{{cita web|url=http://clisun.casaccia.enea.it/Profili/tabelle/601%20%5BMontalbano%20Jonico%5D%20capoluogo.Txt|titolo=Tabella climatica di Montalbano Jonico|accesso=8 novembre 2017}}</ref>.
 
Nella sua storia di esordio la protagonista ''Jane Ciraclydes'' risulta in sintonia, per psicologia e modo di agire, con il tono presente nella narrativa poliziesca, decadente e romantica. Questa venatura disperata è causata però più dall'ambiente che circonda i personaggi che da essi stessi.
{{ClimaAnnuale
| nome = MONTALBANO JONICO
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 9.1
| tempmax02 = 10.3
| tempmax03 = 12.7
| tempmax04 = 16.1
| tempmax05 = 21.1
| tempmax06 = 25.5
| tempmax07 = 29.6
| tempmax08 = 30.7
| tempmax09 = 26.4
| tempmax10 = 21.1
| tempmax11 = 15.3
| tempmax12 = 11.2
<!-- Temperature medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmedia01 = 7.4
| tempmedia02 = 8.1
| tempmedia03 = 10.2
| tempmedia04 = 13.2
| tempmedia05 = 17.7
| tempmedia06 = 21.5
| tempmedia07 = 25.3
| tempmedia08 = 25.5
| tempmedia09 = 21.8
| tempmedia10 = 17.4
| tempmedia11 = 13.0
| tempmedia12 = 9.2
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 1.6
| tempmin02 = 2.0
| tempmin03 = 3.7
| tempmin04 = 8.2
| tempmin05 = 11.3
| tempmin06 = 15.6
| tempmin07 = 19.0
| tempmin08 = 19.2
| tempmin09 = 16.2
| tempmin10 = 12.6
| tempmin11 = 7.7
| tempmin12 = 4.2
}}
 
Si notano in ''Escapement'' e ''Build Up'' le prime discrepanze tra la realtà e l'uomo, che faranno parte anche di suoi racconti successivi.
* [[Classificazione climatica]] di Tursi<ref>{{cita web|url=http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|titolo=Gradi-Giorno Tursi|accesso=22 novembre 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.confedilizia.it//wp-content/uploads/2016/05/clima-BASILICATA.pdf|titolo=Classificazioni climatiche dei comuni lucani, dati Confedilizia|accesso=6 novembre 2017}}</ref>:
** [[Zona climatica]] D;
** [[Gradi giorno]] 1452.
 
In ''Manhole 69'' vengono mostrate molte sfaccettature possibili della psiche umana, tramite un accostamento tra una questione medica e i suoi risvolti psicoanalitici.
== Origini del nome ==
Molti storici concordano che il toponimo Tursi derivi da "[[Turcico]]", un uomo d'armi di origini bizantine, comandante della zona, il quale ampliò verso valle l'antico borgo saraceno, "Rabatana", donando alla nuova zona il nome di ''Toursicon'',''Tursikon'' o ''Tursicon''<ref name="toponimo">{{Cita|L. Giustiniani|pag. 273, nota 3}}</ref>. Di certo però è la prima menzione documentata che risale al [[968]] nella ''Relatio de legatione Constantinopolitana'' del vescovo [[Liutprando da Cremona]], quando la città viene citata proprio con i nomi di "Turcico" e "Torre di Turcico"<ref name=liutprando>[[Liutprando da Cremona|Liutprando]], [[diocesi di Cremona|vescovo di Cremona]], ''Relatio de legatione Constantinopolitana''.</ref>. Successivamente, con la pronuncia francese sotto il dominio [[normanni|normanno]], divenne dapprima ''Tursico'', poi ''Tursio'' ed infine Tursi<ref name="toponimo"/>. Difatti, nella bolla papale redatta da [[papa Alessandro II]] nel [[1068]] la città viene menzionata sotto il toponimo "Torre di Tursio"<ref>{{cita|F. Ughelli|c. 37}}</ref>. Un secolo più tardi, nel [[1154]], il [[geografo]] [[arabo]] [[Muhammad al-Idrisi]] durante la realizzazione della [[Tabula Rogeriana]] per conto di [[Ruggero II di Sicilia]], nel testo ''Kitab nuzhat al-mushtaq fi'khtiraq al-'afaq'', conosciuto come il ''libro del re Ruggero'', indica la città sotto il toponimo di ''Tursah''<ref>{{cita|al-Idrisi|pag. 114}}</ref>.
 
''The Waiting Grounds'', scritto nel [[1959]], è il primo racconto di Ballard dove viene affrontato il tema spaziale: infatti, in questo periodo, Ballard amplia i suoi orizzonti fantascientifici e, di conseguenza, anche le tematiche che prende in esame.
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Tursi}}
 
Spesso i personaggi di Ballard sono insoddisfatti, privati di qualcosa che non sanno se definire indispensabile o meno, se la sua assenza sia positiva o negativa, tendendo quasi all'alienazione del personaggio.
=== Origini ===
[[File:Lucania da The Historical Atlas, by William R. Shepherd, 1911.png|thumb|La regione storica della Lucania.]]
 
Inevitabile è la disperazione, per lo sviluppo del suo discorso critico sulla situazione contemporanea dell'uomo, sul: «labirinto di fantasie, di propaganda massificata a sfondo politico [...] Di iconografie di beni di consumo che fluiscono intorno a noi».<ref>Ballard, [[1969]], ''SF Cannot Be Immune from Change''. </ref>
Scavi archeologici eseguiti nel territorio comunale, più precisamente nei siti di Valle Soriano e di [[Anglona (Tursi)|Anglona]], hanno accertato l'esistenza di insediamenti risalenti alla prima [[età del ferro]]<ref name=scavi>{{cita|A.Cardarelli,M.Pacciarelli,A.Vanzetti|p. 197}}</ref> e della preistorica [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]<ref name=sito_anglona>{{cita web|url=http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb11987158s|titolo=Sito archeologico di Anglona|accesso=29 gennaio 2018}}</ref>. Gli abitanti di queste zone erano denominati [[Enotri]], in particolare però gli abitanti stanziati nell'intorno dei fiumi Agri e Sinni, venivano chiamati Coni o ''Choni''<ref name="romanelli">{{Cita|D. Romanelli|volume 1 pp. 214-215}}</ref>. Successivamente, durante la [[Colonizzazione greca|colonizzazione ellenica]] dello stivale, la città degli Enotri, Pandosia, venne colonizzata da parte degli [[Ioni]]<ref name="buonsanto">{{cita|V. Buonsanto|pag. 58}}</ref>.
 
In seguito al [[1961]] continua l'analisi del rapporto tra realtà e uomo di Ballard, con i racconti del ciclo di Vermilion Sands.
Pandosia, è considerata la più antica città della [[Siritide]], difatti, l'[[Giacomo Antonini|Antonini]]<ref name="antonini">{{cita|G. Antonini|pp. 46-49}}</ref> basandosi su passi della ''[[Genealogia]]'' di [[Ferecide di Atene]] e su passi della ''Storia antica di Roma'' di [[Dionigi di Alicarnasso]], ipotizza che fu fondata da [[Enotro]], uno dei 23 figli di [[Licaone (figlio di Priamo)|Licaone]], molti secoli prima di [[Roma]], e che lo stesso signoreggiò su tutta l'orientale parte della Lucania<ref name="antonini"/>. Il [[Domenico Romanelli|Romanelli]], basandosi su quanto emerso dalle [[tavole di Eraclea]] e dal ''[[Naturalis Historia]]'' di [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Plinio il Vecchio]], nel suo ''[[Naturalis Historia]]'', [[s:la:Naturalis Historia/Liber III#98|III, 98]],: «''et Pandosiam Lucanorum urbem fuisse Theopompus, in qua Alexander Epirotes occubuerit''».</ref>, afferma che la [[Pandosia (Lucania)|Pandosia di Lucania]] sia il luogo in cui perse la vita [[Alessandro il Molosso]], re d'[[Epiro]] e zio materno di [[Alessandro Magno]], avvenuta nel [[330 a.C.]], in una battaglia contro il popolo dei [[lucani]]<ref>{{Cita|D. Romanelli|volume 1 pp. 262-266}}</ref>.
 
In questi racconti il nucleo attivo è sempre la donna, che viene presentata come un misto tra demone e angelo, e tendente di più verso il demoniaco.
Nel [[281 a.C.]], l'area nella quale sorgerà Tursi, fu campo di battaglia tra i [[Civiltà romana|Romani]] e [[Pirro]] re d'Epiro, che corso in aiuto dei [[Taras (Taranto)|tarentini]] si accampò tra Heraclea e Pandosia. Questa battaglia passò alla storia principalmente per l'utilizzo di [[elefanti da guerra]], ancora sconosciuti ai soldati della [[repubblica romana]]. Nel [[214 a.C.]] fu teatro di un'ennesima battaglia nel corso della [[seconda guerra punica]] tra i Romani e [[Annibale]], re dei [[Cartaginesi]], per conquistare il dominio sul [[Mar Mediterraneo|mediterraneo]]<ref>[[Eutropio]], [[Breviarium ab Urbe condita]], III, 13</ref>.
 
Questi finiscono inevitabilmente con il somigliarsi, poiché è il mondo esterno che riflette e condiziona le eroine che si muovono al suo interno.
Pandosia venne distrutta tra l'[[81 a.C.]] e il [[72 a.C.]] durante le [[guerre sociali]] condotte dal generale romano [[Lucio Cornelio Silla]]. Dalle rovine di Pandosia sorse, poco prima dell'[[era cristiana]], Anglona (''Anglonum'')<ref>{{cita|R. Bruno|p. 15}}</ref>. Lo [[storico]] [[Placido Troyli]], esaminando le antiche fabbriche presenti nel territorio, fa derivare l'origine della città di Tursi, come filo diretto, dal decadimento di [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]<ref>{{cita|P. Troyli|pag. 431, tomo I, par. 2}}</ref>, difatti, i ritrovamenti di zona "Murata", nel sito archeologico di contrada castello, indicano la preesistenza di un ''[[Oppidum]]''<ref name=Racioppi>{{cita|G. Racioppi|pag. 54}}</ref>. Nel [[410]] i [[Visigoti]] di [[Alarico I]] invadono l'italia, dal nord-est e saccheggiando città dopo città si dirigono verso la [[Calabria]] per poi risalire e [[Sacco di Roma (410)|saccheggiare Roma]]. Durante il loro corso, nel [[metapontino]], costruirono una [[torre]] sulla collina a metà strada tra i fiumi Agri e Sinni, per meglio controllare le vallati circostanti<ref name="quilici">{{Cita|L. Quilici|pag. 212}}</ref>. Nei loro saccheggi, semidistrussero [[Anglona (Tursi)|Anglona]]<ref name="antonini120">{{Cita|G. Antonini|pag. 120}}</ref>, dando origine ad una piccola migrazione degli abitanti sopravvisuti ai saccheggi verso rifugi rupestri<ref>{{cita|C. Biscaglia|pp. 22-29}}</ref> presenti attorno al torre, dando cosi origine ad un primordiale insediamento della città<ref name="quilici" />.
 
Grazie allo squilibrio mentale, la donna risulta come l'unica capace di sfuggire alla fenomenologia esterna, e per questo finisce con l'apparire più alienata e sensibile dei personaggi maschili.
=== Medioevo ===
[[File:Rabatana Tursi 1.jpg|thumb|Panorama del centro storico, rione Rabatana.]]
 
Le psicologie in questi racconti sfiorano i casi clinici, e Ballard sembra abbandonarsi a una vena di psicopatologia e reminiscenze artistiche, tradendo un interesse per il simbolismo e il surrealismo.
Attorno all'[[826]], durante le [[storia dell'islam nell'Italia medievale|campagne belliche degli islamici]], in tutto il territorio meridionale dell'Italia ci furono numerose e violente incursioni [[arabi|arabe]]. I loro eserciti provenienti dal [[nordafrica]] erano in prevalenza di origine [[saraceni|saracena]]. Inizialmente queste incursioni erano destinate a depredare i villaggi e a fare prigionieri da utilizzare come schiavi nei centri dell'impero islamico<ref name="biscaglia">{{cita web|url=http://consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/files/docs/32/35/97/DOCUMENT_FILE_323597.pdf|titolo=Carmela Biscaglia, Incursioni arabe in Basilicata|accesso=10 novembre 2017}}</ref>. In seguito, superata l'iniziale differenza religiosa e culturale con le popolazioni autoctone, gli invasori attorno all'[[850]] conquistarono gran parte della pianura metapontina e decisero di acquartierarsi, in zone dominanti e strategiche, per meglio controllare gli scambi commerciali all'interno del territorio. Da esperti agricoltori di colture aride e abili artigiani, quali erano, i saraceni riuscirono in breve tempo ad intrecciare pacifici rapporti con gli abitanti locali<ref name="biscaglia"/>. Il fiorente scambio rese possibile lo sviluppo dei piccoli presidi militari ''[[ribāṭ]]'' in veri e propri quartieri residenziali attualmente denominate ''rabatane'', tra i più importanti ci sono ancora oggi quello di Tursi, di [[Tricarico]] e di [[Pietrapertosa]]<ref name="biscaglia"/>. Nei successivi anni, i saraceni, abitarono il borgo, lo ingrandirono e furono proprio loro a dargli il nome, a ricordo del loro borgo [[arabi|arabo]] ''Rabhàdi''. L'impronta saracena è ancora oggi presente nelle costruzioni, negli usi, nei costumi, nel cibo e nel dialetto della [[Rabatana]]<ref>{{Cita|R. Bruno|pag. 23}}</ref>.
 
Ballard affronta spesso il tema del rifiuto del presente e dell'incapacità di andare oltre il proprio passato: nel [[1962]] propone un articolo su ''New Worlds'' sullo ''spazio interno'', e contemporaneamente in esso rifiuta le tematiche solamente spaziali e avventurose a favore dell'analisi dell'essere umano e del mondo esterno nella fantascienza, e soprattutto dell'uomo da un punto di vista interno.
Nell'[[890]] i [[Bizantini]] sotto il comando di [[Niceforo Foca il vecchio]] riconquistarono i territori che una volta appartenevano all'[[Impero Romano d'Occidente]] e riuscirono, durante le [[guerre arabo-bizantine]], a scacciare definitivamente l'impronta [[Arabi|araba]] dalle terre lucane. Negli anni di dominio bizantino, il castello venne ingrandito e fortificato e il centro ebbe uno sviluppo sia demografico che edilizio<ref name=quilici166>{{Cita|L. Quilici, S. Quilici Gigli|pag. 166}}</ref>. Il borgo cominciò ad estendersi verso la valle sottostante. L'intero centro prese il nome di ''Toursikon'', dal suo fondatore Turcico<ref name=quilici166 />. Verso la fine del [[X secolo]] l'imperatore [[Basilio I]] costituì prima il [[Langobardia (thema)|thema di Langobardia]] e il [[Ducato di Calabria|thema di Calabria]]<ref>{{cita|T. Robertella|op. cit.}}</ref> e successivamente, nel [[968]] il [[Lucania (thema)|thema di Lucania]] con capoluogo ''Toursikon''<ref name="guillou" />, completando cosi il piano di ellenizzazione della chiesa del Catepanato. Infatti, nella ''Relatio de legatione Constantinopolitana'', scritta lo stesso anno, [[Liutprando da Cremona]] riferisce che in quel tempo il [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Polieucte di Costantinopoli]] ricevette dall'[[Imperatori bizantini|imperatore]] [[Niceforo II Foca]] l'autorizzazione ad erigere la sede [[metropolita]]na di [[Arcidiocesi di Otranto|Otranto]], dando al metropolita Pietro la facoltà di consacrare i [[Diocesi suffraganea|vescovi suffraganei]] di [[Arcidiocesi di Acerenza|Acerenza]], di Tursi (''Turcico''), di [[Diocesi di Gravina in Puglia|Gravina]], di [[Arcidiocesi di Matera-Irsina|Matera]] e di [[Diocesi di Tricarico|Tricarico]]. Non è chiaro però se queste disposizioni abbiano avuto reale effetto, in quanto le ''[[Notitia Episcopatuum|Notitiae Episcopatuum]]'' del [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarcato di Costantinopoli]] menzionano una sola sede suffraganea di Otranto, quella di Tursi<ref name="diocesi" /><ref>{{cita|C. Andenna|pag. 7}}</ref><ref>{{cita|B. Visentin|pag. 9}}</ref>. Tursi divenne cosi sede della [[diocesi]] di [[rito greco]] con [[cattedra vescovile]] presso la chiesa di san Michele Arcangelo dove nel [[1060]] si svolse il [[sinodo dei vescovi]]<ref name=Martucci>{{Cita|Martucci|pp. 20-21}}</ref>. Il primo vescovo noto di Tursi è il greco Michele, documentato in un atto testamentario del [[1050]]<ref>{{cita|P.F. Kehr|IX, pag. 468}}</ref><ref>{{cita|C. Andenna|pag. 8}}</ref>.
 
Etichettare Ballard come scrittore di fantascienza nel senso classico è dunque riduttivo. Come lui stesso afferma in più scritti, la fantascienza è per lui solamente un mezzo, il mezzo di conoscenza più adatto e "contemporaneo" per descrivere la realtà e le società metropolitane e tecnicizzate in cui ci troviamo a vivere. Pertanto i fini di Ballard non sono quelli di scrivere avvincenti e avventurose narrazioni fantascientifiche, ma utilizzare un immaginario di quel tipo (in particolar modo quello da lui battezzato dello "spazio interno", profondamente rivisitato in maniera personale e quindi lontano dagli scenari tipici della fantascienza) per indagare a fondo la natura del nostro mondo.
Successivamente, verso la fine dell'[[anno Mille]], una grossa migrazione dei [[Normanni]], nelle vesti di pellegrini diretti verso luoghi sacri della cristianità e nelle vesti di mercenari pronti a combattere per un pezzo di terra, giunse nel [[Italia meridionale|sud Italia]]<ref name=bruno28>{{Cita|R. Bruno|pag. 28}}</ref>. Fu facile inserirsi nelle lotte interne tra [[Longobardi]] e Bizantini, ottenendo ben presto terre e benefici. I Normanni contribuirono notevolmente alla crescita della città, proprio come fecero successivamente gli [[Hohenstaufen|Svevi]] prima e gli [[Angioini]] poi<ref name=bruno28 />.
 
In ''The Drowned World'' Ballard elabora gli impulsi di autodistruzione del protagonista, elemento presente anche in altri racconti, fino alle sue estreme conseguenze.
=== Età moderna ===
[[File:Rabatana04.jpg|thumb|la "Petrizza", che collega la Rabatana al resto dell'abitato, voluta dal duca di Tursi, Carlo Doria, nel [[1594]].]]
 
Gli anti-eroi di Ballard appaiono come pecore nere del genere umano, ma che partecipano attivamente alle pulsioni del loro mondo personale, che risulta essere il mondo reale deformato.
Tra il [[XIII secolo]] e il [[XIV secolo]] la vicina [[Anglona (Tursi)|Anglona]] subì numerosi incendi, in particolare nel [[1369]] l'intero abitato fu dato alle fiamme. L'incendio fu cosi forte e devastante che ne decretò il declino<ref>Luisa Derosa, [http://consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/files/docs/10/47/37/DOCUMENT_FILE_104737.pdf ''Diocesi e cattedrali di Basilicata''], «Basilicata Regione Notizie» 1999, p. 38.</ref>. Il trasferimento dei cittadini dall'abitato di Anglona, per volontà della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], portò ad una significativa trasformazione di Tursi, che fino ad allora era solo riconducibile alla fortezza Rabatana. Si diede cosi inizio ad una massiccia attività costruttiva fuori dal ponte della Rabatana, unico accesso al fulcro dell'abitato<ref>Nicola Montesano, [http://consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/files/docs/02/44/30/29/DOCUMENT_FILE_2443029.pdf ''La Rabatana di Tursi. Processi storici e sviluppi urbani''], «Basilicata Regione Notizie» 1999, p. 101 e 109.</ref>. Nel [[XVI secolo]] Tursi era tra le città più popolose della regione, con oltre diecimila abitanti<ref name=bruno38>{{Cita|R. Bruno|pag. 38}}</ref>. Nel [[1543]] vennero unite la [[diocesi di Anglona]] e quella di Tursi costituendo la diocesi di Anglona-Tursi, che dal [[1546]] ebbe cattedra a Tursi<ref name=bruno38 />.
 
Inizia, con ''The Terminal Beach'', la seconda fase creativa di Ballard, dove i suoi racconti presentano uno stile sgretolato e ricomposto successivamente in ordine alternato, rifacendosi a esperienze [[Dadaismo|dadaiste]] e [[Surrealismo|surreali]].
Nel [[1552]] [[Carlo V]], [[imperatore del Sacro Romano Impero]] assegnò all'ammiraglio e [[statista]] [[Andrea Doria]] il Principato di Melfi. Alla sua morte, nel [[1560]] il titolo passò al nipote, il [[principe]] di [[Melfi]] [[Gianandrea Doria]]. Successivamente, nel [[1594]], Carlo Doria eredita dal padre la contea, poi ducato, divenendo il primo duca di Tursi<ref name="treccani">{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-doria_(Dizionario_Biografico)|titolo=Carlo Doria, cenni biografici|accesso=10 novembre 2017}}</ref>. In quegli anni Carlo Doria fece costruire, a sue spese, nel rione Rabatana una enorme scalinata in pietra (''petrizza''), tuttora utilizzata, che ha la particolarità di possedere lo stesso numero di gradini della scalinata presente all'interno di Palazzo Tursi<ref name=ComuneRabatana>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/infocitta/storia_tradizioni/rabatana.htm|titolo=Rabatana, da comune.tursi.mt.it|accesso=8 novembre 2017}}</ref><ref name="treccani"/>.
Viene accusato per questo, oltre che di essersi allontanato dal [[new Wave (fantascienza)|new Wave]], di aver completamente abbandonato la fantascienza, anzi, di scrivere anti-fantascienza.<ref>Kumming, Waldemar. [[1966]] ''The Reign of Ballardry, Vector N. 40.</ref>
 
Ballard non ritiene fondamentali le connotazioni scientifiche o tecniche, e tenta di costruire un qualcosa di nuovo partendo dall'essere umano, dalle sue reazioni e dall'ambiente che lo circonda. Richiesto dal giornalista [[Enrico Franceschini]], del perché vivesse in un anonimo sobborgo della periferia di Londra, dichiarò: ''Perché cerco ispirazione nella vita di tutti i giorni, fatta di autostrade, supermercati, stazioni ferroviarie...alcuni mi definiscono uno scrittore di fantascienza, ma io reputo i miei romanzi più realisti dei cosiddetti classici di [[Kingsley Amis]] o di [[Evelyn Waugh]], che raccontano un mondo elitario assolutamente sconosciuto all'uomo medio''.<ref>''Vivere per scrivere:''
In un documento del [[1616]] si evidenzia una disputa tra due famiglie nobili di Tursi, i Picolla e i Brancalasso nell'elezione del nuovo [[Camerlengo]] della Rabatana<ref>N. Montesano, ''Tursi. Alle radici del toponimo Rabatana'', in ''La Rabatana di Tursi. Catalogazione multimediale integrata dei Beni Culturali'', a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Matera 2004.</ref>. Questa testimonianza porta alla luce l'esistenza di una carica pubblica dell’''[[Universitas|Università]]'' di Tursi, preposta in particolar modo alla sicurezza della Rabatana ponendo l'accento alla netta sepatazione oltre che fisica anche politico-istituzionale tra il borgo e il resto dell'abitato<ref name="montesano">Nicola Montesano, [http://consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/files/docs/02/44/30/29/DOCUMENT_FILE_2443029.pdf ''La Rabatana di Tursi. Processi storici e sviluppi urbani''], «Basilicata Regione Notizie» 1999, pp. 100-101.</ref>.
40 romanzieri si raccontano'', Enrico Franceschini, Laterza, 2018, ISBN 978-88-581-3041-4''</ref>
 
In ''Crash'' abbandona il surrealismo e presenta un caso patologico di feticismo, prendendo in esame il mito dell'automobile e il sesso.
Nel gennaio del [[1735]] il sovrano [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] è in visita alle terre lungo la costa ionica. La [[provincia di Basilicata]] allora coprendeva 117 comuni e 4 ripartimenti: Tursi, Maratea, Tricarico e Melfi<ref>{{cita|T. Pedio, La Basilicata..|p. 8}}</ref>. Nel [[1769]] i [[Doria]] persero i terreni che furono acquistati dalle nobili famiglie dei Donnaperna, Picolla, Panevino, Camerino e Brancalasso<ref>{{Cita|R. Bruno|pp. 73-74}}</ref>.
 
Ballard non ha mai tentato di fondare una sua scuola letteraria, sebbene spesso nei suoi racconti vi siano aspetti per certi versi didattici.
=== Età contemporanea ===
[[File:vie del centro storico Tursi.jpg|thumb|Rudere disabitato del centro storico.]]
 
== Opere ==
Nel [[1848]] durante la [[primavera dei popoli]], Tursi vide il manifestarsi di moti demaniali che consentirono l'occupazione di vasti territori della [[mensa vescovile]] e dei demani "Pisone", "Monaca", "Pozzo di Penne", "Pantano" e "Stigliano"<ref>{{cita|T. Pedio|p. 53}}</ref>. Il territorio tursitano si dimostrò una zona calda per i moti demaniali, dovuto alla vasta area agraria e coltivabile di cui disponeva l'abitato, tra le più ampie della zona. Difatti nel [[1860]] al primo manifestarsi di agitazioni, il vescovo di Anglona-Tursi, Gennaro Acciardi, fuggi dalla città<ref>{{cita|B. Pellegrino|p.501}}</ref> per rifugiarsi a [[Napoli]]. Da li, diramando una "[[teologia pastorale|pastorale]] contro il nuovo ordine politico", fu il promotore di un moto reazionario<ref>{{cita|T. Pedio, Vita politica..|p. 83}}</ref>.
 
=== Tetralogia degli Elementi ===
Durante il [[1861]] con l'[[unità d'Italia]] nei boschi tra [[Policoro]], [[Nova Siri]], [[Rotondella]] e Tursi si attestano i primi fatti di [[Brigantaggio postunitario italiano|brigantaggio]]<ref>ASP, Prefettura, Brigantaggio, 1.5. Telegramma del 15 maggio 1861 del Prefetto di Potenza che informa il Sottoprefetto di Castrovillari sui sequestri commessi nella zona a cavallo del confine calabro-lucano tra i
*''[[Il vento dal nulla]]'' (''The Wind From Nowhere'', 1961), [[Urania (collana)|Urania]] n. 288, 621, Mondadori (primo libro)
circondari di Castrovillari e Lagonegro</ref>. La banda del brigante Scaliero di [[Latronico]], proprio nei pressi di Tursi, incrociò un drappello della [[guardia nazionale italiana|guardia nazionale]]. Nella collutazione perse la vita il milite Giuseppe Buglione<ref>ASP, Processi di valore Storico, 222.13, Associazione di banda armata, cospirazione contro il governo, omicidi, grassazioni ed altro, a carico di Antonio Filardi, Nicola Sammartino, Egidantonio Papandrea ed altri 25 malfattori,c. 3</ref>. Altre bande nella zona dei boschi erano quelle del brigante Alessandro Marino, figlio naturale del barone Villani di [[Castronuovo di Sant'Andrea|Castronuovo]]<ref>ASP, Processi di valore Storico, 270.2-3,Alessandro Marino ed altri, imputati di costituzione di banda armata e di attentato diretto a distruggere la forma del governo, in S. Chirico Raparo, f. 2, c. 3.</ref>, e la banda del brigante [[Antonio Franco (brigante)|Antonio Franco]] di [[Francavilla in Sinni]], entrambe si unirono nel [[1862]]<ref>ASP, Processi di valore Storico, 223.11 Antonio Franco e altri, imputati di associazione di malfattori e grassazioni in Chiaromonte, 1862, c. 25.</ref>. Negli anni successivi, proprio il Marino, verrà fucilato a Tursi nel [[1864]] dopo essere stato catturato durante uno scontro a fuoco con la guardia nazionale di [[Chiaromonte]]<ref>{{cita|M. Di Cugno|p. 165}}</ref>.
*''[[Deserto d'acqua]]'' (''The Drowned World'', 1962), Urania n. 311, 648, Mondadori; come ''Il mondo sommerso'', Feltrinelli, ISBN 9788807818288 (secondo libro)
*''[[Terra bruciata (romanzo)|Terra bruciata]]'' (''The Burning World'' o ''The Drought'', 1964), Urania n. 417, 788, Mondadori (terzo libro)
*''[[Foresta di cristallo]]'' (''The Crystal World'', 1966), Feltrinelli, ISBN 9788807818547 (quarto libro)
'''Dittico de L'impero del sole'''
* ''[[L'impero del sole (romanzo)|L'impero del sole]]'' (''Empire of the Sun'', 1984), Feltrinelli, ISBN 9788807819117
* ''[[La gentilezza delle donne]]'' (''The Kindness of Women'', 1991), Rizzoli, ISBN 8817671029
'''Altri'''
*''[[La mostra delle atrocità]]'' (''The Atrocity Exhibition'' o ''Love and Napalm: Export USA'', 1970), Feltrinelli, ISBN 9788807816727
*''[[Crash (James Graham Ballard)|Crash]]'' (''Crash'', 1973), Feltrinelli, ISBN 9788807818059
*''[[L'isola di cemento]]'' (''Concrete Island'', 1974), Feltrinelli, ISBN 9788807819353
*''[[Condominium]]'' (''High Rise'', 1975), Urania n. 707, Mondadori; come ''Il condominio'', Feltrinelli, ISBN 9788807817557
*''[[L'allegra compagnia del sogno]]'' (''The Unlimited Dream Company'', 1979), Fanucci
*''[[Ultime notizie dall'America]]'' (''Hello America'', 1981), Urania n. 908, Mondadori
*''[[Il giorno della creazione]]'' (''The Day of Creation'', 1987), Rizzoli, ISBN 8817671010
*''[[Un gioco da bambini]]'' (''Running Wild'', 1988), Feltrinelli, ISBN 9788807819766
*''[[Il paradiso del diavolo]]'' (''Rushing to Paradise'', 1994), Baldini Castoldi Dalai, ISBN 9788860731500
'''Tetralogia di Cocaine Nights'''
*''[[Cocaine Nights]]'' (''Cocaine Nights'', 1996), Baldini Castoldi Dalai, ISBN 9788880898498 (primo libro di una tetralogia)
*''[[Super-Cannes]]'' (''Super-Cannes'', 2000), Feltrinelli, ISBN 9788807817137 (secondo libro della tetralogia iniziata con ''Cocaine Nights'')
*''[[Millennium People]]'' (''Millennium People'', 2003), Feltrinelli, ISBN 9788807818851 (terzo libro della tetralogia iniziata con ''Cocaine Nights'')
*''[[Regno a venire]]'' (''Kingdom Come'', 2006), Feltrinelli, ISBN 9788807701801 (quarto libro della tetralogia iniziata con ''Cocaine Nights'')
 
=== Antologie di racconti ===
Questi episodi e alcune incursioni a danno dei contadini locali, costrinsero il municipio di Tursi ad avanzare più volte, nei confronti della [[sottoprefettura]] una ingente richiesta di truppe; che vennero sempre respinte<ref>ASP, Brigantaggio, 1.11.</ref>. Tant'è che nei mesi successivi il sindaco Egidio Lauria scrisse direttamente al [[prefetto]] di Potenza<ref name="sindaco">ASP, Pubblica Sicurezza, Miscellanea 1bis.39,Sindaco di Tursi.</ref>, il quale sollecitò il sottoprefetto nel disporre l'invio, a Tursi, sotto i suoi ordini, di un battaglione in arme<ref name="sindaco"/>. In realtà il sottoprefetto aveva da tempo carenza di truppe e impossibilitato all'invio di nuovi battaglioni non poté mai adempire alla richiesta del prefetto. Per questo, l'anno seguente, su ulteriore sollecitazione del sidanco, la sottoprefettura si mosse diversamente chiedendo ai [[carabinieri]] di Rotondella, alle truppe di [[Colobraro]] e alla guardia nazionale di Tursi di collaborare tra loro ed organizzarsi con il sindaco, cosi da intraprendere azioni mirate contro le bande<ref>ASP, Pubblica Sicurezza, Miscellanea, 1bis.39, Presenza di briganti nel tenimento di Tursi. Relazione del 22 gennaio del Sottoprefetto alla Prefettura con cui informa il Prefetto delle misure intraprese nella zona di Tursi.</ref>.
*''The Voices of Time and Other Stories'' (1962)
*''Billenium'' (1962)
*''Essi ci guardano dalle torri'' e ''[[Passaporto per l'eternità]]'' (''Passport to Eternity'', 1963), Urania nn. 371 e 399, Mondadori
*''Incubo a quattro dimensioni'' (''The Four-Dimensional Nightmare'', 1963)
*''Il gigante annegato'' (''The Terminal Beach'', 1964), Urania n. 764, Mondadori
*''The Impossible Man'' (1966)
*''Ora zero'' (''The Venus Hunters'', 1967), Urania n. 908, Mondadori
*''Il giorno senza fine'' (''The day of forever'', 1967) Fantapocket n. 5 Longanesi
*''The Overloaded Man'' (1967)
*''La zona del disastro'' (''The Disaster Area'', 1967), Urania n. 779, Mondadori
*''Gli scultori di nuvole'' (1968), Urania n. 487, Mondadori
*''[[I segreti di Vermillion Sands]]'' (''Vermilion Sands'', 1971)
*''Chronopolis and Other Stories'' (1971)
*''La civiltà del vento'' (''Low-Flying Aircraft and Other Stories'', 1976), Urania n. 717, Mondadori
*''The Best of J.G. Ballard'' (1977)
*''The Best Short Stories of J.G. Ballard'' (1978)
*''Mitologie del futuro prossimo'' (''Myths of the Near Future'', 1982), Urania n. 976, Mondadori
*''The Voices of Time'' (1985)
*''Memories of the Space Age'' (1988)
*''Febbre di guerra'' (''War Fever'', 1990)
*''Tutti i racconti'' (''The Complete Short Stories of J.G. Ballard'', 2001), 3 volumi, Fanucci
 
===Autobiografia===
Nei primi anni del [[novecento]], molti giovani tursitani persero la vita sul [[Fronte (guerra)|fronte]] durante la [[prima guerra mondiale]]. Nella [[seconda guerra mondiale]] i militi tursitani presero parte alla [[campagna italiana di Russia]]<ref>{{cita web|url=http://www.ecodibasilicata.it/2012/tursi-spledida-iniziatoiva-ricordo-sergente-buono-vincenzo-rondinelli/|titolo=Iniziativa in ricordo del “Sergente buono” Vincenzo Rondinelli|accesso 11 novembre 2017}}</ref>.
*''[[I miracoli della vita]]'' (''Miracles of Life'', 2008), Feltrinelli, ISBN 9788807702037
 
=== SimboliSaggistica ===
*''J.G. Ballard. Visioni'', ShaKe, 2008, ISBN 9788888865539
 
==== Stemma ====
[[File:Tursi-Stemma.png|upright=0.8|thumb|Stemma della città di Tursi.]]
 
La torre, rappresentata cilindrica e a tre piani, ricorda quella dell'antico castello e delle origini attorno ad esso. Il sole simboleggia la luce e la vita, i due rami di alloro la gloria e la prevalenza su Anglona, gli alberi di ulivo rappresentano la ricchezza della terra.
Il sito Comuni italiani<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/077/029/stemma.html|titolo=Blasonatura stemma e gonfalone, da comuni-italiani.it|accesso=8 novembre 2017}}</ref> descrive così lo stemma:
 
'''Blasonatura stemma'''
{{citazione|Di colore celeste chiaro, racchiuso in nastri dorati, sormontati da una corona turrita, porta il disegno di una torre con ai lati due alberi di ulivo sormontati da due rami di alloro con al disopra un sole.}}
 
'''Blasonatura gonfalone'''
{{citazione|Drappo di colore azzurro, caricato dello stemma con l'iscrizione centrata in oro in alto: Comune di Tursi, al centro vi è lo stemma poggiante tra due rami di alloro legati tra di loro con un fiocco centrale tricolore, ancora più in basso insistono decorazioni in oro, la sommità, in metallo appuntita, raffigura lo stesso disegno dello stemma, i cordoni laterali sono dorati.}}
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine= Corona_di_città.svg
| nome_onorificenza= Titolo di Città
| collegamento_onorificenza= Città dell'Italia#Basilicata
| motivazione = Il 4 maggio [[2006]] con la delibera n. 2, prot. 1778, per il "Riconoscimento del Titolo di Città", il [[Presidente della Repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]], tramite [[decreto]], ha insignito il comune di Tursi del titolo onorifico di Città per l'importanza storica e civica che Tursi ha avuto dalla sua lontana fondazione<ref name=citta />.
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{vedi categoria|Chiese di Tursi}}
 
=== Architetture religiose ===
[[File:Cattedrale Tursi.jpg|thumb|Facciata della Cattedrale.]]
 
;[[Cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|Cattedrale dell'Annunziata]]: è situata nel centro della città, in piazza Maria Santissima di Anglona. Dedicata al culto della [[Vergine Annunziata]] è stata eretta nel [[XV secolo]] ampliando una chiesa preesistente che tuttora costituisce la [[sacrestia]]. L'8 agosto [[1545]], con [[bolla papale]], alla chiesa venne concesso il titolo di [[cattedrale]]. L'edificio è in [[muro portante|muratura portante]] a [[croce latina]] con tre [[navate]] suddivise da [[colonne]] ad [[archi a tutto sesto]]. Nel [[1718]] la [[torre campanaria]] venne ricostruita su ordine del [[vescovo]] Domenico Sabbatino<ref name="R.Bruno118-119">{{Cita|R. Bruno|pp. 118-119}}</ref>. Nel [[1988]] la cattedrale subì un incendio, attribuito ad un [[corto circuito]] elettrico, che distrusse il tetto, la sacrestia e danneggiò gravemente gli arredi e le pitture<ref name=cattedrale>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/infocitta/storia_tradizioni/chiesa_matrice.htm|titolo=''La cattedrale dell'Annunziata''|accesso=17 novembre 2017}}</ref>. Serviranno 12 anni per ricostruire e recuperare le opere che subirono danni nell'incendio. L'anno del [[giubileo]] del [[2000]] venne riaperta la consacrazione al culto<ref name=cattedrale />.
 
[[File:Santuario anglona.jpg|thumb|Santuario Maria Santissima Regina di Anglona.]]
 
;[[Santuario di Santa Maria Regina di Anglona]]: è un antico [[santuario]] [[Maria (madre di Gesù)|mariano]], si trova su di un colle a 263 {{m s.l.m.}}, nella frazione di [[Anglona (Tursi)|Anglona]], tra i fiumi Agri e Sinni, a metà strada tra Tursi e Policoro. Sorta tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]] come ampliamento di una antica chiesetta, risalente al [[VII secolo|VII]]-[[VIII secolo]], corrispondente all'odierna cappella oratorio<ref>{{cita|C.D. Fonseca|pp. 11-13}}</ref>. La costruzione, in [[tufo]] e [[travertino]], presenta elementi architettonici quali l'[[abside]], il [[campanile]] e il [[portale]] in [[stile romanico]]. All'esterno absidale si ammirano ornamenti ad [[intaglio|intagli]], [[archetti pensili]], [[lesene]] e sulle pareti esterne numerose [[formella|formelle]] con figure di animali a rilievo di provenienza ignota<ref>{{cita|M. d'Onofrio|pp. 43-52}}</ref>. Nel [[1976]] divenne [[sede titolare]] della [[diocesi di Tursi-Lagonegro]]<ref>''La Civiltà cattolica'', pubblicato da Civiltà Cattolica, 1898, pag. 227.</ref>. Dal [[1931]] è monumento nazionale<ref>{{cita web|url=http://web.tiscali.it/ghostnet/santuario_di_anglona.htm|titolo=Basilica di Anglona|accesso=8 novembre 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.aptbasilicata.it/S-Maria-di-Anglona.528.0.html|titolo=Tursi - S. Maria di Anglona, da apt basilicata|accesso=8 novembre 2017}}</ref>. Il 17 maggio [[1999]] il santuario è stato elevato a [[Basilica|basilica minore]] da [[papa Giovanni Paolo II]], a ricordo del [[sinodo dei vescovi]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/infocitta/storia_tradizioni/anglona.htm|titolo=Santuario di Anglona, da comune.tursi.mt.it|accesso=8 novembre 2017}}</ref>.
 
[[File:Santa Maria Maggiore Tursi.jpg|thumb|Chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore.]]
 
;[[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tursi)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]: è situata nel rione Rabatana. Costruita nel [[IX secolo|IX]] - [[X secolo]] ad opera dei [[monaci basiliani]]. Il 26 marzo [[1546]] la bolla del [[papa|pontefice]] [[Paolo III]] eleva la chiesa a [[collegiata]]. Nella cripta della chiesa è possibile ammirare la cappella della famiglia De Georgiis con [[affresco|affresci]] di [[Giovanni Todisco]] e un presepe in pietra di [[Altobello Persio]] del [[XVI secolo]]<ref name=degeorgis>{{cita web|url=http://consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/files/docs/10/50/79/DOCUMENT_FILE_105079.pdf|titolo=La cripta in Santa Maria Maggiore|accesso=12 novembre 2017}}</ref> ed inoltre un [[trittico]] di [[scuola giottesca]] del [[XIV secolo]]<ref name=giotto>{{cita web|url=http://www.bassosinni.it/pdf/Rabatana.pdf|titolo=Giotto e il Trecento|accesso=12 novembre 2017}}</ref>.
 
;Chiesa di San Filippo Neri: edificata nel [[1661]] in [[stile barocco]] è dedicata al culto [[santo]] [[patrono]] della città. La chiesa è situata in piazza Plebiscito nel rione San Filippo. L'edificio ha tre navate e conserva opere dell'artista tursitano Francesco Oliva. [[San Filippo Neri]] fu acclamato protettore di Tursi durante il [[seicento]] mentre nella città imperversava la [[peste]] e il [[colera]]<ref>{{Cita|R. Bruno|pag. 119}}</ref>. Negli stessi anni, a metà del XVII secolo nel rione Petto venne costruito l'oratorio San Filippo. L'edificio dell'oratorio si sviluppa su tre livelli, nell'[[Ottocento]] ospitò i [[Comunità missionarie|frati missionari]] di [[San Vincenzo de Paoli]].
 
;Chiesa di San Michele Arcangelo: è situata nell'omonimo rione e dedicata al culto di [[San Michele Arcangelo]]. Costruita attorno al [[X secolo]]. Nel [[1060]] vi ha avuto luogo il sinodo dei vescovi. Le pareti interne sono addobbate con quadri e sculture di Antonio Cestone<ref name="R.Bruno118-119"/>. Fino all'8 agosto [[1545]] ricoprì il ruolo di [[cattedrale]] della [[diocesi]].
 
;Altre chiese: Tra le altre chiese troviamo la chiesa della [[Madonna delle Grazie]] edificata tra il [[XVII secolo|XVII]] e il [[XVIII secolo]] in [[stile barocco]]. E' ubicata nei pressi di via Eraclea, ai piedi del centro storico. Presenta un ampio frontale, con tre porte d'ingresso, sormontato da una [[monofora]] campanaria. Dietro l'altare, si conserva un'antica statua di legno della [[Madonna col Bambino]] risalente al [[settecento]]<ref name="R.Bruno118-119" />. Nell [[frazione geografica|frazione]] Caprarico è prensete la chiesa di Maria Santissima Regina del Mondo, mentre nella frazione Panevino troviamo la chiesa della [[Madonna del Rosario]].
 
[[File:Convento San Francesco Tursi.jpg|thumb|Convento di San Francesco d'Assisi.]]
 
;Convento di San Francesco d'Assisi: Il convento di [[San Francesco d'Assisi]], dell'Ordine dei [[Frati Minori Osservanti]], risale alla prima metà del [[XV secolo]], più precisamente al [[1441]], sito sulla collina omonima, ad est del centro abitato, domina sul rione Santi Quaranta. Nel [[XVII secolo|Seicento]] divenne seminario di tutte le arti liberali. Sin dalla sua fondazione aveva accolto un noviziato, un professorato ed uno studio di filosofia. Nel [[1609]] la struttura venne ampliata e arricchita con una biblioteca<ref>{{Cita|R. Bruno|pp. 68-69}}</ref>. Durante il [[XIX secolo]] il convento caddè in abbandono, fino a quando nel [[1894]] venne adibito a [[cimitero]]. Nel [[1914]] fu definitivamente chiuso, viceversa la chiesetta interna venne utilizzata fino agli anni [[anni 1950|cinquanta]]. All'interno della chiesetta, si sono rinvenute alcune antiche pitture datate [[1377]]. Ciò ha fatto supporre che la chiesetta fosse preesistente. Secondo altre fonti, però, le pitture sarebbero state eseguite nel [[XVI secolo]] e rappresenterebbero un evento miracoloso avvenuto nel [[1377]]. Nel [[1991]] è stato dichiarato monumento nazionale<ref>{{cita web|url=http://www.esempidiarchitettura.it/ebcms2_uploads/oggetti_articolo_155_ITA_GdEAYquuP2X6Z3GKqAcATcCG7crKnJWTNsjDFDWk.pdf|titolo=Giovanni Bascetta, ''San Francesco nella Rabatana di Tursi''|accesso=8 novembre 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.clarita.it/2009/11/18/i-frati-minori-dellosservanza-in-basilicata-il-convento-di-san-francesco-dassisi-in-tursi/|titolo=Carmela Biscaglia, ''I frati minori dell’Osservanza in Basilicata – Il Convento di San Francesco d’Assisi in Tursi''|accesso=8 novembre 2017}}</ref> dal [[ministro]] [[Ferdinando Facchiano]]<ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/tursi/storia/lex-convento-di-san-francesco-e-molto-piu-antico-scoperto-un-affresco-del-1377.html|titolo=Salvatore Verde, ''L'ex convento di San Francesco d'Assisi è molto più antico, scoperto un affresco del 1377''|accesso=10 ottobre 2017}}</ref>.
 
;Convento di San Rocco: Il [[convento]] di [[San Rocco]], dell'[[Ordine dei Frati Minori Cappuccini]], risale alla fine del [[XVI secolo]], più precisamente al [[1589]] è ubicato sulla collina omonima ad ovest del centro abitato. Negli [[Anni 1990|anni novanta]] il vescovo mons. [[Rocco Talucci]] concesse l'uso del convento<ref>Le [http://www.exodus.it/contattaci/le-nostre-sedi/le-nostre-sedi-sud.html sedi] della Fondazione Exodus Onlus di [[Antonio Mazzi|don Mazzi]].</ref> alla [[Fondazione Exodus]] [[Onlus]]<ref>Sito ufficiale della [http://www.exodus.it/ Fondazione Exodus Onlus] di [[Antonio Mazzi|don Mazzi]].</ref> di [[don Antonio Mazzi]], per il recupero dei tossicodipendenti. I ragazzi della fondazione, provenienti da ogni parte d'Italia, hanno riqualificato il convento e migliorato la zona circostante. Il 16 agosto, nel giorno della festa del santo, è consuetudine recarsi al convento per ascoltare la [[messa|funzione]] e fare una processione nei dirtorni del convento.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo brancalasso Tursi.jpg|thumb|Palazzo del barone Brancalasso.]]
 
;Palazzo Brancalasso: Il palazzo del barone Brancalasso, semplicemente chiamato "Palazzo del Barone" è situato al centro di piazza Plebiscito, nel rione San Filippo, la sua costruzione è velata da un pizzico di mistero. Un'antica leggenda narra che il palazzo fu costruito in una sola notte da [[demoni]] e spiriti degli inferi, i quali, non potendo far ritorno in tempo nel loro regno, si materializzarono alle luci dell'alba sul tetto dell'edificio sotto forma di statue. In realtà in una notte venne delimitato il perimetro del palazzo alla cui costruzione si opponevano i proprietari dei fondi vicini. Le tre statue posizionate su di esso simboleggiano la giustizia, la pace e la carità<ref name=Palazzi>{{cita|R. Bruno|pp. 134-135}}</ref>.
 
;Palazzo Latronico: è situato in pieno centro storico, nel rione [[San Michele]], è probabilmente il più grande palazzo di Tursi ed è dotato di un ampio atrio con gradinata interna in pietra e di una caratteristica torre del belvedere. Il palazzo è stato abitato dalla famiglia Latronico fino agli anni sessanta<ref name=Palazzi />.
 
[[File:Targa marmorea casa di Pierro.jpg|thumb|left|Targa sul palazzo Pierro.]]
 
;Palazzo Pierro: è stata la casa del poeta [[Albino Pierro]], edificata nel rione San Michele. L'abitazione denominata dal [[poeta]], nelle sue poesie, ''‘U Paazze'' è una costruzione composta da un seminterrato e due piani in elevazione. Gode di un ampio panorama che spazia dal [[torrente]] Pescogrosso al convento di San Francesco sino ai [[dirupo|dirupi]] del rione [[Rabatana]]. Luoghi, questi, di grande ispirazione per il poeta. Dopo la morte di Pierro, la casa è stata adibita, ai piani superiori, a "Biblioteca Pierro" dove sono custoditi molti dei libri utilizzati dal poeta e tutte le opere originali. Questo palazzo è meta di turisti e studiosi<ref name=Palazzi /> poiché oltre alla biblioteca, ospita anche il "[[parco letterario]] Albino Pierro"<ref name="parcoletterario">{{cita web|url=http://www.parchiletterari.com/parchi/albino-pierro/index.php|titolo=Parco letterario Albino Pierro|accesso=17 novembre 2017}}</ref>. La targa marmorea installata dal comune dopo la morte del poeta riporta una citazione tratta dall'epigafre dell'opera ''Ci uéra turnè''<ref>{{cita|N. Martino|pag. 73}}</ref>.
{|style="width: 85%; align:top"
|-
|valign=top|
{{citazione|''Uèra turnè cchi ssèmpe addu' ci scùrrete,<br> come nd'i ddrùpe ll'acque, 'a vita mèje''|epigrafe sulla casa natale di [[Albino Pierro]]}}
|valign=top|
{{citazione|Vorrei tornare per sempre dove ci scorre,<br> come fra i dirupi l'acqua, la via mia|}}
|}
[[File:Resti del Castello gotico (Rabatana)02.jpg|thumb|Resti esterni di una delle torri del castello.]]
 
;Altri Palazzi: Tra gli altri palazzi troviamo palazzo Basile, identificato dal grande portone arcato che immette in un ampio atrio<ref name=Palazzi />. Palazzo Guida ha la particolarità di avere un portone in legno massiccio sormontato da un arco con lo stemma della famiglia<ref name=Palazzi />. Palazzo Ginnari identificabile da un'ampia gradinata<ref name=Palazzi />.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello sotterranei Tursi.jpg|thumb|Resti dei sotterranei del castello.]]
 
;Castello: Costruito dai [[Goti]] attorno al [[V secolo]] per difesa del territorio è situato su una collina a 346 {{m s.l.m.}}<ref>{{cita web|url=http://www.mondimedievali.net/castelli/Basilicata/matera/tursi.htm|titolo=I resti del castello arabo di Tursi|accesso=8 novembre 2017}}</ref>, difeso naturalmente da tre voragini, di oltre centro metri, di origine franosa; il "fosso della Palmara" (''a Iaramma'') a nord, il "fosso di San Francesco" (''u fòss d'San Francisch'') ad est e il "fosso della Cattedrale" (''u fòss da Catr'dé'') ad ovest<ref name="quilici150" />. Oggi sono solo rimasti i resti di quello che fu un castello gotico, alcune parti però, come i cunicoli sotterranei, sono rimasti intatti fino all'inizio del [[XX secolo|Novecento]]. Scavi archeologici, in contrada Castello, hanno portato alla luce, scheletri, tombe, monete, frammenti di anfore e palle [[ogivali]] di piombo recanti la scritte ''EIETHIDE'' (greca) e ''APNIA'' (latina)<ref name=Nigro>{{Cita|A. Nigro|pag. 39}}</ref>, queste opere sono attualmente esposte nel [[Museo archeologico nazionale della Siritide]] di [[Policoro]]<ref name=ComuneRabatana />. Da atti del [[1553]], tra la città di Tursi e il [[marchese]] Galeazzo Pinelli, si scopre che il castello è stato abitato fino al [[XVI secolo]] e che misurava 400 palmi di lunghezza e 200 di larghezza, con una superficie di 20&nbsp;000 palmi quadrati, tra cui 15&nbsp;000 adibiti a giardino, cantine e cisterne, mentre i restanti 5&nbsp;000 per una comoda abitazione<ref>{{Cita|R. Bruno|pag. 75}}</ref>. Era costruito su due piani e aveva due torri cilindriche a tre piani. Dentro le mura di cinta erano presenti un giardino, delle cantine, alcune cisterne e comode abitazioni per i [[barone|baroni]]; l'ingresso era regolato da un [[ponte levatoio]]<ref>{{Cita|A. Nigro|pag. 41}}</ref>. Fu dimora di numerosi signori, [[principe|principi]] e [[marchese|marchesi]], ma durante i periodi di guerra diventava una [[fortezza]]. Un'antica tradizione crede all'esistenza di un cunicolo tra la [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tursi)|chiesa di Santa Maria Maggiore]] nel rione [[Rabatana]] e il [[castello]], che doveva consentire ai signori di recarsi in [[chiesa (architettura)|chiesa]] indisturbati.
 
=== Altre architetture ===
[[File:Rovine di un vecchio mulino Tursi.jpg|thumb|Rovine di un vecchio mulino, lungo il corso del torrente Pescogrosso.]]
 
;Piazze: Tra le piazze principali dell'abitato troviamo piazza Maria Santissima di Anglona, costruita nel [[1951]] dal [[genio civile]] di [[Matera]], originariamente come consolidamento dell'argine del torrente<ref name="piazze">{{cita|R. Bruno|p. 136}}</ref>, costituisce l'attuale centro cittadino. Ospita la [[cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|cattedrale dell'Annunziata]], la [[curia vescovile]], la sede del municipio e il monumento ai caduti. Confina e ingloba di fatto, piazza cattedrale, piazza del mercato coperto, piazza del monumento costruita nel [[1955]] per onore ai caduti e piazza terrazzo sul Pescogrosso costruita nel [[2001]]<ref name="piazze" />. Nella parte storica, in rione San Filippo è presente piazza Plebiscito, considerata il vecchio centro cittadino fino agli anni sessanta. Sulla piazza si affaccia la chiesa del [[santo patrono]] della città, San Filippo e il palazzo Brancalasso<ref name="piazze" /> .
 
[[File:Monumento ai caduti Tursi.jpg|thumb|Monumento dedicato ai caduti per la patria.]]
 
;Monumento ai caduti: La città di Tursi ha contribuito con molti uomini durante la [[prima guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]], e proprio in onore ai caduti tursitani che l'[[Comuni d'Italia|amministrazione comunale]], guidata dall'allora [[sindaco]] Armando Di Noia, fece erigere il monumento<ref name="piazze" />. Il monumento ai caduti è situato in piazza monumento e la costruzione risale al [[1970]]. Sui lati del cippo marmoreo si leggono i nomi dei caduti sul fronte e la seguente iscrizione:
{{citazione|I nostri morti per la patria non sono degli assenti, sono degli invisibili, che fissano i loro occhi pieni di gloria, nei nostri pieni di lacrime|Tursi, AI SUOI CADUTI, 1970}}
 
=== Siti archeologici ===
[[File:8. Tursi, Valle Sorigliano, mobilier de la tombe 28.jpg|thumb|Corredo funerario del [[XV secolo a.C.]] rinvenuto nel sito di valle Sorigliano.]]
 
;Valle Sorigliano: Il sito archeologico di valle sorigliano, ubicato nei pressi di [[Anglona (Tursi)|Anglona]] ha portato alla luce un'intera [[necropoli]] datata all'[[età del ferro]]<ref>{{cita web|url=http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb15641224h|titolo=Sito archeologico di valle soriano in Tursi|accesso=12 novembre 2017}}</ref>. In particolare nella tomba 31 sono stati ritrovati 2 scalpelli, una scure, un'ascia in bronzo (composizione questa, simile alla tomba 84) e una grande falce in ferro con manico bronzeo lungo 44 cm, indice che la popolazione era impegnata da un lato in guerre e dall'altro nella gestione delle attività economiche<ref name=scavi />. Nella stessa zona sono state scoperte altre tombe a cumulo risalenti alla prima metà dell'[[VIII secolo a.C.]], e alcune [[necropoli]] [[ellenismo|ellenistiche]] e [[epoca romana|romane]], che custodivano ricchi corredi<ref name=museo>{{Cita|H. Schlager, U. Rudiger|pp. 331-353}}</ref>.
 
;Anglona: Il sito archeologico ubicato nei pressi di Anglona, ha portato alla luce una [[acropoli]] di origine bizantina, che sarebbe stata costruita sulle rovine dell'antica città di [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]<ref name=sito_anglona />. Sulla collina e ai piedi del versante nord, in zona conca d'oro, sono stati rinvenuti dei busti della [[Divinità greche|dea]] [[Demetra]] e statuette della [[Sfinge]] alata<ref name=bruno17>{{Cita|R. Bruno|pag. 17}}</ref>. In una tomba sono stati rinvenuti: una collana di [[perle di vetro|pasta vitrea]], diversi anelli, due orecchini con pendagli a piramide in oro di stile tarentino, un'[[anfora]] e due scodelle decorate con palmette, appartenute ad una giovane donna. Tale corredo data, con una certa approssimazione, la tomba al [[III secolo a.C.]]<ref name=bruno17 />. Gli ori e le monete di argento rinvenuti negli strati inferiori del santuario campestre dedicato al culto di Demetra risalgono alla metà del [[IV secolo a.C.]]<ref name=bruno17 />
 
;Cozzo San Martino: il sito archeologico di cozzo San Martino è ubicato nel circondario del comune, a sud del castello. Sono stati rinvenuti, in una necropoli, alcuni reperti dell'[[età del bronzo]]<ref>{{cita|L. Quilici, S. Quilici Gigli|p. 167}}</ref><ref name="levi">{{cita|S.T. Levi|p 54-56}}</ref>.
 
;Contrada castello: Il sito ubicano nei pressi del castello dove è stata rinvenuta una [[acropoli]] costituita su uno sperone roccioso di sabbie risalente al medio età del bronzo<ref name="levi" />. Scavi archeologici<ref>{{Cita|D. Adameşteanu}}</ref> nei pressi dei resti del castello gotico di Tursi, hanno portato alla luce [[Scheletro (anatomia umana)|scheletri]], [[tombe]], [[monete]], frammenti di [[anfore]] e palle [[ogivali]] di piombo recanti la scritte ''EYHfIDA'' (greca) e ''APNIA'' (latina), queste ultime, usate come armi di lancio durante un assedio al castello<ref name=Nigro />.
 
== Società ==
 
=== Evoluzione demografica ===
Il comune conta, al 31 dicembre [[2016]], 4.989 abitanti<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/bil2016/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P077&Com=29&submit=Tavola|titolo=Bilancio demografico 2016, dati Istat|accesso=4 ottobre 2017}}</ref> così ripartiti: 2.481 maschi e 2.508 femmine. Le famiglie sono 2.202, le convivenze registrate 2 e la media di componenti per [[famiglia]] è 2,26 (di poco inferiore alla media nazionale di 2,5, e in perfetta media con l'analogo valore regionale).
 
Il comune, negli ultimi decenni ha conosciuto, come molti comuni del mezzogiorno, una lieve e costante decrescita della [[popolazione]] dovuta principalmente alla diminuzione costante del [[tasso di natalità]] una delle principali cause del valore negativo sul [[tasso di crescita]] del paese<ref>{{cita web|url=http://www.urbistat.it/AdminStat/it/it/classifiche/tasso-crescita/comuni/matera/77/3|titolo=Tasso di crescita, provincia di Matera|accesso=4 ottobre 2017}}</ref>. Va preso in considerazione il fatto che molti giovani decidono di cercare lavoro o di perfezionare gli studi [[università|universitari]] fuori dai confini del paese e una volta laureati difficilmente trovano un [[mercato del lavoro]] capace di assorbire figure professionali specializzate.
{{Demografia/Tursi}}
 
L'evoluzione demografica del comune è molto più ampia<ref name="bruno138" />. Infatti già dal [[1277]] si contavano 1.440 abitanti (240 fuochi) fino ad arrivare al massimo boom demografico nel [[1561]] quando si contavano 10.788 abitanti (1798 fuochi), per poi avere un lento e costante calo fino al [[1853]] quando si contavano 3.538 abitanti<ref>Ogni fuoco equivale a 6 abitanti, da {{Cita|R. Bruno|pag. 138}}</ref>.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
I dati [[ISTAT]] al 31 dicembre [[2016]]<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2016/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P077&Com=29&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=La presenza straniera a Tursi|accesso=4 ottobre 2017}}</ref> rilevano una popolazione straniera residente di 353 abitanti di cui 172 maschi e 181 femmine. La cittadinanza straniera rappresenta il 7,07% della popolazione residente tursitana. Le comunità maggiormente rappresentate sono la [[Romania]] con 190 persone, pari al 3,81% della popolazione residente tursitana e al 54% della popolazione straniera tursitana; e l'[[Albania]] con 131 persone, pari il 2,63% sulla popolazione residente tursinata e al 37% della popolazione straniera tursitana.
 
=== Lingue e dialetti ===
[[File:Neapolitan language.jpg|thumb|Dialetto dell'area "Lucano centrale" nel sistema dei dialetti meridionali intermedi.]]{{Vedi anche|dialetto metapontino}}
 
{{citazione|Quella di Tursi, il mio paese in provincia di Matera,<br/> era una delle tante parlate destinate a scomparire.<br> Ho dovuto cercare il modo di fissare sulla carta i suoni della mia gente.|[[Albino Pierro]] in '''A terra d'u ricorde (La terra del ricordo)''<ref>{{cita web|url=http://ladante.it/categoria-attualita/arte-e-cultura/1449-la-poesia-della-realta-cento-anni-dalla-nascita-di-albino-pierro.html|titolo=A terra d'u ricorde|accesso=13 novembre 2017}}</ref>}}
 
Il [[dialetto]] parlato a Tursi è incluso nel sistema dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali intermedi]] in particolare nella zona dei [[dialetti lucani]]<ref name="melillo">{{cita|M. Melillo|op. cit.}}</ref>. Tuttavia il territorio comunale risulta ricadere nell'area linguistica della piana di metaponto<ref name="melillo" />. Le principali differenze linguistiche di Tursi si evidenziano con una diversità fonetica dovuta alla trasformazione della vocale '''''a''''' in '''''e''''' all'interno delle parole e della terminazione per '''''s''''' di molte altre<ref>{{cita|F. Avolio|op. cit.}}</ref>, come ad esempio: ''vèv ala chès'' (vado a casa), ''quànn tòrns?'' (quando torni?), ''lass'm stè'' (lasciami stare).
 
Tra i maggiori esponenti dialettali tursitani annoveriamo il poeta [[Vincenzo Cristiano]] e, senza ombra di dubbio, il poeta [[Albino Pierro]], più volte candidato al [[Premio Nobel per la Letteratura]]<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/20/si-chiama-pierro-vedovo-del-nobel.html|titolo=Articolo di repubblica.it|accesso=13 novembre 2017}}</ref>. Le poesie di Pierro sono state tradotte in oltre 13 lingue per questo è stato necessario pubblicarne un dizionario di lessico tursitano-italiano<ref>{{Cita|G.B. Mancarella, R. Campese}}</ref>.
 
=== Religione ===
{{Vedi anche|Sede titolare di Anglona|Diocesi di Tursi-Lagonegro}}
[[File:Santuario anglona2.jpg|left|thumb|Basilica di Anglona, sede titolare della diocesi.]]
 
Nel [[968]] venne istituita a Tursi la sede vescovile e fino all'inizio del [[XII secolo]] la diocesi adottò il [[rito bizantino]]<ref>Si evince dalla ''Relatio de legatione Costantinopolitana'' di [[Liutprando da Cremona|Liutprando]], [[diocesi di Cremona|vescovo di Cremona]].</ref>. Nel [[1110]] la sede vescovile di Tursi venne trasferita ad [[Anglona (Tursi)|Anglona]]<ref>{{Cita|P.F. Kehr|IX, p. 469}}</ref>, poiché meglio disposta strategicamente e per la presenza, sulla collina, di un edificio religioso particolarmente importante, il [[Santuario di Santa Maria Regina di Anglona]]. La diocesi assunse il nome di diocesi di Anglona. Successivamente, con la decadenza della città di Anglona e lo sviluppo di Tursi, [[papa Paolo III]] per dirimere le liti tra la [[Curia diocesana|curia]] e la camera baronale, col decreto concistoriale dell'8 agosto [[1545]], diretto al vescovo Berardino Elvino, sancì il trasferimento della sede vescovile di Anglona nella città di Tursi. Sede della cattedra fu la chiesa di San Michele Arcangelo, otto mesi dopo, lo stesso [[Papa|Pontefice]] con la [[bolla pontificia|bolla]] del 26 marzo [[1546]], trasferi definitivamente la cattedra episcopale a Tursi, nella [[Cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|chiesa dell'Annunziata]] e ordinò ai vescovi di mantenere il titolo di diocesi di Anglona-Tursi<ref name=Martucci /><ref>{{Cita|R. Bruno|pp. 37-38}}</ref>.
 
L'8 settembre [[1976]], a seguito della creazione della [[Regione ecclesiastica Basilicata]] assunse il nome di diocesi di Tursi-Lagonegro. Anglona, invece, divenne [[sede titolare]] di diocesi. Suo primo vescovo titolare dal 1977 al 1991 è stato [[Andrea Cordero Lanza di Montezemolo]] poi divenuto cardinale.
 
La diocesi ha 82 parrocchie e una superficie di 2.509&nbsp;km². Nel [[2014]] contava 127.100 battezzati su 128.200 abitanti, pari al 99,1% di battezzati della popolazione totale.
 
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Falò di San Giuseppe.jpg|thumb|''u umnnàrie'', il falò di San Giuseppe, durante lo spegnimento a fine serata.]]
 
Molte tradizioni tursitane si rifanno ad avvenimenti religiosi. La più conosciuta è la [[Santuario di Santa Maria di Anglona#La Devozione|Festa della Madonna di Anglona]] che ricorre ogni 8 settembre. La domenica dopo [[Pasqua]], invece, la statua settecentesca che raffigura la Madonna viene portata a spalla per un percorso di oltre 10&nbsp;km, dal [[santuario di Anglona]] alla cattedrale dell'Annunziata di Tursi<ref>{{Cita|Don Zorzi|pag. 11}}</ref> e il [[1 maggio|primo Maggio]] nel tragitto inverso. Il 26 maggio ricade la festa patronale dedicata a [[San Filippo Neri]].
 
La sera del 18 marzo è tradizione bruciare le frasche<ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=frasca|titolo=Denominazione di ''frasca'', da dizionario.org|accesso=8 novembre 2017}} - Frasca: ramoscello fronzuto per lo più di alberi boscherecci.</ref>, creando così grandi falò. La gente del luogo chiama l'evento ''u umnnàrie'' riferito al falò di San Giuseppe<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/regioni/2012/03/18/visualizza_new.html_133841722.html|titolo=Fuochi e falò di San Giuseppe.|accesso=24 novembre 2017}}</ref>.
 
Nel periodo Natalizio, dagli [[anni 1970]], viene allestito il presepe vivente tra i vicoli del rione Rabatana<ref>{{cita web|url=http://www.sassilive.it/cultura-e-spettacoli/terza-pagina/presepe-vivente-di-tursi-oltre-6-mila-visitatori/|titolo=Presepe vivente di Tursi|accesso=8 novembre 2017}}</ref>.
 
== Cultura ==
 
=== Istruzione ===
 
==== Biblioteche ====
[[File:Palazzo Pierro tursi.jpg|thumb|Palazzo Pierro.]]
 
Nel territorio comunale sono presenti le seguenti biblioteche:
* Biblioteca Comunale, situata nel corso principale, in via Roma, fornita in prevalenza di libri utili per gli studenti di scuole elementari, media inferiori e superiori.
* Biblioteca Vescovile, è situata in pieno centro, nei pressi del municipio e della [[cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|cattedrale dell'Annunziata]]. Conta di un buon numero di libri, molti dei quali antichissimi. I tomi più vecchi sono stati ristrutturati e sono custoditi presso la casa vescovile, sono però visionabili copie identiche di tali opere.
* Biblioteca e [[parco letterario]] "A. Pierro"<ref name="parcoletterario" />, situata presso il palazzo Pierro nel rione San Michele. Sono presenti molti dei libri utilizzati dal poeta [[Albino Pierro]] nei suoi anni di vita e tutte le sue opere originali.
 
==== Scuole ====
In città, nel rione Santi Quaranta, ha sede l'ITCG "M.Capitolo"<ref>{{cita web|url=http://www.itcgtursi.gov.it/|titolo=Sito ufficiale dell'ITCG "Manlio Capitolo"|accesso=8 novembre 2017}}</ref> (Istituto Tecnico Commerciale per Geometri e Tecnici del Turismo). Nel rione Sant'Anna è presente anche un Istituto Professionale. Mentre in via Roma è presente l'Istituto Comprensivo Statale "Albino Pierro" comprende tutti gli istituti di primo e di secondo grado inferiore.
 
==== Musei ====
Nel [[Museo archeologico nazionale della Siritide]] di [[Policoro]], sono custoditi ed esposti numerosi ritrovamenti del territorio tursitano. Nella seconda sezione del museo, incentrata sull'[[età del bronzo]], è possibile trovare un [[corredo funerario]] di [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]] rinvenuto nei pressi di Anglona<ref name=museo />, mentre nella quinta sezione è possibile trovare resti dell'[[età del ferro]] appartenute a popolazioni [[enotri|enotrie]] e [[lucani|lucane]].
 
=== Cinema ===
A Tursi nel [[2007]] furono girate molte scene del film ''[[Modo Armonico Semplice|Modo Armonico Semplice - L'asilo di un maestro]]'', diretto da Salvatore Verde<ref>{{cita web|url=https://www.cinemaitaliano.info/modoarmonicosemplice|titolo=Film: Modo Armonico Semplice|accesso=15 novembre 2017}}</ref>, e in [[Rabatana]], alcune scene di ''Nine Poems in Basilicata'', diretto da Antonello Faretta con [[John Giorno]]<ref>{{cita web|url=http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=2991288|titolo=Film: Nine Poems in Basilicata|accesso=15 novembre 2017}}</ref>.
 
=== Cucina ===
{{vedi anche|Basilicata#Cucina|Prodotti agroalimentari tradizionali della Basilicata}}
[[File:Peperoni secchi.jpg|thumb|''pupàcce crusk'' (peperoni croccanti).]]
 
La cucina è stata influenzata dalla povertà e dalla vita contadina. Per questo originariamente il pane era fatto in casa. Ad oggi, molti panifici locali fanno ancora il pane casereccio e per questo troviamo: ''a pitta'' (una specie di ruota piana) e ''u piccillète'' (una sorta di ciambellone bianco a forma di volante), tra le focacce troviamo ''a caccallèt'' che può essere dolce, con l'uva sultaninala, e salata con i ciccioli<ref name="cucina">{{Cita|I. Palazzo|capitoli 5-7}}</ref>. La focaccia classica è chiamata volgarmente ''vruscète'' ed è generalmente condita con pomodori e peperoni. Nelle sere invernali, davanti al focolare si consuma la ''ffella-rusch'', una fetta di pane abbrustolita al fuoco e condita con strutto o un filo d'olio, sale e ''pupàcce pisèt'' (peperone macinato), ricavato macinando i ''[[peperone di Senise|pupàcce crusk]]'' (peperoni secchi e croccanti)<ref name="cucina" />.
 
Il piatto più tipico, è quello dei ''frizzuli ca' millica'' o ''maccaruni ca' millica'', ossia maccheroni lavorati col ferro a sezione quadrata (da calza o di ombrello) e conditi con sugo di pomodoro e mollica di pane fritta. Tra i primi piatti troviamo anche i ''raskatelle pupàcce e pummidòre'', cavatelli col sugo di pomodori e peperoni freschi<ref name="cucina" />.
 
Quando si uccideva il maiale, nulla andava perduto, a cominciare dal sangue che serviva per la preparazione del [[Sanguinaccio dolce|sanguinaccio]]. Le parti meno nobili, quali le cotiche, il lardo, le interiora venivano utilizzate, nella preparazione delle ''frittole'' (ciccioli) e della ''nnuglia'' che era detto [[salame pezzente]] poiché fatto con gli scarti della carne. Questi alimenti sono usati principalmente come contorni, o cucinati insieme alle verdure, nella preparazione della ''minestra maritata''<ref name="cucina" />.
 
Dopo il maiale, la carne più consumata era quella ovina, usata per la preparazione dei ''Gghiommaricchie'', degli involtini di interiora fatti solitamente alla brace o infornati in una teglia con le patate<ref name="cucina" />. Nel periodo pasquale è usanza fare i ''cavzòn'' (calzoni tipici ripieni di salsiccia, o di verdure o di patate), mentre nel periodo natalizio si preparano le ''crispelle'' (morbide ciambelle di pasta lievitata e fritte in abbondante olio, o panzerottini fritti ripieni con peperoni secchi e alici), i ''panzèrott'' e ''uand'' (panzerottini fritti ripieni di crema ai ceci, e dolci tipo chiacchiere)<ref name="cucina" />. Tra i vini troviamo il [[Matera DOC]].
Tra gli altri piatti tipici tursitani troviamo: ''cicorjè e fèv'' - cicorie e fave, ''finucch' e fasul'' - minestra di finocchi e fagioli, ''Mugnèm chièn'' - Melanzane ripiene, ''Pastùrej'' - Spezzatino di pecora e/o capretto in umido, ''raskatelle ca' millica'' - pasta fatta in casa (cavatelli) conditi con sugo di pomodoro e mollica di pane fritta, zuppa di lumache, insalata d'arance<ref name="cucina" />.
 
== Geografia antropica ==
 
=== Urbanistica ===
[[File:"Tursi"_(22264843012).jpg|thumb|illustrazione della città di Tursi effettuata da Francesco Cassiano De Silva tra il [[1698]]-[[1702 ]].]]
 
I primi insediamenti nel territorio di Tursi risalgono alla prima [[età del ferro]], accertati da scavi archeologici nei pressi della frazione [[Anglona (Tursi)|Anglona]]. Successivamente, nella stessa zona, si sviluppò tra il [[XV secolo a.C.]] e l'[[VII secolo a.C.]], grazie agli [[Enotri]] prima<ref name="romanelli" /> e agli [[Ioni]] poi, la città di [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]<ref name="buonsanto" />.
 
L'attuale nucleo storico cittadino verrà costruito molti secoli più tardi, quando nel [[410]] i [[Visigoti]] si stanziarono sulla collina dove costruirono una [[torre]] per meglio controllare le vallati circostanti<ref name="quilici" />. Saccheggiando i villaggi limitrofi<ref name="antonini120" />, gli abitanti sopravvissuti si rifugiarono attorno al castello dando origine al primo borgo abitato della città<ref name="quilici" />.
Solo quattrocento anni dopo però il primordiale borgo prenderà la forma attuale. Difatti sotto il dominio saraceno l'abitato prenderà il nome di [[Rabatana]] e lo stile urbanistico [[arabo]]-[[musulmano]] che lo differenzia ancora oggi dal resto della città<ref name="biscaglia"/>. Nei secoli successivi, ci sarà una leggera impronta bizantina e normanna nel castello e nelle nuove abitazioni, che costringerà l'abitato ad espandersi verso la vallata sottostante, creando una netta distinzione all’interno del borgo<ref name="montesano" />. Questa divisione risultava ben visibile sia da un lato urbanistico, da una "città alta" e una "città bassa", che da un lato socio-politico dovuta dalla presenza di un [[camerlengo]] della Rabatana<ref name="montesano" />.
 
Il primordiale nucleo situato ad oriente del castello come [[Architettura rupestre|insediamento rupestre]], si è evoluto con la costruzione di un ''[[ribat|ribât]]'' sotto il dominio saraceno, mantenendo la sua ''[[facies]]'' rupestre ai quali si aggiunsero connotati della [[cultura araba]] nella tipologia e nell’organizzazione del tessuto urbano, nella rete viaria e nelle tecniche di canalizzazione delle acque<ref name=biscaglia28>{{cita|C. Biscaglia|pag. 28}}</ref>. L'agglomerato urbano della Rabatana, incentrato attorno alla [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tursi)|collegiata di Santa Maria Maggiore]] con l’[[ospedale]] di [[Santa Maria Maddalena]] era munito di vie labirintiche e compatte che alternano ripidi pendii ad abbozzati pianori e si articolava nelle piccole circoscrizioni che costituivano una concentrazione di ''[[domus]]'' palaziate<ref name=biscaglia28 />. Il borgo, come attesta una [[bolla papale]] di [[Paolo III]] del [[1545]], risultava diviso in tre zone principali in concomitanza con le tre chiese più importanti del paese: La Rabatana, con la chiesa di Santa Maria Maggiore, risultava essere la parte più alta del abitato, la quale comprendeva il castello e la borgata intorno alla chiesa, detta dei Massitani. Immediatamente sotto, collegata alla precedente da una [[mulattiera]] impervia, era edificata la chiesa di San Michele Arcangelo con intorno il borgo che prenderà il nome della chiesa stessa. Infine, nella parte più bassa era collocata la [[cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|cattedrale]]<ref name="montesano" />. Il primo collegamento tra la Rabatana e il resto dell'abitato, voluto fortemente dal [[duca]] Carlo Doria, fu un'enorme scalinata in pietra, detta ''petrizza'' e tuttora utilizzata, edificata nel [[1594]] che andò a sostiture la precedente e impervia mulattiera<ref name=ComuneRabatana /><ref name="treccani"/>.
 
La "città alta" era naturalmente difesa da ripidissimi strapiombi, i ''petti'', rafforzati ulteriormente da strutture fortificate collegate al castello, nello specifico i due [[ponte levatoio|ponti levatoi]] ("di suso" e "di mezo") che confluivano verso le rispettive [[porta cittadina|porte cittadine]] ("porta di suso" o di "Santo Biaso" e "porta de la mendola")<ref name=biscaglia29>{{cita|C. Biscaglia|pag. 29}}</ref>. La "città bassa", caratterizzata dalla più diffusa presenza di costruzioni in alzato, si articolava tra numerose [[contrada|contrade]] fortemente integrate nell'ambiente naturale circostante con ''domus'' e [[casali]] immersi tra [[vigneti]] e [[oliveti]] e con la presenza di variegati [[mulino ad acqua|mulini]] nei pressi dei [[ruscelli]]<ref>{{cita|La forma urbis..|pp. 51-57}}</ref>. La città, nel suo complesso, presenta una variegata tipologia edilizia che spazia dalle ''domus seu gripta'' e ''gripta cum planitie ante'' abitazioni di tipo rupestre per i ceti più umili, alle ''domus terranee, seu catogi'', seminterrate nella roccia e composte da un solo vano polivalente, alle ''domus cum cammera terragna'', unità abitative del ceto medio, alle ''domus seu lamia terranea'', in muratura, alle ''domus mezane'', elevate al livello del calpestio, alle ''domus suprane'', con scale esterne, fino alle più articolate ''domus palaziate'', per i ceti alti, abbellite con orti e giardini e dislocate attorno agli edifici religiosi<ref name=biscaglia29 />.
 
L'illustrazione del De Silva per delineare la veduta di Tursi, che è stata effettuata da monte San Martino a 324 {{mslm}}, sulla sponda destra del torrente Pescogrosso<ref name=biscaglia22>{{cita|C. Biscaglia|pag. 22}}</ref>, mostra come il nucleo sviluppatosi in epoca pre-normanna per fattori prevalentemnete storici, [[Geomorfologia|morfologici]] e demici, si incentrò nell'intorno del castello secondo un processo di [[incastellamento]]<ref name=biscaglia22 /> e si ampliò successimentre, soprattutto tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]] senza alcuna regolarità [[planimetria|planimetrica]], ma semplicemente a corona del [[Duomo]] consolidando una ''forma urbis'' moderna emarginandosi gradualmente dal nucleo storico<ref>{{cita|C. Biscaglia, La forma urbis..|pp. 47-56}}</ref>. La veduta fa cogliere in modo prevalente il carattere [[agricolo]] della città, come succedeva per molti centri lucani di età moderna<ref>{{cita|C. Biscaglia, Il liberium..|pp. 199-206}}</ref>, nello specifico, la ruralità tursitana si rivela nella distribuzione dei quartieri, tra i quali si aprono agrumeti, orti e campi per il piccolo [[pascolo]]<ref name=biscaglia24>{{cita|C. Biscaglia|pag. 24}}</ref>. Nel graduale popolamento delle campagne con le sparse residenze [[Sobborgo|sub-urbane]], vi nascevano quindi piccole [[cappelle]] e chiesette<ref name=biscaglia24 />. In questo contesto evolutivo, verso la fine del [[XVI secolo]], con la perdita delle funzioni militari che avevano qualificato il [[medioevo]] e la graduale trasformazione in area rurale di Tursi, l’antico [[castello]] di impianto pre-normanno, divenne sempre più marginale rispetto alla città, il quale con le sue torri cilindriche agli angoli dei [[baluardo|baluardi]], che avevano avuto una funzione di rilievo in epoca [[corona d'Aragona|aragonese]] e nel periodo [[Sovrani di Napoli|vicereale]] del [[Regno di Napoli]], a fine [[seicento]] si innalza ormai solitario sul naturale strapiombo di [[arenaria]]<ref>{{cita|C. Biscaglia, La forma urbis..|pp. 48-49}}</ref>.
 
Nei secoli successivi l'urbanizzazione dell'abitato è continuata gradualmente verso la valle, sviluppandosi in base ai [[piani regolatori]], fino a raggiungere l'attuale insediamento.
 
=== Suddivisioni storiche ===
{{vedi anche|Rabatana}}
[[File:Viottoli centro storico Tursi.jpg|thumb|viottoli del rione San Filippo.]]
 
Il centro abitato è suddiviso in diversi [[rione|rioni]], molti dei quali prendono il nome da una relativa [[chiesa (architettura)|chiesa]] o [[convento]]. Nella parte più storica della città vengono annoverati i rioni [[Rabatana]], San Michele, San Filippo, Petto e Cattedrale edificati tra il [[X secolo|X]] e il [[XVII secolo]], i restanti, invece, sono di edificazione contemporanea<ref name=Rioni>{{cita|R. Bruno|p. 137}}</ref>.
 
Tra i più storici troviamo la Rabatana che è stato il primo rione abitato di Tursi. Sorto nella parte più alta della città, attorno al castello, nel [[V secolo]], è stato edificato in un punto strategico per il controllo delle vallati sottostanti ([[Sinni|valle del Sinni]] e [[valle dell'Agri]]). Il rione ancora oggi risulta quasi a sé stante del resto dell'abitato, collegato di fatto solo dalla "petrizza". Nel rione sono presenti i resti del castello e la [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tursi)|chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore]]<ref name=Rioni />. A sud, dopo la "petrizza" si trova il rione San Michele che prende il nome dall'omonima chiesa, ed edificato attorno al [[X secolo]]. Come struttura molto simile al precedente, ha case addossate l'una su l'altra e strade strette costruite in pietra. Nel rione è presente il palazzo Latronico, uno dei più grandi palazzi di Tursi, la chiesa di San Michele, ex cattedrale della diocesi e la casa natale del poeta [[Albino Pierro]], ora adibita a biblioteca e parco letterario<ref name=Rioni />. Scendendo ancora la vallata verso sud, si trova il rione San Filippo che prende anch'esso il nome dall'omonima chiesa. Costruito attorno al [[XVII secolo]], fino agli anni sessanta era il centro del paese e disponeva di tutti gli uffici pubblici successivamente spostati nell'attuale centro città. In questo rione è presente piazza plebiscito, palazzo Brancalasso e la chiesa di San Filippo dedicata al culto del [[santo patrono]]. I viottoli, simili ai rioni precedente, sono in pietra e in prevalenza, stretti e ripidi<ref name=Rioni />. Il rione Petto o Pandosia edificato ad est del precedente, prende il nome dall'estrema ripidità dei suoi viottoli. Le case del rione sono addossate le une sulle altre e quasi aggrappate alla ripida timpa sottostante. Il Petto collega il rione San Filippo al rione più recente Santi Quaranta<ref name=Rioni />. Il rione Cattedrale, prende il nome dalla presenza della cattedrale, è edificato a sud del rione San Filippo ed ingloba di fatto la Catuba, zona esposta ad ovest, e il Vallone, zona bassa e centrale della città. Nel rione sono presenti la [[cattedrale dell'Annunziata (Tursi)|cattedrale dell'Annunziata]] e il palazzo della [[curia diocesana]] che si affacciano sulla piazza Maria Santissima di Anglona, attuale centro della città. Sulla parte sud della piazza si affaccia anche l'attuale municipio ed il monumento ai caduti<ref name=Rioni />.
[[File:Tursi notturna.jpg|thumb|parte del rione Santi Quaranta in basso, si intravede anche il rione Rabatana in alto e il rione Petto che collega i due.]]
 
Fuori dalla parte più storica della città troviamo il rione Costa, edificato ad ovest del rione precedente. Nasce ai piedi della collina sulla quale spicca l'ex convento di [[San Rocco]] e prende il nome dalla posizione in cui è sorto, leggermente collinare, con un dislivello in salita. E' separato orizzontalmente dal rione Piana tramite il corso principale detto via Roma. Lungo il corso sorgono la scuola media e la scuola elementare<ref name=Rioni />. Il rione Piana o Europa è stato edificato nello stesso periodo del rione Costa, e conserva la stessa struttura di abitazioni, costruite prevalentemente in [[tufo]], e di strade, pavimentate con lastroni di pietra di tipo [[pavé]]. Sorge lungo la sponda destra del torrente Pescogrosso. Prende il nome Europa dalle sue vie intitolate a stati europei e il nome Piana poiché sorto in una zona estremamente pianeggiante. Nel [[1983]] il Pescogrosso straripò e molte abitazioni subirono gravi danni, solo successivamente vennero costruiti gli argini al torrente<ref name=Rioni />. Il rione Sant'Anna è stato edificato negli primi [[anni 1970|anni settanta]] lungo la sponda sinistra del torrente Pescogrosso. Prende il nome dal vecchio convento di [[Sant'Anna]], struttura adibita poi ad Istituto Professionale<ref name=Rioni />. Il rione Santi Quaranta è il più recente della città, le costruzioni sono cominciate verso la fine degli anni settanta. Edificato in una zona pianeggiante detta la "piana di Santi Quaranta", prosegue verso est lungo il corso del torrente. Prende il nome dalla piana omonima nella quale secondo un'antica leggenda furono trucidati 40 martiri cristiani; ma più probabilmente in ricordo ai [[Quaranta martiri di Sebaste]]. Nel rione è presente lo [[stadio]], una scuola materna e la sede dell'ITCG "M.Capitolo" (Istituto Tecnico Commerciale, per Geometri e tecnico Turistico)<ref name=Rioni />.
 
== Economia ==
 
=== Agricoltura ===
[[File:Campi di Tursi.jpg|thumb|Campi in semina, ai piedi del colle di Anglona.]]
 
La città ha un'economia prevalentemente agricola, diffusissime sono le coltivazioni di agrumi e alberi da frutto.
Rinomate sono le arance di Tursi ''i partajall'' o "portogallo", importate attorno all'anno mille dai [[Saraceni]], hanno subito, nel corso degli anni, una sorta di modifica genetica naturale che le ha rese uniche nella loro specie. Questo tipo di arancia denominata "Arancia ''Staccia''" prende il nome da un antico gioco simile a quello delle bocce in cui si utilizzava la ''staccia'' (in lingua dialettale), una pietra piatta e levigata<ref name="pegolini" />. Infatti l'arancia staccia è pressoché piatta e schiacciata ai poli, matura in marzo, ha un peso medio molto alto e può tranquillamente raggiungere un chilogrammo<ref>{{cita web|url=https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/arancia-staccia/|titolo=Arancia staccia in fondazione SlowFood|accesso=9 novembre 2017}}</ref>. La particolare buccia è molto spessa e soffice, la polpa è senza semi e il sapore è squisito e impareggiabile. Questa particolare arancia è presente solo nel territorio dei comuni di Tursi e il vicino [[Montalbano Jonico]].
 
L'enorme diffusione delle coltivazioni di agrumi, negli ultimi secoli, nella vallata sottostante ad [[Anglona (Tursi)|Anglona]], gli hanno di fatto conferito il nome di "Vallone della Conca d'Oro", in quanto è stata una delle prime località d'Italia per la coltivazione delle arance<ref>{{Cita|L. Quilici, S. Quilici Gigli}} {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=YlitAwk0Bu0C&pg=PA147&lpg=PA147&dq=conca+d%27oro+tursi&source=web&ots=rzI775Ez0e&sig=wP3cBRiQndPkDHC4Et6uNmJRfx8&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=20&ct=result|titolo= pag. 147|accesso=8 novembre 2017}}</ref>. Il 30 gennaio [[2007]] grazie al "Consorzio per la Tutela e Valorizzazione dell'Arancia Staccia di Tursi e Montalbano Jonico" il frutto ha ricevuto la denominazione [[Denominazione di origine protetta|D.O.P.]]<ref>{{cita web|url=http://www.ssabasilicata.it/opencms/CANALI_TEMATICI/Educazione_alimentare/File_allegati/disciplinare_di_produzione_arancia_staccia.doc|titolo=Disciplinare di produzione per l'arancia staccia - CE n. 510/2006|accesso=9 novembre 2017}}</ref>.
 
Molto diffuse sono anche le coltivazioni del Percoco bianco (o "Settembrino") di Tursi di cui è stata richiesta l'[[Indicazione geografica protetta]], IGP<ref>{{cita web|url=http://www.agricolasantamaria.it/prodotti/|titolo=Percoco tipico di Tursi|accesso=12 novembre 2017}}</ref>.
Si coltiva anche la vite, da cui si ricava il [[Matera DOC]] e i peperoni da cui si ricava il classico ''[[Zafaran]]'' (''pupàcce crusk'' in tursitano), anch'esso IGP.
 
=== Allevamento ===
 
L'allevamento è abbastanza diffuso, come nel resto dell'entroterra lucano. I principali allevamenti sono [[ovini]] e [[caprini]] con la conseguente produzione di [[pecorino]], di formaggi caprini e di carne d'agnello e capretto<ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/tursi/storia/caprarico-oggi-e-ieri.html|titolo=La frazione Caprarico ieri e oggi|accesso=8 novembre 2017}}</ref>.
 
=== Turismo ===
[[File:Cripta-Presepe02.jpg|thumb|Presepe in pietra di [[Altobello Persio]].]]
 
Il turismo ha registrato un forte aumento nell'ultimo ventennio sull'intera provincia. In particolare, nel periodo 1999-2016, i dati risultano più che triplicati su tutto il territorio provinciale<ref>{{cita web|url=http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/Statistiche/Statistica_2016/Archivio_PMt_riep.pdf|titolo=Accesso turistico in provincia di Matera|accesso=12 novembre 2017}}</ref>. Le strutture tursitane più visitate restano gli edifici storici, come il [[santuario di Santa Maria Regina di Anglona]], elevato a [[basilica minore]] nel 1999, e l'ex convento francescano, entrambi [[Monumenti nazionali italiani|monumenti nazionali]]<ref>{{cita web|url=http://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=1030&sec=5|titolo=Patrimonio culturare della Basilicata|accesso 12 novembre 2017}}</ref>.
 
Il centro storico di Tursi, la [[Rabatana]], riscontra un particolare afflusso di visitatori nei mesi estivi e soprattutto nel periodo natalizio, quando il rione viene utilizzato come sfondo per la rappresentazione del presepe vivente<ref>{{cita web|url=http://www.presepeviventetursi.it/l-evento.html|titolo=Percorso del presepe vivente|accesso=12 novembre 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sassilive.it/cultura-e-spettacoli/terza-pagina/presepe-vivente-di-tursi-oltre-6-mila-visitatori/|titolo=Affluenza presepe vivente Tursi|accesso=17 novembre 2017}}</ref>. In queste vie è visitabile la [[chiesa di Santa Maria Maggiore (Tursi)|collegiata di Santa Maria Maggiore]] con la cripta sottostante che ospita la cappella De Georgiis, dove sono custoditi un [[trittico]] del [[XIV secolo]] della [[scuola giottesca|scuola di Giotto]]<ref name=giotto />, il presepio in pietra, scultura di [[Altobello Persio]], e degli affreschi attribuiti a [[Giovanni Todisco]] entrambi del [[XVI secolo]]<ref name=degeorgis />.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
 
=== Strade ===
{{vedi anche|Strade provinciali della provincia di Matera}}
I principali collegamenti che interessano il comune sono la [[strada statale 598 di Fondo Valle d'Agri]] a nord, che costeggia il corso del [[fiume Agri]] e la [[strada statale 653 della Valle del Sinni]] a sud che costeggia il corso del [[fiume Sinni]]. Entrambe collegano il comune tramite la strada provinciale 154<ref>{{cita web|url=http://mapq.st/2B5AEZk|titolo=collegamenti stradali della prov. di Matera.|accesso=20 novembre 2017}}</ref>.
 
=== Ferrovie ===
La località è servita dalla [[stazione di Policoro-Tursi]], posta sulla [[ferrovia Jonica]], originariamente denominata Tursi-Policoro, assunse il nome attuale nel 1961<ref>Ordine di Servizio n. 73 del 1961</ref>.
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Tursi}}
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|17 marzo [[2008]]
|29 marzo [[2010]]
|Emilia Felicita Capolongo
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 marzo [[2010]]
|31 maggio [[2015]]
|Giuseppe Domenico Labriola
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco]]
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}}
{{ComuniAmminPrec
|31 maggio [[2015]]
|''in carica''
|Salvatore Cosma
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco]]
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}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Genova|2005}}<ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/news_spettacoli/archivio_news/2005/giugno/gemellaggio.htm|titolo=Gemellaggio Tursi-Genova, comunicato stampa (8-6-2005)|accesso=8 novembre 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/tursi/storia/il-gemellaggio-con-genova-1-tra-storia-ed-emigrazione-recente.html|titolo=Salvatore Verde, ''Gemellaggio con Genova''|accesso=10 ottobre 2017}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Valmontone|2004}}<ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/news_spettacoli/archivio_news/2004/settembre/conferenza_turismo.htm|titolo=Gemellaggio Tursi-Valmontone, comunicato stampa (23.9.04)|accesso=8 novembre 2017}}</ref>
 
== Sport ==
La Polisportiva Aurora Tursi, squadra di calcio della città, è stata fondata nel settembre [[2007]] dalla fusione della Polisportiva Pandosia e Aurora Tursi. Ha disputato sempre campionati dilettantistici di livello regionale<ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/sport/calcio/storica-promozione-dellaurora-nicola-russo-tursi-in-prima-categoria-con-foto-dellevento.html|titolo=Leandro Domenico Verde, ''Storica promozione della Polisportiva Aurora Tursi''|accesso=10 ottorbe 2017}}</ref>. Successivamente la squadra si è fusa con la squadra della vicina [[Rotondella]] rinominandosi TursiRotondella. Nel 2016 dopo lo scioglimento di quest'ultima nasce la Asd Tursi Calcio 2008 e relativamente la squadra giovanile Asd Academy Tursi<ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/sport/calcio.htm|titolo=Sport Tursi|accesso=21 novembre 2017}}</ref>.
 
=== Impianti sportivi ===
Stadio Mimmo Garofalo, inaugurato il 3 giugno [[2007]] dagli allievi della [[Juventus]], durante la prima partita<ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/sport/calcio/torneo-scirea-bari-juventus-1-a-2.html|titolo=Salvatore Verde, ''Torneo Gaetano Scirea, partita di apertura Bari-Juventus: formazioni, cronaca e risultati''|accesso=10 ottobre 2017}}</ref> dell'[[Coppa Gaetano Scirea#XI edizione (2007)|XI Coppa Gaetano Scirea]]<ref>{{cita web|url=http://www.coppagaetanoscirea.it/|titolo=Coppa Gaetano Scirea, sito ufficiale della competizione|accesso=8 novembre 2017}}</ref>. Lo stadio, situato in zona Pontemasone, ha una capienza di 500 spettatori<ref>{{cita web|url=http://www.tursitani.com/comunicati-stampa/domenica-20-si-inaugurera-il-nuovo-stadio-comunale-mimmo-garofalo.html|titolo=Salvatore Verde, ''Stadio Mimmo Garofalo''|accesso=10 ottobre 2017}}</ref>, una tribuna coperta, spogliatoi, e illuminazione notturna. In rione Santi Quaranta si trova il campo sportivo comunale, che viene utilizzato per gli allenamenti della società calcistica e le partite delle squadre giovanili. Nello stesso quartiere, è presente il [[campo da tennis]] "Nicola Russo" mentre in via Roma il [[Campo da calcio a 5|campo di calcetto]] "Tonino Parziale"<ref>{{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it/sport/news_sport.htm|titolo=Impianti Sportivi|accesso=22 novembre 2017}}</ref>.
 
== Note ==
<references/>
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
*Montanari, Gianni. 1977. ''Ieri, il futuro'', Milano, Editrice Nord, pp. 153-172.
{{Div col}}
*Brioni, Simone. ''J.G. Ballard. Il futuro quotidiano'' ([[2011]]) Prospettiva ISBN 9788874186563
* {{cita libro||[[Dinu Adameșteanu]]|Topografia e viabilità, in Megale Hellàs. Storia e civiltà della Magna Grecia|1993|Milano|cid=D. Adameşteanu}}
*{{cita libro||[[Giovanni Alessio]]|Un'oasi linguistica preindoeuropea nella regione baltica?|1977|Pamphlet|Firenze|cid=G. Alessio}}
* {{cita libro||[[Muhammad al-Idrisi]]|[https://archive.org/stream/litaliadescritta00idrsuoft#page/114/mode/2up/search/tursah Libro del re Ruggero]|1100-1166|traduttore = Amari Michele, Schiaparelli Celestino (1806-1889)|cid=al-Idrisi}}
*{{cita libro|Cristina|Andenna|[http://www.academia.edu/25673672/Anglona_dalle_origini_sino_ai_primi_anni_del_Trecento._Una_diocesi_fra_progetti_di_riforma_istituzionale_della_Chiesa_romana_e_la_realt%C3%A0_delle_scelte_della_vita_politica_in_Archivio_storico_per_la_Calabria_e_la_Lucania_81_2015_S._5_-_36 Anglona dalle origini sino ai primi anni del Trecento]|2015|cid=C. Andenna}}
* {{cita libro||[[Giuseppe Antonini (barone di San Biase)|Giuseppe Antonini]]|[[La Lucania, Discorsi|La Lucania]] vol I|1797, ristampato nel 1987|ed. A. Forni|Napoli|cid=G. Antonini}}
* {{cita libro|Francesco|Avolio|Bommèspre. Profilo linguistico dell'Italia centro-meridionale|1995|Gerni|San Severo|isbn= 88-85077-33-1|cid=F. Avolio}}
* {{cita libro||[[Cesare Baronio]]|Annales ecclesiastici|1588-1607||Roma}}
* {{cita libro|Hans Georg|Beck|Geschichte der orthodoxen Kirche im byzantinischen Reich: Ein Handbuch|1980|Vandenhoeck & Ruprecht|Gottingen|isbn=978-3-525-52312-4|lingua=de}}
* {{cita libro|Barbara|Bernabò|Placidia Doria Spinola, una dama genovese tra Liguria, Lunigiana e Regno di Napoli|Pistoia|Tip. Pistoiese|2002}}
* {{cita libro||[[Carlo Betocchi]], [[Albino Pierro]]|Incontro a Tursi|1973|[[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]|isbn=978-88-420-0540-7}}
* {{cita libro|Carmela|Biscaglia|Il Liber iurium della città di Tricarico. Introduzione, I|2003|Galatina|cid=C. Biscaglia, Il liberium..}}
* {{cita libro|Carmela|Biscaglia|La forma urbis della Rabatana di Tursi. Il processo evolutivo della città e il suo contesto storico attraverso le fonti notarili dei secoli XVI-XVII e i carteggi dell'Archivio Doria Pamphilj|2004|Bari|opera=Tursi, La Rabatana|curatore=Cosimo Damiano Fonseca|cid=C. Biscaglia, La forma urbis..}}
* {{cita libro|Carmela|Biscaglia|Tursi in Basilicata. Città e territorio nella veduta da monte San Martino: Il mostrato, il taciuto|2010||ed. Kappa|opera=I punti di vista e le vedute di città secoli XVII-XX|curatore=Paolo Micalizzi, Antonella Greco|cid=C. Biscaglia}}
* {{cita libro|E.|Boccardi|Guida ai luoghi pierriani, Tursi - Città di Pierro|2004|Grafidea|Policoro}}
* {{cita libro|Rocco|Bruno|Anglona: una città, un vescovado, un santuario|1984|ed. Liantonio|Matera}}
* {{cita libro|Rocco|Bruno|Storia di Tursi|1977, ristampato nel 1989|Tip. Miranda|Ginosa|cid=R. Bruno}}
* {{cita libro|Rocco|Bruno|Tursi, immagini di un secolo|2005|graficom|Matera}}
* {{cita libro|R.J.|Buck|The via Herculia, in "Papers of the British School at Rome" XXXIX|1971||cid=R.J. Buck}}
* {{cita libro||[[Vito Buonsanto]]|Introduzione alla geografia antica e moderna delle provincie delle due sicilie di qua dal faro|1819|Tipografia Filomatica|Napoli|cid=V. Buonsanto}}
* {{cita libro|Edward|Burman|Emperor to Emperor: Italy Before the Renaissance|1991|Constable|isbn=978-0-09-469490-3|lingua=en}}
* {{cita libro||Andrea Cardarelli, Marco Pacciarelli, Alessandro Vanzetti|Studi di protostoria in onore di Renato Peroni|2006|All’Insegna del Giglio|isbn=978-88-7814-490-3|cid=A.Cardarelli,M.Pacciarelli,A.Vanzetti}}
* {{cita libro|Adele|Cilento|Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia|2006|ed. Magnus|Udine|isbn=88-7057-196-3}}
* {{cita libro||T. Crispino, S. Piscopo, N. Crispino|Tursi Turistica|2008|Fondazione Sassi|Matera}}
* {{cita libro|Associazione|Croce d'Oro|A unìt' ch' ll'àt' / Insieme agli altri|1999|ArchiviA|Rotondella}}
* {{cita libro|Jean|Darrouzès|[https://www.scribd.com/doc/268014527/Jean-Darrouzes-Notitiae-Episcopatuum-Ecclesiae-Constantinopolitanae Notitiae episcopatuum ecclesiae constantinopolitanae]|1981|Institut Etudes Byzantines|Parigi|isbn=978-2-901049-30-2|lingua=fr|cid=J. Darrouzès}}
* {{cita libro|Giacinto|De Sivo|Storia delle Due Sicilie 1847-1861 - Vol. II|2013|Edizioni Trabant||isbn=978-88-96576-24-3|cid=G. De Sivo}}
* {{cita libro|Michele|Di Cugno|Il brigantaggio postunitario. Dalle cronache al mito|2010|ed. Mario Adda|Bari|cid=M. Di Cugno}}
* {{cita libro|Salvatore|Di Gregorio|Anglona e Tursi|1999||Tursi}}
* {{cita libro|N.|De Salvo|La diocesi di Anglona-Tursi, in Enciclopedia dell'Ecclesiastico, tomo VIII|1845||Napoli}}
* {{cita libro||[[Cosimo Damiano Fonseca]]|Le vie dell'acqua in Calabria e Basilicata|1995||Catanzaro|cid=C.D. Fonseca}}
* {{cita libro||[[Rosa Maria Fusco]]|Amicizia & Cultura - Tursi 1982-1992|1994|Tip. Ottomano|Tursi}}
* {{cita libro|Clara|Gelao|Altobello Persio e "chompagni": i presepi di Matera Altamura e Tursi con un intermezzo a Gallipoli|1992||Bari|cid=C. Gelao}}
* {{cita libro||Clara Gelao, Bianca Tragni|Il presepe pugliese arte e folklore|1992|ed. Adda|Bari|isbn=978-88-8082-160-1|cid=C. Gelao, B. Tragni}}
* {{cita libro||[[Lorenzo Giustiniani (erudito)|Lorenzo Giustiniani]]|Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli|1797-1816||Napoli|cid=L. Giustiniani}}
* {{cita libro|Anna Grele|Iusco|Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Basilicata – Arte in Basilicata|1981|ed. De Luca|Matera}}
* {{cita libro||[[André Guillou]]|Spiritualità e società religiosa greca nell'Italia Meridionale e la Sicilia|1972|Istituto Superiore di Teologia Ecumenica "S. Nicola"|Bari|cid=A. Guillou}}
* {{cita libro|Paul Fridolin|Kehr|Italia pontificia, sive, Repertorium privilegiorum et litterarum a Romanis pontificibus ante annum MCLXXXXVIII Italiae ecclesiis monasteriis civitatibus singulisque personis concessorum: Etruria|1908|Apud Weidmannos||cid=P.F. Kehr}}
* {{cita libro|Sara Tiziana|Levi|Produzione e circolazione della ceramica nella Sibaritide Protostorica. I. Impasto e Dolii. (Prima di Sibari, 1)|1999|All’Insegna del Giglio|isbn=978-88-7814-139-1|cid=S.T. Levi}}
* {{cita libro||Giovan Battista Mancarella, Rocco Campese|Ricerche linguistiche a Tursi|1989|[[Università degli Studi di Lecce]]|Lecce}}
* {{cita libro||Giovan Battista Mancarella, Rocco Campese|Lessico dialettale di Tursi|1994|Ed. del Grifo|isbn=978-88-7261-079-4|cid=G.B. Mancarella, R. Campese}}
* {{cita libro||[[Mario Marti]]|Pierro al suo paese: atti del convegno su "La poesia di Albino Pierro" : Tursi 30/31 ottobre 1982|1985|Congedo}}
* {{cita libro|Nicola|Martino|Albino Pierro|1970|[[Università McGill|McGill University]]|Montreal|url=http://www.collectionscanada.gc.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp01/MQ29553.pdf|isbn=978-0-612-29553-7|cid=N. Martino}}
* {{cita libro||Martucci|Ragionamento intorno al pieno dominio della Real Mensa Vescovile di Anglona e Tursi sul feudo di Anglona contro l'Università ed alcuni particolari cittadini di Tursi|1790||Napoli|cid=Martucci}}
* {{cita libro|Scipione|Mazzella|Descrittione del regno di Napoli|1601|G.B.Cappelli|Napoli|url=https://books.google.it/books?id=lj-0HzvLxWoC|cid=S. Mazzella}}
* {{cita libro|Michele|Melillo|Atlante fonetico lucano|1955||Roma|cid=M. Melillo}}
* {{cita libro|Ministero per i Beni e le Attività Culturali -|Fondazione Sassi Matera|Tursi - la Rabatana|2004|ed. Altrimedia|Matera}}
* {{cita libro|Vincenz|Monachino|Guida degli archivi diocesani d'Italia|1998|Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici|isbn=978-88-7125-149-3}}
* {{cita libro|Antonio|Nigro|Memoria tipografica ed istorica sulla città di Tursi e sull'antica Pandosia di Eraclea oggi Anglona|1851|Tip. Miranda|Napoli|cid=A. Nigro}}
* {{cita libro|Franco|Noviello|Storiografia dell'Arte Pittorica Popolare in Lucania e nella Basilicata|2014|Osanna Edizioni||isbn=978-88-8167-441-1|cid=F. Noviello}}
* {{cita libro|Giovanni Battista|Pacichelli|Il regno di Napoli in prospettiva|1703|Stamp. Michele Luigi Mutio|Napoli}}
* {{cita libro|Isabella|Palazzo|Il pane quotidiano - l'alimentazione lucana dall'Unità ad oggi|1997|ed. Calice|isbn=88-8458-065-X|cid=I. Palazzo}}
* {{cita libro||[[Tommaso Pedio]]|La Basilicata borbonica|1986|ed. Osanna|Venosa|cid=T. Pedio, La Basilicata..}}
* {{cita libro|Tommaso|Pedio|Contadini e galantuomini nelle province del Mezzogiorno d'Italia durante i moti del
1848|1963|ed. Fratelli Montemurro|Matera|cid=T. Pedio}}
* {{cita libro|Tommaso|Pedio|Vita politica in Italia meridionale. 1860-1870|1966|ed. La nuova libreria|Potenza|cid=T. Pedio, Vita politica..}}
* {{cita libro||[[Bruno Pellegrino]]|Legittimismo borbonico e temporalismo: i vescovi del Mezzogiorno e il rifiuto
della rivoluzione nazionale del 1860, in Società e Storia, n. 3|1978|ed. Franco Angeli||cid=B. Pellegrino}}
* {{cita libro||Pamela Pergolini, Ilaria Faccioli|Un gioco tira l'altro. Un viaggio tra i più bei giochi delle regioni d'Italia|2011|EDT-Giralangolo|isbn=88-6040-802-4|cid=P. Pergolini, I. Faccioli}}
* {{cita libro|Lorenzo|Quilici|Forma Italiae vol I, Siris-Heraclea|1967|Istituto di topografia antica dell'università di Roma|Roma|cid=L. Quilici}}
* {{cita libro|Lorenzo|Quilici|Valorizzazione storico-turistica dei siti archeologici del Basso Sinni|2000||Tursi}}
* {{cita libro||Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli|Carta Archeologica Della Valle Del Sinni. Documentazione Cartografica|2003|L'erma Di Bretschneider|isbn=88-8265-230-0|cid=L. Quilici, S. Quilici Gigli}}
* {{cita libro||[[Giacomo Racioppi]]|Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, vol 1 e vol 2|1889|[[Loescher]]|Roma|cid=G. Racioppi}}
* {{cita libro|Tito|Robertella|[https://s3-us-west-2.amazonaws.com/webcitation/4af5a6a358c66edf5cf9880bd8fa8def682d6b80 Nuove Luci Lucane]|1984|ed. Menna|Avellino|cid=T. Robertella}}
* {{cita libro||[[Domenico Romanelli]]|Antica topografia istorica del regno di Napoli, volume I|1815|Stamperia Reale|Napoli||cid=D. Romanelli}}
* {{cita libro|F.|Russo|La metropolia di S. Severina, in "[[Archivio storico per la Calabria e la Lucania]]" anno XVI, f. II, Rip. in Scritti storici calabresi|1957||Napoli}}
* {{cita libro||H. Schlager, U. Rudiger|Santa Maria di Anglona: rapporto preliminare sulle due campagne di scavi negli anni 1965 e 1966, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Notizie degli scavi, XXI|1967||cid=H. Schlager, U. Rudiger}}
* {{cita libro||Kurt Dietrich Schmidt, Ernst Wolf, Bernd Moeller|Die Kirche in ihrer Geschichte: Ein Handbuch|1961|Vandenhoeck & Ruprecht|Gottingen|lingua=de}}
* {{cita libro|Catalogo della Soprintendenza per|i Beni Artistici e Storici di Matera|Restauri in Basilicata 1993-1997|1998||Matera|cid=Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Matera}}
* {{cita libro|R.|Summo|Tursi... ha ispirato la poesia|1998|Tip. Antezza|Matera}}
* {{cita libro||[[Placido Troyli]]|Istoria generale del Reame di Napoli|1747|Regio Officio Topografico|Napoli|cid=P. Troyli}}
* {{cita libro||[[Ferdinando Ughelli]]|Italia sacra Episcopi Anglonenses et Tursienses|1702||Roma}}
* {{cita libro|Ferdinando|Ughelli|Italia Sacra sive da episcopis Italiae et insularum adiacentium|1721|Apud Sebastianum Coleti|Venezia}}
* {{cita libro|Comitato Festa presieduto da|Don Zorzi|Iniziative culturali ed artistiche, Anglona 2006|2006|ArchiviA|Rotondella|cid=Don Zorzi}}
* {{cita libro|||Calabria bizantina, vita religiosa e strutture amministrative: atti del primo e secondo Incontro di studi bizantini|1974|Parallelo '38}}
* {{cita libro|Barbara|Visentin|La Basilicata nell'alto Medioevo. Il caso di Santa Maria di Anglona in [http://www.academia.edu/12282071/La_Basilicata_nellalto_Medioevo._Il_caso_di_Santa_Maria_di_Anglona Basilicata Medievale a cura di Edoardo D'Angelo]|2009|ed. Liguori|Napoli|isbn=978-88-207-4401-4|cid=B. Visentin}}
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== Voci correlate ==
{{Div col}}
* [[Lucania (thema)|Thema bizantino di Lucania]]
* [[Sede titolare di Anglona]]
* [[Diocesi di Tursi-Lagonegro]]
* [[Santuario di Santa Maria Regina di Anglona]]
* [[Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto]]
* [[Dialetto metapontino]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Tursi|voy=Tursi|q_preposizione=suq}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://it.youtube.com/watch?v=-TjQB3Kh-v0|titolo=Presentazione di Tursi su YouTube|accesso=8 novembre 2017}}
* [https://web.archive.org/web/20090424104029/http://www.feltrinellieditore.it/MaterialiCollegati?id_autore=191059 In diretta con James G. Ballard] (libri più importanti, interviste e contributi in italiano)
* {{cita web|url=http://www.percorsiguidati.it|titolo=Percorsiguidati, Tursi e dintorni|accesso=8 novembre 2017}}
* [http://www.shake.it/index.php?53&backPID=53&productID=175&pid_product=53&detail= J.G. Ballard, una guida critica al suo mondo surreale] (Interviste, articoli di e su Ballard, collage e bibliografia]
* {{cita web|url=http://www.comune.tursi.mt.it|titolo=Comune di Tursi, sito ufficiale|accesso=8 novembre 2017}}
* [http://www.delos.fantascienza.com/delos31/ballard.html Delos 31: Conoscere James G. Ballard] (articolo, bibliografia)
* {{cita web|url=http://www.tursitani.it|titolo=Salvatore Verde, Leandro Domenico Verde, ''Tursitani''|accesso=8 novembre 2017}}
* [https://web.archive.org/web/20061206004019/http://intercom.publinet.it/2000/ballard2r.htm Bibliografia ragionata di James Graham Ballard] (bibliografia esaustiva comprendente romanzi, racconti, antologie, saggistica e recensioni)
* {{cita web|url=http://www.bassosinni.it|titolo=Comunità Montana Basso-Sinni|accesso=8 novembre 2017}}
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20060220145201/http://www.rickmcgrath.com/jgballard/jgb_secondarybiblio.html The Critical Exhibition] (Bibliografia della letteratura secondaria su Ballard)
* {{cita web|url=http://www.archeoclubitalia.org/|titolo=Archeoclub d'Italia "Siritide"|accesso=8 novembre 2017}}
* {{en}} [http://www.ballardian.com Ballardian: The World of JG Ballard] (Notizie, informazioni, saggi, e recensioni e interviste su Ballard)
* {{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/077/029|titolo=Comuni Italiani - Tursi|accesso=8 novembre 2017}}
* {{en}}[http://news.bbc.co.uk/2/hi/entertainment/8007331.stm Cult author JG Ballard dead at 78]: BBC News
 
{{Comuni della provincia di Matera}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicatabiografie|Due Siciliefantascienza|letteratura}}
{{vetrina|30|ottobre|2008|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Tursi|Basilicata}}
 
[[Categoria:Tursi|Scrittori di fantascienza britannici]]
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