Arturo (astronomia) e Sviluppo del corpo umano: differenze tra le pagine

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{{Avvisounicode}}
{{Corpo celeste
|tipo = Stella
|nome_stella = Arturo
|lettera_stella = Alpha
|id_stella =
|sigla_costellazione = Boo
|immagine = La stella Arturo.jpg
||didascalia = Arturo
|designazioni_alternative_stellari =
Alramech, Abramech, [[Nomenclatura di Bayer|α Boötis]], [[Nomenclatura di Flamsteed|16 Boötis]], [[Catalogo HD|HD]] 124897, [[Catalogo Hipparcos|HIP]] 69673, [[Catalogo SAO|SAO]] 100944, [[Catalogo HR|HR]] 5340, [[Bonner Durchmusterung|BD]] +19°2777, [[Catalogo Gliese|CNS]] 541
|categoria = [[gigante rossa|gigante arancione]]
|tipo_variabile = sospetta variabile
|periodo_variabile = ~14 anni
|epoca = [[2000|J2000]]
|ar = 14h 15m 39,672s
|declinaz = +19° 10' 56,688"
|distanza_anniluce = 36,7 ± 0,3 [[anno luce|anni luce]]<br />(11,3 [[parsec]])
|lat_galattica = 69,11°
|long_galattica = 15,14°
|magn_app = -0,04
|magn_ass = -0,38
|diametro_med = 35,56 ± 2,08 milioni di [[chilometro|km]]
|raggio_sole = 25,5 ± 1,5
|massa =
|massa_sole = 0,55 - 1,1
|metallicità = [Fe/H] = 25% - 39% del [[Sole]]
|densità =
|accel_gravità = log ''g'' = 1,6 ± 0,15
|classe_spettrale = K1,5 IIIpe
|temp_med = 4.300 ± 30 [[Kelvin|K]]
|età = >{{Exp|7,5|9}} anni
|indice_di_colore = 1,24
|luminosità_sole = 196 ± 21
|periodo_rotaz = 2,0 ± 0,2 anni
|velocità_rotaz = 1,76 ± 0,25 km/s
|velocità_rotaz_note =
|parallasse = 88,78 ± 0,68 [[milliarcosecondo|mas]]
|moto_proprio = {{moto proprio|ar=−1093,45|dec=−1999,40}}
|velocità_radiale = -5,2 km/s
}}
'''Arturo''' o '''Arcturus''' ([[Nomenclatura di Bayer|&alpha; Boo / α Bootis / Alfa Bootis]]) è la [[stella]] più luminosa della [[costellazione]] di [[Boote]]. Con una [[magnitudine apparente|magnitudine]] di -0,04, è anche la [[Lista delle stelle più brillanti del cielo|terza stella più brillante]] dell'intera [[volta celeste]], dopo [[Sirio]] e [[Canopo]]. Appare tuttavia meno brillante delle due componenti di [[Alfa Centauri]] messe insieme, che sono troppo vicine fra loro per essere risolte ad occhio nudo, facendola così apparire la quarta stella più luminosa. È, dopo Sirio, la stella più brillante fra quelle visibili nelle [[Latitudine|latitudini]] settentrionali e la stella più luminosa dell'[[emisfero boreale]].
 
Lo '''sviluppo umano''' è il processo di [[crescita]] di un [[essere umano]] nel corso della [[vita]]. Col termine "età" si indica il tempo trascorso dal momento della misurazione a quello della sua [[nascita]]. Durante il suo sviluppo l'individuo passa attraverso diversi stadi di [[maturazione]], caratterizzate da diverse fasi di sviluppo fisico e di abilità.
È una [[gigante rossa]], di [[tipo spettrale]] K1 III e ha una [[luminosità (fisica)|luminosità]] 113 volte superiore a quella del [[Sole]], ma, una volta che si sia presa in considerazione la notevole quantità [[radiazione]] emessa nell'[[infrarosso]] da questo astro, Arturo risulta essere circa 200 volte più luminosa del Sole, il che ne fa l'astro più luminoso entro la distanza di 50 [[anno luce|anni luce]] dal Sole.
 
== OsservazioneSviluppo biologico ==
Lo sviluppo comincia con la [[fecondazione]], il processo per il quale il gamete maschile ([[spermatozoo]]) e il gamete femminile ([[ovocita]]), si uniscono formando una [[cellula]] [[zigote]]. È l'inizio della vita umana.<ref>{{cita libro | Paolo | Zatti | Trattato di diritto di famiglia - Volume 4 | 2011 | Giuffrè Editore|p. 878 }}</ref>
[[File:Bootes constellation map.png|200px|thumb|left|Carta della costellazione di [[Boote]].]] Arturo è facilmente individuabile a causa della sua grande luminosità e del suo caratteristico colore arancione, molto vivo; si rintraccia prolungando la curvatura indicata dal timone del [[Grande Carro]] verso sud. Prolungando ulteriormente la stessa linea, oltre Arturo, si può individuare [[Spica]]. Arturo corrisponde inoltre al punto più meridionale di un grande [[asterismo]] a forma di lettera "Y", le cui componenti sono, oltre a questa stella, [[Epsilon Boötis|{{ST|Epsilon|Boo}}]], [[Alfa Coronae Borealis|{{ST|Alfa|CrB}}]] e [[Gamma Boötis|{{ST|Gamma|Boo}}]].
 
La [[gravidanza]] in una [[donna]] inizia quando uno zigote si impianta nell'[[utero]]. Con successive divisioni cellulari, lo [[zigote]] si sviluppa in [[embrione]]. Questa è la definizione data dall'OMS ma non è del tutto scientificamente fondata poiché esistono le cosiddette "gravidanze [[Gravidanza ectopica|ectopiche]]" (o "extra-uterine") in cui lo [[zigote]] si impianta su altri organi dell'[[addome]] materno (le tube, nella maggioranza dei casi). "Gravidanza" è, quindi, l'intero processo dalla [[fecondazione]] di un [[ovocita]] nelle [[tube di Falloppio]] al [[parto]].
Arturo è una stella dell'[[emisfero boreale]]; tuttavia la sua posizione 19° a nord dell'[[equatore celeste]] fa sì che questo astro sia osservabile da tutte le regioni abitate della [[Terra]]: nell'[[emisfero australe]], essa è infatti invisibile solo nelle regioni più a sud del 71º [[parallelo (geografia)|parallelo]], cioè solo nelle regioni [[Antartide|antartiche]]. D'altra parte, questa posizione la rende [[Astro circumpolare|circumpolare]] solo nelle regioni più a nord del 71°N, cioè ben oltre il [[circolo polare artico]].
 
Dopo circa 9 mesi dalla [[fecondazione]], avviene il [[parto]]; la [[nascita]] è considerata l'inizio della vita di un individuo umano.
Questa stella può essere osservata con facilità nei mesi da febbraio a settembre, dall'emisfero nord, e per un periodo poco più breve da [[emisfero australe|quello meridionale]].
 
== Stadi dello sviluppo umano ==
== Ambiente galattico ==
[[File:Artistic representation of human age.JPG|thumb|upright=1.4|Rappresentazione artistica degli stadi dello sviluppo umano.]]
[[File:50lys.gif|200px|thumb|left|Mappa delle principali stelle entro un raggio di 50 [[anno luce|anni luce]] dal [[Sole]]. Si apprezza la posizione di Arturo rispetto al Sole, al [[piano galattico]] e al [[centro galattico]].]]
* Prima della [[nascita]]
Trovandosi relativamente vicino al Sole, Arturo ne condivide lo stesso ambiente galattico. Le sue [[coordinate galattiche]] sono 69,11° e 15,14°. Una [[longitudine galattica]] di circa 15° significa che la linea ideale che congiunge il Sole e Arturo, se proiettata sul [[piano galattico]], forma con la linea ideale che congiunge il Sole con il [[centro galattico]] un angolo di 15°. Ciò significa che Arturo è leggermente più vicina al centro galattico di quanto non sia il Sole. Una [[latitudine galattica]] di quasi 70° significa tuttavia che la distanza che separa il Sole da Arturo è per la maggior parte dovuta al fatto che le due stelle non sono allineate sullo stesso piano e che Arturo si trova parecchio a nord rispetto al piano galattico.
** [[Fecondazione]]
** [[Zigote]]
** [[Embrione]], dalla seconda all'ottava settimana di gravidanza
** [[Feto]]
* Dopo il [[parto]] la [[lingua italiana]] usa le seguenti espressioni per indicare le fasi della vita, anche se non è possibile stabilire una classificazione rigida, visto che la loro lunghezza varia a seconda delle condizioni soggettive e della mentalità del tempo<ref>{{cita libro| nome=Tullio | cognome=De Mauro | titolo=Il dizionario della lingua italiana | editore=[[Paravia]] | ISBN=88-395-5026-7}}</ref>.
**[[Infanzia]], dalla [[nascita]] fino ai 6 anni<ref>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/infanzia/|titolo= L’infanzia nell’Enciclopedia Treccani|editore=[[Enciclopedia Treccani]]|accesso=16 settembre 2016}}</ref>
*** [[Neonato|Neonato/a]], dalla nascita al ventesimo giorno di vita
*** Lattante, dal ventesimo giorno al sesto mese
*** Prima infanzia, tra il sesto e il trentesimo mese di vita
*** Seconda infanzia, tra il trentesimo mese ed il sesto anno di vita
** Fanciullezza o terza infanzia, dai 6 ai 11 anni
** [[Adolescenza]], dagli 11 ai 20 anni <ref>https://www.adnkronos.com/salute/2018/01/19/ecco-fasi-della-nuova-adolescenza_Kz7qhhfZSNhGnmlVXWa9aL.html</ref>
** [[Adulto|Età adulta]]
*** [[Giovinezza]], dai 20 ai 45 anni
*** [[Crisi_di_mezza_età|Mezza età]], dai 45 ai 65 anni
** [[Senilità]], a partire dai 65 anni<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/vocabolario/quarto/| titolo= Vocabolario|editore=[[Enciclopedia Treccani]]|accesso=16 settembre 2016}}</ref>
*** Terza età, dai 65 anni
*** Quarta età, dagli 80 anni ai 90 anni
***o super centenario dai 100 ai 122 anni
*[[Morte]]
 
== Passaggi decisivi dello sviluppo ==
La stella più vicina ad Arturo, a 3,3 [[anni luce]], è [[Mufrid]]<ref name=solstation>[http://www.solstation.com/stars2/arcturus.htm Arcturus] presso [http://www.solstation.com/index.html Solstation]</ref>, una stella di [[classificazione stellare|classe]] G0 IV<ref>{{cita web|url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-basic?Ident=eta+boo&submit=SIMBAD+search|titolo=Entry Eta Boo di SIMBAD|accesso=21 settembre 2010}}</ref>, che appare anche visualmente nel cielo vicino (circa 5°) ad Arturo. La seconda stella in ordine di vicinanza ad Arturo è [[HD 131511]], una [[Nana arancione|stella di sequenza principale arancione]]<ref>{{cita web|url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?Ident=BD%2B19+2881&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id|titolo=Entry HD 131511 di SIMBAD|accesso=21 settembre 2010}}</ref> di magnitudine 6,01, che dista 5,8 anni luce da Arturo<ref name=solstation/>. Mufrid sarebbe anche di gran lunga la stella più luminosa vista da eventuali pianeti in orbita attorno ad Arturo: a quella distanza brillerebbe di magnitudine -2,60<ref name=Celestia>Come verificato dal software di simulazione spaziale [[Celestia]].</ref>. Il Sole sarebbe appena percepibile a occhio nudo visto che sarebbe di quinta magnitudine, e si troverebbe non lontano in cielo da [[Sirio]]. Quest'ultima, a 40 anni luce da Arturo sarebbe una normale stella di seconda magnitudine, con la stessa luminosità di HD 131511, la seconda stella più vicina ad Arturo, e poco più luminosa di una stella [[Analogo solare|analoga al Sole]] come [[Beta Comae Berenices]]<ref name=Celestia/>, che si trova ad appena 12 anni luce da Arturo<ref name=solstation/>
Nel corso dello sviluppo gli esseri [[Homo sapiens|umani]] affrontano diversi cambiamenti di ordine fisico, psicologico e sociale, ma, vista l'estrema variabilità tra gli individui, una loro collocazione nei vari stadi di sviluppo non può che avere carattere indicativo.
* [[Infanzia]]
** Lattante
**# Differenziazione delle regioni del [[lobo frontale]] impiegate nel movimento volontario (2 mesi)
**# Capacità di controllare i movimenti del capo (2-4 mesi)
**# Capacità di distinguere centinaia di parole grazie allo sviluppo della corteccia temporale
**# Sviluppo della visione centrale (3 mesi)
**# Primi vocalizzi (4 mesi)
**# Raggiungimento di una capacità visiva paragonabile a quella di un adulto (4-6 mesi)
** Prima infanzia
**# Comparsa della [[lallazione]] (6 mesi)
**# Capacità di assumere una posizione seduta e di strisciare (6-8 mesi)
**# Sviluppo dell'[[area di Wernicke]] e conseguente progressiva acquisizione della facoltà di comprendere il significato delle parole (6 mesi)
**# Comparsa dell'andatura quadrupedica, ovvero il movimento "a gattoni" (9-10 mesi)
**# Capacità di rimanere in posizione eretta (10-12 mesi)
**# Inizio della fase verbale con l'apprendimento del linguaggio a seguito dello sviluppo dell'[[area di Broca]] (12 mesi)
**# Prima camminata autonoma in posizione eretta (12-15 mesi)
** Seconda infanzia
**# Sviluppo della corteccia frontale e prefrontale, coinvolte nell'attività cognitiva e nel controllo del comportamento
**# Miglioramento della [[deambulazione]] autonoma e di altre facoltà motorie
**# Capacità di distinguere gli oggetti in base alle loro caratteristiche
**# Inizio delle relazioni con i coetanei nella scuola d'infanzia
**# Acquisizione della capacità di disegnare con forme stilizzate (3 anni)
**# Inizio dell'acquisizione progressiva della capacità di formare frasi
* Terza infanzia
*# Sviluppo cognitivo e intensificazione dei rapporti interpersonali<ref>{{Treccani|infanzia_%28Dizionario-di-Medicina%29/|Infanzia (Dizionario di medicina)|v= |accesso= 5 febbraio 2017|autore= |data=2010|citazione=}}</ref>
* [[Adolescenza]]
*# Accelerazione del ritmo di crescita (8-10 centimetri all'anno)
*# Aumento della massa muscolare e diminuzione di quella [[massa grassa|grassa]]
*# Rallentamento del ritmo respiratorio e diminuzione dei [[frequenza cardiaca|battiti cardiaci al minuto]]
*# Maturazione dei caratteri sessuali primari e secondari
*# Crescita dell'importanza del ruolo del [[gruppo dei pari]] rispetto alla [[famiglia]] di origine
*# Diminuzione del numero di [[neurone|neuroni]] e [[sinapsi]], aumento della [[guaina mielinica]]<ref>{{Treccani|adolescenza_res-491c1f49-94d5-11e1-9b2f-d5ce3506d72e_%28Dizionario-di-Medicina%29/|Adolescenza (Dizionario di medicina)|v=|accesso=5 febbraio 2017|autore=Walter Adriani|data=2010|citazione=}}</ref>
* Età [[adulto|adulta]]
*# Fase di stabilità dello sviluppo<ref>{{Treccani|maturo/|Maturo|v=sì|accesso=5 febbraio 2017|autore= |data= |citazione=}}</ref>
* [[Senilità]]
*# Maggiore predisposizione alle [[malattia cronica|malattie croniche]]
*# Compromissione delle facoltà sensoriali e percettive
*# Diminuzione della forza fisica
*# Deterioramento di alcuni tipi di [[memoria]]
*# Diminuzione dell'attività sessuale<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/science/old-age|titolo=Old age|editore=[[Enciclopedia Britannica]]|lingua=inglese|accesso=5 febbraio 2017}}</ref>
 
==Galleria d'immagini==
== Caratteristiche fondamentali ==
<gallery>
=== Distanza ===
File:HumanNewborn.JPG|Una [[neonata]] pochi secondi dopo la nascita
Secondo le osservazioni del satellite ''[[Hipparcos]]'', Arturo si trova ad una distanza di 36,7 anni luce (corrispondenti a 11,3 [[parsec]]), cioè è una stella piuttosto vicina; che Arturo fosse molto vicina era in realtà già noto, grazie alle misure di [[parallasse]] effettuate dalla Terra e grazie al fatto che possiede anche un notevole [[moto proprio]], in direzione della [[Vergine (costellazione)|Vergine]]: Arturo si muove sulla [[sfera celeste]] ogni anno di 2,28 [[Secondo (geometria)|secondi]], cioè sembra percorrere circa 1° ogni 2000 anni; fra le stelle di prima magnitudine solo Alfa Centauri presenta un moto proprio più elevato. Questo elevato moto proprio fu per la prima volta notato da Sir [[Edmond Halley]] nel 1718<ref name=solstation/>.
File:Infant smile.jpg|Un lattante di sei mesi, punto di inizio della prima [[infanzia]]
 
File:US Navy 070216-N-4198C-007 A four-year-old Filipino girl from the village of Changco, looks on as Seabees assigned to Naval Mobile Construction Battalion (NMCB) 3 work on the construction of a new school house.jpg|Una bambina [[Filippine|filippina]] di quattro anni (seconda infanzia)
=== Classificazione e temperatura superficiale ===
File:Portrait eines selbstbewussten Burschen.jpg|Un fanciullo di undici anni
Arturo è [[classificazione stellare|classificata]] come K1,5 IIIpe. La [[classe spettrale]] K raduna le stelle di colore arancione, di [[temperatura effettiva (astrofisica)|temperatura superficiale]] più bassa di quella del [[Sole]]. In effetti, sulla base di misurazioni accurate riportate in uno studio del [[1993]], la temperatura superficiale di Arturo è stimata essere pari a 4.300 ± 30 [[Kelvin|K]]<ref name=Peterson>{{cita pubblicazione|titolo=The nonsolar abundance ratios of Arcturus deduced from spectrum synthesis |autore=R. C. Peterson, C. Dalle Ore, R. L. Kurucz |anno=1993|rivista=Astrophysical Journal, Part 1|volume=404|pagine=333-347|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1993ApJ...404..333P |doi=10.1086/172283 |accesso=3 settembre 2010}}</ref>; si può raffrontare questo dato con la temperatura della superficie del Sole, che è circa 5.800 K. Arturo ha quindi una temperatura superficiale inferiore a quella solare di circa 1.500 K. È tale temperatura a donare ad Arturo il suo caratteristico colore arancione. Altre misurazioni della temperatura di Arturo danno risultati leggermente differenti che variano nell'intervallo compreso fra 4.060 K<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Cool stars - Effective temperatures, angular diameters, and reddening determined from 1-5 micron flux curves and model atmospheres |autore=J. D. Scargle, D. W. Strecker |anno=1979|rivista=Astrophysics|volume=228|pagine=838-853|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1979ApJ...228..838S |doi=10.1086/156910 |accesso=4 settembre 2010}}</ref> e 4.460 K<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Comparison of predicted and observed spectral energy distribution of K and M stars. I - Alpha Bootis |autore=G. C. Augason, B. J. Taylor, D. W. Strecker, E. F. Erickson, F. C. Witteborn |anno=1980|rivista=Astrophysics |volume=235|pagine=138-145|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1980ApJ...235..138A |doi=10.1086/157618 |accesso=4 settembre 2010}}</ref>. Tuttavia i valori più accreditati variano di poche decine di gradi e si attestano intorno ai 4.300 K. Ad esempio, uno studio molto citato risalente al [[1999]] riporta il valore 4.290 ± 30 K<ref>{{cita pubblicazione|titolo=The Effective Temperature of Arcturus |autore=R. E. M. Griffin, A. E. Lynas-Gray |anno=1999|rivista=The Astronomical Journal|volume=117|pagine=2998-3006|url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?1999AJ....117.2998G&db_key=AST&nosetcookie=1 |doi=10.1086/300878 |accesso=1º ottobre 2010}}</ref>, mentre un altro di tre anni prima riporta 4.303 ± 47 K<ref name=Quirrenbach>{{cita pubblicazione|titolo=Angular diameter and limb darkening of Arcturus |autore=A. Quirrenbach, D. Mozurkewich, D. F. Buscher, C. A. Hummel, J. T. Armstrong |anno=1996|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=312|pagine=160-166|url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?1996A%26A...312..160Q&db_key=AST&nosetcookie=1 |doi= |accesso=1º ottobre 2010}}</ref>.
File:Adolescentboys.jpg|Tre [[adolescenza|adolescenti]] sedicenni
 
File:Copia de IMG 0705.JPG|Una coppia di [[giovinezza|giovani]] adulti di venticinque anni
La [[classificazione stellare#La classificazione spettrale di Yerkes|classe MMK]] III raccoglie invece le [[stella gigante|stelle giganti]], cioè stelle di [[massa (fisica)|massa]] media o piccola aventi un avanzato [[evoluzione stellare|stato evolutivo]].
File:Joe Andrew Aged 60.gif|Un uomo di sessant'anni (mezza età)
 
File:Namahovela Mussa Assane (5238031795).jpg|Una [[Mozambico|mozambicana]] settantaduenne (terza età)
Infine le lettere ''p'' ed ''e'' stanno rispettivamente per ''peculiare'' ed ''emissione'', indicanti cioè che lo [[spettro (astronomia)|spettro]] elettromagnetico della luce emessa dalla stella è inusuale e pieno di [[linea di emissione|linee di emissione]]. In realtà queste caratteristiche sono comuni a tutte le [[gigante rossa|giganti rosse]], ma in Arturo esse sono particolarmente marcate.
File:Luboš Perek P2072112.jpg|Un astronomo [[Repubblica Ceca|ceco]] di novantatré anni (quarta età avanzata)
 
</gallery>
=== Raggio e periodo di rotazione ===
[[File:Arcturus-star.jpg|thumb|left|Confronto tra le dimensioni del [[Sole]] e di Arturo]]Come tutte le stelle giganti, Arturo ha dimensioni notevoli. Tali dimensioni e il fatto che questa stella sia a noi relativamente vicina permettono misure [[Interferometria|interferometriche]] dirette del suo [[diametro]]. In questo campo Arturo è stata fatta oggetto di studi particolarmente accurati che hanno raggiunto risultati in buon accordo fra loro e con margini di errore bassi. Uno studio del [[1986]] riporta quale [[diametro angolare]] di questo astro 20,36 ± 0,20 [[milliarcosecondo|mas]]<ref>{{cita pubblicazione|titolo=The angular diameter and the effective temperature of Arcturus from Michelson interferometry |autore=G. P. di Benedetto, R. Foy |anno=1986|rivista=Astronomy and Astrophysics |volume=166|pagine=204-210|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1986A%26A...166..204D |doi= |accesso=6 settembre 2010}}</ref>, mentre studi successivi riportano valori leggermente maggiori: uno studio del 1999 ha dato come risultato 21,0 ± 0,2 mas<ref name=Quirrenbach/>; un altro studio successivo del [[2003]] riporta invece il valore di 21,373 ± 0,247 mas<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Angular Diameters of Stars from the Mark III Optical Interferometer |autore=D. Mozurkewich, J. Armstrong, R. Hindsley, A. Quirrenbach, C. Hummel, D. Hutter, K. Johnston, A. Hajian, N. Elias, D. Buscher, R. Simon |anno=2003|rivista=The Astronomical Journal |volume=126|pagine=2502-2520|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2003AJ....126.2502M |doi=10.1086/378596 |accesso=6 settembre 2010}}</ref>; tuttavia lo studio condotto con tecniche più raffinate risale al [[2008]]<ref name=Lacour>{{cita pubblicazione|titolo=The limb-darkened Arcturus: imaging with the IOTA/IONIC interferometer |autore=S. Lacour, S. Meimon, E. Thiebaut, G. Perrin, T. Verhoelst, E. Pedretti, P. A. Schuller, L. Mugnier, J. Monnier, J.P. Berger, X. Haubois, A. Poncelet, G. Le Besnerais, K. Eriksson, R. Millan-Gabet, M. Lacasse, W. Traub |anno=2008|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=485|pagine=561-570|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2008A%26A...485..561L |doi=10.1051/0004-6361:200809611 |accesso=6 settembre 2010}}</ref>; esso unisce all'uso di strumenti particolarmente precisi elaborate tecniche matematiche per il trattamento dei dati: il risultato ottenuto, dopo la correzione dovuta all'[[oscuramento al bordo]], è un diametro angolare di 21,05 ± 0,21 mas; alla distanza calcolata da Hipparcos, ciò significa che Arturo ha un [[raggio (astronomia)|raggio]] corrispondente a 25,5 ± 1,5 [[raggio solare|R<sub>☉</sub>]] (circa 17,78 ± 1,04 milioni di km). Se fosse posta al centro del [[sistema solare]] Arturo occuperebbe circa un quarto dell'orbita di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]].
 
La [[Velocità angolare|velocità di rotazione]] delle stelle giganti e [[stella supergigante|supergiganti]] è notoriamente molto difficile da calcolare. Infatti le stelle di questo tipo uniscono a una velocità di rotazione ridotta macroturbolenze della loro superficie accentuate; pertanto è molto difficile distinguere i movimenti del [[gas]] dovuti effettivamente alla [[rotazione stellare]] da quelli imputabili alle macroturbolenze superficiali. In ogni caso, l'accuratezza degli studi di cui Arturo è stata fatta oggetto ha permesso di determinare, sebbene con un alto margine di errore, la sua velocità di rotazione all'[[equatore]], che è risultata essere 1,5 ± 0,3&nbsp;km/s ÷ [[seno (matematica)|sin]] ''i''<ref name=Gray>{{cita pubblicazione|titolo=The Rotation of Arcturus and Active Longitudes on Giant Stars |autore=D. F. Gray, K. I. T. Brown |anno=2006|rivista=The Publications of the Astronomical Society of the Pacific|volume=118|pagine=1112-1118|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2006PASP..118.1112G |doi=10.1086/507077 |accesso=7 settembre 2010}}</ref>, ove ''i'' è l'inclinazione dell'[[rotazione|asse di rotazione]] rispetto al piano di osservazione. Se tuttavia il valore di ''i'' non viene determinato, questo dato non è sufficiente a stimare con precisione la velocità e il [[periodo di rotazione]] di Arturo. Si è tuttavia riusciti ad arrivare a questo risultato per un'altra strada: Arturo, come il Sole, presenta sulla sua superficie regioni magneticamente attive; è stato possibile individuare una di queste regioni, comparsa nel [[1991]], e seguirla; ciò ha portato a stimare il periodo di rotazione di Arturo in 2,0 ± 0,2 anni<ref name=Gray/>. Sulla base di questo dato e del raggio di questo astro è possibile stimare anche la velocità di rotazione all'equatore, che risulta essere 1,76 ± 0,25&nbsp;km/s. Periodi di rotazione così lunghi non sono affatto inusuali in una stella gigante in quanto, per la [[legge di conservazione del momento angolare]], aumentando il raggio della stella, la velocità di rotazione diminuisce e quindi essa perde velocità angolare nell'abbandonare la [[sequenza principale]]. Conoscendo la velocità di rotazione all'equatore è possibile anche calcolare l'inclinazione (''i'') di Arturo rispetto al piano della nostra visuale: essa risulta essere 58° ± 25°<ref name=Gray/>. Questo dato tuttavia, avendo un alto margine di errore, non fornisce molte informazioni, anche se è possibile concludere che ''i'' non è né uguale a 0° (cioè Arturo non rivolge verso di noi un polo), né uguale a 90° (cioè l'asse di rotazione di Arturo non è perpendicolare alla nostra visuale).
 
=== Luminosità ===
La [[luminosità (fisica)|luminosità]] intrinseca di Arturo nelle [[Lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] del [[Spettro visibile|visibile]] è ricavabile dalla sua magnitudine apparente e dalla distanza: questa stella risulta essere 113 volte più luminosa del Sole<ref>[http://stars.astro.illinois.edu/sow/arcturus.html Arcturus by Jim Kaler]</ref>. Tuttavia la temperatura superficiale relativamente bassa di Arturo fa sì che, per la [[legge di Wien]], essa emetta molta [[radiazione]] nell'infrarosso, ove si trova il picco di massima radiazione emessa dalla stella. Se si prende in considerazione questo fattore, allora la luminosità di Arturo sale a 196 ± 21 [[luminosità solare|L<sub>☉</sub>]]<ref>{{cita libro | cognome=Decin | nome=Leen | titolo=Synthetic spectra of cool stars observed with the Short-Wavelength Spectrometer: improving the models and the calibration of the instrument | editore=Katholieke Universiteit Leuven | città=Leuven | anno=2000 |url=http://www.ster.kuleuven.ac.be//pub/decinl_phd/ }}</ref>. Si tratta della stella più luminosa entro una distanza di 50 anni luce dal Sole<ref>[http://www.atlasoftheuniverse.com/50lys.html Atlas of universe]</ref>.
 
=== Massa, stato evolutivo, età e destino finale ===
Mentre per le stelle di sequenza principale esiste una ben stabilita relazione fra la luminosità e la [[massa (fisica)|massa]]<ref>[http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/Astro/herrus.html#c3 Mass-Luminosity Relationship]</ref>, sicché conosciuta la luminosità assoluta della stella la massa può essere ottenuta con un buon margine di precisione, le cose stanno alquanto diversamente per le giganti e supergiganti. La luminosità di stelle di questo tipo cambia di molto nel tempo a seconda del loro stadio evolutivo, sicché, a meno che questo non sia conosciuto con precisione, non sarà possibile dedurre la massa dalla luminosità.
[[File:Hertzsprung-Russel StarData.png|thumb|left|300px|Posizione di Arturo e di altre stelle nel [[Diagramma Hertzsprung-Russell|diagramma HR]].]]
Esiste tuttavia un altro metodo per cercare di calcolare la massa di queste classi di stelle: essa è infatti ricavabile conoscendo il raggio e l'[[accelerazione di gravità]] sulla superficie. Il rapporto fra atomi [[ione|ionizzati]] e atomi neutri dello stesso elemento nell'[[atmosfera]] di una stella è sensibile all'accelerazione di gravità; pertanto il rapporto fra ioni e atomi neutri può essere sfruttato per calcolare l'accelerazione di gravità e, di conseguenza, la massa di una stella. Tuttavia in ambienti a bassa accelerazione di gravità, quale è quello di una stella gigante, il valore dell'accelerazione diventa molto sensibile a quello della temperatura superficiale adottata. Quindi piccoli errori nella stima della temperatura superficiale possono portare a valori di accelerazione non corretti<ref name=Bonnell>{{cita pubblicazione|titolo=Further Determinations of the Gravities of Cool Giant Stars Using MGI and MGH Features |autore=J. T. Bonnell, R. A. Bell |anno=1993|rivista=Montly Notices of the Royal Astronomic Society|volume=264|pagine=334-344|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1993MNRAS.264..334B |doi=1993MNRAS.264..334B |accesso=8 settembre 2010}}</ref>.
 
Tuttavia, anche in questo caso, l'accuratezza con la quale Arturo è stata studiata ha permesso di raggiungere risultati con margini di errore relativamente bassi e in discreto accordo fra loro. A una temperatura superficiale stimata di 4.330 K, il log ''g'', o [[logaritmo]] della gravità superficiale della stella, è risultato essere 1,6 ± 0,15<ref name=Bonnell/> in uno studio condotto nel [[1993]]. Si può confrontare questo valore con quello del Sole che è 4,44: l'accelerazione sulla superficie di Arturo è molto inferiore a quella del Sole a causa delle sue dimensioni molto maggiori.
 
Sulla base di questo valore e del raggio stimato, si ricava che la massa di Arturo è pari a 0,55 - 1,1 [[massa solare|M<sub>☉</sub>]]<ref name=Bonnell/>. Questo astro ha dunque una massa paragonabile a quella del Sole e quindi ci permette di immaginare l'aspetto che avrà il Sole nelle ultime fasi della sua esistenza. Un'altra misura di log ''g'', condotta sempre nel [[1993]], ha dato risultati comparabili: 1,5 ± 0,15<ref name=Peterson/>; se questo valore fosse quello corretto, allora la massa di Arturo ammonterebbe a 0,75 ± 0,2 M<sub>☉</sub><ref name=Tsuji>{{cita pubblicazione|titolo=The K giant star Arcturus: the hybrid nature of its infrared spectrum |autore=T. Tsuji |anno=2009|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=504|pagine=543-559|url=http://adsabs.harvard.edu//abs/2009A%26A...504..543T |doi=10.1051/0004-6361/200912323 |accesso=12 settembre 2010}}</ref>.
 
Una stella di 1,1 masse solari rimane all'interno della sequenza principale per circa 7,5 miliardi di anni<ref>Si può giungere a questo risultato nel modo seguente: la permanenza di una stella all'interno della sequenza principale è proporzionale al combustibile nucleare che ha a disposizione (cioè alla sua massa) e inversamente proporzionale al ritmo con cui questo combustibile viene consumato (cioè alla sua luminosità). Poiché una stella della massa del Sole permane all'interno della sequenza principale circa 10<sup>10</sup> anni, il numero di anni di permanenza di una stella all'interno della sequenza sarà uguale a <math>\begin{smallmatrix}{n M_{\odot}\over m L_{\odot}}\times 10^{10}\end{smallmatrix}</math> ove <math>n</math> e <math>m</math> sono il rispettivamente il rapporto fra la massa e la luminosità della stella con quella del Sole. Ora la luminosità di una stella è determinata dal seguente rapporto: <math>\begin{smallmatrix}\frac{L}{L_{\odot}} = \left(\frac{M}{M_{\odot}}\right)^p\end{smallmatrix}</math>, ove <math>p = 4</math> per stelle di massa <math>\begin{smallmatrix}< 30 M_{\odot}\end{smallmatrix}</math>. Ne segue che una stella di <math>n</math> masse solari, ove <math>n < 30</math>, permarrà nella sequenza principale <math>\begin{smallmatrix}\left({n \over n^4}\right)\times 10^{10}\end{smallmatrix}</math> anni, cioè <math>\begin{smallmatrix}\left({1 \over n^3}\right)\times 10^{10}\end{smallmatrix}</math> anni. Poiché Arturo ha al massimo una massa pari a 1,1 volte quella del Sole, la sua permanenza minima nella sequenza principale è pari a <math>\begin{smallmatrix}\left({1 \over 1,1^3}\right)\times 10^{10}\end{smallmatrix}</math> anni, cioè all'incirca <math>7,5^9</math> anni. Cfr. {{cita web|http://www.astronomynotes.com/evolutn/s2.htm|Stellar Evolution|13-09-2010}}</ref>. Poiché Arturo ha già abbandonato la sequenza principale, questa è l'età minima di Arturo, se le misure della sua massa sono corrette.[[File:Redgiant.jpg|thumb|right|Struttura di una [[stella gigante]] come Arturo]]
 
Arturo, uscendo dalla sequenza principale, ha cessato di [[fusione nucleare|fondere]] l'[[idrogeno]] all'interno del suo nucleo. Probabilmente sta già fondendo l'[[elio]] presente nel suo nucleo in [[carbonio]] tramite il [[processo tre alfa]]<ref>{{cita web|http://stars.astro.illinois.edu/sow/arcturus.html|Arcturus by Jim Kaler|13-09-2010}}</ref> e in [[ossigeno]] tramite il [[processo alfa]]; sta inoltre fondendo idrogeno in elio negli strati immediatamente a ridosso del suo nucleo. Entro alcune centinaia di milioni di anni Arturo perderà molta della sua massa tramite un intenso [[vento stellare]] che alla fine allontanerà dal suo nucleo gli strati superficiali di idrogeno e elio, mischiati a minori quantità di carbonio e ossigeno<ref name=solstation/>. Allontanandosi dal nucleo questo inviluppo di gas formerà una [[nebulosa planetaria]], mentre il nucleo stesso, non più sufficientemente sostenuto dalle [[Reazione nucleare|reazioni nucleari]] collasserà su sé stesso per effetto della [[forza di gravità]] formando una [[nana bianca]] delle dimensioni della Terra, avente inizialmente una temperatura molto elevata, ma che mano a mano diminuirà a causa degli scambi termici con lo [[spazio (astronomia)|spazio]] circostante. Il raffreddamento delle nane bianche è tuttavia un processo estremamente lento a causa della piccola superficie di questi astri, sicché Arturo diventerà una [[nana nera]] solo fra parecchie decine di miliardi di anni.
 
== Altre caratteristiche ==
=== Metallicità ===
Probabilmente il miglior studio circa la [[metallicità]] e la composizione chimica dell'[[Atmosfera stellare|atmosfera]] di Arturo rimane ancora Peterson 1993<ref name=Peterson/>. Questo articolo ipotizza che l'abbondanza di [[ferro]] nell'atmosfera di questa stella rispetto a quella del Sole sia <math>\begin{smallmatrix} \left [ \frac{Fe}{H} \right ] \; = \; -0,50 \pm 0,1\end{smallmatrix}</math>. Tale notazione è definita come il [[logaritmo]] della quantità di ferro (Fe) rispetto all'idrogeno (H), diminuita del logaritmo della metallicità del Sole: così, se la metallicità della stella presa in esame è pari a quella solare, il risultato sarà pari a zero. Un valore logaritmico pari a -0,5 ± 0,1 equivale a un'abbondanza di ferro pari a 25 - 39% di quella solare. Le abbondanze di [[carbonio]], [[cromo]] e [[nichel]] hanno un valore comparabile, cioè sono circa un terzo di quella solare. Tuttavia altri elementi sono relativamente più abbondanti: ad esempio, le abbondanze dell'[[ossigeno]], del [[magnesio]], dell'[[alluminio]] e del [[silicio]] si aggirano intorno all'80% di quella solare; quelle dell'[[azoto]], del [[sodio]], del [[calcio (metallo)|calcio]] e del [[titanio]] intorno al 63%; quella dello [[scandio]] intorno a metà di quella del Sole.
 
Una composizione chimica come questa è tipica nelle stelle appartenenti all'[[alone galattico]]<ref name=Wheeler>{{cita pubblicazione|titolo=Abundance ratios as a function of metallicity |autore=J. C. Wheeler, C. Sneden, J. W. Truran |anno=1989|rivista=Annual review of astronomy and astrophysics|volume=27|pagine=279-349|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989ARA%26A..27..279W |doi=10.1146/annurev.aa.27.090189.001431 |accesso=23 settembre 2010}}</ref>. In particolare sembra che tutte le stelle molto povere di ferro presentino una maggiore abbondanza relativa di ossigeno, magnesio, silicio e calcio<ref name=Wheeler/>. Si è cercato di spiegare questa configurazione chimica mediante l'ipotesi che i metalli presenti nelle stelle di [[Popolazioni stellari|popolazione II]] dell'alone sono derivati dalla [[nucleosintesi]] che avviene nelle [[Supernova di tipo II|supernovae di tipo II]] o [[Supernovae di tipo Ib e Ic|Ib]]. La configurazione chimica di una stella come il Sole deriverebbe invece dall'esplosione di [[Supernova di tipo Ia|supernovae di tipo Ia]]. Queste ultime, derivando da [[Sistema binario (astronomia)|sistemi binari]], richiedono tempi molto più lunghi per formarsi. Essendo Arturo alcuni miliardi di anni più vecchia del Sole, si è formata da [[Nebulosa|nebulose]] scarsamente arricchite da questo tipo di supernovae<ref name=Peterson/>.
 
=== Il gruppo di Arturo ===
Agli inizi degli [[Anni 1970|anni settanta]], l'astronomo [[Olin J. Eggen]] scoprì che Arturo condivideva il suo [[moto proprio]] con altre 53 stelle<ref name=Eggen>{{cita pubblicazione|titolo=The Arcturus Group |autore=O. J. Eggen |anno=1971|rivista=Publications of the Astronomical Society of the Pacific|volume=83|pagine=271-285|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1971PASP...83..271E |doi=10.1086/129120 |accesso=29 settembre 2010}}</ref>. Tali stelle inoltre presentano metallicità simili: il valore medio di [Fe/H] di questi astri si aggira infatti intorno a -0,6 (cioè circa il 25% dell'abbondanza di ferro nell'atmosfera del Sole)<ref name=Williams>{{cita pubblicazione|titolo=The Arcturus Moving Group: Its Place in the Galaxy |autore=M. E. Williams, K. C. Freeman, A. Helmi |anno=2009|rivista=Proceedings of the International Astronomical Union, IAU Symposium|volume=254|pagine=139-144|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2009IAUS..254..139W |doi=10.1017/S1743921308027518 |accesso=29 settembre 2010}}</ref>. Ciò fa presumere che queste stelle facciano parte di una [[associazione stellare]], la cui età è stimata essere all'incirca 10 miliardi di anni<ref name=Williams/> e che è stata battezzata ''[[Corrente stellare di Arturo]]''.
[[File:Star-sizes-italian.jpg|260px|thumb|left|Confronto fra le dimensioni di Arturo e quelle di altre stelle e [[pianeta|pianeti]].]]
I [[Vettore (matematica)|vettori]] del movimento di Arturo rispetto al [[sistema di riposo locale]] sono (U, V, W) = (-25, -116, -3) km/s<ref name=Eggen/>: ciò significa che, rispetto al movimento medio del materiale della [[Via Lattea]] nei dintorni del Sole, Arturo presenta un movimento di allontanamento dal [[centro galattico]] di 25&nbsp;km/s, un movimento inverso rispetto alla [[rotazione galattica]] di 116&nbsp;km/s e un movimento verso il [[Sistema di coordinate galattiche|polo sud galattico]] di tre km/s. Il gruppo di Arturo presenta un movimento medio sul piano UV di -102&nbsp;km/s<ref name=Williams/>. Uno studio delle stelle che presentano un movimento simile ha permesso di individuare altre componenti che sono probabilmente appartenenti alla corrente di Arturo: in un articolo del [[2008]] sono elencate 134 stelle come possibili appartenenti alla corrente<ref name=Williams/>.
 
Si pensa che il gruppo di Arturo faccia parte del [[disco galattico spesso]], una regione intermedia fra il [[disco galattico]] e l'[[alone galattico]], caratterizzata da stelle vecchie che possono giacere migliaia di anni luce sopra o sotto il piano galattico, al contrario di quanto avviene per le stelle del disco galattico, come il Sole, che giacciono al massimo a un migliaio di anni luce dal disco<ref name=solstation/>. Le stelle del disco galattico spesso tendono ad avere elevati moti propri (fino a 120&nbsp;km/s<ref name=Eggen2>{{cita pubblicazione|titolo=Kinematics and Metallicity of Stars in the Solar Region |autore=O. J. Eggen |anno=2009|rivista=The Astronomical Journal|volume=115|pagine=2397-2434|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1998AJ....115.2397E |doi=10.1086/300350 |accesso=29 settembre 2010}}</ref>), con passaggi rapidi su [[orbita|orbite]] molto [[Inclinazione orbitale|inclinate]] e [[Eccentricità orbitale|eccentriche]] intorno al centro galattico. Essendo nate molti miliardi di anni fa, quando la galassia era meno ricca di [[metallicità|metalli]], tendono ad esserne povere (fino al 12% dell'abbondanza solare<ref name=Eggen2/>). Si pensa che costituiscano circa il 4% delle stelle che si trovano nelle vicinanze del Sole<ref name=solstation/>.
 
Le stelle dell'alone galattico sono ancora più vecchie di quelle del disco spesso (si sono formate 10-13 miliardi di anni fa), tendono ad avere orbite ancora più inclinate ed eccentriche con moti propri fino a 600&nbsp;km/s. Inoltre presentano metallicità inferiori al 10%-15% di quella solare<ref name=Eggen2/>.
 
L'origine della corrente di Arturo non è ancora ben chiara. Le ipotesi possibili sono tre:
* Il gruppo si è formato circa 10 miliardi di anni fa da un'unica nube di gas. Questa ipotesi ha due difetti: in primo luogo in un tempo così lungo l'associazione dovrebbe essersi dispersa; in secondo luogo, sebbene la metallicità delle stelle del gruppo sia più o meno la stessa, la loro composizione chimica non è uniforme<ref name=Williams/>.
* Il gruppo era parte di una galassia satellite che si è poi fusa con la Via Lattea<ref>{{cita pubblicazione|titolo=The Extragalactic Origin of the Arcturus Group |autore=J. F. Navarro, A. Helmi, K. C. Freeman |anno=2004|rivista=The Astrophysical Journal|volume=601|pagine=L43-L46|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2004ApJ...601L..43N |doi=10.1086/381751 |accesso=29 settembre 2010}}</ref>. Tuttavia contro questa ipotesi gioca il fatto che nelle piccole galassie satellite della Via Lattea le stelle non solo sono più povere di ferro delle stelle del disco galattico, ma sono più povere anche di elementi con [[Numero atomico|Z]] ≤ 22<ref>Ciò è dovuto probabilmente al fatto che nelle galassie di piccole dimensioni il processo di formazione stellare è più lento: cfr. {{cita pubblicazione|titolo=Stellar Chemical Signatures and Hierarchical Galaxy Formation |autore=K. A. Venn, M. Irwin, M. D. Shetrone, C. A. Tout, V. Hill, E. Tolstoy |anno=2004|rivista=The Astronomical Journal|volume=128|pagine=1177-1195 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2004AJ....128.1177V | doi=10.1086/422734|accesso=29 settembre 2010}}</ref>. Ma Arturo è comparativamente ricca di elementi di questo tipo. Comunque rimane sul campo l'ipotesi che la corrente di Arturo fosse originariamente parte di una galassia di dimensioni maggiori, paragonabile alla [[Grande Nube di Magellano]], che si è poi fusa con la nostra galassia<ref name=Williams/>.
* Il gruppo si è formato per la [[Risonanza orbitale|risonanza]] creata dalla rotazione della [[Galassia spirale barrata|barra]] della Via Lattea, che confinerebbe gruppi di stelle in certe aree<ref>{{cita pubblicazione|titolo=The Effect of the Outer Lindblad Resonance of the Galactic Bar on the Local Stellar Velocity Distribution |autore=W. Dehnen |anno=2000|rivista=The Astronomical Journal|volume=119|pagine=800-812 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2000AJ....119..800D | doi=10.1086/301226| accesso=29 settembre 2010}}</ref>. Questa ipotesi appare promettente, ma è al momento difficilmente verificabile vista l'incertezza esistente sulle dimensioni e sulla velocità di rotazione della barra e sulle modalità in cui essa può avere degli effetti sulle stelle che orbitano in regioni diverse della galassia<ref name=Williams/>.
 
=== Una stella gigante non coronale ===
[[File:Redgiants.svg|thumb|right|200px|Confronto fra la [[supergigante rossa]] [[Antares]], il [[Sole]] e Arturo. Il cerchio nero rappresenta la grandezza dell'orbita di [[Marte (astronomia)|Marte]].]]
Arturo è presa come archetipo delle stelle giganti [[Corona solare|non coronali]]. Misurazioni precise compiute tramite il satellite [[ROSAT]] hanno permesso di escludere che da Arturo si diparta un flusso di [[raggi X]] superiore a un decimillesimo di quello emesso dal Sole<ref name=Ayres>{{cita pubblicazione|titolo=Digging in the coronal graveyard - A ROSAT observation of the red giant Arcturus |autore=T. R. Ayres, T. A. Fleming, J. H. M. Schmitt |anno=1991|rivista=Astrophysical Journal|volume=376|pagine=L45-L48 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1991ApJ...376L..45A | doi=10.1086/186099| accesso=1º ottobre 2010}}</ref>. Ciò induce a escludere la presenza di una corona con temperature superiori a 100.000 K<ref name=Ayres/> (si confronti questo dato con quello della [[corona solare]] che raggiunge una temperatura di 1-3 milioni K).
 
Poiché sembra che tutte le stelle di massa medio-piccola di sequenza principale (classi spettrali da F a M) siano dotate di corona<ref name=Ayres2>{{cita pubblicazione|titolo=The cool half of the H-R diagram in soft X-rays |autore=T. R. Ayres, J. L. Linsky, G. S. Vaiana, L. Golub, R. Rosner |anno=1981|rivista=Astrophysical Journal|volume=250|pagine=293-299 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1981ApJ...250..293A | doi=10.1086/159374| accesso=1º ottobre 2010}}</ref>, i problemi che si aprono sono due:
# Cosa determina la perdita della corona in stelle come Arturo nel passaggio dalla sequenza principale allo stadio di [[gigante rossa]]?
# Perché certe giganti possiedono una corona e altre non la possiedono?
 
Probabilmente per rispondere alla prima domanda è necessario conoscere la risposta alla seconda. È noto dalla fine degli anni settanta che, per quanto riguarda le stelle di [[Popolazioni stellari|Popolazione I]], esiste una ben precisa linea di divisione fra le giganti coronali e quelle non coronali, posta intorno alla classe spettrale K3. Le [[stella subgigante|subgiganti]], giganti e [[stella gigante brillante|giganti brillanti]] di classe precedenti alla K3 hanno una corona, mentre quelle delle classi successive non la possiedono<ref name=Ayres2/><ref>{{cita pubblicazione|titolo=The coronal dividing line in the ROSAT X-ray All-Sky Survey |autore=B. Haisch, J. H. M. Schmitt, C. Rosso |anno=1991|rivista=Astrophysical Journal|volume=383|pagine=L15-L18 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1991ApJ...383L..15H| doi=10.1086/186230| accesso=2 ottobre 2010}}</ref>. La linea di divisione per le stelle Popolazione II sembra essere spostata nelle ultime sottoclassi della classe G o nelle prime sottoclassi della classe K, tanto che Arturo, pur essendo di classe K1,5 non possiede una corona.
 
Si possono dare due interpretazioni della linea di divisione fra le giganti coronali e non coronali: la prima è che le giganti gialle di classe F e G abbiano una massa superiore (2-3 M<sub>☉</sub>) a quella delle classi K e M (che sarebbe uguale o inferiore a 1 M<sub>☉</sub>). Avendo le prime, durante la loro permanenza nella sequenza principale, un'alta velocità di rotazione, conservano un sufficiente [[momento angolare]] per innestare i processi che portano alla formazione della corona; questo non avverrebbe per il secondo tipo di giganti che ruotano troppo lentamente durante la fase di sequenza principale per conservare un simile momento angolare<ref name=Ayres2/>.
 
Invece, secondo un'altra ipotesi, l'assenza di corone nelle giganti arancioni e rosse è determinata dal loro maggiore raggio e quindi dalla minore [[gravità]] superficiale. Questa inibirebbe la formazione dei ''loop'' [[magnetismo|magnetici]] che intrappolano e eccitano il gas, facendogli emettere [[raggi X]]. In stelle di questo tipo l'[[energia meccanica]] che negli altri casi favorisce la comparsa di una corona sarebbe dissipata in [[vento stellare|venti stellari]] di maggiore intensità rispetto a quelli che caratterizzano le giganti gialle di tipo F e G<ref>{{cita pubblicazione|titolo=On the dividing line for stellar coronae |autore=S. K. Antiochos, B. M. Haisch, R. A. Stern |anno=1986|rivista=Astrophysical Journal|volume=307|pagine=L55-L59 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1986ApJ...307L..55A| doi=10.1086/184727| accesso=3 ottobre 2010}}</ref>.
 
In ogni caso, qualunque delle due spiegazioni sia quella corretta, la perdita della corona in una gigante come Arturo è stata determinata dall'aumento del suo [[volume]] che ha determinato un'importante diminuzione della velocità angolare e una molto minore gravità superficiale.
 
=== Variabilità ===
Fino alla fine degli anni ottanta si credeva che le giganti di classe K fossero stabili. Tuttavia osservazioni più accurate hanno dimostrato che in effetti esse presentano variabilità sul corto (ore o giorni) e/o lungo (mesi o anni) periodo<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Yellow giants - A new class of radial velocity variable? |autore=G. A. H. Walker, S. Yang, B. Campbell, A. W. Irwin |anno=1989|rivista=Astrophysical Journal|volume=343|pagine=L21-L24 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989ApJ...343L..21W| doi=10.1086/185501| accesso=8 ottobre 2010}}</ref>. Arturo non ha fatto eccezione: a lungo ritenuta stabile, la sua variabilità è stata scoperta sulla base di alcune osservazioni condotte alla metà degli anni ottanta<ref name=Smithvar>{{cita pubblicazione|titolo=Evidence for periodic radial velocity variations in Arcturus |autore=P. H. Smith, R. S. McMillan, W. J. Merline |anno=1987|rivista=Astrophysical Journal|volume=317|pagine=L79-L84 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1987ApJ...317L..79S| doi=10.1086/184916| accesso=8 ottobre 2010}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo=Confirmation of radial velocity variability in Arcturus |autore=W. D. Cochran |anno=1988|rivista=Astrophysical Journal|volume=334|pagine=349-356|url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?1988ApJ...334..349C&db_key=AST&nosetcookie=1|doi=10.1086/166841 |accesso=5 novembre 2010}}</ref><ref name=Irwinvar>{{cita pubblicazione|titolo= Long-period radial-velocity variations of Arcturus |autore=A. W. Irwin, B. Campbell, C. L. Morbey, G. A. H. Walker, S. Yang |anno=1989|rivista=Astronomical Society of the Pacific, Publications |volume=101|pagine=147-159 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989PASP..101..147I| doi=10.1086/132415| accesso=8 ottobre 2010}}</ref>. Questo astro in effetti oscilla fra le magnitudini -0,13 e -0,03<ref>{{cita web|url=http://www.aavso.org/vsx/index.php?view=search.top|titolo=The International Variable Stars Index - AAVSO|opera=[http://www.aavso.org/vsx/index.php?view=detail.top&oid=45227 result for Alpha Bootis]|accesso=16 settembre 2010}}</ref>.
 
Arturo presenta variazioni sia sul breve che sul lungo periodo. Quelle sul breve periodo sono probabilmente dovute ad [[onda di pressione|onde di pressione]] simili a quelle che caratterizzano la [[eliosismologia|sismologia]] del Sole<ref name=Tarrant>{{cita pubblicazione|titolo=Asteroseismology of red giants: photometric observations of Arcturus by SMEI |autore=N. J. Tarrant, W. J. Chaplin, Y. Elsworth, S. A. Spreckley, I. R. Stevens |anno=2007|rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society|volume=382|pagine=L48-L52 |url=http://adsabs.harvard.edu//abs/2007MNRAS.382L..48T| doi=10.1111/j.1745-3933.2007.00387.x| accesso=10 ottobre 2010}}</ref>. Più onde si sovrappongono le une con le altre, il che rende più difficile la loro misurazione. In ogni caso i periodi di queste oscillazioni sono stati individuati con un margine di errore relativamente basso: essi sembrano compresi fra 11 giorni e poco più di tre ore<ref name=Belmonte>{{cita pubblicazione|titolo=Global acoustic oscillations on Alpha Bootis |autore=J. A. Belmonte, A. R. Jones, P. L. Palle, T. Roca Cortes|anno=1990|rivista=Astrophysical Journal|volume=358|pagine=595-609 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1990ApJ...358..595B| doi=10.1086/169012| accesso=11 ottobre 2010}}</ref>. Il periodo dominante sembra aggirarsi intorno ai 3 giorni: esso è stato calcolato essere 2,7 giorni in uno studio del [[1990]]<ref name=Belmonte/>, 2,8 giorni in uno studio del [[2003]]<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Oscillations in Arcturus from WIRE Photometry |autore=A. Retter, T. R. Bedding, D. L. Buzasi, H. Kjeldsen, L. L. Kiss|anno=2003|rivista=Astrophysical Journal|volume=591|pagine=L151-L154 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2003ApJ...591L.151R| doi=10.1086/377211| accesso=11 ottobre 2010}}</ref>, 3,3 giorni in uno studio del [[2007]]<ref name=Tarrant/>.
 
[[File:Arturo-celestia.jpg|thumb|right|300px|Rappresentazione artistica di Arturo dalla distanza di 1,5 [[Unità astronomica|UA]].]]
 
Invece trovare quale sia il periodo e la causa delle variazioni più lunghe si è rivelato molto difficile, sicché le ipotesi avanzate a loro riguardo sono molteplici. Due studi della fine degli anni ottanta riportano rispettivamente un periodo di 640 giorni o più<ref name=Irwinvar/> e un periodo di 1.842 giorni<ref name=Smithvar/>. Le spiegazioni fornite da questi due studi per queste variazioni vanno dalla presenza di [[supergranulazione|supergranuli]] sulla superficie di Arturo, all'ipotesi che esistano zone meno calde alternate a zone a temperatura più elevata, all'esistenza di una compagna in orbita intorno alla principale. Invece uno studio del [[2008]] riporta un periodo di 14 anni e cerca di spiegarlo mediante l'ipotesi di un ciclo magnetico simile a [[Ciclo undecennale dell'attività solare|quello solare]]<ref name=Brownper>{{cita pubblicazione|titolo=Long-Term Spectroscopic Monitoring of Arcturus |autore=K. I. T. Brown, D. F. Gray, S. L. Baliunas |anno=2008|rivista=The Astrophysical Journal|volume=679|pagine=1531-1540 |url=http://adsabs.harvard.edu//abs/2008ApJ...679.1531B| doi=10.1086/587783| accesso=10 ottobre 2010}}</ref>. Nello stesso studio, oltre a questo periodo, ne sono stati trovati altri più brevi di 257, 207 e 115 giorni. Poiché questi periodi risultano essere approssimativamente un quarto del periodo di rotazione della stella su sé stessa, si è ipotizzato che essi siano causati da quattro regioni magneticamente attive della superficie della stella, simili alle [[macchie solari]]<ref name=Brownper/>. La variazione della lunghezza del periodo viene spiegata con la migrazione delle macchie a latitudini diverse durante il ciclo magnetico e con la [[rotazione differenziale]] della stella: migrando a latitudini differenti, le macchie ruotano a velocità angolari differenti e quindi mutano il periodo di rotazione<ref name=Brownper/>.
 
=== Presenza di molecole nell'atmosfera ===
Osservazioni compiute nella banda dell'infrarosso hanno permesso di rilevare la presenza di nubi di [[monossido di carbonio]] nell'atmosfera di Arturo<ref name=Tsuji>{{cita pubblicazione|titolo=The K giant star Arcturus: the hybrid nature of its infrared spectrum |autore=T. Tsuji |anno=2009|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=504|pagine=543-559 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?2009A%26A...504..543T&db_key=AST&nosetcookie=1| doi=10.1051/0004-6361/200912323| accesso=20 ottobre 2010}}</ref>. Poiché le [[Molecola|molecole]] possono formarsi solo a temperature relativamente basse, è necessario pensare che le nubi di [[monossido di carbonio|CO]] siano presenti nell'alta atmosfera della stella. La presenza di tali nubi sembra essere comune nelle giganti delle ultime classi (K e M), nonché nelle supergiganti delle medesime classi<ref name=Tsuji/>. Le temperature relativamente basse delle atmosfere di queste stelle e la bassa gravità superficiale ne favorirebbero la formazione. L'origine delle nubi è forse dovuta dall'attività [[cromosfera|cromosferica]] di queste stelle: i movimenti di gas presenti in questo strato fornirebbero materiale agli strati sovrastanti, dove esso, raffreddandosi, favorirebbe la formazione delle nubi.
 
[[File:Arturo e dintorni.jpg|thumb|left|350px|I dintorni di Arturo: le due stelle luminose di colore azzurro che si osservano a destra di Arturo nella fotografia sono [[Mufrid]] e [[Tau Boötis]], mentre la stella luminosa di colore arancione, sempre a destra di Arturo, è [[Upsilon Boötis]].]]
 
La presenza di molecole nell'atmosfera di Arturo è confermata dalla rilevazione di vapori di [[acqua]]<ref name=Ryde>{{cita pubblicazione|titolo=Detection of Water Vapor in the Photosphere of Arcturus |autore=N. Ryde, D. L. Lambert, M. J. Richter, J. H. Lacy |anno=200|rivista=The Astrophysical Journal|volume=580|pagine=447-458 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?2002ApJ...580..447R&db_key=AST&nosetcookie=1| doi=10.1086/343040| accesso=20 ottobre 2010}}</ref>. Anche questa caratteristica sembra essere condivisa con le stelle giganti e supergiganti delle ultime classi: molecole di [[acqua|H<sub>2</sub>O]] sono state per esempio rilevate nelle atmosfere delle giganti di tipo M<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Warm molecular envelope of M giants and Miras: a new molecule forming region unmasked by the ISO SWS. |autore=T. Tsuji, K. Ohnaka, W. Aoki, I.Yamamura|anno=1997|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=320|pagine=L1-L4 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1997A%26A...320L...1T| doi=| accesso=20 ottobre 2010}}</ref> e in [[supergigante rossa|supergiganti rosse]] come [[Antares]] e [[Betelgeuse]]<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Water in Betelgeuse and Antares |autore=D. E. Jennings, P. V. Sada |anno=1998|rivista=Science|volume=279|pagine=844-847 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1998Sci...279..844J| doi=10.1126/science.279.5352.844| accesso=20 ottobre 2010}}</ref>. Tuttavia, secondo un'altra ipotesi, il rilevamento di acqua non sarebbe dovuto alla presenza di nubi nell'alta atmosfera, ma di singole molecole nell'alta [[fotosfera]] della stella<ref name=Ryde/>.
 
=== Arturo B? ===
''Hipparcos'' ha suggerito che Arturo sia una [[stella binaria]], con una compagna 3,33 ± 0,31 magnitudini più debole della primaria (cioè circa venti volte più debole), posta a una distanza di 255 ± 39 [[milliarcosecondo|mas]] dalla principale, che corrispondono a circa 3 [[unità astronomica|UA]]. Si è ipotizzato che Arturo B potesse essere una [[stella subgigante]] o una stella di sequenza principale arancione, di classe spettrale K, molto simile a quella di Arturo A, e che questo ne avesse impedito il rilevamento in precedenza<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Arcturus as a double star |autore=R. F. Griffin |anno=1998|rivista=The Observatory|volume=118|pagine=299-301 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?1998Obs...118..299G&db_key=AST&nosetcookie=1| doi=| accesso=25 ottobre 2010}}</ref>. Tuttavia, in uno studio del [[1999]], sulla base di una serie di osservazioni compiute mediante il [[telescopio]] del [[Osservatorio di Monte Wilson|Monte Wilson]], veniva escluso che Arturo avesse una compagna che fosse più luminosa di 1/60 della principale<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Adaptive Optics Observations of Arcturus using the Mount Wilson 100 Inch Telescope |autore=N. H. Turner, T. H. ten Brummelaar, B, D, Mason|anno=1999|rivista=The Publications of the Astronomical Society of the Pacific|volume=111|pagine=556-558 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?1999PASP..111..556T&db_key=AST&nosetcookie=1| doi=10.1086/316353| accesso=25 ottobre 2010}}</ref>.
 
Uno studio del [[2005]] ha però rilanciato l'ipotesi che Arturo sia una stella binaria<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Is Arcturus a well-understood K giant? Test of model atmospheres and potential companion detection by near-infrared interferometry |autore=T. Verhoelst, P. J. Bordé, G. Perrin, L. Decin, K. Eriksson, S. T. Ridgway, P. A. Schuller, W. A. Traub, R. Millan-Gabet, M. G. Lacasse, C. Waelkens |anno=2005|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=435|pagine=289-301 |url=http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?2005A%26A...435..289V&db_key=AST&nosetcookie=1| doi=10.1051/0004-6361:20042356| accesso=26 ottobre 2010}}</ref>. Sulla base di osservazioni interferometriche nella banda del vicino infrarosso, gli autori hanno ipotizzato l'esistenza di una compagna 25-50 volte più debole della principale separata da essa di 212 mas. Poiché Arturo ha una luminosità complessiva di circa 200 L<sub>☉</sub>, Arturo B avrebbe una luminosità di 4-8 L<sub>☉</sub>. Questa luminosità è compatibile solo con l'ipotesi che Arturo B sia una [[stella subgigante]] con una massa di poco inferiore a quella di Arturo A e quindi a uno stadio evolutivo di poco precedente la principale. Ipotizzare una stella più massiccia non spiegherebbe la differenza di luminosità fra le due in quanto entrambe dovrebbero avere raggiunto lo stadio di giganti. Ipotizzare una stella meno massiccia, per esempio una stella di classe K appartenente alla sequenza principale, non spiegherebbe una luminosità di 4-8 L<sub>☉</sub>. In particolare gli autori di questo studio ipotizzano che Arturo B possa essere una stella di classe spettrale G4IV.
 
Tuttavia uno studio condotto nel 2008 ha nuovamente smentito l'ipotesi dell'esistenza di una compagna di Arturo<ref name=Lacour/>. Si tratta di uno studio autorevole, che merita di essere preso seriamente in considerazione. Esso esclude la presenza di un oggetto nelle vicinanze di Arturo che abbia una luminosità superiore a 1/1200 della principale. Poiché Arturo ha una luminosità di circa 200 L<sub>☉</sub>, se una compagna esiste, la sua luminosità è minore di 0,16 L<sub>☉</sub>. Gli autori dello studio non escludono comunque che intorno ad Arturo orbiti un [[pianeta]] avente una massa alcune volte quella di [[Massa gioviana|Giove]].
 
L'ipotesi che intorno ad Arturo orbiti un [[pianeta gassoso|pianeta di tipo gioviano]] era del resto stava avanzata precedentemente quale possibile spiegazione di alcune oscillazioni della [[velocità radiale]] rilevabili nello [[Spettro elettromagnetico|spettro]] di Arturo: in uno studio del 1989, per esempio, accanto ad altre ipotesi come l'esistenza di supergranuli sulla superficie della stella, veniva avanzata l'ipotesi dell'esistenza di un pianeta avente 1,5-7 [[massa gioviana|masse gioviane]] che producesse le oscillazioni<ref name=Irwinvar/>. La possibilità dell'esistenza di un compagno simile, con una massa calcolata maggiore di 4,4 [[massa gioviana|M<sub>J</sub>]], è stata rilanciata in uno studio del 2007<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Long-Term Spectroscopic and Precise Radial Velocity Monitoring of Arcturus|autore=K. I. T. Brown|anno=2007 |rivista=The Publications of the Astronomical Society of the Pacific |volume=119|pagine=237 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007PASP..119..237B| doi=10.1086/512731| accesso=27 ottobre 2010}}</ref>.
 
== Luminosità apparente comparata nel tempo ==
Arturo si troverà nel punto di maggior vicinanza alla [[Terra]] fra circa 4000 anni. La sua luminosità apparente è quindi destinata ad aumentare, anche se di poco, per ancora quattro millenni, quando questa stella si troverà circa 0,1 anni luce più vicino a noi di quanto non si trovi adesso<ref name=Schaaf134>{{cita libro | cognome=Schaaf | nome=Fred | titolo=The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars | editore=John Wiley & Sons, Incorporated | città=Hoboken, New Jersey | anno=2008|pagine=134}}</ref>. Successivamente, la luminosità apparente di Arturo comincerà a declinare in quanto la stella inizierà ad allontanarsi da noi. Entro poche migliaia di anni sarà superata in luminosità da [[Vega]], che sta invece avvicinandosi alla Terra e sta quindi incrementando la propria luminosità. Fra poco più di 50.000 anni sarà superata anche da [[Altair]], un'altra stella luminosa che si sta avvicinando a noi, e fra circa 70.000 anni anche da [[Procione (astronomia)|Procione]] che a quel tempo starà allontanandosi dalla Terra, ma non al ritmo in cui lo farà Arturo. Fra mezzo milione di anni Arturo non sarà più visibile ad occhio nudo<ref name=solstation/>. Tuttavia, secondo altre fonti, il decremento di luminosità di questo astro sarà meno rapido, tanto che a quel tempo Arturo sarà una stella di magnitudine 4<ref name=Schaaf134/>.
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|[[File:Magnitude time closestar diagram it.svg|thumb|382px|La luminosità di alcune delle stelle più luminose nell'arco di 200.000 anni.]]
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==Etimologia e significato culturale==
=== I nomi di Arturo e il loro significato ===
Il nome della stella deriva dal [[Grecia|Greco]] Αρκτοῦρος ('''Arktôuros''') il cui significato è ''il guardiano dell'Orsa''<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D*%29arktou%3Dros Αρκτοῦρος], Henry George Liddell, Robert Scott, ''A Greek-English Lexicon'', on Perseus</ref>, derivando da ἄρκτος (''árktos''), "orso"<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3Da%29%2Frktos ἄρκτος], Henry George Liddell, Robert Scott, ''A Greek-English Lexicon'', on Perseus</ref> + οὖρος (''ôuros''), "guardiano"<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3Dou%29%3Dros2 οὖρος], Henry George Liddell, Robert Scott, ''A Greek-English Lexicon'', on Perseus</ref>. È un riferimento al suo essere la stella più luminosa del [[Boötes]] (il bovaro), e vicina alle due orse ([[Ursa Major]] e [[Ursa Minor]]).
 
In [[Lingua araba|arabo]] è una delle due stelle chiamata ''al-simāk'', che significa l'"elevata", l'altra essendo Spica. Arturo è in arabo السماك الرامح ''as-simāk ar-rāmiħ'' "l'elevata del lanciere". Questo nome è stato variamente [[Traslitterazione|latinizzato]] in passato, dando vita alle varianti ormai obsolete ''Aramec'' e ''Azimech''. Il nome ''Alramih'' è usato nel ''[[Trattato sull'astrolabio]]'' di [[Geoffrey Chaucer]] del 1391. Un altro nome arabo è ''Haras al-samà'' (حارس السماء), "Guardiano dei Cieli".<ref>[http://www.jas.org.jo/arabic/alma.html Lista delle 25 stelle più luminose. La traduzione proposta è qui però, del tutto impropriamente "Guardiano del Paradiso"], Web site della Società Astronomica della Giordania.</ref><ref name=Allen>Allen Richard Hinckley Allen, ''I nomi delle stelle e i loro significati'' (1936), pp. 98-103.</ref><ref>Hans Wehr (J.M. Cowan ed.), ''A Dictionary of Modern Written Arabica'' (Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1994).</ref>
 
Nell'[[astronomia cinese]], Arturo è chiamata '''Dah Jyaoo'' (大角, Grande Corno, [[Pinyin]]: Dàjiǎo), essendo la stella più luminosa della costellazione cinese del Corno (Jyaoo Shiuh) (角宿, Pinyin: Jiǎo Xiǔ). Con le successive mutazioni storiche venne a far parte della costellazione cinese ''Kangh Shiuh'' (亢宿, Pinyin: Kàng Xiǔ).
 
L'antica [[astronomia giapponese]] ha adottato il nome cinese ''Dah Jyaoo'' (大角, ''Tai Roku''), ma attualmente è più comune il nome occidentale di Arturo (アルクトゥルス).
 
Nell'astronomia Hindu corrisponde alla tredicesima [[Nakshatra]] (suddivisione del cielo), chiamata [[Svati|Svātī]], che significa o ''il grande camminatore'', in riferimento forse alla sua lontananza dallo [[zodiaco]], o ''la perla'', ''la gemma'', ''il grano di corallo'', in riferimento probabilmente alla sua luminosità<ref name=Allen/>.
 
=== Nella cultura ===
Essendo una delle stelle più luminose del cielo notturno, Arturo ha attirato l'attenzione su di sé fin dai tempi più remoti. Questa stella è già citata dal [[poeta]] [[Grecia|greco]] [[Esiodo]]<ref name=Allen/> e per lungo tempo si è creduto che il [[libro di Giobbe]] facesse riferimento ad essa al versetto 38,32 ("Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?"), sebbene ora si creda invece che il versetto faccia riferimento alla costellazione dell'Orsa Maggiore<ref name=Allen/>. Presso i [[Grecia antica|greci]] e i [[Storia romana|romani]] si credeva che il sorgere e il tramontare di Arturo fosse associato ad eventi infausti: in questo senso ne parla l'[[astronomo]] e poeta greco [[Arato di Soli]], mentre [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] la chiama ''terribile'' e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] nelle [[Georgiche]] fa allusione ai suoi influssi negativi sull'agricoltura<ref name=Allen/>.
 
[[File:Amigoni, Jacopo (1675 - 1752), Giove e Callisto -ca. 1740-1750-.jpg|thumb|300px|right|[[Jacopo Amigoni]] (1675 - 1752), [[Zeus]], sotto le sembianze di [[Artemide]], seduce [[Callisto]] (ca. 1740-1750).]]
 
Nella [[mitologia greca]], Arturo è una stella creata da [[Zeus]] per proteggere le vicine costellazioni di [[Arcade (mitologia)|Arcade]] e [[Callisto]] (Orsa Minore e Orsa Maggiore). Callisto era la figlia di [[Licaone (Pelasgo)|Licaone]], re dell'[[Arcadia]]. Essa, ancora giovinetta, si votò alla dea [[Artemide]]: doveva rimanere vergine per servire e accompagnare la dea a caccia di animali nella foresta. Zeus tuttavia si innamorò di Callisto e la sedusse; dalla loro unione nacque Arcade. Zeus sapeva che se sua moglie [[Era (mitologia)|Era]] fosse venuta a conoscenza del tradimento si sarebbe vendicata su Callisto; quindi per proteggerla la trasformò in un'orsa (in un'altra versione del mito è Era stessa a trasformare Callisto in orsa; in un'altra ancora è Artemide, una volta scoperto che Callisto era venuta meno al suo voto). Callisto, trasformata in orsa, vagò nella foresta alla ricerca del figlio, che trovò alcuni anni dopo, quando Arcade era ormai un uomo adulto. Ella cercò di abbracciare il figlio sollevandosi sulle gambe posteriori, ma Arcade non la riconobbe e pensò che l'orsa stesse per aggredirlo. Proprio quando Arcade stava per uccidere sua madre, Zeus, commosso per ciò che stava per accadere, trasformò Callisto e Arcade in due costellazioni (Orsa Maggiore e Orsa Minore). Venuta a conoscenza dell'accaduto, Era, furiosa, chiese ad [[Oceano (mitologia)|Oceano]] di non permettere che potessero mai bagnarsi nelle sue acque. In questo modo viene spiegata la declinazione molto settentrionale delle due costellazioni che le rende circumpolari in molte regioni dell'emisfero boreale. Per proteggere le due costellazioni dalla gelosia di Era, Zeus mise Arturo a guardia di Callisto e Arcade. Da qui deriva il nome di Arturo, che significa ''guardiano dell'Orsa''.
 
I navigatori [[polinesia]]ni preistorici chiamavano Arturo ''Hōkūleʻa'', "Stella della Gioia". Nelle isole [[Hawaii]], Arturo è allo [[zenith]]; utilizzando Hōkūleʻa e altre stelle, i polinesiani partivano da [[Tahiti]] e dalle [[isole Marchesi]] con le loro [[Canoa (imbarcazione)|canoe]] a doppio scafo. Essi viaggiavano a est e a nord attraversando l'[[equatore]] e raggiungevano la latitudine in cui Arturo appariva allo zenith nel cielo notturno estivo. In tal modo stabilivano di essere arrivati alla latitudine corretta. Quindi viravano verso ovest, sfruttando gli [[Aliseo|alisei]]. Se Hōkūleʻa era mantenuta direttamente sopra loro teste, essi approdavano sulle spiagge sudorientali dell'[[Isola di Hawaii]]. Per ritornare a
Tahiti, i navigatori polinesiani usavano [[Sirio]], perché in questa isola appare allo zenith<ref>{{cita libro | cognome=Schaaf | nome=Fred | titolo=The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars | editore=John Wiley & Sons, Incorporated | città=Hoboken, New Jersey | anno=2008|pagine=128-129}}</ref>. Dal [[1976]] navigatori della [[Polynesian Voyaging Society]] ''[[Hokulea|Hōkūle‘a]]'' hanno attraversato l'[[oceano Pacifico]] parecchie volte utilizzando le antiche tecniche di navigazione di questi popoli.
 
La tribù dei [[Koori]] del sud-est dell'[[Australia]] chiamava Arturo ''Marpean-kurrk''. Quando raggiungeva il nord in primavera Arturo annunciava la comparsa delle larve di una specie di formiche di cui essi si cibavano, mentre la sua scomparsa all'inizio dell'estate determinata dalla posizione vicina al Sole annunciava la scomparsa delle larve. Arturo era anche nota come la madre di ''Djuit'' ([[Antares]]) e di un'altra stella in Boote, chiamata Weet-kurrk<ref>{{cita libro|cognome=Mudrooroo|titolo=Aboriginal mythology: an A-Z spanning the history of aboriginal mythology from the earliest legends to the present day|editore=HarperCollins|città=Londra|anno=1994|pagine=5}}</ref>.
 
[[File:Chicago world's fair, a century of progress, expo poster, 1933.jpg|left|thumb|100px|Il poster dell'esposizione di [[Chicago]] del 1933]]
 
Presso i [[nativi americani#Nativi americani nel nord America|nativi americani nel nord America]] si riteneva che l'arco formato dalle stelle del [[Grande Carro]] fosse un orso inseguito da primavera fino all'autunno da una fila di cacciatori. Tali cacciatori sono identificabili con le stelle che formano la stanga del carro e con quelle che costituiscono la parte ovest della costellazione del Boote. Esse in particolare sono: [[Erithacus rubecula|Pettirosso]] ([[Alioth]]), [[Paridae|Passero]] ([[Mizar]]), [[Perisoreus canadensis|Corvo]] ([[Alkaid]]), [[Columba livia|Piccione]] ([[Seginus]] nel Boote), [[Cyanocitta cristata|Ghiandaia]] ([[Izar]]), [[Athene noctua|Civetta]] (Arturo) e [[Civetta acadica]] ([[Mufrid]]). Sfinito dal lungo inseguimento, in autunno l'orso viene ferito dalle frecce dei cacciatori, barcolla nei pressi dell'orizzonte nord, dove il suo sangue schizza macchiando di rosso il petto di Pettirosso (Alioth) e cola imporporando la foresta (il fogliame rosso autunnale). Ma ogni anno l'orso scappa (i cacciatori identificati con le stelle del Boote tramontano), va in letargo, le sue ferite si rimarginano durante l'inverno e si risveglia di nuovo in primavera per essere nuovamente inseguito<ref>{{cita libro | cognome=Schaaf | nome=Fred | titolo=The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars | editore=John Wiley & Sons, Incorporated | città=Hoboken, New Jersey | anno=2008|pagine=128}}</ref>.
 
La luce di Arturo fu utilizzata nella primavera [[1933]] per aprire la "Century of Progress Exposition", un'[[esposizione universale]] tenuta a [[Chicago]] per celebrare il centenario della città. La luce della stella fu concentrata da un telescopio su una [[Fotocellula|cella fotoelettrica]], la cui corrente elettrica servì per attivare un interruttore che accese i riflettori della esposizione. Fu scelta Arturo perché un'importante esposizione precedente si era tenuta a Chicago nel [[1893]], 40 anni prima, e gli astronomi nel 1933 ritenevano che la luce impiegasse 40 anni per giungere da Arturo fino a noi (in realtà oggi sappiamo che Arturo si trova più vicino a noi, a poco meno di 37 anni luce)<ref>{{cita libro | cognome=Schaaf | nome=Fred | titolo=The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars | editore=John Wiley & Sons, Incorporated | città=Hoboken, New Jersey | anno=2008|pagine=129}}</ref>.
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Testi generici ===
* {{en}} {{cita libro | autore= E. O. Kendall | anno=1845 | titolo=Uranography: Or, A Description of the Heavens; Designed for Academics and Schools; Accompanied by an Atlas of the Heavens | editore=Oxford University Press | città=Philadelphia }}
* {{en}} {{cita libro | nome = John | cognome = Gribbin| coautori=Mary Gribbin | anno=2001 | titolo=Stardust: Supernovae and Life—The Cosmic Connection | editore=[[Università di Yale|Yale University]] Press | id=ISBN 0-300-09097-8}}
* {{cita libro | cognome= AA.VV | titolo= L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia| editore= De Agostini| città= Novara | anno= 2002}}
* {{cita libro | cognome= Gribbin| nome= J. | titolo= Enciclopedia di astronomia e cosmologia| editore= Garzanti| città= Milano | anno= 2005| id= ISBN 88-11-50517-8}}
* {{cita libro | cognome= Owen| nome= W. | coautori= et al| titolo= Atlante illustrato dell'Universo| editore= Il Viaggiatore| città= Milano | anno= 2006| id= ISBN 88-365-3679-4}}
* {{cita libro | cognome= Lindstrom| nome= J. | titolo= Stelle, galassie e misteri cosmici| editore= Editoriale Scienza| città= Trieste | anno= 2006 | id= ISBN 88-7307-326-3}}
 
=== Sulle stelle ===
* {{en}} {{cita libro| autore= Martin Schwarzschild | titolo= Structure and Evolution of the Stars | editore= Princeton University Press | anno=1958 | id=ISBN 0-691-08044-5}}
* {{en}} {{Cita libro|titolo=The Friendly Stars: How to Locate and Identify Them| autore= Martha Evans Martin; Donald Howard Menzel| editore=Courier Dover Publications| città= Dover| anno= 1964 |pagine= pagine 147|id= ISBN 0-486-21099-5|cid=Friendly}}
* {{cita libro | autore= R. J. Tayler | anno=1994 | titolo=The Stars: Their Structure and Evolution | editore=Cambridge University Press | pagine=16 | id=ISBN 0-521-45885-4 }}
* {{en}} {{Cita libro|titolo=Observing Variable Stars| autore= David H. Levy; Janet A. Mattei| editore=Cambridge University Press| città= Cambridge| anno= 1998| ed= 2|pagine= pagine 198|id= ISBN 0-521-62755-9|cid=Observing}}
* {{en}} {{cita libro | nome = Cliff | cognome = Pickover| anno =2001 |titolo=The Stars of Heaven | città= Oxford| editore=Oxford University Press | id=ISBN 0-19-514874-6}}
* {{cita libro | cognome= De Blasi| nome= A. | titolo= Le stelle: nascita, evoluzione e morte| editore= CLUEB| città= Bologna| anno= 2002| id= ISBN 88-491-1832-5}}
* {{cita libro | cognome= Abbondi| nome= C. | titolo= Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle| editore= Sandit| città= | anno= 2007| id= ISBN 88-89150-32-7}}
* {{en}} {{Cita libro|titolo=The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars| autore= Fred Schaaf| editore=John Wiley & Sons, Incorporated| città= | anno= 2008| ed= |pagine= pagine 288|id= ISBN 978-0-471-70410-2|cid=Bright}}
 
=== Carte celesti ===
* {{cita libro | cognome= Tirion, Rappaport, Lovi | titolo=Uranometria 2000.0 - Volume II: The Southern Hemisphere to +6°| editore=Willmann-Bell, inc.| città=Richmond, Virginia, USA | anno=1987 | id= ISBN 0-943396-15-8}}
* {{cita libro | cognome= Tirion, Sinnott| titolo=Sky Atlas 2000.0 | ed=2 | editore= Cambridge University Press | città= Cambridge, USA| anno= 1998| id= ISBN 0-933346-90-5}}
* {{cita libro | cognome= Tirion| titolo=The Cambridge Star Atlas 2000.0 | ed=3 | editore= Cambridge University Press | città= Cambridge, USA| anno= 2001| id= ISBN 0-521-80084-6}}
 
==Voci correlate==
=== Voci generiche ===
* [[Stella]]
* [[Stella gigante]]
* [[Gigante rossa]]
 
=== Posizione ===
* [[Boote]]
* [[Bolla Locale]]
* [[Braccio di Orione]]
* [[Via Lattea]]
* [[Gruppo Locale]]
* [[Superammasso Locale]]
 
=== ListeCollegamenti esterni ===
* {{Collegamenti esterni}}
* [[Lista delle stelle più brillanti del cielo]]
* [[Lista delle stelle luminose più vicine]]
* [[Lista di stelle]]
 
{{Sviluppo umano}}
== Altri progetti ==
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