Manfredi di Sicilia e Suehiro Maruo: differenze tra le pagine

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{{Monarca
| nome = Manfredi di Sicilia
| immagine = Manfred bible1.jpg
| legenda =
| stemma = Arms of Swabia-Sicily.svg
| titolo = [[Re di Sicilia]]
| regno = [[1258]] – [[1266]] (Reggente dal [[1250]])
| incoronazione = 10 agosto [[1258]]
| predecessore = [[Corradino di Svevia]]
| successore = [[Carlo I d'Angiò]]
| nome completo =
| altrititoli = [[Principe di Taranto]]
| data di nascita = [[1232]]
| luogo di nascita = [[Venosa]]
| data di morte = 26 febbraio [[1266]]
| luogo di morte = [[Benevento]]
| casa reale = [[Hohenstaufen]]
| padre = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
| madre = [[Bianca Lancia]]
| consorte = [[Beatrice di Savoia (1223-1259)|Beatrice di Savoia]], [[Elena Ducas]]
| figli = [[Costanza di Hohenstaufen|Costanza]], [[Beatrice di Sicilia|Beatrice]], [[Federico di Sicilia|Federico]], [[Enrico di Sicilia|Enrico]], [[Enzo di Sicilia|Enzo (o Azzolino)]], [[Flordelis di Sicilia|Flordelis]].
| firma =
|}}
{{Hohenstaufen (Sicilia)}}
{{Bio
|Nome = Manfredi diSuehiro
|Cognome = HohenstaufenMaruo
|PreData= {{Nihongo2|丸尾 末広|Maruo Suehiro}}
|PostCognomeVirgola = o '''Manfredi di Svevia''' o '''Manfredi di Sicilia'''
|ForzaOrdinamento = Manfredi di Sicilia
|Sesso = M
|LuogoNascita = VenosaNagasaki
|GiornoMeseNascita = 28 gennaio
|AnnoNascita = 12321956
|LuogoMorte = Benevento
|GiornoMeseMorte = 26 febbraio
|AnnoMorte = 1266
|Attività = fumettista
|Attività2 = illustratore
|Nazionalità =
|Attività3 = pittore
|Categorie = no
|Nazionalità = giapponese
|FineIncipit = è stato l'ultimo sovrano svevo del [[regno di Sicilia]]. Figlio illegittimo dell'imperatore [[Federico II di Svevia]] e di [[Bianca Lancia]], fu reggente per il nipote [[Corradino di Svevia|Corradino]] dal [[1254]], poi [[re di Sicilia]] dal [[1258]]. Morì durante la [[Battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]], sconfitto dalle truppe di [[Carlo I d'Angiò]].
Il re è legato indissolubilmente alla città pugliese di [[Manfredonia]], da lui fondata il giorno di [[San Giorgio]] nel [[1256]] e alla quale conferì il proprio nome in segno di prestigio e potenza
}}
 
== Biografia ==
Dopo aver lasciato il liceo nel marzo [[1972]], si trasferisce a [[Tokyo]] e inizia a lavorare in una legatoria nel distretto di [[Itabashi]]. A 17 anni propone la bozza del suo primo [[manga]] al settimanale [[Weekly Shōnen Jump]], ma il suo stile viene giudicato inadatto per una rivista per ragazzi; si allontana dall'ambiente dei fumetti fino al novembre [[1980]], quando esordisce ufficialmente in una rivista porno con ''Ribon no Kishi'', all'età di 24 anni. A partire da questo momento può inseguire la sua visione senza restrizioni e censure. Due anni più tardi, viene pubblicata la prima antologia di Maruo, {{Nihongo|Barairo Kaibutsu|薔薇色ノ怪物}}.
[[File:Villani1.jpg|thumb|upright=1.5|Manfredi soffoca il padre, secondo una leggenda riportata dal Villani; [[miniatura]] della ''[[Nova Cronica]]'' di [[Giovanni Villani]]]]
Manfredi nacque e visse la sua fanciullezza a [[Venosa]]<ref>Mario Bernabò Silorata, ''Federico II di Svevia: saggezza di un imperatore'' Convivio, 1993, p. 17</ref>. Era figlio naturale di [[Federico II di Svevia]] e di [[Bianca Lancia|Bianca dei conti Lancia e Signori di Longi]] dei Duchi di [[Baviera]],<ref>la maternità di Bianca appare non unanimemente accettata; Federico potrebbe aver concepito Manfredi con un'altra donna, e poi aver legittimato l'erede sposando la Lancia - probabilmente nel 1248- ''in articulo mortis'', anche se la Curia non riconobbe mai questa legittimazione</ref> sposata dall'imperatore solo poco prima della sua morte e, quindi, pienamente legittimato, malgrado la Curia romana disconoscesse quel vincolo matrimoniale, mossa com'era dal suo profondo odio per la casa di Hohenstaufen.<br />
Studiò a [[Parigi]] e a [[Bologna]]; dal padre apprese l'amore per la poesia e per la scienza, amore che mantenne da re. Si narra che l'imperatore avesse avuto una particolare predilezione fra tutti i suoi figli verso Manfredi ed [[Enzo di Sardegna|Enzo]], entrambi nati da relazioni extra-coniugali.
 
Maruo è anche pittore, illustratore, disegna artwork di cd, locandine, e copertine per settimanali e romanzi. Alcuni dei suoi personaggi sono stati commercializzati sotto forma di figurine. Dalla sua opera Shōjo Tsubaki (''L'incredibile show dei mostri di Mr. Arashi'') è stato tratto un anime (''[[Midori]]'') di [[Hiroshi Harada]] con la colonna sonora di [[J.A. Seazer]]. In [[Europa]] è stato commercializzato con il nome di Midori, protagonista, prodotto come DVD in [[Francia]] dalla Cinemalta. Rifacendosi al genere ''[[Ero guro|ero-guro]]'' sviluppa tematiche [[Orrore (genere)|horror]] e [[Feticismo (sessualità)|feticiste]].<ref>{{cita web|url=http://www.publishersweekly.com/article/CA6685667.html?nid=2789&source=title&rid=2046318797|titolo=Last Gasp Finds Beauty in ''The Strange Tale of Panorama Island''|data=24 agosto 2009|}}</ref>
Alla fine del [[1248]] o all'inizio del [[1249]]<ref name="DBI">Walter Koller, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL68/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Bio_volume_68_-_rtf_spezzettati_026786.xml {{Maiuscoletto|MANFREDI, re di Sicilia}}], ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Vol. LXVIII, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref>, la data è incerta, sposò [[Beatrice di Savoia (1223-1259)|Beatrice di Savoia]], figlia del conte [[Amedeo IV di Savoia]] e di Margherita di Borgogna.
 
=== LaOpere reggenzapubblicate in SiciliaGiappone ===
* 薔薇色ノ怪物 (Barairo no Kaibutsu)
[[File:Manfred of Sicily.jpg|miniatura|left|Sigillo di Manfredi]]
** 1982, 25 luglio - Seirindo
Federico II morì il 13 dicembre [[1250]] e lasciò a Manfredi il [[Principato di Taranto]] con altri feudi minori; gli affidò inoltre la [[Luogotenenza del regno|luogotenenza]] in [[Italia]], in particolare quella del [[regno di Sicilia]], finché non fosse giunto l'erede legittimo, il fratellastro di Manfredi, [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]], che in quel momento era impegnato in [[Germania]]. Manfredi privilegiò come dimore la [[Capitanata]] e la [[Basilicata]]. Il giovane sovrano si trovò in una situazione assai difficile per le molte ribellioni scoppiate nel Regno e fomentate da [[papa Innocenzo IV]], il quale secondo gli accordi di [[Concordato di Melfi|Melfi]] del 1059, era alto sovrano del Regno di Sicilia quindi sotto il vassallaggio dalla Santa Sede. Manfredi agì con energia per ristabilire il dominio svevo e riuscì a ricondurre all'obbedienza varie città ribelli, ma non [[Napoli]]; in questa impresa fu aiutato dallo zio, [[Galvano Lancia]]. Tentò anche di giungere a un accordo con Innocenzo IV, ma non arrivò a nulla (si pensa che volesse farsi investire del Regno dal papa).
** 1992 - Seirindo ISBN 4-7926-0105-3
** 2000, 25 febbraio - Seirindo ISBN 4-7926-0310-2 (nuova edizione)
* 夢のQ-SAKU (Yume no Q-SAKU)
** 1982, 25 dicembre - Seirindo ISBN 4-7926-0110-X
** 2000, 14 aprile - Seirindo ISBN 4-7926-0311-0 (nuova edizione)
* [[DDT]]
** 1983, 25 novembre - Seirindo ISBN 4-7926-0122-3
** 1999, 25 gennaio - 青林工藝舎 ISBN 4-88379-020-7 (nuova edizione)
* 少女椿 (Shōjo Tsubaki)
** 1984, 25 settembre - Seirindo ISBN 4-7926-0129-0
** 1999, 25 agosto - Seirindo ISBN 4-7926-0306-4 (edizione rivista)
** 2003, 24 ottobre - 青林工藝舎 ISBN 4-88379-141-6 (edizione rivista)
* キンランドンス (Kinrandonsu)
** 1985, 1º settembre- Seirindo ISBN 4-7926-0143-6
** 2000, 20 giugno - Seirindo ISBN 4-7926-0319-6 (nuova edizione)
* 丸尾末広ONLY YOU (maruo suehiro ONLY YOU)
** 1985, 25 dicembre
* パラノイア・スター (Paranoia Star)
** 1986, 31 gennaio
** 1994, 25 settembre - 秋田書店 ISBN 4-253-10379-0
* 江戸昭和競作無惨絵英名二十八衆句 (Edo Shōwa Kyōsaku Muzan-e Eimei Nijūhasshūku (Bloody Ukiyo-e nel 1866 & 1988))
** 1988, 20 gennaio 1988
* 丸尾地獄 (Maruo Jigoku)
** 1983, 25 novembre
** 2001, 2 ottobre
* 国立少年 (ナショナルキッド) (Kokuritsu Shōnen (National Kid))
** 1989, 1º agosto - Seirindo ISBN 4-7926-0191-6
* 犬神博士 (Inugami Hakase)
** 1994, 25 settembre
* 風の魔転郎 (Kaze no Matenrō)
** 1995, 25 aprile - 徳間書店 ISBN 4-19-950011-1
* 丸尾地獄2 (Maruo Jigoku 2)
** 1995 - Seirindo
** 2001 12 dicembre - Seirindo
* 丸尾画報1 (MARUOGRAPH1) (Maruo Gahō 1)
** 1996, 1º settembre - トレヴィル
* 丸尾画報2 (MARUOGRAPH2) (Maruo Gahō 2)
** 1996, 1º novembre - トレヴィル
* ギチギチくん (Gichigichi-kun)
** 1996, 1º dicembre - 秋田書店 ISBN 4-253-10318-9
* 月的愛人LUNATIC LOVER'S
** 1997, 25 febbraio - Seirindo
** 1999, 20 dicembre - Seirindo
* マルヲグラフ (Maruograph)
** 1999, 1º marzo - パロマ舎
* 新ナショナルキッド (NEW NATIONAL KID) (Shin National Kid)
** 1999, 25 novembre - 青林工藝舎 ISBN 4-88379-044-4
* 笑う吸血鬼 (Warau Kyūketsuki (Il Vampiro che ride))
** 2000, 15 marzo - 秋田書店 ISBN 4-253-10310-3
* マルヲボックス 特装版 (Maruo Box)
** 2000, 1º agosto - パロマ舎 (edizione limitata 50 esemplari)
* マルヲボックス 普及版 (Maruo Box)
** 2000, 1º agosto - パロマ舎 (edizione limitata 100 esemplari)
* 新世紀SM画報 (Shinseiki SM Gahō)
** 2000, 20 agosto - 朝日ソノラマ
* ハライソ 笑う吸血鬼2 (Paraiso: Warau Kyūketsuki 2)
** 2004 - 秋田書店 ISBN 4-253-10311-1
* 丸尾画報EX1 (MARUOGRAPH EX 1) (Maruo Gahō EX 1)
** 2005, 11 giugno - Editions Treville Pan-Exotica ISBN 4-309-90640-0 (nuova edizione aggiornata di 丸尾画報1)
* 丸尾画報EX2 (MARUOGRAPH EX 2) (Maruo Gahō EX 2)
** 2005, 11 agosto - Editions Treville Pan-Exotica ISBN 4-309-90641-9 (nuova edizione aggiornata 丸尾画報2)
* パノラマ島綺譚 (Panorama-tō Kidan)
** 2008, 25 febbraio - Enterbrain ISBN 4-7577-3969-9 (adattamento di [[Edogawa Rampo]])
 
== Opere pubblicate fuori da Giappone ==
[[File:Krönung Manfreds.jpg|upright=1.5|thumb|Manfredi incoronato, miniatura della ''[[Nova Cronica]]'']]
Nell'ottobre [[1251]] Corrado scese in Italia e nel gennaio [[1252]] sbarcò a [[Manfredonia|Siponto]], proseguendo insieme al fratello nella pacificazione del regno. Nell'ottobre [[1253]] Napoli, infine, cadde nelle mani di Corrado. Questi ben presto era divenuto sospettoso e ostile verso Manfredi, il quale dovette rinunciare a tutti i feudi minori e accettare anche la diminuzione della sua autorità nel principato di Taranto. Il 21 maggio 1254 Corrado morì di malaria<ref>Corse voce che Manfredi avesse fatto avvelenare il fratello, ma al riguardo non si hanno prove.</ref>, lasciando il figlio [[Corradino di Svevia|Corradino]] (ancora bambino e rimasto in [[Germania]]) sotto la tutela del papa e nominando governatore del regno il marchese [[Bertoldo di Hohenburg]]. Il reggente inviò un'ambasciata di cui faceva parte anche Manfredi a trattare con il pontefice ad [[Anagni]]. Il tentativo di abboccamento fallì e Bertoldo rinunciò alla carica lasciando campo libero a Manfredi, che riprese il controllo del Regno di Sicilia.
Dichiarato dal Papa ''l'usurpatore di Napoli'', Manfredi fu [[scomunica]]to nel luglio del [[1254]].
 
'''Italia'''
=== Lo scontro con il papato ===
*{{Cita libro|titolo=Midori. La ragazza delle camelie|collana=Manga fantastico|data=4 aprile 2003|editore=Coconino Press|ISBN=978-8888063171}}
Il Papato, che continuava a non vedere di buon occhio l'insediamento della casa imperiale di Svevia nel [[regno di Sicilia]], si accinse a occupare il regno con un esercito, essendo quel territorio proprio vassallo in quanto la casa di Svevia era erede degli [[Altavilla]] primi beneficiari della concessione del Regno. In questo contesto Manfredi si trovò subito in chiaro dissidio con il Pontefice; grazie però alla fine abilità diplomatica ereditata dal padre, concluse con il pontefice un accordo accettando l'occupazione pontificia con una semplice riserva dei diritti di [[Corradino di Svevia|Corradino]] e propri: fu assolto dalla scomunica, investito dal pontefice del principato di Taranto (27 settembre [[1254]]) e degli altri suoi feudi e nominato vicario della Chiesa nella maggior parte del Regno. La [[Campania]] venne però occupata dalle truppe pontificie.
*{{Cita libro|titolo=Il Vampiro che ride|collana=Manga fantastico|data=30 ottobre 2014|editore=Coconino Press|volume=1|ISBN=978-8876182556}}
*{{Cita libro|titolo=Il vampiro che ride|collana=Manga fantastico|anno=30 ottobre 2014|editore=Coconino Pres|volume=2|ISBN=978-8876182709}}
*{{Cita libro|titolo=Notte putrescente|collana=Manga fantastico|data=4 aprile 2003|editore=Coconino Press|ISBN=978-8888063416}}
*{{Cita libro|titolo=[[La strana storia dell'isola Panorama]]|collana=Manga fantastico|data=7 dicembre 2011|editore=Coconino Press|ISBN=978-8876180651}}
*{{Cita libro|titolo=[[Il bruco]]|collana=Manga fantastico|anno=26 luglio 2012|editore=Coconino Press|ISBN=978-8876182242}}
*{{Cita libro|titolo=Tomino la dannata|collana=Coconino cult|data=12 ottobre 2017|editore=Coconino Press|volume=1|ISBN=978-8876183300}}
*{{Cita libro|titolo=Tomino la dannata|collana=Gekiga|data=1 febbraio 2018|editore=Coconino Press|volume=2|ISBN=978-8876183614}}
*{{Cita libro|titolo=Tomino la dannata|collana=Coconino cult|data=18 luglio 2019|editore=Coconino Press|volume=3|ISBN=978-8876184499}}
 
'''Stati Uniti'''
L'11 ottobre 1254, presso il ponte del [[Liri|fiume Verde]] (l'attuale [[Liri]]), a [[Ceprano]], Manfredi prestò il servizio di stratore e il giuramento di fedeltà a Innocenzo IV.
* ''Mr. Arashi's Amazing Freak Show'' (少女椿) pubblicato da Blast Books. ISBN 0-922233-06-3
* ''Ultra-Gash Inferno'' pubblicato da Creation Books. ISBN 1-84068-039-3
* ''Comics Underground Japan'' (antologia che include la storia "Planet of the Jap") pubblicato da Blast Books. ISBN 0-922233-16-0
* ''How to Rake Leaves'' pubblicato da Stone Bridge Press. ISBN 1-880656-07-8
* ''How to Take a Japanese Bath'' pubblicato da Stone Bridge Press. ISBN 0-9628137-9-6
 
'''Brasile'''
La posizione di Manfredi divenne ancor più difficile in seguito all'uccisione, da parte dei suoi uomini, di un barone protetto dalla Curia pontificia. Manfredi, non ritenendosi sicuro di fronte al papa, si recò in Puglia, a [[Lucera]], ove si trovava la truppa della [[Insediamento musulmano di Lucera|colonia saracena]] ivi stanziata da [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Una volta assicuratasi la loro fedeltà (Manfredi fu anche chiamato ''Sultano di Lucera'' (1258-1266)<ref>Raffaele Licinio, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000348.xml {{Maiuscoletto|Lucera}}]», ''[[Enciclopedia Federiciana]]'' </ref>, poté arruolare un ingente esercito e muovere guerra all'esercito pontificio, che sconfisse presso [[Foggia]].
* ''O Vampiro que Ri'' (笑う吸血鬼) pubblicato da Conrad Editora. ISBN 85-7616-045-5
* ''Paraíso: O Sorriso do Vampiro'' (ハライソ 笑う吸血鬼2) pubblicato da Conrad Editora. ISBN 85-7616-196-6
* ''Ero-Guro, o erótico grotesco de Suehiro Maruo'' pubblicato da Conrad Editora. ISBN 85-7616-135-4
 
'''Francia'''
Nel dicembre [[1254]] morì [[papa Innocenzo IV]] e il conflitto proseguì sotto il comando del suo successore [[papa Alessandro IV|Alessandro IV]], papa assai meno energico del suo predecessore, che pronunciò una nuova scomunica nei confronti dello svevo. Al papa non riuscì l'intento di arruolare i [[re d'Inghilterra]] e di [[Norvegia]] in una [[Crociata]] contro gli Hohenstaufen, anzi la guerra procedette vantaggiosamente per Manfredi, che nel corso del [[1257]] sbaragliò l'esercito pontificio e domò le ribellioni interne, rimanendo in saldo possesso del regno, mentre dalla Germania il giovanissimo nipote Corradino gli conferiva ripetutamente i poteri vicariali. [[Roma]] stessa divenne [[Ghibellini|ghibellina]] sotto il controllo del ''senatore'' bolognese [[Brancaleone degli Andalò]] e il Papa fu costretto ([[1257]]) a trasferire la sede pontificia a [[Viterbo]], dove morì quattro anni dopo.
* ''La Jeune Fille aux Camelias'' (少女椿) ISBN 2-915517-03-7
* ''Yume no Q-Saku'' pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-3-6
* ''Lunatic Lover's'' pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-4-4
* ''Vampyre 1'' (笑う吸血鬼) pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-8-7
* ''Vampyre 2'' (ハライソ 笑う吸血鬼2) pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-9-5
* ''Exercices d'Automne: Ou l'Art de Ramasser les Feuilles Mortes'' pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-1-X
* ''L'art du Bain Japonais'' pubblicato da Le Lézard Noir. ISBN 2-9522062-0-1
 
'''Germania'''
Nel [[1256]] Manfredi fondò [[Manfredonia]], nei pressi dell'antica [[Siponto]]: nei progetti del regnante, Manfredonia era stata designata a fungere da capitale di [[Puglia]] (''"Apuliae Caput"'', dove per Apuliae si intendeva in quel tempo tutto il meridione continentale) e importante centro per i traffici commerciali del Mediterraneo.
* ''Midori, Das Kamelienmädchen'' (少女椿) ISBN 3-931377-30-X
* ''Der Lachende Vampir'' (笑う吸血鬼) ISBN 3-931377-87-3
 
'''Spagna'''
Diffusasi nel [[1258]], probabilmente per opera stessa di Manfredi<ref>[[Hubert Houben]], ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', 2009 p. 78.</ref>, la voce della morte di Corradino, i prelati e i baroni del regno invitarono Manfredi a salire sul trono ed egli fu incoronato il 10 agosto nella [[cattedrale di Palermo]] da [[Rinaldo Acquaviva]], vescovo di [[Arcidiocesi di Agrigento|Agrigento]]. Tale elezione non venne riconosciuta dal [[papa Alessandro IV]] che ritenne pertanto Manfredi un ''usurpatore''.
* ''El Monstruo de Color de Rosa'' (薔薇色ノ怪物) pubblicato da Glénat.
* ''Midori: La Niña de las Camelias'' (少女椿) pubblicato da Glénat.
* ''Dr. Inugami'' (犬神博士) pubblicato da Glénat.
* ''Gichi Gichi Kid'' (ギチギチくん) pubblicato da Glénat.
* ''Lunatic Lover's'' pubblicato da Glénat.
* ''La Sonrisa del Vampiro'' (笑う吸血鬼) pubblicato da Glénat.
* ''La Sonrisa del Vampiro 2: Paraíso'' (ハライソ 笑う吸血鬼2) pubblicato da Glénat.
* ''DDT'' pubblicato da Ediciones Otaku Manga. ISBN 84-96172-68-6. Settembre 2004.
* ''New National Kid'' pubblicato da Ediciones Otaku Manga. Giugno 2004.
* ''La Extraña Historia de la Isla Panorama'' (パノラマ島綺譚) pubblicato da Glénat
 
'''Russia'''
Il 2 giugno [[1259]] Manfredi, da poco vedovo di Beatrice di Savoia, sposò nel castello di [[Trani]], in virtù di una serie di accordi diplomatici, [[Elena Ducas]], figlia del [[Despotato d'Epiro|despota d'Epiro]] [[Michele II Ducas|Michele II]]<ref>Attualmente, ogni anno, nella città di Trani, a cui il re era molto legato, viene rievocato il matrimonio avvenuto nel 1259.</ref>.
* ''Шоу уродов господина Араси'' (少女椿) pubblicato da Comix Factory. ISBN 978-5-7525-1805-8
 
* ''Приют влюбленного психопата'' (月的愛人) pubblicato da Comix Factory. ISBN 978-5-7525-1806-5
Fra il [[1258]] e il [[1260]] la potenza di Manfredi, diventato ovunque capo della fazione ghibellina, si estese in tutta Italia. Il comune romano strinse un'alleanza con lui. In Toscana il partito ghibellino, capitanato dalla città di Siena, guidata da [[Farinata degli Uberti]], ottenne una netta vittoria nella [[battaglia di Montaperti]] (4 settembre [[1260]]) e divenne così, con l'ausilio delle sue truppe, padrone assoluto di Firenze. Anche in Italia settentrionale, dopo la catastrofe di [[Ezzelino III da Romano]] (1259), i ghibellini, rimasti assai forti, fecero capo a lui. Poté nominare vicari imperiali in Toscana, nel [[ducato di Spoleto]], nella [[Marca anconitana]], in [[Romagna]] e in [[Lombardia]]. Il suo dominio si estese anche in Epiro (Grecia), sulle terre portategli in dote dalla seconda moglie Elena Ducas; la sua potenza fu aumentata anche dal matrimonio della figlia Costanza con [[Pietro III d'Aragona]] ([[1262]]).
 
=== L'avvento degli angioini e la fine ===
[[File:Bitva Benevento.jpg|thumb|upright=1.4|La battaglia di Benevento, miniatura da ''Grandes Chroniques de France'' (BNF, FR 2813)]]
Eletto al soglio pontificio nella sede di [[Viterbo]] [[papa Urbano IV]] nel [[1261]], questi scomunicò nuovamente Manfredi e cercò di assegnare il Regno di Sicilia a un sovrano più influenzabile dal papato. Quindi, in un primo tempo, Urbano IV tentò di vendere il regno a [[Riccardo di Cornovaglia]], che vantava anche una discendenza normanna, e poi a suo nipote [[Edmondo il Gobbo|Edmondo di Lancaster]], ma senza successo. Nel [[1263]] riuscì, invece, a convincere [[Carlo I d'Angiò]], fratello del re [[Luigi IX di Francia]] e "senza terra" a prendere Sicilia e Piemonte. Lo stesso Papa avrebbe incoronato Carlo come Re di Sicilia l'anno successivo: i Francesi d'Angiò venivano ufficialmente chiamati in Italia per una sorta di Crociata nei confronti degli Svevi. Nello stesso anno [[1264]] moriva Urbano IV e a questi succedeva [[papa Clemente IV]] che proseguì la politica anti-sveva e favorì ulteriormente lo scontro per mezzo degli [[Angioini]].
 
Carlo giunse a Roma per mare, nel giugno [[1265]], sfuggendo alla flotta siciliana. Vano riuscì l'appello rivolto da Manfredi ai Romani con un manifesto (24 maggio) in cui chiedeva di essere nominato Imperatore da loro, quali detentori dell'autorità imperiale. L'esercito di Carlo nel dicembre [[1265]] penetrò per la [[Savoia (regione storica)|Savoia]] e il Piemonte in Lombardia, ove la parte ghibellina non riuscì ad opporre sufficiente resistenza, e di là per la Romagna giunse nell'Italia centrale e a Roma, ove Carlo fu incoronato re di Sicilia il 6 gennaio [[1266]]. Mosse, quindi, verso il Mezzogiorno e poté entrare nel regno con poca difficoltà dopo che le truppe di Manfredi cedettero sul ponte sul [[Garigliano]] nei pressi di [[Ceprano]].
 
La decisiva [[battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]], avvenne il 26 febbraio [[1266]]; le milizie siciliane e saracene insieme alle tedesche difesero strenuamente il loro re, mentre quelle italiane abbandonarono Manfredi, che morì combattendo con disperato valore. Riconosciutone il corpo, fu seppellito sul campo di battaglia sotto un mucchio di pietre da parte degli stessi cavalieri francesi, che ne vollero così onorare il valore.
 
Successivamente, i popoli oppressi dal dominio angioino, scrive [[Saba Malaspina]], con le lacrime agli occhi lo ricordavano così:
 
{{Citazione| O re Manfredi, non ti abbiamo conosciuto vivo; ora ti piangiamo estinto. Tu ci sembravi un lupo rapace fra le pecorelle di questo regno; ma da che per la nostra volubilità ed incostanza siamo caduti sotto il presente dominio, tanto da noi desiderato, ci accorgiamo infine, che tu eri un agnello mansueto. Ora sì che conosciamo quanto fosse dolce il governo tuo, posto in confronto dell'amarezza presente. Riusciva a noi grave in addietro che una parte delle nostre sostanze pervenisse alle tue mani, troviamo adesso che tutti i nostri beni, e quel che è peggio, anche le persone vanno in preda a gente straniera!| <ref>E. Merra, ''Castel del Monte presso Andria'', Molfetta, 1964, Scuola Tipografica Istituto Apicella per Sordomuti, pp 84, 85</ref>}}
=== La vicenda delle spoglie e Dante ===
Sette mesi dopo la morte di Manfredi, la tomba fu violata da [[Bartolomeo Pignatelli]], vescovo di [[Cosenza]], con il consenso di [[papa Clemente IV]]. Gli storici sono concordi nel ritenere il fatto derivante da un'iniziativa autonoma dell'arcivescovo che nutriva per Manfredi un profondo odio personale; Clemente IV diede in realtà ''soltanto'' il proprio consenso, da Viterbo, a questa iniziativa<ref>[[Ferdinand Gregorovius]], ''Storia della Città di Roma nel Medioevo'', Torino 1973, pag. 1333; Cesare Pinzi,''Storia della Città di Viterbo'', Roma, 1667-89, VI, pag.178).</ref> e il corpo riesumato fu deposto o disperso, quale scomunicato, fuori dai confini del regno angioino, nei pressi del fiume [[Garigliano]], in un luogo tuttora sconosciuto.
 
[[Dante Alighieri]], nel ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'' ([[Purgatorio - Canto terzo|canto III]], vv. 103-145), lo pone tra coloro che si sono pentiti solo in fin di vita e sono stati accolti dalla "bontà infinita", ed è ricordato particolarmente per il verso 130: ''[[Or le bagna la pioggia e move il vento]]''.
 
{{Citazione|[...] Io mi volsi ver lui e guardail fiso:<br />biondo era e bello e di gentile aspetto,<br />ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.<br />
...<br />Poi sorridendo disse: Io son Manfredi,<br />nepote di Costanza imperadrice<br />[...]<br />Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia<br />di me fu messo per Clemente allora,<br />avesse in Dio ben letta questa faccia,<br />l'ossa del corpo mio sarieno ancora<br />in co del ponte presso a Benevento,<br />sotto la guardia de la grave mora.<br />Or le bagna la pioggia e move il vento<br />di fuor dal regno, quasi lungo 'l [[Liri|Verde]],<br />dov'e' le trasmutò a lume spento.<br />|Dante Alighieri, Divina Commedia, Purg. c. III, v. 106-132}}
 
== Matrimoni e figli ==
Manfredi ebbe due mogli.
 
Alla fine del [[1248]] sposò [[Beatrice di Savoia (1223-1259)|Beatrice di Savoia]], figlia del conte [[Amedeo IV di Savoia]] e di Margherita di Borgogna, da cui ebbe una figlia:
* [[Costanza di Hohenstaufen|Costanza]] ([[1249]]-[[1302]]), che fu poi regina d'Aragona (1262-1285), in quanto sposa di [[Pietro III d'Aragona]], e regina di Sicilia (1282-85), ultima della dinastia.
 
Il 2 giugno [[1259]] Manfredi, da poco vedovo di Beatrice di Savoia, sposò nel castello di [[Trani]], [[Elena Ducas]], figlia del [[Despotato d'Epiro|despota d'Epiro]] [[Michele II Ducas|Michele II]]. Dall'unione nacquero cinque figli:
* [[Beatrice di Sicilia|Beatrice]] ([[1260]] - [[1307]]);
* [[Federico di Sicilia|Federico]] ([[1261]] - [[1312]]);
* [[Enrico di Sicilia|Enrico]] ([[1262]] - 31 ottobre [[1318]]);
* [[Enzo di Sicilia|Enzo (o Azzolino)]] ([[1265]] - [[1301]]);
* [[Flordelis di Sicilia|Flordelis]] ([[1266]] - [[1297]]).
 
== L'eredità culturale ==
[[File:Manfredbibel.jpg|thumb|upright=1.1|Lo scrittore ''Johensis'' consegna a re Manfredi la ''Bibbia'']]
Alla corte di Federico, ebbe probabilmente occasione di frequentare i cantori della [[scuola poetica siciliana]] e di scrivere composizioni.
 
Pur non potendosi paragonare al padre nel mecenatismo delle arti, Manfredi ha lasciato segni e documenti della sua liberale predisposizione nei confronti delle arti e della cultura.
 
La [[Bibbia di Manfredi]] è un [[codice miniato]] duecentesco scritto dall'amanuense ''Johensis'': questa bellissima Bibbia - che presenta notevoli influssi dell'arte gotica francese e inglese - fu realizzata a Napoli per lo stesso Manfredi tra il [[1250]] e il [[1258]], come attesta la dedica al ''principe''<ref>''«Princeps Mainfride regali stirpe create / accipe quod scripsit Iohensis scriptor et ipsum / digneris solita letificare manu»''.</ref>: essa fu di prototipo per altri codici, che si pensa siano usciti da una bottega miniatoria di Napoli attiva per la corte e per l'ambiente universitario. A questa bottega si fa riferire anche il famoso esemplare del ''[[De arte venandi cum avibus]]'' della [[Biblioteca Vaticana]] che è una copia parziale ma splendidamente illustrata del famoso trattato di Federico II, certamente commissionata da Manfredi.
 
== Araldica ==
{{vedi anche|Stemma degli Hohenstaufen}}
A Manfredi, secondo una tesi consolidata, sarebbe da attribuire l'iniziativa dell'adozione, quale [[stemma del Regno di Sicilia]], della cosiddetta [[Arma (araldica)|arme]] di ''Svevia-Sicilia'', ovvero l'insegna d'[[Argento (araldica)|argento]] all'[[Aquila (araldica)|aquila]] con il volo [[abbassato]] di [[Nero (araldica)|nero]]<ref name="Scordo113">{{cita|Angelo Scordo|p. 113}}</ref>, derivata dallo [[stemma]] imperiale<ref name="Tassinari321">{{cita|Gianantonio Tassinari|p. 321}}</ref>.
{{citazione|d'argento, all'aquila col volo abbassato di nero<ref name="Scordo113"/>|Blasonatura}}
Al riguardo, lo [[Storiografia|storico]] napolitano Giovanni Antonio Summonte, nella sua monumentale opera, ''Historia della Città e Regno di Napoli'', nel descrivere l'arme adottata dal figlio dello [[stupor mundi]], specifica:
[[File:Villani Benevento.jpg|upright=1.7|thumb|left|[[Battaglia di Benevento (1266)|Battaglia di Benevento]]. Miniatura dalla ''Nova Cronica'']]
{{Citazione|L'arme, ò insegne ch'egli portò fur quelle dell'[[Sacro Romano Impero|Impero]], salvo che dove il padre portò il [[Campo (araldica)|Campo]] d'[[Oro (araldica)|oro]], e l'Aquila nera, egli portò il Campo d'argento, e l'Aquila nera [...]<ref name="Summonte195"/>.|Giovanni Antonio Summonte, ''Historia della Città e Regno di Napoli, Tomo II''}}
 
Dalle eloquenti parole del Summonte, appare chiaro, dunque, come costui attribuisca a Manfredi il mutamento di [[Smalto (araldica)|smalto]] e, dunque, l'introduzione del campo d'argento, in luogo dell'oro, ritenendo, di conseguenza, riconducibile a quest'ultimo (e non a lui precedente) il primato dell'adozione dell'arme di Svevia-Sicilia<ref name="Summonte195">{{cita|Giovanni Antonio Summonte|p. 195}}</ref>.
 
Allo stesso tempo, inoltre, il Summonte riferisce di taluni autori che, erroneamente, riportano, per il sovrano, un'insegna d'argento all'aquila di [[Rosso (araldica)|rosso]], anziché di nero:
{{Citazione|[...] dal che si rendono poco accorti alcuni c'han detto la portasse Rossa in Campo d'Argento<ref name="Summonte195"/>.|Giovanni Antonio Summonte, ''Historia della Città e Regno di Napoli, Tomo II''}}
 
L'[[Araldica|araldista]] [[Italiani|italiano]] [[Goffredo di Crollalanza]], invece, attribuisce a Manfredi un [[vessillo]] [[Azzurro (araldica)|azzurro]] all'aquila d'argento. Tale insegna, se realmente adottata, potrebbe essere spiegata supponendo che essa sia stata adoperata prima della legittimazione: per cui il figlio dello stupor mundi avrebbe scelto di portare «l'aquila Staufica, ma "[[Brisura|brisata]]" dalla sostituzione di nero e oro con gli smalti dell'arma materna [...]»<ref>{{cita|Angelo Scordo|pp. 126-127}}</ref>.
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Immagine:Arms of King Manfred of Sicily.svg|Arme di Svevia-Sicilia, introdotta o, comunque, adottata da Manfredi come [[Re di Sicilia]]
Immagine:Incorrect Coat of Arms of Manfred, King of Sicily.svg|Errata blasonatura dello stemma di Manfredi di Sicilia
Immagine:Attributed Coat of Arms of Manfred, King of Sicily (according to Goffredo di Crollalanza).svg|Stemma di Manfredi di Sicilia, secondo [[Goffredo di Crollalanza]]
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Che l'iniziativa di fissare l'argento, in sostituzione dell'oro, per il campo dello stemma siciliano sia attribuibile a Manfredi o, invece, sia a lui precedente, appare plausibile, comunque, convenire che fu certo l'utilizzo di tale smalto, per le proprie insegne, da parte del sovrano siciliano. A tal proposito, infatti, l'araldista [[Tedeschi|tedesco]] Erich Gritzner sostenne che «nel [[1261]], le [[Bandiera di guerra|bandiere di guerra]] di Manfredi erano di [[zendale]] bianco [[Carico araldico|caricato]] di un'aquila nera». Ulteriori conferme, con tutti i limiti e le cautele proprie di questo genere di riscontri a fini probatori, potrebbero arrivare, inoltre, dall'iconografia legata al sovrano siciliano e, nello specifico, dalle diverse [[Miniatura|miniature]] della ''[[Nova Cronica]]'', nelle quali l'arme associata a Manfredi è, a ogni sua occorrenza, d'argento all'aquila di nero<ref name="Tassinari321"/>.
[[File:Sokolik.jpg|thumb|upright=1.2|Miniatura raffigurante Manfredi (dal ''[[De arte venandi cum avibus]]'')]]
 
Ancora nell'''Historia della Città e Regno di Napoli'', alla base della tavola a corredo della [[biografia]] di Manfredi, è riportata un'ulteriore e particolare arme, che, nelle pagine precedenti dell'opera, è ricondotta anche a Federico II<ref>{{cita|Giovanni Antonio Summonte|p. 124}}</ref>: si tratta di uno stemma con [[aquila bicipite]], che reca, caricato in [[cuore (araldica)|cuore]], uno [[Scudetto (araldica)|scudetto]], il quale, con [[Capo (araldica)|capo]] [[troncato]] [[cuneato]] da parte a parte, è [[interzato in palo]], con, nel primo terziere, tre pini o pigne [[male ordinate]], nel secondo, tre [[Leone (araldica)|leoni]] [[Passante (araldica)|passanti]], posti l'uno sull'altro, ovvero l'arme di ''Svevia'', e, nell'ultimo, la [[croce di Gerusalemme]]<ref>{{cita|Angelo Scordo|pp. 105-111}}</ref>.
 
Un'ultima insegna attribuita a Manfredi è riprodotta in una delle miniature della ''[[Chronica Majora]]'', importante [[manoscritto]] [[Medioevo|medievale]] del [[monachesimo|monaco]] [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] e [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] [[Inglesi|inglese]] [[Matteo Paris (monaco)|Matthew Paris]]. Anche in questo caso, lo stemma è caratterizzato da un'aquila bicipite in campo d'oro, ma, caricata [[sul tutto]], è posta una [[Fascia (araldica)|fascia]] d'argento. La presenza di quest'ultima [[pezza onorevole]], commenta Angelo Scordo, è «a dir poco misteriosa»<ref>{{cita|Angelo Scordo|p. 129}}</ref>, sebbene, sulla scorta del fatto storico descritto dal Paris<ref>{{cita|Suzanne Lewis|pp. 457 e 469}}</ref>, potrebbe essere ipotizzabile che tale brisura stia a ricordare l'atto d'omaggio di cui fu tributato Manfredi dai nobili di [[Puglia]] nel [[1254]] e il sostegno ricevuto nella lotta contro il Papato<ref>{{cita|Hubert de Vries}}</ref>.
{{citazione|d'oro, all'aquila bicipite col volo abbassato di nero, colla fascia d'argento [[attraversante]] sul tutto<ref>{{cita|Angelo Scordo|p. 115}}</ref>|Blasonatura}}
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Immagine:Attributed Coat of Arms of Frederick II, Holy Roman Emperor (Historia della Città e Regno di Napoli).svg|Stemma associato a Manfredi, nella tavola raffigurante il sovrano, nell'''Historia della Città e Regno di Napoli''
Immagine:Attributed Coat of Arms of Manfred, King of Sicily (according to Matthew Paris).svg|Stemma attribuito a Manfredi, nella ''[[Chronica Majora]]''
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== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore= Ing, Eric van den; & Schaap, Robert | titolo= Beauty and Violence| anno= 1992| isbn= 90-70216-04-3}}
* Karl Hampe, ''Urban IV und Manfred: 1261-1264'', (Heidelberger Abhandlungen zur mittleren und neueren Geschichte, 11), Carl Winter's Universitätsbuchhandlung, Heidelberg 1905.
* Arnold Bergmann, ''König Manfred von Sizilien: Seine Geschichte vom Tode Urbans IV bis zur Schlacht bei Benevent 1264-1266'', (Heidelberger Abhandlungen zur mittleren und neueren Geschichte, 23), Carl Winter's Universitätsbuchhandlung, Heidelberg 1909.
* Adalbert Graf zu Erbach-Fürstenau, ''Die Manfredbibel'', Leipzig 1910.
* Helene Arndt, ''Studien zur inneren Regierungsgeschichte Manfreds: Mit einem Regestenanhang als Ergänzung zu Regesta Imperii V'', (Heidelberger Abhandlungen zur mittleren und neueren Geschichte, 31), C. Winter's, Heidelberg 1911.
* P.F. Palumbo, ''Contributi alla storia dell'età di Manfredi'', Roma 1959.
* [[Eucardio Momigliano]], ''Manfredi'', [[Corbaccio|Dall'Oglio]], Milano 1963.
* [[Ferdinand Gregorovius]], ''Geschichte der Stadt Rom in Mittelalter'', Stuttgart 1859-1872 (ed. it. ''Storia della città di Roma nel Medioevo'', [[Einaudi editore|Einaudi]], Torino 1973).
* Enrico Pispisa, ''Nicolò di Jamsilla: un intellettuale alla corte di Manfredi'', Rubbettino, Soveria Mannelli 1984.
* Enrico Pispisa, ''Manfredi nella storiografia dell'Otto e Novecento'', in ''Mediterraneo medievale: scritti in onore di Francesco Giunta'', vol. 3, pp.&nbsp;1015–1044, Rubbettino, Soveria Mannelli 1989.
* Enrico Pispisa, ''Il regno di Manfredi'', Messina 1991.
* Enrico Pispisa, ''I Lancia, gli Agliano e il sistema di potere organizzato nell'Italia meridionale ai tempi di Manfredi'', in ''Bianca Lancia d'Agliano. Fra il Piemonte e il Regno di Sicilia'', atti del Convegno (1990) a cura di Renato Bordone, Alessandria 1992, pp.&nbsp;165–181.
* H. Bresc, ''Manfredi (1232-1266)'', in ''Dizionario enciclopedico del Medioevo'', II, 2, Roma 1998, pp.&nbsp;1118 e segg.
* Walter Koller, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL68/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Bio_volume_68_-_rtf_spezzettati_026786.xml «{{Maiuscoletto|MANFREDI, re di Sicilia}}»], ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Vol. LXVIII, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]].
* Walter Koller, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000366.xml «{{Maiuscoletto|Manfredi, Re di Sicilia}}»], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]].
* M. Brantl, ''Urkunden- und Kanzleiwesen Manfreds von Sizilien 1250-1266'', in "Archiv für Diplomatik", LI (2005), pp.&nbsp;127–252.
* [[Arsenio Frugoni]], ''Scritti su Manfredi'', con una presentazione di Enrico Pispisa, Istituto storico italiano per il Medio evo, Roma 2006.
* Alessandra Rullo, ''Alcune novità sulla Bibbia di Manfredi della Biblioteca Apostolica Vaticana (Ms. Vat. Lat. 36)'', in "Arte Medievale", n.s., VI, 2007, 2, pp.&nbsp;133–140.
* {{cita conferenza |autore= Angelo Scordo |titolo= Note di araldica medievale – Una "strana" arma di "stupor mundi" |data= 1995 |conferenza= Atti della Società Italiana di Studi Araldici, 11° Convivio, Pienerolo, 17 settembre 1994 |organizzazione= Società Italiana di Studi Araldici |editore= Società Italiana di Studi Araldici |città= Torino |pp= 105-145 |cid= Angelo Scordo }}
* {{cita libro |cognome= Summonte |nome= Giovanni Antonio |curatore= Antonio Bulifon |titolo= Dell'historia della città, e regno di Napoli |volume = Tomo II |url= http://books.google.it/books?id=xxjjaM6iUZgC |anno= 1675 |editore= Antonio Bulifon – Libraro all'insegna della Sirena |città= Napoli |cid= Giovanni Antonio Summonte|isbn= {{NoISBN}} }}
* {{Cita pubblicazione |titolo= Cenni e riflessioni sulle insegne degli Hohenstaufen |autore= Gianantonio Tassinari |rivista= Nobiltà |volume= anno XIV |numero= nn. 78-79 |anno= 2007 |mese= maggio-agosto |pp= 283-330 |editore= Federazione delle Associazioni Italiane di Genealogia, Storia di Famiglia, Araldica e Scienze Documentarie |città= Milano |cid= Gianantonio Tassinari }}
* {{cita libro |cognome= Lewis |nome= Suzanne |titolo= The Art of Matthew Paris in the Chronica Majora |url= https://books.google.ch/books?id=sXBdNsDxJ_cC |lingua= en |anno= 1987 |editore= University of California Press |città= Berkeley e Los Angeles |cid= Suzanne Lewis |isbn= 978-0-520-04981-9}}
* {{Cita libro|autore=Christian Friedl|titolo=Die Urkunden Manfreds|url=|collana=Die Urkunden der deutschen Könige und Kaiser|anno=2013|editore=Harrassowitz Verlag|lingua=Tedesco, Latino|p=|volume=17|ISBN=978-3-447-06995-3}}
 
== Voci correlate ==
* [[Elenco dei conti e dei re di Sicilia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Manfred of Sicily|q}}
{{wikilibro|Scuola siciliana}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.maruojigoku.com/|Suehiro Maruo's official website}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.stupormundisuehiromaruo.it/manfreditumblr.htmcom/|BiografiaSuehiro Maruo's official tumblr}}
* {{cita web|http://www.stupormundiInstagram.itcom/Manfredi_corrado.htmmaruosuehiro|ManfrediSuehiro Maruo's eofficial Corradoinstagram}}
* {{cita web | 1 = http://www.tcj.com/sp2005/maruo.html | 2 = Articolo da ''The Comics Journal 2005 Special Edition'' | accesso = 6 novembre 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081120005223/http://www.tcj.com/sp2005/maruo.html | dataarchivio = 20 novembre 2008 | urlmorto = sì }}
* Markus Brantl, [http://www.cei.lmu.de/examples/IRM/ ''Regesten und Itinerar König Manfreds von Sizilien''] (''Itinerario e regesti di Manfredi, re di Sicilia''), 2005 in tedesco
* {{cita web|url=http://www.pelleas.net/aniTOP/index.php?p=136&more=1&c=1&tb=1&pb=1|titolo=Articolo sul cartone animato ''Shōjo Tusbaki''}}
* {{cita web |cognome= de Vries |nome= Hubert |url= http://www.hubert-herald.nl/ItalSicily1.htm |titolo= Sicily – Part II |accesso= 3 settembre 2017 |lingua= en |data= 22 novembre 2012 |editore= National Arms and Emblems – Past and Present |sito= hubert-herald.nl |città= Amsterdam |cid = Hubert de Vries }}
 
{{Box successione|
tipologia=regnante|
precedente=[[Corradino di Svevia]]|
carica=[[Re di Sicilia]]|
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successivo=[[Carlo I d'Angiò]]|
immagine=Arms of Swabia-Sicily.svg
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{{Re di Sicilia}}
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