Storia di Bologna e Luigi Polacchi: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
standardizzo larghezza immagini
 
Recupero di 0 fonte/i e segnalazione di 2 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta15)
 
Riga 1:
[[File:Luigi polacchi3.jpg|thumb|Luigi Polacchi]]
{{torna a|Bologna}}
{{Bio
[[File:BO-pal-reenzo.jpg|thumb|upright=1.8|[[Palazzo Re Enzo]]]]
|Nome = Luigi
 
|Cognome = Polacchi
== La nascita di Bologna tra mito e leggenda ==
|Sesso = M
Esistono varie leggende sulla nascita di [[Bologna]], alcuni attribuiscono la sua fondazione all'[[Umbri|umbro]] [[Ocno]], messo in fuga dall'Umbria dall'etrusco [[Auleste]], che fondò un villaggio dove ora sorge Bologna, e successivamente ancora scacciato dagli [[etruschi]]. Un'altra storia parla di [[Felsino]], discendente di un altro [[Ocno]] (ma etrusco, detto anche Bianore, lo stesso leggendario fondatore di [[Pianoro (Italia)|Pianoro]], [[Parma]] e [[Mantova]], di cui parla anche [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]), che diede il nome alla città successivamente cambiato dal figlio Bono in [[Bononia]].
|LuogoNascita = Penne
 
|LuogoNascitaLink = Penne (Italia)
Forse la leggenda più affascinante è quella che narra del re etrusco [[Fero]], proveniente da [[Ravenna]] e approdato nella pianura tra i torrenti [[Aposa]] e [[Ravone]], il quale assieme ai suoi uomini cominciò a costruire capanne in quella terra sconosciuta ma fitta di vegetazione e in un'ottima posizione geografica. Il villaggio si ampliò attorno a un torrente (l'[[Aposa]], che oggi scorre ancora nei sotterranei di Bologna) e Fero fece costruire un ponte per collegare le due sponde all'altezza dell'attuale via Farini nei pressi di piazza Minghetti: il Ponte di Fero (talvolta erroneamente ricordato come ponte di ferro, situato probabilmente nell'odierna via Farini all'altezza di piazza Calderini). Un giorno però Aposa, amante di Fero, venne travolta da una piena del fiume mentre stava raggiungendo l'abitazione di Fero per vie nascoste. Da allora il torrente prese il nome della donna, Aposa. Il villaggio crebbe e Fero decise di proteggerlo con una cinta muraria e, benché anziano, lavorò lui stesso alla costruzione. Durante il lavoro, in una caldissima giornata estiva la figlia di Fero porse al padre un recipiente d'acqua a patto che Fero desse il suo nome alla città. Fero acconsentì e mantenne la promessa; da quel momento la città prese il nome della figlia, [[Felsina]].
|GiornoMeseNascita = 18 febbraio
{{Approfondimento
|AnnoNascita = 1894
|titolo = Storia cronologica di Bologna
|LuogoMorte = Pescara
|contenuto =
|GiornoMeseMorte = 14 luglio
*[[IX secolo a.C.]]
|AnnoMorte = 1988
:Si sviluppa la [[civiltà villanoviana]]
|Epoca = 1900
*[[550 a.C.]]
|Attività = poeta
:Sorge il primo nucleo della città di ''[[Felsina]]'' ad opera degli Etruschi
|Attività2 = scrittore
*[[350 a.C.]]
|Nazionalità = italiano
:I [[Boi]], terminata la fase di semi-nomadismo, si insediano nella zona di ''Felsina''
*[[289 a.C.]]
:I [[Civiltà romana|Romani]] iniziano ad espandersi nella [[Pianura padana]]
*[[189 a.C.]]
:I [[Galli]], vinti dai Romani, si ritirano ai margini dei boschi, mentre il Senato di Roma istituisce la colonia latina di ''[[Bononia]]''
*[[44 a.C.]]
:''Bononia'' è coinvolta nelle guerre civili che segneranno la crisi della [[Repubblica romana]].
:[[Augusto|Gaio Giulio Cesare Ottaviano]], [[Marco Antonio]] e [[Marco Emilio Lepido]] danno vita al [[Secondo triumvirato]] in un'isoletta sul fiume [[Reno (Italia)|Reno]].
*[[53]]
:''Bononia'' viene quasi completamente distrutta da un incendio
*[[III secolo]]
:Viene costruita la prima cerchia di mura in [[selenite (minerale)|selenite]]
*[[313]]
:Inizia l'attività ecclesiastica bolognese; [[Zama (vescovo)|San Zama]] è il primo vescovo
*[[410]] - [[452]]
:Scorrerie degli [[Unni]] di [[Attila]]
*[[568]] - [[643]]
:I [[Longobardi]] si insediano presso il [[Panaro]], che diviene confine tra ''Longobardìa'' e ''Romanìa'': ''Bononia'' diventa città di frontiera.
*[[727]] - [[773]]
:I Longobardi conquistano la città. L'assetto della città non viene modificato in maniera drastica dall'"addizione longobarda"
*[[774]]
:[[Carlo Magno]] sconfigge i Longobardi e restituisce Bologna allo [[Stato Pontificio]]
*[[890]] - [[940]]
:Incursioni degli [[Magiari|Ungari]]
*[[XI secolo]]
:La città conosce un grande sviluppo, grazie alle buone relazioni con l'imperatore [[Berengario]] e all'istituzione dello ''[[Università di Bologna|Studium]]'', che attira numerosi studenti. Bologna inizia a nutrire aspirazioni comunali
*[[XII secolo]]
:Viene costruita la [[Mura di Bologna|seconda cerchia di mura]] ''dei Torresotti''
*[[1115]]
:Muore [[Matilde di Canossa]] e Bologna passa dalla giurisdizione degli arcivescovi di [[Ravenna]] a quella dell'Imperatore. Scoppia una rivolta.
*[[1158]]
:[[Federico Barbarossa]] promulga la ''[[Authentica Habita]]'' a favore degli studenti e dei professori dello [[Università di Bologna|''Studium'' Bolognese]] (tutelandolo come luogo di ricerca e studio indipendentemente da ogni altro potere)
*[[1202]] - [[1219]]
:Il Comune acquista i terreni su cui sorgeranno [[Piazza Maggiore]] ed il [[Palazzo d'Accursio|Palazzo Comunale]]
*[[1249]]
:Dopo sanguinose lotte fra la [[Lega Lombarda]] e l'Impero, Bologna infligge una sconfitta a [[Federico II di Svevia]] a [[Battaglia di Fossalta|Fossalta]], catturando il figlio [[Enzo di Sardegna]] che rimane prigioniero fino alla sua morte, nel 1271
*[[1256]]
:[[Bologna]] emana una legge, contenuta nel cosiddetto ''[[Liber Paradisus]]'' con cui si proclama la liberazione di ca.6.000 servi (riscattandoli con denaro pubblico): è il primo [[comune]] ad approvare la liberazione dei [[servitù della gleba|servi della gleba]]
*[[1271]]
:La [[legislazione antimagnatizia]] costringe molti nobili a "imborghesirsi" per investire nel commercio e nell'industria
*[[1278]]
:Lotte tra [[guelfi e ghibellini]], che hanno la meglio sottomettendo la città al potere di [[Papa Niccolò III]]
*[[1279]]
:Bologna è colpita da [[Terremoti_in_Italia_nell'antichità_e_nel_Medioevo#Medioevo|un violento terremoto]]
*[[1325]]
:L'esercito bolognese viene sconfitta dai [[Modena|modenesi]] nella [[battaglia di Zappolino]]
*[[1327]] - [[1334]]
:Il [[cardinale legato]] [[Bertrando del Poggetto]] prende il potere e instaura un regime dispotico
*[[1337]] - [[1347]]
:[[Taddeo Pepoli]] è signore di Bologna
*[[1348]]
:La [[peste nera]] miete numerosissime vittime
*[[1350]]
:I figli di Taddeo Pepoli vendono la città all'arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]]
*[[1360]]
:La città passa sotto al controllo della Santa Sede nella persona del cardinale legato [[Egidio Albornoz]]
*[[1374]]
:Viene completata la terza e ultima cerchia di mura
*[[1376]] - [[1401]]
:A seguito della cacciata del legato viene rinstaurato il regime comunale "del Popolo e delle Arti"
*[[1390]]
:Inizio della fabbrica della [[basilica di San Petronio]]
*[[1401]] - [[1447]]
:La città passa ancora di mano: ai [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]], ai [[Visconti]] (dopo la [[battaglia di Casalecchio]]), al Papa e di nuovo, fino al 1506, ai Bentivoglio
*[[1498]]
:Il 14 luglio in piazza San Domenico l'Inquisizione fa bruciare sul rogo [[Gentile Budrioli]], consigliera di [[Ginevra Sforza]], accusata di stregoneria
*[[1506]]
:[[Papa Giulio II]] alleato con [[Luigi XII di Francia]] restituisce il controllo della città al Papato. Il governo della città è affidato ad un [[Legato pontificio]]; e la città diventa la capitale settentrionale dello Stato pontificio
*[[1530]]
:[[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] viene incoronato imperatore da parte di [[Papa Clemente VII|Clemente VII]] nella [[basilica di San Petronio]]
*[[1563]] - [[1574]]
:Vengono costruiti l'[[Archiginnasio di Bologna]] e la [[Fontana del Nettuno (Bologna)|Fontana del Nettuno]]
*[[XVII secolo]]
:La città è investita da una [[Crisi del XVII secolo|crisi economica]] e una grave [[Peste del 1630|epidemia di peste]]. Si sviluppa la [[Scuola bolognese di pittura|scuola pittorica bolognese]] con artisti fra cui i [[Carracci]], [[Guido Reni]] e il [[Guercino]]
*[[1735]] - [[1748]]
:Numerosi incursioni di truppe spagnole e austriache
*[[1794]]
:[[Luigi Zamboni]] e l'amico [[Giovanni Battista De Rolandis|De Rolandis]] tentano di istigare alla rivolta contro lo Stato Pontificio, ispirandosi agli ideali della [[Rivoluzione francese]]: finiranno uno suicida e l'altro giustiziato, fra l'indifferenza generale
*[[1796]]
:Le truppe di [[Napoleone Bonaparte]] occupano la città: inizia un periodo di grandi rinnovamenti
*[[1797]]
:Nasce la [[Repubblica Cispadana]] e Bologna diventa la capitale del [[Dipartimento del Reno]]
*[[1799]] - [[1800]]
:Gli austro-russi conquistano Bologna ma i francesi ne riprendono il controllo
*[[1814]] - [[1816]]
:Bologna viene occupata dagli austriaci, poi dalle truppe di [[Gioacchino Murat]] ed infine ancora dagli austriaci, che lasciano Bologna sotto il controllo temporale dello Stato Pontificio
*[[1831]] - [[1838]]
:Vari moti rivoluzionari dichiarano Bologna autonoma dalla Chiesa, ma gli austriaci riconsegnano sempre la città alle truppe pontificie
*[[1848]]
:L'8 agosto i bolognesi sconfiggono gli austriaci presso la Montagnola e li scacciano dalla città
*[[1849]]
:Gli austriaci riconquistano definitivamente la città il 30 maggio. [[Ugo Bassi]], catturato a [[Comacchio]] il 2 agosto, viene fucilato dagli austriaci l'8 agosto
*[[1859]] - [[1860]]
:Annessione al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]. [[Livio Zambeccari]] fonda la [[Società Operaia]]
*[[1882]]
:Viene eletto il primo [[socialismo|socialista]] alla [[camera dei deputati|camera]]: [[Andrea Costa]]
*[[1889]]
:Nuovo assetto urbano della città: numerosi sventramenti cambiano il volto della città. Vengono abbattute alcune torri e la terza cerchia di mura, per lasciare spazio all'espansione urbana, che sacrifica anche il centrale [[Mercato di Mezzo]]. Poche voci (fra cui quelle di [[Alfonso Rubbiani]] e [[Giosuè Carducci]]) si levarono per la tutela del patrimonio architettonico
*[[1914]]
:[[Francesco Zanardi]] è il primo sindaco [[socialismo|socialista]] della città
*[[1919]] - [[1920]]
:Viene costituito a Bologna il [[fascio di combattimento]] ''Arditi del popolo'' che compie una serie di assalti alla Camera del lavoro e a Palazzo d'Accursio
*[[1926]]
:[[Anteo Zamboni]] tenta di assassinare con un colpo di pistola [[Benito Mussolini]] in visita a Bologna. Verrà linciato da un gruppo di fascisti al seguito del Duce
*[[1929]]
:Il [[terremoto di Bologna]] danneggia parte della città e della provincia
*[[1941]] - [[1945]]
:Durante la [[seconda guerra mondiale]] la città subisce 43 bombardamenti. Bologna, retrovia della [[linea Gotica]], sviluppa un forte movimento di [[Resistenza italiana|Resistenza]] collegato alla campagna e alle zone montane: i nazisti reagiscono affamando la città e con atti di vendetta come la [[Strage di Marzabotto]]. Il 21 aprile [[1945]] si festeggia la [[Resistenza italiana|Liberazione]], con [[Giuseppe Dozza]] sindaco [[comunista]]
*[[Anni 1960|anni sessanta]]
:Bologna si sviluppa diventando una delle città più ricche d'Italia
*[[Anni 1970|anni settanta]]
:Bologna è investita dalle proteste del [[Sessantotto]] e poi, più pesantemente, del [[1977]], con occupazioni all'Università e scontri violenti. L'11 marzo [[1977]] viene ucciso lo studente [[Francesco Lorusso]]. Il 12 marzo la polizia fa irruzione a [[Radio Alice]] e interrompe le trasmissioni. Il ministro degli interni [[Francesco Cossiga]] invia mezzi militari cingolati nella zona universitaria.
*[[1980]]
:[[Strage di Bologna]]: il 2 agosto una bomba esplode alla stazione uccidendo 85 persone
*[[Anni 1980|anni ottanta]]
:Dopo una ventata di ottimismo [[yuppie]] alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]], la città si imborghesisce e si ripiega su se stessa
*[[Anni 1990|anni novanta]]
:Per la prima volta nella storia della città, nel 1999 viene eletto un sindaco di centro destra, [[Giorgio Guazzaloca]]
*[[2004]]
:Viene eletto sindaco [[Sergio Cofferati]]
*[[2009]]
:Viene eletto sindaco [[Flavio Delbono]], che però si dimette nel gennaio [[2010]] in quanto indagato per [[peculato]], [[truffa]] aggravata ed [[abuso d'ufficio]]
*[[2011]]
:Dopo 15 mesi di commissariamento del comune, viene eletto sindaco il democratico [[Virginio Merola]]
}}
 
== I primi insediamentiBiografia ==
Dopo gli studi compiuti nelle sedi di [[Penne (Italia)|Penne]], [[Ascoli Piceno]], [[Firenze]], [[Bologna]] e [[Roma]], fu docente di italiano e latino nel ''Liceo d'Annunzio'' di [[Pescara]] e nel ''Liceo Giulio Cesare'' di Roma; ricoprì l'incarico anche presso l'Istituto Italiano di [[Bruxelles]]; fu incaricato di presidenza di istituto e reggente del Provveditorato agli Studi di Pescara, presidente del Conservatorio Pareggiato ''"Luisa d'Annunzio"''; condirettore della rivista ''Tempo Nostro'', redattore del ''Saggiatore'' e collaboratore di altre prestigiose riviste letterarie.
=== Villanoviani ed Etruschi ===
{{vedi anche|Felsina}}
[[File:Corredo tomba grande dei giardini margherita, 450-400 ac..JPG|thumb|sinistra|upright|Ritrovamenti nella necropoli etrusca presso i Giardini Margherita, Museo Civico Archeologico|alt=|207x207px]]
La zona di Bologna è stata abitata fin dal [[IX secolo a.C.]], come risulta dagli scavi effettuati a partire da metà [[XIX secolo|Ottocento]] nella vicina [[Villanova (Castenaso)|Villanova]], [[Frazione (geografia)|frazione]] di [[Castenaso]]. In questo periodo, e fino al [[VI secolo a.C.]], l'insediamento appartiene alla fase indicata appunto come [[Civiltà villanoviana|villanoviana]] ed è sparso in vari nuclei che per evidenti ragioni pratiche sono siti fra il fiume [[Idice]] e il fiume [[Reno (Italia)|Reno]]: ambiente più protetto, lontano dalle montagne e clima temperato. L'economia agricola e pastorale costruisce la prima organizzazione civile nella prima [[età del ferro]] (1000-750 a.C.).
 
Nel [[VII secolo a.C.|VII]]-[[VI secolo a.C.]] abbiamo testimonianze della [[civiltà etrusca]], che la battezzò ''[[Felsina]]'' (probabilmente derivato dal toponimo ''Velzna'', attribuito anche ad altre località dell'area etrusca, come [[Orvieto]] e [[Bolsena]]). In questa età Bologna divenne un centro urbano organizzato ed assunse un ruolo importante tra gli insediamenti della [[Pianura padana]]. Vennero intraprese ristrutturazioni edilizie profonde e modifiche dell'assetto insediativo tali da far assumere alla città un impianto regolare orientato nord-sud. Le abitazioni divennero più complesse e più simili a quelle riscontrate a [[Marzabotto]] e nell'Etruria: edifici più estesi, con ambienti coordinati e forse distribuiti attorno a corti interne e dotati di tettoie all'esterno. Si diffuse più ampiamente l'uso della pietra, a discapito dei materiali deperibili della fase precedente.<ref name=archeobo>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna_dazeglio/scavi_2006_09.htm Bologna - Gli scavi all'incrocio tra le via D'Azeglio e Tagliapietre. Una finestra su oltre due millenni di storia urbana, dal villanoviano al rinascimento] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130127173009/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna_dazeglio/scavi_2006_09.htm |data=27 gennaio 2013 }}, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna.</ref><br />''Felsina'' occupava una superficie leggermente più ristretta di quella dei villaggi villanoviani ma la città era dotata comunque di un'area sacra, [[Villa Cassarini]]<ref>[http://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1973/1200 bibliotecasalaborsa.it: 1973, Scoperta l'acropoli etrusca di Bologna]</ref> (sulla collina dove ora sorgono le facoltà di Ingegneria e Chimica Industriale) e di alcune necropoli (la più importante ritrovata presso i [[Giardini Margherita]]).
 
=== ''Bononia'' celtica ===
{{vedi anche|Bononia#Fase dell'occupazione celtica}}
[[File:Gallia cisalpina.jpg|thumb|left|Le popolazioni della Gallia cisalpina 391-192 a.C.|219.977x219.977px]]
Con la discesa dei [[Galli]] nella penisola italica, tra il [[V secolo a.C.|V]] e il [[IV secolo a.C.]], gli [[Etruschi]] vennero progressivamente messi in minoranza e ''Felsina'' fu conquistata dalla tribù gallica dei [[Boi]].<br />Tracce di incendi e destrutturazioni emerse dagli scavi archeologici fanno pensare ad una crisi violenta della città etrusca. Nel periodo celtico, pur riscontrando una minore densità delle strutture abitative, proseguì un'attività edilizia organizzata, anche se più rarefatta e disorganica, con una distribuzione delle abitazioni meno omogenea, orientamenti modificati e occupazione di spazi precedentemente aperti.<ref name=archeobo/>
 
Sebbene sconfitti nel 225 a.C. nella [[battaglia di Talamone]], i Galli Boi mantennero abbastanza potere e indipendenza per essere un alleato chiave di [[Annibale]] nelle [[Guerre puniche]]. Con la sconfitta di [[Cartagine]], la rappresaglia romana portò alla distruzione di molti centri abitati gallici e gallo-etruschi come [[Monte Bibele]], dove Etruschi e Celti avevano sviluppato un'armonia non unica nella [[Gallia Cisalpina]]. I Galli Boi vennero definitivamente sconfitti delle truppe romane nel [[196 a.C.]] e poi nel [[191 a.C.]],<ref>[http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/bologna/bologna/bononia/bononia.htm Bononia], da ''Bologna romana'', ipertesto a cura degli studenti del liceo Galvani di Bologna (2001-2002)</ref> da [[Publio Cornelio Scipione Nasica]], portando così alla confisca dell<nowiki>'</nowiki>''ager boicus'' e all'inizio dell'egemonia romana sulla città.
 
=== ''Bononia'' colonia romana ===
{{vedi anche|Bononia}}
Sconfitti i Boi, il [[Senato romano|senato]] della [[Repubblica romana]] votò nel [[189 a.C.]] l'istituzione della [[colonia romana]] di ''Bononia''. Il nome, latinizzato dai romani, era forse tratto dalla denominazione della tribù stessa (Boi) oppure dalla parola [[Celti|celta]] ''bona'', che presumibilmente significava "città" o "luogo fortificato", o forse riprendeva il nome di una divinità celtica della prosperità.<ref>Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, [http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna/sottopasso_rizzoli/decumano_romano.htm I resti del decumano romano nel centro di Bologna, via Rizzoli, Strada Maggiore]</ref> Alla fondazione di questa ed altre colonie nella zona emiliano-romagnola seguì la costruzione di una fitta rete stradale, tra cui la [[via Emilia]], nata nel [[187 a.C.]], voluta dal [[Console (storia romana)|console]] [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]]. ''Bononia'' divenne uno dei fulcri della rete viaria romana, collegata anche ad [[Arezzo]] ed [[Aquileia]] tramite la [[via Flaminia militare]] e la [[via Emilia Altinate]] rispettivamente.
 
[[File:Torso Nerone Bologna.JPG|thumb|left|Frammento di statua probabilmente raffigurante [[Nerone]], ritrovata presso il teatro romano (piazza de' Celestini), conservato al [[Museo civico archeologico (Bologna)|Museo Civico Archeologico]].|226.968x226.968px]]
Il centro fu notevolmente ampliato e nell'[[88 a.C.]], a conclusione delle [[guerre sociali]], ''Bononia'' cambiò il suo stato giuridico: da colonia divenne [[Municipio (storia romana)|municipio]] e i suoi cittadini acquisirono la [[cittadinanza romana]].
 
Le guerre civili e la crisi politica che smossero la metà del [[I secolo a.C.]] segnarono di fatto la fine della repubblica e diedero avvio, con la morte di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], ad una serie di fatti di guerra, alcuni dei quali si svolsero nella città di ''Bononia''. In un'isoletta del fiume [[Reno (Italia)|Reno]] nacque nel [[43 a.C.]] il [[secondo triumvirato]] formato da [[Marco Antonio|Antonio]], [[Marco Emilio Lepido|Lepido]] ed [[Augusto|Ottaviano]] che promise grosse ricompense ai veterani. ''Bononia'' ne dovette accogliere un buon numero ed a costoro vennero assegnati terreni abbandonati in seguito alle guerre sociali.
 
In [[Augusto|età augustea]] ''Bononia'' arricchì l'arredo urbano con oltre 10 chilometri di pavimentazioni stradali stabili. In quel periodo si costruirono anche le fognature ma l'opera più eclatante fu l'[[Acquedotto romano di Bologna|acquedotto]] che convogliava le acque dal torrente [[Setta (fiume)|Setta]] nei pressi di [[Sasso Marconi]] e la portava, come avviene tuttora, alle porte della città passando per [[Casalecchio di Reno]] con una galleria di 18 chilometri.
 
Sempre in quel periodo si rinnovarono gli edifici pubblici con largo uso di marmi e quelli privati in cui si diffuse l'uso del [[mosaico]]; entrarono in funzione le terme, un teatro, l'arena e sorsero le prime fabbriche di tessuti. ''Bononia'' era costruita in mattoni, [[selenite (minerale)|selenite]] e soprattutto legno, e proprio a causa di ciò risultò gravemente danneggiata da un incendio nel [[53]] d.C. ma fu subito ricostruita grazie all'interessamento di [[Nerone]], il quale, fra l'altro, fece ampliare e abbellire il teatro.
 
Nel [[313]] i due [[Augusto (titolo)|augusti]] [[Costantino I|Costantino]] e [[Licinio]] sottoscrissero l'accordo noto come [[Editto di Milano]], attraverso il quale si riconosceva la libertà religiosa nell'impero. Nello stesso anno a Bononia venne eletto il primo vescovo, [[Zama (vescovo)|Zama]].
 
=== La decadenza dell'Impero romano d'occidente ===
[[File:Bologna museum, pier paolo delle masegne, sette statue della giustizia con santi protettori, dalla loggia della mercanzia 02.JPG|thumb|left|[[Pierpaolo dalle Masegne]], statua di San Petronio, [[museo civico medievale]], Bologna.|226.979x226.979px]]
Alla fine del [[III secolo]] i barbari dilagarono tra tutte le città attraversate dalla [[via Emilia]] che furono terreno di conquista e i bolognesi decisero di chiudersi entro una [[Mura di Bologna#La prima cinta: la Cerchia di Selenite|cerchia muraria]] costruita con blocchi di selenite che, però, non racchiudevano tutta l'area urbana ma escludevano i quartieri più poveri a nord e a ovest. Il vescovo di [[Milano]], [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], fece porre [[Mura di Bologna#Le quattro Croci|quattro croci]] davanti a 4 delle 6 porte della città: Porta Ravegnana (verso levante), Porta San Procolo (verso mezzogiorno), Porta Stiera (verso Ponente), Porta San Cassiano poi di San Pietro (verso settentrione). Le croci vennero trasferite nella [[Basilica di San Petronio]] solo nel [[1798]].
 
Nel [[430]] la Chiesa di ''Bononia'', fino a quel momento alle dipendenze della Chiesa di [[Milano]], passò sotto la giurisdizione della Chiesa di [[Ravenna]]. Nello stesso anno, alla morte di Felice venne nominato vescovo [[Petronio (vescovo di Bologna)|Petronio]], quinto vescovo di Bologna, direttamente dal [[Papa Celestino I]] e molto più tardi fu assunto come patrono della città. Petronio, nato a [[Costantinopoli]] da famiglia [[Patrizio (storia romana)|patrizia]], diede organizzazione alla Chiesa bolognese e alla società civile ed ottenne l'editto che allargava la giurisdizione di Bologna dal fiume [[Panaro]] al [[Senio]] e il decreto che garantiva alla città il privilegio dello studio del [[diritto romano]]. Inoltre mise in opera la costruzione della [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)#La basilica del Sepolcro|Santa Gerusalemme]] vicino alle tombe venerate dei ''santi Vitale ed Agricola'' e sorse così il gruppo delle chiese dette del ''primo martire'' e cioè il [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|complesso di Santo Stefano]]. Petronio morì nel [[451]].
 
Di lì a poco scesero dal nord gli [[unni]] di [[Attila]] e successivamente [[Odoacre]], capo degli [[Eruli]], che era diretto a [[Ravenna]], allora capitale dell'Impero, a deporre l'ultimo imperatore romano, [[Romolo Augusto]]. Era l'anno [[476]] in cui si concluse la lunga agonia dell'[[Impero romano d'Occidente]].
 
== Dal Medioevo al Rinascimento ==
=== Il dominio Longobardo e l'annessione al Regno d'Italia ===
[[File:Santo Stefano a Bologna - Catino di Pilato.jpg|thumb|left|Il cosiddetto "catino di Pilato" presso la [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|basilica di Santo Stefano]], di età longobarda ([[VIII secolo]]) con i nomi dei re [[Liutprando]] e [[Ildebrando]] e del vescovo [[Barbato di Benevento|Barbato]].|219.977x219.977px]]
Bologna subì, dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], una serie di violenze prima da [[Odoacre]] poi dagli [[ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], infine dagli eserciti imperiali. Gran parte delle antiche aree urbane all'esterno delle mura divennero un immenso campo di rovine.
Bologna e tutte le città cispadane (a parte forse [[Ravenna]]) subirono per secoli questo periodo di anarchia. Nel [[727]] [[Liutprando]], re dei [[Longobardi]], approfittando del collasso del sistema [[bizantino]], infranse il trattato di pace e puntò verso [[Ravenna]] travolgendo e occupando Bologna. Non lo fece per ragioni politiche, si ritirò al di qua del fiume [[Santerno]], lasciando Ravenna alle dipendenze dell'[[Impero bizantino]], mentre Bologna restò sotto il dominio longobardo. Essi non occuparono la città murata ma si stabilirono all'esterno dove già erano presenti nuclei germanici nel luogo in cui sorgeva la vecchia chiesa dedicata al culto di [[Santo Stefano]]. L'area venne delimitata da una fortificazione semicircolare detta ''[[Mura di Bologna#L'addizione Longobarda|addizione longobarda]]''. Il tramite tra le due civiltà, interna romana ed esterna germanico-longobarda, di fatto fu [[Mura di Bologna|Porta Ravegnana]].
 
Bologna rimase longobarda fino al [[774]], anno in cui [[Carlo Magno]] la restituì a [[papa Adriano I]], ovvero alla [[Santa Sede]] insieme all'[[Esarcato d'Italia]]. Dopo la scomparsa della [[Carolingi|dinastia carolingia]], verso la fine del [[IX secolo]], Bologna fu unita al [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]], ufficialmente nell'[[898]] (re [[Berengario del Friuli|Berengario]]). Berengario I concesse al vescovo ed alla Chiesa di Bologna il porto delle navi sul [[Reno (Italia)|Reno]], presso il mercato della Selva Piscariola.<br />L'economia di Bologna, peraltro, era di pura sussistenza. Il risveglio della città coinvolse, all'inizio del IX secolo, il [[monachesimo]] e, in generale, la vita religiosa. È di quel periodo il trasferimento della sede vescovile nella [[Cattedrale di San Pietro (Bologna)|Cattedrale di San Pietro]] e lo sviluppo dei monasteri di [[Eremo di Ronzano|Ronzano]], San Vittore e Santa Maria in Monte (oggi [[Villa Aldini]]).
 
=== Il comune e l'Università ===
{{vedi anche|Scuola bolognese dei glossatori|Diploma di Enrico V (1116)}}
[[File:Bologna, torresotto di strada castiglione 02.JPG|thumb|left|Torresotto di via Castiglione, resto della [[Mura di Bologna#La seconda cinta: la Cerchia del Mille|seconda cerchia di mura]]|224.988x224.988px]]
 
Tra la fine del [[X secolo]] e l'inizio dell'[[XI secolo]] Bologna si ripopolò, proprio mentre l'Europa si apprestava ad entrare in un periodo di grande fervore civile e politico: le [[Lotta per le investiture|lotte per le investiture]]. Bologna era tanto città imperiale (sotto l'autorità dei conti) quanto papale (per i diritti della [[Santa Sede]] risalenti a [[Carlo Magno]]). Nella confusa situazione politica, forte fu l'influenza sulla città della potente contessa [[Matilde di Canossa]], schierata con il Papa. Durante questo periodo, Bologna si trasformò notevolmente e sorsero al di fuori delle mura numerose nuove costruzioni, nuovi quartieri e di conseguenza nuove mura e nuove porte.
 
Lo scontro fra papato e impero, così come lo sviluppo demografico ed economico, diedero anche impulso allo studio del diritto. A Bologna, sul finire dell'XI secolo, maestri di [[grammatica]], di [[retorica]] e di [[logica]] iniziano a studiare e riordinare il [[Corpus iuris civilis|diritto giustinianeo]], fondamento legale dell'impero, e a insegnarlo privatamente a scolaresche formate da giovani appartenenti a famiglie ricche, spesso nobili.<ref name=uni>Università di Bologna. [http://www.unibo.it/Portale/Ateneo/La+nostra+storia/NoveSecoli.htm Nove secoli di storia]</ref> Nacque così lo ''Studium'', poi ''Universitas Scholarium'', ovvero l'[[Università di Bologna|Università]] (datata in seguito [[1088]] da una commissione presieduta da [[Giosuè Carducci]]), che costituirà nei secoli la maggior gloria della città e il più efficiente veicolo della sua fama in ambito europeo, da cui l'appellativo ''Bologna, la dotta''. I primi maestri di cui abbiano notizia furono ''[[Pepo]]'' (Pepone) e ''Warnerio'' ([[Irnerio]]).<ref name=uni/> L'accorrere di studenti italiani e stranieri (soprattutto tedeschi) accompagnarono il risveglio economico ed una crescita politica e culturale.
 
La lotta per le investiture si concluse con la morte della contessa Matilde, nel [[1115]]. I bolognesi insorsero e distrussero la rocca imperiale (di cui resta solo il nome in via Porta di Castello), ma vennero perdonati dall'imperatore [[Enrico V di Franconia|Enrico V]] che concesse l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche,<ref>Tiziana Lazzari. ''[http://books.google.com/books?id=h8y1AAAAIAAJ&pg=PA52&lpg=PA52&source=bl&ots=cbQFo2TKPN&sig=d0jI3EtXxxCYRRqUoampVX4_xlE&hl=it&ei=Hr1PS8SCOoj1_Abikv2lCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CAkQ6AEwAQ#v=onepage&q=&f=false Comitato senza città: Bologna e l'aristocrazia del territorio: secoli IX-XI]''. Dipartimento di storia dell'Università di Torino. 1998</ref> con un ''[[Diploma di Enrico V (1116)|Diploma]]'' firmato a [[Governolo]] il 15 maggio fra il cancelliere imperiale Burcardo e Irnerio stesso, a capo di una delegazione di dieci bolognesi.<ref>[https://archive.is/20121209165103/www.appuntiunira.net/Giurisprudenza/Storia%20del%20Diritto%20Italiano/Lezioni%2005-06/Lezioni%2098-150.ppt Un'età senza giuristi]</ref><ref name=parma>Girolamo Arnaldi. ''{{collegamento interrotto|1=[http://www.itinerarimedievali.unipr.it/v2/pdf/A_arnaldi_maestri_studenti_bologna.pdf A Bologna tra maestri e studenti] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}''. Itinerari medievali. Università di Parma.</ref> Da questo atto si fa convenzionalmente risalire l'origine di quell'organismo che verrà chiamato [[Comune medievale|Comune]]<ref name=parma/> (anche se i consoli sono menzionati già dal [[970]]), inizialmente composto da elementi aristocratici, in particolare giuristi.
 
=== Le lotte contro l'autorità imperiale ===
Il comune partecipò alla lotta contro il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] disceso in [[Regno d'Italia|Italia]] per restaurare l'autorità imperiale. Dopo un periodo di buoni rapporti in cui l'imperatore concesse privilegi agli studenti con l'[[Dieta di Roncaglia|Editto di Roncaglia]], l'insofferenza dei cittadini determinò una serie di urti insanabili che costrinsero il Comune di Bologna a un atto di sottomissione: pagò un'ammenda spianando mura e fossati per evitare una probabile punizione più severa. Non appena il Barbarossa tornò in [[Storia della Germania|Germania]], però, i bolognesi insorsero uccidendo il podestà imperiale [[Bezo]] e aderirono alla [[Lega Lombarda]] che nel [[1176]] inflisse all'imperatore la [[Battaglia di Legnano|sconfitta di Legnano]].
[[File:Bologna-Canale a San Vitale-DSCF7127.JPG|thumb|left|Il [[Canali di Bologna##Canali Cavaticcio e delle Moline|canale delle Moline]]|alt=]]
Successivamente, in seguito alla [[pace di Costanza]] del [[1183]], Bologna ottenne una serie di privilegi tra cui quello di poter coniare [[moneta]]. Il Comune iniziò un processo democratico che accentuò la pressione di nuovi ceti emergenti ai danni della vecchia classe aristocratica di origine [[Feudalesimo|feudale]]. Questo processo portò ad esempio ad uno dei primi atti nella storia di abolizione della schiavitù (''[[Liber Paradisus]]'', 1256). Bologna fu la città che si avvantaggiò maggiormente dalle lotte tra i comuni e tese ad espandersi verso [[Modena]], la [[Romagna]] e verso [[Pistoia]] con la conseguenza di accendere rivalità secolari.
 
Fra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]] la città conobbe una forte espansione, anche edilizia: fu il periodo delle [[Torri di Bologna|torri e delle ''case-torri'']] (la [[torre degli Asinelli]] fu iniziata nel [[1109]]). Nel Duecento il centro si rinnovò con il sorgere dei palazzi comunali attorno alla [[Piazza Maggiore]] e con la costruzione della [[Palazzo del Podestà (Bologna)|torre dell'Arengo]] in cui si trovava la campana che serviva a radunare le assemblee popolari. Vennero inoltre costruite le grandi chiese di [[Basilica di San Francesco (Bologna)|San Francesco]] e [[Basilica di San Domenico (Bologna)|San Domenico]]. Bologna diventò uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a una fitta rete di [[Canali di Bologna|canali]] che permettevano il transito di grandi quantità di merci, nonché la produzione di energia idraulica necessaria ad alimentare numerosi mulini per la fiorente [[industria tessile]] [[seta|serica]].
[[File:Enzo Codice Chigi.JPG|thumb|left|Re Enzo viene fatto prigioniero dalle truppe bolognesi|alt=]]{{Vedi anche|canali di Bologna|Torri di Bologna}}
Alla fine del Duecento, con i suoi 60.000 abitanti, Bologna era la quinta città europea per popolazione (dopo [[Cordova]], [[Parigi]], [[Venezia]] e [[Firenze]]), al pari con [[Milano]] ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia. L'intenso sviluppo demografico è testimoniato dall'ampliamento delle [[Mura di Bologna|cerchie murarie]]: terminata da poco la cerchia ''dei torresotti'', l'espansione urbana riferibile soprattutto ai ceti artigiani rese necessaria la costruzione di una [[Mura di Bologna#La terza cinta: la Circla|nuova cinta muraria]], progettata nei primi decenni del [[XIII secolo|Duecento]] e terminata alla fine del [[XIV secolo|Trecento]] (segnata ancora dagli odierni [[Viali di Circonvallazione (Bologna)|viali di circonvallazione]]). Non si hanno molte notizie, ma esisteva anche una comunità ebraica, visto che, sul finire del XIII secolo, ne venne chiamato in visita, da [[Forlì]] dove risiedeva, il celebre rabbino [[Hillel ben Samuel]].
 
I ceti più produttivi impressero alla politica una svolta decisamente antiaristocratica e il comune, rafforzato, si riaccese contro l'Imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Bologna aderì alla [[Lega Lombarda#La_seconda_Lega_Lombarda|seconda Lega Lombarda]], in un periodo di lotte che la videro opporsi principalmente alle città della Romagna e alla vicina [[Modena]] la quali, guidata da fazioni ghibelline, avevano assunto posizioni filo-imperiali. Nel [[1249]] Bologna attaccò Modena, sconfiggendo l'esercito imperiale nella [[battaglia di Fossalta]] e catturando il figlio dell'imperatore [[Federico II]] [[Enzo di Sardegna|Enzo di Svevia]], il quale venne condotto a Bologna e tenuto prigioniero fino alla morte nel [[Palazzo Re Enzo|palazzo che ancora oggi porta il suo nome]]. Bologna impose dure condizioni a Modena e obbligò alcune città della [[Romagna]] a riconoscere la propria supremazia.
 
=== Guelfi e ghibellini ===
[[File:Casa Isolani.pano.jpg|left|thumb|Casa [[Isolani (famiglia)|Isolani]], XIII secolo|299x299px|alt=]]
 
Fra il Duecento e il Trecento le lotte tra [[guelfi e ghibellini]] infiammarono anche la politica cittadina e del contado. In particolare, gli [[Anni 1270|anni '70 del Duecento]] furono caratterizzati da violentissimi scontri fra le fazioni ghibelline dei [[Lambertazzi]] e quelle guelfe dei [[Geremei]]. Esse culminarono nel [[1274]] con l'espulsione di circa 12.000 esponenti dei Lambertazzi, che ripararono in Romagna, soprattutto a Forlì e a Faenza. Questo offrì il pretesto alla ormai completamente guelfa Bologna per attaccare la ghibellina [[Storia di Forlì|Forlì]] l'anno successivo. Il tentativo fallì e le truppe ghibelline di [[Guido da Montefeltro]], di [[Maghinardo Pagani]] e di Teodorico degli [[Ordelaffi]], misero in fuga i bolognesi presso il fiume [[Senio]], al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a [[Forlì]], e Bologna perse la supremazia sulla Romagna.
[[File:Communal fight in Bologna (Sercambi).jpg|thumb|left|Combattimento fra Guelfi e Ghibellini a Bologna|alt=]]
Dalla svolta politica di Bologna verso un guelfismo radicale trasse profitto il papato, che in quel periodo stava ristabilendo il controllo territoriale sulla penisola. Nel [[1278]] il governo guelfo prestò giuramento e fedeltà al [[Papa Niccolò III]], che da quel momento divenne sovrano di Bologna. In linea con la sua politica [[Nepotismo papale|nepotista]], il Papa nominò suo nipote [[Bertoldo Orsini]] governatore della città. Attraverso la mediazione papale si raggiunse nel 1279 una fragile pace cittadina che permise il ritorno della maggior parte dei Lambertazzi fuoriusciti. Tuttavia le lotte si riaccesero ben presto, e già l'anno successivo i Lambertazzi vennero cacciati nuovamente e definitivamente.
 
Protrattesi anche nel [[XIV secolo|Trecento]], le continue lotte tra guelfi e ghibellini determinarono un calo della popolazione cittadina e una continua belligeranza con Modena, che sfociò nel [[1325]] nella disfatta di [[Battaglia di Zappolino|Zappolino]]. A seguito della sconfitta, Bologna si affidò ancora una volta alla tutela papale, la cui corte nel frattempo si era [[Cattività avignonese|trasferita ad Avignone]]. Vedendo in Bologna una possibile testa di ponte per un rientro in Italia, il [[Papa Giovanni XXII]] nominò nel [[1327]] [[cardinale legato]] di Bologna il nipote [[Bertrand du Pouget]], il quale instaurò un regime autoritario malvisto dai bolognesi.<ref>{{cita web|url=http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-200504/xw-200504-a0012|autore=Elisabetta Landi|sito=Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna|titolo=C'era una volta il maniero di Bertrando|accesso=01 gennaio 2019}}</ref> A seguito di serie di rivolte, nel [[1334]] il cardinale legato fu cacciato a furor di popolo e, dopo un breve e turbolento intermezzo comunale, ebbe inizio la [[signoria cittadina|signoria]] di [[Taddeo Pepoli]], definita da alcuni studiosi una cripto-signoria, perché la famiglia cercò di governare ponendosi come primi tra pari piuttosto che come veri e propri signori della città. La signoria dei Pepoli terminò poco dopo la morte di Taddeo (avvenuta nel [[1347]]), giacchè tre anni dopo i suoi figli furono costretti a vendere la città ai [[Visconti]] di [[Milano]]. L'anno seguente Bologna venne colpita dalla [[peste nera]], che causò circa 17.000 morti, riducendo la città a 25.000 abitanti.
 
=== Il dominio visconteo, la restaurazione pontificia e l'interludio comunale ===
[[File:ColegioEspañaBoloniaNevado03.JPG|sinistra|miniatura|256x256px|Il [[Collegio di Spagna]]|alt=]]
Una volta acquisito il controllo su Bologna, l'[[arcivescovo]] [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] affidò il controllo della città a [[Giovanni Visconti da Oleggio]], il quale però ne approfittò per farsi nominare signore di Bologna pochi anni dopo. Della lotta che seguì fra l'Oleggio e [[Bernabò Visconti]] per il controllo della città approfittò il [[cardinale]] [[Egidio Albornoz|Egidio d’Albornoz]], legato del Papa in Italia. A seguito di complesse trattative, il cardinale ottenne nel [[1360]] la consegna di Bologna da parte dell'Oleggio, in cambio della signoria di [[Fermo]]. Bologna tornava così sotto il controllo dello Stato della Chiesa. A questo periodo risale la fondazione del [[Collegio di Spagna]], voluto dallo stesso cardinale d'Albornoz.
 
A seguito di una nuova rivolta cittadina nel marzo [[1376]], culminata con la cacciata del vicario pontificio, la città ripristinò per circa 25 anni le strutture comunali. La borghesia riuscì ad estromettere i capi delle grandi famiglie aristocratiche al potere, affidando a [[Giovanni da Legnano]] la carica di rappresentante pontificio in città. La restaurazione dell'autonomia comunale, detta "Signoria del popolo e delle arti", portò buoni effetti per Bologna e sorsero in quel tempo il [[Palazzo della Mercanzia]] e quello [[Palazzo dei Notai|dei Notai]]. Nel [[1390]] si diede inoltre inizio alla costruzione della [[Basilica di San Petronio]], a spese del Comune.
 
=== I Bentivoglio e il Rinascimento ===
[[File:Lorenzo Costa 007.jpg|thumb|left|[[Lorenzo Costa]]. ''Ritratto di [[Giovanni II Bentivoglio]]''|200x200px|alt=]]
Nel 1401 emerse la famiglia destinata a dominare la vita politica di Bologna per tutto il [[XV secolo]]: i [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]]. Bologna era soggetta alla sovranità papale ma nello stesso tempo il possesso della città era un obbiettivo primario della famiglia [[Visconti]] di Milano; quando si instaurò un equilibro tra i vari stati italiani, si crearono le condizioni per favorire l'affermazione stabile e duratura dei Bentivoglio. Nel [[1461]], a seguito dell'assassinio di [[Annibale I Bentivoglio]], l'eredità politica della famiglia passò al figlio giovanissimo [[Giovanni II Bentivoglio|Giovanni II]]. I Bentivoglio consolidarono così una signoria cittadina, di fatto semi-indipendente e per tanto in contrasto con le prerogative papali sulla città.
 
La signoria di Giovanni II durò 46 anni che furono anni di generale equilibrio tra gli stati italiani e stabilì buone relazioni con gli [[Sforza]] di Milano che erano subentrati ai Visconti. La città, ancora legata ad una tradizione [[Gotico (arte)|gotica]], si aprì al [[Rinascimento]] non solo nell'arte ma anche sotto ogni altro aspetto culturale e sociale. Vennero aperte in quel periodo piazza Calderini, le Volte dei Pollaioli, gli slarghi antistanti San Salvatore e San Martino. Inoltre vennero restaurati e abbelliti il [[Palazzo del Podestà (Bologna)|Palazzo del Podestà]], il Palazzo Pubblico (oggi sede della [[Biblioteca Salaborsa]]) e il carrobbio di [[Mura di Bologna#La prima cinta: la Cerchia di Selenite|Porta Ravegnana]], mentre a partire dal [[1460]] venne costruito il [[palazzo Bentivoglio]], residenza di [[Sante Bentivoglio]].
 
Un accordo stipulato dal [[Papa Giulio II]] con [[Luigi XII di Francia]] provocò nel [[1506]] l'allontanamento dalla città e il successivo esilio di Giovanni II Bentivoglio. Il palazzo dei Bentivoglio venne distrutto a furor di popolo, lasciando un cumulo di macerie (il ''guasto dei Bentivoglio'', gli attuali [[Giardino del Guasto|Giardini del Guasto]]).
 
== L'annessione allo Stato pontificio ==
[[File:Corte-entrada-toledo.jpg|thumb|left|223x223px|Cavalcata di [[Carlo V d'Asburgo]] e [[Papa Clemente VII]] a Bologna, a seguito dell'incoronazione.]]
A seguito della cacciata dei Bentivoglio, Bologna venne annessa dallo Stato Pontificio: si aprì così una lunga fase di stasi politica in cui la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] rimase per tre secoli padrona incontrastata della città, reggendo un sistema congiunto di monarchia e di oligarchia aristocratica, con il potere politico diviso fra un [[legato pontificio]] e un Senato di 40 membri.
 
Gli unici avvenimenti di portata storica rilevante di quel tempo accaddero il 24 febbraio [[1530]] nella [[Basilica di San Petronio]] dove [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] venne incoronato imperatore per mano del [[papa Clemente VII]] e nel [[1547]] quando il [[Concilio di Trento]] fu traslato a Bologna per qualche mese.{{Vedi anche|Incoronazione di Carlo V}} Internamente invece si videro ripetuti scontri tra Senato e potere papale e nel [[1585]] [[Papa Sisto V]] fece giustiziare il senatore [[Giovanni Pepoli]] dando una lezione alla riottosa nobiltà bolognese e allargando il senato a cinquanta membri.
[[File:Senatori bologna.jpg|thumb|left|222x222px|Stampa d'epoca riportante nomi, cognomi e stemma familiare dei 50 senatori bolognesi]]
 
L'Università mantenne la sua fama per tutto il [[XVI secolo|Cinquecento]], legata alla presenza di illustri professori di [[legge]], [[medicina]], [[filosofia]], [[matematica]] e [[scienze naturali]]; nel [[1563]] fu costruito l'[[Archiginnasio di Bologna|Archiginnasio]] come sede unica dell'insegnamento Universitario. Sempre sul piano culturale si ricorda l'istituzione dell'[[Accademia Filarmonica di Bologna|Accademia Filarmonica]] ([[1666]]). Nel [[1564]] si inaugurò la [[Fontana del Nettuno (Bologna)|piazza del Nettuno]] e fra il [[1565]] e il [[1568]] il [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]] sistemò il lato orientale di piazza Maggiore con la facciata del [[Palazzo dei Banchi]]. Fra i lavori pubblici vanno ricordati l'apertura dell'attuale piazza Galvani ([[1563]]), il nuovo porto sul canale Navile ([[1581]]) e l'apertura di via Urbana ([[1630]]). Le cinquanta [[Famiglie senatorie bolognesi|famiglie senatorie]] elevarono, a loro volta, palazzi che costituivano immagine visibile del rango della potenza del casato.
 
L'andamento demografico crescente dai 50.000 ai 72.000 abitanti nell'arco di un secolo, attesta un periodo di fioritura delle tradizionali industrie bolognesi. Tuttavia, verso la fine del [[XVI secolo]] queste ultime cominciarono ad entrare in crisi per via della concorrenza estera e nel [[1595]] Bologna si era ridotta a meno di 60.000 abitanti. La ripresa economica successiva venne stroncata da calamità naturali ed epidemie che ridussero la popolazione a 46.000 abitanti nel [[1630]]. La città si trasformò lentamente, mentre lo Studio cominciò il suo declino, che però non toccò il campo dell'arte, in cui Bologna raggiunse una posizione di rilievo assoluto nella pittura coi [[Carracci]], [[Guido Reni]], il [[Guercino]] e le loro fiorenti scuole. Nacque anche una scuola di architetti e pittori scenografi che acquistò, col [[Ferdinando Galli da Bibbiena|Ferdinando Bibiena]] ed il figlio [[Antonio Galli da Bibbiena|Antonio]], una fama di livello europeo.
 
== L'illuminismo e l'età napoleonica ==
Dopo la metà del [[XVII secolo]] ci fu un rinnovato interesse per le scienze fisiche e l'influenza del razionalismo matematico e filosofico. Il glorioso Studio era tagliato fuori dai più moderni indirizzi scientifici e verso la fine del secolo, il Conte [[Luigi Ferdinando Marsili]], convinto che l'istituzione universitaria non fosse riformabile, fondò, contro la volontà del Senato ma con l'appoggio del cardinale Casoni e del [[papa Clemente XI]], l'[[Istituto delle Scienze (Bologna)|Istituto delle Scienze]].
[[File:Baiocco 1795.jpg|thumb|left|[[Baiocco]] bolognese del 1795 emesso da Pio VI|242x242px]]
Un uomo di grande cultura, il bolognese Prospero Lambertini (poi [[papa Benedetto XIV]]), rilanciò gli studi di storia ed erudizione, favorì l'Istituto di Scienze con doni di materiale scientifico della propria biblioteca e incoraggiò arte e scienza in diversi modi. La scossa culturale lambertiniana aggiunse alla cattedra di matematica superiore quelle di [[Meccanica (fisica)|meccanica]], [[fisica]], [[algebra]], [[ottica]], [[chimica]] e [[idrometria]]. In seguito la maggior diffusione delle idee [[Illuminismo|illuministiche]] contagiò anche la corte papale. L'azione del [[papa Pio VI]] ebbe effetto per Bologna quando nel [[1780]] il cardinale Boncompagni pubblicò una serie di riforme economiche rivolte al riequilibrio della finanza pubblica. Nel [[1785]], però, Boncompagni lasciò la legazione di Bologna e le riforme si arenarono.
 
Nel [[1789]] scoppiava a Parigi la [[Rivoluzione francese]]. Ispirati dalle notizie provenienti da oltralpe sull'abbattimento dell<nowiki>'</nowiki>''anciènt régime'' e da ideali liberali patriottici, nel [[1794]] gli studenti [[Luigi Zamboni]] e [[Giovanni Battista De Rolandis]] tentarono di organizzare un'insurrezione contro lo Stato Pontificio. Con il probabile aiuto di una spia francese, [[Antoine Christophe Saliceti]], si procurarono alcuni fucili, fecero confezionare distintivi colorati (coccarde, rosette e tracolle) e prepararono cinquanta manifesti da distribuire ai cittadini bolognesi.<ref>Ugo Lenzi,[http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/media/files/ancora_tre_colori.pdf Ancora per i tre colori], Milano, 1912.</ref> Traditi da una spiata, furono costretti ad anticipare il giorno della rivolta alla notte fra il 13 e il 14 novembre, limitandosi a distribuire manifesti e coccarde. Complice un violento temporale, la sollevazione fallì e i due furono costretti alla fuga verso la Toscana. Arrestati e torturati dall'Inquisizione, Zamboni venne trovato morto nella sua cella il 18 agosto [[1795]], mentre De Rolandis venne giustiziato pubblicamente il 23 aprile [[1796]].<ref>[http://www.radiomarconi.com/marconi/carducci/sommossa_di_bologna.html La sommossa di Bologna]</ref>
 
Il 19 giugno 1796 [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] giunse a Bologna e dichiarò decaduto il governo pontificio restituendo a Bologna la sostanza del suo antico governo. I poteri venivano così provvisoriamente concentrati al Senato che però avrebbe dovuto giurare fedeltà alla [[Repubblica Cisalpina]]. Con questa mossa politica, Napoleone si guadagnò la benevolenza dell'aristocrazia bolognese e Bologna si orientò nella direzione (opposta a quella romana) del rinnovamento sociale e culturale dell'Europa laica e borghese. La politica napoleonica fece prevedere un clima di aspettative nei confronti delle nuove trasformazioni della società, e per questo venne innalzato in [[Piazza Maggiore]] l'''albero delle libertà'' mentre un gruppo di illustri giuristi bolognesi iniziava a preparare il testo di una nuova costituzione che venne approvata definitivamente il 4 dicembre [[1796]], la prima costituzione democratica di quella che sarà l'Italia.
[[File:Bologna-Teatro in via dell'Indipendenza-DSCF7225.JPG|thumb|left|223x223px|L'Arena del Sole, inaugurata nel 1810]]
Negli anni seguenti, in seguito al provvedimento che prevedeva la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei loro beni, molti dei settanta conventi presenti in città furono trasformati in uffici, scuole, caserme o venduti a privati. Tra le trasformazioni più importanti vi fu quella del convento dei [[monaci certosini]] destinato a diventare il cimitero di Bologna (il [[cimitero monumentale della Certosa di Bologna]]) e l'acquisto da parte di [[Antonio Aldini]] del convento dei frati dell'Osservanza, sull'omonimo colle di Bologna, il quale costruì una villa abbattendo buona parte del complesso, di cui resta solo la [[Rotonda della Madonna del Monte]] inglobata nella sala da pranzo. Vennero inoltre fondati il [[Conservatorio Giovanni Battista Martini|liceo musicale]] (all'interno del [[Basilica di San Giacomo Maggiore|convento di S. Giacomo]]), l'[[Accademia di belle arti di Bologna|Accademia delle belle arti]] (al posto della chiesa di Sant'Ignazio e del noviziato gesuitico), il [[teatro del Corso]] e il [[teatro Contavalli]] (oggi entrambi scomparsi, il primo a causa degli eventi bellici, il secondo per incuria), l'[[Arena del Sole]] (costruito sull'area del convento delle [[monache domenicane]] di S. Maria Maddalena), e fu terminato il portico che porta al [[santuario della Madonna di San Luca]]. Nello stesso periodo l'architetto [[Giovanni Battista Martinetti|Giovan Battista Martinetti]] diede alla collina di macerie vicino a [[porta Galliera]] l'attuale sistemazione del [[Giardino della Montagnola]].
 
== L'Ottocento ==
=== La Restaurazione e il Risorgimento ===
[[File:Angiolini lith. - Bologna, combattimento alla Montagnola, 8 Agosto 1848 - ca. 1850.jpg|thumb|left|Il combattimento della Montagnola, rappresentato in una litografia su disegno di Achille Frulli.]]
La [[Restaurazione]] influenzò negativamente l'attività intellettuale e alimentando solo le azioni cospirative delle sette, in particolare quella del [[Carboneria|gruppo carbonaro]] dei Guelfi. Essi sostenevano già l'idea di un'Italia unita ma fu solo con i moti risorgimentali spontanei di ribellione del [[1831]] (che dilagò in tutte le [[Province Unite Italiane]] di cui Bologna era capitale) che ottennero una vasta adesione della cittadinanza.
 
====L'8 agosto 1848====
L'episodio più rilevante del risorgimento bolognese fu la battaglia dell'8 agosto [[1848]] contro gli austriaci. Questa sembra che sia stata scatenata da un incidente in una trattoria, dove un ufficiale [[Impero austriaco|austriaco]] era stato malmenato. Ciò fornì un pretesto al generale austriaco [[Ludwig von Welden|Franz Ludwig Welden]], che distolse 7.000 uomini dall'assedio di Venezia e ordinò l'occupazione della città felsinea. La città, però, l'8 agosto 1848 si sollevò e [[Invasione austriaca delle Legazioni pontificie|gli austriaci dovettero abbandonarla]]. Alla rivolta parteciparono moltissimi popolani (fra cui i facchini del Borgo di San Pietro), e cittadini armati in maniera approssimativa; questa ebbe come centro la [[Giardino della Montagnola|Montagnola]] e la piazza antistante (poi chiamata [[piazza VIII Agosto]], dove sorge un [[Monumento ai caduti del VIII Agosto 1848|monumento a memoria dei caduti]]). Per tutta la giornata gli austriaci non riuscirono prevalere e a sera furono costretti a ripiegare, fuggendo dalla vicina [[Porta Galliera]], l'ultima rimasta ancora nelle loro mani.
 
Gli austriaci persero oltre quattrocento uomini ed i bolognesi una sessantina.<ref>{{cita libro| coautori=P. Gigli, M. Gigli | titolo=Per le vie e le piazze di Bologna | editore=Edizioni del Borgo | città=Città di Castello (PG) | anno=2005 | isbn=88-8457-196-0 }}</ref> Questo valse a Bologna la medaglia alle [[Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"|Città Benemerite del Risorgimento Nazionale]].
 
====L'assedio austriaco del 1849====
[[File:Anonimo - Ugo Bassi condotto al patibolo - litografia - da. 1860.jpg|thumb|left|Ugo Bassi e Giovanni Livraghi condotti al patibolo. Litografia, 1860.]]
Nel febbraio [[1849]] a Roma fu proclamata [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], che dichiarò decaduto il potere temporale della Chiesa. Dal suo esilio di [[Gaeta]], [[Papa Pio IX]] fece richiesta di un intervento armato da parte degli austriaci nello Stato Pontificio. La prima città ad essere presa fu Ferrara (febbraio [[1849]]).
 
Successivamente gli austriaci, guidati dal generale [[Franz von Wimpffen]] si diressero verso Bologna, con due preziosi vantaggi rispetto al precedente attacco di Welden: ora infatti non agivano più come invasori, ma “in nome del [[Papa Re]]”; inoltre von Wimpffen aveva ai suoi ordini 7.000 soldati e 13 cannoni con consistenti rinforzi. L'8 maggio 1849 iniziò l'assalto alla città, difesa da circa 2.000 uomini. A causa della forte resistenza incontrata gli austriaci sospesero l'attacco per attendere rinforzi. Essi giunsero il 14 maggio, facendo salire il numero delle truppe assedianti a 20.000 uomini con un parco d'assedio che iniziò un intenso bombardamento che durò due giorni.
 
Il mattino del 16 una deputazione mandata dal generale Wimpffen fu respinta dal popolo e il bombardamento riprese. Alle 14 Bologna dovette infine arrendersi<ref>{{cita libro |Piero|Pieri|wkautore =Piero Pieri|Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni|1962|Einaudi|Torino|p =422}}</ref> e fu restituita definitivamente alla [[Santa Sede]]. Si insediò il nuovo [[legato pontificio]], il [[cardinale]] [[Gaetano Bedini]], che rimase in quest'incarico fino al [[1852]]. L'8 agosto, nella città occupata, gli austriaci fucilarono il sacerdote barnabita [[Ugo Bassi]] e l'amico [[Giovanni Livraghi]].
 
=== L'unità d'Italia e l'ampliamento della città ===
[[File:Torriartenisiriccadonna.gif|thumb|left|Le torri Artenisi e Ricadonna, abbattute nel 1917-18]]
 
Le truppe austriache abbandonarono Bologna la mattina del 12 giugno [[1859]], a seguito della [[Battaglia di Magenta|sconfitta di Magenta]]. Lasciò Bologna anche l'ultimo Cardinale Legato, [[Giuseppe Milesi Pironi Ferretti]]. La neo-insediata giunta provvisoria di Governo, composta da liberali moderati, deliberò l'annessione di Bologna alla monarchia costituzionale del [[regno di Sardegna]], confermata con il referendum del [[1860]]: si aprì così una nuova stagione politica ed economica per Bologna. Nel [[1861]] fu terminata la [[ferrovia Bologna-Ancona]] e nel [[1864]] il [[Ferrovia Bologna-Pistoia|collegamento con Pistoia]]. La città divenne un importantissimo nodo ferroviario italiano e di conseguenza un notevole centro di importazioni ed esportazioni commerciali.
 
Nel [[1881]] il comune redasse il piano di ampliamento della città che condizionò lo sviluppo di Bologna fin dopo la [[seconda guerra mondiale]]. Si autorizzò l'allargamento di via Rizzoli, che vide la quasi totale distruzione dell'antico [[Mercato di Mezzo]], si realizzò via dell'Indipendenza, completata nel [[1890]], furono avviate le opere delle attuali via Farini e via Garibaldi. Venne iniziata la sistemazione dei [[Giardini Margherita]], fu costruita l'attuale sede del [[Teatro Duse (Bologna)|Teatro Duse]], della Banca d'Italia e completata quella della Cassa di Risparmio. L'ampliamento mutò notevolmente l'immagine della città e l'estensione oltre la [[Mura di Bologna|cinta muraria]] contemplava l'abbattimento della stessa. Solo il protrarsi dei lavori fino al [[1920]] permisero di salvare quasi tutte le porte, fatta eccezione per [[Porta Sant'Isaia]] e [[Porta San Mamolo]], che furono demolite. [[Alfonso Rubbiani]] e [[Giosuè Carducci]] contribuirono a salvare l'attuale immagine del centro storico e le [[Mura di Bologna|antiche porte della città]]. Successivamente vennero restaurati il [[Palazzo d'Accursio|Palazzo del Comune]], [[Palazzo Re Enzo]], [[Palazzo dei Notai]] e [[Palazzo del Podestà (Bologna)|Palazzo del Podestà]] oltre alla [[Basilica di Santa Maria dei Servi|chiesa di Santa Maria dei Servi]] e alla [[Basilica di San Francesco (Bologna)|Basilica di San Francesco]]. La serie di interventi che [[Alfonso Rubbiani]] ed altri eseguirono nel tentativo del recupero delle originali caratteristiche medievali avvennero però, nella maggior parte dei casi, su base documentaria o addirittura sulla libera invenzione, in linea con la moda neo-medievalista dell'epoca.
 
=== I tumulti popolari di fine Ottocento ===
Fin dai primi anni dall'unità d'Italia, la classe dirigente dovette affrontare il problema dell'emancipazione delle classi popolari e il malcontento operaio, indirizzate dai [[Moti mazziniani|mazziniani]] ed escluse fino ad allora dalla rappresentanza politica. Sull'onda dei primi [[Sciopero|scioperi]] e dei tumulti che scoppiarono nelle primavera del [[1870]] contro il carovita e che ebbero come epicentro la [[Romagna]], venne elaborato un piano di rivoluzione sociale: la cospirazione contadina e operaia prevedeva l'occupazione di Bologna con tremila rivoluzionari romagnoli, che si dovevano unire ai bolognesi in due punti esterni alla città. La polizia, avvertita da una spiata, il 2 agosto arrestò [[Andrea Costa]], organizzatore del moto, allievo dell'anarchico russo [[Michail Bakunin]]. L'insurrezione continuò lo stesso nella notte fra il 7 e l'8 agosto in cui gli [[anarchici]] bolognesi si raccolsero ai [[Prati di Caprara]] per attendere i compagni romagnoli ma l'attesa fu vana perché questi ultimi furono sorpresi e dispersi lungo la strada da [[Imola]] a Bologna dai [[carabinieri]]. Gli anarchici furono processati il 15 marzo [[1876]] ma il processo terminò il 16 giugno con l'assoluzione (o con miti sentenze) di tutti gli imputati grazie alle testimonianze di [[Giosuè Carducci]] e [[Aurelio Saffi]].
 
== Il Novecento ==
=== Età giolittiana ed era fascista ===
[[File:6257 - Bologna - Lapide 1983 - Cortile di Palazzo d'Accursio - Foto Giovanni Dall'Orto, 9-Feb-2008.jpg|upright=1.8|thumb|Lapide commemorativa dell'attacco squadrista del 21 novembre 1920, giorno dell'insediamento del consiglio comunale.]]
[[File:Bologna 31 ottobre, Mussolini poco prima dell'attentato Zamboni.jpg|thumb|Bologna 31 ottobre 1926, Mussolini poco prima dell'attentato di Zamboni.]]
Verso la fine del secolo i cattolici cominciarono la collaborazione coi liberali nella gestione della cosa pubblica che continuò per tutta l'[[Giovanni Giolitti|età giolittiana]]. Il 28 giugno [[1914]] i socialisti vinsero le elezioni amministrative ed il 15 luglio entrò a [[Palazzo d'Accursio]] la prima amministrazione [[socialista]], il sindaco fu [[Francesco Zanardi]]. L'amministrazione Zanardi si distinse nell'opera di difesa dei ceti popolari negli anni della [[prima guerra mondiale]] con una politica atta a calmierare i prezzi dei prodotti alimentari, soprattutto del pane, costruendo persino a spese del comune negozi ed un forno per produrre pane a basso costo (in via Don Minzoni, nell'edificio che oggi ospita il [[Museo d'arte moderna di Bologna|MAMbo]]). Zanardi fu definito per questo il ''sindaco del pane''.<ref>Nazario Sauro Onofri, [http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/stories/detail/141313 Francesco Zanardi, il Sindaco del pane. L'Ente Autonomo dei consumi], Iperbole.</ref>
 
A Bologna nel [[1919]] si contavano 40.000 disoccupati a causa del conflitto. I [[Fascismo|fascisti]] di [[Leandro Arpinati]] ne approfittarono per fare la loro prima comparsa in squadre armate il 29 settembre [[1920]]. Al termine della manifestazione per l'anniversario dell'unità d'Italia aggredirono un gruppo di socialisti e ne ferirono uno a morte. Si instaurò un clima di forte tensione che culminò nei tragici [[Strage di Palazzo d'Accursio|fatti di Palazzo d'Accursio]] del 21 novembre [[1920]]: mentre i cittadini festeggiavano il nuovo sindaco, il [[socialista]] [[Enio Gnudi]], i fascisti entrarono nella piazza. Vennero sparati alcuni colpi di arma da fuoco e la folla si ritrovò fra fascisti e carabinieri che sparavano contro Palazzo d'Accursio e i socialisti che rispondevano al fuoco, mentre una bomba fece una strage nel cortile del municipio: in tutto ci furono 10 morti e 58 feriti. Il tragico avvenimento ebbe risonanza a livello nazionale. Il 3 aprile [[1923]] il regime condannò alcuni militanti comunisti, che però riuscirono a fuggire in [[Russia]].
 
La repressione del regime ebbe un inasprimento dopo la visita ufficiale di [[Benito Mussolini]] il 31 ottobre [[1926]], durante la quale subì un attentato: in quel giorno il duce pronunciava all'[[Archiginnasio di Bologna|Archiginnasio]] il discorso di apertura del Congresso scientifico e al ritorno, mentre l'auto svoltava in via dell'Indipendenza all'altezza di Canton de' Fiori, partirono alcuni colpi di pistola che sfiorarono Mussolini, lasciandolo però illeso. Un gruppo di fascisti si avventò sul quindicenne [[Anteo Zamboni]] massacrandolo con i pugnali. In seguito a questo attentato finì in Italia la libertà di stampa e vennero sciolti i partiti antifascisti.
 
Nel ventennio fascista avvennero cambiamenti nel tessuto sociale ed urbanistico: il Littoriale (oggi [[Stadio Renato Dall'Ara]]), l'ampliamento del policlinico Sant'Orsola, gli Istituti Universitari di via Belmeloro ed Irnerio, la Facoltà di Ingegneria, il Liceo Scientifico A. Righi, la sistemazione dell'attuale via Marconi, il [[Villaggio della Rivoluzione Fascista]], attuale via Bandiera. Nuove vie di comunicazione vennero aperte e la città raggiunse i 300.000 abitanti.
 
=== La seconda guerra mondiale e il dopoguerra ===
[[File:Rifugi-bo.jpg|thumb|left|Ancora oggi sono visibili su alcuni muri indicazioni per i rifugi antiaerei]]
L'importanza della città come grande centro urbano di raccordo tra nord e centro, ed in particolare il valore strategico del suo [[ferrovia|nodo ferroviario]] resero Bologna un obiettivo primario da parte dei comandi Alleati durante la [[seconda guerra mondiale]]: nella notte fra il 15 e il 16 luglio [[1943]] cominciarono ripetuti bombardamenti aerei, i cui obiettivi erano essenzialmente strategici, ma con un raggio d'azione talmente vasto da coinvolgere gran parte del tessuto urbano e della popolazione. I bombardamenti si protrassero fino alla primavera del [[1945]], causando gravi distruzioni ed oltre tremila morti. L'attacco più sanguinoso fu quello del 25 settembre 1943, quando i [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17]] alleati piombarono sulla città senza essere avvistati (e quindi senza il tempo di avvisare la popolazione), uccidendo almeno 936 persone.<ref>[http://memoriadibologna.comune.bologna.it/bombardamenti-aerei-subiti-da-bologna-95-evento Bombardamenti aerei subiti da Bologna], Storia e Memoria di Bologna</ref>
 
Fermo fu il totale rifiuto dei bolognesi alla [[Repubblica Sociale Italiana|repubblica fascista]] e all'invasore tedesco, e altrettanto tenace fu la [[Resistenza italiana|resistenza dei partigiani]] che contribuì alla cacciata di fascisti e tedeschi con un tributo di sangue non indifferente: l'episodio più sanguinoso fu la [[battaglia di Porta Lame]] combattuta dalle forze partigiane il 7 novembre [[1944]]. Con l'avanzata degli alleati da sud, i [[nazifascismo|nazifascisti]] si ritirarono lasciandosi dietro una terribile scia di sangue: a questi ultimi mesi di guerra risalgono infatti le stragi di [[Strage di Marzabotto|Marzabotto]], di [[Monumento di Monte Sabbiuno|Sabbiuno]], di [[Eccidi di San Ruffillo|San Ruffillo]] e molte altre.
 
All'alba del 21 aprile [[1945]], dopo il ritiro dei tedeschi dalla città durante la notte e l'occupazione da parte di gruppi partigiani dei principali edifici pubblici, fecero ingresso in città da punti diversi le truppe alleate: i soldati del [[II Corpo polacco]] dell'[[Eighth Army (British Army)|Ottava armata britannica]], guidati dal generale [[Władysław Anders]] e parte della "[[Brigata Maiella]]", costituita da partigiani abruzzesi; i reparti avanzati della 91ª e [[34th Infantry Division|34ª divisione]] USA; l'87º reggimento fanteria del [[gruppi di Combattimento|gruppo di combattimento italiano "Friuli"]], comandato dal generale [[Arturo Scattini]]; i [[bersaglieri]], gli [[alpini]] e gli [[arditi]] del [[Gruppi di Combattimento#Gruppo di Combattimento "Legnano"|gruppo di combattimento "Legnano"]]; i [[Paracadutista|paracadutisti]] e i [[1º Reggimento "San Marco"|marò]] del [[Gruppi di Combattimento#Gruppo di Combattimento "Folgore"|gruppo di combattimento "Folgore"]]. I cittadini bolognesi accorsero nelle strade del centro, festeggiando l'ingresso dei soldati nella città liberata.<ref>[http://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1945/352#top La liberazione di Bologna], Cronologia cittadina sul sito della [[Biblioteca Salaborsa]].</ref> Lo stesso giorno [[Giuseppe Dozza]] venne nominato sindaco dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]] e riconfermato successivamente per vent'anni dai cittadini bolognesi.
[[File:Partigiani sfilano su automezzi a Bologna.jpg|thumb|21 aprile 1945, i partigiani sfilano nella Bologna liberata.|257x257px]]
 
Alla fine del conflitto, molte industrie erano gravemente danneggiate, come la rete ferroviaria e quelle stradali, idrica, elettrica, fognaria e del gas. Ma soprattutto molti dei suoi edifici più celebri (il 44 per cento del suo patrimonio edilizio storico) apparivano distrutti o danneggiati: la [[Basilica di San Francesco (Bologna)|Basilica di San Francesco]], l'[[Archiginnasio di Bologna|Archiginnasio]], la [[Palazzo della Mercanzia|Loggia dei Mercanti]], il monumento sepolcrale [[Rolandino de' Passaggeri]], il [[Teatro del Corso]], la [[chiesa di San Giovanni in Monte]], l'[[Oratorio di San Filippo Neri (Bologna)|Oratorio di San Filippo Neri]] e la casa di [[Guglielmo Marconi]].
La nuova amministrazione si impegnò a fondo in ambito edilizio - soprattutto nella ricostruzione dei numerosi edifici monumentali danneggiati e nella realizzazione di piani urbanistici per l'edilizia popolare. Nel [[1955]] approvò il nuovo piano regolatore e si avviò verso il boom economico; nel luglio 1967 fu inaugurata a Bologna [[Raccordo autostradale 1|la prima tangenziale d'Italia]], realizzata su progetto degli ingegneri Francesco Fantoni e Giorgio Mondini.<ref>[http://www.bolognachecambia.it/fuori%20porta%20la%20tangenziale.htm La tangenziale], Bologna che cambia</ref> Nel [[1968]] prese avvio il piano [[Kenzō Tange|Tange]], nacque il [[Fiera di Bologna|quartiere fieristico]] e la città degli affari, rappresentati dalle nuove torri fuori [[Mura di Bologna|Porta Mascarella]]. Si ampliò l'[[Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|aeroporto]] che nel [[2004]] divenne uno scalo intercontinentale.
 
=== Gli ''anni di piombo'' e la strage di Bologna ===
{{vedi anche|Fatti di Bologna dell'11 marzo 1977|Francesco Lorusso|Strage di Bologna}}
[[File:Blindati bologna.jpg|thumb|left|Blindato fermo in una via di Bologna durante i [[Fatti di Bologna dell'11 marzo 1977]]|229x229px]][[File:Stragedibologna-1.jpg|thumb|La Stazione di Bologna dopo l'esplosione|278x278px]]
Dal dopoguerra la città è stata sempre un baluardo e fiore all'occhiello delle amministrazioni di sinistra (l'appellativo ''Bologna la Rossa'', che originariamente derivava dal colore dei mattoni dei palazzi del centro storico, iniziò ad avere un significato politico). Gli [[anni 1970|anni settanta]], in [[Italia]], furono gli [[anni di piombo]] dei terroristi, dell'esplosivo delle [[stragismo|stragi]], di una realtà sociale schiacciata da un'[[inflazione]] del 20 per cento.
 
Anche a Bologna il clima si surriscalda: studenti universitari manifestano contro il governo e la [[polizia]]. L'11 marzo [[1977]], durante un corteo studentesco, [[Francesco Lorusso]] viene ucciso dai carabinieri. La morte del giovane provoca numerose iniziative di protesta, alcune delle quali degenerano in tumulti e violenze; il ministro degli interni [[Francesco Cossiga]] dispone l'invio di mezzi militari cingolati nella zona universitaria.<ref>[http://www.tmcrew.org/movime/mov77/univers.htm Alcune immagini dell'evento]</ref> L'impatto psicologico fu notevole - i mezzi militari che percorsero via Zamboni vennero generalmente percepiti e descritti come ''carri armati''.
 
Ma gli anni del terrore culmineranno a Bologna il 2 agosto [[1980]], quando una bomba di eccezionale potenza scoppia nella sala d'attesa di seconda classe della stazione dei treni. L'esplosione, che investe anche alcuni vagoni fermi sotto la pensilina, provoca 85 morti ed oltre 200 feriti: è la [[strage di Bologna]]. Si tratta del più grave attentato mai compiuto in Italia: esso si inserisce in un momento molto difficile nella storia italiana degli ultimi cinquanta anni. Per la strage di Bologna sono stati condannati all'ergastolo, dopo un lungo iter processuale, due esponenti dell'estremismo di destra: [[Francesca Mambro]] e [[Valerio Fioravanti]]. I due terroristi, che hanno ammesso il loro coinvolgimento diretto in altri fatti di sangue, per quanto riguarda la strage di Bologna si sono sempre proclamati innocenti. L'ex capo della loggia massonica [[P2]], [[Licio Gelli]], l'ex agente del [[SISMI]] [[Francesco Pazienza]] e gli ufficiali del servizio segreto militare [[Pietro Musumeci]] e [[Giuseppe Belmonte]] sono stati a loro volta processati e condannati per aver depistato le indagini.
 
== Storia recente ==
{{vedi anche|Banda della Uno bianca|Banda Bechis}}
[[File:Strage Pilastro 4 gennaio 1991.jpg|miniatura|La strage del Pilastro, dove persero la vita tre carabinieri sotto i colpi della banda della Uno Bianca]]
Il 4 gennaio [[1991]], nell'area del [[quartiere San Donato]] nota come "Pilastro", la [[banda della Uno bianca]] uccise 3 carabinieri. La strage venne inizialmente rivendicata dalla [[Falange Armata]]. In seguito ad altre azioni criminali in quegli anni (in tutto 103), la banda uccise 24 persone e ne ferì 102,<ref>Misteri d'Italia, [http://www.misteriditalia.it/unobianca/vittime/LECIFREDELLAUNOBIANCA.pdf Le cifre terribili della Uno Bianca]</ref> finché nel novembre [[1994]] vennero catturati i fratelli Savi e altre persone dell'organizzazione: tutti poliziotti, eccetto Fabio Savi.
 
Nel periodo compreso tra gli [[anni 1930|anni trenta]] e [[anni 1950|cinquanta]] la sua casa di Pescara, fu cenacolo letterario a cui presero parte anche personalità come [[Giovanni Gentile]], [[Alfredo Luciani]] (con cui avrebbe fondato, nel 1934, il cenacolo culturale chiamato ''Casa di Poesia''), [[Ignazio Silone]], [[Domenico Tinozzi]], [[Michele Cascella]] ed [[Ennio Flaiano]].
Nel [[1999]], dopo 50 anni di giunte "rosse", arrivò un brusco cambiamento politico: il 27 giugno 1999 [[Giorgio Guazzaloca]], candidato sindaco del centro-destra, venne eletto sindaco di Bologna. Il 19 marzo [[2002]] venne ucciso a Bologna dalle [[Nuove Brigate Rosse]] il professore [[Marco Biagi]], noto giuslavorista e consulente di diversi ministri del lavoro negli anni precedenti.
 
Autore di numerose opere poetiche in lingua italiana e alcune in vernacolo abruzzese, Luigi Polacchi ebbe giudizi lusinghieri da [[Benedetto Croce]], [[Giuseppe Antonio Borgese]], [[Gabriele D'Annunzio]], [[Luigi Pirandello]] ed altri. Con il poema epico ''Italide'', di oltre 58.000 versi, suddivisi in 62 canti. Polacchi si è proposto come cantore del [[Risorgimento]] italiano. Il suo ''Poema nazionale degli italiani'' resta sicuramente il più eminente tentativo di leggere la conquista dell'[[Unità d'Italia]] in chiave lirico-epica. Già i primi versi ("''Cantiam la Patria o bel coro italiano/ come risorse una libera e forte...''") annunciano il suo gusto classico e antidecadente.
La maggioranza in Comune tornò al centro-sinistra nel [[2004]] con l'elezione a primo cittadino di [[Sergio Cofferati]], sostenuto dall'intera coalizione del[[l'Ulivo]] e dell'[[Italia dei Valori]], con la partecipazione determinante della cittadinanza attiva (85 movimenti e associazioni, molte delle quali diedero vita nel [[2005]] alla [[Rete Unirsi]]). Cofferati non si ricandidò per le elezioni amministrative del 2009, alle quali venne eletto sindaco [[Flavio Delbono]], il quale però si dimise nel gennaio [[2010]], a seguito dell'apertura di un'indagine per reati di [[peculato]], [[truffa]] aggravata ed [[abuso d'ufficio]] relativamente al periodo nel quale ricopriva la carica di vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Il 16 maggio [[2011]], dopo 15 mesi di commissariamento del comune da parte del commissario prefettizio [[Annamaria Cancellieri]], viene eletto il nuovo sindaco [[Partito Democratico (Italia)|democratico]] [[Virginio Merola]].
 
Come saggista ha scritto una storia politica e letteraria degli Abruzzi: ''Da Melchiorre Delfico a Clemente De Cesaris''. Come studioso di letteratura ha lasciato commenti critici sulle opere di Papini, [[Clemente De Caesaris]], [[Cesare De Titta]], [[Modesto Della Porta]] ed altri. Come memorialista ha raccontato le vicende della [[Prima guerra mondiale|Grande guerra]] nelle ''Memorie di un sottotenente''.
== Note ==
Fu volontario nella Prima Guerra Mondiale, combattente sull'[[Isonzo]] e ad [[Asiago]] e raggiunse il grado di [[Tenente Colonnello]] di [[Ufficiale di complemento|complemento]] di [[fanteria]].
<references />
 
Dedicò molte energie alla promozione culturale dando un fondamentale contributo al Libero Istituto che sarebbe diventato nel 1948 l'[[Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio"|Università Abruzzese degli Studi "Gabriele d'Annunzio"]] con sede a Chieti e Pescara. Il prof. Candido Greco, in un articolo apparso nella ''Rivista Abruzzese - Rassegna Trimestrale di cultura'' (Anno LIX - 2006 - N. 2), riconosce in Luigi Polacchi il vero fondatore di questa università.
== Bibliografia ==
* {{cita libro| coautori= G. Sassatelli, A. Donati| titolo = Storia di Bologna, Vol. 1 - Bologna nell'antichità | editore=Bononia University Press | città=Bologna|anno=2005|isbn=978-88-7395-109-4}}
* {{cita libro| coautori= O. Capitani| titolo = Storia di Bologna, Vol. 2 - Bologna nel Medioevo| editore=Bononia University Press | città=Bologna|anno=2007|isbn=978-88-7395-208-4}}
* {{cita libro| coautori= A. Prosperi| titolo = Storia di Bologna, Vol. 3 - Bologna nell'età moderna. Cultura, istituzioni culturali, Chiesa e vita religiosa| editore=Bononia University Press | città=Bologna|anno=2009|isbn=978-88-7395-394-4}}
* {{cita libro| coautori=A. Berselli, A. Varni| titolo = Storia di Bologna, Vol. 4 - Bologna in età contemporanea. 1796-1914| editore=Bononia University Press | città=Bologna|anno=2010|isbn=978-88-7395-571-9}}
 
Polacchi fu tra i primi a capire le potenzialità di crescita della città di Pescara, antico borgo marinaro unificato con [[Castellamare Adriatico]] e poi creata [[capoluogo di provincia]] nel [[1927]]. La città ebbe un rapidissimo sviluppo nel dopoguerra e Polacchi coniò il nome ''Teaterno'' per la futura metropoli che nella sua visione avrebbe riunito in un'unica città i due capoluoghi di Chieti e Pescara.
== Voci correlate ==
* [[Bologna]]
* [[Canali di Bologna]]
* [[Mura di Bologna]]
* [[Portici di Bologna]]
* [[Stemma di Bologna]]
* [[Storia dell'Emilia]]
* [[Torri di Bologna]]
* [[Congiura dei Malvezzi]]
 
Per la sua vasta opera poetica il nome di Polacchi fu segnalato alla commissione del [[premio Nobel]] nel 1975 (lo stesso anno in cui il premio fu assegnato al poeta italiano [[Eugenio Montale]]).
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:History of Bologna}}
 
=== CollegamentiLe esterniopere ===
* ''Antelucana'' (1913)
* {{cita web | url = http://www.cittadegliarchivi.it | titolo = Rete degli archivi storici di Bologna | sito = cittadegliarchivi.it | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130415232519/http://www.cittadegliarchivi.it/ | dataarchivio = 15 aprile 2013 | urlmorto = no | accesso = 8 maggio 2019 }}
* ''Canti militari'' (1915)
* {{cita web|http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/bologna/|''Bologna romana''. Ipertesto didattico a cura degli studenti del liceo Galvani di Bologna (2001-2002)}}
* ''Offertorio'' (1916)
* {{cita web|url http://www.radiomarconi.com/marconi/carducci/costituzione.html|Costituzione della Repubblica di Bologna (Approvata il 4 dicembre 1796) + Lo stemma del Comune di Bologna|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171217214227/http://www.radiomarconi.com/marconi/carducci/costituzione.html | dataarchivio = 17 Dicmebre 2017 | urlmorto = no}}
* ''Notturno nuziale'' (1917)
* {{cita video | autore = Alessandro Cavazza | url = https://www.youtube.com/watch?v=WsaoidEaMVM | titolo = Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914) | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150705065410/http://www.youtube.com/watch?v=WsaoidEaMVM | dataarchivio = 5 Luglio 2015 | urlmorto = no}} (Il documentario racconta la storia di Bologna dall'arrivo di Napoleone alla vigilia della Grande Guerra)
* ''L'ode virginea: alla poesia'' (1918)
* ''Rapsodie di Assavero'' (1918)
* ''Litanie maledette e frusti epici'' (1918)
* ''Memorie di un sottotenente'' (1918)
* ''Canti del carrubo'' (1920)
* ''Canzoniere a Marta'' (1924)
* ''Iro pitocco'' (1926)
* ''Lazzaro'' (1927)
* ''Branca Doria'' (1930)
* ''Il diario di Baldassarre De Tullio'' (1931)
* ''Ode atlantica'' (1931)
* ''Ode plastica'' (1932)
* ''Ode vestina'' (1932)
* ''Ode erronea in morte di G. d'Annunzio'' (1933)
* ''Ode georgica alla terra rifiorente'' (1933)
* ''La poesia di Cesare De Titta'' (1933)
* ''Della santità di D. Alighieri e del Dante vivo di Papini'' (1933)
* ''Fissa il mare Ifigenia'' (1934)
* ''La canzone della fede'' (1935)
* ''Il canto dei martiri pennesi'' (1937)
* ''Il Poema Nazionale degli Italiani - Italide'' canti 1-40 (1937)
* ''La poesia di Modesto Della Porta'' (1942)
* ''Discorso per il capoluogo'' (1949)
* ''Cantico lungo a Roma'' (1950)
* ''Protesta sul disumanesimo decadentistico'' (1951)
* ''Il Poema Nazionale degli Italiani - Italide'' canti 41-60 (1960)
* ''Da Melchiorre Delfico a Clemente De Caesaris'' (1960)
* correzione e ristampa delle opere epico-liriche nella raccolta '''"Organo"''' vol. I, II, III, IV, V (1988)
 
==Collegamenti esterni==
{{Portale|Bologna|Emilia|storia}}
*{{cita web | 1 = http://h1.ath.cx/aevo/polacchi/index.html | 2 = Una pagina dedicata al poeta | urlmorto = sì }}
*{{cita web | 1 = http://www.rionesancomizio.org/Foto%20Del%20Rione.htm | 2 = La casa del poeta a Penne | urlmorto = sì }}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Storia di Bologna| ]]
{{Portale|biografie|letteratura}}
[[Categoria:Movimento del '77]]
[[Categoria:Stato Pontificio|Bologna]]