Saltuqidi e Gruppo di Ur: differenze tra le pagine

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Il '''Gruppo di Ur''' è stato un sodalizio [[esoterico]] attivo in [[Italia]] a partire dal [[1927]]<ref>{{Cita web|autore=Fabio Milana|capitolo=I cenacoli intellettuali/2: dalla Conciliazione al concilio|titolo=Cristiani d'Italia|città=Roma|editore=Istituto della Enciclopedia Italiana|anno=2011|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/i-cenacoli-intellettuali-2-dalla-conciliazione-al-concilio_%28Cristiani-d%27Italia%29/}}</ref>, dal quale prese il nome una rivista pubblicata dal sodalizio stesso. Il nome viene dall'espressione fonetica ''u-r'' esistente nel [[caldeo]] e nel [[alfabeto runico|runico]] col significato rispettivamente di fuoco e toro o ariete, e come prefisso "ur" nel tedesco a indicare qualcosa di primigenio, di antico.<ref>p. 213 in D. Z. Lycourinos (2012)</ref>
[[File:Trebizond1300.png|thumb|upright=1.4|Beylikati e altre realtà politico-istituzionali della regione anatolica e dintorni nel 1300 ca.]]
La dinastia '''Saltuklu''', o Saltuqide,<ref>Così anche sull'Enciclopedia Treccani ([http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/saltuqidi/ alla voce «Saltuqidi»)].</ref> fu costituita dai governanti di un [[Beilikati turchi d'Anatolia|beilikato turco di Anatolia]], fondato dopo la [[Battaglia di Manzicerta]] del 1071, con sede a [[Erzurum]]. I Saltuqidi governarono tra il [[1071]] e il [[1202]]; nel primo periodo dei [[Beilikati turchi d'Anatolia]].
 
==Storia==
Il [[Bey (carica)|beilikato]] fu fondato dall'[[Emiro]] Saltūq, uno dei comandanti del [[Grandi Selgiuchidi|Grande Selgiuchide]]) [[Alp Arslan]].
Il gruppo fu fondato nel 1927 da [[Arturo Reghini]], esoterista pitagorico<ref name="ref_A">p.215 Gary Lachman (2012)</ref> e [[Giovanni Colazza]] un esoterista [[Rudolf Steiner|steineriano]], che raccolsero un gruppo di adepti interessati a pratiche magiche e studi esoterici<ref>J. Godwin (2012)</ref>. Reghini scelse il giovane [[Julius Evola]] come primo direttore della rivista "UR", che era espressione del gruppo. La consistenza del gruppo è rimasta segreta ma è stimata tra le dodici e le quindici persone<ref>p. 203 M. Sedgwick (2009)</ref>. Evola ben presto divenne la voce più creativa di questo gruppo<ref name="ref_A" /> e alla fine del 1928 esautorò Arturo Reghini e il discepolo di questi [[Giulio Parise]]. Forti dissapori personali con Parise portarono alla scissione nel gruppo, dopo la quale Evola fondò una nuova rivista dal nome "Krur".
I bey saltuqidi frequentemente combatterono contro il [[Storia della Georgia|Regno georgiano]] per l'egemonia nella regione di [[Kars]].
 
Il Gruppo di Ur si dichiarava indipendente dalle scuole o dalle tendenze esoteriche formate in epoca moderna e contemporanea come l'[[occultismo]], la [[massoneria]], lo [[spiritismo]], ecc. Al suo interno furono accettati anche alcuni cattolici e una significativa componente di [[Rudolf Steiner|steineriani]]<ref>p. 83 in G. De Turris (2006)</ref>, la cui [[antroposofia]] sarebbe stata la maggiore o una delle maggiori componenti della linea di pensiero del gruppo<ref>p. 271 Staudenmaier (2014)</ref>.
Il maggior centro dei beylikato, Erzurum, fu occupato dai [[Impero bizantino|Bizantini]] tra il 1077-1079 e fu assediato da [[George III di Georgia|Giorgio III]], che era Re della Georgia nel 1184.
 
Secondo Evola<ref>"Il Cammino del Cinabro"- terza edizione :Roma, Edizioni Mediterranee, 2014</ref>, l'obiettivo del gruppo era duplice:
== Storia ==
# suscitare la forza sovrasensibile capace d'aiutare i singoli membri;
Nel 1071, i [[Selgiuchidi]] sconfiggono i Bizantini nella battaglia di Manzicerta.
# indirizzare questa forza superiore, già individualizzata, verso il cambiamento, da dietro le quinte della storia, di tutte le altre forze influenti socialmente nel proprio tempo.
 
Vennero costituite filiali operative del Gruppo a Roma e in altre città della Penisola<ref>''Glosse varie: costituzione di una catena magica'', in ''Ur 1927'' e ''Istruzioni di catena'', in ''Ur 1928''</ref>: le cosiddette "catene", delle quali risulta maggiormente descritta solo quella nella città di [[Genova]]<ref>''Esperienze di catena'', in ''Krur 1929''</ref>, di cui sono ignoti i componenti della catena, se non che fosse costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex appartenente alla "[[Giuliano_Kremmerz#Biografia|Myriam]]". Queste catene, presenti anche in altre tradizioni esoteriche, come i [[rosacroce]], sono formate da gruppi di persone che si riuniscono per ritornare a presunte e primordiali perdute tradizioni<ref name="ref_A" />, ritenendo di poter evocare forze occulte per influenzare gli eventi in corso. Secondo De Turris utilizzando riti neopagani queste catene provarono a influenzare il [[fascismo]] e non sarebbero state estranee ai tre attentati contro [[Mussolini]] avvenuti a partire dal 1927<ref>p. 246 in G. De Turris (2006)</ref>. A questo riguardo Taunton annota che Evola nella sua autobiografia ''Il cammino del Cinabro'' scrisse che correvano voci su tentativi di uccidere un capo di stato tramite [[magia cerimoniale|riti magici]], riti a cui vennero associate le catene di Ur, e Mussolini arrivò a pensare che vi fosse un complotto contro di lui, fino a quando non conobbe il reale scopo delle catene<ref>G. Tauton (2014)</ref>.
[[Ebul Kasim Saltuk]] (Abū al-Qāsim Saltūq I) è incaricato dai Selgiuchidi di andare alla conquista dell'Anatolia.
Conquista [[Erzurum|Theodosiopolis]] e il Sultano [[Alp Arslan]] lo nomina [[Bey (carica)|Bey]] per regnare sulla regione.
Dal 1080, la dinastia saltuqide si insedia a [[Erzurum]] che diventa la sua capitale.<ref name="ozturkler">{{en}} {{Cita web |url=http://www.ozturkler.com/icerikler.php?id=4384&lng=1 |titolo=Saltuklu Bey Principality (1092-1202) |sito=Öztürkler |urlmorto=sì }}</ref>.
L'antica Karin degli [[Armeni]] (in [[Lingua armena|armeno]]: Կարին (''Karin'' o ''Garin''), diventata Theodosiopolis sotto il periodo [[Impero bizantino|bizantino]], prende il nome di ''Arz al-Rum'' ({{arabo|أرض الروم|arḍ al-rūm}}, "terra dei [[Rūm]]") o ''Arzan al-Rum'', chiamata così a causa dei profughi armeni di un paese vicino denominato Arzan, distrutto nel 1049 dai Selgiuchidi.<ref>{{en}} {{Cita libro<!--|url=http://books.google.fr/books?id=zJU3AAAAIAAJ--> |volume=I|titolo=E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 (9 voll.)|autore=Martijn Theodoor Houtsma |editore=BRILL |anno=1993 <!--|pagine=5164--> |url=http://books.google.fr/books?id=zJU3AAAAIAAJ&pg=PA473&lpg=PA473 |pagine=473 (end of article)|capitolo=Arzan|isbn=978-90-04-08265-6}} e {{fr}}{{Cita libro|autore=Ibn Battûta|titolo=Voyages (3 volumes), De la Mecque aux steppes russes|editore=François Maspero | serie=La Découverte |città=Paris|anno=1982|traduttore=[[Charles Defrémery|C. Defrémery]] e B. R. Sanguinetti (1858)|capitolo=Introduction et notes de Stéphane Yerasimov<!--|url=http://classiques.uqac.ca/classiques/ibn_battuta/voyages_tome_II/ibn_battuta_t2.pdf--> |url=http://classiques.uqac.ca/classiques/ibn_battuta/voyages_tome_II/voyages_tome_II.html |volume=II |pagine=134, note 247|isbn=2-7071-1303-4}}</ref>.
 
Secondo [[Gary Lachman]] lo scopo dei rituali magici pagani era quello di introdurre nel fascismo il presunto spirito "guerriero" e "virile" dell'antica Roma<ref>p.216 Gary Lachman (2012)</ref>.
Nel 1086, alla morte del [[Sultanato di Rum|Sultano selgiuchide di Rum]] [[Suleyman ibn Qutulmish|Süleyman Shah]], Ebul Kasim esercita la funzione di reggente sino alla maggiore età di [[Qilij Arslan I|Kılıç Arslan]].
Quest'ultimo era tenuto prigioniero da [[Tutush I|Tutush]], fondatore della [[Sultanato di Siria|dinastia selgiuchide]] di [[Siria]].
 
Nel 1927 il gruppo di Ur venne attaccato da [[Giovanni Battista Montini]], futuro [[Papa Paolo VI]] e al tempo assistente centrale ecclesiastico della [[FUCI]], dalle pagine della rivista ''Studium'', accusandolo "di abuso di pensiero e di parole, ... di aberrazioni retoriche, di rievocazioni fanatiche, di superstiziose magie"<ref>p. 150 in G. De Turris (2006)</ref>.
Tutush viene sconfitto dai bizantini, salvando così la dinastia dei [[Sultanato di Rum|Selgiuchidi di Rum]].
Alla morte del [[Grandi Selgiuchidi|Grande Selgiuchide]] [[Malik Shah I|Malik Shāh I]] (1092), Kılıç Arslan diviene sultano di Roum.
Nel 1110, il suo secondo figlio [[Melikshah|Malik Shāh I]] (omonimo del sultano Grande Selgiuchide morto nel 1092) gli succede ma si trova in lotta con i fratelli che gli contendono il regno.
 
Tra i membri del gruppo viene annoverata anche [[Maria de Naglowska]], occultista e e mistica russa, e teorizzatrice della [[magia sessuale]], che in quegli anni visse a Roma<ref>p. 152 Hugh B. Urban</ref>; un lontano seguace del gruppo fu [[Mircea Eliade]], che citò la raccolta degli scritti del Gruppo di Ur in una sua novella scritta nel 1941<ref>p.222-223 Gary Lachman (2012)</ref>. Il suo interesse verso il gruppo è stato spiegato come una conseguenza del suo interesse giovanile verso l'occultismo<ref>p. 109 M. Sedgwick (2009)</ref>.
Ebul Kasim Saltuk rimane primo vassallo dei Selgiuchidi, poi lui approfitta dei loro litigi per conquistare l'indipendenza.<ref name="ozturkler" /> Suo figlio Ali gli succede nel 1103. Conquista [[Kars]] e rafforza ancora il suo potere.
La firma dei [[Patti Lateranensi]] nel 1929, con la conseguente scomparsa di atteggiamenti anticlericali da parte del fascismo e l'[[Fascismo clericale|avvicinamento]] politico tra [[Vaticano]] e fascismo, fecero sparire la possibilità da parte del Gruppo di Ur di promuovere una trasformazione paganeggiante del fascismo e causarono al sodalizio vari problemi<ref >Paul Furlong, ''[https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=fVGkhzpXxLkC&q=ur+group#v=snippet&q=ur%20group&f=false The Social and Political Thought of Julius Evola]'': Londra, Routledge, anno 2011, pagina 88, {{ISBN|9780203816912}}</ref><ref name="Evola, Cinabro">Julius Evola, ''Il Cammino del Cinabro'', 1963</ref> che portarono al suo scioglimento<ref>p. 56 [[Nicholas Goodrick-Clarke]] (2003)</ref>.
Dopo la [[seconda guerra mondiale]] un altro sodalizio tentò di riprendere in Italia l'attività del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri<ref>p. 753 M. Introvigne (2006)</ref>. Julius Evola fu il leader di questo gruppo e inspirò questa nuova esperienza esoterica voluta da alcuni giovani a lui vicini e che frequentavano casa sua negli [[Anni 1950|Anni cinquanta]] e sessanta. <!-- È certo che Evola sia stato costantemente informato dell'iniziativa, e che ebbe visione dei quattro fascicoli di impronta esoterica -I ''Fascicoli dei Dioscuri'', pubblicati all'interno del [[Ordine Nuovo (movimento)|Movimento Politico Ordine Nuovo-]] prima che essi fossero diffusi tra il 1969 ed il 1973. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma, Napoli, Messina e Milano, e diversamente dal Gruppo di Ur, ebbe al centro del proprio intento operativo la "Tradizione romana prisca". -->
 
Il nome del gruppo ed il suo significato secondo G.B. Forster "ha indubitabilmente ispirato ad [[Umberto Eco]]" la definizione di Ur-fascismo<ref>vedi nota 37 in p. 137 G.B. Forster (2016) [https://books.google.it/books?id=1WYpDwAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Trump+in+the+White+House:+Tragedy+and+Farce&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwicrbP_j8HYAhWIGCwKHRt5DXIQ6AEIKTAA#v=onepage&q=ur%20group&f=false that undoubtedly inspired Umberto Eco's famous 1955 article on "Ur-fascism"]</ref>, da lui descritto in un articolo sul [[New York Review of Books]] del 1995<ref>{{cita web|url=http://www.nybooks.com/articles/1995/06/22/ur-fascism/|titolo=Ur-Fascism|autore=Umberto Eco|editore=New York Review of Books|data=22 giugno 1995|accesso=5 gennaio 2018|lingua=en}}</ref>, in cui discute e descrive gli aspetti attorno ai quali il fascismo si forma e si coagula.
Egli stesso e i suoi successori assumono il titolo di [[malik]] (''Re'').<ref name="bosworth">{{en}} {{Cita libro|autore=Clifford Edmund Bosworth|titolo=op. cit.|url=http://books.google.fr/books?id=mKpz_2CkoWEC&pg=PA218 |pagine=218 |capitolo=The Saltuqids}}.</ref>
 
==La rivista==
I Saltuqidi conquisteranno [[Bayburt]], [[Oltu]], [[Trabzon]], [[İspir]], e [[Tercan]].
Espressione dei lavori interni al Gruppo di Ur fu la rivista, nella quale gli autori degli articoli si firmavano con uno pseudonimo, perché piuttosto che pubblicizzare la propria persona preferivano diffonderne il pensiero. Direttore della rivista fu [[Julius Evola]] nel [[1927]], insieme a [[Arturo Reghini]] e [[Giulio Parise]] nel [[1928]]; di nuovo e solamente Evola nel [[1929]], quando il nome della rivista fu cambiato in "Krur" .
 
Nella rivista di "UR" vennero pubblicati parecchi testi [[Ermetismo (filosofia)|ermetico]]-[[alchimia|alchemici]] come la [[Turba philosophorum]], filosofici e rituali, di varia provenienza: vi sono testi antichi come l’''APATHANATHISMOS'': rituale di [[Mitraismo|Mithra]] noto anche come [[Papiri magici greci|Gran Papiro Magico di Parigi]], la prima traduzione italiana di "LUCE" , dall'originale greco confrontato con la versione tedesca di [[Albrecht Dieterich|Dietercich]] e con quella inglese del Mead, con introduzione e commento di EA, LEO, LUCE e Pietro Negri," esso conterebbe l'unico rituale degli antichi Misteri che sia pervenuto completo fino a noi, in una redazione che data con ogni probabilità al principio del quarto secolo d.C." ; estratti dal ''de Mysteriis'' di [[Giamblico]], i ''Versi d'oro'' di [[Pitagora]], uno scongiuro magico pagano, ''Massime di saggezza pagana'' di [[Plotino]], rinascimentali (''De Pharmaco Catholico'', un codice "plumbeo" alchemico italiano, la ''Clavis Philosophiae Chemisticae'' di [[Gerard Dorn]], ''La dignità dell'uomo'' di [[Pico della Mirandola]]), moderni (brani tratti da [[Il Golem (romanzo)|Il Golem]] e ''Il volto verde'' di [[Gustav Meyrink]], il saggio ''Prospettive'' tratto da ''Musica delle fonti'' di [[Otokar Brezina]]), testi di [[Aleister Crowley]], [[Giuliano Kremmerz]] e orientali (un brano del primo capitolo del ''[[Kulārṇava Tantra]]''<ref>p. 155 H.B. Urban (2006)</ref>, alcuni passi del [[Majjhima Nikaya]], brani dal [[mantra]] [[tantra|tantrico]] ''[[Shri chakra sambhara]]'', tre canti di [[Milarepa]])<ref>[https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=44252 Stefano Arcella, ''Julius Evola e l’esperienza del Gruppo di Ur. La storia “occulta” dell’Italia del Novecento'']</ref>.
Nel 1132, İzzeddin Saltuk, il figlio minore di Ebul Kasim arriva al potere. Sotto il suo regno la dinastia dei Saltuqidi raggiunge il suo apice. Combatte contro il [[Gorgia|regno di Georgia]] ed è fatto prigioniero nel 1153. Per essere liberato, deve versare un riscatto di 10.000 [[dinar]], pagato con l'aiuto degli altri bey turcomanni. Organizza un'alleanza, rafforzata da un matrimonio, con il Sultano di Rum [[Qilij Arslan II|Kılıç Arslan II]]. I Georgiani arrivano fino a Erzurum ma si limitano a saccheggiare la città prima di tornare alle proprie terre.<ref name="ozturkler" />
 
La rivista uscì con il nome di ''Ur'' negli anni [[1927]] (10 fascicoli, di cui due doppi) e [[1928]] (8 fascicoli, di cui quattro doppi), mentre il [[1929]] vide la fine della fase operativa del Gruppo con l'uscita di Reghini e Parise, accusati da Evola di voler mettere al rivista sotto il controllo della [[massoneria in Italia|massoneria]]<ref>p. 35 Geneviève Dubois (1996)</ref>. La pubblicazione della rivista, sempre sotto la direzione di Evola, riprese col cambio di nome in ''Krur'' (8 fascicoli, di cui due doppi), pubblicando interventi anche di autori che lo avevano abbandonato ma dei quali il barone possedeva ancora vari testi. Questo portò ad una breve battaglia legale con Reghini che lo accusò di diffamazione e plagio<ref>p. 215 Gary Lachman (2012)</ref>. Il nome della nuova rivista era tratto dal [[lingua sumera|sumero]] ''k-r, k-u-r'' ossia residenza, casa, montagna e forza, e i suoi contenuti includevano anche una componente nazionalistica<ref name="ref_B">p. 154 H.B. Urban (2006)</ref>.
İzzeddin Saltuk muore nel 1174, suo figlio Muhammed lo rimpiazza.
 
Nel dicembre 1929 fu pubblicato l'ultimo numero di ''Krur'', sul quale Evola annunciava lo scioglimento del gruppo, che in realtà era avvenuto già da un anno, e il proseguimento della propria attività filosofica sulla nuova rivista dal titolo ''La Torre''<ref name="ref_B" />, della quale saranno editi 10 numeri (dal febbraio al giugno [[1930]]) ma che fu costretta a chiudere per l'ostilità di settori del regime fascista, in primis quelli diretti da [[Achille Starace]]. Tale ostilità giunse a colpire Evola con violenti attacchi squadristi. Alla rivista ''La Torre'' collaborarono alcuni aderenti al Gruppo di Ur: [[Guido De Giorgio]] (con lo pseudonimo di Zero), [[Girolamo Comi]], [[Domenico Rudatis]], [[Emilio Servadio]].
Durante le relazioni conflittuali con il Re di Georgia [[Davide IV di Georgia|Davide il Fondatore]] contro il quale i Saltuqidi estesero i loro possedimenti, si verifica un episodio curioso: Muhammed offrirà di convertirsi al [[Cristianesimo]] per sposarsi con quella che sarà la regina [[Tamara di Georgia]].<ref name="bosworth" />
 
I fascicoli di ''Ur'' e ''Krur'' furono ripubblicati, con forti modifiche redazionali di gran parte dei testi originali da parte di Evola, nel [[1955]]-[[1956]] in tre volumi dall'editore [[Bocca editore|Bocca]] ,sotto il titolo di ''Introduzione alla Magia'', con la revisione dell'orientalista [[Paul Masson-Oursel]]<ref>p. 331 H. T. Hakl, C. McIntosh (2014)</ref>. Una seconda edizione data [[1971]] e fu effettuata dalle [[Edizioni Mediterranee]] con lo stesso titolo. Nel 1987 anche le Edizioni [[I Dioscuri]] ripubblicarono i tre volumi di Bocca. Tutte e tre queste riedizioni risentono delle modifiche introdotte da Julius Evola. L'editrice [[Tilopa edizioni|Tilopa]] di Roma ha pubblicato negli anni [[1980]]-[[1981]] la ristampa anastatica dei fascicoli originali. Questa attività editoriale indica che questi sono ancora di interessi per i gruppi politici di destra e per gli occultisti<ref>p. 161 H.B. Urban (2006)</ref>
Un'altra particolarità di questa dinastia è il regno di [[Mama Hatun]], la figlia di İzzeddin Saltuk, durante un decennio alla fine del [[XII secolo]].
 
==I membri==
Dall'inizio del secolo, i Saltuqidi dovettero lottare contro i Sultani selgiuchidi di Rum.
Tra coloro che fecero parte del Gruppo di Ur o collaborarono alle riviste di ''Ur'' e ''Krur ''(tra parentesi il loro nome simbolico utilizzato per firmare, secondo l'idea della "impersonalità attiva"<ref>p. 125 in G. De Turris (2006)</ref>) possono essere citati:
[[Melikshah|Malik Shāh I]] (1107-1116) era intenzionato a riunire l'Anatolia sotto la sua autorità, ma fu il Sultano di Rum [[Suleyman II (Sultano selgiuchide)|Süleyman II]] (1197-1204) che si impossessa del beylicato nel 1202.
I Saltuqidi rimasero sotto la sovranità dei Selgiuchidi fino al 1230 quando [[Kayqubad I|Kay Qubadh I]] (1220-1237) annetté completamente il territorio.<ref name="bosworth" />
 
* [[Giovanni Colazza]] (Leo), discepolo di [[Rudolf Steiner]].
== La dinastia ==
* [[Giovanni Antonio Colonna di Cesarò]] (Breno, Krur), discepolo di Rudolf Steiner.
{| class="wikitable"
* [[Girolamo Comi]] (Gic), poeta cattolico vicino ad Arturo Onofri.
|-
* [[Guido De Giorgio]] (Havismat), cattolico, prima vicino al pensiero di [[René Guénon]], <nowiki/>poi seguace di [[Pio da Pietrelcina]].
! Date<ref name="bosworth" /> !! Nome !! Nome turco !! Figli di !! Nome arabo !! Note
* [[Aniceto Del Massa]] (Sagittario), [[Antroposofia|antroposofo]].
|-
* [[Julius Evola]] (Agarda, Arvo, Ea, Iagla).
|[[1097]]-[[1103]]||[[Ebul Kasim Saltuk|Abū al-Qāsim Saltūq I]] ||[[Ebul Kasim Saltuk]] ||&nbsp; ||style="text-align:right;"|{{arabo|أبو القاسم سلتوق}} ||''Fondatore ed eponimo della dinastia''.
* [[Nicola Moscardelli]] (Sirio, Sirius), poeta cattolico ispirato dalla poetica di Onofri.
|-
* [[Roggero Musmeci Ferrari Bravo]] (Ignis; anche Arvo, secondo [[Renato del Ponte|Del Ponte]], Krur e Breno, secondo Piero Fenili)
|1103-[[1124]]||ʿAlī ||Ali||Saltūq I ||style="text-align:right;"|{{arabo|علي بن سلتوق}} ||&nbsp;
* [[Arturo Onofri]] (Oso), poeta e discepolo di Rudolf Steiner.
|-
* [[Giulio Parise]] (Luce), [[Massoneria in Italia|massone]].
|1124-[[1132]]||Ḍiyāʾ al-Dīn Abū al-Muzaffar Ghāzī ||Ziyaeddin Gazi ||||style="text-align:right;"|{{arabo|ضياء الدين أبو المظفر غازي }} ||&nbsp;
* [[Ercole Quadrelli]] (Abraxa, Tikaipos), ermetista.
|-
* [[Arturo Reghini]] (Henìocos Arìstos, Pietro Negri), pitagorico, massone.
|1132-[[1168]]||ʿIzz al-Dīn Saltūq II ||İzzeddin Saltuk ||ʿAlī ||style="text-align:right;"|{{arabo|عز الدين سلتوق بن علي }} ||&nbsp;
* Corallo Reginelli (Taurulus), prima antroposofo, poi [[ermetismo (filosofia)|ermetista]].
|-
* [[Domenico Rudatis]] (Rud), [[alpinista]] [[esoterismo|esoterista]].
|1168-[[1191]]<ref name="date">{{en}} {{Cita libro|autore=Clifford Edmund Bosworth|titolo=op. cit.|url=http://books.google.fr/books?id=mKpz_2CkoWEC&pg=PA218 |pagine=218 |capitolo=The Saltuqids}} fissa la data della fine del regno tra il 1191 e 1201.</ref>||Nāṣir al-Dīn Muḥammad ||Nāsıreddīn Muhammed ||Saltūq II ||style="text-align:right;"|{{arabo|ناصر الدين محمد}} ||&nbsp;
* [[Massimo Scaligero]], antroposofo, già connesso con Arturo Reghini dalla prima metà degli anni '20.
|-
* [[Emilio Servadio]] (Es), [[psicanalisi|psicanalista]], poeta.
|1191<ref name="date" />-[[1201]]||[[Mama Hatun|Māmā Khātūn]] ||[[Mama Hatun]] ||Saltûq II ||style="text-align:right;"|{{arabo|ماما خاتون بنت سلتوق}} ||&nbsp;
|-
|1201-[[1202]]<ref name="hesitation">Per il periodo 1201-12302, {{en}} {{Cita libro|autore=Clifford Edmund Bosworth|titolo=op. cit.|url=http://books.google.fr/books?id=mKpz_2CkoWEC&pg=PA218 |pagine=218 |capitolo=The Saltuqids}} indica la scelta tra ʿAlāʾ al-Dīn Abū Manṣūr e Malik Shāh.</ref>||ʿAlāʾ al-Dīn Abū Manṣūr ||Alaeddin ||Muhammad ||style="text-align:right;"|{{arabo|علاء الدين أبو منصور بن محمد}} ||&nbsp;
|-
|1202-1202<ref name="hesitation" />||Malik Shāh b. Muḥammad||Melikşah ||Muhammad ||style="text-align:right;"|{{arabo|ملكشاه بن محمد}} ||''Conquistato dai [[Sultanato di Rum|Selgiuchidi di Rum]]''.
|}
 
Altre persone, delle quali non si conoscono i nomi, firmarono con gli pseudonimi di: Alba, Arom, Nilius, Primo Sole, Zam.
== Monumenti ==
I Saltuqidi lasciarono testimonianze e monumenti a Erzurum e a [[Tercan]].
* Kale Mescidi<ref>In turco la "c" viene letta "g" dolce. Quindi la lettura sarà "Kale Mesgidi".</ref> (''la moschea della cittadella''), Tebsi Minare (''minareto''), Ulu Câmi<ref>Da leggere "Ulu Giami".</ref> (''grande moschea'') (1179) a [[Erzurum]].
* Il mausoleo e il [[caravanserraglio]] di [[Mama Hatun]] a [[Tercan]].
 
Secondo [[Renato del Ponte]] in base a testimonianze orali risultano aver fatto parte del Gruppo di Ur (non scrivendo però sulla rivista) anche l'ingegnere [[Arezzo|aretino]] [[Moretto Mori]] e [[Amerigo Bianchini]], entrambi amici di Reghini (dopo l'espulsione di Guido Bolaffi, Bianchini divenne il [[Maestro venerabile]] della [[loggia massonica|loggia]] "Hermes" di [[Firenze]], facente parte [[Massoneria in Italia|del Rito Filosofico Italiano]]).
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia Note==
* {{Cita libro|autore=Janine et [[Dominique Sourdel]]|titolo=Dictionnaire historique de l’islam|editore=[[Presses universitaires de France|PUF]]|serie=Quadrige|anno=2004<!--|pagine=1056-->|url=http://www.puf.com/wiki/Quadrige_dicos_poche:Dictionnaire_historique_de_l%27islam|pagine=270-271|capitolo=Erzerum|isbn=978-2-13-054536-1|lingua=fr|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|titolo=The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual|autore=Clifford Edmund Bosworth<!--|url=http://books.google.com/books?id=mKpz_2CkoWEC-->|editore=Edinburgh University Press|anno=2004<!--|pagine=400-->|url=http://books.google.fr/books?id=mKpz_2CkoWEC&pg=PA218 |pagine=218 |capitolo=The Saltuqids|isbn=978-0-7486-2137-8|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=International Encyclopaedia of Islamic Dynasties (45 volumes)|autore=Nagendra Kr Singh, Nagendra Kumar Singh|editore=Anmol Publications PVT. LTD.|anno=2000|pagine=1047-1048|capitolo=Saltuk Oghullari Dynasty|volume=44<!--|url=http://books.google.fr/books?id=Q_-PZIbW6QYC&pg=PA1047-->|url=http://books.google.fr/books?id=Q_-PZIbW6QYC|isbn=978-81-261-0403-1|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131016122105/http://books.google.fr/books?id=Q_-PZIbW6QYC|dataarchivio=16 ottobre 2013}}
* [http://books.google.com/books?id=D-WaKed2iNgC&pg=PA36&lpg=PA37&vq=germiyanid&dq=beylik&ie=ISO-8859-1&output=html&sig=vzENqPi4ZWXYa6Q4oP2NLXxXo9w (limited preview)] {{Cita libro | titolo = The Origins of the Ottoman Empire ISBN 0-7914-0819-1 |autore= Mehmet Fuat Köprülü (translated by Gary Leiser |lingua=inglese |editore=[[State University of New York]] Press| anno= 1992}}
* {{cita libro|cognome=Lewis |nome=Bernard|wkautore= Bernard Lewis |coautori= C.E. Bosworth, E. van Donzel, Ch. Pellat|curatore= Sir H. A. R. Gibb|altri=titolo originale ''The Encyclopaedia of Islam'' |titolo=L'Enciclopedia dell'Islam|url=http://books.google.com/books?id=J5U3AAAAIAAJ&pg=PA359 (limited preview)|formato=pdf |accesso=2 maggio 2011|annodiaccesso=2011|mesediaccesso= maggio|edizione=second edition |data= |anno=1980 |editore= E. J. Brill |città=Leiden | isbn=978-0-7486-2137-8|pagine= 384 |capitolo= V | lingua=en}}
* {{cita libro|cognome=Bosworth |nome=Clifford Edmund |wkautore=Clifford Edmund Bosworth |altri=titolo originale ''The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual'', trad. dall'inglese di |titolo=Le nuove dinastie islamiche: Manuale cronologico e genealogico |annooriginale=1967 |url=http://books.google.com/books?id=mKpz_2CkoWEC |formato=pdf |edizione=2 |data= |anno=2004 |editore=[[Università di Edimburgo|Edinburgh University]] Press |città=Edimburgo | isbn=978-0-7486-2137-8|pagine= 400 | lingua=en }}
* {{cita libro|cognome=Grousset |nome=René |wkautore=René Grousset |altri=titolo originale ''L’empire des steppes, Attila, Gengis-Khan, Tamerlan'', trad. dal francese di |titolo=L'impero delle steppe, Attila, Gengis-Khan, Tamerlano |annooriginale=1938 |url=http://classiques.uqac.ca/classiques/grousset_rene/empire_des_steppes/grousset_steppes.pdf |formato=pdf |edizione=quatrième édition |data= |anno=1965 |editore=Payot |città=Parigi |doi = 10.1522/24883187 | pagine=669 | lingua=fr }}
* {{en}} ''First Encyclopaedia of Islam'', 1913-1936 (9 volumi) (a cura di Martijn Theodoor Houtsma, T W Arnold, A J Wensinck, Leide, E. J. Brill, 1993. ISBN 978-90-04-09796-4 [http://books.google.fr/books?id=fWNpIGNFz0IC First Encyclopaedia of Islam]
* {{en}} [[Peter Malcolm Holt]], [[Ann K.S. Lambton|Ann K. S. Lambton]], [[Bernard Lewis]], ''The Cambridge History of Islam'', Cambridge, [[Università di Cambridge|Cambridge University]] Press, 1977 ([http://books.google.com/books?id=j15MBH-FIwkC The Cambridge History of Islam] ISBN 978-0-521-29135-4)
* {{cita libro|cognome=Battuta |nome=Ibn |wkautore=Ibn Battuta |altri=titolo originale ''Voyages, De la Mecque aux steppes russes'', trad. dal francese da C. Defremery et B. R. Sanguinetti (1858) |titolo=Viaggi, dalla Mecca alle steppe russe |annooriginale=1858 |url=http://classiques.uqac.ca/classiques/ibn_battuta/voyages_tome_II/ibn_battuta_t2.pdf|formato=pdf |edizione= La Découverte|data= |anno=1982 |editore=François Maspero |città=Parigi |lingua=francese | isbn= 2-7071-1303-4|pagine= 392 |capitolo= II|url_capitolo=http://classiques.uqac.ca/classiques/ibn_battuta/voyages_tome_II/voyages_tome_II.html |citazione = Introduction et notes de Stéphane Yérasimos}}
* {{Cita libro|autore=[[Steven Runciman]], Hélène Pignot, Laurent A. Motte|anno=2007|titolo=La Chute de Constantinople 1453|serie=Texto|editore=Tallandier|città=Paris|url=http://www.texto-legoutdelhistoire.com/ouvrage.php?id_ouvrage=282|isbn=978-2-84734-427-1|lingua=fr|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|titolo=Les derniers siècles de Byzance, 1261-1453|autore=Donald MacGillivray Nicol|traduttore=Hugues Defrance|editore=Tallandier|città=Paris|anno=2008|serie=TEXTO|pagine=530|url=http://www.texto-legoutdelhistoire.com/ouvrage.php?id_ouvrage=364|isbn=978-2-84734-527-8|lingua=fr|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|titolo=The Last Centuries of Byzantium, 1261-1453|autore=[[Donald Nicol|Donald MacGillivray Nicol]]|editore=Cambridge University Press|anno=1993|pagine=463|url=http://books.google.fr/books?id=y2d6OHLqwEsC |isbn=978-0-521-43991-6|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=[[Steven Runciman]]|titolo=The Fall of Constantinople, 1453|editore=Cambridge University Press|anno=1990|pagine=270|url=http://books.google.fr/books?id=qoknt7VchfgC |isbn=978-0-521-39832-9|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=[[Mehmet Fuat Köprülü]]|traduttore=Gary Leiser|titolo=The Origins of the Ottoman Empire|editore=SUNY Press|anno=1992|pagine=155|url=http://books.google.com/books?id=D-WaKed2iNgC |isbn=978-0-7914-0819-3|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=History of the Ottoman Empire and Modern Turkey: Empire of the Gazis: The Rise and Decline of the Ottoman Empire, 1280-1808|autore=[[Stanford J. Shaw]]|editore=Cambridge University Press|anno=1976|pagine=368|url=http://books.google.fr/books?id=Xd422lS6ezgC|isbn=978-0-521-29163-7|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131016122117/http://books.google.fr/books?id=Xd422lS6ezgC|dataarchivio=16 ottobre 2013}}
* {{Cita libro|titolo=International encyclopaedia of islamic dynasties a continuing series Vol. 4: A Continuing Series|autore=Nagendra Kr Singh|editore=Anmol Publications PVT. LTD.|anno=2000|url=http://books.google.fr/books?id=le9mFr-Iw0wC|isbn=978-81-261-0403-1|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131016122136/http://books.google.fr/books?id=le9mFr-Iw0wC|dataarchivio=16 ottobre 2013}}
 
<references/>
== Voci correlate ==
==Bibliografia==
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* [[Impero selgiuchide]]
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* [[Guerre bizantino-selgiuchidi]]
* Julius Evola, ''Introduzione alla magia'', 3 voll., Roma, Mediterranee, 1971.
* [[Rūm]]
* Julius Evola, ''Ur 1927''. Roma, Tilopa, 1980.
* [[Impero Ottomano]]
* Julius Evola, ''Ur 1928''. Roma, Tilopa, 1980.
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* Julius Evola, ''Introduzione alla magia quale scienza dell'io'', La Spezia, Fratelli Melita, 1987.
* {{en}} [[John Bellamy Foster]], ''Trump in the White House: Tragedy and Farce'', NYU Press, 2017.
* {{en}} [[Nicholas Goodrick-Clarke]], ''Black Sun: Aryan Cults, Esoteric Nazism, and the Politics of Identity'', NYU Press, 2003.
* {{en}} [[Joscelyn Godwin]], ''Atlantis and the Cycles of Time: Prophecies, Traditions, and Occult Revelations'', Simon and Schuster, 2010.
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* Roberto Sestito, ''Il figlio del sole. Vita e opere di Arturo Reghini. Filosofo e matematico'', Ancona, IGNIS.
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* {{en}} [[Hugh B. Urban]], ''Magia Sexualis: Sex, Magic, and Liberation in Modern Western Esotericism'', University of California Press, 2006.
 
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.ereticamente.net/2018/01/sul-gruppo-di-ur-e-la-tradizione-di-roma-prima-parte-luca-valentini.html Luca Valentini, ''Sul Gruppo di Ur e la Tradizione di Roma'' (prima parte)] su ereticamente.net
* {{Cita web | url = http://www.turkishhan.org Turkish Hans:| titolo = Examples of caravanserais built by the Anatolian Seljuk Sultanate|autore=Katharine Branning| accesso=| lingua=en}}
* {{Cita web | url = http://www.byegm.gov.tr/YAYINLARIMIZ/kitaplar/histoire-turquie/b_16.htm| titolo = Histoire abrégée de la Turquie. Depuis les origines à l’avènement de la République; Les Beyliks anatoliens |autore=Yilmaz Öztuna|editore=Direction générale de la presse et de l’information| accesso=}}
* {{Cita web| url = http://www.ozturkler.com/icerikler.php?id=3518&lng=1| titolo = Öztürkler| autore = | accesso = | urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100102171741/http://ozturkler.com/icerikler.php?id=3518&lng=1| dataarchivio = 2 gennaio 2010}}
* {{Cita web | url = http://www.dallog.com/beylikler/pervane.htm | titolo = Beylik of Pervâneoğlu|autore=| accesso=| lingua=tr}}
* {{Cita web|url=http://www.osmanli700.gen.tr/english/sultans.html|titolo=Ottoman Web Site |lingua=en}}
* {{Cita web|url=http://www.ozturkler.com/data_english/0003/0003_01.htm|titolo=Turkish Bey Principalities and Khanates Anatolian Bey Principalities|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090109164820/http://www.ozturkler.com/data_english/0003/0003_01.htm|dataarchivio=9 gennaio 2009}}
* {{Cita web|url=http://fmg.ac/Projects/MedLands/TURKS.htm|titolo=West Asia & North Africa, Chapter 2. Asia Minor|autore=Charles Cawley|anno=2006-07|sito={{Cita web|titolo=Foundation for Medieval Genealogy|url=http://fmg.ac/ }} |lingua=en}}
* {{Cita web|url=http://www.hukam.net/family.php?fam=859 |titolo=Les Saltûq - آل سلتوق)|sito=Hukam.net|lingua=ar}}
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* {{Cita web |url=http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=13981 |titolo=Erzurum / Three Tombs |sito=ArchNet |lingua=en |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110525071443/http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=13981 |dataarchivio=25 maggio 2011 }}
* {{Cita web |url=http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=9362 |titolo=Great Mosque of Erzurum |sito=ArchNet |lingua=en |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110525071540/http://archnet.org/library/sites/one-site.jsp?site_id=9362 |dataarchivio=25 maggio 2011 }}
 
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