Duomo di Cefalù e Diidropiridina: differenze tra le pagine

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{{Composto chimico
{{Edificio religioso
|nome = Diidropiridina
|DedicatoA = [[Gesù|SS. Salvatore]]
|immagine1_nome = 1,4-Dihydropyridine.png
|NomeEdificio = Duomo di Cefalù
|immagine1_dimensioni = 100
|Immagine = Cefalu Cathedral exterior BW 2012-10-11 12-13-18.jpg
|immagine1_descrizione = Formula di struttura
|Didascalia = La facciata del duomo
|nome_IUPAC = 1,4-diidropiridina
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|Città = {{simbolo|Cefalù-Stemma.png|25}}[[Cefalù]]
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|Regione = {{IT-SIC}}
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|Religione = [[Religione cattolica|cattolica]] di [[rito romano]]
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|AnnoConsacr = [[1267]]
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|Architetto = Johannes Panictera (facciata), Ambrogio da Como (portico)
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|StileArchitett = [[architettura bizantina|Bizantino]], [[Architettura arabo-normanna|Arabo-Normanno]]
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|InizioCostr = [[1131]]
|avvertenza =
|FineCostr = [[1148]] (mosaici absidali), [[1240]] (facciata), [[1263]] (copertura), [[1471]] (portico)
|Website frasiH =
|consigliP =
|Note =
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
|nomeInglese = Arab-norman Palermo and the cathedral churches of Cefalù and Monreale
|nome2 = <!-- (*) nome del bene in lingua italiana -->
|nomeInglese2 = <!-- (*) nome del bene in lingua inglese, come indicato sul sito UNESCO -->
|immagine = Christ Pantocrator - Cathedral of Cefalù - Italy 2015.JPG
|anno = 2015
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|anno2 = <!-- (*) anno di riconoscimento -->
|tipologia = architettonico
|criterio = C (ii) (iv)
|pericolo = no
|link = 1487
|link2 = <!-- (*) Codice del bene -->
|linkMappa = <!-- Nome dell'immagine contenente la mappa. Basta il nome dell'immagine con l'estensione, non servono altri parametri -->
}}
[[File:Cefalu paese.jpg|thumb|sinistra|Il Duomo visto dalla spiaggia "incombe" sul paese e sul mare]]
[[File:Cefalù dal monte.JPG|thumb|sinistra|Il duomo visto dalla [[Rocca di Cefalù]]]]
[[File:Cefalù01.jpg|thumb|destra|Particolare del duomo]]
 
La '''diidropiridina''' è un [[composto eterociclico]] derivato della [[piridina]] e la base di una classe di composti caratterizzati da una parzialmente [[Grado di insaturazione|saturazione]] della piridina, con due sostituenti che rimpiazzano un [[legame doppio|doppio legame]].
Il '''duomo di Cefalù''', nome con cui è nota la '''Basilica Cattedrale della Trasfigurazione''', è una [[basilica minore]]<ref>{{en}} [http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm ''Catholic.org Basilicas in Italy'']</ref> che si trova a [[Cefalù]], nella [[città metropolitana di Palermo]], e [[cattedrale]] dell'[[Diocesi di Cefalù|omonima diocesi]].
I derivati sono particolarmente noti in [[farmacologia]] come antagonisti del [[canale del calcio di tipo L]] e sono impiegati come [[antipertensivo|antipertensivi]].
Rispetto ad altri antagonisti del canale del calcio di tipo L, come le fenilalchilammine ([[verapamil]]) che hanno azione prevalentemente cardiaca, le diidropiridine sono relativamente selettive per i [[vaso sanguigno|vasi]], fattore che ne attribuisce l'attività antipertensiva.
 
== Chimica ==
Secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto al [[Santissimo Salvatore]] da [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina.<ref>Pagina 521 - 526, [[Tommaso Fazello]], "''Della Storia di Sicilia - Deche Due''" [https://books.google.it/books?hl=it&id=hM2XPuLTSDgC], Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.</ref> La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di [[fortezza]].
Il nucleo diidropiridinico fu descritto per la prima volta da [[Arthur Rudolf Hantzsch|Hantzsch]] nel 1882, come intermedio nella sintesi della piridina.<ref name="Hantzsch1882">{{cita pubblicazione | titolo = Ueber die Synthese pyridinartiger Verbindungen aus Acetessigäther und Aldehydammoniak | rivista = Justus Liebig's Annalen der Chemie | volume = 215 | numero = 1 | anno = 1882 | pagine = 1–82 | doi = 10.1002/jlac.18822150102 | nome = Arthur | cognome = Hantzsch | accesso = 5 novembre 2014}}</ref>
 
===Sintesi===
Le vicende costruttive furono complesse e fu definitivamente completato in età sveva. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tre [[Tetto|tetti]], di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto. Il monumento ha uno stile romanico con tratti bizantini.
Dal punto di vista [[Sintesi chimica|sintetico]] le diidropiridine possono essere ottenute mediante la sintesi di Hantzsch.<ref name="Hantzsch1882"/><ref>{{cita pubblicazione | titolo = Hantzsch Dihydropyridine Synthesis | anno = 2010 | doi = 10.1002/9780470638859.conrr294 | nome = | cognome = | accesso = 5 novembre 2014 }}</ref>
[[File:Hantzsch Dihydropyridin Reaktion v4 Überblick.svg|Sintesi di Hantzsch delle diidropiridine]]
 
== Membri della classe ==
Dal 3 luglio [[2015]] fa parte del [[Patrimonio dell'umanità]] ([[Unesco]]) nell'ambito ''dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale''.<ref>{{Cita web |url=http://whc.unesco.org/en/list/1487 |sito=Unesco |lingua=en fr es ar ru nl ja |titolo=Arab-Norman Palermo and the Cathedral Churches of Cefalú and Monreale |accesso=25 aprile 2017 }}</ref>
Tra gli antagonisti del canale del calcio di tipo L a nucleo diidropiridinico si hanno, in ordine alfabetico:
 
*[[Amlodipina]]
== Storia ==
*[[Barnidipina]]
L'edificazione ebbe inizio nel [[1131]] e nei decenni seguenti furono realizzati i [[Mosaico|mosaici]] nell'[[abside]] e sistemati i [[Sarcofago|sarcofagi]] [[Porfido|porfiretici]] che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie.<ref name=ChC>{{cita web |url=http://www.chiesadicefalu.it/?page_id=103 |titolo=La fabbrica,i mosaici, il chiostro |sito=Chiesa di Cefalù |autore=M.Failla |accesso=25 aprile 2017 }}</ref>
*[[Felodipina]]
 
*[[Isradipina]]
[[Federico II di Svevia|Federico II]] trasferì a [[Palermo]] i due sarcofagi reali nel [[1215]], riutilizzandoli per sé e per i suoi familiari.<ref name=CCst>{{cita web |url=http://cattedraledicefalu.com/storia/ |sito=Cattedrale di Cefalù |titolo=Storia |accesso=25 aprile 2017 }}</ref>
*[[Nicardipina]]
 
*[[Nifedipina]]
La chiesa fu consacrata ufficialmente il 10 aprile [[1267]].<ref name=CCst/>
*[[Nisoldipina]]
 
*[[Nitrendipina]]
Nel Quattrocento tra le due torri fu inserito un portico a tre fornici, opera di Ambrogio da Como.<ref name=ChC/>
 
== Architettura ==
=== Sagrato (Cimitero gerosolomitano) ===
L'edificio è preceduto da un ampio sagrato a terrazzo che svolgeva la funzione di cimitero (''cimitero gerosolomitano''). Era stato realizzato con terra portata appositamente da [[Gerusalemme]], sia per motivi religiosi, sia per la sua particolare composizione che le dava la caratteristica di [[Mummificazione|mummificare]] rapidamente i corpi che vi erano sepolti.
 
=== Chiesa ===
 
L'architettura del Duomo di Cefalù segue il modello delle grandi basiliche benedettine di provenienza [[Abbazia di Cluny|cluniacense]]; con uno stile romanico legato al nord Europa arricchito da influenze arabe.
 
La facciata è inquadrata da due possenti torri normanne, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel [[XV secolo|Quattrocento]] e diverse l'una dall'altra: una a pianta quadrata e con [[Merlo (architettura)|merli]] a forma di fiammelle, che simboleggerebbe la [[mitria]] [[papa]]le e il potere della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], mentre l'altra, a pianta ottagonale e con merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale. Il portico [[XV secolo|quattrocentesco]] precede la facciata, con tre archi (due [[Arco (architettura)|ogivali]] ed uno [[Arco a tutto sesto|a tutto sesto]]) sorretti da quattro colonne e con [[Volta (architettura)|volte]] a crociera. Sotto il portico rimane la ''Porta Regum'', impreziosita da un portale marmoreo finemente decorato, e con pitture ai lati.
 
Le [[abside|absidi]], in particolare quella centrale, dovevano avere in origine uno slancio ancora maggiore. Le due laterali sono decorate superiormente da archetti incrociati e da mensoloni scolpiti: databili fra il [[1215]] e il [[1223]], raffigurano maschere, teste d'animali e figure umane in posizioni contorte. Più recenti i mensoloni dell'abside centrale, disposti inoltre in modo casuale sia sopra che sotto il cornicione. L'abside centrale aveva in origine tre grandi finestre, che vennero chiuse per la realizzazione del mosaico absidale, ed una più grande ad arco ogivale. Altre due coppie di finestre circolari sono all'estremità del transetto. Altre merlature si trovano anche su uno dei fianchi.
 
[[File:Interno cattedrale capriate cefalù.JPG|thumb|sinistra|L'interno del duomo]]
L'interno è "a croce latina", diviso in tre [[Navata|navate]] da due file di colonne antiche di spoglio: quattordici fusti di [[granito]] rosa e due di [[Marmo cipollino|cipollino]], con [[Base (architettura)|basi]] e i [[Capitello|capitelli]] del [[II secolo]] d.C. Due grandi capitelli figurati reggono l'[[arco trionfale]] e sono probabilmente prodotti di una bottega [[Puglia|pugliese]] e risalgono alla metà del [[XII secolo]].
 
Il [[transetto]] ha un'altezza maggiore rispetto alle navate con un verticalismo tipicamente nordico che segue le architetture della Francia e dell'Inghilterra normanna; uno slancio ancora maggiore era previsto nel progetto originario. Sulle pareti del transetto si sviluppa una galleria portici con colonne, scavate nello spessore dell'edificio in corrispondenza dello pseudo loggiato esterno. Un motivo, questo, diffuso nell'architettura anglo-normanna e presente anche nelle Cattedrale di Palermo. Il coro è coperto da due volte a crociera anche questo di origine anglo-franco-normanna.
 
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, occupa interamente la [[Crociera (architettura)|crociera]] e l'[[abside]]; il moderno [[altare maggiore]] è opera di Virginio Ciminaghi ([[1992]]) e presenta, al di sotto della mensa, un fregio continuo a bassorilievo bronzeo raffigurante l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dell'Agnello''.<ref>{{cita web|url=http://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/6132080/Ciminaghi+V.+(1992),+Altare|titolo=Ciminaghi V. (1992), Altare|sito=beweb.chiesacattolica.it|accesso=28 settembre 2016}}</ref>
 
=== Chiostro ===
 
Il chiostro annesso alla cattedrale normanna, rappresenta una delle più considerevoli testimonianze artistiche del medioevo siciliano. Si sottolinea l'eccezionale pregio del ciclo di capitelli figurati che sormontano le colonnine binate, uno dei più considerevoli nel panorama dell'arte medievale europea. Di pianta rettangolare, il chiostro è ubicato a ridosso del fianco settentrionale della cattedrale ad una quota più bassa di 3,40&nbsp;m dal piano del calpestio del transetto. Dell'originaria struttura la corsia est è stata distrutta da un incendio e si sono conservate la corsia nord, di cui si attende la sistemazione, e le corsie sud ed ovest attualmente già sistemate.
Tuttavia, in quest'ultimo lato le eleganti archeggiature in muratura sono frutto di un'evidente ricostruzione stilistica degli inizi del novecento. Finito di restaurare nel 2003 dalla Provincia regionale di Palermo, è oggi fruibile ai visitatori.
 
== I Mosaici ==
[[File:Cefalu Christus Pantokrator cropped.jpg|thumb|sinistra|Particolare del Cristo Pantocratore]]
 
=== Il mosaico del presbiterio ===
 
[[File:Cefalu duomo int.jpg|thumb|destra|Il presbiterio.]]
La [[Mosaico|decorazione musiva]], forse prevista per tutto l'interno, fu realizzata solamente nel [[presbiterio]] e ricopre attualmente l'abside e circa la metà delle pareti laterali. I mosaici coprono una superficie di oltre 600 m² e furono realizzati entro il [[1148]] (prima fase) e poi probabilmente tra il [[1154]] e il [[1166]].<ref name=CC>{{cita web |url=http://cattedraledicefalu.com/mosaici/ |sito=Cattedrale di Cefalù |titolo=I Mosaici |accesso=25 aprile 2017 }}</ref> I più antichi sono quelli dell'abside e della crociera e furono iniziati probabilmente nel 1145<ref name=ChC/>; per la loro realizzazione, Ruggero II chiamò maestri [[Arte bizantina|bizantini]], di [[Costantinopoli]], che adattarono ad uno spazio architettonico per loro anomalo, di tradizione nordica, cicli decorativi di matrice orientale.
 
[[File:Meister von Cefalù 002.jpg|thumb|sinistra|I mosaici della volta]]
La figura dominante è quella del [[Cristo Pantocratore]] (Onnipotente) che dall'alto dell'abside mostra i suoi attributi cristologici: sulla destra alzata indice e medio uniti indicano le due nature del Cristo, divina e umana, mentre pollice, mignolo e anulare congiunti indicano il mistero della Trinità; la sinistra regge il Vangelo aperto sulle cui pagine si legge, in greco e latino: «Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita» ([[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] 8, 12).
 
Sotto c'è la Madonna in preghiera, con le mani alzate e i piedi su un cuscino regale, affiancata dai quattro [[arcangeli]] [[arcangelo Raffaele|Raffaele]], [[arcangelo Michele|Michele]], [[arcangelo Gabriele|Gabriele]] e [[arcangelo Uriele|Uriele]]. Nella terza fascia, ai lati della finestra, sono raffigurati i santi Pietro e Paolo e gli [[evangelisti]] Marco, Matteo, Giovanni e Luca. Nella fascia più bassa ci sono gli [[apostoli]] Filippo, Giacomo, Andrea, Simone, Bartolomeo e Tommaso. Ciascuna figura è accompagnata da una scritta con il nome (''titulus'') in latino e in greco, che ne permette l'esatta identificazione.<ref name=CC/>
 
Accompagnano queste figure, tutte su fondo dorato, motivi geometrici o vegetali stilizzati. Anche l'[[intradosso]] della finestra e le colonne adiacenti (in alcuni casi solo i loro capitelli) sono coperti da mosaici.
 
Due iscrizioni completano l'insieme: una di natura più teologica, accanto al Cristo, e un'altra di natura più storica, che ci informa sul committente dei mosaici (re Ruggero II di Sicilia) e sulla loro data (1148).
 
I mosaici della crociera illustrano [[cherubino|cherubini]] e [[serafino|serafini]], mentre quelli delle pareti, che sono storicamente gli ultimi, rappresentano profeti e santi.<ref name=CC/> I mosaici delle pareti furono restaurati con pesanti modifiche intorno al 1860; un restauro generale, con criteri moderni di attenzione alle forme originali, è stato condotto più recentemente, nel [[2001]].<ref name=ChC/>
 
=== Il mosaico paleobizantino ===
 
Le esplorazioni condotte nel duomo hanno portato alla luce un lacerto di [[Mosaici bizantini della Sicilia|mosaico bizantino]] policromo assegnabile al [[VI secolo]]: un campo centrale di cui si conservano alcune figure, incorniciato da una motivo di ogive e squame nei colori rosso, bianco e nero e, almeno su un lato, da una fila di quadrati in diagonale con rosetta centrale. Il repertorio decorativo trova confronti in [[Sicilia]].
Il mosaico è da porre in relazione con una struttura muraria e con tre sepolture ed era verosimilmente pertinente ad una basilica bizantina, della quale non è però possibile ricostruire la planimetria a causa della presenza delle sovrastanti strutture del duomo. I materiali rinvenuti nei sondaggi attestano una frequentazione nell'area almeno fino all'[[VIII secolo]], epoca in cui Cefalù era già sede episcopale.
 
== Opere conservate ==
Della decorazione pittorica rimangono una figura di ''[[Papa Urbano V|Urbano V]]'', della fine del [[XIV secolo]], dipinta su una colonna della navata di sinistra, ed una ''Madonna in trono'' del [[XV secolo]] nel braccio sinistro del transetto. All'interno il duomo ospita alcuni monumenti funerari, tra cui un [[sarcofago]] tardo antico, un altro medievale e il pregevole sepolcro del vescovo Castelli, opera dello scultore Leonardo Pennino ([[XVIII secolo]]).
 
Il [[fonte battesimale]], ricavato da un unico grande blocco di [[lumachella]], è decorato da quattro leoncini scolpiti ([[XII secolo]]). È custodita inoltre una statua marmorea di ''Madonna'' commissionata alla bottega di [[Antonello Gagini]] da [[Filippo Serio]] del [[1533]]. Sul basamento è presente la ''Dormienza di Maria'' bassorilievo e le effigi del committente e della moglie.
[[File:Madonna AGagini Cefalù.JPG|thumb|Madonna con Bambino di [[Antonello Gagini]].]]
Si conservano ancora due [[Organo (strumento musicale)|organi]] dipinti, [[XVIII secolo|settecenteschi]], che chiudono le navate verso il transetto, e una croce lignea dipinta, opera di [[Guglielmo da Pesaro]] (1468 circa).
 
La cappella del Santissimo Sacramento (protesi) conserva la decorazione a [[stucco]] [[Neoclassicismo|neoclassica]], realizzata per tutto l'interno e successivamente asportata altrove. La cappella conserva inoltre un [[altare]] d'[[argento]] del [[XVIII secolo]], opera di artigiani [[Palermo|palermitani]].
 
Il soffitto della navata centrale presenta una decorazione dipinta con busti, animali fantastici e motivi decorativi, opera di maestranze [[Arabi|arabe]] e normanne, e altre di gusto gotico fatte realizzare da Enrico Ventimiglia nel 1243.
 
=== Croce dipinta nel ''recto'' e nel ''verso'' ===
{{Controlcopy|motivo=Il paragrafo (proveniente da una [http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Cefal%C3%B9&diff=next&oldid=19037443 scorporo]) presente uno stile eccessivamente "libresco" è un'assenza di wikilink che fanno propendere per un copyviol|argomento=Architettura|mese=ottobre 2011}}
Tempera su tavola (cm. 512 x 404), la croce dipinta della cattedrale di Cefalù è stata realizzata da [[Guglielmo da Pesaro]]. Le iscrizioni nel ''recto'', nel libro tenuto dal Padre Eterno nel capocroce in alto dicono: ''Ego sum lux mundi. Qui sequitur me non ambulat in tenebris set habebis lumen'' (Giovanni 8, 12) e ''Ego sum via veritas e(t) vita'' (Giovanni 14, 6). Invece, nel verso della croce, nel cartiglio retto dal Leone, capocroce di destra dice: ''Ecce ego mitto angelum meum ante'' ([[Vangelo secondo Marco|Marco]] 1, 2); nel cartiglio retto dall'angelo, braccio di destra: ''Surrexit sicut dixit'' ([[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] 28, 6); nel cartiglio retto dal toro, capocroce di sinistra: ''(Fuit in dieb)us Herodis regis (Iudaeae)'' ([[Vangelo secondo Luca|Luca]] 1, 5); nel cartiglio retto da un angelo, braccio di sinistra: ''Jesum queritis cruci(fi)xum'' (Marco 16, 6); nel cartiglio retto dall'aquila, nel capocroce in alto: ''In principio erat verbum et v(erbum)'' (Giovanni 1, 1); nel cartiglio retto dall''uomo alato, capocroce in basso: ''Liber generacionis (I)esu'' (Matteo 1, 1).
 
La più antica citazione della croce viene fatta dal Carandino<ref>(''Descriptio…'', 1592, p. 34)</ref> che la ricorda pendente dall'arco trionfale della chiesa. Tuttavia segni lasciati nella parte inferiore fanno pensare ad un momento in cui fu retta dal basso, forse come ritiene Crispino Valenziano<ref>M.C. Di Natale, ''Tommaso…'', 1977, parte II, p. 27</ref>, durante i lavori che si ebbero per l'adattamento al ito romano della cattedrale iniziato da D'Aragona nel 1556 e ultimato da Gonsaga nel 1596. Doveva comunque esser issata nell'arco trionfale prima del 1592 quando lì venne vista da Carandino. Maria Andaloro<ref>''La Croce…, in Catalogo della "Mostra Documenti…", 1982, p. 152 e nota 2 p. 127</ref> ritiene che nella sistemazione pregonsaghesca dell'altare e del coro la croce potesse retta dal basso. Viste le grandi dimensioni della croce, già notate da Carandino, sembra comunque probabile che anticamente fosse destinata, com'era peraltro in uso per le croci analoghe, a pendere dall'arco trionfale e che, scesa durante i lavori della seconda metà del Cinquecento, venisse risistemata in alto già in data precedente al 1592, quasi a lavori ultimati; diversamente il pittore avrebbe dovuto prevedere il posto per gli agganci in basso piuttosto che permettere che si rovinasse l'opera appena consegnata.
 
Doveva avere analoghe grandi dimensioni una croce pendente destinata ad un altro insigne duomo, quello di [[Monreale]], secondo quanto riportato in un documento ritrovato da G. Bresc Bautier<ref>''Guglielmo…'', 1974, p. 241</ref>, da cui risulta che la croce, commissionata il 27 agosto 1468 a Guglielmo da Pesaro, doveva ripetere l'ampiezza di quella di Cefalù, a cui si doveva attenere il maestro intagliatore Johannes Palumba. La data del 1468 si pone dunque come termine ante quem per l'esecuzione della croce di Cefalù, realizzata, dunque, al tempo del Vescovo Luca di Sarzana (1445-1471).
 
La croce già attribuita a [[Tommaso De Vigilia]] da [[Raffaello Delogu]] (<ref>''La Galleria…'', 1962, p. 33)</ref>, da D. Bernini<ref>(''Catalogo…'', 1966, p. 9)</ref> da V. Scuderi<ref>(Catalogo “VIII Mostra…”, 1972, p. 7)</ref> e da M. Stella<ref>(scheda n. 5 in Catalogo “VIII Mostra…”, 1972, p. 22)</ref>, viene riferita a Guglielmo da Pesaro in base alle stringenti argomentazioni di G. Bresc Bautier (''Guglielmo…'', 1974, p.&nbsp;213) che si fondano sulle sue ricerche documentarie. La studiosa, infatti, rileva nel 1471 viene allogata a Guglielmo da Pesaro una cona proprio per la cattedrale di Cefalù e che già nel 1468 riceveva la commissione per la ricordata croce di Monreale da esemplarsi sull'altra. È ormai generalmente accettata la paternità della croce di Cefalù a Guglielmo d Pesaro, già espunta dal catalogo delle opere di Tommaso De Vigilia<ref>(M.C. Di Natale, ''Tommaso…'', 1977 cit.)</ref>. Non sembra condivisibile invece l'opinione di P. Santucci<ref>(''La produzione…'', 1981, p. 174)</ref> che anticipa al XIV secolo la datazione della croce, supponendo che potesse essere stata iniziata relativamente al recto da Bartolomeo da Camogli pervenuta da Genova in Sicilia, dove potrebbe essere stata completata nelle altre figure da Tommaso De Vigilia. Tale opinione è pure seguita da P. Leone de Castris<ref>(''Pittura…'', 1986 t. II, p. 502)</ref>. L'unità stilistica dell'opera sembra piuttosto rimandare alla mano di un solo artista, verosimilmente Guglielmo da Pesaro, intorno agli anni 1460-65.
 
Quest'ultimo pittore si mostra attento oltre che ai modi spagnoli catalaneggianti anche a quelli provenzali e genovesi, tanto da giustificare da un lato l'opinione di Paola Santucci<ref>(cit.)</ref> e dall'altro quella di E. Brunelli<ref>(''Un polittico…'', 1923, p. 3)</ref> che ritiene opera di Giacomo Durandi il politico dell'Incoronazione già a [[Corleone]], oggi esposto a [[Palazzo Abatellis]], anch'esso attribuito a Guglielmo da Pesaro<ref>(G. Bresc Bautier, ''op. cit.'')</ref>.
 
Altro componente culturale di Guglielmo è quella antonellesca. Non a caso Maurizio Calvesi<ref>(''Musei…'', 1972)</ref> nota delle somiglianze fra gli angeli della croce di Cefalù e quelli reggicorona del polittico di San Gregorio di [[Antonello da Messina]].
Tipologicamente la croce presenta lo schema più diffuso nell'isola caratterizzato dai capicroce polilobati, ivi inseriti oltre i bracci terminanti con smussature centinate, come nella chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo.
 
Iconograficamente la croce di Cefalù mostra nel recto Cristo Crocifisso con al di sopra il serpente e il pellicano e nei capicroce, in basso San Pietro, in alto il Dio Padre benedicente con frasi evangeliche riferite al Figlio, come nella croce di San Giovanni dei Lebbrosi. Nel verso è il Risorto sull'avello scoperchiato con ai lati angeli reggicartigli e ai capicroce i simboli degli evangelisti. Tale iconografia presenta, dunque, due particolarità nei capicroce del recto, una relativa a Dio Padre e l'altra a San Pietro dove sogliono essere solitamente il teschio o la Maddalena.
L'opera si presenta oggi fortemente lacunosa particolarmente nel recto, malgrado il lungo restauro operato da E. Geraci<ref>(cfr. M. Stella, '' op. cit.'')</ref>.
 
== Tabulario ==
Il [[Tabulario (archivio)|Tabulario]] della Mensa vescovile di Cefalù è parzialmente conservato presso l'Archivio Storico della Diocesi; 130 pergamene e tre codici (tra cui il famoso Rollus Rubeus) sono custodite presso l'[[Archivio di Stato di Palermo]] in seguito all'incameramento avvenuto dopo l'annessione al Regno d'Italia.
 
== Opere documentate ==
* [[1638]], ''Angelo custode'', dipinto, commissione per il vescovo [[Diocesi di Cefalù#Cronotassi dei vescovi|Pietro Corsetto]], opera di [[Pietro Novelli]].
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci Bibliografia correlate==
* [[Calcio-antagonisti]]
* {{cita libro|autore=Maria Giulia Aurigemma|titolo=Il cielo stellato di Ruggero II: Il soffitto dipinto della cattedrale di Cefalù|editore=Silvana Editoriale|città=Milano|anno=2004|isbn=88-8215-433-5}}
* [[Canale del calcio]]
* {{cita libro|autore1=Vincenzo Consolo|autore2=Giuseppe Leone|titolo=Cefalù|editore=Bruno Leopardi Editore|città=Palermo|anno=1999|isbn=88-87135-03-7}}
* {{cita libro|autore1=Matteo Collura|autore2=Giuseppe Leone|autore3=Melo Minnella|titolo=Palermo|editore=Bruno Leopardi Editore|città=Palermo|anno=1999|isbn=88-87135-09-6}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Agnello di Ramata|titolo=Cefalù|editore=Edizioni Flaccovio|città=Palermo|anno=1962}}
 
== Voci correlate ==
* [[Cefalù]]
* [[Diocesi di Cefalù]]
* [[Mosaici bizantini della Sicilia]]
* [[Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale]]
* [[Cattedrale di Mogadiscio]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Duomo (Cefalù)|preposizione=sul}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.cattedraledicefalu.com www.cattedraledicefalu.com] - Portale web ufficiale con aggiornamenti continui relativi alla storia della chiesa, ai suoi monumenti, agli orari di apertura e chiusura.
* {{cita web|http://cenobium.isti.cnr.it|CENOBIUM - Un progetto per la rappresentazione multimediale dei capitelli di chiostro romanici nell'ambito mediterraneo}}
* {{cita web |url=http://www.iccd.beniculturali.it/medioevosiciliano/index.php?it/128/mosaici |titolo=Mosaici |sito=Itinerari culturali del medioevo siciliano |autore=Giulia Davi |data=2007 |accesso=25 aprile 2017 }}
* Articolo di Ezio Albrile sugli elementi orientali nel Duomo di Cefalù http://www.atopon.it/un-bodhisattva-a-cefalu/
* [http://www.beweb.chiesacattolica.it/cattedrali/cattedrale/662/Chiesa+della+Trasfigurazione+del+Signore Chiesa della Trasfigurazione del Signore (Cefalù)] su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
 
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