Dante Alighieri e Template:Campioni mondiali 4x100m sl (vasca lunga): differenze tra le pagine

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{{nota disambigua|altri significati|[[Dante (disambigua)]] e [[Dante Alighieri (disambigua)]]}}
|name = Campioni mondiali 4x100m sl (vasca lunga)
{{Bio
|Nomestate = Dantecollapsed
|title = [[File:Swimming pictogram.svg|21px]] Campioni mondiali dei 4x100 metri [[stile libero]] in vasca lunga [[File:Swimming pictogram.svg|21px]]
|Cognome = Alighieri
|titlestyle = background:#99BADD
|PostCognomeVirgola = o '''Alighiero''', battezzato '''Durante di Alighiero degli Alighieri''' e anche noto con il solo nome '''Dante''', della [[Alighieri|famiglia Alighieri]]
|Sessolist1 = M
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1973|1973]]</small>: {{USA}} ([[Melvin Nash|Nash]], [[Joe Bottom|Bottom]], [[Jim Montgomery|Montgomery]], [[John Murphy (nuotatore)|Murphy]]){{·}}
|LuogoNascita = Firenze
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1975|1975]]</small>: {{USA}} ([[Bruce Furniss|Furniss]], [[Jim Montgomery|Montgomery]], [[Andy Coan|Coan]], [[John Murphy (nuotatore)|Murphy]]){{·}}
|GiornoMeseNascita = tra il 22 maggio e il 13 giugno
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1978|1978]]</small>: {{USA}} ([[Jack Babashoff|Babashoff]], [[Rowdy Gaines|Gaines]], [[Jim Montgomery|Montgomery]], [[David McCagg|McCagg]]){{·}}
|AnnoNascita = 1265
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1982|1982]]</small>: {{USA}} ([[Chris Cavanaugh|Cavanaugh]], [[Robin Leamy|Leamy]], [[David McCagg|McCagg]], [[Rowdy Gaines|Gaines]]){{·}}
|LuogoMorte = Ravenna
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1986|1986]]</small>: {{USA}} ([[Tom Jager|Jager]], [[Michael Heath|Heath]], [[Paul Wallace (nuotatore)|Wallace]], [[Matt Biondi|Biondi]]){{·}}
|GiornoMeseMorte = 14 settembre
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1991|1991]]</small>: {{USA}} ([[Tom Jager|Jager]], [[Brent Lang|Lang]], [[Doug Gjertsen|Gjertsen]], [[Matt Biondi|Biondi]]) {{·}}
|AnnoMorte = 1321
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1994|1994]]</small>: {{USA}} ([[Jon Olsen|Olsen]], [[Josh Davis (nuotatore)|Davis]], [[Uğur Taner|Taner]], [[Gary Hall (1974)|Hall Jr.]]){{·}}
|Epoca = 1200
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 1998|1998]]</small>: {{USA}} ([[Scott Tucker (nuotatore)|Tucker]], [[Jon Olsen|Olsen]], [[Neil Walker|Walker]], [[Gary Hall (1974)|Hall Jr.]]){{·}}
|Epoca2 = 1300
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2001|2001]]</small>: {{AUS}} ([[Michael Klim|Klim]], [[Ashley Callus|Callus]], [[Todd Pearson|Pearson]], [[Ian Thorpe|Thorpe]]){{·}}
|Attività = poeta
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2003|2003]]</small>: {{RUS}} ([[Andrej Kapralov|Kapralov]], [[Ivan Usov|Usov]], [[Denis Pimankov|Pimankov]], [[Aleksandr Popov (nuotatore)|Popov]]){{·}}
|Attività2 = scrittore
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2005|2005]]</small>: {{USA}} ([[Michael Phelps|Phelps]], [[Neil Walker|Walker]], [[Nate Dusing|Dusing]], [[Jason Lezak|Lezak]]){{·}}
|Attività3 = politico
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2007|2007]]</small>: {{USA}} ([[Michael Phelps|Phelps]], [[Neil Walker|Walker]], [[Cullen Jones|Jones]], [[Jason Lezak|Lezak]]){{·}}
|Nazionalità = italiano
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2009|2009]]</small>: {{USA}} ([[Michael Phelps|Phelps]], [[Ryan Lochte|Lochte]], [[Matt Grevers|Grevers]], [[Nathan Adrian|Adrian]]){{·}}
|Immagine = Portrait de Dante.jpg
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2011|2011]]</small>: {{AUS}} ([[James Magnussen|Magnussen]], [[Matthew Targett|Targett]], [[Matthew Abood|Abood]], [[Eamon Sullivan|Sullivan]]){{·}}
|Didascalia = [[Sandro Botticelli]]: Dante Alighieri
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2013|2013]]</small>: {{FRA}} ([[Yannick Agnel|Agnel]], [[Florent Manaudou|Manaudou]], [[Fabien Gilot|Gilot]], [[Jérémy Stravius|Stravius]]){{·}}
}}
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2015|2015]]</small>: {{FRA}} ([[Mehdy Metella|Metella]], [[Florent Manaudou|Manaudou]], [[Fabien Gilot|Gilot]], [[Jérémy Stravius|Stravius]]) {{·}}
Era un drogato, ha scritto questo poema del cazzo sotto effetti di funghetti e allucinogeni a noi ancora sconosciuti.
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2017|2017]]</small>: {{USA}} ([[Caeleb Dressel|Dressel]], [[Townley Haas|Haas]], [[Blake Pieroni|Pieroni]], [[Nathan Adrian|Adrian]]) {{·}}
É conosciuto da noi giovani come il più grande drogato e sfigato di tutti i tempi perché non è riuscito a portarsi a letto Beatrice. Tutti noi sognamo un giorno di provare quelle sue droghe e le chiameremo Dante.
<small>[[Campionati mondiali di nuoto 2019|2019]]</small>: {{USA}} ([[Caeleb Dressel|Dressel]], [[Blake Pieroni|Pieroni]], [[Zach Apple|Apple]], [[Nathan Adrian|Adrian]])
 
}}<noinclude>
== Biografia ==
[[Categoria:Template di navigazione - campioni del mondo di nuoto|4x100]]
=== I primi anni e le origini familiari ===
</noinclude>
[[File:Casa di dante 01.JPG|thumb|[[Casa di Dante]] a [[Firenze]]]]
La data di nascita di Dante è sconosciuta anche se, in genere, viene indicata attorno al [[1265]], sulla base di alcune allusioni [[autobiografia|autobiografiche]] riportate nella ''[[Vita Nova]]'' e nella cantica dell'[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]] - che comincia con il verso "[[Nel mezzo del cammin di nostra vita]]": poiché in altre sue opere, seguendo una tradizione ben nota, la metà della vita dell'uomo viene considerata di 35 anni, e svolgendosi il [[viaggio immaginario]] nel 1300, si risalirebbe al 1265. Alcuni versi del ''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'' ci dicono poi che egli nacque sotto il [[segno zodiacale|segno]] dei [[Gemelli (astrologia)|Gemelli]], quindi in un periodo compreso fra il 21 maggio e il 21 giugno:
 
{{quote|O gloriose stelle, o lume pregno<br />di gran virtù, dal quale io riconosco<br />tutto, qual che si sia, il mio ingegno,<br />
con voi nasceva e s'ascondeva vosco</br>quelli ch'è padre di ogni mortal vita</br>quand'io senti' di prima l'aere tosco| [[Paradiso - Canto ventiduesimo|Paradiso, XXII]], vv. 112-117.}}
 
Secondo riferimenti indiretti è possibile poi risalire alla data di nascita di Dante nel periodo compreso tra il 14 maggio e il 13 giugno del 1265. Tuttavia, se sconosciuto è il giorno della sua nascita, certo invece è quello del [[battesimo]]: il 27 marzo [[1266]], [[Sabato Santo]].<ref>Giambattista Moreali, ''Il Duomo in chiaro - Pietre, versi ed enigmi'', Modena, Edizioni SIGEM, 2014, p. 457</ref> Quel giorno vennero portati al sacro fonte tutti i nati dell'anno per una solenne cerimonia collettiva. Dante venne battezzato con il nome di Durante, poi [[sincope (linguistica)|sincopato]] in Dante, in ricordo di un parente [[Guelfi e ghibellini|ghibellino]].<ref>Cesare Marchi, ''Dante'', Bergamo, RCS, 2006, p. 15</ref>
 
[[Boccaccio]] raccontava che la sua nascita fu preannunciata da lusinghieri auspici. La madre di Dante infatti, poco prima di darlo alla luce, ebbe una [[predizione|visione]]: sognò di trovarsi sotto un [[Laurus nobilis|alloro]] altissimo, in mezzo a un vasto prato con una sorgente zampillante insieme al piccolo Dante appena partorito, e di vedere il bimbo tendere la piccola mano verso le fronde, mangiare le bacche e trasformarsi in un magnifico [[Pavo cristatus|pavone]].<ref name="Marchi_14">Cesare Marchi, “Dante”, Bergamo, RCS, 2006, p. 14</ref>
 
Dante nacque nell'importante famiglia [[Firenze|fiorentina]] degli [[Alighieri]], legata alla corrente dei [[Guelfi e ghibellini|guelfi]], un'alleanza politica coinvolta in una complessa opposizione ai [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]]; gli stessi guelfi si divisero poi in [[guelfi bianchi e neri|guelfi bianchi e guelfi neri]].
 
Dante credeva che la sua famiglia discendesse dagli [[Impero romano|antichi Romani]] (''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', [[Inferno - Canto quindicesimo|Canto XV]], [[s:Divina Commedia/Inferno/Canto XV#72|76]]), ma il parente più lontano di cui egli fa nome è il trisavolo [[Cacciaguida|Cacciaguida degli Elisei]] (''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'', [[Paradiso - Canto quindicesimo|Canto XV]], [[s:Divina Commedia/Paradiso/Canto XV#132|135]]), vissuto intorno al [[1100]]. Dal punto di vista giuridico perciò la presunta nobiltà derivantegli da questa ascendenza, già di per sé dubbia, si era comunque estinta da tempo. Il nonno paterno, [[Bellincione Alighieri|Bellincione]], era un popolano, e un popolano sposò la sorella di Dante.<ref name="Marchi_14"/>
 
Suo padre, Aleghiero o [[Alighiero II|Alighiero di Bellincione]], svolgeva la non gloriosa professione di ''compsor'' ([[cambiavalute]]), con la quale riuscì a procurare un dignitoso decoro alla numerosa famiglia. Era un guelfo ma senza ambizioni politiche: per questo i ghibellini, dopo la [[battaglia di Montaperti]] non lo esiliarono come altri guelfi, giudicandolo un avversario non pericoloso.<ref name="Marchi_14"/>
[[File:Dante Luca.jpg|thumb|left|Dante in un [[affresco]] di [[Luca Signorelli]]]]
 
La madre di Dante era [[Bella degli Abati]]: Bella era diminutivo di Gabriella, [[Abati (famiglia)|Abati]] era un'importante famiglia ghibellina. Di lei si sa poco. Dante ne tacerà sempre.<ref name="Marchi_14"/> Morì quando Dante aveva cinque o sei anni e Alighiero presto si risposò con [[Lapa Cialuffi|Lapa di Chiarissimo Cialuffi]] che mise al mondo [[Francesco Alighieri|Francesco]] e [[Gaetana Alighieri|Tana]] (Gaetana) e forse anche - ma potrebbe essere stata anche figlia di Bella degli Abati - un'altra figlia ricordata dal Boccaccio come moglie del banditore fiorentino Leone Poggi e madre del suo amico Andrea Poggi. Si ritiene che a lei alluda Dante nella ''[[Vita Nova]]'' ([[s:Vita nuova/Capitolo XXIII#capitolo 23 versetto11|XXIII, 11-12]]), chiamandola «donna giovane e gentile [...] di propinquissima sanguinitade congiunta».
 
=== Il matrimonio e la carriera politica ===
Quando Dante aveva dodici anni, nel [[1277]], fu concordato il suo matrimonio con [[Gemma Donati|Gemma]], figlia di Messer [[Manetto Donati]], che successivamente sposò all'età di vent'anni. Contrarre matrimoni in età così precoce era abbastanza comune a quell'epoca; lo si faceva con una cerimonia importante, che richiedeva atti formali sottoscritti davanti ad un notaio. La famiglia a cui Gemma apparteneva - i [[Donati]] - era una delle più importanti nella Firenze tardo-medievale e in seguito divenne il punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta, i [[Guelfi bianchi e neri|guelfi neri]]. Politicamente Dante apparteneva alla fazione dei [[Guelfi bianchi e neri|guelfi bianchi]], che, pur trovandosi nella [[lotta per le investiture]] schierati col papa, contavano molte famiglie della nobiltà signorile e feudale più antica ed erano contrari ad un eccessivo aumento del potere temporale papale. Dante, in particolare, nella sua opera ''[[De Monarchia]]'' auspicava l'indipendenza del potere imperiale dal papa, pur riconoscendo a quest'ultimo una superiore autorità morale.
 
Da Gemma, Dante ebbe tre figli: [[Jacopo Alighieri|Jacopo]], [[Pietro Alighieri|Pietro]] e [[Antonia Alighieri|Antonia]], e un possibile quarto, Giovanni. Infatti si dice fosse figlio suo anche un certo "Iohannes filius Dantis Aligherii de Florentia", che compare come testimone in un atto del 21 ottobre [[1308]] a [[Lucca]]. Antonia divenne monaca con il nome di Sorella Beatrice, sembra nel Convento delle [[Olivetani|Olivetane]] a [[Ravenna]].
 
A [[Firenze]] ebbe una carriera politica di discreta importanza: dopo l'entrata in vigore dei regolamenti di [[Giano della Bella]] ([[1293]]), che escludevano l'antica nobiltà dalla politica permettendo ai ceti intermedi di ottenere ruoli nella [[Repubblica fiorentina|Repubblica]], purché iscritti a un'[[Arti di Firenze|Arte]], Dante si immatricolò all'[[Arte dei Medici e Speziali]].
 
L'esatta serie dei suoi incarichi politici non è conosciuta, poiché i verbali delle assemblee sono andati perduti. Comunque, attraverso altre fonti, si è potuta ricostruire buona parte della sua attività: fu nel Consiglio del popolo dal novembre [[1295]] all'aprile [[1296]]; fu nel gruppo dei "Savi", che nel dicembre [[1296]] rinnovarono le norme per l'elezione dei priori, cioè dei massimi rappresentanti di ciascuna Arte; dal maggio al settembre del [[1296]] fece parte del [[Consiglio dei Cento]]. Fu inviato talvolta nella veste di ambasciatore, come nel maggio del [[1300]] a [[San Gimignano]]. Lo stesso anno fu priore dal 15 giugno al 15 agosto.
 
Nonostante l'appartenenza al partito guelfo, egli cercò sempre di osteggiare le ingerenze del suo acerrimo nemico [[papa Bonifacio VIII]]. Con l'arrivo del [[cardinale]] [[Matteo d'Acquasparta]], inviato come paciere, almeno nominale (in realtà spedito dal papa per ridimensionare la potenza della parte dei guelfi bianchi, in quel periodo in piena ascesa sui Neri), Dante cercò, con successo, di ostacolare il suo operato. Egli stesso si recò dal papa per cercare di trovare un compromesso alla pace ma durante il viaggio venne bloccato e condannato in [[contumacia]].
[[File:Dante Doré.jpg|thumb|left|Dante in un ritratto di [[Gustave Doré]]]]
Quale membro del [[Consiglio dei Cento]], fu tra i promotori del discusso provvedimento che spedì ai due estremi della [[Toscana]] i capi e le "teste calde" delle due fazioni. Questo non solo fu una disposizione inutile (presto essi tornarono alla spicciolata) ma fece rischiare un colpo di stato da parte dei Neri, che stavano per approfittare della situazione quando i Bianchi erano senza leader, ritardando oltre misura l'inizio del loro esilio. Inoltre il provvedimento attirò sui responsabili, Dante compreso, sia l'odio della parte nemica sia la diffidenza degli "amici", e da lui stesso fu definito come l'inizio della sua rovina.
 
Con l'invio di [[Carlo di Valois]] a [[Firenze]], mandato dal papa come teorico paciere, ma di fatto conquistatore, la Repubblica spedì a sua volta a Roma un'ambasceria di cui faceva parte essenziale Dante stesso, accompagnato da [[Maso Minerbetti]] e da [[Corazza da Signa]].
 
Dante si trovava quindi a Roma, sembra trattenuto oltre misura da Bonifacio VIII, quando [[Carlo di Valois]], al primo subbuglio cittadino prese pretesto per mettere a ferro e fuoco Firenze con un colpo di mano. Il 9 novembre [[1301]] [[Cante Gabrielli]] da [[Gubbio]] fu nominato [[Podestà]] di Firenze. Questi appartenente ai guelfi neri, diede inizio ad una politica di sistematica persecuzione degli esponenti politici di parte bianca ostili al papa, e che si risolse alla fine nella loro uccisione o nell'esilio. Con due condanne successive, quella del 27 gennaio e quella del 10 marzo [[1302]], che colpirono inoltre numerosi esponenti delle famiglie dei [[Cerchi]] e soprattutto dei [[Gherardini]] di Montagliari (di cui l'amico [[Andrea Gherardini]]), il poeta fu condannato da [[Cante Gabrielli]], in contumacia, al rogo e alla distruzione delle case. Dante fu raggiunto dal provvedimento di esilio a Roma e non rivide mai più Firenze.
 
Dopo i falliti tentati colpi di mano del [[1302]], Dante, in qualità di capitano dell'esercito degli esuli, organizzò insieme a [[Scarpetta Ordelaffi]], capo del partito ghibellino e signore di [[Forlì]], un nuovo tentativo di rientrare a [[Firenze]]. L'impresa, però, fu sfortunata: il podestà di [[Firenze]], un altro forlivese (nemico degli [[Ordelaffi]]), [[Fulcieri da Calboli]], riuscì ad avere la meglio nella battaglia di Castel Puliciano; fallita, anche, l'azione diplomatica nella primavera del [[1304]], del cardinale [[Niccolò da Prato]], [[legato pontificio]] di [[papa Benedetto XI]], sul quale Dante aveva riposto molte speranze, il 20 luglio dello stesso anno i Bianchi, riuniti alla Lastra, una località a pochi chilometri da Firenze, decisero di intraprendere un nuovo attacco militare contro i Neri. Dante, ritenendo corretto aspettare un momento politicamente più favorevole, si schierò contro l'ennesima lotta armata, trovandosi in minoranza al punto che i più intransigenti formularono su di lui dei sospetti di tradimento, decise di non partecipare alla battaglia e prendere le distanze dal gruppo. Come preventivato dallo stesso, la [[battaglia di Lastra]] fu un vero e proprio fallimento con la morte di quattrocento uomini fra ghibellini e bianchi. Il messaggio profetico ci arriva da [[Cacciaguida]]: {{Quote|Di sua bestialitate il suo processo <br /> farà la prova; sì ch'a te fia bello <br /> averti fatta parte per te stesso. |''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'', [[Paradiso - Canto diciassettesimo|Canto XVII]], [[s:Divina Commedia/Paradiso/Canto XVII#66|67-69]]}}[[File:Castelnuovo Magra - Castello2.JPG|thumb|Il [[Castello di Castelnuovo Magra|castello-palazzo vescovile di Castelnuovo]] dove Dante nel 1306 pacificò i rapporti tra i Marchesi Malaspina e i Vescovi-Conti di Luni]]
 
=== L'esilio nella Lunigiana dei Malaspina ===
Fuoriuscito da Bologna, Dante riparò probabilmente a Pistoia, presso l'amico Cino. Là, dove Moroello Malaspina di Giovagallo era divenuto Capitano del Popolo, ebbe occasione di negoziare la missione diplomatica in Lunigiana per una ipotesi di pace tra i Malaspina e il vescovo-conte di Luni. In Lunigiana arrivò nella primavera del 1306 (termine ad quem il 12 aprile)<ref>{{cita libro||Galanti| titolo="Lunigiana Dantesca"| editore=Centro Lunigianese di Studi Danteschi| anno=2006 }}</ref>, quasi certamente ricevuto a Mulazzo, capitale del ramo imperiale malaspiniano detto dello Spino Secco. Per i Malaspina, di cui era procuratore plenipotenziario, Dante pervenne alla [[pace di Castelnuovo]] il 6 ottobre del 1306. Nel corso del suo periodo lunigianese Dante pose mano alla composizione in versi dell'<nowiki/>''Inferno''. L'ospitalità malaspiniana è celebrata nel [[Purgatorio - Canto ottavo|Canto VIII del ''Purgatorio'']], ove al termine del componimento Dante formula alla figura di Corrado Malaspina il Giovane l'''Elogio assoluto'' del Casato, strutturato com'è sulla prima terzina del Poema (''Lunigiana Dantesca'', Centro Lunigianese di Studi Danteschi, 2006):
[[File:MonumentoDanteVillafrancaLunigiana.JPG|thumb|Monumento a Dante Alighieri a [[Villafranca in Lunigiana]] presso la tomba sacello dei Malaspina]]
{{quote| [...] e io vi giuro .../ ... che vostra gente onrata.../sola và dritta e 'l mal cammin dispregia.
(Pur VIII, vv. 127-132) |}}
 
I Malaspina sono l'unica famiglia ("sola") che procede sull'illuminato percorso della "diritta via" ("và dritta"). Si tratta del più alto elogio concepibile nella lingua del Poeta. Non a caso Corrado il Giovane è uno dei soli sei personaggi a cui Dante destina l'uso riverente del "voi".<ref>{{Cita libro|autore = Mirco Manuguerra|titolo = Lunigiana Dantesca|anno = 2006|editore = Centro Lunigianese di Studi Danteschi|città = La Spezia}}</ref>
 
La Lunigiana è una regione ricca di referenze Dantesche: oltre agli ''Atti della Pace di Castelnuovo'', custoditi in originale presso l'Archivio di Stato della Spezia, e il Canto VIII del ''Purgatorio'', vi è l'''Epistola di frate Ilaro del Monastero del Corvo di Ameglia a Uguccione della Faggiuola'' e la ''Leggenda dei primi sette canti dell'Inferno''; nel 2003 è stato creato il Museo 'Casa di Dante in Lunigiana' (già [[Museo dantesco lunigianese]]).
 
=== L'esilio in Romagna e la morte ===
Dante fu ospite di diverse corti e famiglie della [[Romagna]], fra cui gli [[Ordelaffi]], signori ghibellini di [[Forlì]], dove probabilmente si trovava quando l'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]] entrò in Italia. Qui è possibile che abbia conosciuto le opere del famoso pensatore ebreo [[Hillel ben Samuel da Verona]], che era da poco morto, dopo aver trascorso a Forlì gli ultimi anni della sua vita. Dante tornò a [[Forlì]] nel [[1310]]-[[1311]] e ancora nel [[1316]] (data incerta, quest'ultima).
 
[[File:TombaDante.jpg|thumb|La [[tomba di Dante]] a Ravenna]]
 
Dante terminò le sue peregrinazioni a [[Ravenna]], dove trovò asilo presso la corte di [[Guido Novello da Polenta]], signore della città,<ref>Sembra su diretto consiglio della moglie Caterina.</ref> tuttavia i rapporti con Verona non cessarono, come testimoniato dalla sua presenza nella città veneta il 20 gennaio [[1320]], per discutere la ''[[Quaestio de aqua et terra]]'', ultima sua opera latina.
 
Morì a [[Ravenna]] il 14 settembre [[1321]] di ritorno da un'ambasceria a [[Venezia]]. Passando dalle paludose [[Valli di Comacchio]] contrasse la [[malaria]].<br />
Venezia era all'epoca in attrito con Ravenna e in alleanza con [[Forlì]]: gli storici pensano che sia stato scelto Dante per quella missione in quanto amico degli [[Ordelaffi]], signori di [[Forlì]], e quindi in grado di trovare più facilmente una via per comporre le divergenze. I funerali, in pompa magna, vennero officiati nella [[Basilica di San Francesco (Ravenna)|chiesa di San Pier Maggiore]] (oggi [[Basilica di San Francesco (Ravenna)|San Francesco]]) a [[Ravenna]], dove, sotto un portico laterale, venne posto il primo sarcofago del poeta. Intorno al sarcofago nel 1483 venne costruita una cella, su progetto dello scultore [[Pietro Lombardo (scultore)|Pietro Lombardo]]; nel 1780 [[Camillo Morigia]], su incarico del cardinale legato [[Luigi Valenti Gonzaga]], progettò il tempietto neoclassico tuttora visibile.
[[File:ARCHITRAVE TOMBA DANTESCA.jpg|miniatura|sinistra|Architrave dell'ingresso]]
Per sottrarre i resti del poeta a un possibile trafugamento da parte dei fiorentini, i frati [[Francescani]] tolsero le ossa dal sepolcro, nascondendole in un luogo segreto; questo episodio fece nascere la leggenda che la tomba fosse in realtà un cenotafio, ossia una tomba vuota. Nessuno indagò in merito fino al [[1865]], allorché un muratore intento a restaurare il convento, in occasione del VI centenario della nascita di Dante, scoprì casualmente sotto una porta murata una piccola cassetta di legno, recante delle iscrizioni in latino a firma di un certo frate A. Santi, le quali riportavano che nella scatola erano contenute le ossa di Dante. Effettivamente, all'interno della cassetta fu ritrovato uno scheletro pressoché integro; si provvide allora a riaprire l'urna nel tempietto del Morigia, che fu trovata vuota, fatte salve tre [[falange (anatomia)|falangi]], che risultarono combaciare con i resti rinvenuti sotto la porta murata, certificandone l'effettiva autenticità.
 
La salma fu ricomposta, esposta per qualche mese in un'urna di cristallo e quindi ritumulata all'interno del tempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo.
 
Nel sepolcro di Dante, sotto un piccolo altare si trova l'[[epigrafe]] in versi latini dettati da [[Bernardo da Canaccio]] nel [[1366]]:
 
{{quote|I diritti della monarchia, i cieli e le acque di Flegetonte [gli inferi] visitando cantai finché volsero i miei destini mortali. Poiché però la mia anima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor più beata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui sto racchiuso, [io] Dante, esule dalla patria terra, cui generò [[Firenze]], madre di poco amore.|Epigrafe|{{maiuscoletto|Iura Monarchiae, Superos Flegetonta, lacusque Lustrando cecini, voluerunt fata quousque. Sed quia pars cessit melioribus hospita castris Auctoremque suum petiit feliciter astris, Hic clauditur Dantes, patriis exterris ab oris, Quem genuit parvi Florentia mater amoris.}}|lingua=la}}
 
== Studi ==
[[File:Piazza Dante Verona.jpg|thumb|upright=0.7|left|La statua di Dante situata in [[Piazza dei Signori (Verona)|Piazza dei Signori]] a [[Verona]].]]
Si sa poco circa gli studi di Dante. La cultura dantesca, formatasi in un contesto educativo totalmente diverso da quello attuale, è ricostruibile, in assenza di dati documentari affidabili, innanzitutto a partire dalle opere. Si ottiene così l'immagine di un attento studioso di [[teologia]], [[filosofia]], [[fisica]], [[astronomia]], [[grammatica]] e [[retorica]]: in breve, di tutte le discipline del ''[[trivio|trivium]]'' e del ''[[quadrivio|quadrivium]]'' previste dalle scuole e dalle [[Università medievali|''Universitates'' medievali]].
 
Ad ogni modo, è probabile che il poeta abbia frequentato gli ''studia'' religiosi e laici di cui si ha notizia a [[Firenze]]. Alcuni ritengono che Dante abbia studiato presso l'[[Università di Bologna]], ma non vi sono prove in proposito. In un verso della ''[[Divina Commedia]]'' (''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'', [[Paradiso - Canto decimo|Canto X]], [[s:Divina Commedia/Paradiso/Canto X#132|133-138]]) ''Che, leggendo nel Vico de li Strami, silogizzò invidïosi veri'', Dante allude a ''Rue du Fouarre'', dove si svolgevano le lezioni della [[Sorbona]]: questo ha fatto pensare a qualche commentatore, in modo puramente congetturale, che Dante possa essersi realmente recato a [[Parigi]].
 
Invece è molto probabile che Dante soggiornasse a Bologna tra l'estate del [[1286]] e quella del [[1287]] dove conobbe [[Bartolomeo da Bologna (filosofo)|Bartolomeo da Bologna]] <ref>''Enciclopedia dantesca'' (1970) alla voce corrispondente</ref> alla cui interpretazione teologica dell'Empireo Dante in parte aderisce <ref>''Dizionario Biografico degli Italiani'' alla voce corrispondente</ref>.
 
Ovviamente, la [[cultura ufficiale]] delle [[Università medievali]] era essenzialmente in [[lingua latina]]. Di conseguenza, la cultura letteraria di Dante è basata principalmente sugli autori latini: in particolare [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che ebbe un'influenza determinante sulle opere dantesche. Dante, tuttavia, conobbe certamente un buon numero di poeti volgari, sia italiani che provenzali. Nelle sue opere è evidente il legame con la poesia toscana di [[Guittone d'Arezzo]] e di [[Bonagiunta Orbicciani]] (cfr. ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'', [[Purgatorio - Canto ventiquattresimo|Canto XXIV]], [[s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIV#51|52-62]]), di [[Guido Guinizzelli]] e della [[Scuola siciliana|Scuola poetica siciliana]] - una corrente letteraria attiva alla corte di [[Federico II di Svevia|Federico II]], corrente che si esprimeva in [[lingua volgare|volgare]] e che proprio allora stava cominciando ad essere conosciuta in [[Toscana]], avendo in [[Giacomo da Lentini]] (il famoso "Notaro" di cui alla citazione precedente) il suo maggior esponente. La conoscenza del provenzale da parte di Dante è ricostruibile sia dalle citazioni contenute nel ''[[De vulgari eloquentia]]'' sia dai versi provenzali inseriti nel ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'' ([[Purgatorio - Canto ventiseiesimo|Canto XXVI]], [[s:Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXVI#138|140-147]]).
 
Alla scelta di Dante di utilizzare la [[lingua volgare]] per scrivere alcune delle sue opere possono avere influito notevolmente le opere di [[Andrea da Grosseto]], letterato del [[XIII secolo|Duecento]] che utilizzava la lingua volgare da lui parlata, il [[dialetto grossetano]] dell'epoca, per la traduzione di opere prosaiche in [[lingua latina|latino]], come i trattati di [[Albertano da Brescia]].<ref>Francesco Selmi, ''Dei Trattati morali di Albertano da Brescia, volgarizzamento inedito fatto nel 1268 da Andrea da Grosseto'', Commissione per i testi di lingua, Bologna, Romagnoli, 1873, Osservazioni, p.389 (25*).</ref> È noto che il panorama linguistico medievale, era caratterizzato dalla [[diglossia]] e che il Poeta scrisse quelle opere destinate ad un gruppo elitario di studiosi in lingua latina, ma predilesse il volgare per le opere di carattere didascalico anche perché gli intenti divulgativi potevano trovare la propria piena realizzazione attraverso la lingua materna, ovvero la lingua della comunicazione. Infatti Dante riteneva la Grammatica, ovvero il Latino, un artificio che mal si sarebbe adattato alle esigenze di educare il lettore.
 
In virtù dei suoi interessi, Dante apprese la tradizione dei menestrelli, dei poeti provenzali e la stessa cultura latina, professando, come già detto, una devozione particolare per [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]:
{{quote|Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,<br />tu se' solo colui da cu' io tolsi<br />lo bello stilo che m'ha fatto onore.|''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', [[Inferno - Canto primo|Canto I]], [[s:Divina Commedia/Inferno/Canto I#84|85-87]]}}
 
Dovrebbe essere sottolineato che, durante il [[Medioevo]], le rovine dell'[[Impero romano]] decaddero definitivamente, lasciando spazio a dozzine di piccoli stati: la [[Sicilia]], ad esempio, era tanto lontana - culturalmente e politicamente - dalla [[Toscana]] quanto lo era la [[Provenza]]. Le stesse regioni, in buona sostanza, non condividevano una lingua o una cultura comune né tanto meno potevano usufruire di facili collegamenti. Sulla base di queste premesse, è possibile supporre che Dante fosse per la sua epoca un intellettuale aggiornato, acuto e con interessi, come si direbbe oggi, internazionali.
 
== Lo Stilnovo e Beatrice ==
{{Citazione|L'amore per la bella fanciulla involta di drappo sanguigno, ch'egli chiama Beatrice, ha tutt'i caratteri di un primo amore giovanile, nella sua purezza e verginità, più nell'immaginazione che nel cuore. Beatrice è più simile a sogno, a fantasma, a ideale celeste, che a realtà distinta e che procura effetti proprii. Uno sguardo, un saluto è tutta la storia di questo amore. Beatrice morì angiolo, prima che fosse donna, e l'amore non ebbe tempo di divenire una passione, come si direbbe oggi, rimase un sogno ed un sospiro.|[[Francesco De Sanctis]], ''[[Storia della letteratura italiana (De Sanctis)|Storia della letteratura italiana]]'' [1870], Morano, Napoli 1890, [[s:Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/69|p. 59]].}}
[[File:Dante and beatrice.jpg|thumb|[[Henry Holiday]], ''Dante incontra Beatrice al ponte Santa Trinita'', [[1883]]]]
A diciotto anni Dante incontrò [[Lapo Gianni]], [[Cino da Pistoia]] e subito dopo [[Brunetto Latini]]: insieme essi divennero i capiscuola del [[Dolce stil novo]]. [[Brunetto Latini]] successivamente fu ricordato dal poeta nella ''[[Divina Commedia]]'' ([[Inferno]], XV, 82) per quello che aveva insegnato a Dante, non come un semplice maestro ma come uno dei più grandi luminari che segnò profondamente la sua carriera letteraria e filosofica: maestro di [[retorica]], abile compilatore di [[enciclopedia|trattati enciclopedici]], dovette iniziarlo alla [[Letteratura occitanica|letteratura cortese provenzale]] e [[lingua francese|francese]], scrivendo il ''[[Brunetto Latini#Il Tresor|Tresor]]'' proprio in [[Francia]]. Brunetto mette in evidenza il rapporto tra gli studi di [[grammatica]] ([[Lingua latina|latino]]) e di [[retorica]] e la [[amor cortese|filosofia amorosa cortese]], gettando le basi degli interessi speculativi del futuro Dante. Altri studi sono inoltre segnalati, o sono dedotti dalla ''[[Vita Nova]]'' o dalla ''[[Divina Commedia]]'', per ciò che riguarda la [[pittura]] e la [[musica]].
 
All'età di nove anni Dante si innamorò di [[Beatrice Portinari|Beatrice]], la figlia di [[Folco Portinari]]. Si è detto che Dante la vide soltanto una volta e mai le parlò (ma altre versioni sono da ritenersi ugualmente valide). Più interessante però, al di là degli scarni dati biografici che ci sono rimasti, è la Beatrice divinizzata e dunque sublimata della ''[[Vita Nova]]'': l'angelo che opera la conversione spirituale di Dante sulla Terra, lo studio psicologico che compie il poeta sul proprio innamoramento. L'[[introspezione]] [[psicologia|psicologica]], l'[[autobiografia|autobiografismo]], ignoto al Medioevo, guardano già al [[Francesco Petrarca|Petrarca]] e più lontano ancora, al [[Rinascimento]]. Il nome [[Beatrice]] assumerà soprattutto nella ''[[Divina Commedia]]'' la sua reale importanza, in quanto, etimologicamente parlando, significa ''Portatrice di Beatitudine'', tanto che solo questa figura potrà condurre Dante lungo il percorso del ''[[Paradiso]]''.
 
È difficile riuscire a capire in cosa sia consistito questo amore, ma qualcosa di estremamente importante stava accadendo per la cultura italiana: è nel nome di questo amore che Dante ha dato la sua impronta al [[Dolce stil novo]] e condurrà i poeti e gli scrittori a scoprire i temi dell'amore, in un modo mai così enfatizzato prima.
 
L'amore per Beatrice (come in modo differente [[Francesco Petrarca]] mostrerà per la sua [[Laura de Noves|Laura]]) sarà il punto di partenza per la formulazione della sua concezione del Dolce stil novo, nuova concezione dell'amor cortese sublimata dalla sua intensa sensibilità religiosa (il culto [[Maria (madre di Gesù)|mariano]] con le [[lauda|laudi]] arrivato a Dante attraverso le correnti pauperistiche del Duecento, dai [[Ordine francescano|Francescani]] in poi), e, pertanto, privata degli elementi sensuali e carnali tipici della lirica provenzale, poi confluiti nella [[Scuola Siciliana]]; quella formulazione approderà, in seguito, alla filosofia, dopo la morte dell'amata, con cui si segna simbolicamente il distacco dalla tematica amorosa e l'ascesa del Sommo Poeta verso la Sapienza, luce abbacinante e impenetrabile che avvolge Dio nel ''[[Paradiso]]'' della ''[[Divina Commedia]]''.
 
== Filosofia e politica ==
Quando Beatrice morì nel [[1290]], Dante cercò di trovare un rifugio nella [[letteratura latina]]. Dal ''[[Convivio]]'' sappiamo che aveva letto il ''[[De consolatione philosophiae]]'' di [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]] e il ''[[Laelius de amicitia|De amicitia]]'' di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]. Egli allora si dedicò agli [[filosofia|studi filosofici]] presso le scuole religiose come quella Domenicana in [[Santa Maria Novella]]. Prese parte alle dispute che i due principali ordini religiosi ([[Ordine francescano|Francescani]] e [[Ordine dei Frati Predicatori|Domenicani]]) pubblicamente o indirettamente tennero in [[Firenze]], gli uni spiegando la dottrina dei mistici e di [[Bonaventura da Bagnoregio|San Bonaventura]], gli altri presentando le teorie di [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso d'Aquino]]. La sua "eccessiva" passione per la filosofia gli sarebbe stata successivamente rimproverata da [[Beatrice Portinari|Beatrice]] nel ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]''.
Il critico [[Bruno Nardi]]<ref>''La filosofia di Dante'', in "Grande antologia filosofica", Marzorati, Milano, 1958, IV, p. 1156 e sgg.</ref> evidenzia i tratti salienti del pensiero filosofico dantesco che, pur avendo una base nel [[tomismo]], presenta anche altri aspetti tra cui un evidente influsso del [[neoplatonismo]] (ad esempio dallo [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita]] nelle gerarchie angeliche del [[Paradiso]]). Nell'ambito politico, Dante crede con [[Aristotele]] e [[san Tommaso d'Aquino]] che lo Stato abbia un fondamento razionale e naturale. Nardi aggiunge poi che "pur riconoscendo che lo schema generale della sua [[metafisica]] è quello della [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]] [[cristianesimo|cristiana]], è certo che egli vi ha inserito taluni particolari caratteristici, come la produzione mediata del mondo inferiore, e quella intorno all'origine dell'anima umana risultante del concorso dell'atto creatore coll'opera della natura". Nel trattato [[De Monarchia]] "è notevole la vigorosa affermazione dell'unità del genere umano, dedotta dal principio [[Averroè|averroistico]] che tutti gli uomini tendono ad un unico fine, cioè a che, per mezzo dello sforzo comune, la potenza dell'''intelletto possibile'' sia in ogni momento tutta quanta spiegata". Dante attinse largamente anche alla dottrina di [[Alberto Magno]].
 
Dante fu anche soldato, e l'11 giugno [[1289]] combatté nella [[battaglia di Campaldino]] che vide contrapposti i cavalieri fiorentini ad [[Arezzo]]; successivamente, nel [[1294]], avrebbe fatto parte della delegazione di cavalieri che scortò [[Carlo Martello d'Angiò]] (figlio di [[Carlo II d'Angiò]]) quando questi si trovava a [[Firenze]]. Dante stesso cita [[Carlo Martello d'Angiò]] nella ''[[Divina Commedia]]'' (''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'', [[Paradiso - Canto ottavo|Canto VIII]], [[s:Divina Commedia/Paradiso/Canto VIII#30|31]] e [[Paradiso - Canto nono|Canto IX]], [[s:Divina Commedia/Paradiso/Canto IX|1]]).<ref>[[Vincenzo Placella]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/filosofia_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ Filosofia], in ''[[Enciclopedia Dantesca]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>
 
== Opere ==
[[File:Dante alighieri, Palazzo dei Giudici.jpg|thumb|Il più antico ritratto documentato di Dante Alighieri conosciuto, [[Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai]], [[Firenze]]|280x280px]]
=== ''Il Fiore'' e ''Detto d'Amore'' ===
{{Vedi anche|Il Fiore|Detto d'Amore}}
Due opere poetiche in volgare di argomento, lessico e stile affini, collocate in un periodo cronologico che va dal [[1283]] al [[1287]], sono state attribuite con una certa sicurezza a Dante dalla critica novecentesca, soprattutto a partire dal lavoro del filologo dantesco [[Gianfranco Contini]]: ''Il Fiore'' e ''Detto d'Amore'' sono due elaborati poemetti inscrivibili nell'opera giovanile del poeta, precedente al soggiorno bolognese del 1287.
 
=== ''Le Rime'' ===
{{Vedi anche|Le Rime}}
''Le Rime'' sono una raccolta messa insieme e ordinata da moderni editori, che riunisce il complesso della produzione lirica dantesca dalle prove giovanili a quelle dell'età matura.
Le rime giovanili comprendono componimenti che riflettono le varie tendenze della lirica cortese del tempo, quella guittoniana, quella guinizzelliana e quella cavalcantiana.
Tra questo gruppo di testi Dante aveva scelto quelli che dovevano entrare a far parte della ''Vita Nova''.
 
=== ''Vita Nova'' ===
{{vedi anche|Vita Nova}}
 
La ''Vita Nova'' può essere considerata il "romanzo" autobiografico di Dante; in essa è il racconto della vita spirituale e della evoluzione poetica del Poeta, resa come ''exemplum''; è un prosimetro (i.e. è scritta in prosa e in versi) e risulta strutturata in quarantadue (o trentuno<ref>L'[[edizione critica]] tradizionale di Barbi, [[1921]], conta 42 capitoli; quella di [[Guglielmo Gorni|Gorni]], [[1996]], ne rivede la suddivisione, contandone 31.</ref>) capitoli in [[prosa]] collegati in una storia omogenea, che spiega una serie di [[poesia|testi poetici]] composti in tempi differenti, tra cui hanno particolare rilevanza la [[Canzone (metrica)|canzone]]-manifesto ''[[Donne ch'avete intelletto d'amore]]'' e il celebre sonetto ''[[Tanto gentile e tanto onesta pare]]''. Secondo buona parte degli studiosi, Dante per la forma del prosimetro, si sarebbe ispirato alle ''razos'' provenzali (ovvero le "ragioni"), sicuramente note al Nostro, che servivano a spiegare le ragioni da cui scaturivano le liriche.
 
L'opera è consacrata all'[[amore]] per Beatrice e fu composta probabilmente tra il [[1292]] e il [[1293]]. La composizione delle [[rima|rime]] si può far risalire, secondo la [[cronologia]] che Dante fornisce, tra il [[1283]] come risulta dal [[sonetto]] ''A ciascun alma presa'' e dopo il giugno del [[1291]], anniversario della [[morte]] di Beatrice. Per stabilire con una certa sicurezza la data della composizione del [[libro]] nel suo insieme organico, ultimamente la [[Critica letteraria|critica]] è propensa ad avvalersi del [[1300]], data non superabile, che corrisponde alla morte del destinatario [[Guido Cavalcanti]]: "Questo mio primo amico a cui io ciò scrivo" (''Vita Nova'', [[s:Vita nuova/Capitolo XXX#capitolo 30 versetto3|XXX, 3]]).
 
Quest'opera ha avuto una particolare fortuna negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], dove fu tradotta dal grande filosofo e letterato [[Ralph Waldo Emerson]].
 
=== ''Convivio'' ===
[[File:Dante Alighieri uffizi.jpg|thumb|Statua di Dante, situata alla [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]|417x417px]]
{{vedi anche|Convivio}}
 
Il ''[[Convivio]]'' (1304-1307), dal latino ''convivium'', ovvero "banchetto" (di sapienza), è la prima delle opere di Dante scritta subito dopo il forzato allontanamento di [[Firenze]]. È un [[prosimetro]] che si presenta come un'[[enciclopedia]] dei saperi più importanti per coloro che vogliano dedicarsi all'attività pubblica e civile senza aver compiuto gli studi superiori. È scritta in volgare per essere appunto capita da chi non ha avuto la possibilità in precedenza di studiare il [[lingua latina|latino]]. L'[[incipit]] del ''Convivio'' fa capire chiaramente che l'autore è un grande conoscitore e seguace di [[Aristotele]]; questi, infatti, viene citato con il termine "Lo Filosofo". L'incipit in questo caso spiega a chi è rivolta quest'opera e a chi non è rivolta: soltanto coloro che non hanno potuto conoscere la scienza dovrebbero accedervi. Questi sono stati impediti da due tipi di ragioni:
 
* Interne: malformazioni fisiche, vizi e malizia
* Esterne: cura familiare, civile e difetto di luogo di nascita
 
Dante ritiene beati i pochi che possono partecipare alla mensa della scienza, dove si mangia il "pane degli angeli", e miseri coloro che si accontentano di mangiare il cibo delle pecore. Dante non siede alla mensa, ma è fuggito da coloro che mangiano il pastume e ha raccolto quello che cade dalla mensa degli eletti per crearne un altro banchetto. A questo convivio saranno invitati solo coloro che sono stati impediti da ragioni esterne, perché gli altri non avrebbero la capacità di capire. L'autore allestirà un banchetto e servirà una vivanda (i componimenti in versi) accompagnata dal pane (la prosa) necessario per assimilarne l'essenza. Saranno invitati a sedersi solo coloro che erano stati impediti da cura familiare e civile, mentre i pigri sarebbero stati ai loro piedi per raccogliere le briciole.
 
=== ''De vulgari eloquentia'' ===
[[File:Dante Alighieri Florence Firenze JBU01.JPG|thumb|left|Monumento a Dante in [[Piazza Santa Croce]] a [[Firenze]] (1865)]]
{{vedi anche|De vulgari eloquentia}}
[[File:PiazzaDanteNapoli.jpg|thumb|Monumento a Dante in [[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] a [[Napoli]] (1871)|249x249px]]
 
Contemporaneo al ''Convivio'', il ''De vulgari eloquentia'' è un [[trattato (opera)|trattato]] in [[lingua latina]] scritto da Dante Alighieri tra il [[1303]] e il [[1304]]. Composto da un primo libro intero e da 14 capitoli del secondo libro, era inizialmente destinato a comprendere quattro libri.
 
Pur affrontando il tema della [[lingua volgare]], fu scritto in latino perché gli interlocutori a cui Dante si rivolse appartenevano all'élite culturale del tempo, che forte della tradizione della letteratura classica riteneva il latino senz'altro superiore a qualsiasi volgare, ma anche per conferire alla lingua volgare una maggior dignità: il latino era infatti usato soltanto per scrivere di legge, religione e trattati internazionali, cioè argomenti della massima importanza.
Dante si lanciò in un'appassionata difesa del volgare, dicendo che meritava di diventare una lingua illustre in grado di competere se non uguagliare la lingua di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sostenendo però che per diventare una lingua in grado di trattare argomenti importanti il volgare doveva essere:
* illustre (in quanto luminoso e quindi capace di dare lustro a chi ne fa uso nello scritto),
* cardinale (tale che intorno ad esso ruotassero come una porta intorno al cardine, i volgari regionali),
* aulico (reso nobile dal suo uso dotto, tale da esser parlato nella reggia),
* curiale (come linguaggio delle corti italiane, e da essere adoperato negli atti politici di un sovrano).
Con tali termini intendeva l'assoluta dignità del volgare anche come lingua letteraria, non più come lingua esclusivamente popolare. Dopo avere ammesso la grande dignità del [[Scuola siciliana|siciliano illustre]], la prima lingua letteraria assunta a dignità nazionale, passa in rassegna tutti gli altri volgari italiani trovando nell'uno alcune, nell'altro altre delle qualità che sommate dovrebbero costituire la lingua italiana. Dante vede nell'italiano la ''[[panthera redolens]]'' dei bestiari medievali, animale che attrae la sua preda (qui lo scrittore) con il suo irresistibile profumo, che Dante sente in tutti i volgari regionali, e in particolare nel siciliano, senza però riuscire mai a vederla materializzarsi: manca in effetti ancora una lingua italiana utilizzabile in tutti i suoi registri, da tutti gli strati della popolazione della penisola italica. Per farla riapparire era dunque necessario attingere alle opere dei migliori scrittori italiani, ma molti di quei libri attendevano ancora di essere scritti, e in questo senso il trattato di Dante è un appello ai dotti lettori alla cui penna chiedeva disperatamente aiuto.
 
=== ''De Monarchia'' ===
[[File:DanteFresco.jpg|thumb|''Dante'' ([[Andrea del Castagno]], ''[[Ciclo degli uomini e donne illustri]]'')]]
[[File:Cenotaph Dante Santa Croce 2006 09 12.jpg|thumb|[[Cenotafio]] di Dante nella [[Basilica di Santa Croce]] a [[Firenze]] (scultura di [[Pietro Lombardo (scultore)|Pietro Lombardo]])]]
{{vedi anche|De Monarchia}}
 
L'opera venne composta in occasione della discesa in Italia dell'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]] tra il 1310 e il 1313.
Si compone di tre libri. Nel primo Dante afferma la necessità di un impero universale e autonomo, e riconosce questo impero come unica forma di governo capace di garantire unità e pace. Nel secondo riconosce la legittimità del diritto dell'impero da parte dei Romani. Nel terzo libro Dante dimostra che l'autorità del monarca è una volontà divina, e quindi dipende da Dio: non è soggetta all'autorità del pontefice.<br />
La posizione dantesca è per più aspetti originale. Essa è in contrasto tanto con i sostenitori della concezione ierocratica, quanto con i sostenitori dell'autonomia politica e religiosa dei sovrani nazionali rispetto all'imperatore e al papa.
 
=== ''Commedia'' ===
{{Vedi anche|Divina Commedia}}
La ''Comedìa'' — titolo originale dell'opera: successivamente Giovanni Boccaccio attribuì l'aggettivo "Divina" al poema dantesco — è il capolavoro del poeta fiorentino ed è considerata la più importante testimonianza letteraria della civiltà medievale nonché una delle più grandi opere della letteratura universale. Viene definita "comedia" in quanto scritta in stile "comico", ovvero non aulico. Un'altra interpretazione si fonda sul fatto che il poema inizia da situazioni piene di dolore e paura e finisce con la pace e la sublimità della visione di Dio.
Dante iniziò a lavorare all'opera intorno al [[1300]] (anno [[giubileo|giubilare]], tanto che egli data al 7 aprile di quell'anno il suo viaggio nella ''selva oscura'') e la continuò nel resto della vita, pubblicando le cantiche man mano che le completava. Si hanno notizie di copie manoscritte dell'''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'' intorno al [[1313]], mentre il ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'' fu pubblicato nei due anni successivi. Il ''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'', iniziato forse nel [[1316]], fu pubblicato man mano che si completavano i canti negli ultimi anni di vita del poeta.
 
Il poema è diviso in tre libri o ''[[cantica|cantiche]]'', ciascuno formato da 33 [[canto (metrica)|canti]] (tranne l'Inferno che ne presenta 34, poiché il primo funge da [[proemio]] all'intero poema); ogni canto si compone di terzine di endecasillabi. La ''Commedia'' tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, ben lontana dalla pedante poesia didattica medievale, ma intrisa di una spiritualità cristiana nuova che si mescola alla passione politica e agli interessi letterari del poeta. Si narra di un [[viaggio immaginario]] nei tre regni dell'aldilà, nei quali si proiettano il bene e il male del mondo terreno, compiuto dal poeta stesso, quale "simbolo" dell'umanità, sotto la guida della [[ragione]] e della [[fede]]. Il percorso tortuoso e arduo di Dante, il cui linguaggio diventa sempre più complesso quanto più egli sale verso il Paradiso, rappresenta, sotto metafora, anche il difficile processo di maturazione linguistica del volgare illustre, che si emancipa dai confini angusti entro i quali lo aveva rinchiuso il pregiudizio scolastico medievale. Dante è accompagnato sia nell'Inferno che nel Purgatorio dal suo maestro Virgilio; in Paradiso da Beatrice e da [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]].
 
=== ''Epistola XIII a Cangrande della Scala'' ===
{{Vedi anche|Epistola XIII a Cangrande della Scala}}
L'''Epistola XIII a [[Cangrande I della Scala]]'', risalente agli anni tra il [[1315]] e [[1317]], è l'ultima e la più rilevante delle sole tredici [[Epistole (Dante Alighieri)|epistole dantesche]] attualmente conservate; essa contiene la dedica del ''Paradiso'' al signore di Verona, nonché importanti indicazioni per la lettura della ''Commedia'': il soggetto (la condizione delle anime dopo la morte), la pluralità dei sensi, il titolo (che deriva dal fatto che inizia in modo aspro e triste e si conclude con il lieto fine), la finalità dell'opera che non è solo speculativa, ma pratica poiché mira a rimuovere i viventi dallo stato di miseria per portarli alla felicità.
 
=== ''Egloghe'' ===
{{vedi anche|Egloghe (Dante Alighieri)}}
Le ''Egloghe'' sono due componimenti di carattere bucolico scritti in lingua latina tra il [[1319]] e il [[1320]] a Ravenna, facenti parte di una corrispondenza con Giovanni del Virgilio, intellettuale bolognese, i cui due componimenti finiscono sotto il titolo di ''Egloga I'' e ''Egloga III'', mentre quelli danteschi sono l'''Egloga II'' e ''Egloga IV''.
 
== Dante nella cultura moderna ==
 
[[File:500L 1965-DanteAlighierifr.JPG|thumb|upright=0.7|Moneta commemorativa italiana da 500 lire]]
[[File:2 € Italia.jpg|thumb|upright=0.7|Moneta italiana da 2 euro]]
Alla figura di Dante [[papa Benedetto XV]] dedicò l'[[enciclica]] ''[[In Praeclara Summorum]]'', firmata il 30 aprile [[1921]], nel sesto centenario della morte, mentre [[papa Paolo VI]] dedicò al poeta la [[lettera apostolica]] data in forma di [[motu proprio]] ''[[Altissimi cantus]]'' il 7 dicembre [[1965]], in occasione del settimo centenario della nascita.
 
Numerosissimi gli scrittori, gli intellettuali e gli artisti che hanno utilizzato e continuano ad utilizzare la ''Commedia'' e le altre opere dantesche come fonte di ispirazione tematica, linguistica, espressiva. Di seguito si cerca di offrire un panorama sintetico, organizzato per periodi e per autori, della presenza di Dante nella cultura moderna italiana e mondiale.
 
Nel 1965, Dante venne raffigurato sulla moneta da 500 lire italiane; dal 1948 al 1963, sulla banconota da 10.000 lire italiane e nel 1997 sulle monete da 2 lire sammarinesi. Dal 2002 venne raffigurato sulla moneta da 2 euro (nella versione italiana).
 
;Letteratura italiana del Novecento
 
* L'opera [[La Divina Mimesis]] di [[Pier Paolo Pasolini]] è chiaramente ispirata alla Commedia dantesca.
* Nell'opera poetica di [[Eugenio Montale]] è frequente la ripresa di termini e formule del Dante lirico e del Dante della ''Commedia''.
* Il poeta [[Mario Luzi]] ha utilizzato più volte temi danteschi e in particolare 'purgatoriali', ad esempio nella lirica ''La notte lava la mente''.
* In ''[[Se questo è un uomo]]'' di [[Primo Levi]] si trovano numerosi riferimenti alla discesa dantesca agli [[Inferno|Inferi]]; uno dei capitoli (l'undicesimo, intitolato ''Il canto di Ulisse'') è inoltre strutturato come una ripresa del viaggio di [[Ulisse]] nel [[Inferno - Canto ventiseiesimo|canto XXVI]] dell'''Inferno'', che Levi ripete a memoria mentre è ai lavori forzati, con il fine di risparmiare il suo essere creatura umana dall'abbrutimento del lager nazista<ref>Primo Levi, ''Se questo è un uomo'',Einaudi, Torino, 1989, pagg. 114-121</ref>.
* La figura di Dante ha ispirato diversi autori che ne hanno fatto il protagonista dei loro romanzi, sia italiani ([[Giulio Leoni]], [[Francesco Fioretti]]) sia stranieri ([[Nick Tosches]]).
* Dante Alighieri appare spesso nella narrativa della scrittrice [[Laura Pariani]] nella figura di un “viaggiatore”: nel racconto “Que viene el coco” (1977) in una Milano del futuro; nel romanzo ''Milano è una selva oscura'' (2010) nella Milano del 1969; nella favola musicale ''Büs d'l'Orchéra Tour'' (2011), sul Lago d'Orta ai nostri giorni.
 
;Letteratura straniera del Novecento
 
* Il poeta [[Thomas Stearns Eliot]] trae ispirazione da Dante e al v. 63 del poema ''[[La terra desolata]]'' traduce letteralmente i versi 56-57 del canto terzo dell'Inferno: «i' non averei creduto / che morte tanta n'avesse disfatta». Il passo descrive una mattina londinese nella quale la folla delle persone che vanno al lavoro è associata all'immagine dantesca degli [[ignavi]]. Sempre in ''The waste land'', in ''What the thunder said'' cita esplicitamente il v. 148 del canto XXVI del Purgatorio:"Poi s'ascose nel fuoco che gli affina". Inoltre riporta i vs 61-66 del XXVII canto dell'Inferno ad introduzione della poesia ''[[Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock|The Love Song of J. Alfred Prufrock]]''. Celebre inoltre, nei ''[[Quattro quartetti]]'', il rimando alla vasta landa che fa da sfondo all'incontro con [[Brunetto Latini]] nel [[Inferno - Canto quindicesimo|canto XV]], ma già introdotta nel canto precedente.
* Lo scrittore statunitense [[Henry Miller]] cita sovente Dante nei suoi libri [[Tropico del Cancro (romanzo)|Tropico del Cancro]] e [[Tropico del Capricorno (romanzo)|Tropico del Capricorno]]
* Nel racconto ''L'omnibus celeste'' lo scrittore inglese [[Edward Morgan Forster]] introduce un misterioso personaggio «giallastro, dalla mascella poderosa e dagli occhi infossati», che «si chiama Dan eccetera» che guida una strana vettura a cavalli, dentro la quale si trova la scritta «"Lasciate ogni baldanza voi ch'entrate"; al che il signor Bons borbottò un: satire intellettualoidi o che so io; e che baldanza era locuzione sbagliata, per speranza.» <br />Alla fine di un percorso in mondi abitati dai grandi personaggi del mito e della poesia, il ragazzo che compie il viaggio «avvertì sulla fronte un fresco contatto di foglie. Qualcuno lo aveva cinto di una corona.»<ref>E.M. Forster, ''I racconti'', Garzanti, Milano,1988, pp.37-52</ref>
* Il poeta [[Ezra Pound]] fu un profondo conoscitore della poesia dantesca, che riprese in alcuni passaggi della sua opera principale, ''[[The Cantos]]''.
* Il poeta argentino [[Jorge Luis Borges]] ammirò la ''Commedia'' di Dante fino a dire che è la migliore opera letteraria di tutti i tempi, l'apice delle letterature. Ha scritto ''[[Nove saggi danteschi]]'' e ha tenuto molte conferenze sul "sacro poema". Nella sua opera a volte traduce dei brani della ''Commedia'' che inserisce nelle sue poesie come nel "Poema conjetural" che riprende l'episodio di [[Bonconte da Montefeltro|Bonconte]] in ''[[Purgatorio - Canto quinto|Purgatorio]]''[[Purgatorio - Canto quinto|, V]].
 
;Letteratura contemporanea
[[File:Paris 2010 - Le Penseur.jpg|miniatura|[[Auguste Rodin]], ''[[Il pensatore]]'']]
* [[Dan Brown]] nel suo romanzo ''[[Inferno (Dan Brown)|Inferno]]'' (2013), per la struttura e la [[topografia]] del regno subtellurico si è ispirato all'Inferno dantesco.<ref>[http://www.ilmessaggero.it/CULTURA/LIBRI/dan_brown_all_inferno_laquo/notizie/279499.shtml Dan Brown all'Inferno], [[Il Messaggero]], 14 maggio 2013 </ref>
 
;Arte
* Dante appare in due affreschi di [[Raffaello Sanzio]] situati nella [[Stanza della Segnatura]] nei [[Musei Vaticani]]: ''[[Disputa del Sacramento]]'' e ''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]''.
* Il pittore [[Dante Gabriel Rossetti]], il cui nome è ispirato al poeta, ha dedicato molte delle sue opere a Dante e Beatrice.
* [[Eugène Delacroix]] lo rende protagonista della sua opera ''[[La barca di Dante]]''.
* Lo scultore [[Auguste Rodin]] si è ispirato a Dante per alcune delle sue più famose opere come ''[[La porta dell'inferno (Rodin)|La porta dell'inferno]]'' e ''[[Il pensatore]]''.
 
;Cinema
* Nel film ''[[Seven]]'' di [[David Fincher]] il serial killer scandisce i delitti secondo i sette peccati capitali come sono scanditi nel Purgatorio, mentre in ''[[Hannibal (film)|Hannibal]]'' vi è una "interpretazione del suicidio di [[Pier delle Vigne]]".<ref>[http://www.treccani.it/scuola/tesine/divina_commedia_e_iconografia/10.html Dante e la Commedia nel cinema],[http://Treccani.it Treccani.it]</ref> Inoltre in ''Hannibal'' il brano ''[[Vide cor meum]]'', interpretato da Danielle De Niese e Bruno Lazzaretti, è un libretto di Patrick Cassidy, tratto dalla ''[[Vita Nova]]'', il cui tema riguarda la simbologia del "cuore mangiato".
 
* ''[[Il mistero di Dante]]'' (2013) è un film di Louis Nero, in cui si traccia un percorso anche esoterico della costruzione dell'''Inferno'' e della [[Divina Commedia]].
 
;Televisione:
 
* Nel [[1965]] la [[RAI]] ha dedicato al Sommo Poeta uno [[sceneggiato televisivo]] dal titolo ''[[Vita di Dante]]'', interpretato da [[Giorgio Albertazzi]].
* Anche [[Roberto Benigni]] torna alla [[RAI]] per interpretare Dante Alighieri.
 
; eBook
 
* A partire dal 2008, con l'avvento di nuovi dispositivi touch quale [[iPhone]] e [[iPod touch]] appaiono edizioni interattive delle Divina Commedia.
* Nel 2010 compare un'edizione interattiva per [[iPad]] in cui i testi vengono associati ad illustrazioni ricolorate di [[Gustave Doré]], oltre a ricostruzioni virtuali e mappe sinottiche degli ambienti immaginati da Dante durante il suo viaggio.
 
;Tarocchi
* Nel [[1983]] la Editoriale Dami pubblicò un mazzo di 78 carte intitolato "Tarocchi di Dante e dei Fedeli d'Amore", ideato e illustrato in stile giottesco dal pittore bolognese [[Wolfango Peretti Poggi]]. Questo mazzo si collega ai presunti ideali di una fratellanza esoterica alla quale sarebbe appartenuto anche il grande poeta.
* Nel [[2001]] le Edizioni d'Arte Lo Scarabeo pubblicarono un mazzo di 78 carte intitolato "Tarocchi di Dante", ideato dallo scrittore [[Giordano Berti]] e illustrato da [[Andrea Serio]]. I 22 Trionfi (o Arcani Maggiori) simbolizzano altrettante concezioni etiche, filosofiche e spirituali espresse da Dante Alighieri nel ''Convivio''. Per quanto i 56 Arcani Minori, nella serie dei Mattoni viene raccontata la vita avventurosa di Dante; nei semi di Fiamme, di Nuvole e di Luci sono descritto gli episodi cruciali dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
 
;Fumetti
* Nei numeri 7-12 di [[Topolino (libretto)|Topolino]] (ottobre 1949-marzo 1950) viene pubblicata la prima [[Parodie Disney|Grande Parodia Disney]], ''[[L'Inferno di Topolino]]'', sceneggiata da [[Guido Martina]] e disegnata da [[Angelo Bioletto]]. Se nei disegni è facile ritrovare le atmosfere delle illustrazioni di Gustave Doré, la particolarità di questa storia sta nelle terzine dantesche create da Martina a mo' di discalia. Alla fine della lunga versione disneyana dell'opera compare Dante in persona, in veste di giudice dei due fumettisti, ritratti incappucciati come "peccatori massimi", rei di aver scherzato troppo con un capolavoro immortale della letteratura. Nel 1987, sempre per Topolino, [[Giulio Chierchini]] riprende le atmosfere dell'Inferno dantesco per realizzare la sua versione: ''[[L'inferno di Paperino|L'Inferno di Paperino]]''.
* [[Marcello Toninelli]] esordì in tale campo proponendo una sua versione di Dante. In seguito produce con successo una sua rivisitazione in chiave fumettistica della [[Divina Commedia]] e della biografia del Poeta.
* L'acclamato autore di fumetti giapponese [[Gō Nagai]] ha tratto ispirazione dalla ''Commedia'' per alcune delle sue opere più famose: ''[[Mao Dante]]'' e ''[[Devilman]]''. In seguito ha pubblicato ''[[La Divina Commedia (manga)|La Divina Commedia]]'', versione a fumetti del poema.
* Nel manga e anime [[One Piece]], la prigione di [[Geografia di One Piece#Impel Down|Impel Down]] è strutturata e prende ispirazione dall'inferno dantesco.
 
;Videogiochi
* In [[Devil May Cry]] e nei rispettivi seguiti il protagonista è Dante, un ibrido uomo-demone. Inoltre vi sono varie allusioni alla Divina Commedia:la partner di Dante si chiama Trish (abbreviativo di Beatrish), suo fratello si chiama Vergil (Virgilio) e il suo più grande nemico è Mundus (Satana). Inoltre nel terzo capitolo Dante attraverserà i gironi dell'Inferno.
* In [[Dante's Inferno]] (ispirato alla divina commedia) è un uomo fiorentino che durante le crociate fece strage di eretici e per questo la sua anima è destinata all'Inferno. Tuttavia egli sconfiggerà la Morte per poi tornare all'Inferno per salvare Beatrice da Lucifero.
 
;Pubblicità
* Dante Alighieri è stato testimonial di molti prodotti, come la macchina per scrivere Olivetti M1 e la compagnia telefonica Tim. I versi della ''Commedia'' e della ''Vita Nuova'', inoltre, sono stati manipolati in numerose pubblicità, a partire dalla fine dell'Ottocento fino ai nostri giorni passando anche attraverso Carosello e il cinema (Vd. Delio De Martino, Dante & la pubblicità, Levante, Bari 2013).
 
== Note ==
 
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Vedi anche|Bibliografia su Dante}}
La bibliografia sulla vita e sull'opera di Dante è sterminata; normalmente, il primo strumento di ricerca è l'''[[Enciclopedia Dantesca]]'', dell'[[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], Roma, 1970-1978, consultabile anche on line. Si possono utilizzare anche le risorse informatiche, in primo luogo la bibliografia consultabile sul sito della [[Società Dantesca Italiana]]. Per la bibliografia cartacea si rimanda alla voce [[Bibliografia su Dante]]
 
== Voci correlate ==
* [[Alighieri]]
* [[Giovanni Boccaccio]]
* [[Firenze medievale]]
* [[Francesco Petrarca]]
* [[Casa di Dante]]
* [[Tomba di Dante]]
* [[Enciclopedia Dantesca]]
* [[Società Dantesca Italiana]]
* [[Deutsche Dante-Gesellschaft]]
* [[Ravenna]]
* [[Guido da Polenta]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto
|commons=Dante Alighieri
|q|q_preposizione=di e su}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{liberliber|www.liberliber.it/libri/a/alighieri/|Dante Alighieri}}
* [http://www.danteonline.it Sito su Dante a cura della Società Dantesca Italiana]
* [http://www.centrodantesco.it Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, Ravenna]
* [http://air.unimi.it/bitstream/2434/155923/2/Berra-Borsa_-_Rime_di_Dante_protetto.pdf Le Rime di Dante, a cura di C. Berra e P. Borsa (Milano, Cisalpino, 2010)]
* Lettura e commento di Vittorio Sermonti [http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c84988bd917b3333f0 della prima Cantica di Dante], [http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c804c3ff0d93f3304a della seconda Cantica di Dante], [http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c883d77a994dd94856 della terza Cantica di Dante]
* [http://www.worldofdante.org World of Dante] contiene il testo italiano e la traduzione inglese di Allen Mandelbaum, una galleria, mappe dal Museo Casa di Dante, un timeline, music, e materiali per l'insegnamento della Divina Commedia
* [http://italia.aula365.com/permalink/historieta/Dante-Alighieri-5180637.aspx Vita di Dante] in immagini
* [http://www.classicitaliani.it/index042.htm Progetto Dante di Giuseppe Bonghi], con testi della critica e opere dell'autore e bibliografia
* [http://www.interbooks.eu/poesia/duecento/dantealighieri.html Bibliografia e opere complete di Dante Alighieri], www.interbooks.eu
* [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xv/encyclicals/documents/hf_ben-xv_enc_30041921_in-praeclara-summorum_it.html Lettera enciclica "In praeclara summorum", in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri, pubblicata da papa Benedetto XV il 30 aprile 1921]
* [http://www.scrinium.org/scrinium/Opere.php?idProgetto=1&idOpera=7&idLingua=1 Le 100 pergamene con i disegni danteschi eseguiti da Botticelli alla fine del Quattrocento]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/dante-alighieri_(Dizionario_Biografico)/ Dizionario biografico Treccani]
* [http://alighieri.scarian.net/index.html "I Precursori di Dante" di Alessandro D'Ancona (1874).]
* [http://www.giordanoberti.it/html/giochi_tarocchi_dante.htm Tarocchi di Dante: approfondimenti.]
* [http://www.poesiedautore.it/dante-alighieri Poesie di Dante Alighieri.]
* [http://www.adamoli.org/free/dante-alighieri Vita e Opere su Dante Alighieri.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=2384293&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', Foligno, Johannes Numeister, 1472.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=1997812&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento del Nidobeato, Milano, Ludovico e Alberto Pedemontani, 1478.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=1997812&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Padre Nostro'', in ''Commedia'', con il commento del Nidobeato, Milano, Ludovico e Alberto Pedemontani, 1478.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=2128341&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento di Cristoforo Landino, Venezia, Ottaviano Scoto, 1484.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=469818&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Credo'', (Firenze), (Bartolomeo de' Libri), (1484).]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=895156&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento di Cristoforo Landino, Brescia, Bonino de Boninis, 1487.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=469660&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Credo'', (Firenze), (s. n.), (ca. 1490).]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=1999842&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento di Cristoforo Landino, Venezia, Bernardino Benali e Matteo da Parma, 1491.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=897675&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento di Cristoforo Landino, Venezia, Matteo "Capocasa" da Parma, 1493.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=469731&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Credo'', (Firenze), (Lorenzo Morgiani e Johann Petri), (ca. 1495).]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=2386355&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Commedia'', con il commento di Cristoforo Landino, Venezia, Pietro Quarengi, 1497.]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=469853&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Credo'', (Firenze), (s. n.), (ca. 1500).]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=469818&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Credo'', (Firenze), (Lorenzo Morgiani e Johann Petri), (ca. 1500).]
* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=1730903&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Dante Alighieri, ''Divina Commedia'', a cura di Domenico Guerri, Bari, Laterza, 1933.]
 
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