Milza e Fleres: differenze tra le pagine

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'''Fleres''' può riferirsi a Fleres o Flers. Si tratta di un'antica e nobile famiglia di origini normanne. Nel X secolo un cavaliere di ventura di questo casato ottenne un feudo baronale nella bassa Normandia (1) e (2).
{{Infobox anatomia |
Meno di un secolo dopo un altro discendente è sceso nel sud Italia per fare il cavaliere di ventura come Reinulfo da Rengot, Roberto il Guiscardo e moltissimi altri giovani cadetti discendenti da nobili famiglie normanne, che nella terra d'origine non avevano prospettive, mentre nel meridione d'Italia potevano guadagnarsi terre e titoli col valore della spada (3) e (4).
Nome = Milza |
Altri discendenti scesero in Sicilia con l'esercito normanno, liberandola dal dominio arabo. Un cavaliere Fleres o De Fleres finanziò la ricostruzione a Catania di una antichissima Chiesa, risalente al 532 d.C. eretta dal vescovo Stefano di Siracusa, e la intitolò Chiesa di San Giovanni Battista Dè Fleres, cui diede una commenda sui frutti di un suo feudo sopra Jaci, per darle piena autonomia finanziaria. La Chiesa restaurata venne affidata all'Ordine dei cavalieri di Malta che nel convento attiguo crearono e gestirono un Ospedale. Nel 1693 la Chiesa venne definitivamente distrutta da un terremoto e della sua struttura resta oggi solo un pregevole arco gotico che si affaccia su via Mancini (5).
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La famiglia si spostò a Palermo perché alcuni discendenti avevano intrapreso attività intellettuali, avvocati, notai, professori universitari e prelati.
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Nel 1581 don Bartolomeo Fleres esercitava la professione di avvocato a Palermo e fu nominato Giudice Pretoriano e di Tribunale negli anni 1581-82, 1594-95, 1605-06 e nel 1616, 1617 e 1618 (6).
Immagine = Illu spleen-IT.jpg|
Un altro ramo dei Fleres andò a Brescia, dove sin dal XVI secolo appartenne al nobile consiglio della città. Infatti, Antonino fu ambasciatore di Brescia all'Imperatore Carlo V, a Modena nel 1526 (7).
Didascalia = Milza, anatomia microscopica|
Altro ramo si trasferì a Tiesi, in Sardegna e don Andrea Fleres, ottenne da Re Vittorio Amedeo II, con diploma del 14.05.1728, il titolo e grado di Cavaliere, di nobile e l'uso dello stemma, nonché l'uso del "Don", da trasmettersi in perpetuo alle sue discendenze maschili (8).
Don Stefano Fleres, per il valore dimostrato "sul campo di battaglia che in tempo di pace", ottenne nel 1640 un feudo con titolo comitale nelle terre di Savoca, indicato come fego della marina di Savoca (9) e (10).
Altri discendenti hanno ottenuto i feudi baronali di Girasia e di Chinesi.
Personalità:
Don Bartolomeo Fleres, sopra citato;
Don Filippo Fleres (nato a Savoca nel 1686 e morto a Palermo nel 1760), fu insigne giurista e avvocato, nonché Giudice della Gran Corte, Presidente del Tribunale del Concistoro e Consultore della Regia Segreteria. Scrisse molti trattati in materia feudale e fiscale;
Don Leonardo Fleres, professore universitario, avvocato del fisco, senatore e assessore di Messina, membro dei Regi delegati della Corte Statigoziale. Fu bandito da Messina perché nel 1669 fu eletto revisore di tutti i rescritti e di tutti gli atti amministrativo, giudiziari e di governo che riguardavano la città, che senza il suo "bene stat" non potevano essere eseguiti ed entro in contrasto spietato con i governanti spagnoli dell'isola, che lo fecero bandire nel 1677;
Don Vincenzo Fleres (1723-1807),Sacerdote, Canonico, Abate e noto filosofo e teologo palermitano. Insegnò nella celebre scuola di filosofia del Seminario di Monreale, lasciando manoscritti e testi delle sue lezioni e nel 1769 fu nominato professore di diritto Ecclesiastico nella Regia Università di Palermo;
Don Saverio Fleres fu Capitano di Giustizia nelle terre di Savoca dal 1750;
Don Giuseppe Fleres, noto giurista, fu incaricato dal Senato messinese di stilare la relazione per l'esecutoria del sovrano privilegio che riconosceva a Messina di godere "con eguale diritto ed in pari grado il titolo di Capitale del Regno";
Don Mariano Fleres, già Ufficiale della Marina Austriaca, fu Console d'Austria nella provincia di Messina;
Don Marco Fleres Triscitta, giurista e Giudice circondariale di Savoca e del Tribunale di Messina, riposa imbalsamato nelle catacombe dei cappuccini a Savoca.
Ugo Fleres, fece parte dell'Accademia di san Luca in Roma e a quella peloritana dei Pericolanti di Messina. Fu insigne scrittore, letterato, poeta, artista, umanista, giornalista e critico d'arte. Fu lui a illustrare la prima stesura di Pinocchio del Collodi; Avv. Antonino Fleres (1882-1935), avvocato e uomo politico, eletto nel 1914 Consigliere Provinciale di Messina assieme a Fulci e Durante. Fu un inguaribile antifascista, e fu il primo confinato della provincia di Messina, inviato al confino nelle isole di Lipari, Ustica e Ponza.
Blasone: "D'azzurro, caricato di tre gigli d'oro accollati in fascia, sormontati da un fiore gambuto a sei petali, onde in punta".
Bibliografia:
(1) Flers, départament de l'Orne en Normandie e Dictionaire Géographiche, Historique et politique des Gaules et de la France;
(2) Origini dei cognomi in Sicilia, Vito Blundo;
(3) Il Ducato di Normandia e i Normanni in Italia, Christine Le Bohec;
(4) Guglielmo di Puglia;
(5) dagli scritti degli storiografi catanesi Privitera, Gioacchino De marzo, l'Abate Francesco Ferrara, il Prof. Santi Correnti, il Prof. Carrera e altri;
(6) Nobiliario di Sicilia, Mango di Casalgerardo ed altri;
(7) Dizionario storico blasonico G.B. di Crollalanza e Heraldry Institute of S.C.V., Roma;
(8) Diplomi e concessioni nobiliari del Regno di Sardegna;
(9) Archivio storico per la Sicilia - Le famiglie; il feudo, patriziato e nobilito nell'area jonica messinese;
(10) le Catacombe del Convento dei Cappuccini di Savoca, Storia e Personaggi, Santo Lombardo ed altri;
(11) atti e documenti esposti e custoditi nel Museo Storico Etnoantropologico di Savoca.
 
== Geografia ==
Immagine2 = Gray1189.png|
* '''[[Fleres (Brennero)|Fleres]]''' – frazione del comune italiano di [[Brennero]]
Didascalia2 = Struttura interna|
* '''[[Val di Fleres]]''' – valle italiana dell'[[Alto Adige]]
* '''[[Rio Fleres]]''' – fiume italiano dell'Alto Adige
 
== Personalità ==
Sistema = [[Sistema linfatico]]|
* '''[[Salvo Fleres]]''' – politico italiano
Arteria = [[Arteria splenica]]|
* '''[[Ugo Fleres]]''' – poeta, giornalista e critico letterario italiano
Vena = [[Vena splenica]] |
Nervo = [[Plesso splenico]]|
Linfatici = |
MeshName = Spleen |
MeshNumber = A10.549.700 }}
 
La '''milza''' è l'[[Sistema linfoide|organo linfoide secondario]]<ref name=balboni510>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 510|Anastasi}}</ref> più grande del sistema linfatico umano.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Testut - Latarjet|titolo=Trattato di Anatomia Sistematica - Libro Quarto|editore=UTET|p=1084}}</ref> La sua grandezza e la sua struttura sono tali da essere considerato un organo pieno (cioè [[parenchima]]toso). A differenza di altri organi linfoidi secondari, essa è collegata con sistema circolatorio per mezzo di vasi sanguigni e non linfatici.<ref name=":0" /> La milza è un organo impari, posizionato nell'[[ipocondrio]] sinistro.
 
La milza presenta molteplici funzioni:
* [[Immunità adattativa|immunitaria acquisita]]: essa ospita nella sua polpa bianca sia [[Linfocita T|linfociti T]] che [[Follicolo linfatico|centri germinativi]] contenenti soprattutto [[Linfocita B|linfociti B]]. Grazie al suo collegamento diretto con i vasi sanguigni è l'unico organo in grado di contrastare direttamente le infezioni ematiche, soprattutto quelle di batteri incapsulati come [[Haemophilus influenzae]] e [[Streptococcus pneumoniae]].<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Peter Parham|titolo=The Immune System|editore=Garland Science|p=24}}</ref> Per i motivi sopracitati la milza è stata paragonata ad un "grande [[linfonodo]]", con la fondamentale differenza che sia i patogeni che i linfociti entrano ed escono per mezzo di vasi sanguigni e non dei vasi linfatici.<ref name=":1" />
* [[Emolisi|emocateretica]]: essa ospita nella sua polpa rossa il sistema dei monociti-macrofagi che riconosce gli eritrociti e le piastrine "invecchiati", degradandoli;<ref name="balboni510" />
* marziale: essa degrada i componenti dell'eme presenti nell'emoglobina fornendo i substrati ideali per il metabolismo del ferro;<ref name=":0" />
* riserva: essa è in grado di immagazzinare una notevole quantità di monociti (uno studio del 2009 ha dimostrato che la milza dei mammiferi è in grado di ospitare oltre il 50% dei monociti del corpo)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Filip K.|cognome=Swirski|data=2009-07-31|titolo=Identification of Splenic Reservoir Monocytes and Their Deployment to Inflammatory Sites|rivista=Science (New York, N.Y.)|volume=325|numero=5940|pp=612–616|accesso=2017-12-07|doi=10.1126/science.1175202|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2803111/|nome2=Matthias|cognome2=Nahrendorf|nome3=Martin|cognome3=Etzrodt}}</ref> e una notevole quantità di sangue venoso;
* emopoietica: questa funzione è esclusiva della vita embrionale, dove la milza costituisce un organo temporaneo capace di generare le cellule della linea emopoietica. <ref name=":0" />
La milza in un paziente sano non è palpabile<ref name="balboni511">Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 511|Anastasi}}</ref> in quanto rimane coperta dalle coste<ref>La milza, essendo sottodiaframmatica, non è da considerarsi contenuta nella gabbia toracica la quale, per definizione, è la regione racchiusa fra le coste, delimitata dal rachide posteriormente, dallo sterno anteriormente e dal diaframma inferiormente. cfr {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 132|Anastasi}}</ref>; essa può essere invece ben apprezzata in condizioni patologiche che inducano splenomegalia (ad esempio malattie da protozoi come la [[malaria]], la [[leishmaniosi]] e il [[trypanosoma]]).
 
Verifiche sperimentali su [[apnea|apneisti]] volontari hanno mostrato che la milza, a seguito dell'apnea, presenta una sensibile riduzione dello spessore, per poi tornare a dimensioni normali in seguito. È stata avanzata quindi l'ipotesi che questa contrazione sia legata al meccanismo dello [[Riflesso di immersione|scostamento ematico]] che si verifica nel caso di apnee prolungate. Nei [[mammiferi marini]] la milza è, a differenza dell'uomo, molto più grande proporzionalmente (fino a 7% del peso corporeo), probabilmente per via di un adattamento alla vita marina per affrontare più agevolmente apnee prolungate grazie alle riserve di sangue contenute in quest'organo<ref>{{cita web|url=http://www.mondomarino.net/articoli/index.asp?p=8&view=dett&idu=132|titolo=Apnea|autore=Lorenzo Messina|accesso=17/11/2009}}</ref>.
 
== Morfologia ==
 
=== Dimensioni (diametri e volume) ===
Le dimensioni della milza variano in base alla quantità di sangue contenuta e possono modificarsi entro i limiti fisiologici (ad esempio durante e dopo i pasti<ref name="balboni511" />). Le dimensioni medie sono<ref name="balboni510" /><ref>{{Cita libro|titolo=Trattato di Anatomia Sistematica - Libro quarto|editore=UTET|p=1087}}</ref>:
# Lunghezza: 13 cm;
# Larghezza: 8 cm;
# Spessore: 3-3.5 cm
Da questi diametri si spiega la forma della milza: un ovoide con l'asse maggiore (lunghezza) orientato in senso antero-posteriore.
 
=== Colore ===
Il colore della milza varia a seconda del suo stato funzionale ed è generalmente porpora-scuro<ref name="balboni511" />, a causa del suo intenso grado di vascolarizzazione. All'esame autoptico e in seguito al lavaggio dei vasi splenici (procedura che rimuove l'umore contenuto nel loro lume) la milza assume una colorazione diversa, che vira dal grigio al bianco.<ref name=":0" />
 
=== Peso e consistenza ===
La consistenza della milza è piuttosto molle<ref name="balboni511" /> :ciò la rende facilmente friabile e fragile<ref>{{Cita web|url=http://www.bartleby.com/107/278.html|titolo=XI. Splanchnology. 4g. The Spleen. Gray, Henry. 1918. Anatomy of the Human Body.|sito=www.bartleby.com|accesso=2017-12-08}}</ref> a seguito di traumi meccanici indiretti e non; pesa dai 180 ai 250 g<ref name="balboni510" />.
 
== Disposizione e rapporti ==
[[File:Gray1217.png|thumb|upright=0.7|Posizione della milza nell'uomo]]
È situata nella porzione sovramesocolica della [[cavità addominale]], nella loggia lienale, compresa tra la parete posteriore del corpo dello [[stomaco]] e la faccia anteriore del [[rene]] sinistro, appena sotto il [[Diaframma (anatomia)|diaframma]], ed è rivestita dal [[peritoneo]] che ne lascia scoperta solo una piccola area di 2–3&nbsp;cm. In proiezione anteriore corrisponde alla regione topografica dell'[[ipocondrio]] sinistro, al livello dell'area compresa fra la nona e l'undicesima costa, entro la linea ascellare anteriore.
 
=== Conformazione e rapporti ===
[[File:Gray1188.png|thumb|upright=0.7|Faccia viscerale della milza in cui si notano la suddivisione nelle facce gastrica e renale]]
Nella milza si distinguono due facce: una esterna o ''faccia diaframmatica'' e una interna o ''faccia viscerale''.
Presenta inoltre tre margini (anteriore o superiore, posteriore o inferiore e interno) e due poli di cui quello superiore risulta arrotondato e quello inferiore appuntito.
 
La '''faccia diaframmatica''' è liscia e convessa ed è in rapporto con la [[pleura]] e il [[polmone]] sinistro con l'interposizione del [[Muscolo diaframma|diaframma]]. La sua proiezione sulla [[gabbia toracica]] corrisponde alla 9ª, 10ª e 11ª costa<ref name=balboni511 />.
 
La '''faccia viscerale''' è suddivisa dal margine interno in una ''faccia renale'' e in una ''faccia gastrica'' che, nel limite con il margine, presenta l<nowiki>'</nowiki>''ilo'' da cui escono ed entrano i vasi lienali sormontato dalla ''tuberosità lienale''. Grazie alla faccia renale la milza è in contatto con la faccia anteriore del [[rene]] e del [[surrene]] sinistro; la faccia gastrica è in rapporto con il fondo e la faccia posteriore dello [[stomaco]], con la flessura sinistra del [[colon]] e con la coda del [[pancreas]].
 
=== Mezzi di fissità ===
[[File:Gray1039.png|thumb|left|Peritoneo (in rosso) in una sezione addominale]]
La milza è mantenuta nella loggia lienale grazie ai legamenti peritoneali e alla pressione addominale positiva. Nonostante questo è un organo piuttosto mobile<ref name=balboni512>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 512|Anastasi}}</ref>. Il peritoneo la avvolge completamente e da essa si distacca per portarsi allo stomaco, al pancreas e al diaframma formando i tre legamenti:
* ''legamento gastrolienale'': si porta dal labbro anteriore dell'ilo al fondo dello stomaco contenendo nel suo spessore i vasi gastrici brevi, rami dell'arteria lienale, affluenti della vena lienale e l'arteria gastroepiploica sinistra;
* ''legamento pancreaticolienale'': si porta dal labbro posteriore dell'ilo alla coda del pancreas;
* ''legamento frenicolienale'': si porta dal polo superiore della milza e dal tratto superiore dell'ilo al diaframma e corrisponde ad una piega formata dalla parte superiore del legamento pancreaticolienale.
 
Tra i mezzi di fissità è opportuno ricordare anche il ''legamento frenocolico'' che, nonostante non trovi attacco alla milza, contribuisce al suo sostegno portandosi dalla flessura sinistra del colon al diaframma<ref name=balboni513>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 513|Anastasi}}</ref>.
 
== Vascolarizzazione ed innervazione ==
=== Circolazione sanguigna ===
{{vedi anche|Arteria lienale}}
[[File:Gray533.png|thumb|Tronco celiaco e relativi vasi. Si nota bene l'andamento tortuoso dell'arteria lienale]]
L<nowiki>'</nowiki>''arteria lienale'' o ''gastrolienale'', dopo aver percorso un tragitto sinuoso ed aver emesso collaterali per lo [[stomaco]] e il [[pancreas]], a 5–6&nbsp;cm<ref name=balboni514>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 514|Anastasi}}</ref> dall'ilo si divide nei suoi rami terminali che si approfondano nell'ilo della milza. I vasi arteriosi si inseriscono nello spessore delle trabecole che abbandonano poco dopo per appronfondirsi nel parenchima dell'organo, già vascolarizzato.
 
Le vene che emergono dal parenchima a livello dell'ilo, in numero di 6-8<ref name=balboni514 />, confluiscono in due grossi tronchi che confluiscono a loro volta per formare la ''vena lienale''. Tale vaso, riceve la vena gastroepiploica sinistra, segue l'arteria omonima, riceve la vena mesenterica inferiore e sfocia nel tronco della [[vena porta]].
 
=== Drenaggio linfatico ===
Nella milza è presente una doppia rete di vasi linfatici: superficiale e profonda. I vasi superficiali sono nello spessore della capsula fibrosa, appena sotto l'involucro [[Peritoneo|peritoneale]], e convergono all'ilo. I vasi profondi, invece, seguono le diramazioni delle vene e quindi sono nello spessore delle trabecole fino all'emergenza nell'ilo. I vasi sono esclusivamente associati al connettivo dell'organo perché né la polpa rossa, né la polpa bianca presentano un drenaggio linfatico<ref name=balboni514 />.
 
Sia i vasi superficiali che profondi afferiscono ai ''linfonodi pancreaticolienali'' situati nello spessore del legamento pancreaticolienale<ref name=balboni514 />.
 
=== Innervazione ===
I nervi derivano dal plesso celiaco e raggiungono l'organo seguendo i rami dell'arteria lienale.
 
==Struttura==
[[File:Spleen hyaloserositis - low mag.jpg|thumb|Sezione di milza che illustra la capsula (in alto) e le regioni di polpa rossa (più intensamente colorata) e polpa bianca]]
[[File:Gray1190.png|thumb|Struttura interna della milza]]
La milza è costituita da una capsula esterna fatta di tessuto connettivo denso, con una bassa percentuale di tessuto muscolare liscio che, a differenza di cani e gatti<ref name=balboni514 />, è incapace quindi di garantire una contrazione. Dalla capsula originano numerose trabecole che si arrestano quasi subito non portando ad una suddivisione lobare dell'organo e nelle quali passano i vasi arteriosi prima di approfondirsi nel parenchima.
La maggior parte della polpa splenica è formata da ''polpa rossa'', chiamata così per via del colore dovuto al ricco apporto sanguigno e che svolge la funzione ematocateretica e dalla ''polpa bianca'', la parte linfoide della milza.
 
=== Microcircolazione ===
L'organizzazione dei vasi sanguigni all'interno della milza è fondamentale per la strutturazione del parenchima stesso. Come già anticipato in precedenza, i rami dell'arteria lienale decorrono inizialmente nelle trabecole della capsula (arterie trabecolari<ref name=bani443>Da {{cita|Istologia umana|p. 443|Bani}}</ref>) dove si ramificano riducendosi di calibro per poi uscire nel parenchima come arteriole di circa 200&nbsp;µm<ref name=bani443 /><ref name=balboni514 /> di diametro che si circondano di una guaina di tessuto linfoide. In sezione queste strutture, comprendenti un'arteriola centrale<ref name=bani444>Da {{cita|Istologia umana|p. 444|Bani}}</ref> circondata dalla guaina linfoide, si presentano come accumuli linfoidi tondeggianti, i ''corpuscoli lienali''<ref name=balboni514 /> o ''corpuscoli di Malpighi''<ref name=bani444 />. La componente linfoide intorno al vaso viene chiamata ''guaina linfoide periarteriolare'' o ''PALS''. Questa arteria centrale si ramifica poi in piccoli vasi che sboccano in piccoli canali vascolari ai margini dei follicoli linfoidi detti ''seni marginali''<ref name=bani445>Da {{cita|Istologia umana|p. 445|Bani}}</ref><ref name=abbas34>Da {{cita|Immunologia cellulare e molecolare|p. 34|Abbas}}</ref>.
 
Dopo averli attraversati il diametro delle arteriole si è ridotto a 50&nbsp;µm<ref name=balboni514 /> e, passando nella polpa rossa, si sfioccano in un ciuffo di ''arteriole penicillari'' di 15&nbsp;µm<ref name=balboni514 /> di diametro. Le arteriole penicillari terminano in capillari penicillari caratterizzati da un epitelio formato da cellule fusiformi prive di un apparato giunzionale intercellulare che permette al sangue di passare attraverso le fenestrature. Alcuni capillari, i ''capillari con guscio''<ref name=balboni514 /><ref name=bani444 />, perdono la loro parete, ma presentano un rivestimento di macrofagi allungati e disposti concentricamente intorno al vaso, il cosiddetto ''guscio'' (o ''ellissoide'')<ref name=balboni514 />.
 
La circolazione splenica, da questo punto in poi, può proseguire in un ''circolo chiuso''<ref name=bani444 /><ref name=balboni515>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 515|Anastasi}}</ref> continuando nei capillari penicillari o nei seni venosi oppure in un ''circolo aperto''<ref name=bani444 /><ref name=balboni515 /> esondando nei cordoni della polpa rossa e attraversando gli spazi fra le cellule reticolari per tornare in circolo attraverso i seni venosi.
 
Le vene che si formano per la confluenza dei seni venosi confluiscono in rami sempre più grossi a formare la vena lienale.
 
=== Polpa bianca ===
[[File:Gray1192.png|thumb|Schema dell'organizzazione cellulare intorno ad un'arteriola centrale]]
La polpa bianca è costituita da tessuto linfoide disposto lungo le ''guaine linfoidi periarteriolari'' (PALS). Si forma nel contesto del reticolo connettivale disposto attorno alle arteriole centrali come un insieme di aggregati linfoidi di forma cilindrica che contengono alla periferia follicoli linfoidi secondari simili a quelli della zona corticale dei [[linfonodi]]. Sono presenti, in varia quantità, [[Linfocita B#Stadi di sviluppo|linfoblasti B]], [[linfociti B]], [[linfociti T]], [[macrofagi]], [[plasmacellule]] e cellule della componente reticolare. In caso di [[Immunità umorale|risposta immunitaria]] nel centro dei follicoli linfoidi si formano i centri germinativi che si allargano accogliendo linfociti B dalla zona marginale.
 
=== Zona marginale ===
La zona marginale forma la zona di confine fra polpa bianca e rossa. Si trova subito all'esterno dei seni marginali<ref name=abbas34 /> ed è costituita da un reticolo connettivale a maglie fitte con cordoni cellulari simili a quelli della polpa rossa. Nella zona marginale si trovano macrofagi e linfociti B specializzati, detti [[Linfocita B#Sottopopolazione di linfociti B maturi|linfociti B della zona marginale]]<ref name=abbas34 />.
 
=== Polpa rossa ===
La polpa rossa, organizzata intorno alla polpa bianca, presenta un aspetto spugnoso<ref name=bani445 /> dovuto ai ''seni venosi'' delimitati dai ''cordoni cellulari'' o ''cordoni di Billroth''<ref name=bani446>Da {{cita|Istologia umana|p. 446|Bani}}</ref> e costituisce la parte prevalente di parenchima splenico<ref name=balboni518>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 518|Anastasi}}</ref>. I cordoni sono formati da uno stroma reticolare che contiene cellule di vario tipo come [[linfociti]], [[macrofagi]] ed elementi corpuscolati del sangue ([[eritrociti]] e [[piastrine]]). La presenza di macrofagi permette alla milza di svolgere la funzione emocateretica, che termina poi nel fegato {{senza fonte}}.
 
==Derivazione embriologica==
Intorno al IV-V settimana di vita embrionale si assiste alla formazione del primo abbozzo della milza come accumulo di cellule mesenchimali nello spessore del mesogastrio dorsale<ref name=balboni520>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume I|p. 520|Anastasi}}</ref><ref name=moore223>Da {{cita|Lo sviluppo prenatale dell'uomo|p. 223|Moore}}</ref> che acquisirà la forma caratteristica solo nel periodo fetale (dalla IX settimana in poi)<ref name=moore223 />. Lo sviluppo della milza sembra essere regolato dai geni homeobox NKx2-5, Hox11 e Bapx1<ref name=moore224>Da {{cita|Lo sviluppo prenatale dell'uomo|p. 224|Moore}}</ref>. Nel feto la milza ha un aspetto lobato i cui lobuli scompaiono poi prima della nascita lasciando solo deboli resti negli incavi del bordo superiore. Durante la rotazione dello stomaco, la superficie sinistra del mesogastrio si fonde con il peritoneo sopra il rene sinistro spiegando l'attacco alla parete dorsale del legameno splenorenale e il motivo del cammino così tortuoso dell'arteria splenica.
 
Fino al quinto mese di [[gestazione]], quando il [[midollo osseo]] inizia a funzionare, la milza ha importanti funzioni [[emopoiesi|emopoietiche]].
Dopo la nascita non resta alcuna significativa funzione emopoietica eccezione fatta in alcune malattie ematologiche quali, ad esempio, la [[sindrome mielodisplastica]] e le emoglobinopatie.
 
=== Istogenesi ===
Intorno al III mese, in contemporanea con quanto avviene nell'abbozzo epatico, si assiste ad una colonizzazione di cellule staminali che maturano in uno dei primi [[Linfocita B#Stadi di sviluppo|stadi dei linfociti B]], i [[Linfocita B#Pre-B|linfociti Pre-B]], prima del completo sviluppo dei territori nell'abbozzo. La polpa bianca infatti, si può notare dopo il V mese, dopo il IV mese assiste ad una colonizzazione dei [[Linfocita T|linfociti T]] e dal II anno di vita postnatale la zona marginale diventa pienamente funzionante.
 
==Funzione==
La milza presenta le due importanti funzioni di emocateresi (svolta nella polpa rossa) e di organo linfoide periferico (svolta nella polpa bianca). Svolge anche il ruolo di immagazzinamento degli elementi figurati del sangue<ref name=balboni520 /> (la milza contiene circa il 25% del pool di linfociti B e il 10-15% di quello dei linfociti T<ref name=bani443 />).
 
La sua funzione [[Emopoiesi|emopoietica]], attiva dal III mese di gravidanza alla nascita, è pressoché nulla nella vita postnatale, ma può essere recuperata per necessità<ref name=bani443 />.
 
=== Funzione emocateretica ===
La ricca irrorazione sanguigna e le numerose ramificazioni con riduzione di calibro dei vasi nella polpa rossa permettono un grande ricircolo di sangue all'interno della milza e la possibilità di effettuare una selezione in base ad un filtraggio meccanico: eritrociti normali sono in grado di passare fra gli spazi tra le cellule reticolari, gli eritrociti invecchiati, non più in grado di deformarsi facilmente, si rompono e vengono fagocitati lungo le pareti dei seni venosi<ref name=bani444 />. In alternativa, globuli rossi invecchiati possono essere riconosciuti dai macrofagi grazie all'esposizione sulla membrana cellulare di residui di mannosio e la mancanza di acido sialico<ref name=balboni520 />.
 
Correlato a questo vi è anche il recupero, da parte dei macrofagi, del ferro contenuto nell'emoglobina che viene accumulato sotto forma di [[emosiderina]] e [[ferritina]]<ref name=bani443 />.
 
=== Organo linfoide periferico ===
{{vedi anche|Sistema linfoide|Linfonodo|Immunità umorale}}
Alla pari dei [[linfonodi]] la milza possiede nella polpa bianca strutture funzionalmente e morfologicamente simili: i follicoli linfoidi. I linfociti entrano nella polpa bianca dalla zona marginale: i linfociti T si dispongono prevalentemente lungo le guaine periarteriolari, mentre i linfociti B si recano nei follicoli linfoidi. Sempre nella zona marginale avviene la cattura degli antigeni da parte di macrofagi e APC presenti. Nella polpa bianca, infine, i linfociti B vengono attivati e passano nella polpa rossa che risulta essere densa di plasmacellule<ref name=balboni520 />.
 
== Patologia ==
[[File:Horse spleen laparoscopic.jpg|thumb|Immagine [[laparoscopia|laparoscopica]] di una milza di cavallo]]
Difficilmente la milza è preda di malattie infettive o neoplastiche. In era preantibiotica era invece ben noto il "tumore di milza" che si manifestava in corso di malattie infettive di lunga durata, come espressione della attivazione della componente linfatica dell'organo.
I tumori della milza sono quasi esclusivamente [[linfoma|linfomi]].
Ha sempre destato interesse in oncologia la evidente resistenza della milza a diventare sede di ripetizione metastatica da parte di tumori solidi di altra origine.
 
Aumenti di volume anche significativi della milza ([[splenomegalie]]) si hanno nelle malattie del [[fegato]], soprattutto la [[cirrosi epatica]], che causano difficoltà di flusso nel sistema della vena porta ([[sindrome di ipertensione portale]]), del quale la vena lienale è tributaria.
 
La milza è suscettibile di variazioni in caso di difetti nella [[lateralizzazione]]. In soggetti con [[bilateralità sinistra]] si ritrovano milze accessorie ([[polisplenia]])<ref name=moore224 />, in quelli con bilateralità destra, [[asplenia]] o milza ipoplastica<ref name=sadler149>{{cita|Embriologia medica di Langman|p. 149|sadler}}</ref>.
La variante più frequente è la polisplenia, con una frequenza tra il 10% e il 40% degli individui. Le eventuali milze sovrannumerarie si formano in prossimità dell'[[ilo (anatomia)|ilo]] della milza principale, il punto in cui i vasi splenici entrano ed escono dall'organo
 
'''Splenalgia''' è il nome con cui viene chiamato il dolore, di qualsiasi origine e natura, localizzato alla milza od alla sede da essa occupata nell'interno del cavo addominale (parte superiore sinistra, sotto le ultime costole: ipocondrio sinistro).
 
== Nella cultura di massa ==
Il gruppo musicale [[Elio e le Storie Tese]] dedicò alla milza l'omonima traccia dell'album ''[[Eat the Phikis]]'' (1996). Nella canzone Elio si pone la domanda ''Perché nessuno mi dice a cosa serve la milza?''.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{Bibliografia|Anastasi|Anastasi et al., ''Trattato di Anatomia Umana, volume I'', Milano, Edi.Ermes, 2012, ISBN 88-7051-285-1}}
* {{Bibliografia|Abbas|Abbas, Lichtman e Pillai, ''Immunologia cellulare e molecolare'', Milano, Elsevier, 2012, ISBN 978-88-214-3270-5}}
* {{Bibliografia|Moore|Keith Moore,T. V. N. Persaud, ''Lo sviluppo prenatale dell'uomo'', Napoli, EdiSES, 2009, ISBN 978-88-7959-348-9}}
* {{Bibliografia|Sadler|Thomas W. Sadler, ''Embriologia medica di Langman'', Milano, Elsevier, 2008}}
* {{Bibliografia|Bani|Bani et al., ''Istologia umana'', Napoli, Idelson-Gnocchi, 2012, ISBN 978-88-7947-541-9}}
 
== Voci correlate ==
*[[Splenomegalia]]
*[[Milza accessoria]]
*[[Polisplenia]]
*[[Linfonodo]]
*[[Linfocita T]]
*[[Linfocita B]]
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web|http://tumoremilza.com/|Tumore Milza}}
* {{Treccani|milza}}
 
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