Bernardino Pino da Cagli e Fleres: differenze tra le pagine

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{{F|religiosi italiani|luglio 2009}}
'''Fleres''' può riferirsi a Fleres o Flers. Si tratta di un'antica e nobile famiglia di origini normanne. Nel X secolo un cavaliere di ventura di questo casato ottenne un feudo baronale nella bassa Normandia (1) e (2).
{{Bio
Meno di un secolo dopo un altro discendente è sceso nel sud Italia per fare il cavaliere di ventura come Reinulfo da Rengot, Roberto il Guiscardo e moltissimi altri giovani cadetti discendenti da nobili famiglie normanne, che nella terra d'origine non avevano prospettive, mentre nel meridione d'Italia potevano guadagnarsi terre e titoli col valore della spada (3) e (4).
|Nome = Bernardino
Altri discendenti scesero in Sicilia con l'esercito normanno, liberandola dal dominio arabo. Un cavaliere Fleres o De Fleres finanziò la ricostruzione a Catania di una antichissima Chiesa, risalente al 532 d.C. eretta dal vescovo Stefano di Siracusa, e la intitolò Chiesa di San Giovanni Battista Dè Fleres, cui diede una commenda sui frutti di un suo feudo sopra Jaci, per darle piena autonomia finanziaria. La Chiesa restaurata venne affidata all'Ordine dei cavalieri di Malta che nel convento attiguo crearono e gestirono un Ospedale. Nel 1693 la Chiesa venne definitivamente distrutta da un terremoto e della sua struttura resta oggi solo un pregevole arco gotico che si affaccia su via Mancini (5).
|Cognome = Pino da Cagli
La famiglia si spostò a Palermo perché alcuni discendenti avevano intrapreso attività intellettuali, avvocati, notai, professori universitari e prelati.
|Sesso = M
Nel 1581 don Bartolomeo Fleres esercitava la professione di avvocato a Palermo e fu nominato Giudice Pretoriano e di Tribunale negli anni 1581-82, 1594-95, 1605-06 e nel 1616, 1617 e 1618 (6).
|LuogoNascita = Osimo
Un altro ramo dei Fleres andò a Brescia, dove sin dal XVI secolo appartenne al nobile consiglio della città. Infatti, Antonino fu ambasciatore di Brescia all'Imperatore Carlo V, a Modena nel 1526 (7).
|LuogoNascitaAlt = ?
Altro ramo si trasferì a Tiesi, in Sardegna e don Andrea Fleres, ottenne da Re Vittorio Amedeo II, con diploma del 14.05.1728, il titolo e grado di Cavaliere, di nobile e l'uso dello stemma, nonché l'uso del "Don", da trasmettersi in perpetuo alle sue discendenze maschili (8).
|GiornoMeseNascita =
Don Stefano Fleres, per il valore dimostrato "sul campo di battaglia che in tempo di pace", ottenne nel 1640 un feudo con titolo comitale nelle terre di Savoca, indicato come fego della marina di Savoca (9) e (10).
|AnnoNascita = [[1520]]-[[1530|30]]
Altri discendenti hanno ottenuto i feudi baronali di Girasia e di Chinesi.
|LuogoMorte = Cagli
Personalità:
|GiornoMeseMorte = 14 marzo
Don Bartolomeo Fleres, sopra citato;
|AnnoMorte = 1601
Don Filippo Fleres (nato a Savoca nel 1686 e morto a Palermo nel 1760), fu insigne giurista e avvocato, nonché Giudice della Gran Corte, Presidente del Tribunale del Concistoro e Consultore della Regia Segreteria. Scrisse molti trattati in materia feudale e fiscale;
|Epoca = 1500
Don Leonardo Fleres, professore universitario, avvocato del fisco, senatore e assessore di Messina, membro dei Regi delegati della Corte Statigoziale. Fu bandito da Messina perché nel 1669 fu eletto revisore di tutti i rescritti e di tutti gli atti amministrativo, giudiziari e di governo che riguardavano la città, che senza il suo "bene stat" non potevano essere eseguiti ed entro in contrasto spietato con i governanti spagnoli dell'isola, che lo fecero bandire nel 1677;
|Attività = abate
Don Vincenzo Fleres (1723-1807),Sacerdote, Canonico, Abate e noto filosofo e teologo palermitano. Insegnò nella celebre scuola di filosofia del Seminario di Monreale, lasciando manoscritti e testi delle sue lezioni e nel 1769 fu nominato professore di diritto Ecclesiastico nella Regia Università di Palermo;
|Attività2 = letterato
Don Saverio Fleres fu Capitano di Giustizia nelle terre di Savoca dal 1750;
|Attività3 = commediografo
Don Giuseppe Fleres, noto giurista, fu incaricato dal Senato messinese di stilare la relazione per l'esecutoria del sovrano privilegio che riconosceva a Messina di godere "con eguale diritto ed in pari grado il titolo di Capitale del Regno";
|Nazionalità = italiano
Don Mariano Fleres, già Ufficiale della Marina Austriaca, fu Console d'Austria nella provincia di Messina;
}}
Don Marco Fleres Triscitta, giurista e Giudice circondariale di Savoca e del Tribunale di Messina, riposa imbalsamato nelle catacombe dei cappuccini a Savoca.
== Biografia ==
Ugo Fleres, fece parte dell'Accademia di san Luca in Roma e a quella peloritana dei Pericolanti di Messina. Fu insigne scrittore, letterato, poeta, artista, umanista, giornalista e critico d'arte. Fu lui a illustrare la prima stesura di Pinocchio del Collodi; Avv. Antonino Fleres (1882-1935), avvocato e uomo politico, eletto nel 1914 Consigliere Provinciale di Messina assieme a Fulci e Durante. Fu un inguaribile antifascista, e fu il primo confinato della provincia di Messina, inviato al confino nelle isole di Lipari, Ustica e Ponza.
La data di nascita è incerta, ma si colloca tra il 1520 e il 1530. La famiglia di Bernardino Pino era forse originaria di Osimo e si era recentemente trasferita nel più piccolo centro di Cagli a seguito dell'assegnazione di una carica ecclesiastica ([[1528]]) a Don Roberto Pini, cittadino di [[Urbino]], canonico di Osimo e fratello di Muzio, avo di Bernardino. Cagli, d'altra parte, era assai vicina a Urbino, capitale del ducato dei [[Della Rovere]] (fino al [[1522]], quando [[Francesco Maria I della Rovere|Francesco Maria I]] decise di spostare la capitale a [[Pesaro]]). Alla corte e alla famiglia ducali Bernardino Pino fu sempre assai legato.
Blasone: "D'azzurro, caricato di tre gigli d'oro accollati in fascia, sormontati da un fiore gambuto a sei petali, onde in punta".
== Bibliografia ==:
(1) Flers, départament de l'Orne en Normandie e Dictionaire Géographiche, Historique et politique des Gaules et de la France;
(2) Origini dei cognomi in Sicilia, Vito Blundo;
(3) Il Ducato di Normandia e i Normanni in Italia, Christine Le Bohec;
(4) Guglielmo di Puglia;
(5) dagli scritti degli storiografi catanesi Privitera, Gioacchino De marzo, l'Abate Francesco Ferrara, il Prof. Santi Correnti, il Prof. Carrera e altri;
(6) Nobiliario di Sicilia, Mango di Casalgerardo ed altri;
(7) Dizionario storico blasonico G.B. di Crollalanza e Heraldry Institute of S.C.V., Roma;
(8) Diplomi e concessioni nobiliari del Regno di Sardegna;
(9) Archivio storico per la Sicilia - Le famiglie; il feudo, patriziato e nobilito nell'area jonica messinese;
(10) le Catacombe del Convento dei Cappuccini di Savoca, Storia e Personaggi, Santo Lombardo ed altri;
(11) atti e documenti esposti e custoditi nel Museo Storico Etnoantropologico di Savoca.
 
== Geografia ==
A [[Roma]], in gioventù, studiò gli scrittori classici e contemporanei e si addottorò in [[teologia]] e [[morale]]. Non si sa precisamente quando prese i voti, ma, tornato a Cagli, in deroga a un provvedimento che aboliva la carica di canonico soprannumerario e forse per l'intervento del cardinale [[Cristoforo del Monte]] (cugino del futuro [[papa Giulio III]]), il [[Capitolo (canonici)|Capitolo]] della Cattedrale gliene concesse il ruolo e la nomina.
* '''[[Fleres (Brennero)|Fleres]]''' – frazione del comune italiano di [[Brennero]]
* '''[[Val di Fleres]]''' – valle italiana dell'[[Alto Adige]]
* '''[[Rio Fleres]]''' – fiume italiano dell'Alto Adige
 
== Personalità ==
Ci è noto, attraverso fonti documentarie, che nel maggio [[1557]] Pino godeva di quella carica, che la sua situazione era onorevole e che la carica stessa gli permetteva di godere di benefici sociali ed economici. Entrato al servizio del cardinale [[Giulio della Rovere]], lo seguì a [[Ravenna]] quando questi ne ebbe la diocesi ([[1566]]). Il 14 luglio 1566 [[Guidubaldo II Della Rovere]] conferiva a Bernardino Pino e ai suoi fratelli - Muzio, anch'egli ecclesiastico, e Claudio - patenti di nobiltà, trasmissibili ai discendenti. Il provvedimento ducale comprendeva la decorazione del cingolo e l'esenzione perpetua da ogni tributo.
* '''[[Salvo Fleres]]''' – politico italiano
 
* '''[[Ugo Fleres]]''' – poeta, giornalista e critico letterario italiano
Le notizie sulla vita di Pino, anche nel periodo della maturità, sono incerte. Sappiamo, per esempio, che nel [[1567]] esercitò a Cagli la carica di professore delle Sacre Lettere e che nel [[1568]], a Ravenna, intervenne nei sinodi provinciali per poi essere incaricato di intrattenere relazioni diplomatiche con la corte romana e il pontefice [[Pio V]].
Legato a [[Torquato Tasso]], ma anche a numerosi altri intellettuali e letterati del tempo (fra cui [[Dionigi Atanagi]], [[Annibal Caro]] e [[Girolamo Muzio]]), Pino elaborò un “codice di comportamento” dell'uomo morale, buon servitore del suo ''princeps'', nell'opera ''Il Galant'uomo''.
Nel dicembre [[1569]] il cardinale Giulio della Rovere concesse a Bernardino Pino l'abbazia di S. Angelo de Sorticulo, o Sortecchi, cui era intestata una rendita annua di cento scudi. Si sa che Pino prese possesso dell'abbazia, stabilendovi la propria residenza, circa sei mesi dopo la concessione del beneficio, nel giugno [[1570]]. Cade all'interno degli anni settanta il periodo in cui Pino, giunto alla maturità e incaricato del poco gravoso ma solitario compito di abate, ebbe agio di dedicarsi con continuità agli studi letterari.
Coerente con il proprio sentimento delle lettere, riponendo una fiducia quasi illimitata nella possibilità di comunicare il proprio pensiero a distanza attraverso la scrittura, pur mantenendosi a Sortecchi, in solitudine quasi completa, o dividendosi tra Sortecchi e Cagli, Pino intrattenne costanti rapporti epistolari con Dionigi Atanagi ed altri. Risale probabilmente a questi anni l'idea della raccolta delle ''Lettere Instruttorie'' ([[1592]]), che risentono del clima di Sortecchi e accolgono un modello di equilibrio tra la vita cortigiana e gli intrattenimenti intellettuali ed esempi di [[epistolografia]] “corretta”.
Pino trascorse gli ultimi undici anni della propria vita a Cagli, dove tornò stabilmente nel [[1589]], dopo aver lasciato l'abbazia di Sortecchi per assumere la carica di [[preposto]] della cattedrale, più prestigiosa di quella, già autorevole, di abate. Anche negli anni estremi, Pino non abbandonò la visione operativa della letteratura che aveva caratterizzato le sue commedie: continuò a scrivere per testimoniare l'inclinazione di fondo su cui il suo animo si era da tempo orientato; quella, cioè, di bene operare.
 
Il 18 marzo [[1595]] Pino commentava e inviava al duca una propria operetta di soggetto religioso, il libro ''De Martyribus et Martyriis'', “di pochi fogli, ma di materia dilettevole, da piacere al devoto spirito” (lettera di B. Pino a F.M. della Rovere del 18 marzo 1595) di Francesco Maria della Rovere. Nel settembre [[1598]] lavorava all'impegnativa opera, “di dottrina non Stoica o Peripatetica, ma Cristiana e Ecclesiastica” (lettera di B. Pino a F.M. della Rovere del 19 settembre 1598), ''De viri boni probitate seu de recta christiana vivendi via''.
Bernardino Pino si spense a Cagli il 14 marzo 1601. La cittadinanza gli tributò gli onori riservati ai cittadini più illustri.
 
Incerta è la cronologia delle sue opere, tra le quali si rilevano commedie di taglio morale, lettere e trattati. Tra le opere per il teatro, ''Lo Sbratta'' fu scritto in gioventù, rappresentato a Roma il 29 novembre [[1551]] e stampato l'anno seguente. Nel [[1553]] furono stampati ''Gli Ingiusti sdegni'' (composta probabilmente lo stesso anno), nel cui [[prologo]] si approfondiva la teoria della commedia come genere misto, quasi un compendio di pittura e musica. Più distanziate le date di stampa delle tre ''[[pièce]]s'' che, messa da parte la definizione di commedie, venivano nominate “ragionamenti”: ''Gli Affetti'' ([[1569]]), l<nowiki>'</nowiki>''Eunia'' ([[1582]]) e l<nowiki>'</nowiki>''Evagria'' ([[1584]]). Le ultime due, come attestano, oltre alle dichiarazioni d'apertura, le lettere dedicatorie da cui sono introdotte, erano probabilmente revisioni di manoscritti più antichi. L'ultima ''pièce'' in ordine di redazione potrebbe essere ''I falsi sospetti'' ([[1579]]).
 
Tra i trattati, si ricordano la lettera, inviata al commediografo perugino Sforza Oddi, ''Intorno al componimento de la comedia'', forse la più nota delle sue opere, ''Il Galant'uomo'' (stampato a [[Venezia]] nel [[1604]]), le ''Lettere instruttorie'' ([[1592]]).
 
== Bibliografia ==
* Bernardino Pino da Cagli, ''Lo Sbratta. Commedia del XVI secolo'', edizione commentata a cura di Stefano Termanini. Ravenna, Longo Editore, 2003.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{DBI|bernardino-pino|PINO, Bernardino|autore=Marzia Pieri|accesso=11 febbraio 2019}}
*{{EI|nome=PINO, Bernardino|nomeurl=bernardino-pino|autore=[[Giulio Natali]]|anno=1935|accesso=10 febbraio 2019}}
 
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