Goffredo Mameli e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 21: differenze tra le pagine

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{{Bio
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|Nome = Gotifredo<ref>Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo, Piero Giordana, ''Fratelli d'Italia. La vera storia dell'inno di Mameli'', Mondadori, collana Ingrandimenti, 2001, p. 76</ref>
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|Cognome = Mameli dei Mannelli
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|PostCognomeVirgola = meglio noto come '''Goffredo Mameli'''
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|Sesso = M
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|LuogoNascita = Genova
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|GiornoMeseNascita = 5 settembre
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|AnnoNascita = 1827
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 8 |voce = Giovanni d'Orléans (1965) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 21 |multipla = |argomenti = nobiltà, biografie |temperatura = 1 }}
|LuogoMorte = Roma
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
|GiornoMeseMorte = 6 luglio
|AnnoMorte = 1849
|Epoca = 1800
|Attività = poeta
|Attività2 = patriota
|Attività3 = scrittore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = nato nel [[Regno di Sardegna]]
|Immagine = Induno Domenico Goffredo Mameli.jpg
|Didascalia = Goffredo Mameli
}}
 
{{Citazione|''Il cantore della prima e più autentica stagione risorgimentale''|Gabriella Airaldi, ''«L' Italia chiamò». Goffredo Mameli poeta e guerriero''}}
 
Annoverato tra le figure più famose del [[Risorgimento|Risorgimento italiano]], morì a soli 21 anni a seguito di una ferita infetta che si procurò durante la difesa della [[Repubblica Romana (1849)|seconda Repubblica Romana]]. È l'autore delle parole dell'[[Il Canto degli Italiani|inno nazionale della Repubblica Italiana]].
 
== Famiglia ==
Goffredo Mameli nacque da una nobile famiglia [[Sardegna|sarda]] (per la precisione di [[Lanusei]], nella regione dell'[[Ogliastra]]) nel 1827. Suo trisnonno [[Giommaria Mameli]], ([[1675]]-[[1751]]), divenne notaio presso [[Tortolì]]; l'Imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]] lo elevò poi al rango di nobile, lo fece suo console alla Corte Sabauda di [[Torino]], poi Ufficiale della Segreteria di Stato e di Guerra del [[Regno di Sicilia]] a [[Palermo]] e poi suo segretario particolare onorario. Morì a [[Cagliari]] nel 1751 dopo che, sposato con una nobile spagnola, divenne padre di sette figli. Di questi Antonio Vincenzo fu Archivista del Viceré a [[Cagliari]], Avvocato Fiscale Patrimoniale Regio dell'Insinuazione del capo di Cagliari e Intendente economo delle miniere. Egli ebbe a sua volta undici figli.
 
Il padre di Goffredo Mameli era [[Giorgio Mameli|Giorgio]], figlio di Raimondo, nato a Cagliari nel 1798, si era imbarcato a 13 anni e gradualmente da [[marinaio]] fece la sua carriera, diventando [[ammiraglio]]; fu eletto deputato al [[Parlamento del Regno di Sardegna|parlamento sardo]] a [[Torino]], dove fu parlamentare per tre legislature. La madre era Adelaide (Adele) Zoagli, della famiglia aristocratica genovese degli Zoagli figlia a sua volta del Marchese Nicolò Zoagli e di Angela dei Marchesi Lomellini.
 
Del suo parentado fu anche [[Cristoforo Mameli]]. [[Eva Mameli Calvino]], madre di [[Italo Calvino]], nonostante quanto asserito da diverse fonti non appartenne alla medesima famiglia bensì ad una omonima non correlata.
 
==Biografia==
[[File:Busto di Goffredo Mameli 2007 CIMG1171.JPG|thumb|left|Busto di Goffredo Mameli al Gianicolo.]][[File:Lastramameli.jpg|thumb|Lapide commemorativa di Goffredo Mameli nella sua casa in S. Lorenzo (da notare la cancellatura di "nascita e")]]
 
Nato nell'allora [[Regno di Sardegna]], Goffredo Mameli, istruito nelle Scuole Pie di Genova, doc nel collegio di [[Carcare]] in [[provincia di Savona]], fu autore, all'età di quasi 20 anni, delle parole del ''Canto degl'Italiani'' ([[1847]]), più noto in seguito come ''[[Inno di Mameli]]'', adottato un secolo dopo come ''inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana'' nel [[1946]], musicato da [[Michele Novaro]]. Ma già ai tempi della scuola dimostrò il suo talento letterario componendo versi d'ispirazione [[romanticismo|romantica]], intitolati ''Il giovane crociato'', ''L'ultimo canto'', ''Le vergine e l'amante'' di cui però non si conoscono recensioni come opere d'arte.
 
[[File:LapideMameli.jpg|thumb|left|La lapide dedicata a Mameli alla Trinità dei Pellegrini]]
 
Mameli venne presto conquistato dallo spirito patriottico e, durante i pochi anni della sua giovinezza, riuscì a far parte attiva in alcune memorabili gesta che ancor oggi vengono ricordate, come ad esempio l'esposizione del [[tricolore]] per festeggiare la [[Giovan Battista Perasso|cacciata da Genova degli Austriaci del 1746]]. Nel marzo [[1848]] organizzò una spedizione di trecento volontari per andare in aiuto a [[Nino Bixio]] durante i moti di [[Milano]] e, in virtù di questa impresa coronata da successo, venne arruolato nell'esercito di [[Giuseppe Garibaldi]] con il grado di capitano.
[[File:Diario del Popolo del 31 luglio 1848.jpg|thumb|Il giornale ''Diario del Popolo'' diretto da ''Mameli'']]
In questo periodo compose un secondo canto patriottico, intitolato l'''Inno militare'' musicato da [[Giuseppe Verdi]].<ref name="CI">Virgilio Savona e Michele Straniero, ''Canzoni italiane'', Fabbri Editori, 1994, Vol. I, pag.126</ref> Dopo l'armistizio, tornato a Genova riuscì a dedicarsi alla composizione musicale diventando contemporaneamente direttore del giornale ''Diario del Popolo'' e senza dimenticare di pubblicizzare le sue idee irredentiste nei confronti dell'[[Austria]].
 
La sua opera di patriota venne anche svolta: a [[Roma]], nell'aiuto a [[Pellegrino Rossi]] e per la proclamazione del 9 febbraio [[1849]] della ''Repubblica romana'' di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], [[Carlo Armellini|Armellini]] e [[Aurelio Saffi|Saffi]]; e in una campagna, svolta a [[Firenze]], per la fondazione di uno stato unitario tra [[Lazio]] e [[Toscana]].
 
Nel suo continuo vagabondaggio si trovò nuovamente a Genova, sempre al fianco di Nino Bixio nel movimento irredentista fronteggiato dal generale [[Alberto La Marmora]], quindi nuovamente a Roma nella lotta contro le truppe [[Francia|francesi]] venute in soccorso di [[Papa Pio IX]] (che nel frattempo aveva lasciato la città).
 
Goffredo Mameli fu membro della Massoneria.
 
===La morte===
 
La sua morte avvenne durante l'[[assedio di Roma (1849)|assedio di Roma]], l'ultimo atto della breve [[Repubblica Romana (Risorgimento)|Repubblica romana]] del [[1849]]: tornato nuovamente capitano nell'esercito di Garibaldi, combatté al suo fianco nella difesa della [[Villa del Vascello]] sul colle del [[Gianicolo]]. Fu ferito alla gamba sinistra durante l'ultimo assalto del 3 giugno a [[Palazzo Corsini alla Lungara|Villa Corsini]], occupata dai francesi.
 
Di questo episodio sono note due versioni, una secondo la quale sia stato ferito per sbaglio dalla [[baionetta]] di un commilitone, l'altra, più diffusa e accreditata, sostiene invece che sia stato raggiunto da una fucilata francese. In ogni caso, fu trasportato dai compagni all'ospizio di Trinità dei Pellegrini, dove venne visitato e curato dal medico Pietro Maestri. Le condizioni apparvero immediatamente molto gravi, come si capisce dalle parole di Maestri ad [[Agostino Bertani]], che visitò Mameli alcuni giorni dopo:
{{Citazione|Io lo vidi dopo 3 ore circa in uno stato quasi di stupefazione. Non era bene in sé stesso e cadeva in gravi e frequenti deliqui. Pallido e sparuto nel volto, quasi avesse sofferto più mesi di malattia: nei pochi momenti in cui non gli mancava la coscienza di sé accusava dolori spasmodici in conseguenza della ferita|Sergio Sabbatani, ''La morte di Goffredo Mameli a Roma nel 1849'', «Le Infezioni in Medicina», 2013, 1, 76-84}}
 
Il vero problema fu però la [[gangrena]], che Maestri osservò dopo quattro giorni. Quando Bertani vide per la prima volta la gamba di Goffredo Mameli era il 19 giugno e la gangrena era arrivata a quattro dita sotto al ginocchio, e dopo un consulto con Maestri e altri medici si decise di amputare. L'intervento fu eseguito dal chirurgo Paolo Maria Raffaello Baroni e giudicato positivamente da Bertani data la modesta perdita di sangue e la corretta chiusura del moncone.
 
Nulla si poté fare comunque contro la sopravvenuta [[infezione]], che peggiorò gradualmente fino a causare la morte per setticemia del Mameli, il 6 luglio [[1849]], alle 7.30 del mattino, a 21 anni, nell'ospizio di Trinità dei Pellegrini<ref>Cfr. la pagina informativa dedicata all'inno nel sito ufficiale della Presidenza della Repubblica: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/inno/inno.htm</ref>.
 
Così Bertani descrive gli ultimi momenti di Goffredo Mameli:
{{Citazione|[…] cantando, quasi conscio di sé, attendendo che gli passasse quell'accesso nervoso, come lo chiamava, ebbe pochi momenti di agonia|Sergio Sabbatani, ''La morte di Goffredo Mameli a Roma nel 1849'', «Le Infezioni in Medicina», 2013, 1, 76-84}}
 
Il padre, il [[contrammiraglio]] Giorgio, accorse da [[Genova]] al capezzale del figlio ma giunse troppo tardi.<ref>Luigi Donnolo, ''Il Mediterraneo nell'età delle rivoluzioni 1789-1849'', Edizioni Plus, 2012, pag.425</ref>.
 
[[Nino Bixio]] in un suo diario scrive:
{{Citazione|Alle sette e mezzo antimeridiane del 6 luglio 1849, spirava in Roma all'Ospedale della Trinità dei Pellegrini la grande anima di Goffredo Mameli|Giorgio van Straten, ''Breve la vita felice di Goffredo Mameli'', «Nuovi Argomenti», [[Arnoldo Mondadori Editore]], 2011, 54. ISBN 9788852034688}}
 
[[File:Trastevere - monumento ai caduti a via Garibaldi (1941) - Goffredo Mameli 00695.JPG|thumb|Tomba di Goffredo Mameli al sacrario dei caduti per Roma 1849-1870 a via Garibaldi, al [[Gianicolo]]]]
Fu sepolto al [[Cimitero del Verano|Verano]], dove è oggi il suo monumento. Tuttavia le sue spoglie oggi riposano al [[Gianicolo]], dove furono traslate nel 1941 nel ricostruito ''Mausoleo Ossario Garibaldino'' eretto inizialmente nel 1879 lì presso, nel piazzale di [[Chiesa di San Pietro in Montorio|San Pietro in Montorio]].
 
==Opere==
 
* ''Scritti'', Genova, tipografia Dagnino, 1850 (con l'''Inno Fratelli d'Italia'', a pp. 61-63).
* ''Poesie'', Tortona, dalla tipografia Franchini, 1859.
* ''Scritti editi e inediti'', ordinati e pubblicati con proemio, note e appendici a cura di [[Anton Giulio Barrili]], Genova, Società ligure di storia patria, 1902.
* ''Le liriche'', Firenze, Successori Le Monnier, 1915.
* ''La vita e gli scritti'', a cura di [[Arturo Codignola|A. Codignola]], Edizione del centenario, 2 voll., Venezia, La nuova Italia, 1927.
 
==Curiosità==
[[File:Roma cimitero Verano tomba Mameli.jpg|thumb|[[Cenotafio]] di Mameli al cimitero monumentale del Verano (Roma)]]
 
*È citato insieme a [[Michele Novaro]] nella canzone ''Sfiorivano le viole'' di [[Rino Gaetano]] e nella canzone ''Cose che non capisco'' di [[Caparezza]].
* Nel 1975 l'[[Esercito italiano]] gli dedicò la neo costituita unità, la [[32ª Brigata corazzata "Mameli"]].
*Tra i reparti militari che gli furono intitolati ne figurano due appartenenti alle [[Brigate Giustizia e Libertà]], un battaglione operante nella [[provincia di Treviso]] e la Brigata Mameli comandata da Rodolfo Chiosi in [[provincia di Arezzo]]. Altresì fu intitolato a Mameli un reparto di Bersaglieri della [[Repubblica Sociale Italiana]].
*Il suo cervello è conservato nel Museo di Anatomia Umana di Torino
 
==Cinematografia==
Il personaggio di Goffredo Mameli compare nella fiction ''[[Anita Garibaldi (miniserie televisiva)|Anita Garibaldi]]'', miniserie televisiva di [[RAI1]] del [[2012]], di [[Claudio Bonivento]], con [[Valeria Solarino]] e [[Giorgio Pasotti]] e musiche di [[Amedeo Minghi]]. Ad interpretarlo è Filippo Scarafia.
 
Compare anche nella fiction in due puntate “Né con te né senza di te” di Vincenzo Terracciano, con Sabrina Ferilli e Francesco Testi, andata in onda su Rai 1 l’8 e il 9 ottobre del 2012. Ad interpretarlo è Marco Foscari.
 
I suoi ultimi momenti sono mostrati anche nel film [[In nome del popolo sovrano]].
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Gabriella Airaldi, ''L'Italia chiamò.'' Goffredo Mameli poeta e gueriero, 2019, [[Salerno Editrice]] - Roma ISBN 88-6973-365-3
* Massimo Scioscioli, ''Goffredo Mameli - Una vita per l'Italia,'' 2011, Editori Riuniti university press - Roma ISBN 978-88-6473-055-4
* Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami ''Fratelli d'Italia. La vera storia dell'inno di Mameli'', Mondadori 2001, ISBN 8804499850
* Sergio Sabbatani, ''La morte di Goffredo Mameli a Roma nel 1849'', «Le Infezioni in Medicina», 2013, 1, 76-84
 
== Voci correlate ==
* [[Il Canto degli Italiani|''Canto degli Italiani'']]
* [[Michele Novaro]]
* [[Repubblica Romana (1849)]]
* [[Genova]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://www.classicistranieri.com/liberliber/Mameli,%20Goffredo/|Scritti di Mameli}}
* {{cita web|http://www.museotorino.it/view/s/fb8b5a75fe784d30aed5de9cc082bc71|La casa ove fu musicato l'inno di Mameli}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura|Risorgimento}}
 
[[Categoria:Personalità del Risorgimento|Mameli, Goffredo]]
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[[Categoria:Massoni]]