Forte di Fenestrelle e Utente:Kiaraptg: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
incipit
 
Pagina svuotata completamente
Etichette: Svuotamento Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
Riga 1:
{{Infobox struttura militare
| Nome = Piazzaforte di Fenestrelle
| Nome originale = Fortezza di Fenestrelle
| Parte di = Piazza di Fenestrelle e dell'Assietta
| Posizione geografica = Italia nord-occidentale
| Immagine = Fenestrelle Forte.jpg
| Didascalia =
| Stato = {{simbolo|Flag of the Kingdom of Sardinia.svg|21}} [[Regno di Sardegna]]
| Stato attuale = {{ITA}}
| Suddivisione = {{IT-PMN}}
| Città = [[Fenestrelle]]
| LatGradi = 45
| LatPrimi = 1
| LatSecondi = 48.19
| LatNS = N
| LongGradi = 7
| LongPrimi = 3
| LongSecondi = 34.29
| LongEW = E
| Tipologia =
| Utilizzatore =
| Primo proprietario = [[Regno di Sardegna]]
| Stile = Settecentesco con minime influenze barocche
| Funzione strategica = Arrestare e trattenere eventuali eserciti francesi d'invasione
| Termine funzione strategica = [[1946]]
| Inizio costruzione = [[1728]]
| Termine costruzione = [[1850]]
| Costruttore = [[Regno di Sardegna]]
| Materiale = Pietra, legno e ferro
| Armamento = 150 cannoni
| Altezza =
| Demolizione =
| Condizione attuale = In stato di recupero come monumento storico
| Proprietario attuale = [[Agenzia del demanio]]
| Visitabile = Sì, esclusivamente con visite guidate
| Presidio = Associazione Progetto San Carlo - Forte di Fenestrelle onlus
| Comandante attuale =
| Comandanti storici =
| Occupanti =
| Azioni di guerra =
| Eventi =
| Note = In corso di recupero e in buona parte visitabile
| Sito web = http://www.fortedifenestrelle.it
| Architetto = [[Ignazio Bertola]]
| Direttore/i dei Lavori di Costruzione = [[Ignazio Bertola]], Vittorio Amedeo Varino de La Marche, Bernardino Pinto di Barri, [[Filippo Giovanni Battista Nicolis di Robilant|Nicolis di Robilant]], [[Carlo Andrea Rana]]
| Ref = {{cita web| titolo = Sito Web Ufficiale |url=http://www.fortedifenestrelle.it}} e {{cita libro|titolo = Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|anno = 2009|città = Torino|editore = IL PUNTO}}
}}
 
Il '''Forte di Fenestrelle''', o anche '''Fortezza di Fenestrelle''', è un [[Fortezza|complesso fortificato]] eretto dal [[XVIII secolo|XVIII]] al [[XIX secolo|XIX]] secolo in località [[Fenestrelle]] in [[Val Chisone]] ([[città metropolitana di Torino]]).
 
Per le sue dimensioni e il suo sviluppo lungo tutto il fianco sinistro della valle, la fortezza è anche detta ''la grande muraglia piemontese''. Dal [[1999]] è diventata il simbolo della [[Provincia di Torino]]<ref name="provincia">{{Cita web|url=http://www.provincia.torino.it/speciali/monumento_simbolo/|titolo=Forte di Fenestrelle - Monumento Simbolo della Provincia di Torino|sito=Sito web Provincia di Torino|accesso=23 agosto 2018}}</ref> e nel [[2007]] il [[World Monuments Fund]] l'ha inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio (insieme ad altri 4 siti italiani).<ref name="archiviostorico.corriere.it">{{Cita news|titolo = Monumenti da salvare: 4 sono italiani|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/07/Monumenti_salvare_sono_italiani_co_9_070607067.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131029190116/http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/07/Monumenti_salvare_sono_italiani_co_9_070607067.shtml|data = 7 giugno 2007|accesso = 27 ottobre 2013|urlmorto = sì|dataarchivio = 29 ottobre 2013}}</ref>
 
Progettata inizialmente dall'[[ingegnere]] [[Ignazio Bertola]] nel [[XVIII secolo]] con funzione di protezione del confine franco-piemontese, la fortezza venne completata solamente nel secolo successivo e non fu mai coinvolta in assedi o assalti in forze degni di nota o rilievo; fu invece protagonista di alcune schermaglie minori e di un breve scontro nel corso della [[seconda guerra mondiale]]. Dopo un lungo periodo di abbandono, durato praticamente dal [[1946]] al [[1990]], è iniziato un progetto di recupero, tuttora in corso, che l'ha riaperta al turismo. Tra il [[2011]] ed il [[2012]] vi si sono recati più di 20.000 visitatori l'anno.<ref>{{cita web|url = http://www.ocp.piemonte.it/doc/relazione_annuale/ocp_relazioneannuale20112012.pdf|titolo = Relazione annuale 2011-2012 cultura in Piemonte|accesso = 25 novembre 2013|formato = PDF|p = 66|curatore = Osservatorio Culturale del Piemonte}}</ref>
 
== Storia ==
=== Dalla costruzione al XVIII secolo ===
[[File:Forte Fenestrelle 02.jpg|thumb|left|La struttura principale del forte.]]
[[File:Fenestrelle - Fort Mutin - plan-relief 1757.jpg|upright|thumb|Fort Mutin (particolare del plastico del 1757).]]
[[File:Fenestrelle - plan-relief 1757.jpg|thumb|upright|Fenestrelle (plastico del 1757).]]
 
La storia delle [[fortificazione alla moderna|moderne fortificazioni]] nella zona di [[Fenestrelle]] ebbe inizio nel [[1690]], quando [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] mise il generale [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie|Nicolas de Catinat]] a capo del suo esercito impegnato contro il [[Ducato di Savoia]]<ref name=":12">{{cita pubblicazione|titolo = La fortezza di Fenestrelle|autore = Riccardo Chiarle|anno = 2006|rivista = Panorami|numero = 63|pp = 36-40}}</ref> nella [[Guerra della Grande Alleanza|Guerra dei Nove Anni]]. Il generale Catinat si accorse ben presto che la [[Val Chisone]] e il suo restringimento nella zona di Fenestrelle mettevano in serio pericolo l'esercito francese. Egli richiese così la costruzione di 3 [[ridotte]] e di un grande forte.<ref name=":12" /> In particolare, nel [[1692]] il [[Luigi XIV di Francia|Re Sole]] ordinò la costruzione della prima versione di quello che fu in seguito chiamato Forte Tre Denti, ma che era allora solo una piccola ridotta.<ref>{{cita libro|titolo = Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|anno = 2009|città = Torino|p = 9|editore = Il Punto|isbn = 88-86425-93-7}}</ref>
 
E nel [[1694]], sempre su consiglio di Catinat, il [[Luigi XIV di Francia|re di Francia]] diede inizio ai lavori di costruzione dell'imponente Fort Mutin a protezione del confine con il [[Ducato di Savoia]].<ref>Fino a quel momento l'alta Val Chisone era sempre appartenuta alla Francia</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore = Mauro Minola|titolo = Fortezze del Piemonte e Valle d'Aosta|edizione = Seconda Edizione|editore = Susalibri|p = 127|anno = 2012|capitolo = Il forte di Fenestrelle}}</ref> Tale fortificazione fu completata nel [[1705]] e fu coinvolta nella [[guerra di successione spagnola]], che vedeva i francesi e i Savoia su fronti opposti. Fu proprio nel corso di quel conflitto che, nell'agosto del [[1708]],<ref>{{cita web|url = http://fenestrelle.valsusainfo.it/index.asp?IDCAT=2|titolo = valsusainfo.it|accesso = 24 novembre 2013|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131203040917/http://fenestrelle.valsusainfo.it/index.asp?IDCAT=2|dataarchivio = 3 dicembre 2013}}</ref> le truppe di [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] conquistarono il Fort Mutin e l'alta valle, con un [[assedio]] durato 15 giorni.<ref name=":1" /><br />
Il [[trattato di Utrecht]] del [[1713]], sancì questa situazione spostando il confine tra la [[Francia]] e il [[Ducato di Savoia]] (che nel [[1720]] divenne [[Regno di Sardegna]]) sullo spartiacque alpino [[Dora Riparia|Dora]]-[[Durance (fiume)|Durance]], assegnando le [[Valle di Susa|valli di Susa]] e [[Val Chisone|Chisone]] ai Savoia.<ref name=":1" />
 
Ritenendo insufficiente il Fort Mutin, posto sul lato destro della valle, [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] incaricò l'ingegnere e architetto militare [[Ignazio Bertola]] di progettare un complesso di fortificazioni che, includendo il Fort Mutin (restaurato dopo il trattato di Utrecht) e le altre fortificazioni francesi, proteggesse la pianura torinese da eventuali tentativi francesi di invasione passando per la [[Val Chisone]]. Il progetto fu presentato nell'ottobre del [[1727]] e i lavori iniziarono nell'estate del [[1728]], proseguendo poi fino al [[1850]] con una lunga interruzione nel periodo dal [[1793]] al [[1836]].<ref>{{Cita libro|titolo = Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|annooriginale = 2009|editore = Il Punto|città = Torino|isbn = 88-86425-93-7|pp = 13, 16, 60}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo = Il Forte di Fenestrelle|autore = Franco Caresio|url = http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|formato = PDF|accesso = 19 aprile 2014|anno = 2003|editore = Michelangelo Carta Editore|p = 7|città = Torino|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420090104/http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|dataarchivio = 20 aprile 2014}}</ref>
 
Nella progettazione dell'opera e nella direzione dei lavori, si susseguirono poi a [[Ignazio Bertola]] diversi altri ingegneri e architetti militari, tra cui si ricordano: Lorenzo Bernardino Pinto (che fu allievo del Bertola e si occupò anche del [[Forte di Exilles]]),<ref>{{Cita web|url = http://www.vallesusa-tesori.it/it/luoghi/exilles/forte-di-exilles|titolo = Valle di Susa - Tesori di Arte e Cultura Alpina|accesso = 28 ottobre 2013}}</ref> [[Filippo Giovanni Battista Nicolis di Robilant|Nicolis di Robilant]] e [[Carlo Andrea Rana]].<ref name=":14" /> [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], che nel [[1720]] era stato proclamato re del [[Regno di Sardegna]] a seguito dell'annessione del regno al [[Ducato di Savoia]], vide realizzata solo una parte del forte di cui aveva richiesto l'edificazione perché [[Abdicazione|abdicò]] nel [[1730]] a favore del figlio [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]], incaricandolo della prosecuzione dell'opera.
 
Il progetto originale del [[Ignazio Bertola|Bertola]] prevedeva la realizzazione di un'opera che sbarrasse l'intero versante sinistro della valle, ma all'inizio dei lavori di costruzione fu data priorità alle opere nella parte più alta, sul monte Pinaia, poiché il fondovalle era ben protetto dal Fort Mutin che, dopo i lavori di ricostruzione, era tornato pienamente in funzione.<ref name=":1" /> In definitiva, nella fase iniziale di realizzazione della fortezza si costruirono la Ridotta dell'Elmo, la Ridotta Sant'Antonio e la Ridotta Belvedere che, separate tra loro da profondi fossati e collegate solamente attraverso una serie di ponti, formavano il Forte delle Valli.
 
In seguito venne realizzato il collegamento con il fondo valle inglobando una preesistente ridotta francese, chiamato poi Forte Tre Denti, e costruendo, a partire dal [[1731]] l'imponente Forte San Carlo. Il collegamento tra le varie componenti del complesso, oltre che dalla strada che risale da [[Fenestrelle]] fino al Forte delle Valli (la S''trada dei Cannoni'') era garantito da una scala coperta di 3.996 scalini che risale tutto il fianco sinistro della valle collegando la ''piazza d'armi'' del Forte San Carlo con le ridotte del Forte delle Valli.
 
Al fine di proteggere il fondovalle da eventuali azioni nemiche, tra il [[1836]] e il [[1850]], in sostituzione dell'ormai obsoleto e pericolante Fort Mutin, venne realizzata la Ridotta Carlo Alberto posta a cavallo della strada risalente la valle.<ref>{{Cita libro|titolo = Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|isbn = 88-86425-93-7|anno = 2009|città = Torino|pp = 33-34, 61|editore = Il Punto}}</ref>
 
=== XIX secolo ===
Il cardinale [[Bartolomeo Pacca]], separato da [[Papa Pio VII|Pio VII]], fu tenuto qui prigioniero dell'esercito di [[Napoleone]] dall'agosto 1809 al gennaio 1813.
 
Dopo la [[proclamazione del Regno d'Italia]], tra il [[1874]] e il [[1896]] la fortezza venne ulteriormente potenziata ed ammodernata. Infatti i risalti del Forte San Carlo furono trasformati in casematte in grado di ospitare i nuovi [[cannone|cannoni]] ad anima rigata da 12 GRC/Ret e da [[15 GRC Ret|15 GRC/Ret]].<ref name=":14">{{Cita libro|autore = Mauro Minola|titolo = Fortezze del Piemonte e Valle d'Aosta|edizione = Seconda Edizione|anno = 2012|p = 128|editore = Susalibri|capitolo = Il Forte di Fenestrelle}}</ref>
 
A partire da [[1882]], anno in cui l'[[Italia]] firmò il patto della ''[[Triplice Alleanza (1882)|Triplice Alleanza]],'' la zona di [[Fenestrelle]] e dell'[[Testa dell'Assietta|Assietta]] venne militarmente potenziata con l'aggiunta di altri avamposti tra cui si ricordano il Forte Serre Marie, la Batteria del Gran Serin e, posti verso il [[Colle delle Finestre]], l'omonimo fortino e il Corpo di Guardia del Falouel che viene comunemente chiamato ''il Dado'' a causa della sua forma cubica.<ref>{{cita libro|titolo = Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|isbn = 88-86425-93-7|p = 22|anno = 2009|città = Torino|editore = Il Punto}}</ref>
 
A partire dal [[1887]] fin dopo la fine della [[prima guerra mondiale]], il forte di Fenestrelle fu la sede del Battaglione alpino "Fenestrelle" inquadrato nel [[3º Reggimento Alpini]]. In memoria di questi soldati è gratuitamente visitabile un piccolo museo all'interno della fortezza, composto da cimeli originali.<ref name=T5p43>{{Cita|Tranta Sold n.158, giugno 2005|p. 43}}</ref>
 
=== Dal XX secolo ad oggi ===
Con l'avvento del [[fascismo]] la struttura venne nuovamente usata come prigione per detenuti politici ostili o non sufficientemente collaborativi col regime. Come facilmente s'intuisce dalla forma dei caratteri utilizzati, risale al quel periodo l'iscrizione: ''Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce'' essa infatti si trovava in uno degli uffici allora destinati come fureria e stava ad indicare come si venisse giudicati per ciò che fattivamente si faceva per lo Stato fascista e non per i propri natali, conoscenze politiche o possibilità economiche in genere.
[[File:Scritta_Forte_Fenestrelle.jpg|thumb|250x250px|Scritta posta all'interno del forte.]]
Nel corso della seconda guerra mondiale la fortezza conobbe il suo unico vero momento di azione militare quando, nel luglio del [[1944]], la parte orientale della Ridotta Carlo Alberto venne fatta esplodere dai partigiani della divisione "Adolfo Serafino" allo scopo di rallentare l'avanzata delle truppe nazi-fasciste che avevano lanciato una vasta operazione antipartigiana nelle vallate alpine.<ref name=":2" /> Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] nel [[1946]], l'[[esercito italiano]] decise di dismettere completamente la struttura del Forte di Fenestrelle che era ormai obsoleta da un punto di vista militare. La fortezza venne quindi abbandonata e subì danni dovuti al degrado, alle intemperie e al saccheggio. In pratica, nel corso degli anni, venne rimosso tutto ciò che era possibile asportare: infissi, porte e persino le travi dei solai delle caserme.
 
A partire dal [[1990]], grazie all'azione di un gruppo di volontari, è iniziato il recupero della struttura: al suo interno vengono realizzate visite guidate ed organizzate rappresentazioni teatrali e culturali. Nel [[1992]] è stato redatto per conto del Demanio e del Ministero dei Lavori Pubblici un progetto generale di rifunzionalizzazione per opera dell'architetto Donatella D'Angelo, che ha portato a conoscere le problematiche costruttive e di riuso del più grande Forte d'[[Europa]]. Dal [[1999]] è diventata il simbolo della [[Provincia di Torino]]<ref name="provincia"/> e nel 2007 il [[World Monuments Fund]] l'ha inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio (insieme ad altri 4 siti italiani).<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>
 
== L'utilizzo ==
Durante tutta la sua attività come struttura [[militare]], durata fino al termine della [[seconda guerra mondiale]], la fortezza venne usata, in alcuni momenti storici, come [[prigione]] e luogo di [[detenzione]]: la fortezza, al naturale e sempre attivo ruolo di deterrente militare, aggiunse, quindi, quello di prigione per criminali comuni, prigione di stato e [[bagno penale]]. In alcuni limitati casi furono detenuti anche criminali comuni, che avevano commesso crimini nelle aree limitrofe o di competenza del governatore della fortezza. In casi eccezionali vi giunsero, per motivi vari, anche detenuti da altre aree geografiche. Essi condividevano gli stessi ambienti del bagno penale con i militari, ma erano trattati in modo diverso essendo soggetti alla giurisdizione civile e non militare.
 
Lo storico [[Giacinto de' Sivo]] affermò che, in epoca [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]], nel forte vennero rinchiusi anche civili meridionali catturati con l'accusa di [[brigantaggio]]<ref>{{cita libro|cognome= de' Sivo |nome= Giacinto |wkautore= Giacinto de' Sivo |titolo= Storia delle Due Sicilie, dal 1847 al 1861 |url= http://books.google.it/books?id=IE4IAAAAQAAJ&pg=PA64 |accesso = 29 settembre 2010 |anno= 1863 |editore= Tipografia Salviucci |città= Roma |p= 64 }} {{NoISBN}}</ref>, il sito ufficiale della fortezza di Fenestrelle, tuttavia, non fa menzione di questa situazione e parla solo di prigionieri politici affermando che "Napoleone ruppe la tradizione di reclusorio militare aprendo le porte del San Carlo ai primi detenuti politici."<ref>{{Cita web|url = http://www.fortedifenestrelle.com/Prigioni.html|titolo = Sito ufficiale della Fortezza di Fenestrelle: Prigionieri|accesso = 29 ottobre 2013|citazione = Napoleone ruppe la tradizione di reclusorio militare aprendo le porte del San Carlo ai primi detenuti politici.|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131101073204/http://www.fortedifenestrelle.com/Prigioni.html|dataarchivio = 1º novembre 2013}}</ref> Vi fu rinchiuso anche il teorico della guerra aerea [[Giulio Douhet]] per circa un anno, nel 1916, a causa di alcune sue iniziative di protesta contro lo stato maggiore.
 
=== Prigione di Stato ===
La prigione di stato venne usata come luogo di detenzione degli ufficiali condannati, appunto, ''in fortezza'' e degli oppositori politici del governo che in quel momento governava la fortezza, fossero essi laici o religiosi. Nei primi anni del [[XIX secolo]], vi furono rinchiusi gli oppositori di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], soprattutto prelati borbonici, poi, in seguito ai primi moti risorgimentali, Fenestrelle ospitò anche ufficiali di ideali [[Giuseppe Mazzini|mazziniani]]. Nel [[1850]], vi fu recluso anche monsignor [[Luigi Fransoni]], arcivescovo di Torino, prima di essere espulso dal Regno per la sua opposizione al governo sulla questione delle [[Leggi Siccardi]].
 
In alcuni casi, su richiesta dei genitori, vennero detenuti anche minorenni detti "discoli", rei d'aver compiuto crimini o d'aver scontentato genitori nobili o facoltosi. Con loro veniva tenuto un regime equiparabile a quello d'un moderno collegio militare.
 
Ogni prigioniero aveva a disposizione una stanza privata, in rari casi più d'una, con caminetto e mobilio. Nel periodo napoleonico ogni prigioniero/a dovette provvedere a mantenersi a proprie spese (comprando la legna, affittando i mobili, ecc.). Sotto i Savoia provvedeva lo Stato. Durante il fascismo venne limitatamente usata come luogo di [[confino]].
 
=== Prigione militare ===
 
Il forte fu anche una prigione militare in cui furono rinchiusi, oltre ai militari che avevano commesso crimini o gravi infrazioni al regolamento, anche i soldati di quegli eserciti che erano stati attaccati dal Regno di Sardegna prima e dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] in seguito, durante il [[Risorgimento]] e i primi decenni del [[XX secolo]]; in particolare austriaci ed italiani degli stati preunitari che avevano combattuto durante le [[Guerre di indipendenza italiane|guerre d'indipendenza]], componenti del disciolto [[Esercito delle Due Sicilie]] fatti prigionieri durante gli anni dell'unificazione risorgimentale del [[Sud Italia]], 6 [[garibaldino|garibaldini]] in seguito ai falliti tentativi di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] di occupare lo [[Stato della Chiesa]], 462 soldati dell'[[Esercito pontificio]] dopo la [[presa di Roma]], militari austro-ungarici durante la [[prima guerra mondiale]]. I detenuti del bagno penale erano reclusi in camerate comuni.
 
La definizione di Fenestrelle quale "[[campo di concentramento]]" da parte di [[Interpretazioni revisionistiche del Risorgimento#Il revisionismo meridionalista dalla seconda met.C3.A0 del Novecento|autori revisionisti]] ha stimolato la ricerca storica da parte di studiosi accademici che vorrebbero smentire questa tesi anche se il dibattito è ancora vivace e aperto.<ref>{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/2012/10/21/cultura/ma-fenestrelle-non-fu-come-auschwitz-ofDf0w18KemglYXas6yWQM/pagina.html|giornale=La Stampa|titolo=Fenestrelle non fu come Auschwitz|autore=Alessandro Barbero|data=22 ottobre 2012}}</ref>
 
Secondo lo [[storiografia|storico]] [[Alessandro Barbero]] la fortezza fu solo una delle strutture in cui furono momentaneamente detenuti "anche" militari del [[Regno delle Due Sicilie]]. <ref>{{Cita web |url= http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/07/08/news/i_morti_borbonici_a_fenestrelle_non_furono_40mila_ma_quattro-18872501/ |titolo= I morti borbonici a Fenestrelle non furono 40mila, ma quattro |accesso= 10 maggio 2015|editore= La Repubblica}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.corriere.it/cultura/12_ottobre_11/stajano-mito-lager-savoia_734bb576-1382-11e2-ad6a-6254024087b3.shtml |titolo= Il mito del «lager dei Savoia» |accesso= 10 maggio 2015| editore=Corriere della Sera}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=904:i-prigionieri-dei-savoia-la-vera-storia-della-congiura-di-fenestrelle&catid=40:primopiano&Itemid=101 |titolo= I prigionieri dei Savoia. La vera storia della Congiura di Fenestrelle |accesso= 10 maggio 2015| editore=Editori Laterza}}</ref>
 
L'affermazione che con la morte i corpi dei detenuti venissero disciolti nella calce viva (collocata in una grande vasca situata nel retro della chiesa del Forte)<ref name="Fora!">{{Cita web|url=http://www.eleaml.org/nicola/storia/LAGER_SAVOIA_monteleone.html|titolo=La pagina più nera della storia d’Italia, tra segreti e omissioni|editore=Fora!|accesso=26 aprile 2010}}</ref> viene confutata con l'osservazione che la calce viva non fu utilizzata per fare scomparire i prigionieri, in quanto non capace di sciogliere cadaveri; il fatto che essa fosse bensì "posta sui cadaveri era la prassi cui tutte le sepolture dovevano essere soggette per motivi d'igiene, all'epoca"<ref>{{Cita news|giornale=La Repubblica|data=3 agosto 2012|titolo=Fenestrelle e il genocidio inesistente dei borbonici|url=http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/08/03/news/festrelle_e_il_genocidio_inesistente_dei_borbonici-40258542/|autore=Massimo Novelli}}</ref>. In sostanza, per Barbero, quanto avvenne a Fenestrelle deve essere molto ridimensionato e, comunque, ancora di più scientificamente studiato, sebbene egli riconosca che tali eventi siano da inquadrarsi nei sussulti, anche dolorosi, del neonato Stato italiano<ref>Alessandro Barbero, ''I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle'', Laterza, Bari-Roma, 2012.</ref>.
 
Juri Bossuto, [[Consiglio regionale del Piemonte|consigliere regionale piemontese]] di [[Partito della Rifondazione Comunista|Rifondazione Comunista]], in un libro del 2012 ("Le catene dei Savoia", scritto con Luca Costanzo, Ed. Il Punto) ridimensiona notevolmente il numero delle vittime, ma non si esclude che ulteriori ricerche archivistiche possano modificare ancora il quadro della questione. <ref>{{Cita news|url=http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/07/08/news/i_morti_borbonici_a_fenestrelle_non_furono_40mila_ma_quattro-18872501/|giornale=La Repubblica|titolo=I morti borbonici a Fenestrelle non furono 40mila, ma quattro|autore=Massimo Novelli|data=8 luglio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|titolo = Fenestrelle e il genocidio (inesistente) dei borbonici|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|url = http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/08/03/news/festrelle_e_il_genocidio_inesistente_dei_borbonici-40258542/|data = 3 agosto 2012|autore = Massimo Novelli|accesso = 30 ottobre 2013|città = Torino}}</ref>
 
Sulle mura del Forte è stata affissa una targa a "ricordo" dei fatti denunciati e la targa è stata oggetto di vandalismi ad opera di ignoti. <ref>{{Cita web|url=https://www.gioventurapiemonteisa.net/vandali-a-fenestrelle-contro-la-nostra-storia-linsipienza-e-la-codardia-di-molti-piemontesi-che-aprono-le-porte-alla-menzogna/?t=Vandali+a+Fenestrelle+contro+la+nostra+storia+%7C+L%E2%80%99insipienza+e+la+codardia+di+molti+piemontesi+che+aprono+le+porte+alla+menzogna|titolo=Vandali a Fenestrelle contro la nostra storia|data=23 ottobre 2016}}</ref>
 
=== Le detenute ===
Nel corso di tutta la sua storia solo tre donne furono detenute nella prigione di stato. La marchesa piemontese Polissena Gamba Turinetti di Priero<ref name=T5p42>{{Cita|Tranta Sold n.158, giugno 2005|p. 42}}</ref> e sua figlia Clementina in quanto oppositrici politiche di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Esse vennero tenute separate dagli uomini ed ebbero a loro privata disposizione più stanze del padiglione degli ufficiali. Nel 1864 vi sarebbe stata forse rinchiusa [[Maria Oliverio]], detta "Ciccilla", condannata al carcere a vita per brigantaggio, fino alla morte.
 
== Descrizione ==
[[File:Fenestrelle Forte veduta.jpg|thumb|left|upright=1.4|Veduta d'insieme della fortezza]]
[[File:Fenestrelle0001.jpg|thumb|Il forte delle Valli]]
La costruzione, definita erroneamente "forte", è in realtà un insieme ininterrotto di strutture fortificate, per questo motivo il termine più corretto per definirla è "[[fortezza]]".<ref name=":15">{{Cita web|url = http://www.altavalchisone.it/forte-storia-i.asp#.U1JlC1dXS8A|titolo = La Fortezza di Fenestrelle. La storia del Forte|accesso = 19 aprile 2014|sito = altavalchisone.it}}</ref> Nella fattispecie questa fortezza è formata da 3 forti e 7 ridotte, uniti ed indipendenti fra loro, collegati da [[spalto|spalti]], [[bastione|bastioni]], scale e da ben 28 [[risalto (fortificazione)|risalti]], per una superficie complessiva di 1.350.000&nbsp;m².<ref name=":15" /> La struttura si sviluppa per oltre 3 chilometri su un dislivello di circa 635 metri.<ref name="provincia" /><ref name="sitoUff">{{Cita web|url = http://www.fortedifenestrelle.com/|titolo = Sito ufficiale della Fortezza di Fenestrelle}}</ref> La fortezza viene oggi ricordata anche per le sue due lunghe scalinate: la scala interna, detta "Scala Coperta" composta da circa 4.000 gradini, che permetteva di raggiungere tutti i forti che compongono la struttura senza dover mai uscire, e la scala esterna, detta "Scala Reale" composta da 2.500 gradini che veniva utilizzata dal re quando si recava in visita.<ref name=":2">{{Cita web|url = http://www.desarch.it/assets/files/allegati%20architetture/The%20Fortress%20of%20Fenestrelle%20in%20Detail.pdf|titolo = The Fortress of Fenestrelle in Detail|autore = Ashleigh Hogg|formato = PDF|lingua = EN|accesso = 19 aprile 2014|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420033030/http://www.desarch.it/assets/files/allegati%20architetture/The%20Fortress%20of%20Fenestrelle%20in%20Detail.pdf|dataarchivio = 20 aprile 2014}}</ref>
 
Nella sua tipologia costruttiva è la più grande fortezza settecentesca a Serravalle esistente al mondo ed è, più genericamente, la quinta costruzione militare antica in termini di lunghezza complessiva (superata,
in ordine crescente, dalle cinte murarie di Lucca -4,2 km-, Nicosia -4,5 km-, Genova -19 km- e, naturalmente, dalla [[grande muraglia cinese]]). Inoltre, insieme al [[Forte di Exilles]] a al [[Forte di Vinadio]], rappresenta una delle più significative strutture difensive del [[Piemonte]]. Il più antico dei 3 forti che la costituiscono, il Forte delle Valli, è l'ultimo forte alpino originale settecentesco esistente in [[Italia]], giacché tutti gli altri sono stati demoliti o ammodernati.<ref>{{Cita web|url = http://www.scribd.com/doc/24490807/Fenestrelle-History-and-Restoration|titolo = The Fortress of Fenestrelle. A Historical Introduction and Synthesis of Restoration|cognome = Hogg|nome = Ashleigh|accesso = 19 aprile 2014|formato = pdf|lingua = EN|sito = scribd.com|data = 2009|p = 8}}</ref>
 
=== Il Forte delle Valli ===
Nel [[1728]], la costruzione della fortezza di Fenestrelle iniziò dalla cima del Monte Pinaia (a 1780&nbsp;m) con il Forte delle Valli. Le motivazioni alla base di questa scelta furono la reperibilità e la facilità di trasporto dei materiali da costruzione e questioni di natura strategica; infatti da quella quota era possibile sia proteggere le fortificazioni sottostanti con fuoco incrociato, sia evitare che i nemici mettessero in atto una manovra di aggiramento dalla zona sovrastante.<ref name=":Forte_Valli">{{cita libro|titolo = Il Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|anno = 2009|editore = Il Punto|pp=49-53|città = Torino|isbn = 88-86425-93-7}}</ref><ref name=":7">{{Cita libro|titolo = Il Gigante Armato. Fenestrelle fortezza d'Europa|autore = Alberto Bonnardel|autore2 = Juri Bossuto|autore3 = Bruno Usseglio|città = Torino|annooriginale = 1999|editore = Il Punto|isbn = 88-86425-66-X|capitolo = Il Forte delle Valli|pp = 121-126|collana= Il Vantaggio}}</ref>
<nowiki> </nowiki>Inoltre il fondovalle era già all'epoca protetto dal Fort Mutin che era stato ricostruito dopo la fine della [[guerra di successione spagnola]]. Per tutti questi motivi si decise di iniziare la costruzione proprio con il Forte Delle Valli e le tre [[ridotte]] che lo compongono: la Ridotta dell'Elmo, la Ridotta Sant'Antonio e la Ridotta Belvedere.<ref name=":8">{{Cita libro|titolo = Le Fortezze delle Alpi Occidentali|autore = Dario Gariglio|autore2 = Mauro Minola|annooriginale = 1994|città = Cuneo|editore = Edizioni L'Arciere|pp = 97-126|volume = Vol. 1 Dal Piccolo S. Bernardo al Monginevro|capitolo = Fenestrelle e l'Assietta|isbn = 88-86398-07-7}}</ref>
 
Le tre ridotte erano circondate da profondi [[Fossato (architettura)|fossati]] e, in caso di [[assedio]], erano autonome così che, se anche una fosse caduta sotto il fuoco nemico, le altre avrebbero potuto continuare a resistere.<ref name=":Forte_Valli" /><ref name=":7" /> A causa dei fossati, le tre ridotte erano collegate tra loro per mezzo di [[ponte|ponti]]: la Belvedere comunicava con quella successiva (la Sant'Antonio) tramite un ponte fisso centrale e una coppia di ponti levatoi laterali; a sua volta la ridotta Sant'Antonio era collegata con la ridotta dell'Elmo per mezzo di un sistema di ponti analogo. Inoltre, il Forte delle Valli era anche protetto da spessi muraglioni traforati, massicce traverse e [[bastioni]] a tenaglia che lo rendevano pressoché inespugnabile per l'epoca in cui era stato concepito.<ref name=":2" /><ref name=":Forte_Valli" /><ref name=":4">{{Cita libro|titolo = Il Forte di Fenestrelle|autore = Franco Caresio|url = http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|formato = PDF|accesso = 19 aprile 2014|anno = 2003|editore = Michelangelo Carta Editore|pp = 8, 23-26|città = Torino|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420090104/http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|dataarchivio = 20 aprile 2014}}</ref>
 
Il Forte è collegato alla strada di [[Pra Catinat]] dalla Ridotta dell'Elmo dove ancora oggi si trova il Ponte Rosso, una struttura in pietra a quattro [[arcata|arcate]] che supera un profondo strapiombo e al centro della quale si trova un poderoso cancello in ferro inserito fra due alti pilastri sormontati da due palle di cannone in pietra.<ref name=":2" /><ref name=":8" /><ref name=":4" /> Inoltre, dalla Ridotta Belvedere, il forte si collega alla ''Strada dei Cannoni'' che scende verso le fortificazioni sottostanti e l'abitato di [[Fenestrelle]].
 
La Ridotta Belvedere, la prima che si incontra salendo dal Forte Tre Denti, è la più estesa e ben conservata delle tre che formano il Forte delle Valli, nonché l'unica ad ospitare una [[cappella]] per le funzioni religiose. È collegata al resto della fortezza non solo per mezzo della ''Scala Coperta'', ma anche tramite la ''Scala Reale'': un tempo, da quest'ultima si poteva entrare nella ridotta da un ingresso chiamato ''Porta Reale'' (spesso conosciuto come'' Il Tempietto'' per via del suo apparato decorativo che ricorda un edificio religioso)<ref>{{Cita libro|titolo = Il Gigante Armato. Fenestrelle fortezza d'Europa|autore = Alberto Bonnardel|autore2 = Juri Bossuto|autore3 = Bruno Usseglio|città = Torino|annooriginale = 1999|editore = Il Punto|isbn = 88-86425-66-X|capitolo = Il Forte delle Valli|collana= Il Vantaggio|p = 121|citazione = La Porta Reale, conosciuta oggi come il Tempietto, [...]. L'apparato decorativo costituito da lesene, cornicioni e timpano triangolare conferisce alla facciata, infatti, l'aspetto "classico" degli edifici religiosi.}}</ref> attraverso un [[ponte levatoio]] andato successivamente distrutto.<ref name=":Forte_Valli" /><ref name=":7" />
 
Sebbene costruita all'interno di un forte alpino, la [[cappella]] a [[navata]] unica (da tempo sconsacrata) doveva essere in origine un edificio particolarmente suggestivo: la facciata [[Barocco|barocca]] era ornata da [[lesena|lesene]] e decorazioni in granito giallo, mentre il tetto era sormontato da un piccolo campanile.<ref name=":8" /><ref name=":4" /> Oggi poco rimane di tali elementi decorativi, poiché la cappella versa in gravi condizioni, dovute soprattutto ai venti freddi e al gelo invernale, ma anche ai saccheggi del [[Secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]] (fu per esempio trafugata la campana)<ref name=":7" />.
 
Come mezzo di collegamento della ridotta con la ''Strada dei Cannoni,'' esiste una ripida scalinata composta da 50 gradini che parte dalla zona antistante i ponti di collegamento con la Ridotta Sant'Antonio. Questa scalinata è chiamata ''Scala delle Tre Traverse ''perché tre alti muraglioni la proteggevano in caso di [[Bombardamento|bombardamenti]].
 
La Ridotta Sant'Antonio è di dimensioni modeste (è infatti la più piccola delle tre che formano il Forte delle Valli) ed è costituita da un unico fabbricato in parte ricavato nella viva roccia e comprendente una [[polveriera]] e otto stanze per l'esigua guarnigione. Sul suo tetto a terrazza si trovavano due [[Mortaio|mortai]] di piccolo calibro.<ref name=":2" />
 
La Ridotta dell'Elmo è l'ultima che si incontra arrivando dai forti sottostanti ed è così chiamata perché, come un [[elmo]], protegge la testa della struttura. Questa ridotta è munita di poche finestre difese da robuste inferriate e di un piccolo portale con un [[arco a tutto sesto]], preceduto da un terrazzino di accesso che è il suo unico ingresso. È sormontata da sette casematte sul lato ovest (aggiunte dopo la metà dell[['800]] per proteggere i nuovi [[cannone|cannoni]]) di cui sei orientate verso la strada del [[Colle delle Finestre]], mentre una (quella che si trova all'altitudine maggiore, a quota 1783&nbsp;m) è posizionata verso il pianoro di [[Pra Catinat]]. A nord e a est, 10 piazzole a cielo aperto per cannoni leggeri erano volte verso [[Pra Catinat]] e la bassa [[Val Chisone]].<ref name=":Forte_Valli" />
 
=== Batterie e Ridotte tra il Forte delle Valli e il Forte Tre Denti ===
Si tratta di due [[Batteria (militare)|batterie]] e due [[Ridotta|ridotte]] che si trovano in posizione intermedia lungo la fortificazione tra il Forte delle Valli e il sottostante Forte Tre Denti e il cui compito era di aumentare la capacità difensiva della fortezza.<ref name=":2" /> Proprio per quest'ultimo motivo, le ridotte ''Santa Barbara'' e ''delle Porte'' furono entrambe l'oggetto di lavori di ristrutturazione che ne modificarono la struttura superiore in occasione delle opere per l'ammodernamento delle strutture militari a seguito dell'entrata dell'Italia nella ''Triplice Alleanza'' nel [[1882]].<ref name=":8" /><ref name=":16">{{Cita libro|titolo = Il Gigante Armato. Fenestrelle fortezza d'Europa|autore = Alberto Bonnardel|autore2 = Juri Bossuto|autore3 = Bruno Usseglio|città = Torino|annooriginale = 1999|editore = Il Punto|isbn = 88-86425-66-X|capitolo = Batterie e ridotte|pp = 118-120|collana= Il Vantaggio}}</ref>
 
La prima che si incontra risalendo dal Forte Tre Denti è la Batteria dello Scoglio. Questa era armata con piccole bocche da fuoco che si trovavano su tre piazzole. Facevano parte di questa batteria anche un magazzino e una stazione ottica per le comunicazioni.<ref name=":TreDenti_Batterie_Ridotte">{{cita libro|titolo = Il Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese|anno = 2009|editore = Il Punto|pp=45-49|città = Torino|isbn = 88-86425-93-7}}</ref>
 
Risalendo ancora il fianco della montagna, a quota 1550&nbsp;m, si trova la Ridotta Santa Barbara. L'edificio, parzialmente inglobato nella montagna, è di forma tronco piramidale a base quadrata con muri spessi fino a 6 metri. Un tempo questa ridotta era collegata con l'esterno delle mura tramite un [[ponte levatoio]] che permetteva di raggiungere la'' Strada dei Cannoni''.<ref name=":16" />
 
A 1680&nbsp;m si trova la Ridotta delle Porte le cui caratteristiche sono molto simili alla Ridotta Santa Barbara, ma è leggermente più grande ed era dotata di una propria polveriera.<ref name=":6">{{Cita libro|titolo = Il Forte di Fenestrelle|autore = Franco Caresio|url = http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|formato = PDF|accesso = 20 aprile 2014|anno = 2003|editore = Michelangelo Carta Editore|pp = 20-21|città = Torino|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420090104/http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|dataarchivio = 20 aprile 2014}}</ref> Mentre non lontano, a 1708 m,<ref name=":6" /> si incontra la Batteria dell'Ospedale, che aveva il compito di proteggere la ''Strada dei Cannoni'' e l'[[ospedale militare]] posto fuori le mura verso il confine con la Francia.<ref name=":TreDenti_Batterie_Ridotte" />
 
=== Il Forte Tre Denti ===
[[File:Fenestrelle-GarittadelDiavolo.JPG|alt= Garitta del Diavolo|thumb|Garitta del Diavolo]]
Questa fortificazione prende il nome dai tre spuntoni di roccia (i cosiddetti “denti”) che si trovano nel luogo in cui è stata eretta.<ref name=":5">{{cita libro|url = http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|titolo = Il Forte di Fenestrelle|autore = Franco Caresio|editore = MichelangeloCarta Ed.|formato = PDF|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420090104/http://www.piemontemese.it/pdf/FENESTRELLE.pdf|dataarchivio = 20 aprile 2014}}</ref> Sorge a quota 1400&nbsp;m ed è il forte più antico della Fortezza di Fenestrelle; fu infatti nel [[1692]] che il generale [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie|Catinat]] fece erigere in quel luogo una prima fortificazione per conto della [[Francia]]. A partire dal [[1713]], a seguito del [[Trattato di Utrecht]], la postazione militare francese venne ristrutturata e ampliata per conto dei [[Savoia (famiglia)|Savoia]], su progetto dell'architetto e ingegnere militare [[Antonio Bertola]] (padre adottivo di [[Ignazio Bertola|Ignazio]]). Nei pressi, venne inoltre realizzata la cosiddetta ''Garitta del Diavolo,''<ref name=":17" /> raggiungibile solo per mezzo delle sei rampe di scale che compongono una stretta scalinata in pietra. La ''Garitta del Diavolo'' è un osservatorio che ha un'ottima visuale sulla valle, essendo stata costruita in cima a uno sperone di roccia, su uno strapiombo di oltre 20 metri.
 
Seguendo il progetto di [[Ignazio Bertola]], presentato nel [[1727]], le fortificazioni antecedenti e la ''Garitta del Diavolo'' sono poi state ampliate e inglobate nella fortezza in costruzione.<ref name=":17" />
 
Il Forte Tre Denti era armato con sei [[cannone|cannoni]] ad ampio raggio e disponeva di cucine e di magazzini, nonché di una cisterna per l'acqua e di una [[polveriera]]. Di grande rilevanza è anche l'[[acquedotto]] sotterraneo che trasportava acqua sia a questo forte che al sottostante Forte San Carlo. Si tratta di un condotto artificiale lungo 424 metri che si addentra in profondità nella montagna, prelevando l'acqua da una sorgente naturale.
 
=== I Risalti ===
Si tratta di 28 [[risalto|risalti]] (ossia postazioni per [[artiglieria]])<ref name=":9">{{cita web|url=http://digilander.libero.it/silbin/pag9.htm|titolo=La Fortezza di Fenestrelle. Composizione|accesso=19 novembre 2013}}</ref> altamente scenografici che appaiono come degli enormi gradoni agli occhi dei visitatori e talmente imponenti da essere visibili anche a grandi distanze. La loro maestosità impressionò persino lo scrittore italiano [[Edmondo De Amicis|De Amicis]] che visitò la fortezza nel [[1883]] e ne parlò poi nel suo libro ''Alle Porte d'Italia''.
 
I [[risalto|risalti]] sono collegati tra loro da scalinate coperte, sono numerati in progressione dal basso verso l'alto e si susseguono con andamento serpeggiante lungo il pendio montano dal Forte San Carlo fino al Forte Tre Denti dando luogo a tre [[bastione|bastioni]]: San Carlo, Beato Amedeo e Sant'Ignazio. Inoltre, i primi 16 risalti sono protetti da un largo e profondo fossato, che prosegue verso il basso fino alla Ridotta Carlo Alberto.
 
All'interno dei risalti erano posizionate le [[artiglieria|artiglierie]] per la difesa attiva della fortezza: [[cannone|cannoni]], [[mortaio|mortai]] e in un secondo tempo anche [[mitragliatrice|mitragliatrici]]. Ben 22 dei 28 Risalti sono piazzole a cielo aperto delimitate da quattro alte mura; i restanti sei furono dotati nella seconda metà del [[XIX secolo]] di [[casamatta|casematte]], ossia di postazioni per artiglieria chiuse da una volta a prova di bomba e con un lato posteriore aperto in modo da consentire la rapida fuoriuscita dei gas prodotti dagli spari dei cannoni.
 
=== Il Forte San Carlo ===
[[File:Fenestrelle Forte piazza.jpg|thumb|Veduta del palazzo del Governatore e dei Quartieri dalla piazza d'armi. Alle spalle la scala coperta]]
Costruito tra il [[1731]] e il [[1789]] è il complesso più importante e meglio conservato dell'intera fortificazione.
Proprio qui si trova la ''Porta Reale'', l'ingresso della fortezza riservato agli alti ufficiali, agli [[ambasciatore|ambasciatori]] e ai nobili. All'interno del Forte San Carlo si trovano il Palazzo del Governatore, il Padiglione degli Ufficiali, i Quartieri per la guarnigione, una chiesa, una grande polveriera, magazzini, laboratori e un'infermeria. Inoltre è da questo Forte che parte la famosa ''Scala Coperta''.
 
Il Palazzo del Governatore fu iniziato nel [[1740]] e si articola su quattro piani di cui uno interrato con muri spessi più di due metri. La facciata è ancor oggi ben conservata ed è abbellita da [[cornice (architettura)|cornici]] e modanature scalpellate. Vi si trova anche una cucina nella quale si preparavano i pasti per il Governatore e gli Alti Ufficiali.
 
Dal [[1780]] al [[1789]] venne costruito il Padiglione degli Ufficiali situato nella Piazza d'Armi. L'opera venne realizzata con un duplice scopo, da un lato come alloggiamento per gli ufficiali, dall'altro come [[prigione]] per uomini illustri e per ufficiali rei di aver infranto il codice militare. L'edificio è composto da 44 stanze e si sviluppa su diversi piani di cui anche uno sotterraneo; è stato costruito in pietra e mattoni ed ha per lo più uno stile sobrio tranne che nel portale in stile [[barocco]]. Nel livello sotterraneo si trovavano le cucine, le dispense, il pozzo collegato alla cisterna dell'acqua e i forni per la panificazione.
 
La [[Chiesa (architettura)|chiesa]] del Forte San Carlo è l'edificio religioso più grande mai realizzato in una fortezza alpina europea.
Rimangono ancora sconosciuti la data della sua costruzione e l'architetto che l'ha progettata. A seguito della sua sconsacrazione ha poi funto da magazzino.<ref>{{cita web|url=http://digilander.libero.it/silbin/pag8.htm|titolo=La Fortezza di Fenestrelle. Composizione}}</ref>
Oggi, dopo i lavori di restauro (in particolare il rifacimento del tetto e delle pavimentazioni) la chiesa viene utilizzata soprattutto per ospitare eventi che si tengono all'interno del forte, come mostre, concerti e opere teatrali.
 
Altro elemento fondamentale erano i Quartieri per l'alloggiamento dei soldati. Al San Carlo erano presenti i più grandi quartieri per la guarnigione della fortezza di Fenestrelle. Si tratta di tre lunghi edifici a tre piani, disposti parallelamente uno dietro l'altro sul pendio che sale verso i forti superiori. Originariamente erano stati progettati come caserme per le truppe, ma furono poi anche utilizzati come reclusorio militare e come prigione per galeotti. Al loro interno lo spazio era organizzato in grandi camerate. Il tetto era coperto da due strati di [[losa|lose]] mentre la volta interna era a botte. I piani superiori erano stati costruiti in legno di larice, ma sono stati completamente asportati nel corso degli anni di abbandono della fortezza.<ref name="sitoUff"/>
 
La più importante [[polveriera]] di tutta la fortezza è la Polveriera Sant'Ignazio, così chiamata in onore dell'architetto originale del forte, [[Ignazio Bertola]]. Si trova a monte dei Quartieri militari, è di pianta quadrata e dotata di tripli muri perimetrali di notevole spessore.
 
=== La Scala Coperta e la Scala Reale ===
La Scala Coperta ha inizio nella Piazza d'Armi del Forte San Carlo, dove un'[[arcata]] conduce ad una galleria coperta. Si tratta di una scala unica nel suo genere in [[Europa]] ed è composta da quasi 4.000 gradini (3.996 per l'esattezza).<ref>{{cita web|url=http://www.fortedifenestrelle.com/Lscopert.html|titolo=Sito ufficiale della Fortezza di Fenestrelle. La Scala Coperta|accesso=19 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503021848/http://www.fortedifenestrelle.com/Lscopert.html|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref><ref name=":3">{{cita web|url=http://www.fortedifenestrelle.it/forte.html|titolo=Sito ufficiale della Fortezza di Fenestrelle. Il Forte|accesso=19 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140413222414/http://www.fortedifenestrelle.it/forte.html|dataarchivio=13 aprile 2014}}</ref> È lunga circa 2&nbsp;km su un dislivello di circa 530 metri e collega l'intera fortezza dal Forte San Carlo fino al Forte delle Valli, consentendo anche nei lunghi inverni alpini di raggiungere tutte le parti della fortezza senza dover uscire ed essere soggetti alle intemperie.
È inoltre bene ricordare che i gradini di questa scala erano stati progettati per i [[mulo|muli]] e sono molto scomodi per gli esseri umani, tant'è che viene anche definita la ''spacca gambe''.
Da alcuni anni a [[Fenestrelle]] si tengono delle gare di corsa in cui i partecipanti devono salire la scala in tutta la sua lunghezza.<ref>{{cita news|url=http://news.sportduepuntozero.it/2013/06/28/domenica-la-corri-forte-a-fenestrelle/10689|2=Domenica la Corri-Forte a Fenestrelle|data=28 giugno 2013|accesso=19 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
Un'altra importante scala è quella che si affianca alla ''Scala Coperta'' all'altezza del Forte Tre Denti. Si tratta della Scala Reale, anch'essa designata per la salita dei muli è però all'aria aperta e consta di soli 2.500 gradini. Era utilizzata per mettere in comunicazione le [[Artiglieria|batterie]] e le [[ridotta|ridotte]] tra il Forte Tre Denti e il Forte delle Valli ed era quella utilizzata dal re quando veniva in visita alla fortezza, per questo motivo è detta ''Reale''.<ref>{{cita web|url=http://digilander.libero.it/silbin/pag10.htm|La Fortezza di Fenestrelle. Composizione}}</ref>
 
== Edifici connessi ==
=== Il Fort Mutin ===
La costruzione del Fort Mutin iniziò nel [[1694]] per volontà di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] con l'obiettivo di controllare il fondovalle, per ovviare ad eventuali attacchi da parte di truppe sabaude provenienti da [[Pinerolo]].<ref name=":11">{{cita libro|autore=Mauro Minola|titolo= Fortezze del Piemonte e Valle d'Aosta| editore=Susalibri|anno=2012}}</ref> Si trattava di un'imponente costruzione pentagonale di circa 96.000 metri quadrati, progettata dall'architetto Guy Creuzet de Richerand, all'epoca responsabile delle fortificazioni del [[Delfinato]].<ref name=":12" /><ref name=":13">{{Cita web|url = http://www.comune.fenestrelle.to.it/index.php/fortezze|titolo = Comune di Fenestrelle: Fortezze|accesso = 24 novembre 2013}}</ref>
Tuttavia, come successivamente dimostrò l'[[assedio]] del [[1708]] ad opera del [[Ducato di Savoia]], il forte aveva una grave debolezza: si ergeva infatti in una [[conca (geologia)|conca]] che lo rendeva vulnerabile al fuoco nemico. Per questo motivo, il famoso [[architetto]] e commissario generale delle fortificazioni del Re di Francia [[Sébastien Le Prestre de Vauban]] criticò severamente il Fort Mutin in occasione della sua visita a [[Fenestrelle]] nel [[1700]] e avrebbe preferito abbatterlo, ma data la situazione politica dell'epoca e gli enormi costi sostenuti per la costruzione, preferì tentare di ovviare al problema<ref name=":12" /> facendo costruire ben 8 [[ridotta|ridotte]] su entrambi i versanti della valle al solo scopo di proteggere il forte.<ref name=":12" /><ref name=":17">{{Cita libro|titolo = Il Gigante Armato. Fenestrelle fortezza d'Europa|autore = Alberto Bonnardel|autore2 = Juri Bossuto|autore3 = Bruno Usseglio|città = Torino|annooriginale = 1999|editore = Il Punto|isbn = 88-86425-66-X|capitolo = Settecento: si ammaina il giglio di Francia|pp = 38-44|collana= Il Vantaggio}}</ref><ref>{{cita web|url = http://www.fortedifenestrelle.com/Pdf/English/Historical%20Background.pdf|titolo = The Fortress of Fenestrelle: Historical Background|accesso = 24 novembre 2013|lingua = en|pp = 11-12|formato = PDF|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150501045400/http://www.fortedifenestrelle.com/Pdf/English/Historical%20Background.pdf|dataarchivio = 1º maggio 2015}}</ref>
Ciononostante, a nulla valsero tali sforzi quando il 31 agosto [[1708]], dopo un [[assedio]] durato 15 giorni,<ref name=":11" /><ref name=":13" /> il Fort Mutin si arrese alle armate piemontesi in seguito al bombardamento della sua [[polveriera]].<ref name=":12" />
 
Il forte venne poi restaurato per volontà di [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], che fece però girare le bocche da fuoco in direzione del confine francese. Rimase in attività fino al [[1836]] quando venne parzialmente abbattuto a seguito della costruzione della Ridotta Carlo Alberto, che era stata fatta edificare proprio allo scopo di sostituirlo perché ormai in condizioni precarie.<ref name=":5" />
 
Oggi di questa costruzione risalente alla fine del [[XVII secolo]] non rimangono che delle rovine ancora ben visibili dalla Fortezza di Fenestrelle.
 
=== La Ridotta Carlo Alberto ===
Nel [[1836]] il consiglio del [[genio militare]] deliberò lo smantellamento definitivo del Fort Mutin. Quest'ultimo, ritenuto ormai obsoleto e pericolante, fu sostituito da questa nuova struttura militare che completava lo sbarramento della valle anche nel suo punto più basso. La nuova fortificazione prese il nome dell'allora [[Carlo Alberto di Savoia|Re di Sardegna Carlo Alberto]], che ne finanziò la costruzione.
 
La ridotta era costituita originariamente da due edifici tozzi e contigui, posti sulla sponda sinistra del [[Chisone]], a cavallo della strada che è oggi [[Strada statale 23 del Colle di Sestriere|strada provinciale 23 del Colle di Sestriere]]. Delle due strutture, l'edificio ancora esistente è di forma tronco piramidale a base quadrata e si sviluppa su 5 piani, di cui 2 al di sotto del livello stradale.
 
Il secondo edificio, oggi mancante, fu fatto saltare a colpi di mina nel luglio del [[1944]], da [[partigiani]] della divisione A. Serafino, nell'intento di rallentare l'opera di rastrellamento e la marcia dei tedeschi verso l'alta valle.<ref name=":11" /> Questa seconda struttura era di forma rettangolare e si sviluppava su 4 piani; essendo posta a cavallo della strada controllava direttamente questa importante via di comunicazione tramite un sistema composto da due [[ponte levatoio|ponti levatoi]] e due saracinesche in ferro.<ref name=":10">{{Cita web|url = http://www.fortedifenestrelle.com/Lrcalber.html|titolo = Sito ufficiale della Fortezza di Fenestrelle: La Ridotta Carlo Alberto|accesso = 30 ottobre 2013|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131101055732/http://www.fortedifenestrelle.com/Lrcalber.html|dataarchivio = 1º novembre 2013}}</ref>
 
La Ridotta Carlo Alberto era collegata alla Fortezza di Fenestrelle tramite un fossato che raggiungeva le Tenaglie Occidentali del Forte San Carlo. Tramite un camminamento protetto, si poteva anche raggiungere la ''Colombaia'', un edificio adibito all'allevamento dei [[Columba livia|piccioni]] viaggiatori, utilizzati come forma di comunicazione.
 
Oggi, quanto rimane della Ridotta Carlo Alberto è in mano a privati, ai quali fu ceduta subito dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]].<ref name=":3" />
 
=== La Colombaia ===
Prima che venissero introdotte le stazioni ottiche per la comunicazione a distanza, l'importanza per le varie fortificazioni alpine di inviare e ricevere messaggi in modo rapido e sicuro rendeva necessario l'uso di piccioni viaggiatori. La colombaia era l'edificio preposto all'allevamento e alla dimora di questi volatili.
 
Nel caso della fortezza di Fenestrelle, fu adibito a colombaia il trecentesco Chateau Arnaud, un tozzo edificio a base quadrata che fu una delle sedi del [[castellano (storia)|castellano]] fino all'annessione di [[Fenestrelle]] alla [[Francia]] nel [[1349]]<ref name=":3" /> e successivamente sede del rappresentante del [[Delfino di Francia|Delfino]] per la zona dell'alta [[Val Chisone]].<ref name=":5" />
 
Alla fine della [[Seconda Guerra Mondiale]] la Colombaia fu ceduta ai privati ed è ancora oggi pressoché intatta.<ref name=":3" />
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|cognome=Bonnardel|nome=Alberto|autore2=Juri Bossuto|autore3=Bruno Usseglio|titolo=Il Gigante Armato. Fenestrelle fortezza d'Europa|editore=Editrice Il Punto|città=Torino|anno=1999|isbn=88-86425-66-X|cid=Bonnardel,Bossutto,Usseglio1999}}
*{{cita libro|autore=[[Alessandro Barbero]]|titolo=I prigionieri dei Savoia|editore=Editori Laterza|città=Bari|anno=2012|isbn=978-88-420-9566-8|cid=Barbero2012}}
*{{cita libro|cognome=Bossuto|nome=Juri|coautori=Luca Costanzo|titolo=Le catene dei Savoia. Cronache di carcere, politici e soldati borbonici a Fenestrelle, forzati, oziosi e donne di malaffare|editore=Editrice Il Punto|città=Torino|anno=2012|cid=Bossutto,Costanzo2012}}
*''Forte di Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese'', Editrice Il Punto, Torino 2009
*{{cita libro|cognome=Gariglio|nome=Dario|titolo=Le Fenestrelle|editore=Roberto Chiaramonte editore|città=Torino|anno=1999|cid=Gariglio1999}}
*{{cita libro|cognome=Reviglio|nome=Mario|titolo=La Valle contesa|editore=Editrice Il Punto|città=Torino|anno=2006|cid=Reviglio2006}}
*{{cita libro|cognome=Minola|nome=Mauro|titolo=Fortezze del Piemonte e Valle d'Aosta|editore=Susalibri|città=Susa|anno=2012|isbn=978-88-420-9566-8|cid=Minola2012}}pp.&nbsp;127–136
*{{cita libro|cognome=Rocco|nome=Giuseppe Greco|titolo=L'ultima brigantessa|editore=Marcovalerio|città=Torino|anno=2008|cid=Rocco2008}}
 
===Periodici===
*{{cita pubblicazione |autore=Dario Gariglio|coautori=Mauro Minola|data= |anno=1994|titolo=Fenestrelle e l'Assietta|rivista=Le fortezze delle Alpi Occidentali. Dal Piccolo S. Bernardo al Monginevro|editore=Edizioni L'Arciere|città=Cuneo|volume=1|pp=97-126|ISBN 88-86398-07-7|cid=Gariglio,Minola1994}}
*{{cita pubblicazione |autore=|data= |anno=2005|mese=giugno|titolo=Forte di Fenestrelle|rivista=Tranta Sold|editore=Associazione Nazionale Alpini sezione di Pinerolo|città=Pinerolo|numero=158|pp=42-43|cid=Tranta Sold n.158, giugno 2005}}
 
== Voci correlate ==
* [[Fenestrelle]]
* [[Fortificazioni della città metropolitana di Torino]]
* [[Ignazio Bertola]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Fort of Fenestrelle}}
{{Wikilibro|Val di Susa: Arte e storia}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.fortedifenestrelle.it|Sito ufficiale}}
* {{cita web|url=http://www.cailiguregenova.it/php/home3.php?request=fortificazioni|titolo=Storia Montagne Fortificazioni, del Cai Ligure}}
 
{{Castelli e fortezze e opere difensive sabaude}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|guerra|ingegneria|Piemonte|risorgimento|storia}}
 
[[Categoria:Fortificazioni della città metropolitana di Torino]]
[[Categoria:Monumenti e luoghi legati agli alpini]]
[[Categoria:Fenestrelle]]