Genzano di Roma e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 12: differenze tra le pagine

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|frazioni = Landi, Muti
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|cap = 00045
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|fiscale = D972
|nomeAbitanti = genzanesi
|patrono = [[San Tommaso da Villanova]], Sante Tigri e Vincenza
|festivo = [[18 settembre]]
|sito = http://www.comune.genzanodiroma.roma.it/
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
'''Genzano di Roma''' è un comune di 22.685 abitanti della [[provincia di Roma]].
 
==Geografia==
Genzano di Roma, distante circa 29 km dal [[Roma|capoluogo di provincia]], è situata nell'area dei [[Castelli romani]], sul versante esterno del [[Cratere vulcanico|cratere]] del [[lago di Nemi]].
 
===Caratteristiche geologiche===
Dal punto di vista geologico questo territorio dei [[Colli Albani]] è uno degli apparati "''eccentrici''" del [[Vulcano Laziale]], nato da [[Magma (geologia)|esplosioni idromagmatiche]] che si sono verificate nell'ultima fase di attività del complesso vulcanico albano<ref>L. D'Alessandro, D. De Rita, R. Funiciello, ''Caratteristiche Geologiche ed Elementi di Idrogeologia'' in Vincenzo Carunchio (ed.), ''Valutazione della Situazione Ambientale del Lago di Nemi'', Roma: Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e Provincia di Roma, 1987, pp. 11-15.</ref>.
 
===Clima===
In base ai dati della [[Stazione meteorologica|stazione pluviometrica]] di [[Velletri]] e delle stazioni anemometriche di [[Ciampino]] e [[Latina]], dal punto di vista termico il territorio rientra nel dominio del [[Clima_temperato#Il_clima_mediterraneo|clima temperato mediterraneo]] con prolungamento della stagione estiva e inverno mite. La temperatura media mensile è di 7,3°C a gennaio e 24,3°C a luglio. Il [[pioggia|regime pluviometrico]] è di tipo "marittimo": la quantità media annua delle precipitazioni (1244 mm) è sensibilmente superiore a quella italiana, con una diminuzione da gennaio-febbraio a luglio-agosto e un brusco aumento a settembre<ref>S. Ciccacci, L. D'Alessandro, L. Davoli, G.B. La Monica, E. Lupia Palmieri, ''Caratteristiche Climatiche, Geomorfologiche, Sedimentologiche e Idrogeologiche'' in Vincenzo Carunchio (ed.), ''op. cit'', pp. 17-45.</ref>.
 
===Struttura urbana===
[[Image:Genzano_Vecchio_Panorama_070714.jpg|198px|thumb|left||<center>Genzano Vecchio: Panorama</center>]]
 
Per [[Nicola Ratti]], autore di una ''Storia di Genzano con documenti e note'' ([[1797]]), il nucleo urbano di Genzano (''Genzano Vecchio'') si sviluppò in epoca medievale attorno a un castello fortificato, a picco sul [[lago di Nemi]], costruito alla fine del [[XIII secolo]] dai [[Ordine dei Cistercensi|monaci cistercensi]] dell'''[[Abbazia delle Tre Fontane|Abbazia di Sant’Anastasio alle Acque Salvie]]''<ref>Nicola Ratti, ''Storia di Genzano, con note e documenti'', Cap. I, pag. 3, Roma: Nella Stamperia Salomoni, 1797 [http://www.google.it/books?id=fy8BAAAAQAAJ&pg=PA1&dq=storia+di+genzano+nicola+ratti].</ref>.
 
L'espansione urbana di Genzano verso la pianura sottostante (''Genzano Nuova'') si svolse secondo un piano delineato nel [[XVII secolo]]<ref>Nicola Ratti, ''ibidem'', Cap. VI, pag. 48</ref>. La nuova Genzano si sviluppo soprattutto dopo l'apertura della ''Via Corriera'' (o ''Via Postale''), diretta a Napoli, e della [[Via Appia]] (<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta dei dintorni di Roma'', Tomo primo, p. 225, Roma: [s.n.], 1837</ref>, alla fine del [[XVIII secolo]].
 
Il territorio comunale, un tempo molto vasto, venne ridotto progressivamente nel tempo, raggiungendo le dimensioni attuali nel [[1932]] allorché vennero sottatte le aree oggetto di lavori di [[Bonifica agraria]] ([[Agro pontino]]), che costituiranno i territori dei comuni di [[Pomezia]] e [[Ardea]].
 
Durante la [[Seconda guerra mondiale]] Genzano subì gravissimi danni. Un tumultuoso sviluppo edilizio, iniziato nei primi anni '60, è stato regolamentato, a partire dal [[1972]], da un [[Piano regolatore generale]] armonizzato con l'antico piano delineato in età barocca.
 
==Storia==
===Età medievale===
[[Image:Genzano_Vecchio_Corso_Vecchio.jpg|140px|thumb|right|<center>Genzano Vecchio</center>]]
[[Image:Genzano_Torrione.jpg|140px|thumb|right|<center>Torre saracinesca</br>(XIII secolo)</center>]]
Il più antico documento in cui rinviene il toponimo "''Genzano''" è una bolla di [[Papa Lucio III|Lucio III]] datata [[2 aprile]] [[1183]] ()<ref>"''Costae montis qui dicitur Genzano''". Nicola Ratti, ''op. cit.'', Appendice de' documenti numero 1, pag. 93.</ref>. L'origine del nome "Genzano" è tuttora fonte di discussione. Per alcuni il poggio su cui sorge il paese, posto sul bordo esterno del [[Lago di Nemi]], proseguimento del "''Nemus Aricinum''", era dedicato alla dea Cinzia ("''Cynthia Fanum''"), il cui culto era unito a quello di [[Diana (divinità)|Diana nemorense]]<ref>"Giace a questo lago [Speculum Dianae, ''NdR''] vicino Cinchiano castello così corrottamente detto invece di Cinthiano, nominato da Cinthia, qual è Trivia, overo Diana". "[[Leandro Alberti]], ''Descrittione di tutta l'Italia, et isole pertinenti ad essa. Di fra Leandro Alberti bolognese. Nella quale si contiene il sito di essa,l'origine, & le signorie delle citta, & de' castelli; co' nomi antichi, & moderni; i costumi de popoli, & le conditioni de paesi''", Venezia: Paolo Ugolino, pag. 153, 1596.</ref>. Per Nicola Ratti, invece, l'etimologia deriverebbe da ''fundus Gentiani'', cioè dal terreno di proprietà della famiglia romana ''Gentia''<ref>Nicola Ratti, ''op. cit'', Cap. I, pag. 2.</ref>.
 
Nelle età precedenti il territorio dell'odierna Genzano ricadeva sotto la giurisdizione di ''[[Lanuvio|Lanuvium]]'' e ''[[Ariccia|Aricia]]'', ma verosimilmente non è stato mai sede di alcun centro abitato, sia pur piccolo. Ciononostante, nel territorio genzanese sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici latini i romani<ref>«Al Museo Vaticano sono custoditi un "Putto che stringe l'oca" e una "Giovenca", provenienti dall'altura genzanese che si riversa sul lago; mentre sulla via Appia furono ritrovati reperti vari, pezzi di colonne e parti di zoccoli in marmo; un cippo miliare, alto quasi un metro [...]. E mosaici, bolli figulini, fistole; da scavi per la ristrutturazione del cimitero, e così reperti, andati persi, dell'acquedotto che da Nemi doveva giungere a Genzano passando dai giardini dell'attuale Convento Cappuccini. Così come i reperti di Monte Due Torri, attestano fino al 389 a.C. allorché Camillo rase a suolo la comunità Maecia, l'antico Maecium.» Mariano Apa, ''Tracce di memoria, Arte e Cultura a Genzano di Roma, con un saggio introduttivo di Marcello Fagiolo'', Genzano di Roma: Comune di Genzano, p. 20, 1982.</ref>. È stato ipotizzata anche la presenza, attorno al [[X secolo]], di un piccolo insediamento saraceno al quale sarebbe legata l'introduzione dellla coltura della [[canapa]]<ref>Mariano Apa, ''op. cit.'', p. 21</ref>.
 
Nel [[1153]] il territorio, dove già nel [[XII secolo]] era stata eretta una torre da parte dei [[Gandolfi (famiglia)|Gandolfi]] (torre abbattuta nel [[1188]])<ref>Antonio Nibby, ''op. cit.'', I, p. 225</ref>), venne dato in possesso, dal [[Papa Anastasio IV]], ai [[cistercensi]] dell'Abbazia di Sant’Anastasio alle Acque Salvie<ref>Nicola Ratti, ''op. cit.'', Cap. I, pag. 3.</ref>. Nel [[1255]], i [[Ordine dei Cistercensi|cistercensi]] vi edificarono un grande Castello fortificato attorno al quale crebbe poi lentamente il paese (''Genzano Vecchio''). Riferisce l'erudito [[Gaetano Moroni]]<ref>Gaetano Moroni, ''[[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica|Dizionario di erudizione storico-ecclesiastico da S. Pietro sino ai nostri giorni, specialmente intorno ai principali Santi, Beati, Martiri, Padri; compilazione del cavaliere Gaetano Moroni Romano]]'', In Venezia: dalla Tipografia Emiliana, 1840.</ref>:
{{quote|Genzano Vecchio ebbe mura castellane, e torri di opera saracinesca da quelle parti da cui poteva essere attaccata, cioè da aquilone, ponente, e mezzodì: mentre dalla parte orientale era invincibilmente difesa dall'altissima rupe a picco del cratere del lago Nemorese. Molti avanzi di tali mura ed alcune torri sono tuttora in piedi. La porta principale di Genzano, prima che si edificasse il palazzo baronale, a capo agli stradoni, era nel luogo del portone del palazzo Cesarini[...]; da ciò ebbe origine il diritto antichissimo di passare per l'odierno portone, per gli abitanti di Genzano Vecchio|Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica'', Vol. XXIX, p. 26, In Venezia: dalla Tipografia Emiliana, 1840}}
 
Genzano fu retto dai Cistercensi senza soluzioni di continuo fino al [[1378]], allorché venne donato dall'[[Antipapa Clemente VII]] a Giordano Orsini quale compenso per servigi ricevuti. Nei successivi due secoli, Genzano conobbe l'alterno dominio dei [[Ordine dei Cistercensi|monaci cistercensi]], degli [[Orsini]], dei [[Savelli (famiglia)|Savelli]] e dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]<ref>Nicola Ratti, ''op. cit.'', Cap. IV, ''Possessori della Terra di Genzano dalla sua fondazione fino al presente'', pagg. 21-38.</ref>. Nel [[1402]] in borgo venne completamente distrutto da un incendio e la sua ricostruzione costrinse i Cistercensi ad alienare numerose proprietà<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 48.</ref>.
 
Infine, i Cistercensi nel [[1428]] vendettero Genzano e Nemi ai [[Colonna (famiglia)|Colonna]] per la cifra di 15.000 fiorini. Nel [[1479]] fu acquistato dal Card. [[Guillaume d'Estouteville]], protonotaro di [[Sisto IV]] per 13.300 ducati, con patto di retrovendita, e alla morte di costui, dai due figli illegittimi Girolamo e Agostino. Nel [[1485]] passerà nuovamente ai Colonnesi, ma sotto la giurisdizione della [[Santa Sede]]<ref>Nicola Ratti, ''op. cit.'', Cap. IV, pag. 36.</ref>. I Colonna reggeranno Genzano per circa 80 anni. Sotto i Colonna Genzano ebbe l'esenzione delle tasse, il che portò a un primo lieve incremento demografico<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 51.</ref>.
 
===Il periodo Cesariniano===
Nel [[1563]] il castello fu ceduto, per 150.000 scudi, da [[Marcantonio Colonna]], il futuro vincitore di [[Battaglia di Lepanto (1571)|Lepanto (1571)]], a Fabrizio Massimi e da questi, il [[2 ottobre]] del [[1564]] a [[Giuliano Cesarini (1491-1565)|Giuliano Cesarini]], marchese di [[Civitanova Marche]]. Iniziò in questa data il ''periodo Cesariniano'', un periodo di sviluppo economico, demografico e urbanistico per Genzano.
[[Image:Parco_Palazzo_Sforza_Cesarini.jpg|198px|thumb|right|<center>Veduta di Palazzo Cesarini dal parco.</center>]]
[[Image:Genzano_Piazza_San_Sebastiano.jpg|198px|thumb|right|<center>Piazza S. Sebastiano, Fontana di S. Sebastiano e Collegiata SS. Trinità</center>]]
Nel [[1643]] ''Giuliano III Cesarini'' tracciò le ''olmate'', degli stradoni ombreggiati da quattro filari di olmi, e ristrutturò il palazzo baronale. Scrive [[Gaetano Moroni]]: "Gli stradoni olmati partono da un punto centrico [la "Catena", ''NdR''], e divergendo, quello a destra è la strada corriera che guida alla città, quello di mezzo il più lungo e piano conduce al palazzo Cesarini, e l'altro a manca porta al convento de' cappuccini"<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 27.</ref>. Lo stesso duca, nel [[1636]], aveva iniziato la ricostruzione della chiesa di ''Santa Maria della Cima'', con dipinti di [[Francesco Cozza (pittore)|Francesco Cozza]]. Nel [[1696]] la figliuola di Giuliano III, ''Livia'', ultima erede dei [[Cesarini]], vi farà porre i corpi delle martiri ''Vincenza'' e ''Tigri'', protettrici di Genzano oltre a S. Tommaso di Villanova<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 28.</ref>.
 
Il [[10 agosto]] [[1565]] fu emanato lo "Statuto". Giuliano III, nel testamento del [[1567]] lasciava al figlio Giovanni Giorgio, oltre a Genzano, anche i possedimenti di [[Ardea]], [[Belmonte]], [[Rocca Sinibalda]] e [[Lanuvio|Civita Lavinia]]. Tuttavia quattro anni dopo, alla morte del duca ([[1671]]), non vi erano più eredi diretti: erano già deceduti anche i due figli maschi, le due figlie maggiori erano in convento e l'unica figlia libera era ancora bambina. Genzano venne retto dal fratello di Giuliano III, il cardinale [[Filippo Cesarini]], il quale intendeva far sposare la terzogenita figlia di Giuliano, Clelia, con Filippo Colonna principe di Sonnino. La secondogenita di Giuliano III, [[Livia Cesarini|Livia]], suora oblata, fuggì dal convento e sposò segretamente ''Federico II Sforza'' dando origine al ramo [[Sforza Cesarini]]<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 38.</ref>.
 
 
Donna Livia contribuì in maniera decisiva al piano urbanistico della cittadina, portando a termine nel [[1708]] la costruzione di ''Genzano Nuova'', impiantata su un sistema di triangolazioni, secondo il piano affidato nel [[1643]] dal padre Giuliano III all'architetto romano [[Ludovico Gregorini]] e al podestà di Genzano ''Giovanni Iacobini''. Tra la prima metà del XVII e l'inizio del XVIII secolo venne innestato un secondo tridente, più interno del primo (quello delle ''Olmate''), costituito dalla ''via Livia'' (1680 circa), la strada dove si svolge nella ricorrenza del [[Corpus Domini]] la tradizionale [[Infiorata]], dalla ''via Sforza'' ([[1708]]), e dalla via che conduce al convento dei [[Cappuccini]]. Questo particolare impianto urbanistico, estremamente innovativo per l'epoca, caratterizzato da un duplice trivio (''tridente olmato'' e ''tridente edificato''), suscitò l'ammirazione di molti artisti del tempo, tra i quali [[Carlo Maratta]], che qui si stabilì e risiedette per diversi anni<ref>Mariano Apa, ''op. cit.''</ref>. Nel [[1677]] l'ultimo dei Cesarini, ''Filippo Cesarini'', aveva fatto costruire, lungo la strada corriera di ''Genzano Nuova'', la ''Chiesa di San Sebastiano'' affiancata dal ''Conservatorio delle Maestre Pie''; queste due opere saranno sciaguratamente distrutte nel [[1916]] dall'amministrazione comunale dell'epoca<ref>Mario dell'Arco, ''Storia di Genzano di Nicola Ratti trascritta e ampliata da Mario dell'Arco'', Marino: Stamperia S. Lucia, 1976.</ref>. L'incremento demografico nei secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] determinerà l'espansione di Genzano verso la pianura sottostante (''Genzano Nuova'')<ref>Nicola Ratti, ''op. cit.'', Cap. VI, ''Miglioramenti di Genzano, e suo ingrandimento sotto i Duchi Cesarini, e Sforza'', pagg. 44-62.</ref>.
 
L'attraversamento del paese da parte della via corriera diretta a [[Napoli]] ruppe l'isolamento geografico di Genzano e comportò, oltre a notevoli vantaggi economici, il coinvolgimento di Genzano in eventi bellici fra i quali occorre ricordare la [[Guerra di successione austriaca]]: dal maggio al novembre [[1744]] Genzano fu infatti occupata dalle truppe austriache guidate dal principe [[Johann Lobkowitz]] il quale fronteggiava le truppe guidate dal re di Napoli [[Carlo di Borbone]], accampate sul monte Artemisio. L'attacco del Lobkowitz, nella notte fra il [[10 agosto|10]] e l'[[11 agosto]] [[1744]] ("''[[Battaglia di Velletri]]''") venne respinto dalle truppe ispano-napoletane permettendo così la sopravvivenza del giovane [[Regno delle Due Sicilie]].
 
Dal [[1781]] al [[1808]] si procede alla costruzione della ''Chiesa Collegiata della Santissima Trinità'' su disegno di [[Pietro Camporese|Pietro]] e [[Giuseppe Camporese]], ispirata alla [[Basilica di Sant'Andrea della Valle]].
 
Anche Genzano ebbe una sua parte nei fatti del 1798 (vedi [[Rivoluzione Francese nei Castelli Romani e a Velletri]]). </br>
Con la [[Restaurazione]], e la fine della feudalità, Genzano entrò sotto le dipendenze dirette della [[Stato Pontificio|Santa Sede]] che lo elesse a capoluogo; nella sua giurisdizione erano comprese anche Nemi, Civita Lavinia (ora Lanuvio) e Ardea<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 30.</ref>. il [[23 settembre]] [[1828]] ebbe il titolo di ''città'' da parte del [[papa Gregorio XVI]]<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione cit.'', Vol. XXIX, p. 52.</ref>.
 
===Periodo Post-Unitario===
Con la presa di [[Roma]] e la fine del [[Potere temporale dei papi|Potere temporale]], Genzano entrò a far parte dello [[Italia|Stato italiano]]; il [[Consiglio comunale]] modificò il nome in ''Genzano di Roma'' per evitare confusione con altre località omonime, ad esempio [[Genzano di Lucania]]. Ciò fu fatto con deliberazione consiliare del [[4 dicembre]] [[1842]], approvata con regio decreto [[5 gennaio]] [[1873]]<ref>Corrado Lampe (''a cura di''), ''Genzano di Roma: Genzano e l'Infiorata'', Amministrazione Comunale di Genzano, 1985, p. 26.</ref>.
 
Tra la fine dell'800 e l'avvento del [[fascismo]], Genzano è stata spesso teatro di battaglie sociali, soprattutto di lotte contadine per la distribuzione delle terre. Durante il ''Ventennio'' centinaia sono stati i cittadini arrestati e condannati al carcere o al confino, o addirittura assassinati dai fascisti (Salvatore Buttaroni, Germano Previtali). Gravissimi furono inoltre i danni subiti dalla cittadina durante la [[Seconda guerra mondiale]], soprattutto in conseguenza dei bombardamenti aerei nel periodo successivo allo sbarco di [[Anzio]]. Tra il [[31 gennaio]] [[1944]] e [[14 aprile]] [[1944]] sono stati uccisi 109 cittadini genzanesi; Genzano fu quasi rasa al suolo, avendo avuto più dell'80% delle case distrutte o fortemente danneggiate.<ref>Carlo Feliciani, in collaborazione con Michelangelo Salerno, ''Genzano e l'Infiorata'', Genzano di Roma, 1996.</ref> Una testimonianza tratta dalla pagina del [[9 febbraio]] [[1944]] del Diario ("''Journal du Noviciat''") che una suora francese delle Piccole Suore dell'Assunzione di Genzano, probabilmente Suor M. Marguerite-Elisabeth, tenne in quei giorni:
{{quote|Una bomba è caduta sulla piazza (la piazza antistante la Chiesa di Santa Maria della Cima, ''NdR'') scavando un grande e profondo cratere e provocando una frana che ha sepolto vive più di cinquanta persone ricoverate in una grotta scavata sotto la piazza medesima. I tentativi per liberare quelli che sono ancora vivi non hanno dato alcun risultato. Il minimo colpo di piccone provoca numerosi franamenti minacciando di seppellire i soccorritori. A un certo punto si è creduto di poter comunicare con gli sventurati, si è visto un braccio che si tendeva, si è sentita una voce di donna gridare: «Più piano, ci sono dei bambini qui sotto...» Ma la terra all'improvviso richiude lo spiraglio. Di più, gli uomini che hanno tentato il salvataggio, essendo stati visti dai tedeschi, che requisiscono tutti coloro sui quali possono mettere le mani, sono stati catturati sul posto e arruolati a viva forza.|''Diario di Guerra delle Piccole Suore dell'Assunzione di Genzano'', traduzione di Leo Evangelista, Albano Laziale: Diocesi di Albano, p. 26, 2000}}
 
===Successione dei Cesarini nel feudo di Genzano===
* Marchese Giuliano Cesarini (1491-1565)<ref>Carlo Feliciani, ''op. cit.'', p. 23.</ref>
* Gio:Giorgio Cesarini (Figlio di Giuliano e Giulia Colonna)
* Giuliano II Cesarini (1585-1656) (Figlio di [[Giangiorgio Cesarini|Gio:Giorgio]] e Clelia Farnese)
* Gio:Giorgio II Cesarini (Figlio di Giuliano II e Livia Orsini)
* Giuliano III Cesarini (Figlio di Gio:Giorgio II)
* Filippo Cesarini (Fratello di Giuliano III)
* Livia Cesarini (Figlia di Giuliano III e Margherita Savelli; sposa di Federico II Sforza) (1646-1712)
* Duca Gaetano Sforza Cesarini (Figlio di Livia e Federico II Sforza) (1674-1727)
* Giuseppe Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano) (1705-1744); fondatore del "Teatro Argentina" di Roma
* Filippo II Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano) (1727-1764)
* Gaetano II Sforza Cesarini (Fratello di Filippo II) (1728-1776)
* Francesco Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano II) (1773-1816)
* Salvatore Sforza Cesarini (Figlio di Francesco - morto nel 1832)
* Lorenzo Filippo Mantovani - Fratello uterino dl Salvatore Sforza Cesarini; diventa Lorenzo Sforza Cesarini, Senatore del Regno d'Italia (1807-1866)
* Francesco II Sforza Cesarini (Figlio di Lorenzo - morto nel 1899), Senatore del Regno d'Italia - Primo Sindaco di Genzano dell'Italia Unita
* Lorenzo II Sforza Cesarini (Figlio di Francesco - Nato nel 1868)
 
===Elenco dei sindaci di Genzano a partire dall'anno 1900===
 
* Alessandro Mazzoni - Sindaco dal 1900 al 1912<ref>Carlo Feliciani, ''op. cit.'', p. 38.</ref>
* Luigi Napoleoni - Sindaco f.f. dal 1912 al 1913
* Romolo Barbaliscia - Sindaco f.f. dal 1913 al 1914
* Tommaso Frasconi - Sindaco dal 1914 al 1917
* Commissari Prefettizi dal 30-3-1917 all'ottobre 1920
* Tommaso Frasconi - Sindaco dal 1920 al 1921
* Commissario Prefettizio dal 25-6-1921 al 23-12-1923
* Gaetano Ducci - Sindaco dal 1924 al 1927; Podestà dal 1927 al 1928
* Giacinto Fornaca - Commissario Prefettizio nel 1928
* Lorenzo Bocale - Commissario Prefettizio nel 1929
* Giacinto Fornaca - Podestà dal 1929 al 1932
* Luigi Giannini - Commissario Prefettizio nel 1932
* Edmondo Petrucci - Commissario Prefettizio dal 1932 al 1933
* Emidio Baldazzi - Podestà dal 1933 al 1935
* Gaetano Ennio Barillà - Commissario Prefettizio dal 1935 al 1936
* Giovanni Armenise - Podestà dal 1936 al 1942
* Gaetano Ducci - Podestà dal 1942 al 1944
* Mario Colacchi - Sindaco dal 1944 al 1948
* Umberto Baldazzi - Sindaco dal 1948 al 1951
* Ercole De Santis - Sindaco dal 1951 al 1969
* Gino Cesaroni - Sindaco dal 1969 al 1997
* Maurizio Spinetti - Sindaco f.f. nel 1997
* Giancarlo Pesoli - Sindaco dal 1997 al 2006
* Enzo Ercolani - Sindaco in carica dal 2006
 
===Genzanesi martiri delle Fosse Ardeatine===
Sei cittadini di Genzano sono stati trucidati nell'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]] ([[24 marzo]] [[1944]]):
* '''Bruno Annarumi''', ([[30 novembre]] [[1921]]), idraulico
* '''Vittorio Buttaroni''' ([[15 ottobre]] [[1905]]), appartenente al [[Partito d'Azione]], autista
* '''Roberto Lordi''' ([[11 aprile]] [[1894]]), [[Generale di brigata]] [[Aeronautica Militare Italiana|aerea]], [[Medaglia d'oro al valor militare|Medaglia d'oro al valor militare alla memoria]]
* '''Ettore Ronconi''' ([[23 settembre]] [[1897]]), appartenente al [[Partito Comunista Italiano]], contadino
* '''Ivano Scarioli''', ([[5 agosto]] [[1921]]), bracciante
* '''Sebastiano Silvestri''' ([[26 maggio]] [[1915]]), agricoltore
 
==Evoluzione demografica==
{{Demografia/Genzano di Roma}}
 
==Luoghi d'interesse==
===Chiese===
* Santa Maria della Cima
* Collegiata della Santissima Trinità
* Chiesa dei Cappuccini
* Chiesa dell'Annunziata
* Romitorio di San Michele
* Chiesa del SS.mo Salvatore
* Chiesa di San Giuseppe Lavoratore
 
===Palazzi e Ville===
* Palazzo Cesarini-Sforza
* Palazzo Amerani (attualmente Palazzo Comunale)
* Casino Maratta
* Villa Santa Fiora
* l'ex "Casa del Fascio" (attualmente sede dell'IPSIA, istituto professionale)
* Villa "M. Mecheri"
* Parco Cesarini-Sforza
* Parco "Palmiro Togliatti"
 
===Monumenti===
* Villa degli Antonini
* Fontana di San Sebastiano
* Le due Fontane di Via Livia
* Museo delle Navi romane
 
 
===Natura===
* Lago di Nemi
* Collepardo
* Orto Botanico
 
==Cultura==
===Feste, Fiere, Sagre===
* Domenica successiva al [[18 settembre]]: festa del patrono [[San Tommaso da Villanova]]
* Domenica successiva al [[Corpus Domini]]: [[Infiorata|tradizionale infiorata]]
====L'Infiorata====
La festa viene fatta risalire al [[1778]], anno in cui i fratelli Arcangelo e Nicola Leofreddi allestirono un tappeto floreale lungo la ''via Sforza'' (oggi ''Via Bruno Buozzi''). Attualmente l'infiorata si svolge in ''via Italo Belardi'', già ''via Livia'', la via che congiunge la piazza principale del paese (''Piazza IV Novembre'') alla ''Chiesa di Santa Maria della Cima''. In occasione della festività del [[Corpus Domini]] la strada viene ricoperta totalmente da un tappeto floreale che ricopre una superficie di circa 2000 metri quadri, ed è composto generalmente di 13 ''quadri'', oltre alla decorazione della scalinata che porta alla Chiesa di Santa Maria della Cima, posta in cima alla salita. Ogni ''quadro'' misura generalmente 7 m x 14 m e i soggetti, scelti da una apposita Commissione che presiede anche all'organizzazione della manifestazione, sono generalmente soggetti di argomento religioso o civile, riproduzioni di note opere d'arte o motivi geometrici. Per comporre i 13 ''quadri'' dell'Infiorata occorrono circa 500 quintali di petali di fiori ed essenze vegetali. La protezione, ai lati, è attuata per mezzo di cordoni ricoperti di mortella. </br>
{{quote|L'infiorata si fa per l'Ascensione, e serve alla processione che gira le principali vie del paese. Consiste in un suolo di fiori che copre totalmente il terreno sulla salita che dalla piazza conduce alla chiesa. Alcuni giorni innanzi la festa, le donne e ragazze del paese vanno per prati, per boschi e per giardini, e li spogliano di fiori, che portano a casa a fastelli. Poi sfogliano questi fiori uno ad uno, ed ammucchiano le foglie dello stesso colore, onde compongono alla fine una specie di tavolozza piena di tinte diverse.</br>
Ogni casa che fronteggi la strada, s'incarica di coprire lo spazio che le sta dinnanzi, ed eseguisce un disegno diverso. Chi fa un ornato, chi un fregio, chi l'arme del duca Sforza, antico signore del paese, chi la propria, se l'ha, chi quella del vescovo o del Papa e via via. Con una lunga funicella logora e quindi flessibile, che si mette in terra a norma del disegno, si fissa prima il contorno che poi s'empie di foglie de' varii colori. L'insieme riesce vivacissimo; e visto dal piede della salita si mostra come un tappeto magnifico, che rincresce di veder poi guastato da' piedi della processione.|[[Massimo d'Azeglio]],''I Miei ricordi''}}
Diversamente dai tempi di Massimo d'Azeglio, attualmente i fiori provengono da serre; come in passato, tuttavia, centinaia di persone sono addette a separare i petali e distribuirli in cesti a seconda del colore (operazione detta ''piluccamento''). I cesti vengono poi deposti nelle cantine e nelle grotte poste nelle vicinanze del palazzo comunale con lo scopo di conservarli fino al giorno della loro messa a terra. </br>
Data la deperibilità del materiale con cui viene creato questo enorme tappeto, la deposizione dei fiori avviene lo stesso giorno della festa (dal [[2005]] dalla notte precedente). La sera del sabato gli artefici dell'Infiorata, in genere gli autori dei vari quadri, hanno provveduto a disegnare sulla sede stradale, prima con il gesso e poi con la calce, i contorni dei quadri in base al bozzetto originale, servendosi anche di cartoni traforati (tecnica dello ''spolvero''). La deposizione dei fiori avviene quindi posando i petali, prelevati dai cesti, entro i contorni già tracciati sulla via. La sera della domenica viene celebrata la messa davanti alla Chiesa di Santa Maria della Cima e, dopo una solenne concelebrazione eucaristica a cui partecipa sovente il vescovo di [[Albano Laziale|Albano]], il tappeto viene percorso dalla processione religiosa dei celebranti che reca il Santissimo Sacramento alla non lontana Collegiata della Santissima Trinità. Il tappeto viene mantenuto, sostituendo i petali appassiti, fino alla sera del lunedì, quando ha luogo la distruzione dell'infiorata da parte dei bambini (il cosiddetto ''spallamento''). Alle 19 in punto, ricevuto il via dal Sindaco, un allegro gruppo di bambini, preceduti dalla [[Complesso Bandistico Cav. M. Mecheri Città di Genzano di Roma|banda musicale cittadina]], dìsfa il tappeto floreale con una corsa sfrenata. Scrive Mario dell'Arco:
{{quote|Purtroppo, er giorno doppo</br>
:è segnata la sorte</br>
:de l'Infiorata:</br>
:corolle morte su la via.</br>
:De botto,</br>
:giù da Santa Maria</br>
:del la Cima se sfregna una cascata</br>
:de regazini: un fiotto de majette</br>
:color ginestro, sàusa, turrena,</br>
:papavero, bluette</br>
:e arriva fino in piazza.</br>
:Una infiorata viva|Mario dell'Arco, ''Poesie''}}
 
Fra gli spettatori illustri dell'Infiorata citiamo [[Hans Christian Andersen]], [[Giuseppe Garibaldi]], [[Ferdinando Gregorovius]], [[Nikolai Gogol]], [[Richard Voss]], [[Papa Gregorio XVI]], [[Papa Pio IX]], Cardinal [[Angelo Sodano]]. </br>
La manifestazione è stata replicata, con grande successo, in vari luoghi, fra cui la città di [[Kobe]] in [[Giappone]]. In seguito al terribile [[terremoto]] Hanshin-awaji che colpì la città il [[17 gennaio]] [[1995]] causando la morte di 6.400 persone, si pensò di dar vita a manifestazioni che potessero abbellire la città dopo la riedificazione. Una di queste fu appunto l'infiorata che si svolge ogni anno in primavera in vari punti della città. Nel [[2004]] le autorità di [[Kōbe]] hanno partecipato all'Infiorata di Genzano recando in dono un tipico contenitore tradizionale di [[sake]].
 
====L'Infiorata: Galleria fotografica====
<gallery>
Image:Genzano Infiorata (1937).jpg|L'Infiorata del 1937
Image:Genzano Infiorata.jpg|Infiorata 2004, le autorità di [[Kōbe]] incontrano quelle di Genzano
Image:Genzano_Infiorata_Spolvero_20040618.JPG|Infiorata del 2004, Preparazione: Contorni delle figure tracciate col gesso sulla Via Livia
Image:Genzano_Infiorata_Tavolozza_Colori_20040620.JPG|Infiorata del 2004, "Tavolozza" dei colori
Image:Genzano_Infiorata_Allestimento_20040620.JPG|Infiorata del 2004, Deposizione dei fiori
Image:Genzano_Processione_Infiorata_20040620.JPG|Infiorata del 2004, Processione
Image:Infior05.jpg|Il Complesso Bandistico "Cav. M. Mecheri" Città di Genzano, prima dello "spallamento"
Image:Genzano_Infiorata_Spallamento_20040621.JPG|"Spallamento" dell'Infiorata 2004 da parte dei bambini
</gallery>
 
===Personalità legate a Genzano di Roma===
Genzano ha dato i natali fra gli altri a:
* il religioso [[Venanzio Simi]] ([[1641]]-[[1719]])
* il giurista [[Tommaso Scipioni]] ([[1705-1755]])
* l'architetto [[Camillo Iacobini]] ([[1791]]-[[1854]])
* il cardinale [[Angelo Maria Jacobini]] ([[1825]] - [[1886]])
* il cardinale [[Ludovico Iacobini]] ([[1832]] - [[1887]]), che fu [[Cardinal Segretario di Stato]] di [[Papa Leone XIII]]
* il regista cinematografico [[Siro Marcellini]]
* la campionessa olimpionica di pallanuoto [[Cristiana Conti]]
* il politico antifascista [[Vincenzo Baldazzi|Cencio Baldazzi]] ([[1888]] - [[1982]])
* [[Nicola Amici]] ([[20 agosto]] [[1897]] - [[19 febbraio]] [[1944]]), ucciso per rappresaglia tedesca a [[Velletri]], in località Pratolongo
* il soprano [[Caterina Mancini]]
* il regista televisivo [[Salvatore Baldazzi]] ([[1925]] - [[2005]])
* [[Bruno Annarumi]], ([[30 novembre]] [[1921]] - [[24 marzo]] [[1944]]), [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
* [[Vittorio Buttaroni]] ([[15 ottobre]] [[1905]] - [[24 marzo]] [[1944]]), appartenente al Partito D'Azione, [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
* [[Ettore Ronconi]] ([[23 settembre]] [[1897]] - [[24 marzo]] [[1944]]), appartenente al Partito Comunista, [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
* [[Ivano Scarioli]], ([[5 agosto]] [[1921]] - [[24 marzo]] [[1944]]), [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
* [[Sebastiano Silvestri]] ([[26 maggio]] [[1915]]- [[24 marzo]] [[1944]]), [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
</br>
 
Numerosi sono le personalità che hanno vissuto per periodi più o meno prolungati a Genzano. Ricordiamo fra gli altri:
* il pittore [[Carlo Maratta]] ([[1625]] - [[1713]]) che si costruì una casa vicino al Duomo Vecchio, quasi in cima alla vecchia ''via Livia'', tanto che quel tratto in pendio si è chiamato per molto tempo ''Salita di Maratta'', attualmente sede di una trattoria caratteristica. Maratta a Genzano possedeva anche una proprietà agricola in località ''Aspro''. Il pittore abbandonò Genzano dopo l'aggressione subita dalla figlia [[Faustina Maratti|Faustina]] ad opera del duca Gian Giorgio Cesarini in via [[Quattro Fontane]] a Roma.
* lo scrittore, pittore e uomo politico [[Massimo D'Azeglio]] ([[1798]] - [[1866]]), che nell'autobiografia ''I miei ricordi'', parlò dei suoi soggiorni giovanili a ''Palazzo Cesarini'', e presso la famiglia Attenni in ''via Livia'' (attualmente ''via Italo Belardi'') e nella strada per Velletri (attualmente ''via Sebastiano Silvestri'')
* [[San Luigi Versiglia]] ([[1873]] - [[1930]]), che diresse l'istituto salesiano di Genzano dal [[1890]] al [[1906]], prima della sua partenza per la [[Cina]]
* il generale [[Roberto Lordi]] ([[1894]]-[[1944]]), [[Medaglia d'oro al valor militare|Medaglia d'oro al valor militare alla memoria]], [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|martire delle Fosse Ardeatine]]
* il politico antifascista [[Luigi Longo]] ([[1900]] - [[1980]]), che fu segretario del [[Partito Comunista Italiano|PCI]]
* il poeta [[Mario dell'Arco]] ([[1905]] - [[1996]]), che si ritirò a Genzano nel [[1965]] e nel cimitero di Genzano riposa; avrebbe voluto ribattezzare "''Genzano di Roma''" in "''Genzano dell'infiorata''"
* lo [[scacchista]] [[Alberto Giustolisi]] ([[1928]] - [[1990]]), morto a Genzano
* lo scrittore tedesco [[Michael Ende]] ([[1929]] - [[1995]]), noto per i romanzi ''[[Momo (romanzo)|Momo]]'' e ''[[La storia infinita (romanzo)|La storia infinita]]''
 
* l'attrice [[Anita Ekberg]], interprete de ''[[La dolce vita]]'' di [[Federico Fellini]]
 
==Economia==
In base al censimento della popolazione del [[20 ottobre]] [[1991]], il numero di occupati di Genzano era 7.611 , il 37% della popolazione totale (20.750 abitanti). Risultavano iscritti al collocamento in cerca di occupazione 2.218 cittadini (10,32% della popolazione). La popolazione attiva era così distribuita: </br>
{| border=1 cellspacing=0 cellpadding=2 style="border-collapse:collapse;" class=sortable
!Settore||Occupati (Numero)||Percentuale
|- align=right
| Agricoltura || 595 || 7,81
|- align=right
| Industria/Edilizia || 867 || 11,39
|- align=right
| Commercio/Artigianato || 2.755 || 36,20
|- align=right
| Trasporti e Comunicazioni || 496 || 6,51
|- align=right
| Amministrazione e Servizi || 2.267 || 29,79
|- align=right
| Credito e assicurazione || 631 || 8,30
|-align=right
! Totale !! 7.611 !! 100,00
|}
 
</br>
Nel settore '''Agricoltura''', la principale attività del paese è, da tempo immemorabile, la [[Viticoltura]]. Genzano e Lanuvio si trovano infatti al centro del comprensorio di produzione del vino DOC [[Colli Lanuvini]] e [[Colli Lanuvini superiore]]. Molto importanti sono inoltre le attività nell'ambito dell'[[Olivicoltura]], della [[Floricoltura]], della [[Frutticoltura]] e della produzione di ortaggi. </br>
Come testimonia [[Marco Tullio Cicerone]], che peraltro qui possedeva una villa, questi territori erano considerati fra i più fertili nell'età dell'antica [[Repubblica Romana]]:
{{quote|Oppidorum autem finitimorum illam copiam cum hac per risum ac iocum contendent: [...] ipsum hercle Lanuvium, Ariciam, Tusculum comparabunt.| [[Marco Tullio Cicerone]], M. Tulli Ciceronis, De lege agraria oratio secunda contra P. Servilium Rullum Tr. Pleb. In Senatu, 66}}
Fra le circa 400 aziende '''artigiane''' che operano nel territorio di Genzano si trovano aziende attive nella lavorazione della pelle, dei vimini, del vetro e della ceramica. Ma la più importante attività nel settore "Artigianato", è la panificazione. Genzano ha una grande tradizione nella fabbricazione di pane lievitato naturalmente e cotto a legna. Il [[Pane Casareccio di Genzano]] è stato pertanto il primo pane italiano ad aver ottenuto nel [[1997]] l'[[Indicazione Geografica Protetta|IGP]], e pertanto la sua produzione è vincolata alla sua completa preparazione in loco. </br>
Molto numerose e qualificate sono inoltre le attività [[Albergo|alberghiere]] e quelle operanti nell'ambito della ristorazione ([[Trattoria|trattoria]], [[ristorante|ristoranti]] nonché le [[Fraschetta|fraschette]], un particolare tipo di [[osteria|osterie]] caratteristiche dei [[Castelli romani]]. </br>
Le '''[[Industria|attività industriali]]''' sono relativamente recenti, attive in particolare nei settori alimentare, delle macchine agricole, del legno, dell'edilizia e della carta.
 
==Amministrazione==
* Sindaco: Enzo Ercolani, dal 05/2006.
* Comune: Centralino 06 93.71.11
* [[Classificazione climatica]]: zona D, 1982 GR/G
 
 
==Città gemellate==
*[[Châtillon (Hauts-de-Seine)|Chatillon]] ({{FRA}})
*[[Merseburg]] ({{GER}})
*[[Mokotov]]-[[Varsavia]] ({{POL}})
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.comune.genzanodiroma.roma.it/gnz/index.bfr Sito Ufficiale del Comune di Genzano di Roma]
* [http://www.infiorata.it/Storia_infiorata.htm Sito Ufficiale dei Maestri Infioratori di Genzano di Roma]
* [http://www.google.it/books?id=fy8BAAAAQAAJ&pg=PA1&dq=storia+di+genzano+nicola+ratti Google Book Search: "Storia di Genzano con Note e Documenti" di Nicola Ratti]
 
==Bibliografia==
<References/>
 
 
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{{Castelli Romani}}
{{Provincia di Roma}}
 
[[Categoria:Comuni della provincia di Roma]]
[[Categoria:Comuni del Lazio]]
[[Categoria:Comuni italiani]]
[[Categoria:Castelli Romani]]
 
[[br:Genzano di Roma]]
[[de:Genzano di Roma]]
[[en:Genzano di Roma]]
[[eo:Genzano di Roma]]
[[fr:Genzano di Roma]]
[[ja:ジェンツァーノ・ディ・ローマ]]
[[nap:Genzano di Roma]]
[[nl:Genzano di Roma]]
[[pl:Genzano di Roma]]
[[pt:Genzano di Roma]]
[[sv:Genzano di Roma]]
[[ur:جینزانو دی روما]]