Walter Bonatti e Utente:Jelfed: differenze tra le pagine

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{{Citazione|Io credo che la nitidezza che c'è in alta quota chiunque è andato in montagna l'ha ben presente,<br />quanto tu vedi che il profilo della roccia e il cielo azzurro dietro sono smaglianti e inequivocabili.<br />Ecco, quella nitidezza è quello che lascia Walter. È bello perché è luce.|[[Michele Serra]], ''[[Sfide]]'': {{YouTube|id=g4pL_k97E4I|titolo=Walter Bonatti - Al di là delle nuvole|ora=1|minuto=10|secondo=30}}, 15 agosto 2014}}
{|
{{Bio
|Nome = Walter
|Cognome = Bonatti
|PostCognomeVirgola = "Il Re delle Alpi"<ref>[http://it.encarta.msn.com/media_461551695_981532661_-1_1/Walter_Bonatti.html Fonte: Encarta]</ref>,
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bergamo
|GiornoMeseNascita = 22 giugno
|AnnoNascita = 1930
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 13 settembre
|AnnoMorte = 2011
|Epoca = XX
|Attività = alpinista
|Attività2 = esploratore
|Attività3 = giornalista
|AttivitàAltre =
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Walter Bonatti 1964.jpg
|Didascalia = Walter Bonatti nel 1964
|Didascalia2 = {{premio|Piolet d'Or|alla carriera|2009}}
}}
 
Figlio unico di Angelo Bonatti (1888-1973) e Agostina Appiani (1899-1951), è stato uno dei nomi più leggendari dell'alpinismo mondiale. Oltre che [[alpinista]] e [[guida alpina]], fu autore di libri e numerosi [[reportage]] - molti dei quali come inviato esploratore del settimanale [[Epoca (rivista)|Epoca]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/11/18/bonatti-alpinista-che-ha-fatto-epoca.html Fonte: La Repubblica, 18.11.2004, pag. 13, sezione: MILANO, "Bonatti, l'alpinista che ha fatto Epoca"]</ref> della [[Arnoldo Mondadori Editore]] - nelle regioni più impervie del mondo.
 
== Biografia ==
[[File:Grand Capucin - East face - Bonatti-Ghigo route.jpg|thumb|Le pareti sud (a sinistra) ed est (al centro) del Grand Capucin, quest'ultima salita per la prima volta da Bonatti e Ghigo nel 1951. In arancione il tracciato della [[via Bonatti-Ghigo]].]]
Inizia la sua attività sportiva facendo il ginnasta nella società monzese [[Forti e Liberi]]. Nel 1948 compie le sue prime scalate sulle [[Prealpi]] lombarde, ma già dall'anno successivo inizia un susseguirsi di imprese dalle difficoltà estreme, cercando soluzioni ai problemi alpinistici dell'epoca e spostando sempre più avanti i limiti dell'umanamente possibile. Per mantenersi in quegli anni svolge il duro lavoro di operaio siderurgico presso la [[Falck (azienda)|Falck]], andando sulle montagne lombarde solo la domenica dopo il turno di notte del sabato<ref>Giorgio Terruzzi, Edoardo Erba, ''"Lavoravo alla Falck e scalavo di notte"-Bonatti e la sua vita sulle montagne'', quotidiano ''Corriere della sera'' del 14/09/2011 [http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_14/bonatti-terruzzi-intervista-racconto_abe4664c-deba-11e0-ab94-411420a89985.shtml]</ref>.
 
Nel [[1949]] Walter Bonatti ripete la via Ratti-Vitali sulla parete ovest della [[Aiguille Noire de Peuterey]] (seconda ripetizione), la via di [[Riccardo Cassin|Cassin]] sulla parete nord delle [[Grandes Jorasses]] (quinta ripetizione con l'amico [[Andrea Oggioni]]) e la via di [[Vitale Bramani]] e [[Ettore Castiglioni]] sulla parete nord-ovest del [[Pizzo Badile]]<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=art Bonatti e il 1949]</ref>.
 
Nel [[1950]] tenta la sua prima grande impresa in apertura di una nuova via: la parete est del [[Grand Capucin]]<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-bearle/alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=premieres I tentativi al Gran Capucin]</ref>, una parete di granito rosso mai scalata prima nel gruppo del [[Monte Bianco]]. Il 24 luglio parte alla volta di quella guglia di 400&nbsp;m di granito, insieme con il monzese [[Camillo Barzaghi]], ma una violenta tormenta li fa desistere dopo solo poche decine di metri e sono costretti a bivaccare vicino al [[Rifugio Torino]], in quanto quest'ultimo è troppo costoso per le loro tasche. Dopo tre settimane riprova la scalata, questa volta con [[Luciano Ghigo]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/18/morto-ghigo-scalo-con-bonatti.html Fonte: La Repubblica, 18.11.2008, "È morto Gigo, scalò con Bonatti"]</ref>, che ha casualmente incontrato nello stesso campeggio in fondovalle. Ma anche in questa occasione, dopo i primi tre giorni di bivacchi in parete, il tempo si guasta e una violenta tempesta di neve, complice un muro liscio e verticale di 40&nbsp;m da superare, li costringe a una ritirata lunga e difficile per le condizioni in cui avviene. La conquista viene rimandata.
 
Nel [[1951]] ritenta<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=la_premiere La ''prima'' al Gran Capucin]</ref> con [[Luciano Ghigo]] il Grand Capucin. È il 20 luglio. Questa volta due giorni bastano per coprire quanto scalato l'anno precedente in tre giorni e anche il muro verticale di 40&nbsp;m viene superato. Ma ancora una volta il tempo volge al peggio e sono costretti a un ulteriore bivacco in parete, appesi alle corde, in mezzo alla tempesta. Il giorno seguente giungono in cima e riusciranno a raggiungere il [[Rifugio Torino]] solo la notte seguente, in mezzo alla tempesta. È la prima volta che una via porta il nome di Bonatti. I festeggiamenti che seguono la riuscita di quest'altra impresa però durano poco: Agostina, la madre di Walter, infatti, muore per la gioia della vittoria del figlio.<ref name=corsera>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/agosto/04/Bonatti_nessuna_scusa_per_Continuo_co_9_040804058.shtml ''Corriere della sera'' - intervista a Walter Bonatti, agosto 2004]</ref>
 
Nel [[1952]] è la volta dell'[[Aiguille Noire de Peuterey]] per la cresta sud, con [[Roberto Bignami]].
 
[[Servizio militare di leva in Italia|Richiamato alle armi]], è in prima istanza assegnato alla Scuola Motorizzazione della [[Cecchignola]]. In seguito alle sue proteste, viene riassegnato al [[6º Reggimento alpini]]; qui frequenta numerosi corsi di alpinismo, che gli fruttano un ottimo allenamento.<ref name=montagnevita>Walter Bonatti, ''Montagne di una vita'', Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2006, ISBN 978-88-6073-063-3</ref>
 
Nel febbraio [[1953]] compie la prima invernale della parete nord della [[Tre Cime di Lavaredo|Cima Ovest di Lavaredo]] con [[Carlo Mauri]] e qualche giorno dopo salgono anche la [[Tre Cime di Lavaredo|Cima Grande]], quest'ultima nord già salita in invernale nel 1938 da Fritz Kasparek. Poco prima della fine dell'inverno, con [[Roberto Bignami|Bignami]], in due giorni di scalata, raggiunge la vetta del [[Cervino]] aprendo una variante direttissima lungo gli strapiombi della ''cresta del Furggen''. In estate, sempre con [[Roberto Bignami|Bignami]], compie delle "prime" sulle [[Alpi Centrali]] della [[Val Masino]] ([[Torrione Fiorelli]] per la parete nord, [[Picco Luigi Amedeo]] per lo spigolo sud-ovest, [[Torrione di Zocca]] per lo spigolo est), oltre alla scalata del [[Monte Bianco]] per il canalone nord del [[Colle del Peuterey]] e al [[Pizzo Palù]] per la parete nord lungo la via Feult-Dobiasch, percorsa in condizioni quasi invernali.
 
Nel [[1954]] consegue il brevetto di [[guida alpina]].
 
Tra il 14 marzo e il 18 maggio 1956 compie la prima traversata scialpinistica delle Alpi con Luigi Dematteis, Alfredo Guy e Lorenzo Longo. Si trattò di 66 giorni complessivi, 1795 km percorsi, 136.000 m di dislivello. In realtà vi fu anche un altro gruppo che negli stessi giorni, dall'11 marzo al 19 maggio 1956 compì la traversata. Il gruppo era formato da [[Bruno Detassis]] con Catullo Detassis e Alberto Righini. L’inseguimento ebbe termine al rifugio Maria Luisa in [[val Formazza]], dove la pattuglia Detassis si dovette fermare a causa delle condizioni meteorologiche. All’interno del rifugio, i due gruppi firmarono un accordo per completare congiuntamente la traversata, dal [[Colle del Teodulo]] al [[Col di Nava]], pur mantenendo l’indipendenza organizzativa. Il 19 maggio, all’Alpe Monesi, i sette uomini furono festeggiati dai dirigenti del [[Club Alpino Italiano]] e della [[Federazione Italiana Sport Invernali|FISI]] (Federazione Italiana degli Sport Invernali). La FISI ha riconosciuto, come prima nella storia dell'alpinismo, la traversata di Bonatti.
 
=== Il K2 ===
[[File:Walter Bonatti Eric Abram K2 1954.jpg|thumb|Walter Bonatti (a sinistra) con [[Erich Abram]] al campo base dopo la salita al K2]]
{{Citazione|Quella notte sul K2, tra il 30 e il 31 luglio 1954, io dovevo morire. Il fatto che sia invece sopravvissuto è dipeso soltanto da me...|Walter Bonatti, ''Le mie montagne''}}
 
Sempre nel 1954 partecipa alla spedizione italiana capitanata da [[Ardito Desio]], che porterà [[Achille Compagnoni]] e [[Lino Lacedelli]] sulla cima del [[K2]]; con i suoi 24 anni è il più giovane della spedizione.
 
Il giorno prima che Lacedelli e Compagnoni raggiungano la vetta, Walter Bonatti scende dall'ottavo campo verso il settimo per recuperare le bombole d'ossigeno lasciate lì la sera prima da altri compagni. Con questo carico sulle spalle, insieme ad [[Amir Mahdi]], risale fino all'ottavo campo e di lì, dopo una pausa ristoratrice, fino al luogo in cui Compagnoni e Lacedelli avrebbero dovuto allestire il nono campo.
 
I due però, soprattutto per scelta di Compagnoni<ref name=autogenerato1>“K2: dove fu fissato in effetti il nono campo”, Roberto Mantovani in ''Rivista della Montagna'' 1994 e Roberto Copello in ''La Voce'' 1994</ref>, non allestiscono il campo dov'era stato previsto la sera prima di comune accordo con Bonatti, ma lo fissano circa 250 metri di dislivello più in alto. Bonatti e Mahdi riescono ad arrivare nei pressi del luogo concordato poco prima del tramonto, ma non vengono aiutati da Compagnoni e Lacedelli, che invece d'indicar loro la strada per la tenda si limitano a suggerire da lontano di lasciare l'ossigeno e tornare indietro;<ref name=lacedelli>Lino Lacedelli - Giovanni Cenacchi, ''K2 - il prezzo della conquista'', Mondadori, 2006, ISBN 978-88-04-55847-7; pagg. 57-64</ref><ref name=k2verita2946>Walter Bonatti, ''K2 - la verità - 1954-2004'', Baldini Castoldi Dalai, 2007, ISBN 978-88-6073-170-8; pagg. 29-46</ref> cosa impossibile, visto il buio che incombe, l'enorme sforzo che già hanno sostenuto i due dalle prime ore del giorno, e vista soprattutto l'inesperienza di Mahdi a quelle quote e su quei terreni.<ref name=k2verita2946 /> Il calare delle tenebre rende a Bonatti e Mahdi impossibile individuare la tenda dei due di testa<ref>[http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_20/lacedelli-k2-brevini_0f84f9ee-d5b9-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml?fr=correlati «Caso K2»: Bonatti riabilitato dopo 54 anni - Corriere della Sera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>; si ritrovano così soli a dover affrontare una notte all'addiaccio nella "zona della morte" con temperature stimate intorno ai -50&nbsp;°C, senza tenda, sacco a pelo o altro mezzo per potersi riparare.<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=k2 K2: l'abbandono di Compagnoni e Lacedelli]</ref><ref name=k2verita /> Solo alle prime luci dell'alba del giorno successivo i due possono muoversi e ritornare verso il campo 8, dove giungono in mattinata; Mahdi riporta seri congelamenti alle mani ed ai piedi, ed in seguito subisce l'amputazione di alcune dita.<ref name=montagnevita />
 
==== Il caso K2 ====
{{vedi anche|Spedizione al K2 del 1954}}
{{Citazione|Quello che riportai dal K2 fu soprattutto un grosso fardello di esperienze personali negative, direi fin troppo crude per i miei giovani anni.|Walter Bonatti, ''Le mie montagne''}}
[[File:K2 expedition 1954.jpg|thumb|I componenti della spedizione al K2. Bonatti è il terzo in piedi da sinistra. Accanto a lui, Ardito Desio]]
Bonatti rimase talmente deluso dall'atteggiamento dei suoi compagni da prediligere da allora in poi imprese alpinistiche condotte prevalentemente in solitaria.<ref name=montagnevita /> Altra delusione umana per Bonatti venne dall'atteggiamento del capo spedizione, [[Ardito Desio]], che si rifiuterà sempre di andare in fondo all'accaduto dando solo la sua come unica verità circa la cronaca dell'impresa.<ref name=montagnevita /><ref name=k2verita>W. Bonatti, ''K2 - la verità'', ''passim''</ref> Il contratto firmato da Bonatti prima della partenza per il K2, tra l'altro, gli impedisce di rilasciare interviste e resoconti della spedizione per un periodo di due anni. La versione dei fatti secondo Bonatti viene divulgata solo nel [[1961]], con la pubblicazione del suo libro "Le mie montagne".<ref name=k2buffet>Charlie Buffet, ''La collera di Walter Bonatti'', orig. in ''Le Monde'' e ''La Stampa'', 29 agosto 2001; riportato in W. Bonatti, ''K2 - la verità'', pagg. 219-226</ref>
 
Nel [[1964]] il giornalista [[Nino Giglio]] pubblica sulla [[Nuova Gazzetta del Popolo]] un articolo che ripercorre la vicenda lanciando diverse accuse a Bonatti. Secondo questa versione dei fatti, Bonatti avrebbe prima convinto Mahdi a seguirlo ventilandogli la possibilità di salire in vetta in maniera indipendente; poi, avrebbe forzato la permanenza a 8.000 metri nella speranza di sostituire, il giorno seguente, uno dei due alpinisti (Compagnoni e Lacedelli) designati alla salita nel tentativo alla vetta; ed infine, durante la notte avrebbe utilizzato l'ossigeno delle bombole per sostentarsi, intaccandone la scorta, e mettendo a repentaglio il tentativo di vetta stesso. Bonatti intenta una causa per diffamazione al giornalista, e la vince; nel 1967 viene pubblicato sul medesimo giornale un articolo di rettifica.<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=annees60 Le false accuse a Bonatti]</ref><ref name=k2verita5865>W. Bonatti, ''K2 - la verità'', pagg. 58-65</ref> Da quel momento Bonatti inizia a battersi affinché venga pubblicata tutta la verità su quella notte, anche perché la spedizione era stata finanziata con soldi pubblici e pertanto, secondo Bonatti, agli italiani andava fornita la verità sull'impresa. Nella sua battaglia l'alpinista non ha mai peraltro inteso cercare una gloria personale o una maggior considerazione per ciò che aveva fatto nella spedizione al K2.<ref name=k2verita />
 
Nel [[1994]] il dottore [[australia]]no [[Robert Marshall]] rintraccia la prima foto scattata in vetta al K2, che era stata pubblicata sull'annuario svizzero "Berge der Welt" del 1955. Tale foto mostra che le maschere dell'ossigeno erano state utilizzate fino in vetta, e l'ossigeno non era finito a quota 8.400 come sostenevano le versioni ufficiali.<ref>[http://www.editionsguerin.com/docs/mailings/1149762727.jpg Le foto in vetta al K2: la prova della maschera]</ref><ref name=bonattimarshall>Robert Marshall, ''Commento a "Processo al K2"... solo parole e fandonie'', in W. Bonatti, ''K2 - la verità'', pagg. 121-152, trad. di Mirella Tenderini</ref>
 
Sempre nel [[1994]] [[Lino Lacedelli]], intervistato da [[Roberto Mantovani (giornalista)|Roberto Mantovani]] per [[La rivista della Montagna]], dichiara, a proposito della posizione del nono campo: "Io volevo fermarmi prima, più in basso. Però Compagnoni non ne volle sapere" e aggiunge che quella di spostarsi più su della quota concordata con Bonatti "non fu una decisione saggia".<ref name=autogenerato1 /> Lo stesso anno il CAI commissiona a Mantovani una revisione storica degli eventi relativi al K2, pubblicata poi sul Catalogo Ufficiale del Museo Nazionale della Montagna di Torino, e in seguito pubblica sulla propria rivista un articolo nel quale viene riconosciuto il contributo di Bonatti alla conquista del K2<ref>{{Cita news|autore=Silvia Metzelin e Alessandro Giorgetta|titolo=Walter Bonatti, un protagonista al suo posto|pubblicazione=La Rivista del Club Alpino Italiano|data=maggio 1994}}</ref>. Bonatti tuttavia non si dichiara soddisfatto a causa di alcuni nodi irrisolti<ref>{{Cita news|autore=Pietro Crivellaro|titolo=Sul K2 no al colpo di spugna|pubblicazione=Rivista della Montagna|data=agosto 1995}}</ref>.
 
Si dovrà attendere il [[2004]] perché il [[Club Alpino Italiano]], a seguito delle risultanze della propria Commissione d'Inchiesta, rettifichi ufficialmente la relazione di Desio accogliendo molte delle obiezioni di Bonatti.<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=destin K2: esito della Commissione d'Inchiesta del CAI (2004)]</ref> In quell'anno il CAI richiede a "tre saggi" (lo scrittore [[Fosco Maraini]] e i docenti universitari [[Alberto Monticone]] e [[Luigi Zanzi]]) di effettuare un'analisi in chiave storico-critica della relazione realizzata nel 1954 da Ardito Desio. La relazione dei "tre saggi" viene pubblicata nel 2004, e nel 2007 viene inclusa nel libro ''K2. Una storia finita''<ref>F. Maraini, A. Monticone, L. Zanzi: ''K2. Una storia finita''. 140 pp, Priuli&Verlucca Ed., Scarmagno (TO), 2008. ISBN 978-88-8068-391-9</ref><ref>[http://www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8880683918 Scheda del libro ''K2. Una storia finita'']</ref> a cura di Luigi Zanzi. Il libro contiene anche l'introduzione a cura del presidente generale del CAI, Annibale Salsa e i contributi di Zanzi, Camanni, [[Erich Abram]] e [[Roberto Mantovani]]<ref>[http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/sport/k2-casochiuso/k2-casochiuso/k2-casochiuso.html Fonte: La Repubblica, 28.03.2008, ''K2: caso chiuso. La verità definitiva sull'arrivo in vetta: i "saggi" riabilitano Bonatti'']</ref><ref>[http://www.ilsecoloxix.it/italia_e_mondo/view.php?DIR=/italia_e_mondo/documenti/2008/03/28/&CODE=b841178e-fcf8-11dc-aadb-0003badbebe4 Fonte: Il Secolo XIX, 28.03.2008, ''K2, dopo 54 anni riconosciuto il ruolo chiave svolto da Bonatti'']</ref> Il CAI dichiara che tale relazione è da considerarsi la versione definitiva ed ufficiale della spedizione del 1954; la relazione sposa in molti punti la versione di Bonatti.
 
Dopo il Club Alpino Italiano, anche la [[Società Geografica Italiana]]<ref name=SGI>Lo stesso capospedizione [[Ardito Desio]] fu socio tra i più autorevoli della Società Geografica Italiana per quasi ottant'anni, e fu insignito della medaglia d'oro dalla società medesima proprio per la spedizione al K2.</ref> pone termine alla vicenda risalente al 1954 e chiarisce il ruolo di Bonatti nel raggiungimento della vetta. La versione definitiva della vicenda viene stilata in un incontro organizzato nel dicembre [[2008]] a Villa Celimontana a Roma (sede storica della Società), con la presenza di Annibale Salsa (presidente del CAI), Franco Salvatori (presidente della Società Geografica Italiana), Claudio Smiraglia (presidente del [[Comitato Glaciologico Italiano]], già allievo di Ardito Desio), Agostino Da Polenza (organizzatore della spedizione al K2 del cinquantenario) e Roberto Mantovani (storico della montagna).<ref>[http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/sport/k2-bonatti-chiude/k2-bonatti-chiude/k2-bonatti-chiude.html Fonte: La repubblica, 16.12.2008, "Impresa K2: Bonatti aveva ragione"]</ref>
 
Informato in anticipo dalla Società Geografica Italiana della revisione che sarebbe stata effettuata, Walter Bonatti così risponde in una lettera:
{{Citazione|"''A cinquantatré anni dalla conquista del K2, sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione prof. Ardito Desio. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria... Si è (...) dato completa verità e dovuta dignità al grande successo italiano, una affermazione che ha saputo risvegliare, dopo gli anni bui, il vanto e l'orgoglio di tutti noi.''"<ref>[http://www.repubblica.it/popup/2008/bonatti/bonatti.html Lettera settembre 2008 di Walter Bonatti alla Società Geografica Italiana]</ref>}}
 
=== Il Monte Bianco ===
[[File:Drus-2006.jpg|thumb|left|Versante ovest del Dru]]
Nel [[1955]], a metà agosto, dopo due tentativi frustrati dal cattivo tempo, in sei giorni scala in solitaria il pilastro sud-ovest del [[Petit Dru]], nel gruppo del Bianco, restando in parete per sei giorni: è considerata un'impresa che segna una tappa indimenticabile nella storia dell'alpinismo<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=drus La sei giorni in solitaria al Petit Dru]</ref>. Dopo cinque giorni di arrampicata su verticalità assolute e con punti di ancoraggio aleatori, Bonatti si trova di fronte a una parete insormontabile. Non c'è possibilità di traversare a destra o a sinistra in quanto la roccia è troppo liscia e non è possibile nemmeno ritirarsi in doppia, a causa della tipologia della parete appena superata. Bonatti collega tutti i cordini e il materiale da roccia che ancora gli resta a formare un ''grappino'' da lanciare alla fine di un lunghissimo pendolo. Lo tenta almeno una decina di volte e alla fine riesce a uscire dalla situazione di stallo e a raggiungere la vetta<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=pilier Il pilastro "Bonatti"]</ref>. Nello stesso anno entra a far parte delle guide di [[Courmayeur]].
 
Nel dicembre del [[1956]] con l'amico/cliente Silvano Gheser tentano l'ascensione invernale della ''Via della Poire'' sul versante della Brenva del Monte Bianco. Durante l'avvicinamento incontrano altri due alpinisti ([[Jean Vincendon]] e [[François Henry]]) che hanno in programma lo [[Sperone della Brenva]], una via di discreta difficoltà solo di poco discosta dal loro itinerario. L'ascensione di entrambe le cordate inizia alle 4 del mattino di Natale, orario ideale per l'itinerario di Vincendon e Henry, ma già troppo tardi per quello che dovrebbero percorrere Bonatti e Gheser. Infatti, dopo qualche ora di sole le condizioni del ghiaccio peggiorano e la cordata di Bonatti è costretta a discendere sulla [[Brenva]] e a seguire la cordata di Vincendon. L'arrampicata prosegue senza problemi con le due cordate che si tengono in contatto vocale, su due vie diverse ma parallele. Alle h. 16, raggiunta la parte finale dell'ascesa, la cordata di Bonatti è più avanti di circa 100&nbsp;m. Ma nel frattempo nessuno si è accorto dei segni premonitori di un cambiamento di tempo che sta giungendo dal versante opposto: col sopraggiungere del buio, un'ora più tardi, si scatena una tempesta di una violenza inaudita.<ref name=montagnevita />
 
Ne scaturisce un bivacco di 18 ore di durata a quota 4.100&nbsp;m, durante il quale le due cordate non riusciranno più a tenersi in contatto. Bonatti, superata indenne la notte (invece Gheser incomincia a soffrire di congelamento a un piede), la mattina del 26 dicembre, in un momento di calma del vento, raggiunge in pochi minuti l'altra cordata poco più sotto e concorda di fare cordata comune per coprire insieme, perdurando le pessime condizioni atmosferiche, gli ultimi 200&nbsp;m che mancano alla vetta e poi, giunti al Colle della Brenva, decidere che itinerario seguire verso la salvezza.<ref name=montagnevita />
 
Delle due soluzioni possibili (scendere direttamente verso Chamonix lungo i pendii del Grande e del Piccolo Plateau resi ormai pericolosamente instabili dalla neve appena caduta, oppure raggiungere la cima del [[Monte Bianco]] e poi, attraverso la via normale, cercare rifugio presso il locale invernale dell'[[Osservatorio Vallot]]) Bonatti sceglierà la seconda. La più sicura, ma anche la più dolorosa, in quanto richiede agli alpinisti, ormai stanchi e provati, di riprendere il cammino in salita per altri 500&nbsp;m di quota in una terribile tormenta. La cordata di Vincendon inizialmente lo segue. Bonatti avanza con la sua cordata il più velocemente possibile, in quanto si rende necessario consentire a Gheser, ormai colpito da gravi congelamenti (avrà alcune dita di entrambi i piedi e di una mano amputate), di ricevere cure urgenti. Arrivano alla Vallot con il sopraggiungere della notte. La cordata di Vincendon ha nel frattempo rinunciato, per sfinimento: a 200&nbsp;m dalla vetta del [[Monte Bianco]] è ritornata sui suoi passi, optando per l'altra alternativa (raggiungere direttamente Chamonix).<ref name=montagnevita /><ref name=rdm85 />
 
Ma la notte li obbliga a bivaccare in un crepaccio a 4.600&nbsp;m. Bonatti li chiamerà inutilmente nella tempesta senza ricevere risposta. Bonatti e Gheser vengono raggiunti e salvati il 30 dicembre al Rifugio Gonella dalle guide alpine [[Gigi Panei]], [[Sergio Viotto]], [[Cesare Gex]] e [[Albino Pennard]]. "Sulla cresta rocciosa appena sotto la capanna - scrive Bonatti nel libro 'Montagne di una vita' - riconosco l'amico [[Gigi Panei]]. Lo vedo balzare verso di me con un impeto in cui intuisco ansia, commozione e affetto. Seguono poi gli altri amici saliti con lui. Ricorderò sempre con quanta gratitudine li abbracciai". La storia verrà poi conosciuta come l'"[[Caso Vincendon Henry|affare Vincendon e Henry]]". Dopo cinque giorni di freddo e sfinimento, Vincedon e Henry i componenti di quest'ultima cordata muoiono nell'attesa che le squadre di soccorso, bloccate però dal maltempo, li prelevino (ancora vivi li raggiungerà un elicottero che però cadrà sul ghiacciaio).<ref name=rdm85>Claude Deck, ''Chi salverà Henry e Vincendon?'', trad. Pietro Crivellaro, in ''Rivista della montagna: Momenti di alpinismo'', n.7, luglio-agosto 1985, pagg. 68-87</ref><ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=destins L' "affare Vincendon e Henry"]</ref>
 
Nel [[1957]] si stabilisce a [[Courmayeur]]. Dopo un lungo periodo di convalescenza resosi necessario per i postumi dell'ultima ascensione, Bonatti si rivolge all'ultima grande parete vergine del massiccio del [[Monte Bianco]]: la parete nord del [[Grand Pilier d'Angle]]. Sul Grand Pilier d'Angle aprirà tre vie: una nel 1957 sullo spigolo nord-est con Toni Gobbi, una nel 1962 sulla parete nord con Cosimo Zappelli e l'ultima nel 1963 sempre con Zappelli sulla parete sud-est.
 
Il 9 marzo 1961 Bonatti realizza insieme a [[Gigi Panei]] la prima invernale della ''Via della Sentinella Rossa'' sul versante della [[Brenva]] del Monte Bianco, impiegando solo 11 ore dal bivacco de la Fourche.
 
=== Patagonia, Ande, Karakorum e altre vette ===
[[File:Bonatti Gasherbrum IV summit.jpg|thumb|Bonatti sulla vetta del Gasherbrum IV]]
[[File:Gasherbrum IV expedition 1958.jpg|thumb|I componenti della spedizione al Gasherbrum IV. Bonatti è al centro seduto sulla roccia]]
Nel gennaio del [[1958]] si reca in [[Patagonia]] ([[Argentina]]), per partecipare a una spedizione che venne organizzata dall'italo-argentino [[Folco Doro Altan]] nella regione della cordigliera glaciale [[Hielos Continentales|Hielo Continental]], con l'intenzione di raggiungere la vetta ancora inviolata del [[Cerro Torre]] (3.128&nbsp;m). Come compagno di scalata vuole con sé il lecchese [[Carlo Mauri]]. In totale saranno quindi 6 andinisti e 2 alpinisti. Per evitare la competizione generata dall'inattesa e contemporanea presenza di una spedizione trentina, oltre che venendo meno i finanziamenti promessi da varie istituzioni a causa degli atteggiamenti polemici assunti dagli organizzatori italo-argentini di entrambe le parti, il gruppo di cui faceva parte Bonatti decide di spostarsi sullo Hielo Continental, per attaccare il Cerro Torre dal lato ovest. Ne segue un difficoltoso spostamento non solo per l'inclemenza del tempo, ma anche in quanto, per mancanza di soldi, solo in parte poterono usufruire di trasporto animale.<ref name=montagnevita />
 
Solo il 2 febbraio, con l'arrivo del bel tempo, tentano la scalata, partendo in quattro: Bonatti e Mauri compongono il team che tenterà la vetta, [[Folco Doro]] e [[René Eggmann]] che hanno il compito di aspettarli, installando un campo avanzato. Ma devono desistere quando ormai mancano solo alcune centinaia di metri dalla cima, data la mancanza dell'attrezzatura minima necessaria (hanno ormai esaurito corde e chiodi) che sono riusciti a portarsi appresso a causa dello spostamento di versante. Nel corso della stessa spedizione il 4 febbraio scalano il [[Cerro Mariano Moreno]] in due cordate (Bonatti con Doro, Mauri con Eggermann), vetta ancora inviolata che nelle mappe del tempo figurava come una zona bianca con scritto "inexplorado". Per giungere in vetta e ridiscendere al secondo campo sono costretti a una marcia ininterrotta di 30 ore e oltre 70&nbsp;km tra ghiacciai e pareti, vincendo una gara contro il tempo, la cattiva sorte e l'esaurimento dei viveri. Il 7 febbraio, con [[Carlo Mauri]], è poi la volta del Cerro Adela, battendo sul filo di lana i trentini [[Cesare Maestri]] e Luciano Eccher, che incontreranno durante la discesa. I due trentini infatti avevano rinunciato fin dall'inizio al Cerro Torre e stavano cercando di scalare per primi il [[Cerro Ñato]] e il [[Cerro Adela]].<ref>[http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/cerro-torre/5.html Le spedizioni di Maestri e Bonatti nel 1958-59]</ref> Sempre nella stessa giornata la cordata di Bonatti effettua il concatenamento di [[Cerro Doblado]], [[Cerro Grande]] e [[Cerro Luca]]. Quest'ultimo era una vetta ancora inviolata, del gruppo del Cerro Grande, che i due battezzano in omaggio al figlio di Mauri, nato da poco.<ref name=montagnevita />
 
Sempre nel [[1958]] Bonatti partecipa alla spedizione nella regione himalayana del [[Karakorum]] diretta da [[Riccardo Cassin]]. Assieme con Mauri il 6 agosto raggiunge la vetta del [[Gasherbrum IV]] (7.925&nbsp;m) senza servirsi di bombole d'ossigeno, tracciando un itinerario di grande difficoltà. Nonostante il successo, si deteriora sempre più il rapporto di Bonatti col [[Club Alpino Italiano|CAI]], di cui Bonatti critica il funzionamento e la legittimità dell'organizzazione, che ritiene essere troppo burocratica e sterile.
 
Nel [[1959]] si susseguono numerose le sue scalate sia in Italia che in Francia. È di questo periodo la prima al Pilastro Rosso di [[Monte Brouillard|Brouillard]] con l'amico [[Andrea Oggioni]]. Apre varie vie al [[Petit Mont Gruetta]] e sulla parete nord-ovest della [[Grivola]]. Ritorna sulla parete sud del [[Monte Maudit]] e in settembre realizza anche la prima solitaria della via Major al [[Monte Bianco]].
 
Nel maggio del [[1961]] si sposta nelle Ande peruviane, sulla [[Cordigliera Huayhuash]], dove completa la prima ascensione al [[Nevado Rondoy Norte]] con Oggioni.
 
=== La tragedia del Pilone Centrale ===
[[File:Oggioni Bonatti 1954.jpg|thumb|Walter Bonatti con l'amico Andrea Oggioni]]
Sempre nel [[1961]], con Oggioni e [[Roberto Gallieni|Gallieni]] effettua un tentativo di scalata del [[Pilone Centrale del Freney]], una cima fino ad allora inviolata, facente parte del gruppo del Monte Bianco, sul versante sud<ref>[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=freney Pilier central du Frêney]</ref>. Lungo il percorso, al [[Bivacco della Fourche]], incontra la cordata francese guidata da [[Pierre Mazeaud]] (comprendente anche [[Pierre Kohlmann]], [[Robert Guillaume (alpinista)|Robert Guillame]] e [[Antoine Vieille]]) e le due cordate decidono di unirsi ed effettuare insieme l'ambizioso tentativo. Ma una violenta tormenta di neve, che continuerà per più di un'intera settimana, blocca le due cordate a soli 100&nbsp;m dalla cima del Pilone. A dare l'allarme sono le guide alpine [[Gigi Panei]] e [[Alberto Tassotti]], che non avendo avuto più notizie di Bonatti si recano al [[Bivacco della Fourche]] e scoprono, leggendo il libro del rifugio, qual è la destinazione dell'inedita cordata franco-italiana. Intanto, Bonatti e gli altri suoi compagni, impossibilitati per tre giorni sia a salire che a scendere (Kohlmann fu anche colpito da un fulmine che si scarica sul suo apparecchio acustico - era parzialmente sordo - incidente al quale sopravviverà ma che lo farà sprofondare in un totale isolamento acustico e che probabilmente darà il via alla pazzia che gli causerà la morte), decidono di tentare la discesa, ma solo tre di loro (Bonatti, Gallieni e Mazeaud) riusciranno a giungere vivi a valle. Gli altri quattro moriranno per lo sfinimento, mentre nella neve fresca si aprono la via verso la salvezza. Vieille morirà ai [[Rochers Gruber]]; Guillaume cadrà in un crepaccio del Ghiacciaio del Freney; al Canalino dell'Innominata sarà la volta di Oggioni, bloccato da un nodo delle corde ghiacciate sull'ultima parete di ghiaccio, a meno di un'ora dalla salvezza. Kohlmann a soli 10 minuti dalla [[Capanna Gamba]], con metà volto da giorni ustionato e reso pazzo dalla scarica del fulmine, vedendo Gallieni mettersi le mani in tasca per ripararsi dal freddo, pensa che questo voglia estrarre una pistola per ammazzarlo e lo aggredisce. Gallieni e Bonatti, ormai sfiniti, dopo essere riusciti a bloccarlo si vedranno costretti a fuggire verso la capanna Gamba per chiamare i soccorsi. Giunti alla capanna (che faticheranno a trovare dato che non era stato lasciato alcun segnale luminoso da chi vi dormiva) troveranno le mal organizzate squadre di soccorso addormentate.<ref>da "Freney 1961: tragedia sul Monte Bianco”di M.A. Ferrari, ed. Corbaccio, 2009</ref>
 
=== Grandes Jorasses e Cervino ===
[[File:Grandes Jorasses - Tracé des voies.jpg|thumb|left|La parete nord delle Grandes Jorasses con le traccie delle principali vie.]]
In quattro giorni di scalata, tra il 6 e il 10 agosto [[1964]], sale per la prima volta la [[Punta Whymper]] per la parete nord, una delle sei cime delle Grandes Jorasses, insieme a Michel Vaucher.<ref>[http://www.fondazionemondadori.it/qb/article.php?issue_id=58&article_id=274 Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, ''Epoca: Punta Whymper'']</ref> Si tratta di un itinerario estremamente difficile (valutato da loro ED) che verrà ripetuto solo nel 1976 da [[Pierre Béghin]] e [[Xavier Fargeas]], che realizzano anche la prima invernale (valutandola ED+), e sempre Pierre Béghin nel 1977 con la prima invernale solitaria.
 
Nel [[1965]], otto giorni dopo un primo tentativo di attacco alla parete nord del [[Cervino]] in cordata con [[Gigi Panei]] e [[Alberto Tassotti]] fallito a causa del maltempo (tra il 14 e il 15 febbraio Bonatti, Panei e Tassotti furono costretti ad un drammatico bivacco in parete di 24 ore con raffiche di polvere gelata che li investirono, avvolti nei loro sacchi imbottiti, a 100 chilometri all'ora, e si salvarono grazie ad una rocambolesca ritirata: quattrocento metri di calate a corda doppia nella bufera), il 22 febbraio di quell'anno Bonatti chiude la propria carriera alpinistica con un'altra impresa considerata straordinaria, aprendo in cinque giorni una via nuova in solitaria [[invernale]] sulla mitica [[Cervino|parete nord del Cervino]], sommando così in un'unica scalata tre diversi exploit: la prima ascesa in solitaria della parete, la prima salita invernale della stessa e l'apertura di una nuova via.
 
Questa via sulla nord del Cervino di 1200&nbsp;m di [[grado di difficoltà|difficoltà]] ED+ non ha avuto molte ripetizioni; le più note sono:<ref>[http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=38612 PlanetMountain, ''Cervino, via Bonatti in 7 ore 14 minuti per Aufdenblatten e Lerjen-Demjen'']</ref>
* 12-13 agosto 1966: prima ripetizione dei polacchi R. Berbeka, J. Strycznski, R. Sfafirski e A. Zyzak
* 02/1994: [[Catherine Destivelle]] in solitaria in quattro giorni
* 14/03/06: [[Ueli Steck]] in 25 ore
* 9-10/04/11: salita degli italiani Marco Farina, Arnaud Clavel e Maurizio Rossetto (probabile unica ripetizione italiana)<ref>[http://www.sportmilitarealpino.it/site2010/index.php?option=com_content&view=article&id=953:gmam-fallito-il-tentativo-alla-nord-delleiger&catid=36:news&Itemid=1 Centro Addestramento Alpino, ''G.M.A.M.: Marco Farina racconta la "sua" nord del Cervino'']</ref>
* 27/09/11: salita degli svizzeri Patrick Aufdenblatten e Michi Lerjen-Demjen nel tempo record di 7 ore e 15 minuti.
 
=== Addio all'alpinismo: Bonatti reporter ed esploratore ===
[[File:Matterhorn-mostlyEastSide-viewedFromRothorn.jpg|thumb|Il Cervino da nord-est. A destra, in ombra, la parete nord su cui Bonatti compì la sua ultima impresa alpinistica.]]
Dopo l'impresa del Cervino, che gli vale la Medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica, a soli 35 anni, Bonatti si ritira dall'alpinismo estremo.
 
Successivamente decide di trasferire il suo alpinismo estremo dalla verticalità delle pareti alle distese del mondo orizzontale, alla ricerca di una propria ragione d'essere, di un modo di vivere a misura d'uomo. Il confronto leale con la natura rimane perciò elemento imprescindibile dal quale ripartire per i viaggi d'esplorazione in tutte le terre del pianeta, portando a conoscenza di molti, durante la lunga collaborazione con il settimanale [[Epoca (rivista)|Epoca]] (durerà fino al [[1979]]), ciò che pochissimi potevano vivere. La sua filosofia nell'affrontare un viaggio sarà sempre: storia, paesaggio naturale e avventura personale devono divenire un'unica cosa, devono fondersi così da vivere nella natura esperienze per ogni uomo uniche.
 
Nel [[1966]] Bonatti si trova in Africa e sale il Kilimangiaro in Tanzania e in Uganda esplora il Ruwenzori ripercorrendo il percorso del [[Ruwenzori#Spedizione Duca degli Abruzzi .281906.29|Duca degli Abruzzi]] del [[1906]] e raggiungendone la cima. Inoltre attraversa un territorio selvaggio di 1200&nbsp;km da solo per provare la convivenza pacifica con gli animali feroci.
 
Nel [[1967]] Bonatti giunge sull'Alto Orinoco ed entra in contatto con la popolazione indigena dei waikas Yanoami.
 
Con due spedizioni (1967 e 1978) andrà alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni.
 
Nell'ottobre [[1968]] si reca a [[Sebanga]], nell'isola di Sumatra per studiare il comportamento della tigre al cospetto dell'uomo ed entra in contatto con i sakai, una popolazione di aborigeni provenienti originariamente dalle giungle malesi.
 
Nel [[1969]] visita le Marchesi, dove ripercorre nella giungla il viaggio-fuga di [[Herman Melville|Melville]] (dai più ritenuto una semplice invenzione a fini novellistici), quando era scappato dall'imbarco della baleniera dove prestava servizio, ed era poi stato prigioniero dei cannibali. Ritrova i luoghi precisi narrati da Melville e comprova la veridicità di tale storia.
 
Nel [[1970]] è a [[Capo Horn]], sempre in solitaria.
 
Nel [[1971]] è in Australia, dove esplora il "centro rosso" e le sponde orientali del Lago Eire, nel [[Deserto Simpson]]. Nello stesso anno esplora per 500 chilometri i fiordi della Patagonia. Parte dalla Penisola di [[Taitao]] per arrivare fino alla [[Laguna di San Rafael]], alla testata del ghiacciaio. Sempre nel [[1971]], col suo compagno Folco Doro Altan con cui ha già scalato le vette patagoniche nel 1958, naviga lungo l'intero corso del fiume [[Santa Cruz (fiume Argentina)|Santa Cruz]] dal [[Lago Viedma]] fino all'Atlantico, con l'intento di ricordare la prima esplorazione del geografo [[Francisco Moreno]] avvenuta nel 1877, seguita a quella nel 1834 del giovane [[Charles Darwin]] che aveva dovuto rinunciare all'impresa dopo ventun giorni per le difficoltà incontrate nel risalire con le scialuppe del Beagle l'impetuosa corrente.
 
Nel [[1972]] è in [[Zaire]] e in [[Repubblica del Congo|Congo]], sul vulcano [[Nyiragongo]] e tra i pigmei. Nel [[1973]] Bonatti decide di ripercorrere un celebre itinerario fluviale nelle regioni dell'Amazzonia venezuelana, quello compiuto tra il 1799 e il 1804 dal barone [[Alexander von Humboldt]], descritto nei trenta volumi del “Viaggio nelle regioni equinoziali del Nuovo Continente”. L'avventura durerà due mesi e si snoderà lungo i corsi d'acqua [[Adabapo]], [[Casiquiare]], [[Padamo]] ed il grande [[Orinoco]], a bordo di diverse imbarcazioni in uso nella zona. Le impressioni che ne ricaverà Bonatti sono sorprendentemente simili a quelle che Humboldt scriveva 174 anni prima nel suo diario.
 
Nel [[1974]] è in [[Nuova Guinea]] tra i [[Dani]]. Nel [[1975]] è sulle Terre Alte della Guayana.
 
Nel [[1976]] è in [[Antartide]], dove esplora le [[Valli Secche McMurdo]], con il prof Carlo Stocchino, oceanografo e meteorologo del CNR, leader della spedizione, il dott. Ivo Di Menno, tecnico elettronico, l'amm. Enrico Rossi, idrografo e ufficiale di Stato Maggiore della Marina Italiana e l'alpinista neozelandese Gary Ball.
 
Nel [[1978]] torna in Sudamerica, alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni. Trovandole dimostra l'errore di una precedente spedizione che ha cementato una targa commemorativa che segnala le sorgenti in un luogo sbagliato.
 
Nel [[1985]]-[[1986]], con due compagni, ritorna in Patagonia sullo [[Hielos Continentales|Hielo Continental]], con l'intento di compiere una spedizione in completa autosufficienza, procurandosi il cibo lungo il percorso e senza utilizzare mezzi di trasporto. Ma le difficoltà si fanno insuperabili risultando impossibile procurarsi il cibo senza contravvenire ai divieti di caccia imposti dalle autorità (non potendo vivere di pesca perché tutte le acque della Patagonia sono [[oligotrofiche]], cioè prive di qualsiasi forma di vita). I tre componenti del gruppo sono costretti a rinunciare a proseguire con il loro proposito originario e la spedizione assumerà per forza di cose caratteristiche alpinistiche, impegnandosi nella salita ad una vetta inviolata, alla quale verrà conferito il nome di [[Punta Giorgio Casari]], in ricordo di un amico scomparso.
 
=== Il ritorno al grande pubblico ===
È solamente dopo la revisione finale del CAI pubblicata nel [[2008]] a chiarimento della [[Spedizione al K2 del 1954|vicenda del K2]] - con la convalida della versione di Bonatti - che Bonatti accetterà di partecipare a trasmissioni televisive (la prima, dopo tanti anni di esilio, nel 1983 intervistato da Enzo Biagi e poi a ''Che tempo che fa'', su RAI3 il 17 gennaio [[2009]])<ref>[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-41d5b799-07d0-4097-a9f1-550eac724e84.html Bonatti a ''Che tempo che fa'', su RAI3 del 17 gennaio 2009]</ref>. In passato si era sempre limitato a conferenze relative alle sue imprese e viaggi, avendo sempre cura di evitare commenti sulle vicende del K2, a cui dedicava invece ampi spazi nei propri libri, considerandole troppo lunghe e complesse da poter essere esaurite nel breve spazio di un'intervista.
 
Al contempo venuto meno l'ostracismo in Italia nei confronti di Bonatti messo in atto dalle testate e dal mondo della montagna, iniziano a giungere - riscoperto in patria dal grande pubblico con decenni di ritardo - premi a riconoscimento della sua attività<ref name="repubblica.it">[http://www.repubblica.it/2009/04/sport/vari/alpinismo/alpinismo/alpinismo.html Fonte: La Repubblica, 26.04.2009, "Gli Oscar dell'Alpinismo? A chi ha stile come Bonatti"]</ref>.
 
=== Vita familiare ===
{{nota
|titolo=''Il casale di Dubino''
|contenuto=
"Walter Bonatti nella sua casa di Dubino, in Valtellina. Una casa dall'alta facciata, il cui corpo interno come sospeso a varie altezze e distanze, conquista, alle spalle, il monte. Scale a chiocciola, camere e camerette in varie ali, mobili in stile. Bellissima. La china del monte sale. Ci sono erbe grigie ed aspre: e anche tre giovanissimi ulivi che Rossana Podestà ha portato dall'Argentario. Hanno dovuto costruire un riparo in cima, mi spiega Walter, per arginare le notturne irruzioni di caprioli e cervi, che si nutrono di gemme."<ref>Estratto dall'articolo: "Bonatti e l'alpinismo spot" comparso su La Repubblica, 07.12.1995, pag. 50, sezione: SPORT</ref>}}
Bonatti fu a lungo compagno dell'attrice [[Rossana Podestà]]<ref>[http://www.mentelocale.it/59333-bonatti-messner-incomprensioni-rivalita-ad-alta-quota/ Bonatti e Messner, incomprensioni e rivalità ad alta quota (con intervista a Rossana Podestà)]</ref>. Nel [[1980]] l’attrice rilasciò un’intervista in cui diceva che avrebbe scelto un uomo come Walter Bonatti per fuggire su un’isola deserta. L’alpinista-esploratore, appena reduce da un divorzio, le scrisse. I due quindi s’incontrarono a Roma dandosi appuntamento all’[[Ara Coeli]] e si aspettarono per quasi due ore: lei all’Ara Coeli, lui, che aveva confuso i monumenti, davanti all’[[Altare della Patria]]. Quando lei lo trovò, lo apostrofò: «''che razza di esploratore sei che non riesci a trovare una persona a Roma?''»<ref>Aldo Cazzullo in ''Corriere della Sera'', 4 agosto 2004: "Incontro con Walter Bonatti"</ref>.
 
La coppia si trasferì successivamente a vivere a [[Dubino]] (in [[provincia di Sondrio]]), nella parte alta del paese, in un casale al limitare dei boschi.
 
Quando nel corso dell'estate [[2011]] fu diagnosticato a Bonatti un [[cancro al pancreas]], Rossana Podestà scelse di tenergli nascosta la notizia per timore che egli si suicidasse. "Il Re delle Alpi" muore nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2011 all'età di 81 anni<ref>{{cita news|autore=|url=http://www.lecconotizie.com/cronaca/e-morto-walter-bonatti-un-mito-dellalpinismo-mondiale-27316/|titolo=È morto Walter Bonatti, mito dell’alpinismo mondiale|editore=lecconotizie.com|accesso=14 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/settembre/16/attrice_scalatore_trent_anni_con_co_9_110916011.shtml|titolo=L'attrice e lo scalatore: trent' anni con Walter dopo un incontro al buio|editore=corriere.it|accesso=20 settembre 2011}}</ref>. Rossana Podestà fu allontanata dal letto di morte dal personale medico, con la motivazione che la coppia non era unita in [[matrimonio]]<ref>[http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/421238/ "Non ero la moglie di Bonatti mi hanno cacciata dall'ospedale", La Stampa, 21 sett 2011]</ref>.
 
I funerali civili si sono svolti a Lecco<ref>[http://www.lecconotizie.com/cronaca/lultimo-saluto-a-walter-bonatti-signore-delle-cime-27781/ Fonte: Lecco Notizie, 17.09.2011, "L’ultimo saluto a Walter Bonatti, signore delle cime"]</ref>, presso Villa Gomes, il 18 settembre 2011, dopodiché il corpo è stato [[cremazione|cremato]] e le ceneri tumulate presso il piccolo cimitero di [[Porto Venere]] che si trova a picco sul mare.
 
== Principali salite sulle Alpi ==
Nel seguente elenco sono riportate le salite più significative di Walter Bonatti sulle Alpi.<ref>[http://www.angeloelli.it/alpinisti/file/Bonatti%20Walter%20%281930-%20%29.html www.angeloelli.it, ''Walter Bonatti'']</ref><ref>[http://intotherocks.splinder.com/post/20268570 INTOtheROCKS, ''Walter Bonatti: Piolet d'or alla carriera'']</ref><ref>[http://www.youtube.com/watch?v=jIxPDrHoyvw youtube.com, ''Riccardo Cassin compie 100 anni 4/7'' sulla nord-ovest Badile]</ref>
 
{| class="wikitable" style="text-align: left"
|-bgcolor="#EFEFEF"
! Via
! Montagna
! Data
! Descrizione
|-
| Via Oppio-Colnaghi-Guidi
| [[Croz dell'Altissimo]]
| 27-29 giugno 1949
| Prima ripetizione con [[Andrea Oggioni]] e Iosve Aiazzi
|-
| Via Bramani-Castiglioni
| [[Pizzo Badile]]
| 1949
| Salita della parete nord-ovest con Camillo Barzaghi
|-
| Via Ratti-Vitali
| [[Aiguille Noire de Peuterey]]
| 13-14 agosto 1949
| Terza ripetizione con Andrea Oggioni ed Emilio Villa
|-
| Via Cassin
| [[Grandes Jorasses]], [[Punta Walker]]
| 17-19 agosto 1949
| Quinta ripetizione con Andrea Oggioni
|-
| Via Gaiser-Lehmann
| [[Pizzo Cengalo]]
| 30 giugno - 2 luglio 1950
| Prima ripetizione con C. Casati
|-
| Via Bonatti-Nava
| [[Punta Sant'Anna]]
| 6-7 agosto 1950
| Prima ascensione allo spigolo nord
|-
| [[Via Bonatti-Ghigo]]
| [[Grand Capucin]]
| 20-23 luglio 1951
| Prima salita con Luciano Ghigo e prima ascensione della parete est<ref>[http://www.summitpost.org/b-grand-capucin-b/349770 summitpost.org, ''Grand Capucin'']</ref>
|-
| Via Bonatti
| [[Grandes Jorasses]], [[Punta Young]]
| 17 luglio 1952
| Prima salita con Enrico Peyronel, parete sud<ref>[http://www.summitpost.org/grandes-jorasses/150262 summitpost.org, ''Grandes Jorasses'']</ref>
|-
| Via della Tridentina
| [[Tofana di Rozes]]
| 28 agosto 1952
| Prima salita con P. Contini
|-
| Via Cassin-Ratti
| [[Cima Ovest di Lavaredo]]
| 22-24 febbraio 1953
| Prima invernale con Carlo Mauri
|-
| Via Bonatti
| [[Aiguilles du Dru]]
| 17-22 agosto 1955
| Prima salita della parete sud-ovest in solitaria
|-
| Via della Poire,<ref>Solo tentata per poi ripiegare per le condizioni della neve</ref> [[Ghiacciaio della Brenva|Sperone della Brenva]]
| [[Monte Bianco]]
| 25-26 dicembre 1956
| Salita in invernale con l'amico/cliente Silvano Gheser. Si uniscono a Jean Vincendon e François Henry che moriranno durante la discesa
|-
| Via Bonatti-Gobbi
| [[Grand Pilier d'Angle]]
| 1-3 agosto 1957
| Prima salita con Toni Gobbi, parete est<ref name=gpa>[http://www.summitpost.org/north-east-side-of-grand-pilier-d-angle/344020 summitpost.org, ''North east side of Grand Pilier d'Angle'']</ref>
|-
|
{| border=0 align=center
| [[Petit Greuvetta]], parete ovest
| 19 giugno 1959
| Prima salita con Bruno Ferrario e Andrea Oggioni
|-
| Via Bonatti-Oggioni
| [[Monte Brouillard|Pilastro Rosso del Brouillard]]
| 5-6 luglio 1959
| Prima salita con Andrea Oggioni
|-
| Via Bonatti
| [[Monte Maudit]]
| 6-7 agosto 1959
| Prima salita con Andrea Oggioni e Roberto Gallieni<ref>[http://www.summitpost.org/the-mont-maudit/345610 summitpost.org, ''The Mont Maudit'']</ref>
|-
| Via Major
| [[Monte Bianco]], [[Ghiacciaio della Brenva|versante della Brenva]]
| 13 settembre 1959
| Prima solitaria. Lo stesso giorno [[Carlo Mauri]] realizza la prima solitaria della parallela ''Via della Poire''
|-
| Via Frendo-Roch-Sarthou
| [[Monte Bianco]], [[Ghiacciaio della Brenva|versante della Brenva]]
| 19 settembre 1959
| Prima ripetizione con Guargaglia
|-
| Via Giannina
| [[Monte Maudit]], spalla sud-ovest
| 19-20 settembre 1959
| Prima salita con Bruno Ferrario e Andrea Oggioni
|-
| Via della Sentinella Rossa
| [[Monte Bianco]], [[Ghiacciaio della Brenva|versante della Brenva]]
| 1959
| Salita con Andrea Oggioni e Roberto Gallieni
|-
|
| [[Petit Mont Blanc]], canalone nord-est
| 26 giugno 1960
| Prima salita con Giuseppe Catellino
|-
| Via Bonatti
| [[Mont Blanc du Tacul]], la [[Chandelle]]
| 3-4 agosto 1960
| Prima salita con Roberto Gallieni<ref>[http://www.summitpost.org/bonatti-gallieni/156380 summitpost.org, ''la Chandelle, Bonatti-Gallieni'']</ref>
|-
| Via della Sentinella Rossa
| [[Monte Bianco]], [[Ghiacciaio della Brenva|versante della Brenva]]
| 9 marzo 1961
| Prima invernale con Gigi Panei
|-
|
| [[Colle della Brenva]], parete sud-est
| 28 marzo 1961
| Prima solitaria
|-
| Via Kagami
| [[Monte Maudit]], spalla nord-est
| luglio 1961
| Prima ripetizione
|-
| Via diretta Bonatti-Zappelli
| [[Monte Bianco]], parete sud
| 20-22 settembre 1961
| Prima salita con Cosimo Zappelli
|-
| Via Bonatti-Zappelli
| [[Grand Pilier d'Angle]], parete nord
| 22-23 giugno 1962
| Prima salita con Cosimo Zappelli, parete nord<ref name=gpa />
|-
| Via dell'amicizia
| [[Petites Jorasses]]
| 10-11 luglio 1962
| Prima salita con Pierre Mazeaud
|-
| Via Cassin
| [[Grandes Jorasses]], [[Punta Walker]]
| 25-30 gennaio 1963
| Prima invernale con Cosimo Zappelli
|-
|
| [[Punta Innominata]], parete est
| 25-26 agosto 1963
| Prima salita con Cosimo Zappelli
|-
| Via diretta Bonatti
| [[Gruppo del Mont Blanc du Tacul|Trident du Tacul]], parete sud-ovest
| 18 settembre 1963
| Prima salita con Cosimo Zappelli di una nuova sulla parete sud-ovest<ref>[http://www.summitpost.org/trident-du-tacul/496993 summitpost.org, ''Trident du Tacul'']</ref>
|-
| Via Bonatti-Zappelli
| [[Grand Pilier d'Angle]], parete est sud-est
| 11-12 ottobre 1963
| Prima salita con Cosimo Zappelli, parete sud-est<ref name=gpa />
|-
|
| [[Gruppo del Mont Blanc du Tacul|Trident du Tacul]], spigolo nord
| 30 luglio 1964
| Prima salita con Livio Stuffer
|-
| Via Bonatti-Vaucher
| [[Grandes Jorasses]], [[Punta Whymper]]
| 6-10 agosto 1964
| Prima ascensione della parete nord con Michel Vaucher
|-
| Via Bonatti
| [[Cervino]]
| 18-22 febbraio 1965
| Prima solitaria e prima invernale con apertura di una nuova via sulla parete nord
|}
 
<div align="center"><big>In questo momento '''[[Wikipedia|Wikipedia in lingua italiana]]''' conta '''{{NUMBEROFARTICLES}} articoli'''</big></div>
== Spedizioni extra-europee ==
 
----
{| class="wikitable" style="text-align: left"
|-bgcolor="#EFEFEF"
! Montagna
! Data
! Descrizione
|-
| [[K2]] ([[Sperone degli Abruzzi]])
| maggio-luglio 1954
| [[Spedizione al K2 del 1954|Prima spedizione nazionale italiana]] in [[Karakorum]]. Capo spedizione [[Ardito Desio]]. Bivacco, con [[Amir Mahdi]], a 8.100 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
|-
| [[Cerro Adela]]<br />[[Cerro Doblado]]<br />Cerro Grande<br />[[Cerro Luca]]<ref>All'epoca senza nome, così chiamato per il figlio di Carlo Mauri</ref>
| febbraio 1958
| Spedizione in [[Patagonia]] con [[Carlo Mauri]]. Prime salite del cosiddetto "''Travesía del Cordón Adela''". Tentativo al [[Cerro Torre]] fallito per motivi logistici
|-
| [[Gasherbrum IV]]
| luglio-agosto 1958
| Seconda spedizione nazionale italiana in [[Karakorum]]. Capo spedizione [[Riccardo Cassin]]. Prima salita con Carlo Mauri
|-
| [[Cerro Paria-Nord]]<br />[[Nevado Ninashanca]]<br />[[Nevado Rondoy Norte]]
| maggio 1961
| Spedizione in [[Perù]] con Giancarlo Frigieri (capo spedizione), Bruno Ferrario e Andrea Oggioni. Prime salite.
|}
 
<div align="center">{{quote|Siate affamati, siate folli. (''Stay hungry, stay foolish.'')|[[Steve Jobs]], 1955 - 2011}}</div>
* [[Alaska]] - 1965
* [[Tanzania]] - 1966 - Salita del [[Kilimangiaro]] - [[Uganda]] Salita del [[Ruwenzori]]
* [[Venezuela]] - 1967 - Foreste dell’Orinoco
* [[Indonesia]] - 1968 - Piccole Isole della Sonda
* [[Cile]] - 1970 Salita dell'[[Aconcagua]] - [[Capo Horn]]
* [[Australia]] - 1971
* [[Zaire]] e [[Repubblica del Congo|Congo]] - 1972 - Vulcano [[Nyiragongo]]
* [[Nuova Guinea]] - 1974
* [[Guyana]] - 1975
* [[Antartide]] - 1976
* [[Rio delle Amazzoni]] - 1978
* [[Patagonia]] - 1985-86
 
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== Onorificenze ==
{{Utente:Jelfed/Indice}}<br/>
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza = Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
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|motivazione = Di iniziativa del Presidente della Repubblica
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|luogo=[[Roma]], 2 dicembre [[2004]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=144199 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
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::::''Recatosi alla cerimonia di premiazione il 21 dicembre 2004, scopre in quell'occasione di essere stato premiato unitamente ad [[Achille Compagnoni]]. Offeso per il fatto di essere stato accomunato a Compagnoni, del quale aveva una pessima opinione a seguito dei fatti del K2, Walter Bonatti, con lettera al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica del 25 dicembre 2004, rifiutò l'onorificenza.''<ref name=k2veritacavaliere>Walter Bonatti, ''K2 - La verità'', pagg. 279-283</ref>
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[[Categoria:Utenti toscani]]
== Riconoscimenti ==
[[Categoria:Utenti fiorentini]]
[[File:Rifugio Walter Bonatti Refuge.jpg|thumb|[[Rifugio Bonatti]] in [[Val Ferret]]]]
* [[1971]] - trofeo ''Il gigante dell'avventura, Per i suoi reportage foto-giornalistici. Iniziativa della rivista [[Argosy]] di [[New York]]
* 1971 - premio ''Die Goldene Blende''. Per i suoi reportage foto-giornalistici. Iniziativa della rivista Bild der Zeit di [[Stoccarda]]
* [[1973]] - premio ''Die Goldene Blende''. Per i suoi reportage foto-giornalistici. Iniziativa della rivista Bild der Zeit di Stoccarda
* [[1998]] - È a lui intitolato il ''[[Rifugio Walter Bonatti]]'' <ref name=rifugio>[http://www.rifugiobonatti.it/ Sito del Rifugio ''Walter Bonatti'']</ref>, posto a 2.025 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]] nel Vallone del Malatraz in [[Val Ferret]]
* [[2005]] - Il 21 marzo è stato insignito della ''[[Laurea Honoris Causa]]''<ref>{{Citazione|L’alpinismo è un’attività molto particolare; è considerata da molti uno sport, dove, però, non esistono punteggi, tempi, cronometraggi, dove in genere non vi possono essere spettatori. Alpinismo non è, però, solo questo. È sicuramente esplorazione, ma prima di tutto è scienza e conoscenza; in tutte le sue imprese, il grande alpinista cerca di studiare e comprendere la natura e l’ambiente intorno a sé, sempre confrontandosi in maniera leale, senza utilizzo di mezzi artificiali estremi che lo possano porre in posizione di eccessiva superiorità. Ma alpinismo significa anche comunicazione; l’alpinista esplora luoghi che forse solo lui è in grado di raggiungere, e deve così essere in grado, con i suoi scritti e i suoi reportages, di farli conoscere, apprezzare e studiare a tutti noi. E per finire, alpinismo è anche solidarietà e scuola di vita, quando abbiamo una corda in vita che si arrotola e si dipana, che trasmette, come fosse un cordone ombelicale, sensazioni e paure, amicizia, fiducia e felicità. Walter Bonatti rappresenta tutto ciò: è un uomo forte e coraggioso, sempre incline allo studio ed alla conoscenza di popoli ed ambienti, tenace nel difendere i suoi ideali e i suoi principi, libero e indipendente in tutti i suoi scritti.|Dalla ''laudatio'' di Walter Bonatti a cura del Prof. Carlo Dossi}}</ref> in [[Scienze ambientali]] presso l'[[Università degli Studi dell'Insubria]]<ref>[http://www.uninsubria.it/uninsubria/allegati/pagine/4685/volum_04-05.pdf Università degli Studi dell'Insubria, Inaugurazione dell'Anno Accademico 2004/2005]</ref>.
* [[2009]] - Il 26 aprile riceve il ''[[Piolet d'Or]] alla carriera'' organizzato dalle Editions Nivéales, dal [[Groupe de haute montagne]], con la collaborazione della regione [[Rhône-Alpes]] ([[Chamonix]]) e la [[Valle d'Aosta]] ([[Courmayeur]])<ref name="repubblica.it"/>
* [[2012]] - Con la sua scomparsa, e in suo onore, il premio [[Piolet d'Or]] alla carriera venne rinominato "''Piolet d'Or alla carriera, premio Walter Bonatti''". Il primo vincitore con il nuovo nome ''Piolet d'Or alla carriera, premio Walter Bonatti'' è stato l'alpinista francese [[Robert Paragot]].<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.pioletsdor.com/index.php?option=com_content&view=article&id=215&Itemid=322&lang=en|titolo=2012 Piolet d'Or Lifetime Achievement: Robert Paragot|editore=pioletsdor.com|accesso=22 marzo 2012}}</ref><ref>[http://cai.mailnewsletter.it//newsletter/arc.html?cid=75682072O&mid=705214212M&pid=5410812884I&uid=7619&exid=1439 Piolets d'Or 2012 – "Premio Walter Bonatti"]</ref>
* [[2013]] - Il 21 giugno a Bergamo, alla presenza dei rappresentanti del Comune e della Provincia di Bergamo - sua città natale - e del CAI nazionale e locale, è stato intitolato a Walter Bonatti il piazzale antistante la sede del CAI provinciale<ref>[http://video.repubblica.it/edizione/milano/bergamo-intitolata-una-piazza-a-walter-bonatti/132804/131323?ref=HREV-2 Fonte: La Repubblica, 21.06.2013, "Bergamo: intitolata una piazza a Walter Bonatti"]</ref>.
 
== Nella cultura di massa ==
[[File:Bonatti figurina.jpg|thumb|upright=0.7|La figurina di Walter Bonatti]]
* Nell'album di [[figurina|Figurine]] [[Panini (azienda)|Panini]] ''Campioni dello sport'' 1967/68 la sua foto a colori è la n. 5.
* Nel [[1992]] vengono pubblicati "''Solitario sullo Yukon''", "''Nel cuore dell'Africa''" e "''Sull'isola dei mostri''". Si tratta di tre albi a fumetti, tratti dai reportage di Bonatti pubblicati anni prima dal settimanale Epoca, disegnati da Enea Riboldi e Pasquale Del Vecchio e pubblicati dall'editore Massimo Baldini a partire dal maggio 1992. Dopo i primi tre albi la pubblicazione viene sospesa<ref>[http://www.repubblica.it/persone/2011/09/14/foto/bonatti_a_fumetti-21664092/1/ Fonte: La Repubblica, 16.09.2011, "Bonatti a fumetti"]</ref>.
* Un'opera sinfonica dal titolo Quota 8100, presente nell'album [[Piano Car]] ([[Rai Trade]], 2010) del compositore [[Stefano Ianne]], è dedicato a Walter Bonatti.
* La rivista Magic Boy ha creato alcune storie a fumetti basate su alcune esplorazioni di Walter Bonatti.
* Nel maggio [[2012]] è uscito il primo [[film documentario]] autorizzato sulla vita di Bonatti ''Walter Bonatti, con i muscoli, con il cuore, con la testa'' di Michele Imperio e Fabio Pagani, prodotto da [[Road Television]]. Lo stesso Bonatti aveva dato il suo assenso alla realizzazione. In seguito alla morte dell'alpinista, avvenuta mentre il film era in produzione, ha subito alcune necessarie modifiche ed è stato presentato al [[Trento Filmfestival]] il 1º maggio [[2012]]<ref>{{Cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/2012/05/02/trento-presentato-in-anteprima-assoluta-il-film-su-walter-bonatti/|titolo=Trento, presentato in anteprima assoluta il film su Walter Bonatti|sito=montagna.tv|data=2 maggio 2012|accesso=2 maggio 2012}}</ref>.
* Nel marzo [[2013]] [[Raiuno]] trasmette la [[fiction]] [[K2 - La montagna degli italiani]]<ref name=portrai>sito della fiction all'interno del portale [[Rai]] [http://www.k2.rai.it/dl/portali/site/page/Page-a51e8f6a-539a-40e9-aaf5-6aca911b5805.html].</ref>, che ricostruisce la vicenda della celebre spedizione, basandosi scrupolosamente sul rapporto ufficiale del [[Club alpino italiano|CAI]] del [[2004]], che riconosce ufficialmente la totale attendibilità della testimonianza di Bonatti sull'impresa<ref>dati ricavati dalle didascalie conclusive della fiction.</ref>. Il ruolo di quest'ultimo è interpretato da [[Marco Bocci]]<ref name=portrai/>.
 
== Bibliografia ==
=== Libri di Walter Bonatti ===
* [[1961]] - ''Le mie montagne''. 282 pp, Zanichelli Editore (ristampato nel [[1983]])
* [[1972]] - ''I giorni grandi''. Arnoldo Mondadori Editore (ristampato da Zanichelli nel [[1978]])
* [[1980]] - ''Ho vissuto tra gli animali selvaggi''. 224 pp, Zanichelli
* [[1983]] - ''Le mie montagne''. 181 pp, Rizzoli Editore
* [[1984]] - ''Avventura''. 253 pp, Rizzoli Editore, Milano, ISBN 88-17-24039-7
* [[1984]] - ''Magia del Monte Bianco''. Massimo Baldini Editore
* [[1985]] - ''Processo al K2''. 123 pp, Massimo Baldini Editore
* [[1986]] - ''La mia Patagonia''. 227 pp, Massimo Baldini Editore
* [[1989]] - ''L'ultima Amazzonia''. 207 pp, Massimo Baldini Editore
* [[1989]] - ''Un modo di essere''. Dall'Oglio Editore
* [[1995]] - ''K2 storia di un caso'' (ristampato nel [[2003]])
* [[1995]] - ''Montagne di una vita''. Baldini Castoldi Dalai editore
* [[1997]] - ''In terre lontane''. 440 pp, Baldini Castoldi Dalai editore
* [[1998]] - ''Fermare le emozioni. L'universo fotografico di Walter Bonatti''. 171pp, Edizioni Museo Nazionale della Montagna
* [[1999]] - ''Solitudini australi''. 129 pp, Edizioni Museo Nazionale della Montagna
* [[2001]] - ''Una vita così''. 510 pp. Baldini Castoldi Dalai editore, ISBN 88-8490-051-4, ISBN 978-88-8490-051-7
* [[2006]] - ''K2 La verità - storia di un caso''. 282 pp, Baldini Castoldi Dalai editore
* [[2008]] - ''I miei Ricordi''. 416 pp, Baldini Castoldi Dalai editore
* [[2009]] - ''Un mondo perduto''. 463 pp. Baldini Castoldi Dalai editore, ISBN 88-6073-606-4, ISBN 978-88-6073-606-2
 
=== Reportage di Walter Bonatti ===
[[File:Walter Bonatti.jpg|thumb|Walter Bonatti durante uno dei suoi viaggi per i reportage per Epoca]]
Qui sotto il lungo elenco di reportage di Walter Bonatti:
{{div col}}
* Per '''Epoca''' (anni sessanta / settanta):
** ''Reportage vari''
*** ''Le Dolomiti'' (1ª e 2ª parte)
*** ''Il mio amico Monte Bianco'' (Epoca, n. 461, 1959)
*** ''Viaggio nel Ghiacciaio''
*** ''Gli stupendi segreti della Montagna'' (1ª e 2ª parte)
*** ''Come siamo vissuti a 65° sotto zero''
*** ''Gli scogli del vento - isole Kerguelen''
*** ''Il banchetto dell'orso bruno''
*** ''Bonatti: sulla Whymper ho urlato di terrore (Grandes Jorasses)''
*** ''Bonatti racconta la sua impresa più bella: la nord del Cervino in invernale'' (Epoca, n. 754, 7 marzo 1965)
* Serie '''Epoca Universo:'''
** ''Le grandi avventure di Walter Bonatti (Grande Nord America, British Columbia, Yukon, Alaska)''
*** ''Sulla via dei cercatori d'oro''
*** ''Nel Klondike ho trovato l'oro''
*** ''Dawson: la città dei fantasmi''
*** ''Il silenzio della preistoria''
*** ''2500 chilometri in canoa, solo''
*** ''Trenta notti senza stelle''
*** ''I pellerossa dell'artico''
*** ''Sul tetto dell'inferno''
*** ''La scogliera dei leoni marini''
*** ''La strage dei salmoni''
*** ''Massacro alle Pribilof''
** ''Le mie avventure in Africa''
*** ''Le mie avventure in Africa''
*** ''Senza fucile in mezzo ai leoni''
*** ''Tra le nevi del Kilimangiaro''
*** ''Il paradiso dei coccodrilli''
*** ''I gladiatori vestiti di rosso''
*** ''Carovana nella giungla''
*** ''In piroga sul sacro Nilo''
*** ''Ruwenzori: l'alba del mondo''
*** ''Discesa nell'inferno: il vulcano Nyiragongo'' (Epoca, n. 1151, 2 ottobre 1972, 1ª di copertina)
*** ''Nel regno del gorilla: nelle foreste del Kahuzi''
*** ''Le dune proibite''
*** ''Un eden africano''
*** ''La valle di Noè''
*** ''Nel mondo dei pigmei'' (Epoca, n. 1192, 1973)
** ''Nel mondo perduto - Perù, Brasile, Venezuela''
*** ''Nel mondo perduto''
*** ''Ritorno alla preistoria''
*** ''La foresta che vive''
*** ''Qui nasce il Rio delle Amazzoni''
*** ''La "Serpiente de Oro"''
*** ''Gli indios delle Ande''
*** ''Waikas, i figli della Luna''
*** ''Il cuore del Mato Grosso''
*** ''La leggenda delle cerbottane''
** ''Il giro del Mondo di Walter Bonatti''
*** ''La magica cupola d'Australia''
*** ''Il regno degli animali più strani''
*** ''Il grande deserto di sale''
*** ''Il fantastico centro rosso''
*** ''La grande barriera'' (Epoca, n. 1020, 1970)
*** ''Il paradiso subacqueo''
*** ''Sulle orme di Melville''
*** ''L'isola del silenzio''
*** ''L'altra faccia del pianeta''
*** ''Le valli della Luna''
*** ''L'isola di Robinson'' (Epoca, n. 1083, 1971)
*** ''I Fiordi di ghiaccio''
*** ''Avventure sull'Aconcagua''
*** ''Le scogliere dei naufragi''
*** ''Una solitudine di gelo''
*** ''In canotto fino all'oceano''
*** ''L'isola dei mostruosi varani''
*** ''L'inafferrabile tigre di Sumatra''
*** ''L'affascinante mondo della giungla''
*** ''Sono sceso dentro il Krakatoa''
*** ''I tre laghi colorati di Keli-Mutu''
*** ''I roghi sacri della magica isola di Bali''
** ''Le avventure di Walter Bonatti''
*** ''Bonatti sul Grand Capucin''
*** ''Tra i mostri di ghiaccio del sudamerica''
*** ''Bolivia, gli altipiani del vento''
*** ''In Amazzonia sulle orme di Humboldt''
*** ''Dentro l'inferno verde del Rio Padamo''
*** ''Sui vulcani più alti del mondo''
*** ''Pantalica, la misteriosa valle dei sepolcri''
*** ''Alla scoperta del mondo perduto''
*** ''Verso la montagna del diavolo - Venezuela''
*** ''Dodici giorni all'inferno''
*** ''Bonatti nella Valle della Morte - Nord America''
** ''Walter Bonatti nell'Antartide''
*** ''Polo Sud pianeta di ghiaccio''
*** ''La conquista del Polo Sud''
*** ''L'accampamento nella tempesta''
*** ''Le inviolate vette dell'Antartide''
*** ''Le misteriose valli senza ghiaccio''
*** ''Il cimitero dei lobodonti''
** ''I giganti della Sierra Nevada - alta California'' (1ª e 2ª parte)
** E ancora:
*** ''Le avventure di Bonatti cercatore d'oro'' (Epoca, n. 804, 1966)
*** ''Nel mondo perduto'' (Epoca, n. 910, 1968)
*** ''Nell'isola dei mostri'' (Epoca, n. 968, 1969)
*** ''Caccia alla tigre'' (Epoca, n. 969, 1969)
*** ''Come si va in montagna'' (Epoca, n. 1139, 1972)
*** ''Il deserto proibito degli scheletri'' (Epoca, n. 1154, 1972)
*** ''Sulle Ande con Bonatti'' (Epoca, n. 1227 1974)
*** ''Dopo 10 anni ritorno al Bianco'' (Epoca, n. 1250, 1974)
*** ''Il mondo verticale'' (Epoca, n. 1251, 1975)
** Inoltre: 2 dischi fonografici in vinile 33 giri (allegati al settimanale ''Epoca'') ''Le voci meravigliose della natura - parte prima'' ''Le voci meravigliose della natura - parte seconda'' (voce narrante e fotografia di Walter Bonatti, musica di Peter Ciaikovski "Sinfonia n.1 in Sol min. op.13") (Phonoster&nbsp;– Milano)
* Per '''Progresso fotografico''':
** ''Alla ricerca di un punto d'incontro'', giugno 197?, pp 48–63
{{div col end}}
 
=== Libri su Walter Bonatti ===
* [[1996]] - Marco A. Ferrari, ''Freney 1961, un viaggio senza fine'' pp.&nbsp;245, Edizioni CDA & Vivalda, Collana: I licheni EAN13 9788878081284 (Vincitore del premio Gambrinus "Giuseppe Mazzotti" Sezione Montagna - XIV Edizione 1996) (ristampato nel 1998)
* [[2004]] - Angelo Granati, ''Ho fatto un sogno'' pp.&nbsp;77, Edizioni Maremmi Editore. Ristampa 2012 in formato ebook con Narcissus.
* [[2008]] - Fosco Maraini, Alberto Monticone, Luigi Zanzi, ''K2 una storia finita'' pp.&nbsp;144, Edizioni Priuli & Verlucca editori
* [[2010]] - Barbara Tutino, ''Walter Bonatti'' pp.&nbsp;56, Editore Cantagalli.
* [[2012]] - {{cita libro | autore=[[Rossana Podestà]] | titolo=Walter Bonatti. Una vita libera | anno=2012 | editore=[[Rizzoli editore]] | città= | ISBN =978-88-17-05692-2}}
* [[2013]] - {{cita libro | autore=[[Reinhold Messner]] | titolo=Walter Bonatti. Il fratello che non sapevo di avere | anno=2013 | editore=[[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori Electa]] | città= | ISBN =978-88-370-9315-0}}
 
== Filmografia ==
* Michele Imperio e Fabio Pagani, ''Walter Bonatti: con i muscoli, con il cuore, con la testa'', Produzione Road Television, 2012.
* ''[[K2 - La montagna degli italiani]]'', regia di [[Robert Dornhelm]], [[fiction]] [[Raiuno]] del [[2013]].
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Voci correlate ==
* [[Alpinisti]]
* [[Riccardo Cassin]]
* [[Cesare Maestri]]
* [[Carlo Mauri]]
* [[Pierre Mazeaud]]
* [[Andrea Oggioni]]
* [[Gigi Panei]]
* [[Carlo Casati]]
* [[Rossana Podestà]]
* [[Spedizione al K2 del 1954]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Walter Bonatti}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/walter-bonatti_(Dizionario-Biografico)/ Biografia di Walter Bonatti sul ''Dizionario Biografico degli Italiani (DBI)'']
* {{fr}}[http://www.alpinisme.com/FR/histoire-alpinisme/walter-bonatti/index.php?fic=walter_bonatti Il ritratto di una leggenda]
* [http://www.montagna.tv/?q=node/326 Una serata con Walter Bonatti (Aprica 2006)]
* [http://www.rifugivaldostani.it/main.php?lingua=it&cnt=rifugio1&sttmn=rifugi&rifugio=bonatti Scheda rifugio ''Walter Bonatti'' su rifugivaldostani.it]
* [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/16/bonatti-un-dramma-antico-dimenticare-impossibile.html La Repubblica, 16.05.1985, pag. 31, sezione: SPORT, "Bonatti e un dramma antico, dimenticare è impossibile"]
* [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/16/bonatti-un-dramma-antico-dimenticare-impossibile.html La Repubblica, 14.08.2003, pag. 28, sezione: CRONACA, "Bonatti, uomo-contro"]
* [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/08/06/abbraccio-di-bonatti-messner.html La Repubblica, 06.082004, pag. 23, sezione: CRONACA, "L'abbraccio di Bonatti e Messner"]
* [http://www.youtube.com/watch?v=YARAYtsnSK8 Walter Bonatti intervistato da Enzo Biagi, tratto da "FILM STORY: RISCHIO" del 1983]
* [http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-41d5b799-07d0-4097-a9f1-550eac724e84.html Walter Bonatti intervistato a 'Che tempo che fa', Rai 3 - 17 gennaio 2009]
* [http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-82d8fac2-ffbe-4d50-9edb-df48a0cfe321-ctcf.html ricordo di Walter Bonatti a 'Che tempo che fa', Rai 3 - 1º gennaio 2012]
 
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Ufficiali della Legion d'onore]]
[[Categoria:Persone legate agli alpini]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Saint Vincent]]