Pamphlet e Franz Lenhart: differenze tra le pagine

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{{Bio
[[File:French anarchist press.JPG|thumb|Pamphlet [[Anarchia|anarchici]] in [[Francia]].]]
|Nome = Franz
Un ciao naaaaaa {{IPA|/pɑ̃'flɛ/}} (termine [[lingua francese|francese]] traducibile in [[Lingua italiana|italiano]] con "libello" per le sue agili dimensioni) è una breve pubblicazione, scritta con intento polemico o satirico, in cui l'[[autore]] prende posizione contro un altro autore, o contro un potente, o contro l'intera società (civile o letteraria), su temi o avvenimenti di stretta attualità.<br/>
|Cognome = Lenhart
Apparso nel [[XVIII secolo]] in [[Francia]], è diventato un vero e proprio genere letterario.
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bad Häring
|GiornoMeseNascita = 7 gennaio
|AnnoNascita = 1898
|LuogoMorte = Merano
|GiornoMeseMorte = 27 marzo
|AnnoMorte = 1992
|Epoca = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = disegnatore
|Nazionalità = austriaco
|NazionalitàNaturalizzato = italiano
}}È stato uno dei maggiori esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana della prima metà del Novecento; gran parte di questa produzione ebbe come oggetto note località turistiche delle [[Dolomiti]], in particolare [[Cortina d'Ampezzo]] e [[Madonna di Campiglio]], raffigurate come scenari ideali dove trascorrere vacanze e praticare sport invernali. Negli anni trenta si affermò anche nel settore dell'illustrazione realizzando per le compagnie di navigazione triestine [[Opuscolo|opuscoli]] e [[dépliant]] sulla vita a bordo dei passeggeri.
 
Raccolte di suoi manifesti originali dell'epoca si trovano al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso<ref>https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-collezione-salce</ref> e al [[Touriseum]], Museo Provinciale del Turismo di Merano<ref>http://www.touriseum.it/it/vips/castel-trauttmansdorff-merano-vips-franz-lenhart.asp</ref>.
== Storia ed etimologia ==
Il nome deriva dal titolo del ''[[Pamphilus|Pamphilus seu de amore]]'', [[commedia elegiaca]] [[letteratura latina medievale|mediolatina]] di impronta [[Aetas Ovidiana|ovidiana]], che conobbe grande fortuna e diffusione in tutta l'[[Europa medievale|Europa]] [[Rinascimento del XII secolo|letteraria del XII secolo]]; l'opera era nota in [[Francia medievale|Francia]] con il titolo popolare di ''Pamphilet'' ([[antico francese]]).
 
==Biografia==
Sin dal [[XIV secolo]] il termine ebbe il significato di "[[opuscolo]]", "libretto" (ossia libro di poche pagine), significato che conserva ancora oggi, specialmente in [[Lingua inglese|inglese]]. Uno slittamento [[semantica|semantico]] gli fece assumere il significato di «libello satirico o polemico» nella [[Francia nell'età moderna|Francia del XVIII secolo]]<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/pamphlet/ pamphlet], ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana]]</ref>. La forma intermedia tra ''Pamphilus'' e ''pamphlet'' sarebbe stata il latino anglicizzato ''panfletus'' (attestato nel 1500), che a sua volta avrebbe dato luogo all'inglese ''pamphilet'' o ''panflet'' e al diminutivo francese ''pamphillèt''.
Nato nel 1898 a [[Bad Häring]], in [[Austria]], Franz Josef Lenhart studia prima all'Accademia delle Belle Arti di [[Vienna]] e poi all'Accademia di [[Firenze]]. Nel 1922, ottenuta una cattedra all'Istituto Tecnico Italiano, si trasferisce a [[Merano]], in Alto Adige, e ne fa la sua città di adozione. Nei due anni seguenti mette a frutto le vacanze scolastiche frequentando a Parigi i corsi estivi all'Accadémie de la Grande Chaumière, perfezionandosi così nel nudo e nel disegno di figura.<br/>La sua affermazione come cartellonista decolla presto grazie all'ENIT, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo, che acquista uno dei suoi primi manifesti, “Visitate le Dolomiti”, e lo fa affiggere in tutta la Penisola. Da quel momento, dalle località montane del [[Veneto]], del [[Trentino]] e dell'[[Alto Adige]] a vocazione turistica cominciano a fioccare commesse di manifesti e locandine, dando così a Lenhart l'opportunità di mettere a punto uno stile molto personale che rende inconfondibili le sue affiches: sullo sfondo scorci delle Dolomiti, in primo piano figure dinamiche di sportivi o di donne avvenenti. E soprattutto: una composizione in cui il lettering, il messaggio promozionale, fa da base per il disegno, finendo con l'integrarsi totalmente con esso.<br/> Un'altra stagione artistica ed esistenziale rilevante scaturisce nel 1934 dalla collaborazione con le grandi compagnie triestine di navigazione, per le quali Lenhart realizza brochures e prospetti di motonavi e transatlantici, e grazie alle quali può trascorrere lunghi periodi all'estero, alloggiando in albergo di lusso: [[Copenaghen]], [[Londra]], [[Parigi]], [[Vienna]], [[Sudamerica]] e [[Giappone]]<ref>Daniela Pancheri, ''Biografie dei principali artisti'', citato in ''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990, p. 126.</ref>. Il capolavoro grafico di Lenhart in questo speciale segmento della réclame è la brochure per il ''[[Conte di Savoia]]'', "la nave che non rolla", gioiello della cantieristica italiana varata a Trieste nel 1931 per coprire la rotta tra l'Europa e [[New York]]<ref>''Conte di Savoia. La prima classe'', Disegni originali di Franz Lenhart, Compilato a cura dell'Ufficio Pubblicità "Italia"'', Milano, 1932-X.</ref> <br/>
 
Un capitolo a parte nella produzione artistica è quello dei ritratti che gli vengono commissionati dai nobili d'Europa e del Giappone, a partire da [[Umberto II di Savoia]], suo compagno di sci a Cortina d'Ampezzo<ref>Lillo Gullo, ''Pittura da re'', ''Alto Adige'', 31 agosto 1990.</ref><br/>Dai primi anni Cinquanta, con la cartellonistica illustrata entrata in crisi per il cambio di gusto a favore della fotografia<ref>[[Piero Zanotto]], ''Salce. Il trevigiano dei 25 mila manifesti'', ''l'Adige'', 18 gennaio 1991.</ref>, Lenhart è costretto a rallentare la sua produzione di manifesti. Riprende allora l'attività di pittore e nel 1962 esegue il ciclo di affreschi per la “Passeggiata d'inverno” a Merano<ref>Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989, p. 28.</ref>.
L'ampio successo del ''Pamphilus'' spiega, probabilmente, come il nome di un personaggio di un'opera molto popolare sia passato a indicare una classe di testi pensati per un pubblico il più possibile esteso.
Franz Josef Lenhart muore nel 1992, all'età di di 94 anni. La città di Merano gli ha reso omaggio con una scultura a firma [[Mimmo Paladino]] collocata sulla Passeggiata Lungopassirio e inaugurata il 17 ottobre del 2017.
 
<ref>{{cita web|''Quattro nuove sculture, omaggi a Lenhart e Jori, ''Alto Adige.it'', 17 ottobre 2017.|
Altre etimologie, poco probabili, sono «palme-feuillet», o il greco παμφλέγω ''panflègō'' (da πᾶν ''pān'' "tutto" e φλέγω ''flègō'' "bruciare, consumare").
http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/quattro-nuove-sculture-omaggi-a-lenhart-e-jori-1.1347262}}</ref>
 
== Contenuto ==
Ogni singolo pamphlet presenta delle caratteristiche ricorrenti, derivanti dalla specifica codificazione di questo genere letterario.
 
L'autore sostiene, in esso, un argomento di attualità (sociale o politica) in modo dichiaratamente di parte e con intento polemico o satirico; ha lo scopo di risvegliare la coscienza popolare su un tema che divide. L'[[enunciazione]] è sempre in prima persona e assume toni generalmente critici e irriverenti. Il pamphlet è spesso un testo breve, anche se non esistono regole che ne fissino la lunghezza.
 
== Caratteristiche ==
[[File:Copertina "Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in Perpuosito de la stella Nuova".jpg|upright=0.7|miniatura|[[Frontespizio]] del pamphet ''Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la Stella Nuova'' (1605).]]
Siccome i pamphlet erano a basso prezzo e facili da produrre, erano spesso utilizzati per diffondere idee personali in materie [[Politica|politiche]] o [[Religione|religiose]]. Tendenzialmente, l'autore del pamphlet presenta il proprio testo come uno sfogo estemporaneo, come una reazione viscerale di fronte a una situazione non più sostenibile. Un altro tratto tipico è l'equiparazione della presa di parola a un atto di coraggio: l'autore è, nella generale acquiescenza e omologazione delle idee, l'unico individuo in grado di cogliere gli eventi nella piena luce della verità.
 
Chi scrive risponde a un imperativo ineludibile che proviene dal proprio [[Io (psicologia)|io interiore]], ma spesso non nutre la speranza, considerata illusoria, di poter modificare il corso della realtà. Di volta in volta, a seconda dei casi, possono essere corrotti la civiltà nella sua interezza, una specifica società, oppure i costumi diffusi all'epoca dell'autore. Quando l'intento è satirico, il pamphlet può coincidere con la [[satira menippea]]: ad. es., l'''[[Apokolokyntosis]]'' di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] è definibile sia una satira menippea, sia un pamphlet. Si fanno rientrare nel genere anche le [[Invettiva|invettive]] personali: ad es., ''À l'agité du bocal'', perentorio attacco di [[Louis-Ferdinand Céline|Céline]] contro [[Jean-Paul Sartre|Sartre]], è considerato un capolavoro di tale genere.
 
L'autore è spesso [[Anonimato|anonimo]], o celato sotto uno [[pseudonimo]]. Ad esempio, ''I Romani nella Grecia'', un famoso pamphlet antinapoleonico di [[Vittorio Barzoni]], fu pubblicato nel [[1797]] senza nome dell'autore e con luogo di stampa e stampatore falsi perché sembrasse stampato all'estero (Londra, F. Rivington and G. Robinson [i.e. Venezia, Francesco Andreola]). Ma in questo caso l'autore, pur anonimo, è da sempre noto; invece in altri casi non può essere identificato con certezza, provocando dubbi e conflitti di attribuzione mai risolti tra i bibliografi e gli storici della letteratura. Ad esempio, sotto lo pseudonimo di Cecco di Ronchitti, o [[Galileo Galilei]] o [[Girolamo Spinelli]] o chi altri scrisse nel [[1605]] un pamphlet in [[dialetto pavano]], intitolato ''Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la Stella Nuova,'' contro le accuse mosse poche settimane prima da [[Antonio Lorenzini (filosofo)|Antonio Lorenzini]] nel suo ''Discorso intorno alla Nuova Stella'' a proposito della [[SN 1604|Supernova di Keplero]].
 
== Stile ==
Il fatto che l'autore presenti il proprio pamphlet come frutto di uno sfogo irriflesso condiziona la presentazione stilistico-retorica degli argomenti. Il tono è convenzionalmente vibrante e spesso isterico; largo spazio è lasciato a locuzioni ingiuriose e all'[[invettiva]].
 
Il [[pathos]] è onnipresente all'interno dei pamphlet e suo veicolo principale sono le figure retoriche, tra cui soprattutto [[metafora|metafore]], [[ossimoro|ossimori]] e [[antitesi]]. Poiché colui che scrive presenta le proprie convinzioni come frutto dell'evidenza del suo sguardo sulla realtà, l'argomentazione è in genere scarna, la ricerca delle prove appare superflua e le posizioni avversarie o l'ingenuità dei lettori sono spesso oggetto di [[ironia]] e [[sarcasmo]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Marc Angenot, ''La parole pamphlétaire. Contribution à la typologie des discours modernes'', Paris, Payot,1982.
*''Inventiva e invettiva nell'Ottocento francese. I pamphlets di Courier, About, Veuillot, Lafargue'', a cura di Vittore Collina e Gilberto Rovai, Milano, Mimesis, 1997.
 
== Voci correlate ==
*[[Generi letterari]]
*[[Satira menippea]]
*[[Invettiva]]
*[[Opuscolo]]
 
== Bibliografia ==
== Altri progetti ==
*Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989. ISBN 88-85198-03-1
{{interprogetto}}
*''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990.
*Roberto Festi, Lillo Gullo, ''Franz J. Lenhart'', Edizioni Banca di Trento e Bolzano, 2000. ISBN 88-85341-04-7
*''L'album giapponese di Franz Josef Lenhart.1936-1937'', a cura di Rosanna Pruccoli, Mairania 857, Merano, 2007.
 
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